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La Società Arti Doria Pamphilj presenta Caravaggio e la fuga LA PITTURA DI PAESAGGIO NELLE VILLE DORIA PAMPHILJ 26 MARZO - 26 SETTEMBRE. GENOVA. VILLA DEL PRINCIPE. Un binomio da non perdere: la riapertura degli interni restaurati e dei giardini della Villa del Principe, la più vasta e sontuosa dimora nobiliare della città di Genova, e l’allestimento di una grande mostra che, partendo dalla celeberri- ma “Fuga in Egitto” di Caravaggio presenta, per la prima volta, oltre ottanta dipinti di pittura di paesaggio, tutti tratti dalle collezioni delle diverse dimore della dinastia Doria Pamphilj, molti dei quali inediti. A proporlo, dal 26 marzo al 26 settembre prossimi, è la Società Arti Doria Pamphilj, presieduta dalla Principessa Gesine Pogson Doria Pamphilj. Era il 1521 quando Andrea Doria, valente ammiraglio e uomo d’armi leggendario, diede il via ai lavori che avreb- bero portato alla costruzione della meravigliosa Villa affacciata sul mare di Genova. Questo sarebbe divenuto il luogo di pace al rientro dai suoi innumerevoli viaggi e la dimora prescelta per i suoi successori: la famiglia Doria Pamphilj. In questa Villa Andrea Doria diede vita ad una grande corte rinascimentale, di cui fecero parte artisti come il magnifico Perino del Vaga, che si occupò della decorazione e degli arredi di gran parte delle sale. La Villa venne poi ampliata dal successore di Andrea, Giovanni Andrea I Doria, con il quale raggiunse il suo massimo splendore. Secondo le più recenti ricerche, proprio da quest’ultimo, Caravaggio ricevette, durante il breve soggior- no a Genova dell’agosto 1605, l’offerta di affrescare una loggia del palazzo in cambio del favoloso compenso di 6000 scudi, che però l’artista rifiutò. Oggi Villa del Principe è un luogo monumentale pieno di tesori nascosti. Per rivivere i suoi fasti basta percorrerne le stanze, ammirare gli splendidi affreschi ed arazzi o passeggiare tra le fontane del meraviglioso giardino cinque- centesco. Gli interventi di restauro si sono succeduti in questi ultimi anni e finalmente interni e giardino hanno riacquistato lo smalto di quando erano una vera e propria reggia in città. È in questi sontuosi ambienti che troverà scenografia appropriata la grande mostra “Caravaggio e la fuga. La pittura di paesaggio nelle Ville Doria Pamphilj”: circa ottanta opere, in parte mai esposte, che documentano come la storia del collezionismo e mecenatismo della celebre dinastia genovese-romana sia stata fortemente caratterizzata, nel corso della sua lunga storia, dalla costruzione ed allestimento di magnifiche ville extraurbane, oggi monumenti nazionali. L’esposizione, curata da Massimiliano Floridi (catalogo Silvana Editoriale), tende a mostrare come l’alle- stimento degli edifici sia stato organicamente legato alla storia del genere pittorico del paesaggio. Le collezioni di Roma e Genova custodiscono al loro interno meravigliosi capolavori della pittura di paesaggio. Lungo venti generazioni alcuni protagonisti della famiglia hanno guidato il gusto e l’estetica dell’élite culturale italiana, attraverso straordinarie scelte di mecenatismo, che per quantità e qualità occupano un singolare rilievo nella storia dell’arte europea. La mostra esplora un aspetto di questo ideale di vita extraurbano, raccogliendo per la prima volta quadri di paesaggio un tempo pensati per accompagnare il tempo del piacere e dello svago. Spicca il capolavoro di Caravaggio noto come la Fuga in Egitto, un tempo collocato nella villa del Bel Respiro a Roma. È l’unica opera dell’artista lombardo in cui ci sia un brano significativo di paesaggio. Recenti scoperte scientifiche ne hanno messo in luce talune fasi costruttive che autorizzano a congetturare una prima idea del quadro proprio come paesaggio. COMUNICATO STAMPA

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La Società Arti Doria Pamphilj presenta

Caravaggioe la fuga

L A P I T T U R A D I P A E S A G G I O N E L L E V I L L E D O R I A P A M P H I L J2 6 M A R Z O - 2 6 S E T T E M B R E . G E N O V A . V I L L A D E L P R I N C I P E .

Un binomio da non perdere: la riapertura degli interni restaurati e dei giardini della Villa del Principe, la più vasta e sontuosa dimora nobiliare della città di Genova, e l’allestimento di una grande mostra che, partendo dalla celeberri-ma “Fuga in Egitto” di Caravaggio presenta, per la prima volta, oltre ottanta dipinti di pittura di paesaggio, tutti tratti dalle collezioni delle diverse dimore della dinastia Doria Pamphilj, molti dei quali inediti.A proporlo, dal 26 marzo al 26 settembre prossimi, è la Società Arti Doria Pamphilj, presieduta dalla Principessa Gesine Pogson Doria Pamphilj.

Era il 1521 quando Andrea Doria, valente ammiraglio e uomo d’armi leggendario, diede il via ai lavori che avreb-bero portato alla costruzione della meravigliosa Villa affacciata sul mare di Genova. Questo sarebbe divenuto il luogo di pace al rientro dai suoi innumerevoli viaggi e la dimora prescelta per i suoi successori: la famiglia Doria Pamphilj. In questa Villa Andrea Doria diede vita ad una grande corte rinascimentale, di cui fecero parte artisti come il magnifico Perino del Vaga, che si occupò della decorazione e degli arredi di gran parte delle sale. La Villa venne poi ampliata dal successore di Andrea, Giovanni Andrea I Doria, con il quale raggiunse il suo massimo splendore. Secondo le più recenti ricerche, proprio da quest’ultimo, Caravaggio ricevette, durante il breve soggior-no a Genova dell’agosto 1605, l’offerta di affrescare una loggia del palazzo in cambio del favoloso compenso di 6000 scudi, che però l’artista rifiutò.

Oggi Villa del Principe è un luogo monumentale pieno di tesori nascosti. Per rivivere i suoi fasti basta percorrerne le stanze, ammirare gli splendidi affreschi ed arazzi o passeggiare tra le fontane del meraviglioso giardino cinque-centesco. Gli interventi di restauro si sono succeduti in questi ultimi anni e finalmente interni e giardino hanno riacquistato lo smalto di quando erano una vera e propria reggia in città.

È in questi sontuosi ambienti che troverà scenografia appropriata la grande mostra “Caravaggio e la fuga. La pittura di paesaggio nelle Ville Doria Pamphilj”: circa ottanta opere, in parte mai esposte, che documentano come la storia del collezionismo e mecenatismo della celebre dinastia genovese-romana sia stata fortemente caratterizzata, nel corso della sua lunga storia, dalla costruzione ed allestimento di magnifiche ville extraurbane, oggi monumenti nazionali. L’esposizione, curata da Massimiliano Floridi (catalogo Silvana Editoriale), tende a mostrare come l’alle-stimento degli edifici sia stato organicamente legato alla storia del genere pittorico del paesaggio.Le collezioni di Roma e Genova custodiscono al loro interno meravigliosi capolavori della pittura di paesaggio. Lungo venti generazioni alcuni protagonisti della famiglia hanno guidato il gusto e l’estetica dell’élite culturale italiana, attraverso straordinarie scelte di mecenatismo, che per quantità e qualità occupano un singolare rilievo nella storia dell’arte europea. La mostra esplora un aspetto di questo ideale di vita extraurbano, raccogliendo per la prima volta quadri di paesaggio un tempo pensati per accompagnare il tempo del piacere e dello svago.

Spicca il capolavoro di Caravaggio noto come la Fuga in Egitto, un tempo collocato nella villa del Bel Respiro a Roma. È l’unica opera dell’artista lombardo in cui ci sia un brano significativo di paesaggio. Recenti scoperte scientifiche ne hanno messo in luce talune fasi costruttive che autorizzano a congetturare una prima idea del quadro proprio come paesaggio.

COMUNICATO STAMPA

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Nella mostra, aperta da una preziosa sequenza di opere provenienti dalla villa cinquecentesca Centurione Doria di Pegli presso Genova, saranno esposti cicli pittorici dipinti dagli artisti a partire dalla metà del Seicento apposita-mente per le diverse ville di famiglia. Così la serie di Momper e Dughet, Grimaldi e Anesi per la villa del Bel Re-spiro, che è stata un notevole modello architettonico: Camillo Pamphilj, nipote del Papa Innocenzo X, pur curando soprattutto la raccolta di sculture antiche per l’interno e l’esterno della villa, attraverso una straordinaria campagna di acquisti abbellì con splendidi arredi le sale del casino. La mostra esplora anche un aspetto meno noto della Roma papale attraverso delle opere di un genere del paesaggio tutto particolare, quali marine e tempeste di autori allora molto stimati. Il palazzo di Nettuno e il casino di Anzio furono teatro del mecenatismo del figlio primogenito di Camillo, Giovanni Battista e poi, soprattutto, del nipote. Anche nella villa di Ripa Grande, dimora della celebre Donna Olimpia, venne creata una piccola collezione che ne completava il progetto di villa fluviale per bagni e giardino di delizie, lungo il fiume Tevere. Tra i quadri che la decoravano, sono presenti opere del noto paesaggista olandese Herman van Swanevelt. La villa d’Albano, oggi purtroppo ridotta ad un rudere, fu residenza di campagna splendidamente decorata del Cardinale Benedetto, finora conosciuto dal pubblico per il mecenatismo musicale più che per quello pittorico, ma che seppe circondarsi di un gran numero di capolavori. Si ricorda il ciclo di J. F. van Bloemen, specialista, significati-vamente soprannominato “Orizzonte”, che dedicò ai Pamphilj una serie impressionante d’opere, conservate oggi negli appartamenti privati e per la prima volta visibili al pubblico nella loro interezza.

Una serie di foto d’autore, scattate per un nuovo edificio extraurbano della famiglia, infine, fa da appendice alla mostra, aprendo l’esposizione alla speranza che i modelli d’arte del tempo libero antico possano aggiornarsi alle esigenze della contemporaneità. La villa montana a Guarcino, detto Rifugio Floridi Doria Pamphilj, posta alla som-mità dell’Appennino a sud di Roma, è stata scelta come residenza dalla famiglia e ristrutturata sull’archetipo dei quattro elementi della natura ed al crocevia di quattro percorsi naturali, che l’artista Lala Meredith Vula ha espresso attraverso alcuni scatti nelle diverse stagioni. L’artista serbo-inglese, che al centro del suo percorso formativo ha la British Academy a Roma, rinnova le tracce di un’esperienza romana, che ebbe nei pittori stranieri d’epoca moderna i protagonisti degli allestimenti delle ville cittadine.

Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 17, escluso il giovedì Ingresso: intero 12 euro; ridotto 9 euro; scuole 7 euro

Informazioni e prenotazioni: [email protected] - tel. 010.255.509 - www.dopart.it

Comunicazione: Art Attack Adv

Catalogo: Silvana Editoriale

Ufficio stampa: Studio ESSECI – Sergio Campagnolo - tel. 049.663.499 - [email protected]

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Il Casino del Bel Respiro a Villa Pamphilj

Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (Milano? 1571 - Porto Ercole 1610) Riposo durante la fuga in Egitto

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“Più vicino di Roma è la Villa Pamfili, non mica fra le altre l’ultima che meriti l’attenzione dei forastieri. Un giardino spaziosissimo pieno di frutta d’ogni sorta, amenissimi viali, giochi d’ac-qua e boschi sono altrettanti oggetti dilettevoli ai curiosi […] All’esteriore del palazzo di questo giardino magnifico vi sono molti busti, statue e bassirilievi e l’interiore è pieno di pitture e statue. Vi sono cinque stanze ed un appartamento terreno, che contenteranno ognuno che li vede”. Così si esprimeva nel 1740 Johann Caspar von Goethe nella descrizione del suo Gran Tour in Italia. Eretta da Alessandro Algardi e da Giovanni Francesco Grimaldi per il principe Camillo Pamphilj tra il 1644 e il 1652, come sintesi della cultura classicistica seicentesca e ad esaltazione della famiglia committente, la semplice ed elegante architettura, che si ammanta di busti, rilievi e statue archeologiche, come uno scrigno custodiva una delle più ricche colle-zioni di sculture antiche e dipinti. Tra tutti, II Riposo durante la fuga in Egitto, opera giovanile, datata 1595-1596, di Michelangelo Merisi da Caravaggio, detto il Caravaggio. Questa luminosa e sentimentale evocazione della sacra famiglia immersa in un paesaggio dorato fu acquistata da Camillo sul mercato romano proprio per la residenza sul Gianicolo, dove rimase vari anni prima di essere spostata nella Galleria di Palazzo Doria Pamphilj al Corso.

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Nella zona lungo il Tevere nota come Ripagrande, caratterizzata dalla presenza di uno degli approdi sul fiume, sorge la piccola antica chiesa di Santa Maria in Cappella, risalente al XII se-colo. Nel 1650 il papa Innocenzo X ne concesse il patronato alla volitiva cognata Donna Olim-pia Maidalchini Pamphilj che, acquistando i terreni confinanti, vi realizzò un Casino Belvedere sul fiume e un meraviglioso giardino di delizie, immortalato in uno dei paesaggi di Gaspar van Wittel e descritto dalle guide del tempo come i famosi Bagni di Donna Olimpia. La pianta dell’edificio era molto semplice, con un portico su due lati e una grande scala che dava accesso al piano nobile; una loggia si protendeva sul Tevere e, di fianco, un piccolo giardino segreto era protetto da alte mura. Tra le molte sculture anche archeologiche che arredavano il parco, munito di giochi d’acqua e rare essenze, spicca la fontana con chiocciola e delfini disegnata dal Bernini per piazza Navona e donata dal pontefice a Donna Olimpia, che la pose al centro dell’elaborato disegno del giardino.

Il giardino di Olimpia Maidailchini Pamphilj a Ripagrande

Herman van Swanevelt (Woerden 1603 ca. - Parigi 1655) Paesaggio con Cristo servito dagli angeli

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La bellezza ambientale, il clima mite e la ricchezza culturale di Anzio e Nettuno ne fecero tra il XVI e il XVIII secolo luogo privilegiato di villeggiatura dell’aristocrazia di Roma. Costruito nel 1600 all’interno della seconda cinta muraria del castello dal cardinale Bartolomeo Cesi, il palazzo di Nettuno fu acquistato dal principe Camillo Pamphilj nel 1648. I lavori per la trasfor-mazione dell’imponente Palazzo con la creazione di una grande galleria circondata da «stan-zini» furono diretti dell’architetto ticinese Giovanni Battista Mola con la partecipazione del figlio Pier Francesco, noto e talentuoso pittore che affrescò gli ambienti di rappresentanza, e di Guillaume Courtois, detto il Borgognone. Destinato esclusivamente alle “delizie” della vita marina, un tinello e quattro stanze dell’appartamento nobile erano riservate ai “musici” e, nella raffinata collezione di dipinti lì conservati, due raffiguravano il principe Camillo ed il cardinale Giovanni Carlo de’ Medici, compagni di diletti e di scampagnate. Il Casino Pamphilj a Capo d’Anzio, realizzato su una antica torre romana e immerso nel verde della macchia mediterranea, presentava piccoli bastioni angolari in stile vignolesco, un bel porticato, una loggia e una doppia scalinata sul fronte mare che ne definivano il carattere di residenza estiva. I colori delle sale esaltavano la grande luminosità degli ambienti; mentre le stoffe pregiate alle pareti, le sovrapporte dipinte, gli arazzi e, soprattutto, la straordinaria col-lezione di oltre seicento opere d’arte ne confermavano l’impronta principesca. I dipinti aveva-no per soggetto prospettive e vedute di campagne e marine, nature morte con fiori, frutti e uccelli, scene di battaglia, carte geografiche, soggetti sacri. Su tutti, perfettamente inseriti nel clima d’evasione, prevalevano i ritratti, allora molto in voga, di belle dame.

Palazzo Pamphilj a Nettuno e il Casino di Allegrezze di Camillo Pamphilj a capo d’Anzio

Jan Theunisz Blanckerhoff (Alkmaar 1628 - Amsterdam 1669) Marina con la Lanterna di Genova

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Lussuosa dimora suburbana voluta da un grande mecenate del Settecento, il cardinale Bene-detto Pamphilj, il Palazzo di Albano fu costruito tra il 1708 ed il 1720 sulla sommità del cosid-detto “tridente barocco” della splendida cittadina laziale, che sul finire del XVII secolo venne scelta quale luogo di villeggiatura delle famiglie nobili di Roma e divenne meta obbligata del Grand Tour compiuto da poeti, letterati, storici e pittori. Le ventisette sale del principesco palazzo, utilizzato come luogo di feste e salotti culturali, pur in un contesto di semplicità, con-tavano molti raffinati pezzi d’arredamento e ben settecentotrentaquattro pitture di genere e “alla moda” di artisti di chiara fama ed appena emergenti, italiani e stranieri. Nature morte con pesci e uccelli e composizioni barocche di fiori e frutta, bambocciate e battaglie, soggetti sacri, scene di vita di santi e ritratti di papi, cardinali, nobili, re e impera-tori facevano bella mostra di sé. Numerosi, poi, i dipinti raffiguranti vedute e prospettive di paesi con rovine e figurine di uomini, donne e animali che rimandano a J. F. van Bloemen, uno dei maggiori paesaggisti romani.

Il Palazzo del Cardinale Benedetto Pamphilj ad Albano

Jan Frans van Bloemen, detto l’Orizzonte (Anversa 1662 - Roma 1749) Paesaggio con temporale

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Aurelio Lomi (Pisa 1556 - 1622)Ritratto del cane Roldano

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Fondata da Adam Centurione, ricchissimo banchiere di Carlo V, negli anni Quaranta del Cin-quecento, la villa (rimasta sino al 1908 di proprietà Doria Pamphilj) fu acquisita nel 1584 da Giovanni Andrea I Doria, nipote di Adam ed erede di Andrea Doria. L’articolata decorazione ad affresco degli ambienti interni fu eseguita in due fasi. La prima, alla metà del XVI secolo, è chiaramente ispirata agli affreschi della Villa del Principe ed è dovuta principalmente a Nicolosio Granello; la seconda, risalente all’ultimo decennio del secolo, vede come protago-nista Lazzaro Tavarone. Il giardino comprende un lago artificiale (ora interrato) con al centro un’isola ovale sormontata da un montagna-anfratto, celebre “delizia” manierista progettata dall’architetto Galeazzo Alessi alla metà del Cinquecento. La villa, molto amata dai Doria che vi trascorrevano lunghi periodi, ospitava una quadreria connotata dalla presenza di un forte nucleo di ritratti di famiglia.

Villa Centurione Doria a Pegli

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Lara Meredith Vula (Sarajevo 1966) Circle Stones

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“Egli (Il Signore) mi offre un luogo di rifugio nel giorno della sventura. Mi nasconde nel segreto della sua dimora, mi solleva sulla rupe”. A Campo Catino, in mezzo all’Appennino, la famiglia Floridi Doria Pamphilj ha acquistato un Rifugio a milleottocento metri sul mare, per avere un nuovo luogo di ritiro. Il rudere è stato scelto perché con la sua forma quadrata e gli angoli sporgenti ricorda il progetto di Borromini, mai eseguito, per il Casino del Bel Respiro a Villa Pamphilj. Il perimetro è stato completato con due nuove torri, triangolare e pentagonale, che assieme a quelle già esistenti, tonda e quadrangolare, simboleggiano i quattro elementi. Ogni angolo dell’edificio è stato dedicato nell’uso, nell’esposizione e nei materiali, agli elementi. Il giardino è costituito semplicemente dalla collina su cui si erge e ne segue volutamente il perimetro a mo’ di fortezza. Nel 2004, dopo averlo ristrutturato, la famiglia ha promosso, assieme al Comune di Guarcino, la realizzazione di quattro percorsi, dedicati agli elementi, ed ha ospitato l’artista Lala Meredith Vula per interpretarne il paesaggio. Sono nati alcuni stra-ordinari paesaggi in bianco e nero che ben rappresentano la meravigliosa natura dei luoghi, a tratti lunari e a tratti nordici. È la forte interiorizzazione dell’ essenza degli elementi che ha permesso all’artista di dominarne la forza selvaggia.

Il Rifugio Floridi di Guarcino

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Con il progetto di comunicazione studiato per la mostra “Caravaggio e la fuga” dall’agenzia Art Attack Adv, la famiglia Doria Pamphilj, da sempre protagonista del mondo dell’arte, entra a grandi passi in un nuova era della comunicazione museale. Per la creazione del titolo e dell’immagine della mostra, e di tutta la comunicazione offline e online, sono stati infatti utilizzati modalità e linguaggi inusitati in questo ambito, soprattutto in Italia (“Sei pronto alla fuga?”, recita la fase teaser della campagna).

Grazie al pionierismo della Società Arti Doria Pamphilj, che ha saputo da subito riconoscere le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e dai social network per la diffusione dell’arte,Art Attack Adv ha potuto sviluppare un piano di attività web fortemente innovativo che ha come suo focus principale Facebook, social network che conta oltre 400 milioni di utenti nel mondo e 14 milioni in Italia. La sfida era quella di raggiungere un pubblico dell’arte diverso, non specialistico, ma molto aperto ad essere coinvolto da un punto di vista emotivo. Pagina Facebook, applicazioni gioco, Facebook ads e altre attività sono quindi state studiate per annunciare la mostra facendo appello a concetti universali e facilmente condivisibili: la fuga, l’evasione dalla vita quotidiana e cittadina, la potenza evocativa dei paesaggi. Contenuti, questi, pronti a diventare materia di scambio tra utenti, generando meccanismi virali di pro-mozione spontanea della mostra e della grande arte in essa racchiusa.

Per la mostra è stata inoltre sviluppata un’applicazione scaricabile dall’Appstore di iTunes che rivoluziona il concetto di audioguida. Oltre ad accompagnare i visitatori durante il percorso espositivo, “Caravaggio e la fuga - La visita” è infatti una mini-guida con testi e immagini delle opere che i possessori di iPhone e iPod potranno portare via con sé come un souvenir virtuale di grande valore storico-artistico.

Doria Pamphilj, da 500 anni contemporanei all’arte.

2 6 M A R Z O - 2 6 S E T T E M B R E 2 010 , G E N OVA , V I L L A D E L P R I N C I P E

L A P I T T U R A D I PA E S AG G I O N E L L E V I L L E D O R I A PA M P H I L J

Caravaggioe la fuga

progetto di comunicazione

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Massimiliano Floridi, laureato in Lettere all’Università degli Studi di Roma La Sapienza e bac-calaureato summa cum laude presso l’Università Pontificia Gregoriana e l’Istituto Teologico pontificio di Anagni Leone XII, è stato per anni Amministratore delegato di Villa del Principe e Amministratore unico di Palazzo Doria Pamphilj. Esperto d’arte e teologia, dal 2006 è Presi-dente della Fondazione S. Francesca Romana e dal 2008 è l’incaricato per i beni culturali della Diocesi di Anagni - Alatri. Autore di alcuni saggi sulle dimore storiche della dinastia, è attual-mente all’opera come consulente della Società Arti Doria Pamphilj.

Massimiliano Floridi

comitato scientifico

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Andrea G. De Marchi, nato nel 1960 a Roma, dove si è laureato e specializzato, ottenendo poi un PhD in Svizzera. Ha collaborato per quasi un decennio con F. Zeri, venendo incaricato quale curatore scientifico di Palazzo Doria Pamphilj nel 1997. È direttore storico d’arte presso il Ministero dei Beni e Attività Culturali. Ha pubblicato volumi e articoli (apparsi sulle princi-pali riviste scientifiche), su vari argomenti di storia dell’arte fra i secoli XIV e XVIII, interessan-dosi anche a fenomeni di falsificazione.

Andrea G. De Marchi

comitato scientifico

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Ricercatore confermato presso l’Università degli Studi di Genova (settore Storia dell’Arte Moderna); curatore della Villa del Principe, Genova. Dottore di ricerca in “Storia e Critica dei Beni artistici e ambientali” presso l’Università Statale di Milano, stage di specializzazione presso il Centro Studi di Dumbarton Oaks, Washington DC - Trustees for Harvard University. Insegna presso l’ateneo genovese Storia dell’arte in Liguria in età moderna per il corso di laurea in Conservazione dei Beni Culturali e Iconografia e iconologia per il corso di laurea magistrale in Storia dell’arte e valorizzazione del patrimonio artistico. I suoi interessi scientifici - testimoniati da una trentina di pubblicazioni - vertono su temi di iconografia sacra e classica, con particolare riferimento all’ambito artistico ligure, e sulla committenza e il collezionismo delle grandi famiglie genovesi tra il XVI e il XVIII secolo, con speciale attenzione al ruolo dei principi Doria.

Laura Stagno

comitato scientifico

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Alessandra Mercantini, laureata nel 1991 in Filologia classica, è specializzata in Diplomatica, Paleografia latina, Conservazione di manoscritti, Biblioteconomia e Archivistica. Ha conse-guito diplomi post lauream nel settore della catalogazione e conservazione del patrimonio archivistico e librario antico. Ha partecipato alla realizzazione di ampi studi bibliografici, mostre, convegni e pubblicazioni di documenti anche a carattere internazionale, e ha pubbli-cato diversi saggi relativi a studi storici basati sulle fonti e di prosopografia. Come archivista della Regione Lazio ha inventariato fondi documentari comunali e per di-versi anni è stata docente a contratto presso la Facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università Maria SS. Assunta di Roma. Dal 10 giugno 2004 è Responsabile dell’Archivio Storico della Famiglia Doria Pamphilj in Roma.

Alessandra Mercantini

comitato scientifico