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1 NOVEMBRE 2010 PH: MICHEL PH: MICHEL

LA PIAZZETTA DI TRINITAPOLI

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MENSILE DI INFORMAZIONE DI TRINITAPOLI

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Page 1: LA PIAZZETTA DI TRINITAPOLI

1 NOVEMBRE 2010

PH: MICHELPH: MICHEL

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3 NOVEMBRE 2010

LA Piazzetta

Via Don Minzoni, 5 ( TrinitapoliEdito da Fimat Servizi srlIn attesa di distribuzione al TrbinualeTelefono e Fax 0883/634754E_MAIL: [email protected]: Michele Mininni - PinaCusmaidirettore responsabile: MicheleMininniHanno collaboratoGiulia Russo - Fabrizio Di Biase -Grazia Laporta - Matteo De Musso -Francesco Sarcina - Patrizia Longostampa - Nuova Poligrafica(Modugno)progetto grafico: Fimat servizi srlGrafica pubblicitaria: C. Moreseresponsabile marketing & pubbli-cità: Pina Cusmai tel.320.82.57.969

La collaborazione é aperta a tutti. La reda-zione si riserva la facoltà di condensare omodificare secondo le esigenze gli scrittisenza alterarne il pensiero. Gli articoli im-pegnano la responsabilità dei singoli autorie non vincolano in alcun modo la linea edi-toriale di questo periodico.

Finito di stampare il 13/11/2010

Prima si diceva che quel fatto «… l’hosentito in mezzo alla Piazza». Adesso ciauguriamo sentirlo dire che «…l’ho lettosu La Piazzetta di Trinitapoli». «Cuiprodest questo giornale, allora?». A tra-sformare la nostra Piazzetta non solomezzo informativo, ma luogo d’incontro,di dibattito, di confronto e di riflessione.Tra tanta carta patinata ci siamo anchenoi. Sul territorio esistono almeno 5 quo-tidiani nazionali con una finestra apertasulla nostra città. A ciò aggiungasi tivù,radio e canali internet. I piccoli giornalicome il nostro sono vasi di coccio co-stretti a farsi largo (col rischio di rom-persi) tra i vasi di ferro. In questi nostritempi pieni d’immagini che si succedo-no come in un film senza fine, in questitempi in cui s’intrecciano tante storie,cronache, raccontate su ogni schermo, sutanti quotidiani, c’è da chiedersi: qualespazio rimane al nostro mensile costret-to ad arrivare quando i quotidiani hannogià bruciato tutto, togliendo molto dellanaturale curiosità dell’opinione pubbli-ca. Molti risponderebbero che resta pocoo nulla, ragionando con l’ottica dell’in-formazione generalista. Nel fiume di pa-role bisbigliate, scandite, scagliate ad-dosso a chi ascolta, gridate alla ricercadi un’attenzione privilegiata, nel corosenza fine di quanti cercano di farsi sen-tire, ci sono molti giornali però che nonguardano alla casa accanto, neppurequando vi accadono cose che impongo-no una vicinanza umana, nella gioia e neldolore. Serve, allora e specialmente, ungiornale locale che, al profumo dell’in-chiostro, abbina quello della terra in cui

di Trinitapoli

nasce, perché ne respira i giorni attimoper attimo. Un mensile puntuale e fran-co, senza partigianeria, che accende un’in-finità di spie d’allarme. Un mensile checonduce tante battaglie cittadine soprat-tutto quando si vive con le bocche cuci-te. Un mensile locale con balconi sullacittà, con le porte aperte specialmente alluogo in cui si diffonde. Un mensile cheaiuti a discernere nel caos delle notiziequelle che davvero sono rilevanti e cheinduce su quelle a fermarsi almeno unattimo, per riflettere, per capire, per im-maginare dove si può andare a finire.Questa è La Piazzetta di Trinitapoli. Spe-riamo di farla diventare col tempo unagrande Piazza per fare ‘piazzate’. A voilettori, la facoltà di formular sentenza.

MICHELE MININNI

editoriale

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Sig. Sindaco, siamo quasi alla fine

del suo mandato. Il 2011 è alle

porte.E ‘ soddisfatto di quello che

lei e la sua maggioranza avete rea-

lizzato? Avete mantenuto gli impe-

gni come da programma presen-

tato agli elettori nel 2005?

Posso dire che quanto è stato fatto eancora si sta facendo è in linea con ilprogramma elettorale e posso ritener-mi abbastanza soddisfatto, anche nel-la consapevolezza che molto c’è an-cora da fare. In breve provo ad elen-care alcune azioni significative, anchese illustrare l’attività svolta in quasi 5anni, richiederebbe molte pagine digiornale. La città è stata arricchita connuovi interventi che migliorano la qua-lità della vita: la riqualificazione delViale Vittorio Veneto all’ingresso del-la città, un vero biglietto da visita perchiunque arrivi in città e un salotto pertutti i cittadini; la realizzazione di pi-ste ciclabili che hanno consentito amolti cittadini di rivoluzionare la loroidea di tempo libero e, nello stesso tem-po, di apprezzare l’unicità del nostroterritorio portandoci a prestigiosi rico-

noscimenti, quali il Premio di BuonePratiche di Valorizzazione del Paesag-gio dalla Regione Puglia e il PremioNazionale Città Amiche della Biciclet-ta. Ancora, gli interventi di migliora-mento del verde pubblico come leaiuole di ingresso alla città, lariqualificazione di villa Marconi e del-la sua fontana, gli oltre 1.200 nuovialberi messi a dimora nel territorio, gliinterventi di fruibilità del parco dellazona umida con nuove staccionate,nuovi percorsi, nuove torrette diavvistamento per birdwatching, chehanno consentito alla Città l’ambito ri-conoscimento di «Città per il verde2008». E potrei aggiungere la realiz-zazione dell’area di sosta camper, uni-ca in Puglia per le sue dotazioni e at-trezzature, il completamento del par-co archeologico degli ipogei, laristrutturazione del palazzo di cittàcon annessa pinacoteca, il museo diPadre Leone. L’avvio ed il continuoperfezionamento del sistema di raccol-ta differenziata dei rifiuti “porta a por-ta” ha consentito al nostro Comune diessere nel 2009 al primo posto nella

provincia Bat come percentuale di rac-colta differenziata con circa il 25%.Ed ancora, per quanto riguarda i ser-vizi sociali: l’avvio del servizio 118,l’assistenza scolastica edextrascolastica ai disabili, l’istituzio-ne del contributo economico per spe-se mediche sostenute fuori sede, l’av-vio dei lavori per la realizzazione delprimo asilo nido comunale, la realiz-zazione del nuovo poliambulatorio.Nell’ambito dello sviluppo economi-co è stato finalmente completato edavviato l’impianto di utilizzazione del-le acque reflue per gli usi irrigui in agri-coltura che consente l’irrigazione dicirca 1000 ettari di terreni, sono staticompletati i lavori di urbanizzazionedella zona PIP e già alcune aziendehanno insediato la loro attività, sonopartiti i lavori di urbanizzazione dellazona industriale, sono stati fatti corsidi formazione per gli agricoltori e, perla promozione dell’agricoltura, abbia-

palazzo di citta’

COSA SUCCEDE AL PALAZZO DI CITTÀ. IL PUNTO SULLA

SITUAZIONE POLITICO-AMMINISTRATIVA A POCHI MESI

DALLA CONCLUSIONE DEL MANDATO. LA PAROLA AL PRIMO

CITTADINO DI GENNARO

«Credo di aver operato nel

bene della collettività»

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5 NOVEMBRE 2010

mo rilanciato la sagra del carciofo e ab-biamo chiesto ed ottenuto il marchio di“Città dell’olio” accompagnando i no-stri oleifici nella più importante fiera del-l’olio italiana. Potrei ancora continuarecon l’istituzione del Premio Città dei Ca-valieri di Malta, la realizzazione dellanuova biblioteca, la realizzazione dinuove aule per la scuola media, la ras-segna del cinema archeologico o, anco-ra, il X Convegno Nazionale diArcheoastronomia, ecc. ecc., ma prefe-risco rimandare ad altre occasioni il ren-diconto completo della nostra attivitàamministrativa.

Si parla molto del patrimonio

naturalistico della nostra città, del va-

lore storico ed ambientale. Ma

Trinitapoli può avere le credenziali

per diventare una città turistica?

Certamente. Basta vedere l’incrementocrescente negli ultimi anni di presenzesul territorio. Si tratta di un turismo so-stenibile, un turismo di “pochi per vol-

ta”. Chi viene a Trinitapoli rimane sod-disfatto per l’accoglienza e piacevol-mente sorpreso per la bellezza e l’im-portanza delle nostre risorse.

La sua amministrazione è stata at-

tenta al rapporto con i cittadini, nel

coinvolgimento e nella partecipazio-

ne sociale?

Siamo sempre attenti a intercettare ibisogni dei cittadini, ma anche i loroconsigli o suggerimenti. Sono stati messiin campo strumenti partecipativi comeforum sul “Bilancio Partecipato”, in-contri con i cittadini, i forum di parte-cipazione per la progettazione del PIRPe incontri-dibattiti sui vari argomenti diinteresse pubblico.

Da amministratore prima e da poli-

tico poi, ritiene di meritare un Di

Gennaro bis alle prossime ammini-

strative?

Credo di aver operato nel bene dellacollettività e di aver svolto il ruolo di

Primo Cittadino con impegno e re-sponsabilità. Per ora voglio portare atermine questo mandato nel miglioredei modi.

C’è qualche provvedimento che

rimpiange perché non è stato og-

getto di discussione in questi cin-

que anni?

Sì, molti. Ad esempio, uno è quello dimettere in piedi un’organizzazione diproduttori e per questo già alcuni ten-tativi sono stati fatti, ma devo consta-tare che non c’è ancora la giusta sen-sibilità tra gli operatori agricoli per co-stituirla. Però credo che bisogna insi-stere.

Come vede la nascita di un nuovo

giornale a Trinitapoli?

Molto positivamente. Credo moltonell’informazione e nella correttezzaintellettuale di chi la fa. Auguro buonlavoro a tutta la Redazione.

MICHELE MININNI

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A breve si concluderà il mandatodel Sindaco Di Gennaro. Il suo giu-dizio di questi cinque anni di legi-slatura?(Tarantino): In molti si aspettavanograndi cose da una coalizione cosìsuffragata, ora tutti aspettano solo lafine di questa amministrazione: benpochi risultati e molta litigiosità inter-na. E’ mancato del tutto un progettocomplessivo per lo sviluppo della no-stra comunità.

(Minervino): Io credo che il risultatodi questi anni di amministrazione siasotto gli occhi di tutti. Le pongo ioalcuni quesiti: dove sono finite tuttele promesse fatte nel 2006? Dellibricino presentato come programmacosa è stato realmente realizzato?Quanto tempo ha retto realmente lamaggioranza votata dagli elettori, sen-za gli squallidi giochi di palazzo pernon cadere? Il paese vi sembra dav-vero l’oasi felice che il sindaco e i suoi

assessori descrivono? I cittadini primadi votare dovrebbero porsi queste do-mande e rispondere. Io credo sia arriva-to il tempo di dare una sterzata, occorreun reale ricambio generazionale, cheporti idee nuove e dia una scossa forte aquesto paese. Tra l’altro la cosa che vasottolineata è che queste osservazioninon sono solo fatte da me e dal mio par-tito, ma vengono anche condivise damolti elettori e politici di centrosinistra.

Secondo lei, Trinitapoli avrà un’am-ministrazione di centrodestra nelleamministrative del 2011?(Tarantino): Considerati i frutti, nonsono affatto convinta che ci sarà unaidentica riproposizione della attuale co-alizione Di Gennaro. E comunque saràopportuno riflettere su un progetto dipolitica diverso, sopratutto rinnovatonelle persone e nel modo di amministra-re. Dare vita ad un impasto mal amalga-mato dei soliti personaggi della politicalocale per vincere le elezioni è la cosapiù semplice e banale. Le tensioni, però,che si sono create all’interno della mag-gioranza, dettate da esasperatiegocentrismi e dalla mancanza di unavisione collettiva delle problematichedel paese, non hanno consentito di go-vernare: scontri, dimissioni di assessori,“ingaggi” dalle opposizioni sono statisotto gli occhi di tutti. Per portare avantiun buon governo occorre innanzituttoche vi siano progetti condivisi. Questaè stata una delle difficoltà più grandi cheha incontrato Ruggero Di Gennaro.Per questo credo che, con un po’ di buonsenso, molti possono fare un passo in-dietro per consentire al paese di fare unpasso in avanti.(Minervino): Bisogna evitare gli erroridel passato. Sicuramente non saranno ri-petute la deludenti esperienze del 1997

DI MICHELE MININNI

l’intervista doppia

PAR CONDICIOPER L’INIZIO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE C’È ANCORATEMPO, MA NOI DE LA PIAZZETTA SIAMO STANCHI DI ASPET-TARE. PERCIÒ IN ATTESA DELLA GRANDE SFIDA PER LA POL-TRONA DI SINDACO, ABBIAMO CONVOCATO ANDREA

MINERVINO, ESPONENTE DI PRIMO PIANO DEL PDLTRINITAPOLESE, GIÀ CANDIDATO ALLE ULTIME ELEZIONI PRO-VINCIALI NELLA BT, E LA CONSIGLIERA ANNA MARIA TA-RANTINO DI ALTERNATIVA, GRUPPO DI OPPOSIZIONE. DE-STRA E SINISTRA A CONFRONTO SOTTO LA LENTE. PASSATO,PRESENTE E FUTURO DELLA NOSTRA CITTÀ. ASCOLTIAMOLI!

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e del 2006, quando il centrodestranonostante il proliferare di liste disinistra riuscì nell’incredibile impre-sa di piazzarsi ultimo. L’esperienzadel 2001 con il dott. Alberto DelCorral come candidato sindaco die-de un’identità diversa, piùautorevole, al centrodestra, allora fusfiorata la vittoria. Vogliamo ispirar-ci a quel progetto, magari miglioran-dolo, cercando di correggere qual-che errore commesso, che alla finecostò la vittoria. Siamo disposti adialogare con tutti, cercando anchedi condividere assieme un program-ma innovativo e di rilancio perTrinitapoli. Il punto di partenza èsempre lo stesso: bisogna discono-scere l’ultima deludente esperienzaamministrativa del centrosinistra.

In questi anni dell’AmministrazioneDi Gennaro, ritiene che la sinistraabbia fatto una buona opposizioneo poteva fare di meglio?(Tarantino): Immagino che per ‘sinistra’si vuol indicare il mio gruppo consiliarede L’Alternativa. Non mi piace giudi-carmi da sola, posso solo dire che ab-biamo ricoperto l’incarico di consiglie-re comunale con impegno. Abbiamo‘studiato’ ogni singola delibera che ve-niva sottoposta al vaglio sia nelle com-missioni che in consiglio comunale.Spesso ci siamo opposti con fermezza,sempre motivando il dissenso, non sop-portando l’idea di dare un voto “pococonsapevole”. Abbiamo anche pubbli-camente affrontato vere e proprie bat-taglie su temi di interesse comune (adesempio l’acquisto della piazza dellaposta, il rigassificatore ecc.), proponen-do regolamenti (sponsorizzazioni, strut-ture mobili, commercio), contestandola convenzione ACI, battendoci perl’apertura di biblioteca e museo, chie-dendo a gran voce la chiusura dei con-

tratti swap, protestando contro la ven-dita (scongiurata!) delle proprietà delcomune, interessandoci di persone(trasparenza nelle selezioni di vigili ur-bani provvisori e giovani del serviziocivile) e di animali (il rifugio per cani,la moria di gabbiani e piccioni), orga-nizzando incontri sulla raccolta dif-ferenziata che avrebbero dovuto es-sere promossi dall’amministrazione. Epoi tanto altro ancora che può essereriletto nei comunicati stampa, nellecentinaia di lettere e interrogazioni ri-volte all’A.C. e nelle cronache comu-nali pubblicate sul Peperoncino Ros-so. Si poteva far meglio? Certo, comein tutte le cose, si può sempre miglio-rare. Bisogna ricordare poi che sareb-be toccato far opposizione pure algruppo di destra, che anche quandonon è scappato in maggioranza è ri-masto del tutto evanescente o addi-rittura connivente come nell’Unionedei Comuni.(Minervino): Nella vita si può sem-pre migliorare, abbiamo lavorato mol-

to al di fuori del consiglio comunale e irisultati raggiunti durante le ultime con-sultazioni elettorali ne sono la pienadimostrazione. Quando ho iniziato conun gruppo di amici è stato molto diffi-cile avviarci, siamo stati costretti a ri-partire da zero. Le elezioni del 2006avevano distrutto i partiti delcentrodestra, abbiamo ricostruito dallemacerie Alleanza Nazionale. Devo sot-tolineare con l’aiuto e l’entusiasmo deigiovani che sono al centro del nostroprogetto. Certo qualcuno ha credutoche perdessimo tempo a giocare a cartee a discutere di aria fritta, almeno finoalle elezioni provinciali quando poi èvenuto fuori il frutto del nostro lavo-ro... Abbiamo anche commesso deglierrori, però, sempre col fine primario didare forza al centrodestra e di costruireun’alternativa importante a questa am-ministrazione litigiosa e poco conclu-dente.

A cuore aperto, cosa si aspettano itrinitapolesi per il futuro dal Palaz-

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zo di Città?(Tarantino): È indispensabile tenerconto che chiunque andrà ad ammini-strare la nostra città dal 2011 si trove-rà davanti una situazione con pochis-sime risorse economiche ed un conte-sto sociale molto deluso dalla politica.Non c’è più spazio per le promesse elet-torali di favori, impegni di contributi apioggia e per garanzie di inesistentiposti di lavoro. Vogliamo ricostruireuna sinistra di governo non fondatasolo sui nomi ma sui fatti: trasparenzadegli atti comunali, raggiungimentodell’80% della raccolta differenziata,istituzione di un bilancio partecipativovero con un monitoraggio serio dellostesso bilancio, l’eliminazione di speseassurde, l’abolizione di convenzioni“interessate” e di ogni tipo di clienteli-smo, la creazione di infrastrutture mi-gliori per favorire l’occupazione. Nonsi può continuare a lasciar spazio agliemulatori della sinistra solo nelle chiac-chiere. In uno spazio originariamenteben definito si possono poi verificare itermini per una alleanza che costrui-sca un’ampia coalizione, possibilmen-te ricca di giovani seri e capaci. Chiun-que condivida il progetto ed è lontano

dalle meschine logiche del potere è ilbenvenuto.(Minervino): Non lo so... Onestamen-te credo che l’esperienza fatta a Mar-gherita dall’onorevole Gabriella Carluccisia irripetibile, perché lì si sono createle condizioni giuste per dare slancioad un progetto innovativo. Di perso-ne intraprendenti, che, soprattutto,hanno voglia di rischiare come hafatto Gabriella Carlucci, ce ne sonodavvero poche in politica. FortunataMargherita di Savoia ad averla, credoche i risultati durante la sua prima esta-te siano sotto gli occhi di tutti. MagariTrinitapoli avesse avuto un briciolodell’estate margheritana! Purtropposiamo stati costretti a spostarci di qual-che chilometro per trascorrere qualcheserata diversa. Comunque posso ga-rantirvi che i nostri vertici di partitotengono molto a Trinitapoli: il presi-dente della Provincia, Francesco Ventolae l’europarlamentare Sergio Silvestrische sono i nostri coordinatori provin-ciali, hanno dato la massima libertànello scegliere la soluzione migliore perla prossima primavera, l’importante èche porti il centrodestra alla vittoria.A livello affettivo lasciatemi dire che

il consigliere regionale Nino Marmotiene a cuore le sorti politiche diTrinitapoli ed ha garantito il propriosostegno alle prossime amministrative.

Come vede la nascita di un nuovogiornale a Trinitapoli?(Tarantino): Molto favorevolmente. Èun’ottima iniziativa, i miei migliori au-guri.Spero possa essere – come ilPeperoncino Rosso - un’altra voce fuoridal coro e contribuire ad una informa-zione più puntuale e costante sulla vitadella nostra città. Un cittadino infor-mato è un cittadino più partecipe e re-sponsabile, non un vassallo.(Minervino): Sono davvero felice.Quando nasce qualcosa di nuovo nelmio paese è sempre un segnale positi-vo. A livello di informazione sono anniche il mio partito sostiene che non cor-risponde sempre alla realtà quelloche viene scritto sui quotidiani. È im-portante che ci siano voci diverse. Col-go l’occasione per farvi gli auguri e icomplimenti per il progetto.

Michele Mininni

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9 NOVEMBRE 2010

GABRIELLA MARCANDREA

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«Benvenuti a Trinitapoli, città del-l’olio», si legge sui cartelli stradali aivari ingressi del paese. Nulla di piùveritiero, alla luce della tipica eco-nomia nostrana. Nulla di più rispon-dente ad una tradizione cittadina chevede frantoi di vecchia data traman-dare di generazione in generazionela passione per «l’oro verde». Nulladi diverso dal contesto regionale incui viviamo. A proposito: secondole stime riportate dall’Unaprol (Unio-ne nazionale delle associazioni deiproduttori d’olive), nell’annataolivicola-olearia 2010-2011 laPuglia si confermerà regina dell’olioin Italia. E’ l’olio, l’oro della Puglia,alimento antico e prezioso come laterra dalla quale è generato. L’olio,il frutto di un clima generoso, maanche il risultato di grande lavoro ededizione da parte di chi, con amo-re e rispetto, coltiva e cura questi au-tentici monumenti della natura. Dal-la potatura alla raccolta, dallamacinatura al consumo, la coltiva-zione dell’ulivo a Trinitapoli è dasempre circondata da un atavico ri-spetto e dedizione. Ogni gocciad’olio per noi trinitapolesi è prezio-sa e racchiude in sé tutto un mondodi saperi e sapori unico e inimitabi-

le. Provate a far cadere una goccia diolio su una fetta di pane casareccio ap-pena sfornato! E poi le tantissime ricet-te che si possono preparare con la basedi olio di oliva, anche e soprattutto cru-do.

IERI ED OGGI. Rispetto al passato,novità rilevanti hanno interessato la la-vorazione dell’olio di oliva: grazie all’in-troduzione dei nuovi macchinari si è re-gistrato il passaggio da un lavoro inizial-mente più manuale ad un altro maggior-mente tecnico ed automatizzato. Con iconseguenti ed ovvi risparmi in terminidi manodopera. Ma i cambiamenti lega-ti all’olio d’oliva non finiscono purtrop-po qui. Il mercato comune europeo, in-fatti, non poteva non penetrare pure intale settore economico. Ed ecco alloranascere i problemi per gli olivicoltori dicasa nostra. Che si traducono nella pre-senza di prodotti concorrenti venduti aprezzi decisamente bassi ed allo stessotempo di dubbia qualità (grazie all’ope-rato di talune raffinerie). I consumatori,facili prede di abbordabili prezzi non-ché di fuorvianti etichette ai supermer-cati, non forniscono a loro volta un gran-de appoggio alla causa olearia locale Ese a tutto questo aggiungiamo pure unanuova minaccia, rappresentata dall’ac-

DI PINA CUSMAI

l’inchiesta

quisto di alcuni marchi made in Italyda parte spagnola, c’è poco da stare al-legri…

CROLLO DEI PREZZI. Il prezzo alquintale dell’olio è cosi basso che nonè conveniente effettuare la raccolta, diconseguenza il prezzo delle olive, que-st’anno stimato intorno alle 33-34 euroal quintale non copre nemmeno le spe-se che sono state affrontate dagliolivicoltori, potatura, concimazione eraccolta. A fronte dei 45 euro giorna-lieri corrisposti ad un operaio della ter-ra, perché la raccolta sia conveniente,occorre vendere le olive almeno a 70euro al quintale.«Da anni - afferma Pietro Salcuni, pre-sidente della Coldiretti Puglia - denun-ciamo l’esistenza di un vero e proprioracket con centinaia di migliaia di litridi olio di oliva che viene rubato in Spa-gna per essere importato clandestina-mente in Italia da parte di bande orga-nizzate». Mentre in Italia si cerca dicombattere con prezzi bassi,sofisticazioni dell’olio ecc, e tenutoconto che i consumi mondiali cresco-no e si spostano sempre più sulla cate-goria del prestigioso olio extravergine,non ci rimane altro che osservare l’avan-zamento della Spagna che sta facendopassi doppi rispetto alla nostra peniso-la. Gli spagnoli da molti anni ormai, sisono ben organizzati su scelte precise:ammodernamento degli impianti pro-duttivi con lo scopo di abbassare i co-sti, riduzione delle varietà coltivate (conl’obiettivo di standardizzare il prodot-to, costi di trasformazione ridotti conla concentrazione di grossi frantoioleari (circa 1500), in Italia c’è ne sonocirca 6000, commercializzazione delprodotto in mano a 4-5 gruppi i qualicontrollano indisturbati non solo delmercato spagnolo ma anche parte diquello italiano e portoghese. Da sotto-lineare anche i paesi emergenti (Tuni-sia, Marocco, Siria, Libano, Cile, Argen-tina, Australia, nord Africa ecc.) chestanno investendo nel settore oleariocon gli stessi metodi strategici adottati

Poche olive ma diottima qualità

E’ L’ANNO DI SCARICA, LE OLIVE HANNO POCA

RESA, MA IN COMPENSO QUALITÀ D’ECCELLENZA

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11 NOVEMBRE 2010

dalla Spagna e dove i costi di produ-zione sono sicuramente più bassi ri-spetto all’Europa, insomma, ben pre-sto gli impianti messi a dimora in que-sti paesi saranno produttivi e con costimolto competitivi.In Italia è difficile immaginare unammodernamento degli impianti pro-duttivi cosi come sono stati adottati inSpagna per una serie di motivi che prin-cipalmente si concentrano sulla confor-mità del nostro territorio (terreni sco-scesi, piantagioni irregolari epromiscue) che ci limita in modo signi-ficativo nel intraprendere la stessa stra-tegia. La struttura produttiva olivicolaitaliana, formata da piccole e medieaziende agricole, difficilmente potràsubire modifiche. L’Italia, forse, nonpotrà mai competere sui mercati inter-nazionali in termini di prezzo ma inattesa di modelli di rinnovamento eammodernamento delle piantagioni sipuò insistere e puntare alla qualità edalla tipicità di un prodotto unico al mon-do. Oggi il nostro paese, produce circa

il 20% dell’olio nel mondo, di cui qua-si la metà purtroppo è ancora lampan-te che di certo non ci aiuta a contrasta-re questo andamento del mercato. Unpiccolo aiuto è arrivato dalla recentenormativa sul made in Italy che ha spo-stato i consumi verso l’extravergine diproduzione nostrana anche presso lagrande distribuzione. Per potenziareancora di più questo fenomeno biso-gna aumentare la visibilità dei produt-tori italiani con un massiccio interven-to a favore della corretta e pulita infor-mazione verso i consumatori che an-cora oggi risultano impreparati sulmondo oleario (ci sono ancora troppepersone che non conoscono la differen-za tra olio extravergine di oliva e oliodi oliva).

LA PRODUZIONE A

TRINITAPOLI. Quest’anno si pro-durrà meno olio extra vergine di oliva.La campagna olearia si presenta conpoche olive, essendo questo l’anno discarica, in cui le olive hanno poca resa,

ma in compenso hanno una ottimaqualità. Fortuna quindi che ai minorivolumi farà da contraltare la qualitàche si annuncia buona se non otti-ma, con punte di eccellenza. Il climacaldo alternato a piogge che hannoconsentito alle piante di accumulareuna buona riserva idrica completanoil profilo di una campagna olearia chesi confronterà per la seconda voltacon l’obbligo di indicare in etichettal’origine dell’olio extra vergine di oli-va. Un test importante per il merca-to e per i consumatori. Ci siamo allo-ra recati in un frantoio cittadino perchiedere come la pensa in merito allericadute che la temibile concorrenzamediterranea sta avendo sull’econo-mia trinitapolese legata all’oro ver-de. L’occasione è stata propizia an-che per indagare sui metodi di lavo-razione all’interno degli oleificinonchè sulle differenze intervenutein proposito negli ultimi anni. E poiper fare un po’ di storia…

PINA CUSMAI

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13 NOVEMBRE 2010

Vi chiederete: come mai il frantoio Labianca

Domenico da ben quattro generazioni rie-sce ad assicurare un olio sempre più buonoe genuino nel tempo? Come mai, pur ade-guandosi alle moderne tecnologie, il suo olioextravergine di oliva riesce a mantenere ungusto tradizionale? Ci sarà pure un segreto?Bastano pochi minuti trascorsi nel loro nelfrantoio per fugare ogni dubbio. E allora,gli ingredienti. L’amore con il qualeDomenico e la sua bella famiglia si dedica-no al lavoro. L’esperienza da quattro gene-razioni. La qualità per fronteggiare i bassiprezzi e le sofisticazioni dell’olio. Ecco ilmiracolo dell’Olio Labianca, frantoiani aTrinitapoli da quattro generazioni.

CARATTERISTICHE DELL’OLIO

LABIANCA. L’olio extravergine di olivada loro prodotto è un olio alimentare alta-mente genuino. Viene prodotto soltanto daolive accuratamente selezionate e col meto-do tradizionale della spremitura a freddo,cioè mediante processi meccanici, in condi-zioni che non influiscono sulla composizio-ne chimica e gustativa del prodotto. «Il pun-teggio organolettico del mio olio – spiegaDomenico - è superiore a 6,5 ideale per unacorretta alimentazione e la sua acidità libera,espressa in acido oleico, è meno dello 0,6%».Per chi non è del settore, in altri termini l’olioextravergine di oliva Labianca non serve soload insaporire i cibi, ma soprattutto per in-trodurre nell’organismo sostanze (acidooleico, caroteni, tocoferolo, vitamina E edaltri composti fenolici) che contribuisconoal suo sviluppo equilibrato, alla protezionecontro le malattie degenerative ed al rallen-tamento dei processi di invecchiamento. Inol-tre, è l’ideale per le fritture poiché non mo-difica la sua struttura chimica - fisica a tem-perature alte, quindi non è dannoso per lasalute.

DALLE OLIVE ALL’OLIO EXTRA

VERGINE. Visitiamo il frantoio diDomenico per descrivere le varie fasi dellalavorazione e produzione. Si comincia conla raccolta delle olive mature dalle campa-gne di Trinitapoli che avviene con metoditradizionali. Dopo la raccolta, il lavaggio ela defogliazione, grazie i quali si tende ad eli-minare tutti i corpi estranei e le eventuali fo-glie e/o rametti presenti assieme alle olivedopo la raccolta sono la prima fase dellalavorazione. Poi si passa alla frangitura (omolitura) con il metodo tradizionale amolazze in pietra (consente una maggiore

resa in olio e produzioni pregiate di gustointenso armonico e fruttato). In questa ope-razione le olive vengono frantumate otte-nendo così una pasta formata dalla polpa edal nocciolo. E’ la volta della gramolatura,un passaggio delicato in quanto la pasta vie-ne nuovamente lavorata, rimescolandola atemperatura controllata per rompere leemulsioni di acqua e olio formatesi durantela frangitura e favorire la successiva fase dellapremitura (o estrazione) che è l’operazionepiù importante. Seguendo il metodo tradi-zionale, la pasta gramolata viene spalmatasu appositi fiscoli forati al centro in mododa poter essere sovrapposti e impilati inun’apposita colonna di acciaio adagiata suun carrello. Quando si forma la torre, vieneeffettuata la prima premitura intorno alle400 atmosfere da cui si ricava il 60/70%dell’olio totale misto ad acque di vegetazio-ne (mosto di prima premitura). Successiva-mente il mosto oleoso viene sottoposto acentrifugazione mediante il separatore (ocentrifuga), dal quale si ottiene l’olio

extravergine di oliva 100% italiano omeglio Trinitapolese.

IMBOTTIGLIAMENTO. Dal 2000 ilfrantoio si occupa anche dell’imbottigliamento. Il frantoio Labianca Domenico ha ot-tenuto un marchio proprio registrato, at-tuando così la filiera corta, cioè produzione– trasformazione – confezionamento ecommercializzazione del proprio olio. «Tut-to questo – chiarisce il titolare Domenico -consente di vendere un ottimo prodotto adun prezzo contenuto per il cliente, senzadover sacrificare la qualità, il gusto e le pro-prietà essenziali di un buon olio extraverginedi oliva». In effetti l’attuale legislazione ita-liana e le normative CEE hanno stabilitouna classificazione e varie denominazioni perquanto riguarda i tipi di oli. L’olio

extravergine di oliva ottenuto con metoditradizionali e premitura a freddo è il mi-gliore che si possa avere. «Quindi bisognafare attenzione – punta forte il ditoDomenico - quando si leggono le varieetichette: non tutti gli oli sono uguali! Peressere sicuri della massima qualità del pro-dotto che acquistiamo, dobbiamo accer-tarci che sia di colore verde brillante conriflessi giallo oro, che odori di carciofo eabbia un ricco aroma fruttato, gusto inten-so e leggermente piccante». Insomma, ca-ratteristiche tipiche dell’olio extravergine dioliva di casa Labianca. Bene noi tutte que-ste fasi le abbiamo viste e possiamo direche vale la pena fare un tuffo nelle vaschedell’oleificio Labianca per leggere i segretidel loro successo. Per capire come a voltebasta armonia e affiatamento di famigliaper fare una squadra vincente. Ecco la for-mazione: nonno Davide che lavora accan-to al figlio Domenico ed al nipote Da-

vide, il piccolo Francesco che conosce giàil lavoro che farà da grande. E poi ilmetronomo, la moglie di Domenico,Tonia: detta i tempi passando con estre-ma disinvoltura dal separatore alla pesa, dairegistri alle fatture per fissare le consegne.Completa la formazione la figlia Lorella

(studia fuori Trinitapoli, ma non perde oc-casione per seguire l’attività familiare neglistand e nelle fiere di tutta Italia).L’olio Labianca è presente in tutte le tavoled’Italia, è una vetrina di sapori anche perchi non conosce geograficamente ancoraTrinitapoliIl frantoio è ubicato in Viale I Maggio

n. 91, sulla estramurale che ospita il merca-to cittadino il lunedì mattina. Ora diteci sesi può terminare il nostro viaggio, tornarea casa senza nemmeno una bottiglia di olioextravergine di oliva novello per condireuna bruschetta!

bighellonando trai frantoi

Labianca Domenico: la tradizione!DI PINA CUSMAI

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15 NOVEMBRE 2010

riceviamo e pubblichiamo

“La carità è la virtù teologale per la quale amiamo Dio al di sopra di tutto

e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio.

Gesù fa di essa il comandamento nuovo, la pienezza della Legge.

Essa è «il vincolo della perfezione» (Col 3,14)

e il fondamento delle altre virtù, che anima, ispira e ordina:

senza di essa «io non sono nulla» e «niente mi giova» (1 Cor 13,1-3).

(comp. 388)

La Caritas è l’organismo pastorale che rappresenta l’azione della Chiesa

nella promozione della vita cristiana e contribuisce a rendere vivo l’inse-

gnamento di Cristo all’interno di una comunità parrocchiale, così come

recita l’art. 1 dello statuto della Caritas Italiana dalla quale prendono

corpo tutte le Caritas Parrocchiali.

“La Caritas Italiana è l’organismo pastorale costituitodalla Conferenza Episcopale

Italiana al fine di promuovere,anche in collaborazione con altri organismi, la

testimonianza della carità della comunità ecclesiale italiana,in forme consone ai

tempi e ai bisogni,in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale

e della pace,con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione peda-

gogica.

(art. 1 Statuto Caritas Italiana)

La Caritas di Trinitapoli, fondata sul lavoro di volontari provenienti da

tutte le parrocchie, ha una sede presso i locali della Fondazione Villaggio

del Fanciullo “Cristo Lavoratore” nella quale, in linea con Caritas Italia-

na e Caritas Diocesana, ha realizzato il Centro di Ascolto Caritas

interparrocchiale.

Dovendo accogliere, conoscere e stabilire relazioni con le persone che ad

essa si rivolgono, svolge il suo lavoro articolandolo in due momenti

diversi: il primo consiste nell’ascolto e nel soddisfacimento di bisogni

urgenti, il secondo stabilisce un rapporto continuato nel tempo che

viene curato nelle sedi parrocchiali della Caritas.

Il Centro di Ascolto interparrocchiale è uno strumento pastorale delle

Parrocchie di Trinitapoli mediante il quale tutta la Comunità Cristiana

locale esprime e vive la dimensione dell’ascolto e della testimonianza

della carità promuovendo, con la sua azione, la cultura cristiana tramite

atteggiamenti evangelici di condivisione, di corresponsabilità e di soli-

darietà. Attraverso l’ascolto, la comunità cristiana conosce le povertà e i

bisogni emergenti del territorio.

L’occasione offerta dal “progetto rete” di Caritas Italiana, finalizzato a

costituire una rete nazionale dei centri di ascolto e degli osservatori delle

povertà e delle risorse, ha rappresentato per la Caritas diocesana di Trani

Barletta Bisceglie, ed in particolare per la Caritas di Trinitapoli, uno sti-

molo decisivo a lavorare insieme e a costituire un osservatorio cittadino

delle povertà, con lo scopo di raccogliere i dati, utilizzando una scheda

comune per la rilevazione delle caratteristiche anagrafiche e dei bisogni

espressi dagli utenti.

I dati raccolti vengono registrati con

l’ausilio di un programma informatico,

distribuito a tutti da Caritas Italiana, e

messi in rete.

Il CdA, quindi, raccoglie i dati sulle po-

vertà anche per favorire una loro analisi

dettagliata, necessaria per prendere con-

sapevolezza delle difficoltà presenti e dif-

fuse, così da permettere una conoscenza

dei disagi che oggi, nel nostro tempo e

nel nostro territorio, vivono le famiglie povere e contribuire a stimolare

l’attenzione della comunità cristiana e civile nei loro confronti.

Conoscere le persone che vivono in situazione di povertà e approfondi-

re le cause, passate e presenti, di tale condizione rappresenta una fase

necessaria per passare da un approccio emotivo al tema della povertà a

una modalità più analitica: conoscere le persone disagiate, ascoltare le

loro difficoltà, approfondire la loro condizione è fondamentale per en-

trare in relazione diretta con loro e con i loro problemi.

Il lavoro del cda, inoltre, mette in evidenza che non è sufficiente il solo

punto di osservazione costituito dai servizi del sistema pubblico, per-

ché c’è un disagio sommerso che sfugge alla capacità che i servizi hanno

di intercettarlo. E, spesso, sono le povertà più radicali e più strutturali.

Le persone che si rivolgono al centro di ascolto sono uomini e donne,

con prevalenza della componente straniera proveniente dall’Europa

orientale. La mancanza di lavoro è il bisogno più dichiarato ed è la causa

della povertà e della migrazione. Sono numerose e crescenti anche le

giovani famiglie di Trinitapoli che hanno figli minori di cui non riesco-

no a soddisfare i bisogni primari. La Caritas cittadina, dopo aver accolto

le persone e aver individuato i bisogni, che sono diversi e numerosi,

interviene e cerca in qualche modo di soddisfarli.

Il cda è aperto il lunedì e il mercoledì dalle ore 17.00 alle ore 19.00.

Un lavoro encomiabile viene svolto dai volontari delle Caritas parroc-

chiali che sono aperte almeno una volta alla settimana. Essi, sempre in

comunione con il CdA, provvedono alla distribuzione di alimenti e

vestiario, a tenere sempre in ordine il magazzino, a registrare il lavoro

svolto su un registro di carico e scarico e a sensibilizzare la propria

comunità al servizio della Carità.

Tutto il lavoro svolto dalla Caritas cittadina, i dati di ascolto e gli inter-

venti effettuati sono successivamente registrati e messi in rete. Prossi-

mamente sarà pubblicato il secondo dossier sulle povertà.

La Caritas di Trinitapoli* di Ruggero Serafini

RESPONSABILE CARITASTRINITAPOLI

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17 NOVEMBRE 2010

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21 NOVEMBRE 2010

Ne è passato di tempo. Adesso quelsimpaticone di Aldo Nicolini imita il magoPotter. E’ capace di produrre colombi da unfoulard di seta. Oggi Aldo Nicolini è presti-giatore che sa esprimere l’arte della magia nel-la sua forma più poetica. Noi l’abbiamo av-vicinato e ci ha svelato alcuni trucchi.

Aldo, un grande successo con Italian’s

Got Talent. Perchè ti sei ispirato al mago

Potter? Qualè il trucco della testa che

cade?

Io sono convinto che sia stato Harry Potter

ad ispirarsi a me visto che ho qualche anno

in più del maghetto più famoso del mondo.

Magari la JK Rowling ha voluto copiarmi

vedendomi in qualche spettacolo, chi lo sa.!

Sarebbe un altro grande scoop.. Certo la so-

miglianza, anche se con qualche anno di dif-

ferenza, non manca. Comunque grazie per

avermi chiesto il trucco, è una domanda che

non mi ha mai fatto ancora nessuno e

sopratutto non vedevo l’ora di rivelarlo a

qualcuno. Ma purtroppo sono un vero

mago e i veri maghi fanno magie e non

hanno trucchi.

Pochi sanno che tua madre è

trinitapolese. E’da tanto che manchi

a Trinitapoli?

Ma no dai! Trinitapoli la conosco bene,

forse sono i trinitapolesi che non mi co-

noscevano. La prossima volta che verrò,

voglio proprio vedere se qualcuno mi ri-

conosce per la strada, anche perché in pa-

ese ho ancora molti parenti. Se il tempo

me lo permette, mi farò. Da ragazzo ho

sempre trascorso le mie vacanze estive a

Trinitapoli. Mi hanno pure fregato una piz-

za mentre la stavo addentando fuori dal

locale camminando per strada. Fu un ra-

gazzino di 7-8 anni veloce come una le-

pre, mentre io restavo basito sul marcia-

piede.

Come riesci a conciliare il tuo lavoro

(dipendente Inps) con il tuo hobby di

mago soprattutto in questo periodo di

successo?

Beh, prima del successo televisivo mi esi-

bivo il sabato e la domenica quando gli

uffici erano chiusi, oltre che nel tardo po-

meriggio. Adesso viaggio in tutt’Italia e fac-

cio spettacoli solo il fine settimana. I po-

meriggi li dedico agli aggiornamenti del-

l’arte. E poi, chiedetelo ai miei colleghi, qual-

che giochetto lo faccio anche al lavoro, non

riesco a farne a meno, è più forte di me!

Sai che a Trinitapoli ti hanno televotato

in tanti alla trasmissione televisiva di

Italian ‘s Got Talent?

Questo non lo sapevo. Ringrazio tutti e

sopratutto chi mi ha fatto un po’ di pub-

blicità, visto che io non ho avuto modo di

raccontare in TV neppure dove abito. Co-

munque so che lo hanno fatto da ogni par-

te d’Italia. Recentemente stavo pranzando

in un ristorante di Sassari e una signora al

tavolo accanto mi ha riconosciuto e ha con-

fessato di avermi votato per ben tre volte.

Un bel riconoscimento che si unisce a molti

altri quali il premio Walter Chiari di Cervia

come rivelazione televisiva emergente del-

l’anno o come la citazione sul The Sunday

Times tuttora disponibile in rete.

il personaggio

Aldo Nicolini, il mago PotterSTRANO MA VERO. E’ORIGINARIO DI TRINITAPOLI

DI MICHELE MININNI

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echi di ottobre

Grande partecipazione al 10°Convegno Nazionale della SIA

INTERESSANTE SIMPOSIO DI ARCHEOASTRONOMIA PA-

TROCINATO DALL’ASSESSORATO ALLA CULTURA. DI

SEGUITO, L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE NAZIONA-

LE DELLA SIA ELIO ANTONELLO

Il X Convegno della Società Italiana di Archeoastronomia (SIA)

è stato l’occasione per conoscere una realtà archeologica notevole

dove l’archeoastronomia è una componente essenziale. Nella

Daunia si sta concretizzando uno dei compiti previsti dallo Statu-

to della SIA, ovvero si sta collaborando con la Soprintendenza ai

Beni Archeologici e con le Amministrazioni locali alla

valorizzazione e salvaguardia dei siti che hanno interesse

archeoastronomico. L’archeoastronomia è indispensabile perché può

offrire agli archeologi la possibilità di interpretare in modo plausi-

bile i numerosi allineamenti di buche cultuali (altrimenti incom-

prensibili) dei santuari dal Neolitico all’Età del bronzo, e la cui

importanza è stata effettivamente capita solo negli ultimi anni. Di

particolare interesse sono risultati i siti di Ordona e Trinitapoli -

Mandriglia. La possibile interpretazione archeoastronomica met-

te in evidenza l’effetto astronomico della precessione: la posizione

delle stelle cambia lentamente nei secoli, e questo si riflette nella

direzione progressivamente diversa degli allineamenti di buche

cultuali, in quanto gli antenati avrebbero utilizzato la posizione

del tramonto di alcune stelle specifiche per allineare le buche. Per il

momento sarebbe un caso unico al mondo. Data tale importanza,

è necessaria tutta una serie di verifiche archeologiche che permetta-

no di datare le buche, cosa non ancora possibile perchè in generale

esse contengono terriccio ma nonreperti utili alla datazione. Se le

verifiche archeologiche confermassero la datazione revista con i me-

todi astronomici, la Daunia sarebbe il posto più importante al

mondo per l’archeoastronomia. E’ chiaro che tale attività di studio

e ricerca implicherebbe l’uso di risorse e il lavoro di molte persone,

e sarebbe quindi una bella opportunità per il territorio dauno.

Il parco archeologico degliipogei. Nel riquadro il Presi-dente della Sia Antonello Il musical dedicato al celebre film GREASE con Jhon Travolta è

andato in scena il 24 Ottobre a Trinitapoli presso il centro socialedella Parrocchia S. Stefano. Un musical ricco di energia, coinvol-gente, emozionante e sempre attuale, soprattutto quando per laprima volta viene interpretato da soli bambini. La storia è am-bientata nel 1958 nell’America del rock’n’roll, dei fast-food deldrive-in e dei 45 giri che andavano di moda tra i giovani. Alla finedelle vacanze estive, Sandy (interpretata da Carmela Iurilli) devefar ritorno in Australia e dimenticare Danny (FrancescoPapparella) ed il loro amore, da poco sbocciato.Cambiano improvvisamente i programmi. I due ragazzi prota-gonisti si ritrovano a frequentare insieme la Rydell High School elo stesso gruppo di amici. Le Pink Ladies diventano per Sandyun punto di riferimento così da farle cambiare il carattere, unpo’chiuso ed introverso. Alla fine, i due ragazzi riusciranno adesprimere il reciproco amore, impegnandosi anche a migliorareper il proprio partner. Il progetto è stato ideato e promosso daDon Stefano Sarcina e curato da Francesco Sarcina, Daniela Uva,Grazia Laporta e Luigia Piciaccia. Hanno collaborato allascenografia Vincenzo di Biase, Michele Zurlo; Michele Uva alladirezione tecnica e strumentale e le costumiste MariaRosaria DiBiase e Patrizia Longo. Il resto del cast: Alessia Mongelli (Riz-zo), Francesco Lopez (Kenickie), Andrea Daddato (Sonny),Pietro DiToma (Doody), Antonio Caserta (Putzie), (Frenchy)Vanessa D’errico, (Jan) Antonia Stefanini, (Marty) Giusi LaBianca,(Patty & Cha-Cha DiGregorio ) Melania Iurilli, (PresideMcGee) Chiara Paparella, (Blance) MariaLuisa Iurilli, (VincentFontaine & Eugenie) Vincenzo Paparella, (Cameriera) ChiaraPaparella “Junior”, (Coach Calhoun ) Giuseppe Lamantea , edinfine (Tom) Francesco Caprioli. La messa in scena del Musicalha consentito ai bambini di cimentarsi in qualcosa di nuovo, diimpegnativo e allo stesso tempo divertente. Ma non solo. Hapermesso anche ai “grandi” di riscoprire il vero valore dell’ami-cizia, aiutandosi a vicenda nella preparazione dei bambini e nel-l’allestimento dello spettacolo, facendo scoprire ai giovani attoriil piacere di stare insieme nel rispetto reciproco.

FRANCESCO SARCINA

Greese, il musicalGreese, il musical

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23 NOVEMBRE 2010

Il 23 e 24 Ottobre a Trinitapoli è arrivato ilReliquiario di San Luigi Maria di Montfort. Que-sto grande avvenimento è giunto in occasione del50° anniversario della costituzione della Provin-cia d’Italia della congregazione religiosa della Com-pagnia di Maria, occasione per la quale è in via disvolgimento il pellegrinaggio in Puglia delReliquario del Santo francese. Coinvolti in questacircostanza, tutta la comunità, i gruppi di laici e leconfraternite. Dopo varie tappe, tra cui Trani, Andria eBisceglie la sacra reliquia, scortata dalla Polizia Municipaleè giunta a Trinitapoli presso la Rettoria di S. Anna ed è stataaccolta dalla comunità con grande gioia e devozione. A se-guire per tutta la giornata e il giorno seguente si sono svoltimomenti di preghiera e di raccoglimento spirituale ed è ter-minata domenica sera con una grande festa animata dal grup-po di evangelizzazione Cuori Naviganti della Parrocchia Im-macolata. Luigi Maria Grignion de Montfort fu un sacerdo-te francese fondatore della Compagnia di Maria e delle Fi-glie della Sapienza. Nominato missionario aposto-lico da papa Clemente XI esercitò il suo ministeronelle regioni nord-occidentali della Francia. Tra-scorse i primi anni di sacerdozio, occupandosi de-gli ospedali e dei poveri, mentre dopo l’incontrocon il pontefice si dedicò quasi esclusivamente allapredicazione delle missioni. L’attività missionarialo rese molto popolare e amato dagli abitanti diquelle regioni, nelle quali, con il suo apostolato,diffuse ulteriormente il cattolicesimo. Fu autoredi diversi testi nei quali presenta la sua dottrinaspirituale che predicava nelle missioni. La sua operaprincipale è il trattato della vera devozione allaSanta Vergine nel quale espone la sua dottrinamariana: questo Santo, infatti, promosse il cultomariano nella forma che chiamava ‘LA VERA

echi di ottobre

DEVOZIONE’, e la pratica del Rosa-rio. Fu proclamato Santo da papa PioXII nel 1947 e nel 2000, sotto il ponti-ficato di papa Giovanni Paolo II, fu aper-ta una causa, tuttora in corso, per pro-clamarlo dottore della Chiesa. Infine Ri-cordiamo che Giovanni Paolo II era par-

ticolarmente devoto a San Luigi Maria Grignion deMontfort e al ‘Trattato di vera devozione’ è stato il ponte-fice che maggiormente ha promosso la spiritualitàmonfortana che è molto presente nel suo magistero. Comesuo motto scelse le parole ‘Totus Tuus’ che derivano pro-prio dal ‘Trattato’ come spiega lo stesso pontefice è l’ab-breviazione della forma più completa dell’affidamento allaMadre di Dio che suona così: Totus Tuus ego sum etomnia mea Tua sunt. Accipio Te in mea omnia. Praebemini cor Tuum, Maria.

IN CAMMINO CON SAN LUIGI

MARIA DA MONTFORT

IN CAMMINO CON SAN LUIGI

MARIA DA MONTFORT

FRANCESCO SARCINA

ph : Lattanzio

ph : Lattanzio

ph : Lattanzio

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Nel nostro ordinamento giuridico la nasci-ta del principio di legalità è collocabile nel-l’immediato dopoguerra (dicembre ’45)quando i nostri nonni contribuirono alla co-stituzione del primo governo post-fascista.Oggi viceversa assistiamo alla pseudo-mortedi tale principio e questo è ciò che più turbala nostra mente. Tanto ha comportato difatto la nascita ed il proliferarsi della crimi-nalità organizzata secondo rigidi canoni fa-miliari, contraddistinta dalla violenza e dalmancato rispetto dei diritti elementari del-l’individuo. La proliferazione dei predetti fe-nomeni criminosi ha trovato terreno fertileoltre che nella mancanza dello Stato anchee soprattutto nel muro di omertà che ac-compagna e rafforza la nascita e lo svilup-po delle mafie. Tuttavia, una cura esiste erisiede nella totalità degli individui pronti adoffrire la propria vita per combattere ognitipo d’ingiustizia, illegalità, prevaricazione eviolenza. Infatti, esempi concreti sono rico-noscibili in coloro che prestano coscienzio-samente servizio presso lo Stato, in qualitàdi agenti delle forze armate e corpi di poli-zia, sino a tutti quei soggetti che nella diffi-coltà delle varie realtà e differenze territo-riali e nonostante minacce e ritorsioni, fon-dano associazioni per combattere la violen-za e le mafie. Tali associazioni nasc no daldesiderio di dimostrare con i comporta-menti e con le profonde e dolorose ferite,che queste lacerazioni potevano essere evi-tate grazie ad un impegno diffuso consi-stente nel non lasciarsi trascinare passivamen-te nel vortice di ciò che può inizialmenterivelarsi come il minore dei mali. L’intentomafioso è quello di ricoprire e soffocaresul nascere ogni aspirazione di libertà edemancipazione dalle realtà criminali attra-verso ‘colate di cemento’ che ardono il ter-reno fertile e verde dei giovani ragazzi eogni spirito d’iniziativa lavorativa.A livello cittadino, aumenta la richiesta d’in-formazione e le occasioni di dibattito e diapprofondimento volte a sensibilizzare l’opi-nione pubblica e a farla riflettere.Nella nostra cittadina, un importante testi-monianza è stata fornita da Don TonioDell’Olio, il quale recatosi il 1 ottobre nellasala teatro della Parrocchia Madonna diLoreto.La figura di Don Tonio Dell’Olio sale allaribalta delle cronache in qualità di respon-sabile dell’area internazionale di Libera – as-

sociazioni, nomi e numeri contro lemafie- nata nel 1995 con l’intento dipromuovere legalità e giustizia e fi-nalizzata a sollecitare e coinvolgere lasocietà civile nella lotta contro tuttele mafie.Uno dei punti affrontati nel dibattitoha riguardato il ‘contributo che può darela società civile nella lotta contro le ma-fie’.«Molte sono le azioni che può porre inessere la cosiddetta antimafia sociale in ter-mini di prevenzione, di educazione, diproposte di legge». Si è anche evidenziatoil ruolo importante dell’informazione.«Le notizie di mafia sui media sono spes-so solo relative a fatti di sangue, ma cisono anche notizie positive che andreb-bero evidenziate e valorizzate e sulle qua-le sarebbe opportuno focalizzare l’atten-zione dell’opinione pubblica» come le in-chieste che riguardano l’uso dei capitali

confiscati. Un esempio in tal senso èfornito da quanto accaduto nelle cam-pagne di Cerignola, dove volontari eimmigrati hanno lavorato insieme perla prima vendemmia su terreni confi-scati alla mafia. La mafia può ancoraessere indebolita e sconfitta solo se sicrea una rete di cittadini attivi e respon-sabili, che uniscono le forze per unobiettivo comune di giustizia, legalità edi difesa della nostra preziosa Costitu-zione. «Per questo bisogna essere comequei fiori nati nelle crepe del cemento,che cresciuti ed irrobustiti, lo hannospaccato e sollevato».

GRAZIA LAPORTA

La figura di Don Tonio Dell’OlioLEGALITA’, GIUSTIZIA? LIBERA

echi di ottobre

Trinitapoli contribuisce aiprogetti UNICEF 2010

Ha dato i suoi frutti l’iniziativa or-mai collaudata dell’Orchidea, tenutasia Trinitapoli sabato 2 Ottobre. Ilprogetto rientra nelle iniziativeUnicef a favore dei bambini cherisiedono nei paesi più poveri delmondo. Il direttore dell’UNICEFAnthony Lake, insieme al Gover-no del Kenya e ad altri partner halanciato un approccio innovativoalla prevenzione della trasmissioneda madre a figlio dell’HIV. L’ideaconsiste nel combinare interventi eforniture, tra le quali spicca il“Mother Baby Pack”, un “pacchetto” di farmaci antiretrovirali e antibiotici che ledonne possono facilmente gestire in autonomia senza recarsi in una struttura sanitaria.Questo programma innovativo è disegnato per contribuire a eliminare del tutto, entroil 2013, il fenomeno della trasmissione da madre a figlio dell’HIV e dell’AIDS pediatriconelle province di Ryanza e Rift Valley. Nonostante tali progressi, il numero delle donnein gravidanza che ricevono i farmaci per la prevenzione da madre a figlio dell’HIV siattestava nel 2009 a sole 58.600, un dato che rivela come tali servizi siano ancorainaccessibili alla maggioranza delle gestanti sieropositive. Occorre, pertanto, continua-re a sensibilizzare la gente ai problemi mondiali e all’informazione. La cittadinanza, hapartecipato generosamente all’iniziativa con l’acquisto delle orchidee presso il ban-chetto allestito dai volontari. L’evento organizzato all’interno di una manifestazionepiù ampia, organizzata dall’associazione Libriamo ha riscosso notevole successo, tantoda aver ricevuto i ringraziamenti e l’apprezzamento del comitato Unicef di Foggia.Ancora una volta Trinitapoli si è distinta in positivo per quando riguarda il sociale,sicuramente lo rifarà nella prossima edizione. PATRIZIA LONGO

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25 NOVEMBRE 2010

salute

E’ sull’obesità infantile, un problema dirilevanza sociale, che il Ministero dellaSalute ha lanciato da qualche anno l’al-larme.Il fenomeno colpisce in Italia un bam-

bino su quattro. Sebbene nessuna Re-gione possa dirsi esente dal problema,le differenze sul territorio sono notevo-li, con situazioni più gravi al Sud.Questo è il risultato di un bilancioenergetico positivo protratto nel tempo,una dieta alimentare che introduce piùcalorie di quante ne vengono consuma-te. Non solo. Oltre a mangiare troppo, ibambini mangiano in maniera sregola-ta, spesso e male, consumano troppigrassi e preferiscono cibi con elevata den-sità calorica.L’indagine ha inoltre messo in luce lagrande diffusione tra i bambini di abitu-dini alimentari che non favoriscono unacrescita armonica e che predispongonoall’aumento di peso, specie seconcomitanti. In particolare emerge che:- l’1% dei bambini non fa colazione;- il 28% lo fa in maniera inadeguata;- l’82% fa una merenda di metà mattinatroppo abbondante;- il 23% dei genitori dichiara che i pro-pri figli non consumano quotidianamentefrutta e verdura.Anche i dati raccolti sull’attività fisicasono poco confortanti: solo un bambi-no su dieci fa attività fisica in modo ade-guato per la sua età.Questa condizione, soprattutto nei

primi decenni di età, si

può correggere. Curarel’alimentazione in questoperiodo della vita è fon-damentale per evitare cheil sovrappeso porti con séproblemi alla salute fisicae psicologica del bambino.Si stima infatti che circail 40% dei bambini ed il 60% degli ado-lescenti obesi rimarranno tali in età adul-ta, con tutte le conseguenze negativedel caso: dalla pressione alta al diabetee, soprattutto, il rischio di avere un in-farto o un ictus a 40 o a 50-60 anni.Quali sono gli ostacoli da superare?

Il primo è proprio accorgersi che il

problema esiste. Molte madri guarda-no con soddisfazione i loro figli con leguanciotte gonfie e grasso sulla pancia,sulle cosce. Il fatto è che veniamo dauna cultura povera. E’ rimasto quindiil retaggio culturale che ci fa associarela magrezza alla malattia e l’essere gras-si ad una maggiore prospettiva di vita.Dobbiamo cambiare il nostro modo

di vedere!

Il metodo più semplice per capire sequalcosa non va è misurare con il clas-sico metro da sarta sia l’altezza, sia ilgirovita del bambino (all’altezza del-l’ombelico). Se il girovita supera la metàdell’altezza, qualcosa non va.Cosa dobbiamo fare allora? Prima di

tutto non cercare falsi colpevoli. E’vero che i bambini oggi si incontrano

al sabato o alla domenica e mangia-no nei fast-food cibi ricchi di grassi ecalorie. Ma nessuno si rovina il me-tabolismo solo con quello che fa unavolta la settimana. Dobbiamo sorve-gliare le abitudini di ogni giorno. E’giusto auspicare che la pubblicità ela televisione la smettano di propor-re alimenti e stili alimentari sbaglia-ti, ma non nascondiamoci dietro que-sta accusa. Le cose che contano

nella vita non le trasmette la tele-

visione, ma la famiglia.

In questo senso la famiglia dovrebbeessere privilegiata. Guai quindi a pre-parare cibi diversi per sé e per gli al-tri. Sarebbe assurdo ed in fondo ego-ista riservare a se stessi un posto sa-lutare e lasciare che gli altri manginomale.Il fatto che i cibi venduti come “sa-lutari” o “ecologici” costino più de-gli altri non deve ingannare. Al con-trario, un’alimentazione corretta è

meno cara.

Dott.ssa Russo Giulia

Obesità infantile in costante crescita

Prevenirla è meglio

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Ogni qualvolta il futuro bussa alla porta e chiede lumi perdirigere i suoi passi, il presente offre qualcosa che dà adesso certezze e valori e nello stesso tempo funge da soste-gno perché il viaggio sia soddisfacente. Ma per far questoogni volta il presente deve cercare, dove? Nel passato, na-turalmente! Anche perché quest’ultimo è lì pronto ad offri-re con somma disponibilità il proprio interessante magaz-zino, giacché nessuno si è mai proposto di chiudere quelleporte, e se anche avesse voluto non ci sarebbe riuscito!Così il passato, visto nelle sue varie valenze culturali, uma-ne e sociali, diviene una sorta di trampolino di lancio versotraguardi futuri, forieri sempre di attenzione da parte dimasse di studiosi o di semplicissimi curiosi disposti a sob-barcarsi lunghissimi viaggi pur di ammirare ciò viene loroofferto in visione. A farla da padrone in questo percorso aritroso, lo sappiamo bene, è l’Arte, cui segue a ruota l’Ar-cheologia e poi via via tutte le altre varie molteplici oppor-tunità e “tesori” che un territorio possiede ed offre comepropria peculiarità: prodotti tipici, patrimonio naturale, tra-dizioni popolari, ecc. A Trinitapoli abbiamo giàesperimentato qualcosa del genere… Gli scavi condotti alivello scientifico nei locali Ipogei, per esempio, hanno su-scitato la curiosità di tanti, accanto all’interesse di giovanie studenti del posto. Ora potrebbe esservi un’altra oppor-tunità per arricchire ciò che oggi si definisce sinteticamen-te “offerta turistica”, qualcosa da mettere addirittura invetrina. Si potrebbe mettere cioè sotto gli occhi di tanti i

brandelli di una pellicola in b/n girata in qui nel lontano1952. Si tratta di “MELODIE MORTALI –

MASCAGNI” del regista triestino Giacomo Gentiluomo,avente come protagonisti Pierre Cressoy e Carla Del Pog-gio: il primo nei panni di Pietro Mascagni e la seconda inquelli di Lina, sua moglie. Un film tendente ad omaggiarel’autore di “Cavalleria Rusticana” a pochi anni del suo de-cesso, quindi una pellicola di marca prettamente biografi-

storiaDI MATTE

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a nostraEO DE MUSSO

ca; film tenero e semplice, come quelli che la filmografiadell’epoca registrò. Che c’entra Trinitapoli? La nostra cittàentrò in gioco quasi per caso, si potrebbe anche dire peruno strano scherzo del destino: si sostituì in pratica aCerignola, città nella quale Mascagni scrisse appunto l’at-to unico che gli valse premi e riconoscimenti nel mondointero, e fu ben felice di prestare alcuni suoi angoli e scorciper rappresentare la realtà meridionale in cui maturò “Ca-valleria”. Da questo potrebbe nascere l’idea di allestire

proprio qui a Trinitapoli una Mostra permanente in cuisia possibile ammirare, grazie a pannelli con una lungaserie di fotogrammi tratti direttamente da quella vecchiapellicola, anche scorci paesaggistici scomparsi e perso-naggi locali utilizzati come comparse e documentare nelfrattempo l’inequivocabile passaggio per la città di unatroupe cinematografica, a tutt’oggi unica esperienza delgenere, che portò al seguito un codazzo di addetti al la-voro e di curiosi. Uno stravagante aiuto alla memoriadelle nuove generazioni che, se non supportata da op-portuni elementi visivi, rischia di finire per sempre neldimenticatoio. Ad arricchire il progetto potrebbe ancheesservi una pubblicazione contenente, oltre all’album il-lustrato del film, una serie di ricerche condotte sul tema,nonché curiosità legate alla sua lavorazione, recensioni,documenti dell’epoca che spiegano nei dettagli gli obiet-tivi che quella pellicola raggiunse, ed ancora testimonian-ze vive di chi ad esso prese direttamente parte. Si trattasolo di offrire sostegno al progetto reperendo un localepubblico in cui allestire e custodire sine die detta Mo-stra. Da altre parti si fa tanto, con ingegno e fantasia, perrender appetibile un territorio al turismo, noi qui potrem-mo mostrare quell’unicum che i comuni viciniori nonpossiedono! E’ solo un’idea, per carità, ma potrebbe es-sere l’idea buona per l’ulteriore rilancio e valorizzazionedel nostro territorio. Hai visto mai…

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DI ANDREA RUSSO

La storia creditizia di ciascun cittadino, ovvero l’evidenza dei di-versi finanziamenti ottenuti e rimborsati a uno o più entifinanziatori, costituisce un’importante “referenza” da utilizzarsiper richiedere nuovo credito o negoziare condizioni migliori. Inassenza di tale referenza, l’unica forma di tutela che una banca ouna società finanziaria avrebbe a disposizione, a fronte della con-cessione del credito, sarebbe l’ipoteca sulla casa, il pegno su unbene o la garanzia prestata da terzi. Grazie al ruolo svolto daisistemi di informazioni creditizie, invece, banche e società finan-ziarie oggi possono erogare credito senza richiedere necessaria-mente garanzie ma semplicemente basandosi sulla buona storiacreditizia del cittadino. La valutazione di queste informazionipermette inoltre di prendere la decisione sull’erogazione del cre-dito in tempi brevi e consente l’applicazione di condizioni ade-guate all’effettivo profilo di rischio del richiedente. Inoltre, i SICnon contengono giudizi di merito sul soggetto ma riportanosolo informazioni oggettive: l’ente finanziatore assume pertantoin totale autonomia la decisione di concedere o meno il credito,sulla base delle diverse informazioni considerate nel processo diistruttoria e delle proprie politiche di erogazione.

La trasmissione dei dati su una richiesta o un rapporto di creditoviene effettuata dalla banca o dalla società finanziaria solo edesclusivamente se il cittadino ha prestato il consenso al tratta-mento dei dati nell’ambito del SIC o, anche in assenza di consen-so, se il finanziamento presenta delle irregolarità nei rimborsi. Labanca e la società finanziaria sottopongono un’informativa chespiega la modalità con cui i dati vengono trattati, gli estremi dellasocietà che gestisce il SIC, i tempi di conservazione dei dati, lecategorie di società che possono accedere ai dati, i principali di-ritti riconosciuti al cittadino. Qualora il titolare della richiesta odel rapporto di credito sia una impresa è sufficiente che la bancao la società finanziaria forniscano la sola informativa per tra-smettere i dati al SIC. I dati sui finanziamenti erogati vengonoaggiornati su base mensile da parte delle banche e delle societàfinanziarie. Le informazioni vengono conservate sul SIC di CRIFnel rispetto dei tempi di conservazione definiti dallaregolamentazione in vigore stabilita dal Garante per la protezio-ne dei dati personali e cioè:- Richieste di finanziamento: 6 mesi, qualora l’istruttoria lorichieda, o 1 mese in caso di rifiuto della richiesta o rinunzia dellastessa- Rapporti di credito che si sono svolti positivamente (sen-

za ritardi o altri eventi negativi): i dati vengono conservatiper 36 mesi

- Morosità di due rate o di due mesi poi sanate: 12 mesidalla regolarizzazione

- Ritardi superiori a 2 rate o a 2 mesi poi sanati anche su transa-zione: 24 mesi dalla regolarizzazione

- Eventi negativi (ossia morosità, gravi inadempimenti, soffe-renze) non sanati: 36 mesi dalla data di scadenza con-

trattuale del rapporto o dalla data in cui è risultato ne-

cessario l’ultimo aggiornamento (in caso di successivi

accordi o altri eventi rilevanti in relazione al rimborso).

L’accesso ai dati è strettamente controllato dalle procedureinformatiche di CRIF. Sono assolutamente vietati ulterioriutilizzi delle informazioni contenute nel SIC per altri scopi, inparticolare per ricerche di mercato e promozione, pubblicitào vendita diretta di prodotti e servizi. Eurisc gestisce infor-mazioni di dettaglio circa i finanziamenti non perfezionati (inrichiesta, rinunciati, rifiutati) e perfezionati (accordati ed estinti)contratti da un soggetto. Le informazioni presenti si posso-no suddividere in informazioni anagrafiche e informazionirelative ai finanziamenti, e vengono aggiornate su base men-sile da parte degli enti partecipanti al sistema di informazionicreditizie.

Le informazioni anagrafiche in caso di persona fisica consi-stono di Nome, Cognome, Codice Fiscale, Data e Luogo diNascita, Indirizzo. In caso di società o ditta individuale con-sistono invece di Denominazione, Codice Fiscale, Partita Ivae Sede Legale.

I finanziamenti registrati in Eurisc sono suddivisi nelle seguenticategorie:

- rateali (prestiti, mutui, leasing, cessione del quinto)

- non rateali (fidi di conto, finanziamenti di anticipo su effetti ofinanziamenti all’import/ export)

- carte di credito (carte rateali e a saldo, affidamenti revolving).Le informazioni relative ai finanziamenti si suddividono in:

- i nformazioni che descrivono il finanziamento; in partico-lare la tipologia (ad esempio prestito personale, mutuo ipo-tecario), l’importo da rimborsare, la modalità di rimborso,lo stato della richiesta o di esecuzione del contratto, la data dirichiesta/concessione del finanziamento, il termine di rim-borso se previsto, il tipo di garanzia prestata, la banca o lasocietà finanziaria che ha trasmesso l’informazione

- informazioni sullo stato di avanzamento del rimborso del

credito; queste comprendono l’esposizione debitoria resi-dua, l’andamento regolare o meno dei pagamenti, eventualidati relativi ad attività di recupero o contenziose (ad esem-pio: incaglio nei pagamenti, passaggio a sofferenza, passag-gio a perdita, cessione a società di recupero crediti, rientro inbonis, eccetera)

- data di aggiornamento delle informazioni; è a tale data chedebbono riferirsi le informazioni registrate sul finanziamen-to e sullo stato di avanzamento del rimborso.

Come sono conservati i nostri dati

finanza creditizia

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punto basket*FABRIZIO DI BIASE

A giugno l’A.D. Basket Trinitapoli targataAliduainia ha conquistato la storica promo-zione in C dilettanti, meritandosi così la par-tecipazione, per la prima volta nella lunga sto-ria di vita della società, ad un campionato na-zionale.La cavalcata della passata stagione è stata esal-tante ed è culminata con la bellissima sfidavinta in finale play-off contro il Barletta.Quest’anno le premesse non sono da meno, ilcampionato è più difficile, il livello semprepiù alto, ma il Trinitapoli in questo scorcio ini-ziale si sta difendendo alla grande. Nelle pri-me cinque gare tre vittorie e due sole sconfit-te. L’obiettivo rimane però quello di conqui-stare la salvezza, magari cercando di evitaredi passare per la lotteria dei play-out.Il merito di questo buon avvio è da dividersiequamente fra staff tecnico, giocatori e diri-genti. Cerchiamo di conoscerli più da vicinoper comprendere quale sia la formula vincentedell’A.D. Basket Trinitapoli.È doveroso partire dal Presidente, daTommaso Carano che ci mette tanta passio-ne e tanto entusiasmo per realizzare un sognoche non è solo suo ma che è di tutta la città.Al suo fianco ci sono tutti i dirigenti, ciascunocon il suo ruolo e tutti importanti per la buo-na riuscita delle attività della società. Si va daldirettore sportivo Luca Labianca, al generalmanager Michele Leone, dal dirigente ac-compagnatore Franco Curci, ai consiglieriFrancesco Fracchiolla e Matteo Muriglio,dal segretario Franco Lamantea all’addettostampa Fabrizio di Biase per finire con An-tonio Lamantea addetto alle statistiche.Naturalmente a che i successi della dirigenzapossano trasformarsi in vittorie sul campooccorre che la guida tecnica sia all’altezza. Èciò che accade a Trinitapoli. Vito AntonelloLosito, allenatore della squadra da ormai piùdi tre stagione, ha cominciato proprio con

Trinitapoli la sua carriera di allenatore dopoaver calcato per oltre venti anni i parquetdi serie B e C. La sua guida è ottima eprova ne sono i grandi risultati conseguiticon la squadra. Certo il suo lavoro ècoadiuvato nel migliore dei modi dai suoiassistenti. Quest’anno a Felice Carano,sempre al fianco di coach Losito sin dal-l’inizio della sua avventura sulla panchinadell’Alidaunia, si è aggiunto AntonelloCeci, allenatore proveniente dalle giova-nili. Insieme formano un equipe tecnicaaffiata e vincente.Vanno infine ricordati i giocatori, in fin deiconti sono loro che scendono in campo esi sudano le vittorie. Le linee guida chehanno mosso la società nell’allestire unroster adeguato sono 3: continuità, fre-schezza e bilancio. In quest’ottica vannolette le conferme di capitan PierlugiArbore, ala di esperienza alla sua quartastagione con la maglia del Trinitapoli, delplay di Trani Stafano Di Lauro, del lun-go altamurano Vito De Bartolo e, infine,del pivot di Corato Ubaldo Piarulli.Attorno a questo asse portante sono stateinserite nuove pedine per dare qualità econsentire alla squadra di ben figurare inun campionato competitivo come la C1.Nuovi arrivi sono quelli di FabrizioUngaro proveniente dalla positiva espe-rienza maturata con il Monteroni in C di-lettanti, si tratta di una guardia di 193 cmdotata di mezzi tecnici elevati e di un buontiro dalla distanza. A puntellare ulterior-mente il settore delle guardie arriva daAltamura l’under classe 1990 DaniloFerulli, 185 cm, giocatore dai mezzi fisicifuori dal comune. Da Foggia arimpinguare il reparto lunghi è arrivatoAntonio Ferramosca. Non si può dimen-ticare il play Maurizio Rotolo, giocatore

con alle spalle diverse esperienze nella cate-goria nonostante la giovane età. Ultimoarrivato il montenegrino BorozanNemanja, il primo straniero nella storia delTrinitapoli, under classe 1991 che ha dallasua freschezza e atletismo. Con questa squa-dra l’Alidaunia Trinitapoli si spera possatogliersi diverse soddisfazioni e conquistarsiuna meritata permanenza in C dilettanti.Ma A.D. Basket Trinitapoli non significasolo prima squadra. Infatti un ruolo im-portante nella società è dato dall’attenzionededicata al basket giovanile, alla promo-zione di questo fantastico sport fra i piùpiccoli. È per questo che la società tienedei corsi di minibasket, s’impegna a che cisiano iniziative che coinvolgano i ragazzidelle scuole, sia elementari che medie, pro-muove manifestazioni con importanti ri-flessi non solo sportivi ma anche sociali,partecipa ai campionati under con le sele-zioni under 14, under 15 e under 19.Insomma l’A.D. Basket Trinitapoli ha comeobiettivo lungimirante non solo ilraggiungimento di importanti traguardisportivi, ma anche, se non soprattutto, lapromozione dei fondamentali valori spor-tivi e sociali che principalmente lo sport ècapace di veicolare in maniera così effica-ce.

*addetto stampa Alidaunia Trinitapoli

LA PRIMA VOLTA DELL’ALIDAUNIA TRINITAPOLIIN C1. VOLTI NUOVI, SPERANZE TANTE MAQUEST’ANNO SI GIOCA PER LA PERMANENZA

OBIETTIVO SALVEZZA!

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