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LA GRAVINA E LE CHIESE RUPESTRIDIMATERA Lo Murgia di Matera, insieme con quella di Laterza e di Castellaneta, può essere consi- derata, nella suo unità fisico- strutturale, una delle ultime pro- pagini occidentali delle Murge pugliesi 1 , Un ampio pilastro tettonico, ovvero un horst delimitato do faglie marginali, che documen- ta lo storia geologica antica di questa parte di territorio, anco- ra sommerso dai mari nel plio- cene, essendo emerse in quel periodo soltanto tre grandi isole: il Gargano, le Murge alte nord-orientali e parte delle Murge sud-orientali In coincidenza con l'azione erosiva e gli sforzi tettonici ricon du ci bi li all' orogenesi appenninica con fasi di avan- zamento e di arretramento del livello del mare proprie dei periodi glaciali ed interglaciali, l'areo delle Murge si sollevò in via definitiva. L'acqua meteorica iniziò ad incidere le rocce di nuova for- mazione, creando lame e gra- vine, mentre si determinarono ripiani, scarpate, solchi erosivi, depressioni e solcature carsi- che, Sulle pareti più alte del rilievo della Murgia materana sono ancora osservabili fenomeni carsici con lo presenza di campi solcati e di doline a sco- della con il fondo occupato da lembi di terra rosso, come a 33 Piano Trasano-Conca d'Aglio. La gravina lungo cui si è svilup- pata lo città di Matera corri- sponde all'alveo di un antico corso d'acqua che un tempo ha solcato le Murge, collegan- do l'area al mar Jonio Uno frattura che, partendo dai ristagni bonificati di Pantano, posti a nord di Matera, ne fian- cheggia il territorio degradan- do lentamente sin sotto lo colli- na di Montescaglioso, Contraddistinta da pareti ripide ed alte e do un fondo angusto e piatto, lo Gravina di Matera possiede al suo interno piccoli ed isolati rilievi ed alcune mar- mitte fluviali, osservabili in corri- spondenza della confluenza del torrente Jesce ed uno gola, originariamente una marmitta fluviale, occupata da un la- ghetto detto Juro. Il tratto basso della Gravina costituito da calcari presenta a diverse altezze grotte e cavità. Di una certa importanza da un punto di vista speleologico, perché profonda e ramificata, può essere considerata lo Grot- ta della Femmina situato nel vallone omonimo. Nel tratto medio della Gravina sono presenti piccoli terrazzi di erosione incisi dal graduale approfondirsi nel tempo del corso d'acqua, Di fronte si dispiegano gli alti- piani di Murgecchia. Murgia Timone, Acito-San Campo.

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LA GRAVINA E LE CHIESERUPESTRIDIMATERA

Lo Murgia di Matera, insiemecon quella di Laterza e diCastellaneta, può essere consi­derata, nella suo unità fisico­strutturale, una delle ultime pro­pagini occidentali delle Murgepugliesi 1,

Un ampio pilastro tettonico,ovvero un horst delimitato dofaglie marginali, che documen­ta lo storia geologica antica diquesta parte di territorio, anco­ra sommerso dai mari nel plio­cene, essendo emerse in quelperiodo soltanto tre grandiisole: il Gargano, le Murge altenord-orientali e parte delleMurge sud-orientaliIn coincidenza con l'azioneerosiva e gli sforzi tettoniciricon du ci bi li all' orogenesiappenninica con fasi di avan­zamento e di arretramento dellivello del mare proprie deiperiodi glaciali ed interglaciali,l'areo delle Murge si sollevò invia definitiva.L'acqua meteorica iniziò adincidere le rocce di nuova for­mazione, creando lame e gra­vine, mentre si determinaronoripiani, scarpate, solchi erosivi,depressioni e solcature carsi­che,Sulle pareti più alte del rilievodella Murgia materana sonoancora osservabili fenomenicarsici con lo presenza dicampi solcati e di doline a sco­della con il fondo occupato dalembi di terra rosso, come a

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Piano Trasano-Conca d'Aglio.La gravina lungo cui si è svilup­pata lo città di Matera corri­sponde all'alveo di un anticocorso d'acqua che un tempoha solcato le Murge, collegan­do l'area al mar JonioUno frattura che, partendo dairistagni bonificati di Pantano,posti a nord di Matera, ne fian­cheggia il territorio degradan­do lentamente sin sotto lo colli­na di Montescaglioso,Contraddistinta da pareti ripideed alte e do un fondo angustoe piatto, lo Gravina di Materapossiede al suo interno piccolied isolati rilievi ed alcune mar­mitte fluviali, osservabili in corri­spondenza della confluenzadel torrente Jesce ed uno gola,originariamente una marmittafluviale, occupata da un la­ghetto detto Juro.Il tratto basso della Gravinacostituito da calcari presenta adiverse altezze grotte e cavità.Di una certa importanza da unpunto di vista speleologico,perché profonda e ramificata,può essere considerata lo Grot­ta della Femmina situato nelvallone omonimo.Nel tratto medio della Gravinasono presenti piccoli terrazzi dierosione incisi dal gradualeapprofondirsi nel tempo delcorso d'acqua,Di fronte si dispiegano gli alti­piani di Murgecchia. MurgiaTimone, Acito-San Campo.

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A sud si collocano una serie dipianari come Trasano-Concad'Aglio, Bruna, Selva Molvezzi,Selva Venusio, Selva Monsigno­re, Bosco di Lucignano, MurgiaSant' Andrea, che a volte siaffacciano su ampi strapiombi,Dalle alture di Tempo Rosso sipuò osservare l'andamento deltorrente Gravina,Diversi pionori sono attraversatida profonde gravine: quellapercorso dal torrente Jesce oquelle che contraddistinguonoil vallone dello Femmina, il val­lone del Prete, ii vallone delloLoe e quello delle Tre Porte.Un ripiano si colloco a 500 metridi quota a Piano Trasano­Conca d'Aglio. Un altro model­lato dall' azione abrasiva delmare, ubicato a 400-425 metridi quota, è osservabile tra mas­seria Bologna ed il bosco delComune.Tra questi due ripiani si collocauno scarpata alta una trentina

di metri di probabile origine tet­tork:o, in seguito divenuta (00

di abrasione modellato dal­l'azione dei moriSui gradini che separano variterrazzi incisi neli' ammasso roc­cioso di varia angine si sono for­mate una serie di cavità chel'uomo ho rielaborato o ingran­dito adottandole o vari usoSono questi i luoghi dello cosid­detta civiltà rupestre,Un esempio tra i più interessantiè costituito dai villaggio Sara­ceno, presso Cristo lo Selva,rappresentato da uno sessanti­na di caviTà poste a diversealtezze.La facilità di adattare le grotteod abitazione e di scavarnealtre ha fotto sì che questezone venissero abitate fin dalpaleoliticQ, anche se è statoosservato in sede archeologicoche: \(sarebbe necessario unlavoro di ricognizione per indivi­duare i vari terrazzi e le varie

località lungo le gravine chehanno restituito strumenti di variperiodil\2.Sta di fatto che nello Grotta deiPi pistre Il i sono stare ritrovate,assieme a reperli litici delpaleolitico medio e superiore,resti faunistici di Ursus spelaeus,l'orso delle coverne e di Cer­vus elaphus, a dimostrazione diun ambiente originario ricco dilaghi e di foreste, in un climatemperato caldo,In diverse località della Murgiamoterana sono attestati villaggitrincerati risalenti al periodoneolitico Murgecchia. Murgialimone, Tirlecchia, Tre Ponti eTrasano. Altri villaggi eranodislocati sulle colline e sui terraz­zi posti a nord di Matera: Mati­nelle, Sette Ponti, Serra d'Alto,uno degli episodi più arcaici delneolitico materano,li loro progressivo abbandonosarò interrotto nel tempo daldiffondersi di nuove culture:

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cppenninica e subappennini­ca,Meno ampia e più incertaappare lo documentazionearcheologica proveniente dagrotte e do stazion i all' aperto,laddove con lo prima età deimelalli, ovvero con l'inizio dellociviltà appenninica, si fisseran­no insediamenti, che avrannoampio sviluppo in età successi­ve.Alla fase appenninico sono rife­ribili le prime testimonianze stori­che del centro di Matera rinve­nuto olia Civita e presso lo cat­tedrale.Degli abitati del ferro sono notisoprattutto quelli di MurgiaTimone e Murgecchia, mentreun altro villaggio sorgeva o Tim­mari.Si sa che l'arrivo dei Greci sullacOSTO determinò gradualmenteuna rottura di equilibrio nelmondo indigeno sino ai centripiù interni finché, con lo con-

quista dello Lucania do partedei Romani si verificò l'abban­dono degli agglomerati agricolinel iV e V secolo rifrequentatialle soglie dell'alto medio8vo edel medioevo, con lo trasfor­mazione dei grondi santuaripagani in luoghi di culto cristia­no, come avvenne, od esem­pio, o Rossano ed o Tlmmari,Nell'alto medioevo lo Gravinae le forre rocciose dello murgiamaterana tornarono a nuovavito con lo presenza di asceti edi eremiti.QuesTi ultimi eressero o propriadimora le numerose cavitànaturali dell'areo, adattandonel tempo io friabile roccia ditufo o il duro calcare alle esi­genze abitative e cuituali del­l'epoca: dalle cripte, alle laure,01 cenobio, alla vito comunita­rio,l.' insed io mento um o no hodeterminato, inoltre, attorno0110 Civita un ambiente di tipo

urbano nei Sassi caveoso ebarisano o insediamenti sparsinelle contrade: Ofra, Selva, Viti­sciulo ed Annunziato, Entrambierano basati su una economiachiusa di tipo agri-pastorale.fina,izzota più all'autoconsumoed alla integrazione alimentareche allo scambio commerciale.Labate Forlis, il quale accom­pagnò ii conte svizzero CarloUlisse De Salis Marschlins in viag­gio nel 1789 in diverse provincedel Regno di Napoli, raggiuntaMatera altraverso Altamura,Gravine ed il bosco di Picciano,ha lasciato un preciso ritrattodella città dei Sassi situata inuna vallata profondo 300 metrisui cui scoscendimenti, doambo i 100i'i, s'aprono caverne ogrotte, l'uno posta sopradell' altra.L'abate rimase suggestionatoda queste grotte e così ne scris­se: «Sembro che solo le grotteservissero di abitazione negli

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Foto OttOVIO Chiorodia

antichissimi tempi, giacché lecase hanno l'apparenza diessere state costruite nel sedi­cesimo secolo; e fra le grotteve ne sono di quelle che nonsolo hanno dovuto essere in ori­gine chiese o coppelle, unodelle quali viene ancora chia­mata Santa Moria dell'Abbon­danza, ma vi sono anche deiconventi, che serbano le trac­ce dell'antica destinazione)3.Cinquant'anni dopo CesareMalpica, romanziere e poeta diCapri stabilitosi prima a Salernoe poi a Napoli, a Matera nelgiugno 1847, con piglio giorna­listico così descrisse lo città:j\lmmaginate due volli divise fraloro da un rialto di terra, unovolto o tramontana l'altra amezzodì: due valli profondescavate dalla natura del tufode' colli. Su per le falde, enell'imo di queste valli seguen­dane lo formo, ponete dellecase; su q uell' altura (.,.) fateche s'alzino altre case, templi,palazzi e altri edifici e avreteuna città che siede infra dueuna triplice città, bizzarra per lesua forma, curiosa per le tont€scene che ti offre. La cittò alteè lo Civitas, lo città primitiva,antichissimo, le due valii cheora le san sorelle furon dappri­ma suoi borghi (",). Quando svolle ingrandir lo Civitas, i bor­ghi furon nomati Sassi (".), Lecase dei Sassi sono costruite inmodo che uno serva di base011' o Itra. Frammezzo ad esseserpeggiano vie e viottoli, scen­denti, ascendenti, di su. di giù,o manca, a ritta ( .. .)))L.

Gli insediamenti monastici si svi­lupparono nella gravina nelcorso del medioevo tra il X-XIsecolo in coincidenza con ildiffondersi prima del monache­simo basiliano e poi di quellobenedettino in diverse regionidel meridione.Anche o Matera giunsero alcu­ni monaci di rito greco e siebbe quanto meno uno scam-

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,Coro CttClIJI0 Ch'orCldic

bio e diffusione di idee tracomunità religiose lontane estabilitesi in diversi luoghi.Presenze di tipo bizantino sisono materializzate, od esem­pio, nell'impianto architettoni­co e negli affreschi delle chiesedi San Gregorio (distrutta daimandanti delle ruspe), di SantaBarbara e di San Luca.AI diffondersi del monachesimobenedettino è attribuibile, inve­ce, l'impronto latino e romanadi chiese come Santa Mariadella Volle o di quella dellaCripta del Peccato Originale,l'unica in cui siano descritte

~.::

scene del vecchio Testamento.Sono più di cento le chieserupestri del materano nelle cuicripte si integrano gli elementiliturgici delle due confessionireligiose, mentre altre ancoracome lo Cripto dello SpiritoSanto sono venute alla luce inpieno centro storico.È stato notato come l'architet­tura e gli affreschi rivelino piùche altro concezioni estetichelatine con influssi bizantini, men­tre l'architettura sia da unpunto di vista estetico che fun­zionale può ritenersi tipicamen­te locale.Una fusione di diversi schemiculturali, alla cui base vi è statauna osmosi di stili e di concezio­ni tra influssi cappadocesi escuole locali. Espresse in formepopolaresche, rappresentano ­come è stato scritto - una pagi­na originale delle tematichefigurative ed architettonichedella Basilicata::,L'intera area dell'altopianomurgico materano con le suegravine rappresenta oggi, daun punto di vista naturaiisticoun esteso sistema di biotopirupicoli non montani di estremointeresse e d i raro riscontronella morfologia di altri pae­saggi che non siano quelli delleMurge della contigua Puglia.La vegetazione e lo flora dellaMurgia materana, indagata

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,"eh C Il (wic Chiaradia

agli inizi del Novecento do AFiori 6 , custodisce ancoro inte­ressanti specie floristiche, nono­stante l'opero distruttrice daparte dell'uomo dei residuiboschi che adornavano gli alti­piani della Murgia, per farnetraversine nella costruzionedella linea ferroviaria Taranto­Bari,A testimonianza della vegeta­zione del passato, molto piùricca e vario, restano ancorosul costone sinistro dello murgiadi Matera due complessiboscati: il bosco del Comuneed il bosco di Lucignano,Il bosco del Comune di Materaè rappresentato da un querce­to a roverella Quercus pube­scens ed o fragno Quercustrovano, con lo caratteristicoed importante presenza dellaquercia spinosa Quereus eoc­eifera, con sottobosco a Pisto­cio /entiseus, Phillyreo medo eRuseus oculeatus,

Il bosco di Lucignano, Invece, ècaratterizzato da un massiccioconiferamento a Pino d'Aleppoe presenta nel sottobosco:mirto, lauro, aloterno e terebin­to,AI di là delle superfici coltivatee dei boschi a macchia medi­terranea, lo gran parte dellasuperficie murgica manifesta iltipico assetto della macchiabassa o gariga e delle landestepplche ad asfodelo e adasfodeline,Una tappa del processo involu­tivo della vegetazione naturale,aggravata dal degradoambientale, dai processi diantropizzazione, dai tagli, dagliincendi e dal pascolo irraziona­le ed indiscriminato,Del precedente strato arboreorestano tracce sporadiche incespugli di Quercus l/ex, diginepro e di biancospino,Lo strato erbaceo è rappresen­tato in primavera ed in autunno

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do graminacee, da leguminosee do una diffusa coltre vegeta­le,La Murgia e le Gravine di Mate­ra riservano, però, altre sorpresedo un punto di vista floris'lìco,per lo particolare natura acidoe calcorica del terreno checonsente lo vita a numerosespecie orchidacee, alcune uni­che e rare,Una ricerco, ancora in itinere,intrapresa di recente dall'Istitu­to di Botanico dell'Universitàdegli Studi di Bari ha già fruttatolo scoperta di nuove entità flori­stiche e lo segnalazione dinuovi ibridi e di nuove specie diorchidee?,Anche lo fauna dello Murgiamaterana presenta uno conno­tazione specifica nella presen­za del grillaio, un rapace colo­niale, anche migratore, presen­te da aprile ad agosto, confusocon il più comune gheppio, locui popolazione assieme a

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quello delle limitrofe Murgepugliesi è l'unica attualmenteconosciuta in tutta l'Italiapeninsulore,Numerosa è, inoltre, l'erpeto­fauno con lo presenza di viperee di altri rettili tra cui saettone,biacco, cervone, luscengola.Tra gli uccelli si segnalano: allo­dola, calandro e cappellacciotipici dei coltivi e dei pascoli:averla, merlo e tordo, che fre­quentano le macchie, Tra irapaci diurni degni di notasono il gheppio ed il nibbiomentre tra quelli notturni siannoverano barbagianni egufo reale,In volo sulle forre delle gravinee sui ripiani della Murgia ancheil capovaccaio, tipico avvol­toio degli agnelli, localmentenoto come lo posquorel/o per ilperiodo in cui compare,Tra i mammiferi sono presentianche tasso ed istrice ed i piùcomuni: donnola, faina, volpee lepre,Altro è il discorso sull'abbonda­no e sull'utilizzazione di questopatrimonio storico, artistico,architettonico dal passato ainostri giorni,Basterò ricordare come soltan­to di recente una legge dellaRegione Basilicata, a distanzadi ben dodici anni da analogalegge, ha esteso il riconosci­mento (tra cui anche quelloarcheologico) dell' importanzadi questo patrimon io storicoartistico naturale anche allechiese rupestri ricadenti nelcomune di Montescaglioso epiù in generale od altre eviden­ze naturali incluse nel compren­sorio moterano. come, odesempio, quello costituito dallemasserie fortificate, o Itra testi­monianza del passato relativaall'utilizzazione agri-pastorale diquesta parte di territorio lu­canoS.Intanto dalla vicina Puglia èstato sollecitata una tuteloconcreto delle gravine pugliesi,

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Foto Ott;wio Cr,iofodia

mentre lo stesso esigenza ditutelo delle chiese rupestri delmaterano si va saldando conanalogo esigenza di tutela delpatrimonio delle chiese rupestridislocate nelle gravine pu­gliesiQ

,

Un modo corretto di impostoreil problema che porta con sé ilrischio, però, in assenza di con­crete forme di gestione territo-

Note:

J Il Colamo'tico ho d;stir~o le Murgepug:iesi in due sei-ori: quelle di nord­ovesl e Glielle di sud-est. divise doll'in­sellcturo di Gioia del Colle. Cfr. C. Cola­mon,co, La geogra,fia a'e/la Puglia, Pro"filo monogrofico regionole, 2" ed ..C ressoti, Bori, l 926. «U ne sue d ivsicne'tUl solo geografico, mc C.; climatolo­gica, floriSTica, fau'listica e storico cultu­rale» lo giudicaro A. SIGISfV10NDI e N.TEDESCO, Na!ura in Puglia. F,'oro, faunae ombre,I,t.i Ilo turoli, M. Adda ed" Bori1990, p. 153.

2 :<. GRIFONI CREl\·10NESI Le cuitureoreistonche ne,i territorio di Matera, inAA. V'I" li museo nazlonaie Ria'ola d'/'vla te ra , a cc;ra dello SoprintendenzaArcheologico de!la Basilicatc ed.Meta. Matera 1976, p. 19.

3 C. U. DE SALIS IV1ARSCf-'L1NE, Ne,ii<egno 0'1 Napoli. \/,'agg.' attraversovarie provincie nei ) /89, o cura di T.Pedo, Congedo ed., 1979. p. 157. Unauiteriore panoramica de viaggiatoriche vis;tarcnc lo città d Matera è ripor­tola da, IV. PADULA Antoiogio mate­rana, ed. F.lli ~'Ionlemurro, Mate'a,1965.

4 c. iVIA'~PICA La BosiNcato Impress.io"ni, ed. A. Festa, Nopoli, 1847.

5 M TOI\t1IV1ASELLI. Guio'a aelie chiese.rupestri aSi malerano, ed. Uons Interro·tonai Distretto 108v, Club d, Matera,sd (Ii"·a -1988) L'arte rupestre, il' L.ROTA, M. Torv',MASE!_'~: .. F. CONESE,IHatera. Storia di una cittò. ed. B.I\1.G"1981 pp. 89-189; LA SCALE~TA Le Chie"se rupestri di Matera. De Luce ed.,

riale do porte degli enti locali,di procastrinore sine die lonecessità di garantire unaimmediato salvaguardia terri­toriale od un patrimonio chel'incuria e l'imprevidenza degliuomini rischiano di compro­mettere irrimediabilmente,

Giuseppe Settembrino

Roma, -S66, C D FON3ECA, Lo dviit6rupestre in terra jOn,'co Bestett,. Roma1970.

6 A. FIORI, t'l'UOVO fiora ano,'itica o",' toi,"o ,~irenze. -,923-1925.

7 Le 'icerc~~e in corso hcrno portato adune serie di nuove segna.azioni tre cuile seguenti specie: Carum multif,'crumScrophuiaria lucida, EuphorblO wei(uri­ni, A!Jium atrovicioceum, AiUummcschatum, Cen!ranthus calcitrapo,Giobuiario pundota, Sature)o cuneito­,'io, Solanum e iagrifolium , ire5 ,eseudo­pumlia ed 0110 scoperta di ruovi ibrid edi nGove specie di orchidee

8 M. rOM fV,ASE LLI. Le mossene forfi(ico­te dei moterono, De Luco ed" Ro:--:a.1986.

9 Cfr L. r 16. 1.1978. n. 3, istituzione de,'parco storico naturale deNe Chieserupestn di iv!atera, obrogo-a COI' L. r.3.4. J990, n. 11. istituzione o'ei Porcoarcheoiogico storico naturale deiieChiese rupestri del lViat.erono, in B. 'J.Basilicata n_ 6. Sullo slesso argomentocfr. N. TE DESCO. Un grande parconaturale per l'arco Jonico c'elie gravine,in Umanesimo della Pietro. n. 6. gen­naio 1991. pp. 'l" 18; R. N,GRO, Viag­gio in Puglia, ed. Laterza, Bori 199". Cfr.hf;ne, il disegno di legge n. 50, -1987,presentato 01 Senato dello Repubblicanel corso del'a X Legislatura. successi­vamente ripresentctc a fir~a ci altri nelcorso di q L:esl0 ·egislotc;ra. Conserva­zIOne e recupero urbanistico, ombien­taie ea' economico degii habitat rupe­stri e aelle test::'Ttonianz8. storico-artist,'­che o'eJ,'e grovine.

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