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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI <<G. d’ANNUNZIO>>
CHIETI
FACOLTA’ DI SCIENZE MANAGERIALI CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA E MANAGEMENT
PESCARA
TESI DI LAUREA
IL PROCESSO DI INNOVAZIONE DELLE AZIENDE DI CREDITO LA BANCA VIRTUALE
LAUREANDO: RELATORE:
Anno Accademico 2004/05
INTRODUZIONE
I profondi cambiamenti che negli ultimi anni stanno caratterizzando
la struttura dei mercati finanziari e bancari, spingono gli
intermediari a rivedere le proprie strategie competitive, a
promuovere una radicale tras formazione della struttura
organizzativa e a valutare nuov i livelli di efficienza e di
innovazione.
L’incremento del livello di concorre nza cons eguente ai
cambiamenti dei vincoli normativi e territoriali (ad esempio la
globalizzazione dei mercati) e l’affinamento della domanda
conseguente all’evoluzione della c lientela bancaria, più competente
ed esigente in materia di serv izi e di prodotti com plementari,
costituiscono i princi pali fattori ne l cambiamento delle strategie e
delle strutture organizzative nel mondo finanziario.
Un terzo fattore da considerar e, ancora più i mportante, è
rappresentato dalle i nnovazioni tecnol ogiche, con particolare
riferimento all’evoluzione dell’in formatica, che costituisce la
tecnologia di base anche per l’ attività finanziaria. Nel settore
1
finanziario e bancario, infatti, la tecnologia informatica interessa
non s olo l’attività amministrativa e di controllo, ma l’intero
processo produttivo degli intermediari finanziari.
La tecnologia ha un ruolo basila re nel nuovo scenario competitivo
in cui operano gli intermediari fina nziari, in quanto, da strumento
passivo de stinato alla ri duzione dei costi e alla razio nalizzazione
delle proce dure interne (nel passat o si trattava di autom azione di
quest’ultime più che utilizzo qua litativo delle tecnologie), è
diventato un fattore dinam ico ed innovativo per le banche, una
forza pr opulsiva capa ce di favor ire la nascita di nuove tecniche,
nuovi strutture di pro duzione e distribuzione in grado di offrire
prodotti che colgono i bisogni più sofisticati del cliente e che,
creando va lore per lo stesso, lo conquistano e fidelizzano fino a
creare nuovi mercati.
Il problema dell’applicazione della te cnologia ai servizi finanziari
sembra di particolare importanza nel caso italiano, caratterizzato da
strutture di costi particolarm ente rigide. Ben presto l’autom azione
smette di essere un semplice strume nto di c ost saving e dive nta un
vero e proprio strum ento di m arketing; l’accresciuta conc orrenza,
grazie anche agli accordi internazionali, obbliga le banche a porsi in
modo aggr essivo sul m ercato, ce rcando contem poraneamente di
2
strappare clienti altrui e fidelizzare il più possibile i propri mediante
l’offerta di servizi ad alto contenuto tecnologico.
In un certo senso, analogam ente a quanto avvenuto in altri settori,
anche le banc he, pe r adattarsi al processo di trasformazione
dell’ambiente esterno, hanno via via modificato il propr io modo di
rapportarsi al m ercato, assum endo c omportamenti che ha nno
determinato un progressivo orient amento ad esso secondo il
concetto di marketing. Le attività del marketing finanziario, quindi,
dovranno andare in questa direzione, sfruttando le nuove tecnologie
per acuire il livello di attenzione sui bi sogni dell’indi viduo: il
cliente deve rimanere il centro ne vralgico a cui vanno indirizzate
tutte le attività con l’obiettivo di arrivare a fornirgli la soluzione
adeguata nei modi e nei tempi indicati per ogni sua specifica
esigenza.
L’idea che sta infatti alla base della società digitale è quella di poter
gestire le complesse relazioni inte rcorrenti tra l’impresa e i su oi
interlocutori, in m odo da consid erare ciascuno non pi ù come parte
di un vasto segm ento be nsì co me un vero e proprio m ercato
individuale. Il marketing, qui ndi, dovrebbe evolvere passando da
una concezione di massa, con politic he tendenzialmente uniformi,
ad una cos iddetta “one to one”, in cui le iniziative tendono ad
3
essere personalizzate; l’attenzione si sposta, in questa situazione,
dalla quota di mercato alla “quota di cliente”.
Nasce così la banca virtuale, la cui pre rogativa è quella di
permettere al cliente di effettuare operazioni a distanza, 24 ore su
24, 7 giorni su 7, usufruendo di mezzi di telecomunicazione quali il
telefono ed Internet; l’attivazione di canali distributivi virtuali, sia
integrativi e complementari che alte rnativi alle filiali, rappresenta il
punto d’incontro tra la necessità di cam biamento, da un lato, e l e
possibilità d’evoluzione offerte dalle tec nologie informatiche,
dall’altro.
Oggetto della tesi è l’analisi dell ’impatto del nuovo m ezzo Internet
sui processi di produz ione e dist ribuzione dei servizi finanziari e
l’importanza della tecnologia nella relazione con l a clientela.
Ulteriore scopo è que llo di evid enziare com e, adottando sapienti
strategie di marketing orientate esclusivamente al cliente on line, il
fenomeno del virtual banking sia indispensabile per la competitività
del settore bancario. E’ senza du bbio di primaria importanza il
ruolo giocato dalle nuove tecnologie, capaci di annullare il concetto
di distanz a e diffondere una cultura dell’appre ndimento c on
l’acquisizione di inf ormazioni in tempo reale e a basso costo.
Tuttavia, bisogna tenere presen te il fatto che l’e-banking è un
4
mondo nuovo, in piena trasformazione ed evoluzione, nel quale non
esistono ancora risposte certe e definitive.
Di seguito viene descritta la struttura del lavoro.
Il prim o capitolo cer ca di definire il virtual ba nking, passando
attraverso la storia e l’evoluzi one del fe nomeno per poi esaminare
le scelte strategiche e di mark eting della banca, de scrivendo i
servizi e i prodotti proposti nel nuovo modo di operare e il ruolo da
essa assunto nell’ambito del co mmercio elettronico. Quest’ultimo
sta diventando assai im portante an che per il settore bancario, in
quanto offre alle banche diverse soluzioni promettenti, non solo
inerenti la vendita di prodotti m a sopr attutto riguardanti il
vantaggio strategico nella gestione delle relazioni, dato dal senso di
sicurezza da esse trasmesso nei consumatori on line.
Per quanto riguarda i servizi/p rodotti a distanza il panorama è
piuttosto differenziato: accanto al trainante trading on line,
convivono sia operazioni bancari e tradizionali trasportate sui nuovi
canali, sia prodotti e serv izi altamente innovativi, come ad esempio
aste telematiche, disponibilità di ba nche dati, prenotazioni biglietti
e così via.
Nel secondo capitolo si esaminano i principali canali remoti (ad
esempio phone banki ng, hom e ba nking e d Internet banki ng) che
5
possono essere utilizzati in un progetto di banca virtuale o
multicanale, il loro grad o di diffusione, la familiarità nel servirsene
da parte degli utenti e le potenzia lità di sviluppo. Tra questi ci si
soffermerà per tutto il resto del lavoro sul Net ba nking, il canale
innovativo più attuale e caratteristico della new economy.
Viene anche analizzata l’evoluz ione subita dai call center
nell’ambito del fenom eno ba nca virtuale; questo processo è
indicativo dei vantaggi e delle po ssibilità che comporta, in quanto
da semplici centri di contatto con la clientela si sono trasform ati in
unità in grado di com unicare ed interagire con tutti i canali di cui
può servirsi una banca.
Il terzo capitolo riguarda le di fferenze e i vanta ggi/svantaggi del
virtual banking rispetto alla banca tradizionale e i possibili approcci
perseguibili da una banca che intr aprende un’iniziativa virtuale.
Nello stesso tempo vengono cons iderati anche gli aspetti critici e i
costi che comportano l’utilizzo di un nuovo sistema distributivo.
In particolare, le banche trad izionali sono quelle che hanno più
sofferto il rinnovam ento, se hanno scelto di seguire comunque il
nuovo fenomeno, in quanto hanno dovuto affrontare gravi problemi
di riconve rsione del personale di sportello (sostituibile dal
computer) e di riorgani zzazione della rete di filiali e agenzie; le
6
nuove banche, invece, sono sorte con un’impronta organizzativa già
orientata all’operatività attraverso i canali telematici (strutture
flessibili, assenza di filiali onerose, professionalità del
personale,…).
7
CAPITOLO PRIMO
LA BANCA VIRTUALE
I.I LA SFIDA DELLE BANCHE
Il quadro nel quale le banche si trovano ad operare è profondamente
mutato. Nel mondo finanziario è in corso una rivoluzione: mentre le
istituzioni finanziarie si confront ano con il problema di attirare e
mantenere i propri clienti in un am biente in cui le regol e del gioco
cambiano continuamente, esse stanno completamente ripensando la
loro struttura distributiva, basata sulle filiali, a favore di nuove
strade per raggiungere i clienti nei luoghi dove vivono e lavorano.
L’attività d’intermediazione non è più un elemento loro peculiare in
quanto, a differenza del passato , esse non hanno una m aggiore
disponibilità e migliore capacità di elaborazione dell’informazione
rispetto ad altri operatori. Caratte ristiche come la conoscenza delle
opportunità d’impiego, la capacità di valuta re il profil o di rischi o
degli inves titori, la capacità di realizzare portafogli ottimali d i
attività e p assività finanziarie in relazione alle esigenze del cliente,
8
non a ppartengono pi ù esclusiva mente alle banc he: ciò che esse
sono in grado di offrire al cliente oggi è l’accesso ai servizi più che
la produzione degli stessi.
Le ba nche si trova no qui ndi, da un lato, nella necessità di
migliorare il processo di erogazione e, dall’altro, di rafforzare le
barriere all’entrata di un settore che fino a pochi anni fa era
impenetrabile. Ci sono concorrent i provenienti da settori diversi da
quello finanziario che riescono ad infrangere le barriere all’entrata
attraverso 1:
• nuovi modelli distributivi: i ca nali innovativi so no economici,
possono es sere utilizzati per erogar e diverse tipologie di servizi e
sfruttano tecnol ogie e strutture ch e non sono pr oprie del sistem a
bancario;
• il ricorso massiccio a nuove tecnologie o a tecnologie tradizionali
utilizzate in modo innovativo.
L’uso di Internet, inteso com e veicolo com merciale, ha assunto
sempre maggiore importanza ne l corso degli ultimi anni, con
profonde implicazioni per il mondo finanziario. Un elevato numero
di banc he (nonché di loro riva li non bancari) hanno abbracciat o
1 Per a pprofondimenti si veda B IFFI A., FIL OTTO U ., Soluzione banca virtuale, Azienda Banca, Milano 1997, pag. 34 e segg.
9
Internet, vedendol o c ome canale di vendita per raggiungere un
vasto m ercato, o, da un diverso punto di vi sta, come un veic olo
pubblicitario per i propri servizi.
Altre banc he hanno visto la Rete com e una m inaccia, in qua nto
esaspera la competizione in modo dra mmatico, virtualm ente
trasformando ogni casa in una potenziale filiale.
In un contesto nel quale 2:
sempre più persone utilizzano il computer;
i PC costano sempre meno e sono sempre più diffusi;
gli investimenti e la liberalizz azione delle reti comportano una
riduzione dei costi di collegamento;
la clientela, col passare del tempo, acquisisce una m aggiore
predisposizione verso i nuovi canali; le banche dovranno sviluppare
una nuova logica distributiva, c he non esclude lo sportello, anzi lo
farà assurgere ad elemento differ enziante rispetto ai concorrenti
non bancari.
2 Si vedano FALETT I R., P ACCHIARDO E., La banca virtuale, Zan ichelli, Milan o 1999, pagg. 87-96 e BIFFI A., FILOTTO U., Soluzione banca virtuale, op. cit., pag. 51 e segg.
10
Un aspetto non secondario della sfida a cui le banche sono chiamate
è rappresentato dall’importante ruolo che esse possono svolgere nel
promuovere la cultura informatica (in particolare nei rapporti con la
clientela) e nel favorire un rapi do sviluppo delle innovazi oni
tecnologiche nell’econom ia, pe r sostenere la crescita della
produttività, dell’occupazione e de l livello di competitività del
Paese. A questo riguardo, gli istitu ti di credito dispongono di un
patrimonio di conoscenze, compet enze e strutture che garantisce
loro un va ntaggio nei confr onti dei nuovi entranti. Se sap ranno
assecondare il cam biamento non pe rderanno la lor o posizione
dominante, mentre se il loro patrimonio dovesse costituire un
vincolo all’evoluzione delle tecniche di approccio al cliente, allora
molte banche potrebbero trovarsi irrimediabilmente spiazzate.
I.II LA DEFINIZIONE DI BANCA VIRTUALE
Nel tempo la banca ha trovato nuove strategie e nuovi modelli
organizzativi con cui operare sul mercato, anche per rispondere alla
11
naturale evoluzione dei modelli co mportamentali dei propri clienti
e sfruttare le possibilità offerte dalle nuove tecnologie.
Proprio perché gli istituti bancar i si stanno confr ontando c on una
realtà del tutto nuova e in continua evoluzione, la banc a virtuale si
sta am pliando c ontinuamente nel tem po e quindi non consiste in
una soluzi one definit a, m a ad essa viene associata una gam ma
articolata di soluzioni.
La ba nca a distanza o virtuale è un nuovo m odello or ganizzativo
nel quale l’insieme d ei canali distributivi di natura telematica, dei
prodotti/servizi e delle competenze di marketing consente, senza il
contatto di retto con i l personale bancario, di erogare servizi alla
clientela in modo potenzialmente personalizzato 3.
Tale modello permette di fornire soluzioni ad hoc per ogni specifica
esigenza, in tem po r eale e in m odo c ompleto e soddisfacente ,
intessendo relazioni di lungo periodo con la clientela.
Nel concet to di virtual banki ng o Net-banking rientrano tutte le
forme di erogazione dei servizi bancari che non richiedano al
cliente di recarsi allo sportello. Ne conse gue la destrutturazione
della banca tradizionale e la sua ridefini zione secondo nuove
3 Per appr ofondimenti si v eda CO MANA M., Opportunità e rischi delle strategie di virtual banking, in Banche e Banchieri n. 2, 1999
12
logiche organizzative, con il prevalere delle relazioni a distanza con
la clientela. Si può par lare di una vera e propria "rivoluz ione", dal
momento che in passato era il cliente ad andare in banca a d
affrontare lunghe attese per accedere allo sportello, mentre ora è
l’istituto di credito ad avvicinarsi all’utente.
Non è tanto importante ciò che può essere realizzato (erogazione di
servizi per mezzo di canali complementari telematici), ma piuttosto
il modo con cui la banca procede alla fornitura dei servizi (maggiori
opportunità offerte alla clientel a per m ezzo dei nuovi canali). Si
tratta di una banca m arket-oriented, cioè una forma di business che
fa suoi i principi ispiratori del marketing, che privilegia i sistemi di
customer service e il controllo della customer satisfaction 4.
L’obiettivo primario del nuovo modo di “fare banca” consiste
principalmente nel fornire un servizio “superiore” volto ad offrire il
miglior rapporto di costo/qualità in relazione alle specifiche
esigenze espresse.
Le caratteristiche che deve avere una ba nca per essere virtuale
sono:
- Everything: offrire un accesso ad una vasta gamma di prodotti;
4 Si veda SORRENTINO M., Il paradigma Internet a supporto dell’innovazione e della diversificazione dei modelli distributivi, in Banche e Banchieri n. 2, 2000.
13
− Everytime: 365 giorni all’anno, 24 ore al giorno;
− Everywhere: da ogni luogo;
− Everyway: utilizzando tutti gli strumenti possibili.
In definitiva, tre sono gli aspetti da s ottolineare nel concetto di
banca virtuale 5:
• il prim o è rappresentato dal r uolo assolutamente fondamentale
ricoperto dall’Information and Communicati on Technology (ICT),
che permette di rivede re i conten uti organizzativi della banca e di
modificare le modalità di erogazione e di fruizione del
prodotto/servizio ba ncario, assumendo un r uolo non pi ù
strumentale e divenendo il fattore abilitante del nuovo modo di
concepire la banca;
• il secondo è che in quest’ottica ciò che assume rilev anza non è
tanto il contenuto dei prodotti tra ttati, quanto il contesto in cu i
avvengono le transazioni e le infrastrutture utilizzate;
• il terzo è che per ritenere virtuale una banca occorre che i sistem i
distributivi remoti non siano accesso ri alla normale operatività, ma
centrali, se non esclusivi, nel modo di proporsi nel mercato.
5 Per app rofondimenti si vedan o OM ARINI A. , Banca virtuale: quale strategia impostare per creare valore, i n B anche e B anchieri, n.2 1997 e B OMBONATO C ., ROSNATI G., Tre tappe per la Banca Virtuale, in Azienda Banca, aprile 1997
14
I.III LE TAPPE DELL’EVOLUZIONE
Per m eglio com prendere cosa sia una banca virt uale, occorre
sottolineare quale sia stata l’evoluz ione che gli istituti di credito
hanno subito nel tempo.
La banca tradizionale, quella che ancora oggi esiste e pros pera,
offre un alto livello di servizio attraverso la copertura capillare del
territorio mediante filiali caratterizzate da un sistema produttivo
dotato di un elevato gra do di integrazione verticale e di
automazione di processi; ogni spor tello si presenta com e un punt o
di servizio indifferenziato, capa ce di offrire un’ampia gamma di
prodotti. In questo modello di banca si p erseguono
standardizzazione, normalizzazi one e industrializzazione dei
processi. La tecnol ogia, esse nzialmente “labour intensive” e
caratterizzata da un’elevata specia lizzazione, viene utilizzata per
ottenere benefici in termini di efficienza, attraverso procedure
automatizzate e i primi strumenti elettronici (ATM, Bancomat).
La tappa successiva è quella della banca elettronica, che modifica i
processi e le m odalità di esec uzione m ediante la tecnologi a,
ricercando efficienza ed efficacia attraverso i primi sportelli non
15
presidiati e mediante le pionieris tiche, soprattutto nel caso italiano,
forme di rem ote banking (termine generico che include di verse
modalità di “fare banca a di stanza” tramite collegamento
telematico). Inizialmente si faceva no le ste sse cose ma in modo
diverso, successivamente ci si acco rse che era possibile realizzare
nuovi servizi e rappor tarsi diversamente con il cliente; il processo
produttivo richiede nuove comp etenze, che però non sono
alternative a quelle tipicam ente bancarie, non perm ettendo quindi
alla banca elettronica di poter prescindere dalla banca
tradizionale 6.
La fase successiva, quella della banca virtuale, è caratterizzata dalla
erogazione di prodotti e servizi a ttraverso sportelli non presidiati e
mediante strumenti tecnologici informatici e telematici. Ne
consegue un’offerta mediante sp ortelli automatizzati d elocalizzati
di proprietà della banca, l’acce ssibilità alle operazioni bancarie
tramite terzi (es. centri commerciali) o direttamente dalla sede del
cliente (home/corporate banking), l’eliminazione della carta moneta
e la sua sostituzione con l’informazione (es. gli acquisti via Internet
con carta di credito), la m aggiore comodità per gli utenti nella
6 Si veda ANDERLONI L., PORZIO C., L’innovazione finanziaria in Italia: un’analisi empirica, in Banche e Banchieri, op. cit., pagg. 63-65
16
fruizione dei servizi offerti dall a loro banca, i minori costi di
gestione da parte dello stesso ist ituto bancario (non ci sono molte
filiali da gestire, serve meno personale, ...).
I.IV LA STORIA DELLA BANCA VIRTUALE
L’Internet banking ha dovuto affrontare numerosi ostacoli prima di
potersi affermare definitivamente . Rispetto al mondo bancario,
questi sono sia di carattere endogeno (evol uzione dell a m issione
aziendale, cambiamen ti nelle strate gie, nell’organizzazione e nella
politica degli investimenti) si a esogeno (alfabetizzazione
informatica dell’utenza, investimen ti pubblici e privati su reti a
larga banda, limitazioni normative ch e regolano la veicolazione dei
prodotti finanziari e la gestione delle informazioni raccolte
attraverso i canali remoti – questione della privacy).
Il suo sviluppo ha attraversato e sta, tuttora, attraversando tre fasi 7:
7 FALETTI R., PACCHIARDO E., La banca virtuale, op. cit., pagg. 51-56
17
1. fase iniziale: in questa prima fa se la m aggior parte delle banche
ha deciso di essere presente in rete solo per una questione di
emulazione;
2. fase di sviluppo: in questa seco nda fase si passa all'i nterattività
con la clientela, a cui viene proposto un servi zio non s olo
informativo ma anche dispositivo, consentendo al correntista di
operare direttamente via Internet;
3. fase avanzata: quest'ultima fase sembra quella che più facilmente
caratterizza lo stato attuale e sarà presente nel prossim o futur o,
quella in cui le banche offrono, attr averso la rete, prodotti e servizi
diversi da quelli un tempo disponibili allo sportello.
In dettaglio, la storia del NetB anking it aliano c omincia con la
comparsa sul Web del la Cassa di Risparm io di Firenze nel 1995,
anno in cui di I nternet si com inciava a parlare con crescente
entusiasmo, ma erano relativamente pochi g li italiani dotati degli
strumenti e del reale interesse per navigare sulla grande Rete.
Le ba nche italiane, a differenza di quelle europee, manifestavano
una certa diffidenza nei confron ti di questo nuovo m odo di “fare
banca” e tra i fattori che maggiormente le inibivano vi erano i costi,
la questione relativa alla sicurezza, la sc arsa diffusione dei PC e la
difficoltà nel ripensare i processi aziendali. Altri aspetti quali
18
l’immagine, il vantaggio comp etitivo, il marketing e la
fidelizzazione del cliente erano considerati ancora poco importanti.
In un certo senso erano le societ à più giovani e marketing-oriented,
per lo più di piccole dimensioni, le più attive nel settore ed in
generale non c’erano dei m essaggi particolari di m arketing, tranne
quello, sottinteso ed implicito, di volersi presentare come una banca
innovativa 8. La forte presenza di piccole banche, se da un lato era
giustificata dal fatto che il sist ema italiano è caratterizzato da
un'enorme framm entazione aziendale , rende evidente l' attenzione
che il m anagement di queste ba nche, a vocazione locale, stav a
rivolgendo ad Internet; e indicherebbe anche la valenza strategica di
questo canale per i piccoli istituti, che li porta a competere in questa
era di globalizzazione dei mercati.
I primi servizi “altruistici” proposti erano 9: le ricerche di agenzie e
filiali, i database di cambi e tassi , i notiziari sul mondo finanziario
oppure i primi tentativi di interatti vità, come i reclami o le richiest e
di appuntamento.
Nel 1996 lo scenario appare sostanzialmente mutato: il numero
delle banche rintracciabili anche a ttraverso un indirizzo elettronico
8 Per approfondimenti si veda PREVIATI D., “Gestione delle relazioni di clientela”, in Manuale di marketing bancario, UTET, Torino 1999, pag. 151 e segg.
19
sfiorava il centinaio. Molte banche c ominciavano a valutare al
proprio int erno la problem atica e a m ostrare un atteggiam ento
favorevole; adesso anche le banche di grandi dimensioni intuivano
la rilevanza dei canali distributivi “virtuali”. I fatto ri fondamentali,
che diedero una svolta all’atteggi amento degli istituti bancari erano
rappresentati da obiettivi di razionalizzazione delle risorse, d i
riduzione dei costi, di qualità dei servizi.
Pian piano venne def inito uno s tandard, pe r il quale ogni banca
doveva per forza uscire con qualcosa di più di quello che forniva la
diretta concorrente. Si ha nno nuove oppo rtunità, come
l’introduzione e la diffusione dell a posta elettronica (l’applicazione
per eccellenza degli ultimi dieci anni , che permette a chiunque di
comunicare con un' altra persona da ll’altra parte del globo in modo
facile, sen za dubbio veloce e poco costos o), e si inaugurano le
prime attività di home banking.
Per quanto riguarda la dom anda della clientela si avevano opinioni
contrastanti, in qua nto alcune ba nche c ontinuavano a d a vere una
visione pe ssimistica che reputava la clientela poco incline al
cambiamento e ancora molto legata al rapporto um ano rispetto a d
9 Si veda SCARDOVI C., La banca del futuro: scenari, visione e cambiamento per una strategia vincente, op. cit. , pagg. 56-59
20
altri paesi, mentre altre intr avedevano un cam biamento nelle
abitudini e negli at teggiamenti della stessa. Se, tuttavia, il
comportamento del cliente era c onsiderato da alcune banc he un
fattore inibitore, certamente lo era la cultura interna delle banche,
legate ancora alle tecniche tradizionali di erogazione del servizio.
L’obbligo di avere un pr oprio sito provoc ò in tem pi brevi
l’esternalizzazione, ovvero l’outsour cing delle competenze, poiché
l’erogazione dei nuovi servizi on line era considerata un’operazione
molto costosa, sia dal punto di vi sta tecnologico e di supporto, che
promozionale e di marketing. Tu ttavia, molti siti si limitavano, a
diffondere un'unica pagina di facciata, mentre altri si dilungavano
sulla storia della banca, le societ à collegate, le attività con finalità
socio-culturali; pochissime era no le banche che fornivano
indicazioni sulle condizioni praticat e (tassi attivi e passivi, costi,
commissioni). Non s empre i risu ltati erano quelli voluti; c’erano
banche che investivano in risorse interne e che si rivelavano molto
elastiche e veloci nella realizz azione di a pplicazioni di successo,
mentre quelle che si appoggia vano, appunto, su strutture esterne in
molti casi davano l’impressione di essere soltanto dei rapidi
inseguitori.
21
Nel 1997, considerato l’anno zero , le banche italiane iniziano a
ridurre la distanza che le separa da quelle europee. Infatti si apre la
seconda importante fase di svilupp o della Rete con l a presenza di
alcuni pionieri del Net-marketing bancario, come la nuova Banca di
Credito di Trieste, che ha nno ca pito ch e Internet poteva
rappresentare un canal e di dialogo privilegiato con gli utenti e di
conseguenza hanno com inciato a puntare su strategie di
comunicazione più interattive.
L’aspetto più significativo è costituito da uno s postamento
dell’attenzione, inizialmente ri volta al phone banking, verso
progetti sempre più attrattivi di home banking e di servizi
informativi e dispositivi su Internet.
Nel 1998 si assiste, in vece, ad un periodo di assestamento in cui
aumenta, comunque, il numero delle banche presenti in rete.
Il numero dei dipendenti degli istituti creditizi diminuisce e si
riduce anche la crescita del numero degli sportelli tradizionali, a
differenza di quelli automatici.
I principali problemi causati dal m odo proprietario di lavorare con
la banca da casa, ossia la m ancanza di uno s tandard per differenti
architetture di PC e il collegamento, fino a questo momento, ancora
con un num ero interurbano, vengono superati tr amite
22
l’affermazione di Internet: ogni ar chitettura ha i propr i browser e
ognuno si collega all’interno del proprio distretto telefonico.
Nel 1999 vi è l’avve nto delle app licazioni del trading on line, che
oggi ra ppresenta ancora uno de i servizi più apprezzati dalla
clientela, per essere sempre informati sulle varie situazioni
finanziarie, politiche, di cronaca , che possono influire sulle
quotazioni e per effettuare le pi ù disparate operazioni finanziarie in
tempo reale.
Il numero delle banche virtuali è sali to fino a trecento, circa il 35-
40% del totale degli istituti creditizi in Italia.
Il rallentamento delle performance di Borsa e il relativo calo dei
guadagni per i clienti, ha s pinto le banche a sviluppare su I nternet
anche tutti i servizi di banking trad izionali ed iniziative diverse (ad
esempio gi ochi fi nanziari e non, spazio Web gratuito, il proprio
portale finanziario personalizzato, ecc), con l’obiettivo principale di
creare una massa significativa di clienti che compensasse la
riduzione delle com missioni sulle negoziazioni e portare il sito
finanziario italiano ad un’offerta completa per ogni tipo di utente.
Il 2000 è l’anno dell’e-commerce e in que sto nuovo m odello di
mercato la banca può assumere u n ruolo m olto importante, dovuto
alle modalità di pagamento di transazioni e servizi acquistati in rete.
23
La banca del 2000 sarà r icordata per aver aperto le porte
tecnologiche alla propria client ela m ettendo a disposizione dati,
informazioni e funzionalità fino ad a llora riservate ad una ristretta
cerchia di personale interno e di utenti, anche attraverso architetture
diverse dalla Rete, come le We bTV, le agendine intelligenti o
palmari, il televideo e la TV via cavo 10.
Nel medesimo anno affiorano i primi importanti accordi tra
istituzioni finanziarie e grosse società di telecomunicazioni, che
dovrebbero sfociare, entro una decina di anni, in una serie di entità
ad oggi non ancora del tutto definibili, ma sicuramente di primaria
importanza.
Nel futur o si parlerà di Wap ba nking o M obile ba nking, ossia il
collegamento tra Internet e tele fonia cellulare (GSM dotati di
funzionalità WAP, Wireless App lication Protocol, protocollo
applicativo per dis positivi senza f ilo). Il cliente può fare le sue
scelte sulle videate WAP proposte dalla banca, può dar e anche le
sue disposizioni e la banca gli risponde in tempo reale attraverso un
messaggio SM S. Attualm ente poch e ba nche hanno iniziato una
propria sperimentazione in ques to nuovo mondo con una semplice
10 Si veda BENCIVENGA F., Banca e Internet: una strategia di successo, in Lettera Marketing n. 2 ABI 2000, pag. 67 e segg.
24
estensione dei servizi di hom e ba nking ed alcune funzioni di
trading on line.
Con l’avvento di nuove tecnologie relative alla telefo nia cellular e
(GPRS e UMTS, caratteri zzati da un’im pressionante velocità di
trasferimento dei dati) anche i siti degli istituti bancari italian i
andranno rivisti ed aggiornati in un’ottica completamente nuova.
Dall’analisi della situazione emer ge che la m aggior parte degli
istituti bancari è apparsa su Internet solo per questioni di immagine
o per ragioni di tipo emulativo (vedi figura I.I).
Più interessante è analizzare la cres cita e la prope nsione all'uso da
parte del c liente di al cuni tra que sti canali virtuali. I dati raccolti
sono stati riportati, di seguito, nella tabella I.I e I.II.
25
Figura I.I – L’evoluzione dei servizi Web.
Presenza sul Web
Pagine statiche
Siti interattivi Pagine
dinamiche
Internet banking
Pagine dinamiche Informazioni generali sulla Interazione tra banca e Integrazione con il banca e sui clienti clientela attraverso “Sì” della banca e e-mail, form e script servizi dispositivi Fonte: PIETRABISSA E., Verso la banca virtuale, in Sviluppo & Organizzazione n. 152/2000, pag. 45
Tabella I.I
Sviluppo futuro dei canali bancari (valori in %)
Canali Preferiti
1997 2000 2007
Telefono 56 % 45 % 35% Internet 13 % 25% 49%
Tv 6 % 11% 10% Altri 25 % 19% 6%
Fonte: SORRENTINO M., Tecnologie, organizzazione e lavoro nel settore bancario. Evoluzione e prospettive, F. Angeli, Milano 2001, pag. 19
26
Tabella I.II
Canali di distribuzione bancaria in ordine di importanza nei prossimi dieci anni.
Europa Stati Uniti
Internet Telefono
PC Banking ATM
Mobile Banking Sportello tradizionale
Internet
Mobile Banking PC Banking
Telefono Smart card
Sportello leggero
Fonte: PIETRABISSA E., Verso la banca virtuale, op. cit., pag. 48
I.V LE STRATEGIE DI MULTICANALITA’
La vera rivoluzione c he sta inve stendo il m ondo bancario italiano
non si chiama solo Interne t; il suo vero nom e è piuttosto
“multicanalità”.
Pur non esistendo modelli organizzativi ottimali validi per ogni
banca, si tende ad individuare nella multicanalità integrata la
27
soluzione che, nel m edio peri odo, può rispondere in m odo pi ù
soddisfacente alle esigenze di efficienza operativa e competitività
dei servizi offerti. In relazione agli aspetti strategici, questa può
essere percepita come un’opport unità di allargamento qualitativo e
quantitativo del business 11.
I modelli che vengono seguiti per rea lizzare le cosiddette “banche
virtuali multicanale” sono qua ttro, ognuno dei quali dovrebbe
essere influenzato sia dalle cara tteristiche dei diversi istituti,
rilevate in base al grado di svilu ppo dei nuovi canali, alla velocità
del cambiamento e all’entità degli investimenti, sia dalle scelte di
posizionamento e dall a necessità di adegua rsi alla concorrenza e,
quindi, dalla struttura del m ercato in c ui le banc he si trova no a d
operare.
Il prim o m odello 12 pre vede la cre azione di un canale vi rtuale, e
non di un’entità propr ia, con l’obiettivo di offrire una nuova
opportunità di utilizzo del Web a lla clientela della banca-madre.
L’idea di f ondo è que lla di conti nuare a lavorare sul brand e sull e
attività tradizionali, offrendo para llelamente una nuova modalità di
erogazione del servizio; in questo ca so, la clientela di riferimento è
11 Si veda BAJETTA L., Un approccio marketing alla strategia della multicanalità, in Lettera Marketing n. 1, ABI 2000, pagg. 12-15
28
quella di sportello, che ottiene il vantaggio di pote r mantenere u n
unico cont o per effettuare qual siasi tipo di operazione e con
qualsiasi media.
La scelta di affiancare i canali te lematici alla struttura esistente
limita l’ammontare degli investim enti (promozionali e tecnol ogici)
necessari e risponde a logiche strategiche di tipo difensivo, tese a
limitare la possibile erosione di parte della clientela acquisita ad
opera della concorrenza. Si real izza, comunque, un m iglioramento
del livello qualitativo dei prodotti/servizi offe rti ed una riduzione
dei costi distributivi. La riuscita del modello dipende dal volume di
attività che viene generato, per il quale appare insufficiente la
semplice d ipendenza dalla rete fisi ca tradizionale; l’attrazione di
nuovi utilizzatori può essere realiz zata grazie alla notorietà del
marchio, sostenuta da rilevanti investimenti pubblicitari, o tramite
l’acquisizione di flussi di clienti da terzi, ad esem pio dai portali
finanziari.
Il ridisegno della struttura esistente intorno ai nuovi canali è la
scelta che comporta le maggiori conseguenze e richiede una buona
12 Per approfondimenti si veda FERRI K., La banca multicanale, Il Sole 24 Ore-Libri, Milano 1999, pag. 125 e segg.
29
propensione al cambiamento; è nece ssaria, inoltre, l’esistenza di
valori e cultura coerenti con le trasformazioni da realizzare.
Alcune tra le tante ba nche che hanno compiuto questa scelta sono
Cariplo, Banca di Roma, Banca Popolare di Milano.
Il secondo m odello è quello c he vede la trasformazione di reti di
promotori in banche virtuali, dove la banca si pone al servizio de i
promotori. Per le reti Sim di distribuzione è infatti s empre più
importante essere co llegate a strutture bancarie giuridicamente
autonome per riuscire a superare il problema della conflittualità tra
promotori esterni ed interni alla banca-madre.
Alcuni esempi sono dati da Banc a Fideuram, Banca Mediolanum e
Area Banca.
Il terzo m odello è que llo della classica banca virtuale e preve de la
costituzione ex novo di una struttu ra multicanale giuridicamente e
operativamente separata dalla banca-madre. Quest’ultima rinuncia a
sfruttare le possibili sinergie con la nuova e ntità, ma è in grado di
utilizzare tutti gli strumenti e i can ali che ritiene più opportuni,
cercando per esem pio alleanze con attori di versi, come compagnie
di assicurazione o catene di dist ribuzione. Al nuovo soggetto si
affida la m issione di penetr are nei business leg ati ai canali
innovativi: essendo una new entr y sul m ercato, non i ncontra
30
particolari vincoli nella definizion e del pr oprio modello di azione,
che può es sere di natura strettame nte bancaria (una banca on li ne
vera e propria) oppure spingersi ve rso nuovi mercat i di tipo cross-
industry.
Essenziale per la sopravvive nza e lo sviluppo di un’iniziativa
autonoma è la conquista di nuova clientela e, quindi, occorrono
massicci investimenti di carat tere pubbl icitario, anche per
ammortizzare gli investimenti tecnologici e organizzativi.
Il fatto di creare una struttura separata, dotata di un elevato grado di
autonomia, presenta a lcuni vanta ggi rispetto ad una situazione di
minore indipendenza; in ques t’ultimo caso possono nascere
problemi legati alla cannibalizza zione dei prodotti offerti dalla
struttura tradizionale e alle differenti logiche gestionali e
competitive esistenti nel mondo Web rispetto a quello bancario
tradizionale.
Le banche che scelgon o questo modello s ono s pinte da obiettivi
diversi, principalmente riassumib ili nella necessità di uscire dai
ristretti confini di una singola regi one, di creare una propria rete di
promotori e di sviluppare nuove a lleanze anche in settori esterni
31
rispetto a quello bancario 13. Tutti obiettivi difficilmente
perseguibili senza creare una struttura societaria separata e senza la
possibilità di realizzare filiali v irtuali e, di conseguenza, molto
meno cost ose di quelle fisiche. Da l punto di vista del cliente, le
cose sono un po’ più com plicate, nel senso c he la ba nca
esclusivamente virtuale, pur of frendo vantaggi indiscutibili in
termini di interessi sui conti e co sti di gestione, non può sostituire
in toto una filiale tradizionale no n fosse altro che per l’esecuzione
di operazi oni ba nali com e il versamento di un assegno o
l’erogazione di c ontanti in val uta straniera. Ciò significa che chi
apre un conto nella banca virtuale conserva sempre anche il proprio
conto fisico.
Esempi particolarmente intere ssanti sono On Banca (Banca
Popolare Commercio e Industria), Fineco (Gruppo Bibop Carire) e
We@Bank (Banca Popolare di Milano).
Il quarto modello, infine, preved e la costituzione di una banca
multicanale, cioè di una banca che utilizzi differenti canali di
acquisizione e che si pone come alternativa nei confronti della
clientela della banca- madre. Questo modello è applicabile solo dai
13 Si veda PENATI V., Le quattro facce della multicanalità, Business 2.0, n. 3 Marzo 2001, pag. 21 e segg
32
maggiori gruppi ba ncari perché riassume le tre alternative
precedenti e necessità quindi di enormi i nvestimenti e di una
estrema chiarezza strategica, allo sc opo di servire al meglio tutti i
diversi segm enti de lla clientela. Le difficoltà m aggiori s ono
connesse con la gestione dei po tenziali conflitti tra i diversi canali
distributivi e con il necessario adeguamento dei sistemi informativi.
Alcuni esempi sono quelli di Banc a Intesa (Intesa Trade), Gruppo
San Paolo (ImiWeb), Unicredito (con la prossima trasformazione di
Xelion da circuito Sim a banca virtuale).
Qualunque sia la forma di intervento decisa i riflessi di carattere
organizzativo s ono molto rilevanti. Importanti sono la
focalizzazione s ul core business ed il coordinamento tra i diversi
canali; l’architettura tecnologica, i noltre, si sovra ppone, fin quasi a
coincidere, con quella di busines s. La rete di sportelli, privata di
alcune funzioni, dovrebbe accrescere il contenuto dei servizi forniti
puntando sulla loro qualità, sulla qualificazione dell’offerta e sulla
competenza del personale di contatto.
Nel proces so evol utivo c he una banca inevitabilm ente subisce
occorrono una gestione delle ri sorse umane coerente con i
cambiamenti da realizzare, la c onsiderazione delle com petenze
distintive, ma anche dei valori che si possiedono nel definire
33
obiettivi e strategie, nonché un’azione proattiva nei confronti
dell’ambiente esterno.
I.VI SERVIZI BANCARI VIRTUALI
I prodotti e i servizi offerti dal nuovo modo di fare banca possono
essere suddivisi in tre funzioni: informative, dispositive ed alto
valore aggiunto o di utilità 14.
Tutte le tipologie di servizi sono importanti per ottenere obiettivi di
soddisfazione differenti tra loro; occorre investire su tutte le
funzioni con la stessa determinazione ma co n modalità e approcci
differenti, tenendo ben presente c he gli utenti non vivono la banca
virtuale i n m odo "m onotematico" (solo inform azioni, solo
operatività, solo interattività).
Servizi informativi 15. Questo gr uppo raccoglie la maggior part e
delle voci che compaiono nel sito Inter net di qua lsiasi banca;
rappresentano tutto ciò che può essere comunicato ai propri clienti.
14 Si ve dano p er ulteriori a pprofondimenti SC ARDOVI C ., La banca del futuro: scenari, visioni e cambiamento per una strategia vincente, op. cit., p ag. 121 e segg . e AA.VV. , Internet e la banca, Bancaria Editrice, Roma 2000, pagg. 45-51 15 Si veda SORRENTINO M., Banca a distanza: tecnologie e impatti organizzativi, in Primopiano, Giugno 2000, pagg. 34-37
34
Possono essere aggregate in:
• informazioni sulla banca;
• vetrina prodotti;
• vetrina servizi.
Le prime riguardano la storia dell’istituto, la struttura organizzativa,
il profilo aziendale, l’andamento reddituale e la localizzazione delle
filiali.
La seconda contiene informazioni sui diversi tipi di conto corrent e,
sulle carte di credito e bancom at, sui fondi di investimento, sui
certificati di deposito, ecc. Vi è la tendenza a riutilizzare on line i
materiali promozionali già pres enti nelle filiali, con il duplice
vantaggio di sfruttare gli investim enti già sostenuti e di creare u n
richiamo di imm agine tra i diffe renti canali di contatto con l a
clientela.
La terza comprende le informazioni sugli altri canali di servizio a
distanza, compresa l’informativa relativa alle e-mail e agli SMS.
Servizi dispositivi 16. Offrono all’utente la possibilità di rendersi
attivo a distanza, ordi nando operazioni che in passato si potevano
effettuare solo allo sportello o al telefono.
16 Si veda SORRENTINO M., Banca a distanza: tecnologie e impatti organizzativi, in Primopiano, Giugno 2000, pagg. 42-45
35
Si suddividono in:
• accesso ai servizi: ovvero la richiesta di assegnazione via Internet,
in ge nere tram ite e-mail, del codice segreto di accesso alle aree
dedicate;
• servizi interattivi-informativi: cons entono al cliente di consultare
il saldo del conto c orrente, l’estratto conto, la situazione assegni e
di simulare la consistenza delle rate di un m utuo, digitando la
password di ingresso assegnatag li oppure tramite l’utilizzo di
“calcolatrici” on line;
• servizi di prenotazi one: com prendono la richiesta on line di
prestiti personali e di fidi, le pr enotazioni per l’accensione di
rapporti vari (valuta estera) e la fissazione di appuntamenti, creando
un vero e proprio dialogo comodo, rapido ed efficiente tra la banc a
e il cliente;
• servizi dispositivi puri: i bonifici, i giroconti, i pagamenti utenze,
la gestione carta di credito e bancomat, ecc.
Tra i servizi dispositivi offerti vi è anche, e soprattutto, quello del
trading on line, che consiste ne ll’acquistare e vender e “in rete”
azioni, obbligazioni e titoli in tempo reale. Oggi è sempre più alto il
numero di persone che hanno la possibilità di investire i propri soldi
36
in modo del tutto auto nomo, utilizzando Internet come canale di
accesso ai mercati, pagando meno spese e disponendo delle stesse
informazioni che hanno i gestori, con l’aiuto, se occorre, di persone
competenti anch’esse presenti in rete.
Questo fenom eno è nato nel 1999 e si è sviluppato grazie al
“Nuovo Regolamento Consob di attivazione del Testo Unico dei
mercati fin anziari”, che regolamen ta il settore della vendita di
prodotti finanziari a distanza. Questo fa riferimento all’art. 24 del
decreto legislativo 415/96 il qual e prevede che la Cons ob disciplini
appunto la promozione e il collocamento di strumenti finanziari e di
servizi di investimento mediante tecniche di com unicazione a
distanza, nel cui ambito, ovviamente, rientra Internet.
Servizi di utilità 17. Sono servizi ad alto valore aggi unto, in grado
di offrire alla clientela dei plus rispetto alle banc he concorrenti.
L’offerta di tali servizi rappresen ta uno dei principali mezzi per
differenziare e caratterizzare la propria presenza nella Rete.
In particolare sono disponibili 18:
17 Si veda SORRENTINO M., Banca a distanza: tecnologie e impatti organizzativi, in Primopiano, Giugno 2000, pagg. 51-57 18 Si veda anche BRACCHI G., Internet banking, Egea, Milano, 2000, pag. 154 e segg.
37
• informazioni economico-finanziarie: rassegne stampa curate dalla
stessa banca, resoconti sull’andamento della borsa, consultazione di
agenzie stampa;
• informazioni s u incontri, convegni , eventi cultura li ed iniziative
di interesse della banca;
• servizi di ricerca dei codici ABI e CAB e di localizzazione delle
filiali di tutti gli istituti bancari;
• informazioni su contratti relativi a servizi particolari (ad esempio
il FastPay, che conse nte il pagame nto dei pedaggi autos tradali con
carta bancomat);
• informazioni varie: link di econom ia, finanza e cultura, link a siti
di monitoraggio del fenom eno Internet o ad argom enti di specifico
carattere economico (come l’Euro oppure la trasparenza bancaria);
• servizi vi a SM S, prom ozioni c ommerciali, area di s caricamento
software, angolo commerciale , ecc. Per quant o riguarda
quest’ultimo alcune banche sembra no prediligere link esterni che
rimandino al sito dei vari vendito ri, mentre altre hanno costituito
società controllate che si occupano di raccogliere e gestire i diversi
venditori.
38
Si può nota re come il panoram a delle opportunità offerte all' utente
italiano è vario e di somogeneo, anche pe r qua nto r iguarda le
condizioni applicate dalle banche : ci sono istituti che applicano
canoni annuali, altri che offrono prodotti e servizi assolutamente a
costi zero, alcuni che hanno soltan to un costo di attivazione. Le
strategie di cui si avvalgono le banche sono abbastanza diverse.
Alcune sul propri o sito, com e già accennat o, hanno inserito
esclusivamente la struttura della banca, sottoforma
dell’organigramma aziendale, dei bilanci, dell’organizzazione
interna e degli indirizzi delle fili ali, altre descrivono i prodotti e i
servizi suddivisi per target di ri ferimento (ragazzi, studenti, donne,
professionisti, anziani, aziende) o per ca tegorie m erceologiche
specifiche. Le informazioni immesse in rete dalle banche spaziano
dai documenti necessari per aprire un c onto corrente a indicazioni
su come ottenere fidi, prestiti, mu tui agevolati, carte di credito,
istruzioni da seguire nel caso di smarrimento di assegni, carte di
credito o Bancomat. Sono invece poche le ba nche che utilizzano il
collegamento Internet per farsi pubb licità in senso stretto. In questi
casi sulle pagine web si trovano notizie relative a sponsorizzazioni,
eventi culturali, numeri verdi, pubblicazioni, partecipazioni a fiere e
39
convegni, rassegne stam pa. Non m ancano le inform azioni
riguardanti i cambi delle valute e i dati sulla Borsa a cui si alternano
notizie sull' economia nazionale e la situazione internazionale .
Alcune banche propongono notizie finanziarie sotto forma di riviste
economiche e atti di convegni o studi da loro stesse condotti, altre
comunicano con i propri utent i inviando m essaggi e fissando
appuntamenti.
I vantaggi della comunicazione attr averso Internet risiedono nel
fatto che quest' ultima è contem poraneamente interpersonale e
diffusiva: la flessibilità del mezz o consente ampia libertà nella
definizione del processo di comunicazione; la pubblicità da passiva
e sporadica diventa attiva e perm anente e le forme distributive
senza barriere linguistiche e geografiche 19. Si potre bbero citare,
come esempi, le offerte del mese, gli scadenziari per i pagamenti, i
manuali sulle diverse funzionalità della banca che non siano una
semplice v ersione elettronica delle brochure pubblicitarie e le
delucidazioni sulla legge bancaria.
I bassi costi del virtual banking permettono a nu ovi soggetti d i
entrare nel m ercato bancario e operare con strutture altamente
competitive in concorr enza con is tituti che esistono e d operano nel
40
mercato da decenni: c iascuna banca è liber a di “inve ntarsi” servizi
ad alto valore aggiunto sempre nuovi.
I.VII IL RUOLO DEL SISTEMA BANCARIO
ITALIANO NEL COMMERCIO ELETTRONICO
Quando le im prese hanno c ominciato ad interessarsi al commercio
elettronico, le banche hanno in part e riorientato le proprie strategie
di presenza sulla Rete, al fine di cogliere al meglio le opportunità
rappresentate dalla gestione dell e transazioni m onetarie generate
dalla vendi ta on line di beni e serv izi. L’interesse è andato fin da
subito a focalizzarsi sulle picc ole e m edie im prese, in qua nto
soggetti molto dinamici, prope nsi all’innovazione e alla
sperimentazione di nuovi mercati.
In Italia il commercio elettronico, a llo stadio attuale, non può agire
da fattore trainante per l' Internet banki ng, tuttavia un m aggior
incremento delle transazioni comme rciali in rete potrebbe agire da
19 BIFFI A., FILOTTO U., Soluzione banca virtuale, op. cit., pagg. 29-32
41
incentivo per quelle bancarie anche nel nostro Paese 20. L’e-
commerce offre alla banca la possi bilità di vendere on line i propri
prodotti, ma anche quella di gestire le vendite che altri soggetti
realizzano su Internet. Questa può allora 21:
a) espandere la propria linea di prodotti/servizi;
b) creare nuovi mercati, attirando nuovi clienti;
c) estendere il mercato di riferimento già esistente.
Le soluzioni di c ommercio elettronico possono aiutare la banca a d
evolversi verso for me organi zzative più snelle, reticolari ed
orizzontali, poiché facilitano l’esec uzione delle operazioni a basso
valore aggiunto (gestione di incassi e pagamenti) e liberano risor se
per le attività più fruttuose (consulenze). La connessione costante
con i clienti (one-t o-one m arketing) e tra i clienti (community
marketing) può inoltre aiutare a capire prima e meglio le aspettative
della domanda, migliorando così i tempi e la qualità delle risposte
al mercato. L’offerta viene flessibilizzata e p ersonalizzata, al punto
di renderla un “pr odotto collaborativo” tra la banca e i clienti,
integrati nel processo produttivo.
20 Per app rofondimenti si veda SOR RENTINO M ., Banca & Informatica, F. A ngeli, Milano 2000, pagg. 101 e segg. 21 Si ve da anc he C ARUSO F ., Il settore Internet: analisi e prospettive, in B anche e Banchieri, n. 5 2000, pag. 34 e segg.
42
Tra i pr oblemi, è opportuno distinguere gli ostacoli dai rischi. La
piena affermazione dell’e-commerce in Italia viene impedita da una
serie di ostacoli – sicurezza, privacy, fruibilità – per i quali gli
operatori sono ancora alla ricerca di una soluzione condivisa.
Nella fase attuale, le grandi banc he si sono concentrate soprattutt o
sul problema della sicurezza, legato in particolare alla trasmissione
via Rete di dati “sensibili”, come numeri di carte di credito e di
conti correnti.
Il problema della privacy, invece, riguarda la modalità con cui i dati
comportamentali sulle abitudini fi nanziare della propr ia clientela
possono essere utilizzati per attiv ità di marketing. Le Intranet
aziendali possono essere attaccat e infatti sia dall’esterno che
dall’interno e ciò richiede l’adozione di robuste procedure di difesa.
Diverso, ma ugualmente importante ai fini della diffusione di massa
del commercio elettronico, è il prob lema della fruibilità (di dati
testuali, suoni e im magini in m ovimento), legato alla scarsa
capacità di banda delle linee telefoniche.
Le variabili di rischio per le ba nche italiane sono rappresentate
soprattutto dalla pressione compe titiva esercitata da operatori non
bancari, i quali, favoriti dalla riduz ione delle barriere all’entrata
causata da Internet, si sono most rati molto abili e dinamici nello
43
sfruttare le nascenti op portunità di mercato. Tra i più temibili vi
sono le imprese produttrici di software, capaci di offrire pacchetti
completi di on line ba nking e for mule di ge stione dei pagam enti
elettronici a costi ridotti. Vi è quindi un concreto rischio di
disintermediazione cui far front e attraverso prodotti e servizi
innovativi.
Tuttavia, la maggior parte degli utenti dichiara che il ruolo pri ncipe
della banc a su Inter net sarà proprio quello di ge stione dei
pagamenti nel commercio elettronico; il cittadino-cliente attribuisce
al proprio istituto un ruolo di “dif esa” (anche legale) dalle sorprese
che la Rete potrebbe riservargli nella gestione del proprio
risparmio, dei suoi investim enti e dei suoi acquisti on li ne.
Evidentemente, le banche godono di un grosso capitale di
credibilità.
La seconda minaccia consiste nella tendenza a trasformare i
prodotti finanziari esistenti in co mmodities (conti correnti, asseg ni
bancari, mutui, fidi ecc.), con una conseguente riduzione della
redditività delle operazioni.
Questo problema può essere risolto solo attraverso la definizione di
nuovi prodotti finanziari studiati appositamente per il commercio
44
elettronico, in grado di assicura re una s ufficiente copertura del
rischio e nel contempo larghi margini di guadagno.
Un altro m otivo di preoccupazi one per il m ondo bancario è
rappresentato dalle grandi istituzi oni internazionali, impegnate a
stabilire le “regole del gioco” per l’e-commerce. Microsoft,
Netscape, IBM, Visa e Mastercard sono infatti in prima linea nella
corsa per la definizione degli standard di sicurezza e di pagamento
delle transizioni via Internet e si stanno di mostrando m olto più
reattive e preparate di tante banche .
Altre difficoltà possono essere 22: la lentezza, a livello mondiale,
dell’introduzione di uno standar d per la firma digitale, risolvibile
con la definizione di autorità di certificazione e di tecniche di
riconoscimento digitale; la pres enza di nuovi tipi di de naro
completamente virtuale (carte pre-pagate, for me di autorizzazione,
fatture ed assegni virtuali,…), che rende ancora più difficile
l’adattamento alla Rete di strumen ti di pagamento elettronico, quali
le carte di credito, sicuramente non nati per questo scopo; e la
necessità di posseder e hardware aggiuntivo per l’esecuzione di
certe transazioni (ad esempio i lettori di smart card).
22 Per approfondimenti si veda FILOTTO U., Distribuzione e tecnologia: la banca del domani, op. cit., pagg. 72-75
45
Guardando le numerose esperienze estere, si nota com e il mondo
bancario e quello commerciale si ano spess o lega ti da progetti di
partnership di consistente im portanza econom ica e di im magine.
Nei prossimi anni il commercio elettronico sarà uno de i temi topici
anche per il mondo bancario italiano.
46
CAPITOLO SECONDO
I CANALI BANCARI INNOVATIVI
II.I IL SISTEMA DISTRIBUTIVO DEGLI ISTITUTI
BANCARI
Nel sistema bancario è in corso un proc esso di revisione del le
strategie competitive, finalizzato ad incrementare l’erogazione di
servizi a valore aggiunt o e a ri durre i costi operativi. Questi
obiettivi richiedono la riorganizz azione della rete distributiva,
efficaci azioni di marketing e un' attenta gestione del rischio,
sostenuti da una coerente strategia informatica.
In generale, le banche focalizzano la propria attenzione sul cliente,
abbandonando l’assetto tradizionale basato su lla filiale a favore di
un’organizzazione multicanale, privilegiando la condivisione delle
informazioni sul cliente tra i diversi canali.
L’obiettivo principale è, quindi, la creazione di una rete distributiva
sempre più complessa per ottimizzare le relazioni con il cliente, che
47
si dimostr a sempre più interessa to ad usufruire di servizi più
comodi, rapidi e senza limitazioni d’orario.
La concent razione de gli investim enti sull’area della distribuzione,
attraverso l’automazione delle filiali e l’adozione di canali
elettronici, rappresenta il 30% della spesa informatica bancaria, che
sembra essere quella destinata a ma ntenere il trend di crescita più
sostenuto 1.
La flessibilità del sistema informa tivo, unita al contenimento dei
costi di sviluppo e di implemen tazione, r appresenta il requisit o
indispensabile per consentire alla banca di reagire in m odo
tempestivo e, al tempo stesso , con costi controllati, alle
sollecitazioni provenienti dal mercato.
I canali innovativi disponibili per r ealizzare una moderna rete di
distribuzione di ser vizi banca ri sono elencati ed analizzati
singolarmente di seguito:
Phone banking;
Home banking;
Internet banking;
Banking tramite promotori;
1 Per app rofondimenti AA. VV., I nuovi canali distributivi nei settori industriale, bancario, finanziario e della pubblica amministrazione: commercio elettronico – internet e intranet – phone banking e home banking, Ed. Paradigma, Piacenza 2001
48
Chiosco multimediale;
Web TV;
Filiali in store;
GSM.
II.II LE CARATTERISTICHE E IL
FUNZIONAMENTO DEI VARI CANALI
DISTRIBUTIVI VIRTUALI
PHONE BANKING Il lancio di servizi di telephone banking da parte di un discreto
numero di banche italiane ha cont ribuito a rendere di m oda il tema
della banca virtuale, in particol are per gli aspetti co ncernenti le
interazioni telefoniche tra cliente e banca 2.
I servizi che si possono ottenere attraverso tale canale sono
numerosi: essi vanno dalla sem plice richiesta di inform azioni
all’esecuzione di nego ziazioni s u titoli, bonifici, pagamenti vari
2 Si veda SALVATICI A., La banca virtuale, in Banche e Banchieri, n. 2/1999, pag. 44 e segg.
49
(utenze, affitti, rate di mutui, ricevute bancarie ed effetti),
prenotazioni di valuta , BOT e di libretti di assegni, operazioni su
conto corrente. Essenzialmente, a ttraverso il canale telefonico si
possono compiere molte delle operazioni che non richiedono
“materialità” (firme o contanti).
Basta comporre un nu mero (di solito verde ), digitare un codice
segreto (P ersonal Identification Num ber, PIN), che garantisce
sicurezza all’operazione, e il cliente, in base al servizio offerto
dall’istituto, può accedere automaticamente o attraverso l’assistenza
di personale qualificato ad operazi oni bancarie più delicate com e il
trasferimento di fondi, l’investimento in titoli ed obbligazioni.
Il phone ba nking risulta essere una delle form e di remote banking
di maggiore successo pre sso la clientela italian a, poiché il telefono
è uno strumento familiare a tutti e faci le da usare, e soprattutto non
richiede alti costi di impianto. Bisogna però fare attenzione a
rispettare alcune regole nell'offerta del servizio 3:
Servizio 24 ore su 24: le possibilità di collegamento
devono es sere continue senza lim itazioni nell’orario: un
3 Per appr ofondimenti si v eda DESARIO V., E-Banking. Nuovi scenari e nuove strategie per le banche italiane, ABI-VI Convention annuale, Roma 17 Ottobre 2000
50
operatore virtuale può essere affiancato da un servizio ad
operatore umano solo nelle ore d'ufficio.
Dimensionamento delle linee: Un num ero di linee
numerose può risolvere il prob lema degli intasamenti al
momento della chiamata anche se naturalmente ciò
rappresenta un aggravio di costo.
Costo del servizio: il problema qui è decidere se usare una
linea telefonica a costo unico per tutta Italia, un num ero
verde oppure un numero con pr efisso normale. La scelta è
legata ai costi che si è in grado di sostenere, alla
localizzazione della nostra clientela (locale, regionale,
nazionale) e alla scelta del target di clientela che si vuole
soddisfare.
Qualità del servizio: il servizio dovrebbe avere una parte
informativa ed una dispositiva.
Servizio user-friendly: un aspetto di primaria importanza è
la semplicità d 'utilizzo del servizio se si vuole che venga
accolto favorevolmente da un numero ampio di clienti.
L'utilità di un supporto in linea può essere importante per
risolvere eventuali problemi.
51
Presenza di una Demo: una dimostrazione on line è quasi
indispensabile se si vuole ch e il cliente sia m esso nella
condizione di poter fare una sc elta oculata. Quei clienti che
per natura sono sospet tosi nei riguardi di queste tecnologie,
potrebbero cambiare idea dopo un superficiale approccio al
servizio.
HOME BANKING L’home banking è un servizio in forte espansione, per la comodità e
la facilità di utilizzo, per l’amp liamento dei servizi offerti per via
telematica e per i costi molto contenuti 4.
E’ un ca nale nato e sviluppat o prevalente mente per il m ercato
corporate, sotto il nom e generale di P C banking; prim a della
comparsa dell’Internet banking, ha rappresentato il livello più
evoluto delle applicazioni dell’informatica alle operazioni bancarie.
Il cliente, attraverso un colle gamento telematico tra il proprio
personal c omputer (s ul quale vien e istallato un software client
fornito dall’istituto di credito) e il server della banca, può entrare in
contatto con quest’u ltima in tempo reale e a qualsiasi ora,
permettendo così lo svolgimento di una serie di operazioni, di solito
52
possibili attraverso gli sportelli o tramite Bancomat, senza spostarsi
dal proprio domicilio.
Il servizio può essere di tipo informativo e/o dispositivo.
Il primo dà la possibilità di ch iedere una serie di informazioni
riguardanti il proprio c onto corrente, come il saldo, l’estratto conto
con gli ultimi movimenti, le condi zioni del contratto quali le spese
e i tassi d’interesse, la situaz ione degli assegni em essi, la
disponibilità e le valute su versam enti e prelievi. Inoltre si possono
ottenere informazioni in tempo re ale sulle quotazioni di titoli e sul
tasso di cambio di valute negoziabili.
Il secondo invece rappresenta l’evoluzione pi ù avanzata del
servizio, in quanto dà la poss ibilità di disporre operazioni di
pagamento come bonifici, giroconti, pagamenti di utenze, nonché di
operare sul proprio conto titoli, acquistando e vendendo azioni,
obbligazioni e titoli di Stato, pre notando e sottoscrivendo titoli di
nuova emissione.
In genere, l’accesso alle inform azioni è possibile 24 ore su 24,
mentre l’operatività è consentita solo ad orari prestabiliti.
4 Si veda anche FALETTI R., PACCHIARDO E., La banca virtuale, op. cit., pagg. 111-116
53
Per quanto riguarda la clientela privata, l’hom e banking si rivol ge
essenzialmente a coloro che 5:
• hanno poco tempo a disposizi one per recarsi in banca e
preferiscono svolgere le operazioni bancarie restando comodamente
al proprio posto di lavoro;
• hanno la necessità di controlla re costantemente le proprie
disponibilità finanziarie e interagi re costantemente con la propria
banca.
Una sol uzione di P C banking com porta per la banca una serie di
costi per la creazione, la m anutenzione, la distribuzione e
l’aggiornamento del software. Tutto ciò fa aum entare il costo della
singola transazione, c he pur res tando m olto più conveniente di
quella tradizionale, risulta più onerosa di quella effettuata via
Internet.
INTERNET BANKING Le infinite possibilità che offre questo fantastico sistema
multimediale rendono pressoché nece ssario il suo utilizzo da parte
5 Per app rofondimenti AA. VV., I nuovi canali distributivi nei settori industriale, bancario, finanziario e della pubblica amministrazione: commercio elettronico – internet e intranet – phone banking e home banking, op. cit., pag. 91 e segg.
54
di chiunque voglia tenersi al passo coi tempi e non soccombere alla
concorrenza.
La possibilità di usare Internet per l’home banking ha aperto nuove
prospettive.
I requisiti essenziali per un sistema efficiente e capace di puntare su
un elevato livello di diffusione commerciale, posseduti da questo
canale innovativo, sono 6:
1. STANDARDIZZAZIONE E POSTA ELETTRONICA: facilità d i
comunicazione e di trasmissione dei dati, grazie all’utilizzo di un
efficiente servizio di posta elettronica e di uno standard accettato da
tutti, in modo da incre mentare il gr ado di interattività e permettere
di stabilire una comunicazione immediata e diretta tra la banca e il
cliente;
2. INTERFACCIA UTENTE USER-FRIENDLY: facilità d’uso che
garantisca all’utente la possibilità di usufruire in modo trasparente
dei servizi offerti;
3. SICUREZZA: un el evato grado di sicure zza che è un re quisito
essenziale per lo svolgimento delle transazioni finanziarie;
6 AA .VV., I nuovi canali distributivi nei settori industriale, bancario, finanziario e della pubblica amministrazione: commercio elettronico – internet e intranet – phone banking e home banking, op. cit., pag. 124 e segg.
55
4. SISTEMA CON CAPACITA’ MULTIBANKING: la possibilità per
gli utenti di ottenere informazioni pr ovenienti da di verse fonti ,
utilizzando un’unica interfaccia hardware e software;
5. SERVIZIO TRASPARENTE E APERTO: le informazioni devono
essere ampiamente accessibili; questa caratteristica si riflette anche
nella possibilità da parte del cliente di integrare facilmente le
informazioni finanziarie in altre applicazioni (software) usate sul
posto di lavoro.
In relazione a questi elementi, i v antaggi di un sistema via Internet,
rispetto ad un network privato, sono evidenti.
In primo luogo, Internet presenta standard di trasmissione di dati e
di crittografia universalmente accettati ed è quindi caratterizzato dal
più alto grado di uniformità.
Inoltre, il sistema di posta ele ttronica di un net work privat o,
essendo un sistem a proprietario, inevitabilmente darà luogo a
maggiori costi e a problem i di com unicazione con pers one esterne
che non lo utilizzano, mentre la posta via Internet è un servizio
molto diffuso, facile da usare e molto efficiente. L’e-mail dovrebbe
essere usata come naturale comp lemento all' azione di m arketing
svolta dalla presentazione dei prodotti e dei servizi, dando la
56
possibilità al visitatore di chiedere notizie più esaurienti e risolvere
eventuali dubbi.
In or dine al secondo punto, rela tivo alla facilità di utilizzo, un
sistema privato im plica un perio do di appr endimento sicuram ente
più elevato rispetto ad un sistem a che risulta già di per sé molto
semplice per l’utente.
Per quanto riguarda la sicurezza, attualmente i sistemi disponibili
sono
ampiamente in grado di garantire uno svolgimento sicuro e pri vato
delle transazioni, facendo così ve nire m eno uno dei vantaggi pi ù
importanti legati ad un network priv ato. Inoltre, rispetto ad una
chiamata telefonica, che può esse re intercettata facilmente, la
connessione alla banca via Intern et è maggi ormente protetta da
appositi sistemi (firewall).
Si pr ofilano due opz ioni: c onsiderare l’Internet banking come
potenziamento dell’apparato di stributivo esistente ovvero
assegnargli un r uolo centrale nelle strategie di m ercato e nel
modello organizzativo della banca. Tendenzialmente esse riflettono
un di verso appr occio alle opport unità off erte dai nuovi canal i
distributivi: uno, più “difensivo”, punta a consolidare ed ampliare i
rapporti con la client ela già servita; l’altro, più “aggr essivo” dal
57
punto di vista com merciale, è m aggiormente orientato alla
penetrazione in nuovi bacini di utenza.
Il tim ore m aggiormente percepito da color o c he vorrebbero
avvicinarsi a tale servizio è costitu ito dal fatto che l’utilizzo del PC
porti ad un tale grado di autonomia e senso di “onni potenza”, da
renderne l’ uso reale nella gestione del de naro c osì com plesso e
pericoloso, soprattutto nell’area delle operazioni pi ù sofisticate
come gli investimenti, da annullare i sempre più crescenti vantaggi
rispetto agli altri canali.
Le principali condizioni richieste dai clienti sono: la necessità di
avere un punto di riferimento reale in caso di difficoltà (in genere il
call center); l’esigenza di non vedersi accollare i costi di utilizzo del
nuovo servizio, visto che un costo viene già sostenuto, ossia quello
di dover imparare ad usare un canale prima d’ora sconosciuto.
Il vantaggio principale di Internet è che esso offre una modalità di
accesso ai servizi della banca (mediante visualizzazione di pagine
web) decisamente più comoda ed immediata rispetto al telefono; sul
monitor del PC possono infatti esse re riportati grafici e tabelle, che
consentono di fornire m aggiori in formazioni al cliente rispetto a
quello che è possibile fare tramite il telefono.
58
Infatti, Internet offre, oltre al va ntaggio della capillarità della Rete,
una modalità di collegamento e di colloquio già nota all’utente per
il fatto di essere utilizzato anche per altri scopi.
Dalle esperienze estere, in particolare quelle statunitensi e tedesche,
emerge che la scelta di svil uppare questo canale r isponde a d
imperativi a forte valenza strategi ca, fra i quali il più importante è
la ricerca e la conquista dei clienti del futuro.
BANKING TRAMITE PROMOTORI La banca opera essenzialm ente tramite i prom otori finanziari,
quindi senza la necessità di investire in agenzie tradizionali 7.
Si possono offrire quasi tutti i servizi di una normale banca
sfruttando le infrastrutture del sist ema per evitare di pe nalizzare il
cliente. Per il prelievo di contante e per i pagamenti viene offerta la
tessera Bancomat e la carta di cr edito, mentre per tutti gli altri tipi
di pagamenti o movime nti di capitale verrà utilizzata la normale
struttura interbancaria. I promotori invece curano la parte relativa
agli impieghi, ai mutui o agli altri finanziamenti.
7 Per app rofondimenti si vedan o D ABRASSI C ., Canali distributivi dei servizi finanziari, i n Manuale di m arketing bancario, UTET, T orino 2 000, pagg. 1 98-206 e TOFANELLI M., PAR RELLA F., Internet e promotori finanziari: le regole nell’attività di collocamento a distanza, in Banche, promotori e I nternet nell’offerta di prodotti finanziari, Il Sole 24ore, 2000, pag. 7 e segg.
59
Sicuramente questo tipo di organizzazione offre la p ossibilità di
politiche aggressive sul piano de i costi per gli utenti, avendo
strutture a basso costo.
In Italia sono presenti società ch e hanno intrapreso questo percorso
e si propongono come banche ch e basano la propria attività
solamente su una ret e di prom otori fi nanziari e su collegam enti
telematici (Rasbank, Area Banca).
I promotori finanziari rappresentano l’asse portante della struttura e
si occupano di "procacci are" clienti e fornire loro una cons ulenza
qualificata.
Nel 90% dei casi è il prom otore che promuove l’apertura del conto
corrente (nel rim anente 10% de i cas i è lo stesso cliente che si
rivolge alla banca). Il contatto c on il pr omotore consente al cliente
di avere consigli anche sulle opera zioni più difficili e su scelte
qualificate. Una volta aperto il c onto corrente, i clienti operano
tramite il canale telef onico aut omatizzato, m entre i prom otori si
attivano s olamente se il cliente lo richiede. Queste banche, che
trovano la propria oss atura nei pr omotori e c he hanno scelto come
canale distributivo un call center, solitamente offrono il 90% dei
servizi di una banca tradiziona le. Come per tutte le banche
60
telefoniche non vengono effettuate attività legate alla materialità,
come la possibilità di usufruire di cassette di sicurezza.
Anche per i prom otori cominciano ad apparire soluzioni basate su
PC portatili, finalizzate a suppor tare la vendita e la gestione dei
clienti (presentazione di prodotti con il programma Power Point, ad
esempio, simulazioni finanziarie, aggiornamento e trasmissione dei
dati sul cliente, ecc.)
CHIOSCO MULTIMEDIALE Il chiosco multimediale è un canale destinato a fornire al pubblico
informazioni di carattere generale sui servizi e prodotti offerti dalla
banca 8.
Offre ai clienti la possibilità di accedere al proprio conto corrente e
di usufruire, attraverso il colle gamento a Internet, dei servizi
informativi e dispositivi di home banking. Non è predisposto a
distribuire o accettare denaro.
Si tratta di una “ postazione” col locata all’interno dei locali della
banca e consiste in un vero e pr oprio P C in gra do di riprodurre
immagini, suoni e testi. Alcuni chioschi pr evedono c ollegamenti
8 Per a pprofondimenti si vedano DABRASSI C., Manuale di marketing bancario, op. cit., pagg. 212-216 e CA SELLI M. La gestione marketing nella banca, op. cit., pa gg. 97-104
61
audio-video con pers onale di al tre sedi, in m odo da fornire alla
clientela consulenze in settori specifici.
Lo sviluppo di queste strutture appa re interessante, se si considera
che il cliente può accedere ai serv izi informativi e dispositivi, nei
luoghi e ne i m omenti a lui pi ù favor evoli. Nello stesso tempo, la
banca rafforza il collegamento con la clientela attraverso un
ulteriore canale di comunicazione. Infatti questo canale rappresenta
una via di mezzo tra la banca immateriale e la filiale tradizionale, in
quanto da una parte rim ane il vincolo della sua ubicazione e
dall’altra consente di fornire dei servizi con note voli risparm i di
costi di strutture e di personale.
Esistono, tuttavia, alcuni problemi relativi al chio sco multimediale
che non riguarda no tanto il pro cesso di instal lazione o d i
manutenzione, quanto l’aggiornamento delle informazioni.
La necessità di conse ntire un fa cile aggior namento delle stesse,
richiede l’impiego di strutture di connettività a costi molto elevati.
Per migliorare la qualità del serviz io, inoltre, è necessario disporre
di linee di com unicazione pi ù velo ci e a banda pi ù larga per un
efficiente collegamento con la perife ria, oltre all’integrazione delle
strutture esistenti con il protocollo utilizzato da Internet.
62
Il chiosco multimed iale si di fferenzia dall’ATM in quanto
quest’ultimo svolge essenzialmente funzione di cash dispenser,
dato che le operazioni svolte dalla clientela riguarda no
principalmente il prelievo di contan te e la richiesta d’informazioni
sul proprio conto corrente.
Per questa sua funz ione, l’ATM deve garantire due aspett i
fondamentali 9:
− la sicurezza data da una struttura blindata;
− l’affidabilità nel far funzionare l’applicazione locale, ogni
qualvolta avviene l’inserimento della tessera Bancomat e si richiede
un servizio.
Per questo m otivo l’ATM presenta un sistem a operativo specifico
(del P C c ondivide una parte dell ’hardware), che s volge la doppia
funzione di collegam ento c on le unità centr ali e di gestione delle
applicative locali, da cui dipendo no i s ottosistemi come quelli di
gestione della carta e il contator e delle banconote. La robustezza è
poi garantita dal fatto che il motore si occupa non sol o del servizio
da erogare, ma anche del proprio funzionamento con la gestione di
sensori che segnalano eventuali guasti dell’hardware.
9 Si veda FILOTTO U., Distribuzione e tecnologia: la banca del domani, op. cit., pag. 78 e segg.
63
Il chiosco multimediale, svolgend o principalmente una funzione
informativa, non presenta partic olari esigenze in termini di
sicurezza e può essere ubicato ovunque.
L’ampliamento della gamma dei servizi offerti costituisce uno degli
aspetti su cui la banca punta per diversificare i rapporti con la
clientela. Questo, effettivamente , è già stato fatto con l’ATM;
infatti, oggi è possibile anche ef fettuare versamenti di contante e
assegni, pagamenti di utenze e, in f uturo, sarà possibil e effettuare
altri tipi di operazioni.
Con l’adozione di nuove tecnologie, si potrà migliorare la grafica,
inserire im magini e consenti re l’accesso a Intranet per la
consultazione di pagine informative provenienti dal server centrale.
L’obiettivo della banca è quello di abituare i clienti ad utilizzare
macchine automatiche. In questo m odo, s oprattutto nelle grosse
filiali, si avrà l’incentivo a re alizzare veri e propri totem
informativi, legati a servizi sempre più completi e vantaggiosi per il
cliente.
WEB TV Agli inizi la scelta di utilizzare la televisione come canale di virtual
64
banking si era basata sulle cons iderazioni riguardanti le scarse
conoscenze tecnologiche degli ita liani e la bassa diffusione dei
computer e di Internet presso le famiglie 10.
L’evoluzione delle tecnologie di trasm issione televisiva ha
consentito lo sviluppo di sistemi di trasmissione av anzati, in grado
di raggiungere un numero sempre maggiore di utenti, distribuiti su
ampie fasce territoriali.
Con la trasmissione satellitare si può trasmettere una gran quantità
di dati ad un numero di utenti pressoché infinito.
Tuttavia, un elevato costo di pr ogettazione e di realizzazione di
queste tecnologie, ne ha frenato la diffusione e ha incentivato lo
studio di ulteriori sistemi di tr asmissioni, realizzabili a costi più
contenuti.
Si affermano così le trasmissioni via cavo che rappresentano la vera
alternativa al satellite a basso cos to. L’evoluzione attuale è basata
sulle fibre ottiche, un sistema ch e cons ente alta velocità di
trasferimento dati, bassa percentual e d’errore e grande potenzialità
di trasmissione.
10 Si veda per approfondimenti PENATI V., Banche: il video oltre lo sportello, Business 2.0, n. 3 Marzo 2001, pagg. 14-19
65
Con la TV interattiva si stabilisce un ponte di collegamento tra la
TV tradizionale e il computer (il televisore fa da m onitor al
computer): si possono scambiar e inform azioni c on un centro di
controllo, m ediante un piccolo com puter collegato con
l’apparecchio televisivo. Il comput er del centro di controllo, alle
richieste inviate dall’utente, reagisce cambiando le immagini sullo
schermo televisivo.
Area Banca è stata una delle prime banche ad utilizzare questo tipo
di canale attraverso il progetto “Telematch-F” 11, un piccol o e
semplice apparecchio elettronico il cui scopo è quello di ricevere
dati e suoni dalla linea telefonica e convogliarli su un normale
televisore domestico; sullo sche rmo appaiono i dati aggi ornati del
proprio conto corrente, la situ azione del portafoglio titoli e
l’andamento degli investimenti.
Un’altra soluzione, ancora più semplice, è quella della Banca 121;
basta telefonare gratuitam ente ad un num ero verde, digitare la
password, selezionare l’opzione televideo e sintoni zzarsi sulla
pagina personale di questo.
11 Si veda TAR ALLO P ., Strategie e sistemi di E- business, Fran co Angeli, Milano 2000, pag. 34 e segg.
66
Tale canale è più semplice ed economico che utilizzare un
computer con l’accesso ad Internet , anche se ha delle prestazioni
decisamente minori.
FILIALI IN STORE E’ uno sportello bancario situato all’interno di punti vendita della
grande distribuzione (supermercati e centri commerciali).
Rispetto a una filiale tradizionale, la filiale “in store” si distingue
per la struttura aperta e ben visib ile, che favorisce il contatto con i
visitatori, per l’appr occio co mmerciale in sintonia con le
caratteristiche del punto vendita, per la disponibilità dei servizi
bancari durante un arco temporale più am pio, rispetto ai norm ali
orari di sportello (osserva gli stessi orari della struttura
commerciale) 12.
La sinergia tra il “prodotto” fina nziario offerto dalla banca e i
prodotti esposti sugli scaffali della gr ande distribuzione, costituisce
una “m utua” conve nienza che, da una pa rte, agevol a il cliente
durante gli acquisti; dall’altra, consente un ampliamento della
clientela sia per la banca sia per la struttura commerciale.
12 Si veda FALETTI R., PACCHIARDO E., La banca virtuale, op. cit., pag. 129 e segg.
67
All’estero questo tipo di sportello è assai diffuso, so prattutto negli
USA.
GSM L’evoluzione che ha caratterizzato il telefono cellulare negli ultimi
anni, ha reso possibile il suo utili zzo quale vero e proprio terminale
per richiedere e ricevere informazioni di qualunque tipo 13.
La possibilità di offrire servizi sempre più evoluti e complessi,
dipende dallo sviluppo della tecnol ogia. Attualmente è in atto una
vera e propria rivoluzione nell’ ambito della telefonia m obile, che
passa attraverso accordi di cooperazione tra produtt ori
d’infrastrutture di rete, costruttori di terminali GSM e gestori, tanto
che sono stati sviluppati telefonini in grado di accedere a Internet
attraverso un pr otocollo de nominato WAP (Wireless Application
Protocol), senza la necessità di utilizzare modem o portatili.
Questi cellulari contengono al loro interno un microbrowser, che,
come il browser installato sul co mputer, permette di reperire
informazioni che risiedono in rete e che vengono immediatamente
visualizzate sul display in due colori, verde chiaro e nero.
13 Per ap profondimenti si v eda AA.VV., I nuovi canali distributivi nei settori industriale, bancario, finanziario e della pubblica amministrazione: commercio
68
L’accesso alle informazioni e ai serv izi, aggiornati in tempo reale,
avviene attraverso il menu del tele fonino, con ampie possibilità di
personalizzazione.
Già da tempo la banca, tramite il ca nale GSM, è in grado di f ornire
notizie di natura fina nziaria e non (i nformativa), semplicem ente
attraverso l’invio di messaggi di testo (SMS).
Sicuramente il GSM potrà dive ntare anche un borsellino
elettronico, tuttavia, è necessari o valutare l’impatto che queste
innovazioni avranno sulla clie ntela. Innanzi tutto, c’è da
considerare l’aspetto dei costi, che, in relazione a strumenti
particolarmente sofisticati, saran no ingenti; inoltre, nella cultura
italiana, nonostante il boom inaspetta to degli SMS, il telefonino è
utilizzato principalmente per le co municazioni vocali, deve essere
semplice da usare e deve avere un buon design. Ci ò che l’utent e
richiede è un m ezzo per aver e un colle gamento i mmediato e
continuo con gli altri, per otte nere informazioni tempestive e
mirate. L’errore principale che gli istituti non devono commettere è
quello di scegliere un gestore te lefonico in par ticolare per
proseguire su questo tipo di i nnovazione, in quan to ob bligano i
elettronico – internet e intranet – phone banking e home banking, op. cit., pag. 141 e segg.
69
clienti a stipulare contratti con lo stesso, generando in loro il
dilemma di cambiare banca oppure gestore.
Nei prossim i anni ci saranno altri due passi in avanti in questo
campo (GPRS e UMTS), c on l’obiettivo di av ere uno strumento
unico per telefonare, navi gare, guardare film e la televisione, fino
alle funzionalità più estreme di videoconferenza e di un vero e
proprio personal computer senza fili.
Il futuro delle banche virtuali ha già un nom e: m obile-banking,
ossia la fruizione di servizi bancari attraverso la telefonia mobile.
Figura III.I
I canali di distribuzione finanziaria
basso Vincolo temporale alto
Promotore finanziario
Call center
Phone banking Pc banking
Internet Web tv
Gsm
Sportello tradizionale
Sportello leggero
ATM
alto Vincolo fisico basso Fonte: NAVACH G., Se la banca diventa virtuale, Ed. Il Sole 24 Ore, Milano 2000, pag. 137
70
Nella figura i canali bancari sono st ati riclassificati in funzione
delle variabili tempo e spazio che rappresentano i due vincoli
principali al concetto di virtualità.
Lo scenari o delineat o sem brerebbe indicare com e una ponderata
strategia multicanale potrebbe ri velarsi lo strum ento chi ave
nell’offerta di prodotti e servizi di versi, competitivi e a misura di
specifiche fasce di clientela. Si può immaginare una struttura in cui
l’agenzia tradizionale è sempre più rivolta ad un servizio di
consulenza attraverso strum enti di tipo decision-support e
all’adempimento di operazioni an cora materiali, mentre tutti i
canali innovativi permettono di soddisfare 24 ore s u 24 le esigenze
operative; ad Internet il ruolo fonda mentale di integratore tra tutte
queste tecnologie e di pusher verso nuove forme di commercio.
II.III IL CALL CENTER: COSTRUIRE VIA
TELEFONO LA RELAZIONE CON IL CLIENTE
Il call center può essere definito co me l’integrazione funzionale di
tecnologie telefoniche ed inform atiche avente come obiettivo la
71
gestione efficiente ed efficace del traffico inbound (ossia entrante o
ricevuto) e outbound (ossia uscente o generato) per sviluppare
business attraverso il contatto telefonico 14. Costituisce, q uindi, sia
un nuovo canale distributivo ch e un potente strumento per
incrementare il livello di qualità dei servizi offerti ai propri clienti e
della relazione personale, fino a poco tempo fa ritenuto irrilevante.
L’implementazione di un call center com porta un im patto
significativo sia dal punt o di vist a organizz ativo che e conomico,
dovendosi form are il personale ed investire in tecnologia, ma
assicura un ampliamento ed una migliore qualità della gamma di
servizi offerti; esso porta benefici all’immagine aziendale e alla
posizione competitiva, dato che la clientela si è evoluta ed è
diventata più esigente.
Tra gli obiettivi strategici di un call center quello che ha più
importanza risiede nella garanzia di qualità del servizio, che si
ottiene attraverso una maggiore personalizzazione del rapporto
banca-cliente. Fondamentale, in quest’ottica, risulta essere una
puntuale pianificazione or ganizzativa e tecnologica, ma è
indispensabile che anche i prodotti/s ervizi siano tali da poter essere
14 Per app rofondimenti si v eda V ITOLO D., CRM, Call Center e nuovi canali, in Lettera marketing n. 1 del 2001, ABI, pag. 14 e segg.
72
veicolati per telefono. Importante è poi anche la sua affidabilità,
ossia il contr ollo i mmediato delle inform azioni erogate, la
semplicità nell’utilizzo e la velocità di risposta.
Nell’era della banca virtuale di venta ancora pi ù i mportante la
struttura integrata del call center: la banca è ormai multicanale e
questo non solo dovrebbe identificar e la capacità di offrire alla
propria clientela una diversità di possibili punti di accesso, che
possono spaziare dallo sportello tr adizionale ad Internet, ma anche
gestire in maniera integrata i fl ussi informativi e transattivi che
possono svilupparsi lungo ognuno di tali canali.
Dall’integrazione tra telefono e co mputer nasce quindi una nuova
dimensione della qualità di servizio , basata soprattutto sugli aspetti
relazionali, sull’affidabilità e sulla rapidità nella gestione del
contatto.
Gli elementi che generano qualità all’interno di un call center sono
principalmente tre: il servizio (inteso come “cosa viene offerto”), la
tecnologia ed il personale. Quest’ultimo riveste un ruolo chiave
poiché, infatti, il telefono e la t ecnologia, da soli e soprattutto in
questo canale, non sono in grado di poter sviluppare e gestire i
contatti interpersonali; possono co stituire un importante supporto,
ma solo l’esperienza e l’addestra mento degli operatori consent ono
73
di ottenere risultati sig nificativi in termini di qualità della relazione
con il cliente.
Per ribaltare la percezione di di stanza dalla banca che il telefono
può ge nerare, occorre m ettere in grado l’operatore di fornire un
servizio altamente personalizzato e tarato sulle esigenze specifiche
della controparte; occorre quindi rendere disponibili tutte le
informazioni relative alla posizione del cliente e ai suoi precedenti
contatti con la banca, fornire mode lli di analisi dei comportamenti,
sfruttare appieno il ricco databas e a disposizione delle aziende di
credito. L’operatore telefonico d ovrà trovare sul suo s chermo tutta
la storia del cliente; verrà m esso a c onoscenza di os servazioni,
apprezzamenti, lamentele, esigenze dell’interlocutore; s aprà fornire
risposta e consiglio quanto e pi ù di quant o potr ebbe fare lo
sportellista o il consulente tradizi onale; ogni occasione di contatto
verrà utilizzata per alimentare gl i archivi di nuove informazioni e
permetterà di rendere sempre più intensa la relazione banca-cliente.
L’integrazione del call center con il sistema informativo è ciò che
trasforma un potente c entralino te lefonico in un gra nde strumento
di ve ndita e di gestione della relazione; è ciò che tra sforma uno
strumento freddo e distante in un canale ricco di contenuti e di
capacità di personalizzazione; in realtà tale integrazione rappresenta
74
una condizione indispensa bile per riuscire ad offrire alla clientela
l’accesso a transazioni dispositiv e, garantendo un livello di
efficacia soddisfacente, e alla ba nca lo sviluppo di informazioni
sulla prima (il call center anche co me strumento per le indagi ni di
mercato) utili per definire le strategie di offerta e la scelta del mix
ottimale di canali da proporre ad un determinato utente.
II.IV INTERNET BANKING: L’ATTRATTIVITA’ DEL
SITO BANCARIO
L’ingresso in Internet oggi, e an cor più nei prossim i anni, dovrà
nascere all’interno di una politica generale di posizionamento della
banca e dovrà essere gestito da un gruppo di lavoro che includa
trasversalmente l’area commerciale, quella di marketing e strategie
e quella organizzativa 15.
Ora che le evoluzioni si sono almeno in parte realizzate, la semplice
15 Si veda ALAGGIO M. R., Tecnologia e riorganizzazione, i n Azi endaBanca n. 3, Milano 2000, pagg. 12-16
75
presenza comincia a non essere pi ù sufficiente, anzi un sito non
curato, non aggiornato e che non offra reali se rvizi può addirittura
generare un ritorno di immagine negativo da parte di una clientela
sempre più abituata alla navigazione e sempre più esigente.
Sono molteplici i fattori che costituiscono va lidi motivi per tornare
sul sito anche se non si è direttamente interessati a diventare clienti
dell'istituto di credito. Dalle pagine deve trasparire con chiarezza e
precisione l'informazione sull'istituto di credito e sui servizi offerti,
ma determinanti sono anche i serv izi a corollario. Le modalità
necessarie per arrivare a questo risultato sono molteplici e si
rivolgono a categorie diverse di pubbl ico, m a condivi dono
l'obiettivo di far di ventare le pa gine web della banc a m olto più
frequentate di quelle che conte ngono sol o pagi ne "tecniche". I
metodi per far diventare un sito di vertente e attrattivo potrebbero
essere schematicamente quattro e non sono difficili da
conseguire 16:
• oltre alle notizie della banca bi sogna creare una serie di
links esterni legati alla segmentazi one della clientela e alla
presentazione dei prodotti de lla banca; devono essere
16 BORELLA V. Il marketing nelle banche italiane, op. cit., pagg. 61-65
76
naturalmente siti selezionati c on cura per attrarre quanti pi ù
visitatori possibili;
• un altro sistem a, è quello di far dive ntare il proprio sito un
punto d' incontro per chi vuol e approf ondire la conoscenza
del territorio dove opera la banca dal punto di vista
naturalistico e turistico. A tal fine può risultare utile la
collaborazione degli operatori turistici del luogo, delle
associazioni naturalistiche e di qua nti siano esperti della
cultura locale;
• concentrarsi sulla cultura e accogliere nel proprio s ito
musei, gallerie d 'arte, rest auri e iniziative culturali
sponsorizzate dalla banca. In questo caso è possibile
proporre all'utente i musei e le gallerie via Internet tramite
una visita virtuale che solitame nte risulta molto gradita agli
utenti;
• promuovere all 'interno del sito un Ufficio Studi dove si
possano scaricare via Inte rnet molti working papers
interessanti. Il livello di comp lessità deve essere valutato
con attenzione ma questa iniziativa può ris ultare vincente
per coinvolgere una clientela sofisticata.
77
Nel sito della banca di Credito di Trieste era presente, fino a
qualche anno fa, una pa gina m olto i nteressante che r iassumeva i
fattori più importanti per sfruttar e al meglio le possibilità del
W.W.W. e per creare un sito attra ttivo e completo sotto ogni punt o
di vista. Vediam o quali s ono i punti essenziali nel seguente
decalogo del buon sito bancario 17:
1. Home page veloce, struttura organica del sito
⎯ bisogna m ettersi nei panni de l vi sitatore che paga il tempo di
collegamento, per cui le pagi ne devono c aricarsi velocem ente,
senza creare problemi di visual izzazione sul proprio PC; quindi,
togliere la grafica pesante e m inimizzare tutte le foto presenti sul
sito, senza per questo farle diventare di una risoluzione scadente;
⎯ il susseguirsi delle pagi ne deve essere ben studiato in m odo da
non far perdere al visitatore il filo logico della sua visita; i percorsi
più utilizzati devono essere facilita ti, le pagine più viste devono
avere un link nella home page.
2. Notizie proprie esaurienti sui prodotti/servizi ed indirizzi, pagine
della clientela
⎯ chi arriva sul sito deve trovare tutte le informazioni di cui
necessita;
17 Per approfondimenti si veda BRACCHI G., Internet banking, op. cit., pagg. 87-95
78
⎯ far crescere la propria clientel a con a lcune pagi ne Internet
offerte dalla banca, incluse m agari in un superm ercato virtuale, è
uno dei modi nuovi per fidelizzarla.
3. Interattività oltre all’e-mail, evasione rapida della posta
⎯ l’indirizzo di posta elettronica è il centralino telefonico virt uale
della banca , dall’altra parte ci de ve essere qualcuno c he risponda
sempre e in tempi brevi;
⎯ il colloquio con la banca deve essere facilitato, in ogni pagina ci
deve essere un modo per poter inviare un’e-mail.
4. Sito multilingue, almeno italiano ed inglese
⎯ Internet è un mercato globale; bi sogna pensare in grande, senza
mirare solo al proprio territorio; ogni iniziativa mirata a segmentare
più volte i possibili visitatori por ta a risultati scarsi e a miseri
ritorni, a m eno che l’istituto non abbia una vocazione prettamente
locale oppure specialistica.
5. Apertura verso l'esterno con link aggiornati, anche verso la
concorrenza
⎯ i motori di ricerca, nel caso che l’utente non trovi l’informazione
desiderata, ne suggeriscono altri se nza temere la concor renza. Una
banca, prima o poi, dovrà fare la stessa cosa;
79
⎯ il sito deve essere aperto vers o la Rete con link interessanti e
sempre aggiornati; questa è la differenza tra una brochure ed
Internet.
6. Pagine utili a tutti
⎯ la maggior parte dei visitatori non sono clienti; se trovano
elementi sempre interessanti rito rnano sul sito ed aum enta la
possibilità che essi stessi divengano clienti, anche s olo di servizi
Web come mailing list, newsletter, comunità virtuali, ecc., oppure
anche di veri e propri prodotti finanziari.
7. Visibilità all’esterno, link da siti nazionali ed esteri
⎯ non basta spendere in costosa pubblicità sui media tradizionali o
con campagne di banner (nuova forma pubblicitaria grazie all’uso
di immagini, talvolta animate, ch e appaiono sullo schermo del pc
mentre si naviga su Internet), bisogna anche perseverare in un
nuovo discorso di We b marketing: motori di ricerca, liste bancarie
ben visitate, articoli sulle novità ban carie su quotidiani e su riviste
specializzate danno una buona vi sibilità; aumentare quest’ultima
significa incrementare il numero deg li accessi al proprio sito, il che
porta al successo del proprio messaggio.
80
8. Novità frequenti, pagine originali (senza copiare), continui
aggiornamenti, anche della home page
⎯ se chi visita il sito lo repu ta interessante per gli argom enti
proposti, molto probabilmente ci to rnerà. Se, quando ci ritorna, lo
vede cam biato ed a ggiornato, c i tornerà s empre più spesso e la
banca avrà acquisito un nuovo cliente Web;
⎯ non proporre cose già viste negli altri siti; usare la fantasia.
9. Iniziative locali (radicamento nel territorio), culturali e
benefiche
⎯ le banche a carattere locale devono promuovere il web nella loro
zona d'influenza, diventando portatrici di novità e nuova cultura tra
la gente e nello stesso tem po si dimostrano radicate sul territorio e
quindi più “reali”;
⎯ le iniziative senza scopo di lu cro va nno pubblicizzate, m agari
con la donazione di un sito all’ente beneficiario.
10. La banca crede in Internet
⎯ l’istituto bancario deve credere nelle possibilità offerte da questo
canale innovativo, dim ostrandolo con un hom e ba nking sicur o,
statistiche e contatori , nonché con una tra sparenza com pleta ed
esplorare sempre nuove modalità comunicative (di interazione).
81
Naturalmente questa breve elencazi one di punti base è solo una
visione semplificata dei proble mi che gravano sulla gestione di un
sito banca rio, m a sono com unque da t enere presenti. L’ide a
rivoluzionaria è che la banca può acquistare quote di mercato anche
informando sui servizi offerti dai propri diretti concorrenti, a patto
che possa affermare e dimostrare di essere migliore di altri, anche
in termini di attenzione ai bis ogni della clientela, soddisfatti con
dovizia di m etodo e non supe rficialmente. Inoltre questa
prospettiva, potrebbe aprire l’or izzonte a partnership tra varie
banche, che portino c on un lavoro co mune ad un m iglior rapporto
qualità-prezzo per l’utente finale.
Un elemento fondamentale è costitu ito dalle motivazioni con cui si
apre il proprio sito: s pesso fornire un servizio su Internet solo con
lo scopo di risultare, agli occhi del cliente, al passo con i propri
concorrenti, crea nell’utente una pe rcezione di poca attenzione nei
confronti delle sue "reali" esigen ze. Un esem pio lampante è quel lo
delle calcolatrici di mutui e prestiti che ormai disseminano i siti di
tante banche italiane, come se si trattasse di una moda alla quale
non è bene sottrarsi; m olte banche inseriscono nel pr oprio sito una
calcolatrice per determ inare le rate mensili e annuali di m utui e
prestiti: l’obiettivo è quello di inform are l’utente su quale sarà il
82
suo onere, con gli anni, se deci desse di accendere oggi un mutuo
sul mercato bancario it aliano, aiutandolo così ad una de cisione più
facile e ragionata. Per i client i sarebbe un va ntaggio notevole
perché pos sono val utare da soli e stando com odamente a casa le
diverse offerte; per le banche significherebbe risparmiare tempo per
non dover dare le stesse informazi oni attraverso un cons ulente in
filiale. Il servizio potrebbe a pparire interessante, tuttavia,
analizzando il fenomeno più a pprofonditamente, molti fattori
inducono a credere che le banche non si rendono conto delle enormi
potenzialità di un uso efficace de l servizio e stanno perdendo una
grande opportunità su questo versante. L’idea è sicuramente buona:
permettere che gli utenti si docume ntino da soli e pers onalizzino le
loro richieste alla banca, signi fica anche acquisire clienti con
minimo sforzo. Il s uccesso di que sta filosofia, come sempre nel
marketing, tende a zero perché nullo è il servizio realmente fornito
al cliente. Il tipo di cliente che va in cerca di queste inform azioni
presenta infatti esigenze molto pi ù sofisticate di quello che le
banche a prim a vista credono, e d un motorino di calcolo s ul sito
non basta a realizzare customer satisfaction. Le banche dovrebbero
migliorare il concetto di servizio, aumentando il grado di
interattività del sito ed elevando le occasioni di dialogo: un esempio
83
potrebbe essere rappresentato da una newsletter giornaliera. Ma il
concetto più importante che manca, è quello della specializzazione
del servizio offerto. Internet ha dim ostrato che è possibile
soddisfare al meglio una precisa area di interesse; il modello
onnicomprensivo non funziona. Anche le grandi banche, non
devono commettere l’errore di cr eare una “grande” banca sul web.
L’utente non vuole perdersi nel s ito della propria banc a avendo l a
possibilità di poter far tutto, ma senza poi fare davvero nulla in
conclusione. Meglio esternalizzare alcuni servizi, creando un vero e
proprio sit o com plementare a quell o bancario, com pletamente
dedicato all’argomento, che il cliente percepisca come altro rispetto
al sito tradizionale anche se semp re sotto il controllo e la gestione
della banca. E’ necessario fornire strumenti e funzioni al cliente e
diffondere consigli a flusso cont inuo, pr oprio e solo verso que gli
utenti che realm ente ne hanno bi sogno, in modo da dargli la
possibilità di lavorare su quals iasi argomento, in maniera
indipendente e completa, a partire dalle sue reali esigenze.
84
CAPITOLO TERZO
BANCHE TRADIZIONALI E BANCHE VIRTUALI
III.I I FATTORI CHE SPINGONO AD UNA
RIDEFINIZIONE DEI CANALI DISTRIBUTIVI
Attualmente l' obiettivo delle ba nche italiane appare quello di
conquistare nuovi clien ti tramite innovativi ca nali distributivi, per
poi condurli all' interno dell' agenzia, dove la banc a conse gue
maggiori guadagni.
Gli istituti di credito, fin dalla seconda guerra mondiale, hanno
intrapreso una strada di ammodern amento che li ha condotti da un
orientamento volto alla produzione , ad uno rivolto alla vendita e d
infine al mercato 1.
L’attenzione alle esigenze de lla clientela è andata via via
crescendo, porta ndo oggi a riconos cere, da parte delle ba nche, la
centralità d el settore retail (priva ti e famiglie), oltre al corporate
1 Si veda NAVACH G., Se la banca diventa virtuale, op. cit., pag. 54 e segg.
85
(imprese), in termini di possibile fonte di business. Il processo di
diffusione di nuovi prodotti, serv izi e processi dipende dalle
caratteristiche dell’ambiente in cui si opera, dai destinatari
dell’innovazione stessa (banche e clienti), dalle condizioni
strutturali degli enti erogatori e dalle abitudi ni di vita degli
individui.
Il settore finanziario si trova a dover gestire un processo di
cambiamento anche sugli aspetti ri guardanti le proprie modalità di
relazione con il m ercato. E’ sem pre più evidente l’esigenza di
un’offerta completa e aggiornata; di un accesso facilitato a servizi e
prodotti personalizzati. In quest’ era di servizi il tempo è una
misura che determina il livello di qualità agli occhi del cliente, che
preferisce sempre più l’attività all’ attesa. Andrà valutato con molta
attenzione quindi, il tempo trascorso per l’accesso a un servizio, la
sua durata, la rapidità di reazione della banca agli stimoli inviati dal
cliente. Questa evoluz ione delle esigenze è decisamente un "colpo
basso" che si assesta alle filiali e alla loro logica di presenza
"fisica" sul territorio che, per que sta tipologia di clientela evoluta,
non riescono più a rispo ndere in m odo efficac e alle esigenze di
operatività quotidiana. Inoltre, le banche che sapranno sfruttare il
commercio elettronico e i servizi di remote banking avranno
86
un’ulteriore arm a contr o il ri schio di disinterm ediazione,
avvicinandosi al cliente.
Anche nel nostro paese si assiste ad un atteggiam ento di m inore
fedeltà nei confronti della banca; si è creata una tendenza a
mantenere il rapporto limitato ai servizi basici, cercando di lim itare
la frequent azione de gli sportelli, o addirittura cercando di evitarli
con l’utilizzo delle carte di debito e di credito. Vi è inoltre un
ampio grado di insoddisfazione dovuto alle perdite di tempo presso
gli sportelli; la clientela ha la s ensazione di non trovare rispos te
positive in termini di personalizzaz ione. Esiste, quindi, un’ampia
area di mercato pronta ad abband onare lo ”sportello tradizionale”
per svolgere in altro modo le stesse operazioni.
In risposta alle tensioni provocate dalla concorrenza allargata, dai
nuovi bis ogni dei risparm iatori, dall’evoluzione tecnologica e dai
problemi “interni” e strutturali il modo di fare ed essere banca tende
a cambiare rapidamente, sotto due aspetti paralleli: il primo
mutamento riguarda la piattaform a sulla quale viene collocata
l’offerta di servizi bancari; il se condo tocca i servizi stessi che
dovranno essere più ricchi di conte nuti e personalizzati. Le
difficoltà che le banche de vono oggi affrontare, sono quindi
piuttosto consistenti.
87
Il problem a strategico consiste , quindi, nel decide re quant o
investire (per mantenere la stabilità dell’azienda) e come investire
(gli investimenti devono essere effettuati con c onvinzione da
persone in grado di individuare le soluzioni ottimali e devon o
essere affiancati da altre politiche di formazione de l personale). La
trasformazione in banche virtuali, o in banche che eroghino servizi
attraverso i moderni canali, non deve essere esclusa perché, dati gli
alti costi e i lunghi tempi di real izzazione, non è un’opportunità di
business nel breve termine ma deve essere considerata una strategia
di marketing di lungo periodo, che perm etta di affrontare le nuove
sfide del settore bancario. Tutto qu esto grazie anche all’alto grado
di “sem plicità” raggiunt o dalla te cnologia, l’interfaccia user-
friendly e alla evoluzione "rapi da" delle prestazioni offerte dalle
"macchine" 2 che permettono oggi di pa rlare di multimedialità ed
interattività, ponendo le esigenze di banche e clienti a contatto tra
loro in una logica di costruzione "comune" dei servizi finanziari dei
prossimi anni. Dina nzi alle sco mmesse che attendono le banc he
risulta imprescindibile, per il terzo millennio, combinare le
esigenze di efficacia con quelle di redditività.
2 Per a pprofondimenti si vedano PR EVIATI D ., Manuale di marketing bancario, op. cit., pagg. 71-76 e SORRENTINO M., Banca & Informatica, op. cit., pag. 114 e segg.
88
III.II LE OPZIONI STRATEGICHE DELLE BANCHE
Diverse sono le opzioni strategiche che le banche possono
perseguire quando la concorrenza diventa “virtuale” 3.
La leadership di costo aggressiva.
Questa soluzione viene adottata soprattutto dai nuovi entranti nel
settore; è propria di realtà non dotate di una rete territoriale
preesistente, poiché e vita proble mi di coor dinamento tra canali
tradizionali e nuovi e rende plausib ile, data l’assenza di una rete
distributiva labour int ensive, una strategia di costi bassi. In questo
modo si supera lo svantaggi o de rivante dalla m ancanza di una
precisa immagine aziendale presso il pubblico potenziale.
Questo tipo di appr occio viene vi sto con diffidenza da gli attori più
solidi in virtù della s ua irrevers ibilità e dell’incertezza della sua
sostenibilità nel tempo; la clientela infatti tende a non essere fedele
ad una banca che fa del prezzo la sua leva competitiva principale
(appena compare all’orizzonte un concorrente che pratica prezzi più
bassi si affiderà a quest’ultimo ). Anche i concorrenti valutano
3 Si veda no per ap profondimenti SOR RENTINO M .,Tecnologie, organizzazione e lavoro nel settore bancario. Evoluzione e prospettive, F. Angeli, Milano 2001, pag. 81 e segg. e TARALLO P., Strategie e sistemi di E- business, op. cit., pagg. 43-48
89
prudentemente una str ategia di qu esto tipo, in qu anto, una volta
dato il via ad una guerra dei prezzi, si corre sempre il rischio di
essere superati da concorrenti più aggressivi.
La differenziazione del servizio.
Un approccio strategico diverso è rappresentato da una politica di
differenziazione del servizio attrav erso canali virtuali; si cerca in
questo modo di generare un differenziale di qualità nel servizio
offerto che sia chiaramente p ercepibile dal cliente e che sia
sostenibile nel tempo.
Per perseguire tale strategia non è sufficiente utilizzare un canale
caratterizzato da una nuova tecnol ogia, m a occorre sfruttare le
potenzialità del nuovo canale in modo innovativo e distintivo
rispetto alla concorrenza: aspe tti quali la comodità di accesso,
l’assenza d i orari di apertura, la possibilità di essere fisicamente
lontani dal luogo di fruizione de l servizio, distinguono un canale
dall’altro, ma non una banca dall’altra, a parità di canali utilizzati.
Per differenziarsi occorre una pi ù ampia gam ma di servizi offerti
attraverso i nuovi canali, la capacità di veicolare informazioni a
maggiore valore aggi unto o una m aggiore r apidità dell a banca di
avvalersi delle nuove tecnologie.
90
Le difficoltà che possono caratteri zzare questo approccio risiedono
nel fatto che sia ricorrendo a ca nali innovativi, sia perseguendo
logiche basate sul rapporto persona le, non è assicurato, di per sé, il
raggiungimento di un livello qualitativo superiore chiaramente
percepibile dal cliente. Inoltr e la differenziazione è esposta
all’imitazione dei concorrenti, vedendo ri dotto drast icamente il
vantaggio competitivo co nseguito e richiede ndo di conseguenza
una continua ricerca di nuove innovazioni.
Se la differenziazione viene perseguita attraverso canali tradizionali
la banca può i ncorrere in due ordini di pr oblemi: da un lato il
cliente può ritenere esagerato il pr ezzo richiesto per quel servizio,
anche se qualitativamente migliore; dall’altro, dati i costi
decrescenti della tecnologia, il ri schio che le banc he, che ha nno
puntato sui canali tradizionali, non siano in grado di a umentare il
valore aggiunto offerto al cliente con la medesima rapidità.
Tale strategia, a differenza della precedente orientata agli utenti
maggiormente sensibili al prezzo e con esigenze poco complesse ed
articolate, è volta soprattutto a c lienti più evoluti, in grado di
percepire differenze di qualità nel servizio e quindi, di
conseguenza, m aggiormente di sposti a pagare un prezzo più
elevato. Spesso, poi, essere i pr imi ad offrire nuove tecnologie
91
distributive ha un effetto positivo s u que i soggetti per i quali
l’innovazione e l’efficienza cos tituiscono un elemento rilevante
della scelta.
La diversificazione organizzativa.
Un’ ulteriore strategia può pre vedere, all’interno di un m edesimo
gruppo bancario, diverse strutture diversamente integrate tra di loro
a seconda dei segmenti obiettivo ( accanto alla banca tradizionale
una realtà basata su canali virtuali).
Se la nuova entità è stata creata per espandersi in segmenti nuovi,
allora non è necessaria una particolare integrazione tra le due realtà,
non essendoci problemi di cannib alizzazione; quando il segmento
di clientela oggetto di entram be è il medesimo, allora i problemi di
coordinamento risultano essere molto più complessi.
Difesa della clientela esistente.
In questo caso, solitamente a dottato da banc he poco pr opense
all’innovazione, l’offerta può apparire di modesta qualità in quant o
le banche non si im pegnano molto nella realizzazione del servizio,
soprattutto per quanto riguarda le spese connesse. Offrono il
servizio semplicemente per difender e la clientela già esistente. Il
rischio di sim ili strategie è lega to a una perdita dei clienti più
sensibili al prezzo, verso istituzioni che hanno adottato la strategia
92
di leadership di costo, e dei c lienti con esigenze più sofisticate a
favore de lle banche che hanno adottato la strategia di
differenziazione. Questa strategia può essere perseguita con discreti
risultati ricorrendo all’outsourcing per la gestione del servizio.
Strategia imitativa.
Le strategie imitative consentono offerte di pari qualità senza dover
sostenere i costi supportati per lo s viluppo dell’innovazione,
evitando anche di ripetere i po ssibili errori degli innovatori.
Tuttavia, l ’immagine ha un r uolo im portante e gli innovat ori
potranno sfruttarla per creare un ga p difficilmente eliminabile dagli
imitatori.
Nello scegliere una strategia di tipo imitativo sarà importante
confrontare i m inori costi sostenuti per realizzare l’offerta con gl i
sforzi da sostenere per recuperare lo svantaggio di immagine.
Strategia esplorativa.
Le strategie esplorative ve ngono attuate per sondare la risposta
della clientela e verificare l’o peratività dei propri servizi. In
generale il principi o gui da che is pira le aziende di credito a
realizzare iniziative di remote ba nking è da i ndividuare ne i
tradizionali obiettivi di efficaci a commerciale ed efficienza
operativa, oggi perseguiti più che mai dalle banche a causa di una
93
molteplicità di fattori. Gli inves timenti p er l’introduzione e lo
sviluppo dei servizi d i remote banking fini scono per m odificare i
rispettivi modelli distribut ivi portando ad adottare un mix di canali
più efficiente da un punto di vista distributivo (in term ini di
risparmio di costi operativi) ed efficace da un punto di vista
commerciale (in termini di redditività).
Altre strategie.
Vi sono poi strategie, basate sulla fornitura di nuove tecnologie, che
solitamente vengono adottate dagli a ttori consolidati del settore nel
tentativo di non farsi distanziare dai concorrenti più innovativi, e
cercando di ridurre i costi, per a vvicinarsi ai leader in questo
approccio. Si punta quindi a spingere una parte della clientela verso
i nuovi canali virtuali che, in vi rtù della m ancata differenziazione
dei costi in base al canale utilizza to, permette di finanziare, con i
risparmi che si ottengono grazie all’utilizzo dei meno costosi canali
innovativi, gli sportelli e gli altri canali labour
intensive. Il pericolo m aggiore ch e si corre nel rimanere in una
posizione intermedia tra quella di le ader di costo e quella di leader
di qualità consiste nel rischio di pe rdere entrambi i tipi di clientela.
Occorre fare leva sull’inerzia, su lla fedeltà e sulla difficoltà degli
utenti di indivi duare chiaramente le differenze di costo rispetto ai
94
concorrenti leader in seguit o al le varietà delle com ponenti che
vengono applicate.
Alcune ba nche te ndono poi a seguire strategie basate su
sperimentazioni all’interno di una porzione di territorio, oppure
predispongono gli as petti tecnologici in attesa che i tempi siano
maturi; altre imitano pedissequamen te le m osse delle banc he più
innovative, nel tentativo di mantenere la qualità del servizio offerto
in linea con quella dei concorrenti.
III.III STRUTTURA E CARATTERISTICHE DELLA
BANCA VIRTUALE
Definendo la banca vi rtuale come quella banca che non ha bis ogno
di un contatto fisico con il cliente e che al limite potrebbe non
possedere delle sedi fisiche, si pone il problema di capire come essa
appaia ai clienti e come sia strutturata.
La banca t radizionale ha una im magine “fisica” dovut a all' aspetto
degli edifici, degli uffici e del personale che com pongono la
struttura distributiva tradizionale; è basata sull’offerta di servizi di
alto livello attraverso la copertur a capillare del territorio mediante
95
una rete di filiali. Il tessuto produttivo è caratterizzato da
integrazione verticale, con un el evato numero di li velli gerarchici,
ed automazione dei processi; ciascuno sportello si presenta come un
punto di servizio tendenzialmente indifferenziato, capace di offrire
un’ampia gamma di prodotti 4. In questo m odello di banca l’enfasi
è posta sulla capacità di standardizzare le m ansioni e i ruoli,
normalizzare le regole, industrializzare i processi, quasi tutti gestiti
all’interno, e sulla strategia di pres idio del territorio. Su questo si
sono da tempo innestate modalità complementari di erogazione dei
servizi (i self-service, ATM, i sist emi elettronici di pagamento,...),
basati sulla facilità e la convenienza economica per il cliente, che
rappresentano per la banca il vanta ggio di m antenere inalterato il
modello di base, pur introduce ndo elementi di economicità nei
processi produttivi. E’ evidente che in un cont esto simile vi è poco
spazio per la flessibilità nella ges tione delle risorse e, soprattutto,
nella fase strategica della progettazione.
Il fenomeno della banca virtuale costituisce il passaggio da strutture
organizzative burocra tiche di ti po piram idale, m olto rigide, a
strutture snelle o piatte notevolm ente flessibili; allo stesso tempo si
4 Si veda MIUCCIO M., Internet banking: costi e benefici, in Banche e Banchieri n. 1, 2001, pagg. 19-26
96
ha un aum ento dell’este rnalizzazione di atti vità (outsourcing), che
porta alla banca netw ork e diminuisce la rilevanza di uni tà di staff,
che vengono semplificate ed utilizzate come unità di servizio alla
clientela interna.
Gli aspetti più rilevanti dell’e-banking sono 5:
• la collocazione fisica risulta me no rilevante, e lo sarà sem pre
meno con l’evolversi della tecnologia;
• i prodotti/servizi offerti vengono realizzati attraverso la fusione di
input di diversa origine;
• la competizione non esclude un liv ello crescente di cooperazione
tra imprese di servizi finanziari vo lto ad assicurare al cliente ogni
tipo di richiesta; im portanti dive ntano le alleanze strategiche e le
soluzioni di network;
• si attua un outsourcing deciso: la banca vi rtuale può soddisfare
una quantità molto più elevata di clienti di quanto non possa fare
una banca tradizionale delle stesse dimensioni.
La banca orientata al mercato, in forza della sua continua tendenza
al cliente, per la snellezza delle proprie strutture, per le doti di
elevata professionalità dei propri dipendenti, è fle ssibile, laddove
97
con questo termine ci si riferisce alla capacità di innovazione e di
apprendimento dell’or ganizzazione. Ad ese mpio, la R ete porta a d
un ridisegno sostanzia le degli organigrammi, con il c onseguente
cambiamento di m ansioni dei di pendenti ba ncari (il banc hiere-
sportellista che divent a promotore finanziari o) e il potenziamento
del personale con nuove figure professionali, spesso esterne. Queste
possono essere: il redattore capo, poiché le news del sito devono
essere sempre aggi ornate e cont rollate; l’auditor dei motori di
ricerca, essenziale per conoscere le prestazioni del sito; il fantasista,
che de ve e ssere portatore di nu ove idee per rendere sem pre più
interessante la filiale virtuale della banca; i va ri tester, che provano
a fondo le nuove applicazioni; i content provi der, creatori di
contenuti; gli accatiemmelisti (d al linguaggio HTML), che si
occupano di aggiornare le pagine Web e gli addetti al call center.
Nel caso del virtual banking, qui ndi, agli occhi del cliente il
rapporto con la banca si m odifica radicalmente: il luogo di contatto
privilegiato non è più rappresentato dalla filiale tradizionale, ma da
canali in cui si prescinde totalmente da un r apporto di t ipo “face to
face”. Quindi il cliente ha una percezione del proprio istituto
5 Per a pprofondimenti si vedan o OMARINI A., Banca virtuale: quale strategia impostare per creare valore, op. cit., pa g. 14 e segg. e FALETTI R., P ACCHIARDO E., La banca virtuale, op. cit., pag. 137-145
98
notevolmente ridotta. Il punt o di cont atto tra la banca virtuale ed i
propri clienti è rappres entato proprio dai canali distributivi remoti.
Ma sono soprattutto il telefono o il PC collegato a una re te
informatica i canali principali di ac cesso diretto alla ba nca, perché
sono gli unici che permettono un rapporto di tipo interattivo
assimilabile al rapporto tradi zionale. G li altri strum enti di
distribuzione remota, necessari pe r eseguire le operazioni che non
possono attuarsi via telefono o via PC (ad esempio ritiro di
contante), sono comunque accessor i al rapporto diretto che avviene
su questi ultimi.
Questa m odifica nel rapporto tra banca e cliente com porta un
cambiamento radicale dell' immagine della banca; quest a non potrà
più identificarsi nell'aspetto degli edifici o del personale d’agenzia.
Le conseguenze di questa mu tazione sono notevoli: la
smaterializzazione del rapporto c rea proble mi di im magine per il
fatto che r ende ugual i banc he c he possono essere tra loro m olto
diverse per quant o riguar da la st ruttura operativa, economica e
finanziaria; inoltre la virtualità educa il cliente a giudizi sull' istituto
che sono basati solo sulla qualità e sull’economicità del servizio,
senza considerarne altri im portanti come la vicinanza della banca,
la comodità, l'aspetto del personale ecc.
99
Il mondo bancario tradizionale e quello dell’e-banking muovono da
culture diverse; nel primo le strate gie sono i n prevalenza orientate
al medio-lungo termine, le comp etenze sono predeterminate e d i
tipo omogeneo e l’organizzazione si basa su assetti ben definiti; il
secondo è contraddistinto da strate gie di bre ve periodo (la rapidità
dell’innovazione te cnologica rende a lta la probabilità
dell’obsolescenza delle strutture tecniche), da competenze
specialistiche e da organizzazione flessibile.
Indipendentemente dal sentiero imboccato per l’introduzione delle
nuove tecnologie, lo sviluppo dell’economia della Rete offre al
sistema bancario un’occasione irri petibile per mettere a frutto il
ragguardevole patrim onio i nformativo accumulato attraverso le
relazioni di affari con la clientela.
III.IV VANTAGGI, COSTI E RISCHI DELLA
VIRTUALITA’ La banca virtuale necessita di di spositivi hardware e s oftware che
hanno un costo variabile di pendente dal pr ogetto cui la banca si
ispira: per il phone banking, utili zzo o meno di risponditori
100
automatici; per la banca in rete, utilizzo di un netw ork proprio o di
una rete pubblica; sviluppo di so ftware proprietari o utilizzo di
programmi commerciali; creazione in proprio della struttura interna
o ingegnerizzazione dei processi e dei servizi in outsourcing; e così
via. I costi di gestione della stru ttura virtua le dipe ndono da quali
scelte avrà effettuato il ma nagement bancario riguardo
all'operatività della banca: grado di im piego di risorse um ane;
scelte di pricing; canoni per even tuali dispos itivi non di proprietà
della banca; e così via 6.
Si ritiene unanimemente che la banc a virtuale consenta risparmi d i
costo molto elevati rispetto allo sportello tradizionale (vedi le
seguenti figure).
6 Per ap profondimenti si veda SCARDOVI C., La banca del futuro: scenari, visioni e cambiamento per una strategia vincente, op. cit., pag. 130 e segg.
101
Figura III.I e Figura III.II - Costi operativi medi (%) a confronto.
0
5
10
15
20
25
B.ca trad. B.ca virt.
stipenditransazioniaffitti/can.s. comun.marketingaltro
TOTALE COSTI NON FINANZIARI
0
10
20
30
40
50
60
70
B.ca virt.B.ca trad.
Fonte: NAVACH G., Se la banca diventa virtuale, Ed. Il Sole 24 Ore, Milano 2000, pagg. 152-153
102
Come evidenziato dai grafici la creazione di una ba nca
multimediale consente risparmi anch e superiori al 50 % rispetto ai
costi operativi della banca tradizionale.
Il vantaggio di operare tramite i canali del virtual banking è, quindi,
evidente ed inequivocabile; non so ltanto perm ette di risolvere i
notevoli problemi di costo delle ba nche, ma consente ad event uali
nuovi concorrenti di condurre una concorrenza spietata alle banche
tradizionali che difficilmente riuscirebbero a sostenere 7.
Tuttavia, il vanta ggio della opera tività a bassi costi, sicuramente
ottenibile da una nuova banca che entri nel mercato c ome banca
virtuale, non è immediatamente u tilizzabile da una banca che, già
esistendo da anni sul mercato, ha a proprio carico una pesante e
rigida struttura dei costi derivante dalla presenza sul m ercato di
diversi sportelli tradizionali. A meno che non si chiudano
completamente tutti gli sportelli tradizionali esistenti, la
diminuzione dei costi ipotizzata per la banca virtuale non è
immediata per una banca tradizionale.
Inoltre, essendo questa una moda lità di distribuzione innovativa,
che il clie nte italiano deve ancora assimil are, le banche devono
7 Si veda MIUCCIO M., Internet banking: costi e benefici, in Banche e Banchieri n. 1, 2001, pag. 28-33
103
attuare attente politiche di pricin g dei servizi distribuiti sui nuovi
canali, che spesso comportano l' adozione di tariffe prom ozionali
non correlate ai costi, durante le fa si iniziali. Infine la virtualità
aggiunge un ultimo cost o consistente nella ass unzione di personale
qualificato al contatto virtuale, o, perlom eno, un costo per
l'aggiornamento delle capacità professionali alla nuova realtà.
Le considerazioni svolte mettono in luce il problema della
virtualizzazione: il risparmio dei cos ti promesso dal virtual banking
è, per il c aso di ba nche già in essere, una prom essa, che verrà
mantenuta in un futuro quando le banche sapranno alleggerirsi della
loro struttura territoriale e quan do gli utenti avranno accettato i
servizi sui nuovi canali. Fino a quel m omento la virtualità
rappresenta per la banca tradizi onale un costo nuovo, che va ad
aggiungersi a tutti gli altri che già gravano sul bilancio.
L'onere della virtualità promette tu ttavia altri benefici oltre a quello
dell'operatività a bassi costi. A pa rte i vantaggi per la banca di
potere essere vicina al cliente, di poter distribuire prodotti e servizi
in via conti nuativa, di poter servir e più clienti nell' unità di tem po,
di potere essere visibili in tutto il mondo, migliorando nel cliente la
percezione di qualità del servizio, ne l caso di utilizzo di Internet i
clienti della banca on-line consento no di ottenere buoni risultati in
104
termini di redditività. Secondo gli studi condotti dall’ABI, dal
punto di vista quantitativo ad esem pio, la creazione di una banca
multimediale consente risparmi anch e superiori al 50% rispetto ai
costi operativi della banca trad izionale, e il costo m edio pe r
transazione, che in filiale am monta a 1,13 euro e via telefono a
0,61 euro, su Internet è pari a 0,10 euro (figura III.III).
Figura III.III
Costo medio per transazione (euro)
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
Filiale Telefono ATM Internet
Fonte: BENCIVENGA F., Banca e Internet: una strategia di successo, in Lettera Marketing n. 2 ABI 2000, pag. 46
105
A questo punto si capisce appieno la rilevanza del virtual banki ng:
abbassa i costi ed eleva la redditività.
Riassumendo, è possi bile distingu ere i seguenti specifici obiettivi
nella realizzazione di una banca virtuale 8:
Difesa della clientela esistente: nei m ercati m aggiormente
concorrenziali, dove le strategie di m arketing sono
particolarmente aggressive, l’a pproccio alle nuove iniziative
è spesso dettato da finalità di difesa della clientela acquisita
e di cons olidamento dei rapporti commerciali, attuate
attraverso politiche di fidelizzazione e di miglioramento
della qualità del servizio. La fidelizzazione, in effetti, è un
obiettivo perseguito da molte azi ende di credito che si sono
impegnate per realizzare un se rvizio di remote banking.
Infatti, negli ultimi anni la mobilità della clientela si è
notevolmente accresciuta: il c liente è dive nuto sem pre più
esigente e sensibile all’efficaci a e all’efficien za dei servizi
offerti (e non ci si riferisce solo alle aziende) e cerca
un’offerta sempre più globale e competitiva. La conseguenza
8 Si vedano per approfondimenti BIFFI A., FILOTTO U., Soluzione banca virtuale, op. cit., pagg. 69-76 e CANTANI G., La ricerca del vantaggio competitivo in banca, Egea, Milano 1999, pagg. 77-81
106
è un incr emento de lla freque nza nel c ambiare banca,
derivante da un indebolimento del legame banca-cliente.
Riduzione dei costi unitari operativi e dei costi generali di
struttura: la costituzione di una ba nca a distanza fortemente
automatizzata permette la gestione di una consistente quota
di servizi al cliente con e videnti econom ie di scala. La
riduzione dei costi unitari operativi è m aggiormente
rilevabile se, oltre ad offri re un servizio informativo o
assistenziale, si offre un serv izio dispositivo. Il remote
banking c onsente alle banche un’erogaz ione di s ervizi
finanziari in m odo meno costoso e più pr oficuo del sistem a
tradizionale. Costituisce un’alternativa economica
all’apertura di nuove dipe ndenze territoriali, incoraggiando
l’eliminazione di quelle agenzi e ritenute di scarso interesse
strategico e di scarsa redditività, permettendo di alleggerire
il peso dei costi generali, so prattutto quelli di struttura,
connessi all’apertura di nuovi sportelli. La banca virtuale è
infatti "iperterritoriale", cioè può presidiare l’area geografica
di interesse senza la necessità di filiali. I suoi costi di
avviamento, di struttura e di gestione s ono decisam ente
incoraggianti. Sempre sui cos ti di struttura si pensi al
107
risparmio derivante dalla possibilità di collocare la centrale
operativa in una qualsiasi localit à e luogo, all’opport unità di
risparmio derivante dal fatto che non sarà pi ù necessario
collocarsi in sontuosi palazzi, né posizionarsi in aree centrali
o metropolitane dove i costi di acquisto, di m anutenzione e
di affitto degli immobili sono es tremamente elevati. Inoltre,
grazie alla maggiore operatività ottenibile dagli operatori e
alla maggiore automazione, il nu mero di addetti per uguali
volumi di business sarà sicuram ente inferiore, di
conseguenza i costi del personale saranno ridotti.
Acquisizione di nuova clientela: il rem ote banki ng può
rappresentare un’ottima occasi one per incrementare la
competitività aziendale e per la conquista di nu ove quote di
mercato. Una ri duzione dei costi cons ente alla banca
"innovativa" un’offerta di se rvizi finanziari a prezzi
sicuramente più contenuti. La "banca a distanza" offre
l’opportunità di riqualific are il pr oprio personale
consentendo un innalzamento generale della qualità del
servizio.
Svolgere un’attività di telemarketing: collegamenti tramite
computer o telefono perm ettono di svolgere un’attenta e
108
mirata azione di telemarketi ng, favore ndo la diffusi one di
nuovi prodotti presso la clientela già acquisita e
l’acquisizione di nuova clientela.
Riduzione dei carichi di lavoro e notevole risparmio di
risorse umane: la realizzazione di una banca a distanza,
grazie all’alto grado di autom azione, conse nte di trasferire
sul canale telematico gran part e delle operazioni di r outine
tradizionalmente svolte in filia le. In questo modo la banca
può recupe rare notevoli m argini di efficienza, in quant o
riesce a dirottare le operazioni più ricorrenti e a basso valore
aggiunto presso il canale di stributivo più rapido e m eno
costoso, mentre gli impiegati liberati dai gravami del lavoro
di sportello possono svolgere funzioni più fruttifere, come la
consulenza e gli investimenti. Benefici indiretti si otterranno
in termini di efficacia commerciale poiché lo smistamento di
funzioni, se accom pagnato da un attento pr ocesso di
riorganizzazione dell o sportello e di riqualificazione del
personale, potre bbe portare a considerevoli incrementi di
produttività e di redditività del sistema distributivo
territoriale. Per ottenere concreti risparmi bisogna riuscire a
109
indirizzare nel canale telematico il numero mag giore
possibile di servizi e non soltanto un servizio informativo.
L’adesione alle logiche dell’e-ba nking – senza dubbio più agevol e
per le banche di recente costituzion e, non condizionate da problemi
di compatibilità con infrastrutture preesistenti ed investimenti già
sostenuti – esige, come vist o, una valutazione rigorosa e
approfondita; può consentire l’acquisizione di significative quote di
mercato e il raggiungimento di obie ttivi di efficienza e redditività,
ma può esporre la banca a rischi particolarmente insidiosi. Tuttavia,
l’offerta di prodotti e servizi finanziari ad alto contenuto
tecnologico, più che creare nuovi rischi, modifica il profilo di quelli
tipici dell’azienda bancaria per e ffetto della rapidità con cui si
manifestano, dell’amplificazio ne delle conseguenze e della
maggiore complessità di gestione.
I rischi, di seguito illustrati 9, si differenziano da quelli già censiti e
disciplinati non tanto per natura quanto per grado. L’utilizzo della
Rete può rendere più problem atica la valutazione del merito
creditizio degli affidati con possib ili effetti di aggravamento del
rischio di credito; le nuove modalità di contatto con la clientela
9 Per approfondi menti si veda no FALETTI R., PACCHIARDO E., La banca virtuale, op. cit., pagg. 42-46 e FERRI K., La banca multicanale, op. cit., pag. 147 e segg.
110
possono far venire m eno la conosc enza interpersonale che ancora
caratterizza le relazioni d’affar i: alla perdita di informazioni
acquisibili attraverso il contatto di retto con gli utenti di servizi
finanziari fa riscontro la necessità di adeguar e le procedure per lo
scrutinio del merito de l credito. Quindi, la consulenza finanziaria e
l’erogazione del credito a favore di operatori della new economy
richiedono professiona lità specif iche per va lutare progetti fondati
su aspettative di difficile interpre tazione, in un settore ad alta
variabilità reddituale e rapida obsolescenza tecnologica.
La gl obalizzazione dei m ercati fina nziari favorita dall’ evoluzione
delle tecnologie inf ormatiche, l’operatività in aree geografiche no n
sempre sufficientemente presidiate, la maggiore facilità di eseguire
operazioni in valuta, sono i fattori che possono accrescere i rischi di
mercato e di cambio. Gli intermed iari sono c hiamati secondo le
logiche de gli operatori non fina nziari, con i quali si confr ontano
con m aggiore freque nza. Divie ne cr uciale indi viduare gli scenari
evolutivi più probabili nel mettere a punto prodotti, strumenti e
strategie di penetrazione com merciale capaci di m antenere e d
incrementare la propr ia quota di m ercato; è sem pre più attual e
l’ingresso in settori di operatività non tipici per contrastare le spinte
111
concorrenziali, m odificare le com ponenti r eddituali e com pensare
la riduzione dei margini di interesse.
Il grado di competitività, che connota i settori della nuova
economia, e la volatilità dei depos iti e degli impieghi, che deriva
dalla maggiore sensibilità della client ela ai p rezzi e alla qualità dei
servizi, possono ri percuotersi sui ri schi di tasso di interesse e di
liquidità.
L’attivazione di canali distributivi innovativi, l’ingres so in nuovi
mercati, la partecipazione ad iniziative di e-commerce
presuppongono nel m anagement conoscenze e capacità di governo
della variabile tecnologica per fr onteggiare efficacemente il rischio
strategico connesso con l’entità de gli investimenti richiesti. A volte
può rivelarsi necessario ricorrere a figure professionali nuove.
Il maggior contenuto tecnolog ico dei prodotti e le innovazioni
organizzative che ne conseguono, richiamano a d una più inte nsa
considerazione dei rischi operativi determinati da inefficienze delle
procedure, inadeguatezza dei c ontrolli, carenze nella struttura
organizzativa, possibilità di frodi ed insufficiente conoscenza del
regime giuridico dei rapporti. Tutti questi elementi, quindi, possono
provocare ritardi ed errori onerosi nella produzione di servizi
112
innovativi, con ricadute sulla capa cità di tenuta delle quote di
mercato.
La frammentazione della catena di valore, in particolare la
separazione delle fasi di produzi one da quell e distributive, favorita
da Internet, amplia e pone in termini nuovi il ricorso all’outsourcing
(rischio di outsourcing). La scelta di affidare a terzi lo sviluppo e la
gestione di segmenti operativi, s oprattutto di sistem i di IC T, deve
accompagnarsi alla capacità di gove rnare le funzioni decentrate, di
fronteggiare il rischio insito nella scissione tra responsabilità, che
rimangano in capo ai vertici az iendali, e conduzi one esterna
dell’attività e di limitare il perico lo di perdere la capacità di
governare la variabile tecnologi ca. Sono essenziali una severa
selezione dei partne rs e una definizione di efficaci formule
contrattuali in funzione della qualità dei servizi.
Gli stessi fattori di potenziale succ esso del virtual banking, quali la
comparabilità della qualità dei servizi, la semplificazione del
processo produttivo e i ridotti inte rvalli di tempo tra progettazione
ed esecuzione, possono, se non co rrettamente gestiti, comportare
una crescita repentina del risc hio di reputazione, con possibili
ripercussioni sugli equilibri economici della banca.
113
Va considerato altresì l’impatto delle tecnologie informatiche su i
sistemi di regolamento delle transazioni monetarie e degli strumenti
finanziari (rischio di sicurezza), che c onsente di ri durre tem pi e
costi di tra smissione e regolam ento de gli ordi ni, di am pliare le
tipologie delle transazioni tratta bili e di abbattere le barriere
geografiche. La clientela esige sicurezza e certezza; la fiducia
riposta negli intermediari bancari può costituire fattore di successo
nel confronto con altri operatori.
III.V GLI ASPETTI CRITICI DELLA REALTA’
ITALIANA NELLA REALIZZAZIONE DELLA BANCA
VIRTUALE
Il comportamento delle banche italiane è notevolmente variegato; la
maggior parte sta rincorrendo la banca virtuale. Alcuni istituti
inseriscono nel budget decine di miliardi per realizzarla nel più
breve tem po possibile , altre dann o più importanza alle alleanze
tecnologiche, altre ancora si concentr ano sul com mercio
elettronico. Molte banche hann o com inciato ad utilizzare
l’architettura della rete come uno strumento di lavoro. Tuttavia, per
114
molte banche, Internet è un must, una moda di cui oggi non si pu ò
fare a men o e sono relativament e poche quelle che att ribuiscono
alla rete la giusta importanza strategica, sapendola valutare
correttamente in tutti i suoi aspetti. Bisogna chiedersi però se le
banche sono in grado di sostener e i costi della virtualità. Gli istituti
di tutto il mondo destin ano da a nni una c ospicua part e delle loro
disponibilità per spese in In formation and Communication
Technology (IC T). La tecnologi a costa moltissim o; ogni grande
banca i nternazionale i nveste annu almente in ICT cifre nell' ordine
delle centinaia di m ilioni di dol lari; le banche italiane, dal canto
loro, vedono quote cr escenti del proprio cas h flow assorbite dalle
spese in informatica, che presso molte aziende di credit o sono ogni
anno pari a quasi due terzi dell' utile netto generato. Ciò nonostante,
le banche del nostro pa ese non sono all' avanguardia. Il giudizio
sulle spese in ICT delle banche ita liane è negativo. Per molti anni il
settore finanziario ha generalm ente sottostimato l' importanza dell'
ICT, ha trascurato sistemi davvero efficaci e ha s ottoutilizzato gli
strumenti disponibili. Gli investimen ti in informatica sono stati in
molti casi condotti senza pianificazione né una reale attenzione al
rapporto costi/benefici, e al di fuori dai necessari schemi di
monitoraggio. Secondo dati Assinfor m riferiti al 2000, le banche
115
italiane hanno spes o in ICT 5. 750 miliardi di lire, circa l’11, 7% in
più dell’anno precedente 10. Si tratta di cifre esigue rispetto a
quanto investono le banche franc esi, inglesi, tedesche o am ericane;
a parità di dim ensione, una ban ca francese o inglese ha costi di
gestione dell'informatica che sono due o tre volte superiori a quelli
delle banche italiane. La situazi one di redditività e di onerosità
della struttura delle banche ita liane, non semplifica certo il
panorama: negli ultimi anni, infa tti, l' indubbio sf orzo economico
sostenuto per l' espansione della struttura distributiva tradizionale,
ha sicuramente compresso ulteriormente le disponi bilità per
l'investimento di som me ingenti in IC T. I noltre, le banc he sono
state incapaci di sfruttare le nuove opportunità offerte dalla
tecnologia informatica e telemati ca, perché poc o stimolate dalle
pressioni del contesto competi tivo e in assenza di politiche
aggressive delle aziende produttrici di hardware e software, che non
hanno favorito la maturazione di un approccio pi ù sistem ico
all'utilizzo dell'ICT.
Il nostro sistema bancario ha inve stito in tecnologia essenzialmente
per fini di qualità dei servizi.
10 Si veda SORRENTINO M.,Tecnologie, organizzazione e lavoro nel settore bancario. Evoluzione e prospettive, F. Angeli, Milano 2001, pag. 55 e segg.
116
Nel nostro Paese, manca quasi del tutto la consuetudine all'acquisto
a distanza, per corrispondenza o per telefono; il contatto diretto con
l'interlocutore rappresenta, pertanto, il m ezzo di rassicurazione pi ù
potente per l' utente italiano abitu ato ad un ra pporto visivo e
personale.
La principale funzione attribuita alla banca virtuale appare esser il
monitoraggio della situazione c ontabile da lontano: ricevere
informazioni e controllare il cont o da ca sa. Nonost ante alcune
esperienze estere ben funzi onanti siano ben conosciute nel nostro
Paese, molti aspetti restano oscuri e controversi. In Italia c’è una
serie di ostacoli che frenano lo sviluppo della banca vi rtuale. Un
primo ostacolo è il fattore sicurezza (figura IV.IV); si tratta di un
fattore di grande inci denza nel nostro Paese anche a causa della
scarsa propensione all’utilizzo degli strumenti alternativi al
contante (vedi carte di credito), che non hanno abituato il cliente
fin da subito alle modalità di interazione technol ogy oriente d e
determinano, pertant o, una scar sa confide nza e di mestichezza
nell'utilizzo dei nuovi mezzi.
117
Figura III.IV
Ostacoli all’utilizzo di Internet nella realtà italiana.
6%
72%
9%
13%
NormativaGestione clientiLentezza ReteRigidità org.ne
Fonte: PIETRABISSA E., Verso la banca virtuale, in Sviluppo & Organizzazione n. 152/2000, pag. 51
In Italia è preferito l' impiego del contant e e de gli assegni pe r
accessibilità e facilità d' uso, anch e se cons iderati poco sicuri. Le
carte di pagamento, al contrario, sono reputate uno strumento di uso
occasionale in quanto il loro u tilizzo è molto influenzato dalla
sensazione di non riuscire a tenere sotto controllo la spesa. Il fattore
sicurezza è ancora il punto nodale per l'utente italiano: esiste una
netta preferenza per la presenza di uno o più codici di accesso;
118
l’utente chiede alla banca di o ffrire gratuitamente un’assicurazione
contro le frodi al telefono, per esem pio; vi è un' ulteriore richiesta,
quella di essere richiamati per la conferma dell' operazione, e così
via. Il cliente chiede, qui ndi, un ri avvicinamento e la ricostruzione
di un rapporto personalizzato. Qu esto conferma l’ipotesi che per
l’utente italiano la relazione pe rsonale è sem pre importa nte, e
nell'immaginario collettivo, que sta dimensione risulta essere, a
prima vista, assente nei canali virtuali.
Le banche dovranno modellare le loro strategie e politiche di
marketing facendo molta attenzione a questo aspetto.
La figura III.IV indica com e ulteriore ostacolo la rigidità
dell'organizzazione bancaria, fattor e che incide pesantemente sulla
scelta della banca di optare per can ali alternativi. Interessa capire il
motivo c he spinge le banc he a non prom uovere lo s viluppo dei
canali alternativi, o a farlo in modo modesto, almeno inizialmente.
Sembrerebbe che l' obiettivo sia quello di conquistare i clienti per
mezzo dei nuovi canali distributiv i, ma una volta catturato il
cliente, la fase successiva consiste nel condurlo all'interno
dell'agenzia (dove la banca consegue maggiori guadagni).
Un altro ostacolo alla realizzazione della ba nca virtuale è la scarsa
abitudine degli italiani a com prare su catalogo. In Italia sono molto
119
diffusi gli acquisti per televisione, ma gli affezionati non sentono il
bisogno di m iglioramenti di que sto sistem a: decidono l' acquisto,
fanno l' ordine via telefono, pr endono l' appuntamento per la
consegna e pagano alla consegna.
Un telecom ando ada tto e un lettore di carte a m icroprocessore
potrebbe c hiudere il cerchio del commercio via televisore. Le
banche italiane hanno difficoltà nel definire il target della clientela
che accede ai servizi telematici 11.
Si potrebbe pensare di definire la banca virt uale italiana com e un
dosato mix tra servizi multimediali (d ivisi tra web, telefono e Tv,
fino al m omento in cui sarà tutt' uno) e d una pre senza quas i
capillare sul territorio. Per attuar e quanto detto, ci si scontrerebbe
con problem i di divers o genere: nel caso le banche vendessero
contemporaneamente un nume ro rilevante di sportelli,
probabilmente non ci sarebbero richieste di acquisto sufficienti;
inoltre per il personale si porrebbe il problema degli esuberi e dell a
sua riqualifica. Trasferire sempre più operazioni sui canali virtuali
significa farne sempre meno su quelli tradizionali; quindi
bisognerebbe ridefini re m olte f unzioni. L’ innovazione porta pe r
11 BENCIVENGA F., Banca e Internet: una strategia di successo, in Lettera Marketing n. 2 ABI 2000, pagg. 72-77
120
definizione ad una perdita di posti di la voro, che però viene
compensata da nuove professionalità , anche per il settore bancario.
Risulta indispensabile, quindi, l'is truzione di m assa del personale,
l'eventuale adeguamento delle strutture tecnologiche ed
informatiche, la revisione delle normative interne, il tutto
supportato da una pia nificazione strategica adeguata, emanata dai
vertici di ogni istituto.
Le varie aziende che hanno un sito Internet, lo propongono
principalmente alla n uova client ela. Le banche italiane, invece ,
sembra che lo facciano più per l’es igenza di mostrarlo ai propri
clienti: da questa constatazione si può dedurre l' importanza che è
data al "sem plice" hom e banki ng. L' evoluzione signifi ca proporre
servizi nuovi dedicati anche e sopra ttutto ai non clienti, in un’ottica
di marketing finanziario. Con l' avvento del mercato unico europeo,
e nella più gener ale global izzazione del m ercato, oltre
all'opportunità di trovare nuova clientela fuori dagli attuali confini,
c'è sempre la possibilità di un fenomeno inverso, cioè che le banche
estere, specialmente quelle più aggressive, conta ttino e si
accaparrino la nostra clientela più interessante.
Prima di tutto, è necessario garantire la sicurezza delle transazioni
economiche e la riservatezza così da as sicurare la tranquillità
121
dell’utente nell’affidare i suoi dati. Questo può essere garantito dal
ricorso alla criptografia e dal co mpleto e corretto superamento di
diversi controlli. Un ulteriore p unto debole è costituito dai cos ti
troppo elevati che i clienti devono sostenere nel nostro paese per
usufruire di questo canale: spese di impianto per l’acquisto delle
apparecchiature necessarie alla co nnessione telematica; spese di
trasmissione dovute all’utilizzo delle linee; canoni mensili per
l’accesso al servizio, sopr attutto se basato su software proprietario.
Le banche potrebbero contribuir e all’aumento della competitività
dei costi consentendo al c liente la disponibilità delle
apparecchiature necessarie per il collegamento a condizioni di
favore o attraverso la compressione dei dati per ridurre al massimo i
tempi di trasmissione e quindi l’utilizzo della linea telefonica.
In definitiva, le banche italiane, consapevoli di dover riorganizzare
la struttura aziendale ma, nello st esso tempo, pressate anche dalla
necessità di rispondere con rapi dità alla domanda di servizi
telematici da parte dell’utenza, hann o scelto percorsi differenziati
nell’impiego delle nuove tecnol ogie in relazione alle linee di
sviluppo definite e ai vantagg i/vincoli posti dall’automazione.
Indipendentemente dal percorso prescelto, è necessario ripensare a
fondo la variabile organizzativa e i sistemi di gestione delle risorse
122
umane e garantire in ogni fase elevati livelli di qualità e di
sicurezza del servizio prestato, entrambi noti come requisiti
essenziali per mantenere la fiducia della clientela e conseguire una
crescita stabile e duratura.
123
CONCLUSIONI
Gli scenari economici mondiali hanno subito , negli ultimi venti
anni, un pr ocesso di t rasformazione e d e voluzione es tremamente
rapido ed accentuato, che ne ha modificato molteplici aspetti,
imponendo la revisione di sche mi e modelli di riferimento
fortemente consolidati.
Il cambiamento, inteso in tutte le sue possibili forme, si manifesta
in maniera più rilevante da un duplice punto di vista: aum entano in
modo espone nziale, infatti, sia la velocità con la quale le
trasformazioni si presentano, sia l'importanza qualitativa e
quantitativa delle stesse, imponendo notevoli salti in avanti sia alle
imprese che ai singoli individui, per potersi mantenere al passo con
i tempi.
La globalizzazione dell' economia è un a vvenimento orm ai
manifesto, con tutte le conseguenze, positive e negative, che esso
comporta.
L'elemento forse più ev idente di cambiamento manifestatosi negl i
ultimi decenni è costituito dai pr ogressi nell'ambito tecnologico;
l'innovazione ha trasform ato tanto l'attività di im presa qua nto l a
124
vita quotidiana delle persone (a lmeno nella parte civilizzata del
globo). La rete Internet, in partic olare, è letteralmente esplosa in
pochi anni e racchiude, inoltre, po tenzialità di sviluppo future sulle
cui dimensioni le stime decretano potenzialità eccezionali.
Il mondo bancario, in particolare quello italiano, è stato investito da
una duplic e ondata di novità: da una parte l' evoluzione del le
condizioni competitive, dall'altr a le opportunità e le minacce
provenienti dal mondo della new economy. La situazione che si
prospetta di fronte alle banc he è estremamente com plessa: nuovi
concorrenti, m a anche nuovi m ercati di sbocc o; contrazione de i
margini, ma anche comparsa di nuove fonti di ricavo ed
alleggerimento delle strutture di c osto; complessità crescente, ma
anche maggiori possibilità di sviluppo della cono scenza; e così via.
Ciò spinge il settore bancario ad investire in due direzioni:
− riduzione dei costi e razionalizzazione dei processi;
− maggiore orientamento al cliente.
Per raggiungere quest’ultimo obi ettivo vengono messe in atto
strategie multicanale: la filiale tr adizionale non rappresenta più il
canale esclusivo di contatto con la clientela, ma viene affiancata da
125
altri canali (phone ba nking, P C ed I nternet banking, pr omotori,
filiali self-service), caratterizzati da elevato contenuto tecnologico.
La presenza dell’ICT in am bito bancario si m uove nella direzione
di una pe rvasività sem pre più accesa, in particol are per la
possibilità di procedere verso un vero e proprio ridisegn o
dell’organizzazione intorno alla Rete, che può essere integrata con
il sistema informatico/informativo. Il processo di virt ualizzazione
dell’economia determinato dall’ evoluzione dell ’ICT, c on
l’eliminazione di molti vincoli s pazio-temporali e l’affermazione
della massima comodità del c liente, introduc e dim ensioni
qualitativamente innovative e senz’altro nuove occasioni per offrire
qualità. Le opportunità di u tilizzo delle nuove tecnologie
potrebbero per le banche risultare amplificate se la clientela (attuale
e potenziale) dimostrerà familiarità con il loro us o e disponibilità a
sperimentare nuovi canali e stru menti comunicativi; in questo
senso, le indicazioni provenienti dal mercato, come è stato possibile
vedere nel corso di questo trattato, sembrano abbastanza
incoraggianti, soprattutto per il canale Internet.
Quello che è comunemente chiamato on line banking, nelle sue
diverse forme, è, ed è stato, disp onibile ai potenziali clienti per più
126
di dieci anni, m a fino ad oggi n on ha mai suscitato l’interesse di
questi.
Sorge un dubbio: se il virtual banking è stato tecnicamente
realizzabile per tutti questi anni, qual è stata la ragione che ha
generato l’attuale ondata di inte resse e di investim enti in nuovi
servizi da parte delle banche?
La ragione, come spesso accade in casi di cambiamenti così
radicali, non è una sol a, ma è piu ttosto la convergenza di una serie
di cause che sta innescando la massiccia introduzi one e d
affermazione della banca a distanza.
Molti di questi fattori sono noti, ossia:
• l’introduzione di una competiz ione m olto più dinam ica ed
agguerrita nell’ambito del settore finanziario, sia tra le stesse
banche, sia tra banche e nuovi operatori (attori di natura differente),
che oggi sono liberi di affacciarsi sul mercato grazie ad alcune
caratteristiche peculiari della nu ova realtà econom ica, com e la
disgregrazione della catena del valo re tradizionale. Quest’ultima,
infatti, viene scomposta in moltep lici fasi, in ognuna delle quali
possono essere prodotte quote di valore aggiunto apprezzabili dal
mercato, che consentono la speci alizzazione del processo, creando
127
appunto nuovi ruoli altamente fo calizzati e nuove e particolari
competenze;
• lo svilupparsi di nuove tec nologie a prezzi assolutam ente
inimmaginabili appena pochi anni fa (i PC costano sempre meno);
• l’enorme diffusione delle cono scenze elementari nel campo
dell’informatica, facil itata dal fa tto che l’economia sta diventando
sempre più information intensive, ovvero diviene più importante la
conoscenza, l’informazi one e gli strumenti per diffondere i fattori
produttivi in modo veloce ed efficace;
• la crescente diffusi one del fenom eno Internet che, per la forte
presenza di altri media e per il fatto che il computer non sia
utilizzato da tutti, ha faticato a di ffondersi rapidamente (adesso gli
accessi alla Rete so no gratuiti e i costi di conne ssione sono
vantaggiosi);
• i cambiamenti nella mentalità della clientela bancaria, abituata da
sempre ad avere un contatto dire tto con il personale degli istituti
finanziari;
• la sem pre più diffusa presenza dell’e-commerce, in cui il ruolo
delle banche diventa di primaria importanza.
128
Tutte queste, e m olte altre ancora, sono le ragioni per le quali
assistiamo ad un tale aumento dell’interesse per questo tema. Gli
istituti di credito sono stati tra i primi a comprendere opportunità e
minacce di questi sviluppi e hanno agito (e tuttora lo stanno
facendo) comunque.
Per le banche è essenziale rispon dere al nuovo modello di business
creato dai servizi on l ine. Lo status quo nel settore bancario, cos ì
come l’esperienza fatta in altri se ttori insegna, non verrà mantenuto
e le banche dovranno essere propositive se vorranno mantenere le
posizioni che hanno conquistato nei precedenti anni, con condizioni
competitive molto diverse.
Una delle motivazioni chiave per e ssere i primi ad abbracciare una
nuova tecnologia oppure un nuovo modo di operare è quella di
cercare di contrastare la disaffezione dei propri clienti; così, anche
nel caso del virtual banki ng, la disaffezione di questi, in particolare
di quelli più evoluti, che sono tip icamente i primi ad utilizzare le
nuove tecnologie, è un rischio che le banche non sono disposte a
correre. Com pito del le banc he è quello di “form are” la propri a
clientela, cercando di condurl a passo dopo passo ver so il nuovo
modo di “fare banca”.
129
Un e ventuale nuovo operatore sul m ercato, le cui barriere
all’ingresso sono m inime, non a vrebbe alc un bisogno di costruire
una rete di filiali (fisiche, tangibil i) per poter soddisfare le esigenze
dei propri clienti; il ritorno degl i investimenti di questo genere di
operatori, estremamente efficien ti, sarà m olto m aggiore di quello
che si potrebbe mai ottenere con una rete di filiali tradizionali,
poiché la mobilità dei consumatori è senza dubbio più alta di quella
delle precedenti generazioni.
L’inerzia, il cui significato per le banche era che molti clienti
sarebbero rimasti fedeli alla propria filiale dalla “culla alla tomba”,
è ormai sparita; i cons umatori (p iù aperti, più informati, più
tecnologici) hanno aspettative m aggiori, un divers o concetto di
servizio e la loro percezione del valore è m olto pi ù ac uta. In un
ambiente on line il concetto di op erare sul proprio conto è ridott o
alla semplice pressione di alcuni ta sti sulla tastiera del telefono, del
personal computer e del cellulare.
Per essere propositive le banche devono essere capaci di legare a sé
i propri clienti e conquistarne a ltri attraverso i propri servizi,
mettendo a loro disposizione del vero valore aggiunto e, ancora più
importante, costruendo, gi orno dopo gior no, la consapevolezza
130
della qualità del marchio della banca, come vera e propria strateg ia
di marketing.
Dal punto di vista dei vantaggi per gli istitu ti di credito, alcune
minacce presenti sul mercato possono essere anche viste come delle
opportunità; se è vero che ba nche conc orrenti e nuovi operatori
possono cercare di sottrarre dei c lienti alle banche , anche queste
possono cercare di attirare la clie ntela di altri istituti, sfruttando i
punti di f orza che possiedono, qu ali la relazione con gli utenti e
l’autorevolezza della loro immagine. In generale si pensa che fare
banca su Internet sia difficile pe rché, oltre agli inves timenti e ai
costi, non si fa in tempo a prendere seriamente in considerazione un
problema (ad esem pio quello del la crittografia o della sicurezza)
che già si parla di un altro, m a il mercato bancario in rete è un
terreno in cui l’iniziativa è prem iata, mentre la non-i niziativa
comporta il rischio della presenza di attori non bancari, appunto.
Le barriere geografiche all’espansione ter ritoriale, quindi, sono
state definitivamente eliminate; le banche sono più visibili di fronte
ai clienti, che hanno so tt’occhio tutte le offert e e le caratteristiche
delle prime, con maggiori possibilità di confronto e libertà di scelta.
Una cosa è comunque certa: la rivoluzione on line sta crescendo ad
un ritmo estremamente rapido, con una grande varietà di tecnologie
131
e fornitori di quest’ultime. Uno de i fattori critici di successo delle
banche on l ine sarà la scelta delle giuste tecnologie di base (rete di
distribuzione, interfaccia utente, pi attaforma tecnologica, sistemi di
sicurezza,…), essendo queste le fond amenta per la costruzione e la
distribuzione dei servizi bancari remoti.
L’adozione obbligata e necessaria delle nuove tecnol ogie im pone
una revisione ed un adattamento dei modelli di business consolidati
(i cambiamenti sono molteplici), richiede capacità culturali e
gestionali in parte nuove e diverse, ma offre, comunque, una
dirompente possibilità di miglioramento.
Una trasformazione, molto profonda, riguarda il passaggi o da una
logica di ti po pr oduttivo a d una di tipo distributivo; nel m ondo
Web, infatti, i fattori di succe sso sono legati a questa pros pettiva
(volumi di traffico, articolazione e pr ofondità di gam ma,
confrontabilità di prodotti/servi zi, ecc.). Si impone, quindi,
un'evoluzione (se non addirittura un 'inversione di rotta) a livello
culturale. Il cliente si trova ad e ssere posto al centro dell' attività,
può essere conosciuto più i n profondità, ma è, al contem po, meno
controllabile e fedele; non è pi ù un i ndividuo isolato, adesso fa
parte di una collettività, libera di scambiarsi commenti e giudizi su
132
tutte le imprese con cui è in cont atto ed è , qui ndi, necessario un
approccio relazionale differente.
La stessa possibilità di entrare in nuovi busi ness può m odificare la
natura stessa di una banca: una c ompetizione con a pprocci
differenti, giocata secondo regol e nuove, potrebbe essere causa di
una revisione, anche molto profonda della propria identità. Il gioco
competitivo può realizzarsi secondo logiche di tipo cooperativo,
attraverso le quali il valore complessivo generabile grazie ad
accordi fra differenti partner è superi ore a quello che si avrebbe in
assenza di tali sinergie. Forme di outsourcing e di partnership con
operatori anche non finanziari sembrano essere l e strategie
necessarie per competere sui nuovi mercati; ad esempio si possono
costituire modelli di value networ k, quando banche, società di
assicurazioni ed altri fornitori di servizi finanziari e non
collaborano per offrire pacchet ti completi di prodotti anche
complessi distribuendoli in parte attr averso la rete tradizionale, ma
principalmente attraverso i canali alternativi.
Attraverso le alleanze strategich e con conc orrenti bancari o extra-
bancari, si estende il raggio di azione di un istituto di credito
conseguendo alcuni obiettivi: svilu ppo di prodotti innovativi e di
migliore qualità, raggiungimento di economie di scala e di scopo e
133
sviluppo di nuovi cana li distributivi. Sono necessarie, tuttavia,
capacità di gestione e di decisione in parte nuove per le banc he ed
occorre essere in grado di conos cere le differenti modalità di
configurazione degli accordi; lo s viluppo dei confi ni delle alleanze
costituisce una sfida delicata, a causa della mancata coincidenza
degli obiettivi tra i partecipanti, della complessità e criticità dei
rapporti relativi ad una plurali tà di accordi e del necessario
adeguamento di strut ture orga nizzative, processi decisionali e
capacità degli individui.
Da più parti sono risuonati allarm i riguardo la non s ostenibilità di
modelli di business legati esclu sivamente al mondo della Rete;
questa idea può essere corretta se si considera la sola attiv ità
bancaria tradizionale, seppure tras posta sui nuovi can ali ed in parte
arricchita dalle opportunità da essi offe rte; vengono ancora
sottovalutate, invece, le effici enti possibilità di coniugare i
caratteristici settori fi nanziari con i nuovi business che traggono
origine dalla Rete.
Nel corso degli anni il m odo di presentarsi on line è cam biato
notevolmente: dalla grigia pagi na testuale del 1995 si è arrivati ad
una pagina più o meno accattivante; molte banche hanno addirittura
rivisto i loro loghi (cosa che in passato non sarebbe m ai accaduto),
134
altre hanno creato delle vere e pr oprie banc he virtuali, con nom i
fantasiosi e con strutture indipendenti.
Quando si pensa all’e-banking vi ene subito in ment e l’opportunità
di effettuare operazioni bancarie se nza limitazioni di orario e senza
l’obbligo di recarsi fisicamente allo sportello (“andare in ba nca in
pantofole”), evitando oltretutto po ssibili lunghi tempi di attesa.
Questo cos tituisce una prima importa nte risposta alle richieste del
cliente e per di più ogni forma di remote banking offre la possibilità
di personalizzare le relazioni con il singolo utente, senza il rischio
di perdere il caratteristico rappor to stretto e confide nziale con il
personale della banca. All’inizio tutti noi eravamo impreparati e
restii all’utilizzo dei can ali innovativi, soprattu tto quello Internet, a
causa soprattutto della scarsa fiduc ia in una gestione sicura delle
informazioni, ma adesso stiamo apprezzando i benefici e le valenze
positive delle nuove realtà banc arie. Simulazioni, commercio
elettronico, messaggistica (e-mail e SMS), forum di discussione,
consultazione di banc he dati e a rchivi, elaborazioni di gi udizi s ui
prodotti di altre banche, sono tutt i aspetti che consentono al cliente
un approccio più ricco di contenuti e possibilità, in una sola parola
ad alto valore aggiunto, e servizi on line ampiamente
personalizzabili. Non solo, le banc he, al fine di colmare il gap
135
creatosi con le concorrenti inte rnazionali e di permettere il
raggiungimento di una pr ogressiva conoscenza e familiarità all’uso
dei servizi bancari Internet-bas ed, utilizzano algoritmi crittografici
per preservare le transazioni on line, sistem i di certificazione c he
permettono di ide ntificare univocam ente un utente, m eccanismi
hardware in gra do di protegge re gli strum enti di pagam ento
elettronici e interfaccia user-fri endly per eliminare le barriere
esistenti tra il desktop del PC dell’utente e il mondo on line.
Internet non è più vi sto com e un passatem po, m a è finalm ente
considerato un pilastro necessario per qualsiasi discorso di sviluppo
futuro. Quello che stiamo vedend o oggi nel m ercato finanziar io
italiano, spesso con piccoli cenni di azione , verrà ulteriorm ente
sviluppato e migliorato con ottimi risultati; alcuni dei seguenti
punti, se non t utti, potranno far parte sicuramente del prossimo
avvenire:
• senza dubbi o negli anni se guenti si completerà l’ingresso nella
Rete della totalità delle banche ita liane (ad oggi si contano circa
360 presenze): chi non sa prà ada ttarsi a questo nuovo m ercato
infatti rischia di perdere una fetta importante di clientela, quella più
giovane, ma classe dirigente domani;
136
• allo stesso tem po, l a banca de l futuro, oltre a proporre servizi
finanziari on line, si farà effettivamente portale di una vasta gamma
di servizi commerciali che nu lla hanno a che vedere con
l’intermediazione finanziaria;
• grazie all’Euro e alla caduta delle barriere, gli operatori italiani,
oltre a tentare a loro volta un’e spansione oltreconfine, proporranno
servizi finanziari sempre più internazionali, offrendo l’accesso
diretto alle Borse più importanti del mondo;
• si assisterà all’affermazione del mobile-banking, i cui punti di
forza sono rappresentati da una b uona base di utilizzatori con
familiarità verso il cellulare, che pr obabilmente si è diffuso con più
facilità e velocità del fenomeno Internet.
In futuro, in pratica, si assist erà sem pre più ad un cam biamento
strutturale della fisionomia del sistema finanziario proprio tramite il
continuo sviluppo della Rete nella vita delle persone.
137
BIBLIOGRAFIA
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IL PROCESSO DI INNOVAZIONE DELLE AZIENDE
DI CREDITO: LA BANCA VIRTUALE
INDICE INTRODUZIONE PAG. 1 CAPITOLO I La banca virtuale II.I La sfida delle banche 8 II.II La definizione di banca virtuale 11 II.III Le tappe dell’evoluzione 15 II.IV La storia della banca virtuale 17 II.V Le strategie di multicanalità 27 II.VI I servizi bancari virtuali 34 II.VII Il ruolo del sistema bancario italiano nel commercio elettronico 41
CAPITOLO II I canali bancari innovativi II.I Il sistema distributivo degli istituti bancari 47
II.II Le caratteristiche e il funzionamento dei vari canali distributivi Virtuali 49 II.III Il call center: costruire via telefono la relazione con il cliente 71 II.IV Internet banking: l’attrattività del sito bancario 75
CAPITOLO III Banche tradizionali e banche virtuali III.I I fattori che spingono ad una ridefinizione dei canali distributivi 85 III.II Le opzioni strategiche delle banche 89 III.III Struttura e caratteristiche della banca virtuale 95 IV.IV Vantaggi, costi e rischi della virtualità 100 III.V Gli aspetti critici della realtà italiana nella realizzazione della banca virtuale 114 CONCLUSIONI 124 BIBLIOGRAFIA 138