8
n.16 L’Ucraina, l’Europa e la matrice cristiana Information on the activities of the Faculty of Social Sciences, PUST - Roma “Santa Sede e Ucraina: per un’Europa cristiana” è il tema del convegno che si è tenuto a Roma presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino (“Angelicum”), promosso dall’Ambasciata di Ucraina presso la Santa Sede e dalla Facoltà di Scienze Sociali dell’Angelicum. Il convegno - svoltosi nel dicembre scorso - ha messo in luce come la comune matri- ce cristiana possa costituire un punto di forza nel consolidamento della democrazia e nell’apertura all’occidente. Una matrice cristiana riemersa in modo clamoroso, in tutte le sue componenti, dopo l’epoca della dura repressione di regime, e che può essere canalizzata verso un fine comu- ne: la costruzione di una identità nazionale e l’integrazione con l’Europa occidentale. All’inizio del convegno Dimitrij Volovnikov, segretario dell’Ambascita di Ucraina presso la Santa Sede, ha trasmesso i messaggi di congratulazioni del Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità, del Card. Lubomyr Husar, Arcivescovo Maggiore della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, del capo della Chiesa ortodossa ucraina Volodymyr e del Ministro degli esteri dell’Ucraina Kostyantyn Gryshchenko. Il convegno di studi è stato coordinato da Ambrogio Samus, funzionario della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, il quale, introducendo le relazioni, ha voluto sottolineare l’importanza storica di un tale evento per l’Ucraina nella prospettiva di poter intensificare le relazioni fra entrambi gli Stati nel contesto dell’Europa cristiana. Aprendo il convegno Helen Alford, Decano della Facoltà di Scienze Sociali dell’Angelicum, ha sottolineato come la propria Facoltà segue attentamente lo sviluppo dei paesi dell’area post-comunista. In tale con- testo si è celebrato già un convegno con il titolo “Santa Sede e paesi post- comunisti” ed il convegno dedicato all’Ucraina rappresenta un ulteriore passo nello sviluppo di questi studi. Nel caso dell’Ucraina la prospettiva religiosa, quella culturale e quella politica risultano strettamente connesse, come evidenziato dall’interven- to dell’Ambasciatrice di Ucraina presso la Santa Sede Tetiana Izhevska. “L’Ucraina è stata sempre sulla crocevia delle diverse culture - ha aggiun- to l’ambasciatrice –e la spinta dello Stato ucraino verso l’integrazione europea non è solo un progetto politico ma il desiderio del popolo di consolidare il suo posto in una famiglia europea”. L’Ambasciatrice si è fatta anche portavoce del Ministro degli Esteri Ucraino Kostyantyn Gryshchenko. Con un proprio messaggio scritto, “The Holy See and Ukraine” was the title of a conference held at the Angelicum and promoted by the Ukrainian Embassy to the Holy See and the Faculty of Social Sciences at the Angelicum. The conference - held last December - revealed how a shared Christian background can be a foundation stone in the consolidation of democracy in Ukraine and a means of opening up towards the West. This Christian cultural matrix has re-emerged forcefully, in all its diversity, after the period of severe repression by the Communist regime, and which can now be directed towards a common goal: the creation of a national identity and integration with Western Europe. At the beginning of the conference, Dimitrij Volovnikov, Secretary of the Ukrainian Embassy to the Holy See, presented congratulatory messages from Cardinal Tarcisio Bertone, Secretary of State of the Holy See, Cardinal Lubomyr Husar, Major Archbishop of the Greek Catholic Church of Ukraine, the Head of the Ukrainian Orthodox Church, Volodymyr, and from the Foreign Minister of Ukraine, Kostyantyn Gryshchenko.The conference was co-ordinated by Ambrose Samus, of the General Secretariat of the Synod of Bishops, who, in introducing the conference, underlined the historical importance of this event for Ukraine in the sense of intensifying relations between these two states in the context of the Christian heritage of Europe. Opening the conference, Helen Alford, the Dean of the Faculty of Social Sciences at the Angelicum, outlined the keen interest within the Faculty in developments in the world of the Post-Communist states. As a result, the Faculty has already held an international conference under the title “The Holy See and the Post-Communist States: Key Aspects of their Relations Twenty Years after the Fall of the Berlin Wall”, and this conference on Ukraine represents a further step in carrying forward this interest. In Ukraine, emphasised the Ukrainian Ambassador to the Holy See, Tetiana Izhevska, religious questions are tightly connected to cultural and political ones: “Ukraine has always been at the crossroads between different cultures, and the movement of the Ukrainian state towards European integration is not only a political project but also founded on the desire of the Ukrainian people to consolidate their position in the European family”. Referring to the words of the Foreign Minister, Kostyantyn Gryshchenko, the Ambassador noted how the InfoFass n.16-2011:Layout 1 23/05/11 10:24 Pagina 1

InfoFass n16

  • Upload
    prpust

  • View
    183

  • Download
    3

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Information of the activities of the FASS/Informazioni delle attività della FASS

Citation preview

Page 1: InfoFass n16

n.16

L’Ucraina, l’Europa e la matrice cristiana

Info

rmat

ion o

n t

he

activi

ties

of

the

Fac

ulty

of

Soci

al S

cien

ces, P

UST

- R

om

a

“Santa Sede e Ucraina: per un’Europa cristiana” è il tema del convegnoche si è tenuto a Roma presso la Pontificia Università San Tommasod’Aquino (“Angelicum”), promosso dall’Ambasciata di Ucraina presso laSanta Sede e dalla Facoltà di Scienze Sociali dell’Angelicum. Il convegno -svoltosi nel dicembre scorso - ha messo in luce come la comune matri-ce cristiana possa costituire un punto di forza nel consolidamento dellademocrazia e nell’apertura all’occidente. Una matrice cristiana riemersain modo clamoroso, in tutte le sue componenti, dopo l’epoca della durarepressione di regime, e che può essere canalizzata verso un fine comu-ne: la costruzione di una identità nazionale e l’integrazione con l’Europaoccidentale.All’inizio del convegno Dimitrij Volovnikov, segretario dell’Ambascita diUcraina presso la Santa Sede, ha trasmesso i messaggi di congratulazionidel Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità, del Card.Lubomyr Husar, Arcivescovo Maggiore della Chiesa Greco-CattolicaUcraina, del capo della Chiesa ortodossa ucraina Volodymyr e delMinistro degli esteri dell’Ucraina Kostyantyn Gryshchenko. Il convegno distudi è stato coordinato da Ambrogio Samus, funzionario della SegreteriaGenerale del Sinodo dei Vescovi, il quale, introducendo le relazioni, havoluto sottolineare l’importanza storica di un tale evento per l’Ucrainanella prospettiva di poter intensificare le relazioni fra entrambi gli Statinel contesto dell’Europa cristiana. Aprendo il convegno Helen Alford, Decano della Facoltà di ScienzeSociali dell’Angelicum, ha sottolineato come la propria Facoltà segueattentamente lo sviluppo dei paesi dell’area post-comunista. In tale con-testo si è celebrato già un convegno con il titolo “Santa Sede e paesi post-comunisti” ed il convegno dedicato all’Ucraina rappresenta un ulteriorepasso nello sviluppo di questi studi. Nel caso dell’Ucraina la prospettiva religiosa, quella culturale e quellapolitica risultano strettamente connesse, come evidenziato dall’interven-to dell’Ambasciatrice di Ucraina presso la Santa Sede Tetiana Izhevska. “L’Ucraina è stata sempre sulla crocevia delle diverse culture - ha aggiun-to l’ambasciatrice –e la spinta dello Stato ucraino verso l’integrazioneeuropea non è solo un progetto politico ma il desiderio del popolo diconsolidare il suo posto in una famiglia europea”.L’Ambasciatrice si è fatta anche portavoce del Ministro degli EsteriUcraino Kostyantyn Gryshchenko. Con un proprio messaggio scritto,

“The Holy See and Ukraine” was the title of a conference held at theAngelicum and promoted by the Ukrainian Embassy to the Holy Seeand the Faculty of Social Sciences at the Angelicum. The conference -held last December - revealed how a shared Christian backgroundcan be a foundation stone in the consolidation of democracy inUkraine and a means of opening up towards the West. This Christiancultural matrix has re-emerged forcefully, in all its diversity, after theperiod of severe repression by the Communist regime, and which cannow be directed towards a common goal: the creation of a nationalidentity and integration with Western Europe.At the beginning of the conference, Dimitrij Volovnikov, Secretary ofthe Ukrainian Embassy to the Holy See, presented congratulatorymessages from Cardinal Tarcisio Bertone, Secretary of State of theHoly See, Cardinal Lubomyr Husar, Major Archbishop of the GreekCatholic Church of Ukraine, the Head of the Ukrainian OrthodoxChurch, Volodymyr, and from the Foreign Minister of Ukraine,Kostyantyn Gryshchenko. The conference was co-ordinated by AmbroseSamus, of the General Secretariat of the Synod of Bishops, who, inintroducing the conference, underlined the historical importance ofthis event for Ukraine in the sense of intensifying relations betweenthese two states in the context of the Christian heritage of Europe. Opening the conference, Helen Alford, the Dean of the Faculty ofSocial Sciences at the Angelicum, outlined the keen interest within theFaculty in developments in the world of the Post-Communist states. Asa result, the Faculty has already held an international conferenceunder the title “The Holy See and the Post-Communist States: KeyAspects of their Relations Twenty Years after the Fall of the BerlinWall”, and this conference on Ukraine represents a further step incarrying forward this interest.In Ukraine, emphasised the Ukrainian Ambassador to the Holy See,Tetiana Izhevska, religious questions are tightly connected to culturaland political ones: “Ukraine has always been at the crossroadsbetween different cultures, and the movement of the Ukrainian statetowards European integration is not only a political project but alsofounded on the desire of the Ukrainian people to consolidate theirposition in the European family”. Referring to the words of the ForeignMinister, Kostyantyn Gryshchenko, the Ambassador noted how the

InfoFass n.16-2011:Layout 1 23/05/11 10:24 Pagina 1

Page 2: InfoFass n16

Un lungo cammino, partito dall’AngelicumHo finito il dottorato in ScienzeSociali all’Angelicum nel giugno1996, e sono tornato in Brasile nelnovembre dello stesso anno. Manon sono tornato da solo, perché aRoma ho conosciuto Anna, e cisiamo sposati nell´aprile del 1992.Lei ha ottenuto la laurea in cinesepresso l’Università La Sapienza diRoma, nel luglio del 1996. Siamoentrambi focolarini.Abbiamo lavorato per più di diecianni presso l’Università del Sud diSanta Catarina, dove ho insegnatoSociologia Generale. Durante que-sto periodo ho lavorato anchecome professore invitato di EticaSociale presso la Facoltà di Teologiadello Studium Theologicum, diCuritiba, nello stato del Paraná.Due anni fa Anna ha fatto un con-corso pubblico per insegnare nel

corso di Laurea in RelazioniInternazionali dell´Università Statale della Pampa, una nuova Università Federale brasiliana situata presso le città di frontiera delBrasile con l’Uruguay e l’Argentina.Dopo 15 giorni, anch’io ho sostenuto con successo il concorso per insegnare Sociologia Generale presso questa stessa univer-sità.Quando ero all’Angelicum, a Roma, confidai una volta al prof. Raimondo Spiazzi le mie difficoltà psicologiche (saudades do Brasil…)e finanziarie, e lui mi disse: “Vedrai che i tuoi studi e le difficoltà del presente porteranno frutti a te, alla Chiesa e al tuo paese”.Aveva proprio ragione.

Fábio Régio Bento

2

Info Fass 20

11 n. 1

6

The Dignity of the Human PersonI am a diocesan priest of the Latin rite from the Apostolic Vicariate of Soddo-Hosanna, in Ethiopia. I was born into a Catholic familyof eight children in 1972 in Shoa, Ethiopia. Missionaries from Bologna, Italy, of the Order of Friars Minor Capuchin, provided me witha good human and Christian formation in my earlier years. I was ordained a priest on December 25, 2000. For the following sixyears, I was a parish priest. In October 2006, my Bishop sent me to Rome for further studies. I have a licence degree in Ecumenismfrom the Pontifical University of St. Thomas of Aquinas here in Rome. Now I am doing the 3rd year of the bachelor’s degree in theFaculty of Social Science at the same University. I have a special concern for the dignity of human beings especially for the poor,orphans, widows and the stranger.“The current situation in the world with its lights and shadows should make us all fully aware that we are facing an enormous anddramatic clash between good and evil, death and life, the culture of death and the culture of life” (from Pope John Paul II’s encycli-cal, Evangelium vitae, n. 28)Jesus Christ has revealed to us the infinite dignity and value of each and every human person. Each one, without exception, has auniversal, inalienable, inviolable and inherent right to freedom of conscience and to life from the moment of conception to naturaldeath. If history has taught us any lesson, it is that lack of respect for this fundamental right leads invariably to the rise of all kinds

of disasters, like criminal totalitarian regimes, genocide, thedecline of culture and freedom and the moral unravelling ofwhole societies—in a word, to a real hell on earth.Thus, the greatest threat to humanity is the rejection of thegood, which often takes the form of the rejection of God andHis laws. We are all brothers and sisters of the universal familyof God. In this interest of all of humanity, unbelievers included,our societies should strive to do their utmost to base theirlegal order on values that are consistent with the revelationof God that we have received in Jesus Christ. Every attemptat building a social order apart from these fundamental valueswill collapse. I am very lucky to study in the FASS, in this international andmulticultural university. The education that I have acquired inthese years, from different professors, has given me an oppor-tunity to deepen my knowledge and in the end to serve huma-nity, especially the least in society. I wish each one of us to stri-ve for a common good and for creating a new world whereevery human person can live in peace and harmony.

Daniel Tumiso Kelbore (1° ciclo, 3° anno)

InfoFass n.16-2011:Layout 1 23/05/11 10:24 Pagina 2

Page 3: InfoFass n16

3

Info Fass 20

11 n. 1

6

Con i piedi in Italia e il cuore in Angola Sono uno studente che viene dall’Angola, un paese a Sud del Sahara, molto ricco di risorse naturali e con una popolazione di circa18.5 milioni di persone. L’Angola è stata colonizzata dai portoghesi per circa 500 anni (1483 – 1975) ed ha subito uno dei più tragici eventi dell’umanità,quello del traffico degli schiavi, oltre al processo di esplorazione e sfruttamento coloniale, con tutte le conseguenze che ciò ha pro-dotto sulle sue popolazioni. Non posso non fare riferimento al “recente passato” della guerra civile (1975 - 1991 e 1992 - 2002), all’oppressione dell'ideologiamarxista leninista e alla dittatura comunista (1975 - 1991) che l’Angola ha vissuto con tutte le conseguenze per la società e la popo-lazione, perché sono nato, cresciuto e ho vissuto gran parte della mia formazione presbiterale in questo ambiente socio- politico ereligioso. Sono stato ordinato sacerdote nel luglio 1998, 13 anni fa. I primi 5 anni li ho vissuti insegnando (area filosofica) nei Seminari Maggioridell’Arcidiocesi di Huambo e della Diocesi di Benguela. L’esperienza accademica è stata molto ricca e mi ha aiutato a crescere, e iquesiti posti dagli studenti mi hanno fatto penetrare nell’arché delle cose: perché la guerra? Perché l’ingiustizia? Perché la mancan-za delle libertà fondamentali? Perché Dio permette questo?Dopo cinque anni come insegnante, nei quali con molta passione ho cercato di fare del mio meglio, la nostra Congregazione(Missionari di nostra Signora de La Salette) ha voluto iniziare una nuova missione in Namibia. Lì alcune comunità ecclesiastiche lavo-ravano all’aperto sotto gli alberi. Ma si dice che tutto è possibile a chi crede veramente in Dio: ho vissuto insieme ai miei confratel-li questa esperienza così coinvolgente e, passati sette anni, non credevamo nel risultato della pastorale che Dio ci ha permesso disviluppare.Dal 2006, dopo il Capitolo Generale a cui ho avuto la grazia di partecipare nelle Filippine, il Superiore Generale mi ha invitato a farparte della Commissione di Giustizia e Pace della nostra Congregazione, rappresentando l’Angola e la Namibia. Ad un dato punto, la mia partecipazione alla Commissione Giustizia e Pace ha fatto sì che il mio superiore regionale in Angola miinviasse in Italia per acquisire maggiori competenze e approfondire tutto ciò che riguarda l’applicazione concreta del nostro cari-sma nell'attuale contesto angolano. Oggi, per descrivere questo obiettivo, potrei utilizzare una formula che ho appreso a lezione dallaprof. Barbara Sena e chiedermi: come “operazionalizzare” il concetto di riconciliazione in Angola, a confronto con le domande delpresente?Arrivato a Roma nel 2009, ho avuto la fortuna di iscrivermi alla Facoltà di Scienze Sociali presso l’Angelicum. Che mondo, che gentedi Dio! La prima intervista che ho avuto con il Decano della FASS, Sr. Helen Alford, mi ha fatto capire subito che qui avevo trovatoil posto ideale. Il curriculum che seguo mi conferma ogni giorno che l’Angelicum è il posto più idoneo per acquisire le conoscenzee le competenze di cui ho bisogno, per capire e spiegare meglio i fatti sociali angolani, per una riconciliazione vera, là dove c'è unpopolo distrutto e diviso dal colonialismo, dalla dittatura comunista e dalla guerra civile. Che cosa significa, allora, avere i piedi in Italia e il cuore in Angola? La risposta è molto semplice: i piedi mi portano verso ciò che èreale e concreto, ciò che si può toccare. Sono a Roma e studio all’Angelicum, ma il cuore e la mente continuano a coltivare i mieidesideri più profondi. E mi fanno sognare. Gli studi di oggi mi fanno sperare che in Angola ileaders smettano di ricercare i propri interessipersonali nella conduzione della “res pubblica”,facendosi guidare dall’ambizione e dal protagoni-smo individuale. Sì, io sogno un’Angola che garantisca i diritti delleminoranze, un parlamento efficiente e veramen-te rappresentativo, una magistratura indipenden-te, una cittadinanza informata e attiva, una stam-pa pluralista e indipendente; il diritto di riunirsi, ildiritto di sostenere pacificamente le proprie opi-nioni senza la minaccia di ritorsioni o arresti arbi-trari. Un’Angola che non sia “proprietà privata” di nes-suno, ma aperta a tutti i suoi figli. Dunque non èun’utopia sognare un’Angola che “possa garanti-re un approccio olistico allo sviluppo, dare lapriorità alla democrazia e a un uso responsabile,sostenibile ed equo di tutte le risorse, e infineche abbia una gestione trasparente degli affari distato” (Wangari Maathai, in La Sfida dell’Africa,2010). Sogno un’Angola che metta in pratica l’alternan-za al governo e introduca responsabilità nellagestione dei problemi del Paese, innovazionecreativa nei processi decisionali e nell'attuazionedelle politiche pubbliche, prima di tutto attraver-so il coinvolgimento dei cittadini e delle diverse parti sociali, economiche e culturali, perché possano portare al cuore delle istitu-zioni le vere preoccupazioni e le necessità del nostro popolo. Sogno un’Angola capace di promuovere una cultura di pace, che signi-fica equità, accoglienza e rispetto reciproco, perdono, giustizia e condivisione.Non posso concludere questo articolo senza un pensiero per i docenti della FASS che ogni giorno si sacrificano, cercando i miglio-ri metodi didattici perché ogni studente possa superare le barriere linguistiche e ampliare le sue conoscenze, per diventare un atto-re sociale responsabile e maturo, in grado di promuovere una società dove la ragione riconosca il ruolo della religione per non asso-lutizzare se stessa, e così costruire un mondo più umano. A voi tutti va il mio rispetto e la mia ammirazione. E a tutti i colleghi dell'università dico: rimaniamo aperti al “nuovo” che riceviamo ogni giorno e uniti in questa esperienza, per con-tribuire alla costruzione di un mondo giusto e riconciliato, per la gloria di Dio! E la gloria di Dio è l’uomo realizzato in tutti i sensi.Sempre avanti, mai indietro!

P. Avelino Sangameya, MS (1° ciclo, 2° Anno)

InfoFass n.16-2011:Layout 1 23/05/11 10:24 Pagina 3

Page 4: InfoFass n16

4

Info Fass 20

11 n. 1

6 CSR: un modello per il BrasileHo 32 anni e sono nato a San Paolo (Brasile). Dopo aver fatto esperienzaculturale/professionale in diversi Paesi, ho colto l’opportunità creata dalmio trasferimento lavorativo temporaneo in Italia, dove svolgo attività dipianificazione strategica per una società che opera nel settore automobi-listico e meccanico, per partecipare al Master in Responsabilità Socialed’Impresa dell’Angelicum.La scelta è stata principalmente motivata dall’esperienza lavorativa che homaturato in questi anni come “Chief Executive Officer” di un sito produt-tivo con 170 dipendenti. Un’esperienza che mi ha lasciato non pochi dubbiper quanto riguarda parte delle decisioni da me prese, in particolare quel-le concernenti i fattori economici/finanziari. Posso dire che l’Angelicum è servita per il mio sviluppo, fornendo solidiorientamenti etici, e come base di interscambio di “good practices” azien-dali (principalmente del macro-ambiente italiano di eccellenza), che sicura-mente mi aiuteranno in futuro a prendere delle decisioni in maniera più“virtuosa”.L’ambiente culturale, in parte multi-etnico, che si è formato nel gruppo distudenti, deve anche esser visto come un’opportunità di crescita cultura-le in un’ottica globalizzata, fattore competitivo in un ambiente di lavorosempre più integrato e senza barriere.Posso anche sottolineare che gli orientamenti ricevuti consolidano il mio “feeling” interiore che un ‘business environment” deve venirprima di tutto misurato in termini di contributo allo sviluppo della felicità umana di tutte le persone coinvolte, avendo lo sviluppo deifattori economici/finanziari come base affinché ciò divenga comunque possibile. Oltre a consolidare questa mia convinzione, il corso miha fornito la base teorica che mi serviva per difendere questo modello di interpretazione aziendale, che prima percepivo come pezzidi un mosaico sparsi, che ora sono diventati un’opera organica, da apprezzare e pubblicizzare per il bene comune.Penso che ciò che ho appreso presso l’Angelicum, può servire benissimo anche per l’aumento della “massa critica” in tema diResponsabilità Sociale d’Impresa in parte già presente in un paese di dimensione continentale come il Brasile, con i suoi 200 milioni diabitanti multi-etnici, desiderosi di dare continuità al progresso nella riduzione della disparità sociale e nell’aumento del reddito pro capi-te, che può avvenire in maniera sostenibile tramite la diffusione di una specifica educazione.Penso inoltre che questa attività svolta dall’Angelicum e dai suoi “partners” possa essere la base di cooperazione con gli Istituti d’ec-cellenza in tematica di RSI, già presenti in paesi emergenti come il Brasile. Esco da questa esperienza personalmente più felice, ed inna-morato dalla “città eterna”.

Giuliano Michel Fernandes

Bringing the Church's Social Teaching to ThailandI am from Bangkok, Thailand. I am 21 years old. I graduated from Assumption University of Thailand with the Bachelor’s Degree inBusiness Administration majoring in Marketing. I am so grateful that the Pontifical Council of Justice and Peace and AssumptionUniversity of Thailand granted me the scholarship to further my study in the Angelicum. I am a first year student in the Licence pro-gramme of the Faculty of Social Sciences. Up to now, I have found that there are several interesting and useful materials to study.Besides, there are so many new things to learn about and many different aspects of life. For me, I really think that I am so lucky thatI am here now. I would like to take this chance to deepen and broaden my knowledge in order to utilize it in the future. Studyinghere, I feel like I am in a big family because deans and professors treat students as we are their children. It is great studying here.Not to mention, it is an opportunity to meet people from all over the world and become friends learning differences and sharingideas. In addition, the Angelicum hasa very peaceful atmosphere and atthe same time a sense of liveliness.However, I intend to go back toThailand after my study. I will beworking with John Paul II Center ofAssumption University of Thailandto promote the social teachingsand thoughts of the Church insociety and particularly among stu-dents. I always tell myself that Iwould benefit people in the futurein one way or another. Finally, Iknow I am here for reasons and Itrust in God and I am following hisplan. Thank you very much.

Benhyahthip Aungkoonwatthana (2° cycle, 1° year)

InfoFass n.16-2011:Layout 1 23/05/11 10:24 Pagina 4

Page 5: InfoFass n16

5

Info Fass 20

11 n. 1

6Master RSI: i fondamenti della responsabilità socialeHo 30 anni, sono Laureato in Giurisprudenza, da sette anni lavoro nel settore commerciale e da quattro in campo assicurativo, e sonouno studente del Master in “Management e RSI”.La voglia di conoscere mi ha spinto ad affrontare ed approfondire il tema complesso e di grande attualità della sostenibilità aziendale,in una realtà che ogni giorno deve affrontare il fenomeno della globalizzazione e della liberalizzazione dei mercati.La voglia di istruirsi come manager, la voglia di non essere un qualunque manager che opera senza una conoscenza a riguardo, ma soprat-tutto la voglia di non abusare del termine “manager”, mi ha fatto capire che era arrivato il momento di reinvestire in una solida forma-zione accademica.Ho scelto questo Master per l’offerta di programmi interessanti e moderni; ma un’offerta può essere interessante solo se c’è la pre-senza di persone qualificate, persone che giornalmente affrontano tali tematiche, spesso difficili da far capire a quella schiera di purita-ni che, ostinatamente, accusa le aziende, che sostengono una causa sociale, diopportunismo. Il ruolo del manager non deve essere assolutamente improvvisato; allabase ci deve essere una solida cultura manageriale.Tale base può divenire sempre più forte attraverso il prezioso contributodi docenti, di tecnici ed esperti che con il loro background professionaletestimoniano la possibilità di dare alle generazioni future un mondo miglio-re. In questo Master ho trovato questi preziosi contributi.Come futuro “CSR manager”, non mi manca la voglia di poter inserirenella realtà imprenditoriale gli argomenti affrontati, e stimolare le impresealla sostenibilità, sulla base della Triple Bottom Line: sviluppare decisioni edinvestimenti sostenibili, partendo dalla base e perseguendo simultanea-mente i tre obiettivi di equità sociale, di qualità ambientale e di prosperitàeconomica.Sicuramente, non mancano i casi pratici, che dimostrano la possibilità, perun’azienda, di fare grandi cose e divenire leader nel proprio settore, nelpieno rispetto dell’uomo e dell’ambiente.Dobbiamo iniziare a guardare il mondo ed interpretare i messaggi dellanatura. Un nostro piccolo gesto può portare grandi benefici. E non stoparlando di sforzi sovraumani, ma di piccoli gesti che nella nostra realtànon ci modificano la vita o il nostro tenore di vita, ma possono portaregrandi benefici a tutta l’umanità.Forse dovremo iniziare a pensare non più da “individui”, ma come “perso-ne”.

Nicolas Deforest

Studenti del Master 2010-2011 in “Management e Responsabilità Sociale d’Impresa”

InfoFass n.16-2011:Layout 1 23/05/11 10:24 Pagina 5

Page 6: InfoFass n16

6

Info Fass 20

11 n. 1

6

Scienze sociali per lo sviluppo delle risorse umane Il ripetuto appello di Benedetto XVI che ha definito “urgente” la formazione di laici cattolici impegnati con coerenza nella vita socia-le e politica a favore del bene comune, dove la dottrina sociale della Chiesa rappresenti il riferimento essenziale per la progettua-lità e l’azione sociale degli stessi, ha provocato in me un profonda riflessione sul mio modo di vivere la fede. Dopo gli anni di Liceocaratterizzati da una forte carica ideale e dalla passione di cambiare il mondo, nei primi anni di università l’impatto con la “realtà”mi ha portato progressivamente ad una fase di disillusione, disimpegno e rassegnazione. E’ solo con un nuovo incontro con la per-sona di Gesù, con la fede nella sua Parola di salvezza e con la Chiesa, madre e maestra, pronta ad accogliermi e a farmi crescere,che ho ritrovato il senso e la gioia di vivere. Dopo la laurea in giurisprudenza e due anni di pratica legale, attualmente come funzio-nario pubblico mi occupo di gestione delle risorse umane sia sotto l’aspetto economico-giuridico sia organizzativo e valutativo. Hopotuto e posso quindi sperimentare quotidianamente quanto arricchente sia tale attività lavorativa ma allo stesso tempo quanto siafonte di responsabilità operare quotidianamente nelle situazioni concrete assolvendo il dovere immediato di lavorare per un ordi-ne sociale giusto dando attuazione ai principi e ai valori morali propri della vita sociale. A tale scopo appare necessario l’impegnoper una seria formazione permanente per il conseguimento e perfezionamento di un metodo di discernimento che permetta diinterpretare e operare scelte alla luce del messaggio del Vangelo e dell'insegnamento sociale della Chiesa. Nell’ambito ecclesiale,

dopo anni di impegno diretto soprattutto a contatto con ilmondo giovanile, decisiva è stata la mia nomina da parte diMons. Cesare Nosiglia a componente della Commissione dipreparazione del Sinodo Diocesano dei Giovani. Questaimportante esperienza, caratterizzata da un’attività di colla-borazione e di interazione con le varie componenti ecclesia-li e sociali, mi ha ulteriormente confermato nella convinzio-ne che per poter svolgere un responsabile ed efficace lavo-ro pastorale nei diversi ambiti è necessario formare edaggiornare le competenze di analisi delle complesse realtà edelle problematiche sociali, acquisibili in particolare con l’ap-profondimento delle scienze sociali.Ringrazio la Facoltà di Scienze Sociali della PUST per questapossibilità di formazione scientifica e umana che mi permet-te di continuare il mio impegno nell’ambito lavorativo esociale. Tutor è sicuramente un programma che va nella dire-zione auspicata dai molti interventi del magistero soprarichiamati.

Massimo Baron (2° ciclo - I° anno - Programma Tutor)

Master per il Terzo Settore: un gruppo internazionaleAlla fine di ottobre è iniziato il 13° master in Management delle organizzazioni del Terzo Settore: Fund Raising e Comunicazione Sociale.

Fra gli iscritti, anch’io … all’ultimo momento! Nelle presentazioni, ascoltando i percorsi di studio dei miei colleghi, mi sento un po’ un pesce fuor

d’acqua… Vengo da tutt’altra parte. Sono laureata infatti in Scienze Geologiche. Ma la mia appartenenza a quella variegata realtà che si chiama

Movimento dei Focolari (www.focolare.org), mi colloca quasi naturalmente nel Terzo Settore. Ho conosciuto il Movimento dei Focolari quando

avevo sedici anni e mille domande. Un incontro che mi ha cambiato la vita. Nel Vangelo ho trovato le risposte. Nell’incontro con un Dio vivo,

fattosi uomo, è nata la mia passione per l’uomo, l’impegno a servirlo, a far crescere la civiltà dell’amore, la cultura della fraternità. Da qualche

anno mi occupo in particolare delle giovani generazioni del Movimento dei Focolari. Insieme a loro nascono idee, cerchiamo di realizzare pro-

getti, carichi di quelle idealità che possono dare un nuovo corso alla storia, orientarla più decisamente verso un futuro di unità e che vanno soste-

nute. Devo dire che il master mi ha aiutato ed incoraggiato moltissimo in questo impegno. Ho apprezzato molto la sua solida base etica, impre-

scindibile, a mio parere, perché il Terzo Settore rimanga se stesso con i suoi valori non commerciabili, vasto laboratorio di crescita culturale, civi-

le e spirituale delle società oggi. E poi via via ogni insegnamento ci ha aperto mente, cuore e fornito strumenti, tecniche, conoscenze per rende-

re più efficace e consapevole il nostro operare. Ho apprezzato la serietà, la competenza professionale dei docenti, spesso impegnati in prima per-

sona in realtà del Terzo Settore, che ci hanno trasferito in

poco tempo fondamenti teorici, know-how e … passio-

ne (!) in uno scambio cordiale e attento.

L’ambiente così internazionale (siamo 12 studenti di 8

nazionalità!!!) mi ha fatto sentire piacevolmente a casa, ed

ha conferito al corso, già spiccatamente interdisciplinare,

una preziosa nota di interculturalità, facendoci sperimen-

tare, nel lavorare insieme, il grande valore della recipro-

cità, basilare per chi opera nel Terzo Settore ... e non solo!

Per me e per ciascuno dei colleghi questi mesi di studio

hanno dato più forza a sogni, idee, progetti. Aliaksandr, bie-

lorusso, che vuole fondare un’associazione nel suo Paese

ancora bloccato nella crescita democratica, come Arina,

moldava, Irakli, georgiano, che vogliono sviluppare le

Associazioni in cui sono impegnati, Christelle del Congo

Brazzaville, Paese a volte dimenticato o confuso con altri,

già impegnata in progetti sociali, ma piena di voglia di fare

di più. E potrei continuare. Un vivo ringraziamento alla

PUST che, in collaborazione con il Forum permanente del

Terzo Settore e Adjuvantes onlus, continua a promuovere

e sostenere questa importante iniziativa culturale, arric-

chendola di anno in anno a beneficio di tanti.

Lucia D’Auria Studenti del Master 2010-2011 in “Management delle organizzazioni

del Terzo Settore: fund raising e comunicazione sociale”

InfoFass n.16-2011:Layout 1 23/05/11 10:24 Pagina 6

Page 7: InfoFass n16

7

Info Fass 20

11 n. 1

6

Gradi conseguiti dal 1 maggio 2010 al 1 maggio 2011

SUDNIK Yuliya Il diritto alla vita nella societàbielorussa con particolare riferimento alla pena dimorte e all’aborto (F. Compagnoni), pp. 64 (15 otto-bre 2010)

QUIXITO Djamila Sebastiana DosSantos Angola: ceti dirigenti nel processo didecolonizzazione (L. Troiani), pp. 60 (22 settembre2010)

VALENTIM Maria Uma análise dos núcleosfamiliares do projeto família cidadã a luz daprospectiva sistêmica (A. Urso), pp. 81 (28 settem-bre 2010)

PANCHANKA Aliaksandr Il profilo pater-no di Alcide De Gasperi nel contesto della crisi dipaternità: un modello nella luce della DottrinaSociale della Chiesa(A. Lo Presti), pp. 57 (04 ottobre2010)

MENCACCI Luca L’eclissi dell’utopia urbana(A. Lo Presti), pp. 149 (04 ottobre 2010)

MELUL Eugenia La crisis Falklands/Malvinas yel rol de la Santa Sede (L. Troiani), pp. 89 (05 otto-bre 2010)

RAFFO Adraa L’immagine della donna nellapubblicità in Italia: messaggi, modelli e problemiaperti. (G. Rossi), pp. 72 (06 ottobre 2010)

IAVORSCHI Arina La costruzione dell’iden-tità nazionale nelle giovani generazioni moldave (B.Sena), pp. 72 (07 ottobre 2010)

STRASHKEVICH Hanna Il GenioFemminile nel magistero di Giovanni Paolo II (A. LoPresti), pp. 65 (07 ottobre 2010)

BOYKO Oksana Il ruolo della Chiesa Graco-Cattolica Ucraina nel mantenimento dell’identitànazionale degli immigrati ucraini in Italia (A. LoPresti), pp. 91 (07 ottobre 2010)

FOSCHINI Marco Dagli anni ottanta ad oggi.Come essere forza sociale in una poliarchia demo-cratica, impresa e mercato, il confronto con la DottrinaSociale della Chiesa (DSC): i temi centrali del cambia-mento (H. Alford), pp. 147 (08 ottobre 2010)

MELNYK Mykhaylo Stato e Chiesa Greco-Cattolica nel processo di democratizzazione ucraina1991-2004 (M. Adam), pp. 280 (18 ottobre 2010)

LICENZE SOSTENUTE

BAC SOSTENUTIANSELMI Alessandro, FERRER Zarahy, MSUYA Gisela,NOGAILIC Tatiana, OUATTARA Hippolite, SANTORORita, SIMONKEVICIUTE Elze, ZANIN Andrea.

POGLE Doris Analyse du concept de solidaritédans la gestion des étudiants africains à Rome (R.Ricco), pp. 110 (18 febbraio 2011)

VERBICOVA Lenka Hollywood in redazione.Come il cinema racconta il giornalismo (G. Rossi),pp. 98 (18 febbraio 2011)

BARBINI Mauro Tempo e lavoro. Pratiche diCSR e tempi di lavoro e di vita in contesti organiz-zativi d’impresa con particolare riferimento allerisorse umane (B. Sena), pp. 189 (22 febbraio2011)

NSHOMBO KATARAKA Pascal L’etatet les institutions financieres internationales en RDCongo (1993-2003). Theorie de la violence struc-turelle selon Jean Ziegler (B. Callebaut), pp. 378 (24giugno 2010)

ASA SIRI Theodorus Pancasila as way oflife in the context of liquid modernity (F.Compagnoni), pp. 399 (14 luglio 2010)

NININAHAZWE Maria GorettiDéveloppement des capabilités des agents sociauxet écclesiaux dans la lutte contre la pauvreté auBurundi (C. Colombi), pp. 340 (19 luglio 2010)

KIILU Tommy Kibera Use of website com-munication in promoting sustainable tourism: thecase of Kenya (G. Rossi), pp. 178 (08 ottobre 2010)

NDAYISHIMIYE Gabin Pauvreté et appau-vrissement sous les déplacements constraintsinternes et l’économie de rehabilitation post-amagume au Burundi 1993-2005 (A. Smerilli), pp.466 (18 ottobre 2010)

DOTTORATI

DOTTORATI PUBBLICATIMHELLA Boniface Complementary financing for poverty reductionand economic development, Romae 2010, pp. 206ASA SIRI Theodorus Pancasila as way of life in the context of liquidmodernity, Romae 2010, pp. 131MELNYK Mykhaylo Stato e Chiesa Greco-Cattolica nel processo didemocratizzazione ucraina 1991-2004, Romae 2011, pp.280

InfoFass n.16-2011:Layout 1 23/05/11 10:24 Pagina 7

Page 8: InfoFass n16

8

Info Fass 20

11 n. 1

6

PONTIFICIA UNIVERSITÀ S.TOMMASO D’AQUINO

Facoltà di Scienze Sociali (FASS)

Pontificia Università San Tommaso d’Aquino (PUST)

Largo Angelicum, 1 - 00184 Roma

Tel. +39 06 67 02 353 - Fax +39 06 67 02 417

[email protected] - www.pust.it

infatti, il Ministro ha voluto ricordare come il rapporto spirituale conl’Occidente sia stato storicamente “una priorità dei leader nazionali e delpopolo ucraino”. Anche alla luce di questa vocazione dell’Ucraina sicomprende quanto atroce sia stata per il Paese la repressione comuni-sta: “l’avere rinnegato Dio non ha reso più libero l’uomo – ha detto nelsuo intervento il Card. Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazioneper le Chiese Orientali – lo ha piuttosto esposto a varie schiavitù abbas-sando la vocazione del potere politico al livello di una forza brutale edoppressiva”. Il cardinale ha sottolineato, che le relazioni dirette tra laSanta Sede e l’antico principato di Kyiv affondano le radici nella tradizio-ne religiosa del popolo ucraino, perché “Vladimiro – si legge nella lette-ra Euntes in mundum - avvertiva che c'era questa unità della Chiesa edell’Europa e perciò intrattenne rapporti non solo con Costantinopoli,ma anche con l'Occidente e con Roma”.Oggi, a differenza del processo di laicizzazione che caratterizza moltiPaesi Europei, la crescita dell’Ucraina procede di pari passo con il recu-pero della religiosità, favorito da un sistema costituzionale e legislativoche – come ha spiegato Yuriy Bugutskiy, Presidente del comitato stataleucraino delle religioni e nazionalità – considera espressamente la libertàdi coscienza e di organizzazione religiosa come elementi fondanti dellanazione. La molteplicità di organizzazioni religiose fa dell’Ucraina, comeebbe a dire il Card. Tarcisio Bertone in occasioni di una recente visitaufficiale, un “laboratorio ecumenico” che non ha eguali. Coltivare la matrice cristiana dell’Ucraina e farla emergere appare tantopiù importante in una fase come quella attuale, in cui l’economia e lapolitica, soprattutto nei Paesi emergenti, seguono spesso logiche lonta-ne da un corretto orizzonte etico. “Questi valori realizzati con fatica,perché composti di una sintesi tra il pensiero greco e romano riletto allaluce della Sacra Scrittura – ha ammonito nel proprio intervento ilPresidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della NuovaEvangelizzazione il Vescovo Rino Fisichella - in questi ultimi secoli si sonoossidati e rischiano di essere sottoposti a uno struggente logorio nonper il passare degli anni, ma per la corrosione di fenomeni culturali e legi-slativi che minano il tessuto sociale”. “Nessuno tra di noi dovrebbe cadere nella trappola di pensare all'unio-ne dell'Europa dimenticando che le sue radici affondano in una fede cheha alimentato per secoli la convivenza e il progresso di popoli diversi –ha concluso Fisichella – e che il nostro denominatore comune è facil-mente rinvenibile nel cristianesimo”.La matrice cristiana deve essere considerata dunque un punto di forzaper l’Ucraina, e la presenza di una molteplicità di chiese e religioni (pre-senti nel Paese anche la componente giudaica e musulmana) deve esse-re percepita come una ricchezza e non già come un elemento di conflit-to e di debolezza. Nella stessa Europa occidentale – ha ricordato nel suointervento Michele Zanzucchi, giornalista e direttore di Città Nuova –esiste una grande differenziazione nell’approccio al cristianesimo. “Pensoalla comunità carismatica dell’Emmanuel – ha detto Zanzucchi - penso aiFocolari con l’Economia di Comunione, penso ai movimenti della galas-sia gesuita, Cvx in testa, che investono attorno al Centre Sèvres, attentia tutto quanto concerne la dimensione sociale della cristianità”. Nella costruzione di un “fronte cristiano” grande importanza ha natural-mente l’equilibrio dei rapporti fra le chiese e su questo il convegno haposto particolare attenzione con una tavola rotonda, presieduta dalDecano della Facoltà di Diritto Canonico dell’Angelicum MiroslavKonstanč Adam, alla quale hanno preso parte Mons. Cyril Vasil’,Segretario della Congregazione per le Chiese Orientali, Mons.Mieczyslaw Mokrzycki, Arcivescovo-Metropolita di Lviv dei Latini, ilProtosacerdote Volodymyr Kozaba, Segretario del Consiglio Accademicodell’Accademia Teologica di Kiev che ha presentato la relazione di S.E.Antonij (Pakanych), Arcivescovo, Vicario della Metropolia di Kiev dellaChiesa Ortodossa Ucraina e Rettore dell’Accademia Teologica di Kiev eMons. Bogdan Dzurakh, Segretario del Sinodo dei Vescovi della ChiesaGreco-Cattolica Ucraina.La cura delle interconnessioni fra l’aspetto religioso, quello culturale equello politico e diplomatico emersi nel corso del dibattito rappresentauna sfida impegnativa e interessante. Una sfida che chiama in causa –come ha sottolineato il Decano della Facoltà di Scienze Sociali HelenAlford – anche il mondo accademico. “Nella nostra Facoltà – ha ricor-dato Helen Alford – gli studenti approfondiscono la storia cristiana e ledottrine politiche, ma si attivano anche per promuovere nuove occasio-ni di dialogo, per essere ‘bridge builder’, come dimostra questa impor-tante giornata di lavori”. Il pomeriggio è stato infine impreziosito da unconcerto, offerto dal coro dei Collegi orientali di Roma.

spiritual relationship with the West has historically been a “priority ofthe national leaders and of the Ukrainian people”. In the light of thisvocation of Ukraine, one can understand the terrible nature of theCommunist repression: “to have denied God did not make the peoplemore free – admonished Cardinal Leonardo Sandri, Prefect of theCongregation for the Oriental Churches – but rather exposed them tovarious forms of slavery, lowering the vocation of political power tothe level of a brutal and oppressive force”. He emphasised that therelations between the Holy See and the ancient Principate of Kyivhave their roots in the religious traditions of the Ukrainian people,because “Vladimir – one reads in the letter Euntes in mundum – knewof the unity of the Church and of Europe and therefore maintainedrelations not only with Constantinople but also with the West and withRome”. Today, in contrast with the processes of secularisation that charac-terise many European countries, the growth of Ukraine moves aheadwith the recovery of its religious faith, encouraged by a constitutionaland legislative system that – as Yuriy Bugutskiy, President of the StateCommittee of Ukraine for Religions and Nationalities, explained –explicitly considers freedom of conscience and religious organisationas foundational elements of the nation. The multiplicity of religiousorganisations makes Ukraine, as Cardinal Bertone said on the occa-sion of a recent official visit, an unequalled “ecumenical laboratory”. Cultivating the Christian background of Ukraine to make it more vis-ible is particularly important currently, where politics and economics,in emerging countries in particular, often follow logics that are farfrom ethical. “These values, which have been formed through the hardwork of re-reading the synthesis of Greek and Roman thought in thelight of the Sacred Scriptures, have been ossified in recent centuriesand risk being subjected to a long, drawn-out process of weakeningnot because of the passsage of time but by the corrosion of culturaland legislative phenomena that undermine the social fabric” warnedthe President of the Pontifical Council for the Promotion of the NewEvangelisation, Bishop Rino Fisichella, during his talk. “No-one should fall into the trap of thinking of the European Unionwhile forgetting that its roots go down deep into a faith that has fedthe living together and progress of different peoples for centuries -concluded Fisichella – and that our common denominator is easyenough to find in Christianity”. The Christian heritage of Ukraine, therefore, should be seen as one ofits strong points, and the presence of a multiplicity of churches andreligions (including Muslims and Jews) should be seen as a form ofenrichment, not as a source of conflict and weakness. MicheleZanzucchi, journalist and director of the publishing house “CittàNuova”, underlined that in Western Europe there exists a wide rangeof approaches to Christianity: “I am thinking about the charismaticEmmanuel community, of the Focolare movement and its Economy ofCommunion, of the array of Jesuit organisations, headed by CVXbased at the Centre Sèvres and involved in all that concerns the socialdimensions of Christianity”.In the construction of a “Christian front” the balance between theChurches obviously has an important role, and the conference placedparticular emphasis on this with a roundtable discussion in the after-noon. It was presided over by the Dean of the Faculty of Canon Lawof the Angelicum, Miroslav Konstanč Adam, and included Bishop CyrilVasil’, Secretary of the Congregation for the Oriental Churches, Mons.Mieczyslaw Mokrzycki, Metropolitan Arhbishop of the Latins in Lviv,the Protopriest Volodymyr Kozaba, Secretary of the Academic Councilof the Theological Academy of Kiev, who presented the talk of HisEminence. Antonij (Pakanych), Archbishop, Vicar of the Metropolitan ofKiev of the Ukrainian Orthodox Church and Rector of the TheologicalAcademy of Kiev, and Bishop. Bogdan Dzurakh, Secretary of the Synodof Bishops of the Greek-Catholic Church of Ukraine.The care needed to deal with the intricate interconnections betweenthe religious, cultural, political and diplomatic aspects that emergedduring the discussion represents a great and interesting challenge, onethat requires input from the academic world, as the Dean of theFaculty of Social Sciences, Helen Alford, underlined. “In our Faculty stu-dents study Christian history along with political theory, preparingthemselves to promote new forms of dialogue, to be “bridge builders”,as this important conference shows”. The afternoon concluded with aconcert offered by the choir of the Oriental Colleges in Rome.

Mykhaylo Melnyk

InfoFass n.16-2011:Layout 1 23/05/11 10:24 Pagina 8