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VOL. 09 NO. 01 Gennaio Febbraio Marzo 2015 impronte piano A piano B LISTA CISL FP COMUNE DI PADOVA ZANON FRANCO CAVINATO MONICA TREVISAN SERGIO CECCHINATO MARTA MARETTO ANTONIO ZANAGA GIORGIO AGOSTINI FABIO BARBIERI MAURO CAPPELLOZZA ROBERTO CAVAZZANA TATIANA GALLO FILIPPO LOTTO GIOVANNI PAGANI EVITA RAMPAZZO ELISABETTA GALTAROSSA LUCA RAMPAZZO SANDRA GRIGGIO ALESSIA VERONESE PAOLO DALLA LIBERA MARIAROSA SORTINO CHIARA

IMPRONTE CISL 1/2015

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Gennaio - Febbraio - Marzo 2015

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impronteVOL. 06 nO. 02

luglioagosto

settembre2012

VOL. 09 nO. 01GennaioFebbraio

Marzo2015impronte

piano A piano B

LISTA CISL FPCOMUnE DI PADOVA

ZANON FRANCO CAVINATO MONICA TREVISAN SERGIO CECCHINATO MARTA MARETTO ANTONIOZANAGA GIORGIO AGOSTINI FABIO BARBIERI MAURO CAPPELLOZZA ROBERTO CAVAZZANA TATIANAGALLO FILIPPO LOTTO GIOVANNI PAGANI EVITA RAMPAZZO ELISABETTA GALTAROSSA LUCARAMPAZZO SANDRA GRIGGIO ALESSIA VERONESE PAOLO DALLA LIBERA MARIAROSA SORTINO CHIARA

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di Franco Zanon e Monica Cavinato

Il mondo sta radicalmente cambiando, questo è un passaggio epocale, una nuova rivoluzione industriale. Anche nel pubblico è in atto una rivoluzione copernicana. Quello di prima è un mondo vecchio che non esisterà più, dobbiamo transitare nel NUOVO MONDO.E nel nuovo mondo non sarà più come prima.Mai + come prima è lo slogan che rappresenta il nostro programma di lavoro per i prossimi 3 anni. Con delle idee e delle proposte ma soprattutto con quello che non vogliamo più vedere.Perché MAI PIU’ COME PRIMAPerché 1) All’orizzonte c’è una guerra per la sopravvivenza del lavoro pubblico. Non dobbiamo accettare un peggioramento delle condizioni retributive e di lavoro.2) La chiave di volta è la parola partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici su tutto ciò che li riguarda.

PARTECIPAZIONE = codecidere con l’amministrazione le scelte che riguardano i dipendenti a cominciare dalla riorganizzazione dell’apparato amministrativo. Ogni riforma si consolida solo nella misura in cui è condivisa, più articolata è la base del consenso e più efficace è l’azione di governo. Non siamo disposti a subire l’ennesima disorganizzazione.

MAI +dirigenti con la produttività uguale allo stipendio lordo annuo di un dipendentedirigenti a scavalco, un’esperienza da non ripetere: non si sono mai visti, non hanno inciso su nulla ma in compenso, per questo lavoro intascheranno 12mila eurodirigenti che non sanno riorganizzare i processi di lavorodirigenti che non sanno quello che faidirigenti dirigenti che non sanno orientare le aspettative e generare progettivalutazioni fatte da chi non ti conosce e non vede il lavoro che fai

MAI +esternalizzazioni di servizi nelle scuole e nei nidiesternalizzazioni nei Cimiteri e di tutti i servizi svolti da personale operaio comunale

MAI +computer “buoni per la discarica” programmi obsoleti e non in rete tra lorocaricare continuamente gli stessi datiprogrammi senza una completa formazione del personale e un’adeguata assistenzasoftware quali Civilia e Lotus, lenti, complicati e non aggiornati con la nuova legislazione software e applicativi attualmente in uso “datati” che generano altre criticità dilatando i tempi di lavoro e non permettendo la semplificazione dei procedimenti

MAI + Servizi Sociali in sofferenza. - Assumere almeno 5 dipendenti (tra assistenti sociali e/o psicologi)- Trasferire un congruo numero di impiegati amministrativi a supporto degli assistenti sociali per il disbrigo delle pratiche amm.ve; i- NO all’istituzione di un servizio di pronta reperibilità delle assistenti sociali senza un dettagliato progetto organizzativo, elaborato con il coinvolgimento dei lavoratori- NO al blocco del part time per le assistenti sociali

MAI + lavorare senza indicazioni pratiche su quello che bisogna farela disorganizzazione dei servizi che abbiamo visto in questi anni

MAI + Formazione inutile e in ritardoLa formazione deve accompagnare il cambiamento e deve avere una ricaduta pratica sull’attività di lavoro, deve implementare le professionalità e insegnare ulteriori abilità. Un dipendente con una buona formazione è più efficace ed efficiente nelle risposte ai cittadini e minimizza il rischio d’errore.

MAI + Sedi di uffici comunali non a norma di sicurezza antincendio, inadeguati, sporchi e degradatiScuse dei dirigenti per non fare le prove di evacuazione delle sedi in cui è obbligatorio eseguirlePostazioni di lavoro non ergonomiche e inadeguateMancanza di informazione dei vari settore in materia di sicurezza e prevenzioneMancanza di formazione su sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, conduzione mezzi, utilizzo attrezzature e DPIAmbienti di lavoro sporchi e insalubri (basta appalti per le pulizie al massimo ribasso)Omissioni nella nomina dei referenti e addetti alla gestione della sicurezza nei luoghi di lavoroSedi di uffici in edifici non adeguatamente climatizzati e riscaldati.

impronte PERIODICO TRIMESTRALE DELLA CONFEDERAZIONE ITALIANA SINDACATI LAVORATORI FPS COMUNE DI PADOVA

Numero 1/2015Gennaio-Febbraio-Marzo

DIR. RESPONSABILE: Patrizia Cavinato

REDAZIONE: Mauro Barbieri Monica Cavinato Franco Zanon

Ha collaborato: Antonio Maretto, Fabio Agostini, Chiara Sortino PROGETTO GRAFICO: Redazione CISL Comune di PD

DIREZIONE E REDAZIONE Via Monte di Pietà, 3 35100 PADOVA

Tel. e Fax. 0039 49 8205032

email: [email protected]

web: www.cislcomunepadova.it

EDITORE: CISL FPS Comune di Padova

Aut. Tribunale di Padova n. 2082 del 17/5/2007

Tutte le informazioni qui pubblicate possono essere liberamente riprese citando la fonte:

IMPRONTE Periodico Trimestrale della Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori FPS Comune di Padova

impronteVOL. 06 nO. 02

luglioagosto

settembre2012

VOL. 09 nO. 01GennaioFebbraio

Marzo2015impronte

piano A piano B

LISTA CISL FPCOMUnE DI PADOVA

ZANON FRANCO CAVINATO MONICA TREVISAN SERGIO CECCHINATO MARTA MARETTO ANTONIOZANAGA GIORGIO AGOSTINI FABIO BARBIERI MAURO CAPPELLOZZA ROBERTO CAVAZZANA TATIANAGALLO FILIPPO LOTTO GIOVANNI PAGANI EVITA RAMPAZZO ELISABETTA GALTAROSSA LUCARAMPAZZO SANDRA GRIGGIO ALESSIA VERONESE PAOLO DALLA LIBERA MARIAROSA SORTINO CHIARA

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Primo piano4 Dalla parte dei lavoratoriIntervista a...Massimo Bitonci

5 Le risposte del SindacoRiorganizzazione

6 Un sottile equilibrioUna sfida una scommessa

7 Nuova Amministrazione e nuovo giro di walzer

Società e diritti8 I sopralluoghi e le situazioni a rischio

9 La casa degli italiani10 Frammenti digitaliQuestione di....sicurezxzaWhattspp. Ecco il nuovo “demone” da combattere

Ecco la “riorganizzazione”12 La montagna e il topolino Rubriche13 Notizie da PalazzoPolizia Locale: riorganizzataComitato 208. Un report

14 In pillole. Notizie flash

L’opinione a cura di Franco Zanon15 Noi ci saremo

Sommario

Anna Maria Furlanè il nuovo Segretario

Generale della CISLL’8 ottobre 2014 Anna Maria Furlan è eletta con 194 voti su 200 nuovo Segretario generale della CISL. Finisce così ufficialmente l’era di Raffaele Bonanni, dopo otto anni come segretario generale della Cisl, le cui dimissioni erano state precedentemente approvate, sempre dal consiglio nazionale.Ad Anna Maria Furlan vanno i nostri auguri di buon lavoro in un momento storico, politico ed economico particolarmente complesso e difficile.

NEWS

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DALLA PARTE DEI LAVORATORI

PRIMO PIANO: LA RIORGAnIZZAZIOnE

di Franco Zanon Monica Cavinato

intervista aMASSIMO BITOnCIOrganizzazione del lavoroMolte sono state le novità legislative negli ultimi anni, per contro non c’è stato un reale aggiornamento nei processi di lavoro per adattarli al cambiamento. Manca una cabina di regia, una struttura dirigenziale stabile che regoli i meccanismi di pianificazione e controllo delle varie fasi di lavoro e la loro corretta esecuzione. Domanda1) Riorganizzare l’apparato partendo dai procedimenti per dare risposte certe e rapide a cittadini e imprese. È un punto di vista diverso dalla solita riorganizzazione fatta di tagli e accorpamenti. Ha in mente un modello di revisione burocratico - amministrativa? Se si quale ?2) La costituzione di una cabina di regia stabile che standardizzi i processi di lavoro è secondo lei un modo corretto di procedere oppure ha in mente una diverso approccio al problema?Risposta1) E’ necessario rivedere completamente la filosofia del servizio al cittadino, e per fare questo, io credo, sia doveroso iniziare da una valutazione analitica del personale e poi, conseguentemente, procedere ad una riorganizzazione di questo più funzionale. Ormai il dipendente pubblico eroga un servizio complesso, e dobbiamo perciò organizzare un modello adatto alla domanda, nel rispetto delle capacità professionali, e flessibile.2) Assolutamente si. Il flusso di lavoro deve essere rapido ed efficiente, e per far questo ognuno, nel rispetto dei singoli ruoli, deve essere collocato nel ruolo che più gli si addice, dove rende di più. Ma è innegabile che per funzionare in modo efficiente, la struttura deve avere una chiarezza di ruoli e di strategia, altrimenti il miglioramento non sarà ottenibile.

Dirigenti Il dirigente pubblico è un manager dell’organizzazione che ha il compito di far funzionare al meglio la macchina amministrativa e stimolare la produttività. Dirigere significa pianificare, organizzare e avviare attività di controllo. Va valutata l’adeguatezza di ciascun dirigente al ruolo e la volontà di confrontarsi sui risultati. Una parte degli attuali dirigenti è ad incarico, per taluni il profilo è di alta specializzazione. Domanda1) Qual modello organizzativo ha in mente per il comparto della dirigenza? Cosa farà la sua amministrazione per le 11 figure di “Alta specializzazione” e per i 5 dirigenti ad incarico? RispostaVanno presi in considerazione tre aspetti, in questo senso: le capacità delle figure dirigenziali, la complessità del settore e le richieste della cittadinanza, ed infine le esigenze di bilancio, che nei Comuni gestiti

con poca lungimiranza stanno oggi determinando grossi problemi gestionali. Per come la vedo io, le figure dirigenziali in una città come Padova devono avere competenze e professionalità di livello manageriali: solo così sarà possibile pianificare il lavoro in modo efficiente e gestire al meglio il dipendente. Valuteremo attentamente le figure e le loro capacità.Selezione e formazione della nuova classe dirigenteServe una dirigenza autorevole, con forti capacità gestionali e con una formazione pronta ad adattarsi ai vari input che provengono dall’esterno. La strada è quella di investire nella costituzione di un corpo di dirigenti, dotato di elevate competenze e professionalità, attraverso un processo di selezione aperto e meritocratico. Domanda1) Considerata l’importanza del ruolo dirigenziale e le ricadute in chiave organizzativa che tipo di modello di selezione secondo lei potrebbe garantire il reclutamento di personale professionalmente preparato con la competenza e l’autorevolezza necessaria a svolgere tale compito? RispostaQuesta domanda si ricollega alla precedente. Io credo che per la città di Padova dobbiamo avere delle professionalità adeguate alla complessità della città che intendiamo governare. E visto che il processo di selezione è il primo passo per fare questo, non vi è dubbio che il reclutamento, soprattutto di queste figure, sarà per me basato su due cardini imprescindibili: la trasparenza e le competenze. La prima per garantire al cittadino che la pubblica amministrazione padovana non favorisce nessuno, men che meno gli amici; la seconda, per consentire il raggiungimento degli obbiettivi di risultato prefissi. Premieremo i meriti e risultati forniti ai cittadini, e null’altro.

Mobilità interna del personaleDomandaUno dei fattori critici è l’eccessiva rigidità nei processi di mobilità. Esiste una buona percentuale di persone che sono collocate in posti sbagliati, che avrebbero delle potenzialità per rendere meglio in contesti operativi diversi da quelli di assegnazione. Dall’altra la possibilità di attivare dei processi di mobilità per esigenze legate alla produzione. Va elaborato un metodo che integri le esigenze legate all’erogazione dei servizi con quelle di ciascun lavoratore, attraverso un processo che codifichi regole certe e condivise. Risposta Per molti anni, soprattutto nel settore pubblico, la rigidità è stato uno dei fattori che più di altri ha cristallizzato un settore dove si sarebbero potute esprimere figure e capacità di livello.

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Oggi però abbiamo bisogno di un modello più flessibile, ovvero in grado di rispondere ai continui cambiamenti delle esigenze e delle richieste del cittadino.E questo è possibile proprio costruendo una organizzazione che, a partire dalle capacità e dalle attitudini del personale, riesca non solo ad erogare un servizio di qualità ma anche lo faccia con soddisfazione. Un dipendete motivato rende di più, per sé stesso e per la collettività

Informatizzazione e digitalizzazione Gli strumenti informatici sono un supporto fondamentale nell’organizzazione del lavoro. La strumentazione in uso consta una certa vetustà, parzialmente colmata con l’acquisto di 600 nuovi p.c. su un totale di circa n. 1400 postazioni. Il software e i vari applicativi sono, anche in questo caso, datati e generano altre criticità dilatando i tempi di lavoro e non permettendo la semplificazione dei procedimenti. Stiamo arrancando inseguendo le novità che ci piovono addosso mentre in realtà bisognerebbe riuscire a fare una analisi dei bisogni tenendo conto delle varie necessità e istanze per poi stilare un programma di riqualificazione con obiettivi e finalità ben definiti. Domanda1) Ha in mente un programma di riqualificazione informatica e con quali obiettivi e priorità ?2) Ritiene necessario che l’Ente si doti di un piano annuale sull’informatizzazione? 3) Ritiene che la digitalizzazione del procedimento amm.vo con la conseguente gestione informatizzata dei flussi documentali sia un obiettivo prioritario da raggiungere?Risposta1) E’ incredibile come un Comune di Padova, in una delle Regioni più ricche d’Europa, non abbia una strumentazione informatica degna di tal nome. Una volta valutato l’organigramma e definita l’organizzazione, sarà senza dubbio necessario fare una accurata analisi degli strumenti tecnici informatici a disposizione dei dipendenti.2) Direi che la questione merita senza dubbio di essere presa in considerazione. Se gli strumenti di cui oggi è dotato l’ente prima che agevolare non agevolano il lavoro, evidentemente significa che c’è qualcosa che non va, e che chi ha amministrato per anni non si è nemmeno preoccupato di questi aspetti.

3) Noi dobbiamo mettere in condizione il dipendente di poter lavorare, e di raggiungere il risultato migliore nel minor tempo possibile. Sono gli anni dei cambiamenti, e della velocità, e la digitalizzazione in tal senso ne è un esempio lampante: il Comune di Padova, dopo questa fase di immobilismo, non può restare fermo al palo.

La formazione del personale: Investire sulla professionalitàLa formazione deve accompagnare il cambiamento e deve avere una ricaduta pratica sull’attività di lavoro, deve implementare le professionalità e insegnare ulteriori abilità. Un dipendente con una buona formazione è più efficace ed efficiente nelle risposte ai cittadini e minimizza il rischio d’errore. Domanda1) Che cosa pensa a riguardo ? 2) Le recenti leggi finanziarie hanno considerevolmente tagliato le risorse. In questo contesto di ristrettezze economiche cosa ne pensa della possibilità di fare formazione, con risorse interne o in modalità e-learning con l’ausilio di nuove tecnologie? Risposta1) La formazione è un elemento essenziale ed imprescindibile non solo per implementare l’efficacia e l’efficienza ed accompagnare gli inevitabili cambiamenti nelle metodologie di lavoro, ma anche per valorizzare i dipendenti e le loro potenzialità. Non dobbiamo mai dimenticare il principio personalista del lavoro, per il quale al centro c’è la persona umana con i suoi talenti. Una adeguata formazione può portare

le rispostedel SInDACO

la persona ad esprimere capacità rimaste fino a quel momento inutilizzate. L’orizzonte sul quale mi muoverò sarà dunque quello della formazione permanente del personale ad ogni livello.2) Fare formazione con l’utilizzo di risorse interne è una necessità inderogabile ed un criterio etico. Una necessità inderogabile dettata dalla finitezza delle risorse economiche a disposizione dell’amministrazione comunale; un criterio etico perché vanno valorizzati gli uomini e le donne già presenti nelle squadra amministrativa con la loro creatività, le loro intuizioni, il loro desiderio di innovazione, e non mortificati con un ricorso eccessivo a consulenze esterne. Queste ultime possono poi determinare poca trasparenza nelle gestione delle risorse economiche. La mia amministrazione sarà invece trasparente! L’utilizzo della modalità e-learning è una possibilità da utilizzare, ma che non esclude la metodologia classica del rapporto diretto tra formatore e personale in formazione. Valuteremo di volta in volta le migliori metodiche in relazione al processo formativo che attuano ed alla qualità attesa.

Produttività L’introduzione di meccanismi efficaci di incentivazione della produttività, delle performance e della professionalità sono un elemento cardine per rilanciare il lavoro pubblico. La produttività dei dipendenti del Comune di Padova è ferma ai valori del 2010. Una parte dei fondi per alimentare i meccanismi incentivanti e premiali viene recuperata con

dei piani di riorganizzazione e di razionalizzazione attraverso un processo virtuoso di risparmio che incentiva i dipendenti a proporre nuove soluzioni organizzative, economicamente più vantaggiose per l’amministrazione, di miglioramento dei servizi ai cittadini.Domanda1) Ritiene che la scelta di finanziare parte della produttività dei dipendenti, attraverso dei piani di riorganizzazione e di razionalizzazione della spesa, sia ancora una scelta da perseguire ? 2) Per quanto riguarda la produttività dei dirigenti, non ritiene debba essere codificata mediante un piano delle performance trasparente e con la pubblicazione dei risultati finali?Risposta1) E’ un tema molto complesso e delicato, lo stiamo vedendo anche in queste ultime settimane dove il Governo centrale ha adottato numerosi provvedimenti per sanare situazioni pregresse ingarbugliate. Se i piani di riorganizzazione portano ad una diminuzione dei livelli di spesa garantendo anche una migliore efficienza, ben vengano. Ma è difficile pensare di mantenere livelli di produttività adeguati ad un livello di servizio elevato, solo ed esclusivamente tagliando.2) Assolutamente si. I risultati programmati devono essere raggiungibili, migliorativi e misurabili. Se non possiamo quantificare con precisione le performance, come potremo mai valutare in modo meritocratico le figure più capaci, e quindi più meritevoli, e quelle meno?

riorganizzazione

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ed organizzativi consentiti, un livello di personale degno di questo settore, tanto più in una città come Padova dove i cittadini possono toccare con mano un livello di insicurezza intollerabile.2) Anzitutto il reparto dei vigili deve essere preparato adeguatamente, come mezzi e non solo, per poter affrontare la difficile realtà padovana, dove micro e macro criminalità spadroneggiano nonostante l’impegno quotidiano profuso. Rafforzamento quindi del reparto, con più uomini, miglioramento dell’apparato tecnico con l’installazione di telecamere nei punti più sensibili, apertura di un centro per la sicurezza in ogni quartiere, ordinanze ad “hoc” per situazioni di degrado e rafforzamento della sinergia con le altre Forze dell’ordine. 3) La polizia locale deve essere impiegata esclusivamente per fare controllo del territorio. Noi

Polizia MunicipaleCon il venti per cento di agenti in meno la Polizia Locale è il settore che conta la maggiore riduzione di personale nel comune, inoltre è anch’esso interessato dall’aumento dell’età pensionabile ed dalla contrazione delle ore straordinarie.Domanda1) Cosa crede sia necessario fare per non ridurne il livello di operatività? 2) Può indicare dei provvedimenti concreti che intende adottare a livello organizzativo, formativo, motivazionale?3) In che modo ed in che misura vede l’impiego della Polizia Locale nella sicurezza urbana? Risposta1)Le scelte dell’amministrazione uscente sul settore della Polizia Municipale sono state gravemente inefficaci. Personalmente, mi adopererò perché sia ripristinato, con tutte gli strumenti normativi

un sottileEQUILIBRIO

I Consigli di QuartiereI Consigli di Quartiere cesseranno di funzionare alla scadenza dell’attuale mandato amministrativo. L’idea che abbiamo manifestato anche attraverso l’audizione del 3 febbraio scorso presso la 1^ Commissione Consiliare è che gli uffici con personale dipendente, debbano dimagrire ma non scomparire. Il quartiere deve diventare il catalizzatore di servizi decentrati e questo deve avvenire attraverso l’ottimale utilizzazione delle risorse umane: vanno rivisti gli organici e vanno anche riviste le competenze, in modo che il cittadino possa trovare nel suo territorio un ufficio stabile, che rappresenti l’amministrazione. DomandaSu questo tema vorremo un suo giudizio: secondo Lei è opportuno che nei quartieri vengano mantenuti alcuni uffici per non disperdere il patrimonio

di partecipazione e di relazioni verso i cittadini ma anche come uno strumento concreto di decentramento amministrativo?RispostaIl nostro programma prevede in ogni quartiere l’istituzione di un Punto Salute, di un Punto Sicurezza e di un Punto Comunale. Il Punto Comunale consentirebbe l’espletamento in loco delle pratiche maggiormente richieste dalla cittadinanza, evitando così in modo particolare alla fascia anziana della popolazione di essere costretta a spostarsi dal quartiere con conseguenti disagi,e di poter usufruire di quei servizi complementari(es. scaricare la modulistica da internet e supporto nella compilazione, etc.) che contribuiscono a ridurre la distanza tra amministrazione ed amministrati, nel segno del recupero di una dimensione di comunità.

PRIMO PIANO: LA RIORGAnIZZAZIOnE

UNA SFIDA, UNA SCOMMESSA

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vogliamo vedere i vigili controllare giorno e notte la nostra città perché vogliamo una città dove i padovani si sentano liberi di camminare anche di notte. Purtroppo il lavoro che ci aspetta davanti è davvero tantissimo, ma perché tanta è la scomoda eredità con cui ci ritroviamo a vivere. E sono convinto, in tal senso, che la polizia urbana debba avere in questo processo di rinascita della città un ruolo centrale.

tedesco che significa letteralmente codecisione da non fraintendere con cogestione. La partecipazione co-decisionale dei lavoratori fa bene sia al lavoro, che così difende l’occupazione e il reddito a all’ente che può sviluppare le attività e i servizi alla cittadinanza in maniera efficiente e sostenibile. non a caso qualità e innovazione sono fattori di successo nel modello germanico. I lavoratori devono poter contare ed essere rappresentati negli organi decisionali degli enti con pieni poteri, alla pari degli azionisti in un’azienda.nelle amministrazioni comanda la politica con la longa manus dei dirigenti e boiardi di partito. Abbiamo accettato tutto in questi anni, a cominciare dalle numerose e nefaste riforme delle pensioni che progressivamente ci manderanno in pensione con 45 anni di lavoro e a quasi 70 d’età, con un assegno mensile ben al di sotto dell’ultimo stipendio e una liquidazione da aspettare almeno 15 mesi. Tutto nel nome della giustizia e dell’equità.

di Franco Zanon

È inutile far finta di niente, le dichiarazioni sulla stampa e I si dice, tutto quanto fa presagire ad una gigantesca “Liquidazione”, nel doppio significato di eliminare, rendere liquido. Il lavoro, il capitale umano tutto sembra diventato uno spreco con l’avvento della crisi economica e le politiche deflattive e rigoriste che impongono tagli di bilancio in nome della riduzione del debito pubblico. Affermare oggi che il lavoro è un diritto fondamentale è una frase praticamente vuota, priva di senso, perché esso è talmente scarso e quando c’è è privo di diritti e di poteri. Siamo dinanzi allo smantellamento e alla privatizzazione delle istituzioni del welfare. È paradossale ma la richiesta dei lavoratori di riorganizzare il lavoro, di migliorare il clima organizzativo e di puntare più sul merito, in questo aperto scenario di conflitto, rischia d’essere una battaglia di retrovia. L’ennesima riforma della pubblica

amministrazione sarà fatta senza il coinvolgimento, in processi di democrazia partecipativa, dei lavoratori e degli utenti dei servizi pubblici, cioè i soggetti che per primi sarebbero interessati al loro buon funzionamento. Si cerca di smantellare il lavoro pubblico, di creare nuove disuguaglianze e soprattutto di creare nuove aristocrazie. Il sindacato è inevitabilmente chiamato ad una guerra di sopravvivenza una vera e propria lotta di classe con al centro il lavoro pubblico.I padri costituenti furono lungimiranti e previdero perfino la possibilità che i lavoratori potessero cogestire le aziende: l’articolo 46 (inapplicato) della Costituzione infatti recita: “Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende”.

Il modello è il Mitbestimmung,

Concludendo1) Quali sono secondo lei le cose che devono assolutamente cambiare nell’organizzazione generale del Comune? 2) E che cosa può essere mantenuto?Risposta1) Una organizzazione più efficiente, più snella e che valorizzi, come meritano ,le capacità professionali che operano all’interno della struttura. Non ci sono più spazi

per consulenze, non più costi inutili per persone che non garantiscono un servizio degno di questa città. Le figure devono essere valorizzate sul merito, sulle capacità e sui loro percorsi professionali qualificanti. I reparti più deboli, poi, come quello di Polizia, devono essere assolutamente rivitalizzati.2) Devono essere mantenute le figure in grado di garantire il

servizio di qualità: quello del settore pubblico è un ambito molto complesso ma capace anche di garantire grandi soddisfazioni al cittadino dove ben gestito e ben funzionante.

Ecco, noi vogliamo una macchina capace di rendere il processo più scorrevole ed efficiente, e per fare ciò puntiamo sui meriti e sulle qualità individuali

Tutte scelte frutto di politiche sbagliate dove a pagarne il prezzo sono solo i lavoratori, il lavoro considerato come un costo e non una vera fonte di valore.

Per tutto questo chiediamo di codecidere le scelte strategiche d e l l ’ a m m i n i s t r a z i o n e , a cominciare dalla riorganizzazione dell’apparato amministrativo. Un “patto partecipato per la riorganizzazione” un percorso condiviso che affronti i problemi della riorganizzazione e ne definisca le soluzioni, in confronto aperto con l’amministrazione. Ogni riforma si consolida solo nella misura in cui è condivisa, più articolata è la base del consenso e più efficace è l’azione di governo. non siamo disposti a subire l’ennesima disorganizzazione, non faremo da spettatori all’ennesimo reality show dove ad aver la nomination per uscire saranno solo i lavoratori.

NUOVA AMMINISTRAZIONE

E NUOVO GIRO DI VALZER

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i SOPRALLUOGHIsOcIetA’ e dIRIttI: LAVORO E SICUREZZA

E LE SITUAZIOnI A RISCHIO

agli Enti competenti (Spisal e Dipartimento Provinciale del Lavoro).Gli R.L.S hano sottoscritto verbale deliberando che lo stesso sia trasmesso e inserito nell’aggiornamento del Documento Valutazione Rischi dal Settore Sicurezza e Protezione Civile.Tale documento è stato inoltre presentato alla riunione periodica sulla sicurezza svoltasi il giorno 22 ottobre u. s. alla presenza del Segretario Generale e dei Dirigenti.

Questo è quanto ad oggi accertato. La situazione non è in generale preoccupante ma alcune realtà tra cui quelle sopra descritte purtroppo lo sono. Le attività del Comune di Padova in generale non comportano rischi rilevanti di infortuni sul lavoro, tranne qualche eccezione (esempio operai manutentori, conduttori di mezzi e macchine complesse, magazzinieri ecc.), ma purtroppo in molte attività esaminate abbiamo riscontrato situazioni di rischio per la salute dei lavoratori di cui gli stessi lavoratori spesso non hanno assolutamente coscienza e conoscenza e delle quali non sono messi al corrente dai loro datori di lavoro, che ai sensi del Decreto 81 sono obbligati in tal senso.Si tratta inoltre di un comportamento omissivo che in caso di insorgenza di patologie o il verificarsi di infortuni accertati per causa di lavoro comporta sanzioni penali rilevanti a carico del datore di lavoro. Questo i dirigenti del Comune lo sanno? Spero che lo sappiano, ma a quanto pare continuano a fare come se niente fosse…Personalmente ho la netta sensazione che da parte dei Dirigenti dei vari Settori ci sia una sottovalutazione o in molti casi una completa ignoranza dei problemi relativi alla salute e sicurezza dei lavoratori.Per vedere il consuntivo completo di tutti i sopralluoghi vai al sito internet www.cislcomunepadova.it. Contatta il tuo Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza CISL, Arch. Fabio Agostini.

Ecco il consuntivo dell’attività di verifica in alcune sedi lavorative del Comune di Padova da parte del gruppo Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza - RLS - ai sensi dell’art.50 del D.lgs.81/2008Nella prima parte dell’anno sono stati effettuati 12 sopralluoghi in varie sedi lavorative del Comune di Padova, con il medico competente aziendale Dott. Marcuzzo dell’Istituto Medicina del Lavoro dell’ULSS 16 e i tecnici del Settore Sicurezza e Protezione Civile.Si dà qui di seguito un riassunto dell’attività svolta riprendendo quanto è stato messo a verbale e consegnato al Settore Sicurezza e Protezione Civile affinchè quanto rilevato venisse recepito dal RSPP e poi inserito nelle prescrizioni integrative di aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR). Il verbale è stato redatto collegialmente e sottoscritto in data 21/05/2014 da tutti i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Dall’analisi di tutta la documentazione, anche fotografica, raccolta durante i sopralluoghi nei vari luoghi di lavoro, nelle singole sedi sono emerse varie situazioni di rischio per la salute dei lavoratori con qualche di magnetudo allarmante. Si tratta come vedremo in seguito di situazioni di esposizione al rischio con possibilità di contrazione di patologie professionali che per lo più si manifesteranno a lungo termine, salvo qualche caso particolare di rischio imminente, ma comunque da non sottovalutare e da prevenire sicuramente. Sono state rilevate in varie sedi carenze di carattere igienico - sanitario dovute a mancanza di dotazione o più semplicemente per scarsa pulizia e lavaggio nei locali di lavoro e nei servizi igienici.

Le situazioni più preoccupanti sono da segnalare presso le sedi sotto elencate:

1) CIMITERO MAGGIORE2) CENTRO CULTURALE SAN GAETANO3) ARCHIVIO CENTRO CULTURALE SAN GAETANO4) GALLERIA CIVICA CAVOUR5) EDILIZIA PRIVATA (via Sarpi)6) ASILO NIDO “Chiara Lubich” via Edrone7) IMPIANTI PARCO BRENTELLE8) EMEROTECA VIA ACQUAPENDENTE9) SCUOLA DELL’INFANZIA S. LORENZO DA BRINDISI10) SCUOLA DELL’INFANZIA MADONNA DI LOURDES11) MAGAZZINI CORSO AUSTRALIA12) ANAGRAFE PIAZZA DEI SIGNORI

Conclusioni finaliA questo si dovrebbe aggiungere a anche quanto già è stato rilevato nel 2013 e che purtroppo nella maggior parte dei casi non è stato affrontato e risolto adeguatamente dai datori di lavoro Con riferimento alla nostra relazione del maggio 2013 si evidenzia che la maggior parte delle problematiche allora segnalate non sono state ancora risolte.

In particolare:• Inadeguata pulizia eigienizzazione dei canali degli impianti di aerazione nelle varie sedi e ambienti di lavoro;• A g g i o r n a m e n t oposizionamento segnalato delle cassette di pronto soccorso nei vari Settori;• Adeguamento delposizionamento degli estintori;• Designazione deireferenti per la sicurezza in ogni Settore (in caso di incendio, primo soccorso, evacuazione dell’edificio)

Infine, ma non meno importante, segnaliamo ancora una volta che non risulta ad oggi effettuata alcuna esercitazione-prova di evacuazione nel complesso edilizio di via Gozzi sebbene lo stesso risulti occupato da vari Settori dell’amministrazione comunale a partire dal 1997. Questo anche per la maggior parte delle altre sedi comunali.Riteniamo si tratti di una grave inadempienza della quale abbiamo chiesto riscontro al RSPP e ai Dirigenti competenti entro breve termine. In mancanza di riscontro in tal senso non resterà che una via da percorrere a tutela della salute dei lavoratori: una segnalazione di violazione delle norme di sicurezza sul lavoro

di Fabio Agostini

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di Mauro Barbieri

Con un misto di incredulità e con trepida speranza ho seguito la nascita della candidatura e poi seguito la votazione che ci ha regalato in nostro nuovo Presidente della Repubblica!Un vero dono per il Paese! Nei giorni a seguire in tanti si sono cimentati per documentare e informare sulla persona e sui trascorsi di Sergio Mattarella, recuperando alla memoria il ritratto di questo energico, autorevole e competente servitore dello Stato.Una figura che non ha calcato la scena politica con vanagloria, ma che ha saputo incidere profondamente nelle scelte importanti, richiamando al dovere di “pagare di persona” per le questioni cruciali, rinunciando se necessario alla “carica” se questo poteva significare derogare dai propri valori.Di alcune di queste scelte sono stato testimone diretto, ero nel gabinetto del Sottosegretario al Ministero della Pubblica Istruzione quando il Ministro Mattarella guidò le dimissioni dei ministri della sinistra DC come segno di protesta per l’approvazione del decreto

sulle frequenze televisive.Col senno di poi si può valutare quanto danno ha portato alla democrazia di questo nostro Paese quella scelta sconsiderata, approvata nonostante quel gesto clamoroso (unico nella storia di questo paese) che ha trasformato la Politica (quella con la P grande) da arte nobile, a servizio del bene comune, in piazza rumorosa e virtuale dove prevale chi sa pubblicizzare meglio il proprio “prodotto” che cittadini, ormai ridotti ed educati come “meri consumatori”, sono chiamati ad “acquistare” senza alcuna garanzia di rimborso in caso di insoddisfazione.Il nuovo Presidente si è mosso subito con un nuovo stile: poche ma sentite parole; gesti ancor più eloquenti che rischiano però di passare inosservati da chi è stato abituato ad un crescendo di clamorose azioni o ad affermazioni ad effetto senza ricaduta alcuna.Mattarella invece è una garanzia! Dalle parole ai fatti: ha definito il Quirinale “la casa degli italiani” e subito ha dato disposizione perché possa essere “visitata”, da quanti lo desiderano, non una sola domenica al mese alla stregua della gratuità dei musei

italiani, ma TUTTI i giorni! Nel suo discorso all’assemblea elettiva, che vale la pena rileggere (www.quirinale.it), ha ricordato la responsabilità di quanti sono eletti: riaccostare gli italiani alle istituzioni.Condizione primaria: “intendere la politica come SERVIZIO al bene comune, patrimonio di ognuno e di tutti!”E ancora: “la democrazia non è conquista definitiva ma va inverata (ndr: resa vera) continuamente…”Il pensiero va alla distanza tra queste affermazioni e la prassi che si sta diffondendo, tra l’indifferenza o addirittura il plauso, in chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica in periferia.Mi riferisco alle cronache del nostro Comune: Mattarella apre il Quirinale agli italiani, il nostro Sindaco “blinda” Palazzo Moroni!Certamente è una scelta giustificata da “motivi di sicurezza”…. Ma è pur sempre coerente col comportamento attuato da alcuni sindaci dell’alta padovana che all’indomani della loro elezione si sono preoccupati subito di cambiare le serrature delle porte di accesso al

E’ FInITA L’EPOCA DELL’IOE InIZIATA QUELLA DEL nOI

Municipio, (utilizzando artigiani di fiducia chiamati dal comune attiguo) lasciando con un palmo di naso anche le addette alle pulizie che, non avvisate, sono rimaste chiuse fuori in attesa del primo cittadino con le nuove chiavi!Un messaggio non verbale forte e chiaro: il “municipio” non è “il comune””, ma da oggi è casa mia! E a casa mia entra chi voglio io!Comportamenti e azioni che non mi sembrano molto in sintonia con quanto vuole comunicare, coi suoi gesti simbolici iniziali, il nuovo Presidente che, ha dichiarato, vuole essere il garante della Costituzione, unico baluardo a difesa dei diritti dei più deboli.Pertanto la mia personale soddisfazione per avere Sergio Mattarella come Presidente si unisce all’auspicio che i suoi comportamenti e il suo stile sobrio ma efficace possano trasmettere quel senso civico e quel desiderio di Politica “alta” che le dichiarazioni “gridate” e il “rumore” provocato di tanti politicanti locali, spesso, fanno venir meno nei cittadini, “bloccati” dalle “paure”, enfatizzate ad arte da chi non li vuole protagonisti partecipi della vita democratica.Buon lavoro Presidente !

La casa

degli italiani

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zioni;d) consentire un corretto funzionamen-to dell’appa-rato burocra-tico ed evitare interruzioni nell’erogazio-ne dei servizi on line.La sicurezza informatica non deve es-sere “un pro-blema”, ma lo strumento ne-cessario attra-verso il quale tutelare que-sto patrimo-nio informa-tivo pubblico, la produttività degli operato-ri e la fiducia dei cittadini negli Enti. Per non parlare del fatto che la disatten-

zione verso i temi della si-curezza informatica espone l’Amministrazione a: danni economici(distruzione docu-menti, diffusione di informa-zioni riservate, interruzione di servizio, spese di ripristino, contenzioso legale) e danni d’immagine (servizi non fru-ibili, perdita di affidabilità di documenti e registri pubblici, uso improprio di informazioni destinate a rimanere riserva-te).Come risolvere la questione? Manca probabilmente un’or-ganizzazione della sicurezza a livello nazionale. Sono carenti i fondi per gli investimenti, anzi si può dire che non esiste una riorganizzazione del no-stro patrimonio tecnologico informativo. Il cosiddetto “pia-no nazionale per la sicurezza informatica” presentato uffi-cialmente ormai un anno fa non è ancora partito.In tutti gli altri Paesi europei esiste un organismo nazionale (CERT) che analizza in maniera efficace le minacce informati-che e pubblica una serie di li-nee guida per difendersi dagli attacchi. In Italia, purtroppo, manca ancora un CERT nazio-nale.Tutto corre su Internet: ren-dersene conto significa essere in grado di reagire con effica-cia ad eventuali attacchi infor-matici che, purtroppo, sono una realtà sempre più vicina.non rendersene conto signifi-ca mettere in pericolo la sicu-rezza di tutti noi. E la privacy!

to delle identità per truffe e quant’altro. Vai a spiegarlo poi alle banche che c’è stato uno scambio di persona!In mano alle Pubbliche Ammi-nistrazioni c’è un patrimonio dal valore inestimabile che deve essere tutelato per:a) mantenere l’integrità, e quin-di l’affidabilità, delle informa-zioni pubbliche;b) prevenire e limitare i danni da intrusioni e accessi abusivi;c) evitare possibilità di diffusio-ni non autorizzate di informa-

piuttosto grave.3) Amministrazioni locali: 68 su 79 di quelle esaminate (Comuni soprattutto) versano in condizioni disastrose, ma nessuno supera la sufficienza4) ASL: stessa situazione dei Comuni

I casi “virtuosi” ci sono ma si contano sulle dita di una mano.La situazione è davvero preoc-cupante anche perché mettere le mani sui dati personali dei cittadini può significare il fur-

Sono il terrore di tutti gli in-ternauti e non c’è antivirus che li pieghi, che li convinca a smettere.no, loro, gli hacker ce l’hanno nel sangue: vio-lare un com-puter, entrare nel sancta sanctorum della memoria di un perfetto sconosciuto e guardarci den-tro. Una vera soddisfazione. E più il siste-ma è blindato, maggiore è la soddisfazione!C’è poi chi l’hacker lo fa di mestiere e attraverso e-mail farlocche ruba nei conti personali dei malcapitati che ci cascano, op-pure carpisce segreti inconfes-sabilii per diffonderli o magari cederli al migliore offerente.Ma nell’era della digitalizza-zione selvaggia, della “nuvo-letta” del cloud a ogni costo, tutti i nostri dati sensibili sono in balia del primo che passa per la strada.Se poi a conservare i dati sensibili sono Comuni, Asl e Regioni, allora stiamo freschi. Tutta la nostra vita, i nostri dati sanitari, le malattie che ci affliggono, il nostro nome, do-micilio etc sono in totale balia di attacchi degli hacker.Un rapporto di 90 pagine del-la Sapienza di Roma – il Cyber Security Report 2014 - ha evi-denziato come solo pochissi-me amministrazioni pubbliche possono affermare di essere protette in modo adeguato.Il rapporto è stato redatto sulla base di un questionario inviato a 300 pubbliche am-ministrazioni a livello locale, regionale e nazionale.Dire che il risultato è stato sconfortante è poco. Sono state infatti rilevate lacune importanti, sia in termini di cultura della sicurezza, che di organizzazione. Una vera e propria arretratez-za culturale, soprattutto alla luce del valore delle informa-zioni che potrebbero essere scippate alle varie ammini-strazioni.Pochi, ma eloquenti dati:1) Amministrazioni centra-li: 22 sufficienti su 422) Amministrazioni regio-nali: nessuna supera il livello minimo e 14 tra quelle ana-lizzate hanno una situazione

sOcIetA’ e dIRIttI: FRAMMEnTI DIGITALI

questione di...sicurezza

a cura di Patrizia Cavinato

Poche amministrazioni pubbliche proteggono effi-

cacemente i dati in loro possesso

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I recenti avvenimenti di Parigi hanno aperto fronti di rifles-sione destinati a scuotere non solo le coscienze di ognuno di noi, scatenando prese di po-sizione e scenari globali del tutto imprevedibili. E non mi riferisco all’eterna propensione dell’essere umano ad uccidere in nome di un Dio la cui volontà superiore è per questo travisa-ta, confusa e disattesa. Basta girare lo sguardo, sfogliare le pagine dei manuali di storia per scorgere esempi a diverse latitutidini, e in diverse epoche storiche.non voglio nemmeno cercare di tracciare i confini tra libertà di espressione e rispetto per religioni e credenze personali. Ignoro fino a che punto la liber-tà di espressione di ognuno di noi possa spingersi senza scon-finare in quella degli altri. Questione solo di sensibilità personale? Rispettoper il pros-simo? Propensione per il quieto vivere?Difficile dirlo. Penso comunque che in ogni epoca gli uomini che detengo-no il potere commettono sem-pre gli stessi errori, strumenta-lizzando gli accadimenti della storia a proprio vantaggio: personale, nei casi più eclatan-ti (i regimi di ogni millennio), collettivo, di “genere”, sociale, di nazione e/o di civiltà nei casi più mascherati.Veniamo ai nostri giorni.Sembra che in nome della sicu-rezza e della stabilità, alcune applicazioni di messaggistica molto conosciute e usate da

plicazione forse più conosciu-ta: 700 milioni di utenti attivi, 30 miliardi di messaggi man-dati al giorno, questi sono i nu-meri di WhatsApp! WhatsApp, l’applicazione di messaggisti-ca istantanea via smartphone, ha annunciato in un post su Facebook di avere superato la soglia di 700 milioni di utenti. La società del co-fondatore e CEO Jan Koum, fu acquistata da Facebook alla cifra di 19 miliardi di dollari nel febbraio 2014. Secondo Koum, più di 30 mi-liardi di messaggi vengono inviati tramite WhatsApp ogni giorno, insieme a centinaia di milioni di foto e video che sono condivisi all’interno della app.Dal mese di agosto 2014 il servizio ha aggiunto altri 100 milioni di utenti attivi.WhatsApp è riuscita a cresce-re più velocemente anche di Facebook: tra marzo 2009 e aprile 2011, Facebook impiegò ben 25 mesi per fare crescere la sua base di utenti attivi (da 200 a 700 milioni). L’applica-zione di instant messging è riuscita a farlo in soli 21 mesi.Considerando il ritmo inces-sante di crescita finora regi-strato, sembra un traguardo ampiamente alla portata il raggiungimento di un 1 miliar-do di utenti attivi! WhatsApp è diventato oramai un oggetto che fa parte della nostra vita quotidiana e non solo del nostro modo di comu-nicare. Fino ad ora.Poi nel futuro si vedrà!

tempo, ma c’è il forte sospetto che Cameron sia solo l’apripi-sta. C’è da sperare che la giusta in-dignazione collettiva di fronte ai tentativi di limitare la libertà di espressione posti in essere da regimi dittatoriali del III mondo ci sia anche quando a proporli siano governi di nazio-ni democratiche.Siamo forse agli albori di una nuova irreggimentazione glo-bale? L’altra faccia della medaglia che si chiama globalizzazione?Ma questo è sul serio un valido modo per prevenire il terrori-smo? Pensare che organizzazioni cri-minali e terroristiche utilizzino whattsapp per pianificare le loro malefatte mi sembra dav-vero incredibile. Poco probabi-le. Per carità, tutto è possibile!! In ogni caso, ai posteri l’ardua sentenza. nel frattempo vi cito alcuni numeri raggiunti dall’ap-

sOcIetA’ e dIRIttI: FRAMMEnTI DIGITALI

tutti (Whats App, Snapchat iMessage) potrebbero diven-tare “fuori legge” e illegali nel Regno Unito. A sentire il premier Cameron non dovrebbero esistere mezzi di comunicazione che non pos-sano essere intercettati dai ser-vizi segreti. Questo alla luce dei recenti at-tentati terroristici di Parigi. Ma si sa, durante le campagne elettorali ne saltano fuori di cotte e di crude e per fortuna gli italiani sembrano non essere gli unici “creativi” in fatto di spie-gazioni.Se Cameron venisse rieletto alle elezioni di maggio il suo go-verno metterà al bando questi strumenti di comunicazione, che, a suo parere, non permet-tono a terzi (non meglio identi-ficati) di intercettare le comuni-cazioni online. Sfruttare l’onda emotiva degli attentati di Parigi suona un po’ da sciacalli. A pensare male si fa sempre a

WHATTSAPPEcco il nuovo “demone” da combattere

Alcune applicazioni di messaggista molto usate corrono il rischio di essere messe fuori legge.Sicurezza e libertà personale: come conciliare?

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Finalmente l’amministrazione scopre il coperchio sulla riorganizzazione e a prima vista non sarà una rivoluzione. Partiamo dalle certezze: ci saranno n. 5 macro aree con a capo 5 dirigenti che avranno solo un ruolo di coordinamento all’interno dell’area. Gli accorpamenti riguarderanno la Cultura che andrà con i Musei, Amm.vo l’AA.LL.PP. Con il provveditorato, la Ragioneria con i Tributi e l’Avvocatura con la Segreteria Generale. Per quanto riguarda i settori tecnici i servizi catastali saranno accorpati all’Urbanistica. L’unica vera rivoluzione riguarda il settore verde pubblico che sarà smembrato in 3 tramezzini: le politiche del verde andranno all’ambiente e territorio, l’arredo urbano alle opere infrastrutturali e gli impianti sportivi all’edilizia pubblica. È una scelta che non condividiamo e un clamoroso errore. Tuttavia il Verde ha molti detrattori all’interno dell’area tecnica non è la prima volta che si parla di mettere in vendita la palazzina, sede degli uffici. Siamo al paradosso, un area a parco con annessa serra e palazzina servizi che fine faranno? Sono scelte davvero imperscrutabili e di dubbia convenienza economica. Oltre alle politiche del lavoro che transiteranno dal patrimonio al gabinetto del sindaco non c’è poi molto altro da dire e quindi potremmo abbozzare un primo e provvisorio commento.L’accorpamento della ragioneria con i tributi e la cultura con i musei sono due fusioni che destano, soprattutto quello in ambito culturale, più di una preoccupazione per la complessità delle attuali strutture.

RIORGANIZZAZIONE 2015

La riorganizzazione che ci è stata presentata è solo un quadro sinottico, uno scheletro di come saranno riaggregati i settori all’interno delle aree. Manca un vero progetto esecutivo o comunque non s’è visto. non è stato esplicitato chi sarà il manovratore e quali saranno le regole d’ingaggio. Ai capi area compete “un’attività di coordinamento della filiera”, cosa poi concretamente voglia dire non si sa, non sono declinate delle regole e un percorso. Anche sui nomi dei Capi Area bocche cucite è paradossale doversi informare sui giornali. Gli attuali dirigenti sono 23, (di cui 3 andranno in pensione nel giro di alcuni mesi) e le caselle da riempire tra capi settore e capi area sono 26. Anche alla richiesta di come l’amministrazione intende procedere per reperire le risorse mancanti non c’è stata risposta. Persino su uno dei pilastri di questa rivoluzione ovvero il ruolo del capo area è previsto che temporaneamente possa essere anche capo settore con una evidente dicotomia. In definitiva il quadro sinottico che ci è stato proposto è razionale e ben congegnato con l’unica eccezione del settore Verde. Per il resto non si è visto altro e nello specifico servirà un robusto lavoro di progettazione. È necessaria una cabina di regia, una struttura organizzativa che regoli i meccanismi di pianificazione e di controllo, i rapporti tra le unità organizzative e la corretta esecuzione delle attività. Ma sino ad ora si è visto molto poco perciò quale sarà l’esito di questa riorganizzazione è presto per dirlo, tuttavia non c’è nessun motivo di farsi illusioni.

la montagna e il topolino

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progetto di formazione ed aggiornamento permanente.Siamo concordi nell’analisi dei fabbisogni del personale che vede il corpo deficitario di diverse decine di agenti, e rivendichiamo il fatto di avere pubblicamente e pressantemente richiesto, in tempo utile ad effettuare assunzioni, la difesa degli organici di questo delicato settore. Attendiamo venga individuato quanto prima un capo settore coerentemente con la disciplina legislativa che vuole la separazione delle funzioni politico/tecniche.

struttura anche alla riorganizzazione dei rapporti di relazione interni da attuarsi attraverso il riconoscimento del merito quale “sistema” ordinario.Se il recupero della motivazione del personale è contemporaneamente obiettivo e strumento, l’intervento sulla struttura organizzativa non può prescindere da analoga attenzione ai lavoratori.Per non deludere le aspettative di molti ci attendiamo che la riorganizzazione interessi anche gli aspetti formativi del personale con un serio

ubicazione nelle attuali tre sedi.Alla “sicurezza urbana” va l’attenzione maggiore secondo una scelta politica ampiamente preannunciata e coerente con i programmi elettorali.Alle organizzazioni sindacali ed ai lavoratori tutti è stato chiesto di contribuire, nel rispetto dei ruoli, al miglioramento delle nuove strutture operative. Pertanto siamo pronti a raccogliere e trasferire ogni suggerimento utile.Intanto ci sentiamo in dovere di raccomandare d’estendere la riorganizzazione della

di Antonio Maretto

L’amministazione comunale ha annunciato l’avvio di un processo di riorganizzazione del Corpo di Polizia Locale che coinvolge la struttura ed i suoi lavoratori.nel frattempo con due successivi ordini di servizio è stata anticipata a sorpresa ( forse a sorpresa non proprio per tutti) parte dell’adeguamento organico dei Reparti ai nuovi obiettivi. Il progetto prevede a regime tre servizi, almeno otto reparti e sedici squadre, che troveranno

notizie da “PALAZZO “

riorganizzata POLIZIA LOCALE

comitato 208un REPORT

di Antonio Maretto

A conclusione del mio mandato, in qualità di membro uscente, desidero, in sintesi, fare un bilancio sul lavoro svolto. Un “report” che doveva essere l’espressione unanime di tutti i componenti, un’eredità da tramandare al nuovo Comitato ma che nei fatti nessuno ha voluto fare. Un contributo privo di spunti polemici che fa il punto sul lavoro svolto e delinea alcuni ambiti d’intervento per il futuro. L’invito che rivolgo a tutti i colleghi è ad essere più partecipi e a pretendere una corretta e periodica informazione perché è attraverso il confronto e la dialettica che possiamo crescere e migliorare.

Il fondo nasce nel 2005 con un accordo RSU/COMUNE DI

PADOVA.Ogni anno vengono viene accantonata la somma concordata di 250.000 €. In quasi dieci anni di funzionamento l’importo non è mai stato aggiornato, solo la riduzione del numero degli iscritti ha consentito una compensazione della quota parte.Le entrate sono costituite soltanto dai trasferimenti comunali ed in minima parte dagli interessi sul capitale. Le uscite hanno riguardato solo la liquidazione ai colleghi cessati dal lavoro o che hanno cambiato il profilo professionale. Le vicissitudini legate all’avvicendamento del comandante che come da regolamento fa parte di diritto del comitato, ha creato più di un problema e uno dei componenti del fondo, cessato per pensionamento,

non è mai stato sostituito.Il fondo ha goduto, per un certo periodo, di autonomia organizzativa e gestionale con un proprio conto corrente e possibilità di spesa. Le somme del fondo confluiscono ora (per legge) nella tesoreria comunale unica e restano a disposizione degli iscritti, con il solo vincolo di spesa proprio della natura del fondo. Nel 2013 il fondo di pensione integrativa Perseo” ha confermato la confluibilità di queste somme nella sua opzione di previdenza complementare. Perseo dispone anche di una convenzione sanitaria (per maggiori informazioni vedi l’apposito sito – http://www.fondoperseosirio.it/). Numerose offerte sono inoltre presenti nel mercato dei fondi aperti.Nelle saltuarie convocazioni sono

state definite questioni regolamentari e di bilancio, avviando improduttive consultazioni con alcune primarie compagnie assicurative e finanziarie operanti nel settore. Le informazioni ricevute ed i piani visionati sono, causa il tempo intercorso, non più attuali. Va definita quanto prima quest’opzioneAi colleghi subentranti auguro buon lavoro auspicando un cambio di rapporto nei confronti degli iscritti che garantisca una maggiore informazione sull’attività svolta.Ritengo che dopo quasi dieci anni di accantonamenti i tempi siano più che maturi per dare concretezza alla ns. previdenza e assistenza, personalmente riterrei grave il perdurare ulteriori dilazioni.

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IN PIllOle: nOTIZIE FLASH

di Monica Cavinato, Franco Zanon e Chiara Sortino

LAVORATORI PUBBLICI

l’Istat certifica il danno: stipendi a

-5,5%.

Faverin: “Al governo mancano competenza e coraggio”

Gli ultimi dati dell’Istat non fanno che confermare il fallimento del “più grande datore di lavoro del paese” ovvero il Governo, commenta il segretario generale della Cisl Fp Giovanni Faverin. I dati aggiornati diffusi dall’Istituto di statistica certificano infatti che la spesa dello Stato per le retribuzioni dei suoi dipendenti si è ridotta in appena tre anni di quasi 8 miliardi, pari al 4,5%. E se si guarda solo alle retribuzione lorde, cioè al netto dei contributi versati dallo Stato in qualità di datore di lavoro, la flessione è ancora più marcata: meno 5,5% in media, e fino a meno 6,7% per i dipendenti degli enti locali.Proprio questi ultimi hanno posto in essere una serie di incontri con i cittadini organizzati dalle categorie di Cgil Cisl e Uil, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle ragioni della manifestazione nazionale dell’8 novembre prossimo. Se il blocco dei contratti dovesse continuare anche nel 2015, il danno diventerebbe ancora più ingente. E non solo per i lavoratori. Il paradosso che rende la situazione ancora più inaccettabile, sottolinea ancora Faverin, è che la riduzione del costo del personale “non ha neppure liberato risorse per gli investimenti, con la spesa pubblica comunque in aumento”. Insieme alle retribuzioni, dunque, anche la qualità dei servizi rimane al palo. Mancano “competenza e coraggio”, conclude il segretario, per rinnovare i contratti in modo che facciano da leva per il miglioramento del “prodotto” servizi pubblici.

Il GRAnDE SPRECO DELLESOCIETA’

PARTECIPATE

Il Commissario alla spending review Carlo Cottarelli ha puntato il faro sulle “società partecipate”. Il suo lavoro è stato pubblicato sul sito di Revisione della spesa e mostra dati molto, ma molto preoccupanti; infatti, su 5.264 verificate, oltre il 27%, vale a dire ben 1.424, hanno un rendimento sul capitale (Roe) “negativo”. Ne dà notizia TMnews.Sul sito si precisa che occorrerà “interpretare i dati con attenzione”, perché le verifiche riguardano il 2012 e potrebbero essere stati influenzati, in taluni casi, “da eventi straordinari”.Ad ogni buon conto, i dettagli forniti sono poco incoraggianti. Basti pensare che per quanto riguarda “le società con patrimonio fino a 10.000 euro”, risultano “non redditizie” 67 su 130 (più del 50%). Per quello che concerne, invece, le “partecipate” con patrimonio sociale compreso tra i 10.000 ed i 100.000 euro, sono risultate “in negativo” 337 su 1182.Tra i 100.000 ed il milione sono risultate “in rosso” 408 su 1.162; tra quelle con patrimonio sociale con più di un milione di euro, risultano “non redditizie” 612 su 2.290.Quanto al patrimonio, il 2,7% del numero totale delle società partecipate hanno presentato “valori negativi”: vale a dire 143 aziende.Tra le situazioni peggiori, dal punto di vista del bilancio, la Cmv (partecipata del comune di Venezia, con un patrimonio negativo di 20,3 milioni di euro; seguita a ruota da “Fiera di Roma” (-15,7 milioni).Il Commissario Cottarelli ha potuto verificare che ben 1.075 società partecipate non hanno ancora i bilanci 2012 disponibili , cosa che fa semplicemente rabbrividire in tempi in cui la “trasparenza” dovrebbe essere un principio acquisito ormai in tutti i settori della pubblica amministrazione e, naturalmente, anche fra le società con partecipazione di enti pubblici; ma non solo fra queste ovviamente.Ben 1.242 società sono risultate “non operative” (alcune sono in liquidazione) e dai documenti esaminati non emerge nemmeno se esista un consiglio di amministrazione.

Il settore sconta la cronica carenza di personale acuita dalla complessità della progettazione e dell’implementazione degli interventi sociali sul territorio. Il ricorso all’utilizzo di personale precario non può avvenire a scapito della qualità e continuità del servizio e del personale dipendente. Si registra infine nell’ultimo biennio anche una carenza nell’ambito della formazione, aspetto fondamentale in un settore caratterizzato da alta complessità.

Per questo chiediamo che l’amministrazione proceda quanto prima all’assunzione di nuovo personale tecnico (assistenti sociali), quantificato in almeno 5 unità (come indicato dal Capo Settore nel corso della trattativa sindacale del 6 novembre 2014) e provveda ad inserire un congruo numero di impiegati amministrativi, da reperire attraverso la mobilità interna. Chiediamo inoltre la riattivazione di percorsi formativi per il personale del Settore.

Infine riteniamo necessario il coinvolgimento del personale del Settore nell’ambito del nuovo quadro organizzativo generale del Comune., valorizzando le conoscenze acquisite negli anni sullo stato dei servizi e della popolazione e le conoscenze proprie delle specifiche professionalità presenti.

E tanto per essere chiari: NO ai rumors che parlano del blocco del part time per le assistenti sociali e NO alla ventilata istituzione di un Servizio di emergenza nei servizi sociali senza uno studio sulla reale necessità dello stesso e un dettagliato progetto organizzativo e di sostenibilità elaborato con il coinvolgimento del personale.

SERVIZI SOCIALI......alla canna del

gas

Il tema tanto per cambiare sono i forti tagli alla spesa corrente e la conseguente progressiva diminuzione di personale a tempo determinato. La percentuale di precari nei Servizi Sociali è notoriamente alta, in particolare per il profilo di assistente sociale, dati i numerosi posti che nel tempo si sono resi vacanti (presenti in pianta organica ma non più coperti ) ma anche per gli amministrativi.Le segreterie dei CC.SS.TT. i servizi di “frontiera” sono in grave difficoltà per l’alto carico di lavoro e per il considerevole aumento dell’utenza, dato il particolare periodo di generalizzata difficoltà socio – economica.I funzionari e gli assistenti sociali dei CC.SS.TT. devono garantire continuità nei servizi pur in presenza di contratti a personale precario con orario di lavoro inferiore alle necessità (sostituzione di posti vacanti a tempo pieno con personale precario con PT) e talvolta coprire i buchi di personale temporaneo in attesa e nell’incertezza del rinnovo del contratto.

Le incertezze relative al personale precario hanno raggiunto livelli inaccettabili per qualsiasi servizio che si prefigge uno standard minimo di qualità, basti pensare che siamo arrivati a contratti della durata di 1 mese. Il servizio sociale si occupa della presa in carico dei problemi socio-economici, educativi, familiari dei cittadini e la continuità del servizio è un aspetto fondamentale per garantire la qualità delle prestazioni e lo svolgimento adeguato dei compiti istituzionali dell’ente locale nella materia.

Il quadro che emerge, in sostanza, è semplicemente desolante. E si parla solo del 2012

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e alla malattia, alle ferie retribuite e ai permessi lo si deve ai lavoratori che si sono organizzati per migliorare le condizioni di lavoro. All’orizzonte c’è una guerra per la sopravvivenza del lavoro pubblico, lo scontro è già in atto e non servono esempi per evocarlo. non dobbiamo in nessun caso accettare un peggioramento delle condizioni retributive e di lavoro, dobbiamo semmai andare alla conquista di spazi partecipativi nell’indirizzo delle scelte strategiche dell’amministrazione. La chiave di volta è la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici per decidere su tutto ciò che li riguarda. Dobbiamo rappresentare tutti i frammenti in cui è articolato il lavoro nel Comune di Padova ma per fare questo serve il nostro impegno ma soprattutto la partecipazione di tutti, in un unità di pensiero e di azione, da legare insieme.

Italia Oggi del 27/08/2014, a cura di Giorgio Ponziano. Ogni commento è superfluo, speriamo invece sia la volta buona e che nell’immaginario collettivo il sindacato riacquisti un po’ della dignità perduta. Molte delle colpe che vengono attribuite al sindacato sono anche frutto di una scarsa informazione e di pregiudizi radicati nel tempo. Un esempio: l’amministrazione non da l’acconto sul premio incentivante del 2013? È colpa del sindacato! A poco serve dimostrare d’aver fatto tutto il possibile, siglando, addirittura, un accordo, poi disatteso. L’idea di una connivenza con la politica è sedimentata. Un radicato pregiudizio che va combattuto come tutte le derive qualunquiste. Una certa disuguaglianza è fisiologica, ci sarà sempre qualcuno che userà il sindacato per interessi personalistici. Va ricordato che se oggi lavoriamo 36 ore alla settimana, abbiamo diritto al riposo

l’OPINIONe: A CURA DI FRAnCO ZAnOn

P.A. dimezzati distacchi e permessi sindacali. Al via il taglio previsto dal decreto-legge “Madia”Il de profundis del sindacato e del sindacalismo così com’è disegnato dagli attuali contratti e dalle norme? Parlare di permessi sindacali in un contesto dove abitualmente si sente dire che “i sindacati sono la rovina dell’Italia” è esercizio quanto mai pericoloso, il rischio è d’apparire come strenui difensori di privilegi di casta. Un giudizio che contiene molte verità ma che è anche frutto di molti pregiudizi e non tiene conto dei profondi mutamenti intervenuti nel sindacato negli ultimi anni. Cosa cambierà? La Cisl nel Comune di Padova non ha lavoratori in distacco e dispone di n. 368 ore annue per tutta l’attività sindacale, circa 30 ore mensili. Con il taglio del 50% le ore mensili a disposizione saranno 15, meno di 4 ore alla settimana. non è previsto

alcun taglio dei permessi assegnati all’R.S.U. che servono interamente per gli incontri con l’amm.ne e per le riunioni preparatorie.È paradossale ma un taglio di questa portata, che ha l’evidente obiettivo di azzerare il sindacato, rischia d’essere la pietra della rinascita. Perché azzererà molte rendite e anche qualche vantaggio e ci avvicinerà di più alla gente. non saremo più dei privilegiati, la maggior parte del nostro lavoro sarà svolta al di fuori del normale orario di servizio. Il sindacato che ritorna ad essere solo passione, una grande passione che ci porta a contatto con la gente, a provare a risolvere i loro problemi e a combattere le angherie di qualche datore di lavoro. La voglia di fare, di cambiare lo stato delle cose per migliorare la qualità del lavoro, per lavorare bene. La notizia del taglio dei permessi sindacali è molto commentata sulla stampa, segnalo in particolare un articolo sul quotidiano

nOIciSAREMO

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