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Rivista della Provincia autonoma di Trento anno XLIX - numero 325 il Trentino luglio-agosto 2013 www.provincia.tn.it Buon viaggio Muse

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Rivista della Provincia autonoma di Trento anno XLIX - numero 325

il Trentino luglio-agosto 2013www.provincia.tn.it

Buon viaggio Muse

NOTIZIE A sostegno delle imprese .....................................17

L’edilizia semplificata ............................................18

L’assegno migliorato ............................................20

Ecco il mio quartiere ............................................22

Il rifiuto dove lo butto? ..........................................24

Il futuro dei giovani in cerca di occasioni ................26

INNOVAZIONE

Gestire al meglio i progetti in campo privato e pubblico ................................................28

Turismo dell’esperienza ........................................30

TERRITORIO

Tra storia e natura ................................................34

La difesa meridionale lungo gli altipiani .................36

A portata di mano ................................................38

Giovani in cammino ..............................................40

EUROPA Tra cultura e turismo ............................................60

Opportunità giovane .............................................61

Muoversi tra i paesi ..............................................62

L’Europa per voi ...................................................63

CULTURA

Sulle tracce dei Castelli in Rete .............................43

Viaggi nel passato ................................................46

Minoranze linguistiche ..........................................48

L’ora del voto .......................................................52

Biblioteca ............................................................54

sOCIETà

Il detenuto va in scena .........................................32

sPORT

Verso l’Universiade ...............................................57

Benvenuto Muse ....................................................3Nel nuovo quartiere ................................................7Attivo, attrattivo, memorabile.................................10Natura e futuro un rapporto virtuoso ......................11La montagna di Renzo Piano.................................12Alla scoperta del Muse .........................................14

Sommario 325luglio-agosto 2013

il TrentinoRivista della Provincia autonoma di Trento

Anno XLIX – numero 325

luglio-agosto 2013

Piazza Dante n. 15, 38122 Trento

Tel. 0461 494684-37

www.riviste.provincia.tn.it

Direttore responsabile: Giampaolo Pedrotti

Coordinatore editoriale: Carlo Martinelli

Redazione: Pier Francesco Fedrizzi, Mauro Neri, Marco Pontoni, Lorenzo Rotondi, Fausta Slanzi, Arianna Tamburini, Corrado Zanetti, Vanda Campolongo, Marina Malcotti, Elisabetta Valduga, Silvia Vernaccini.

Hanno collaborato: Daniela Brovadan, Silvia Ceschini, Monica Dorigatti, Giorgia Fasanelli, Lorenza Groff , Viviana Lupi, Marina Marcorin, Alessia Negriolli, Andrea Nicolussi Golo, Rossana Todesco, Vanessa Ravagni, Luca Rizzonelli, Salvatore Romano, Valentina Saini, Marco Zenatti, Gianna Zortea.

Fotografie: Archivio fotografico: Ufficio stampa Pat; Castello del Buonconsiglio; ITEA; Ufficio stampa Muse;

AgfBernardinatti, Francesco Bailo, Piero Cavagna, Giovanni Cavulli, Romano Magrone, Matteo Rensi, Ronny Kiaulehn.

Impaginazione: Kinè scs - Trento

Copertina: Muse Opening

stampa: S.I.E. Spa Società Iniziative Editoriali - Trento

Registrazione del Tribunale di Trento n. 100 del 13.08.1963 – iscrizione nel R.O.C. n. 480

Volete ricevere Il Trentino ad un indirizzo diverso? C’è un indirizzo da modificare? Ci sono più destina-tari nella stessa famiglia? Non volete più ricevere la

rivista? Dubbi, domande, curiosità, chiarimenti, consigli, critiche, suggerimen-ti, complimenti? Il numero verde e l’indirizzo email sono a vostra disposizione.

www.riviste.provincia.tn.it | www.provincia.tn.it | [email protected]

La rivista “il Trentino” è consultabile sul sito:

www.ufficiostampa.provincia.tn.it/il_trentino

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luglio-agosto 2013 | il Trentino

Benvenuto Muse“Inizia il viaggio di un luogo straordinario dove nasceranno idee e amori, sapere e incontri”

orprendente il Muse, a sorpresa persino il taglio del nastro all’inaugurazione del Museo delle Scienze di Trento, davanti a migliaia di persone, sabato 27 luglio 2013. Al posto del tradizionale

nastro di stoffa una struttura metallica a forma di clessidra. Per tagliarla non le forbici, ma delle capaci cesoie simbolicamente strette all’unisono dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Alberto Pacher; dal sindaco della città, Alessandro Andreatta; dall’architetto Renzo Piano; dal direttore e dal presidente del Muse, Michele Lanzinger e Marco Andreatta.

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Il piazzale antistante il museo stracolmo per gli eventi della grande 24 ore di inaugurazione

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3 Loro i protagonisti di una giornata che re-sterà nella memoria, con l’inaugurazione di un museo dalle dimensioni e dalle ambizioni internazionali, preludio di una festa durata 24 ore. Ma protagoniste anche le migliaia di persone che hanno voluto partecipare alla nascita di quella che il presidente Pacher, non senza emozione, ha definito “la nuova importante presenza dentro Trento e dentro il Trentino, una meraviglia frutto del lavoro e della passione di tanti, di uno staff di ragazzi entusiasti. L’architetto Piano ha dato forma, e che forma, a una idea e un progetto che hanno trovato anche delle difficoltà ma che oggi vedono realizzata, grazie al lavoro a tempi di record, anche il ripristino dell’an-tica via che collega le Albere con il cuore della città”.“Non nascondo l’emozione - ha proseguito Pacher - nel vedere concretizzata l’idea cui credevamo molto, un pensiero ambizioso che va oltre la funzione museale. Qui vive una straordinaria idea della città e del territorio, là dove sorgeva una fab-brica, la Michelin, che è stata simbolo del lavoro. Quando chiuse, avevamo due strade davanti: o replicare il già visto oppure deci-dere cosa Trento dovesse fare da grande. Abbiamo cercato di rispondere ad una do-manda di significati, ad una visione di futu-ro. Ce l’abbiamo fatta grazie alla sintonia tra il Comune e la Provincia, allora guidata da Lorenzo Dellai.

Ed oggi abbiamo davanti a noi un nuovo scenario, una nuova idea di città. In questo viaggio tra memoria e futuro il territorio vive anche delle competenze e delle relazioni

assicurate dall’Università, dai Centri di ri-cerca”. “Ma il grazie è alla gente - ha detto ancora Pacher - a tutti noi trentini, magari brontoloni ma pronti a rimboccarsi le mani-che. Ne sono certo: quando si pensa ad una città si pensa ad una idea simbolo. Ebbene, il Muse ci metterà pochissimo a diventare una icona. La sua stessa forma è coerente con la città e il territorio e il Muse ci aiuterà a capire il nostro tempo, confermerà una volta di più che Trento e il Trentino sono luo-ghi dove è piacevole vivere e passeggiare. Insieme al Mart, al Buonconsiglio, agli altri presidi culturali del Trentino, il Muse agi-rà come parte di un tutto. Inizia il viaggio di un luogo straordinario dove nasceranno idee e amori, sapere e incontri”. Prima del taglio del nastro (pardon, della clessidra) il presidente Pacher ha voluto concedersi una “considerazione personale”. “Concedetemi - ha concluso - di ringraziare la mia città e la mia terra per quello che mi hanno dato in questi lunghi anni”. Un applauso ha accolto quello che è parso il commiato dell’uomo politico - in una circostanza così carica di

Il presidente della Provincia autonoma di Trento A. Pacher, cesoie in mano, inaugura il Muse

Renzo Piano, Alberto Pacher e il sindaco di Trento Alessandro Andreatta

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significati - dopo anni di impegno nelle isti-tuzioni.La cerimonia di inaugurazione, accompa-gnata dalle emozionanti interpretazioni mu-sicali dell’orchestra regionale della Haydn, è stata condotta da Giampaolo Pedrotti, capo ufficio stampa della Provincia (il suo ricordo di Rita Levi Montalcini e Margherita Hack ha trovato l’applauso del folto pubblico) che ha indicato cultura, conoscenza e consapevo-lezza quali coordinate lungo le quali si muo-ve la sfida del Muse.Lo hanno poi ribadito gli altri protagonisti. Il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta: “Da ora in avanti Trento non è più solo la città del Concilio, ma diventa anche la città del Muse. Simbolo di una stagione di trasformazioni con i suoi 116 mila metri quadrati e i 50 mila metri quadrati di parco e baricentro di un turismo culturale di qualità”. Il presidente Marco Andreatta: “Una idea della comunitá, sapendo che produrre e offrire cultura è speranza del mondo di domani. Ora tocca a noi utilizzare al meglio questa straordinaria opportunità”. Quindi l’evviva di Renzo Piano, l’architetto che ha voluto dire grazie a chi gli ha dato fiducia e ai tanti che hanno collabo-rato con lui perché “l’architettura è un me-

stiere corale”. Infine un emozionato Michele Lanzinger: il direttore ha voluto ringraziare, chiamandoli per nome, quanti hanno colla-borato, ha citato le altre realtà culturali del Trentino e ha infine ricordato che “i musei sono tali quando sono frequentati”. L’invito a far sì che il Muse diventi piacevole abitu-

dine dei trentini, prima di tutto. Poi, la festa, i palloni giganti a rimbalzare sul pubblico, le iniziative lungo la notte, migliaia di persone a scoprire, con stupore, le mille suggestioni di un museo ricco di luce e spazio e da su-bito “il luogo dove gli animali sono sospesi nel vuoto”... III

Michele Lanzinger, direttore del Muse

Guide interattive per la visita al Museo delle Scienze

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Animali e scheletri nel “grande vuoto”

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Nel nuovo quartiereCosì quello che era spazio urbano diventa, alle Albere, luogo urbano

uello che era uno spazio urbano si sta progressivamente riempiendo di contenuti e di persone che lo renderanno luogo urbano, ovvero spazio che appartiene alla città. E questo è

un segnale importante della capacità del Trentino di saper guardare al futuro, la testimonianza di un territorio capace di evolversi”.

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È stato con queste parole che il presidente Alberto Pacher è intervenuto all’inaugura-zione del nuovo quartiere “Le Albere”. Ac-canto al presidente anche il sindaco di Tren-to Alessandro Andreatta e il ministro per lo sviluppo economico Flavio Zanonato, a cui sono state affidate le conclusioni. Alla tavola rotonda vi erano invece: l’onorevole Loren-zo Dellai; Paolo Battocchi, presidente della Caritro; Gianfranco Cerea, presidente Cassa del Trentino; Giorgio Franceschi, ad ISA; Er-manno Grassi, direttore Itas; Marco Merler, ad Dolomiti Energia; Giampiero Schiavo, ad Castello SGR; fra le autorità anche l’asses-sore provinciale Alessandro Olivi. A seguire l’apertura ufficiale del quartiere alla cittadi-nanza e la cerimonia inaugurale con perfor-mance musicali e spettacoli coreografici.Il presidente Alberto Pacher ha brevemente ripercorso la nascita e l’evoluzione di que-sto quartiere nato proprio da una “criticità

Veduta del quartiere le Albere di Trento

I primi visitatori all’interno del Muse (Foto: Alessio Coser)

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3 occupazionale”: “Quando la Michelin decise di dismettere lo stabilimento produttivo pen-sammo a nuove idee, a costruire qualcosa di completamento diverso, in grado di aprire una possibilità straordinaria alla città, sedi-ci anni fa nessuno parlava di riutilizzo delle aree industriali, di sostenibilità, di costruire in modo innovativo ad esempio pensando ad un rapporto con il fiume: il quartiere delle Albere è la concretizzazione di queste idee”.Il ministro Zanonato ha quindi fornito un quadro della situazione italiana, ricordando ad esempio che sotto il profilo occupazio-nale il Trentino Alto Adige è una delle regioni con minor disoccupazione, e che accanto ad alcune ombre ci sono anche delle luci, fra cui la bilancia commerciale del Paese positiva e le pubbliche amministrazioni che finalmente possono pagare i propri debiti. Sul quartiere il ministro ha invece commen-tato: “Questa è una operazione straordina-ria, perché è riuscita a mobilitare risorse private per venire incontro ad esigenze pub-bliche, e sarà quello che dovremo riuscire a fare in futuro”. In sostanza il quartiere “andrà indicato come modello operativo”

sia come tipologia costruttiva dominata dal grande parco, sia sotto il profilo della resa energetica degli edifici.Il progetto di riqualificazione dell’area ex Michelin a Trento, “Le Albere” - gestito da Castello SGR attraverso il Fondo Clesio - in-teressa una superficie di 11 ettari e mez-zo adiacente al centro storico di Trento. Si tratta di uno dei più importanti interventi di sviluppo urbano mai realizzati in Trentino, che mira a restituire a Trento un pezzo di città, impiegando i più innovativi criteri di eco-sostenibilità.Il progetto è firmato dall’architetto Renzo Piano, che ha coordinato l’iter dei lavori tra-mite la sua struttura (la Renzo Piano Building Workshop Srl). Nel complesso delle Albere il 45% della superficie complessiva (circa 44.000mq pari a 300 alloggi) è destinato ad immobili residenziali, il 30% dell’area ha una destinazione d’uso uffici, il 15% della superficie è adibito alle funzioni pubbliche (il MUSE - Museo delle Scienze, inaugurato poche settimane dopo, e il centro polifunzio-nale che nascerà nella parte sud il prossimo anno), mentre il restante 10% ha finalità

commerciali, il parco occupa circa il 40% dell’intero quartiere ovvero 5 ettari. Ma è sotto il profilo green e della bioedilizia che questo progetto si contraddistingue: gli edifici sono costruiti in modo da consuma-re poca energia, sulle coperture sono stati installati pannelli fotovoltaici per fornire un contributo all’autonomia energetica del quartiere, per il MUSE si è cercata l’energia geotermica del sottosuolo, vi è una centrale di trigenerazione che fornisce energia per il sistema di riscaldamento / raffreddamento con consumi gestiti in modo autonomo, il quartiere è poi un modello di smart city con fibra ottica in tutti gli appartamenti. Anche l’utilizzo di pietra, legno e vetro per gli in-volucri degli edifici si inseriscono in questa vocazione green, di attenzione all’ambiente e alla sostenibilità, che si vede in altre scelte come l’altezza massima di quattro piani, le auto non in vista ma in parcheggi sotter-ranei con capienza di circa duemila posti, la presenza di un “sistema dell’acqua” con canali a richiamare il contiguo fiume Adige, i collegamenti con il centro cittadino per auto, pedoni e biciclette. III

La cascata della serra tropicale

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Spettacolare veduta dall’alto del Muse

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3 Attivo, attrattivo, memorabileOrma di dinosauro, ghiacciaio e serra tropicale

l MUSE è un’orma di dinosauro, ovvero il racconto dell’evoluzione, da dove proviene l’uomo e come interagisce con l’ambiente circostante. Il MUSE è anche un ghiacciaio delle Alpi, con il suo habitat

estremo, oppure una serra tropicale, testimonianza delle diversità, dell’equilibrio degli ecosistemi e della necessità di proteggere le relazioni con la natura, oppure un bosco interattivo, dove i bambini si mettono in gioco e vanno alla scoperta della natura e del mondo, e ancora la stampante 3D di un FabLab, dove l’ingegno e la voglia di superare vecchie barriere portano l’uomo a pensare a un futuro diverso.

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Evoluzione, ambiente, innovazione, biodiver-sità, sperimentazione: sono gli elementi che tracciano il percorso del MUSE alla ricerca di un rapporto in equilibrio tra scienza, na-tura e società.

Il MUSE è un sogno che si realizza grazie a un importante investimento sulla cultu-ra sostenuto dalla Provincia autonoma di Trento: un luogo aperto, dove la conoscenza scientifico-tecnologica rappresenta lo stru-mento per studiare le relazioni tra uomo e ambiente e allo stesso tempo indirizzare le scelte future di sviluppo sostenibile.Il nuovo Museo delle Scienze lancia un in-novativo modo di confrontarsi col pubblico: exhibit multimediali, giochi interattivi, la sperimentazione in prima persona e l’intrec-cio pratico della cultura col “fare” sono gli strumenti di apprendimento informale con cui intervenire nel dibattito scientifico sui grandi temi locali e planetari.La struttura architettonica firmata da Renzo Piano è uno straordinario valore aggiunto: il profilo dell’edificio gioca con dei rimandi alle montagne circostanti, un equilibrio tra vuoti e pieni che aggiunge fascino e valore a tutto l’apparato espositivo. Realizzato secondi criteri di ecocompati-bilità, è un modello che traccia una via da seguire per l’economia verde e il risparmio energetico. III

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La palestra della scienza

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Natura e futuro un rapporto virtuosoNel Museo Tridentino, le radici di oggi

l MUSE, Museo delle Scienze appoggia le sue radici nel Museo Tridentino di Scienze Naturali, un museo istituito verso la metà del 1800 in forma di museo civico. Lungo il suo percorso storico il

museo assume una sempre più consistente connotazione di museo naturalistico di conservazione.Un cambiamento consistente avviene nell’ultimo decennio del secolo scorso quando il museo, che già 1964 era divenuto ente strumentale della Provincia autonoma di Trento, rafforza il proprio impegno nella ricerca scientifica naturalistica diventando un istituto capace di svolgere funzioni di supporto informativo per la progettazione ambientale locale e sviluppando importanti relazioni internazionali.

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In quegli stessi anni avvia la sperimentazio-ne di nuovi programmi per il pubblico adot-tando nuovi linguaggi di comunicazione de-stinati a tutte le fasce di età e a tutti i livelli di preparazione del pubblico. Questa ricerca di un nuovo ruolo si traduce nell’ideazione e produzione di numerose mostre temporanee di successo. Ai temi naturalistici si affianca una nuova programmazione che si amplia ai temi dell’energia e dello sviluppo soste-nibile, ai giochi scientifici interattivi, all’a-stronomia e alla matematica. Viene messo a punto un ricchissimo programma di attività educative che anch’esse si estendono oltre l’ambito delle discipline naturalistiche.All’inizio del decennio ultimo scorso la Provincia autonoma di Trento individua nel museo Tridentino di Scienze Naturali la pos-sibile istituzione capace di arricchire cultu-

ralmente il progetto di rigenerazione dell’a-rea industriale dismessa Michelin, area che era venuta a trovarsi topograficamente in-serita nel contesto urbano della città e per la quale in quegli anni (dal 2001) era in corso una riflessione sul suo destino urbanistico.Per rispondere a questa aspettativa e su incarico della Provincia autonoma di Trento, nel 2003 il museo elabora uno studio di fat-tibilità e procede a ridefinire la propria mis-sione culturale, giungendo a scegliere una prospettiva tutta incentrata sulla crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Nel contempo mette a punto un nuovo pro-gramma culturale, consapevole di poter essere il portavoce dello spirito della terra trentina che risponde alla ricerca di un mo-dello di sviluppo, per il quale la qualità della vita e quella dell’ambiente sono obiettivi

primari. Oltre alla propria dimensione urba-nistica, il museo si inserisce dunque a pieno titolo nel più ampio processo di qualificazio-ne e ripensamento complessivo del futu-ro del Trentino, che in quegli anni andava precisandosi. Il progetto del nuovo MUSE si trova così a partecipare allo sviluppo di un’i-dea di Trentino “territorio della conoscenza”, assieme ai grandi cambiamenti intervenuti con l’ampliamento dell’Università di Trento e alla riconfigurazione delle fondazioni di ricerca. Ciò premesso, e anche grazie alla prestigio-sissima dimensione architettonica costituita dalla firma di Renzo Piano, il MUSE si candi-da a divenire una delle icone più rilevanti di un Trentino caratterizzato da un ampio siste-ma culturale costituito da eccellenze quali i grandi musei provinciali, i parchi naturali, i numerosi festival, l’Università, le fondazioni di ricerca e le diverse espressioni pubbliche e private dello sviluppo e dell’innovazione. Le finalità del nuovo museo sono quelle di realizzare un centro di interpretazione cul-turale al servizio della società dedicato alla natura e, nella prospettiva della sostenibilità, alla scienza e all’innovazione. In sintesi, una rappresentazione in forma di museo di un progetto di sviluppo di un territorio, pensata per ispirare il propri cittadini e – al contem-po - una straordinaria destinazione per il tu-rismo culturale di livello internazionale.. III

Il tunnel glaciale

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3 La montagna di Renzo PianoSostenibilità, fotovoltaico, big voide, geotermia

a struttura progettata e realizzata dallo studio Renzo Piano Building Workshop è un fiore all’occhiello dell’architettura italiana. Il suo profilo richiama alle montagne circostanti e la stessa

organizzazione su più piani del percorso di visita è una sorta di metafora dell’ambite montano.LIl MUSE nasce, anche, all’interno di un con-testo urbanistico e paesaggistico frutto di un’unica visione progettuale che ha l’am-bizione di qualificarsi come una rilevante riqualificazione urbana di queste parte della città, verso il suo fiume. La conce-zione urbanistica dell’interno intervento si propone infatti di ricreare un vero e proprio frammento di città, con le sue articolazio-ni, le sue gerarchie e la sua complessità funzionale. Qui troveranno spazio funzioni

commerciali, residenziali e di terziario, non-ché quelle di interesse pubblico delle quali il MUSE costituisce la maggiore espressione che, assieme al parco pubblico di 5 ettari, “abbraccia” anche fisicamente l’intero nuo-vo quartiere divenendo allo stesso tempo importante magnete urbano per l’intera città. Questo abbraccio è sottolineato anche dal tema dell’acqua, che in forma di canale attraversa da sud a nord l’intera area, per poi duplicare, come riflesse in uno spec-

chio, le forme del museo. Questo inoltre, sorgendo nella parte più a nord dell’area, ha anche il compito di gestire il rapporto con quella preziosa preesistenza rappresentata dal Palazzo delle Albere (sede del MART a Trento) e il suo prato, offrendo una proficua e rispettosa interazione urbanistica. L’edificio del museo si sviluppa in pianta su una lunghezza massima (Est/Ovest) di 130 m fuori terra e una larghezza massi-ma (Nord/Sud) di 35 m. L’edificio sviluppa le sue funzioni in 2 livelli interrati e 5 livelli fuori terra (compreso il piano terra). Tutti i piani fuori terra, più il -1 , accolgono sia funzioni destinate al pubblico sia attività amministrative di servizio e di ricerca. Il -2 è destinato essenzialmente a parcheggio. L’i-dea architettonica nasce dalla ricerca di una giusta mediazione tra bisogno di flessibilità e risposta, precisa e coerente nelle forme, ai contenuti scientifici del progetto culturale. Un museo in cui i grandi temi del percor-so espositivo sono riconoscibili anche nella forma e nei volumi, mantenendo al tempo stesso un’ampia flessibilità di allestimen-to degli spazi, tipica di un museo di nuova generazione. L’edificio è costituito da una successione di spazi e di volumi, di pieni e di vuoti, adagiati su un grande specchio d’acqua sul quale sembrano galleggiare, moltiplicando gli effetti e le vibrazioni della luce e delle ombre. Il tutto è tenuto insieme, in alto, dalle grandi falde della copertura che ne assecondano le forme, diventando ele-mento di forte riconoscibilità. Le tecniche costruttive perseguono la soste-nibilità ambientale e il risparmio energetico La galleria del Dna

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con un ampio e diversificato ricorso alle fon-ti rinnovabili e da sistemi ad alta efficienza. Sono presenti pannelli fotovoltaici e sonde geotermiche che lavorano a supporto di un sistema di teleriscaldamento centralizzato per tutto il quartiere. Il sistema degli im-pianti per il funzionamento dell’edificio è centralizzato, meccanizzato e sfrutta diver-se fonti di energia rinnovabili (in particolare quella solare, con l’uso di celle fotovoltaiche e pannelli solari, e la geotermica, con lo sfruttamento di sonde a scambio termico). Il sistema energetico è accompagnato da un’attenta ricerca progettuale sulle strati-grafie, sullo spessore e la tipologia dei coi-benti, sui serramenti e i sistemi di ombreg-giatura, al fine di innalzare il più possibile le prestazioni energetiche dell’edificio. Un sofisticato sistema di brise soleil e di tende comandate da sensori di temperatura e di irraggiamento solare viene gestito in auto-matico per ridurre l’irraggiamento nelle ore estive e facilitarlo durante le giornate inver-nali.L’illuminazione e la ventilazione naturale, in alcuni spazi, permettono la riduzione dei consumi e la realizzazione di ambienti più confortevoli. Il sistema impiantistico fa inol-tre uso di accorgimenti che aumentano le forme di risparmio energetico: ad esempio la cisterna per il recupero delle acque me-teoriche che vengono utilizzate per i servizi igienici, per l’irrigazione della serra, per ali-mentare gli acquari e lo specchio d’acqua che circonda l’edificio. Complessivamente il risparmio di acqua d’acquedotto è di circa il 50%. Nella costruzione vengono privilegiati materiali di provenienza locale per limitare l’inquinamento dovuto al trasporto. Il criterio della sostenibilità e del minor impatto trova un’applicazione particolare e per certi versi curiosa nella scelta di utilizzare il bambù (di produzione italiana) come legno per la pavi-mentazione delle zone espositive. Il legno è un materiale costituito essenzialmente dalla CO2 sequestrata dall’atmosfera nel corso della vita della pianta. In termini di lotta al cambio climatico, l’azione delle piante è antagonista alla crescita della CO2 in atmo-sfera e quindi è antagonista alla crescita dei cosiddetti “gas serra”. A pari volumi di legno uscito da ciclo vitale corrisponde grossomo-do, una pari quantità di CO2 sequestrata. Tornando ai legni da costruzione o pavimen-

tazione, il tempo necessario al bambù per raggiungere le dimensioni adatte per essere sezionato in listelli in forma di parquet è di circa 4 anni. Per un legno arboreo tradizio-nale di pari qualità di durezza, ad esempio il larice, ce ne vogliono almeno 40. Questo vuole dire che il bambù è un sequestratore super efficiente e il suo uso in edilizia o negli arredi di interni è vantaggioso in termini di capacità di contribuire a limitare il cambia-mento climatico globale! Grazie alla collaborazione con il Distretto Tecnologico Trentino, il progetto dell’edifi-cio è stato sottoposto alle procedure per il raggiungimento della certificazione LEED. Il livello di certificazione LEED ottenuto dal

Museo è il GOLD. Il sistema LEED (Lea-dership in Energy and Environmental De-sign), sviluppato negli Stati Uniti nel 1998, raccoglie le linee guida per progettare e costruire in modo sostenibile, riducendo il consumo energetico e di conseguenza i costi di gestione e di mantenimento degli edifici, nonché le emissioni nocive all’uomo e all’ambiente. Il progetto prevede infine la realizzazione di un parcheggio per le bici-clette, con spogliatoi e docce, e un numero limitato di posti auto per incentivare l’utilizzo di trasporto pubblico da parte dei visitatori. Il museo, collocato nei pressi della ciclabile, potrà essere raggiunto agevolmente ser-vendosi delle due ruote... III

La serra tropicale

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I I numeri dell’edificio

Mostre temporanee: 500 mq

Mostre permanenti: 3.700 mq

serra tropicale: 600 mq

Area bambini Maxi Ooh!: 200 mq

Biblioteca archivio: 800 mq

Area accoglienza e bar: 600 mq

Aule e laboratori didattici: 500 mq

Uffici: 900 mq

Laboratori di ricerca: 800 mq

Magazzini e collezioni: 1.800 mq

sala conferenza : 200 mq

spazi di servizio: 2.000 mq

Totale superfici nette: 12.600 mq

Alla scoperta del MuseLa forma del Museo, metafora della montagna, scandisce dall’alto al basso la mostra permanente

+5 Terrazza: per la visione dall’alto del paesaggio circostante, la città, il fiume, le montagne dell’orizzonte e il cielo

+4 Alta quota, esplorazione: vette e ghiacciai; le forme di vita e l’adattamento; monitoraggio ghiacciai; cambiamenti climatici; uomo e natura alle alte quote.

+3 Natura alpina: fauna e flora alpina; adattamenti e strategie di sopravvivenza; ecosistemi.

+2La lunga storia delle Dolomiti:geologia alpina e dolomitica; fenomeni geologici e tettonici; storia mineraria; utilizzo delle risorse del sottosuolo; rischio geologico ; rischio ambientale; protezione civile.

+1Dai primi uomini sulle Alpi al futuro globale:popolamento umano delle Alpi; il sito preistorico Riparo Dalmeri; urbanizzazione e infrastrutture; analisi impatto ambientale; sostenibilità; economia e società; show room dell’innovazione tecnologica.

0 Maxi-Ooh! e la palestra della scienza:Maxi-Ooh! Spazio sensoriale dedicato ai bambini; la Palestra della scienza.

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Evoluzione, dinosauri, DNA:le origini della Terra; le prime forme di vita; rettili terrestri, marini e dinosauri; la diversificazione dei mammiferi; il DNA e le biotecnologie; solidarietà tra i popoli.

La serra tropicale montana:una vera e propria green-house dove far

crescere e proteggere una foresta pluviale. Questa area interpreta le biodi-

versità planetarie.

Con il MUSE si aprono le porte della conoscenza.

muse.it

C’è un museo in continuocambiamento, comeil mondo che lo circonda.

NOTIZIE 17

luglio-agosto 2013 | il Trentino

A sostegno delle impreseUn fondo di 100 milioni di euro per progetti di sviluppo o rilancio

Oggetto di una decisione assunta dalla Giunta presieduta da Alberto Pacher, che fissa criteri e condizioni per la costituzione e l’utilizzazione di fondi regionali di rotazione ad alimentazione mista, l’intervento è parte del pacchetto di misure previsto dal Proto-collo di intesa siglato il 5 dicembre scorso fra Provincia e parti sociali ed imprenditoriali per promuovere la produttività e la competi-tività del Trentino. Lo strumento è destinato a sostenere fi-nanziariamente le imprese trentine che intendono avviare progetti di sviluppo o di rilancio aziendale e che si trovano a dover affrontare la difficile situazione del mercato del credito determinata dagli effetti della cri-si economica internazionale. Il fondo, gestito dai Confidi, riguarda mutui di durata fino a 15 anni, per un importo compreso tra un minimo di 30.000 euro ed un massimo di 2,5 milioni di euro.La Giunta provinciale, su proposta dell’as-sessore all’industria, artigianato, com-mercio e cooperazione, Alessandro Olivi, e dell’assessore all’agricoltura, foreste, turi-smo, promozione, caccia e pesca, Tiziano Mellarini, ha approvato le disposizioni per la costituzione di un fondo di rotazione ad alimentazione mista Provincia – Banche per favorire l’accesso al credito da parte delle

n fondo di rotazione per complessivi 100 milioni di euro, di cui 50 messi a disposizione dalla Provincia e altrettanti dalle banche aderenti: è questa la nuova misura a sostegno del credito

delle imprese messa a punto assieme a Cassa del Trentino e ai Confidi.U

imprese che presentano progetti di sviluppo aziendale.Le imprese potranno accedere a mutui a medio-lungo termine, parzialmente sorretti da garanzie prestate da parte dei confidi e a tassi di mercato convenienti o agevolati, per progetti di investimenti per l’ammo-dernamento o l’ampliamento produttivo, la riqualificazione energetica, la ricerca e l’in-novazione, l’internazionalizzazione e l’acqui-sizione di servizi all’esterno dell’azienda. Le risorse per il fondo di rotazione, rese dispo-nibili dalla Provincia e provenienti da fondi regionali, ammontano ad euro 50 milioni; a tali risorse si aggiungono le disponibilità delle banche aderenti all’iniziativa con ap-porto paritario.“Nell’attuale situazione di crisi economica - sottolinea l’assessore Olivi – e con le note condizioni restrittive nell’accesso al credito, il problema per le imprese non è soltanto quello del tasso d’interesse, ma quello della stessa possibilità di ottenere credito. Lo strumento che abbiamo definito viene incontro ad entrambe le esigenze, poiché rivitalizzare le fonti di finanziamento dei pro-getti aziendali è oggi una delle esigenze più urgenti. Sosteniamo la finanza d’impresa, mettendo a disposizione del mercato del credito una quota importante di risorse e concordando con le Banche condizioni fa-vorevoli alle imprese, grazie anche alla ga-ranzia dei Confidi. Quindi avremo maggiori disponibilità di credito, in molti casi a tasso agevolato, destinato in prevalenza ad inve-stimenti ma anche al circolante e a casi di ristrutturazione finanziaria.”I criteri approvati per l’attuazione dei fon-di di rotazione prevedono una dotazione di risorse da parte della Provincia pari a 50 milioni di euro e l’apporto paritario degli Istituti di credito che aderiranno all’iniziativa

con la sottoscrizione di un’apposita conven-zione. Con l’attivazione dei fondi di rotazio-ne, potranno essere concessi alle imprese iscritte nel Registro delle imprese di Trento o nel Repertorio economico amministrativo (R.E.A.) finanziamenti, di durata da 5 fino a 15 anni e di importo tra un minimo di 30.000 euro ed un massimo di 2,5 milioni di euro. I mutui potranno coprire il 70% della spesa di investimenti per l’ammodernamen-to o l’ampliamento produttivo, la riqualifica-zione energetica, la ricerca e l’innovazione, l’internazionalizzazione e l’acquisizione di servizi all’esterno dell’azienda. Le spese ammissibili comprendono investimenti re-lativi all’immobile produttivo, a macchinari, attrezzature ed impianti, a spese per brevet-ti, know how, risultati di ricerche e servizi, anche per l’internazionalizzazione, e ad ac-quisto di azienda o ramo d’azienda. Otre a tali tipologie, può essere inserita una quota forfetaria non superiore al 30% della spesa ritenuta ammissibile relativa ad incremento dell’operatività aziendale.Per ragioni connesse alle ricadute eco-nomico-sociali, è prevista la possibilità di ottenere dalla Giunta provinciale, previa domanda specifica e secondo i criteri della «procedura negoziale», una deroga relativa-mente all’ammontare massimo del mutuo per progetti presentati da grandi imprese o alle disposizioni che definiscono le spese ammissibili, per progetti di rilancio azienda-le che possono includere anche una quota di ristrutturazione dell’indebitamento. Il progetto imprenditoriale dovrà essere con-diviso con una o più banche convenzionate e, qualora coinvolto, con il Confidi di rife-rimento. Gli interventi sostenuti dal fondo di rotazione sono cumulabili con gli incen-tivi previsti dalla legge provinciale 6/1999, «legge sugli incentivi alle imprese». III

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E L’edilizia semplificataPer concessioni e parcheggi, tempi di risposta più rapidi e certi

“In piena coerenza con il disegno comples-sivo che abbiamo messo a punto - sottoli-nea l’assessore Gilmozzi - con questo nuo-vo pacchetto di misure andiamo a stimolare soprattutto gli interventi di riqualificazione architettonica ed energetica nei centri sto-rici. Tre i vantaggi attesi: innanzitutto un ri-lancio dell’edilizia, settore che versa in una situazione di particolare sofferenza a causa della crisi. In secondo luogo, una più piena valorizzazione dei centri storici e dei centri abitati in generale. Infine, un risparmio nel ‘consumo’ di territorio, conformemente agli obiettivi che ci siamo proposti in materia di paesaggio e ambiente”. Frutto di un lungo ed approfondito con-fronto anche con gli ordini professionali e con le categorie economiche, le modifiche consentiranno una riduzione dei tempi per il rilascio della concessione edilizia attraverso l’eliminazione di tutta una serie di fasi inter-medie che espandevano a dismisura la du-rata del procedimento. Fra le altre novità la semplificazione e la standardizzazione della disciplina in materia di parcheggi, anche al fine di evitare che interventi di natura edi-lizia nei centri storici vengano bloccati per l’assenza degli spazi di parcheggio previsti. Introdotto da ultimo anche un nuovo siste-ma di calcolo dei contributi di concessione.Gli interventi si inquadrano nel complesso

uove semplificazioni in materia di concessioni edilizie e di parcheggi e tempi di risposta ancora più rapidi e più certi da parte dell’amministrazione: sono queste, in sintesi, le parole chiave del

“pacchetto” di proposte avanzato dall’assessore Mauro Gilmozzi e approvato dalla Giunta provinciale dopo il via libera del Consiglio delle Autonomie. Si tratta di proposte che completano il quadro degli interventi messo a punto negli ultimi anni dalla Provincia autonoma in materia di urbanistica ed edilizia e che vanno nella direzione di favorire una ripresa degli investimenti in particolare nei settori delle ristrutturazioni e delle riqualificazioni.

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degli sforzi posti in essere dalla Provin-cia autonoma, in maniera sistematica, fin dall’approvazione del nuovo ordinamento urbanistico. L’obiettivo perseguito in questi anni - in estrema sintesi, quello della sem-plificazione delle procedure edilizie - ha portato ad una serie di interventi di natu-ra legislativa che, fra le altre cose, hanno introdotto il silenzio assenso per il rilascio della concessione edilizia (legge 4 del 2010) e per l’autorizzazione paesaggistica (legge 10 del 2012), nonché una disciplina sem-plificata per la ristrutturazione edilizia (legge 25 del 2012).Le modifiche apportate con le nuove pro-poste dell’assessorato riguardano in parti-colare: Ulteriore semplificazione procedure rilascio concessione edilizia, con lo scopo di ridur-re i termini complessivi del procedimento, di rendere più chiara l’attività istruttoria del Comune distinguendo meglio le varie fasi volte al rilascio del titolo edilizio abilitativo; di permettere al Comune un controllo sulla conformità urbanistica sulla base della sola documentazione essenziale presentata; di acquisire d’ufficio, anche mediante il ricor-so alla conferenza di servizi, tutti gli atti di assenso comunali non ancora rilasciati. Al Comune quindi basteranno solo 10 giorni, accertata la conformità urbanistica, per il

rilascio della concessione edilizia;Semplificazione standard parcheggio, con l’introduzione di una tabella unica per i parcheggi suddivisa in base alle categorie tipologiche rilevanti, al fine di semplificare e ridurre i casi in cui il cambio di categoria richieda l’adeguamento ai predetti stan-dard. Il principio generale seguito è quello che in presenza di attività funzionalmente analoghe che non determinano un aumento rilevante del carico urbanistico non è richie-sto l’adeguamento degli standard. Inoltre si è estesa l’esenzione dalla presentazione degli spazi di parcheggio anche agli inter-venti di demolizione con ricostruzione. Sono stati estesi i casi di esenzione dall’obbligo di reperire parcheggi per tutti i centri storici;Rispetto al regolamento di attuazione della legge urbanistica sono state semplificate le categorie relative al pagamento del contri-buto di concessione, è stato introdotto un nuovo sistema di calcolo adottando la me-desima tabella utilizzata per gli standard di parcheggio e sono stati estesi i casi di esonero dal pagamento del contributo di concessione. Inoltre viene approvata una modulistica unica per le autorizzazioni pa-esaggistiche delle Comunità, prevedendo che il tecnico deve asseverare la presenza della conformità urbanistica; inoltre, fra le opere libere, quindi non bisognose di titolo edilizio, si comprendono le attrezzature e gli elementi di arredo di pertinenza di esercizi pubblici e commerciali che formano oggetto di concessione per l’occupazione di suolo pubblico ai sensi dei regolamenti edilizi co-munali in materia, tra i quali i plateatici. III

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E L’assegno miglioratoNovità e modifiche nell’assistenza alle persone non autosufficienti

Le novità principali, che si applicano alle domande presentate a partire dal 1° luglio 2013, riguardano i seguenti aspetti:

- aumento sia nella misura minima che massima degli importi dell’assegno di cura

- aumento a 0,32 (da 0,28) del limite su-periore dell’indicatore ICEF;

- aumento a 5.400,00 (era 2.000,00) del-la deduzione per coloro che hanno 65 anni o più;

- introduzione di alcuni correttivi nell’ac-certamento della condizione di non au-tosufficienza e del fabbisogno assisten-ziale;

- semplificazione della procedura per i casi rientranti nel primo livello di gravità (basta la sottoscrizione del verbale UVM e non la sottoscrizione del PAI - Piano Assistenziale Individualizzato);

- non è più incompatibile il congedo bien-nale retribuito al 100%, ma determina la sospensione dell’assegno nel periodo di fruizione. III

ono entrate in vigore il 1° luglio le modifiche introdotte all’assegno di cura per le persone non autosufficienti. Le novità principali proposte dall’assessore alla Salute e politiche sociali Ugo

Rossi riguardano l’aumento degli importi e del livello massimo dell’Icef: in questo modo un numero più ampio di cittadini potrà percepire l’assegno.Le disposizioni sono frutto del lavoro di concertazione con le parti sociali e i destinatari dell’assegno; per gli attuali beneficiari si ridetermineranno in automatico gli importi dell’assegno di cura dal mese di luglio 2013.

S

I Per approfondimenti

http://www.trentinosalute.net/Contenuti/Temi/Integrazione-socio-sanitaria/L-Assegno-di-cura

L’ASSEGNOPER PRENDERSI CURA

DI CURA

Provincia autonoma di Trento Assessorato alla salute e alle politiche sociali

LE NOVITÀ DAL 1° LUGLIO 2013

Con il patrocinio di: In collaborazione con: Media Partner:L’iniziativa è promossa da:

CONCO

RSO FOTOGRAFICO

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LA NOTTE DEI RICERCATORI 2013

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E Ecco il mio quartiereMadonna Bianca vista dai suoi abitanti

La Società ha lanciato nel rione questo concorso per coinvolgere maggiormente i residenti nel progetto di riqualificazione urbana, promosso dalla “Commissione Torri di Madonna Bianca” coordinata da Itea Spa con l’Università di Trento, e per farli sentire parte attiva. Il bando si è articolato in due sezioni “Le Torri di ieri” e “le Torri di oggi e di domani” per raccontare la storia e la quotidianità dei quartieri di Madonna Bianca e di Villazzano 3 attraverso l’occhio attento dei suoi abitanti.

PREMI1° premio: corso di fotografia o un buono spesa di pari valore.2° premio: un buono spesa.

I vincitori riceveranno premi e/o riconosci-menti in occasione di una mostra fotogra-fica che esporrà le migliori opere segnalate dalla Giuria e che verrà organizzata prossi-mamente da Itea Spa. Altre opere meritevoli di essere menzionate, sono quelle realizzate da 20 alunni della classe del Biennio Post–

l concorso fotografico aperto a tutta la cittadinanza e promosso da Itea Spa è giunto al termine.Ai residenti è stato chiesto di raccontare la storia e la vita quotidiana attraverso le immagini.I

1° Premio a pari merito“Le Torri viste dallo Sporting” (Valentina Labinaz)

1° Premio a pari merito“Faggio Garbari” (Christian Rigotti)

Diploma di Alta Formazione per grafici dell’I-stituto Pavoniano Artigianelli che, seppur avendo partecipato fuori concorso, saranno presenti in mostra.

COMPOsIZIONE DELLA GIURIAPresidente: ing. Michela Chiogna (Consigliera di amministrazione Itea Spa). Membri: Luca Chistè (fotografo professio-nista), arch. Giuliano Stelzer (Comune di Trento), Claudia  Battaino (Università degli Studi di Trento), arch. Alessia Ruggeri (Pro-vincia autonoma di Trento), Dolores De Cia (Itea Spa), Mario Giovanetti (Associazione Villazzano 3).Ecco vincitori e premiati e i commenti dei membri della giuria:

1° PREMIO A PARI MERITO - “Le Torri viste dallo Sporting”

(Valentina Labinaz) - “Faggio Garbari” (Christian Rigotti)

«Dall’analisi delle due foto colgo un rappor-to stridente, che è un’interessante capacità

evidenziativa delle due foto, che interpre-tano e selezionano aspetti diversi del pae-saggio urbano – artificio e natura, interno esterno, presenze negative e positive che, al contempo, convivono, come “facce del-la stessa medaglia”, nello stesso scenario d’ambientazione, come frammenti di uno stesso collage rappresentativo…» (Claudia Battaino).«…si completano a vicenda in quanto ele-menti compositivi di uno stesso mosaico…» (Giuliano Stelzer).«…tra le due foto traspare una simmetria di relazione, una sorta di sincronia tra pa-esaggio urbano tout court e il verde. La F3 “La chiesa del quartiere”, inoltre, riflette un’anima della contrada: la Chiesa, nucleo aggregativo di una comunità, ha una linea architettonica avveniristica e di forte impatto visivo all’interno del piccolo borgo…» (Luca Chistè).«ritengo che queste foto siano ben rap-presentative dell’intero territorio rionale in quanto ritraggono, attraverso una diver-sificata antologia di colori, le criticità, la

di Alessia Negriolli

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luglio-agosto 2013 | il Trentino

Segnalato dalla giuria

“Imponenza” (Meriam Ben Achour)

2° Premio a pari merito“La chiesa del quartiere” (Aurora Depedri)

Segnalato dalla giuria

“Giganti” (Claudio Clamer)

2° Premio a pari merito“Vecchi edifici che si rianimano” (Stella del Nord Gruppo Agesci TN12)

materialità dell’involucro Torre, il verde, le generazioni presenti (anziani, bambini, stra-nieri), le linee di comunicazione e i percorsi pedonali» (Michela Chiogna).

2° PREMIO A PARI MERITO - “La chiesa del quartiere” (Aurora

Depedri) - “Vecchi edifici che si rianimano” (Repar-

to Stella del Nord Gruppo Agesci TN12)

«…dalla foto “Chiesa del quartiere” emerge la vita, i rapporti umani, le relazioni vissu-te...» (Mario Giovanetti).«La foto “Chiesa del quartiere” trasferisce un’idea di movimento sia nello spazio che nel tempo, poiché mette in contrapposizio-ne la Torre, come un elemento immutato nel correre degli anni, con il lento trascorrere del tempo impresso nella figura e nell’anda-tura dell’anziano…» (Alessia Ruggeri).«la foto “Vecchi edifici che si rianimano”

rende l’immagine di un rione che, attraverso il verde, prende corpo e anima, concedendo ampi spazi ai giovani e alle loro espressioni/necessità di gioco e di svago…» (Michela Chiogna).«“La Chiesa del quartiere” riflette un’anima della contrada: la Chiesa, nucleo aggregati-vo di una comunità, ha una linea architet-tonica avveniristica e di forte impatto visivo all’interno del piccolo borgo… Nella foto “Vecchi edifici che si rianimano” la presen-za dei bambini nella parte inferiore della foto accentua l’umanità dello scatto, lo rende vivo ed autentico» (Luca Chistè).

sEGNALAZIONI DELLA GIURIA - “Imponenza” (Meriam Ben Achour)

«…la foto ricorda vagamente la corrente stilistico-artistica del Bauhaus. Quest’ulti-ma, a livello di segno compositivo, vagheg-gia l’elemento del solido: una presenza ro-busta e svettante verso l’alto» (Luca Chistè).

«La foto Imponenza, la cui qualità ricer-cata e inquadratura compositiva sono interessanti e ricordano lo stile moderno (Bauhaus), sottolinea altresì che la fotogra-fia contemporanea ha un carattere forte-mente interpretativo e selettivo, esprime un punto di vista diverso, capace di attribuire nuovi significati agli elementi iconografici tradizionali…» (Claudia Battaino)

- “Giganti” (Claudio Clamer)«La foto ritrae uno scorcio di quattro Torri senza elementi sufficienti a identificarle e ad ambientarle all’interno della geografia dei due quartieri» (Dolores De Cia).«…dall’osservazione delle foto trapelano diversi messaggi: di cesura rispetto all’e-sterno delle Torri; di forte e massiccia pre-senza del verde nell’intera area (attrezzato o solitario) e delle linee di comunicazione (tre-no, strade, vicoli)» (Michela Chiogna). III

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E Il rifiuto dove lo butto?Un’applicazione per smartphone sviluppata dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento aiuta a fare una corretta raccolta differenziata

In collaborazione con AMNU, azienda con sede a Pergine Valsugana (Trento) che si occupa di igiene ambientale, il sistema è al momento in via di sperimentazione con gli studenti dell’Istituto di Istruzio-ne “Marie Curie” di Pergine e l’Istituto di Formazione professionale alberghiero di Levico Terme, ma chiunque può parteci-pare scaricando l’applicazione sul pro-prio cellulare o registrandosi alla pagina: www.comebutta.it/amnu/users/new. Una volta registrati si può aprire un post caricando una foto del rifiuto che si vuole gettare e poi consultare i suggerimenti degli altri utenti su come smaltirlo correttamente. Quando un caso è dubbio, intervengono gli esperti dell’AMNU che chiudono il post dan-do la risposta corretta. Da tenere presente che i dati disponibili sul sito e l’applicazione valgono per gran parte del territorio trentino perché rispondenti allo standard definito per l’organizzazione della raccolta differenziata. Per i ragazzi è anche possibile partecipa-

di Viviana Lupi

lzi la mano chi non ha mai avuto neanche il più piccolo dubbio su dove buttare un certo tipo di rifiuto per fare una corretta raccolta differenziata.

Tutti gli altri, in caso di necessità, potranno ottenere utili suggerimenti grazie all’applicazione per smartphone “ComeButta” e al sito www.comebutta.it progettati dall’Unità di ricerca ICT4G appartenente al Centro “Information and Communication Technology” della Fondazione Bruno Kessler di Trento.

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re in forma di gioco, iscrivendo la propria squadra e ricevendo dei punti per ogni ri-sposta esatta. Più si collabora, cercando di dare risposte precise, più si aiuta a miglio-rare il sistema. Un modo dunque per con-tribuire doppiamente al progetto: aiutando la sperimentazione scientifico-tecnologica e migliorando la raccolta differenziata per un mondo più pulito. Una filosofia propria anche dell’Unità ICT4G (ICT for Good) della FBK, gruppo di ricerca attivo nella progetta-zione di sistemi informatici volti a migliorare la qualità della vita.A sviluppare il sistema, insieme ad Adolfo Villafiorita, responsabile dell’Unità ICT4G, i giovani ricercatori Pietro Molini, Andrea No-dari.«Contribuire a costruire un mondo più so-stenibile – sottolinea Adolfo Villafiorita – è una sfida e un’opportunità per tutti noi. “Co-meButta” è un apporto alla realizzazione di questa visione e ci ha permesso di contatta-re e attivare una comunità attenta al tema».

«Un piacere per la nostra azienda – dichiara Francesco Pergher, presidente di AMNU – essere stata scelta come partner per la rea-lizzazione di questo progetto che consentirà, grazie all’utilizzo di un mezzo vicino ai gio-vani, di coinvolgere sul tema della raccolta differenziata i ragazzi e gli istituti scolastici. Questo è un primo passo per individuare, assieme ai ricercatori, nuovi utilizzi di que-sto prezioso e innovativo strumento». III

Home page dell’applicazione “ComeButta”

I Per informazionisito del progetto “ComeButta”: http://www.comebutta.it/amnu

sito dell’Unità ICT4G (Centro Information Technology) - FBK: http://ict4g.fbk.eu/node/1

sito AMNU: http://www.amnu.net/

Opportunità, iniziative e aiuti su:

LE MIE IDEE E I MIEI PROGETTI…COME REALIZZARLI?

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E Il futuro dei giovaniin cerca di occasioniUna finestra web su formazione e impresa

Prima di tutto accanto alla tradizionale se-zione riservata alle offerte “formative”, ecco una nuova sezione dedicata all’imprendito-rialità giovanile, accompagnata da una nuo-va grafica, da un nuovo modo di presentare i bandi e gli incentivi, da un linguaggio più semplice e accattivante. Il sito è stato infatti pensato come uno strumento per proporre opportunità di formazione e di lavoro ed è strutturato in modo da rendere semplici e fruibili le informazioni. L’idea di dedicare una specifica sezione del sito al “fare impresa” è nata nel contesto del più ampio Progetto per l’imprenditorialità giovanile approvato dalla Giunta provinciale nel marzo di quest’anno, con l’obiettivo di sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali realizzate soprat-tutto da giovani. Il progetto, definito con la supervisione scientifica del prof. Carlo Bor-zaga e il supporto di un apposito gruppo di lavoro e coordinato dal Servizio program-mazione della Provincia, ha lo scopo di far crescere tra i giovani la cultura imprendito-riale e la loro capacità di creare nuove im-prese sostenibili, impegnandoli soprattutto in attività di interesse collettivo con elevate potenzialità di sviluppo e ampie capacità di creare nuova occupazione, finora poco coin-volte nelle politiche di creazione di impresa. Il progetto individua come nuovi ambiti di sviluppo dell’imprenditorialità giovanile al-

di Gianna Zortea

ino a poche settimane fa si chiamava www.perilmiofuturogiovani.it ed era la naturale interfaccia informatica per tutti i giovani, appunto, che cercavano occasioni formative (prestiti d’onore, borse

di studio, stage o corsi formativi all’estero ecc.). Mancava però la sezione altrettanto importante dedicata ai giovani che, dopo essersi formati, vogliono realizzare il loro sogno imprenditoriale e trasformare un’idea nel loro lavoro. Che ambiscono insomma a diventare “imprenditori”.Ed eccoci allora a un nuovo sito, il cui nome è diventato www.perilmiofuturogiovani.tn.it e che ha in sé molte novità.

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Il presidente della Provincia di Trento, Alberto Pacher con il professor Carlo Borzaga all’iniziativa “Il lavoro? Crealo!” (Foto: Lorenzo Viesi)

NOTIZIE 27

luglio-agosto 2013 | il Trentino

cuni macrosettori quali welfare, wellbeing (benessere), cultura, educazione, servizi al turismo, valorizzazione e tutela ambientale, comunicazione, gestione di informazioni e green economy. Tali settori, per le loro ca-ratteristiche e dinamiche, possono offrire interessanti opportunità per la nascita di nuove imprese, innovative dal punto di vista sociale.La nuova sezione “imprenditorialità” del sito, realizzata dall’Ufficio stampa in colla-borazione con il Servizio programmazione e con il supporto delle strutture provinciali e dei soggetti responsabili della gestione delle singole misure, è stata ufficialmente presentata al pubblico il 30 maggio scor-so in occasione del Festival dell’economia, all’interno dello spazio “Il lavoro? Crealo!” situato nel cuore del Festival, appositamen-te progettato e gestito da Euricse in collabo-razione con The Hub Rovereto per fornire ai giovani gli strumenti in grado di metterli in condizione di guardare al futuro in maniera costruttiva, partendo dal presente e parteci-pando al cambiamento. Il sito, nella sua nuova configurazione, con-sente quindi di viaggiare più comodamente nel mondo spesso intricato degli incentivi pubblici sia per il “fare formazione”, sia per il “fare impresa”. Nella sezione dedicata alla formazione ci sono i bandi del “Fondo per la valorizzazione e la professionalizzazione dei giovani” della Provincia autonoma di Trento e “altre propo-ste formative” sempre rivolte ai giovani. Le linee d’azione del  fondo giovani sono mol-teplici, tutte mirate a costruire un bagaglio culturale e di esperienza. Ci sono bandi per favorire la mobilità internazionale, l’inse-rimento nel mondo del lavoro di alte pro-fessionalità, i percorsi di eccellenza, la for-mazione post-diploma e post-laurea di alta specializzazione e percorsi di eccellenza per i più giovani particolarmente meritevoli. E cosa possono trovare, i giovani desiderosi appunto di acquisire nuove informazioni? A

loro disposizione ecco soprattutto i prestiti d’onore e le borse di studio rivolti a studenti universitari, diplomati, ragazzi del secon-do ciclo di istruzione, coi relativi bandi e la modulistica facilmente raggiungibili con comodi link.Nella sezione imprenditorialità sono raccolte invece 25 misure specifiche a sostegno dell’imprenditorialità, in partico-lare giovanile, anche se in breve si conta di ampliare il raggio d’azione e di introdurre altre misure incentivanti provenienti anche dai privati. Si tratta di interventi che vanno incontro sia alle esigenze degli aspiranti im-prenditori, cioè di tutti coloro che vogliono inserirsi o reinserirsi nel mondo del lavoro avviando un’impresa, sia alle necessità di chi è già imprenditore. L’obiettivo è quello di

accompagnare tutto il processo di costitu-zione di un’impresa nelle sue differenti fasi: dalla nascita dell’idea imprenditoriale all’av-vio e allo sviluppo della nuova iniziativa, fino alla crescita e al consolidamento dell’impre-sa già costituita e operante sul mercato.Il sito www.perilmiofuturogiovani.tn.it non è però solo bandi, incentivi e moduli da compilare. Nella home spicca la sezione ul-time notizie, che è strutturata sottoforma di blog interattivo. Ci sono poi le informazioni sui nuovi bandi, sui concorsi, sulle opportu-nità ed anche i post su argomenti di attualità e gli appuntamenti che si tengono in Trenti-no come mostre, festival, concerti. Imman-cabili infine i collegamenti con i social net-work e gli speciali del Tg Giovani Web. III

I I primi datiSono passati quasi due mesi dalla presentazione del sito www.perilmiofuturogiovani.tn.it e sono già più di 6.600 i visitatori singoli che hanno navigato tra le sue pagine per un totale di oltre 36.000 visualizzazioni di pagina. Il tempo medio di visita è di quasi 4 minuti. Sono inoltre 65,2% gli utenti che una volta visitato hanno deciso di ritornarci per rimanere aggiornati.

Le misure a sostegno dell’imprenditorialità giovanile e alla formazione sono inoltre state raccolte nell’APP “Incentivi PAT” realizzata dall’Ufficio Stampa allo scopo di diffondere l’informazione su tutti gli incentivi provinciali a favore di impresa, lavoratori, donne e

giovani. Per raccordare i due strumenti, sito e APP, è stato creato un collegamento: la sezione dedicata ai giovani dell’APP contiene un link che rinvia direttamente al sito perilmiofuturogiovani.tn.it. L’APP “Incentivi PAT”, oltre che per iPAD e iPAD mini, è ora disponibile anche per tablet Android.

Stand in piazza Fiera (Foto: Lorenzo Viesi)

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Gestire al meglio i progetti in campo privato e pubblicoPMI arriva anche in Trentino-Alto Adige

di silvia Ceschini (Fondazione Edmund Mach) e Giorgia Fasanelli (Informatica Trentina)

a oggi anche il Trentino-Alto Adige può contare sulla presenza attiva sul territorio del Branch regionale del PMI, l’organizzazione no-profit mondiale più diffusa nell’ambito del project

management che mira a promuovere, standardizzare e diffondere le migliori pratiche per la gestione dei progetti in campo privato e pubblico. La costituzione del Branch Trentino-Alto Adige è stata ufficializzata nel corso dell’evento Progettare il Cambiamento, tenutosi venerdì 10 maggio a San Michele all’Adige, promosso da Informatica Trentina, Fondazione Mach e Trentino Sviluppo.

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L’organizzazione raggruppa professionalità e competenze differenziate per settore e aziende che, grazie ad un confronto conti-nuo, promuovono la crescita e l’innovazione puntando su una nuova e complessa tecno-logia: la persona. «Obiettivo del PMI – ha sottolineato il presi-

PRC Palazzo della Ricerca e Conoscenza

dente del PMI per il Nord Italia Walter Gine-vri – è quello di promuovere la cultura del projet management in tutto il mondo. Parte-cipare all’associazione è un’ottima occasio-ne di scambio di esperienze ed è appunto grazio allo scambio ed al confronto che è possibile crescere professionalmente in un

mercato sempre più emergente. L’apertura della sezione regionale – ha concluso Gine-vri – è un’ottima occasione per promuovere localmente questa cultura e rappresenta un’opportunità concreta di crescita per chi lavora in questo territorio e per il territorio stesso». Le attività della sezione locale del PMI sa-ranno focalizzate su ricerca e innovazione, con una particolare attenzione ai servizi pubblici e al mondo della sanità, in un per-corso che prevede il coinvolgimento sempre più attivo dell’università da un lato e delle piccole e medie imprese dall’altro. Il coor-dinatore del neo costituito Branch Alberto Perli, di Informatica Trentina, così riassume il percorso che ha portato all’arrivo in Tren-tino dell’associazione: «ho conosciuto il PMI nell’ambito di un percorso di formazione specialistica sulle tematiche del project ma-nagement, dove il PMI è riconosciuto come l’organizzazione internazionale più impor-tante. Ai suoi iscritti mette a disposizione molte opportunità: dagli eventi informativi ai seminari, dalla libreria tecnica su standard e metodologie, fino al supporto per speci-fici progetti di ricerca. Il PMI è organizzato in Chapter nazionali o macroregionali, e in Branch locali: in questo modo cerca di es-

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INNOVAZIONEluglio-agosto 2013 | il Trentino

sere vicino alle realtà locali, le quali hanno esigenze diversificate, soprattutto per la ti-pologia delle aziende e dei contesti profes-sionali. Per questo motivo, con un gruppo di iscritti al PMI, si è ragionato sulla necessi-tà di promuovere l’associazione anche sul nostro territorio, soprattutto per proporre queste opportunità, a servizio delle aziende e dei professionisti locali. Tra gli addetti ai lavori il PMI è abbastanza noto per i suoi standard, lo è meno per tutte le altre possi-bilità che offre, come l’essere parte di una vasta rete professionale internazionale, che mette a disposizione un notevole bagaglio di competenze ed esperienze in tutti i settori industriali». La costituzione della sezione regionale è partita più di un anno fa, promossa in pri-mo luogo da Informatica Trentina e Trentino Sviluppo. Per verificare il possibile interesse sul territorio, nel 2012 sono stati organizzati un paio di eventi, che hanno visto la parteci-pazione in media di un centinaio di persone ognuno. «Questa risposta – ha continuato Perli – ci ha convinti dell’attenzione che c’è per questi temi, e quindi della necessità di costituire il Branch Trentino Alto Adige Sudti-rol. Con la costituzione della nostra sezione ci siamo posti fin da subito obiettivi ben con-creti promuovendo, ad esempio, un’iniziati-va di certificazione portata avanti congiunta-mente da Informatica Trentina, Fondazione Mach e FBK per sviluppare ulteriormente le proprie competenze interne. Si tratta, nello specifico, della certificazione PMP (Project Manager Professional), una tra le più note e richieste a livello internazionale. Il contesto di applicazione di queste tecniche, svilup-patesi inizialmente nel settore delle grandi opere civili e impiantistiche, si è allargato molto, fino al comparto ICT ma anche verso

I Progettare il cambiamento grazie alle professionalità territoriali

Evento di presentazione della sezione regionale del PMI

L’evento che ha lanciato la sezione regionale del PMI si è occupato, davanti ad una platea di numerosi professionisti locali, del tema della gestione del cambiamento ed è stato promosso nella consapevolezza che, soprattutto oggi, le tecniche dei project management rappresentano un supporto fondamentale alla capacità di innovazione di un territorio. E fondamentale risulta proprio la capacità dei project manager di confrontarsi, contaminarsi a vicenda e evolvere professionalmente per dare un contributo sempre più fattivo alla crescita di un territorio. La multidisciplinarietà delle competenze del project manager, infatti, è un valore aggiunto ormai necessario in tutti gli ambiti professionali in cui è necessario guidare un progetto.

«Il tema delle metodologie di Project Management – spiega Massimo Carnevali, dirigente del Servizio Sistemi Informativi, Organizzazione e Comunicazione della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige – è solitamente associato ad una visione industriale o consulenziale. Abbiamo deciso di partecipare all’organizzazione di questo evento, e di ospitarlo, per ricordare che anche la ricerca, la didattica e il trasferimento tecnologico, in qualsiasi ambito si collochino (compresi quelli agroalimentare e ambientale, che sono il “core business” della Fondazione Mach) possono trarre vantaggio dall’utilizzo di metodologie strutturate di gestione dei progetti».

«Per Informatica Trentina il tema della formazione continua sul project management – precisa Clara Fresca Fantoni, direttore generale di Informatica Trentina – è centrale soprattutto per supportare le professionalità interne con strumenti e metodi aggiornati al fine di gestire in modo sempre più efficiente i progetti che portiamo avanti. Il contesto in cui lavoriamo, però – aggiunge Clara Fresca Fantoni – si sta ampliando e diversificando: a fianco del project management classico sta emergendo la necessità di dotarsi di altre competenze specifiche, come ad esempio quella del program management, necessaria per gestire al meglio la pianificazione di medio periodo dei programmi ICT del sistema pubblico. Queste e altre competenze simili, come il risk management o il portfolio management, saranno sempre più fondamentali per aiutarci a gestire in maniera più mirata le risorse destinate ai vari progetti di cambiamento».

i piccoli contesti produttivi che richiedono, sempre di più, competenze specifiche nella gestione dei progetti. Il nuovo fronte è quello dei servizi della pubblica amministrazione e del supporto alla ricerca, ed è in questa di-

rezione che ci stiamo muovendo in Trentino grazie alla nostra associazione». III

Maggiori informazioni su : http://www.pmi-nic.org/

Clara Fresca Fantoni, direttore generale Informatica Trentina Walter Ginevri, presidente PMI-Nic

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Turismo dell’esperienzaDai social network alle app, Trento RISE indaga le nuove frontiere della comunicazione

D’altra parte non si decide la destinazione del viaggio solo per le strutture e i servizi turistici che questa offre: la scelta si basa anche sul complesso di sensazioni, aspet-tative ed emozioni che la meta è in grado di generare. Proprio per questo il turismo sta diventando social. Per i viaggiatori del nuovo millennio è sempre più importante raccontare, lasciare una traccia e condivi-dere l’esperienza e le emozioni del luogo in cui si recano. Si tratta di un cambiamento culturale decisivo. Che deve trovare spon-da anche nelle strategie di marketing degli stessi operatori turistici. Perché il turismo 3.0 non può più essere affrontato con i vec-chi metodi di una volta. Questo è ancora più urgente in Trentino, territorio dove il turismo è un pilastro dell’economia, che pesa per oltre il 15% del Pil. Nel 2011, ad esempio, le presenze complessive sono state circa 30 milioni. Una tematica attuale, dunque, e di grande interesse. Lo ha dimostrato l’au-la magna di giurisprudenza, gremita come non mai in occasione dell’evento TravelNext, che ha avuto luogo il 22 marzo nell’ambito degli ICT Days – Orizzonti 2015, la grande kermesse dell’innovazione organizzata da Trento RISE, FBK e Università degli Studi di Trento. Argomento dell’incontro sono state le nuove forme di comunicazione, i social network e il mobile: non più solo “strumento di supporto” all’attività turistica, ma autenti-co cardine attorno al quale il viaggiatore co-struisce la propria esperienza, la condivide e la racconta ai prossimi visitatori. Twitter. Fa-

di Valentina saini

hi di noi, durante un viaggio, non è andato alla ricerca di quel ristorantino dove gustare i sapori tipici del luogo? Quella trattoria frequentata dalle “persone del posto”, la cui presenza ci assicura

che si possa mangiare davvero bene, e che non sia solo una “fregatura” per turisti? In effetti, il modo migliore per cogliere davvero l’essenza di una meta turistica, è basarsi sulle esperienze di chi ci vive. Perché le informazioni dei residenti sono una vera e propria miniera di conoscenza, che rappresenta un valore aggiunto tanto per i nuovi arrivati che per l’intera industria turistica.

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cebook. Instagram. Foursquare. E chi più ne ha più ne metta. Un evento aperto a tutti, ma rivolto soprattutto agli operatori di settore e ai viaggiatori. Dove imparare che il mondo è cambiato: che il settore deve trasformarsi da tourist-oriented a tourist-centered, ossia focalizzarsi sulle persone. I social media permettono una modalità di comunicazione pervasiva e continua, una sorta di dialogo costante fra utente e operatore che non può che migliorare l’esperienza offerta. Perché il turismo è come chi ne fruisce: materia viva. E l’accoglienza è fatta soprattutto da ele-menti immateriali, in costante mutamento, e che cambiano con le persone, i luoghi, i mo-menti, le situazioni, le esperienze. Favorire il dialogo tra utenti e operatori è la filosofia

dietro il progetto TrenTour, una piattaforma di servizi innovativi pensata per la comunità trentina del settore alberghiero e della risto-razione, ma anche per i turisti. Si tratta di un progetto di ricerca triennale realizzato da una cordata di sei aziende sotto la guida di Trento RISE; una piattaforma integrata per la gestione e valorizzazione dell’esperien-za del viaggio, mediante l’aggregazione ed elaborazione di informazioni rilevanti per il turista. Il suo valore aggiunto però risiede nella creazione di uno strumento che per-mette anche di alimentare i ricordi del viag-gio di ciascuno e di mettere in rete questi feedback per offrirli ai prossimi visitatori: una catena di emozioni che, si spera, non finisca mai. III

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Il detenuto va in scenaAl carcere di Trento un’esperienza teatrale diventa opportunità per crescere e migliorare

Si tratta di Amedeo Savoia per la dramma-turgia e la regia; Nicola Straffelini per la musica, Emilio Picone per la scenografia, Francesco Rubino per la documentazione audiovideo, Luigi Sansoni per l’assistenza tecnica. La messa in scena ha avuto un’otti-ma cornice di pubblico: il teatro del carcere degli Spini di Gardolo era completamente esaurito in tutti gli ordini di posti tra ospi-ti esterni, guidati da Beatrice de Gerloni e Marco Tomasi del Dipartimento della Cono-scenza della Provincia autonoma di Trento, e ospiti “interni” che hanno applaudito, canta-to in coro, incitato e accompagnato gli attori sul palco dall’inizio alla fine. Naturalmente con i consueti “bis” chiamati a scena aperta.Ulisse, il celebre eroe omerico che pro-babilmente gran parte dei detenuti-attori nemmeno conosceva, dopo la breve e felice parentesi dell’incontro con la ninfa Calipso, lascia l’isola ospitale e riprende il mare con una zattera per ritornare finalmente nella sua Itaca. Dopo un viaggio tranquillo di al-cuni giorni, il suo acerrimo nemico Posei-done, il cui figlio Polifemo è stato accecato da Ulisse, si mette di traverso e cercando vendetta scatena una furibonda tempesta. L’eroe cade dalla zattera, finisce in mare e sta per naufragare miseramente, quando interviene una divinità amica che gli dona un velo: l’invisibilità provvisoria consente a Ulisse di aver salva la vita, di scampare da morte certa e di sfuggire dalla vendetta del dio furioso.Da questo piccolo episodio del quinto libro

di Mauro Neri

l teatro come esperienza per crescere, come operazione catartica per migliorare, come opportunità per riflettere sui propri errori, ma anche come valvola di sfogo per far volare i sogni, le speranze, la

voglia di “tornare a casa”. È andato in scena di recente, nel teatro della Casa Circondariale di Trento, lo spettacolo teatrale “Ulisse e il velo”, allestito e recitato da sedici detenuti guidati da un’equipe affiatata di esperti messi a disposizione del progetto dall’IPRASE, dall’Associazione “Il gioco degli Specchi”, dal Centro Servizi Volontariato e con la collaborazione di Quadrivium.

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Nelle foto: Alcuni momenti e strumenti musicali della rappresentazione teatrale “Ulisse e il velo”

dell’Odissea, uno tra i cento e cento che arricchiscono la storia omerica del ritorno a casa di Ulisse, eroe della guerra di Troia, nasce e prende vita il laboratorio di teatro, musica, artigianato e arte che da marzo a giugno di quest’anno ha coinvolto a caden-za settimanale una ventina di detenuti della Casa Circondariale di Trento. È stato parten-do da quella lontana storia a metà tra mito e leggenda, in cui si narra della voglia di Ulis-se di tornare nella tranquillità della casa da cui manca ormai da vent’anni, che i giovani attori – gran parte dei quali di provenienza straniera, algerina, tunisina, albanese... – ci hanno aggiunto le loro esperienze di vita fat-te di sogni infranti, di naufragi nel mare della criminalità, di coincidenze che si son messe

di traverso, di veli per l’invisibilità provvisoria che tardano a presentarsi. «Ho capito qua, troppo tardi, che la libertà è la cosa più im-portante che abbiamo... Libertà che manca solo qua, che si desidera qua!» ha cantato in puro stile rap uno degli attori con una ripeti-tività ossessiva e ossessionante trascinando nel suo grido tutti i detenuti sul palco e in platea: “Libertà che manca solo qua, che si desidera qua!”«Il nostro non è uno spettacolo teatrale con tutti i crismi classici e canonici – ha avver-tito Amedeo Savoia nell’introdurre “Ulisse e il velo”. – Non abbiamo avuto il tempo suf-ficiente per affinare soprattutto i passaggi da una sequenza all’altra: chiamiamola al-lora una prova generale aperta. Vi renderete

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monio di esperienze concrete passato di ge-nerazione in generazione, di mano in mano ed è giunto fino alla Casa Circondariale di Trento per guidare un pentimento profon-do, non solo a parole: «Qui in carcere si sta male – ha detto un altro detenuto, – voglio tornare a casa da mia moglie e dai miei due figli, voglio trovarmi un lavoro, voglio diventare saldatore e vivere onestamente. Soprattutto non voglio sbagliare più».Ma che teatro sarebbe se non ci fosse un “colpo di scena”? Quando tutto pareva chiuso, quando gli applausi interminabili dopo l’ultimo bis stavano scemando, quan-do gli ospiti esterni si stavano alzando per salutare e andarsene, loro sì per tornare a casa, Domenico Gorla, il comandante degli

conto però che anche così, anche in questi ambienti di sofferenza il teatro, la musica, la danza hanno consentito di far emergere alcuni veri talenti. Non eravamo venuti qui nelle vesti di talent scout, non era quello il nostro scopo, ma comunque ne siamo tutti orgogliosi». Intanto dietro di lui i vari Mokdad, Angelo, Maher, Jawad, Dahbi, Bilal, Issam, Mahdi, Diop, Aziz, Said, Zidi, Simone, Fari, Adem, Ghanmi scalpitavano per dare il via alla recita.È stata un’ora di musiche che si sono intrec-ciate da oriente a occidente, di danze tribali con movenze hip hop e breakdance, di testi rap cantati in arabo e in napoletano, di brani letti in un italiano claudicante e proprio per questo ancora più coinvolgente ed emozio-nante: esperienze di vita, naufragi simbolici ma anche traversate vere, reali, vissute sul-la propria pelle dalle coste tunisine fino alle agognate spiagge di Lampedusa, in tanti viaggi che tutti chiamano “della speranza”, ma che in realtà si traducono in un ingresso agli inferi dei centri di prima accoglienza, con Poseidone che ti controlla dall’alto delle imbarcazioni della Guardia Costiera, oppu-re con la dea invisibile vestita da pescatore che ti afferra per i capelli e ti tira a bordo salvandoti per il momento la vita. Tutto lo spettacolo teatrale è ruotato attor-no a un tamburo di terracotta: «Questo l’ho costruito io con le mie mani – ha raccontato uno degli attori, un giovane algerino – e an-che l’argilla italiana non è dura come quella africana, è più molle, è più tenera, il suono però, alla fine, è sempre lo stesso!».Un tam-buro per guidare la danza e tornare almeno con la memoria ai villaggi lasciati da bimbi; un tamburo che è arte delle mani, è patri-

agenti di polizia penitenziaria del carcere di Trento, ha chiesto il silenzio in sala per fare un annuncio: «Ho il piacere di comunicare agli utenti della Casa Circondariale che tra di loro c’è un nuovo Ulisse... Proprio qual-che minuto fa è giunta la comunicazione di una scarcerazione. Uno di voi uscirà di qui prima di sera!». Insomma, un novello Ulisse che magari se l’aspettava, o forse no, tornerà a casa: non sappiamo se è tra i diciassette che hanno recitato o tra i centocinquanta che hanno applaudito, ma un Ulisse potrà tornare alla sua Itaca, riabbracciare la sua Penelope e i suoi Telemaco. La vita per fortuna prima o poi in qualche modo ricomincia, per tutti. Anche in carcere. III

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Tra storia e naturaUn percorso nei 112 ettari della riserva del lago di Loppio, sull’isola di Sant’Andrea

di Monica Dorigatti

ra Mori e Nago, poco prima di salire verso passo San Giovanni, si rivela agli occhi di chi percorre la strada provinciale che porta al lago di Garda un ambiente di singolare bellezza. Si tratta della

riserva naturale del lago di Loppio, la più estesa del Trentino con i suoi 112 ettari circa di superficie e sito ambientale d’interesse comunitario nell’ambito della Rete Europea delle aree protette del sistema Natura 2000.

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Mentre sul fondo dell’antico bacino lacustre, prosciugato sul finire degli anni Cinquanta, si è sviluppata una vegetazione spontanea di prateria umida e palustre, un antico e ric-co passato di vita viene ora svelato da un innovativo percorso di visita realizzato dal Servizio Conservazione della Natura e Va-lorizzazione Ambientale e dalla Soprinten-denza per i Beni architettonici e archeologici della Provincia autonoma di Trento con la partecipazione del Museo Civico di Rovereto e dei Comuni di Mori e di Nago. Il tutto ha luogo su un’altura che fino agli anni Ses-santa è stata un’isola. Luogo dove indagini e scavi archeologici, condotti su concessione dal Museo Civico di Rovereto, hanno docu-mentato un antico insediamento fortificato costruito e abitato al tramonto dell’impero romano con ruolo di sbarramento e di con-trollo strategico dell’agibile collegamento tra la valle dell’Adige e la regione del Garda. Mura impostate su cigli piombanti verso le acque del lago proteggono l’insediamen-to nel quale tra il VI e il VII secolo si sono alternati gruppi di guerrieri goti, bizantini e longobardi con le loro famiglie. Oltre ai tratti delle mura, di questo insediamento che è stato un antico castello rimangono altri im-portanti resti relativi a vari fabbricati interni, serviti da abitazione ma anche da magazzi-no e deposito. Infine, in alto dominanti dalla sommità, i ruderi di una chiesa dedicata a Sant’Andrea, impostata sui tratti murari di una costruzione più antica che ebbe all’in-terno delle tombe. Per favorire la conoscenza di questo luogo e del suo patrimonio, tra il 2011 e il 2012

Lago di Loppio (foto Piero Flamini 2013)

Lago di Loppio, Grande Guerra (foto E.Cavada)

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l’isola è stata interessata da un comples-so intervento di recupero che l’ha sottratta allo stato di semiabbandono e di degrado in cui versava. La parte più impegnativa dei lavori – eseguiti sulla base di un dettagliato progetto diretto dall’arch. Giorgia Gentilini su incarico della Soprintendenza per i Beni

Lago di Loppio (foto E.Cavada)

archeologici – ha richiesto opere di con-solidamento, di integrazione, di messa in sicurezza dei resti murari antichi a rudere lasciati scoperti dagli archeologi. In parallelo squadre incaricate dal Servizio Conserva-zione della Natura e Valorizzazione Ambien-tale si sono occupate dell’area e della sua

riqualificazione ambientale e forestale con recupero e messa in sicurezza di superfici e percorsi. Oltre ai resti straordinariamente conservati della fortificazione antica, l’isola conserva altre significative tracce di vita. Le opere campali ordinate a ridosso dello scoppio della Grande Guerra sulla linea del Cameras a presidio dei confini meridionali dell’impero austro-ungarico e delle posizioni conquista-te dall’avanzata del Regio esercito italiano. Sull’isola i genieri dei due diversi schiera-menti realizzarono caverne per artiglierie leggere, depositi e baraccamenti. In alto, una sagoma tagliata nell’acciaio sull’orizzonte del lago, evoca invece una singolare quanto straordinaria impresa che nel 1439 vide la Serenissima di Venezia porre nell’acqua del piccolo lago delle im-ponenti imbarcazioni trascinate fin qui per chilometri risalendo il fiume Adige contro-corrente e quindi via terra fino al lago. Un breve ma fragoroso momento che vide la quiete della valle rotta dalle voci di migliaia di uomini e di animali in movimento che da lì a poco si sarebbero allontanate raggiungen-do il lago di Garda e lasciando nuovamente nel silenzio questi luoghi. Di questo e di altro narrano delle essenziali installazioni sago-mate nell’acciaio, che guidano il visitatore suggerendo, dall’ingresso alla sommità, i di-versi motivi d’interesse e le suggestioni che l’isola di Sant’Andrea e il suo intorno pro-pongono. Un luogo che emerge dal profon-do di una natura che con gli anni ha ripreso il sopravvento, con leggi proprie, portando alla crescita di salici, pioppi, betulle e ontani mescolati ad erbe pioniere e cannucce delle zone umide, riparo di folaghe, germani reali, anfibi e numerose altre specie animali. Chiuso l’intervento, con apposita convenzio-ne la Provincia ha affidato l’isola in custodia e in gestione al Museo Civico di Rovereto quale Ente territoriale di riferimento più immediato nel territorio lagarino oltre che partecipe dei ritrovamenti archeologici negli anni trascorsi. L’isola di Sant’Andrea si affaccia sulla pista ciclopedonale Adige-Garda che costeggia l’area naturalistica del lago di Loppio rical-cando il percorso della linea ferroviaria che tra Ottocento e Novecento collegava Mori a Riva del Garda. È raggiungibile comoda-mente in bicicletta oppure a piedi (800 m ca.) percorrendo la ciclopedonale dopo aver lasciato l’automobile a Loppio (presso la chiesa) o nella zona del passo di san Gio-vanni. III Lago di Loppio (foto E.Cavada)Lago di Loppio (foto E.Cavada)

I Per informazioniMuseo Civico di Rovereto | tel. 0464 452800 | e-mail: [email protected]

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La difesa meridionalelungo gli altipianiI forti Doss delle Somme e Sommo Altoil settore più moderno della linea fortificata

I forti, concepiti per un duplice scopo, ov-vero quello di proteggere il territorio ed in-tervenire nel caso di un eventuale offensiva contro l’Italia, nel corso del conflitto riusci-rono a resistere ai massicci bombardamenti condotti dalle artiglierie italiane e ad inter-venire nel corso dell’offensiva degli altipiani del maggio 1916. Forte Doss delle Somme, noto anche come forte Dosso del Sommo o Werk Serrada,

di Arianna Tamburini

’itinerario proposto ci porta a visitare i forti Doss delle Somme e Sommo Alto, ovvero la parte meridionale del complesso delle opere difensive degli altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna.

Questo era il settore più moderno di tutta la linea fortificata del Tirolo meridionale, costituita da sette forti di quarta generazione completati da un osservatorio posto presso Monte Rust.

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Forte Doss delle Somme: i ruderi dell’imponente opera presso il fossato di gola

Forte Sommo Alto: galleria di collegamento tra il corpo principale del forte e le opere avanzate per il combattimento ravvicinato

era quello più a meridione: ubicato sull’o-monima altura, presso il ciglio meridionale dell’altopiano di Serrada a 1.670 metri di quota. Controllava la valle di Terragno-lo con il passo della Borcola e il versante settentrionale del Pasubio, ospitava una guarnigione di 250 uomini ed era armato con quattro obici da 100 mm in cupola co-razzata girevole e altri due cannoni da 60 mm e mitragliatrici per la difesa ravvicinata.

L’opera resistette alle cannonate sparate da tre obici da 280 mm che l’esercito italia-no piazzò presso Passo Borcola per battere ininterrottamente il forte.Forte Sommo Alto, di minori dimensioni, controllava invece la conca di Coe e la valle Orsara. Posta sul versante opposto a 1613 m di quota e distante in linea d’aria 1,5 km da forte Serrada e 3,5 km da forte Cherle, l’opera era armata con due obici da 100

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Forte Sommo Alto: le cupole presso le quali erano collocati i due obici del forte

Forte Sommo Alto: la facciata principale dell’opera, dalla quale si accede alle parti interne e alle gallerie

Forte Sommo Alto: i corridoi inferiori della casamatta principale

mm in cupola corazzata girevole e collegata con altre opere campali armate con mitra-gliatrici.La visita dei forti può essere condotta al ter-mine della stagione invernale, dalla prima-vera all’autunno. L’itinerario comincia nelle vicinanze di Passo Coe (1.610 m). Salendo da Folgaria, si lascia l’auto presso un par-cheggio posto prima del valico.Da qui si prosegue a piedi verso il Dosso del Sommo, risalendo una strada che si di-parte a destra del parcheggio ed intercetta gli impianti di risalita per il Cengio Rosso, che lasciamo alle spalle. Dirigendoci verso la vicina stazione d’arrivo di un impianto che sale da Fondo Piccolo, proseguiamo lungo il sentiero n. 136. Questo percorre la cresta della montagna che delimita la valle di Ter-ragnolo, con spettacolari visioni che spazia-no dalla Borcola alle cime del Pasubio. Pro-prio lungo la cresta s’incontrano frammenti di trincee che ci conducono in breve al forte Doss delle Somme o Werk Serrada. Il forte, raggiunto dopo un’ora di cammino, ci impressiona per la sua estensione: rispet-to ad altri forti contemporanei realizzati in Trentino, Werk Serrada aveva tre corpi di fabbrica e presentava le torri corrazzate po-ste a coppie, collocate a una sessantina di metri di distanza l’una dall’altra. Oggi tut-tavia facciamo fatica a scorgere i dettagli dell’opera, che appare sconvolta dai crolli, dovuti più all’azione dei recuperanti che non ai bombardamenti subiti nel conflitto. La casamatta principale era realizzata in

calcestruzzo e rivestita esternamente con pietre del luogo squadrate; ci appare come un lungo parallelepipedo. Questa parte del forte ospitava gli alloggi per la guarnigione, la cucina, la centrale elettrica e la sala mac-chine, depositi e magazzini.Dal forte Doss delle Somme ritorniamo brevemente sui nostri passi, fino alla pista da sci lungo la quale si scende a valle, ol-trepassando con un ponte la strada che da Folgaria sale a Passo Coe. Raggiunto il versante opposto della valle lo si risale fino ad intercettare il sentiero n. 124 che ci conduce al forte Sommo Alto (1.612 m), in tutto si tratta di circa un’ora di cammino dal forte Doss delle Somme. La visita di forte Sommo Alto è interessan-

te poiché l’opera, seppure di dimensioni minori rispetto a quella di Serrada, risulta discretamente conservata anche all’interno. Nei livelli inferiori della casamatta principa-le, di forma allungata, vi sono alcune gallerie ottimamente conservate.Queste gallerie, chiamate anche “poterne”, collegavano il corpo principale del forte con alcune postazioni in casamatta per il com-battimento ravvicinato, difese da mitraglia-trici. Al termine della visita di forte Sommo Alto ritorniamo sui nostri passi lungo il cri-nale della montagna e proseguiamo lungo il sentiero n. 124 fino a dove abbiamo po-steggiato l’auto, per circa una quarantina di minuti. III

I L’albergo correttoNel precedente itinerario, “La cintura dei forti” (il Trentino, numero 324, pagg.40-41), è stato scritto “Albergo ex forte Cherle” anziché il nome corretto “Albergo forte Cherle”. Ci scusiamo con gli interessati dell’invonlontario errore.

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A portata di manoAlle Viote del Monte Bondone un percorso geologico adatto anche a ciechi e ipovedenti

Questo spazio didattico-educativo è il punto di arrivo di un progetto coordinato dal Mu-seo delle Scienze (referenti Rossana Tode-sco e Christian Casarotto), cofinanziato dalla Fondazione Caritro e che ha avuto come fi-nalità avvicinare i ciechi e gli ipovedenti alle scienze geologiche cercando di attenuarne la disabilità e rendere le tematiche geonatu-ralistiche più accessibili e tangibili.

Il progetto si è svolto in tre fasi:

- documentazione e formazione per il per-sonale del museo coinvolto nel progetto: stato dell’arte sulla museologia per di-sabili sensoriali e studio della disabilità visiva;

- progettazione e conduzione di attività didattico-educative a carattere naturali-stico-geologico sul territorio e negli spazi del Museo;

- progettazione e realizzazione del percor-so geologico tattile.

Per progettare il percorso all’esterno ade-guato anche per ciechi e ipovedenti si è dovuto valutare e imparare come il deficit visivo grave influisce sulla mobilità e sull’o-rientamento, sull’autonomia personale e non ultimo sulla comprensione delle infor-mazioni che derivano dall’esterno e per le quali è necessario un percorso che vada dal particolare al globale. Queste tematiche sono state affrontate at-traverso lo studio e il confronto con il per-sonale qualificato della cooperativa sociale I.Ri.Fo.R. durante lo svolgimento di nume-rose attività laboratoriali calibrate tenendo conto dell’età e dell’insorgenza della cecità

di Rossana Todesco

razie ad una rete di collaborazioni con enti di tutela e ricerca per la disabilità visiva (I.Ri.Fo.R., U.I.C.I. E Centro del libro parlato di Brescia) e di progettazione e realizzazione di sentieri attrezzati

in aree montuose (Azienda Forestale Trento – Sopramonte e Servizio Conservazione della natura e valorizzazione ambientale della Provincia), è stata realizzata, in loc. Viote di Monte Bondone, un’area all’aperto dove viene rappresentata la geologia del Trentino.

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Escursione a Funes Puez-Odle e attività alla casa del parco naturale Puez-Odle. Esplorazione delle Odle

Percorso geologico “la geologia a portata di mano”. I contenuti scritti e raccontati invitano ad esplorare le rocce per conoscerne l’origine

o dell’ipovisione. I temi affrontati riguarda-vano la geologia ad esempio “le rocce”, “le georisorse del trentino”, “i rettili preistorici delle dolomiti”, ma anche la botanica ad esempio “la flora alpina”, “la distillazione” e la zoologia “i mammiferi delle alpi”, “i bachi da seta”. Proprio sull’accessibilità delle informazioni naturalistiche si è concentrato il progetto. L’accessibilità infatti non si esprime solo a livello fisico eliminando le barriere archi-tettoniche o ponendo oggetti e bacheche al giusto livello, ma anche attraverso la fruibilità dei contenuti. Questo può essere reso possibile attraverso l’uso di linguaggi specifici (il Braille, in questo caso), della tec-nologia che permette la riproduzione audio di testi scritti o l’utilizzo di chiavi d’interpre-

tazione, come il tatto, che possano fornire le stesso informazioni altrimenti acquisite con la vista. A questo proposito nel percorso geologico sì è cercato di inserire una guida all’esplorazione tattile che utilizza le carat-teristiche proprie della roccia (per esempio genesi, petrografia, contenuto fossilifero e\o mineralogico, tipo di metamorfismo subito).Ma ecco in sintesi come è il percorso “la geologia a portata di mano”.È situato all’interno del nuovo parco adia-cente al Giardino Botanico Alpino delle Viote. In quest’area sono stati posti una sessantina di blocchi di roccia di notevoli di-mensioni che compongono una mappa ge-ologica semplificata del Trentino. I monoliti, a litologia diversa, rappresentano la natura geologica dei principali massicci montuosi

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del territorio e ne descrivono l’evoluzione geologica.

Una serie di interventi mirati hanno permes-so di adeguare il percorso ai disabili visivi e uditivi, ma di rendere la geologia interes-sante e stimolante per tutte le tipologie di pubblico:

- è stato posato del ghiaino selezionato per identificare il sentiero da seguire. La traccia del sentiero ricalca la direzione e l’orientamento delle principali valli tren-tine;

- tre tipologie di piazzole rocce posate e larice indicano i punti dove svoltare o fermarsi;

- i pannelli didascalici sono in italiano / in-glese e in lingua braille e i caratteri del testo hanno una dimensione agevole e un alto contrasto per facilitare la lettura agli ipovedenti;

- ogni pannello è corredato da un oggetto iconico della roccia e della località citata nei testi;

- le didascalie hanno una breve descrizio-ne e una guida al tatto al fine di stimolare l’attività sensoriale sul monolito localiz-zato accanto al pannello;

- le smart guide si azionano in prossimità del punto d’interesse e contengono tutti i contenuti presenti nel catalogo. Questo supporto tecnologico ha una dimensione paragonabile ad un iphone; è provvisto di uno schermo touch-screen con i co-mandi posti ai quattro angoli, perciò è possibile udire e visualizzare i contenuti del percorso. Una voce registrata indica il comando selezionato. Per facilitare le persone ipovedenti è possibile modifica-re il colore delle sfondo dello schermo per ottenere il contrasto cromatico più adatto alla patologia visiva;

- realizzazione di un catalogo cartaceo in italiano e Braille e cd audio con i conte-nuti dei pannelli e gli approfondimenti. Il catalogo verrà depositato nelle bibliote-che del Triveneto; attualmente lo si può prendere in prestito a Trento, Rovereto, Riva del Garda e Bolzano.

È utile e bello sapere che il percorso geo-logico tattile fa parte di una serie di per-corsi naturalistiche all’aperto in Trentino Alto Adige, realizzati con specifiche soluzioni per affrontare la disabilità visiva e in alcuni casi anche motoria.

Qui un breve elenco:

- a Brentonico “La Natura parla con tutti” a

cura del comune di Brentonico;

- “Biotopo di Roncegno” a cura della Pro-vincia Autonoma di Trento;

- A Villazzano “il sentiero degli aquiloni” a cura dell’Azienda Forestale Trento-Sopramonte;

- A Ossana “il Giardino dei Sensi” a cura della Provincia Autonoma di Trento;

- in Val di Funes (BZ) “sentiero natura di Zannes” a cura dell’ Azienda Provinciale Foreste e Demanio;

- in Val di Landro (BZ) postazione tattile che riproduce le Tre Cime di Lavaredo e le famose vie alpinistiche.

I referenti de “la geologia a portata di mano” per il Museo delle Scienze esprimono sod-disfazione per l’esperienza che ha coinvolto ciechi e ipovedenti (di diverse patologie) di un’ampia fascia d’età dai 5 agli 80 anni

tra cui si contano persone che presentano deficit visivo dalla nascita e persone con deficit acquisito in tenera o tarda età. Gli argomenti trattati inoltre hanno determina-to interesse nelle persone coinvolte e sono stati di stimolo nell’incrementare le capacità di manipolazione tattile e di mobilità in am-bienti diversi dal contesto quotidiano. Si può affermare che la geologia in questo progetto è stata il veicolo per aiutare a superare le barriere fisiche, psicologiche, ambientali e cognitive che spesso accompagnano il defi-cit visivo grave, con l’obiettivo di diminuirne gli ostacoli derivanti dalla disabilità e di fa-vorirne l’integrazione sociale. Il progetto, anche se concluso, ha dato il via ad attività didattiche che vengono svolte periodicamente dal Museo delle Scienze in collaborazione con I.Ri.Fo.R., UICI e Sporta-bili in Val di Fiemme. III

Il percorso geologico “la geologia a portata di mano” i monoliti e le bacheche didattiche

Attività sui bachi da seta. Esplorazione tattile delle farfalle del baco da seta, di bozzoli. Sul tavolo disegno in rilievo che riproduce in scala 1:10 l’anatomia di un bruco

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Giovani in camminoLe emozioni del progetto “Le Vie dei Parchi”nel diario dei partecipanti, tappa dopo tappa

di Gianna Zortea

passato un anno da quando il primo gruppo di giovani trentini, calabresi e romeni – nel luglio 2012 – si sono messi in cammino per percorrere i sentieri del Parco Naturale Adamello Brenta

dando così il via all’esperienza de “Le Vie dei Parchi”.èIl progetto, realizzato dall’IPRASE e promos-so dall’Ufficio politiche giovanili della Pro-vincia autonoma di Trento con il contributo del Governo italiano in materia di Politiche giovanili, aveva permesso ai giovani sia di conoscersi, sia di scoprire le bellezze del Parco Naturale Adamello Brenta, partner del progetto insieme al Convento dei Frati Cap-puccini di Terzolas, che si configurava come “campo base” dell’esperienza.A quella prima tappa trentina, nel corso della seconda metà del 2012 si sono ag-giunti nel mese di settembre una seconda camminata in Romania e infine un terzo e conclusivo trekking a novembre in Calabria. Oggi quei giovani partecipanti di tutti i tre i gruppi si sono costituiti nell’associazione “Tassobarbasso” e hanno dato vita alla se-conda edizione de “Le vie dei Parchi”: al-tri giovani, quindi, provenienti dal Trentino

e dalla Calabria, dal 6 al 12 luglio hanno potuto scoprire le magia della montagna e del camminare lento, guidati da loro coeta-nei che hanno indossato il ruolo di ”guida al cammino”. Per raccontare la loro esperienza abbiamo potuto curiosare nel diario scritto dai parte-cipanti tappa dopo tappa, ognuna ritmata e sottolineata da una parola “chiave”.

sabato, 6 luglio 2013: “ACCOGLIERE”

Il gruppo, arrivato a Trento, coglie l’occa-sione per visitare il Duomo, “Cattedrale di san Vigilio”, per poi incontrare la so-cietà Alpinisti Tridentini.«Partire, andare, camminare. Un piede dopo l’altro, un passo dopo l’altro. Lento, veloce, ancora lento. Io non so cosa aspettarmi, non

so che cosa avrò, ma so che voglio esserci».

Domenica, 7 luglio 2013: “CONOsCENZA IN CAMMINO”

Al mattino i partecipanti si mettono in viaggio per Dimaro col trenino della Trento-Malé. Dopo una pausa pranzo “itinerante”, il gruppo affronta un’escur-sione con il Guardiaparco che li porta a Folgarida, per poi trasferirsi in pullman a sant’Antonio di Mavignola. «Partiti, avviati, incamminati. Primo trekking completato tra boschi, salite, alberi, casca-te, zaini in spalla. Alle volte uno sguardo ai miei compagni, perché la sensazione è strana. Stiamo condividendo un percorso, piano piano perché, come ha detto oggi la nostra guida del parco, in montagna prima ci si studia, poi si parla. Percorsi diversi, tempi diversi, provenienze diverse, accenti diversi, motivazioni diverse. Ma qui insieme ho la percezione che ci siamo, insieme. Un passo alla volta».«Camminare tra i boschi ci abbraccia. Oggi come ci ha detto Luciano, il Guardiaparco, il camminare insieme, l’affrontare insieme la stessa fatica aiuta a LEGARE, legare salda-mente».

Lunedì, 8 luglio 2013: “COsTRUIRE AssIEME”

La mattinata è dedicata ad una pas-seggiata. Nel pomeriggio ci sono l’in-tervento “Montagna e dialogo: binomio possibile?” di Alessandro Martinelli dell’Arcidiocesi di Trento e un’attività di gruppo con l’accompagnamento della

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TERRITORIOluglio-agosto 2013 | il Trentino

Guida Alpina Lorenzo Inzigneri. «Passo del Bren(t) de l’ors. Sembra di toc-care le nuvole, si sente soltanto la sinfonia dei nostri respiri».«Casina di Vigolana. Camino fumante, be-vanda calda, due chiacchiere dopo tante ore di cammino rallegrato anche dalla pioggia. Grazie per questa giornata, per questo cam-mino, per i fili d’erba che hanno ascoltato i nostri respiri. Adesso mi viene solo una frase … la felicità è tale solo se condivisa … in questo momento non potrei chiedere di più».

Martedì, 9 luglio 2013: “DIALOGO E CONFRONTO”

Al mattino il gruppo parte per Valagola attraversando il paesaggio delle Do-lomiti di Brenta e percorrendo la Forra scavata dal torrente, accompagnati dal monaco buddista di montagna Franz se-iun Zampiero. Nel pomeriggio, presso la Casina di Valagola, l’incontro con Padre Erminio Gius.«Dopo una lunga camminata sotto l’acqua e su un suolo tutt’altro che agevole, siamo arrivati alla Casina di Valagola. Un buon the caldo per riscaldare gli animi e un fuoco per i piedi. Scarpe e vestiti ad asciugare nella speranza di un bel tempo. Una buona cena e poi… tutti a riposare per una nuova gior-nata di cammino, con la speranza di avere poca pioggia domani». «È stata una lunga camminata, la sofferenza e le fatiche sono state tante ma alla fine ero lì, quasi in cima al mondo: quelle montagne, che prima mi sembravano non avere mai

fine, ora invece sembrano molto più piccoli. L’aria era così pura e fresca che ti fa sen-tire rinnovato, il profumo delle piante, degli alberi e il canto degli uccelli mi danno un senso di pace che da tanto non provavo».

Mercoledì, 10 luglio 2013: “IMMERGERsI NELLA NATURA”

Il gruppo affronta un’escursione di un’intera giornata verso Malga Movlina. Ultima tappa del trekking è Villa santi, dove partecipano a un incontro formati-vo con l’alpinista sergio Martini.«Nonostante la pioggia abbia reso più diffi-coltoso e impervio il nostro percorso, siamo arrivati più o meno integri a Villa Santi. Dopo aver visto gli animali del luogo ho riflettuto sulla giornata: ciò che realmente conta non è quello che si ottiene a fine camminata, ma quello che si è provato mentre si cammi-na».Anche Sergio Martini lascia una traccia sul diario: «Ho raccontato le mie storie sugli 8000, ma qui lo spirito è più alto».

Giovedì, 11 luglio 2013: “sCAMBIO”

Durante la mattinata il gruppo incontra Carlo F. Casula, Università Roma 3. Dopo un pranzo a km 0 proposto dal cuoco Adolfo, i giovani trekker proseguono le attività di gruppo con la raccolta delle impressioni e delle sensazioni della set-timana. «In questa serata quasi di fine tappa del progetto, sotto le note degli Aperiquartet AcousticBand mi godo il momento in di-sparte, guardando il gruppo ballare. Sono ampiamente soddisfatto di ciò che i miei “colleghi” dell’anno scorso sono riusciti a metter su con mille difficoltà dovute all’i-nesperienza, ma così bella da farti emozio-nare. Nella Val Rendena risuona la musica e io sono estremamente contento ed emo-zionato, dopo esser stato parte integrante l’anno scorso della prima edizione ed oggi in qualità di accompagnatore del gruppo calabrese». III

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Tirol · Südtirol/Alto Adige · Trentino

Un progetto comune dell‘Abteilung Umweltschutz/Tirol, dell‘Agenzia provinciale per l‘ambiente/Alto Adige,

Agenzia provinciale per la protezione dell‘ambiente/Trentino e la Transkom Sas.

Al concorso possono partecipare privati e persone giuridiche (imprese, comuni, associazioni, istituzioni, scuole,...) residenti o con sede legale in Tirolo-Alto Adige-Trentino.

Possono essere presentate idee, proposte di miglioramento, progetti, nonché in generale attività e provvedimenti svolti finora in termini di tutela ambientale.Termine di adesione è venerdì 1 novembre 2013

Valore complessivo premi Euro 7.000

Premi ed iniziative ulteriori: Da parte dello sponsor principale APRIE verrà conferito un “Premio Energia Trentino” del valore di Euro 2.000, per il miglior progetto in materia di utilizzo razionale dell‘energia e/o di produzione di energia da fonti rinnovabili, presentato da privati, società, scuole o enti del Trentino.

Informazioni: www.ambientetrentino.it - Tel. 0461 26 16 56 oppure www.transkom.it - Tel. 0471 28 90 87

col sostegno di

Sponsor principale

Il concorso su ambiente e sostenibilità.Partecipa anche tu!

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CULTURAluglio-agosto 2013 | il Trentino

Sulle tracce dei Castelli in ReteIn alcune significative aree geografiche individuati 27 manieri e altrettanti itinerari

Un progetto dal significativo profilo storico-culturale, che porta a una proposta fresca e appetibile da tutti anche grazie alla possibi-lità di abbinare le visite alle tante altre at-trattive del territorio: un trekking, un bagno termale, un concerto, la scoperta di parti del Trentino meno conosciute ma non meno ric-che di fascino. In Vallagarina cuore dell’area è Castel Beseno, il più vasto complesso fortificato del Trentino, una possente fortez-za di origini medievali dove quest’anno è stato rinnovato completamente l’allestimen-to museale e che ospiterà dal 23 giugno la mostra “I cavalieri dell’Imperatore” che sarà allestita in due sedi: Castel Beseno e il castello del Buonconsiglio. A pochi passi da Castel Beseno si erge a Calliano Castel Pietra, maniero che per secoli è stato il confine tra Trento e Venezia e che conserva ancor oggi un pregevole ciclo di affreschi medievali di tema cortese. Sulla sponda opposta dell’Adige domina invece maestoso Castel Noarna dove nella Cappella si trova la pala “L’incoronazione della vergine con i santi Nicola e Francesco”, risalente al 1580 mentre la predella dell’altare è decorata con scene di vita del santo. San Francesco è ri-volto verso la scena dell’Incoronazione della vergine. La pala è attribuita a Paolo Nau-rizio. A pochi chilometri da Noarna si trova il Castello di Rovereto, uno dei migliori esempi di fortificazione tardo-medioevale che ospita il prestigioso Museo Storico Ita-liano della Guerra. Sempre in zona si tro-

ltre 300 tra castelli, rocche, sedi fortificate, cinte murarie e ruderi fanno del Trentino terra di manieri, un patrimonio storico-culturale e architettonico straordinario che quest’estate sarà

valorizzato e sarà un’offerta in più nella promozione del territorio.Per questo in alcune significative aree geografiche sono stati individuati 27 castelli che fanno parte del progetto Rete Castelli del Trentino. All’interno di ciascuna area le fortificazioni possono diventare tappe di un itinerario da percorrere in una o più giornate.

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Castello del Buonconsiglio (Copyright © A. Ceolan 2011)

va Castel Corno che offre un panorama mozzafiato sulla Vallagarina. Proseguendo lungo la Valle dell’Adige si incontra il castel-lo di Avio, di proprietà del Fai. Le valli del

Sarca, dei Laghi e delle Giudicarie offrono numerose opportunità di itinerari castellani. Nelle Giudicarie, alle porte del parco Ada-mello Brenta, tra Riva del Garda e Madonna

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Castel Thun (Archivio fotografico Castello del Buonconsiglio)

Castel Ivano (Archivio fotografico Castello del Buonconsiglio)

Castel Corno (Archivio fotografico Castello del Buonconsiglio)

di Campiglio, si trova il Castello di stenico, una fortezza medievale severa e imponente, mentre all’interno decorazioni scultoree e pregevoli affreschi gli conferiscono l’aspetto di elegante residenza. Gli interventi più si-gnificativi risalgono ai principati di Johannes Hinderbach, attento umanista, e di Bernar-do Cles, una delle figure più importanti della storia trentina, uomo di potere e raffinato mecenate. Gli ambienti sono oggi elegante-mente arredati con raffinati mobili, intagliati e intarsiati, pregevoli dipinti, armi bianche e da fuoco, antichi utensili d’uso quotidiano in rame, in ferro e in legno, provenienti dal-le collezioni del Castello del Buonconsiglio. Nelle Giudicarie esteriori merita una visita Castel Campo che nel 1468 fu comprato dalla famiglia Trapp e lo abitò per più di 400 anni, arricchendolo di affreschi e nuove co-struzioni. Vicino al lago di Idro Castel san Giovanni di Bondone è il simbolo del presti-gio dei Lodrón, suoi proprietari dal XIII al XX secolo. Strategicamente arroccato su di uno sperone roccioso a dominio del Lago d’I-dro, all’incrocio delle strade per la Valle del Chiese e la Valvestino, quest’ultima fino alla Prima guerra mondiale in territorio trentino. È tipica la sua architettura fortificata, più militare che residenziale: una larga e alta torre svettante su di un recinto chiuso e ben protetto da spesse cinte murarie. Un ponte levatoio, inoltre, lo rendeva imprendibile. Nel Bleggio Inferiore affascinanti sono i ruderi di Castel Restor: le prime notizie risalgo-no agli inizi del 1265, quando il Principe Vescovo di Trento Egnone donò a Federico d´Arco questo luogo, autorizzando la costru-zione di una fortezza. Nel 1298 il castello, pienamente funzionante, è sede giudiziaria nonché residenza di un vicario comitale.

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CULTURAluglio-agosto 2013 | il Trentino

Nella Valle dei Laghi sono da menzionare Castel Toblino, di aspetto rinascimentale, e Castel Drena, fortezza medievale che risale al Dodicesimo secolo. Nella zona del Garda è possibile visitare il Castello di Arco. Lo si raggiunge percorrendo una delle tre vie che dal centro dell’abitato attraversano gli uliveti fino al Prato della Lizza. Ancora verso sud e si raggiunge Riva del Garda con l’antica Rocca, fortezza sul lago costruita a partire dal 1124. In Valsugana e Val di Cembra i manieri fanno riferimento alla via romana Claudia Augusta, che collegava Altino con Augusta Vindelicorum, l’odierna Augsburg, in Baviera.Il Castello di Pergine, che domina la Via Claudia Augusta nell’alta Valsugana, è stato costruito nel Duecento: oggi il castello, di proprietà privata, ospita un ristorante e un hotel, che dispone di 21 camere nell’ala che risale al periodo rinascimentale. A Fornace si erge Castel Roccabruna, di origini me-dievali e ricostruito in epoca rinascimentale, con l’aspetto di un bel palazzo signorile. Percorrendo la Valsugana si incontra l’impo-nente Castel Ivano, anch’esso di proprietà privata, con il fossato che protegge la parte nord del castello, il portone con lo stemma dei Wolkenstein, la cappella seicentesca. Nel Comune di Caldonazzo si potranno vi-sitare i ruderi della Torre dei sicconi, in-nalzata nel 1201 su di un luogo preistorico dalla potente famiglia dei Castelnuovo. Nell’area di Trento il tema castellano è quel-lo del Principato vescovile, e l’attenzione si concentra naturalmente sul Castello del Buonconsiglio, monumento storico-artisti-co di straordinario valore, residenza dei Prin-cipi Vescovi di Trento fino al 1803, e famoso per la presenza del Ciclo dei Mesi a Torre Aquila, capolavoro del gotico internazionale,

per gli affreschi di Dosso Dossi, Romanino e Fogolino e per le ricche collezioni di arche-ologia, scultura lignea, lapidea, la sezione egizia, la sezione di bronzetti rinascimentali oltre alla ricca pinacoteca. Nella zona che comprende Val di Non e Val di Sole il tema scelto per caratterizzare i castelli è La no-

biltà rurale nei castelli delle Alpi, e il punto di riferimento è Castel Thun, residenza di quella che forse è la più antica famiglia no-bile del Trentino, già documentata nel 1050, che ha avuto ben quattro principi vescovi tra Seicento e Settecento. Quest’anno la Rete dei castelli si è ulteriormente ampliata e conta ora ben 27 castelli. Otto le nuove ade-sioni 2013 alla rete: Castel Belfort, Castel Penede, Castel Vasio, Castello di Altaguar-dia, Castello di Livo, Castello di Segonzano, Castel Pradaglia, e Palazzo Assessorile di Cles. Per incentivare la fruizione di questi splendidi luoghi di storia e arte, a partire dal 1 luglio fino al 29 settembre 2013 è propo-sta al pubblico una sorta di “carta fedeltà” del visitatore, simile a quelle dei cammini di fede o dei rifugi. In particolare, in ogni sede castellana sarà apposto un timbro per contrassegnare la “carta fedeltà dei castelli trentini” e i primi che avranno visitato otto, o sedici manieri, avranno diritto, fino ad esau-rimento, a premi messi generosamente a disposizione da alcuni sponsor. III

Castel Beseno (Copyright © A. Ceolan 2011)

Castel Pietra (Archivio fotografico Castello del Buonconsiglio)

Castel Stenico (Copyright © A. Ceolan 2011)

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Molte le proposte per un pubblico di tutte le età, dai più piccoli ai nonni: laboratori, spettacoli teatrali, concerti, visite guidate per capire con l’aiuto degli archeologi come vivevano i nostri antenati nell’antichità. Un passato interessante che riserva molte sorprese e aspetti inediti che meritano di essere conosciuti. Le iniziative sono realiz-zate grazie alla collaborazione di Comuni, Aziende per il turismo, enti, associazioni, produttori locali che con grande sensibilità contribuiscono alla valorizzazione di queste importanti testimonianze del passato. Tra gli eventi che si sono succeduti a partire da giugno, si ricordano in particolare queste date per i mesi di agosto e settembre. Al Museo delle Palafitte di Fiavé, incluse nella lista del Patrimonio mondiale Unesco, viene dedicata particolare attenzione alle famiglie, come testimonia la recente assegnazione del marchio “Family in Trentino”. In maniera giocosa e divertente sarà possibile immer-gersi nella vita quotidiana di un villaggio palafitticolo di 3.500 anni fa partecipando ai laboratori didattici “Ma come facevano a fare?” (8 agosto) e “Terra, acqua, fuoco…mani sporche” (22 agosto) oppure seguen-do le visite guidate al museo e al biotopo Carera dove sono ancora visibili i resti delle palafitte (29 agosto). Il museo ospita inoltre fino al 29 settembre la mostra fotografica “Infanzia nelle Giudicarie ieri ed oggi. Pic-cola storia per immagini” a cura del Gruppo Ricerca e Studi Giudicariese. Attraverso le foto dal 1870 al 1970, la mostra ricostru-isce la vita delle bambine e dei bambini delle Giudicarie Esteriori. Sono testimoniati l‘ambiente, il lavoro, i grandi eventi storici – l’emigrazione, la prima guerra mondiale,

Viaggi nel passatoLe iniziative culturali dell’estate nei siti archeologici del Trentino

di Monica Dorigatti

un viaggio nel passato coinvolgente e avvincente quello proposto dai Servizi Educativi dell’Ufficio Beni archeologici della Provincia autonoma di Trento che anche quest’anno hanno messo a punto

un ricco programma estivo di attività per scoprire la storia più antica e meno conosciuta del Trentino. è

Trento, S.A.S.S (foto O. Michelon)

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CULTURAluglio-agosto 2013 | il Trentino

il fascismo, la seconda guerra mondiale, la nascita della Repubblica.Merita una visita il Museo Retico - Centro per l’archeologia e la storia antica della Val di Non, a Sanzeno, che ripercorre con pre-ziosi reperti e apparati tecnologici e multi-mediali la storia degli antichi abitanti della valle, dai cacciatori paleolitici ai Reti, fino ai santi martiri d’Anaunia. Per approfondire questi aspetti il museo of-fre visite guidate tematiche: “I Reti e le an-tiche genti della Val di Non” (29 settembre). Sono rivolti ai più piccoli i laboratori tematici dedicati alla lavorazione dei metalli (7 ago-sto) e alla macinatura dei cereali con cottura del pane (21 agosto). “Dalla canzone fran-cese alla scuola genovese. Omaggio a Edith Piaf” è il titolo del concerto in programma il 4 agosto con il Gruppo Caronte, mentre il 6 agosto l’appuntamento è con “CinemA-MoRe”.All’area archeologica Acqua Fredda al Pas-so del Redebus gli archeologi hanno ripor-tato alla luce una delle più importanti fon-derie preistoriche della tarda età del Bronzo (XIII-XI sec.a.C.) dell’intero arco alpino. Nel corso dell’estate, proprio nel luogo dove i minerali di rame erano lavorati fin dai tempi più remoti, sarà possibile cimentarsi in pri-ma persona nei laboratori “Acqua fredda,

caldo metallo!” e visitare la riserva naturale che circonda il sito con un accompagnatore di territorio (30 agosto). “La spada è nella roccia” (9 agosto) prevede la visita guidata al sito e attività di archeologia sperimentale per bambini e adulti. Per conoscere i segre-ti della lavorazione dei metalli e vedere gli archeotecnici realizzare dal vivo uno stru-mento come si faceva nell’antichità basta partecipare a “All’idea di quel metallo” (9 agosto e 29 settembre). Da non perdere per i più piccoli “Incontro con il mito. Piè zoppi, man’ di fata… Le meraviglie di Vulcano”, un originale spettacolo teatrale interattivo dedi-cato al mito di Vulcano (23 agosto).Chi ancora non avesse avuto occasione di scoprire Tridentum, la Trento romana può partecipare alle visite guidate gratuite al S.A.S.S., lo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, in programma venerdì 2 agosto alle ore 16 e alle 17. Le visite sono completate dalla visione del video multimediale “Den-tro Trento”, un viaggio tridimensionale a ri-troso nel tempo con ricostruzioni dell’area archeologica con tecniche di realtà virtuale. A partire da settembre verrà riproposto, in collaborazione con il Museo Diocesano Tri-dentino, “Alla scoperta di Tridentum. La città sotterranea”, l’itinerario archeologico nel centro di Trento, dal S.A.S.S. a Porta Vero-

Museo Palafitte Fiavé (foto O. Michelon) Museo Retico, letture

I Per informazioniIl programma completo è in distribuzione presso il S.A.S.S. a Trento, il Museo Retico di Sanzeno e il Museo delle Palafitte di Fiavé

Provincia autonoma di Trento

Soprintendenza per i Beni architettonici e archeologici

Ufficio Beni archeologici

Via Aosta, 1 - 38122 Trento

tel. 0461 492161

[email protected]

www.trentinocultura.net/archeologia.asp

nensis e alla Basilica Paleocristiana (14 e 28 settembre, 12 e 26 ottobre).Altri appuntamenti sono in programma presso l’area archeologica di Doss Castel a Fai della Paganella (Archeotrek con visite al sito ogni venerdì fino al 15 settembre), a Doss Zelor a Castello di Fiemme (visite guidate 8 e 22 agosto). L’antica fortezza di Monte San Martino nel Lomaso sarà pro-tagonista, il 24 agosto, della “Giornata del paesaggio” con trekking con gli asini, visite guidate e degustazioni di prodotti locali. III

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Kulturinstitut LusérnIstituto Cimbro Luserna

CIMBRI

I La Grande Guerra in mostra

’Z iz gest vor in Kriage, asó hatta hèrta khött moi nona, belz kriage hattzez nia khött ombromm alle håm gebizzt ke ’z kriage atz Lusérn iz daz sèll boda hatt abegemèkket ’z lånt un getribet soine laüt azpe arme böas vo niamat in fremmege lentar zo patira hummar un vrost. Ombromm allz ditza iz vürkhennt süachtz zo zoagasaz da naüge auzlegum von dokumentationszentrum.

Forse ogni paese ha il suo prima e il suo dopo qualcosa, lo scrittore Mauro Corona per esempio divide la storia della sua Erto in un prima e in un dopo la frana del 9 ottobre 1963, i paesi del vicino Friuli invece, hanno la data del 6 maggio 1976 a separare tutto quello che c’era prima da tutto quello che è venuto dopo. Tesero, in Val di Fiemme, ha il suo spartiacque in un meraviglioso giorno d’esta-te pieno di sole: il 19 di luglio 1985… duecentosessantotto morti hanno spento quel sole e sono diventati il confine tra il prima e il poi. Il displuvio del tempo a Luserna-Lusérn, ha ormai cento anni, ma non ha alcuna importanza, il segno che divide il prima e il dopo non si attenua mai, rimane inciso nei solchi della vita come traccia indelebile. Prima della Grande Guerra, dopo la Grande Guerra, così si contano gli anni a Luserna. Non c’è da stupirsi allora se la mostra annuale del Centro Documentazione sia costruita ancora una volta attorno allo stesso argomento: il primo conflitto bellico che la storia ricorda come Mondiale. “L’alba della Grande Guerra” è il titolo dell’e-sposizione che il Centro ha allestito nella sua rinnovata sede di via Trento a Luserna-Lusérn. La nuova mostra approfondisce ed amplia quella dello scorso anno, dedicata alle truppe trentine-tirolesi che si sono trovate, già nel 1914, un anno prima del coinvolgimento nel primo conflitto belli-co mondiale del regno d’Italia, a combattere nella lontana Galizia con le divise dell’imperial-regio esercito Austro-Ungarico. “L’Alba della Grande Guerra” cerca di indagare le ragioni profonde per cui un’Europa apparentemente prospera e pacificata non sia riuscita ad evitare il precipitare degli eventi. Si analizza in particolare l’insorgere di nazionalismi contrapposti che hanno visto anche la comunità cim-bra terreno di contrasti ben al disopra dei poveri abitanti del piccolo borgo di montagna ai confini del grande impero. Il 28 luglio 1914 sorge come un qualsiasi giorno d’estate ma al tra-monto più niente sarà come prima. Il vecchio Imperatore sceglie pro-prio questo giorno per dichiarare guerra alla Serbia, ne sono passati

esattamente trenta dall’attentato di Sarajevo, nel quale hanno perso la vita l’erede al trono dell’Impero, l’Arciduca Francesco Ferdinando, e la moglie Sofia. Prima di quel giorno che per sempre segnerà la storia dell’umanità, l’Europa aveva vissuto un lungo periodo di pace e di insolita prosperità. Un periodo che, dalla fine dell’ottocento sino all’ora fatale, verrà celebrato con il nome di bélle epoque, l’epoca bella, i bei tempi; il progresso della scienza e della tecnica sembrava inarrestabile, la fiducia dell’uomo moderno nel futuro raggiunse vet-te mai più sfiorate. L’illuminazione elettrica, la radio, l’automobile, il cinema, il vaccino per la tubercolosi, sono solo alcune delle innume-revoli scoperte di quel periodo. Perché tutto questo finisce nell’Inutile Strage della prima guerra chiamata Mondiale? Perché una diploma-zia raffinata non è riuscita ad evitare la catastrofe? Sono interrogativi quanto mai attuali in un mondo come quello di oggi attraversato da nazionalismi esasperati, interrogativi a cui il curatore, Lorenzo Barat-ter, cerca di rispondere per non cadere nella stessa trappola di cento anni orsono. La mostra rimarrà aperta sino al 3 novembre 2013 con orario 10.00 – 12.30 e 14.00 – 18.00.

per ulteriori informazioni: www.kulturinstitut.lusern.it per ulteriori informazioni: www.istladin.net

Minoranze linguistiche a cura di Andrea Nicolussi Golo foto Andrea Contrini

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CULTURAluglio-agosto 2013 | il Trentino

LADINI

I sante, streghe ed eroine I Crepes TrasfegurèdesSarà visitabile fino alla fine di agosto presso il Museo Ladino la mo-stra fotografica di Marcella Pedone, dal titolo “Crepes trasfegurèdes Dolomiti, leggende e trasfigurazione”. Innamorata fin dalla giovinezza delle Dolomiti, vi ha fotografato per oltre cinquant’anni, affascinata dalle loro guglie e lasciandosi tra-sportare nel reame incantato di leggendarie civiltà o proiettandosi verso il futuro, inseguendo il richiamo dell’Eden ed il miraggio della felicità eterna. Nelle immagini esposte emerge la visione solitaria e del tutto perso-nale dell’artista, in continua ricerca di comprendere l’essenza delle Dolomiti, ciò che ella stessa definisce “l’infinito verticale”. L’unicità degli scatti fotografici è accentuata dal fatto che la loro elaborazione è tutta mentale e realizzata in tecnica analogica, con la sovrapposi-zione studiata di due riprese fotografiche.La mostra, che resterà presso il Museo Ladino dal 4 luglio al 20 agosto, verrà riproposta presso la Sala mostre nella Ciasa de Noscia Jent dal 22 agosto al 7 settembre.

L program del Museo Ladin per l’istà 2013 l’é rich de evenc culturèi: de gran enteress la scontrèdes con autores e studiousc tel chèder de la scomenzadiva “Parola Vista Dolomiti”, olache se rejonarà de “Sèntes, stries e eroìnes”, tolan cà l tem de la fémena te la cultura ladina anter storia, letradura e mit. Apede la scontrèdes sarà ence na mostra de operes grafiches sui prozesc a la stries stac te Fiem al scomenz del XVI sec.

L Museo met a jir ence la mostra de fotografìes de Marcella Pedone dal tìtol “Crepes trasfegurèdes” olache vegn portà dant sia vijion de la Dolomites, metuda al luster tras na tecnica analogica deldut particolèra de sorapeament de la fotografìes.

È incentrato sulle donne nella cultura ladina tra storia, letteratura e mito, il programma culturale proposto dal Comitato Manifestazioni di Pozza in collaborazione con l’Istituto Ladino. “Incontri con l’autore”, che si terranno il martedì sera presso il municipio di Pozza di Fassa nel quadro dell’iniziativa “Parole Vista Dolomiti”, promossa dall’ APT di Fassa, faranno conoscere le più recenti opere di studiosi e ricer-catori, come Ulrike Kindl, Brunamaria Dal Lago Veneri, Cesare Poppi, Italo Giordani, da anni impegnati a studiare le leggende dolomitiche, le credenze popolari su fate, principesse e anguane, ma anche la dimensione storico-antropologica dei processi per stregoneria, fino ad evidenziare, con il lavoro di Luciana Palla, figure di “eroine” con-temporanee come Maria Piaz, pioniera del turismo in Fassa. Da segnalare la presentazione del romanzo di Fabio Chiocchetti re-centemente edito da Curcu & Genovese dal titolo “I misteri del Cja-slir”, affresco storico in cui si narrano le vicende del principe vescovo fassano Daniel Zen e dei processi per stregoneria che interessarono la comunità di Fassa nel 1627-28. Il programma include uno spettacolo di grande impatto emotivo, che si terrà presso il Teatro parrocchiale di Pozza martedì 6 agosto, un’installazione multimediale animata da composizioni originali della soprano Susy Rottonara ispirate alle leggende del “Regno dei Fanes” e da opere d’arte di Rott, accompagnate da letture dello scrittore ladino Roland Verra.Inoltre fino al 20 agosto sarà possibile visitare, presso la “Ciasa de Noscia Jent” a Pozza, la mostra dell’artista Mariano Vasselai inti-tolata “A proposito di streghe…”, che esporrà una serie di opere grafiche ispirate perlopiù ai processi per stregoneria occorsi in Val di Fiemme all’inizio del sec. XVI. Un modo per accostarsi con rispetto a un dramma che colpì con virulenza donne innocenti, vittime della superstizione e dell’ignoranza.

per ulteriori informazioni: www.istladin.net

Minoranze linguistichea cura di Daniela Brovadan foto Opera di Mariano Vasselai / Fotografia di Marcella Pedone

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I Le minoranze linguistiche all’Universitàscopo di formare figure professionali specializzate, sia a tutti coloro che si interessano di aspetti linguistici, culturali, giuridici e strutturali connessi ai temi della diversità, della convivenza e del confronto. Per quanto riguarda la ricerca, è stato avviato un programma di in-centivazione per giovani in possesso di un titolo di dottorato. Sono state bandite ogni anno una o più borse per assegni di ricerca su temi linguistici, giuridici, sociali, economici pertinenti le comunità di minoranza linguistica della nostra Provincia. Dal 2012 viene anche assegnata una borsa di dottorato triennale sul tema delle minoranze linguistiche presso la Scuola di dottorato di Studi Umanistici. Tutti i progetti, di formazione e di ricerca, sono stati attivati grazie al contributo finanziario della Provincia autonoma di Trento e della Regione Trentino-Alto Adige.Per quanto riguarda le iniziative, ancora in fase progettuale, da rea-lizzare negli anni futuri, le prospettive sono rivolte alla creazione di un laboratorio interdipartimentale di ricerca sulle minoranze linguistiche e alla realizzazione all’interno della proposta didattica, di una certifi-cazione trasversale sulle minoranze linguistiche.

Ber stelln enk vou r de projektn as sai’ enviretrong kemmen en de leistn jarder va de Universitet va Trea’t asn tema va de sprochminderhaitn. De sai’ gamòcht kemmen zòmm pet de Provinz va Trea’t ont pet de Region Tentino Sudtirol. Men tuat òrbetn asn lear va de sprochen minder kennt ont as de untersuach as de insern gamoa’schòftn. De òrbet za viarn de doin projektn ist garo bider gem kemmen en Patrizia Cordin, as ist professoren va glottologi en de Universitet va Trea’t.

Negli ultimi anni l’Università di Trento è stata la fucina di numerose attività nel campo della ricerca e della didattica sulle comunità di minoranza linguistica, soprattutto in ambito culturale e linguistico.La Provincia autonoma di Trento, ricchissima di lingue locali, ne riconosce giuridicamente tre: quella ladina, quella cimbra e quella mòchena. Dagli ultimi decenni il monolitismo linguistico sta progres-sivamente cedendo il passo al pluriliguismo e le lingue meno diffuse, soprattutto quelle riconosciute dal legislatore, si trovano ad avere ruoli e compiti molto diversi rispetto al passato. Su questi temi, l’Università degli studi ha avviato nel 2002 una col-laborazione con la Provincia autonoma di Trento al fine di definire e promuovere l’attivazione di iniziative universitarie a favore delle minoranze linguistiche. Da questa collaborazione sono nate dunque proposte diverse, coordinate in un disegno organico, che hanno un duplice scopo: da parte delle comunità di minoranza linguistica, il veder riconosciute e approfondite le particolarità linguistiche e cul-turali, da parte dell’Ateneo, lo sviluppo di una vocazione specifica di studio e di insegnamento, connotativa del legame tra l’Università trentina e territorio. Terminata una prima fase – il rettore Bassi ha infatti concluso il suo incarico ed è subentrata la nuova rettrice De Pretis – ci sembra utile presentare brevemente i lavori che sono stati portati avanti in questi anni, in particolar modo in riferimento alla nostra comunità. In questi anni, il compito di coordinare le iniziative in materia di mino-ranze linguistiche è stato affidato a Patrizia Cordin, docente di Glot-tologia e linguistica presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia, il cui incarico di delegata per le attività in tema di minoranze linguistiche è stato riconfermato da poco dalla nuova rettrice. I progetti portati avanti dall’università hanno seguito due filoni principali: quello della formazione e quello della ricerca.La prima rivolta sia alle comunità di minoranza linguistica, con lo

per ulteriori informazioni: www.bersntol.it

Minoranze linguistiche a cura di Lorenza Groff foto Donna con gerla (foto G.Sebesta - Archivio Museo degli Usi e costumi della Gente Trentina)

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L’ora del votoAugusto Avancini e il suffragio universale maschile, introdotto in Austria nel 1907

Le prime elezioni a suffragio universale maschile furono fissate per il 24 maggio 1907: gli effetti di questa riforma furono dirompenti, accelerando processi in atto già dai mesi precedenti, provocando da una parte la caduta delle forze liberali, dall’altra la definitiva ascesa di partiti quali i social-democratici (socialisti) e i cristiano-sociali (cattolici antisemiti), che si spartirono una grossa fetta dei consensi delle nuove cate-gorie di persone ammesse al voto.Anche in Trentino si avvertirono gli effetti di questo terremoto politico: su nove seggi disponibili uno andò ai liberali e un altro ai socialisti; la formazione politica che invece fece la parte del leone fu il partito popolare-

di Luca Rizzonelli

l 20 gennaio 1907 fu introdotto in Austria il suffragio universale maschile per l’elezione della camera dei deputati del Reichsrat di Vienna. La legge arrivava dopo anni contraddistinti da continui

ampliamenti di elettorato, ma fu solo con il primo ministro Max Wladimir Freiherr von Beck, su spinta di Francesco Giuseppe, che la legge fu varata: l’instabilità politica persistente che aveva contraddistinto il parlamento negli anni precedenti aveva posto di fronte all’imperatore la necessità di trovare un mezzo per superare l’ingovernabilità, nel tentativo di costringere i partiti borghesi a trovare una convergenza che contenesse quelli radicali.

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Augusto AvanciniMax Wladimir Freiherr von Beck (ONB Bildarchiv Austria)

clericale che riuscì a raccogliere i restanti sette mandati. Il successo della rete comu-nicativa di socialisti e popolari aveva messo in mostra il fallimento del sistema associa-tivo liberale, incapace di trovare sostegno da parte dei nuovi elettori. Questo fattore fu determinante nel permettere l’ascesa di nuove figure politiche: l’elezione del socia-lista Augusto Avancini si può definire come l’evento-simbolo di quell’anno, siccome per la prima volta un socialista trentino riusci-va ad essere eletto all’interno del Reichsrat viennese.Dedito ad attività commerciali, egli fu un rappresentante del piccolo gruppo di “socia-listi borghesi” che promossero il movimento

operaio in Trentino: egli fu tra i fondatori del partito socialista trentino, affiancando nella lotta politica personalità quali Cesare Battisti e Antonio Piscel. Già consigliere comunale, la sua candidatura politica nel 1907 non fu un caso: dopo aver opportunamente evitato di intervenire apertamente nelle lotte interne del partito negli anni precedenti, egli si pose come una personalità di mediazione ideale per cercare di far convergere intorno a sé i consensi delle diverse anime del socialismo trentino.Tra le principali tematiche intorno a cui ruo-tò l’iniziativa politica di Avancini ci furono le problematiche riguardanti l’emigrazione italiana in Austria, la richiesta del suffragio universale anche per le elezioni comunali e provinciali, l’autonomia amministrativa del Trentino e la cessazione della censura sui quotidiani trentini. Paradossalmente l’ottimo risultato elettorale della socialdemocrazia austriaca comportò problematiche di diffici-le soluzione: la natura internazionalista del socialismo si doveva scontrare con i sen-timenti nazionalisti ottocenteschi, compor-tando continui compromessi e contrasti nel tentativo di assecondare alternativamente l’ideale sociale al richiamo di unificazio-ne delle diverse nazionalità. Inoltre essere parte del sistema politico parlamentare si-gnificava ridimensionare la connotazione rivoluzionaria che aveva contraddistinto tale movimento politico, provocando a lungo ter-mine una contrazione di consensi.

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CULTURAluglio-agosto 2013 | il Trentino

accuse sdegnate del Barni, il quale però non si attendeva un’altrettanto dura reazione dell’avversario: Avancini rassegnò le proprie dimissioni da deputato. Questa mossa colpì nel segno: il sindacalista si ritrovò isolato, accusato di aver fomentato un clima di ten-sione all’interno del socialismo trentino, tan-to da aver provocato le dimissione di uno dei suoi esponenti di punta, messosi in risalto proprio per posizioni di mediazione tra le parti. La stessa direzione social-democrati-ca austriaca condannò l’indirizzo ideologico di Barni: solo a quel punto Avancini revocò le proprie dimissioni, completando il proprio mandato fino al 1911.L’esperienza politica di Avancini al parla-mento viennese si pose come uno spar-tiacque: se da una parte egli fu il nuovo protagonista trentino nell’agone politico viennese, dall’altra parte il suo successivo passaggio di testimone a Cesare Battisti, eletto nel 1911, significò il prevalere all’in-terno del socialismo trentino della rivendi-cazione nazionale rispetto alla vocazione internazionalista. III

Le conseguenze di questo processo interes-sarono anche il movimento politico trentino: Avancini si può ascrivere all’interno della linea internazionalista, al contrario di Ce-sare Battisti, il cui pensiero era imperniato intorno alla rivendicazione irredentista, ma queste divergenze di vedute non minarono i loro buoni rapporti: lo stretto legame duran-te gli anni parlamentari (Battisti suggeriva al deputato le principali proposte da illustrare in parlamento) ne è la dimostrazione. Inol-tre l’intervento di Avancini contro una ma-nifestazione dei pangermanisti in Trentino mostra come l’elemento nazionale, seppure minoritario, fosse comunque presente. A queste differenti modi di interpretare il socialismo, in quegli anni si inserì un nuovo personaggio politico, che poteva seriamente minare la stabilità del partito, ovvero Giulio Barni e il suo anarco-sindacalismo rivoluzio-nario. Egli riteneva che il sindacato non si dovesse mischiare con la componente par-titica del socialismo, criticando una serie di battaglie politiche intraprese in quegli anni (ad esempio la rivendicazione di un’univer-sità italiana a Trieste, istituzione ritenuta inutile) e alzando continuamente i toni nei confronti dell’esponente che in quel mo-mento rappresentava il socialismo in sede imperiale, ovvero l’Avancini.Proprio una contesa con questo movimento sindacale provocò un deciso strappo tra le parti: l’occasione si ebbe in concomitanza con lo sciopero dei calzolai di Trento, indotto dal Barni, agitazione che dopo tre settima-ne fu ridimensionata dall’intervento dell’A-vancini, che tentò di trovare un accordo tra patronato e operai. L’intromissione del de-putato in una vertenza sindacale provocò le

Facciata del parlamento di Vienna

Aula storica del Reichsrat di Vienna

I Cronologia28 febbraio 1868: nascita di Augusto Avancini.

20 gennaio 1907: introduzione del suffragio universale maschile per l’elezione della camera dei deputati del Reichsrat viennese.

24 maggio 1907: prime elezioni a suffragio universale maschile in Austria.

6 giugno 1939: morte di Augusto Avancini.

I Bibliografia essenzialeHöbelt Lothar, “Well-tempered Discontent”: Austrian Domestic Politics in Cornwall Mark (a cura di), The Last Years of Austria-Hungary. A Multi-National Experiment in Early Twentieth-Century Europe, University of Exeter Press, Exeter, 2002.

Jenks William Alexander, The Austrian Electoral Reform of 1907, Columbia University Press, New York, 1950.

Monteleone Renato, Il movimento socialista nel Trentino: 1894-1914, Editori riuniti, Roma, 1971.

Id., Avancini Augusto in Andreucci Franco, Detti Tommaso (a cura di), Il Movimento operaio italiano. Dizionario biografico. 1853-1943. I, Editori riuniti, Roma, 1976, pp. 101-105.

Pitassio Armando, Avancini Augusto, in Dizionario biografico degli Italiani, Volume 4, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma, 1962.

Voltolini Angelina, Augusto Avancini ed il movimento socialista trentino, Tesi di laurea, Università degli Studi di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia, A.A. 1974-75

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3Biblioteca

Ivette Marli Boso, ricercatrice nata a Nova Trento da una famiglia originaria della Valsugana e del Vanoi, ha iniziato ben presto a chiedersi quale fosse l’identità culturale della sua gente, a 120 anni da quella emigrazione che ha portato il popolo contadino dalle Alpi fino alle foreste del Brasile meridionale, con un bagaglio che comprendeva anche le barbatelle delle viti e le uova del baco da seta. Gli immigrati riuscirono a penetrare lentamente nella comunità della scienza medica. La cura, in alcuni casi sino ad ora, si attuava con le erbe o attraverso l’azione di “pratici” come levatrici e tiraòssi e soprattutto dai benzedeiros che, con rituali e formule magico-religiose, cercavano di allontanare il male attraverso la forza di un credo che legava guaritore e malato. Proprio dalle Alpi venivano molte conoscenze relative alle potenzialità curative delle erbe a cui in Brasile si aggiunsero i suggerimenti provenienti dalle famiglie luso-brasiliane mescolate agli immigrati.

Ivette Marli Boso. Mammane, tiraòssi e benzedeiros. La medicina popolare dei trentini del Brasile.Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, Collana “Monografie etnografiche trentine – nuova serie”, San Michele all’Adige, 2012, pp. 231, euro 20

È vincitore del Premio Gelmi di Caporiacco 2012 per gli inediti storici questo libriccino che narra in forma di romanzo la stra-ordinaria avventura di Bernardina Floriani (1603-1673) di Rovereto, poi Giovanna Maria della Croce, nome scelto quando a 47 anni si fa maonaca clarissa e successivamente badessa del monastero di San Carlo, eretto grazie a un sostanzioso lascito della contessa Sibilla Lodron (1650). Figura esile «da sembrare trasparente» Bernardina si adopera per gli altri, porta conforto e fa miracoli anche quando in città impazza il flagello della peste; venerata come santa e al contempo sospettata di eresia, scrive in un italiano mescolato al dialetto e al latino oltre 5.000 pagine autografe di diari (conservati presso l’Istituto venerabile Giovanna Maria della Croce di Rovereto) ai quali l’autrice, la giornalista Patrizia Belli, attinge con sensibilità per redigere questo capitolo di storia locale ancora poco conosciuto.

Patrizia Belli. Figlia di tante lacrime.Il Margine, Collana “I piccoli margini” 12, Trento, 2012, pp. 94, € 8.

È successo e succede a tutti di vivere uno scarto difficile, evidente, tra desideri e realtà, tra speranze e realizzazioni. A volte pare che il mondo ci crolli addosso con una violenza tale che sembrerebbe impossibile resistere, sopravvivere: è il caso della morte o della grave malattia di una persona amata, la perdita del lavoro, un incidente improvviso… Questo libro, scritto da Russ Harris, medico psicoterapeuta specializzato in gestione dello stress, insegna a resistere agli “urti” della vita, a utilizzare le emozioni dolorose per coltivare saggezza, a conquistare la calma per guarire dalle ferite e aumentare la capacità di relazionarsi con il sé e con gli altri. E come? Tramite il metodo ACT-Acceptance and Commitment Therapy (in Italia: www.act-italia.org) che si basa sui principi scientificamente provati di mindfulness, ovvero di consapevolezza dei propri pensieri e delle proprie motivazioni.

Russ Harris. se il mondo ti crolla addosso.Erickson, Trento, 2012, pp. 224, € 15.

Un viso dolce, occhi grandi e generosi, Lilia ci insegna «che con la poesia si possono raggiungere tutti i traguardi dello spirito, anche i più remoti e impegnativi» scrive Elio Fox, poeta dialettale, scrittore e drammaturgo, nella prefazione a quest’ultima raccolta di poesie. Sono ormai infatti diversi decenni che Lilia Slomp Ferrari, vicepresidente del gruppo “Il Cenacolo trentino di Cultura dialettale”, pubblica liriche e racconti in dialetto trentino e in lingua, ricevendo importanti riconoscimenti regionali e nazionali. Sono compo-sizioni che rimandano a continui dialoghi con il suo mondo interiore, mosso da sconfinati bagliori di fantasia così come da tratti dove la gioia di vivere trascolora nella malinconia, nello sconforto, «Riva ‘l moment de endrezzar le ombrìe/Arriva il momento d’intrecciare le ombre»: luci e ombre, Ombrìe, appunto.

Lilia Slomp Ferrari. Ombrìe.Edizioni del Leone, Venezia, 2012, pp. 94, € 12.

Mario Piaggio, genovese ma affezionato turista del Trentino Alto Adige soprattutto in sella alla mountain bike, seleziona in questo libro diciotto itinerari pubblicati su precedenti sue guide sempre per appassionati biker. Sono percorsi distribuiti su un ampio ventaglio territoriale – dal Pasubio alla Val di Sole, dalle Dolomiti allo Stelvio – che, oltre a presentare la cartina, mostrano il profilo altimetrico con specificati i tratti in asfalto, sterrato, sentiero e una schematica Road book. A colpire positivamente il lettore è però l’attenta descrizione del percorso, la premura con la quale l’autore mette in luce tutti quei dati che un biker può cercare per assicurarsi la riuscita di una appagante pedalata. Infine, per i più esigenti, non mancano le pagine dedicate ad approfondimenti culturali e ambientali, come il patrimonio della Gola del Bletterbach ad Aldino o la storia delle valli ladine.

Mario Piaggio. Mountain bike in Trentino Alto Adige.Curcu & Genovese, Trento, 2013, pp. 200, € 15.

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luglio-agosto 2013 | il Trentinoa cura di silvia Vernaccini

Un lavoro durato tre anni – e ci sono tutti! – questo che ha portato alla nuova pubblicazione del Centro Studi Judicaria indirizzata a far conoscere il patrimonio storico-artistico e architettonico della bella Valle dei Laghi. Più di 500 pagine con oltre 2000 foto-grafie e la collaborazione di diversi e autorevoli storici della valle coordinati con sensibile capacità dallo studioso Danilo Mussi; un’opera che rientra nell’ambizioso programma di valorizzazione del territorio dell’antica Judicaria Summa Laganensis (Giudica-rie, Alto Garda e Ledro, Valle dei Laghi e Altopiano della Paganella) avviato con strumenti divulgativi ancora nel 2008. Si tratta di una mappatura davvero certosina della presenza cristiana – capitelli, Vie Crucis, affreschi, croci, cimiteri… – che dalla Conca di Terlago prosegue nel Vezzanese per poi coprire le zone dei Laghi di Santa Massenza e Toblino e l’intera Valle di Cavedine.

A cura di Danilo Mussi. I segni del sacro nella Valle dei Laghi.Centro Studi Judicaria, Patrimonio storico artistico della Judicaria - 2, Tione di Trento, 2012, pp. 512, € 33. (in vendita anche presso il Centro Studi Judicaria, tel. 0465 322624)

La memoria dei “tirolesi italiani” decorati nell’esercito austro-ungarico (1914-1918) riporta il sottotitolo: «si tratta infatti di un’opera storica che rappresenta un atto di giustizia e di verità perché riporta alla luce vicende inedite del primo conflitto mondiale (…) per sfatare diversi storiografici ben noti agli addetti ai lavori» scrive Lorenzo Baratter, autore anche dell’interessante appendice dedicata a Bruno Franceschini, l’ufficiale che catturò Cesare Battisti sul Monte Corno consegnandolo al tribunale austriaco. In queste pagine sono così raccolte le innumerevoli storie di “tirolesi italiani” combattenti nelle file dell’esercito austro-ungarico e poi decorati nel corso della Grande Guerra. Un’attenta ricerca che non va però considerata come punto di arrivo, bensì di partenza nel recupero della memoria di questi uomini.

Marco Ischia, Mario Moser, Carlo Refatti. “I nostri eroi-Unsere Helden”.Egon, Rovereto (TN), 2013, pp. 369, € 20.

La nuova linea editoriale Erickson Live è un progetto rivolto a tutti coloro che vogliono condividere – attraverso la stampa, l’e-book e il web – le proprie esperienze ed idee con autori e lettori del mondo della Casa Editrice (www.eriksonlive.it). Questo titolo, firmato da Maria Rosa Franzoi Del Dot, già insegnante di Lettere negli Istituti superiori di Trento, prende avvio da uno studio precedente, Kafka. Nella metafora kafkiana il processo della parola (1981), nel quale sottolineava come nel poeta tedesco con-corrano in parallelo due linguaggi, di cui uno non immediatamente accessibile al lettore. Tale conclusione l’autrice la formula sulla base della comunque imprescindibile ripugnanza di Kafka verso la lingua tedesca, soprattutto in seguito alla scoperta del mondo yiddish rivelatagli dall’incontro con una compagnia di attori venuti dall’Est.

Maria Rosa Franzoi Del Dot. Le carte truccate di Franz Kafka.Erickson Live, Trento, 2012, pp. 138, € 12.

Si tratta di sessanta brevi inquadramenti dedicati ad altrettante figure di Trentini, perlopiù parroci, che hanno impegnato la loro vita nella Resistenza contro l’invasione nazista. Suddivisi per aree geografiche di appartenenza con uno sconfinamento in Alto Adige (preti “tedeschi” e preti “italiani”, “crocerossine” al lager di Bolzano), sono nomi alcuni noti come don Narciso Sordo di Castel Tesino, altri un po’ meno come padre Maurizio Bagozzi di Castel Condino o il giovane Pio Battocletti di Fondo. Tutti, per lo spirito che ha animato i loro ideali di giustizia sociale, meritano pagine che tengano “acceso” il ricordo del loro sacrificio. È questa l’attenta disamina dipanata da don Giuseppe Grosselli, alla quale fanno da chiusura le appendici di inquadramento storico a firma dei giornalisti Franco de Battaglia e Sandro Smith. Infine, non manca un accenno a quell’alpino Teresio Olivetti, autore della Preghiera del partigiano (1944), che ancora oggi si recita in memoria dei Caduti per la Libertà.

Don Giusppe Grosselli. Fuochi accesi. I cattolici e la Resistenza nel Trentino.Ed. Vita Trentina, Trento, 2013, pp. 230, € 12.

Alto Gusto in Trentino: risulta difficile dare un’etichetta a questa nuova guida enogastronomica. È di fatto un libro per scoprire, suddivise per aree geografiche, le golose proposte di tanti ristoranti, trattorie, agritur e cantine in Trentino – con tanto di info compreso il periodo di chiusura per ferie e l’accesso o meno ai cani –, ma è anche una sorta di “atlante” di prodotti tipici e prelibatezze locali grazie ai suggerimenti dell’autore, Mario Fedel Agostini, di origine siciliana, che da oltre trent’anni si occupa in vario modo di temi legati alla gastronomia. Infine, queste sono anche pagine dall’invitante veste turistica promossa dal coautore, il fotografo professionista Paolo Lazzarin di Milano, i cui scatti panoramici, le vedute aeree, gli angoli di folclore insieme alle location più commerciali si sfogliano con autentico piacere.

Mario Fedel Agostini, Paolo Lazzarin. Alto Gusto in Trentino.Tappeiner-Scripta edizioni, Bolzano-Trento, 2013, pp. 144, € 16. (disponibile anche in lingua tedesca)

AGENZIA PROVINCIALE PER LA FAMIGLIA,LA NATALITA’ E LE POLITICHE GIOVANILIVia Gilli, 4 – 38121 TrentoTel. 0461 494112– Fax 0461 494111agenziafamiglia@provincia.tn.itwww.trentinofamiglia.itwww.familyintrentino.it

SPORTELLO FAMIGLIAgestito da Forum delle Associazioni familiari del TrentinoVia Jacopo Aconcio, 5 – 38122 TrentoTel. 0461 493144-45 – Fax 0461 [email protected]

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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

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Verso l’Universiade53 le nazioni attese in Trentino l’innovazione tema guida della conferenza

L’Universiade Estiva anticipa l’Universiade Invernale che si terrà in Trentino dall’11 al 21 Dicembre 2013. Il presidente Pacher, accompagnato dal presidente delle Univer-siadi Sergio Anesi e dal pro-rettore vicario dell’Università di Trento, Paolo Collini, ha ri-cordato come l’Universiade sarà anche una grande opportunità di riflessione sui temi dell’educazione, oltre che di impegno nello sport, grazie alla conferenza internazionale “University Sport: Inspiring Innovation” or-ganizzata dall’Università di Trento al Mart di Rovereto il 9-10 Dicembre 2013. Chair della Conferenza sarà il Paolo Bouquet, delegato del Rettore per le attività sportive all’Università degli Studi di Trento.Il Trentino si prepara ad ospitare la 26° edi-zione delle Universiadi Invernali, il più gran-de evento sportivo ed accademico-culturale dopo le Olimpiadi. Sono attese 53 nazioni, 3000 tra atleti (studenti universitari), tecnici e delegazioni internazionali, 400 ore di vi-sibilità televisiva internazionale, 200 media internazionali: tutto questo consentirà al Trentino di dimostrare le proprie eccellenze in tutti i settori (dal turismo all’imprendito-ria, dal Patrimonio UNESCO delle Dolomiti a TechPeaks, dalle piattaforme economiche ai tesori storici).

di Vanessa Ravagni

o sport fa crescere l’attenzione verso i valori della pace e della solidarietà tra le giovani generazioni del mondo» ha affermato a Kazan in Russia il presidente della Provincia autonoma

di Trento, Alberto Pacher davanti alle 165 delegazioni provenienti da 130 Stati, che partecipavano alle Universiadi Estive.

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Le Universiadi non sono solo un’importante manifestazione sportiva, ma anche un’oc-casione unica per una città o un territorio per riflettere sul ruolo che lo sport può avere sul proprio sviluppo economico e sociale. Ad ogni edizione, una conferenza internaziona-le accompagna le Universiadi. Il Comitato Organizzatore Trentino 2013 (costituito da Università di Trento, Provincia autonoma di Trento, Comune di Trento e CUSI) ha scelto l’innovazione come tema guida della con-ferenza “University Sport: Inspiring Innova-tion”. La conferenza trentina vuole infatti appro-fondire il ruolo che lo sport può giocare nell’avviare un ciclo virtuoso di ideazione, ricerca e innovazione in un territorio -come il Trentino- che da decenni ha messo ri-cerca e innovazione al centro della propria strategia di sviluppo, programmando negli anni significativi investimenti nella ricerca e nell’alta formazione con l’obiettivo di stimo-lare uno sviluppo economico sostenibile e la creazione di concrete opportunità lavorative per le giovani generazioni. L’obiettivo della Conferenza sarà rendere esplicito questo legame che negli ultimi anni è al centro di documenti, studi e at-tività di istituzioni a livello internazionale

(come Commissione Europea, OECD e UNESCO), nazionale (come la Fondazione Mai di Confindustria, Mapei Sport Centre, Barilla Centre for Food and Nutrition, Well-ness Foundation di Technogym) e trentino (si pensi al programma TopSport dell’Uni-versità di Trento, alla pallavolo internaziona-le “made in Trentino” con Diego Mosna, a recenti startup come Libon Sport e Emotion Technologies). I momenti di discussione e confronto previ-sti durante la conferenza si concluderanno con la sottoscrizione di una dichiarazione di intenti sul ruolo dello sport come fonte di ispirazione per l’innovazione nel sistema dell’alta formazione e della ricerca. Il docu-mento, sottoscritto da tutti i Rettori presenti, sarà poi sottoposto all’attenzione dei deci-sori politici e degli accademici dei diversi Paesi partecipanti all’Universiade. Il ritorno delle Universiadi in Italia, nella tradizione di Primo Nebiolo e dello spirito universitario, sarà un’occasione di riflessione di sistema che vogliamo valorizzare per unire il mondo dello sport ed il mondo dell’università e dei giovani ed i prossimi mesi saranno fonda-mentali per identificare le punte di eccellen-za da coinvolgere ed iniziare un dialogo tra istituzioni, giovani, imprenditori e Universi-tà su queste tematiche seguendo il motto dell’Universiade “INSPIRED BY YOU”. III

I Per informazionihttp://events.unitn.it/en/ wu-conference2013

25 settembre 2013, ore 10.00‐19.00 

Sala di Rappresentanza e Sala Rosa Regione autonoma Trentino‐Alto Adige  

Piazza Dante ‐ Trento  

4 giornata informativa dedicata alla presentazione delle opportunità di studio, lavoro  e stage all’estero offerte dall’Unione europea e da varie istituzioni trentine 

STAN TEMATICI con materiale informativo INCONTRI di appofondimento e TESTIMONIANZE 

REGIONE AUTONOMA TRENTINO-ALTO ADIGE AUTONOME REGION TRENTINO-SÜDTIROL REGION AUTÓNOMA TRENTIN-SÜDTIROL

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO 

in  partenza  per l’Europa 

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Tra cultura e turismoL’utilizzo nelle zone rurali svantaggiate

Per l’Italia partecipano due soggetti pubbli-ci: la PAT e la Comunità Montana Sirentina (Abruzzo).Il progetto pilota avviato dalla PAT è denomi-nato “Dalla tradizione alla produzione. L’uso sostenibile delle piante officinali coltivate e spontanee nel contesto dell’offerta turistica rurale”.Nell’intento di coordinare le aree pilota e coinvolgere anche gli operatori agricoli e turistici locali la PAT ha invitato ad aderire al progetto due realtà del territorio: la Rete de-gli Ecomusei del Trentino e gli operatori che aderiscono al marchio provinciale TREN-TINERBE, focalizzando le azioni sul tema delle “erbe officinali”. L’area di riferimento del progetto pilota è costituita dai territori dei sette Ecomusei trentini: del Vanoi, del Tesino, del Lagorai, dell’Argentario, della Judicaria, del Chiese e della Val di Peio, che compongono la Rete Trentina degli Ecomu-sei.L’iniziativa è volta a favorire la cooperazione tra le attività di coltivazione di erbe officinali e raccolta sostenibile di piante spontanee e il settore turistico (agriturismi, centri benes-sere…), passando attraverso la riscoperta del patrimonio culturale tradizionale delle comunità rurali.Essa prevede la valorizzazione della cono-scenza della cultura rurale legata all’uso delle erbe officinali e la promozione delle piccole attività agricole e di raccolta presen-ti nei territori rurali trentini, mediante azioni di informazione rivolte alla popolazione lo-cale e di coinvolgimento degli stakeholders e tramite la creazione di pacchetti turistici tematici, in un’ottica di sviluppo sostenibile.

Nella fase iniziale del progetto, nel 2011, gli Ecomusei sono stati coinvolti in un’indagine per l’individuazione dei valori culturali dei singoli territori e le buone pratiche espresse dai singoli gruppi. A conclusione ogni Eco-museo ha individuato 3 valori culturali rap-presentativi del territorio e dei saperi legati all’uso delle erbe officinali e un proprio pro-getto pilota da sviluppare sul territorio me-diante il coinvolgimento delle realtà locali. Allo stato attuale tutti gli Ecomusei hanno sviluppato gran parte delle azioni preventi-vate e hanno in programma di completare nei tempi fissati le attività pianificate che, nel corso di questi tre anni di programma-zione hanno previsto: la creazione di giardini botanici e orti didattici, laboratori e visite guidate aperte al pubblico, eventi legati alla conoscenza delle erbe spontanee, officinali ed aromatiche nella tradizione popolare, in-contri con operatori e aziende del territorio, realizzazione di opuscoli informativi.Le prossime azioni comuni degli Ecomusei riguardano la realizzazione di sette guide

(una per ogni territorio) dedicate ai percorsi tematici ed escursionistici delle erbe offici-nali, la preparazione di segnaletica sui per-corsi e la partecipazione ad eventi pubblici.Particolare interesse ha riscosso l’organiz-zazione dello scambio bilaterale con il Part-ner sloveno L’iniziativa, si è concretizzata in due momenti: la visita della delegazione trentina in Slovenia, 5-7 aprile 2013 e quel-la di una rappresentanza slovena in Val di Peio (24-25 maggio 2013). Lo scambio si è focalizzato sul comune valore legato alle coltivazione e lavorazione del lino, l’elemen-to su cui si sviluppano le azioni pilota dell’E-comuseo di Peio e che la comunità di Črni Vrh (Idrija) ha interesse a recuperare.I due eventi hanno segnato non solo un mo-mento di scambio di conoscenze e buone pratiche, ma anche la volontà di stingere rapporti che vanno oltre gli immediati obiet-tivi del progetto e guardano, in un’ottica di continuità, all’instaurazione di solidi legami fra comunità fisicamente lontane ma cultu-ralmente molto vicine. III

a Provincia autonoma di Trento, tramite l’Ufficio per le Produzioni Biologiche del Servizio Agricoltura, partecipa al progetto comunitario dal nome “SY_CULTour. Sinergia tra cultura e turismo: utilizzo dei

potenziali culturali nelle zone rurali svantaggiate”. Il progetto (2011-2014) s’inserisce nel programma europeo INTERREG Transnational Cooperation riservato ai paesi del programma South East Europe (SEE) e, oltre all’Italia, vi prendono parte Slovenia, Serbia, Ungheria, Grecia e Bulgaria. Ogni Paese ha candidato uno o più soggetti detti “aree pilota” per un totale di 11 realtà.

LPagine a cura del servizio Europa e del Centro di Documentazione Europea

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Opportunità giovaneCon l’FSE un programma operativo per la qualificazione professionale

In tal senso lo strumento è stato pensato anche per dare attuazione alle linee trac-ciate, nel marzo scorso, dalla Giunta pro-vinciale sull’imprenditoria giovanile. Si tratta perciò di un tassello del complesso di azioni volute dal Governo provinciale per sviluppa-re un’imprenditorialità giovanile, che vede il Servizio europa e i suoi Uffici impegnati in maniera rilevante.Lo strumento delle Carte ILA intende faci-litare i potenziali imprenditori a partecipa-re a percorsi formativi professionalizzanti/esperienziali, finalizzati alla qualificazione, all’aggiornamento professionale e all’ela-borazione di un valido progetto imprendito-riale, grazie all’erogazione di finanziamenti individuali dell’importo massimo di euro 5.000 che prevedono una compartecipazio-ne obbligatoria, da parte del richiedente il finanziamento, di almeno il 20% delle spese

sostenute. Le attività devono essere realiz-zate in contesto extra provinciale o europeo su tematiche rilevanti riguardanti i seguenti ambiti: welfare, benessere, green economy, agricoltura, sviluppo sostenibile, turismo e cultura, con la finalità di perseguire lo svi-luppo o il consolidamento delle capacità imprenditoriali e professionali.Le “Carte ILA” possono essere utilizzate an-che per finanziare attività di accompagna-mento e di residenzialità, purché a soste-gno del percorso di sviluppo professionale individuale e, in ogni caso, esclusivamente a copertura di spese sostenute al di fuori della provincia di Trento.I destinatari delle Carte ILA sono persone in età lavorativa residenti o domiciliate (con precedenza assoluta ai residenti) in provin-cia di Trento, al momento della presentazio-ne della domanda di finanziamento. Ulterio-

re precedenza viene attribuita alle domande presentate da persone di età inferiore ai 36 anni. Saranno previsti, nell’intento di ac-compagnare chi intende mettersi in gioco, anche dei servizi di accompagnamento, realizzati tramite colloqui individuali, all’in-terno dei quali verranno fornite informazioni sulla procedura e sulle finalità che l’Am-ministrazione provinciale intende attuale e dove verrà attuata una prima ricognizione sulla coerenza fra i bisogni formativi rilevati e lo strumento di formazione prescelto.In linea con quanto attuato fino ad ora con i vari strumenti del Fondo sociale europeo le domande saranno raccolte a cura della Struttura multifunzionale territoriale – Ad personam, Via Pranzelores 69, Trento, dove sarà attivo anche un numero verde. Nella stessa struttura si terrà anche il colloquio individualizzato.Al fine di soddisfare le esigenze individuali le domande potranno essere presentate men-silmente e ai richiedenti sarà data l’oppor-tunità, in questa prima fase sperimentale, di un solo progetto anche articolato in più attività/esperienze.A seguito della presen-tazione delle domande verrà redatta una graduatoria che valorizzerà i giovani come detto, ma anche le persone che necessitano di riqualificazione e specializzazione e nello stesso tempo vorranno confrontarsi con re-altà fuori del Trentino, per poi disseminare l’esperienza a livello locale trovando nuove opportunità lavorative o facendone nascere ex novo. Le specifiche tecniche saranno adeguatamente comunicate e diffuse ai po-tenziali beneficiari a seguito dell’avvio ope-rativo del progetto. III

a Provincia autonoma di Trento - Servizio Europa promuove, a partire dall’agosto 2013 e per tutto il 2014, nell’ambito del Programma operativo del Fondo sociale europeo obiettivo 2 “Competitività

regionale e Occupazione” 2007-2013, un nuovo strumento di finanziamento della formazione individuale, le cosìddette “Carte ILA” (Individual Learning Account), per consentire alle persone in età lavorativa di partecipare a percorsi di formazione e di specializzazione al di fuori del territorio trentino e promuovere la nascita, lo sviluppo e il consolidamento di nuove imprese, in particolare giovanili.

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Muoversi tra i PaesiIl Trentino partner della Rete di apprendimento sulla mobilità

La Rete, una fra le otto approvate nel 2012 dalla Commissione europea, si pone l’obiet-tivo di facilitare l’ingresso dei giovani svan-taggiati e dei giovani adulti alla formazione e all’occupazione attraverso misure di mo-bilità transnazionale. L’azione svolta, più in generale, è volta a portare a termine gli obiettivi di EU 2020, supportando l’iniziativa principale “Youth on the move”. Contribuisce a migliorare le pos-sibilità di accesso alla formazione e al primo impiego per i giovani e risponde alle sfide poste nella “Youth Opportunities Initiative” in cui si afferma che i giovani meno qualificati siano più a rischio di disoccupazione.Considerando le misure di mobilità trans-nazionale come uno strumento per rag-giungere l’obiettivo generale, l’azione mira a capitalizzare le buone pratiche all’interno dei programmi operativi del fondo sociale europeo dei vari Paesi e trasformare l’ap-prendimento comune delle attuali reti di apprendimento “Transnational Cooperation” (TNC) e “Youth Employment” in azioni con-crete. In effetti, tutti i partner sono coinvolti nella gestione del fondo sociale europeo e nella relativa programmazione, in qualità e di Ministeri e di Autorità di Gestione/Organi-smi intermedi del FSE.Un risultato concreto della Rete, inteso come obiettivo specifico, sarà la pubblica-zione su web di un bando coordinato a li-vello transnazionale, che includa parametri comuni concordati per i temi di “ammissibi-lità”, “gruppi target”, “qualità” e “strutture di implementazione”. Si vuole arrivare, insomma, a definire un quadro di riferimento omogeneo tra i vari

partner, nel quale lanciare e implementare dei bandi di mobilità per poi realizzare con-giuntamente, a livello europeo, misure di mobilità transnazionale. Per arrivare a tale risultato, si svolgeranno in parallelo varie attività: costituzione e selezione di partena-riati transnazionali supportati da database di ricerca e forum di partner; definizione di un calendario comune, redazione di bandi in base a criteri comuni, gestione delle gare a livello regionale e nazionale, successiva implementazione delle misure di mobilità transnazionale.Un aspetto importante dell’impatto della rete fa riferimento al suo sostegno generale alla cooperazione transnazionale nell’am-bito dell’ FSE attraverso azioni coordinate (art. 3 Rg FSE (CE) N. 1081/2006). In primo luogo, favorirà la cooperazione transnazio-nale in modo diretto creando un quadro di azioni nazionali/regionali e transnazionali coordinate che permetteranno agli operatori di progetto di sviluppare partenariati trans-nazionali per l’implementazione delle misu-re di mobilità. In secondo luogo, le attività della rete sosterranno anche la cooperazio-ne transnazionale in maniera più indiretta, perché se l’azione ha successo – in termini di attuazione di partenariati transnazionali nei diversi stati membri e regioni di misu-re di mobilità transnazionale per i giovani svantaggiati ed i giovani adulti – può essere un incentivo per gli stati membri e le regioni ad intensificare la cooperazione transnazio-nale in altri settori, relativamente a politiche e strategie ritenute importanti per gli inter-venti FSE.La Provincia autonoma di Trento svolge un

ruolo specifico per quanto riguarda la re-dazione di un calendario comune nel quale lanciare i vari bandi, ma partecipa attiva-mente anche ad altre attività della Rete. Gli appuntamenti di TLN MOB sono nume-rosi e in autunno i partner s’incontreranno a Trento, per un workshop di lavoro, a la-tere della giornata di mobilità, “In parten-za per l’Europa”, in preparazione per fine settembre. Sarà quella l’occasione per un confronto di dimensione europea sui tema della mobilità transnazionale, che coinvol-gerà tutti gli attori della mobilità sul territorio della Provincia autonoma di Trento per indi-care piste di lavoro e prospettive di sviluppo comuni per il futuro. III

a Provincia autonoma di Trento, Servizio Europa, è partner della “Rete di apprendimento sulle misure di mobilità transnazionale per giovani svantaggiati e giovani adulti” – TLN MOB, guidata

dal Ministero tedesco per il lavoro e gli affari sociali che svolge il ruolo di capofila. Aderiscono alla rete partner europei dei seguenti Paesi: Spagna, Francia, Svezia, Portogallo, Irlanda e Polonia. L’Italia è rappresentata, oltre che dalla Provincia autonoma di Trento, dal Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali.

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EUROPAluglio-agosto 2013 | il Trentino

L’Europa per voi

I Un aiuto per fare acquisti verdi I Il nuovo volto dell’Euro La tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse fissa un obiettivo ambizioso per il 2020: incoraggiare adeguatamente i cittadini e le autorità pubbliche a scegliere i prodotti più efficienti dal punto di vista delle risorse, grazie a segnali di prezzo corretti e informazioni chiare in materia ambientale. Un numero crescente di consumatori vorrebbe acquistare prodotti ecocompatibili, ma ha difficoltà ad operare scelte informate e consapevoli. I paesi dell’UE usano infatti diversi metodi per misurare le credenziali verdi di prodotti e aziende, per cui diventa difficile fare dei confronti. Per di più, i termini utilizzati sulle etichette sono spesso vaghi e fuorvianti. Per sostenere il mercato dei prodotti verdi, la Commissione ha ora proposto norme europee comuni per misurare l’impatto ambientale di prodotti specifici e le prestazioni ambientali di un’organizzazione o società che consentiranno ai consumatori di fare scelte informate.

http://ec.europa.eu/news/environment/130410_it.htm

Il 2 maggio è entrato in circolazione il nuovo biglietto da 5 euro della nuova serie di banconote “Europa” che sostituirà progressi-vamente, in ordine ascendente, la vecchia serie “Epoche e stili”. La nuova serie è denominata “Europa” perché riporta nell’olo-gramma e nella filigrana il ritratto di Europa, figura della mitologia greca da cui il nostro continente prende nome. I nuovi biglietti in euro presentano delle caratteristiche che ne renderanno più difficile la falsificazione. Una novità della nuova banconota da 5 euro e che interesserà an-che le banconote degli altri tagli che saranno prodotte nei prossimi anni è che la scritta “EURO” è riportata anche nell’alfabeto cirillico, oltre che in quello latino e in quello greco. Questo in previsione dell’adozione della moneta unica in futuro da parte della Bulgaria e del possibile ingresso nell’UE di Serbia e Macedonia, tutti paesi dove è utilizzato l’alfabeto cirillico.

www.ecb.europa.eu/euro/banknotes/europa/html/index.it.html

I La Croazia nell’Unione europeaDopo le ultime due ratifiche del trattato di adesione di Danimarca e Germania, il 1° luglio la Croazia è diventata il 28esimo Stato dell’UE. Avrà 12 seggi in Parlamento e 7 voti nel Consiglio dell’Unione Europea, ma non entrerà, per ora, né nell’area euro né farà parte degli accordi di Schengen. Il commissario europeo croato avrà la responsabilità del settore “Protezione del consumatore”, fino ad oggi responsabilità del commissario alla Salute. Come segno di ben-venuto nell’UE l’Italia presterà al Museo dell’Arte e dell’Artigianato di Zagabria il capolavoro di Caravaggio “La cena in Emmaus” del 1606, custodito nella Pinacoteca di Brera di Milano. Dal 5 giugno al 31 agosto i visitatori del museo croato potranno ammirare il dipinto di Cara-vaggio, accompagnato da pannelli didattici in lingua croata, italiana ed inglese e conoscere sotto la guida di storici d’arte anche la vita burrascosa del suo autore e il contesto storico in cui l’opera fu realizzata.

I Fermiamo l’Ecocidio in Europa: un’Iniziativa per dare Diritti alla TerraIl diritto d’iniziativa dei cittadini europei consente a un milione di cittadini europei di prendere direttamente parte all’elaborazione delle politiche dell’UE, invitando la Commissione europea a presentare una proposta legislativa. Con l’iniziativa “Fermiamo l’Ecocidio in Europa” i cittadini invitano la Commissione Europea ad approvare una legislazione che proibisca, prevenga ed ostacoli l’ecocidio-il danneggiamento estensivo, la distruzione o la perdita dell’ecosistema di un determinato territorio. Gli obiettivi principali sono: 1. Introdurre il reato di Ecocidio e garantire che sia le persone fisiche che giuridiche che commettono Ecocidio siano considerate responsabili secondo il principio della responsabilità di comando. 2. Proibire e prevenire ogni atto di Ecocidio sul territorio europeo o nelle acque territoriali sotto giurisdizione europea, in aggiunta ad atti esterni all’UE commessi da persone giuridiche ufficialmente riconosciute nell’UE o da cittadini dell’UE. 3. Instaurare un periodo di transi-zione per agevolare l’evoluzione verso un’economia sostenibile.

Per firmare: http://ec.europa.eu/citizens-initiative/public/initiatives/ongoing/details/2013/000002