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Rivista della Provincia autonoma di Trento anno XLIX - numero 328 il Trentino dicembre 2013 www.provincia.tn.it Universiade: traguardo raggiunto

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Rivista della Provincia autonoma di Trento anno XLIX - numero 328

il Trentino dicembre 2013

www.provincia.tn.it

Universiade: traguardo raggiunto

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UNIVERSIADE“Ispirati da voi” ....................................................17

Medaglie ladine ...................................................19

Lo sport si è laureato............................................20

NotIzIEQuarant’anni di storia ...........................................24

Risorse di legno ...................................................26

Il gioco ortopedico ................................................28

MUSE d’Africa .....................................................29

Da Tesero alla Polonia ..........................................30

INNoVAzIoNEMercati internazionali ...........................................33

Talenti accelerati ..................................................34

SocIEtàIl ruolo delle famiglie ............................................36

Politica e social network .......................................38

tERRItoRIoPasso Buole, la memoria ......................................40

SANItàSmettere è possibile .............................................42

cULtURAMinoranze linguistiche ..........................................44

L’area recuperata .................................................48

L’invasione francese .............................................50

Il poeta aviatore ...................................................52

11 monumenti al parco ........................................54

Foto d’archivio .....................................................56

EURoP.A.Il clima adatto ......................................................60

Confronti aziendali ...............................................62

L’Europa per voi ...................................................63

Da sfida a opportunità ............................................3XV legislatura - La Giunta provinciale ......................7Ugo Rossi ..............................................................8Alessandro Olivi .....................................................9Donata Borgonovo Re ...........................................10Michele Dallapiccola ............................................11Sara Ferrari .........................................................12Mauro Gilmozzi ....................................................13Tiziano Mellarini ...................................................14Carlo Daldoss ......................................................15

Sommario 328dicembre 2013

il TrentinoRivista della Provincia autonoma di Trento

Anno XLIX – numero 328

dicembre 2013

Piazza Dante n. 15, 38122 Trento

Tel. 0461 494684-37

www.riviste.provincia.tn.it

Chiuso in redazione il 17 dicembre 2013

Direttore responsabile: Giampaolo Pedrotti

coordinatore editoriale: Carlo Martinelli

Redazione: Pier Francesco Fedrizzi, Mauro Neri, Marco Pontoni, Lorenzo Rotondi, Fausta Slanzi, Arianna Tamburini, Corrado Zanetti, Vanda Campolongo, Marina Malcotti, Elisabetta Valduga, Silvia Vernaccini.

Hanno collaborato: Evelyn Bortolotti, Gabriele Catania, Roberta Corazza, Giorgia Fasanelli, Leonardo Gandini, Francesco Suomela Giradi, Lorenza Groff, Marina Marcorin, Laura Meijere, Andrea Nicolussi Golo, Paolo Pombeni, Luca Rizzonelli, Alessandra Saletti, Elena Tonezzer, Chiara Veronesi, Marco Zenatti.

Fotografie: Archivio: Ufficio stampa Pat, Azienda per il Turismo M. di Camiglio Pinzolo Val Rendena, Comitato Organizzatore Trentino WU2013, FBK, Itea spa, Museo Diocesano Tridentino, Muse (Andrea Pozza), Trento Rise, Trentino Sviluppo (Hugo Muñoz); Servizio audiovisivi della Commissione europea, Roberto Bernardinatti, Piero Cavagna, Albert Ceolan, Romano Magrone.

Impaginazione: Kinè scs - Trento

copertina: Universiade Trentino 2013(foto: Alice Russolo)

Stampa: S.I.E. Spa Società Iniziative Editoriali - Trento

Registrazione del Tribunale di Trento n. 100 del 13.08.1963 – iscrizione nel R.O.C. n. 480

Biblioteca ............................................................58

La rivista “il Trentino” è consultabile sul sito: www.ufficiostampa.provincia.tn.it/il_trentino

...

[email protected]

Volete ricevere Il Trentino ad un indirizzo diverso? C’è un indirizzo da modificare? Ci sono più destina-tari nella stessa famiglia? Non volete più ricevere la

rivista? Dubbi, domande, curiosità, chiarimenti, consigli, critiche, suggerimen-ti, complimenti? Il numero verde e l’indirizzo email sono a vostra disposizione.

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dicembre 2013 | il Trentino

Da sfida a opportunitàL’impostazione della manovradi assestamento del Bilancio 2014

I IL D.D.L. DI StABILItà 2014 IMPAttI PER LA PRoVINcIA

PoSItIVI:

■ nuove deleghe in materia di:

agenzie fiscali;

funzioni amministrative e organizzative riguardanti la giustizia civile, penale e minorile, con l’esclusione del persona-le della Magistratura;

Parco nazionale dello Stelviodeleghe il cui onere (stimabile in cir-ca 65 milioni di euro) è assunto in capo alla Provincia in luogo di una corrispondente quota di riserve all’E-rario;

■ rafforzamento della competenza in materia di tributi locali, che viene ri-valutata in competenza primaria sog-getta ai soli principi dell’ordinamento,

«Abbiamo sempre paragonato la nostra Autonomia ad un motore a trazione integrale. Ebbene è proprio così che si superano le salite: ingranando la marcia giusta». è con questo commento che il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, riassume il senso della riunione di Giunta programmatica che si è svolta venerdì 13 dicembre in Piazza Dante. Un pomeriggio intenso, alla presenza di tutti gli assessori e dei dirigenti generali che aveva come obiettivo la ridefinizione delle priorità dell’azione amministrativa, alla luce delle previsioni dei prossimi bilanci che non potranno più contare, specie a partire dal 2018, sull’apporto di 400 milioni di euro circa di gettiti arretrati. «Abbiamo tutti gli strumenti per trasformare questa sfida in opportunità - ha commentato Rossi - purché ogni parte del nostro sistema assuma piena consapevolezza del grande impegno richiesto e sappia interpretare fino in fondo il concetto di responsabilità. Da parte nostra non ci limiteremo a gestire processi già avviati, come il piano di miglioramento della Pubblica amministrazione o l’ottimizzazione della riforma istituzionale, ma giocheremo d’attacco su campi importanti come quello fiscale, tributario o degli ammortizzatori sociali, con un’attenzione davvero speciale ai nostri giovani ai quali dobbiamo dare ogni strumento possibile per renderli protagonisti del loro futuro, a cominciare dalla padronanza delle lingue straniere».

affidando alla legislazione provinciale la disciplina non solo dei tributi istituiti dalla Provincia, ma anche dei tributi locali comunali di natura immobiliare

istituiti dallo Stato (quali IMU e nuovi tributi sostitutivi) che possono ora es-sere disciplinati anche in deroga alla legge statale.

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NEGAtIVI:

■ innalzamento del contributo della Pro-vincia agli obiettivi di finanza pubblica, determinato unilateralmente dallo Sta-to;

■ mancata considerazione del concorso già garantito dalla Provincia in sede di Accordo di Milano;

■ conferma per cinque anni delle riserve all’Erario (per la Provincia 140 milioni all’anno, pari a complessivi 700 milio-ni), solo marginalmente attenuata dalla possibilità di concordare misure alter-native che comunque devono garantire analoghi effetti per la finanza nazionale.

Conseguentemente per il 2014 il concorso complessivo è pari a 1403 milioni di euro che incide per il 31% sul bilancio provin-ciale. tutti aspetti che violano i contenuti dello statuto di Autonomia.

I LE RISoRSE DELL’UNIoNE EURoPEA

Le risorse afferenti la programmazione eu-ropea saranno destinate ad interventi rite-nuti prioritari dalla nuova Giunta provinciale

I tREND RISoRSE BILANcIo

e non a interventi aggiuntivi e rientreranno a pieno titolo nella programmazione econo-mica e finanziaria (a partire dal 2015).

I LA LEVA FIScALE

A seguito dell’Accordo di Milano la Provincia ha già utilizzato in questi ultimi anni la leva fiscale per favorire la ripresa dell’economia provinciale introducendo importanti allegge-rimenti della pressione fiscale sul territorio:

■ riduzioni Irap a carico delle imprese per circa 87 milioni annui;

■ riduzione delle tasse automobilistiche, dell’imposta provinciale di trascrizione e dell’imposta provinciale sulle assi-curazioni per circa 5 milioni di euro annui;

■ decisione di non incremento delle ad-dizionali provinciali;

■ accordo con gli enti locali per evitare incrementi delle addizionali comuna-li, che invece hanno caratterizzato la fiscalità locale nel restante territorio nazionale.

L’insieme delle predette misure ha com-portato già un contenimento della pres-sione fiscale in Trentino di oltre 2,5 punti

rispetto a quella del restante territorio nazionale: a livello italiano la pressione fiscale (legale) è del 44,4%; per il terri-torio trentino scende al 41,8%.

L’attivazione di ulteriori agevolazioni Irap:

■ saranno collocate in un quadro di ri-ordino e semplificazione complessiva delle agevolazioni in essere;

■ avranno l’obiettivo di focalizzare priori-tariamente gli interventi per sostenere l’occupazione stabile, nonché di stimo-lare la crescita della produttività delle imprese.

I IL RAFFoRzAMENto DELLA coMPEtENzA IN MAtERIA DI tRIBUtI LocALI

La legge di stabilità nazionale in corso di ap-provazione prevede un rafforzamento della competenza in capo alla Provincia in mate-ria di tributi locali

■ che viene rivalutata in competenza pri-maria soggetta ai soli principi dell’or-dinamento, affidando alla legislazione provinciale la disciplina non solo dei tributi locali istituiti dalla Provincia,

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dicembre 2013 | il Trentino

I tREND RISoRSE BILANcIo

ma anche dei tributi locali comunali di natura immobiliare istituiti dallo Stato (quali IMU e nuovi tributi sostitutivi) che possono ora essere disciplinati anche in deroga alla legge statale.

In Trentino vi è una attenuata pressione fi-scale quale diretta conseguenza, da un lato, degli accordi con la Provincia in materia di finanza locale volti a contenere la fiscalità e, dall’altro, dell’elevato livello dei trasferi-menti provinciali che alimenta i bilanci dei comuni.Si intende attuare un percorso di forte semplificazione delle procedure per gli adempimenti fiscali per i cittadini.

I IMPoStAzIoNE FINANzIARIA DELL’ASSEStAMENto DEL BILANcIo

Con la manovra di assestamento di bilancio 2014 si intende confermare una equilibrata struttura del bilancio provinciale con una contenuta incidenza della spesa corrente prossima al 63% al fine di preservare adeguate risorse per gli investimenti finalizzati:

■ al sostegno del sistema economico locale;

■ all’attuazione del programma della nuova Giunta.

Attualmente parte rilevante della spesa in conto capitale del bilancio provinciale è vincolata da decisioni di spesa già assunte e da interventi di carattere ricorrente. La realizzazione di opere pubbliche comprese in piani e programmi approvati dalla precedente Giunta provinciale impatta in un arco pluriennale per circa 1,5 miliardi di euro.

La progressiva riduzione dei volumi di bilancio, che assumerà livelli significativi

a decorrere dal 2018, la conseguente rilevante riduzione delle risorse disponibili sul bilancio pluriennale anche in relazione agli elevati volumi di risorse vincolati da decisioni già assunte e i limiti per il ricorso al debito per finanziare nuovi investimenti rendono necessario:

■ proseguire, rafforzare e implementare il percorso di razionalizzazione e contenimento della spesa, dando piena attuazione al Piano di miglioramento già varato dalla precedente Giunta provinciale, rendendo più incise le azioni già previste dallo stesso anche con riguardo al piano di miglioramento degli enti e delle società del settore pubblico provinciale;

■ procedere ad una revisione/riconsiderazione delle decisioni di spesa già assunte con riferimento alla spesa in conto capitale;

al fine di:

■ compatibilizzare i volumi di spesa con le risorse disponibili;

ma soprattutto

■ salvaguardare adeguati volumi di risorse da finalizzare all’attuazione del programma della nuova Giunta, con particolare attenzione agli interventi di sostegno alla crescita del sistema locale per:

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fronteggiare l’attuale crisi economica e salvaguardare i livelli occupazionali;

sostenere la finanza pubblica provinciale che è strettamente correlata alla dinamica del sistema economico locale e al gettito dei tributi prodotti sul territorio, soprattutto in vista degli effetti del venire meno dei gettiti arretrati che alimenteranno il bilancio non oltre il 2017.

I L’IMPoStAzIoNE PRoGRAMMAtIcA: LE PRIoRItà DELLA NUoVA GIUNtA

La manovra di assestamento sarà incentrata su alcuni interventi prioritari declinati dal programma di Legislatura che costituisce il riferimento per l’azione del nuovo Governo provinciale. In particolare costituiscono priorità generali della manovra già individuate:

■ rafforzamento delle agevolazioni IRAP per le imprese;

■ rafforzamento degli strumenti per facilitare l’accesso al credito per le imprese;

■ invarianza delle Tariffe di maggiore impatto per le famiglie, individuate in un apposito paniere;

■ adattamento della riforma istituzionale, puntando su una maggiore semplificazione, un maggior coinvolgimento dei comuni e una revisione della finanza locale in un’ottica sovracomunale;

■ conferma del piano di miglioramento, da estendere agli enti strumentali e alle società provinciali;

■ cerifica straordinaria dei piani pluriennali di investimento;

■ revisione degli assetti organizzativi di Trentino Sviluppo (per gli aspetti relativi a turismo e piccole imprese);

■ attivazione piano scuola trilingue;

■ estensione interventi di conciliazione famiglia – lavoro;

■ attuazione della delega in materia di ammortizzatori sociali da raccordare con gli strumenti in essere e rafforzando le politiche attive del lavoro;

■ accelerazione dell’apprendistato;

■ unificazione del piano socio-sanitario e completamento della riorganizzazione della medicina generale sul territorio;

■ valorizzazione delle cooperative sociali nel settore della non autosufficienza.

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dicembre 2013 | il Trentino

Piazza Dante, 1538122 Trento

tel. 0461 494600 | Fax 0461 [email protected]@pec.provincia.tn.it

UGo RoSSI Presidente con competenze in materia di personale, affari finanziari e istituzionali, istruzione

Via Gilli, 4 38121 Trento

tel. 0461 494150 | Fax 0461 [email protected]@pec.provincia.tn.it

DoNAtA BoRGoNoVo REAssessora alla salute e solidarietà sociale

Via Jacopo Acconcio, 5 38122 Trento

tel. 0461 493420 | Fax 0461 [email protected]@pec.provincia.tn.it

SARA FERRARIAssessora all’università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità, cooperazione allo sviluppo

Via Romagnosi, 9 Centro Europa - 38122 Trento

tel. 0461 495929 | Fax 0461 [email protected]@pec.provincia.tn.it

MIcHELE DALLAPIccoLAAssessore all’agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca

Via Romagnosi, 9 Centro Europa - 38122 Trento

tel. 0461 493590 | Fax 0461 [email protected]@pec.provincia.tn.it

ALESSANDRo oLIVI Vice presidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro

Via Vannetti, 32 38122 Trento

tel. 0461 492605 | Fax 0461 [email protected][email protected]

cARLo DALDoSSAssessore alla coesione territoriale, urbanistica, enti locali ed edilizia abitativa

Via Vannetti, 32 38122 Trento

tel. 0461 493202 | Fax 0461 493203ass.infrastruttureambiente@[email protected]

MAURo GILMozzIAssessore lavori pubblici, ambiente, trasporti ed energia

Via Vannetti, 32 38122 Trento

tel. 0461 496572 | Fax 0461 496571ass.culturacoopsportprotcivile@provincia.tn.itass.culturacoopsportprotcivile@pec.provincia.tn.it

tIzIANo MELLARINIAssessore alla cultura, cooperazione, sport e protezione civile

XV legislaturaLa Giunta provinciale

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Ugo RossiPresidente con competenze in materia di personale, affari finanziari e istituzionali, istruzione

Nasce il 29 maggio 1963 a Milano, dove i genitori, di Ossana, in Val di Sole, sono emi-grati negli anni ‘50. Sposato, un figlio, vive a Lavis. Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza la sua vita professionale si sviluppa in due direzioni: inizialmente nel settore assicurativo, dove si occupa di que-stioni legali relative alla liquidazione di gran-di sinistri, a Milano e a Verona. Quindi, dal 1997, presso la Ferrovia Trento Malé (ora Trentino trasporti S.p.A) per la quale rico-pre le cariche di direttore del personale e responsabile dell’organizzazione del servizio autobus e ferroviario, poi di responsabile della qualità e della formazione del perso-nale. Nel 1999 inizia il suo impegno politico, nelle liste del PATT. Dopo il congresso pro-vinciale del 2002, di cui ha curato l’organiz-zazione, gli viene affidata la funzione di Se-gretario organizzativo del partito. Nel 2004 viene proposto come candidato trentino del PATT nella lista SVP alle elezioni europee, in appoggio alla candidatura dell’On. Ebner, poi eletto al Parlamento Europeo. Nel 2005 il congresso di Baselga di Piné lo elegge Se-gretario provinciale.Membro della Commissione paritetica dei Dodici dal 2006 al 2008, è tra coloro che licenziano, fra le altre, la norma di attua-zione che porta finalmente al Trentino la disponibilità delle centrali idroelettriche. In

seguito all’esito delle elezioni provinciali del 2008 − con cui si apre la XIV legislatura − diviene assessore provinciale alla salute e politiche sociali nella Giunta guidata da Lo-renzo Dellai. Il suo impegno si concretizza fra le altre cose nel varo della riforma della sanità (luglio 2010) e della legge sulla fami-glia e il benessere familiare (marzo 2011), nonché nel completamento dell’iter, avvia-to nel 2007, che ha introdotto in Trentino il reddito minimo di garanzia (che fa del Tren-

tino un apripista in Italia per quanto riguarda l’applicazione di questa misura di welfare). Sempre durante il suo assessorato si con-clude l’insediamento a Trento del Centro di Protonterapia e viene avviata la realizzazio-ne del nuovo ospedale provinciale.Rossi viene eletto presidente della Provincia autonoma di Trento alle elezioni provinciali del 27 ottobre 2013, con proclamazione il 9 novembre, data di avvio della XV legislatura provinciale.

I Competenze

- affari finanziari;

- affari istituzionali;

- tutela e promozione delle minoranze linguistiche;

- organizzazione, personale, semplificazione dell’attività amministrativa, sistemi informativi e di telecomunicazione;

- funzioni delegate dallo Stato in materia di sistemi di comunicazione;

- informazione e comunicazione;

- società controllate e partecipate;

- corpo forestale;

- interventi di cui alla legge regionale 5 novembre 1968, n. 40;

- protezione civile, limitatamente a quanto riservato al Presidente della Provincia dall’articolo 7 della legge provinciale 1 luglio 2011, n. 9;

- funzioni delegate in materia di Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato;

- emigrazione;

- programmazione;

- indirizzi di politica economica e coordinamento delle relative azioni, compresi i rapporti con Trentino sviluppo;

- coordinamento degli interventi e dei progetti attuativi delle politiche comunitarie e interventi per lo sviluppo locale;

- politiche familiari;

- asili nido;

- scuola materna;

- edilizia scolastica, ad esclusione di quanto attribuito all’Assessore ai lavori pubblici, ambiente, trasporti ed energia;

- istruzione elementare e secondaria (media, classica; scientifica, magistrale, tecnica, professionale e artistica);

- assistenza scolastica;

- formazione professionale di base;

- rapporti internazionali;

- rapporti con l’Unione europea, cooperazione transfrontaliera e cooperazione interregionale;

nonché quelle non attribuite espressamente ai singoli Assessori.

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dicembre 2013 | il Trentino

Alessandro OliviVice presidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro

è nato ad Ala (TN) il 25 maggio 1966; è re-sidente a Folgaria e domiciliato a Rovereto. Si diploma al Liceo Scientifico “A. Rosmini” di Rovereto. Frequenta l’Università degli stu-di di Bologna dove si laurea in Giurispruden-za discutendo una tesi su “I Diritti Culturali nello Statuto d’Autonomia del Trentino Alto Adige”. Svolge la pratica forense, diventa avvocato nel 1996 e attualmente esercita la professione con un suo studio a Rovereto. Nel 2007 consegue un master di secondo livello sul “Diritto nello sport”. Impegnato nell’associazionismo sportivo e culturale sin da giovanissimo, viene eletto per la prima volta nel 1990 nel Consiglio Comunale di Folgaria dove assume inizialmente l’inca-rico di Assessore e Vicesindaco. Nel 1995 viene eletto Sindaco del Comune di Folgaria e come tale riconfermato nel 2000 e nel 2005, guidando liste civiche. Dal 1995 al 2005 è stato Assessore alla Cultura e all’I-struzione del Comprensorio di Rovereto e della Vallagarina. Nel 2000 viene nominato Vicepresidente Vicario del Consorzio dei Co-muni Trentini e dal 2005 anche del Consiglio delle Autonomie, nell’ambito del quale si oc-

I Competenze

- incremento della produzione industriale, ivi comprese le aree per il potenziamento industriale;

- miniere, cave e torbiere;

- artigianato;

- commercio (esclusi gli interventi per la promozione e la commercializzazione dei prodotti trentini a favore delle imprese singole e associate);

- politiche del lavoro;

- apprendistato, libretti di lavoro, categorie e qualifiche dei lavoratori;

- costituzione e funzionamento di commissioni comunali e provinciali per l’assistenza e l’orientamento dei lavoratori nel collocamento;

- costituzione e funzionamento di commissioni comunali e provinciali di controllo sul collocamento;

- competenza in materia di collocamento e avviamento al lavoro di cui al primo comma dell’art. 10 dello Statuto speciale, nonché funzioni delegate dallo Stato;

- interventi provinciali per il ripristino e valorizzazione ambientale;

- addestramento e formazione professionale, ad esclusione di quanto riservato al Presidente;

- rapporti con il Consiglio Provinciale.

cupa di Urbanistica, Turismo e Commercio.Non solo nella sua qualità di amministratore pubblico, si è sempre impegnato nella pro-mozione e valorizzazione della montagna,

approfondendone gli aspetti culturali e an-tropologici. Nella XIV legislatura ha rico-perto l’incarico di Assessore all’industria, artigianato, commercio e cooperazione.

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Donata Borgonovo ReAssessora alla salute e solidarietà sociale

Nata il 24 luglio 1957 a Inzago (MI), laureata nel 1981 presso la Facoltà di Giurispruden-za dell’Università Statale di Milano in Diritto Amministrativo. Nel 1984 ha vinto una Bor-sa di studio del Ministero degli esteri presso la Hebrew University di Gerusalemme, dove ha svolto un lavoro di ricerca in tema di rap-porto tra partiti politici e amministrazione pubblica nello Stato di Israele, pubblicato dall’Istituto per la scienza dell’amministra-zione pubblica (ISAP) di Milano; nel 1986 ha vinto il concorso per un Dottorato di ricerca in Diritto amministrativo, titolo consegui-to nel 1989 e seguito da una Borsa post dottorato. Iscritta all’Albo dell’Ordine degli Avvocati di Milano nel giugno 1985 sce-glie di non esercitare la professione legale preferendole l’attività accademica, fatta di didattica, di studio e di ricerca, e le attività di formazione e aggiornamento destinate sia ai dipendenti pubblici, sia ai cittadini impegnati nell’associazionismo o nella for-mazione permanente. Nel 1991, si trasferi-sce a Trento con il marito Ruggero e i figli, Matteo e Giacomo, ed inizia a collaborare con la cattedra di Istituzioni di Diritto pub-blico dell’Università di Trento, svolgendo nel contempo numerosi interventi di formazione

I Competenze

- igiene e sanità, ivi compresa l’assistenza sanitaria e ospedaliera;

- case di riposo, ivi comprese le residenze sanitarie assistenziali (RSA);

- assistenza e beneficenza pubblica;

- vigilanza e tutela sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza;

- funzioni delegate in materia di previdenza e assistenza integrativa;

- valorizzazione e riconoscimento del volontariato sociale;

- disciplina degli interventi volti a prevenire e rimuovere gli stati di emarginazione;

- interventi nel settore dell’immigrazione straniera extracomunitaria;

- tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo.

sia presso Enti pubblici locali (Regione Tren-tino Alto Adige, Province autonome di Trento e di Bolzano, Comune di Trento, Consorzio dei Comuni), sia presso sindacati (CISL) ed associazioni (Scuola di preparazione socia-le, Caritas, Frauenzentrum-Bolzano, ANCI, IPRASE). è nominata Assessore tecnico presso il Comune di Trento (giugno 1995 - giugno 1999) con delega al personale, alla riorganizzazione e ai rapporti con i cittadini.Tra il 2000 e il 2004, accanto alle attività didattiche e formative, ricopre diversi ruoli, fra cui: componente del Nucleo di Valutazio-

ne della dirigenza nel Comune di Rovereto; componente del Comitato di indirizzo della Fondazione CARITRO di Trento; membro esterno del Comitato per le pari opportunità della Provincia autonoma di Trento.Nel febbraio 2004 è eletta Difensore civico dal Consiglio della Provincia autonoma di Trento e fino al giugno 2009 ha lavorato per garantire il buon andamento e l’imparzialità delle amministrazioni trentine a partire dalle situazioni di criticità segnalate dai cittadini.Dal 2009 al 2012 è Presidente della Coope-rativa di solidarietà sociale “Villa S.Ignazio”.

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dicembre 2013 | il Trentino

Michele DallapiccolaAssessore all’agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca

è nato a Trento l’11 giugno1968. Sposato con due figli, risiede sin dalla nascita a Ci-vezzano.Dottore in Medicina veterinaria ha conse-guito la laurea nel marzo del 1993 presso l’Università degli Studi di Bologna. Svolge l’attività di medico veterinario. Libero pro-fessionista dal 1993, segue alcune aziende agricole in Valsugana dove si occupa pre-valentemente di ginecologia bovina. Oltre a questo svolge, in uno studio privato, attività di clinica medica sui piccoli animali.Sindaco di Civezzano dal 2000, è riconfer-mato per un secondo mandato nel 2005, sostenuto da due liste civiche.Amministratore Unico della “Macello Pub-blico Alta Valsugana” s.r.l. dal 2001 viene riconfermato per il terzo mandato nel 2007. è Vicepresidente del Comprensorio Alta Valsugana dal 2005.In Consiglio provinciale ha svolto gli inca-richi di: presidente gruppo Partito Autono-mista Trentino Tirolese nella Conferenza dei presidenti dei Gruppi; componente effettivo

I Competenze

- agricoltura, patrimonio zootecnico ed ittico, istituti fitopatologici, consorzi agrari e stazioni agrarie sperimentali, servizi antigrandine, bonifica;

- ordinamento delle minime proprietà colturali;

- alpicoltura;

- agriturismo;

- foreste, ivi comprese le foreste demaniali;

- opere di prevenzione e di pronto intervento per calamità pubbliche di competenza dei servizi forestali;

- fiere e mercati;

- turismo e industria alberghiera, comprese le guide, i portatori alpini, i maestri di sci e le scuole di sci;

- acque minerali e termali;

- linee funiviarie e impianti a fune;

- vigilanza sulle aziende di promozione turistica;

- interventi per la promozione e la commercializzazione dei prodotti trentini a favore delle imprese singole e associate;

- caccia e pesca.

della Commissione per i rapporti internazio-nali e con l’Unione europea; componente

effettivo della Quarta, della Prima e della Terza Commissione permanente.

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Sara FerrariAssessora all’università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità, cooperazione allo sviluppo

Nata nel 1971 a Rovereto, abita a Trento con Piero e con i suoi due piccoli Emma e Francesco; è laureata in lettere, ex bibliote-caria, insegnante di scuola superiore.è stata segretario politico dei DS di Trento, consigliere comunale della città, candida-ta alla Camera dei Deputati nel 2008 per il PD, eletta nell’assemblea provinciale del PD, eletta nel novembre 2008 nel Consiglio della Provincia autonoma di Trento.è iscritta al sindacato CGIL, all’associazione Legambiente, all’ ANPI, e socia del MART.Ama l’arte e la storia (è stata componen-

I Competenze

- Università e ricerca scientifica, edilizia universitaria e assistenza universitaria nonché le funzioni di cui alla legge 14 agosto 1982, n. 590;

- coordinamento delle politiche a favore dei giovani;

- interventi per la realizzazione delle pari opportunità;

- attuazione della legislazione provinciale in materia di cooperazione allo sviluppo;

- iniziative per la promozione della pace.

te della direzione dell’associazione Museo Storico in Trento).

Nota simpatica, ha anche un passato da terzino nel calcio femminile.

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Mauro GilmozziAssessore lavori pubblici, ambiente, trasporti ed energia

Nato a Cavalese nel 1958, è sposato con Claudia e ha due figli, Andrea e Riccardo. Laureato in economia politica all’Università di Trento, è dottore commercialista.Consigliere comunale di Cavalese dal 1984, ne è stato sindaco dal 1990 fino al 2003. Ha ricoperto gli incarichi di presidente del Comprensorio di Fiemme dal 1995 al 2000 e di presidente del Comitato di Distretto sa-nitario, dalla sua costituzione fino al 2003. è stato presidente del Consorzio dei Comuni Trentini e della Rappresentanza Unitaria dei Comuni. Eletto consigliere provinciale nel 2003 è stato nominato assessore con de-leghe all’Urbanistica e Ambiente. Nel 2005 ha ottenuto le competenze riferite a Parchi e Aree protette e nel 2007 gli sono state affi-date anche quelle relative a Viabilità, Edilizia pubblica, Bacini montani e Patrimonio.Ha promosso la Legge provinciale 16/2005, nota anche come ‘’Legge Gilmozzi’’ che propone, prima in Italia, la salvaguardia del territorio attraverso una nuova discipli-na della residenza, e la riforma della Leg-ge urbanistica per il governo del Territorio (1/2008).Altra importante legge attuata è la 11/ 2007 riguardante Parchi, Foreste e Bacini Monta-ni che rappresenta una completa riorganiz-zazione delle regole di gestione e conserva-zione del territorio provinciale.Nel settore ambientale l’impegno si è tra-dotto in risultati concreti come il Piano di Tutela delle acque, il terzo aggiornamento del Piano dei rifiuti ed il Piano di Tutela del-la qualità dell’Aria. Fulcro dell’attività svolta durante il primo mandato come assessore è sicuramente il nuovo Piano Urbanistico Provinciale (PUP). Si tratta del terzo Piano urbanistico nella storia dell’Autonomia tren-tina, dopo quelli del 1967 e del 1987, grazie al quale la riforma istituzionale e lo sviluppo dei territori, temi fondamentali per il Trenti-no, trovano concreto slancio. Nella XIV legislatura ha ricoperto l’incarico di assessore all’urbanistica, enti locali, per-sonale, lavori pubblici e viabilità.

I Competenze

- affari generali;

- edilizia pubblica di competenza della Provincia;

- viabilità e relativo demanio;

- funzioni delegate dallo Stato in materia di viabilità;

- opere igienico-sanitarie e politiche per la gestione dei rifiuti;

- espropriazioni per pubblica utilità per tutte le materie di competenza provinciale;

- demanio idrico e polizia idraulica relativamente ai corsi d’acqua di tutte le categorie;

- opere idrauliche di tutte le categorie;

- opere di prevenzione e di pronto intervento per calamità pubbliche, relative ai bacini montani;

- utilizzazione delle acque pubbliche;

- porti lacuali;

- tutela dell’ambiente;

- parchi per la protezione della flora e della fauna;

- gestione dei parchi naturali, compreso il Parco dello Stelvio;

- trasporti di interesse provinciale, escluse le linee funiviarie e gli impianti a fune e compreso il piano della mobilità;

- funzioni delegate dallo Stato in materia di trasporti;

- patrimonio e demanio;

- competenze in materia di energia, anche relativamente agli articoli 12 e 13 dello Statuto speciale e al d.P.R. 26 marzo 1977, n. 235, come modificato e integrato dal decreto legislativo 11 novembre 1999, n. 463 (comprese tutte le attività relative alla produzione, trasporto, distribuzione, importazione, esportazione, trasformazione, acquisto e vendita dell’energia elettrica da qualsiasi fonte prodotta, quindi anche mediante l’utilizzo delle acque pubbliche a mezzo di concessioni sia di grandi che di piccole derivazioni);

- coordinamento interventi Interporto e Autostrada del Brennero;

- coordinamento progetto “Dolomiti patrimonio UNESCO”.

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Tiziano MellariniAssessore alla cultura, cooperazione, sport e protezione civile

è nato ad Ala il 10 novembre 1954, coniu-gato, due figli. Dipendente in aspettativa della Provincia Autonoma di Trento, si è evi-denziato per il particolare attivismo nell’am-bito dell’associazionismo sportivo-sociale regionale e per la sua passione politica. Ha ricoperto le cariche di presidente dell’Unio-ne Sportiva Alense per oltre dieci anni, di consigliere regionale della Federazione Gio-co Calcio per otto anni e di segretario della Sezione Alpini di Ala.Dal 1983 al 1995 ha ricoperto vari incari-chi in seno all’amministrazione comunale di Ala, dapprima come assessore, come vice-sindaco e nel 1995 è stato eletto sindaco, carica che ha ricoperto fino al settembre del 2003.Assessore alle attività economiche del Comprensorio della Vallagarina dal 1995 al 2000, dal 1999 al 2003 è stato presidente dell’Azienda di Promozione turistica di Ro-vereto e della Vallagarina.è stato membro della RUC e del Consorzio dei Comuni e dal settembre 1995 al set-

I Competenze

- tutela e conservazione del patrimonio storico, artistico e popolare;

- usi e costumi locali e istituzioni culturali, accademie, istituti e musei aventi carattere provinciale, biblioteche, ivi comprese le biblioteche scolastiche;

- manifestazioni ed attività artistiche, culturali ed educative locali;

- toponomastica;

- interventi provinciali per lo sviluppo dell’economia cooperativa e funzioni delegate in materia di cooperazione e vigilanza sulle cooperative.

- funzioni delegate in materia di servizi antincendi;

- prevenzione rischi e protezione civile ad esclusione di quanto riservato al Presidente della Provincia;

- attività sportive e ricreative con relativi impianti e attrezzature.

tembre 2003 ha ricoperto la carica di pre-sidente del Comitato del Distretto Sanitario della Vallagarina. Per molti anni ha anche fatto parte del Consiglio di Amministrazione della Cassa Provinciale Antincendi.Nella XIII legislatura è stato Assessore all’a-gricoltura, commercio e turismo della Pro-vincia Autonoma di Trento. è consigliere di

amministrazione ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo, presidente di Trentino Spa e presidente del Comitato organizzatore dei Campionati mondiali di sci nordico 2013 in Val di Fiemme.Nella XIV legislatura ha ricoperto l’incarico di Assessore all’agricoltura, foreste, turi-smo, promozione, caccia e pesca.

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Carlo DaldossAssessore alla coesione territoriale, urbanistica, enti locali ed edilizia abitativa

Nasce a Cles il 14 marzo 1961 e risiede a Vermiglio in Val di Sole. è sposato con due figlie. Dopo aver conseguito il diploma di geometra presso l’Istituto Pozzo di Trento, nel 1984 inizia la libera professione di geo-metra. Il suo impegno nella amministrazione comunale inizia da giovane nel 1985, quan-do entra in consiglio comunale di Vermiglio e assume la carica di assessore.Nel 1990 assume la carica di Sindaco di Vermiglio che ricopre fino al 2010.Dal 2005 al 2010 riveste anche la carica la carica di presidente del Comprensorio Val di Sole. Nello stesso periodo è membro del Consiglio delle Autonomie, nella giunta esecutiva, con l’incarico di seguire le pro-blematiche dei lavori pubblici e dell’energia.è stato per due anni, in rappresentanza dei comuni, consigliere della SET distribuzione.Per due mandati è stato nominato, dalla Regione Trentino Alto Adige, nel consiglio di amministrazione della società Autostrada del Brennero SpA.Ha ricoperto per diversi anni la carica di pre-sidente dell’Azienda di promozione turistica

I Competenze

- urbanistica e piani regolatori;

- tutela del paesaggio;

- centri storici;

- riforma istituzionale;

- finanza locale;

- vigilanza e tutela sulle amministrazioni comunali, sui consorzi e sugli enti e istituti locali, ad eccezione delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, delle aziende di promozione turistica;

- usi civici;

- polizia locale e sicurezza urbana;

- vigilanza e sorveglianza sugli uffici del giudice di pace;

- libro fondiario e catasto;

- edilizia comunque sovvenzionata, totalmente o parzialmente da finanziamenti a carattere pubblico, comprese le agevolazioni per la costruzione di case popolari in località colpite da calamità e le attività che enti a carattere extraprovinciale esercitano nella provincia con finanziamenti pubblici.

della Val di Sole e si è impegnato nell’am-bito dello sviluppo turistico della stessa, in particolare di Vermiglio e del Passo Tonale, ricoprendo per diversi anni la carica di con-

sigliere della società di impianti Carosello Tonale. In questi ultimi anni si è occupato di sviluppo rurale nel Gruppo di azione locale del progetto Leader della Val di Sole.

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“Ispirati da voi”Universiade, i fattori di un successo I volontari, le infrastrutture, l’Autonomia

uggestiva cerimonia in piazza Duomo a Trento per l’apertura delle Universiadi invernali, la grande kermesse sportiva che il Trentino ha ospitato dall’11 al 21 dicembre. A prendere la parola, sul

palco allestito nella piazza che è il cuore della città capoluogo, dopo la sfilata delle delegazioni, con i loro cartelli e le loro bandiere, il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, il presidente del Comitato organizzatore Sergio Anesi e il presidente della Fisu, Claude-Louis Gallien.

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La cerimonia, orchestrata dal coreografo austriaco Klaus Obermaier, si è conclusa con il giuramento di atleti e giudici e con l’accensione del braciere olimpico - illumi-nato a Led, il primo del suo genere, a san-cire l’impegno della manifestazione per la riduzione delle emissioni - sulla Torre Civica. «Un caloroso benvenuto a tutti, con l’augurio di trascorrere una indimenticabile 26esima Universiade invernale». Con queste parole il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi ha salutato l’avvio dell’U-niversiade, in una cerimonia d’inaugurazio-ne che rimarrà negli annali della storia del Trentino. Nel suo saluto, pronunciato di fronte alle delegazioni dei 55 paesi partecipanti, il presidente Rossi ha ricordato i fattori che hanno reso possibile ospitare questa mani-festazione, probabilmente la più grande per il territorio dopo il Concilio. Al primo posto il fattore umano, ed in particolare i tanti giova-ni volontari senza il cui contributo prezioso

le competizioni sportive, sulla neve e sul ghiaccio. Infine l’Autonomia speciale, defi-nita da Rossi una «scuola di responsabilità, che valorizza l’operosità delle nostre genti, l’attitudine al fare da sé ma anche al fare assieme. Io credo – ha concluso il presiden-te della Provincia – che è proprio da questo speciale mix di fattori, da questo amalgama di attitudini e valori, che scaturisce l’en-tusiasmo con cui il Trentino si è messo in moto per far sì che il sogno dell’Universiade diventasse realtà». L’apporto dei volontari è stato sottolineato anche da Sergio Anesi, che ha spiegato come il Comitato organizzatore, sapendo di non aver molto tempo a disposizione né di poter contare su molte risorse economiche, abbia costituito, passo dopo passo, una so-

la macchina organizzativa non sarebbe mai partita. In secondo luogo le infrastrutture, da Sanbapolis alle tante sedi che ospitano

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lida rete tra le persone e i territori e quindi una organizzazione in grado di assicurare al meglio lo svolgimento delle tante iniziative sportive, scientifiche e culturali dell’Univer-siade. «Non avremo però potuto garantire questa complessa macchina organizzativa – ha aggiunto – se non avessimo avuto piena fiducia da parte di enti, istituzioni nazionali ed internazionali, da parte di privati, asso-ciazioni sportive, federazioni e Coni e da parte di tanti collaboratori che con grande professionalità e capacità ci sono stati vicini. Mi preme ringraziare in particolare il Cusi, la Provincia autonoma di Trento, l’Università e il Comune di Trento, nonché la Fisu per la sensibilità e l’attenzione nei confronti delle migliaia di volontari e collaboratori che han-no reso possibile questa sfida».Il motto prescelto per la 26esima Univer-siade invernale è “Inspired by You”, ovvero “Ispirati da Voi”, ha ricordato infine il pre-sidente della Fisu Claude-Louis Gallien. «Perché – ha spiegato, rivolgendosi al pubblico assiepato in piazza e sulle tribune allestite per l’occasione – si è deciso che queste Universiadi si sarebbero ispirate a tutti Voi: Voi studenti-atleti, volontari, alle-natori, giudici di gara, arbitri, e spettatori; Voi professori, ricercatori studenti della gio-vane e innovativa Università di Trento; Voi, ovvero tutta la popolazione delle valli della Provincia autonoma di Trento, che si sono impegnate per trasformare questa mani-festazione in un momento indimenticabile. Perché si è deciso che queste Universiadi fossero un momento unico, che avrebbe dato voce alle nuove generazioni, ai giova-

ni di tutto il mondo. Perché si è deciso di prestare ascolto a Voi, i 3.000 partecipanti di 55 paesi e oltre 200 Università, che ga-reggeranno in 13 diversi sport invernali sulla neve e sul ghiaccio, e a Voi, i 1.700 volontari che rendete tutto questo possibile». Infine, alcune esortazioni: «L’Universiade vi dà la parola, prendetela! Siate voi stessi! Crede-te nei vostri sogni e battetevi per realizzarli! Gareggiate e sfidatevi! Ma soprattutto vive-te quest’Universiade come un’esperienza di comunità, che appartiene a tutti. Non sprecate quest’opportunità unica di comu-nicare, scambiare e condividere esperienze con i giovani di altre regioni e culture. Uni-te le vostre differenze! Valorizzare la vostra diversità!». Al Comitato organizzatore sono

giunti anche gli auguri del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Desidero rivolgere – scrive Napolitano – i più fervidi auguri di successo al Comitato organizza-tore e ai numerosi studenti universitari che partecipano alle Universiadi Trentino 2013. La presenza di giovani da più di 50 paesi riflette l’importanza della manifestazione e, soprattutto, conferma il ruolo dello sport quale strumento di dialogo, integrazione e incontro tra paesi, popoli e culture diverse. Come ci ha insegnato Nelson Mandela, lo sport può abbattere barriere, unire i popoli e cambiare il mondo. Sono convinto che i partecipanti alle Universiadi sapranno rac-cogliere questo messaggio e contribuire alla costruzione di un futuro di pace». III

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Medaglie ladineAl collo dei migliori atleti quelle realizzate dall’Istituto d’Arte

n tocco ladino non poteva assolutamente mancare nella XXVI Winter Universiade Trentino 2013. Il disegno delle medaglie che sono andate al collo dei migliori atleti della rassegna sono infatti

state realizzate presso l’Istituto Ladino d’Arte (Scola d’Ert) Soraperra di Pozza di Fassa. In particolare, tra tutti i progetti artistici realizzati dagli studenti del liceo, la FISU ha scelto quello di Samantha Salvador.

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Le medaglie sono state poi realizzate da  Gianfranco Obrelli, orafo che ha avuto il compito di dare vita material-mente al progetto della studentessa, con 200 medaglie per ogni metallo da con-segnare ai primi tre nei 78 eventi previsti. La medaglia, che presenta un diametro di 6 centimetri e uno spessore di 5 mil-limetri, include nella realizzazione alcuni ele-

menti emblematici del territorio trentino, ov-vero le Dolomiti, il legno, le montagne,

i minerali e i cristalli, com-ponenti essenziali che

in fase di approccio aveva individua-

to il profes-sore  Tiziano Deflorian. Il porta me-daglia in legno è sta-to invece

realizzato da Diego Fanton,

(altro studente dell’Istituto), scelto

fra tante idee di studenti della scuola fassa-na in un progetto coordinato dal professor Flavio Tessadri, mentre la realizzazione della mascotte è stata curata dalla professoressa Lara Steffe. L’occasione per evidenziare anche l’al-tro impegno della Scuola Ladina di Fassa dopo l’esperienza già effettuata ai Mondia-li Studenteschi di Folgaria e ai Mondiali di sci nordico della Val di Fiemme, ovvero la partecipazione diretta con il Comitato Or-ganizzatore in alcuni settori chiave, grazie al supporto di uno student staff coordinato dalla professoressa Ilaria Sartor. Nello spirito della filosofia della Winter Uni-versiade Trentino 2013: coinvolgere i giova-ni e il territorio. III

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Lo sport si è laureatoA Rovereto la conferenza internazionale sulle relazioni con ricerca e innovazione

di Alessandra Saletti

o sport è ormai entrato dalla porta principale delle università. Gli atenei (anche se con qualche ritardo per quanto riguarda quelli italiani) lo considerano un interlocutore importante. Perché

genera inclusione sociale e aggregazione. Perché stimola la ricerca universitaria con una serie di quesiti: si tratti di sviluppare materiali innovativi per migliorare design e performance di qualche disciplina o di risolvere controversie sulle varie responsabilità in gioco sulle piste al di qua e al di là delle Alpi.

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Ma anche perché porta a ideare programmi di doppia carriera che consentano ai giovani impegnati in attività agonistica di frequen-tare gli studi universitari e di conseguire la laurea. L’Universiade invernale Trentino 2013 ha voluto in questo senso fare un passo in più. O, meglio, un salto: analizzare il ruolo dello sport anche come motore di innovazione per tutto il sistema europeo, dal mondo dell’alta formazione a quello in-dustriale. è stato questo, infatti, il tema (e al tempo stesso la sfida) della conferenza internazionale “University Sport: Inspiring In-novation”, che si è tenuta il 9 e il 10 dicem-bre al MART di Rovereto, alla vigilia dell’av-vio dell’Universiade invernale. Un’occasione per riflettere sulle relazioni che possono svilupparsi tra sport universitario e ricerca e sulle sfide dell’innovazione dei prossimi dieci anni a livello globale. Anche sulla scia di quanto indicato da Ho-rizon 2020, il nuovo programma europeo di finanziamento per il periodo 2014-2020. Nel tema “Sport universitario e innovazione” viene infatti dato risalto alle opportunità di sviluppo economico che possono derivare dallo sport e alla possibilità di creare oppor-tunità di impiego e supportare nuove forme di governo e di amministrazione più efficien-ti e trasparenti.Cuore della conferenza internazionale e sti-molo per proseguire il dialogo anche in futu-ro è stata la dichiarazione d’intenti, espres-

sione di istituzioni accademiche e non, e mondo imprenditoriale, a favore dell’avvio di un circuito virtuoso che coinvolga in ma-niera stabile sport, università, formazione, ricerca e innovazione. La dichiarazione ha inteso porre l’attenzione su quanto il mon-

do sportivo può offrire a quello universita-rio, non solo per formare i propri studenti alle “life skills” (valori, spirito di squadra, volontariato, rispetto delle regole, capacità di sacrificio, tensione verso obiettivi ambi-ziosi, capacità di gestire vittorie e sconfitte),

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Gruppo di lavoro di Ingegneria Industriale per la progettazione design della torcia (Luca Benedetti, Alfredo Casagranda, Stefano Rossi) e Daria Depretis, Rettore dell’Università degli Studi di Trento (foto Roberto Bernardinatti)

ma anche come eccezionale sorgente di ispirazione per sviluppare ricerca scienti-fica e tecnologica e come potente veicolo di trasferimento della ricerca universitaria al mercato. La conferenza internazionale (organizzata dall’Università di Trento in col-laborazione con la FISU nell’ambito delle ini-ziative promosse dal Comitato organizzatore dell’Universiade invernale Trentino 2013) si è articolata in sessioni plenarie e sessioni parallele con workshop e interventi curati da relatori di rilievo internazionale. Vi hanno preso parte ricercatori di discipli-ne diverse, policy makers e amministratori, rappresentanti di governi e istituzioni di alta formazione da tutto il mondo, imprenditori, studenti e, dal mondo sportivo, atleti, alle-natori e responsabili tecnici. Tra i relatori erano presenti Stefano Paleari, presidente della CRUI e membro del Governing board dell’EUA, nonché rettore dell’Università di Bergamo e ingegnere con un passato da pallanuotista. E, poi, Debra Mountford (OECD Paris) che si è occupata di capita-lizzazione di eventi culturali e sportivi in ri-ferimento a Londra 2020; Mike Emmerich (Chief Executive of New Economy, Manche-ster) e già membro della squadra di Tony Blair; Alison Odell (Chair of FISU Educational

Committee) e Rossana Ciuffetti, direttrice della scuola per lo sport del CONI. Relatori di primo piano che con la loro pre-senza hanno favorito lo sviluppo di un dialo-go di alto livello e di ampia prospettiva che ha coinvolto esponenti dell’università, del mondo dello sport e della politica economi-ca. Per dare ancora più forza al messaggio, i responsabili scientifici del congresso bien-nale su “Mountain, Sport & Health. Updating study and research from laboratory to field” (promosso dal CeRiSM - Research Center Sport Mountain Health) hanno deciso di far coincidere le date dell’edizione del 2013 con quelle della conferenza internazionale dell’Universiade Trentino 2013, permetten-do in tal modo di creare sinergia tra i due eventi e raggiungere una platea ancora più vasta. In occasione della conferenza inter-nazionale sono stati presentati i progetti finanziati a dicembre 2012 dall’Ateneo trentino sul bando collegato all’Universia-de invernale per 100mila euro complessivi. Si tratta di progetti di ricerca che spaziano dall’ingegneria dei materiali (SkiWax 2013, caratterizzazione comparata di scioline da competizione del professor Luca Fambri e Acqua di cocco: bevanda per sportivi a contenuto vitaminico e nutrizionale della

ricercatrice Sara Spilimbergo), all’ingegne-ria ambientale (Universiadi ad emissione zero del professor Maurizio Fauri), dalle neuroscienze (OZ - Osservare l’attenZione del professor Nicu Sebe) alle scienze cogni-tive (Decision making under risk in winter sports della professoressa Lucia Savadori).Una speciale Business Session, organizzata da EIT ICT Labs nell’ambito della conferen-za internazionale, è stata dedicata a capire le tendenze dell’innovazione nello sport, a trovare opportunità di partnership per lo svi-luppo del business, a trovare ispirazione da imprese trend-setter, a comprendere il rap-porto tra mercato e centri di ricerca & svi-luppo. Tra le varie idee innovative presentate a Rovereto, il caso di Kinexon (Germania), che ha sviluppato un sistema di monitorag-gio delle prestazioni dell’atleta o della squa-dra in base alla sua localizzazione e al suo movimento e permette di valutare l’efficien-za e le condizioni fisiche dei membri della squadra e di operare cambi di strategie e/o sostituzioni. Texe (Italia), altra azienda presente alla con-ferenza, produce tessuti a metraggio con sensoristica integrata che permettono di avere l’analisi delle prestazioni dell’atleta. Quuppa (Finlandia) ha invece sviluppato un

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sistema di rilevamento di posizione basato su tecnologia Blutooth ad alta precisione applicabile alle soluzioni per attività sportive. Oppure CoRehab (Italia), che produce siste-mi di riabilitazione e fisioterapia per gli arti inferiori a seguito di traumi (anche sportivi) in cui il paziente, equipaggiato di appositi sensori, comanda una serie di videogiochi la cui difficoltà e il cui risultato viene gestito a distanza da un fisioterapista che, tramite il gioco, pilota il programma di riabilitazione del paziente. La conferenza internazionale è stata colle-gata anche all’evento “Sport, imprese senza limiti”, promosso da Corriere Innovazione con atleti, imprenditori e ricercatori per par-lare di sport come volano di innovazione, ricerca, sviluppo e rilancio del Paese.

I LA toRcIA E IL BRAcIERE DELL’UNIVERSIADE

Tra i progetti che sono stati presentati alla conferenza, anche quelli del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Trento relativi alla torcia e al braciere dell’U-

niversiade, espressione della ricerca scienti-fica più avanzata nell’ambito dell’ingegneria dei materiali e nel design. La torcia è stata realizzata da un gruppo di ricercatori coordi-nati dal professor Stefano Rossi, garantisce una fiamma alta e ben visibile con qualsiasi condizione meteo, ha forma ergonomica per essere retta facilmente dai tedofori ed è personalizzata con i colori ufficiali: blu e verde. Si ispira ai temi cardine dell’Univer-siade e, in particolare dell’edizione 2013: la cultura dello sport, la ricerca scientifica, l’attenzione per i giovani. Dal punto di vista tecnico, il “cuore” della fiaccola dell’Uni-versiade Trentino 2013 è una tradizionale torcia a vento. L’intero progetto è bioispira-to e biomorfo: si richiama alla genziana, il fiore blu delle Alpi e unisce nuovi materiali altamente tecnologici e materiali tradiziona-li. Il tema della sostenibilità ambientale ha ispirato la sua progettazione e ne è divenuto valore aggiunto. Infatti, a differenza delle ul-time fiaccole olimpiche e delle universiadi che funzionano con un bruciatore a gas, si è preferita una “semplice” torcia di paraffina/cera vegetale di colore giallo per richiama-re i pistilli del fiore di genziana, realizzata in collaborazione con un’azienda trentina, la

Cereria Ronca di Mattarello (Trento). Anche gli altri materiali che la compongono sono di origine vegetale o di riciclo, come la juta da sacco. Sono intervenute anche alcune altre ditte che hanno sponsorizza-to la sua costruzione fornendo i materiali, come la Steel Color di Cremona. Il bracie-re dell’Universiade Trentino 2013, montato sulla Torre civica in Piazza Duomo a Trento, ricorda anch’esso la forma che ha ispirato la Genziana delle Alpi. Come la torcia, infat-ti, richiama il fiore simbolo delle montagne trentine con cinque bracci/petali in legno di abete lamellare. In linea con lo spirito ambientalista “emis-sioni zero” che ha contraddistinto tutta l’Uni-versiade, l’illuminazione del grande braciere è stata affidata a oltre 150 metri di lampadi-ne a led a basso consumo. La realizzazione, anche in questo caso, è stata affidata ad aziende locali: la ditta Silvestri Franco di Ra-vina (che ha curato la struttura) e la SI&GI di Segonzano (per la parte elettrica e l’effetto fiamma). Il braciere è stato acceso in oc-casione della cerimonia di inaugurazione la sera dell’11 dicembre all’arrivo della torcia e illuminerà l’Universiade fino alla cerimonia di chiusura il 21 dicembre. III

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Nanna al MuseoL’emozione di addormentarsi nelle sale del museo e trascorrere una notte tra orsi, lupi, balene, dinosauri e antenati preistorici….

MUSE - Museo delle Scienze. Corso del Lavoro e della Scienza, 3. 38123 - Trento. www.muse.it

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Per bambini dai 5 ai 12 anni e per adulti di ogni etàPer le date consulta il sito www.muse.itInfo e prenotazioni tel. 0461/270311

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Quarant’anni di storiaNel 1973 prese il via l’avventura dell’ Istituto Italo-Germanico. Ecco cos’è oggi l’ISIG

di Paolo Pombeni

errebbe quasi naturale esagerare: quarant’anni lunghi un secolo, tanto appare lontano il 1973 in cui prese il via l’avventura dell’Istituto Storico Italo-Germanico (ISIG). A volte le immagini più

banali sono quelle più efficaci. Nel 1973 i nostri libri li mettevamo letteralmente insieme alla macchina da scrivere, con a fianco quaderni di appunti scritti a mano. Oggi nelle biblioteche è una fila di personal computer se non di tablet e tutti “compongono” i libri in videoscrittura e file.

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Si dirà: aspetti esterni, la sostanza è rimasta quella. Non è proprio così. Certo non si deve mitizzare questa trasformazione, ma solo prenderla per uno dei tanti indicatori di un cambiamento epocale in cui anche gli stori-ci, come tutti gli altri, sono immersi.Il vanto dell’ISIG è di essere nato dalla intui-zione che si era davanti ad un cambiamento epocale che andava affrontato e di essere ancora oggi un centro di studi che non ha dimenticato quella missione originaria. Tan-te volte sono state ricordate le parole con cui Kessler si esprimeva in una dichiara-zione al quotidiano “L’Adige” il 20 gennaio 1972, commentando la nuova fase dell’Au-tonomia che stava per avviare: «La storia dirà come la gente trentina avrà saputo cogliere questa ulteriore occasione. Ho già avuto modo di mettere in risalto il

significato e l’importanza del momento che stiamo vivendo. Credo infatti che siamo da-vanti a una svolta, a un fatto destinato ad incidere profondamente e a lungo nel no-stro tessuto sociale. (…) Una pagina della nostra storia si chiude, un’altra se ne apre. (…) Diventiamo d’ora in avanti un piccolo ambito geografico con immensi problemi da affrontare, siamo a contatto di gomito con ambiti geografici, culturali, economici e so-ciali molto più dinamici e più vivaci di noi e soprattutto molto più forti e più agguerriti… Più di prima dunque, per una molteplicità di aspetti – da quelli istituzionali a quel-li operativi – dobbiamo sentirci stimolati a tenere il passo con le altre regioni, a non chiuderci in visioni anguste, limitate, ma a sfruttare ogni occasione e ogni stimolo per avanzare».

Aveva senso impiantare un centro di ricerca storica per rispondere alle sfide di allora ed a quelle che sarebbero venute dopo? La do-manda è perfettamente legittima, anche se la risposta ad essa deve essere necessaria-mente articolata.Certamente all’origine vi erano due preoc-cupazioni che rimangono ancora valide, pur in un quadro come quello odierno che è as-sai diverso. Innanzitutto vi era l’intuizione di Paolo Prodi, che non era solo il fondatore dell’ISIG, ma anche il nuovo rettore dell’Uni-versità di Trento, intuizione secondo la quale un Ateneo per crescere ha bisogno non solo della sua struttura, ma di un contesto che fosse il suo supporto e al servizio del quale contemporaneamente potesse porsi.Quarant’anni dopo quella prospettiva si è in gran parte realizzata.Qui deve dunque venire in questione quan-to si è cercato di fare dopo che nel marzo 2010 il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Bruno Kessler ha chiesto di avviare un nuovo ciclo nella vita dell’ISIG. Ovviamente non si trattava né di miscono-scere, né di stravolgere quanto era stato realizzato sino ad allora e tutti siamo con-sapevoli che nel progettare un futuro siamo profondamente debitori al nostro passato. Non saremmo dei buoni storici se dimen-ticassimo questa elementare verità, ma non lo saremmo altrettanto se pensassimo che un istituto di ricerca possa vivere sempli-cemente replicando il suo passato e quasi imbalsamandolo.Oggi tenere la posizione acquisita comporta il rispondere a nuove sfide.

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dicembre 2013 | il Trentino

La prima è indubbiamente quella di essere un centro che non raccoglie semplicemente studiosi di alto valore, ciascuno con il suo personale bagaglio di competenze e con i suoi obiettivi singoli di ricerca, ma che ha una sua fisionomia complessiva di centro che persegue degli obiettivi che sono isti-tuzionalmente suoi ed all’interno dei quali i ricercatori sono chiamati ad inserirsi. La formazione dei ricercatori avviene dunque come l’esperienza di un lavoro comune su un tema condiviso da tutti e come una co-stante partecipazione al servizio di tutte le realtà con cui l’Istituto è e sarà chiamato ad interagire.Attualmente il nostro focus primario di ri-cerca è sul problema dello studio delle età di transizione, intendendo questo termine in senso epocale e non come banale sinonimo di mutamento e trasformazione. Ciò non significa rifugiarsi nella torre d’a-vorio delle grandi questioni generali, evitan-do, come si usa dire, di sporcarsi le mani con tematiche di diverso tipo. Al contrario significa portare in quelle tematiche, che noi continuiamo a praticare, quel livello di specializzazione e di approfondimento che è possibile solo si è addestrati a confrontarsi con grandi questioni e con grandi orizzonti. Così stiamo facendo con le ricerche sulla “Grande Guerra”, con l’analisi assistita dal computer dei discorsi politici, e con alcune altre. Questa è la nostra risposta alla richie-sta che Bruno Kessler fece quarant’anni fa di “contribuire alla personalità di questo Trentino”. Ciò significa per noi in primo luogo sentirci partecipi di una comunità e

di un sistema. Non ci si dica che questo è nuovo provincialismo. Oggi il Trentino è una provincia che ha una università valutata far le migliori del nostro paese e con un ottimo ranking internazionale, ha un sistema della ricerca che inanella successi ampiamente riconosciuti, conosce una storia di svilup-po e crescita civile ed economica che ha suscitato ammirazione ed anche invidia. Ci sono cioè tutte le caratteristiche perché questo sia un grande territorio della ricerca e della società italiana capace di competere a livello internazionale, anche se sappiamo

benissimo che i tempi che si affacciano all’orizzonte saranno tutt’altro che facili.Siamo più che consapevoli di trovarci di fronte ad una sfida difficile, ma siamo pronti ad affrontarla. Forse non abbiamo più una certa abbondanza di mezzi che in passato erano disponibili; probabilmente dovremo imparare a fare di più con meno; certamen-te dobbiamo acquistare una notevole fles-sibilità nell’affrontare i compiti che il nostro lavoro ci pone, muovendoci in una prospet-tiva diversa da quella in cui ancora troppi si illudono di potersi collocare. III

Il direttore dell’Istituto storico italo-germanico della Fondazione Bruno Kessler, Paolo Pombeni (foto Archivio FBK - Carlo Baroni)

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Risorse di legnoItea, Arca e Politecnico di Torino uniti nel segno della leggerezza e della velocità

na delle prerogative del costruire sostenibile è sicuramente oggi più che in passato il rispetto e la valorizzazione del territorio, preservandolo da ulteriore edificazione. Il suolo è infatti una

risorsa preziosa e in via di esaurimento, specie in regioni scarsamente dotate di terreni pianeggianti. Il Trentino Alto Adige, con le sue straordinarie bellezze naturali, è terra morfologicamente montuosa e il tema “Rebuild” calza a pennello in un’ottica lungimirante di recupero del già costruito e del rispetto delle aree verdi locali.

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Se a questo tema si unisce la valorizzazione di una risorsa come il legno, protagonista dell’edilizia di ultima generazione, vocata al risparmio energetico e al rispetto dell’am-biente, giungiamo all’elemento core dell’i-niziativa lanciata in sinergia da Itea, Arca e il Politecnico di Torino: le “sopraelevazioni in legno”. Questo materiale presenta, infatti, intrin-secamente le caratteristiche ottimali per questo tipo di intervento: la leggerezza, che consente di non gravare eccessivamente sull’edificio esistente, la velocità di costru-zione, considerando l’alto grado di prefab-bricazione ormai implementato per questa tecnologia e la modalità costruttiva a secco. A ciò si aggiunge l’opportunità di recupero del patrimonio edilizio esistente: riqualifica-re energeticamente il costruito, adeguarlo ai nuovi criteri di sicurezza sismica e valoriz-zarlo con un ulteriore piano abitabile. Per-ché dunque occupare nuovi preziosi spazi verdi se è possibile coniugare edilizia ed ambiente con la realizzazione di un piano aggiuntivo alle costruzioni già esistenti? A questo assunto sono giunti gli Enti promo-tori dell’iniziativa che hanno voluto aprire a scala nazionale il dibattito sul tema parten-do dalla realtà di social housing trentina con la pubblicazione di una “selezione di idee” incentrata sulla riqualificazione di complessi abitativi dislocati in Cristo Re a Trento e nel rione delle Fucine a Rovereto. Le proposte, divise in due categorie “junior”, fino a 35 anni, e “senior” da 36 anni, sono

state valutate da una Commissione giudica-trice che ha selezionato rispettivamente due e tre vincitori per ciascuna categoria.Ai vin-citori è stata data massima visibilità attra-verso tutti i mezzi di comunicazione a dispo-sizione di Arca ed Itea, nonché l’opportunità di partecipare al meeting REbuild che si è tenuto a fine novembre a Riva del Garda, in cui diverse figure quali committenti, pro-gettisti, tecnici si sono confrontate per svi-luppare strategie di progettazione condivise. «Le sopraelevazioni in legno – ha dichiarato Michela Chiogna, consigliere Iteacon delega alla Ricerca e Sviluppo – sono una valida soluzione di intervento per l’housing sociale perché coniugano il potenziale di riqualifica-zione del patrimonio immobiliare esistente in armonia e nel rispetto dell’ambiente con l’incremento contenuto del numero di nuovi

alloggi». Questi micro interventi favoriscono infatti la coesione e la mixitè e non alterano gli equilibri sociali creatisi nel tempo. E pro-prio di questi temi si è parlato al workshop REbuild dove, attraverso dibattiti e tavole rotonde è stato intento corale alimentare un confronto fattivo sulle modalità di traduzio-ne di tale soluzione nella provincia di Trento, dato che sopraelevare necessita di strate-gie e tecnologie più specialistiche rispetto a quelle impiegate per realizzare le costruzioni cosiddette “standard”. Arca si è occupata di redigere un Regolamento Tecnico per la certificazione delle sopraelevazioni in legno, nel quale si illustrano i requisiti prestazionali che l’opera deve garantire in termini di sicu-rezza sismica e al fuoco, efficienza energeti-ca, isolamento acustico, durabilità e qualità costruttiva. III

TEL. 0461-803172 FAX. 0461-827989

ALZA LA CASA CON UN PIANO IN LEGNO PER IL RECUPERO DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE

Al via la selezione di idee nei quartieri di Cristo Re a Trento e delle Fucine a Rovereto. Un’iniziativa congiunta con la regia Itea-Arca-Politecnico di Torino per promuovere interventi attenti al risparmio del territorio e indirizzati alla riqualificazione di edifici esistenti sui quali realizzare sopraelevazioni in legno. Una delle prerogative del costruire sostenibile è sicuramente oggi più che in passato il rispetto e la valorizzazione del territorio, preservandolo da ulteriore edificazione. Il suolo è infatti una risorsa preziosa e in via di esaurimento, specie in regioni scarsamente dotate di terreni pianeggianti. Il Trentino Alto Adige, con le sue straordinarie bellezze naturali, è terra morfologicamente montuosa e il tema “Rebuild” calza a pennello in un’ottica lungimirante di recupero del già costruito e del rispetto delle aree verdi locali. Se a questo tema si unisce la valorizzazione di una risorsa come il legno, protagonista dell’edilizia di ultima generazione, vocata al risparmio energetico e al rispetto dell’ambiente, giungiamo all’elemento core dell’iniziativa lanciata in sinergia da Itea, Arca e il Politecnico di Torino: le “sopraelevazioni in legno”. Questo materiale presenta, infatti, intrinsecamente le caratteristiche ottimali per questo tipo di intervento: la leggerezza, che consente di non gravare eccessivamente sull’edificio esistente, la velocità di costruzione, considerando l’alto grado di prefabbricazione ormai implementato per questa tecnologia e la modalità costruttiva a secco. A ciò si aggiunge l’opportunità di recupero del patrimonio edilizio esistente: riqualificare energeticamente il costruito, adeguarlo ai nuovi criteri di sicurezza sismica e valorizzarlo con un ulteriore piano abitabile. Perché dunque occupare nuovi preziosi spazi verdi se è possibile coniugare edilizia ed ambiente con la realizzazione di un piano aggiuntivo alle costruzioni già esistenti? A questo assunto sono giunti gli Enti promotori dell’iniziativa che hanno voluto aprire a scala nazionale il dibattito sul tema partendo dalla realtà di social housing trentina con la pubblicazione di una “selezione di idee” incentrata sulla riqualificazione di complessi abitativi dislocati in Cristo Re a Trento e nel rione delle Fucine a Rovereto. Le proposte, divise in due categorie “junior”, fino a 35 anni, e “senior” da 36 anni, sono state valutate da una Commissione giudicatrice che ha selezionato rispettivamente due e tre vincitori per ciascuna categoria. Ai vincitori è stata data massima visibilità attraverso tutti i mezzi di comunicazione a disposizione di Arca ed Itea, nonché l’opportunità di partecipare al meeting REbuild che si è tenuto a fine novembre a Riva del Garda, in cui diverse figure quali committenti, progettisti, tecnici si sono confrontate per sviluppare strategie di progettazione condivise. “Le sopraelevazioni in legno – ha dichiarato Michela Chiogna, consigliere Itea con delega alla Ricerca e Sviluppo – sono una valida soluzione di intervento per l’housing sociale perché coniugano il potenziale di riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente in armonia e nel rispetto dell’ambiente con l’incremento contenuto del numero di nuovi alloggi.” Questi micro interventi favoriscono infatti la coesione e la mixitè e non alterano gli equilibri sociali creatisi nel tempo. E proprio di questi temi si è parlato al workshop REbuild dove, attraverso dibattiti e tavole rotonde è stato intento corale alimentare un confronto fattivo sulle modalità di traduzione di tale soluzione nella provincia di Trento, dato che sopraelevare necessita di strategie e tecnologie più specialistiche rispetto a quelle impiegate per realizzare le costruzioni cosiddette “standard”. Arca si è occupata di redigere un Regolamento Tecnico per la certificazione delle sopraelevazioni in legno, nel quale si illustrano i requisiti prestazionali che l’opera deve garantire in termini di sicurezza sismica e al fuoco, efficienza energetica, isolamento acustico, durabilità e qualità costruttiva. 1° classificato senior 1° classificato junior

- a cura dell’Ufficio Stampa di Itea Spa -

TEL. 0461-803172 FAX. 0461-827989

ALZA LA CASA CON UN PIANO IN LEGNO PER IL RECUPERO DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE

Al via la selezione di idee nei quartieri di Cristo Re a Trento e delle Fucine a Rovereto. Un’iniziativa congiunta con la regia Itea-Arca-Politecnico di Torino per promuovere interventi attenti al risparmio del territorio e indirizzati alla riqualificazione di edifici esistenti sui quali realizzare sopraelevazioni in legno. Una delle prerogative del costruire sostenibile è sicuramente oggi più che in passato il rispetto e la valorizzazione del territorio, preservandolo da ulteriore edificazione. Il suolo è infatti una risorsa preziosa e in via di esaurimento, specie in regioni scarsamente dotate di terreni pianeggianti. Il Trentino Alto Adige, con le sue straordinarie bellezze naturali, è terra morfologicamente montuosa e il tema “Rebuild” calza a pennello in un’ottica lungimirante di recupero del già costruito e del rispetto delle aree verdi locali. Se a questo tema si unisce la valorizzazione di una risorsa come il legno, protagonista dell’edilizia di ultima generazione, vocata al risparmio energetico e al rispetto dell’ambiente, giungiamo all’elemento core dell’iniziativa lanciata in sinergia da Itea, Arca e il Politecnico di Torino: le “sopraelevazioni in legno”. Questo materiale presenta, infatti, intrinsecamente le caratteristiche ottimali per questo tipo di intervento: la leggerezza, che consente di non gravare eccessivamente sull’edificio esistente, la velocità di costruzione, considerando l’alto grado di prefabbricazione ormai implementato per questa tecnologia e la modalità costruttiva a secco. A ciò si aggiunge l’opportunità di recupero del patrimonio edilizio esistente: riqualificare energeticamente il costruito, adeguarlo ai nuovi criteri di sicurezza sismica e valorizzarlo con un ulteriore piano abitabile. Perché dunque occupare nuovi preziosi spazi verdi se è possibile coniugare edilizia ed ambiente con la realizzazione di un piano aggiuntivo alle costruzioni già esistenti? A questo assunto sono giunti gli Enti promotori dell’iniziativa che hanno voluto aprire a scala nazionale il dibattito sul tema partendo dalla realtà di social housing trentina con la pubblicazione di una “selezione di idee” incentrata sulla riqualificazione di complessi abitativi dislocati in Cristo Re a Trento e nel rione delle Fucine a Rovereto. Le proposte, divise in due categorie “junior”, fino a 35 anni, e “senior” da 36 anni, sono state valutate da una Commissione giudicatrice che ha selezionato rispettivamente due e tre vincitori per ciascuna categoria. Ai vincitori è stata data massima visibilità attraverso tutti i mezzi di comunicazione a disposizione di Arca ed Itea, nonché l’opportunità di partecipare al meeting REbuild che si è tenuto a fine novembre a Riva del Garda, in cui diverse figure quali committenti, progettisti, tecnici si sono confrontate per sviluppare strategie di progettazione condivise. “Le sopraelevazioni in legno – ha dichiarato Michela Chiogna, consigliere Itea con delega alla Ricerca e Sviluppo – sono una valida soluzione di intervento per l’housing sociale perché coniugano il potenziale di riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente in armonia e nel rispetto dell’ambiente con l’incremento contenuto del numero di nuovi alloggi.” Questi micro interventi favoriscono infatti la coesione e la mixitè e non alterano gli equilibri sociali creatisi nel tempo. E proprio di questi temi si è parlato al workshop REbuild dove, attraverso dibattiti e tavole rotonde è stato intento corale alimentare un confronto fattivo sulle modalità di traduzione di tale soluzione nella provincia di Trento, dato che sopraelevare necessita di strategie e tecnologie più specialistiche rispetto a quelle impiegate per realizzare le costruzioni cosiddette “standard”. Arca si è occupata di redigere un Regolamento Tecnico per la certificazione delle sopraelevazioni in legno, nel quale si illustrano i requisiti prestazionali che l’opera deve garantire in termini di sicurezza sismica e al fuoco, efficienza energetica, isolamento acustico, durabilità e qualità costruttiva. 1° classificato senior 1° classificato junior

- a cura dell’Ufficio Stampa di Itea Spa -

Vincitore catagoria senior, ing. Giovanni Mainenti

Vincitore categoria junior, ing. Andrea Fronk

A cura dell’Ufficio stampa di Itea Spa

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David Tacconi (EIT Venture Award) e Dorottya Maksay (EIT CH.A.N.G.E Award)

David Tacconi (CoRehab) con Alexander von Gabain (Presidente del Comitato Direttivo dell’EIT )

Il gioco ortopedicoAlla startup trentina CoRehab il premio “EIT Venture Award” per l’innovativo Riablo

di Laura Meijere

Istituto europeo di innovazione e tecnologia ( EIT ) ha annunciato i vincitori del concorso 2013 EIT Awards. Consegnato a Budapest, presso la sede dell’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia,

il premio “EIT Venture Award” è stato assegnato alla startup trentina CoRehab per il suo prodotto innovativo “Riablo”, che combina la tecnologia del gioco con l’attività di riabilitazione ortopedica.

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Lo scopo del premio EIT Awards è di dare visibilità ai progetti innovativi che emergo-no dell’ecosistema imprenditoriale europeo dell’EIT. I candidati erano espressione di tut-te le aree chiave dell’EIT: energia, clima e tecnologie dell’informazione e della comuni-cazione. Oltre il riconoscimento europeo, EIT Award offre un programma di supporto che viene sviluppato insieme con la startup per assicurare la corrispondenza alle esigen-ze dell’azienda. CoRehab è nata nel 2012 come risultato dell’esperienza personale del fondatore David Tacconi che, essendo un appassionato giocatore di calcio, ha subito anche vari traumi sportivi. Dalla sua espe-rienza dei percorsi di riabilitazione, che ha trovato piuttosto inefficienti, è nata l’idea del suo prodotto “Riablo”, che offre ai pazienti una riabilitazione divertente e controllata. Con “Riablo” i pazienti possono svolgere gli esercizi di sempre giocando ad un video-game. La modalità “gioco” e il controllo di precisi sensori di movimento permettono a tutti i pazienti di concentrarsi sui movimen-ti, distogliendo la mente dal dolore fisico e mantenendo alta la motivazione nel tempo.

“Riablo” permette in sintesi una riabilitazio-ne più divertente ed efficace sia al centro fisioterapeutico, che a casa. «è incredibile pensare che in un anno siamo arrivati non solo sul mercato internazionale, partendo letteralmente da zero, ma siamo stati anche premiati come azienda – dice David Tacconi – questo è un premio al no-stro lavoro, una grande opportunità che dà grande visibilità e un incentivo ad andare avanti ancora più convinti che siamo sul-la strada giusta e che Riablo può davvero rappresentare una rivoluzione nel mercato mondiale della riabilitazione». CoRehab è una storia di successo imprenditoriale

trentina. L’azienda fa parte del programma “Business development accelerator” (facili-tatore di sviluppo imprenditoriale) nell’am-bito dell’EIT ICT Labs, che ha l’obiettivo ad aiutare le startups a passare da un livello di business nazionale a uno internazionale. CoRehab, che, dopo solo un anno di atti-vità ha già ricevuto riconoscimenti a livello europeo, ha ricevuto anche il finanziamento dalla Provincia di Trento, Trentino Sviluppo ed investitori privati. Il programma di accelerazione di business è uno dei mezzi con cui EIT ICT Labs aiu-ta a portare le idee innovative sul mercato europeo. EIT ICT Labs è l’organizzazione che per conto dell’ Istituto europeo di inno-vazione e tecnologia (EIT) agisce nell’area delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. In Italia EIT ICT Labs è si-tuato a Trento e riunisce partner industria-li e accademici di tutto il Paese. Gli altri centri europei dell’ICT ICT Labs si trovano a Berlino, Eindhoven, Stoccolma, Helsin-ki, e Parigi. Per il periodo 2008-2013 EIT ha contato su finanziamenti per circa 308 milioni di euro. Per il 2014-2020 dovreb-bero raggiungere i 2,7 miliardi di euro. III

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dicembre 2013 | il Trentino

(foto: Michele Menegon)

MUSE d’AfricaUn laboratorio per lo studio della biodiversità molecolare e una spedizione in Mozambico

di chiara Veronesi

ono molte e crescenti le iniziative del MUSE in Africa: esplorazione biologica, cooperazione allo sviluppo, ricerca e monitoraggio ambientale. Tra queste il ‘Molecular Lab’, progetto di costruzione

di un laboratorio dedicato al sequenziamento e allo studio della biodiversità molecolare e ‘Sky Islands’, una spedizione in Mozambico che porterà alcuni studiosi in una zona poco conosciuta dal punto di vista biologico.

S

La spedizione partirà non appena la situa-zione politica in Mozambico si sarà stabi-lizzata. Gli studiosi del MUSE, per 50 giorni, esploreranno una delle ultime zone vergini del pianeta. Un luogo dove la concentra-zione di vertebrati endemici è la più alta al mondo, con antichissime foreste dove è an-cora possibile percorrere a ritroso la storia della vita e arrivare alle sue origini.Grazie a un’operazione di crowdfunding, una raccolta di fondi online che ha coinvolto più di 120 persone, la ricerca in foresta sarà filmata in un documentario video, che darà la possibilità a tutte le persone di vivere l’e-mozione della scoperta sul campo.L’iniziativa si colloca all’interno di un’im-portante attività di ricerca e conservazione in Africa orientale condotta dalla sezione di Biodiversità Tropicale del MUSE fin dagli anni ’90 e poi strutturatasi dal 2004 in pro-gramma pluriennale. L’area focale di attività è la Tanzania (Eastern Arc Mountains), una regione che è parte dei 34 hotspots di biodi-versità del Pianeta. La ricerca ha contribuito alla conoscenza e alla protezione di questi preziosi ecosistemi tropicali attraverso la documentazione e il monitoraggio e con specifici progetti di conservazione attuati con il coinvolgimento delle popolazioni loca-li. Il bilancio dei primi dieci anni di attività è positivo e annovera tra i suoi punti di forza la realizzazione del Centro di Monitorag-gio Ecologico dei Monti Udzungwa (vera e propria sezione territoriale del MUSE), una struttura che ha ospitato dal 2006 oltre 150 ricercatori e lavora in rete con molte organizzazioni locali e internazionali; la rea-

lizzazione di corsi di formazione per tecnici locali e per studenti di ogni nazionalità; un programma di cooperazione ambientale che armonizza la protezione del parco con lo svi-luppo socio-economico delle comunità lo-cali (condotto insieme ad una associazione trentina per la cooperazione internazionale, l’Associazione Mazingira), la partecipazione dal 2009 nella rete TEAM (Tropical Ecology, Assessment and Monitoring), una rete glo-bale di eccellenza che riunisce 17 stazioni di ricerca nei tropici per il monitoraggio stan-dardizzato e avanzato delle foreste pluviali.Ma se il passato è ricco di risultati anche il futuro è carico di promesse con alcuni pro-getti di portata significativa: in questi mesi infatti, alle varie attività di ricerca e conser-vazione si aggiunge il Biodiversity Molecular Lab, un laboratorio per analisi genetiche finanziato dalla Caritro, la seconda fase del progetto pilota ‘Getting Reddy’, ideato dal-la Provincia autonoma di Trento e ispirato alle azioni suggerite dal Protocollo di Kyo-to per ridurre le emissioni dei gas serra e diventare una Provincia a emissioni zero. Il

progetto promuove la prevenzione della de-forestazione e lo sviluppo socio economico di comunità indigene in Tanzania e in Amaz-zonia. E ancora, in attuale programmazione, la costruzione presso la sede tanzaniana del MUSE di un Centro visitatori del Parco Nazionale dei Monti Udzungwa, quale centro di interpretazione ambientale dedicato agli studenti e comunità locali oltre all’acco-glienza di un sempre maggiore numero di turisti.Una nota: la Provincia di Trento – in primis l’Assessorato alla Solidarietà Internazionale e Convivenza – ha finanziato la realizzazio-ne del Centro e molte attività attraverso un primo progetto (2004-2009). Sulla base di questo primo investimento, molti progetti si sono aggiunti perlopiù ottenuti con finanzia-menti esterni e competitivi. La Sezione di Biodiversità tropicale, infatti, è oggi il set-tore del MUSE che più ha saputo attrarre finanziamenti esterni, per una percentuale di auto-finanziamento di circa il 75%.tutte le informazioni sui progetti in Africa del MUSE sul sito: www.muse.it III

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Da Tesero alla PoloniaRitorna a Cracovia il presepe trentino Nel segno di papa Giovanni Paolo II

di Fausta Slanzi

gni Natale la tradizione presepistica del Trentino e, in particolare, di Tesero, oltre ad essere significativa per gli abitanti dei vari paesi, lo diventa anche per comunità più grandi e, spesso,

di altre nazioni. OQuest’anno, per la seconda volta, per i cit-tadini di Cracovia. Il legame che unisce Te-sero, la Val di Fiemme, il Trentino a Cracovia è molto forte. Cracovia è la città di Papa Giovanni Paolo II e del Cardinal Stanislaw Dziwisz, che né è l’Arcivescovo e, da pochi mesi, è diventato cittadino onorario di Tese-ro. La cerimonia di conferimento della citta-dinanza è avvenuta il 21 settembre scorso con vari momenti ufficiali con le autorità politiche e amministrative ed ecclesiastiche locali e provinciali. Tornando al legame che lega il Trentino alla Polonia e, in particolare a Cracovia, bisogna ricordare che tutto è ini-ziato nel 1984 quando Papa Giovanni Paolo II è salito sulle cime dell’Adamello e, da una delle più belle montagne del Trentino, ha rinnovato al mondo l’invito alla pace e alla fratellanza. Preghiera poi amplificata, posto che la vetta (raggiunta una seconda volta − 1988 − dallo stesso Santo Padre) è divenu-ta meta di pellegrinaggio annuale di fede e crescita per tantissimi giovani. Dalla cima di quella montagna, che ora porta il suo nome, è partito quasi come ritorno di colomba col fuscello d’ulivo nel becco, il rapporto di collaborazione che il Trentino ha instaurato prima con la Santa Sede nel 2006 e 2007 con l’esposizione del presepe a grandezza naturale in Piazza San Pietro poi, con Craco-via nel 2008 passando per l’Aquila (2009), Assisi (2010), Istambul (2010) e Betlemme (2011). Quell’indimenticabile e quasi “se-greta” visita di Papa Woityla nell’estate del 1984, in compagnia del memorabile Pre-sidente Pertini, quella sciata intima eppure così “di tutti”, segnò la traccia sulla quale srotolare − liberate da un pudore “riverente” − occasioni di collaborazione e di crescita

Presepi di Tesero 2005 (foto: Cristina Vinante)

L’esposizione dei presepi trentini nel santuario della Divina Misericordia di Lagiewniki a Cracovia nel 2008 (foto: Archivio Ufficio Stampa Pat -Tadeusz Warczak)

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dicembre 2013 | il Trentino

spirituale. Su questo solco si è poi innestata la vicinanza del Santo Padre Giovanni Pao-lo II alla comunità trentina e, in particolare nella toccante celebrazione in ricordo delle vittime di Stava nel luglio del 1988, dopo tre anni dalla terribile tragedia che cancellò per sempre 268 persone. Relazione che si è poi rafforzata ulteriormente prima nel 1995 con la visita pastorale a Trento e poi nel 2008 quando, attraverso l’Associazione Amici del Presepio di Tesero, nel Santuario della Di-vina Misericordia di Lagiewniki, sono stati esposti i presepi artistici più belli realizzati dai maestri artigiani di Tesero. In quell’occasione, nella città di Papa Gio-vanni Paolo II, il Cardinal Dziwisz ha presie-duto una toccante Celebrazione eucaristica per i numerosi pellegrini provenienti dal Trentino. Ora, con l’allestimento del prese-pe a grandezza naturale davanti allo stesso Santuario, il legame con Cracovia, con il suo Arcivescovo, con la sua gente assume una valenza ancora più forte. La Natività scol-pita dai maestri artigiani di Tesero rimarrà allestista davanti al Santuario della Divina Misericordia di Lagiewniki dall’inizio di di-cembre fino alla fine di gennaio. A Cracovia, per l’occasione anche gli assessori Tiziano Mellarini e Mauro Gilmozzi che, come per ogni iniziativa all’estero, colgono l’occasione dell’esposizione di presepi, per instaurare, anche, ulteriori proficui rapporti di collabo-razione con la comunità polacca. A Cracovia anche il console onorario della Repubblica di Polonia, Walter Cappelletto che, da qual-che anno, insieme ai consoli onorari di altre città italiane (Torino, Genova, Venezia, Na-poli, Roma) si attiva per la promozione di progetti italo-polacchi.

I LA tRADIzIoNE PRESEPIStIcA tRENtINA

La tradizione del presepe è molto sentita in tutto il Trentino e particolarmente a Tesero in Val di Fiemme dove, fin dal 1700 unico esempio nel Principato vescovile, il presepe diventa espressione di una tradizione che

non ha più perso la sua valenza. A Tesero gli antichi presepi sono patrimonio di famiglia e vengono lasciati in eredità. La ricostruzione tradizionale della natività di Gesù assume un valore tanto grande da essere inserita, abitualmente, nei lasciti testamentali.Per la gente trentina, il presepe è qualco-sa di più profondo che la rappresentazione della Natività: è un sentimento religioso del “fare il presepio”. Gli abitanti di Tesero e del-la Val di Fiemme, in particolare, hanno una “naturale” predisposizione all’arte dell’in-taglio: i maestri del legno teserani hanno cominciato a “riprodurre” le figure della Madonna e del “Dolce Bambin Gesù”, fin dalla fine del Settecento. I probabili impor-tatori dal Tirolo della tradizione dell’intaglio nel legno della scena della Natività furono i “segantini”, coloro cioè che lavoravano nelle segherie veneziane azionate dalla forza mo-trice dell’acqua. La rappresentazione della Natività di Gesù assume per gli abitanti di Tesero, ma anche di tutto il Trentino, un valore molto grande e si compie anche nella ritualità collettiva dell’allestimento dei presepi nelle corti, nei vicoli, nelle piazze e negli angoli più sugge-stivi dei paesi. III

Presepe in piazza San Pietro, Roma 2006 (foto: Associazione Amici del Presepio di Tesero)

L’Arcivescovo di Cracovia Cardinal Stanislaw Dziwisz durante la cerimonia di conferirmento della cittadinanza onoraria di Tesero (foto: Archivio Ufficio Stampa Pat)

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TRENTINI�NELL’EGEODa�Giuseppe�Gerola�ai�boscaioli�della�Val�di�Fiemme

Orarioda�martedì�a�domenica�ore�9.00�-�13.00�/�14.00�-�17.30chiuso��lunedì,�25�dicembre,�1�gennaioinfo:�tel.�0461�492161www.trentinocultura.net/archeologia.asp

..

S.A.S.S.

Spazio Archeologico�Sotterraneo�del�SasTrento,�piazza�Cesare�Battisti

Comune�di�Cavalese Comitato�Famigliari�Emigrati�Fiemmesi�a�RodiComunità�territoriale�della�Val�di�Fiemme

“...�erano�boscaioli,�segantini�e�falegnami,�con�capacità�contadine�e�di�allevatori,quei�trentini�partiti�nel�1935.�Erano�di�Fiemme,�uomini�del�legno.�Partiti�per�andaread�occuparsi�dei�boschi�di�Rodi,�nell’Egeo,�isola�del�sole�e�delle�rose...”

4�ottobre�2013�-�6�gennaio�2014

Mostra�fotografica�tratta�dal�volume “Gli�uomini�del�legno�sull’isola�delle�rose:�la�vicenda�storica�del�villaggio�italianodi�Campochiaro�a�Rodi�(1935�-�1947)” di�Renzo�Maria�Grosselli�e�Comitato�Famigliari�Emigrati�Fiemmesi�a�Rodi

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTOSoprintendenza�per�i�Beni�architettonici�e�archeologici

Ufficio�Beni�archeologici

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Mercati internazionaliMade in Italy: le imprese trentine dell’ICTcercano sbocchi sul fronte economico estero

di Giorgia Fasanelli

tempo anche per le imprese trentine operanti nel mondo dell’ICT di affrontare i mercati internazionali. Sull’onda della perdurante crisi economica che impone alle imprese di allargare i

propri confini e puntare sempre più sui mercati esteri, anche il settore dell’ICT inizia a cercare sbocchi sui mercati esteri, forte anche della fama positiva che il marchio made in Italy e le eccellenze trentine godono ancora oggi a livello internazionale.

è

E le imprese ICT trentine sono pronte ad af-frontare questa sfida e a presentare i propri prodotti e soluzioni, già collaudati, anche fuori dai confini nazionali. Questo il principa-le messaggio emerso nel corso dell’incontro “ICT e internazionalizzazione”, promosso da Informatica Trentina nell’ambito del Progetto di collaborazione territoriale ICT e organiz-zato in collaborazione con Trentino Sviluppo e Trentino Export, tenutosi giovedì 14 no-vembre presso la sede di Confindustria a Trento. Una trentina di imprese ICT locali hanno animato l’iniziativa “ICT e Internazio-nalizzazione”, pensata per illustrare poten-zialità, modalità e incentivi economici che caratterizzano un percorso di internaziona-lizzazione. L’esigenza dell’incontro è nata nell’ambito del Tavolo della Collaborazione ICT, promosso da Informatica Trentina con le associazioni di categoria. Obiettivo del tavolo è quello di far crescere e qualificare le aziende ICT del territorio, coinvolgendole nei progetti di digitalizzazione del sistema pubblico, favorendo anche processi di va-lorizzazione sui diversi mercati delle migliori soluzioni realizzate a livello locale.A raccontare alle aziende ICT locali che cosa significhi intraprendere un percorso di inter-nazionalizzazione sono intervenuti Trentino Sviluppo, che da qualche mese ha lanciato uno sportello integrato dedicato a questa te-matica, e Trentino Export, cooperativa nata con lo scopo di promuovere l’esportazione dei prodotti delle imprese consociate. A confermare la validità del percorso di in-ternazionalizzazione sono intervenute due piccole realtà trentine – la L.M., del settore

food, con Alberto Corazzolla e la MA-ESTRO, operante nel settore ICT, con Giorgio Mana-ra − che stanno affrontando con successo i mercati esteri.«A seguito della scelta della Provincia di concentrare su Trentino Sviluppo le attività a supporto dell’internazionalizzazione verso le imprese – ha ribadito Mauro Casotto, diret-tore della divisione sviluppo e innovazione di Trentino Sviluppo – abbiamo attivato uno sportello dedicato, in grado di accompagna-re le aziende interessate a proporsi sui mer-cati esteri. Si tratta di un’attività, la nostra, di forte sensibilizzazione e promozione della cultura all’internazionalizzazione, che risulta quindi complementare al ruolo svolto dalle agenzie private, che offrono invece servizi specifici».

«Il messaggio che abbiamo voluto dare con questo incontro – ha infatti sottolineato Bar-bara Fedrizzi, presidente di Trentino Export – è il ruolo fondamentale dell’internaziona-lizzazione quale motore per la crescita delle aziende trentine e la necessità di un forte coordinamento tra tutte le strutture, pubbli-che e private, che se ne occupano sul no-stro territorio». Dopo questo primo incontro, le aziende ICT interessate parteciperanno ad alcune sessioni di approfondimento, durante le quali esperti di Trentino Export incontreranno gli imprenditori che vogliono internazionalizzarsi, per valutare assieme se i prodotti proposti hanno le caratteristiche fondamentali per affrontare i mercati esteri e, nel caso, definire qual è la modalità mi-gliore per farlo. III

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Talenti acceleratiCosì TechPeaks punta alla creazione di cento startup ad alto contenuto tecnologico

di Gabriele catania

el verde di Piazza Venezia a Trento non è insolito vedere teenager chiacchierare sulle panchine, o bambini correre come scalmanati. Ma da qualche tempo nei paraggi della statua di Alcide

Degasperi si può incontrare anche un altro tipo di gioventù. Una gioventù high tech, e che è facile riconoscere: non solo perché ha sempre un PC sotto braccio, ma perché la sua meta è sempre, inevitabilmente, il palazzo della ex Asl. Che si sta trasformando in fucina di creatività, inventiva e imprenditorialità.

N

è lì, infatti, che ha sede TechPeaks, l’accele-ratore di talenti made in Trentino. Promosso dal polo dell’innovazione Trento RISE, Te-chPeaks ha come obiettivo la creazione, in quattro anni, di cento startup, ossia cento nuove aziende ad alto contenuto tecno-logico. Si tratta di un progetto ambizioso, nessun dubbio a riguardo, ma importante; infatti, solo puntando sulla conoscenza e sui giovani talenti, il nostro territorio può spera-re di affrontare con successo le sfide del XXI secolo, e tenere il passo con giganti come la Cina, il Brasile o l’India (che non a caso stanno investendo sempre di più in ricerca, tecnologia, innovazione). Qualche risultato importante TechPeaks, che è stato inaugu-rato solo lo scorso 1 giugno dal premier En-rico Letta, inizia a darlo. Per esempio lunedì 2 dicembre, al Teatro Cuminetti, ha avuto luogo il Demo Day. I giovani imprenditori tecnologici di TechPeaks hanno incontrato più di 50 potenziali investitori (tra impren-

ditori, banchieri, venture capital e business angel), provenienti da tutta Europa e persino dagli Stati Uniti. Molti degli investitori pre-senti hanno mostrato interesse per i progetti imprenditoriali, e starebbero già valutando varie possibilità di investimento.«TechPeaks è una bellissima iniziativa – di-chiara uno dei partecipanti, Daniele Cassini di 30 anni e CEO della startup turistica Ci-cerOOs, che già vanta clienti di peso come Fiat-. Un grande grazie va al Trentino, uno dei territori più innovativi e attenti al futuro che si possa immaginare !» Sempre negli spazi dell’ex Palazzo dell’ASL si trova un’al-tra iniziativa che ha come scopo quello di rendere i giovani del Trentino più creativi, e capaci di affrontare un futuro dove il lavoro, più che trovarlo, bisogna saperlo inventare. è il CLab Trento: un “laboratorio di conta-minazione” fondato dal Dipartimento di eco-nomia e management dell’Università degli Studi di Trento, e realizzato con il sostegno di Trento RISE per fornire nuove competenze imprenditoriali non solo a studenti e dotto-randi dell’ateneo, ma anche a startupper e giovani creativi in generale. Gli studenti e i neoimprenditori coinvolti da CLab Trento provengono da oltre venti Pae-si diversi, e ben il 33% è donna. «Abbiamo pensato che un territorio ricco di risorse umane e infrastrutture tecnologiche, con una grande comunità di studenti e dotto-randi italiani ma anche internazionali fosse il terreno migliore per diffondere lo spirito imprenditoriale» è il commento di Vittorino

Filippas, uno degli ideatori e promotori del nuovo CLab Trento. Gli appuntamenti di CLab Trento avvengono in una saletta gialla dal design avveniristico e che ricorda una palestra. Una palestra per il cervello, però. Pronta ad accogliere gli studenti universita-ri, ma anche ragazzi dai 7 ai 17 anni. Ad esempio con CoderDojo Trento, un compu-ter club gratuito che vuole insegnare a pro-grammare in modo divertente e spigliato. In un ambiente che sia al contempo uno spa-zio di crescita con forte carica ludica, ma senza pressioni e competitività. Che aiuti anche a socializzare e a passare un “pome-riggio diverso” in compagnia di coetanei con gli stessi interessi.«Apprendere l’informatica diventa facile e divertente, grazie a CoderDojo – racconta Ivan Bedini, uno dei protagonisti di questa iniziativa. Ivan ha 42 anni, lavora come ri-cercatore presso Trento RISE, ed è papà di tre bambini. «Saper programmare è senz’al-tro un’abilità molto utile di questi tempi. Ma un conto è insegnare a un bambino a pro-grammare con i vecchi metodi, un altro è ricorrere a modalità più informali, innovative e interessanti». CoderDojo è un successo, almeno a giudi-care dal numero di ragazzini di tutte le età che affollano la saletta gialla. E magari uno di loro diventerà, tra qualche anno, uno star-tupper di successo. Nessuno può dirlo, ma lo Steve Jobs del Trentino potrebbe essere lì, a pasticciare con stringhe di codice, tra una risata e un morso alla merendina. III

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Il ruolo delle famiglieIl Festival di Riva del Garda le propone quali ammortizzatori sociali della crisi

di Arianna tamburini

e famiglie come ammortizzatori sociali della crisi. è solo una delle “tesi” uscite dalla seconda edizione del Festival della Famiglia, che si è tenuto al Palazzo dei Congressi di Riva del Garda

venerdì 6 dicembre, ma è sicuramente sintomatica dei tanti spunti prodotti da questo Festival. Alla cerimonia di apertura vi erano il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, l’arcivescovo di Trento, monsignor Luigi Bressan, e il sindaco di Riva del Garda, Adalberto Mosaner.

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In videoconferenza da Roma c’era il mini-stro del lavoro e delle politiche sociali, En-rico Giovannini, che ha così esordito alla cerimonia d’apertura: «Vogliamo mettere in campo, dopo adeguata sperimentazione, uno strumento di lotta alla povertà, e stiamo guardando all’esperienza trentina, ancora una volta apripista. Siamo deboli sul fronte della scuola e del lavoro, mentre il Trentino è un esempio molto avanzato. Ma questo Go-verno sta cercando con forza di sostenere le famiglie in difficoltà, per realizzare quel bi-nomio, fra politiche della famiglia e politiche economiche. Vorrei che il Dipartimento per le politiche della famiglia portasse a tutti i ministeri competenti le nuove idee che que-sto Festival elaborerà. Il tema della famiglia e l’intreccio forte, che avete scelto anche come titolo della seconda edizione del Fe-stival, fra politiche familiari e di sviluppo economico – ha aggiunto il ministro Giovan-nini –, è un argomento di elevata attualità, in particolare nella crisi che stiamo vivendo,

la peggiore della nostra storia, perché in essa le famiglie, e lo dico da ex presiden-te dell’Istat, hanno svolto uno straordinario ruolo di ammortizzatore sociale. Sappiamo che da molti anni la famiglia è sottoposta a uno sforzo straordinario e molte famiglie non lo reggono più. Abbiamo famiglie che si restringono e si allungano: con l’aumento della vita media in Italia la donna deve farsi carico non solo della propria generazione e dei figli, ma anche dei nonni e spesso dei bisnonni. In Italia abbiamo poi un welfare profondamente squilibrato verso la spesa pensionistica, sempre dovuto all’invecchia-mento della popolazione, ma le politiche del passato non hanno spinto verso il soste-gno alla famiglia e al ripristino del capitale umano». Su tutti questi temi il Governo sta mettendo in campo una serie di strumenti a sostegno delle famiglie e dei singoli, proprio guardando al modello trentino.«Abbiamo sentito dal ministro Enrico Gio-vannini parole di apprezzamento per la no-

stra attenzione alle politiche familiari – sono state le parole del presidente Ugo Rossi –. Il ministro ha parlato di Trentino apripista anche in tema di politiche del lavoro e di politiche di reddito, pensiamo all’esperienza del reddito di garanzia. è chiaro che grazie alla nostra Autonomia possiamo sperimen-tare piste nuove, avere un occhio che guar-da all’Europa, ci sentiamo portatori di buone pratiche, ma questo Festival è utile anche per noi, per confrontarci con altre esperien-ze. Soprattutto deve essere di stimolo ai de-cisori politici, in particolare a livello centrale per le politiche fiscali: in questo senso credo che la prima politica da mettere in atto per tutelare la famiglia sarà quella di legare il pagamento delle tasse alla numerosità delle famiglie. Sull’argomento scelto per questa seconda edizione, politiche familiari e po-litiche di sviluppo economico, il binomio è possibile – ha proseguito Rossi – perché se andiamo a vedere come si sono svilup-pate le società più evolute e le correlazioni fra il lavoro femminile, i tassi di natalità, la partecipazione attiva del volontariato, questi elementi intrecciati dimostrano che anche nei periodi di crisi, le società che hanno saputo sviluppare questi risultati hanno ot-tenuto performance buone». Il Festival della Famiglia, dopo la cerimonia di apertura, si è articolato in due sedute plenarie e due se-dute tematiche. La prima sessione plenaria era dedicata a “Famiglia, coesione sociale e crescita economica”. A parlare dei nuo-vi modelli di sviluppo sostenibile vi erano Caterina Cittadino, capo dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza

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bre 2013 | il Trentinodel Consiglio dei Ministri; Christian Fillet, vicepresidente European Social Network; Erio Ziglio, direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità; Adriano Giannola, presidente dell’Associazione per lo svilup-po dell’industria nel Mezzogiorno. Qui si è esplorato il ruolo dei Distretti Famiglia con Luciano Malfer, dirigente dell’Agenzia per la famiglia, ed Emma Clarence dell’Ocse, che ha presentato alcuni interessanti dati sull’occupazione femminile. Per un raffronto basti pensare che, in termini di partecipa-zione al mercato del lavoro, in Italia i maschi sono al 64,7% e le donne solo al 46,4%, in Trentino le percentuali sono decisamente più elevate: 72,9% per gli uomini e 57,5%, ma in Islanda, uno degli Stati più avanzati in questo campo, i dati sono ben diversi: uo-mini 83% e donne 78,5%. Sul palco anche Emanuele Ranci Ortigosa, direttore dell’I-stituto per la ricerca sociale di Milano: «Le famiglie in povertà assoluta, che non hanno soglia di reddito per garantire un livello mi-nimo, sono dal 2005 raddoppiare in Italia». Riccardo Prandini ricercatore dell’Università di Bologna che ha elogiato il modello tren-tino, definito «difficilmente esportabile» per le peculiarità proprie di questa terra, e Carlo Dionedi, dell’Associazione nazionale Fami-glie numerose, che ha parlato del «Trentino come eden, qui si respira aria di famiglia».Nel pomeriggio l’apertura lavori con Silvia Peraro Guandalini, presidente del Forum delle associazioni familiari del Trentino, quindi la seconda sessione tematica, “Po-litiche sportive e politiche per il benessere sociale ed economico”. Fra i relatori l’assessore provinciale allo sport, Tiziano Mellarini: «In Trentino fra tec-nici, dirigenti e atleti, si contano 53 fede-razioni e 13 altre associazioni, le persone coinvolte nel mondo sportivo sono 123.000 su una popolazione totale di 530.000, que-sti numeri ci dimostrano che la pratica spor-tiva è insita nel dna della nostra terra, grazie anche al nostro straordinario ambiente. Ma i dati ci indicano anche qual è l’azione che il governo provinciale vuole imprimere nei prossimi anni, quella di un maggior colle-gamento fra lo sport e il mondo scolastico, fin dalle prime classi delle elementari». Accanto all’assessore provinciale anche Sergio Anesi presidente del c.o. Universia-de Trentino 2013 e Monica Morandini del Coni, che hanno portato al Festival della Famiglia la torcia dell’Universiade, nonché Federico Schena, professore di Scienze del-lo sport all’Università di Verona, e Renato

Sciarrillo, responsabile area comunicazione Procter&Gamble. Infine nella seconda ses-sione plenaria è stato dato spazio alle “Poli-tiche familiari: il ruolo degli attori territoriali e dell’autorità centrale” con Rosita D’Angio-lella, magistrato della Corte di Appello, Gina Pedroni dell’Associazione nazionale Comuni italiani, Luigi Campiglio, professore dell’Uni-versità Cattolica di Milano e Francesco Bel-letti, presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari, che si sono confron-tati sul tema della crisi e di come la famiglie possano rappresentare una risorsa preziosa e l’elemento da cui ripartire. Le conclusioni sono state affidate a Donata Borgonovo Re, assessore alla salute e solidarietà sociale della Provincia autonoma di Trento: «Dob-biamo ripartire dai fondamentali, è tutto scolpito nella nostra Costituzione; in essa la famiglia viene definita il punto di snodo fra la persona e la dimensione più ampia, la società. In questo Festival abbiamo sentito parlare di centralità della famiglia come mo-dello di vita comune, come luogo di crescita di ciascuno, come strumento per garantire i diritti fondamenti della persona, necessari per il nostro pieno sviluppo, quali il diritto all’educazione e all’istruzione. Le famiglie

sono uno snodo necessario per la crescita dell’intera comunità, è questa la dimensione che dobbiamo riscoprire». A suggello della giornata, si è tenuta la firma del protocollo fra la Provincia e il Forum nazionale delle associazioni familiari per il trasferimento nazionale delle buone pratiche in materia di Distretto famiglia su scala nazionale. Di corollario anche un pre-festival che ha visto l’assegnazione del premio “Conciliazione Vita-Lavoro” con l’assessore all’università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità e cooperazione allo sviluppo, Sara Ferrari. A vincere l’una la categoria per i soggetti pubblici, l’altra quella per i soggetti privati sono state rispettivamente l’Azienda pro-vinciale per i Servizi sanitari, che ha saputo introdurre orari di lavoro personalizzati per il personale non turnista, e la JLB Books, una piccola società di Siror dove tutti i dipenden-ti usufruiscono del lavoro mobile. Il Festival della Famiglia è organizzato dall’Agenzia per la famiglia della Provincia autonoma di Trento, dal Distretto Famiglia “Alto Garda” e dal Comune di Riva del Garda, in collabo-razione con il Dipartimento per le politiche della famiglia - Presidenza del Consiglio dei Ministri. III

Festival della Famiglia, da sinistra monsignor Luigi Bressan, il presidente Ugo Rossi, Adalberto Mosaner sindaco Riva del Garda

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Politica e social networkI molteplici settori della vita quotidiana sui quali agiscono i nuovi media

di Leonardo Gandini

artirei da un’affermazione dell’antropologo statunitense di origine indiana Arjun Appadurai, il quale nel suo libro Modernità in polvere definisce il nostro mondo “schizofrenico”, poiché «richiede da

un lato teorie dello sradicamento, dell’alienazione e della distanza psicologica tra individui e gruppi, dall’altro sogni (o incubi) di vicinanza elettronica».

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Il testo di Appadurai è del 1996, e oggi – a più di quindici anni di distanza – le sue paro-le sembrano ancora più pertinenti di allora, quasi che nel periodo intercorso certe ten-denze siano andate intensificandosi: se pos-sibile, oggi l’alienazione e la distanza psico-logica da una parte e la vicinanza elettronica dall’altra si sono fatte ancora più estreme. A questo hanno evidentemente contribuito in modo determinante i nuovi media, che si sono fatti promotori di forme di socializza-zione diffuse ma virtuali, la cui onnipresenza non fa che accentuare la mancanza di un’ interazione diretta fra gli individui proprio nello stesso momento in cui si affanna per compensarla e mascherarla. Sono molte-plici i settori della vita quotidiana nei quali sarebbe interessante osservare gli effetti

del fenomeno rappresentato dai nuovi me-dia e dai social network. Ma la politica cre-do meriti un posto di riguardo nell’analisi. Innanzitutto perché la sua valenza di arena pubblica, di luogo dove da sempre si dibat-tono collettivamente problemi e questioni che riguardano una comunità, la rende un luogo privilegiato per lo studio dei cambia-menti introdotti sul piano sociale dai nuovi media. In quanto spazio pubblico, la politica può aiutarci a capire come e in quale misura il web abbia cambiato le coordinate di ciò che oggi chiamiamo la dimensione sociale e pubblica dell’individuo. Nello stesso tem-po, è possibile e persino utile ribaltare la prospettiva, interrogandosi dunque non sui modi attraverso i quali la politica può aiutar-ci a cogliere le dinamiche dei nuovi media, ma sulle modalità con cui questi ultimi han-no cambiato, in politica, le regole del gioco, scompaginando in profondità il rapporto fra l’amministrazione pubblica e i cittadini da una parte, i candidati e gli elettori dall’altra.Sotto questo secondo aspetto, il Trentino mi sembra poter svolgere la funzione di un os-servatorio privilegiato, alle luce delle tante circostanze in cui, negli ultimi dodici mesi, i cittadini sono stati chiamati alle urne, per elezioni di varia natura e grandezza. Nes-suno oggi in Italia ha votato e vota con la stessa frequenza con cui lo fanno i trentini, e questo naturalmente fa del territorio un campo di analisi perfetto per le questioni cui accennavo sopra: la politica come cartina di tornasole degli effetti e delle dinamiche dei nuovi media da una parte, i modi con cui i nuovi media hanno ridisegnato la mappa della teoria e della pratica politica dall’altra.

Ad essere in gioco, nell’uno e nell’altro cam-po, credo sia soprattutto la nozione di pros-simità: al contempo la chimera di ogni buon politico – essere vicino ai cittadini, quando non addirittura tra di loro – e l’utopia di ogni buon elettore – l’esercizio del proprio diritto di voto come gesto di approssimazione al potere della politica, di incidenza nelle sue scelte. è dunque nel segno di una prossi-mità reciproca che il politico ideale e l’elet-tore idealista trovano un punto d’incontro e consenso. Il problema è che i nuovi media, come bene hanno scritto Appadurai e molti altri dopo di lui, promuovono forme di “vici-nanza elettronica”, dunque una prossimità virtuale ed immateriale, che cambia in pro-fondità la natura dell’incontro e la possibilità del consenso. Mi sembra di poter dire che – in fase di campagne elettorali (al plurale, visto che in Trentino ve ne sono state di-verse) – i nuovi media abbiano contribuito a promuovere effetti di familiarizzazione dei candidati a beneficio degli elettori. Si tratta in buona sostanza, di declinazioni particolari del fenomeno di prossimità virtuale a cui fa-cevo riferimento in precedenza. Il candidato tiene a comunicare al cittadino non soltanto le proprie posizioni in merito alla situazio-ne politica del paese o alle modalità con cui intende amministrare il territorio dove gli chiede di essere votato ed eletto. Il suo profilo politico nel senso stretto del termine viene arricchito (o annacquato, a seconda del punto di vista) da una serie di informa-zioni che riguardano la sua vita privata e le proprie inclinazioni personali. è così che i social network e il loro apparato iconogra-fico diventano il luogo dove il candidato, tra

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SiaMo La piccoLa coMUnità aUtonoMa dove chi fa per Sè, fa per tUtti.

Persone, idee, valori e competenze culturali e professionali in Trentino si intrecciano in una prolifica rete di relazioni sulla solida base di una radicata cultura cooperativa. Le sfide sociali ed economiche che il nostro territorio alpino ci ha riservato in passato, hanno stimolato lo sviluppo della cooperazione come formula vincente di organizzazione sociale e produttiva. Oltre 227 mila soci di cooperative, 5 mila associazioni, circa 45 mila volontari impegnati in ambiti che spaziano dalla sanità alla tutela ambientale, dallo sport alla cultura, e quasi 270 realtà di volontariato che si occupano di solidarietà internazionale, aprono al nostro piccolo territorio orizzonti umani sconfinati.

una piccola terrapuò aprire grandi orizzonti.

un’opinione politica e l’altra, ha modo di dare ai cittadini/elettori, con profusione di link e fotografie, una serie di informazioni che riguardano la sua identità familiare (è sposato, ha figli), i suoi passatempi (ama la montagna, che sale e scende in continua-zione: a piedi, in bicicletta o con gli sci), i suoi gusti in materia di libri, gruppi musicali, film, programmi televisivi, ecc. Il candidato usa i social network esattamente come lo utilizzano tutte le persone che non hanno interessi o ambizioni nel campo della poli-tica. Da qui l’idea – peraltro del tutto con-geniale ad una campagna elettorale – che si tratti di persone assolutamente affini a quelle che saranno poi chiamate a votarle. Il fenomeno della prossimità assume qui una valenza esemplare: il candidato vuole ac-creditarsi come una persona ordinaria, con gusti, passatempi ed inclinazioni del tutto normali. Che è inoltre pronto, sempre grazie alle opportunità di prossimità virtuale offerte dai nuovi media, a condividere o confrontare con quelli degli elettori. Insomma il politico, in virtù dell’apporto dei nuovi media, non se ne rimane più asserragliato nelle segrete stanze del potere; e non tanto perché que-ste stanze non siano più segrete – in linea con presunte norme di trasparenza – quanto

perché queste stanze apparentemente non esistono più, essendosi nel frattempo il can-didato accomodato nel salotto dell’elettore,

pronto a discutere con lui, da pari a pari, di qualsiasi argomento, dall’ascesa di Renzi nel Pd al declino di Balotelli nel Milan. III

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Passo Buole, la memoriaItinerario lungo le strade e i crinali segnati dalle tracce del primo conflitto mondiale

di Arianna tamburini

asso Buole è raggiungibile dal monte Zugna attraverso una rilassante passeggiata che regala eccezionali scorci panoramici sia sulla valle dell’Adige che sulla Vallarsa. L’itinerario si adatta

particolarmente alla primavera o all’autunno, lontani dall’afa estiva o dalle nevicate che, se copiose, lo renderebbero in alcuni tratti molto pericoloso.

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Saliti in auto da Albaredo fino a malga Zu-gna (1616 m), si prosegue a piedi lungo il sentiero n. 115, raggiungendo dopo una trentina di minuti i ruderi della cittadella mi-litare eretta dagli austriaci negli anni imme-diatamente precedenti il conflitto (1748 m). Qui infatti gli austriaci avevano progettato la costruzione di un forte che doveva interve-nire sia a controllo della bassa Vallagarina che della Vallarsa. Allo scopo era stata co-struita la strada militare che sale il crinale da Albaredo e nell’area del forte erano sta-te erette alcune caserme e baracche per il cantiere ed era stato costruito l’impluvio di 1500 metri quadrati di superficie, per la raccolta dell’acqua. Questa veniva stoccata in tre successive cisterne, per una capienza complessiva di quasi 700 metri cubi.La mancata realizzazione del forte e di altre opere sul fronte del Trentino sud-orientale, dall’Altissimo agli Altipiani, costrinse gli au-striaci nel maggio 1915 ad abbandonare il monte Zugna, arretrando la propria linea di difesa fino ai dintorni di Rovereto. Gli italiani, che divennero subito padroni della monta-gna, adattarono queste opere alle loro esi-genze, allestendovi un ospedale.Presso i ruderi della cittadella militare si di-parte il sentiero che sale alla vetta del monte Zugna (1864 m); il sentiero n. 115 prosegue invece seguendo il versante meridionale del-la montagna, con un panorama eccezionale sulla Vallagarina. In questa parte dell’itine-rario le tracce di storia si coniugano ad un luogo di straordinario pregio naturalistico, dove è tutt’altro che raro imbattersi in qual-che camoscio. Una serie di zete, realizzate con possenti terrapieni dal battaglione alpini

L’impluvio realizzato dagli austriaci presso la cittadella militare, tra le poche opere terminate del previsto forte dello Zugna

Scendendo dal sentiero realizzato dal battaglione Verona tra la cima dello Zugna e il Coni

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Verona nel 1915, permette di scendere alla sella che separa il monte Zugna dal Coni (1772 m). Da qui si prosegue affacciandosi sulla Vallarsa, con una rilassante traversata quasi pianeggiante, tra scorci panoramici che spaziano fino al Pian delle Fugazze, po-stazioni in caverna, ricoveri e terrazzamenti. Il sentiero ritorna poi a regalare panorami sulla Vallagarina e, aggirata la cima Selvata (1708 m), immette in una strada forestale che scende a Passo Buole (1460 m), sella che da malga Zugna raggiungiamo con una camminata complessiva di 2 ore e mezza; il ritorno a malga Zugna avviene dal sentiero percorso all’andata (tempo 3 ore).Lungo la strada forestale emergono via via le testimonianze del conflitto che qui, a cavallo tra maggio e giugno 1916, registrò episodi drammatici. Accanto ai numerosi terrazzamenti dove all’epoca si trovavano le baracche, s’incontra il cimitero di guerra dei Landesschützen del terzo reggimento che caddero assaltando la posizione, e quello dei soldati della brigata Taro, che la difesero tenacemente. Oggi questo luogo, immerso nella vegetazione, sembra raccontare poco del conflitto. Tuttavia, sarà sufficiente devia-re dalla strada verso il crinale della mon-tagna per raggiungere ciò che resta della trincea che si affaccia sulla Vallarsa e che all’epoca dominava il sottostante versante.La guerra in questo valico arrivò con la “Offensiva di primavera”, scatenata dagli austro-ungarici il 15 maggio del 1916 con l’obiettivo di scendere nella pianura veneta per tagliare le linee dei rifornimenti all’eser-cito italiano, schierato per la maggior parte lungo il fronte carsico, isontino, carnico e

dolomitico. L’operazione, se fosse andata a buon fine, avrebbe permesso di porre presto termine al conflitto contro il Regno d’Italia. Gli austriaci tuttavia trovarono numerose difficoltà in un territorio non proprio idoneo a un’operazione di tale portata e con il “fat-tore sorpresa” sfumato, poiché le avverse condizioni climatiche avevano ritardato l’offensiva di qualche settimana. L’eserci-to italiano, sconvolto dalla prima avanzata degli imperiali, seppe mantenere le proprie posizioni in alcuni settori fondamentali del fronte; uno di questi fu il monte Zugna. Qui,

il 18 maggio, l’avanzata degli austriaci sulla montagna fu bloccata dagli italiani presso il Trincerone, una zona del crinale dello Zu-gna intorno a quota 1400 m che era stata in precedenza fortificata strategicamente. Il 23 maggio, per aggirare l’ostacolo insu-perabile, fu ordinato ai Landesschützen di assaltare con tutte le forze la linea Passo Buole-Cima di Mezzana-Cima Levante, la cui conquista avrebbe aperto loro la val-le di San Valentino e quindi la strada per Ala e la bassa Vallagarina. Passo Buole rappresentava la “porta da sfondare”, ma l’operazione, afflitta da un terreno difficile e da condizioni climatiche assolutamente sfavorevoli si rivelò un insuccesso sin dalle sue prime battute. Non supportati sufficien-temente dalle proprie artiglierie in quanto impossibilitate ad avvicinarsi e a intervenire battendo efficacemente l’area da assaltare, i Landesschützen andarono letteralmente al massacro, perdendo un migliaio di uomini senza guadagnare un metro di terreno. An-che gli italiani riportarono sensibili perdite, ma mantennero il possesso del valico che per la drammaticità di quelle giornate fu chiamato “Le Termopili d’Italia”. Affievolite le forze, gli austriaci dovettero schierarsi su una nuova linea di difesa che in Vallarsa aveva i suoi cardini presso Zugna Torta, Ma-tassone e forte Valmorbia. La guerra ritornò per il resto del conflitto “di posizione”, con uno stillicidio costante di uomini. III

Panorama sulla bassa Vallagarina, dal sentiero che aggira la cima del monte Zugna

I ruderi della cittadella militare situata poco sotto la cima del monte Zugna

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uanti fumatori non hanno mai pensato di smettere e quanti sono poi realmente riusciti a farlo? Oggi dire basta al fumo si può. A Trento e Rovereto due centri aiutano le persone a smettere

di fumare con percorsi terapeutici personalizzati. Nell’arco di quattro anni si sono rivolti ai centri antifumo circa 300 fumatori e hanno smesso di fumare il 35% di essi.

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I dati raccolti nei due centri antifumo dicono che chi vi si rivolge riesce a smettere con percentuali ben superiori a coloro che pro-vano a farlo senza chiedere aiuto. I centri antifumo fanno parte del Servizio di alcolo-gia, diretto da Roberto Pancheri. «Circa 15 anni fa abbiamo incominciato ad occuparci dei fumatori perché molte delle persone che si rivolgevano a noi per problemi legati all’alcol erano anche fumatori − spiega Ro-berto Pancheri. Poi, con il tempo, l’attività si è differenziata per dare una risposta a chi aveva solamente una dipendenza da nico-tina. Oggi siamo in grado di offrire un per-corso terapeutico individualizzato che a par-tire da una visita effettuata dal medico del centro può prevedere, a seconda dei casi, il counselling individuale, la terapia farma-cologica, la consulenza psicologica e l’ap-proccio di gruppo. Un percorso che spesso dura mesi, con incontri molto ravvicinati nel-le prime settimane e colloqui individuali o incontri collettivi con i gruppi di mutuo aiuto

a cadenza fissa. Per alcune persone vi può essere anche l’aiuto farmacologico. Il servi-zio è gratuito e la prima visita si prenota al CUP». «Se diamo uno sguardo ai dati 2013 dell’Istituto superiore di sanità – continua Pancheri – in Italia i fumatori sono il 20,7% della popolazione (10,6 milioni), di cui il 25,9% sono uomini e il 15,8% donne con un consumo medio giornaliero di 12,7 siga-rette. Quest’anno si è registrato un aumento dei tentativi di smettere di fumare (dal 23% del 2012 al 30,2%). Nel 92% dei casi chi ha tentato di smettere di fumare senza nessun tipo di supporto, non è riuscito nel tentativo. Per quanto riguarda la nostra Provincia, lo studio Passi ci dice che l’abitudine al fumo è più diffusa negli uomini e nei 18-34enni. Il consumo medio giornaliero è di 12 sigarette e tra i fumatori il 23% è un forte fumatore (un pacchetto o più di sigarette) e il 5% è fumatore occasionale (meno di una sigaret-ta al giorno). Inoltre tra i fumatori quasi la metà è intenzionata a smettere (ma tentano

I Informazioni

centro Antifumo di trento

via Rosmini, 16

centro Antifumo di Rovereto

via san Giovanni Bosco, 6

cup trentino

Tel. 848 816 816 dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 18.00, con orario continuato, e il sabato dalle ore 8.00 alle ore 13.00, esclusi i festivi.

web: www.apss.tn.it, cliccando alla voce «Cup on line». Inserire: codice 89.7 – visita antifumo.

fax: 0461 821807 inviando la richiesta della visita antifumo con un proprio recapito telefonico.

Smettere è possibileA Trento e Rovereto due centri antifumo con percorsi terapeutici personalizzati

di Roberta corazza

ancora quasi tutti da soli): tra chi fumava nei 12 mesi precedenti l’intervista, il 42% ha tentato di smettere e di questi, l’84% ha fal-lito, l’8% stava ancora tentando di smettere (non fumava al momento dell’intervista, ma aveva smesso da meno di 6 mesi), mentre l’8% è riuscito a smettere (non fumava al momento dell’intervista e aveva smesso da oltre 6 mesi e meno di un anno). Tra le persone che hanno tentato di smettere di fumare nell’ultimo anno, indipendentemen-te dall’esito del tentativo, il 96% l’ha fatto da solo. Dalla lettura dei dati, quindi, possiamo pensare che il ricorso a un supporto risulta funzionale al raggiungimento della disas-suefazione». III

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MOSTRA FOTOGRAFICAdi

Pierluigi Cattani Faggion a cura di

Layla Betti

LE GALLERIE - Trento8 novembre 2013 - 19 gennaio 2014

da martedì a domenica ore 9.00-18.00 - Ingresso libero

INAUGURAZIONE 8 NOVEMBRE ORE 18.30Tel. +39 0461 1747000 - www.museostorico.it - [email protected]

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Kulturinstitut LusérnIstituto Cimbro LusernaCIMBRI

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Azta a zung mage khemmen geredet pitt draitausankh börtar, vünftausankh un sovl, soin mearar baz a zung! Vünftausankh börtar azpe biar soin ünsar muatarzung, haltparse gearn!

I IL VocABoLARIo DELLA LINGUA cIMBRA

siano sempre a disposizione dei parlanti per le quali non occorre certo consultare un dizionario. Alcuni prestiti sono stati comunque inclusi, ad esempio “televisióng”, lo si è fatto tenendo in considera-zione la frequenza di uso e la similitudine con le lingue internazionali più usate come l’inglese e il tedesco. Un lavoro certosino di anali-si dei dati, partita dalla sistematica consultazione dei tanti dizionari della lingua cimbra che si sono succeduti nei secoli, non solo della variante lusernese ma anche delle altre due varietà quelle dei Sette e dei Tredici Comuni e appoggiandosi ad un altro lavoro messo in campo negli anni scorsi dall’Istituto Cimbro di Luserna: la banca dati Zimbarbort Smallcodes. Smallcodes ha pure elaborato un applicativo per cui il dizionario sarà consultabile anche con le nuove tecnologie. Questo, infatti, non ha l’intenzione di essere un dizionario storico e il suo fine non vuole essere quello della pura conservazione museale della lingua, ma vuole essere soprattutto un agile strumento per la scrittura, fotografando quello che la lingua cimbra è oggi nel 2013; una fotografia i cui colori possono apparire inaspettatamente vividi per chi non ha dimestichezza con il cimbro scritto, ma che non ha sorpreso i cultori della scrittura che ben sanno come il cimbro attuale sia lingua viva e sostanzialmente in buona salute. Proprio perché la lingua di questo dizionario sia il più possibile moderno, sono stati tanti i parlanti cimbri coinvolti a dare il loro parere, a suggerire pa-role. Per l’ortografia ci si è riferiti alla grammatica cimbra del 2006 il cui responsabile scientifico, prof. Luca Panieri è anche responsa-bile di questo progetto. Un progetto fortemente voluto dall’Istituto Cimbro-Kulturinstitut Lusérn e dal suo presidente Annamaria Trenti Kaufmann che ha creduto fermamente in questo lavoro, convinta di dare alla comunità uno strumento prezioso e necessario. Finanzia-riamente è stata la Regione Trentino Alto Adige-Südtirol a farsene carico, come era già avvenuto per la grammatica, con grande lungi-miranza questa istituzione ha compreso che per vivere in un mondo globalizzato una microlingua ha bisogno di due gambe forti come lo sono quelle degli uomini di montagna: vocabolario e grammatica.

Cinquemilacinquantasette lessemi cimbri e a specchio cinquemila-trecentotrentadue italiani sono la cornice, in cifre, entro cui racchiu-dere il nuovo vocabolario della lingua Cimbra di Luserna, elaborato in quasi tre anni di lavoro. A questi dati occorre aggiungere tremilacin-quecento frasi esplicative nell’antica lingua tradotte in italiano. Ogni lemma cimbro è corredato di categoria grammaticale e morfologia, in molti casi anche dall’etimologia e da note chiarificatrici laddove si è ritenuto necessario. Così di una parola molto semplice quale “tisch” apprenderemo che si tratta di un sostantivo maschile che al plurale può avere due forme, invariata oppure tischan, la cui etimolo-gia deriva dal medio alto tedesco tisch, precedentemente dall’antico alto tedesco tisc, che a sua volta discende dal germanico diska, che altro non è che la germanizzazione del vocabolo latino discus, da cui anche l’italiano desco. Scopriamo in questo modo la lunga stra-da percorsa da una parola latina, partita in epoche remote, che ha camminato attraverso l’Europa e il tempo, per arrivare sino a noi… Naturalmente ne potremo scoprire anche la traduzione italiana della nostra parola viaggiante: “tavolo”. Nei cinquemiladiciannove lessemi cimbri si sono volutamente esclusi tutti quei prestiti dall’italiano o dal tedesco non integrati nella lingua, si è infatti ritenuto che tali parole

web: www.kulturinstitut.lusern.itfoto: Stefano von Galèntesti: Andrea Nicolussi Golo

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LADINII cALENDARIo E coNcERto PER AUGURARE UN FELIcE ANNo NUoVo

L’Istitut Cultural Ladin endreza doi scomenzadives per augurèr n felize 2014. La pruma l’é la publicazion del “Calandèr Ladin 2014”, che chest an à l titol “Restrac che conta” e l porta dant la bela fotografìes de Pierluigi Orler compagnèdes dai tes de Luigi Alfieri, na sòrt de viac ideèl, tras retrac e reflescions, anter i monts e i paesajes de Fascia, n don da meter fora per i doudesc meisc del 2014 e da tegnir sù desche picola opera d’èrt. La seconda scomenzadiva l’é la reproposizion del conzert Cjantâ Vilotis. Canti ladini fra tradizione, innovazione e contaminazione con Antonella Ruggiero e la partezipazion de Loris Vescovo e Caia Grimaz e de l’OrcheXtra Terrestre, tel nef Teater de Perjen ai 5 de jené, n conzert olache tradizion, inovazion e contaminazion se scontra te la ciantia popolèra ladina per creèr n mix da la saor moderna e gustégola.

quello delle minoranze etnolinguistiche nell’arco alpino. In questo lavoro di recupero “creativo” del patrimonio musicale tradizionale, si mettono a confronto stili, esperienze e sensibilità diverse; la celebre cantante ha infatti scelto come accompagnatori Loris Vescovo e Caia Grimaz dal Friuli e l’OrcheXtra Terrestre dal Trentino. L’obiettivo è quello di sensibilizzare il grande pubblico, e in particolare le giovani generazioni, alla tradizione musicale popolare ladina, attraverso un linguaggio musicale contemporaneo.

Come è tradizione, anche per il 2014 l’Istituto Ladino pubblica il “Calandèr Ladin”, che questa volta si intitolerà “Fotoracconti – Re-trac che conta”. Il calendario presenta tredici meravigliosi scatti di Pierluigi Orler, il fotografo della Snowart e del paesaggio alpino. Nato a Predazzo e di formazione professionale milanese, ha maturato una lunga esperienza nel settore dei viaggi, dello sport e delle architet-ture. I suoi reportage attraverso i cinque continenti sono finiti sulle più importanti riviste di settore. Gli scatti di sport sono stati pubbli-cati anche nel Best, il libro del Comitato Olimpico Internazionale che raccoglie le più belle immagini del mondo. Ha acquisito una straor-dinaria capacità di bloccare le geometrie degli spazi e di inquadrare graficamente i soggetti rendendo limpide e trasparenti le emozio-ni visive. Le immagini sono accompagnate dai testi di Luigi Alfieri, scrittore e giornalista di viaggi, nonché autore di libri di argomento storico e letterario, di gastronomia e di attualità. Ha inoltre organiz-zato mostre fotografiche e convegni su viaggio, poesia e letteratura in generale. Il calendario è una sorta di viaggio ideale, per immagini e riflessioni, fra le montagne e i paesaggi di Fassa, un dono che l’Istituto intende porgere alla sua gente, da esporre durante il 2014 e da conservare come piccola opera d’arte.Il secondo progetto è il concerto Cjantâ Vilotis. Canti ladini fra tra-dizione, innovazione e contaminazione – lo spettacolo ideato e promosso nel 2008 dall’Istituto Culturale Ladino di Vigo di Fassa – che vede protagonista Antonella Ruggiero, con il compito di ri-visitare i canti ladini pubblicati nel volume Il canto popolare ladino nell’inchiesta “Das Volkslied in Österreich” (1904-1915). Il concerto sarà proposto nel nuovo e prestigioso Teatro Comunale di Pergine Valsugana il giorno 5 gennaio 2014, a chiusura dell’iniziativa dei mercatini di Natale a Pergine, il cui tema conduttore quest’anno è

web: www.istladin.netfoto: testi: Evelyn Bortolotti Pierluigi Orler

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web: www.bersntol.itfoto: Archivio BKItesti: Lorenza Groff

S Bersntoler Kulturinstiuti ist noch za riven drai òrbetn as gem bèrt en de sproch ont en de kultur va de inser gamoa’schòft. De doin projektn sai s spil «Der Spilhu’ en Bersntol», der zoachnfilm «Pororo», ont s puach «En dorf ont en bòlt - Nel paese e nel bosco - Im Dorf und im Wald».

S earste ist a tischspil ont de hauptfigur ist der spilhu’.

De zboate òrbet kimmp gamòcht va de kinder va de Earsteschual va Vlarotz as gem de stimm as bersntolerisch en Pororo.

De leiste òrbet ist a puach as leik zòmm de temen as sai’ kemmen gamòcht vour viarsk jor va de kinder va Vlarotz, va Garait ont va Kaneitsch.

I coSì I GIocHI PER BAMBINI VALoRIzzANo LA coMUNItà

cappello dei coscritti. Il secondo e il terzo lavoro vedono, o hanno visto, la partecipazione attiva dei nostri bambini. Un gruppo di alunni della Scuola Primaria di Fierozzo/Vlarotz, guidati dall’insegnante Cri-stiana Ploner, sta infatti lavorando al doppiaggio in lingua mòchena di dodici puntate del cartone animato Pororo. Una parte dei lavori è stata ultimata e il progetto è stato presentato lo scorso aprile a Trento Film Festival. Entrambi i progetti sono stati finanziati dalla Regione Trentino Südtirol, mentre il terzo vede il contributo della Provincia Autonoma di Trento. La terza fatica è il libro “En dorf ont en bòlt - Nel paese e nel bosco - Im Dorf und im Wald” che raccoglie trenta brevi storie scritte nei primi anni Settanta dai bambini della Scuola elementare di Fierozzo e alcune anche dagli scolari di Canezza e Frassilongo. L’allora maestro della scuola, Marzio Zampedri, raccol-se alcuni lavori scritti dagli alunni e ora, a quarant’anni di distanza, ha curato questa pubblicazione dando alle stampe i lavori di quei bambini di allora. Le storie sono state scritte dai bambini in italiano e tradotte ora in lingua mòchena e in lingua tedesca. Il fine della pubblicazione è quello di creare un legame tra passato e presente e di portare una testimonianza, ai bambini di oggi, dei loro compagni di quarant’anni fa.

La valorizzazione della cultura di una comunità può passare a vol-te attraverso l’uso di strumenti inusuali, che solitamente associamo solo a momenti di svago e di gioco. Chi dice che un bel gioco, un car-tone animato o un libro scritto dai bambini, se utilizzati con misura e consapevolezza, non possano divenire strumento di insegnamento?Ecco, in quest’ottica si pongono gli ultimi lavori portati a termine Bersntoler Kulturinstitut/Istituto culturale Mòcheno, al termine di un anno ricco di lavoro, culminato con la recente inaugurazione della nuova sede a Palù del Fersina/Palai en Bersntol. Si tratta di tre la-vori apparentemente dissimili e che utilizzano modalità espressive diverse ma legati da un unico filo conduttore che ha come obiettivo la valorizzazione della cultura, della lingua e della storia della nostra comunità che passa attraverso i bambini. Il terzetto in questione è composto da un gioco da tavolo, da un dvd e da un libro di e per bambini.Il primo ha un titolo che porta immediatamente alla mente albe spettacolari su prati innevati. Chi non conosce lo spilhu’, il gallo forcello, con le sue parate spettacolari e la forma a coda di lira che orna il cappello dei koskrittn? Il gioco elaborato dal Kulturinstitut, «Der Spilhu’ en Bersntol» ispirato al Gioco dell’Oca, prende spunto proprio da questo magico animale. Il gioco è composto da un tabel-lone illustrato, due dadi, sei pedine di legno dalla forma di un gallo forcello, 40 carte da gioco e un libro di approfondimento. Il tabellone rappresenta idealmente un viaggio attraverso la valle, da una sponda all’altra del Fersina e ogni casella riproduce un soggetto legato alla nostra comunità. Al gioco è stato aggiunto un mazzo di carte, in lin-gua mòchena, che vengono pescate all’arrivo su determinate caselle e che approfondiscono alcune e particolarità culturali del territorio e della comunità mòchena. Situazioni e personaggi legati alle carte sono ad esempio Der krumer, il venditore ambulante o Der krònz, il

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Opportunità, iniziative e aiuti su:

LE MIE IDEE E I MIEI PROGETTI…COME REALIZZARLI?

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l Museo Diocesano Tridentino l’esposizione La città e l’archeologia del sacro. Il recupero dell’area di Santa Maria Maggiore, visitabile fino al 23 febbraio 2014. La mostra è organizzata

dal Museo Diocesano Tridentino in collaborazione con il Dipartimento di Storia Culture Civiltà – Sezione di Archeologia dell’Università di Bologna e l’Ufficio Beni Archeologici della Soprintendenza per i beni architettonici e archeologici della Provincia Autonoma di Trento.

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L’area recuperataTrento e l’archeologia del sacro nella mostra che restituisce la storia di S. Maria Maggiore

La mostra si colloca nell’ambito dell’ini-ziativa Anno 2013 MuseInrete promossa da AMEI (Associazione Musei Ecclesiasti-ci Italiani) in occasione dell’anniversario dell’Editto di Costantino (313 d. C.). Noto anche come “Editto di Milano”, l’Editto di Costantino è un documento che, conce-dendo la libertà di culto in tutto l’impero, inaugurava un periodo di tolleranza religiosa e di grande innovazione politica e culturale. Le celebrazioni costantiniane hanno fornito occasione e spunto per affrontare nelle sale espositive anche il tema della cristianizza-zione di Trento nei suoi aspetti urbanistici e architettonici.Alla base dell’ideazione di questa mostra vi è la volontà di restituire alla comunità trentina un pezzo della propria storia: tra il maggio 2007 e il febbraio 2009 la celebre chiesa conciliare di Santa Maria Maggiore è stata interessata da un ampio intervento di restauro e da un complesso scavo archeolo-

Trento, chiesa di Santa Maria Maggiore, veduta dell’interno durante i lavori di scavo

gico, lavori che per alcuni anni hanno priva-to la città di uno dei suoi spazi più importan-ti. L’intervento di scavo, fortemente voluto dall’Arcidiocesi di Trento, ha fornito risultati importanti e inaspettati che, confrontati con altre testimonianze archeologiche di recen-te acquisizione, hanno aggiunto importanti tasselli per la ricostruzione del quadro stori-co della città. La mostra rappresenta quindi una tappa fondamentale di un complesso lavoro di ricerca, che ha visto impegnati studiosi di diverse discipline. In attesa di una valorizzazione museale dell’area arche-ologica, attualmente inaccessibile, l’esposi-zione intende divulgare i primi e importanti risultati emersi dall’indagine. La mostra guida il visitatore all’interno della città, illustrando il ruolo che l’area di Santa Maria Maggiore ricoprì nel corso dei secoli, in particolar modo dalla fine della domina-zione romana al Medioevo. Il racconto è il-lustrato attraverso i reperti più significativi

e di maggior impatto comunicativo, presen-tati per la prima volta al grande pubblico e spiegati anche con l’ausilio di ricostruzioni grafiche e multimediali. Il percorso si apre con un richiamo al cele-bre Editto di Costantino e alla complessa e articolata fase di transizione fra paganesimo e Cristianesimo, testimoniata in mostra da una serie di monete risalenti al IV-V seco-lo d. C., recanti temi iconografici diffusi in epoca costantiniana. Vengono esposti inol-tre significativi reperti che testimoniano l’e-terogeneo contesto religioso della regione, ancora fortemente permeato dai culti riferi-bili alle principali divinità romane.La successiva sezione intende inquadrare il contesto economico, sociale e militare della Trento tardoantica. A partire dalla seconda metà del III secolo d.C., Tridentum assun-se un ruolo strategico a difesa dei confini, diventati più vulnerabili a causa delle mire espansionistiche di popolazioni barbariche. Si collocano in questo periodo storico al-cuni importanti reperti quali i complementi dell’abbigliamento e dell’armamento di mili-tari e di funzionari dell’amministrazione. Al-tre suppellettili provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente testimoniano la dimensione cosmopolita della città, attraversata da traf-fici commerciali internazionali e dal passag-gio di cittadini orientali a Trento. Dopo questa premessa, il focus dell’esposizione si sposta sugli scavi effettuati nel sottosuolo della chiesa di Santa Maria Maggiore. L’indagine archeologica ha permesso di ipotizzare che la zona in età romana (fine del I secolo d.C.) fosse occupata da un impianto termale pub-blico del quale restano solo alcune tracce; in mostra sono presentati materiali lapidei appartenenti alle strutture e all’arredo di tali

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bre 2013 | il Trentino

ambienti. Lo scavo, inoltre, ha evidenziato il definitivo abbandono dell’impianto romano tra IV e V secolo d.C. e, di conseguenza, un mutamento di funzione dell’area sulla quale sorgerà l’ecclesia. Per introdurre il tema della topografia cri-stiana dell’antica Tridentum, la mostra pro-pone ai visitatori un manoscritto con la Pas-sio Sancti Vigilii, un testo del VII-VIII secolo che narra la vita di San Vigilio combinando notizie tratte da fonti originali con eventi leg-gendari. La Passio documenta l’esistenza di due distinti poli, l’ecclesia e la basilica: l’ec-clesia – posta presumibilmente nell’area di Santa Maria Maggiore – è la chiesa episco-pale eretta dentro le mura, sede prioritaria della comunità; la basilica è l’edificio sorto al di fuori delle mura romane sulle tombe dei martiri Sisinio, Martirio e Alessandro e del santo patrono Vigilio.Partendo dai risultati dello scavo, l’esposi-zione illustra al visitatore le diverse fasi co-struttive dell’edificio di culto sorto nell’area di Santa Maria Maggiore, con particolare at-tenzione alle trasformazioni dell’area presbi-terale e all’evoluzione dell’apparato decora-tivo-architettonico. L’attenzione si concentra sulla ricostruzione della recinzione presbi-terale (detta pergula) che divideva l’area ri-servata al clero da quella destinata ai fedeli: un suggestivo videoarredo spiega in manie-ra chiara e intuitiva le principali modifiche apportate in quest’area. La mostra propone quindi un confronto tra gli elementi lapidei rinvenuti negli scavi di Santa Maria Mag-giore e i reperti della Basilica Paleocristiana di San Vigilio, portati alla luce durante la campagna archeologica condotta da mons.

Rogger negli anni Settanta del Novecento. In questa sezione trova spazio un approfondi-mento (affidato ad una postazione multime-diale) relativo alle fasi edilizie, dalle origini al XII secolo, della Basilica paleocristiana di San Vigilio, il luogo più importante della cristianità regionale e della Chiesa di Trento. Completa il quadro della Trento paleocri-stiana un piccolo ma significativo nucleo di oggetti provenienti da altre chiese di Trento, precisamente dalla basilica di San Lorenzo, dalla chiesa di Sant’Apollinare e dalla chie-sa del Doss Trento.Conclude la visita una sezione dedicata alla storia più recente di Santa Maria Maggiore: nel corso delle inda-

Capitello in calcare bianco con decorazione a foglie ed echino con cavallo, VIII-IX secolo d. C. (Provenienza: Trento, chiesa di Santa Maria Maggiore)

Reliquiario a capsella, VII secolo d. C. (Provenienza: Trento, chiesa di Sant’Apollinare) Trento, Castello del Buonconsiglio. Monumenti e collezioni provinciali

I Dove, come e quando

La città e l’archeologia del sacro. Il recupero dell’area di Santa Maria Maggiore 29 novembre 2013 – 23 febbraio 2014

Museo Diocesano TridentinoPiazza Duomo, 18 – 38122 Trento

Mostra a cura di: Maria Teresa Guaitoli, Elisa Lopreite

Collaborazione scientifica di:A. Baroncioni, C. Bassi, M. Beghelli, E. Cavada, F. D’Annunzio, B. T. Marcinik, M.E. Pedrosi, N. Pisu, C. Poggi, P. Porta, A. Valmori, M. Zanfini

lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato: 9.30 - 12.30 / 14.00 - 17.30domenica: 10.00-13.00 / 14.00-18.00chiuso tutti i martedì, 25 dicembre, 1 gennaio, 6 gennaio

Ingresso gratuito

Info: tel. 0461/234419, fax 0461/260133info@museodiocesanotridentino.itwww.museodiocesanotridentino.it

gini archeologiche sono state infatti portate alla luce circa un centinaio di tombe in mu-ratura, utilizzate a più riprese dal Rinasci-mento fino al XVIII secolo. La mostra, infine, vuole testimoniare al grande pubblico come l’archeologia possa porsi al servizio della società attraverso il recupero dell’identità collettiva e della sua memoria storica. III

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L’invasione francese1703: il principe vescovo Giovanni Michele Spaur tra battaglie, ritirate e diplomazia

di Luca Rizzonelli

ominando le parole chiave “invasione francese” e “Trentino” istintivamente la mente fa riferimento all’entrata delle truppe napoleoniche a Trento sul finire del Settecento, fatto che innescò la ben

nota serie di eventi che portò alla rivolta di Andreas Hofer. In realtà un secolo prima il capoluogo trentino aveva già dovuto affrontare un’invasione da parte di forze francesi non ancora di leva e lontane dai futuri sovvertimenti rivoluzionari.

N

L’invasione dell’esercito del re Sole sul ter-ritorio trentino ebbe luogo durante il prin-cipato-vescovile di Giovanni Michele Spaur, il quale per quasi trent’anni mantenne tale carica. Eletto all’unanimità dal Capitolo nel 1696, ispirato dal clima controriformistico di quegli anni, egli attuò una serie di inter-venti per sradicare ogni possibile devianza religiosa, intervenendo frequentemente in campo dottrinale e formativo, cercando di curare la formazione sia di laici che di ec-clesiastici. Ad un’attenzione particolare nei confronti della formazione interiore si acco-stò un deciso intervento nei confronti dell’a-spetto esteriore dei sacerdoti, nel tentativo di dissuadere i sacerdoti a vestire come laici e di assumere comportamenti ritenuti scon-

venienti. I suoi primi anni di vescovato però furono contrassegnati dalla crisi dinastica spagnola, evento che interessò gran parte dell’Europa del periodo. L’1 novembre 1700 Carlo II, Asburgo di Spagna, designò quale erede al trono Filippo d’Angiò, nipote di Lu-igi XIV, re di Francia. Lo stretto legame che si creò tra i due regni, seppure senza un’u-nione territoriale, mise in allarme l’impera-tore Leopoldo I, Asburgo d’Austria, il quale rivendicava per il proprio ramo familiare la corona spagnola: si apriva così la contro-versia che avrebbe condotto alla guerra di successione spagnola. Per contrastare l’as-se franco-spagnolo, Leopoldo diede vita alla Grande coalizione dell’Aja, alleanza costitu-ita da Austria, Province Unite e Inghilterra (a

cui si aggiunsero Prussia, Portogallo, Savoia e vari principi tedeschi).Le vere e proprie operazioni belliche ini-ziarono nel 1702, ma il territorio trentino fu interessato solo l’anno seguente: partiti dalla coste meridionali del Lago di Garda, il 30 settembre 1703, 1.300 uomini, co-mandati dal maresciallo Louis Joseph duca di Vendôme, sbarcarono a Riva del Gar-da. Costituita la testa di ponte a nord, nei mesi successivi giunsero nuovi rinforzi da sud facendo ammontare le forze francesi a 20.000 uomini i quali puntarono prima verso Arco, assediando il suo Castello, poi verso Trento: al loro passaggio si susse-guirono saccheggi e furti, lasciando dietro il loro passaggio colonne di fumi causate dai paesi dati alle fiamme; il numero di morti tra i civili fu però limitato. Nonostante l’inarrestabile avanzata delle forze francesi sulla riva destra dell’Adige, il generale imperiale Solari, con una forza di 4.000 uomini, rifiutò la resa della città. A tale diniego, Vendôme rispose con il bom-bardamento della città: artiglierie francesi che nei giorni precedenti erano state col-locate sul Doss Trento, sottoposero la città al fuoco continuo dei cannoni dal 6 all’8 settembre. Sembrava ormai che le sorti della città fossero segnate, ma inaspettata-mente il 12 settembre le truppe di Vendôme si ritirarono dalla città, ormai prossima alla capitolazione; due giorni dopo il maresciallo francese si imbarcò a Riva del Garda diri-gendosi verso la pianura padana. Il principe vescovo ricondusse la salvezza della città all’intercessione dei santi Vigilio e Adalpreto

Trento bombardata dall’artiglieria francese nel 1703. Incisione della prima metà del Settecento, immagine estratta da CATINA

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e stabilì che ogni anno quel giorno fosse ri-cordato con una messa. In realtà le sorti della città furono imputabili a ragioni di carattere prettamente milita-re: dalla corrispondenza tra re Luigi XIV e il Vendôme, si capisce che ancora prima di giungere a Trento la volontà del re fos-se quella di ritirare le forze: infatti a nord il retrocedere delle truppe bavaresi dal Tirolo allontanava la possibilità di ricongiungere i due eserciti alleati, mentre nella pianura pa-dana c’era un bisogno immediato di rinforzi. Nonostante i chiari ordini che intimavano un’immediata ritirata, Vendôme continuò le operazioni belliche organizzando il citato bombardamento di Trento, ma dalla corri-spondenza risulta che il re Luigi XIV rimase contrariato da questo ritardo. La ritirata delle truppe francesi dal Trentino potrebbe simboleggiare l’andamento gene-rale della guerra: infatti negli anni seguenti il conflitto volse al peggio proprio per Spa-gna e Francia, ma la morte di Giuseppe I e l’insediamento di Carlo VI condusse alla fine della Grande coalizione dell’Aja; gli alleati imperiali erano infatti preoccupati che Car-lo potesse approfittare della situazione per unificare i regni di Spagna e Austria in caso di vittoria, minacciando l’equilibrio europeo. A seguito di questo avvenimento, con i trat-

I Bibliografia essenzialeM. Bosetti, L. Bressan L., M. Farina, D. Gobbi, L’invasione francese del Trentino – 1703 secondo fonti militar-diplomatiche francesi, Comprensorio della Valle dell’Adige, Assessorato all’istruzione e cultura, Trento, 1996.

L. Bressan, L’invasione francese del Trentino nel 1703: la campagna del generale Vendome attraverso la corrispondenza conservata presso l’Archivio francese della Guerra a Parigi, Il Sommolago, Arco, 2001.

C. Donati, Il principato vescovile dalla guerra dei Trent’anni alle riforme settecentesche, in Storia del Trentino. Volume IV. L’età moderna, Bologna, Il Mulino, 2002, pp. 71-126.

L. Frey, M. Frey, The treaties of the war of the Spanish succession: an historical and critical dictionary, Greenwood, London, 1995.

S. Ruggero Lo Bello, Gian Michele Conte di Spaur 105° Principe Vescovo di Trento ed il suo tempo (1696-1725), Temi, Trento, 2008.

I Cronologialuglio 1639: nascita di Giovanni Michele Spaur

1 novembre 1700: designazione di Filippo d’Angiò a re di Spagna

30 dicembre 1702: sbarco di 1.300 soldati comandati da Vendôme a Riva del Garda

6-8 settembre 1703: bombardamento di Trento

12 settembre 1703: partenza di Vendôme da Trento

1713: trattato di Utrecht

1714: trattato di Rastadt

22 aprile 1725: morte di Giovanni Michele Spaur

tati di Utrecht del 1713 e quello di Radstadt nell’anno seguente, fu concesso a Filippo di assurgere al titolo di re di Spagna al prezzo di notevoli perdite territoriali. Durante il suo principato Spaur non fu sol-tanto un tenace difensore della dottrina cat-tolica, ma anche il vescovo che affrontò una “dominazione straniera” dopo due secoli di pace. Se la guerra di successione spagnola si era conclusa, ciò non valeva per il suo principato vescovile: Giovanni Michele era innanzitutto uno Spaur che voleva mettere a frutto la propria carica in favore della propria famiglia. Donazioni, cariche e incarichi affidati dal principe vescovo a parenti ed affiliati non erano solo una forma di preferenza nei confronti dei consanguinei: alla base di tutto vi era il progetto di fondare una dina-stia. Sull’esempio di quanto aveva già fatto Cristoforo Madruzzo, lo Spaur cercò di ren-dere ereditaria la propria carica attraverso l’amministrazione del principato con un proprio nipote (attraverso la forma di go-verno detta “coauditoria”) il quale sarebbe subentrato alla carica di principe vescovo in caso di morte di Giovanni Michele. Un atto simile certamente non poteva essere considerato con leggerezza dalle altre fa-miglie nobili, in particolare dai conti Trapp,

Lodron e Wolkenstein, i quali si posero a capo dell’opposizione. Le buone reazioni pervenute da Roma e da Vienna in favore di questa iniziativa sembravano preludere ad uno corso nella gestione del potere in regione, ma improvvisa morte dello Spaur nel 1725 pose fine all’ambizioso piano: in seguito nessun altro Spaur rivestì la carica di principe vescovo. III

Castello della Torre a Mezzolombardo, residenza e luogo di nascita di Giovanni Michele Spaur

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Il poeta aviatoreA 150 anni dalla nascita il Museo Caproni dedica una mostra a Gabriele d’Annunzio

dedicata alla figura del “poeta aviatore” la nuova mostra del Museo Caproni inaugurata in occasione della ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Gabriele d’Annunzio e visitabile

fino al 30 marzo 2014.èL’esposizione, organizzata dalla Provincia autonoma di Trento e dal Museo dell’Ae-ronautica Gianni Caproni, offre una visione completa dell’esperienza del Vate in campo aeronautico, attraverso una serie di presti-ti di opere selezionate da importanti realtà museali italiane, che affiancano un ricco corpus di autografi e cimeli dannunziani ap-partenenti alle collezioni permanenti del Mu-seo e per la prima volta esposti al pubblico. Il percorso della mostra, che prende avvio dalle esperienze aviatorie del periodo pio-nieristico, si sviluppa affrontando l’impegno del Vate a favore dell’intervento italiano nel conflitto e in seguito il suo coinvolgimento in guerra come ufficiale osservatore e ide-atore di importanti azioni aeree. Uno spazio importante è riservato all’approfondimento del rapporto tra d’Annunzio e Gianni Capro-ni − l’ingegnere trentino in quel momento a capo di un’importante industria specializ-zata nella produzione di aerei per il bom-bardamento – e al celebre “volo su Vienna”, con l’esposizione dell’aeroplano S.V.A.5 che volò su Vienna ai comandi di Gino Allegri, appartenente alle collezioni del Museo. La mostra è stata occasione per un impor-tante riallestimento del Museo dell’Aero-

nautica Gianni Caproni, che si è “rifatto il look” e ha riorganizzato i propri aeroplani di-sponendoli seguendo un nuovo ordine e, in alcuni casi, una nuova ambientazione tutta “da vivere”: il famoso idrovolante “Capron-cino” Ca.100 e il biplano Ca.163, entrambi originali risalenti agli anni Trenta, diventano così icone di questo “nuovo” Museo Capro-ni. Ulteriore importante elemento è la riaper-tura dell’hangar a nord della sala espositiva principale, che attualmente ospita 8 velivoli appartenenti alle collezioni del Museo e da-tabili dagli anni Venti agli anni Cinquanta del Novecento. Come da tradizione del Museo, infine, non mancano le postazioni di pilotag-gio virtuale al computer, ma la vera novità è rappresentata dal simulatore di volo am-

bientato in una replica in dimensioni reali del velivolo Ansaldo S.V.A.5 – con il quale nel 1918 volarono su Vienna – dotato di veri comandi di pilotaggio e di sistema di visua-lizzazione dello scenario di volo affidato a tre grandi schermi. Infine, un piccolo teatro a proiezione olografica riproduce tridimensio-nalmente e con effetti fotorealistici il bom-bardiere strategico Caproni della serie Ca.3. L’esposizione si avvale di importanti apporti da parte di diverse realtà del territorio tren-tino (MART; Museo Storico Italiano della Guerra; Fondazione Museo Storico del Tren-tino) e nazionali (Comune e AeroClub di Ca-sale Monferrato; Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare e Presi-denza della Repubblica attraverso il Servizio Patrimonio Storico-Artistico del Palazzo del Quirinale). Per i suoi contenuti, la mostra “Gabriele d’Annunzio Aviatore” rappresenta un pro-logo alla programmazione espositiva della Provincia autonoma di Trento per le pros-sime commemorazioni del centenario della Grande Guerra e tra i molti riconoscimenti ha ottenuto l’Alto patronato del Presidente della Repubblica, il Patrocinio della Pre-sidenza del Consiglio dei Ministri e il logo delle commemorazioni del centenario del-la Prima Guerra Mondiale concesso dalla stessa. III

I Dove, come e quando

Gabriele d’Annunzio aviatore

Museo dell’aeronautica “G. Caproni”

via Lidorno 3 - 30123 Trento

tel. 0461 944888

16 novembre 2013 - 30 aprile 2014

Chiuso il lunedì non festivo, i giorni di Natale e capodanno

Orario: 10.00-13.00 / 14.00-18.00

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dal 16 novembre 2013 al 30 marzo 2014

per informazioni:tel. 0461 944888

www.museocaproni.it

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iniziativa realizzata da

in collaborazione con con il supporto tecnico di con il patrocinio di

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Provincia Autonomadi Trento

Gabriele d’Annunzio

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museo dell’aeronautica

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museo dell’aeronautica

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AeronauticaMilitare

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11 monumenti al parcoIn mostra le curiose presenze tra gli alberi del giardino di piazza Dante a Trento

di Elena tonezzer

a mostra Un parco di storie. Alla scoperta di piazza Dante – promossa dalla Fondazione Museo storico del Trentino – è dedicata agli undici monumenti presenti tra gli alberi del giardino antistante

alla stazione ferroviaria di Trento.LL’allestimento realizzato nel grande salone all’ingresso della Biblioteca comunale di via Roma propone ai visitatori una rilettu-ra del parco reale: si cammina tra i busti, c’è Dante, ci sono anche gli alberi. Tutto è raccontato con un segno grafico colorato e incisivo, i basamenti dei busti realizzati in cartone si aprono sotto le mani del pubblico e scoprono informazioni e fotografie, docu-menti, libri da sfogliare. Il giardino pubbli-co – inteso come una superficie all’aperto, gratuita, predisposta e curata da un’istitu-zione pubblica come un Municipio – fa parte del paesaggio urbano contemporaneo, tanto da essere reclamato e preteso dai cittadini quando è troppo scarso. Ma non è sempre stato così. Rispetto alla storia di Trento, la decisione municipale di dedicare spazio − risultato dallo spostamento dell’Adige − a un parco, fa parte della trasformazione della città storica in città moderna. L’abbattimen-to delle mura, l’arrivo della ferrovia, la piani-

ficazione dei viali nella zona dell’attuale via Rosmini verso il cimitero, sono parte di que-sto processo, in cui anche il parco davanti alla stazione merita il suo ruolo. Perché fosse un parco pubblico cittadino in piena regola, andava arricchito con ogget-ti artistici capaci di trasformarlo anche in un luogo di educazione: dal 1896, l’anno dell’inaugurazione del monumento a Dante Alighieri, passeggiare per il parco significa-va anche imparare le parole di un discorso politico. Ad eccezione del monumento alla famiglia, realizzato nel 2008, il tema che lega tutti monumenti presenti è quello della propaganda dell’italianità del Trentino. Dan-te viene eretto proprio per ricordare a tutti la lingua italiana, contro la diffusione del te-desco promosso dalle associazioni naziona-liste tedesche all’inizio del Novecento. Fino alla Grande Guerra le personalità scelte per essere rappresentate sono legate alla cultu-ra italiana: sono intellettuali trentini coinvolti nella vita del Regno d’Italia (i poeti Giovanni Prati e Antonio Gazzoletti, il naturalista Gio-vanni Canestrini) oppure direttamente espo-

I Dove, come e quando

Un parco di storie Alla scoperta delle statue di piazza Dante

Trento, Biblioteca comunale Via Roma, 55

Dal 23 novembre 2013 al 1 febbraio 2014

Lunedì/Venerdì 8.30-20.30 Sabato 8.30-18.30

Chiuso la domenica

Ingresso libero

Info: Tel. 0461 1747000

nenti della cultura italiana (Giuseppe Verdi e Giosuè Carducci). I loro busti sono collocati nel parco per costruire una specie di enci-clopedia all’aria aperta che avrebbe dovuto ricordare ai visitatori del parco il legame tra i trentini e l’Italia. Durante il Fascismo la scelta cade su due trentini, Eusebio Chini e Luigi Negrelli, che vengono strumentalmen-te proposti come grandi italiani, forzando le loro biografie dentro lo schema nazionalista della dittatura. Un monumento tutto particolare è l’abete Douglas piantato per ricordare la scomparsa del fratello di Benito Mussolini, Arnaldo: una delle tante liturgie messe in atto dal regime per costruire riti che univano tutti gli italia-ni attorno ad azioni e momenti imposti dal Fascismo. Conoscere le storie dei dibattiti e delle polemiche che hanno accompagnato tutti i monumenti del parco di piazza Dante significa essere più consapevoli della vivaci-tà culturale del passato di Trento, riuscendo così a dare un significato diverso all’intero parco e a guardare ai suoi monumenti con uno sguardo nuovo. III

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TERRECOLTI-VATE

le gallerie20 ottobre 2013

8 giugno 2014

Storia dei paesaggi agrari

del TrentinoG

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Ingresso libero mar-dom, ore 09 – 18, lunedì chiuso

Informazioni/prenotazioni 0461 230482www.museostorico.it, [email protected] Fo

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Foto d’archivioTre progetti legati alla conservazione e valorizzazione delle immagini storiche

di Francesco Suomela Girardi

indubbio che la recente fortuna arrisa alla fotografia come bene culturale (in Italia il riconoscimento normativo risale solo al 1999) abbia trovato un fertilissimo terreno di coltura nell’esplosione

degli ultimi decenni della cosiddetta società dell’immagine, da alcuni autorevoli intellettuali – filosofi soprattutto – già ribattezzata “civiltà dei media viventi”.

è

In effetti, l’odierno caleidoscopio delle pos-sibilità offerte dal “virtuale” riecheggia l’e-stetica delle settecentesche fantasmagorie della lanterna magica: ma, a differenza di quest’ultima, i più moderni “media immer-sivi”, più che attrarre lo spettatore nello spazio eccezionale di una rappresentazio-ne, sembrano costruire veri e propri sogni collettivi esperiti nel quotidiano. Stupisce, quindi, che nella necessità di nuove forme di memoria culturale, tra crisi di natura, di funzione, nonché di crescenza dei depositi documentali (gli archivi) e gli ampi problemi di origine teorica connessi alla digitalizza-zione dei saperi – per non dire delle altre “apparenze” di matrice numerica – la fo-tografia, quando non confezionata come opera d’arte, persino nei casi in cui sia resa evanescente da internet, mantenga comun-que, soprattutto nella percezione comune, il suo valore di testimonianza.

In Trentino, di fatto, la tutela e la valorizza-zione del bene fotografia, ben oltre i profili strettamente istituzionali, affonda le proprie radici negli anni immediatamente successivi al passaggio delle competenze dallo Stato alla Provincia (1973). Lo riprova la sempre più consolidata cen-tralità di ruolo dell’Archivio Fotografico Sto-rico della Soprintendenza per il Beni Storico Artistici, Librari e Archivistici: si considerino soprattutto la costante acquisizione di fondi nel corso degli anni, le campagne catalo-grafiche, nonché l’attività editoriale (la col-lana “Album”, in questo senso, è solo l’e-sempio più noto). Altri soggetti, per “codice genetico”, missione culturale, non di rado per sensibilità personali di singoli funzio-nari, hanno contribuito su questo fronte in maniera incisiva, quando non determinan-te: la Fondazione Museo Civico di Rovereto (pioniere nella condivisione in rete dei pro-

pri archivi), la Fondazione Museo Storico in Trento (si pensi, per restare al presente, alle mostre “Esposto alla luce – Belichtet: foto-grafia in Tirolo dal 1854 al 2011” e “Istanti”, dedicata all’archivio storico del quotidia-no “l’Adige“ e alla memoria del fotografo Giorgio Rossi, o alla ricca documentazione fotografica di prossima pubblicazione nella monografia sulla figura di Piero Calaman-drei), il Museo Alto Garda (in particolare sul fronte degli eventi espositivi) e, ovviamente, il Mart (importante, a tale proposito, l’acqui-sizione nel luglio scorso dell’archivio dello scultore Agenore Fabbri – protagonista, an-che in contesti internazionali, del secondo dopoguerra fino alla metà degli anni Ses-santa del Novecento − costituito per lo più da materiali fotografici).Tra le molte iniziative di ricerca che nel cor-so 2013 hanno avuto per oggetto archivi fotografici di importanza non solo locale, meritano un accenno tre progetti, due re-centemente conclusi, promossi dall’Archivio Fotografico del Castello del Buonconsiglio, dal Centro Documentazione Luserna e dalla Sat (Società degli Alpinisti Tridentini), per in-ciso tutti ammessi a contributi banditi dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto (Caritro).Questioni di immagine. Il fondo fotografico del Castello del Buonconsiglio: testimonian-ze e riflessioni è il volume, appena dato alle stampe, che suggella un progetto plurien-nale (Archivi fotografici inediti: le raccolte del Castello del Buonconsiglio per i beni culturali e per il paesaggio del Trentino - Alto Adige) sintetizzabile nei risultati della citata pubblicazione, della mostra “Buon-Ritratto di un gruppo di bambini di paese (© Centro Documentazione Luserna)

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consiglio in bianco e nero”, “diffusa” nella prima metà dell’anno nel percorso di visita del museo e soprattutto di ben oltre 12mila schede di precatalogo di Mouseia (piatta-forma applicativa in uso anche presso la Soprintendenza), relative ad altrettanti ma-teriali positivi e negativi, su vario supporto, in buona parte montati su album (tra i quali spiccano quelli aventi per oggetto il restauro del Buonconsiglio a partire dagli anni Venti e l’attività commerciale di Sergio Perdomi, padre più che morale di certi stili e di alcune prassi della successiva fotografia trentina). Tale prezioso nucleo di fototipi, databile tra l’ultimo quarto del XIX secolo e i primi anni Sessanta del Novecento, originato dalla fototeca privata di Giuseppe Gerola, primo soprintendente del Trentino italiano, e poi in gran parte confluito in un ramo autono-mo dell’archivio dell’allora Soprintendenza

all’Arte Medievale e Moderna, documenta non solo, seppur in modo lacunoso (a cau-sa delle continue manomissioni del fondo, con ogni probabilità in origine aggregato a quello Miscellaneo “ex Soprintendenza”, oggi custodito nell’Archivio Storico di via S. Marco) i capitoli più significativi delle vicen-de occorse al patrimonio culturale e al pa-esaggio regionali specialmente nei decenni a cavallo delle guerre mondiali, ma anche la storia e l’evoluzione degli usi del medium in questo suo particolare ambito applicativo, offrendosi quindi a una vasta pluralità di cri-teri di interrogazione. Di interesse per certi aspetti complementa-re è la collezione di immagini della Grande Guerra, ma con non pochi risvolti anche di ambito sociale, catalogata dal Centro Do-cumentazione Luserna – anche in questo caso ottemperando alle obbligatorietà del

tracciato informatico ministeriale (Sche-da F dell’Iccd) – e ora consultabile on-line (www.lusern.it/it/--archivio/foto-storiche/): ammonta a più di 3mila il numero del-le schede redatte fino ai primi mesi di quest’anno, la cui elaborazione ha dovuto tenere conto della complessità di alcune aggregazioni documentali e del conseguen-te rispetto del vincolo archivistico, nonché della particolarità dei soggetti di ripresa (di qui le ben note difficoltà nell’identificazione e denominazione di tutte le militaria) e dei filtri della futura ricerca storica.Ultimo, solo in ordine cronologico, il proget-to di catalogazione dello straordinario ar-chivio fotografico della Sat, appena avviato (per un’introduzione al progetto si rimanda all’articolo di Daniela Pera sul Bollettino n. 2 – 2013 II trimestre della stessa Società), i cui primi risultati parziali sono attesi per la seconda metà dell’anno prossimo. Un re-cente censimento dei materiali ha permesso di quantificare in ben oltre 50mila items il patrimonio complessivo (un dato, questo, che risulta doppio rispetto alle indicazioni dell’inventario precedente), composto da negativi e positivi su vetro e su carta di di-versi formati, riproduzioni, diapositive, car-toline, album di edizione. La genesi di que-sto archivio, eccezionale anche per la sua omogeneità e lo stato di conservazione, è fatta soprattutto di lasciti e di qualche ac-quisto. Oltre ai fondi più consistenti e ai ma-teriali di maggior pregio fotografico, peraltro noti (si pensi agli album di Giovanni Battista Unterveger, di Giuseppe Garbari e di Giovan-ni Pedrotti), spiccano, per valore documen-tario, i fondi “Pino Prati”, “Dante Ongari”, “Ezio Mosna”, “Lino Marini” (ultimo in ordine di acquisizione e di notevole interesse per qualità fotografiche), “Achille Gadler”, “Vit-torio Emanuele Fabro” (acquistato nel 2012 e comprendente anche due macchine foto-grafiche stereoscopiche), “Marcello Pilati” (in gran parte inedite, di grande interesse per la documentazione della campagna di Russia del 1942), nonché parte dell’archivio del coro della Sat (risale a poche settimane fa l’arrivo nella sede di via Manci dell’album di Enrico Pedrotti con gli scatti della tra-slazione di Cesare Battisti sul Dos Trento). La montagna, a queste latitudini, infirma di sé la storia, anche sociale, e la cronaca di uomini e istituzioni: tra imprese alpinisti-che, eventi bellici, scene di vita quotidiana, esperienze del patrimonio culturale, delle tradizioni e dei folclori, studio e tutela degli ambienti naturali. IIIFotografo ignoto, Veduta del Castello del Buonconsiglio, 1907 circa

Da sinistra Enrico Giordani, Ulisse Battistata, Rizieri Costazza e Bruno Detassis (Biblioteca della Montagna-Archivio storico SAT)

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Dopo sette anni di lavoro che hanno visto all’opera un gruppo di volontari di Rabbi supportati da esperti linguisti e con un contributo economico europeo (Piano di sviluppo rurale-Asse4 Leader) è uscito questo dizionario che raccoglie diecimila parole in rabies, analizzate, organizzate, digitalizzate anche nel suono e tradotte (a breve anche scaricabili da un sito aperto internet): un grande progetto per conservare una piccola lingua, comunque ancora parlata in Val di Rabbi, anche se va però sempre più avvicinandosi al dialetto solandro e al trentino in genere. Grazie a questa pubblicazione viene così a ridursi il rischio di tale impo-verimento nella peculiarità sintattica e nella stessa pronuncia, a tutto vantaggio della comunità alpina di Rabbi.

Vittorio dell’Aquila (a cura di). Dizionari Rabies-talian con indice Italiano-RabbieseAssociazione don Sandro Svaizer, Comün da Rabi-Comune di Rabbi, 2013, pp. 340, euro 18

Primo Eddy Merchx, “il cannibale”; secondo Fausto Coppi, il “campionissimo” per antonomasia, terzo Bernard Hinault, tecnica-mente il più completo e versatile; quarto Gino Bartali, forte e coraggioso anche nel salvare la vita a numerosi ebrei… decimo Francesco Moser, il “Checco”, recordman dell’oro a Città del Messico nel 1984. Alberto Pasquali, 75enne avvocato bolzanino grande appassionato di ciclismo, ha stilato – basandosi su un freddo calcolo matematico statistico – questa classifica dei migliori venti corridori della storia del ciclismo. Quasi un gioco – come lo definisce l’autore – che comunque ha trovato d’accordo Gia-como Santini, cronista di corse ciclistiche per vent’anni, e lo stesso campione Francesco Moser, che hanno firmato le rispettive prefazioni: «il confronto matematico è infatti quello più veritiero», tenendo conto del cambiamento del modo di correre, dei mezzi e dei materiali.

Alberto Pasquali. I miti del ciclismoCurcu & Genovese, Trento, 2013, pp. 60, euro 10

Genitori, volete far fare ai vostri bambini un viaggio entusiasmante nella penisola italiana per apprendere la geografia delle sue regioni? Volete conoscere storie misteriose? Bene, ecco allora un viaggio a bordo di un mezzo molto speciale: la fantasia. At-traverso una raccolta di fiabe i bimbi verranno condotti alla scoperta delle diverse regioni italiane, delle loro caratteristiche, così come dei tanti misteri che nascondono. Saranno accompagnati dall’imprevedibile zio Erick, dal simpatico e generoso scoiattolo Gellindo Ghiandedoro e dalla piccola Picalù, che rappresenta lo stupore e la curiosità dei giovanissimi lettori. Ogni regione mo-stra anche uno scrigno dei “tesori”, ovvero alcuni oggetti che rivelano aspetti del proprio e unico patrimonio storico, culturale e naturalistico, poi raccolti in fondo al libro per un sempre divertente gioco di “Memory”.

Mauro Neri. Storie per 20 regioniErickson, Trento, Collana “i Materiali”, (illustrazioni Fulber), 2013, pp. 280, euro 19.50

Questa guida risulta davvero strutturata per godere di sette giorni in sella alla bicicletta, usufruendo magari per qualche tratto del servizio treno, e pedalare così lungo la pista ciclabile della Valle dell’Adige, dalla Piana Rota-liana fino in fondo alla Vallagarina, per spostarsi poi da Rovereto nell’Alto Garda, oppure da Trento, prendendo la ferrovia Trento-Malé, seguire il tracciato ciclabile lungo il Noce attraverso la verde Val di Sole. Chiare ed efficaci cartine realizzate da Top-Map di Trento accompagnano le pagine delle diverse tratte – pratica è la rilegatura a spirale –, mentre un testo esauriente, coordinato da Renata Albertini dell’Ufficio piste ciclopedonali, soddisfa ogni curiosità.

Settegiorni in trentino sulle piste ciclabiliUfficio piste ciclopedonali, Provincia autonoma di Trento, 2012, pp. 118, euro 5: per info Biblioteca della Giunta provinciale tel. 0461 495089; [email protected]

Il nome Garda richiama subito alla mente immagini di uliveti, di tronchi “arcaici” e di verdi frutti e questo nuovo vo-lume, realizzato con il sostegno della Provincia autonoma di Trento in collaborazione con APPA-Agenzia provincia-le per la protezione dell’ambiente, lo conferma. Edito quasi come un ringraziamento a tutti coloro che in passato come ancor oggi si dedicano con grande passione alla coltivazione dell’olivo, mantenendo così intatta la bellezza di un paesaggio che colse l’ammirazione del pittore tedesco Albert Dürer nel suo viaggio in Italia (Veduta di Arco, 1495), è una fonte ricchissima di informazioni circa la botanica, la coltivazione degli olivi e gli aspetti naturalistici dell’olivaia (giustamente così definita e non “uliveto”), la classificazione, l’etichettatura e l’uso in cucina dell’olio. Ma non solo: interessanti risultano anche gli approfondimenti sotto l’aspetto mitologico, religioso e infine artistico.

Fiorenza Tisi (a cura di). Arco e la sua olivaiaComune di Arco, 2013, pp. 144, euro 25 (italiano/tedesco/inglese)

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dicembre 2013 | il Trentino

a cura di Silvia Vernaccini

Giuliano Dal Mas, bellunese, è l’autore, ma soprattutto è il “capo cordata” di quest’opera Via Alta Feltrina, che vede l’apporto di più firme per quanto riguarda i diversi capitoli: quelli più alpinistici o speleologici, quelli legati alla poesia op-pure alle leggende, e non mancano le appendici dedicate alla flora, alla fauna, alla geomorfologia. Uno sguardo dunque attento alle cartine (realizzate da P. Sorarù) per programmare l’escursione, e via si può partire per la Via Alta Feltrina, un percorso d’alta quota che parzialmente ricalca un tratto dell’Alta Via n. 2 delle Leggende. Sono tre le traversate descritte – delle Vette Feltrine, del Cimónega e del Pizòc – con la possibilità di più varianti; ma non troverete lungo l’itinerario tabelle in legno dedicate alla “Via” perché questa, descritta, è solo una proposta di viaggio, da distribuire su più giorni, in un mondo ancora selvaggio e poco esplorato delle Alpi Feltrine, che trova appoggio nei rifugi, bivacchi e casere.

Giuliano Dal Mas. Via Alta FeltrinaCurcu & Genovese, Trento, 2013, pp, 144, 2013, euro 18

La pratica curativa della fitobalneoterapia, più semplicemente nota come “i bagni di fieno”, deriva dall’antica abitudine dei contadini dell’area tedesca, come pure del Trentino Alto Adige, di riposare immersi nel fieno: alzandosi, si sentivano riposati dalle fatiche del lavoro. Questo libro, scritto da Gianni Nicolini, laureato in scienze forestali e diplomato Iridologo naturopata Heilpraktiker, affronta un po’ tutto “il sapere” attorno a queste cure nella nostra regione, soffermandosi in particolare sulle terme di Garniga e sul fieno delle Viote del Monte Bondone. Ecco dunque i capitoli sulla storia – da pratica empirica a medicina termale dei bagni di fieno –, sulla ricerca scientifica in campo medico e botanico, sulla legislazione a livello nazionale e locale, sui bagni nella letteratura, ed anche interviste di approfondimento e più e più appendici. Insomma, un libro davvero utile per chi crede nella naturopatia per il miglioramento del proprio benessere.

Gianni Nicolini. I bagni di fienoEdizioni Accademia Nazionale di Scienze Igienistiche Naturali “G. Galilei”, Trento, pp. 184, euro 18

Continua il viaggio nella periferia del Trentino del terzo millennio recita il sottotitolo di questo volume, il secondo infatti vissuto, scritto e fotografato rispettivamente da Alberto Folgheraiter e da Gianni Zotta. Sono racconti, personaggi, immagini di vita rac-colte nei borghi delle vallate e montagne trentine, che si intersecano con episodi di storia e della Storia: l’artigiano che recupera il vecchio rudere di famiglia e lo trasforma in museo etnografico; l’artista che, oltre a dipingere, si ritira a lavorare la terra nella malga in quota; la resistenza di un eremita che scolpisce il legno oppure quella del cestaio; l’impiegato che preferisce coltivare le lumache…. Emozionanti capitoli per meglio conoscere e apprezzare la nostra terra e pertanto sentirsi impegnati e orgogliosi di difenderla.

Alberto Folgheraiter e Gianni Zotta. I villaggi dai camini spentivolume 2, Curcu & Genovese, Trento, 2013, pp. 240, euro 35

Sono ben 108 anni che esiste Strenna Trentina, “la rivista” fondata nel 1905 quando il Trentino rientrava ancora nell’impero austro-ungarico. Se la grafica è cambiata di poco – ha ceduto alle lusinghe del colore e della pubblicità – per nulla lo è negli obiettivi: fermare i ricordi di vita e storia del nostro passato, documentare il cambiamento sociale ed economico del nostro tem-po, valorizzare le bellezze ambientali e artistiche del nostro Trentino. Particolarmente attenta al tema del centenario della Prima Guerra Mondiale, come anticipato dalla copertina con il residuato del motore della teleferica militare sul Carè Alto, è l’edizione 2014; non mancano argomenti legati all’attualità come il car pooling sulla A22, oppure gli angoli di poesia come i versi in dialetto dedicati a Papa Francesco… Tutti gli articoli sono coordinati dal comitato di redazione composto da Armando Costa, Fabrizio Da Trieste, Luciano Imperadori, Guido Lorenzi, Paolo Cavagnoli, Gino Valentini.

AA.VV. Strenna trentina 2014Trento, pp. 240, euro 7

Molti trentini, non i più giovani, ricordano di certo Tullio Calliari (1916-2003), il professore di lettere al Liceo Prati di Trento, ma pochi sicuramente conoscono il dramma che lo ha segnato durante la Seconda Guerra Mondiale, allorché nel settembre del 1943 venne catturato dai tedeschi e internato in Germania assieme ai suoi commilitoni fino al luglio del 1945, quando poté far ritorno a casa. Questo libro, curato con la passione e l’umanità che contraddistinguono gli scritti del professor Alberto Conci, raccoglie tutte le lettere scritte ai famigliari in quel periodo e nell’immediato dopoguerra, le sue riflessioni e le meticolose anno-tazioni di luoghi, persone, condizioni di vita… per darne testimonianza e non spazio all’oblio.

Tullio Calliari. Quando finirà la nostra schiavitù?Il Margine, Collana “I larici”, Trento, 2013, pp. 182, euro 15

STRENNATRENTINA

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Settegiorni in trentino sulle piste ciclabiliUfficio piste ciclopedonali, Provincia autonoma di Trento, 2012, pp. 118, euro 5: per info Biblioteca della Giunta provinciale tel. 0461 495089; [email protected]

Fiorenza Tisi (a cura di). Arco e la sua olivaiaComune di Arco, 2013, pp. 144, euro 25 (italiano/tedesco/inglese)

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Il clima adattoCome coordinare gli sforzi di adattamento ai cambiamenti

n progetto per la creazione di una rete europea per integrare le conoscenze del clima nella politica e nella pianificazione. L’obiettivo è quello di coordinare gli sforzi di adattamento ai

cambiamenti climatici nei paesi del Sud Est Europa (SEE) attraverso la costruzione di un partenariato tra la comunità scientifica che studia il clima e i decisori politici che sono chiamati ad utilizzare e applicare le conoscenza che tali studi forniscono.

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Alla Provincia autonoma di Trento il compito di studiare le conseguenze dei cambiamenti climatici nella gestione delle risorse idriche destinate all’uso idroelettrico. Lo stato di sa-lute del clima terrestre continua a mandare segnali preoccupanti. Il recente rapporto sul clima del nostro pianeta, pubblicato dall’In-tergovernmental Panel on Climate Change (Climate Change 2013: The Physical Scien-ce Basis, IPCC), fornisce infatti ulteriori evidenze scientifiche che rafforzano e con-fermano i dati sul cambiamento climatico in atto. In particolare si ha conferma che l’attività antropogenica (emissioni di gas-serra, di aerosol, la deforestazione e i cambi di uso del suolo) è la causa dominante del riscaldamento osservato fin dalla metà del XX secolo e che i cambiamenti climatici in atto continueranno per decenni e secoli. Da queste informazioni emerge la necessi-tà di urgenti e significative azioni da parte dei Governi per ridurre le emissioni di gas serra al fine di limitare i futuri impatti dei cambiamenti climatici che, in assenza di tali

misure, diventeranno più gravi. Nel breve termine inoltre le inevitabili conseguenze dei cambiamenti climatici e gli impatti in atto e attesi sugli ecosistemi, sulla società

e l’economia, rendono indispensabile adot-tare specifiche strategie di adattamento che coinvolgono maggiormente gli attori locali e regionali.Negli ultimi decenni la sfida del cambiamento climatico è diventata una priorità anche della politica dell’UE, che ha prodotto strumenti legislativi e linee guida da adottare da parte dei governi nazionali e locali nelle rispettive politiche di mitigazione e adattamento.è proprio nel contesto di tali politiche dell’UE che nasce il progetto “ORIENTGATE - A structured network for integration of climate knowledge into policy and territorial plan-ning” che prevede come obiettivo quello di coordinare gli sforzi di adattamento ai cam-biamenti climatici nel contesto dei paesi del Sud Est Europa (SEE) favorendo in particola-re una relazione più virtuosa tra la comunità scientifica che studia il clima e i decisori

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politici che sono chiamati ad integrare le co-noscenza che tali studi forniscono nella pia-nificazione. Il progetto, coordinato dal Cen-tro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici, coinvolge partner provenienti da ben 13 Paesi che insieme hanno il compito di studiare gli impatti in aree costiere, ru-rali e urbane, contribuendo ad una migliore comprensione degli impatti della variabilità del clima e dei cambiamenti climatici sul regime idrico, sulle foreste, sull’agricoltura e sugli ecosistemi. L’obiettivo principale del progetto è quello di favorire il flusso delle conoscenze climatiche a beneficio dei de-cisori politici, tra cui gli urbanisti, le autorità per la protezione dell’ambiente, le agenzie regionali di sviluppo e le autorità territoriali e di gestione dei lavori pubblici. Il progetto, di durata triennale, è iniziato nel luglio 2012 ed è co-finanziato dal Programma di Coope-razione Territoriale South East Europe.La Provincia autonoma di Trento partecipa al progetto attraverso la realizzazione di uno studio pilota per l’elaborazione di nuo-ve linee guida per la gestione delle risorse idriche destinate all’uso idroelettrico in rela-zione agli scenari di cambiamento climatico attesi. La gestione di tale progetto pilota è stata affidata all’I.D. per la Programmazione di protezione civile e viene svolto in colla-borazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica dell’Univer-

sità di Trento. Nella nostra regione, come in tutta l’area alpina, il riscaldamento in atto, le modifiche dei regimi di precipitazione, l’ar-retramento marcato dei ghiacciai e la ridu-zione del permafrost, causeranno modifiche importanti sul ciclo dell’acqua e quindi sulla disponibilità della risorsa idrica in particolare nei settori dell’uso potabile, nell’agricoltura e nel settore della produzione idroelettrica.La realizzazione di tale progetto riveste per-tanto una notevole importanza in quanto consentirà di produrre scenari di impatto sul ciclo dell’acqua alla luce dei più aggiornati modelli di previsione di scenari climatici. Gli scenari di impatto consentiranno di va-lutare meglio gli aspetti di competizione tra i vari settori di utilizzo dell’acqua: il settore idroelettrico, il comparto agricolo e l’uso potabile.Lo studio pilota verrà effettuato sul bacino del Noce e del Brenta, scelti in quanto adatti a rappresentare due situazioni tipiche nel contesto Alpino. Lo studio prevede in par-ticolare di identificare ed analizzare degli indicatori di disponibilità della risorsa idrica nello scenario naturale ed in quello di sfrut-tamento antropico in un contesto di cam-biamento climatico e di confronto con lo si-tuazione attuale; di identificare e analizzare degli indicatori di potenzialità di produzione idroelettrica e di produrre e valutare map-pe di vulnerabilità per l’utilizzo sostenibile

del potenziale idroelettrico in un contesto di cambiamento climatico e di uso multiplo della risorsa idrica. Lo scopo è quindi quello di proporre un insieme di criteri per miglio-rare la policy per lo sviluppo dell’energia idroelettrica, di proporre linee guida per il rinnovo delle concessioni delle derivazioni idroelettriche e infine di integrare i risultati nella formulazione e nella definizione delle priorità nella pianificazione territoriale.Se l’area campione è quella di due bacini al-pini, l’obiettivo più ampio è comunque quel-lo di definire una metodologia di indagine in grado di essere adottata in altri contesti dell’area del SEE dove si rende necessario compiere studi di impatto sulla risorsa idri-ca. Lo sfruttamento sostenibile delle risorse idriche diventa infatti una tematica di gran-de interesse soprattutto in realtà in forte svi-luppo quali i paesi dell’area SEE. Agricoltu-ra, pescicoltura, attingimenti ad uso civile e industriale e sfruttamento idroelettrico sono i principali utilizzi che anche in contesti di abbondanza idrica pongono problematiche di forte competizione tra i vari attori in gioco.Inoltre con la lotta al cambiamento climati-co, la spinta ad utilizzare fonti energetiche alternative ha portato ad un notevole au-mento di centraline idroelettriche. L’ener-gia idroelettrica rientra infatti tra le energie rinnovabili, il suo utilizzo non produce emis-sioni e non ha effetti negativi sul clima. Se da un lato però si vuole massimizzare lo sfruttamento della potenzialità idroelettrica fluviale, dall’altro la sensibilità ecologica impone una forte attenzione all’impatto am-bientale. Risulta quindi importante mettere a punto strategie rivolte alla minimizzazione delle occasioni di spreco e alla ottimizzazio-ne della produzione. La messa a punto di strumenti decisionali integrati consente una gestione sostenibile della risorsa, riducendo contemporanea-mente i conflitti che insorgono tra i diversi utilizzatori. Inoltre è necessario valutare an-che l’effetto prodotto dai cambiamenti cli-matici sulla disponibilità idrica superficiale fruibile in futuro per le derivazioni idroelet-triche, in particolare quelle dotate di invaso. La diversa disponibilità di risorsa potrebbe cambiare il rapporto costi-benefici che ca-ratterizza lo sfruttamento idroelettrico e po-trebbe determinare un cambiamento nella gestione operativa delle medesime centra-li. In questo quadro diventano importanti strumenti decisionali e metodologie per la gestione ottimale della risorsa, in modo da prevenire i possibili conflitti. III

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Confronti aziendaliLe attività del 2013 legate alla rete dell’informazione

l progetto transnazionale PIN - Praxis and Information Network, che è stato già illustrato su queste pagine a maggio dell’anno scorso, termina il 31 dicembre prossimo: nel 2013 molte sono state le

attività portate avanti.INel corso dell’anno si è infatti cominciato ad approfondire e a lavorare sul tema del riconoscimento degli apprendimenti acqui-siti in ambito non formale ed informale fino a realizzare un “manuale” dal titolo Linee Guida e materiali per i rappresentanti sinda-cali aziendali, che contiene la presentazione dell’argomento, la spiegazione dei termini, gli aspetti normativi ed alcuni strumenti utili per il riconoscimento e la validazione in am-bito aziendale delle competenze acquisite in contesti non formali ed informali.In particolare il focus è stato posto sull’am-bito aziendale come contesto nel quale pos-sono maturare abilità, conoscenze e quin-di competenze o parti di esse e nel quale possono agire i rappresentanti sindacali al fine di ottenere nel futuro un eventuale rico-noscimento degli apprendimenti lì acquisiti.Le Linee Guida sono state presentate e di-scusse con alcuni rappresentanti sindacali aziendali nel corso di due incontri svoltisi a Trento all’inizio del mese di maggio. Il feedback ricevuto ed i risultati emersi nel corso di questi colloqui sono stati riportati al meeting di progetto di Dublino (16 e 17 maggio).Nel meeting si è poi avviata la riflessione per creare un modello di classificazione del-le aziende rispetto al riconoscimento degli apprendimenti in azienda. Il modello indivi-dua 5 livelli di implementazione del sistema di riconoscimento degli apprendimenti tra-mite l’utilizzo di indicatori (discussi su una learning-platform appositamente creata) che prendono in considerazione i migliora-menti strutturali, l’assegnazione di risorse finanziarie e i progressi misurabili sul ver-sante dei dipendenti anche attraverso l’indi-viduazione di soglie numeriche progressive di lavoratori coinvolti nel processo di ricono-scimento delle competenze.

Tali attività sono state oggetto di dissemi-nazione tra le categorie sindacali, datoriali e settori dell’Amministrazione provinciale. In particolare è stato organizzato uno wor-kshop a Trento l’11 novembre scorso al fine di discutere e sensibilizzare gli stakeholder del nostro territorio circa il tema del rico-noscimento degli apprendimenti in azienda.Infine il 18 e 19 novembre presso la sede del Comitato economico sociale europeo a Bruxelles scorso si sono svolti l’ultimo mee-ting di progetto e la conferenza finale.La conferenza finale è stata aperta dal ca-pofila, il sindacato tedesco IG Metall, che ha ripercorso la storia del progetto illustrando-ne le tappe, le difficoltà e i risultati raggiunti. è intervenuto poi il prof. Patrick Werquin del CNAM (Conservatoire national des arts et métiers) di Parigi, che ha parlato del ri-conoscimento degli apprendimenti acquisiti in contesti non formali ed informali, soffer-mandosi a precisare i principali termini della questione ed effettuando un confronto tra le realtà di 22 paesi non solo europei.A seguire è stata aperta da parte del co-ordinatore irlandese Pat Coughlan, la tavola rotonda dal titolo Riconoscimento – Quo Va-

dis? Politiche per il riconoscimento in Euro-pa. Particolare interesse ha suscitato l’inter-vento di Laura Froner, membro del gruppo provinciale di certificazione, che ha illustrato la situazione nazionale e locale circa il tema del riconoscimento degli apprendimenti sof-fermandosi in particolare sulla realizzazione nel nostro contesto locale di un’azione spe-rimentale riguardante l’apprendistato pro-fessionalizzante. Dopo la pausa pranzo, che ha dato modo ai relatori e partecipanti di conoscersi e di mettere a confronto le pro-prie realtà, ha preso avvio la seconda tavola rotonda dal titolo “Come implementare pra-tiche di riconoscimento in azienda?” diretta dall’inglese Bob Sissons nella quale Silvia Bruno ha catturato l’attenzione presentando la realtà di LaRes, Laboratorio Relazioni Sin-dacali, fondato da Cgil, Cisl e Uil del Trenti-no e Tsm-Trentino School of Management, con il sostegno della Provincia autonoma di Trento. LaRes si configura come un luogo di riflessione, condivisione e formazione per delegati, quadri e dirigenti sindaca-li: pertanto può avere un ruolo importante per supportare il processo di riconosci-mento degli apprendimenti in azienda. III

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bre 2013 | il TrentinoL’Europa per voi

I La tua Europa - consulenzaEntro quanto tempo devo immatricolare la mia macchina se mi trasferisco in un altro paese dell’UE? Posso viaggiare in un altro paese dell’UE insieme a mio marito o a mia moglie, anche se non ha la cittadinanza europea? posso percepire la mia pensione in un altro paese? A queste e ad altre domande risponde il servizio di consulenza dell’UE per il pubblico fornito gratuitamente da un gruppo di avvocati che lavorano in tutte le lingue ufficiali dell’UE e conoscono sia la normativa europea che quella nazionale di tutti gli Stati membri. Se volete porre una domanda sui vostri diritti di cittadini dell’UE, i giuristi indipendenti del servizio “La tua Europa – Consulenza” possono fornire consulenze gratuite e personalizzate nella vostra lingua entro una settimana; chiarire la normativa europea applicabile al vostro caso; spiegare come esercitare i vostri diritti di cittadini dell’UE. Il servizio fornisce anche consigli utili ai consumatori.

http://europa.eu/youreurope/advice/index_it.htm

I Questa volta è diverso - Agire. Reagire. DecidereCon questo slogan il Parlamento europeo ha lanciato la campagna d’informazione sulle elezioni europee del maggio 2014. Ogni cin-que anni i cittadini dell’UE possono scegliere i propri rappresen-tanti al Parlamento europeo, l’istituzione che è eletta direttamente e che difende i loro interessi. Con l’entrata in vigore del trattato di Lisbona, il Parlamento europeo è diventato colegislatore e svolge un ruolo determinante nel definire le politiche europee. Per ogni cittadino, votare alle elezioni europee significa avere l’opportunità di influire sulla composizione del Parlamento e sulle decisioni che adotterà nel corso dei cinque anni della legislatura. Il nuovo Par-lamento dovrà poi “eleggere” il presidente della Commissione. Ciò significa che gli elettori avranno voce in capitolo su chi subentrerà alla guida dell’esecutivo dell’UE. Gli elettori italiani voteranno il 25 maggio per eleggere 73 deputati.

I cure transfrontaliere: al via l’Europa della sanitàEntro il 25 ottobre tutti gli stati membri dell’UE dovrebbero aver recepito la direttiva europea che sancisce il diritto dei cittadini di recarsi in un altro paese UE per sottoporsi a trattamenti sanitari e di ottenere un rimborso. Lo scopo è offrire ai pazienti la scelta tra molteplici servizi di assistenza sanitaria, accesso a maggiori informazioni e riconoscimento delle prescrizioni su scala transfrontaliera facilitato. Sono esclu-se alcune categorie di cure mediche: assistenza di lunga durata; i trapianti d’organo; i programmi pub-blici di vaccinazione. Per quanto riguarda i costi, se una persona deciderà di farsi curare in una struttura sanitaria pubblica di un altro stato membro, il sistema sanitario del suo paese coprirà le spese

http://europa.eu/legislation_summaries/employment_and_social_policy/social_protection/sp0002_it.htm

I Europa 2014 verso le elezioni dieci puntate televisiveè il titolo di un programma televisivo in dieci puntate in onda su Trentino TV che Europe Direct Trentino ha scelto per avvicinare i cittadini trentini all’importante appuntamento con le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo nel maggio 2014.

Il programma è cofinanziato dalla Commissione europea e dal-la Regione Autonoma Trentino-Alto Adige e realizzato a seguito dell’approvazione da parte della Commissione europea del pro-getto presentato dal Servizio Europa della PAT nell’ambito di un specifico invito rivolto all’informazione sulle elezioni.

Partito venerdì 22 novembre il programma proseguirà con cadenza quindicinale sino alla fine di marzo. Ciascuna puntata di 25 minuti è strutturata in quattro rubriche che indicativamente avranno come filo conduttore i temi che la Commissione europea ha individuato: i fondi di finanziamento europei, il lavoro, l’Unione europea nel mon-do e la qualità della vita.

Le puntate andranno in onda il venerdì alle ore 21.00 ed in replica la domenica alle 11.00 e il lunedì alle 17.00.

Le puntate precedenti si possono vedere all’indirizzo http://www.europa.provincia.tn.it/

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La fotografia è tratta da Terra in montanis di Albert Ceolan (Curcu & Genovese editore), il volume che racconta con suggestive immagini la realtà del Trentino, dell’Alto Adige e del Tirolo.Per gentile concessione dell’autore.

A tutti i nostri lettori Buon Anno Buon Tutto