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Il testo descrittivo

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Il testo descrittivo

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Il testo descrittivo "fa vedere" con le parole com'è fatta

una persona,

un animale

una cosa,

un ambiente

descrivendone le caratteristiche e gli aspetti più

significativi attraverso i cinque sensi

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I cinque sensi sono

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PER SCRIVERE UN

BELLISSIMO TESTO DESCRITTIVO

E’ IMPORTANTE:

usare frasi brevi, per una maggiore chiarezza della

descrizione;

usare termini vari e ricchi usando i dati visivi, uditivi,

tattili, olfattivi e gustativi, obbligatori per fornire un’immagine

chiara e precisa della persona, dell’animale, della cosa o

dell’ambiente di cui si parla;

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usare gli aggettivi, obbligatori che indicano le qualità

riferite alla persona , animale, cosa o ambiente di cui si

parla .

Usare similitudini o paragoni, che vengono di solito

introdotte da come

Seguire un ordine che può essere dal generale al

particolare o viceversa, dall’alto in basso(persona) o

dalla testa alla coda (animale) o viceversa

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usare gli indicatori spaziali: davanti, dietro, in basso, in

alto, a sinistra, a destra, in primo piano, in secondo piano, in

lontananza, sullo sfondo ecc…, molto importanti e obbligatori

nella descrizione di un ambiente, di un oggetto

posizionato nello spazio ;

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QUANDO DESCRIVI

UNA PERSONA

• devi tenere conto di:

• chi è

• come si chiama

• aspetto fisico, (dalla testa ai piedi)

• abbigliamento

• il carattere: qualità e difetti

• i suoi interessi

• quali sentimenti suscita.

UN ANIMALE

• devi tenere conto di:

• che animale è

• come si chiama

• ambiente in cui vive

• caratteristiche fisiche

• da cosa è ricoperto il suo corpo

• versi che produce

• il comportamento

• il rapporto che ha con te

• quali sentimenti suscita

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UN AMBIENTE

devi tenere conto:

delle informazioni provenienti dai 5 sensi:

• descrizione del primo piano

• descrizione del secondo piano

• descrizione dello sfondo

• colori

• suoni e rumori

• odori e profumi

• temperatura

• sensazioni e stati d'animo

UN OGGETTO

devi tenere conto:

delle informazioni provenienti dai 5 sensi:

• con la vista

• con il gusto

• con l’udito

• il tatto

• l’odorato

• del posto dove si trova

• la posizione (gli indicatori spaziali)

• sensazioni e gli stati d’animo che suscita

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LA DESCRIZIONE

PUO’ ESSERE:

• OGGETTIVA:

• quando è fatta attraverso una serie di dati che possono osservati da tutti

• ESEMPIO

• Descrizione oggettiva

• E' una bambina di otto anni. E' alta e magra. Ha la carnagione chiara e gli occhi azzurri. Indossa un maglione di lana bianca e un paio di jeans chiari. Ha con sé un cagnolino.

• Tutti possiamo verificare questi dati.

• SOGGETTIVA:

• è una descrizione personale chi scrive esprime le proprie sensazioni,le proprie opinioni, le proprie impressioni.

• ESEMPIO

• Descrizione Soggettiva

• E' una bambina simpatica, luminosa, bella come il sole. Ha un viso luminoso e sorridente. I suoi capelli sono lunghi e luminosi come la sete. I suoi occhi, azzurri come il cielo, infondono fiducia e simpatia. Veste in modo semplice e sportivo: comodi e pratici jeans e un caldo maglione di lana bianca. Passeggia con un simpatico e vivace cagnolino.

• Non a tutti può essere simpatica, non tutti possono dire che ha gli occhi azzurri come il cielo, (qualcun altro potrebbe per esempio sire “come il mare”),non a tutti può piacere come si veste, ecc. Nella descrizione soggettiva è

• importante fare i paragoni usando la parolina come

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• Prima di scrivere

• LIBRO VERDE

• PAG: 177- CECILIA PAG 176

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• LIBRO ARANCIONE

• Pag 58-59-62-63

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La maestra Sforza

La maestra Sforza è bassa, un po’ grassa e non molto giovane. Ha i capelli

di colore grigio, ondulati e porta gli occhiali con la montatura di metallo.

La maestra indossa una gonna grigia e una giacca di lana grigia. La faccia

della maestra sembra grigia anche se sulla bocca ha un rossetto colore

viola come il ciclamino.

La maestra Sforza vede una bambina con la mamma. La bambina tiene in

mano un mazzolino di fiori.

La maestra è felice: fa un gran sorriso.

La maestra saluta tutti i genitori, stringe contenta le loro mani e dice

parole gentili. Accarezza la testa delle bambine e tocca i loro capelli.

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La maestra Sforza

• … capelli ondulati ( vengono paragonati a onde)

• … un rossetto colore viola

come un ciclamino.

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SCRIVI ACCANTO AI NOMI LE QUALITA’, GLI AGGETTIVI

--------------

Naso --------------

--------------

---------------

Bocca ---------------

---------------

----------------

occhi ----------------

----------------

--------------

capelli --------------

--------------

---------------

mani ---------------

---------------

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SCRIVI ACCANTO AI SEGUENTI AGGETTIVI QUELLI CONTRARI

Grasso ---------------

Alto ---------------

Bello ---------------

Biondo ---------------

Gentile ---------------

Timido ---------------

Nervoso ---------------

Allegro ---------------

Triste ---------------

Calmo ---------------

Simpatico ---------------

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• LIBRO VERDE

• LA SIGNORINA DOLCEMIELE PAG: 62

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• - la maestra Dolcemiele

• Chi è – come si chiama – aspetto fisico- i

capelli……- carattere – abitudine-

sentimenti

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LA SIGNORINA DOLCEMIELE

La maestra, la signorina Dolcemiele, aveva ventitré o ventiquattro anni e un

bellissimo, pallido viso da Madonna, con occhi azzurri e capelli castano chiaro. Era

così snella e fragile da dare l’impressione che se fosse caduta sarebbe andata in

millepezzi, come una statuina di porcellana.

Betta Dolcemiele era mite e tranquilla, non alzava mai la voce e sorrideva di rado,

ma aveva la rara capacità di farsi amare al primo sguardo dai propri alunni.

Sembrava che capisse perfettamente quanto i bambini piccoli si sentano smarriti e

spaventati quando per la prima volta vengono radunati in classe, come bestiame,

e obbligati a obbedire agli ordini.

Dal viso della signorina Dolcemiele emanava uno strano calore, particolarmente

intenso quando parlava a un bambino confuso e pieno di nostalgia per la propria

casa.

Roald Dahl, Matilda

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Il linguaggio figurato nel testo deScrittivo

La signorina Dolcemiele

Legenda come

• Pallido viso

da Madonna

• … sarebbe andata in

mille pezzi come una

statua di porcellana

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• Evidenzia nel testo gli elementi che descrivono

• - l’aspetto fisico

• - il carattere

• - il comportamento

della signorina Dolcemiele.

Come definiresti la signorina Dolcemiele?

• La signorina Dolcemiele è una maestra………….

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Ora, seguendo la struttura del brano, scrivi la

descrizione di una maestra

che sia il contrario della signorina Dolcemiele.

Come potresti chiamarla? • Esempio

• LA SIGNORINA AMARCAFFE’

La maestra, la signorina Amarcaffè, aveva più di sessant’anni e un bruttissimo, rugoso

viso da strega, con occhi neri e pochi capelli bianchi. Era così grassa e grossa da

dare l’impressione che, quando si muoveva, facesse tremare i muri della scuola,

come un enorme pachiderma. Geltrude Amarcaffè era severa e si arrabbiava con

tutti; strillava sempre, non sorrideva mai e aveva la rara capacità di terrorizzare al

primo sguardo i propri alunni. Non le importava assolutamente di quanto i bambini

piccoli si sentano smarriti e spaventati quando per la prima volta vengono radunati in

una classe, come bestiame, e obbligati a obbedire agli ordini. Dal viso della signorina

Amarcaffè emanava freddezza, particolarmente intensa quando si infuriava con un

bambino confuso e pieno di nostalgia per la propria casa

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Mangiafuoco

…allora uscì fuori il burattinaio:un omone così brutto che metteva paura soltanto a guardarlo.

Aveva una barbaccia nera come uno scarabocchio d’inchiostro e tanto lunga che scendeva dal mento fino a terra;basti dire che, quando camminava,se la pestava con i piedi.

La sua bocca era larga come un forno, i suoi enormi

occhi parevano due lanterne di vetro rosso col lume

acceso dietro,e con le mani,con quelle grandi

mani,faceva schioccare una frusta fatta di serpenti e di

code di volpe attorcigliate insieme. Tratto da “Pinocchio”, C. Collodi

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Mangiafuoco

• Una barbaccia nera

uno scarabocchio di inchiostro

• Bocca larga

un forno

• Occhi due lanterne

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Trascrivi le espressioni usate dall’autore per far capire che:

• 1) Aveva la barba nera e lunga

• ……………………………………………………………………………………………….................................

• ……………………………………………………………………………………………………..........................

• 2) Era grande, grosso e brutto

• ………………………………………………………………………………………………….............................

• ………………………………………………………………………………………………….............................

• 3) Aveva la bocca larga

• ……………………………………………………………………………………………….................................

• 4) Aveva gli occhi grandi e molto rossi

• …………………………………………………………………………………………………..............................

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¸ Sottolinea in viola le similitudini.

¸ Evidenzia in blu gli elementi che lo caratterizzano.

¸ Quali sensazioni suscita Mangiafuoco?

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TIRANNA VAMPIRIA

Quando si parla di una strega, molti si immaginano una vecchierella rinsecchita con

la faccia piena di verruche pelose e un unico dente che le balla in bocca.

Tiranna Vampiria era l’esatto contrario.

Era piuttosto piccola di statura, ma in compenso era incredibilmente grassa.

Il suo abbigliamento consisteva in un abito da sera a grosse righe blu su fondo giallo

che la faceva assomigliare a un enorme calabrone.

Era stracarica di gioielli, perfino i suoi denti erano tutti d’oro e al posto delle

otturazioni aveva fulgidi brillanti.

Sulla sua testa troneggiava un cappello grande come una gomma d’automobile, da

cui ciondolavano centinaia di monete scintillanti.

La sua faccia rincagnata, con le borse sotto gli occhi e le guance cascanti, era così

pesantemente truccata da somigliare alla vetrina di un negozio di cosmetici.

Come borsetta, la strega portava sotto il braccio una piccola cassaforte con la

serratura a combinazione.

Michael Ende, La notte dei desideri

Vocabolario

rinsecchito:

fulgido:

troneggiare:

rincagnato:

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Modificando le similitudini e gli elementi che la

caratterizzano, trasformiamo

Tiranna Vampiria in una strega che incute paura.

• esempio

Tiranna Vampiria era alta, scheletrica e rinsecchita.

Il suo abbigliamento consisteva in un abito nero come la notte con le maniche

talmente ampie che la faceva assomigliare a un enorme pipistrello.

Era stracarica di gioielli: anelli con teschi incastonati, pelosi bracciali di zampe

di ragno intrecciate, collane da cui pendevano i cuori delle sue vittime.

Sulla sua testa troneggiava un cappellaccio nero come le tenebre, da cui

ciondolavano centinaia di tarantole mortifere.

La sua faccia macilenta, con le rughe sotto gli occhi e le guance raggrinzite, era

così orripilante da somigliare al muso di un’iguana.

La strega portava un’ampolla in cui ribolliva una pozione malefica

disegna

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Usa i termini seguenti, aggiungendone anche altri e

seguendo il giusto ordine, per comporre la descrizione dei

due mostri.

Poi descrivi anche il loro rifugio (trova tu i termini adatti).

Deforme – orecchie appuntite – sgraziato – affilato - energumeno – canini -vendicativo – tormentato – sibilante -bulloni – sanguinario - cicatrice – mento squadrato – centenario - tozzo – pesante – elegante – demoniaco - creatura -pallido – stritolare - erculeo – silenzioso – massiccio - notturno – naso aquilino – sproporzionato – brillantina -impermeabile – rifiutato – sguardo penetrante – artigli – mordere - emarginato – suole chiodate – ipnotico – lurido – rapido cadaverico – inquietante - goffo – mantello – occhi infossati –ripugnante – tanfo – voce cavernosa –sottile – imponente.

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Usa i termini seguenti, aggiungendone

anche altri e seguendo il giusto ordine,

per scrivere la descrizione delle due fate.

Paffuta – affascinante – pazzerella -

misteriosa – materna – buffa – mantello

informe - severa – capelli fluenti – gioielli –

semplice – nastro – viso ovale - rughe –

merletto – leggiadra – melodiosa – scarpette

– faccione rotondo - comprensiva – riccioli –

dita affusolate – maniche ampie – labbra

sottili – modi spicci - scollatura – dimesso –

creativa – pantofole - snella – modi signorili

– fantasiosa – educatrice – chioma candida

– scintillante – cappuccio – sincerità – soave

- avvertimento – insegnamenti – senso

pratico – capelli raccolti – espressione

affabile – movimenti goffi – abito attillato –

voce suadente – gentile – indulgente –

quieta – festosa

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IL FANTASMA DI CANTERVILLE

Diritto davanti a sé, nella pallida luce lunare, vide un uomo dall’ aspetto

spaventoso.

Aveva occhi rossi come due carboni ardenti, lunghi capelli grigi gli ricadevano

lungo le spalle in

ciocche incolte e le vesti, di foggia antica, erano tutte lacere e imbrattate, dai

polsi e dalle caviglie,

infine, gli pendevano pesanti manette.

adattamento da O. Wilde, Il fantasma di Canterville

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PALLA DI CANNONE

Palla di Cannone era il più terribile di tutti. Aveva una testona pelata come una palla

di cannone. La sua faccia tonda con dei baffoni lunghi da tricheco era rossa come un

sole che tramonta. E poi era

molto forte. Difatti, quando con la sua nave, che si chiamava Leonessa, andava

all’arrembaggio di un’altra nave, invece di far sparare le cannonate dai cannonieri, si

arrampicava sulla gabbia, ossia sul terrazzino dell’albero maestro, e buttava lui le

palle di cannone con le sue manacce da gorilla, così mirava dove voleva. Proprio per

questo si chiamava Palla di Cannone.

P. Carpi, Nuove avventure di Lupo Uragano

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MOMO

L’aspetto di Momo era davvero insolito e forse poteva anche allarmare quelle persone

che danno molta importanza all’ordine e alla pulizia.

Era piccola e magrolina, di modo che, anche con la migliore buona volontà, non si

poteva decidere se avesse otto oppure dieci anni.

Aveva una testa selvaggia, ricciuta, nera come la pece, mai sfiorata da pettine o

forbici. Aveva grandi vividi meravigliosi occhi del pari neri e piedi dello stesso colore

perché andava sempre scalza.

Soltanto in inverno, e non sempre, portava scarpe, spaiate di colore e di forma, e per

di più troppo larghe. Perché Momo non possedeva niente all’infuori di quel che

trovava qua e là o che le regalavano.

La sottana, che le arrivava alle caviglie, era un complesso di toppe variopinte di

tessuti d’ogni genere.

E sopra la gonna portava una vecchia giacca maschile lunga e larga, con le maniche

rimboccate ai polsi: Momo non voleva accorciarle perché era previdente e sapeva che

sarebbe cresciuta ancora. E chissà se mai avrebbe potuto trovare un’altra giacca così

bella e con tante tasche così pratiche.

Momo sapeva ascoltare.

Ascoltava tutto e tutti: cani, gatti, grilli e rospi, anche la pioggia e il vento fra gli alberi.

A sera, talvolta, sedeva a lungo, immobile e sola nel gran cerchio di pietra dell’antico

teatro, cui sovrastava

la volta del cielo scintillante di stelle, con l’orecchio teso ad ascoltare l’immensità del

silenzio.E dall’infinito le giungeva una sommessa e pur possente musica che le

accarezzava l’anima.

Michael Ende, Momo