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Il Tesoro dei Vangeli

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Meditazioni bibliche quotidiane tratte dai Vangeli

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Page 1: Il Tesoro dei Vangeli

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ISBN 978 88 89698 27 3

ADI Media

Le meditazioni presenti in questo libroaccompagnano la lettura di diverse parti

dei Vangeli sinottici (Matteo, Marco eLuca), unitamente ad un ulteriore branodella Scrittura cui fa riferimento il tema

trattato. Da questi l’autore, come unsaggio Scriba dal proprio tesoro, ne trae

insegnamenti di particolare valoreporgendoli al lettore come delle gemme

preziose, utili ad arricchirlospiritualmente e ad abbellire la sua vita

cristiana con pensieri di un pregio del tutto raro. Interpretando il pensiero

del Ryle, questo scritto, ampiamenterielaborato rispetto all’originale, vuole

rivolgersi alle famiglie e al singolocredente, essere strumento di profondariflessione e studio della Parola di Dioaffinché si possa scorgere chiaramente

il Signore Gesù Cristo vivente, il Salvatore, il Medico Perfetto e l’amico

che ama in ogni tempo.

ADI MediaServizio Pubblicazioni delle “Assemblee di Dio in Italia”

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Page 3: Il Tesoro dei Vangeli

Titolo originale: “Daily Readings - Vol. 1”John Charles RyleCompilato da Robert Sheehan© 1982 - Evangelical Press Grange Close, Faverdale North Industrial EstateDarlington, DL3 0PH, England

Edizione italiana:“Il Tesoro Dei Vangeli”© ADI-Media S.r.l.Via della Formica, 23 - 00155 RomaTel. 06 2251825 - 2284970Fax 06 2251432Email: [email protected]: www.adi-media.it

Servizio Pubblicazioni delleChiese Crstiane Evangeliche“Assemblee di Dio in Italia”

Ottobre 2008 - Tutti i Diritti Riservati

Traduzione: C. F. - A cura dell’Editore

Tutte le citazioni bibliche, a meno che non sia indicato diversamente, sono tratte dalla Bibbia Versione Nuova Riveduta - Ed. 1996 Società Biblica di Ginevra - Svizzera

Stampa: Produzioni Arti Grafiche S.r.l. - Roma

ISBN 978-88-89698-27-3

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P R E FA Z I O N E

John Charles Ryle (1816 - 1900), ministro della Chiesa d’Inghilterra, hascritto più di duecento libri e trattati evangelici, molti dei quali tradotti invarie lingue. Il motivo principale che ispirava le sue pubblicazioni era quel-lo di “… innalzare il Signore Gesù Cristo, renderLo amabile e glorioso agliocchi dell’uomo; promuovere nel credente un sempre crescente desideriodi ravvedimento, fede e santità …”.

J.C. Ryle, figura eminente del puritanesimo inglese, aveva la capacità ditrattare temi di notevole profondità spirituale rendendoli comprensivi allepersone più comuni, infatti, riusciva a coniugare in modo eccelso la dottrinacon la vita pratica, esponendo i suoi pensieri in modo molto semplice e chiaro:così rendeva l’insegnamento biblico qualcosa di molto rilevante nella vita delcredente, mettendo in particolare risalto l’importanza della santità cristiana.

Le meditazioni raccolte in questo libro sono tratte dai “Pensieri Esposi-tivi dei Vangeli”, pubblicati per la prima volta nel 1856. I suoi commenti,ancora oggi, sono significativi e penetranti come allora, dettati dal cuore diun Pastore che cura con dovizia il proprio gregge e lo difende da ogni insi-dia. Definito uomo dal carattere granitico e dal cuore di un fanciullo, tra-smette, attraverso questi pensieri, la passione di un padre che riserva grandeattenzione alla propria famiglia spirituale.

Interpretando il pensiero del Ryle, questo scritto, ampiamente rielaboratorispetto al commentario originale, vuole rivolgersi alle famiglie come al sin-golo credente, essere strumento di profonda riflessione e studio della Paroladi Dio affinché si possa scorgere chiaramente in esso il Signore Gesù Cristovivente, il Salvatore, il Medico Perfetto e l’amico che ama in ogni tempo.

Il testo prende in esame i Vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca), cheil lettore sarà guidato a leggere unitamente ad un’ulteriore lettura biblica diriferimento. Da questi l’autore, come un saggio Scriba dal proprio tesoro,ne trae insegnamenti di particolare valore porgendoli al lettore come dellegemme preziose, utili ad arricchirlo spiritualmente e ad abbellire la sua vitacristiana con pensieri di un pregio del tutto raro.

L’Editore

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Page 5: Il Tesoro dei Vangeli

1 GENNA IO

G I U S T I Z I A E S A N T I TÀ

“… Zaccaria … Elisabetta. Erano entrambi giusti davanti a Dio e osservavano in modo irreprensibile

tutti i comandamenti e i precetti del Signore” [LEGGERE LUCA 1:5-7]

Q uale grande rilevanza è attribuita, nel passo della nostra meditazio-ne, ai tratti dominanti del carattere di Zaccaria e di Elisabetta! Fa

poca differenza se interpretiamo questa “giustizia” come quella tributata atutti i credenti in seguito alla loro giustificazione, o come quella operatadallo Spirito Santo in vista della loro santificazione. I due tipi di giustizianon vanno mai disgiunti. Chiunque è giustificato è sospinto verso la santi-ficazione, e chi si santifica è stato in precedenza proclamato giusto. Zacca-ria ed Elisabetta disponevano di questa grazia quando essa era ancora unbene assai raro. Osservavano le prescrizioni della legge con devota scrupo-losità laddove pochi israeliti si interessavano ad esse, se non a livello nomi-nale e in ossequio ad aspetti puramente formali.

Questi coniugi rappresentano un esempio anche per noi oggi. Sforzia-moci di servire Dio fedelmente e di vivere all’altezza della luce che abbiamoricevuto, proprio come fecero loro.

Non avevano figli e, per gli Ebrei di quel tempo, l’assenza di prole rap-presentava in assoluto uno dei dolori più amari (I Samuele 1:10). Ma la gra-zia di Dio non esime nessuno dalle difficoltà. Non consideriamo la provacome un evento insolito e sgradito. Crediamo, piuttosto, che la mano sag-gia e perfetta di Dio sta misurando la nostra porzione di gloria, e che quan-do ci corregge ciò avviene per renderci “partecipi della sua santità” (Ebrei12:10). Se le sofferenze ci portano più vicini a Cristo, alla Bibbia e alla pre-ghiera, ci troviamo senz’altro di fronte a una benedizione.

Altra lettura consigliata: Ebrei 12:4-13

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Page 6: Il Tesoro dei Vangeli

2 GENNA IO

N O N P I Ù T I M O R E

“Zaccaria lo vide e fu turbato e preso da spavento” [LEGGERE LUCA 1:8-12]

D io annuncia la nascita di Giovanni il battista per mezzo di un an-gelo (v. 11). In nessun altro periodo incontriamo apparizioni an-

geliche come al tempo dell’incarnazione del Signore Gesù. Questo brano ciricorda che il Messia non era un angelo, ma il Signore, tanto degli angeli,quanto degli uomini.

C’è una cosa, inoltre, che non dobbiamo mai dimenticare: gli angeli nu-trono un profondo interesse per l’opera di Cristo e per la salvezza che Egliha provveduto. Essi cantarono somme lodi quando il Figlio di Dio scese asancire la pace con l’uomo mediante il proprio sangue, e si rallegrano ognivolta che un peccatore si ravvede. Si dilettano nel servire coloro che eredi-teranno la salvezza. Seguiamo il loro esempio, mentre siamo sulla terra, conlo stesso sentimento e condividendo le loro gioie.

L’apparizione di quell’angelo si impresse in modo vivido e duraturo nel-la mente di Zaccaria (v. 12). L’esperienza di questo giusto coincide conquella di altri santi che ebbero altrettante visioni gloriose (Esodo 3:6; Da-niele 10:7-9; Matteo 28:8; Apocalisse 1:17). Tutti tremarono ed ebberopaura. Come spieghiamo questo timore? Esso deriva dal nostro senso didebolezza, di colpa e di corruttibilità. Queste visioni, infatti, ci ricordano lanostra imperfezione e inadeguatezza nel presentarci al cospetto di Dio.Ma, allo stesso tempo, possiamo benedire il Signore della gloria, perché ab-biamo un potente Mediatore fra Dio e l’uomo, Cristo Gesù. Credendo inLui possiamo avvicinarci a Dio con fiducia e aspettare il giorno del giudiziosenza alcuna paura.

Altra lettura consigliata: Salmo 111

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3 GENNA IO

V E R A G R A N D E Z Z A

“… Perché sarà grande davanti al Signore …” [LEGGERE LUCA 1:13-17]

S e la risposta tarda a venire, ciò non significa che le preghiere sianostate respinte. Senza dubbio Zaccaria aveva pregato spesso per rice-

vere la benedizione di un figlio; il fatto che non fosse stato ancora esauditofaceva pensare che avesse pregato invano. Forse, alla sua età, aveva anchesmesso di presentare questa preghiera davanti a Dio, rinunciando alla spe-ranza di essere padre. Tuttavia, le prime parole pronunciate dall’angelo di-mostrano chiaramente che le preghiere di Zaccaria non erano state dimen-ticate (v. 13). Faremmo bene a ricordarci di questo, quando ci inginocchia-mo a pregare. Dobbiamo guardarci dal concludere frettolosamente che lenostre suppliche sono inutili. Non sta a noi decidere il tempo o il modo incui le nostre richieste saranno esaudite.

Il versetto 14, poi, c’insegna che nessun figlio arreca vera gioia ai suoi ge-nitori quanto quello su cui è posata la grazia di Dio. Essa è mille volte me-glio della bellezza, delle ricchezze o degli onori. Fin quando un ragazzo nonaccetta il Signore non possiamo sapere nulla del suo futuro.

I fanciulli non sono mai troppo piccoli per essere oggetto della grazia diDio (v. 15). Non c’è errore più grande di supporre che i bambini, per la lorotenera età, non siano in grado di ricevere l’opera dello Spirito Santo. Guar-diamoci dal limitare la potenza e la compassione di Dio. A Lui nulla è im-possibile.

La vera grandezza può ricevere poco onore in questa vita, ma ciò checonta è esserlo “davanti al Signore” (v. 15). Il concetto umano di grandezzaè del tutto falso e ingannevole. Principi e regnanti, conquistatori e statisti,filosofi e artisti sono quelli che il mondo reputa “grandi”. Ma tale grandezzanon ha corso tra gli angeli di Dio, che valutano “grandi” soltanto chi com-pie cose eccelse per il Signore.

Altra lettura consigliata: Salmo 40:1-10

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Page 8: Il Tesoro dei Vangeli

4 GENNA IO

C R E D E N T I I N C R E D U L I

“… non hai creduto alle mie parole che si adempiranno a loro tempo” [LEGGERE LUCA 1:18-25]

C i troviamo di fronte a un paradosso evidente: l’incredulità del cre-dente. Per quanto Zaccaria fosse giusto e santo, l’annuncio del-

l’angelo gli apparve incredibile (v. 18).Un ebreo ben istruito, quale era Zaccaria, non avrebbe dovuto sollevare

questa domanda. Senza dubbio egli conosceva bene l’Antico Testamento;avrebbe quindi dovuto ricordare le nascite eccezionali ivi narrate (Genesi18:11-14; 21:1-3; Giudici 13:2, 3; I Samuele 1:5-20) e sapere che quantoDio aveva compiuto in passato poteva farlo ancora. Ma Zaccaria dimenticòtutto questo. Egli assecondò le argomentazioni della ragione e del buonsenso. Come spesso accade nell’approccio alle realtà spirituali, dove inizia ilragionamento cessa la fede.

I dubbi e le domande di Zaccaria gli procurarono una punizione severa,strettamente connessa alla condotta da lui assunta. La lingua che non erapronta a esprimere una lode fiduciosa divenne muta. Per almeno nove mesiZaccaria fu costretto al silenzio. Ogni giorno egli dovette ricordare di averoffeso Dio con la propria incredulità.

Pochi peccati sembrano irritare il Signore quanto quello dell’increduli-tà. Dubitare che Egli può compiere ogni cosa significa rinnegare la Sua on-nipotenza. Mettere in dubbio che Egli desidera adempiere qualcosa, quan-do l’ha promesso in modo indubitabile, equivale a smentire Dio.

Vegliamo e preghiamo quotidianamente per evitare questo peccato,che danneggia l’anima. L’incredulità deruba il credente della pace interiore,indebolisce le sue mani, concentra nubi sulle sue speranze. L’incredulità è lavera causa di migliaia di malattie spirituali. In tutto ciò che riguarda il per-dono dei nostri peccati, i doveri e le prove della vita, stabiliamo come scopodella nostra esistenza quello di confidare incondizionatamente in ogni pa-rola di Dio e di non abbassare mai la guardia di fronte all’incredulità.

Altra lettura consigliata: Ebrei 3:7-13

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5 GENNA IO

FAV O R I T I D A L L A G R A Z I A

“… Ti saluto, o favorita dalla grazia; il Signore è con te …” [LEGGERE LUCA 1:26-33]

I n questi versetti c’è l’annuncio dell’evento più bello che sia mai ac-caduto: l’incarnazione e la nascita del nostro Signore Gesù Cristo.

La prima venuta del Messia doveva essere una manifestazione di profondaumiliazione. Facciamo attenzione a non disprezzare la povertà negli altri ein noi stessi. La condizione di vita che Gesù scelse volontariamente deve es-sere sempre considerata con santa riverenza. La tendenza dei nostri giorni ainchinarsi davanti ai ricchi e a idolatrare il denaro deve essere scoraggiata erespinta. L’esempio del nostro Signore è una risposta esauriente alla logicadell’accumulo (II Corinzi 8:9).

Quale grande privilegio ebbe Maria! La Chiesa romana le tributa unonore di poco inferiore a quello dovuto al Figlio. È definita “concepita sen-za peccato” e additata come oggetto di adorazione; è invocata come inter-mediaria fra Dio e gli uomini e considerata non meno influente di Cristostesso. Tutto ciò non ha il minimo fondamento nella Scrittura. Ma è purvero che, mentre dichiariamo questo, dobbiamo con onestà ammettere chenessuna donna fu più onorata della madre di Gesù […].

Ma c’è un favore della grazia ben più grande, un rapporto con Cristoche è alla portata di tutti, una relazione molto più stretta di qualsiasi vinco-lo di sangue e carne, un legame che appartiene a tutti coloro che si ravvedo-no e che si aprono alla fede (Marco 3:35; Luca 11:28).

Il brano si chiude (vv. 32, 33) con una gloriosa presentazione del nostroSignore Gesù Cristo. Della Sua grandezza conosciamo già qualcosa: Egliha provveduto un’immensa salvezza, si è dimostrato un profeta maggioredi Mosè e un Sommo Sacerdote senza pari. Ma apparirà in tutta la Suagrandezza quando sarà confessato come Re.

Altra lettura consigliata: Matteo 12:46-50

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6 GENNA IO

F I D U C I A I N C O N D I Z I O N ATA

“… mi sia fatto secondo la tua parola …” [LEGGERE LUCA 1:34-38]

L ’angelo Gabriele parla del mistero dell’incarnazione di Cristo conriverenza e discrezione (v. 35). Faremmo bene a seguire il suo

esempio in tutte le riflessioni concernenti questo argomento, conducendo-ci con santa riverenza e astenendoci da inutili speculazioni. La Scrittura di-chiara la verità (Giovanni 1:14; Ebrei 10:5; 2:14; Galati 4:4) e qui dobbia-mo fermarci. In una fede che procede dal cielo possono esistere tracce di co-se umanamente incomprensibili. Ma esiste un principio autorevole permettere a tacere ogni possibile perplessità: “… nessuna parola di Dio rimar-rà inefficace” (v. 37). Assimilare con il cuore questa regola è di estrema im-portanza. Fra i molti antidoti a un approccio mentale, dubbioso e indaga-tore, pochi si riveleranno più utili di quello che abbiamo davanti a noi: unaconvinzione piena e senza riserve delle capacità di Dio. La fede riposa cal-ma e pacifica, quando poggia sul guanciale dell’onnipotenza divina.

Maria si distingue, inoltre, per un consenso pronto alla volontà di Dio(v. 38). In questa risposta c’è molta più grazia di quanto non appaia a primavista. Basta riflettere un attimo per rendersi conto che non era cosa da pocodiventare la madre di Gesù in un modo così insolito e misterioso. In unaprospettiva futura questa promessa portava con sé un grande onore, ma alpresente gravava come un macigno sull’onorabilità di Maria. Ella però nonpone altre domande. Non solleva obiezioni. Accetta l’onore che le è conces-so con tutti i pericoli e gli inconvenienti annessi.

Cerchiamo anche noi di manifestare uguale disponibilità ed agire conla stessa misura di fede.

Altra lettura consigliata: Matteo 26:36-42

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7 GENNA IO

C O M U N I O N E E F E D E

“… Beata è colei che ha creduto che quanto le è stato detto da parte del Signore avrà compimento”

[LEGGERE LUCA 1:39-45]

O sserviamo il beneficio che deriva dalla comunione tra credenti. Inquesto passo leggiamo della visita di Maria alla cugina Elisabetta.

Ci è raccontato in modo toccante come i cuori di queste donne fossero ral-legrati e i loro pensieri elevati da questo incontro.

Dovremmo sempre considerare la comunione con gli altri credenti co-me un prezioso dono di grazia. È una sosta rinfrescante lungo il camminoscambiare qualche esperienza con i nostri compagni di viaggio. Molti chetemono il Signore di fatto dimenticano di parlare l’uno con l’altro (Mala-chia 3:16). Cerchiamo innanzitutto la faccia di Dio ma, subito dopo, quel-la degli amici di Dio!

Elisabetta si rivolge a Maria come alla “madre del mio Signore”. Questaespressione racchiudeva, da una parte, l’annuncio della messianicità delbambino che stava per nascere (Salmo 110:1). Egli era il Cristo di Dio, e,dall’altra, l’onore che Elisabetta riservava a Maria. Guardiamoci dall’utiliz-zare con superficialità le nostre parole; anzi, usiamole sempre con riverenzanei confronti di Dio e dei nostri fratelli. Perciò non ci stupiamo che questadonna ammiri la fede di Maria (v. 45). Ella sapeva molto bene ciò che la fi-ducia nell’Eterno aveva reso possibile.

Che cos’è la storia degli uomini di Dio se non il racconto di persone chehanno conseguito una buona testimonianza unicamente a motivo della lo-ro fede? Sappiamo qualcosa di questa preziosa grazia? Promuoviamo “la fe-de degli eletti di Dio”? (Tito 1:1). Apprezziamola negli altri ma conoscia-mola per esperienza. È mille volte meglio essere ricco di fede che di denaro.L’oro non avrà alcun valore nel mondo invisibile verso il quale ci siamo in-camminati. La fede sarà l’unica valuta che avrà corso in quella Città, al co-spetto di Dio Padre e di tutte le creature celesti.

Altra lettura consigliata: Ebrei 11:1-6

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Le meditazioni presenti in questo libroaccompagnano la lettura di diverse parti

dei Vangeli sinottici (Matteo, Marco eLuca), unitamente ad un ulteriore branodella Scrittura cui fa riferimento il tema

trattato. Da questi l’autore, come unsaggio Scriba dal proprio tesoro, ne trae

insegnamenti di particolare valoreporgendoli al lettore come delle gemme

preziose, utili ad arricchirlospiritualmente e ad abbellire la sua vita

cristiana con pensieri di un pregio del tutto raro. Interpretando il pensiero

del Ryle, questo scritto, ampiamenterielaborato rispetto all’originale, vuole

rivolgersi alle famiglie e al singolocredente, essere strumento di profondariflessione e studio della Parola di Dioaffinché si possa scorgere chiaramente

il Signore Gesù Cristo vivente, il Salvatore, il Medico Perfetto e l’amico

che ama in ogni tempo.

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