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Le acque marine pullulano di una enorme quantità e varietà di piccoli organismi animali, vegetali e di batteri. L'insieme di questi organismi, incapaci di spostamenti autonomi e soggetti alle bizzarrie delle correnti, rappresenta l'anello più delicato della catena alimentare marina. Alimento di invertebrati, pesci e cetacei, il plancton potrebbe rappresentare, per l'uomo, un'ottima alternativa alle sempre più esigue riserve alimentari terrestri (dal greco planctòn, vagabondo)

Il plancton

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Page 1: Il plancton

Le acque marine pullulano di una enorme quantità e varietà di piccoli organismi animali, vegetali e di batteri.

L'insieme di questi organismi, incapaci di spostamenti autonomi e soggetti alle bizzarrie delle correnti,

rappresenta l'anello più delicato della catena alimentare marina. Alimento di invertebrati, pesci e cetacei, il

plancton potrebbe rappresentare, per l'uomo, un'ottima alternativa alle sempre più esigue riserve alimentari

terrestri

(dal greco planctòn, vagabondo)

Page 2: Il plancton

Gli organismi planctonici vivono soprattutto nella zona eufotica ma devono lottare costantemente contro l’affondamento

Page 3: Il plancton

alcuni di loro sono in grado di modificare la loro posizione nel piano verticale che permette di scegliere il tipo di ambiente più idoneo alla

sopravvivenza.

Dimensione degli organismi planctonici0,2-2,0 m megaplancton (grandi meduse,

pesci*)

2- 20 cm macroplancton (alcuni gamberi, pesci)

0,2- 20 mm mesoplancton (copepodi)

20- 200 m microplancton (protozoi)

2-20 m nanoplancton (flagellati autotrofi)

< 2 m picoplancton (batteri)

* Gli esempi forniti spesso si sovrappongono alle categorie adiacenti

Page 4: Il plancton

Molti animali possono presentare degli stadi planctonici nella prima parte della loro vita e successivamente sviluppare la capacità di

spostarsi autonomamente nell’ambiente marino (necton) o lungo il fondale

(benthos).

olopelagici trascorrono tutta la loro vita nelle zone pelagiche

dell’oceano aperto,

meropelagici trascorrono i primi

stadi della loro vita trasportati

passivamente dalle correnti, e

successivamente sviluppare la capacità

di spostarsi autonomamente

nell’ambiente marino (necton) o lungo il fondale (benthos).

Page 5: Il plancton

I biologi marini usano suddividere il plancton in:

batteri,

fitoplancton,

zooplancton

Page 6: Il plancton

Adattamenti alla vita planctonica

Strategie di galleggiamento

Gli organismi planctonici hanno la capacità di

rimanere in sospensione nell’acqua grazie a

particolari adattamenti che ne diminuiscono

il peso specifico.

Page 7: Il plancton

Strategie adattative del plankton: galleggiamento

Dimensione

Page 8: Il plancton

diminuzione della densità del corpo

Densità dell’acqua di mare: 1,021-1,029 g/cm3

Densità citoplasmatica: 1,03-1,1 g/cm3

Densità pareti cellulari coccolitoforidi (placche calcite o aragonite): 2,70-2,90 g/cm3

Densità pareti cellulari diatomee: 2,60 g/cm3

Page 9: Il plancton

A- variazione della composizione chimica degli ioni nel fluidi

corporei

Mg2+ e SO42- Cl- e NH4

+

Noctiluca scintillans alcune salpe ctenofori….totani e calamari

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B-secrezione di gas

Physalia (caravella portoghese)

Page 11: Il plancton

Nel plancton, la mortalità delle uova prodotte può arrivare al 99 %. In Olanda, sono state stimate perdite del 14 % per ciclo di marea di larve di ostriche. Dei tre milioni di uova prodotte dal bivalve Mya arenaria solamente lo 0,001 % arriva all’insediamento (che significa circa 30 animali!).

La mortalità è dovuta a:

predazione

perdite nella colonna d’acqua

carenza di nutrimento,

malattie.

Le specie planctoniche devono quindi evitare di essere predati, oltre che all’assicurarsi cibo sufficiente.

Page 12: Il plancton

Deterrenti meccanici: sviluppo di spine del corpo e armature in molte specie zooplanctoniche aumentano le difficoltà di cattura e ingestione da parte dei predatori (oltre che risolvere il problema del galleggiamento, rallentando la velocità di affondamento).

Es: molti crostacei

larve zoea e megalopa di crostacei

larve nauplius e cypris di cirripedi;

larva fillosoma di aragosta

Page 13: Il plancton

larva zoealarve megalopa di crostacei

Page 14: Il plancton

Trasparenza:

meduse, ctenofori, chetognati e altri gruppi sono difficili da avvistare in mare.

Es: La larva fillosoma delle aragoste: è talmente trasparente che essa è molto difficile da individuare in un campione anche dopo averla catturata.

larva fillosoma di aragosta

Page 15: Il plancton

la trasparenza è dovuta all’elevato contenuto di acqua nei tessuti, questo fa si

che il peso specifico degli organismi sia molto vicino a quello dell’acqua di mare

consentendo un minimo dispendio di energia per rimanere in sospensione e nel

contempo essere pressoché invisibili ai predatori.

Page 16: Il plancton

Fuga: i potenziali predatori possono essere rilevati dalle cellule nervose associate con le antennule, come nei copepodi.

La velocità di un copepode che fugge da un predatore poi è impressionante. Confrontando la velocità di un jet da guerra, della lunghezza di 17 m che vola a circa 597 m al secondo, con un rapporto lunghezza del corpo / secondo pari a 34,95, un piccolo copepode lungo circa 1 mm può viaggiare a circa 300 mm al secondo o 0,3 m al secondo, che corrisponde ad un rapporto lunghezza del corpo / secondo pari a 300 !

Page 17: Il plancton

I batteri costituiscono un elemento essenziale nella catena alimentare marina.

duplice funzione:

decompongono la materia organica morta convertendola in sostanze nutritive destinate agli organismi vegetali;

costituiscono una notevole fonte di cibo per molti animali marini, dai protozoi ai membri più elevati nella catena alimentare.

Page 18: Il plancton

Cianobatteri (batterioplancton)

Sono molto piccoli (generalmente meno di 1 micron di diametro)sono autotrofisono gli organismi più abbondanti nell’oceanoSolo alcuni di loro sono capaci di fissare l’azoto atmosfericopossono essere liberi o adesi alla superficie o ad altri organismifurono i primi organismi fotosintetici del pianeta

Page 19: Il plancton

Nelle acque marine occasionalmente sono presenti colibatteri, a causa dei

rifiuti rovesciati in mare dalle acque di scolo urbane

La concentrazione di questi batteri dannosi può arrivare ad impedire la

balneazione e la consumazione sia di pesci che di frutti di mare.

Page 20: Il plancton

I vegetali planctonici sono sprovvisti di efficienti mezzi di locomozione e

tenderebbero quindi a sedimentare lentamente verso il fondo. Per

contrastare l'effetto della gravità e rimanere nella zona eufotica gli

organismi fitoplanctonici dispongono di strutture che riducono il loro peso

specifico e favoriscano il loro galleggiamento. Questo risultato è

ottenuto con la produzione di guaine gelatinose o con l'accumulo di acqua, di gas o di goccioline di grasso dentro alla

cellula.

Page 21: Il plancton

Il fitoplancton è costituito prevalentemente da alghe unicellulari microscopiche, con la sola eccezione di Sargassum bucciferum, alga pluricellulare dalle notevoli dimensioni (raggiunge parecchi decimetri di lunghezza) che si incontra in abbondanza in quella zona dell'Atlantico centrale chiamata appunto Mar dei Sargassi. Nel Mediterraneo il fitoplancton è costituito prevalentemente, almeno in alcuni periodi dell'anno, dalle Diatomee.

Page 22: Il plancton

Sargassum bucciferum, contiene le aerocisti, ovvero cellule piene di gas che permettono il galleggiamento delle fronde ed evitano che queste si spezzino.(raggiunge parecchi decimetri di lunghezza). Si incontra in abbondanza in quella zona dell'Atlantico centrale chiamata appunto Mar dei Sargassi.

Alghe brune

Page 23: Il plancton

Diatomee

Dinoflagellati

Immagini tratte da Cerrano, Ponti, Silvestri, 1999: Guida alla Biologia Marina del Mediterraneo.

Esempi di Fitoplancton

Page 24: Il plancton

Diatomee

-Hanno frustolo siliceo (dimensioni da 2 micron a 1mm, quando formano catene)-costituiscono il 45% dei tutto il fitoplancton-sono ubiquitarie ma sono molto abbondanti nelle acque fredde e ricche di nutrienti-formano spesso colonie per evitare di affondare-per lo stesso motivo possono produrre sostanze oleose con cui si ricoprono-i loro scheletri hanno creato enormi depositi di sedimenti silicei

Page 25: Il plancton

Il guscio siliceo delle diatomee, dopo la morte dell’organismo, può cadere e depositarsi sui fondali

marini originando, soprattutto nei mari più freddi, degli accumuli silicei noti con il termine di “farina fossile” (o diatomiti) e che può essere utilizzata industrialmente

(per esempio, il così detto “Tripoli” della Sicilia).

le diatomiti vengono usate come materiale inerte nella produzione di dinamite e come sostanza filtrante; per la

durezza e le esigue dimensioni degli elementi silicei che le compongono sono anche utilizzate come abrasivi

Page 26: Il plancton

Dinoflagellati

-Costituiscono la seconda classe di fitotplancton più abbondante, con dimensioni che superano i 2 mm-possono muoversi per mezzo di un flagello in cerca di nutrienti-preferiscono le acque calde e non richiedono grandi quantità di nutrenti-generalmente la loro fioritura avviene dopo quella delle diatomee (estate o autunno)-alcuni presentano il fenomeno della bioluminescenza-il 50% sono eterotrofi (assorbono sostanze organiche) alcune sono parassiti-alcune specie costiere possono produrre una fioritura dannosa conosciuta come marea rossa-il colore rosso marrone è dovuto a pigmenti come carotene e xantofille

Page 27: Il plancton

sono protetti da una robusta membrana di cellulosa e presentano due solchi, uno trasversale detto “anulus”, l’altro longitudinale detto “sulculus”, nei quali sono situati due flagelli.

non sono importanti come fonte di cibo, al contrario delle diatomee. Infatti non tutti gli organismi sono in grado di digerire i loro gusci di cellulosa, o di affrontare le lunghe spine di cui spesso il guscio è ornamentato.

Alcuni generi, quando presenti in concentrazioni elevate (almeno 300.000-500.000 individui per litro d’acqua) provocano delle colorazioni bruno-rossastre in molte acque tropicali (maree rosse), e allo stesso tempo liberano delle sostanze tossiche che possono rappresentare un serio pericolo per tutte le forme di vita marine e per tutti gli animali che si cibano di queste, uccelli e uomo compresi.

Page 28: Il plancton

Pyrocystis fusiformis(remarquez les scintillons)

Noctiluca scintillans

Tra i dinoflagellati più importanti abbiamo il genere Ceratium (C. hirundinella, Ceratium furca, questi ultimi due presenti nelle

nostre acque, etc.), il genere Gymnodinium (G. paulensi, presente nel Mediterraneo) ed il genere Peridinium (es. la specie

nostrana P. brochi), ed il genere Gonyaulax,

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Noctiluca scintillans

N. scintillans è un dinoflagellato planctonico eterotrofo, le cui dimensioni possono arrivare a 1 mm di diametro, è una specie dominante durante l’estate nei mari temperati di tutto il mondo, predatore sia di fitoplancton che di zooplancton (ad esempio Copepodi e uova di pesci). Forma dei blooms sottoforma di “maree rosse”, svolge il suo ciclo vitale a livello della superficie ed è in grado di emettere bioluminescenza nelle ore di buio, da cui la terminologia di “mare in amore” utilizzata per definire le sue sciamature. Queste fioriture sono favorite da alte concentrazioni di nutrienti (fosfati e nitrati) essendo correlati positivamente con l’aumento di tali sostanze. Sono invece correlati negativamente con le concentrazioni di clorofilla “a” ed ossigeno disciolto; ciò indica che questa specie è in grado di operare un grazing efficiente sul fitoplancton, limitandone l’abbondanza

marea rossa” in Alto Adriatico