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Maggio 2009 Anno VIII, Numero 5 Liceo Scientifico, Classico, Scienze della Formazione “G. De Rogatis”; San Nicandro G. (FG) Ancora pochi giorni e finirà anche quest’anno scolastico. Per fortu- na o purtroppo, però, questo è anche l’ultimo anno per me che sono in quinta. È strano e anche un po’ triste trovarmi a scrivere una sorta di necrologio della mia esperienza ne “Il Liceale”, ma non potevo non dirgli grazie per tutto quello che ho imparato fa- cendo parte della sua redazione! Sembra che parli di una persona, ma in effetti mi ci sono affeziona- ta come se lo fosse. E credo di parlare a nome di tutti quelli che, come me, sono alla fine della lo- ro esperienza da redattori e han- no lavorato duro per tenere in vita “Il Liceale” cercando di mi- gliorarlo sempre di più. Ricordo ancora quando, alla mia prima assemblea d’istituto, ho ricevuto una copia del “giornalino della scuola”: in prima pagina l’articolo di Luca Stigliani che an- nunciava con gioia che “Il Licea- le” era ancora vivo e che poteva- mo scrivere articoli su qualsiasi argomento ci interessasse. Final- mente qualcosa che ci permet- tesse di esprimerci senza fil- tri…nei limiti del decente e del legale, naturalmente! Sin da allora ho desiderato di far parte della redazione e, al terzo anno, io e una dozzina di altri aspiranti giornalisti abbiamo fon- dato – dopo quella capeggiata da Michele Torella e quella di Luca Stigliani – la Redazione della ter- za generazione! In questi tre anni ho avuto l’op- portunità di esprimermi, assecon- dando la mia passione per la scrittura e scoprendo di avere anche una grande passione per la grafica. “Il Liceale” è stata l’- occasione per conoscere nuove persone, con gli stessi interessi, con la stessa voglia di imparare e con lo stesso entusiasmo. Certo, mettendo da parte i senti- mentalismi, le liti ci sono state e non sono state neanche poche, ma credo che anch’esse siano servite in qualche modo a farci maturare. Come si dice, tutto fa brodo! Come dimenticare le prime riu- nioni a scuola, le nottate al com- puter per scrivere gli articoli e finire in tempo l’impaginazione, le riunioni esilaranti scrivendo la Crazy Page, le frasi storiche sul The Wall, le interviste ai prof, giornate intere a elemosinare un pennarello per scrivere gli avvisi in bacheca, Anna che sbuca o- vunque per fare i suoi sondaggi, Emanuela e Chiara sempre in giro a…sempre in giro. …i pellegrinaggi all’ufficio del presi- de, le lotte per far stampare de- centemente il giornale - non ci riprenderemo mai dallo shock de “Il Liceale pocket”! Ma soprattut- to non dimenticheremo mai la soddisfazione che abbiamo pro- vato nell’essere riusciti a realiz- zare un progetto così importante per noi studenti. Ma non voglio raccontare le no- stre esperienze per esaltarci o roba simile. Il nostro è, come sempre, un appello a chi resta, a chi dovrà prendere le redini e avrà la possibilità di tenere in vita il giornale o determinare la sua fine. Noi maturandi riponiamo le nostre speranze nei redattori più giovani, fiduciosi delle loro capa- cità. Daria, Francesca, Alessan- dro, mi raccomando, non ci delu- dete! In questo nostro ultimo “Liceale” da redattori abbiamo voluto met- terci tutto, le nostre esperienze, le nostre storie e, io e Maria Lucia, ci siamo tolte anche lo sfizio di fare un’intervista doppia “preside vs vicepreside”! Spero che leggendo questo arti- colo possiate apprezzare di più “Il Liceale” che spesso è stato visto semplicemente come carta strac- cia e che per me è stato, probabil- mente, l’esperienza più significati- va dell’essere liceale. Vorrei ringraziare Federica Pal- mieri, compagna di avventure più di ogni altro e Michele Coco, ma- gnifico collega rappresentante. Grazie a Grazia Iannacone, Maria Lucia Colino, Chiara Di Lella, E- manuela Stoduto, Anna Vigilante, Pasquale Tenace, Vincenzo Mim- mo. Un saluto a Domenico Ma- scolo, Vincenzo Limosani, Angelo Sticozzi, Alfonso Ruberto e tutti quelli che hanno fatto parte della scorsa redazione. Grazie a tutti quelli che hanno lavorato a “Il Li- ceale”. E soprattutto grazie a voi studenti che ci avete scritto e lo avete let- to. Grazie. Grazie di tutto. Valeria Bizzarri 5 a C GRAZIE…

Il Liceale Maggio 2009

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Anno VIII n5

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Page 1: Il Liceale Maggio 2009

Magg io 2009

Anno V I I I , Numero 5

Liceo Scientifico, Classico, Scienze della Formazione “G. De Rogatis”; San Nicandro G. (FG)

Ancora pochi giorni e finirà anche quest’anno scolastico. Per fortu-na o purtroppo, però, questo è anche l’ultimo anno per me che sono in quinta. È strano e anche un po’ triste trovarmi a scrivere una sorta di necrologio della mia esperienza ne “Il Liceale”, ma non potevo non dirgli grazie per tutto quello che ho imparato fa-cendo parte della sua redazione! Sembra che parli di una persona, ma in effetti mi ci sono affeziona-ta come se lo fosse. E credo di parlare a nome di tutti quelli che, come me, sono alla fine della lo-ro esperienza da redattori e han-no lavorato duro per tenere in vita “Il Liceale” cercando di mi-gliorarlo sempre di più. Ricordo ancora quando, alla mia prima assemblea d’istituto, ho ricevuto una copia del “giornalino della scuola”: in prima pagina l’articolo di Luca Stigliani che an-nunciava con gioia che “Il Licea-le” era ancora vivo e che poteva-mo scrivere articoli su qualsiasi argomento ci interessasse. Final-mente qualcosa che ci permet-tesse di esprimerci senza fil-tri…nei limiti del decente e del legale, naturalmente! ☺ Sin da allora ho desiderato di far parte della redazione e, al terzo anno, io e una dozzina di altri aspiranti giornalisti abbiamo fon-dato – dopo quella capeggiata da Michele Torella e quella di Luca Stigliani – la Redazione della ter-za generazione! In questi tre anni ho avuto l’op-portunità di esprimermi, assecon-

dando la mia passione per la scrittura e scoprendo di avere anche una grande passione per la grafica. “Il Liceale” è stata l’-occasione per conoscere nuove persone, con gli stessi interessi, con la stessa voglia di imparare e con lo stesso entusiasmo. Certo, mettendo da parte i senti-mentalismi, le liti ci sono state e non sono state neanche poche, ma credo che anch’esse siano servite in qualche modo a farci maturare. Come si dice, tutto fa brodo! Come dimenticare le prime riu-nioni a scuola, le nottate al com-puter per scrivere gli articoli e finire in tempo l’impaginazione, le riunioni esilaranti scrivendo la Crazy Page, le frasi storiche sul The Wall, le interviste ai prof, giornate intere a elemosinare un pennarello per scrivere gli avvisi in bacheca, Anna che sbuca o-vunque per fare i suoi sondaggi, Emanuela e Chiara sempre in giro a…sempre in giro. ☺ …i pellegrinaggi all’ufficio del presi-de, le lotte per far stampare de-centemente il giornale - non ci riprenderemo mai dallo shock de “Il Liceale pocket”! Ma soprattut-to non dimenticheremo mai la soddisfazione che abbiamo pro-vato nell’essere riusciti a realiz-zare un progetto così importante per noi studenti. Ma non voglio raccontare le no-stre esperienze per esaltarci o roba simile. Il nostro è, come sempre, un appello a chi resta, a chi dovrà prendere le redini e

avrà la possibilità di tenere in vita il giornale o determinare la sua fine. Noi maturandi riponiamo le nostre speranze nei redattori più giovani, fiduciosi delle loro capa-cità. Daria, Francesca, Alessan-dro, mi raccomando, non ci delu-dete! In questo nostro ultimo “Liceale” da redattori abbiamo voluto met-terci tutto, le nostre esperienze, le nostre storie e, io e Maria Lucia, ci siamo tolte anche lo sfizio di fare un’intervista doppia “preside vs vicepreside”! Spero che leggendo questo arti-colo possiate apprezzare di più “Il Liceale” che spesso è stato visto semplicemente come carta strac-cia e che per me è stato, probabil-mente, l’esperienza più significati-va dell’essere liceale. Vorrei ringraziare Federica Pal-mieri, compagna di avventure più di ogni altro e Michele Coco, ma-gnifico collega rappresentante. Grazie a Grazia Iannacone, Maria Lucia Colino, Chiara Di Lella, E-manuela Stoduto, Anna Vigilante, Pasquale Tenace, Vincenzo Mim-mo. Un saluto a Domenico Ma-scolo, Vincenzo Limosani, Angelo Sticozzi, Alfonso Ruberto e tutti quelli che hanno fatto parte della scorsa redazione. Grazie a tutti quelli che hanno lavorato a “Il Li-ceale”. E soprattutto grazie a voi studenti che ci avete scritto e lo avete let-to. Grazie. Grazie di tutto.

Valeria Bizzarri 5a C

GRAZIE…

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Anche quest’anno è finito, e come ogni anno si sono con-clusi , o quasi, tutti i tornei a cui il nostro liceo ha partecipa-to quest’anno. Vediamo da vi-cino com’è andata: LA SQUADRA FEMMINILE DI PALLAVOLO formata da Nun-zia Conte (V^AG), Lucia Fato-ne (V^AG), Benedetta Mascolo (V^AG), Giorgia De Rogatis (IV^AG), Camilla Mastrosimo-ne (IV^AG), Chiara Viggiani (II^B), Grazia Gualano (II^B), Maria Chiara Facchino (I^B), Anna Maria Gramone (I^P), ha fatto il 1° posto nella fase inter-distrettuale dopo aver battuto l’Istituto Magistrale Immacolata di San Giovanni Rotondo, l’I.T.C. Fraccacreta di San Se-vero, il liceo classico Tondi di San Severo e il liceo scientifi-co Giannoni di San Marco, e, passata nella fase provincia-le,si è piazzata al 4° posto do-po aver perso contro il Manfre-donia. LA SQUADRA MASCHILE DI PALLAVOLO formata da Nico-la Marrocchella (V^AG), Mi-chele Facchino (II^A), Marco Gaeta (II^A), Marco Gualano (II^C), Alessandro Caruso (II^C), Doni Iannone (I^A), Na-zario Foschi (I^B), Luigi Asciuti (I^B), Luca Di Tullio (I^C), ha fatto il 1° posto nella fase inter-distrettuale, dopo aver battuto l’Istituto Magistrale Immacolata di San Giovanni Rotondo, il liceo scientifico Roncalli di Manfredonia, il Giannone e l’I.T.I.S. Di Maggio di San Gio-vanni Rotondo, e, passata alla fase provinciale, ha perso per pochissimi punti contro il San Giovanni, qualificandosi al 2° posto. LA SQUADRA DI CALCIO A 5

formata da Michele Giovandit-to (II^C), Marco Gualano (II^C), Enzo Marrocchella (I^C), Marco Gaeta (II^A), Giu-seppe Morsilli (II^A), Domeni-co Vicedomini (II^A), Michele Mastrolorito (II^A), dopo aver battuto l’I.T.C. Amaduzzi, l’I.T.C. Fraccacreta, l’I.T.I.S. Minuziano e il Giannone, si sono piazzati al 3° posto nella fase provinciale dopo aver per-so contro il Cerignola. LA SQUADRA DI NUOTO, qui si che i ragazzi si sono fatti va-lere: infatti la quadra femminile allievi formata da Daria Bucci (V^AG), Sonia De Pasquale (II^C), Francesca De Luca (IV^AG), Grazia Gualano (2^B), si è piazzata al 1° posto nella staffetta e tutte al 1° po-sto nelle gare individuali; la squadra maschile allievi, for-mata da Leonardo Iannacone (2^B), Michele Grifa (2^B), Do-ni Iannone (1^A), Emanuele Vocale (3^B), si è piazzata al 2° posto nella staffetta e tutti i ragazzi si sono classificati tra il 1° e il 3° posto nelle gare indi-viduali; la squadra maschile juniores, formata da Antonio Caruso (3^C), Fabiano Del Cocchio (3^B), Pasquale Te-nace (5^C), non ha fatto la staffetta ma i ragazzi si sono piazzati tutti al 1° posto; infine Grazia Pia D’Avolio, rappre-sentante nella categoria fem-minile juniores, si è piazzata al 2° posto. CORSA CAMPESTRE: la gara si è tenuta a Trinitapoli presso il Parco Naturale Cittadino l’1-1-12-2008 e hanno gareggiato per il nostro liceo Dario D’An-tuono (1^C), Luca Di Tullio (1^C), Nazario Foschi (1^B), i quali nonostante un brutta

giornata di pioggia hanno fatto una bellissima figura, piazzan-dosi in posizioni molto soddi-sfacenti. Inoltre il 27-05-2009 presso il Lido Aurora, Lungo Mare del Sole, località Siponto, si terrà la fase provinciale di Beach ‘nd School. Per il nostro liceo gareggeranno nella categoria degli allievi due squadre, una formata da Marco Gaeta (II^A) e Nicola Marrocchella (V^AG), e l’altra da Luca Di Tullio (I^C) e Alessandro Caruso (II^C); nella categoria delle allieve Chiara Viggiani (II^B) e Grazia Gualano (II^B); nella categoria juniores maschile Antonio Campagna (IV^C) e Pasquale Tenace (V^C); nella categoria juniores femminile Grazia Pia D’Avolio (III^C) e Angela Rus-so (IV^P). Beh che dire? I nostri compa-gni si sono dati davvero da fa-re ma chi non vuole il ritorno di Vincenzo Tiscia, Domenico Veneziani (U’ Tubettin’) e Luca La Roia (Sucon’)?? Comunque anche i ragazzi di quest’anno non sono da meno ed è inutile dire che tutti gli atleti, guidati dal mitico coach Fini, sono riu-sciti ad ottenere questi risultati grazie a duri e frequenti alle-namenti. Infine un grazie particolare va al nostro preside, Antonio Scalzi, che ci permette di par-tecipare a tutte queste attività e ai grandi coach, Fini e Ciac-cia; inoltre, ragazzi, vi faccia-mo un enorme in bocca al lupo per il prossimo anno!

Francesca Pacilli

V AG

ANCORA OTTIMI RISULTATI PER IL LICEO DE ROGATIS

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È COLPA DEL TERREMOTO??? NO!!! Ora voi penserete… “oh no che p***e!!! Ancora del terremoto in A-bruzzo si parla. Basta… è un mese …” e cose del genere. A me per pri-ma non va assolutamente di parlar-ne… la maggior parte di voi ha visto in televisione immagini terribili, ma vi posso assicurare che ciò che io ho visto, e provato, è peggio. Non voglio parlare del fatto in sé, ma porgere a voi tutti una domanda: come è possi-bile che nel 2009 per un terremoto, solo per un terremoto, sono morte più di 300 persone, tra cui molti gio-vani e bambini? Voi direte che il ter-remoto è stato forte, ma io vi dico che in alcune zone delle terra, come ad esempio il Giappone, ogni giorno ci sono terremoti più forti. Eppure là non muoiono 300 persone al giorno. Come facciamo noi uomini, che ci reputiamo così intelligenti, ad essere messi praticamente in ginocchio da un fenomeno naturale che conoscia-mo bene. Attenzione, io penso che la natura sia molto più forte dell’uomo e che ci sono dei limiti che noi non pos-siamo superare, ma da ciò a non prendere precauzioni... Quello che

più mi fa rabbia è che noi sappiamo benissimo che tutta l’Italia è una zona altamente sismica, ma allora perché non usare le precauzioni adatte??? Per me non è assolutamente accetta-bile che in una città famosa e impor-tante come L’Aquila crolli lo studenta-to e soprattutto l’ospedale, che i primi edifici a crollare sono proprio quelli pubblici , che invece dovrebbero es-sere quelli più sicuri!!! Non è possibi-le che crolli una scuola,un’università o un ufficio frequentati da bambini, ragazzi e tantissime persone ogni giorno. E poi di fronte a questi eventi ti chiedi: con chi me la devo prende-re? Io so perfettamente con chi me la devo prendere. Io ce l’ho con tutte quelle persone che hanno costruito palazzi con materiali scadenti, che non si sono preoccupati di seguire perfettamente le norme antisismiche. C’è l’ho con coloro che dovrebbero essere l’addetti ai “controlli”invece hanno controllato solo se i loro porta-fogli erano pieni. C’è l’ho con lo stato e con i politici che sprecano milioni, i nostri milioni, per le loro campagne,

per cose inutili e per continuare a rubare ancora più soldi e non si pre-occupano della nostra sicurezza o se domani,quando si sveglieran-no,avranno ancora un popolo da fre-gare. C’è l’ho con coloro che non pensano alle conseguenze delle loro azioni, a coloro che se ne fregano perché tanto non è capitato a loro. C’è l’ho con tutti gli ipocriti che si so-no arricchiti risparmiando sull’edilizia, con chi gestiva la casa dello studen-te, vale a dire una vecchia palazzina degli anni sessanta già malandata, dove sono morti tantissimi ragazzi il cui unico sbaglio è stato quello di voler studiare, che poi hanno stretto le mani dei famigliari consolandoli per la grave perdita. Dovevano esserci loro sotto le macerie!!! Tutti i morti sono stati assassinati da queste persone, non dal terremoto. E io mi chiedo perché ogni volta dob-biamo aspettare che muoia qualcuno per accorgerci che le cose non sono state fatte come dovrebbero, per po-ter migliorare qualcosa…

Si sa, ormai ci sono molte cose che non vanno nella società al giorno d’oggi e ci sono molte cose che non vanno anche tra i giovani. Se doves-simo contarle e appuntarle tutte pen-so che un libro non basterebbe. Spesso però accade (anche a me è accaduto) di tollerarle del tutto, di considerarle quasi “normali”. Molti di voi adesso si chiederanno dove vo-glio andare a parare. Ve lo dico subi-to. Avete presente il sabato sera, giorno ormai considerato sacro da noi giovani in cui finalmente è possi-bile avere un po’ di sano riposo dopo una pesante settimana di studio e in cui è possibile avere un po’ di sano divertimento con gli amici? Bhè mi sono accorto che con il passar del tempo stiamo rimanendo davvero in pochi a pensarla così. Sempre per più ragazzi e ragazze della nostra età sabato è diventato unicamente sino-nimo di alcol e droga a volontà. Par-landone con amici ma anche con persone più grandi di me ho quasi sempre ricevuto una risposta che mai avrei voluto ricevere: “Embè? Ormai questa è la normalità, noi non possia-

mo farci niente ma poi, alla fine, che ci frega..fatti loro”. Io personalmente sono rimasto sbalordito anche se quella è la verità, dura ma è la verità. Però stranamente la nostra opinione improvvisamente cambia quando ci andiamo di mezzo noi stessi. La no-stra opinione cambia quando venia-mo investiti da un autista ubriaco o sotto gli effetti di droghe, la nostra opinione cambia quando finiamo in mezzo ad una lite scoppiata tra gente totalmente fuori di sé anche non cen-trando nulla, la nostra opinione cam-bia quando ci troviamo di fronte a situazioni a cui siamo estranei e in cui nessuno vorrebbe mai trovarsi immischiato. Ormai si gira per strada con bottiglie di alcolici e super alcolici come se si girasse con bottiglie d’ac-qua o di bibite, si fumano canne co-me se si fumassero sigarette e così via. A questo punto mi viene sponta-neo pormi delle domande: dove sono le autorità che dovrebbero vigilare sulla vendita degli alcolici ai minoren-ni nei bar? Dove sono le autorità che dovrebbero vigilare e impedire lo spaccio e l’abuso di sostanze stupe-

facenti? Dove sono le autorità che dovrebbero assicurare l’ordine pub-blico e la sicurezza nella città? Al momento per me queste domande sono ancora insolute, prive di una risposta. Adesso comincio a capire perché i genitori prima di far uscire i propri figli per strada ci pensano due, tre quattro volte. Adesso capisco per-ché sempre più persone preferiscono andare a vivere altrove e far crescere i propri figli in un ambiente più “civile” e “normale”. Ma soprattutto mi chie-do: come si fa a pretendere che qual-cosa possa cambiare se i primi a fot-tersene altamente sono gli ammini-stratori, quelli che hanno il dovere di assicurarci sicurezza? Assurdo. Con quello che ho scritto in questo artico-lo non voglio assolutamente fare il moralista perché, alla fine, ognuno è libero di far quello che gli pare ma senza limitare la mia, la nostra liber-tà. Una volta qualcuno disse “la no-stra libertà finisce quando inizia quel-la degli altri” ma ormai questo non ha più importanza. Mi chiedo se si possa ancora cadere più in basso.

Alessandro Placentino, II B

SI PUÒ ANDARE ANCORA PIÙ A FONDO?

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2 aprile.I ragazzi di quinta sono final-mente pronti a partire per Barcellona. Felici trascinano i loro bagagli con i sorrisi stampati in volto e gli occhi brillanti. Dopo gli ultimi abbracci e le tradizionali raccomandazioni, accom-pagnati dal nostro preside e dalla prof. Di Giglio, salutiamo Sannican-dro. Stringiamo amicizia con Cagna-no nel pullman, dove domina un’ at-mosfera di grande euforia, soprattutto grazie alle chitarre di Petronio e Trombetta, che hanno accompagnato con dolci melodie ogni istante del viaggio. Arrivo a Civitavecchia, e fi-nalmente tutti a bordo della Grimaldi Lines! Godiamo, così, di questa bre-ve crocera, svolazzando da una cabi-na all’altra, perlustrando i piani della nave, girando assiduamente per il piano bar, la discoteca e facendo amicizia con altri ragazzi. All’andata, infatti,i nostri boys hanno fatto colpo su un gruppo di spagnole, mentre al ritorno qualcuno è stato stregato da una bionda californiana, eh Pasqua-le?!…Fin quando arriviamo a Lloret de Mar, e cosi hanno inizio le nostre avventure. Per le otto e mezza il pul-lman “Troccolo” ci portava a Barcello-na per la visita giornaliera. Abbiamo ammirato tutte le incredibili creazioni di Gaudì, che ci hanno fatto innamo-rare di questa città fantastica, sempre in festa, piena di arte, di colori e di vitalità. Ci hanno portati in due musei, visita che ha entusiasmato molto Chiara, un po’ meno Giovanni… E

nei momenti di libertà si correva nelle altre stradine, nei negozi, per non perdere nessun particolare. Questo almeno nei primissimi giorni… Poi la voglia di correre venne un pò meno. Infatti i nostri ritmi sono stati legger-mente sfasati, abbiamo vissuto inten-samente la settimana, chiudendo un pò gli occhi solo nel pullman quando Antonio non suonava e Riccardo non mordeva. Tornati in albergo i pochi coraggiosi cenavano e poi ognuno correva nella sua stanza per i prepa-rativi serali. Dopo qualche brindisi, nell’attesa che le cagnanesi scendes-sero, giravamo increduli per quelle strade,rapiti dalla musica e dalle luci delle discoteche. Prima tappa, cic-chetteria, davvero molto conveniente, per poi approdare al Tropics… De-scrivere quei momenti è un po’ diffici-le… quella musica, quelle ondate di ghiaccio, in mezzo a centinaia di ra-gazzi e noi tutti vicinissimi, speranzo-si che la serata fosse infinita. Come dimenticare Angelo truccato , Fede e Dami sui cubi, le avances di Oronzo e qualche”NO,NON SI FA!” nei pochi momenti di lucidità?! Alle tre in punto, in mezzo a questa atmosfera magica, il richiamo di una voce… Era il presi-de che ci ricordava la scadenza del tempo. Ma il nostro tempo non ha avuto scadenze. Tornati in albergo, la notte aveva inizio, un continuo vaga-re, riunirsi, fuggire e ricevere puntual-mente richiami e rimproveri dal no-stro accompagnatore, che ha dormito

meno di noi! Per le sei del mattino qualcuno crollava, ma alle otto in punto, un leggero tocco alle porte ci faceva balzare fuori dai letti! Le paro-le non basteranno mai per descrivere la nostra gita, questo è solo un breve resoconto, perché ogni giorno è stato animato da eventi inconsueti e dagli scherzi più divertenti. Scrivo e vedo lo sguardo acceso di Antonio, le sor-prese nell’ascensore, Emanuele che cade dal letto, io che assillo le mei coinquiline,Chiara che vuole il PR, Ramona la bambola gonfiabile, le cotolette pietrificate, la pizza di Fre-sco, la metropolitana… un altro mon-do!!! E colgo l’occasione per ringra-ziare gli accompagnatori ed il nostro effervescente autista: “Dobbiamo fare i complimenti a Franco perché io una guida c’sì fluida non l’avev mai vista, mang na fr’nata, mang na sbanda-ta”… Vola così una settimana, la pausa da ogni tensione, la chiusura in bellezza. Anche il ritorno sulla na-ve è stato bellissimo, e dopo una not-te di nascondino sulle onde del mare, arriviamo a Civitavecchia, già malin-conici della cara Spagna! Tristi, ma consapevoli che nessuno capirà mai cosa abbiamo condiviso. Mi spiace se i riferimenti non sono chiari a tutti, concludo augurandovi di avere una gita bella come la nostra e consi-gliandovi che, a perderla, fareste un errore grandissimo!

Anna Vigilante

DEAR BARCELLONA…

Ormai è proprio finita la scuola....tutti penseranno:”EVVIVA”, arrivano le vacanze, niente compiti, nessuna sveglia mattutina...Ma noi di quinta siamo veramente contenti?...o me-glio, siamo così spensierati come lo eravamo le altre estati?? Sicuramente siamo esausti della scuola e al solo pensiero di andarce-ne si “apre” il cuore...Però penso che alla fine un po' di nostalgia ci verrà, soprattutto quando ci dovremo divi-dere dai nostri amici di classe che, anche se a volte odiamo, restano sempre le persone con cui abbiamo trascorso cinque anni della nostra vita...forse gli anni più spensiera-ti...Anche il nostro paese ci manche-rà, nonostante ci lamentiamo sempre che non ha niente, che la gente è

impicciona e che non c'è lavo-ro...Senza parlare della nostra fami-glia...tutti ritornano dall'università di-magriti, quasi facessero delle diete super equ i l ib rate con tanto sport...macché quella è la mancanza delle lasagne della nonna, delle me-lanzane ripiene di mamma, dei pa-sticcini del bar Adriatico o della new entry Eclysse...senza parlare dei me-ga panini d' Peppin u puerc,del gela-to da Annetta a barraccola e dell'ape-ritivo alla Dolce Vita...tutte cose su-perflue penserete voi, ma quando si cambia città e non si conosce nessu-no, si sente la mancanza di tut-to...Questo però non vuol dire che avremo problemi ad ambientarci nelle nuove realtà piene di divertimento e di svago. Anzi, forse molti di noi, pre-

si dalla nuova vita, perderanno di vista l'obiettivo principale che è stu-diare...magari tra tre anni ci sarà chi già avrà preso la laurea triennale e lavorerà, chi è alla ricerca di qualche meta ancora da stabilire, chi starà a studiare per superare quell'ultimo esame che gli è rimasto e chi invece è ancora al terzo anno di un percorso di studi che dura cinque o sei an-ni...Ma alla fine che ne sarà di noi?? Forse come dice Vasco “Poi ci trove-remo come le star a bere del whisky al Roxy bar, o forse non ci incontrere-mo mai, ognuno a rincorrere i suoi guai, ognuno col suo viaggio ognuno diverso, ognuno in fondo perso den-tro i fatti suoi”…

Colino Maria Lucia 5a C

CHE NE SARÀ DI NOI?!?

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Ascolti una canzone per la prima volta alla radio. Pensi «oddio che schifo questa roba commerciale». Dopo un po’ di tempo è nel tuo mp3 perché è una “figata” la can-zone del momento”. Guardi un paio di pantaloni in vetrina e pensi «ma che roba è quel modello or-rendo?!». Un po’ di tempo dopo compri quel modello di pantaloni. Perché lo fai? Perché mi piace, rispondi. No: perché lo fanno tutti. Lo facciamo tutti. È il conformi-smo. Siamo un branco che si muove solo in base ciò che piace (ciò che piace è bello…ma chi lo decide cos’è bello?). Definiamo in parole scientifiche: “in ambito sociale si definisce con-formista colui che, ignorando o sacrificando la propria libera e-spressione soggettiva, si adegua e si adatta nel comportamento com-plessivo, sia di idee e di aspetto che di regole, alla forma espressa dalla maggioranza o dal gruppo di cui è parte. L'origine del conformi-smo risiede molto spesso nella radice animale dell'essere umano

che attinge le sue paure dalla soli-tudine fuori dal branco” (thank you Wikipedia). La cosa peggiore però è che non pensiamo con la nostra testa. Tutti. Dal primo all’ultimo. Qui non si tratta solo di seguire le mode, ma anche di mandare sms con abbreviazioni tipo xò, tnt, qnd, qnt, gg, ttt e tante tante altre (perché lo fai? Perché è comodo. No, perché lo fanno tutti. Non so-no mai venuti i crampi a nessuno per aver premuto due pulsantini in più per scrivere la parola estesa), oppure di marinare la scuola “fare sciopero” quando al governo fan-no un decreto che magari non ci riguarda direttamente, ma la mas-sa si ribella e allora la seguono tutti. Queste però sono piccolezze, e non entrerò in argomenti più va-sti perché rischierei di non finire più! Un giorno si nota qualcuno che è “diverso” e viene deriso e additato (ricorda tanto l’asilo), ma a pen-sarci è lui, quello diverso, che ra-giona con la propria testa. È lui che filtra ciò che gli sta intorno e

ne prende solo una parte, facen-dola propria. È uno dei pochi. L’atteggiamento conformista ri-guarda tutti, contagia tutti. Non sto scrivendo che bisogna andare contro la natura umana, ma che forse dovremmo pensare un po’ di più con la nostra testa, decidere di fare qualcosa e chiederci il per-ché. Magari al posto di vedere il branco tutto uguale, potremmo vedere intorno a noi della gente che fa spiccare la propria persona-lità. E non parlo certo dell’abbiglia-mento. Parlo delle decisioni prese, dei modi di fare e di tutto quello che una persona può fare deci-dendo da sé (e c’è molto), senza avere paura di quello che pensano gli altri o di restare escluso, per-ché sennò la paura di uscire dal branco diventa la paura di spicca-re sugli altri. Riflettendoci però penso che poi gli anticonformisti si conformano a chi pria di loro ha agiti così, ma di certo hanno un elemento in più: la personalità.

Daria Bucci, V AG

SUL CONFORMISMO…

L’altro giorno, mentre facevo un po’ di zapping, sono finita su Ca-nale 5, dove, in un programma, c’era un servizio in corso sulle ra-gazze che già verso i 14 anni ini-ziano a chiedere ai propri genitori un seno più abbondante, quindi di ricorrere alla chirurgia plastica. Allora mi sono chiesta: ma che cavolo, delle ragazzine che forse, anzi quasi sicuramente, non sono del tutto sviluppate iniziano a chie-dere un seno più grande?!?!? Ma poi mi sono ricordata che a questo mondo se non sei magra come un appendi abiti e non hai un seno grosso non sei bella… Ma che vuol dire essere bella?? Portare un taglia inferiore alla 40 o al mas-simo alla 42?? E una taglia di reg-giseno superiore alla quarta?? Wikipedia dice: “La bellezza è una qualità delle cose percepite che suscitano sensazioni piacevoli che

attribuiamo a concetti, oggetti, ani-mali o persone nell'universo osser-vato, che si sente istantaneamen-te durante l'esperienza, che si svi-luppa spontaneamente e tende a collegarsi ad un contenuto emo-zionale positivo, in seguito ad un rapido paragone effettuato con-sciamente od inconsciamente, con un canone di riferimento interiore che può essere innato oppure ac-quisito per istruzione o per con-suetudine sociale.” Il problema che la parte che non arriva all’o-recchio è quella del ritenere un persona bella secondo un proprio canone, e questo è preoccupante; però, come si fa a non dipendere dalle opinioni degli altri quando in giro ci sono esempi come Cristina Del Basso, la Cristina del GF9(che come dice qualcuno, deve portare in giro il suo seno con una carriola perché troppo grande). Le ragazze

vedendo figure come queste pen-sano che quelle siano le vere bel-lezze, e quindi iniziano a chiedersi perché loro non sono così, perché sono “brutte”, perché non hanno un bel fisico. Ma chi decide chi è brutto o chi è bello? Bo, non lo so e non voglio neanche saperlo, ma credo che ognuno a modo suo sia bello, anche se non ha un fisico mozzafiato. Certo bisogna ammet-tere quanto siano fortunate quelle persone che hanno già di per sé un bel fisico, ma ciò non vuol dire che noi non siamo da meno; però non siate troppo sicuri di voi stessi sennò va a finire che ve la tirate :-). Sicuramente con questo articolo non cambierò il mondo, ma spero ci riflettiate un po’ su perché non ne vale la pena farsi tanti proble-mi. Ah un’ultima cosa… BE YOURSELF!

Francesca Pacilli, V AG

SPECCHIO SPECCHIO DELLE MIE BRAME...

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Lo scorso 13 maggio con alcu-ni della mia clas-se e non solo, siamo andati a San Severo al Museo Civico dove, per quasi un mese, si tiene una mostra dedi-cata all’artista

nostro conterraneo Andrea Pazienza; famoso fumettista al quale sono intito-lati edifici e scuole (anche l’ISA di San-nicandro) e che ha fondato lui stesso una scuola di fumettistica tutt’ora all’at-tivo, a Milano. E’ un artista esemplare nel suo campo e tutte le nuove leve, nessuno escluso, si formano sulle tec-niche di Paz e sicuramente anche dal-l’ispirazione a Paz…Un grande.

Io non sono appassionata di fumettisti-ca e per questo non sono nemmeno informatissima su Paz da quel punto di vista, ma posso sicuramente affermare che di quel che già conoscevo e di quel che ho conosciuto al Museo Civi-co di San Severo, tutto mi ha appas-sionata moltissimo. Paz è un idolo per noi giovani, trasmet-te attraverso pochi tratti sicuri e marca-ti, tutta l’interiorità pari a quella di un quadro espressionista; guardando i suoi fumetti, ma anche alcuni dipinti, ci si può subito rendere conto della sua sensibilità verso i valori a noi comuni come l’amicizia e l’amore, ma soprat-tutto ai problemi politici-sociali, il tutto con un’ironia inconfondibile. Al Museo Civico ci sono più stanze dedicate a Paz e in fondo al percorso c’è un video a rotazione con le intervi-

ste al fumettista, ormai non più tra di noi, e i programmi dedicati a lui e altre cose ancora molto interessanti. Credo che anche questa esperienza sia da annoverare tra le esperienze formative della mia vita per l’effetto appassionan-te che ha avuto su di me e che mi spingerà a fare ricerche su Paz. Consi-glio inoltre a tutti il film liberamente ispirato alla sua vita nella Bologna anni ’70-’80 chiamato appunto Paz, emble-matico per comprendere l’artista nel suo contesto.

Chiara Di Lella

III AC

PAZ (ANDREA PAZIENZA) LABORATORIO-MOSTRA A SAN SEVERO CON LA CLASSE

Una cosa che mi è sempre piaciuta della musica è la sua capacità di unire le persone; questo perché la cosa più piacevole per un musicista è condivi-dere la sua passione suonando con altri musicisti. Se poi si crea un’alchi-mia particolare, si forma un gruppo che diventa una sorta di famiglia. A San Nicandro sin dagli anni ’60 co-minciavano a nascere i primi “complessi” tra amici e si suonava nei garage per divertimento, quasi per gioco. Con gli anni facevano parte di queste band musicisti sempre più bravi e ambiziosi; c’erano le prime esibizioni nei locali e i primi concerti in piazza. La generazione più prolifica in fatto di gruppi musicali è stata quella degli anni ’80-’90 e a seguire la generazione del 2000, che noi ragazzi di oggi cono-sciamo sicuramente meglio rispetto alle precedenti. San Nicandro può vantare di essere la città natale di tantissimi musicisti di talento. Dai fratelli Dino, Lello e Lucio Basile, al grande Matteo D’Anello, da Maurizio Frascaria, ad Antonio Trapa-ni; e poi Sante Murano, Antonio Torel-la, Tommaso D’Anello, Costantino Tancredi, Francesco Villani, Giovanni De Pilla... Negli ultimi anni San Nicandro ha visto nascere molti talenti. I gruppi più noti sono di certo i Trulelies, orientati sul rock anni ’70-’80, formati da Michele Torella (basso), Primiano D’Apote

(chitarra), Federico Russo (batteria), Daniele Urbano (voce), Matteo D’Anel-lo (chitarra) e Antonio D’Apote (tastiere); e gli Alcoholica, cultori del Thrash Metal, formati da Andrea Fantini (voce, chitarra), Gianni Fania (chitarra), Giuseppe Caruso (batteria) e al basso prima Giovanni Perta poi Matteo D’Anello. Entrambe le band hanno trovato una particolare alchimia che li avrebbe potuti portare entrambi al successo e, seppure si sono sciolti qualche tempo fa a causa del trasferi-mento dei vari componenti in diverse città universitarie, hanno dimostrato quanto talento possa venir fuori da una città considerata “morta” dai suoi stessi cittadini. Il problema più grave, ad ogni modo, è che San Nicandro non offre ai suoi musicisti molte opportunità di esibirsi, di esprimersi. Solo di recente c’è stata una presa di coscienza da parte dell’-amministrazione comunale, dei cittadi-ni, ma soprattutto dei giovani musicisti, che hanno organizzato vari eventi e concerti. Questo risveglio è dovuto alla nascita di nuovi gruppi musicali, è do-vuto ai giovani sempre più numerosi che hanno voglia di musica. Ed è questo, a mio avviso, quello di cui c’è bisogno nella nostra città: una rivo-luzione sociale, culturale e…musicale. San Nicandro potrebbe essere proprio come Seattle che, oltre a potersi van-

tare di essere la città natale di Jimi Hendrix, è anche stata la culla di una rivoluzione musicale che si configurava come punto di rottura con l’atmosfera tutta lustrini e paillettes degli anni ’80, diventando la patria del Grunge grazie a gruppi come Nirvana, Alice In Chains, Pearl Jam e Soundgarden. San Nicandro potrebbe diventare un punto di riferimento a livello musicale grazie ai talenti che ospita. Si potrebbe prendere esempio da Catania, ribattez-zata “la Seattle d’Italia”, che ha rivalu-tato alcune zone “morte” della città mettendo a disposizione locali e pub dove suonare e dare libero sfogo ai giovani per mostrare la propria arte in cambio di compensi anche modesti. È veramente un peccato non poter esal-tare i talenti musicali di una città che produce comunque musica di alto livel-lo. Per questo mi rivolgo soprattutto ai ragazzi che amano la musica. Se la vostra passione è davvero forte, non rinunciate mai ad esprimere la vostra arte; per fare in modo che avvenga una rivoluzione bisogna lottare. Non arrendetevi mai e seppure non riusci-remo a cambiare il mondo, potremo almeno cambiare la nostra città.

Valeria Bizzarri, 5a C

SAN NICANDRO COME SEATTLE?

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Ho sempre pensato che la fo-tografia fosse l’arte perfetta, priva dell'impurità di gesti e parole. Le impressioni che cat-turano gli attimi, tutte lì, tra il bordo destro e quello sini-stro. Poi qualcuno mi ha detto che le foto sono cru-deli, perché bu-giarde, e di but-tare nel cesso Bergson e il con-cetto di non-transitorietà; che l'epoca moderna è ormai lontana e non c'è nulla di sem-plice e spiegabile. Eppure dei sorrisi che restano e dei colori vissuti possiamo conservare nient’altro che quelle istanta-nee.

Per questo ieri abbiamo tap-pezzato i muri della nostra classe con un centinaio di foto! Lo sappiamo, ormai è maggio, e stiamo per andarcene, ma gli attacchi d’arte vanno soddi-sfatti sempre, altrimenti attana-gliano coi loro tentacoli il cer-vello e ci rendono banali.

Ed ecco campeggiare sui muri della famosa e maesto-sa IIIaC (stat’v attent) tutti i personaggi protagonisti dei cinque anni “classici” dell’an-nata ’90, dai più strambi a quelli più anonimi, passando

per quelli che sono scappati (ciao Cesareee!).

Come dimenticare le ep i -che liti-

gate, in patria nostra numerose (eh uagliù)

e soprattutto le innumerevoli risate fatte, respirando, tutti insieme e felici, la stessa aria per ore infinite?!

Un’esteta come Mim-mo, un

c h i -tarrista pazzo come Antonio, un altro Fefetta,

quando ci capita di rivederli?! Per non parlare di Peppe!!! E Kiarusque?! Sharing quotidiani di flussi di coscienza sulle se-rate vissute e analisi metafisi-che degli sviluppi tragi-comici della nostra giovane esistenza! Due folli, in un banco solo, so-no troppe: una pazza in ca-schetto biondo + Le Rouge Folletto, in fondo al centro… ah, se quel banco potesse par-lare…!!! Chiusa parentesi : )

E poi la dolce e iperattiva An-na, Marianna la silenziosa e Damiana, Sardellina, Conny Ffu (non ti arrabbiare, biondis-sima), Federica, Annapina, Manu, Emanuele, Carmela e Antonietta e poi la curva sud, Concetta, Rachele, Ilaria e Giada!

Uniti contro il Greco, and we are the champions, my friends!!!

Non è paradossale dire che le situa-zioni in cui era-vamo più in pericolo (vedi: no-te, so-spensioni, guerre al Potere e g a v e t t o n i vari) sono state per noi,

come per tutti, le più

TERZA A CI, ANNATA 1990, DURI A MORIRE

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belle e gustose. La regola uni-versale del Liceale D.O.C. è vivere più intensamente possi-bile i cinque anni investiti. Che poi il significato di “vivere” cambi da persona a persona, si sapeva.

E così, passo dopo passo, giorno dopo giorno siamo giunti al termine, o quasi.

-TREMATE!- l’esame è vicino e c’è gente che sta andando in depressione per questo!!!

Chissà come saremo tra dieci anni, ce lo chiediamo spes-so…

La vita è così imprevedibile e così bella per questo! Non an-noia mai, semmai siamo noi a renderla noiosa.

Solo diciott’anni ma così tanti progetti diversi da realizzare, giornate vissute insieme, o-gnuno coi propri pregi e difetti ed ognuno con la sua filosofia di vita!

Le assemblee, le gite, la Festa della Musica, i Veglioni, il Lice-ale da partorire ogni due mesi e gli altri mille impegni (leggi: impicci…è proprio indole, an-che a voler cambiare…)!!!

Tutti con le proprie colonne sonore, con accordi diversi, ad imparare cosa vuol dire vivere in società, seppur nel microco-smo scolastico.

Alla mia classe dedico questa pagina sperando di non aver procurato troppi mal di testa in cinque anni e con l’augurio, per ognuno, di vedere realiz-zato nella vita quello che più desidera.

Emanuela Stoduto IIIaC

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A’Sala: Eò N’do! N’dò am f’nut!

Fraskon: Ehh Lazzà…. Fin e llut’m n’g po ma sapè! N d’cim nend

A’Sala: Ehh N’do madonn quand si traggij’k!

Fraskon: Lazzà n jè ka so traggij’k, ma ddo fin e llut’m n’g sap mà con mena u vend

A’Sala: N’do! Com mena mena nuja da qua c nama ij!! Kassnnoij mana dà la p’nziona...

Fraskon: Lazzà s a te t dan la p’nziona, a me m dan d’retament u post da b’dell

Nicolò: O uagliùù d ke sta parlann??

Fraskon: Nend Nicolò ue stemm d’cenn u fatt du d’ploma, ka k nu sci e k nu no da qua ciama truà sciut e n’g lama cred!!

Nicolò: No… No… No… No… Zitt Fraskò ka iav na m’sata ka teng ssu p’nzer, ka ddo studij e studij e c von fa sci k 61.. aut ka medicina.

A’Sala: Nicolò mo pur tu fa u traggij’k?? Tu sind a me, u vot jè relativ. Bast ka c n iam ka ddo sim fatt vikkij!

Nicolò: Lazzà fors cià raggion… nuja v’dim d studià natu pok e po v’dim k succed

Fraskon: Me uagliùùù iè l’una e mez e ij mea ij a r’trà, ssi rraggiunament n n voij s’ndì kiù

A’Sala: Fraskò!?! Cià raggion iam’c a r’t’rà ka ij pur vuless ij a magnà..

Nicolò: ddo aut ka magnà ij ea ij proprij a studià ka sta i uaijjj!!!!

A’Sala, Fraskon e Nicolò: madonn kisà s ciana aiutà a p’gghiaij ssu d’plo-ma…… - Uè Uè Uè sta passann u pr’-f’ssor V’llan

Prof. Villani: i ve quand so bbell tutte 3, k facit ddoij??

Fraskon: nend uè pressò parlamm nu poc di d’ploma, ma mo c nama ijj. Tu k dicj ciada aiuta a p’gghià ssi d’ploma??

E Villani rispose: No… No… No… No… ☺

U D’PLOMA

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“ Forza ragà che tra un po’ sarà tutto finito!!! ” “ Dai, un ultimo sforzo !!!” Sono le frasi che conti-nuiamo a ripeterci da qualche tem-po a questa parte…. frasi d’incoraggia-mento a noi stessi, frasi per esorcizza-re il fatidico esame!! An-che se non vediamo l’ora che tutto fini-sca (e speria-mo bene!) vorremmo che questi ultimi giorni duras-sero un’eterni-tà perché è proprio adesso che ci rendiamo conto dell’importanza di aver tra-scorso questi 5 anni insieme!!! È in questi giorni che, stando in clas-se, ci capita di ricordare alcuni av-venimenti e ridere, ma con una no-ta di dispiacere pensando al futuro semi-incerto; e solo ora ci pentia-mo di non aver piazzato una tele-camera in classe!!! Ne sono suc-cesse così tante, che non le ricor-diamo!! Abbiamo digerito centinaia di panini e crostini su quelle sedie, scritto una biblioteca di appunti in aramaico nell'ora di inglese, ognu-no con la sua scrittura diversa, per poi perderli sistematicamente e dare il via ad un giro di fotocopie. Ci capita di guardare il volto cre-sciuto di un amico e pensare che l’anno prossimo non saremo più nella stessa aula….e la stessa co-sa vale per i prof, come dimenticar-li!!! I discorsi del prof. Vocino ( Chernobyl , le autostrade e i fasci di neutrini che hanno sconvolto

l'intero panorama scientifico), la coerenza e la determinazione iniet-tataci dalla prof.ssa Berardi (pusillanimi e infingardi), i viaggi di

istruzione del prof. Russo e le sue spiegazioni senza fine, i migliaia di schemi alla lavagna della prof.ssa Ciavarella e le battute sul fatto che siamo tutti agnostici e nichilisti, i ventilatori di Giovanditto, la voce stridula della prof.ssa Ciaccia “ se non hai la tuta non puoi giocareee-eee!!!!!”, l'arte oratoria del prof Stefania e i suoi insegna-menti sulla vita “ooohhh ualliù, io certe volte resto inibito di fronte…”, la fa-mosa frase “ libro, quadernò e pèn nel labo-ratorio!” del prof. Ritoli e le parole sante della prof.ssa Cristalli”la finiE-mo?”! Certo ne abbiamo combi-

nate!!! Ma sicuramente anche loro, nel bene o nel male, si ricorderan-no di noi! E sì, il primo periodo sarà duro (saremo dei perfetti affittatari di case più o meno cupe e mange-remo carne in scatola, imparando a stirare e a sopportare le notti più tristi e insonni, fatte di libroni e si-garette...) ma saranno proprio que-sti ricordi che ci aiuteranno e le cose a cui non abbiamo dato peso in questi anni, acquisteranno un valore! E…….anche se “ siamo rimasti solo in 13 a ballare l’ ALLI GALLI” agli esami , facciamo un grande in bocca al lupo A TUTTI!!!! Soprattutto alle altre classi quin-te!!!! E non ci resta che dire “ ar-miamoci e partiamo!” e si spera in un ottimo esame perché “ la spe-ranza è l’ultima a morire” ( aha-hah).Un grazie a chiunque (collaboratori, preside, prof e amici) ci abbia “ sopportato”!!!! Un consi-glio ai neoliceali: gli anni del liceo sono stupendi, sappiateli sfruttare al meglio perché sono irripetibili. Studiare fino ad un certo punto ha-ha. IN BOCCA AL LUPO RAGAZZI!

La 5^ B

LA 5^ B NON DIMENTICA!!!!!!!!

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Sicuramente il professore più energico che abbiamo mai avuto! E come dimen-ticare le interrogazioni della prof.ssa Scarano, tutti e 23 alla cattedra, quando tutti i libri erano stati sostituiti da quelli di storia e geografia… Il primo anno, quando c’era ancora Tr’f’lon, i suoi “screzi” con il prof. La Notte…che prof.! Noi lo chiamavamo Brunello per il suo viso sempre di un bel rosso vivo! E a proposito di rosso…vogliamo parlare di Ruscione? Lo abbiamo visto crescere…o meglio abbiamo visto crescere i suoi capelli!☺ E non di-menticheremo mai la puzza di pesce che ha invaso la classe per il gam-beretto che ha messo nel libro di biolo-gia dei Petronio…poi si è scoperto che aveva dei complici, ma ancora non si capisce come hanno fatto i gemelli a non accorgersene per una settimana!!! Ci sentiamo ancora in colpa per tutte

Cinque anni di liceo sono volati via in un lampo. Cinque anni di avventure, amicizie, complicità, liti, riappacifi-cazioni, amori, diverti-mento, studio (?)… Cer-tamente i cinque anni più belli e spensierati della nostra vita. E li abbiamo vissuti tutti, facendo di ogni giorno un’avventura da ricorda-re!

Non c’è una storia ben precisa da raccontare, solo ricordi, tanti, di quello che abbiamo vissuto insieme e riportarli alla memoria ci ha fatto scoprire quanto siamo cresciuti da quel “CERASUM” che il prof. Mascolo scrisse alla lavagna il primo giorno.

Ne abbiamo combinate tante insieme…

Ci sembra ieri quando, sempre il primo giorno, Nardino disse con fierezza al prof. Stefania “Quello del chiosco è mio zio!”…Nicola che con entusiasmo mattuti-no disse “Cettì, stamattina m’e fatt nu BALSO e SHAMPAMOO!”…o quando Enzo perplesso di fronte a una domanda del mitico prof. Caruso disse “I don’t capi-sc’!”. Ogni volta che facciamo qualche “marachella” – me ca sim brav uagliul… - ci aspettiamo ancora di sentire la voce del prof. Caruso “Ragazzì! Ma dove vi crede-te di stare?...Shame of you!”, e quanto ridevamo per le sue barzellette (tant ca n’n facevn rir ☺)! Per non parlare delle storie sul “paese di sua moglie”!

quelle povere matite di cu i Ruby d iceva “facciamo la mitosi!”…e Ruby! Il nostro ufficiale gentiluomo…chissà se ha scoperto se esiste la parola “macchinoso”. Un altro compagno di av-venture è stato Rocchin’, che Caruso chiamava “L’ultimo dei mohicani” per la sua cresta, che ci metteva un quarto d’ora per scrivere un numero alla lavagna e che era il miglior costruttore di aeroplani di carta mai

visto...e il prof. Vocale se li ricorda bene: un giorno ne ha visti ben 17 volare giù dalla finestra (quando è salito, ha man-dato i “soliti noti” a raccoglierli ☺). Il nos-tro caro vicepreside, “è vero o non è vero?” che “è stato un piacere” averlo come professore? Certo che sì.

Purtroppo Ruby e Rocchin’ si sono trasfe-riti, ma c’è qualcuno che ha deciso di ritirarsi come Melina, soprannominata “A tatt’ca”…o chi purtroppo non ce l’ha fatta, è stato bocciato…Nardino ci manchiii!!!� Nardino “AZ metal”, Nardino “aggiusta tutto”, ma anche “distruggi tutto”, lui che ci ha fatto capire che tutti (ma proprio tutti!) possono trovare l’amore…ce l’hanno por-tato via! Perché?

Diceva sempre “sol p’cchè so ner!!!”

Strano ma vero ci mancheranno anche i professori. Il prof. D’Apote…sappiamo ancora a memoria tutte le sue storie,

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quella del toro in primis... Dicevamo sempre “D’Apote: un nome, un dente!” Ci mancherà il prof. Fini che urla “Aaaa cambiare!!!” o il prof. Ritoli che tutto d’un f iato dice “Librquadernoneppen’ …laboratorio!”…Il prof. Ciavarrella che ha il registro a pois per tutti i puntini che abbiamo collezionato…La prof.ssa Mar-rocchella con la sua passione per l’effet-to “vedi non vedo” ☺… E il prof. Rus-so…assurdo quando mandò fuori Ricky per aver paragonato Elisabetta I a Lady Oscar! Ma noi sappiamo che il prof. Russo sa essere anche scherzoso…e chi si scorda più la sua performance di ballo alla gita del quarto?!?☺ Ci man-cherà il prof. Stefania che allevia le ore di matematica con le sue battute e so-prattutto i suoi proverbi! Il prof. Mascolo, altresì detto Giò, che comincia la giorna-ta sempre con un “Buongiorno simpati-coni", e ci loda dicendo “e bravi i miei ignorantelli!”…anche se a volte ci ha a n c h e s g r i d a t i q u a n d o s i “smangiucchiava" sotto i banchi!☺

Ma soprattutto ci mancherà la prof.ssa Ciavarella che ci ha sempre sostenu-ti…o meglio sopportati! Che, poi, quan-do ride sotto i baffi alle nostre battute è il massimo!!! E quando le abbiamo fatto perdere la pazienza ci ha dato delle definizioni a dir poco originali! “Hey gio-vinezze!” “Sit proprj trist!” “P'ddjat'v nu poc d valium!” "Si tu c'a sta appress a me, no ij appress a te!!!" "Sei poco AU-LICO!" “Stai cadendo nella TRIVIALITA-'!" "Siete IMPICCIONI e CATTIVELLI!!!" “Vuja t'nit' i topo gigg' ngap'!” “Quando io spiego voi pensate alle VACCHE NERE NELLA NOTTE BUIA?!?” “In questa classe siete dei NICHILISTI, AGNOSTI-CI, SUPERFICIALI...TROGLODITI!!!”

“A capit o no! Pezzo di deficien-

te!”…MITICA!!!

Deve essere dura avere a che fare con noi, ma d’altronde ci siamo sempre distinti per la nostra capacità di animare qualsiasi situazione. Nelle gite, soprattutto, siamo stati sempre i primi a cantare a squarcia gola la colonna sonora che ci ha accompa-gnato per cinque anni (e poi usata anche per le serenate dei 18 anni!)…da Maria N’cola a U’ prim ammor, da Dietro la quer-cia antica a I love you Marjanna, finendo sempre con la Pett’ tonna. Ma d’altronde “non siamo qui a pettinare le bambole”, perciò ci diciamo sempre “Ama f’st’ggià o nooo???” E a proposito d’ f’st’ggià…come ci mancano la cicchetteria di Llorett de Mar, il Tropics e Gin & Lemon ca fan anco-ra a sciarra! Eppure in gita abbiamo impa-rato anche lezioni di vita come “N’n dir puttanat’!!!”…☺

Ma, poi, è normale dopo tanto studio (?) concederci delle giornate di svago…

Quante mangiate tutti insieme, a tarallucc e vin (kkiù vin ca tarallucc’ ☺) tutto rigoro-samente di produzione Colino/Russo, la carne arrostita da Ricky Mouse e l’anima-zione di Tato! E come dimenticare, anzi, cercare di ricordare la festa dei 100 giorni? Ci hanno accusati di essere dei ladruncoli, di aver rubato un registro e il cronometro arancione fluo di Ciaccia, ma abbiamo sempre provato la nostra innocen-za…anche se il panettone dell’ex 3aB non era niente male e neanche lo spumante di Trombetta! ☺ E, certo, ci scusiamo anche a nome di Riccobaldo, che “ha preso in prestito” una statuina dal presepe della scuola…vergogna!☺

Certo che la nostra è stata una classe dav-vero esplosiva, ne abbiamo combinate tante, anzi, troppe…trenini, battaglie tutti contro tutti con gessi e cancellini, chi va in bagno e torna dopo la campanella giusto per raccogliere le penne e andare a casa (Nick), chi si cimenta in dibattiti politici, chi

fa gli squilli a Ritoli (Enzin)… Abbiamo compiuto grandi imprese come i salti mortali nel magazzino della palestra, la battaglia di palline di carta (con congiu-ra finale contro Maria Chiara), siamo stati i primi a dipingere le pareti della nostra aula, abbiamo costruito una grande piramide di lattine, abbiamo battuto un record con Nick che ha pre-so una nota alle 8,25 e, soprattutto, abbiamo vinto una battaglia contro le api, raccontata da Enzo nel De Bello Apico. Ci mancheranno le nostre ma-scotte: Furby, Cocorito e Cocorito ju-nior, Filomena la pigotta, la Befana, il presepe tutto l’anno con tutta la fattoria (dinosauri compresi) e soprattutto la nostra pianta di lenticchie!!! Ci manche-rà contare quanti “cioè” dice Federica P. in un’interrogazione, il ciuffo da Cic-ciobello di Tato, il cappellino blu di En-zo (el Matador), le barzellette sconce di Nick, i ritardi di Palladino e le sue ge-nialate (o scukkiandarij), riempire di palline i capelli di Celeste (B’zzarr, Cet-tina e MaryLù), i doppi sensi involontari di Gaziana M’bastucc, il mitico tiramisù di Serena, Celeste la scout, la cantante soul Federica D., Maria Chiara e Lucia che hanno sempre un dolciume più del chiosco, lanciare le matite nei capelli di Ruscione, il nostro atleta Pasquale, N’gelin che “giullareggia” per la classe, il giocatore di poker Giovanni Puzzetta (o Red John), il nostro Riccardo Cuordi-leone (altresì detto Papà Gambalunga), MaryLù la scap’c’rrata, le rockettare Valeria, Luciana e Federica, il futuro Premio Nobel Grazia Burraccedda, e soprattutto il nostro caro Mr. Mike!

E se pure qualcuno avrà da ridire sul nostro “atteggiamento goliardico”…per noi la nostra classe resterà sempre la

migliore!!! La 5a C

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Spider-man Antonio Palladino

Non è un paese per vecchi A’ Sala, Nicolò e Frascone

17 again – Ritorno al liceo

Michelino

Apocalypse Now L’esame di stato

Miami Vice

Palladino e Nick Petr

Dogville I cani sotto ai portici

Slevin Patto Criminale La 5^C agli esami

Pi Greco - Teorema Del Delirio

Stefania e Tenace

Non Aprite Quella Porta Le porte dei bagni del secondo piano al trien-

nio il sabato alla 5° ora

Moulin rouge IV AG

La Storia Infinita

Festa della musica

Il Fuggitivo Leo Peticchio

Hold on – Good Charlotte Gli studenti fino al 30 maggio 10 giugno

Emo – Blink 182 Qualche tip d 3B

Don’t cry – Guns N’ Roses

Un alunno all’interrogazione di latino

Sweet child o’ mine – Guns N’ Roses Professoressa La Piscopia (se…com no)

Good time

Prof. Caputo L.

Attenta al lupo - Lucio Dalla Il cortile della scuola

Rem – Supernatural superserious

Michele Coco

Acido Acida – Prozac + Miss Cuscetta

Tiromancino – Quasi 40

Prof. Tardio

ACDC – Who made who La gallina all’uovo : )

Deep purple – Strange kind of woman

Emanuela Stoduto

Salario garantito – 99 posse I maturandi l’anno prossimo

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Preside Vs. Prof. Vocale 1) Nome? S: Antonio Melchiorre Pompeo Scalzi. V: Giuseppe Vocale. 2) Soprannome? S: Tonin'. V: Non ne ho. 3) Data di nascita? S: 04/04/1947. V: Non è importante. 4) Quanti anni si sente? S: Non me ne sento tanti. V: Poco più di quaranta. 5) Titolo di studio? S: Laurea in lettere classiche nel 1971. V: Laurea. 6) Un errore della sua carriera e una della sua vita? S: Un errore della mia carriera potrebbe essere il fatto che nel '73/'74 ho ricevuto un telegramma dal rettore Carlo Bo dell'uni-versità di Roma per avere una cattedra come assistente di ruolo, ma ho rifiutato. Ma è difficile ritenerlo un errore perchè quello che faccio mi piace e poi l'ho rifiuta-to per motivi economici. Nella mia vita non credo di averne fatti. Sono stato fortunato sia per mia moglie che per i miei figli. V: Nella mia carriera la scelta del corso di laurea. Nella mia vita non ci ho mai pensato. 7) Una cosa di cui si vergogna e una di cui va fiero? S: Mi vergogno che tante volte ho perso la pazienza e non ho saputo gestire alcune situazioni con la calma; questo mi è suc-cesso sia nel lavoro che nella mia famiglia. Sono fiero di tutte le volte che ho affrontato le situazioni difficili con la dovuta pazienza. V: Mi vergogno di non poter fare di più. Al momento non ho cose di cui andarne fiero. 8) Ha mai rubato? S: Niente di importante. V: La nutella e le caramelle nella dispensa di casa. 9) Ha mai pensato al suicidio? S: Si, qualche volta, perchè ci sono dei momenti di disperazione in cui sembra non ci sia una soluzione al problema che si presenta. Quello che mi ha aiutato a non farlo è stata la mia famiglia e poi anche il pensiero che la vita è un dono di Dio e non abbiamo il diritto di interromperla. V: No. 10) Tre cose indispensabili per vivere? S: L'amore, la libertà e il lavoro. V: La fede, l'amore e l'amicizia. 11) L'amore è eterno finchè dura? S: L'amore è proprio eterno perchè non è provvisorio. Spesso si confonde l'amore con la simpatia, l'attrazione e con le altre cose. L'amore invece, ti porta a sentire di

poter dare la vita per l'altra persona. V: L'amore vero è eterno e basta. 12) L'ultima volta che ha pianto? S: Mi commuovo facilmente. Comunque l'ultima volta penso sia stato quando è morta Angela Cruciano. V: Forse quando è venuto a mancare qual-cuno ultimamente, credo in occasione del terremoto. 13) La cosa più trasgressiva che ha fatto? S: Quando posso trasgredisco! Ne ho fatte tante. Forse la più trasgressiva è stata quando facevo le superiori, abbiamo fatto arrivare una copia del compito di latino da fuori. Ma i voti sono stati peggiori di quan-do facevo i compiti da solo. V: Ne ho fatte...Forse la più trasgressiva è stata quella di aver chiuso un mio amico fuori dalla stanza facendo finta di non es-sere dentro. 14) Di cosa ha paura? S: Di morire all'improvviso e di non portare a termine delle cose, come il mio ruolo di dirigente scolastico, di padre, di nonno. V: Non della morte ma di perder le cose care e la fede. 15) La parolaccia che dice più spesso? S: Bestia schifoso. V: Miseriaccia, porcaccia. 16) Cosa legge in bagno? S: Di tutto: fumetti, circolari ministeriali, bollette... V: Di solito non leggo in bagno. 17) Cosa pensa de “Il Liceale”? S: Bel giornale, potrebbe essere più propo-sitivo, aggressivo perchè abbiamo bisogno di essere pungolati un po'. V: Bel giornalino, adeguato per la scuola. 18) Importanza che dà da uno a dieci a: amore,sesso, amicizia, lavoro? S: 10, 10, 10, 10. V: 10, l'indispensabile, 10, 8. 19) Crede in Dio? S: Sì. V: Sì. 20) Tre aggettivi per descrivere il suo collega e tre per se stesso. S: Il professore Vocale è un magnifico collega, perfetto e unico. Io sono disordina-to, iperattivo e trasgressivo. V: Il preside è deciso, instancabile e dispo-nibile. Io: che barba! 21) Una cosa che le piace e una che non le piace della scuola? S: La scuola mi piace tutta. Non mi piace la tendenza, sempre più marcata, dei genito-ri, dei presidi e degli insegnanti, ad asse-condare gli alunni, dai cellulari alle assen-ze, che incidono molto sulla formazione culturali dei giovani. V: Mi piace l'atteggiamento dei ragazzi e non mi piace lo zerbino che c'è all'entrata.

22) Il suo epitaffio? S: Ci ho pensato più volte: ”Chiedo scusa per quello che ho fatto di sbagliato e per quello che non ho fatto di buono”. V: La poesia di Quasimodo: “ognuno sta solo sul cuore della terra trafitto da un rag-gio di sole ed è subito sera”. 23) Quale alunno le ha fatto perdere di più le staffe durante la sua carriera? S: Un alunno che è stato respinto e che ha raccontato tante bugie ai genitori, accusan-do ingiustamente i professori di aver mano-messo il registro dei voti. V: Solitamente sono gli alunni che si com-portano da bulletti e sono arroganti. 24) L'ultima volta che si è arrabbiato? S: Non lo so però subito me ne dimentico... Penso che l'ultima volta sia stata giovedì. V: Ieri sera. 25) Proverbio che le corrisponde? S: Gutta cavat lapidem (la goccia perfora la pietra) e Nulla die sine linea (neanche un giorno senza scrivere una riga). V: Chi ben comincia... 26) Il suo sogno nel cassetto? S: Il mio sogno è vedere i miei figli siste-mati, felici, realizzati e che mia moglie stia bene con me. Il mio dilemma: non so se è un bene o un male lasciare la scuola. V: Che non ci siano più guerre e differenze sociali. 27) La situazione più imbarazzante in cui si è trovato? S: Ho sudato freddo quando, per colpa di un profitto un po' scadente del figlio, i geni-tori hanno iniziato ad accusarsi reciproca-mente e a rinfacciarsi delle colpe davanti a me e al loro figlio. V: In una pista di pattinaggio sul ghiaccio. Una signora si trovava sulla mia traiettoria e per non travolgerla mi sono “seduto” prima. 28) Facciamo come da Marzullo, si fac-cia una domanda e si dia una risposta. S: Quando te ne vai? Quando mi accorgo che il fardello che comporta il mio ruolo comincerà a risultarmi pesante. V: Perchè non vai più spesso in giro? Me-glio di no. 29) Quante bugie ha detto? S: Nessuna, mi sono sforzato di essere sincero. V: Nessuna. 30) Bene, salutate e date un consiglio. S: Vi saluto con l'augurio che il giornale continui ad essere la voce degli alunni e non mi dispiacerebbe se fosse anche la voce dei genitori, dei professori e del per-sonale ATA. Credo di non essere all'altez-za di dare consigli. V: Non perdete mai la fiducia in voi stessi, la soeranza di andare avanti bene, di non arrendervi mai. É stato un piacere!

A cura di Maria Lucia Colino e Valeria Bizzarri

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Orizzontali:

1. Lo annunciano i meteorologi. 7. Il Ridley regista. 12. Colpisce le narici 13. La città di Leonida. 14. Se le morde il pentito. 15. Oste-rie, taverne. 17. Io...in latino. 18. Si toglie met-tendosi davanti a qualcuno. 19. In testa al Pa-pa. 20. La direzione del grecale. 21. Lo era la via smarrita da Dante. 22. Un gesto involonta-rio. 23. Aggraziato, gentile. 24. Si grida prima di riprendere. 25. Hitchcock diresse quel-la...che visse due volte. 26. La razza del San-sone dei fumetti. 27. L’autodromo del GP d’Ita-lia. 29. Linfe organiche. 30. La prima lettera greca. 31. Battere con le nocche. 34. Lo sport di Giorgio Rocca. 35. Non manca nei giorni di sagra. 36. Il Raikkonen pilota (iniz.). 37. La sigla della seta. 38. Soffrono le pene dell’infer-no! 39. E’ bene lasciar stare...quel che dorme. 40. Può esserlo anche chi non ha quattrini! 41. Gli Straits gruppo rock. 42. Azionano le mac-chine. 44. Le monete del Messico. 45. Del suo buco si occupano gli ambientalisti. 46. La città del riso sul Sesia.

Verticali:

1. E’ tra Reggio e Bologna. 2. Percorre la Val Venosta. 3. Il fiore che dava l’oblio. 4. In posi-zione intermedia. 5. Gli estremi dell’elezione. 6. Componimento in versi. 7. Si fa andando e tornando spesso. 8. Insenature al riparo dai venti. 9. Dividono la giornata. 10. Si ripetono nelle partite. 11. Una pianta che...va in fumo. 13. La condizione d’un oggetto. 15. Si dice di ragazzo furbo e impertinente. 16. Quello che desidera l’ingordo! 18. Il nome della Lisi. 19. Si studiano prima dell’azione. 21. L’arte del core-ografo. 22. Le colonne dei Papi. 23. Così sono

gli occhi di chi ha pianto. 24. Disinfettante per piscine. 25. Disegna con Gabbana. 26. Più che cari. 27. Il Moratti dell’Inter. 28. Si attende in coda. 29. Non nuove. 31. Uno Stefano scrittore umorista. 32. Quando sono nuove scricchiola-no. 33. Li ripone il meccanico. 35. Non ha pro-blemi di linea. 36. Il nome di papa Wojtyla. 38. La Cèline cantante. 39. Il sindacato di Bonanni. 40. Sta per...sono. 41. Lo erano Giunone e Venere. 43. Il centro della Scozia. 44. La Cor-nwell scrittrice di gialli (iniz.).

...THE END... Come tutte le cose belle, anche questa è giunta al termine. Dopo due anni di lavoro in reda-zione sono all’ultimo numero di Cruciverba da me curato per “Il Liceale”. È stata un’esperienza bella e coinvolgente...tramandatami da mio fratello, Antonio, anche lui responsabile della stessa pagina nel giornale di qualche anno fa. È questo il momento dei ringrazia-menti e, non per retorica, ma per-ché sono sentiti, mi rivolgo a voi, cari lettori, e vi dico gra-zie...grazie per avermi seguito,

incoraggiato, corretto e motivato in questi mesi. Molte volte, tra impegni di studio (e non solo) ho dovuto mettercela tutta per porta-re a termine il compito; ma l’ho fatto con consapevolezza, sicuro del vostro appoggio e del vostro apprezzamento. Il lavoro svolto non andrà perso perché, chi prenderà il mio posto, lo farà con lo stesso impegno e la stessa dedizione che, credo, ho dimostrato. Se ho sbagliato o se potevo fare di più, vi chiedo scu-sa, non era nelle intenzioni.

Gli esami di maturità sono vicini per me e per altri della redazione. Colgo l’occasione per un “in boc-ca al lupo” a tutti noi! Lunga vita a “Il Liceale”: per quel-lo che rappresenta, è il punto di riferimento dell’informazione, del-l’attualità, della satira, della musi-ca e dei giochi del nostro mondo scolastico e non solo. Io mode-stamente, ma molto modesta-mente, sono orgoglioso di averne fatto parte…

Vincenzo Mimmo III AC

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Impaginazione e grafica a cura di Daria Bucci e Valeria Bizzarri

La Redazione La Redazione La Redazione La Redazione : : : : Bizzarri Valeria, Bucci Daria, Coco Michele, Colino Maria Lucia, Cursio Silvia,

Di Lella Chiara, Iannacone Grazia, Iannacone Leonardo, La Piscopia Elisabetta, Mimmo Vincenzo,

Pacilli Francesca, Palmieri Federica, Palumbo Luana, Placentino Alessandro, Stoduto Emanuela,

Tenace Pasquale, Vigilante Anna, Vocale Rossella.

Docente Referente:Docente Referente:Docente Referente:Docente Referente: Giovanni Mascolo.