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Il libro degli Atti - Torraccia Biblica/Atti/ATTI SBK_COMPLETO... · 2015. 5. 14. · Nei secoli conosciuto come il libro degli “Atti degli Apostoli” (soprattutto di Pietro e

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Pag 1

Analisi del libro

1 LE ORIGINI DELLA CHIESA 1:1-2:47 Date (*)

a. Prologo 1:1-5 30 d.C.

b. L’ascensione di Gesù 1:6-11

c. I discepoli nell’alto solaio 1:12-14

d. Mattia dodicesimo apostolo 1:15-26

e. L’effusione dello Spirito Santo 2:1-13

f. Pietro predica il Vangelo 2:14-42

g. La vita della chiesa di Gerusalemme 1 2:43-47

2 LA CHIESA E LE AUTORITA’ GIUDAICHE 3:1-5:42

a. La guarigione dello zoppo 3:1-26 30-31 d.C.

b. L’arresto di Pietro e Giovanni 4:1-22

c. La preghiera dei discepoli 4:23-31

d. La vita della chiesa di Gerusalemme 2 4:32-37

e. Il peccato di Anania e Saffira 5:1-11

f. La continua crescita della chiesa 5:12-16

g. Il secondo arresto degli apostoli 5:17-42

3. LA CHIESA INIZIA AD ESPANDERSI 6:1 – 9:31

a. L’elezione dei 7 diaconi 6:1-7 31-34 dC

b. La testimonianza e il martirio di Stefano 6:8-7-8:2

c. Inizio delle persecuzioni 8:1-3

d. Filippo predica a Samaria 8:4-25

e. La conversione di un etiope 8:26-40

f. La conversione di Saulo e la sua chiamata 9:1-19 36-38 d.C.

i. Paolo inizia a predicare 9:19-31

4. INIZIO DELLA MISSIONE TRA I GENTILI 9:32-12:25

a. Pietro opera con potenza 9:32-43 38-44 d.C.

b. La conversione di Cornelio 10:1-11:18

c. La chiesa di Antiochia 11:19-30

d. Pietro imprigionato e liberato 12:1-25

5. PRIMO VIAGGIO MISSIONARIO DI PAOLO 13:1-15:35

a. La chiamata alla missione 3:1-3 46-48 d.C.

b. Cipro 13:4-12

c. Antiochia di Pisidia 13:13-52

d. Iconio 14:1-7

e. Listra 14:8-20

f. Ritorno ad Antiochia 14:21-28

g. Il concilio di Gerusalemme 15:1-35 49 d.C.

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6. SECONDO VIAGGIO MISSIONARIO DI PAOLO 15:36-18:17

a. Paolo, Barnaba, Marco e Sila 15:36-41 51-52 d.C.

b. Ritorno di Paolo a Derba e a Listra 16:1-5

c. La chiamata per la Macedonia 16:6-10

d. Filippi la prima chiesa in Europa 16:11-40

e. Tessalonica e Berea 17:1-15

f. Atene discorso nell’Areopago 17:16-34

g. Corinto 18:1-17

7. TERZO VIAGGIO MISSIONARIO DI PAOLO 18:18-20:38

a. Partenza da Corinto 18:18-21 52-57 d.C.

b. Viaggio di Paolo a Cesarea e Antiochia 18:22-23

c. L’arrivo di Apollo 18:24-28

d. I dodici discepoli di Efeso 19:1-7

e. L’opera di Paolo a Efeso 19:8-41

f. Da Efeso a Mileto 20:1-16

g. Discorso d addio di Paolo a Mileto 20:17-38

8. ARRESTO DI PAOLO E SUO IMPRIGIONAMENTO 21:1-28:31

a. Viaggio di Paolo a Gerusalemme 21:1-16 57 d.C.

b. Arresto di Paolo a Gerusalemme 21:17-36

c. Paolo si difende di fronte alla folla 21:37-22:29

d. Paolo si presenta al sinedrio 22:30-23:10

e. Trasferimento di Paolo a Cesarea 23:11-35 57-59 d.C.

f. Paolo si presenta a Felice 24:1-27

g. Paolo si presenta a Festo 25:1-12

h. Paolo si presenta a Festo e Agrippa 25:13-26:32

i. Il viaggio verso Roma 27:1-28:16 59-60 d.C.

l. Paolo e gli Ebrei di Roma 28:17-31 60-62 d.C.

(*) Le date sono approssimative

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Pag 3

Introduzione

Il titolo del libro Nei secoli conosciuto come il libro degli “Atti degli Apostoli” (soprattutto di Pietro e di Paolo) o dei

“Fatti degli Apostoli” o semplicemente “Atti” ; il titolo stesso preannuncia un libro di “azione” .In

realtà sono soprattutto gli “Atti” del Signore glorificato o gli “Atti dello Spirito Santo”. Non a caso Atti

è considerato un libro “aperto” poiché gli atti dello Spirito Santo non sono conclusi.

Qualcuno ha sottotitolato questo libro “Come portarono la Buona Notizia da Gerusalemme a Roma”

E’ l’avventura della Chiesa che parte dalla “sala di sopra” di Atti 1:13 (l’alto solaio della versione

Diodati) e raggiunge con l’Evangelo la capitale e simbolo dell’Impero Romano fin dentro le stanze

stesse del potere “la casa di Cesare” Filippesi 4:22

Il tema degli Atti

Atti 1:1 Nel mio primo libro, o Teofilo, ho parlato di tutto quello che Gesù cominciò a fare e a

insegnare …

Il libro degli Atti è in origine un tutt’ uno con il Vangelo di Luca (il “primo libro”); gli Atti sono la

descrizione di “quello che Gesù continuò a fare ed insegnare” per mezzo della Spirito Santo sparso

sulla sua chiesa.

Atti 1:8. Queste istruzioni del Signore rappresentano in estrema sintesi la risorsa, lo scopo e il

programma evangelistico per i credenti di tutte le epoche, il verso centrale del libro degli Atti:

Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi Atti cap. 2

Mi sarete testimoni cfr Isaia 43:10

in Gerusalemme Atti cap. 2-7

in tutta la Giudea e Samaria Atti cap. 8-19

fino alle estremità della terra… Atti cap.10-28

prima di andare dovevano ricevere potenza …prima di conquistare dovevano attendere il capo il

condottiero, l’aiuto promesso, il paracleto, Colui che convince: Giosuè 5:13-14 Giovanni 16:7-8

L’enfasi di Atti. La buona notizia della salvezza di Dio per mezzo di Gesù è sia per i Giudei che per i

Gentili, e quindi è il compimento delle attese dell’Antico Testamento; lo Spirito Santo guida la chiesa

nel diffondere la Buona Notizia; la chiesa ha il buon senso di collaborare con Dio riguardo la salvezza

e l’inclusione dei Gentili; la salvezza per tutti gli uomini è il programma di Dio che nessuno può

impedire; la Buona Notizia viene accettata con gioia da alcuni e rigettata con rabbia da altri. (1)

La dedica a Teofilo

come per il terzo Evangelo, e secondo l’uso “classico”, il libro inizia con una dedica; probabilmente

Teofilo (“amante Dio”) era un governatore od un importante personalità interessata alla storia di Cristo.

Interessante che l’ ”eccellentissimo” viene ora sostituito da un più fraterno “o Teofilo”. Teofilo, è nel

nome, il rappresentante di tutti quelli che amano Dio.

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Lo scrittore

Luca è senza dubbio lo scrittore ispirato, ma non sappiamo molto di lui.

A favore di questa identificazione si possono fare due osservazioni:

1 L’evidenza interna degli Atti. Alcuni brani sono scritti nella prima persona plurale e la loro

interpretazione più plausibile è il considerarli provenienti dalla penna di un compagno di Paolo

(Atti 16:11-13, 20:13) ;

2 Le evidenze esterne fornite dagli scrittori della chiesa primitiva come Ireneo (180 d.C.) il quale

menziona Luca come l’autore del terzo Vangelo e degli Atti (2).

Forse Luca era nativo di Antiochia (come sostiene Eusebio) forse era greco e forse con cittadinanza

romana. Il suo nome è probabilmente una abbreviazione di Luciano o Lucillo (es: Silvanus= Sila).

Solo per tre volte è citato esplicitamente come membro della “squadra” missionaria di Paolo

Colossesi 4:14, Filemone 24, 2 Timoteo 4:11

Da queste poche informazioni cerchiamo di tracciare un sintetico profilo di Luca:

Era un “gentile”, caso unico tra gli scrittori ispirati;

Era istruito, un medico, era colto e accurato (Luca 1:1-3) utilizzava la traduzione greca dell’AT

la “Septuaginta”;

Era il “diletto” amato e caro dottore del gruppo e fedele compagno d’opera dell’apostolo Paolo

che sebbene vivesse in tempi di prodigiosi miracoli non disdegnava la professione medica.

Luca partecipò in prima persona ai viaggi missionari dell’apostolo Paolo:

a Troas Luca si unisce al gruppo ed inizia a descrivere gli avvenimenti in prima persona

Atti 16:6-10 ,12,16;

si trattiene a Filippi e riparte con Paolo da Troas per Gerusalemme Atti 20:1-5 ; 21:15-18;

accompagna e assiste Paolo prigioniero nel pericoloso viaggio verso Roma Atti 27;

è con l’apostolo a Roma compagno d’opera e amico fino alla fine Atti 28 “solo Luca è con me”

Il contesto storico

Gli Atti abbracciano un periodo di circa 33 anni. Dal 30 dC. Al 63 d.C. (le date sono approssimative).

Non si trova accenno né della distruzione di Gerusalemme (70 d.C.) né dell’incendio di Roma (64 d.C).

La Chiesa si muove ancora al di fuori delle più grandi e generalizzate persecuzioni che sarebbero

esplose verso la fine del primo secolo; i rapporti con le autorità dell’Impero Romano sono il più delle

volte caratterizzate da rispetto e giustizia ed alcuni alti funzionari romani diventarono credenti; la fede

cristiana era considerata ancora una “religione lecita”:

Il proconsole Sergio Paolo a Cipro Atti 13:12

Il proconsole Gallione a Corinto Atti 18:12-16

Il ricco Publio a Malta Atti 28:7

Il libro finisce improvvisamente con la descrizione di Paolo prigioniero a Roma (60-62 d.C.)

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Schema del libro

Se consideriamo Atti 1:8 come verso chiave del libro potremo suddividere la narrazione in 6 sezioni o

periodi:

SEZIONI DEL LIBRO

Rif.

La Buona Notizia in Gerusalemme 1:1 – 6:7

La Buona Notizia in Giudea e Samaria

6:8 – 9:31

La Buona Notizia annunciata ai Gentili

9:32 – 12:24

La Buona Notizia in Asia (romana)

12:25 – 16:5

La Buona Notizia in Europa

16:6 – 19:20

La Buona Notizia raggiunge Roma

19:21 – 28:30

Data e luogo di composizione

Relazionando Atti agli altri documenti del NT (es Marco), considerando la data del martirio di Paolo,

non riportato, e l’assenza di un minimo accenno alla caduta di Gerusalemme gli studiosi tendono a

porre la data della redazione antecedente al 70 d.C.

Per il luogo di redazione non ci sono certezze, alcuni pensano a Roma, città dove gli Atti si

concludono, altri Antiochia altri ancora Efeso.

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Le origini della Chiesa (1:1-2:47)

Il prologo degli Atti (1:1-1:13)

I primi due versi del libro sembrano un riassunto molto sintetico dell’ultima parte del terzo Vangelo.

I Vangeli descrivono le prime apparizioni del Signore risorto ma per altri 40 giorni (numero che nell

Bibbia è espressione di un “cambiamento” Genesi 8:6, Numeri 13:25, 1 Re 19:8) Gesù continuò a

presentarsi agli apostoli “vivente con molte prove” parlando e dimorando con loro.

Oltre i primi discepoli altri ebbero il privilegio di vedere il Signore risorto e Paolo ne darà un breve

resoconto in 1 Corinzi 15:5-8:

Apparve a Cefa e ai 12

Apparve a più di 500 fratelli in una volta

Apparve a Giacomo e agli altri apostoli (non i 12)

Apparve a Paolo

Luca sintetizza quei giorni di preparazione riportandone gli argomenti più importanti:

le cose inerenti il Regno di Dio e soprattutto la “promessa del Padre” Gioele 2:28-29, Luca 24:49

Luca aveva già accennato all’ascensione di Gesù nel suo primo libro (Luca 24:50-53);

ora ne riparla con dovizia di particolari indicando il luogo, le ultime parole, la testimonianza angelica.

Il Monte degli Ulivi nella vita di Cristo è un luogo particolare:

è il luogo della sua comunione con il Padre Luca 21:37

è il luogo della sua agonia spirituale Luca 22:39-44

è il luogo della sua ascensione in gloria Atti 1:9-12

è il luogo del suo glorioso ritorno Zaccaria 14:4

La Chiesa riunita in attesa dello Spirito Santo (1:14- 26)

Dopo l’ascensione di Gesù la Chiesa si ritrova spontaneamente riunita in preghiera.

Luca riporta con precisione l’elenco dei presenti :

gli 11 discepoli

le donne (il termine originale gunh, guné, può essere tradotto anche “mogli”)

Matteo 27:55-56 , 1 Corinzi 9:5

Maria la madre di Gesù

i fratelli di Gesù tra i quali Giacomo e Giuda, ora credenti 1 Corinzi 15:7

non si fa menzione delle sorelle di Gesù ma potrebbero essere annoverate nel gruppo delle “donne” e a

questo gruppo vanno aggiunti altri fratelli e sorelle che porteranno il numero a “circa 120”.

Il Signore aveva sperimentato un tipo di afflizione che molti suoi discepoli in tutte le epoche avrebbero

dovuto sopportare: l’opposizione dei propri familiari Marco 3:20-22 ; 31-32 - Giovanni 7:2-5

ma ora, anche tutta la sua famiglia terrena è concorde e raccolta in umile preghiera.

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I dissapori tra discepoli erano superati, le loro cadute perdonate, i loro sentimenti rinnovati …

Concordia (comune accordo – pari consentimento) e preghiera sono elementi indissolubili e laddove

non si ritrovano le nostre preghiere risultano “impedite” 1 Pietro 3:7 – Marco 11:25.

La sorte di Giuda

Prima della Pentecoste la piccola chiesa di Gerusalemme doveva superare il grande turbamento che

portava nell’anima riguardo a Giuda (Giovanni 13:21) figlio di Simone Iscariota Giovanni 6:71

L’AT parla del tradimento di Giuda dettagliatamente:

Zaccaria 11:12-13. Gesù aveva a sua volta citato per lui il Salmo 49:1 Giovanni 13:18.

Anche Pietro (per la prima volta nel NT) cita le Scritture dell’AT che preannunciavano il tradimento di

Giuda: "La sua dimora diventi deserta " Salmo 69:25 "Il suo incarico lo prenda un altro" Salmo 109:8.

Giuda Iscariota così come lo presentano i Vangeli:

Era un ipocrita Matteo 26:49 Giovanni 12:4-5

Era un ladro Giovanni 12:6

Era un traditore Matteo 26:24-25, Salmo 41:9, Giovanni 13:18

Era stato onorato aveva l’incarico della “borsa” Giovanni 13:29

Era stato amato Giovanni 13:21 Matteo 27:1-5 Gesù gli lava i piedi, gli

assegna il posto d’onore , gli offre il boccone in segno di amicizia come ultima occasione.

Giuda chiudendo il suo cuore all’amore di Cristo lo aprì al nemico Luca 22:3 – Giovanni 13:27

Giuda tormentato dal suo peccato si pente ma non si ravvede e si suicida Matteo 27:3-8

Come un tragico epitaffio sulla vita di Giuda risuonano le parole del Signore: Matteo 26:24

Luca aggiunge per bocca di Pietro altri drammatici dettagli sulla fine di Giuda e sul campo comprato

con il prezzo del suo tradimento. Un campo che gli abitanti del luogo chiamarono ‘Alchedama’ ovvero

‘campo di sangue’.

La sorte di Mattia

Barsabba e Mattia erano nel numero di quei discepoli sconosciuti che fin dall’inizio seguirono Gesù.

Mattia diviene apostolo con la “monetina”. Sembra strano che un ufficio di tale rilievo e un posto di

tale assoluto prestigio si sia assegnato “a sorte” ma la sorte era un uso sacro presso gli Ebrei che in essa

ricercavano un segno della volontà di Dio. Numeri 26:55, 1 Cronache 24:5. Proverbi 16:33

Essere annoverato tra i dodici equivale al massimo onore che un mortale riceverà nella gloria eterna.

Matteo 19:28 - Apocalisse 21:14

Fu “indicato” Mattia (ignoriamo in quale maniera si svolse il sorteggio) il secondo e meno “titolato”.

Da notare che Giuseppe detto Barsabba soprannominato Giusto e Mattia rimasero concordi.

Fu l’ultima volta che utilizzarono quel metodo poiché dopo la Pentecoste lo Spirito Santo e non la

“sorte” guiderà le scelte della Chiesa con carismi (Atti 13:2 ), con sogni (Atti 27:22) e con visioni (Atti

16:6) Giovanni 16:13

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L’effusione dello Spirito Santo a Pentecoste (2:1-13)

2:1 Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo…

Erano le nove del mattino di un giorno di maggio del 30 dC …

La Pentecoste

per Israele: La Festa della Pentecoste (il cinquantesimo giorno) era celebrata in Israele 50 giorni dopo

la Pasqua; era la festa delle Settimane Deuteronomio 16:9-11 chiamata anche festa o giorno “delle

primizie” Esodo 34:22, Numeri28:26. Secondo una tradizione ebraica quel giorno veniva festeggiato

come il giorno in cui la Legge era stata data ad Israele; gli Ebrei chiamavano Pentecoste “La gioia della

Legge”.

per la Chiesa: E’ la prima visitazione dello Spirito Santo, la realizzazione della “promessa del Padre”.

E’ il giorno della completezza, il giorno della pienezza, il giorno del tutto esaurito; tutti, tutta, tutto è la

parola che ritorna insistentemente in questo capitolo. E’ il giorno della benedizione collettiva è il

giorno in cui tutti si sarebbero rallegrati. Non è legata a una data particolare ma ad un particolare

sentimento: “Tutti perseveravano concordi…” John Wesley diceva “non potremmo essere tutti di un

cuore unico anche se non tutti della stessa opinione? Senza dubbio lo potremmo”

In quale luogo erano radunati i circa 120 discepoli ?

Alcuni pensano ad una abitazione privata, altri dato il numero dei presenti ad una delle stanze

disponibili nei cortili del tempio (e questo considerando la folla notevole che subito si raccolse

incuriosita).

La manifestazione dello Spirito

Il Battesimo nello Spirito Santo è un’esperienza spirituale, intangibile, che il Signore nella sua infinita

sapienza ha reso riconoscibile. Probabilmente i discepoli stavano pregando in ubbidiente attesa di

un’esperienza sconosciuta, pensando alle Scritture in loro possesso ed alle esperienze di altri uomini e

donne che li avevano preceduti.

Nell’AT quando lo Spirito “investiva” qualcuno era sempre evidente una manifestazione tangibile

dell’evento:

parlare profetico 2 Cronache 20:14-15

forza soprannaturale Giudici 14:6

coraggio 1 Samuele 11:6 – 2 Cronache 24:20

cambiamento 1 Samuele 10:6

altri passi parlano di come lo Spirito Santo “si posava” Numeri 11:26 , “cadeva su” Ezechiele 11:5 ,

“veniva sopra” Giudici 11:29 e sempre in ogni circostanza qualcosa inevitabilmente sarebbe accaduta.

Anche la Pentecoste si manifestò con segni tangibili ed inequivocabili:

un suono come di vento impetuoso le parole ebraica “ruah” e greca “pneuma” vengono tradotte nelle Scritture con “spirito” -

“vento” – “soffio” –“respiro” ; il vento è uno dei simboli dello Spirito Santo nell’AT e nel NT

Ezechiele 37:9-10 , Giovanni 3:8, Giovanni 20:22;

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lingue come di fuoco il fuoco purificatore, simbolo dello Spirito Santo . Esodo 3:2, 1 Re 18:38,Matteo 3:11.E’ Il

battesimo nello Spirito Santo che ci rende “ardenti” testimoni di Cristo Giovanni 5:35 al pari

degli antichi profeti Geremia 20:9, Ebrei 1:7;

la pienezza dello Spirito

Tutti furono riempiti di Spirito Santo …

“Furono riempiti” Luca utilizza un’altra simbologia biblica dello Spirito: l’acqua.

Giovanni 7:38, Proverbi 1:23, Isaia 33:21, Ezechiele 47

il parlare in altre lingue, evidenza iniziale del battesimo nello Spirito Santo

e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi

(“linguaggi strani”, Diodati):

le altre lingue profetizzate nell’AT : Isaia 28:11 , 1 Corinzi 14:21

le altre lingue annunciate dal Signore tra i segni che accompagneranno i credenti Marco 16:17

le altre lingue evidenza del battesimo nello Spirito Santo nella Chiesa degli Atti Atti 10:46

le altre lingue come segno per i non credenti 1 Corinzi 14:22 (lingue degli uomini)

le altre lingue come aiuto per il credente 1 Corinzi 14:4 , 13:1 (lingue degli uomini e degli

angeli) Romani 8:26

le altre lingue carisma dello Spirito per l’utile comune se interpretate 1 Corinzi 14:27-28

Paolo le definisce “un bel ringraziamento” 1 Corinzi 14:17 e tutti coloro che sono stati

battezzati nello Spirito Santo dovrebbero regolarmente utilizzare il dono che Dio ha loro fatto

La folla

5 Or a Gerusalemme soggiornavano dei Giudei, uomini religiosi di ogni nazione che è sotto il cielo…

Molti di quella folla presenta alla festa furono le “primizie della raccolta” erano Ebrei e Gentili

proseliti di almeno 15 nazioni diverse . Due diverse reazioni , due diversi atteggiamenti divisero quella

folla stupita:

gli stupiti che volevano capire «Che cosa significa questo?»

gli stupiti superficiali Ma altri li deridevano e dicevano: «Son pieni di vino dolce».

Se per la maledizione di Babele le lingue furono confuse e gli uomini dispersi (Genesi 11:5-9) a

Pentecoste tutti poterono comprendere le “grandi cose di Dio” e le diverse nazioni furono riunite dal

messaggio di Cristo.

Pietro predica il Vangelo (2:14-42)

2:14 Ma Pietro, levatosi in piedi con gli undici, alzò la voce e parlò loro così:

Pietro è il portavoce ma gli undici lo appoggiano in una manifestazione di silenziosa compattezza

Le lingue miracolose si interrompono per lasciare spazio alla predicazione 1 Corinzi 14:32-33

Pietro è una persona diversa, il pescatore è ora un predicatore autorevole

Lo stesso Pietro che 50 giorni prima per la paura aveva rinnegato il maestro Luca 22:54-57

Lo stesso Pietro che se ne stava con gli altri chiuso in casa Giovanni 20:19

ripieno dello Spirito appare trasformato in un’altra persona 1 Samuele 10:6

“questi non sono ubriachi…” le prime parole sono in difesa dei suoi fratelli

Pietro manifesta il cuore del “buon pastore” che pensa prima alle pecore, Giovanni 10:11-13

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Una predicazione autorevole non dipende:

dal grado dei cultura del predicatore Atti 4:13 (es. i primi missionari pentecostali in Italia )

dalla lunghezza o dalla complessità del sermone o dall’arte oratoria del predicatore 1 Corinzi 2:4

Una predicazione autorevole è caratterizzata :

dall’unzione del predicatore

dai forti contenuti biblici Atti 2:16 il messaggio di Pietro è sostenuto, imperniato , confermato

dalle Scritture dell’Antico Testamento che il popolo riconosceva come ispirate da Dio:

Gioele 2:28-29, Salmo 16:8-11, Salmo 110:11;

dal messaggio centrale : Gesù Cristo crocifisso e risorto! Atti 2:24;

solo Cristo è l’argomento della predicazione apostolica 1 Corinzi 1:22-24.

Pietro presenta Gesù come:

Il Nazareno : La sua umanità v.22; il nome Gesù era molto comune in Israele (Giosuè) ma

Pietro ne specifica la provenienza sostenuta dalle profezie Matteo 2:23. I profeti (Isaia 11:1 e

Zaccaria) definirono il Messia “Nazer”= “colui che è il RAMO” .

Vedi anche : Atti 3:6, Atti 4:10, Atti 22:8;

Il Crocifisso : la sua morte espiatoria v.23; la prescienza di Dio era stata rivelata ad Israele dalle

parole dei profeti che videro anticipatamente le sofferenze e la gloria del Cristo 1 Pietro 1:11.

Isaia 53:5, Salmo 22:16-18, 1 Corinzi 1:23;

Il Risorto : la sua gloria v.32; la resurrezione di Gesù è il tema principale della predicazione

della Chiesa degli Atti Romani 1:4 – Apocalisse 1:17-18 Atti 4:2 – Atti 4:33 –Atti 17:18;

Il Signore e Messia v.36; Egli è il Signore, Il Santo d’Israele, Il Messia promesso che ‘voi’

afferma coraggiosamente Pietro ‘avete crocifisso’ Daniele 9:26.

Pietro cita nel suo breve discorso tre testimonianze:

la testimonianza profetica di Davide

25 Infatti Davide dice di lui:"Io ho avuto il Signore continuamente davanti agli occhi,

la testimonianza degli apostoli

32 Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; di ciò, noi tutti siamo testimoni…

la testimonianza della Spirito Santo sparso sulla Chiesa

33 Egli dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre lo

Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite.

La convinzione dello Spirito

Atti 2:37 Udite queste cose, essi furono compunti nel cuore …

Ci troviamo di fronte al miracolo della “convinzione dei cuori” predetto dal Signore ai suoi prima della

sua morte: “Quando sarà venuto, convincerà il mondo” Giovanni 16:8-11

di peccato = “perché non credono in me” senza questa convinzione non c’è salvezza;

di giustizia = “perché vado al Padre” che Cristo è il Giusto, convince su ciò che è giusto fare;

di giudizio = il nemico “è stato giudicato” il nemico è sconfitto, giudicato e condannato.

Lo Spirito Santo rese “convincente” e penetrante il breve discorso di Pietro

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La domanda del cuore toccato dallo Spirito Santo

«Fratelli, che dobbiamo fare?»

Quando Paolo si rivolse al carceriere di Filippi non gli fece un discorsetto convincente tra le differenze

che correvano tra il suo culto pagano e il Vangelo …la sua “predica” l’aveva già fatta lodando Dio

nelle afflizioni … bastò un ”credi in Gesù” perché lo Spirito Santo stava già convincendo quel cuore.

Atti 16:29-31

Quando un cuore è sinceramente toccato dalla predicazione dell’Evangelo non si perderà in altre

domande ma avvertirà l’urgenza di una personale salvezza. La risposta di Pietro sarà chiara e sintetica:

Ravvedetevi 38 E Pietro a loro: «Ravvedetevi …

Non basta la “compunzione. Molti sono compunti ma non tutti si ravvedono - Luca 10:25

Il Ravvedimento è un’ imperativo della Bibbia. la richiesta di Dio all’uomo

Matteo 3:2 Giovanni Battista lo ha annunciato

Marco 1:15 Luca 13:1-5 Gesù lo ha predicato – perire o ravvedersi (due opzioni)

Significato del termine:

A.T. “shub” = tornare indietro, ritornare sulla strada giusta (conversione), tornare a Dio

Oggetto della predicazione profetica Isaia 55:7-8 Geremia 3:12

N.T. “metanoia” = cambiamento di pensiero , cambiare modo di pensare, ripensare

Rimettere in discussione quanto si è precedentemente creduto o pensato Efesini 4:22-23

Le tre fasi del ravvedimento esemplificate nella parabola del figlio prodigo:

Intellettuale Luca 15:17 Apprendere di non essere a posto

Emotivo Luca 15:18-19 Dolore per il peccato (non basta dirlo Esodo 9:27)

Pratico Luca 15:20 Coinvolge il nostro agire; è ritornare.

Battezzatevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo…

Il grande mandato del Signore comprende il battesimo in acqua di quanti avrebbero creduto in

Lui. Matteo 28:19-20 .

Gli Ebrei praticavano il battesimo dei “proseliti” da pagani al giudaesimo - il convertito stava in

piedi nell’acqua che gli arrivava al collo mentre gli veniva letta la Legge - dopo lo si immergeva

nell’acqua indicando che era stato purificato da ogni contaminazione e cominciava a vivere una

nuova vita come membro del popolo di Dio…

Il Battesimo cristiano ha un significato simbolico (Colossessi 2:12) perché rappresenta l’inizio

della vita spirituale, mentre la Cena del Signore è il rito di comunione e simboleggia la

continuazione della vita spirituale, la comunione con Cristo.

Il battesimo non salva - è la fede in Cristo che salva Marco 16:16

Le persone non vengono battezzate per essere salvate ma poiché sono salvate …

E’ per “chi ha creduto” - Atti 10:47– Atti 18:8

Il Battesimo, secondo la Parola di Dio, è:

un atto di ubbidienza al comandamento del Maestro

una pubblica confessione di fede in Cristo 1 Timoteo 6:12

l’adesione ufficiale alla Chiesa Atti 2:41

un patto che il credente fa con Dio, 1 Pietro 3:21, la “richiesta’ (domanda, impegno, patto,

promessa, contratto)

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Pag 12

Alcuni sono compunti si ravvedono ma stranamente indugiano ad identificarsi con la Chiesa…

41 Quelli che accettarono la sua parola furono battezzati… e in quel giorno furono aggiunte a

loro… la parola “accettarono” rivela la completa volontarietà che deve contraddistinguere la

scelta di essere battezzati.

Riceverete il dono dello Spirito Santo

e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. 39 Perché per voi è la promessa, per i vostri figli, e

per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà.

In Cristo la promessa del Padre è estesa a tutti gli uomini e a tutte le future generazioni.

Un primo quadro della vita della Chiesa di Gerusalemme (2:43-47)

42 Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel

rompere il pane e nelle preghiere. 2:43 Ognuno era preso da timore; e molti prodigi e segni erano fatti

dagli apostoli. 44 Tutti quelli che credevano stavano insieme e avevano ogni cosa in comune;45

vendevano le proprietà e i beni, e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno.46 E ogni

giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo

insieme, con gioia e semplicità di cuore, 47 lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Il

Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che venivano salvati.

Luca tratteggia le caratteristiche della neonata chiesa di Gerusalemme:

Perseverante nell’essere istruita erano desiderosi di conoscere la Parola di Dio

Perseverante nella comunione fraterna nella “koinonia” Salmo 133 ; erano ‘uno’

Perseverante nel rompere il pane la Cena del Signore era celebrata regolarmente

Perseverante nelle preghiere dove il Signore è all’opera c’è una chiesa che prega

Ognuno era preso da timore Il rispetto per Dio Atti 9:31, Eccl.12:15

Segni e prodigi erano manifesti tra di loro la presenza di Dio era tangibile

Vivevano insieme e si aiutavano ogni forma di egoismo era sparita

Partecipavano assidui alle riunioni non c’era bisogno di spingerli al culto

I sentimenti evidenti in questo popolo di neo-salvati erano:

la gioia 2 Corinzi 8_2, Filippesi 1:25

la semplicità Matteo 10:16 , Salmo 116:6

la lode a Dio Atti 3:8

ogni anima sinceramente convertita manifesta tali sentimenti.

Le caratteristiche della prima chiesa di Gerusalemme sono quelle di una Chiesa che cresce.

Il Signore ad una chiesa con tali caratteristiche poteva “aggiungere ogni giorno” nuove anime.

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La Chiesa e le autorità giudaiche (3:1-5:2)

Il tema principale di Atti cap. da 3 a 5 è la situazione di conflitto in cui vennero a trovarsi, a causa della

loro testimonianza, i primi cristiani nei confronti dei capi del giudaismo, i quali tentavano senza

riuscirvi di porre fine alla loro predicazione. 1

La guarigione dello zoppo (3:1-26)

Atti 3:1 Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera dell'ora nona 2 2 mentre si portava un

uomo, zoppo fin dalla nascita, che ogni giorno deponevano presso la porta del tempio detta «Bella»,

per chiedere l'elemosina a quelli che entravano nel tempio.

‘salivano al Tempio’ Inizialmente la comunità cristiana di Gerusalemme era ancora assidua sia alle

preghiere rituali stabilite dalla liturgia ebraica che al culto privato (Atti 2:46); in seguito alle prime

persecuzioni il culto cristiano si trasferì nelle “case”. (Atti 8:3 - 1 Corinzi 16:19)

Luca in poche parole dipinge davanti ai nostri occhi la scena.

Esistono tre ipotesi sulla identificazione della porta del Tempio detta ‘Bella’:

La porta ‘Shushan’ dal lato orientale delle mura che circondavano tutto il complesso del

Tempio e per la quale dall’esterno del Tempio si accedeva al ‘Cortile dei Gentili’

La porta ‘Nicanor’ in bronzo (descritta dallo storico Giuseppe Flavio e conosciuta anche come

‘Porta Corinzia) che dal ‘Cortile dei Gentili’ permetteva l’accesso al ‘Cortile delle donne’ (un

passaggio riservato esclusivamente agli Ebrei uomini e donne)

La porta ‘Nicanor’ delle fonti rabbiniche che è quella che divideva il ‘Cortile delle donne’ dal

‘Cortile di Israele’ riservato solo agli uomini giudei

Lo zoppo era invalido dalla nascita ed aveva più di quarant’anni (Atti 4:22); qualcuno lo “deponeva”

quotidianamente presso quella porta confidando in un posto di passaggio particolarmente propizio per

ricevere una elemosina. La sua condizione fisica era ritenuta dalla maggior parte come una forma di

giudizio (Giovanni 9:2) e sicuramente le sue sofferenze morali non erano state inferiori a quelle fisiche.

Forse aveva visto passare Gesù senza poter essere guarito; forse qualcuno gli aveva parlato del

paralitico di Betesda o di quello di Capernaum ma lui pensava che la buona sorte non lo avesse

considerato.

Gli Ebrei ritenevano giusto far precedere la preghiera dall’elemosina (Atti 10:2, Matteo 6:2-4).

Per la maggior parte dei malati invalidi dell’epoca l’elemosina era l’unica risorsa per sopravvivere e

Dio aveva stabilito che Israele dovesse prendersi cura dei questi bisognosi (Deuteronomio 15:11).

Pietro e Giovanni incrociano il pover’uomo, non tirano avanti con gli altri ma si fermano e gli fanno

un’invito: “Guarda noi!” richiamando la sua attenzione ; la chiesa degli inizi era sensibile non solo ai

bisogni spirituali ma anche a quelli materiali ( Atti 4:34, 6:1).

Un Nome potente

6 Ma Pietro disse: «Dell'argento e dell'oro io non ne ho; ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù

Cristo, il Nazareno, cammina!». 7 Lo prese per la mano destra, lo sollevò; e in quell'istante le piante

dei piedi e le caviglie gli si rafforzarono.

1 Gli ‘Atti degli Apostoli’ H.Marshall pag.108 2 Le tre pomeridiane

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Pag 14

Lo zoppo aspettava una monetina ma ebbe ciò che nessun uomo poteva ridargli: la salute del corpo e

dell’anima. Meglio essere dei poveri ricchi che dei ricchi poveri: Proverbi 13:7, Apocalisse 2:9.

Nel NT le guarigioni miracolose sono un elemento ricorrente sia nel ministerio del Signore Gesù che

nella Chiesa degli Atti ed ebbero un ruolo determinante nella propagazione della fede cristiana

(Giovanni 6:2); le guarigioni erano esplicitamente richieste in preghiera dagli apostoli come i segni che

accompagnavano e confermavano la predicazione. (Atti 4 :29)

“Quello che ho” Pietro era consapevole di avere un dono da parte di Dio, un dono da trasmettere:

Un segno per tutti ma senza precipitazione. Marco 16 :17, 1 Timoteo 5:22

Un carisma secondo la volontà e l’opera dello Spirito Santo. 1 Corinzi 12:9 ,28,30

Gesù poteva sanare ogni malattia Matteo 4 :23, Matteo 8 :16, Matteo 9 :35, Matteo 10 :1.

Imponendo le mani Luca 13 :13

Con la sola parola Giovanni .4:50

Facendosi toccare Marco 6 :56

Metodi particolari Marco 8 :23 “sputatogli negli occhi e impostegli le mani”

Pietro ricalca quanto aveva visto fare dal Signore e incoraggia la fede del cieco prendendolo per mano.

La fede nel “ Nome di Gesù” era la vera ricchezza della Chiesa

Pietro stesso darà in seguito la spiegazione: Atti 3:16

“nel nome di…” era un’espressione che può essere parafrasata in “con l’autorità di…”

Pietro ripieno di Spirito Santo rappresentava il Signore e agiva per conto del Signore.

8 E con un balzo si alzò in piedi e cominciò a camminare; ed entrò con loro nel tempio camminando,

saltando e lodando Dio. 9 Tutto il popolo lo vide che camminava e lodava Dio;10 e lo riconoscevano

per colui che sedeva a chiedere l'elemosina alla porta «Bella» del tempio; e furono pieni di meraviglia

e di stupore per quello che gli era accaduto.11 Mentre quell'uomo teneva stretti a sé Pietro e Giovanni,

tutto il popolo, stupito, accorse a loro al portico detto di Salomone.

Agli occhi dei presenti era ora rappresentato l’adempimento di Isaia 35:6

Il portico di Salomone

Pietro predica nel Tempio e indica Gesù come il Messia annunciato

Atti 3:12 Pietro, visto ciò, parlò al popolo, dicendo: «Uomini d'Israele, perché vi meravigliate di

questo? Perché fissate gli occhi su di noi, come se per la nostra propria potenza o pietà avessimo fatto

camminare quest'uomo? 13 Il Dio di Abraamo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha

glorificato il suo servo Gesù …

Di fronte alla folla sbalordita Pietro, con grande franchezza riporta l’attenzione di tutti sulla persona di

Cristo , che il Dio d’Israele ha glorificato. cfr. Esodo 3:15-16

La predicazione apostolica consisteva nell’annuncio di Cristo Atti 8:5

La tendenza della folla dei Giudei è simile a quella dei Gentili Atti 14:9-12

L’uomo tende sempre a glorificare la creatura Romani 1:25

… che voi metteste nelle mani di Pilato e rinnegaste davanti a lui, mentre egli aveva giudicato di

liberarlo. 14 Ma voi rinnegaste il Santo, il Giusto e chiedeste che vi fosse concesso un omicida; 15 e

uccideste il Principe della vita, che Dio ha risuscitato dai morti. Di questo noi siamo testimoni.

E’ da notare la grande franchezza di Pietro che accusa gli astanti in quanto Giudei di avere rinnegato e

ucciso il Messia, mentre Pilato, autorità romana, appare quasi giustificato nelle parole dell’apostolo.

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Pag 15

Pietro, come gli altri apostoli, legava la sua testimonianza alle profezie dell’AT ed al loro adempimento

in Cristo Gesù. (cfr 24). La Chiesa del primo secolo dava molta importanza alle profezie messianiche

ed il loro adempimento rappresentava una credenziale autorevole presso il popolo giudeo: Atti 18:28.

Gesù stesso fece spesso riferimento a tali profezie per dimostrare di essere il Messia atteso: Luca 7:22

I titoli del Messia

Pietro associa a Gesù il Nazareno i titoli che le Scritture dell’Antico Testamento attribuivano al Messia:

“Principe della vita” è invece un titolo nuovo , ben applicabile a Colui al quale non poteva essere tolta

la vita (Giovanni 10:17):

Il Servo v.13 Isaia 42:1-3

Il Santo v.14 Isaia 54:5

Il Giusto v.14 Isaia 53:11

Il Principe v.15 Isaia 9:5

Il Profeta v.22 Deuteronomio 18:15

Le profezie sul Cristo sofferente

18 Ma ciò che Dio aveva preannunziato per bocca di tutti i profeti, cioè, che il suo Cristo avrebbe

sofferto, egli lo ha adempiuto in questa maniera…

Le profezie sul “Messia trionfante” riguardano ancora l’avvenire, mentre quelle sul “Messia sofferente”

hanno già avuto nel passato il loro pieno adempimento. Si tratta al riguardo, di più di 330 profezie assai

esatte , letteralmente adempiute in Gesù di Nazaret.

Capitoli interi descrivono le sofferenze del Messia e il suo rigetto da parte d’Israele.

I capitoli di Isaia da 52:13 a 53:12 ( 750-700 a.C.) possono essere definiti a ragione “l’Evangelo

secondo Isaia” e per lungo tempo anche la letteratura rabbinica ha interpretato in maniera “messianica”

questi passi. Nel Salmo 22 (1000 a.C.), fu descritta fin nei minimi ed incomprensibili (almeno in quel

tempo) particolari la crocifissione del Messia. (presso gli Ebrei del tempo la crocifissione era un

supplizio sconosciuto). Di seguito le più significative:

profezia adempimento

Fu venduto per 30 monete d’argento Zaccaria 11:12 Matteo 26:14-15

Fu tradito da un amico Salmo 41:9 / Salmo 55:12-14 Matteo 26:47-50 /Giov.13:21-30

Con i 30 sicli si acquistò un campo Zaccaria 11:13 Matteo 27:3-10

I suoi discepoli lo abbandonarono Zaccaria 13:7 Matteo 26:56 / Marco 14:27

Fu accusato da falsi testimoni Salmo 35:11-12 Matteo 26:59-62

Fu maltrattato ed insultato Isaia 50:6 Matteo 26:67-68 / 27:30

Restò muto davanti ai suoi accusatori Isaia 53:7 / Sal 38:14 Mat.27:12 / 1 Pietro 2:23

Fu flagellato Salmo 129:3 Giovanni 19:1

Fu sfigurato dalle sofferenze Isaia 52:14 Giovanni 19:2

Furono forati le sue mani ed i suoi piedi Salmo 22:16 Luca 23:33 - Giov.20:25

Fu crocifisso tra due malfattori Isaia 53:12 Luca 23:32

Intercedette per i suoi persecutori Isaia 53:12 Luca 23.34

Il popolo scuoteva la testa davanti a Lui Salmo 22:7 Matteo 27:39

Si beffarono di Lui Salmo 22:8 Matteo 27:41-43

Le sue vesti furono divise e sorteggiate Salmo 22:18 Giovanni 19:23-24

Gridò a Dio “Perchè mi hai abbandonato?” Salmo 22:1 Matteo 27:46

Gli offrirono fiele ed aceto Salmo 69:21 Matteo 27:33-34 / Giov.19:29

Le sue ossa non furono spezzate Salmo 34:19-20/ Es.12:46 Giovanni 19:31-33

Il suo costato fu trafitto Zaccaria 12:10 Giovanni 19:34

Fu sepolto nel sepolcro di un ricco Isaia 53:9 Matteo 27:57-60

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Pag 16

Le profezie sul Cristo che deve ritornare

19 Ravvedetevi dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati 20 e affinché vengano

dalla presenza del Signore dei tempi di ristoro e che egli mandi il Cristo che vi è stato predestinato,

cioè Gesù, 21 che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose; di cui

Dio ha parlato fin dall'antichità per bocca dei suoi santi profeti

il ravvedimento e la conversione sono indispensabili per essere redenti, riabilitati, perdonati (Atti 2:38)

“tempi di refrigerio” Pietro accenna al tempo della “restaurazione di tutte le cose” legato al ritorno di

Cristo. Il ravvedimento di Israele come nazione precederà il ritorno del Signore (Zaccaria 12:10,14:5

Matteo 23:39). Al di là delle profezie future c’è un “tempo di ristoro” spirituale , attuale e presente, che

riguarda tutti quelli che ravvedendosi ottengono il perdono e la cancellazione dei loro peccati .

L’arresto di Pietro e Giovanni (4:1-22)

Atti 4:1 Mentre essi parlavano al popolo, giunsero i sacerdoti, il capitano del tempio e i sadducei, 2

indignati perché essi insegnavano al popolo e annunziavano in Gesù la risurrezione dai morti. 3

Misero loro le mani addosso, e li gettarono in prigione fino al giorno seguente, perché era già sera. 4

Ma molti di coloro che avevano udito la Parola credettero; e il numero degli uomini salì a circa

cinquemila. 5 Il giorno seguente, i loro capi, con gli anziani e gli scribi, si riunirono a Gerusalemme, 6

con Anna, il sommo sacerdote, Caiafa, Giovanni, Alessandro e tutti quelli che appartenevano alla

famiglia dei sommi sacerdoti. 7 E, fatti condurre in mezzo a loro Pietro e Giovanni, domandarono:

«Con quale potere o in nome di chi avete fatto questo?»

Le prime opposizioni (4:1-7)

Più volte il Signore aveva avvisato i suoi discepoli delle persecuzioni e delle opposizioni che avrebbero

incontrato nell’annunciare l’Evangelo. Marco 13:9 – Matteo 10:17 – Giovanni 15:20 – 2 Timoteo 3:12

Ad interrompere l’opera di evangelizzazione è l’intervento dei Sacerdoti che officiavano nell’area del

Tempio, del capitano e della “polizia militare” distaccata sul luogo e dei Sadducei.

Le principali sette ebraiche del tempo citate dal Nuovo Testamento:

Farisei (santi-separati) erano la setta più influente, controllavano il culto delle sinagoghe ed

erano gli interpreti ufficiali della Legge, che nel tempo avevano arricchito con la loro

tradizione orale. L’intero cap.23 di Matteo è dedicato al giudizio di Gesù sui Farisei

formalisti e ipocriti riassunto in ben 8 “Guai a voi”; dicevano ma non facevano,

rendevano pesante l’esistenza al prossimo, cercavano solo l’approvazione degli uomini.

Matteo 23:24, 2 Timoteo 3:5.

Sadducei (discendenti di Sadoc) erano il partito delle ricche e influenti famiglie sacerdotali;

oppositori dei farisei, non credevano all’immortalità dell’anima e alla risurrezione dei

morti; erano razionalisti e materialisti seguaci dall’ellenismo Matteo 22:23-29, Atti 23:6-

8, Atti 5:17

erano indignati e disturbati dalla predicazione degli apostoli.

Zeloti erano il “braccio armato” e rivoluzionario delle sette ebraiche, ala estremista dei Farisei

per loro patriottismo fanatico e religione erano inseparabili Luca 6:15.

Erodiani Erano probabilmente giudei che occupavano posti importanti appoggiando i vari re

Erode e di riflesso anche gli occupanti romani. Marco 12:13, Matteo 22:16.

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Pag 17

Esseni non sono citati nel NT. Conducevano una esistenza di tipo ‘monastico’ e a loro

dobbiamo la redazione e la conservazione dei rotoli di Qumram.

L’opera di Dio riscuote da sempre l’opposizione delle forze delle tenebre ma ricordiamo le 3 leggi delle

"porte aperte":

Il Signore apre una porta a chi è disposto a muoversi per fede 2 Corinzi 2:12

Quando Dio apre una porta aspettiamoci delle opposizioni! 1 Corinzi 16:9

Quando è Dio ad aprire la porta nessuno potrà chiuderla! Apocalisse 3:8

L’opposizione dei capi dei giudei non frena la sorprendente crescita della giovane chiesa che dopo

l’episodio fa un balzo numerico di 2000 nuovi credenti (in Atti 2:41 erano 3000)

Pietro e Giovanni davanti al Sinedrio (4:8-22)

Atti 4:8 Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani,

Pietro trascinato con Giovanni davanti al sinedrio manifesta coraggio e determinazione nella difesa

della verità. La “pienezza” dello Spirito era alla base e all’inizio della sua replica (di non + di 30

secondi) al sinedrio. E’ significativo che prima delle parole “disse loro” vengono le parole “pieno di

Spirito” a dimostrazione che un discorso spiritualmente convincente ha questa caratteristica di base

1 Tessalonicesi 1:5. E’ la forza della convinzione che viene dallo Spirito Santo (Giovanni 16:8).

Quel giorno, per la prima volta, i discepoli realizzavano la promessa del Signore di Marco 13:9-11.

Se oggi siamo esaminati a proposito di un beneficio fatto a un uomo infermo…

ironicamente Pietro sottolinea l’assurdità di quel tribunale umano; altre volte i farisei avevano cercato

di accusare il Signore stesso per i miracoli compiuti: Marco 3:1-6

11 Egli è "la pietra che è stata da voi costruttori rifiutata, ed è divenuta la pietra angolare".

Pietro continua a citare le Scritture a sostegno del suo discorso (Salmo 118:22)

Il breve discorso di Pietro ci conferma l’importanza condire le nostre parole con il “sale” della Scrittura

Colossesi 4:4-6 poche istruzioni bibliche sul tema “come devo rispondere?”

12 In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli

uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati»

Pietro sottolinea che non c’è salvezza al di fuori da Cristo ; non tutte le strade portano a al vero Dio.

Il relativismo e il sincretismo religioso, pericolosamente accarezzati, da alcune parti della cristianità è

in netto contrasto con le affermazioni categoriche della Scrittura. Giovanni 14:6 – Isaia 43:11

13 Essi, vista la franchezza di Pietro e di Giovanni, si meravigliavano, avendo capito che erano

popolani senza istruzione; riconoscevano che erano stati con Gesù e,14 vedendo l'uomo che era stato

guarito, lì presente con loro, non potevano dir niente in contrario.

La franchezza (sicurezza, schiettezza, certezza, sincerità) spirituale è il risultato della pienezza dello

Spirito Santo, (Atti 4:31) che dà autorità alle nostre parole ed anche il mondo la riconosce.

15 Ma, dopo aver ordinato loro di uscire dal sinedrio, si consultarono gli uni gli altri dicendo:16 «Che

faremo a questi uomini? Che un evidente miracolo sia stato fatto per mezzo di loro, è noto a tutti gli

abitanti di Gerusalemme, e noi non possiamo negarlo.

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Pag 18

I membri del sinedrio sono la palese dimostrazione che un cuore incredulo non si piega neppure di

fronte all’evidenza dei fatti (come avevano fatto con Gesù) ma la loro malafede sarà la loro condanna.

17 Ma, affinché ciò non si diffonda maggiormente tra il popolo, ordiniamo loro con minacce di non

parlar più a nessuno nel nome di costui».18 E, avendoli chiamati, imposero loro di non parlare né

insegnare affatto nel nome di Gesù. 19 Ma Pietro e Giovanni risposero loro: «Giudicate voi se è

giusto, davanti a Dio, ubbidire a voi anziché a Dio. 20 Quanto a noi, non possiamo non parlare delle

cose che abbiamo viste e udite». 21 Ed essi, minacciatili di nuovo, li lasciarono andare, non trovando

assolutamente come poterli punire, a causa del popolo; perché tutti glorificavano Dio per quello che

era accaduto. 22 Infatti l'uomo in cui questo miracolo della guarigione era stato compiuto aveva più di

quarant'anni.

Il grande mandato e comandamento del Signore alla sua Chiesa è: predicate il vangelo! Marco 16:15

Le parole del sinedrio potrebbero ben rappresentare il pensiero di tutte quelle “forze spirituali della

malvagità” che vorrebbero chiudere la bocca che testimonia di Cristo ma in ogni dove i veri discepoli

del Signore continuano a fare la medesima coraggiosa scelta: ‘ubbidire a Dio’.

La Parola richiede la nostra sottomissione e ubbidienza alle autorità umane:

Alle autorità civili Tito 3:1, 1 Pietro 2:13

Ai datori di lavoro 1 Pietro 2:18, Colossesi 3:22

Ai responsabili della chiesa Ebrei 13:17

Tale nostra ubbidienza è dovuta fino al momento nel quale la volontà dell’uomo entra in contrasto con

la volontà di Dio : Daniele 3:1-6 /18 , Daniele 6:10, Esodo 1:15-17

La preghiera dei discepoli (4:23-31)

Atti 4:23 Rimessi quindi in libertà, vennero ai loro, e riferirono tutte le cose che i capi dei sacerdoti e

gli anziani avevano dette. 24 Udito ciò, essi alzarono concordi la voce a Dio, e dissero: «Signore, tu

sei colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi; 25 colui che mediante lo

Spirito Santo ha detto per bocca del tuo servo Davide, nostro padre: "Perché questo tumulto fra le

nazioni, e i popoli meditano cose vane? 26 I re della terra si sono sollevati, i principi si sono riuniti

insieme contro il Signore e contro il suo Cristo". 27 Proprio in questa città, contro il tuo santo

servitore Gesù, che tu hai unto, si sono radunati Erode e Ponzio Pilato, insieme con le nazioni e con

tutto il popolo d'Israele, 28 per fare tutte le cose che la tua volontà e il tuo consiglio avevano

prestabilito che avvenissero. 29 Adesso, Signore, considera le loro minacce, e concedi ai tuoi servi di

annunziare la tua Parola in tutta franchezza, 30 stendendo la tua mano per guarire, perché si facciano

segni e prodigi mediante il nome del tuo santo servitore Gesù» 31 Dopo che ebbero pregato, il luogo

dove erano riuniti, tremò; e tutti furono riempiti dello Spirito Santo, e annunziavano la Parola di Dio

con franchezza.

Reazioni spirituali

23 Rimessi quindi in libertà, vennero ai loro, e riferirono tutte le cose che i capi dei sacerdoti e gli

anziani avevano dette. 24 Udito ciò, essi alzarono concordi la voce a Dio …

Come reagiva la Chiesa degli Atti alle minacce e alle ingiustizie ? Molto spesso le nostre reazioni non

sono quelle della Chiesa degli Atti. Ci inquietiamo, ci offendiamo, ci adiriamo … o preghiamo ?

alcune reazioni bibliche:

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Pag 19

Ezechia alle minacce di Rabsake Isaia 37:14

Daniele alle minacce del decreto di Dario Daniele 6:10

Davide alle minacce di Saul Salmo 57:1

Una preghiera del primo secolo (4:24-30)

24 Udito ciò, essi alzarono concordi la voce a Dio dissero: «Signore, tu sei colui che ha fatto il cielo,

la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi …

E’ molto interessante considerare come la Chiesa degli Atti pregava; non ci è detto chi nel frangente fu

il portavoce, forse Pietro … ma la caratteristica è la “concordia” o il “pari consentimento” che rende

quella preghiera presentata da un solo uomo come elevata da tutti i presenti.

una preghiera che glorifica Dio v.24 Luca 11:2

una preghiera spontanea sincera, che parte dal cuore Marco 7:6

una preghiera udibile 1 Corinzi 14:15-16 per poter dire “Amen”

una preghiera breve dura meno di un minuto

25 colui che mediante lo Spirito Santo ha detto per bocca del tuo servo Davide, nostro padre:"

anche nella preghiera Pietro (?) cita la Scrittura (Salmo 2)

viene ribadita l’ispirazione divina della Scrittura 2 Pietro 1:21

27 Proprio in questa città, contro il tuo santo servitore Gesù, che tu hai unto, si sono radunati Erode e

Ponzio Pilato, insieme con le nazioni e con tutto il popolo d'Israele, 28 per fare tutte le cose che la tua

volontà e il tuo consiglio avevano prestabilito che avvenissero.

davanti al rifiuto del Messia tutti sono colpevoli anche gli astenuti e i neutrali (Pilato) Giacomo 4:17

29 Adesso, Signore, considera le loro minacce, e concedi ai tuoi servi di annunziare la tua Parola in

tutta franchezza, 30 stendendo la tua mano per guarire, perché si facciano segni e prodigi mediante il

nome del tuo santo servitore Gesù»

La chiesa implora Dio non di essere liberata dalle minacce ma di poter annunciare la Parola con

franchezza e con potenza. Dio conferma l’annuncio della sua Parola aggiungendo la “sua

testimonianza” alla nostra. Marco 16:20 , Atti 14:3, Ebrei 2:4.

31 Dopo che ebbero pregato, il luogo dove erano riuniti, tremò; e tutti furono riempiti dello Spirito

Santo, e annunziavano la Parola di Dio con franchezza.

Quella breve preghiera raggiunge l’immediata risposta del cielo. La sala di culto trema per la presenza

di Dio e di nuovo i discepoli ricevono un nuovo “riempimento” dello Spirito.

Non si può vivere sulle esperienze del passato. La “pienezza” dello Spirito Santo è una esperienza che

si deve rinnovare continuamente in preghiera. I discepoli ricevono una nuova unzione e la desiderata

franchezza (parrhesia : franchezza, audacia, sicurezza di sé ; Atti 19:8, Efesini 6:19, Ebrei 3:6)

in risposta al loro desiderio di annunciare il Vangelo.

Un secondo quadro della vita della Chiesa di Gerusalemme (4:32-37)

Una chiesa generosa

32 La moltitudine di quelli che avevano creduto era d'un sol cuore e di un'anima sola; non vi era chi

dicesse sua alcuna delle cose che possedeva ma tutto era in comune tra di loro.

La Chiesa di Gerusalemme era ormai divenuta un grande popolo di almeno 10.000 anime.

L’opera dello Spirito Santo è rendere di un “solo cuore” quella moltitudine. Giovanni 17:21

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“tutto era in comune tra di loro.” La vera benedizione spirituale, il vero riempimento dello Spirito fa

di noi delle persone generose; dove c’è egoismo, dove c’è “cupidigia” non c’è la presenza dell’Iddio

della generosità. Giovanni 3:16, Giacomo 1:5. L’attuazione del comandamento divino era presa alla

lettera tanto che non c'era nessun bisognoso tra di loro Deuteronomio 15.7-11. La Chiesa suppliva ai

bisogni dei credenti. Il pensiero di quella moltitudine era: “ciò che è mio è anche tuo” e tutto appartiene

a Dio. Ogni forma di egoismo era stata eliminata e abrogata in mezzo a loro e l’amore non era solo

predicato ma praticato in maniera evidente per tutti. Anche la fede in un imminente ritorno del Signore

era concretamente vissuta e visibile in quella condivisione di beni.

Una chiesa stimata dalla gente

33 Gli apostoli, con grande potenza, rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù; e

grande grazia era sopra tutti loro…

Una chiesa spiritualmente unita e praticamente generosa gode del favore di Dio. Esiste un tremendo

contrasto tra quello che “è sopra” i credenti e quello che è sopra gli increduli Giovanni 3:36.

Ma il verso può essere anche tradotto: “e grande era la stima” o “grande era la simpatia per tutti loro”

La Chiesa era stimata dalla gente; non dovrebbe forse il nostro comportamento renderci stimati nel

mondo?

Una chiesa gioiosa di dare

34 Infatti non c'era nessun bisognoso tra di loro; perché tutti quelli che possedevano poderi o case li

vendevano, portavano l'importo delle cose vendute, 35 e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi,

veniva distribuito a ciascuno, secondo il bisogno. 36 Or Giuseppe, soprannominato dagli apostoli

Barnaba (che tradotto vuol dire: Figlio di consolazione), Levita, cipriota di nascita, 37 avendo un

campo, lo vendette, e ne consegnò il ricavato deponendolo ai piedi degli apostoli.

Il dare non era imposto ai credenti ma il frutto spontaneo dello Spirito.

Era molto di più della ‘decima’ dell’AT, quei cristiani erano disposti a privarsi non del “superfluo” ma

del necessario per venire incontro ai bisogni degli altri. Marco 12:42-44 e nessuno di quelli che offrono

generosamente per l’opera di Dio impoverirà mai: 2 Corinzi 9:6, Malachia 3:10-12, Proverbi 19:17.

Il credente sente il bisogno di «dare» per compiere, attraverso quest’azione, un atto di gratitudine e di

adorazione davanti a Colui che ha dato. 3

“ai piedi degli apostoli”. “Notiamo che il danaro veniva portato ai piedi degli apostoli e non dati

direttamente ai bisognosi. Lo stesso principio deve valere anche oggi. Il danaro va messo nella cassa

comune e i fratelli preposti hanno la responsabilità di gestirlo secondo i bisogni. Da quest’introduzione

nasce il racconto di Anania e Saffira. Barnaba viene preso in esame per contrastare il suo

comportamento con quello della coppia infausta.” 4

Sebbene la chiesa degli Atti, rimanga la “chiesa modello”, non poteva albergare la perfezione.

Poiché la “perfezione” non è ancora venuta 1Corinzi 13:10

Il ‘Regno dei cieli’ delle parabole del Signore è un insieme dove possono convivere e confondersi:

il buon seme e la zizzania Matteo 13:26

la farina e il lievito Luca 13:21

pesce buono e pesce da scartare Matteo 13:47

3 Roberto Bracco 4 Studi sugli Atti. Antonio Rozzini

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In tal modo la Chiesa di Gerusalemme poteva annoverare contemporaneamente tra i propri membri

Barnaba, Anania e Saffira. Fino ad allora i problemi erano pervenuti unicamente dall’ambiente esterno,

ma dal capitolo 5 Luca testimonia delle prime crisi che la giovane chiesa dovette affrontare per motivi

interni ad essa.

Barnaba l’incoraggiatore

Giuseppe detto Barnaba è segnalato come esempio dello spirito di generosità che permeava la chiesa:

Era un Levita e quindi ebreo che poteva partecipare ad alcune delle cerimonie del tempio.

Era cipriota, e l’isola di Cipro fu la prima tappa dei viaggi missionari di Paolo Atti 13:4

Aveva parenti a Gerusalemme Colossesi 4:10, Atti 12:12.

E’ emblematico il soprannome datogli dagli apostoli: “figlio di consolazione o di incoraggiamento”.

Evidentemente la sua caratteristica principale era quella di saper consolare e incoraggiare i credenti.

(fu l’incoraggiatore di Paolo Atti 9:26-27 e del cugino Marco Atti 15:36-39, cfr 2 Timoteo 4:11)

“Possiamo chiederci quale soprannome sarebbe dato a noi dagli apostoli. Quale caratteristica spicca in

noi? Facciamo in maniera che anche noi veniamo conosciuti per le qualità positive, come

l’incoraggiamento e la generosità, e non negativa come la critica o l’egoismo o altro”. 5

Il peccato di Anania e Saffira (5:1-11)

5:1 Ma un uomo di nome Anania, con Saffira sua moglie, vendette una proprietà, 2 e tenne per sé parte

del prezzo, essendone consapevole anche la moglie; e, un'altra parte, la consegnò, deponendola ai

piedi degli apostoli.

Non sappiamo nulla di loro. Quando si erano convertiti ? Il giorno di Pentecoste ? in seguito ? Erano

con gli altri testimoni della grazia e della potenza che era sopra quella Chiesa; di sicuro erano

conosciuti ed entravano nei luoghi d’incontro liberamente. cfr. vs. 3, 7.

Se giudicassimo Anania per quello che ha dato (forse il 50%?) dovremmo elogiarne il comportamento.

La “decima” rappresenta un riferimento dell’A.T. (Malachia 3:10) che in Cristo viene ampiamente

superato (Romani 12:1) sebbene per molti di noi rappresenti ancora il parametro di riferimento.

Dare in proporzione delle proprie possibilità 1 Corinzi 16:2 - 2 Corinzi 8:11

Dare il necessario e non il superfluo Luca 21:4 – 1 Cronache 21:24

Dare con gioia e spontaneità 2 Corinzi 9:7

Dare gratuitamente Matteo 10:8

3 Ma Pietro disse: «Anania, perché Satana ha così riempito il tuo cuore da farti mentire allo Spirito

Santo e trattenere parte del prezzo del podere? 4 Se questo non si vendeva, non restava tuo? E una

volta venduto, il ricavato non era a tua disposizione? Perché ti sei messo in cuore questa cosa? Tu non

hai mentito agli uomini ma a Dio». 5 Anania, udendo queste parole, cadde e spirò. E un gran timore

prese tutti quelli che udirono queste cose.6 I giovani, alzatisi, ne avvolsero il corpo e, portatolo fuori,

lo seppellirono. 7 Circa tre ore dopo, sua moglie, non sapendo ciò che era accaduto, entrò. 8 E Pietro,

rivolgendosi a lei: «Dimmi», le disse, «avete venduto il podere per tanto?» Ed ella rispose: «Sì, per

tanto». 9 Allora Pietro le disse: «Perché vi siete accordati a tentare lo Spirito del Signore? Ecco, i

piedi di quelli che hanno seppellito tuo marito sono alla porta e porteranno via anche te». 10 Ed ella

5 Studi sugli Atti. Antonio Rozzini

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in quell'istante cadde ai suoi piedi e spirò. I giovani, entrati, la trovarono morta; e, portatala via, la

seppellirono accanto a suo marito. 11 Allora un gran timore venne su tutta la chiesa e su tutti quelli

che udivano queste cose.

Chi ha rivelato a Pietro la menzogna di Anania? Siamo certamente in presenza di un “carisma” dello

Spirito Santo - la “parola di conoscenza” e il “discernimento degli spiriti” 1 Corinzi 12:8

Pietro sottolinea inoltre la completa spontaneità delle offerte presentate. Il peccato di Anania non

consistette nella misura della percentuale trattenuta ma nel “mentire allo Spirito Santo” che equivale a

“mentire a Dio.”

La pratica della menzogna è duramente condannata dalla Parola

Ha nel nemico di Dio il loro padre Giovanni 8:44

Dio odia la menzogna Proverbi 6:16-19, Isaia 58:9, Efesini 4:25 ed ama la sincerità Salmo 15:1-2

Gli ipocriti e i bugiardi riceveranno un severissimo giudizio Matteo 24:51, Apocalisse 21:8

Può sembrare un giudizio eccessivamente severo. Eppure evidenzia la somma serietà di Dio. Dio non

può essere ingannato, e chi tenta di ingannarLo non rimarrà impunito. Galati 6:7

L’episodio richiama un’altra triste storia: quella di Acan (Giosuè 7).

Acan mente nascondendo l’interdetto nella sua tenda ed è causa di sconfitta per Israele

Acan viene smascherato direttamente da Dio

Acan viene punito severamente

I due episodi avvengono in due inizi differenti: la conquista di Canaan e la prima Chiesa perché il

giudizio inizia dalla ‘casa di Dio’ (1 Pietro 4:17).

Sia Israele che la chiesa avevano bisogno di questo solenne avvertimento. Non possiamo scherzare con

le cose di Dio. Certo, vi sono stati altri Acan in Israele ed altri Anania nella chiesa. Non sono morti

subito come in questi casi ma Acan e Anania restano un solenne ricordo che chi tenta di ingannare Dio

ne dovrà subire le conseguenze eterne. Ci saranno sempre Acan ed Anania nelle chiese, e non verranno

tutti puniti con la morte fulminante. Da allora in poi solo chi voleva sinceramente convertirsi avrebbe

avuto il coraggio di unirsi ai credenti.

Pietro dà a Saffira ampia possibilità di ammettere la verità. Purtroppo, in pieno accordo con il marito,

anche lei si rende colpevole “mentendo a Dio” e ne paga le conseguenze.

Anche Saffira morì. Fu seppellita accanto al marito. Uniti nella vita e nella morte. Un matrimonio con

tutte le premesse per riuscire, ma che ad un certo punto fu preso in mano da Satana e diretto alla morte.

Luca propone il risultato salutare dell’episodio. Da quel momento nessuno più cercava di ingannare o

prendere le cose di Dio alla leggera. (Atti 5:11) 6

6 Studi sugli Atti. Antonio Rozzini

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Pag 23

La continua crescita della chiesa (5:12-16)

12 Molti segni e prodigi erano fatti tra il popolo per le mani degli apostoli; e tutti di comune accordo

si ritrovavano sotto il portico di Salomone. 13 Ma nessuno degli altri osava unirsi a loro; il popolo

però li esaltava. 14 E sempre di più si aggiungevano uomini e donne in gran numero, che credevano

nel Signore; 15 tanto che portavano perfino i malati nelle piazze, e li mettevano su lettucci e giacigli,

affinché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra ne coprisse qualcuno. 16 La folla accorreva

dalle città vicine a Gerusalemme, portando malati e persone tormentate da spiriti immondi; e tutti

erano guariti.

Il brano si lega direttamente alla preghiera di Atti 4:30. Il Signore concedeva alla sua chiesa segni e

prodigi che non erano amministrati solo da alcuni ma da tutti gli apostoli. In questo troviamo un

adempimento delle parole del Signore (Giovanni 14:12).

Era ancora il tempio, sotto il grande portico di Salomone, era il luogo di raduno preferito dalla Chiesa.

Sicuramente lo spazio lo permetteva ed ancora non erano iniziate le persecuzioni violente che in

seguito spinsero la chiesa ad organizzarsi nelle case.

13 Ma nessuno degli altri osava unirsi a loro. Solo chi accettando Cristo, entrava ufficialmente nel

numero dei credenti si univa a quella chiesa. Tutti gli ‘altri’ (i non discepoli’ i ‘non credenti’

Luca 8:10) si tenevano alla larga ma non potevano fare a meno di ammirare le opere che la chiesa

manifestava.

Inevitabilmente la chiesa continuava a crescere; il ministero degli apostoli era circoscritto in

Gerusalemme e la gente si spostava dalle città vicine per portare i malati a contatto con la potenza che

operava attraverso di loro e ‘tutti’ erano guariti. Solo nel ministerio di Cristo si era visto un tale

successo di liberazioni (Luca 6:19).

Ci si chiede come sia stato possibile che le autorità giudaiche e una buona parte degli abitanti della città

di fronte a una tale manifestazione di potenza dall’alto siano rimasti nella loro incredulità e nella loro

indifferenza. L’unica risposta è che il ‘cuore dell’uomo è insanabilmente maligno’ e solo quando si

arrende, si umilia e invoca il nome del Signore può essere guarito. (Geremia 17:9).

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Pag 24

Il secondo arresto degli apostoli (5:17-42)

La predicazione inarrestabile

17 Il sommo sacerdote e tutti quelli che erano con lui, cioè la setta dei sadducei, si alzarono, pieni di

invidia, 18 e misero le mani sopra gli apostoli e li gettarono nella prigione pubblica. 19 Ma un angelo

del Signore, nella notte, aprì le porte della prigione e, condottili fuori, disse:20 «Andate, presentatevi

nel tempio e annunziate al popolo tutte le parole di questa vita». 21 Essi, udito ciò, entrarono sul far

del giorno nel tempio, e insegnavano. Ora il sommo sacerdote e quelli che erano con lui vennero,

convocarono il sinedrio e tutti gli anziani del popolo d'Israele, e mandarono alla prigione per far

condurre davanti a loro gli apostoli. 22 Ma le guardie che vi andarono non li trovarono nella

prigione; e, tornate, fecero il loro rapporto, 23 dicendo: «La prigione l'abbiamo trovata chiusa con

ogni diligenza, e le guardie in piedi davanti alle porte; abbiamo aperto, ma non abbiamo trovato

nessuno dentro».

“Pieni di invidia” Luca descrive in poche parole il movente che animò l’opposizione sempre più

violenta di quelle autorità giudaiche, lo stesso evidente motivo che spinse capi sacerdoti a chiedere la

crocifissione di Gesù (Marco 15:10)

Il miracolo della liberazione dal carcere doveva essere un segno per le autorità un’altra manifestazione

di grazia a dimostrazione che stavano combattendo contro quel Dio che sostenevano di adorare.

Un angelo del Signore (Ebrei 1:14) li libera e li incoraggia a continuare a predicare tutte le parole

relative alla vita o alla salvezza. Tale segni non si sarebbero verificati sempre (forse qualche cristiano

iniziava a pensare a una sorta di invulnerabilità non prevista (Matteo 24:9) ) anzi la giovane chiesa

avrebbe molto presto dovuto affrontare l’odio del mondo e tutta la durezza della persecuzione e

secondo la tradizione tutti gli apostoli moriranno martirizzati ad eccezione forse del solo Giovanni.

Le autorità perplesse

24 Quando il capitano del tempio e i capi dei sacerdoti udirono queste cose, rimasero perplessi sul

conto loro, non sapendo cosa ciò potesse significare. 25 Ma sopraggiunse uno che disse loro: «Ecco,

gli uomini che voi metteste in prigione, sono nel tempio, e stanno insegnando al popolo». 26 Allora il

capitano, con le guardie, andò e li condusse via, senza far loro violenza, perché temevano di essere

lapidati dal popolo. 27 Dopo averli portati via, li presentarono al sinedrio; e il sommo sacerdote li

interrogò, 28 dicendo: «Non vi abbiamo forse espressamente vietato di insegnare nel nome di costui?

Ed ecco, avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina, e volete far ricadere su di noi il sangue di

quell'uomo». 29 Ma Pietro e gli altri apostoli risposero: «Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini.

30 Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù che voi uccideste appendendolo al legno 31 e lo ha

innalzato con la sua destra, costituendolo Principe e Salvatore, per dare ravvedimento a Israele, e

perdono dei peccati. 32 Noi siamo testimoni di queste cose; e anche lo Spirito Santo, che Dio ha dato a

quelli che gli ubbidiscono».

Di fronte al sinedrio Pietro, con grande fermezza, ribadisce il concetto già espresso durante il suo primo

arresto (Atti 4:19):

dobbiamo ubbidire a Dio e non agli uomini

Dio ha risuscitato Gesù che voi avete ucciso

Dio ha innalzato Gesù alla sua destra

noi siamo i suoi testimoni

lo Spirito Santo (con i segni e prodigi) è testimone

Il disprezzo per la persona del Signore Gesù è palpabile nelle parole del sommo sacerdote che evita

addirittura di pronunciarne il nome definendolo ‘costui’ e ‘quell’uomo’.

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Pag 25

Leggendo questo passo identifichiamo gli “uomini” con gli avversari della fede: i sadducei i Farisei, gli

iracondi invidiosi ma in realtà ‘gli uomini’ sono una categoria più vasta e tra di loro rientrano anche

gli amici, i parenti, i coniugi e a volte i fratelli stessi (Galati 2:11); gli ‘uomini’ in buona o cattiva fede

potrebbero trascinarci fuori dal sentiero della volontà di Dio. L’ubbidienza non è la strada più facile ma

solo chi la pratica riceve il dono dello Spirito Santo.

Il consiglio di Gamaliele

33 Ma essi, udendo queste cose fremevano d'ira, e si proponevano di ucciderli. 34 Ma un fariseo, di

nome Gamaliele, dottore della legge, onorato da tutto il popolo, alzatosi in piedi nel sinedrio, comandò

che gli apostoli venissero un momento allontanati. 35 Poi disse loro: «Uomini d'Israele, badate bene a

quello che state per fare circa questi uomini. 36 Poiché, prima d'ora, sorse Teuda, dicendo di essere

qualcuno; presso di lui si raccolsero circa quattrocento uomini; egli fu ucciso, e tutti quelli che gli

avevano dato ascolto furono dispersi e ridotti a nulla. 37 Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, ai giorni

del censimento, e si trascinò dietro della gente; anch'egli perì, e tutti quelli che gli avevano dato

ascolto furono dispersi. 38 E ora vi dico: tenetevi lontani da loro, e ritiratevi da questi uomini; perché,

se questo disegno o quest'opera è dagli uomini, sarà distrutta; 39 ma se è da Dio, voi non potrete

distruggerli, se non volete trovarvi a combattere anche contro Dio». 40 Essi furono da lui convinti; e

chiamati gli apostoli, li batterono, ingiunsero loro di non parlare nel nome di Gesù e li lasciarono

andare. 41 Essi dunque se ne andarono via dal sinedrio, rallegrandosi di essere stati ritenuti degni di

essere oltraggiati per il nome di Gesù. 42 E ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano di

insegnare e di portare il lieto messaggio che Gesù è il Cristo.

Il Sinedrio

Il Sinedrio era la Corte Suprema della giustizia giudaica; aveva il compito di amministrare la giustizia

interpretando e applicando la Torah, tanto orale che scritta. Allo stesso tempo rappresentava il popolo

ebreo davanti all’autorità romana. Secondo un’antica tradizione era composto di settantuno membri,

che avevano ereditato, secondo quanto si credeva, i compiti svolti dai settanta anziani che aiutavano

Mosè nell’amministrazione della giustizia, più lo stesso Mosè. Si sviluppò, integrando rappresentanti

della nobiltà sacerdotale e delle famiglie più importanti, forse durante il periodo persiano, vale a dire a

partire dal secolo V – IV a.C. Viene menzionato per la prima volta, anche se con il nome di ‘gerousía’

(consiglio degli anziani), al tempo del re Antioco III di Siria (223-187 a.C.).

Nel sinedrio erano schierati due partiti: quello dei Sadducei (erano la maggioranza) e quello dei Farisei

tra i quali non correva ‘buon sangue’. Erano divisi sia dal punto di vista politico che dottrinale.

I Farisei

Il loro nome significa ‘separati’ si consideravano i ‘puritani’ della Legge e delle tradizioni giudaiche

Storia: (135-104 a.C.) Quando ebbe inizio la resistenza dei Maccabei vi fu un gruppo, detto degli

Asidei, che si distingueva per la difesa della Legge, la sua concezione nazional-religiosa e la sua

opposizione ad ogni influenza straniera. Sembra che tale gruppo si confondesse con i Farisei. Però

questi ultimi si manifestano apertamente solo sotto gli Asmonei.

Dottrina: Erano legalisti e osservavano scrupolosamente i precetti della tradizione ai quali

aggiungevano loro stessi pratiche e regole (Matteo 15:5-6, 23:23-24); credevano nell’immortalità

dell’anima, nella resurrezione, negli angeli e nel giudizio di Dio (Atti 23:8).

Il Signore li definisce spesso ipocriti. Tra di loro comunque si trovarono uomini sinceri come

Nicodemo (Giovanni 3:1) e Saulo stesso era ‘fariseo di farisei’ (Atti 23:6).

Sembra che, dopo la distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C., i Farisei, continuarono ad esistere e

divennero i compilatori della Mishnah, e del proseguimento del Giudaismo al di là della distruzione

del tempio.

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Pag 26

I Sadducei

Il loro nome probabilmente significa ‘difensore della giustizia’ e si consideravano i discendenti di

Sadoc sommo sacerdote ai tempi di Salomone e del primo tempio.

Storia: I discendenti di Sadoc esercitarono il sacerdozio sino alla cattività in Babilonia e poi di nuovo

dopo l'esilio . Non si sa però determinare in che periodo inizi l'origine dei Sadducei come gruppo. Solo

con Giovanni Ircano, il primo degli Asmonei, inizia la distinzione tra il gruppo dei Sadducei e quello

dei Farisei. I Sadducei erano politicamente astuti e cercavano di ricavare il maggiore utile possibile da

qualunque circostanza politica in cui si trovavano; il loro scopo era quello di conservare la posizione

sociale da loro raggiunta e l'importanza del loro partito ma avevano poco credito tra il popolo.

Poiché i Sadducei furono più preoccupati della politica che della religione, non diedero molta

importanza a Gesù, finchè non iniziarono a temere che Egli potesse provocare la reazione dei Romani

(Giovanni 11:48-50). Da quel momento in poi Sadducei e Farisei cospirarono uniti contro Gesù, per

farlo morire: (Marco 15:1).

Giuseppe Flavio li considera implicati nella morte di Giacomo (Atti 12:1-2). «…Anano (ndr il sommo sacerdote)… apparteneva alla setta dei sadducei, i quali, come già s’è notato in

antecedenza, nel giudizio erano più duri e spietati di tutti gli altri Giudei. Per gratificare questa sua durezza di

cuore … Convocò perciò il sinedrio per il procedimento giudiziario e gli pose dinanzi il fratello di Gesù,

che è detto il Cristo, di nome Giacomo, nonché alcuni altri, che egli accusò di trasgressione della legge, e li

fece lapidare. 7

I Sadducei cessarono di esistere nel 70 d.C. Siccome questo partito esisteva grazie ai loro legami

politici e sacerdotali, quando Roma distrusse Gerusalemme ed il tempio nel 70 d.C., sparirono.

Dottrina: ammettevano solo la Legge scritta, le prescrizioni della Torah, che costituivano per loro

l'unica regola di fede e di condotta (Gerolamo afferma che, secondo alcuni Padri, i Sadducei

accettavano solo il Pentateuco). Secondo G. Flavio, i Sadducei negavano la provvidenza e affermavano

un fatalismo assoluto in tutto ciò che accade, poiché nulla dipende da Dio; negavano parimenti

l'esistenza di premi o castighi dopo la morte, poiché l'anima scompariva con la decomposizione del

corpo. La letteratura rabbinica attribuisce ai Sadducei questa massima: "Come la nube si disfa e

scompare, così l'uomo discende nella tomba e più non ritorna". La fede cristiana faceva indignare i

Sadducei che negavano la resurrezione del corpo, l’immortalità dell’anima, gli angeli, gli spiriti e il

giudizio (Atti 4:2). Sebbene divisi da molte questioni Sadducei e Farisei erano uniti nel perseguitare la

Chiesa così come lo furono per condannare a morte il Signore Gesù.

Gamaliele il saggio indeciso

“Se quest’opera è dagli uomini ... Se quest’opera è da Dio voi non potrete distruggerli..”

Gamaliele , era un saggio fariseo molto stimato e sicuramente uomo teologicamente preparato ( fu il

maestro di Paolo (Atti 22:3)) frena l’ira dei suoi colleghi e salva i discepoli. Sicuramente la sua

persona riscuote le nostre simpatie ma non sappiamo se sia mai convertito. Gamaliele è l’esempio del

religioso agnostico , la sua saggezza lo fa “rimanere alla finestra” Dio aveva dato a Gamaliele, come a tutti gli altri, non una sola prova ma molte. Gli occhi di Gamaliele

avevano visto il Messia , e probabilmente Nicodemo , Giuseppe d’Arimatea e altri avevano parlato con

lui di Gesù.

Gli apostoli vengono rilasciati ma solo dopo una dura battitura (40 colpi meno uno) 2 Corinzi 11:24 e

accettano come un privilegio quelle percosse perché ricevute per il nome di Gesù (Matteo 5:11-12).

7 Giuseppe Flavio. Antichità Giudaiche Libro XX 199,200

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La Chiesa inizia ad espandersi (6:1 - 9:31)

L’elezione dei 7 diaconi (6:1-7)

Atti 6:1 In quei giorni, moltiplicandosi il numero dei discepoli, sorse un mormorio da parte degli

ellenisti contro gli Ebrei, perché le loro vedove erano trascurate nell'assistenza quotidiana. 2 I dodici,

convocata la moltitudine dei discepoli, dissero: «Non è conveniente che noi lasciamo la Parola di Dio

per servire alle mense. 3 Pertanto, fratelli, cercate di trovare fra di voi sette uomini, dei quali si abbia

buona testimonianza, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. 4 Quanto a

noi, continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministero della Parola». 5 Questa proposta piacque

a tutta la moltitudine; ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro,

Nicanore, Timone, Parmena e Nicola, proselito di Antiochia. 6 Li presentarono agli apostoli, i quali,

dopo aver pregato, imposero loro le mani. 7 La Parola di Dio si diffondeva, e il numero dei discepoli

si moltiplicava grandemente in Gerusalemme; e anche un gran numero di sacerdoti ubbidiva alla fede.

‘sorse un mormorio’ La Chiesa cresceva e con la crescita numerica aumentarono anche i problemi.

Furono i “mormorii” ad escludere un intera generazione di israeliti dalla terra promessa e il NT ci

esorta a ‘non mormorare’: Numeri 11:1, Salmo 106:25, 1Corinzi 10:10, Filippesi 2:14, 1Pietro 4:9.

Le vedove elleniste erano (o si sentivano?) trascurate a favore delle sorelle ebree. Scorgiamo dunque

che vi sono due gruppi sociali presenti nella prima chiesa. Gli ebrei erano giudei sempre vissuti in

Palestina che parlavano l’aramaico ed erano di cultura piuttosto chiusa e ristretta. Gli ellenisti erano

giudei che avevano vissuto in altre parti del mediterraneo ed erano influenzati dalla cultura greca e ne

parlavano la lingua. Erano quindi di cultura più aperta. Questa tensione sociale fu portata all’interno

della chiesa. 8

La Chiesa si organizza

Fin da quando Dio elesse Israele a suo popolo stabilì delle regole e delle Leggi: spirituali, sociali,

morali e sanitarie; Israele era inizialmente una sola assemblea: la “Chiesa del deserto” (Atti 7:38).

Anche la Chiesa di Gerusalemme aveva bisogno di organizzazione interna per permettere un ordinato

svolgere delle attività e della vita comunitaria onde evitare spiacevoli situazioni.

Nel NT il termine ‘diakonos’ (uno che esegue gli ordini di un altro, che si affretta a portare un

messaggio a fare una commissione, un servo del re) è presente 31 volte nel NT e tradotto con: servitore,

ministro, diacono; ai diaconi si attribuiscono solitamente funzioni di tipo pratico-amministrative.

In senso generale tutti i credenti devono essere “diaconi” cioè servitori: Giovanni 12:26

In senso tecnico sono coloro che sono stati riconosciuti ufficialmente tali dalla Chiesa: Atti 6:3, Fil.1:1

Ai diaconi non si richiedono solo capacità e talenti naturali (certamente necessari: es. musica, capacità

amministrativa, mestiere) ma in primo luogo spirituali. Ogni compito nella Chiesa è spirituale di

natura, anche il più umile. I diaconi dovevano essere:

Dei veri credenti “Cercate tra di voi”

Di buona testimonianza. Persone non suscettibili dell’accusa di pregiudizio.

Pieni di Spirito Santo. Il compito non era solo materiale, ma spirituale.

Pieni di sapienza. Necessaria per l’equa distribuzione in quel clima teso.

8 8 Studi sugli Atti. Antonio Rozzini

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I nomi dei sette diaconi, di estrazione greca, rivelano le loro comuni origini; due di loro trovano ancora

spazio nelle pagine del libro, degli altri cinque rimangono solo tradizioni o leggende:

Stefano uomo pieno di fede e di Spirito Santo”, il primo martire della Chiesa

Filippo non l’apostolo; divenne evangelista (Atti 8, Atti 21:8, 1 Timoteo 3:13)

Procoro “capo del coro”

Nicanore “conquistatore”

Timone “onorato”

Parmena “costante”

Nicola “vittoria del popolo” proselito di Antiochia. (un gentile convertito all’ebraismo)

È interessante che la “buona testimonianza” viene richiesta prima delle qualifiche spirituali; questo

perché le realtà invisibili “devono” produrre necessariamente effetti visibili.

In seguito l’apostolo Paolo elencherà le qualità necessarie per rivestire l’incarico del diaconato ed

anche queste sono incentrate sulla ‘buona testimonianza’ : 1 Timoteo 3:8-12.

Ai sette venivano però richieste altre due caratteristiche che nella lista di Paolo non troviamo: una

pienezza di Spirito e una pienezza di sapienza qualità che erano chiaramente riscontabili nelle opere e

nelle parole dei due. Stefano e Filippo chiamati al servizio diaconale vennero presto promossi sul

campo a potenti ministri del Vangelo di Cristo.

6 Li presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani.

In Ebrei 6:1-2 si parla della “dottrina” delle imposizione delle mani come di una delle dottrine

elementari della chiesa, praticata in Israele fin dai tempi più remoti nell’Antico Testamento

rappresentava:

Benedizione Genesi 48:14-15 - Matteo 19:15

Conferimento di un incarico Numeri 8:10, Numeri 27:22-23, Atti 6:6, Atti 13:3

Guarigione Marco 16:18 , Marco 5:23, Marco 6:5, Atti 28:8

Intercessione per un dono Deuteronomio 34:9, Atti 19:6, 1 Timoteo.4:14

Chi imponeva le mani? Nella Scrittura solitamente sono gli apostoli e gli anziani. Marco 16 (passo non

presente nei più antichi manoscritti) allarga la possibilità ai “credenti” per quel che concerne la

guarigione del corpo; anche “un certo discepolo” (ma in verità chiamato all’opera dal Signore in

persona) come Anania poteva imporre le mani a Saulo pregando per la sua guarigione. L’imposizione

delle mani era preceduta solitamente dalla preghiera: Atti 6:6, Atti 8:15-17, Atti 13:3, Atti 28:8. Una

regola da ricordare sempre: 1 Timoteo 5:22.

L’imposizione delle mani è una pratica seria, non superficiale, accompagnata dalla conferma interiore

dello Spirito Santo che solo può agire nello spirito e nella vita dei credenti. Uomini e donne sono stati

benedetti, guariti, incaricati e riempiti di Spirito Santo anche in assenza di tale gesto.

La testimonianza e il martirio di Stefano (6:8-7-8:2)

8 Ora Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. 9 Ma alcuni

della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini, di quelli di Cilicia e d'Asia, si misero a

discutere con Stefano; 10 e non potevano resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. 11

Allora istigarono degli uomini che dissero: «Noi lo abbiamo udito mentre pronunciava parole di

bestemmia contro Mosè e contro Dio». 12 Essi misero in agitazione il popolo, gli anziani, gli scribi; e,

venutigli addosso, lo afferrarono e lo condussero al sinedrio; 13 e presentarono dei falsi testimoni, che

dicevano: «Quest'uomo non cessa di proferire parole contro il luogo santo e contro la legge. 14 Infatti

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lo abbiamo udito affermare che quel Nazareno, Gesù, distruggerà questo luogo e cambierà gli usi che

Mosè ci ha tramandati». 15 E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissati gli occhi su di lui, videro il

suo viso simile a quello di un angelo.

Un episodio drammatico doveva cambiare drasticamente l’esperienza della giovane Chiesa di

Gerusalemme segnando il passaggio dal periodo di relativa popolarità alla persecuzione.

Il nome di Stefano significa “corona” ed è di origine greca; questo fa supporre che lui stesso

appartenesse al gruppo degli “ellenisti”. Era la corona con la quale veniva incoronato l’atleta dopo

avere vinto una corsa (2 Timoteo 4:8). Il suo nome stesso era dunque simbolo della corsa della sua vita

che avrebbe vinto e della corona della vita che ha ricevuto da Dio (Giacomo 1:12). Stefano fu il primo

credente a dovere morire per la sua testimonianza. La parola greca che indica testimone è martus da cui

deriva la parola martire. Stefano insegna che il vero testimone di Cristo lo è anche a costo della vita. 9

I segni e prodigi che accompagnavano gli apostoli (Atti 2:43 accompagnavano anche la testimonianza

di Stefano che in tre versi viene definito “pieno” : di fede , di Spirito Santo (6:6 e 7:55) , di grazia, di

potenza.

Mentre gli apostoli predicavano nel tempio (5:21) Stefano lo ritroviamo a testimoniare nella sinagoga

(nelle varie sinagoghe della città) dove incontra giudei dalle diverse origini:

Liberti (uomini liberati dallo stato di schiavitù);

Cirenei (della città Cirene in Libia) patria anche del Simone di Luca 23:26;

Alessandrini (da Alessandria di Egitto);

Quelli di Cilicia e Asia (dalla attuale Turchia, luogo d’origine di Saulo, Atti 22:3).

Non sappiamo che tipo di istruzione avesse ricevuto Stefano ma il suo discorso era irresistibile perché

lo Spirito parlava per mezzo di lui; tutta la convinzione dello Spirito Santo era presente nella

testimonianza di Stefano: 2 Corinzi 10:3-5. Di fronte ad una tale manifestazione di grazia e potenza

quegli uomini non avevano che due scelte: la conversione o la ribellione; era impossibile rimanere

neutrale e Stefano fece la stessa esperienza del suo Signore (Matteo 26:59-61, Marco 14:56-60)

Anche l’aspetto di Stefano testimoniava della sua pienezza spirituale (Esodo 34:29)

Stefano predica nel sinedrio

7:1 Il sommo sacerdote disse: «Le cose stanno proprio così?»

Stefano ora deve difendersi e rispondere delle accuse al Sinedrio e al Sommo Sacerdote, gli stessi che

avevano condannato Gesù. Ma nello spirito degli apostoli, Stefano usa questa possibilità per predicare,

non interessandosi per nulla della sua salvezza fisica. Stefano parla in maniera estemporanea

dimostrando la verità della promessa di Gesù in Matteo 10:19-20. Il sermone è diviso in quattro parti:

Il periodo patriarcale. 7:2-17

2 Egli rispose: «Fratelli e padri, ascoltate. Il Dio della gloria apparve ad Abraamo, nostro padre,

mentr'egli era in Mesopotamia, prima che si stabilisse in Carran, 3 e gli disse: "Esci dal tuo paese e

dal tuo parentado, e va' nel paese che io ti mostrerò". 4 Allora egli lasciò il paese dei Caldei, e andò

ad abitare in Carran; e di là, dopo che suo padre morì, Dio lo fece venire in questo paese, che ora voi

abitate. 5 In esso però non gli diede in proprietà neppure un palmo di terra, ma gli promise di darla in

possesso a lui e alla sua discendenza dopo di lui, quando egli non aveva ancora nessun figlio. 6 Dio

parlò così: "La sua discendenza soggiornerà in terra straniera, e sarà ridotta in schiavitù e maltrattata

per quattrocento anni. 7 Ma io giudicherò la nazione che avranno servita", disse Dio; "e dopo questo

essi partiranno e mi renderanno il loro culto in questo luogo". 8 Poi gli diede il patto della

9 Studi sugli Atti. Antonio Rozzini

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circoncisione; così Abraamo, dopo aver generato Isacco, lo circoncise l'ottavo giorno; e Isacco generò

Giacobbe, e Giacobbe i dodici patriarchi. 9 I patriarchi, portando invidia a Giuseppe, lo vendettero,

perché fosse condotto in Egitto; ma Dio era con lui, 10 e lo liberò da ogni sua tribolazione, e gli diede

sapienza e grazia davanti al faraone, re d'Egitto, che lo costituì governatore dell'Egitto e di tutta la sua

casa. 11 Sopraggiunse poi una carestia in tutto l'Egitto e in Canaan; l'angoscia era grande, e i nostri

padri non trovavano viveri. 12 Giacobbe, saputo che in Egitto c'era grano, vi mandò una prima volta i

nostri padri. 13 La seconda volta, Giuseppe fu riconosciuto dai suoi fratelli, e così il faraone venne a

sapere di che stirpe fosse Giuseppe. 14 Poi Giuseppe mandò a chiamare suo padre Giacobbe e tutta la

sua parentela, composta di settantacinque persone. 15 Giacobbe discese in Egitto, dove morirono lui e

i nostri padri; 16 poi furono trasportati a Sichem, e deposti nel sepolcro che Abraamo aveva comprato

con una somma di denaro dai figli di Emmor in Sichem. 17 Mentre si avvicinava il tempo del

compimento della promessa fatta da Dio ad Abraamo, il popolo crebbe e si moltiplicò in Egitto.

Fin dalle sue prime battute il sermone ci presenta uno Stefano non solo pieno di Spirito Santo ma anche

di conoscenza della Scrittura. Con precisione e con grande capacità di sintesi infatti ripercorre tutta la

storia di Israele partendo dalle vicende dei tre grandi patriarchi; Abramo, Isacco e Giacobbe con una

particolare citazione per Giuseppe.

Mosè e la Legge. 7:18-43

18 finché sorse sull'Egitto un altro re, che non sapeva nulla di Giuseppe. 19 Costui, procedendo con

astuzia contro il nostro popolo, maltrattò i nostri padri, fino a costringerli ad abbandonare i loro

bambini, perché non fossero lasciati in vita. 20 «In quel tempo nacque Mosè, che era bello agli occhi

di Dio; egli fu nutrito per tre mesi in casa di suo padre; 21 e, quando fu abbandonato, la figlia del

faraone lo raccolse e lo allevò come figlio. 22 Mosè fu istruito in tutta la sapienza degli Egiziani e

divenne potente in parole e opere. 23 Ma quando raggiunse l'età di quarant'anni, gli venne in animo di

andare a visitare i suoi fratelli, i figli di Israele. 24 Vedendo che uno di loro era maltrattato, ne prese

le difese e vendicò l'oppresso, colpendo a morte l'Egiziano. 25 Or egli pensava che i suoi fratelli

avrebbero capito che Dio voleva salvarli per mano di lui; ma essi non compresero. 26 Il giorno

seguente si presentò a loro, mentre litigavano, e cercava di riconciliarli, dicendo: "Uomini, voi siete

fratelli; perché vi fate torto a vicenda?" 27 Ma quello che faceva torto al suo prossimo lo respinse,

dicendo: "Chi ti ha costituito capo e giudice su di noi? 28 Vuoi uccidere me come ieri uccidesti

l'Egiziano?" 29 A queste parole Mosè fuggì, e andò a vivere come straniero nel paese di Madian, dove

ebbe due figli. 30 Trascorsi quarant'anni, un angelo gli apparve nel deserto del monte Sinai, nella

fiamma di un pruno ardente. 31 Mosè guardò e rimase stupito di questa visione; e, come si avvicinava

per osservare meglio, si udì la voce del Signore: 32 "Io sono il Dio dei tuoi padri, il Dio di Abraamo,

di Isacco e di Giacobbe". Mosè, tutto tremante, non osava guardare. 33 Il Signore gli disse: "Togliti i

calzari dai piedi; perché il luogo dove stai è suolo sacro. 34 Certo, ho visto l'afflizione del mio popolo

in Egitto, ho udito i loro gemiti e sono disceso per liberarli; e ora, vieni, ti manderò in Egitto". 35

Questo Mosè che avevano rinnegato dicendo: "Chi ti ha costituito capo e giudice?", proprio lui Dio

mandò loro come capo e liberatore con l'aiuto dell'angelo che gli era apparso nel pruno. 36 Egli li

fece uscire, compiendo prodigi e segni nel paese d'Egitto, nel mar Rosso e nel deserto per

quarant'anni. 37 Questi è il Mosè che disse ai figli d'Israele: "Dio vi susciterà, tra i vostri fratelli, un

profeta come me". 38 Questi è colui che nell'assemblea del deserto fu con l'angelo che gli parlava sul

monte Sinai e con i nostri padri, e che ricevette parole di vita da trasmettere a noi. 39 Ma i nostri padri

non vollero dargli ascolto, lo respinsero, e si volsero in cuor loro verso l'Egitto, 40 dicendo ad

Aaronne: "Facci degli dèi che vadano davanti a noi, perché di questo Mosè, che ci ha condotti fuori

dall'Egitto, non sappiamo che cosa sia avvenuto". 41 E in quei giorni fabbricarono un vitello, offrirono

sacrifici all'idolo e si rallegrarono per l'opera delle loro mani. 42 Ma Dio si ritrasse da loro e li

abbandonò al culto dell'esercito del cielo, come sta scritto nel libro dei profeti: "Mi avete forse offerto

vittime e sacrifici per quarant'anni nel deserto, o casa d'Israele?43 Anzi, vi portaste appresso la tenda

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di Moloc e la stella del dio Refàn; immagini che voi faceste per adorarle. Perciò io vi deporterò di là

da Babilonia".

Mosè stesso aveva profetizzato di un altro gran profeta che sarebbe venuto tra il popolo (Deut. 18:15).

La rivelazione divina, dunque, non poteva limitarsi e fermarsi a Mosè, come volevano i giudei. Per

Stefano il profeta promesso era Gesù e la rivelazione divina, dunque, non poteva limitarsi e fermarsi a

Mosè, come sostenevano i Sadducei.

Il tabernacolo e il Tempio 7:44-50

44 I vostri padri avevano nel deserto la tenda della testimonianza, come aveva ordinato colui che

aveva detto a Mosè di farla secondo il modello da lui veduto. 45 I nostri padri, guidati da Giosuè,

dopo averla ricevuta, la trasportarono nel paese posseduto dai popoli che Dio scacciò davanti a loro.

Là rimase fino ai tempi di Davide, 46 il quale trovò grazia davanti a Dio, e chiese di poter preparare

lui una dimora al Dio di Giacobbe. 47 Fu invece Salomone che gli costruì una casa. 48 L'Altissimo

però non abita in edifici fatti da mano d'uomo, come dice il profeta: 49 "Il cielo è il mio trono, e la

terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi costruirete, dice il Signore, o quale sarà il luogo del

mio riposo? 50 Non ha la mia mano creato tutte queste cose?"

Stefano ora tratta con forza il concetto di luogo di adorazione. Era stato accusato di avere insegnato

contro il tempio (6:13). Nel deserto, luogo di disubbidienza ed di idolatria, c’era la tenda di

testimonianza, ordinata da Dio secondo un modello preciso. Eppure essa non garantì la fedeltà o

l’ubbidienza di Israele. La presenza del tempio in Gerusalemme non garantiva allo stesso modo

l’ubbidienza dei giudei. Stefano conclude con l’inutilità del tempio (48); Dio è troppo grande per

abitare una costruzione fatta da uomini; Iddio è ovunque, riempie i Cieli e la terra. A che pro dunque il

tempio? Il vero Tempio di Dio, secondo Stefano, era Gesù (Giovanni 2:21). E’ un discorso di grande

coraggio ad un popolo che basava sul tempio la propria speranza e certezza di essere il popolo di Dio.

(Geremia 7:4). 10

L’accusa contro il Sinedrio 7:51-53

51 «Gente di collo duro e incirconcisa di cuore e d'orecchi, voi opponete sempre resistenza allo Spirito

Santo; come fecero i vostri padri, così fate anche voi. 52 Quale dei profeti non perseguitarono i vostri

padri? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete divenuti i

traditori e gli uccisori; 53 voi, che avete ricevuto la legge promulgata dagli angeli, e non l'avete

osservata».

Stefano finisce il suo sermone dimostrando di non temere la prevedibile reazione del Sinedrio.

Troviamo nelle sue parole la stessa autorità che il Signore Gesù aveva nel riprendere e condannare gli

scribi e i farisei. Le parole di condanna sono anch’esse riprese dalla Scrittura (cfr Deuteronomio 10:16)

e dagli insegnamenti del Signore: Matteo 23:35.

Stefano, primo martire della fede

54 Essi, udendo queste cose, fremevano di rabbia in cuor loro e digrignavano i denti contro di lui.55

Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla

sua destra, 56 e disse: «Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell'uomo in piedi alla destra di Dio». 57

Ma essi, gettando grida altissime, si turarono gli orecchi e si avventarono tutti insieme sopra di lui; 58

e, cacciatolo fuori dalla città, lo lapidarono. I testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane,

chiamato Saulo.

10 Studi sugli Atti. Antonio Rozzini

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59 E lapidarono Stefano che invocava Gesù e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». 60 Poi,

messosi in ginocchio, gridò ad alta voce: «Signore, non imputar loro questo peccato». E detto questo si

addormentò.

Resistere allo Spirito Santo è la più grave forma di peccato e porta a reazioni sempre peggiori:

prima interiore: fremono di rabbia, poi controllata a fatica: digrignano i denti, infine violenta: si

avventano urlando su di lui. E’ odio allo stato puro, un raptus omicida collettivo, non c’è una sentenza

di condanna, c’è solo ira e violenza.

Fremevano di rabbia nei loro cuori (“diaprio” feriti nel cuore) in Atti 2:37 la reazione è diversa…

Nonostante l’odio dei giudei e nonostante la condanna contenuta nella sua predica, Stefano invoca il

perdono per i suoi assassini. Non è possibile non scorgere la somiglianza tra la morte di Gesù e quella

di Stefano. Entrambi si rimettono a Dio ed entrambi chiedono perdono per gli uccisori. Ma Stefano

chiede a Gesù di accogliere il suo spirito: non è questa una confessione della deità di Cristo ?

Come Stefano riconosceva Cristo davanti agli uomini Gesù, in piedi, lo riconosceva davanti al Padre.

‘un giovane chiamato Saulo’

Entra in scena uno dei protagonisti del libro degli Atti: Saulo da Tarso. Forse fu Paolo stesso a

raccontare a Luca di quella esperienza. Quel giorno presero forma quegli “stimoli” che lo misero in una

profonda crisi interiore (Atti 26:14). Come Stefano, Saulo sapeva che il giudaismo non poteva

convivere con il cristianesimo. Se si voleva mantenere l’antico ordine, la purezza giudaica, c’era una

sola soluzione: sradicare il cristianesimo.

si addormentò…

Non a caso i primi cristiani chiamarono i loro luoghi di sepoltura cimiteri (da koimhthrion in greco, e

dal latino coemeterium ovvero ‘luogo ove si dorme, luogo dove uno riposa’) : Giovanni 11:11; Matteo

27:52; 1 Tessalonicesi 4:13-14.

Si compie con Stefano la triste ‘escalation dell’indignazione’ delle autorità giudaiche di Gerusalemme:

4:2 indignati

5:17 invidiosi

5:33 pieni d’ira

7:54 frementi di rabbia e digrignanti i denti

7:54 violenti e omicidi

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Inizio delle persecuzioni (8:1-3)

8:1 E Saulo approvava la sua uccisione. Vi fu in quel tempo una grande persecuzione contro la chiesa

che era in Gerusalemme. Tutti furono dispersi per le regioni della Giudea e della Samaria, salvo gli

apostoli. 2 Uomini pii seppellirono Stefano e fecero gran cordoglio per lui. 3 Saulo intanto devastava

la chiesa, entrando di casa in casa; e, trascinando via uomini e donne, li metteva in prigione.

Ci troviamo storicamente tra il 31 ed il 33 dC . Il martirio di Stefano dà inizio ad un nuovo periodo per

la chiesa di Gerusalemme. Sebbene l’atmosfera dei primi capitoli è drammaticamente cambiata Dio

permette la prova nella sua Chiesa per guidarla a compiere interamente la sua volontà (Atti 1:8): dalla

grande persecuzione alla grande evangelizzazione.

Saulo è presentato addirittura come il protagonista, della nuova persecuzione che si scatena (Galati

1:13-14) Dal suo racconto postumo sembra che Egli ne fosse il responsabile incaricato dal sinedrio;

Atti 26:9-11. La sua pericolosità derivava dal fatto che Egli fosse convinto di agire nell’approvazione di

Dio e “consenziente” potrebbe essere tradotto con “approvava con piacere” (Filippesi 3:6) Saulo era un

persecutore in “buona fede” (1 Timoteo 1:13, Giovanni 16:1-3).

Tutti furono dispersi per le regioni della Giudea e della Samaria, salvo gli apostoli. La chiesa di

Gerusalemme non si era ancora posto il problema di evangelizzare le zone circostanti la Giudea, e tanto

meno la Samaria. Forse perché erano ancora troppo legati al tempio. La predicazione di Stefano

prepara teologicamente l’evangelizzazione di luoghi lontano dal tempio.

4 Allora quelli che erano dispersi se ne andarono di luogo in luogo, portando il lieto messaggio della

Parola.

La Chiesa viene sparpagliata da ogni parte e la persecuzione che vorrebbe distruggerla la moltiplica e

il popolo maltrattato porta il ‘lieto messaggio’ (lieto = che rende contenti, allegri, gioiosi).

Il passo evidenzia il forte contrasto tra coloro che perseguitavano e coloro che evangelizzavano.

Nonostante le sofferenze e la fuga questi dispersi furono i primi missionari oltre le mura di

Gerusalemme. Non si erano scandalizzati, non si erano ribellati a Dio ma continuavano fedelmente ,

anche nella prova, ad annunciare la Parola.

Filippo predica a Samaria (8:4-25

5 E Filippo, disceso nella città di Samaria, vi predicò il Cristo.

La grande persecuzione porta Filippo e l’Evangelo a Samaria il terzo obiettivo geografico del grande

mandato del Signore alla sua Chiesa; potremmo considerare quello di Filippo è il primo dei viaggi

missionari. Filippo era uno dei “magnifici sette” (i sette diaconi di Atti 6) uomini di “buona

testimonianza” e ripieni dello Spirito. Probabilmente era un ‘ellenista’ come Stefano.

“il Cristo” (non una nuova filosofia, un dibattito sul sociale o sui diritti dei samaritani) ma il

messaggio che salva; il lieto messaggio della Parola ha come centro e soggetto unico : Cristo Gesù il

Salvatore, l’Unto, il Messia promesso al genere umano, ed è il solo messaggio in grado di rivoluzionare

la vita di una persona o di una città intera. Predicare il Cristo significa che la nostra predicazione deve

mettere in risalto Lui e non noi (2 Corinzi 4:5).

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Pag 34

I Samaritani

Tra i numerosi racconti che avrebbe potuto narrare Luca sceglie questo di Filippo in Samaria perché ci

aiuto a comprendere l’evoluzione del pensiero della chiesa. La Samaria era posta tra la Giudea e la

Galilea. Predicare ai Samaritani dunque rischiava di suscitare l’ira non solo dei giudei, ma anche dei

giudei convertiti che non riuscivano ancora ad accettare che Dio avesse riguardo per un popolo così

lontano dalla purezza ebraica: Giovanni 4:9.

I Samaritani erano un popolo di razza eterogenea proveniente dai matrimoni misti degli ebrei delle

tribù del nord (Regno di Israele) con gli Assiri invasori dopo il 722 a.C. : 2 Re 17:24-41.

Avevano un loro tempio ed erano considerati degli eretici Luca 10:29-37;

Aspettavano il Messia (Giovanni 4:25)

Avevano ascoltato Gesù (Giovanni 4:1-42; Luca 9:51-56).

Filippo stava per raccogliere quello che era stato seminato dal Signore (Giovanni 4:37).

“Samaritani spirituali”. In senso spirituale i samaritani esistono oggi più di ieri e sono diffusi su tutta la

faccia della terra, seguaci di quel ‘cristianesimo samaritano’ tanto diffuso anche nella nostra Italia

(basti pensare a tutte le feste e tradizioni popolari pagane “cristianizzate”)

I samaritani erano credenti dalla doppia vita (2 Re 17:41) dominati dalla superstizione, ma nonostante

tutto pronti a ricevere la lieta notizia dell’Evangelo.

Atti 8:6 E le folle unanimi prestavano attenzione alle cose dette da Filippo, ascoltandolo e osservando

i miracoli che faceva. 7 Infatti gli spiriti immondi uscivano da molti indemoniati, mandando alte grida;

e molti paralitici e zoppi erano guariti. 8 E vi fu grande gioia in quella città.

Nel libro degli Atti, segni e miracoli accompagnano sempre la predicazione quando i discepoli entrano

in una nuova città. In poche righe e in un breve periodo di tempo, quello che avrebbe dovuto

distruggere per sempre il primo nucleo di credenti ebbe l’effetto opposto. La “grande persecuzione”

produsse invece una “grande gioia” : Romani 8:28 , Isaia 54:17.

Come in tanti episodi del passato, della storia della Chiesa o nella vita dei singoli, Dio è capace di

cambiare il “male in bene” Deuteronomio 8:16 Giobbe 42:5 e 42:12 , Salmo 11:71

Se siamo fedeli al Signore lo “amiamo”: Deuteronomio 11:1, Giovanni 14:21

Se “amiamo Dio” ogni tipo di esperienza positiva o negativa, ogni tipo di circostanza, tutto, collabora

al nostro benessere spirituale e al progresso dell’Evangelo.

“Come la pioggia che prima bagna le colline e poi scende in torrenti nella valle così la benedizione di

Dio arriva al mondo attraverso la chiesa” (Spurgeon)

La finta e la vera potenza di Dio

Atti 8:9 Or vi era un tale, di nome Simone, che già da tempo esercitava nella città le arti magiche, e

faceva stupire la gente di Samaria, spacciandosi per un personaggio importante. 10 Tutti, dal più

piccolo al più grande, gli davano ascolto, dicendo: «Questi è "la potenza di Dio", quella che è

chiamata "la Grande"».11 E gli davano ascolto, perché già da molto tempo li aveva incantati con le

sue arti magiche. 12 Ma quando ebbero creduto a Filippo che portava loro il lieto messaggio del regno

di Dio e il nome di Gesù Cristo, furono battezzati, uomini e donne.

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Pag 35

Simone lo stregone

Di Simone, meglio conosciuto come, Simon Mago, la Bibbia non parla che in questi pochi versi e nulla

sappiamo più di lui se non dalle leggende e dagli scritti apocrifi (nei quali per esempio lo viene ritratto

come il mago personale di Nerone) Simone ‘esercitava’ era un “libero professionista delle tenebre”

rappresenta tutto quello che ci viene proposto nel mondo e vorrebbe rimpiazzare la “potenza di Dio”

(scienze occulte - astrologi - indovini e negromanti ecc).

E’ il primo scontro della Chiesa con la magia. Allontanandosi dalla Giudea, la chiesa avrebbe

incontrato nuovi problemi; non è più solamente lo scontro teologico con i Sadducei e i Farisei; la gente

era schiava di altre forme di oppressione satanica: idolatria e magia (Atti 13:8). I Samaritani non erano

idolatri, ma affascinati dall’occulto sì. 11

“faceva stupire la gente”

La gente era ed è alla ricerca degli “effetti speciali”, del miracolistico e dell’appariscente che stupisce;

il lavoro di Simone era quello di stupire (mandare in visibilio), sedurre e incantare le folle con le sue

“arti magiche”; era un mago , uno stregone , un prestigiatore, un fattucchiere , un occultista di successo

che da lungo tempo si arricchiva (la sua offerta di denaro a Pietro fa pensare ne avesse parecchio) sulle

spalle dei poveri Samaritani. Le pratiche occulte aprono la via al nemico ed è probabile che i molti

posseduti liberati a cui si fa riferimento fossero un risultato proprio di quelle pratiche.

E’ ferma ed implacabile la condanna di ogni forma di magia e pratica occulta nella Scrittura:

Levitico 19:26 , Esodo 7:11, Deuteronomio 18:10-12, Isaia 2:6 , Apocalisse 22.15

una regola da seguire a riguardo: Romani 16:19.

“tutti gli davano ascolto”

teneva in una forma di soggezione un intera popolazione e questo accrebbe in lui l’orgoglio e la

presunzione di essere veramente un personaggio “importante” e non rifiutava anzi si compiaceva dei

titoli divini che gli venivano tributati da chi lo definiva: “la grande potenza di Dio”.

Simone il credente apparente

8:12 Ma quando ebbero creduto a Filippo che portava loro il lieto messaggio del regno di Dio e il

nome di Gesù Cristo, furono battezzati, uomini e donne. 13 Simone credette anche lui; e, dopo essere

stato battezzato, stava sempre con Filippo; e restava meravigliato, vedendo i miracoli e le opere

potenti che venivano fatti.

Simone credette al lieto messaggio della Parola o solo in virtù dei miracoli che lo meravigliavano ?

Fu battezzato insieme alle sue vecchie vittime e certamente la notizia della sua “conversione” ebbe un

grande impatto per la città (vedi la conversione di personaggi famosi e le tante delusioni: Bob Dylan

ecc.). Ma “… Gesù non si fidava di loro …” Giovanni 2:23-25

Gli apostoli prendono atto del risveglio

14 Allora gli apostoli, che erano a Gerusalemme, saputo che la Samaria aveva accolto la Parola di

Dio, mandarono da loro Pietro e Giovanni.

La notizia del risveglio di Samaria giunge alle orecchie degli apostoli. La cosa poteva suscitare qualche

perplessità; i Samaritani erano inclusi nel piano di salvezza? Poteva esserci un vero risveglio senza un

apostolo? Se la risposta era sì ad entrambi queste domande, allora si doveva aprire tutto un nuovo

11 Studi sugli Atti. Antonio Rozzini

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Pag 36

capitolo nella storia della chiesa; creando non pochi subbugli dottrinali e culturali. Non per nulla gli

anziani mandarono ad esaminare la situazione, non due chiunque, ma Pietro e Giovanni, considerati le

colonne della chiesa (Galati 2:9).

Lo Spirito Santo discende sui Samaritani

15 Essi andarono e pregarono per loro affinché ricevessero lo Spirito Santo; 16 infatti non era ancora

disceso su alcuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. 17 Quindi

imposero loro le mani, ed essi ricevettero lo Spirito Santo.

E’ evidente che il risveglio provocato dalla predicazione di Filippo comprendeva miracoli, ma non il

battesimo di Spirito Santo. Perché? Il motivo più plausibile è che Pietro e Giovanni dovevano essere

convinti dell’autenticità del risveglio; in altre parole avevano dei dubbi. E il modo più sicuro era quello

di essere testimoni di una effusione di Spirito Santo simile a quello che loro stesso avevano

sperimentato a Pentecoste. Sembra infatti che il battesimo di Spirito Santo, per gli apostoli, era il segno

che Dio aveva operato davvero (Atti 11:15-17).

Il versetto ci dice anche che non sempre nella chiesa primitiva il battesimo di Spirito Santo avveniva

alla conversione. In questo caso avviene dopo il battesimo in acqua. Il passo ci aiuta a quindi a

distinguere l’esperienza della Nuova Nascita dall’esperienza del Battesimo nello Spirito Santo.

Per la prima volta il battesimo nello Spirito Santo viene associato all’imposizione delle mani. In

precedenza era disceso senza alcun particolare gesto da parte dei discepoli (cfr. 2:2-4). Sicuramente

l’imposizione delle mani, e quindi il tocco fisico, assumeva particolare importanza fatto da Giudei a

Samaritani; un segno di amore di accoglienza e di fratellanza. L’amore di Cristo ha finalmente rotto il

vecchio pregiudizio razziale. Notiamo che la discesa di Spirito era evidenziata da qualche

manifestazione percepibile agli altri. Infatti Simone il Mago “vede” che lo Spirito Santo è dato.

Riteniamo che abbiano visto i credenti parlare in altre lingue, come in altri casi (Atti 2:4; 10:45-46;

19:6).

Simone credente ma non ravveduto

18 Simone, vedendo che per l'imposizione delle mani degli apostoli veniva dato lo Spirito Santo, offrì

loro del denaro, dicendo: 19 «Date anche a me questo potere, affinché colui al quale imporrò le mani

riceva lo Spirito Santo».

Simone con la sua richiesta dimostra di non aver compreso ancora nulla della grazia di Dio a

dimostrazione che il battesimo in acqua da solo non salva; è disposto a pagare per avere questo

privilegio così sarebbe stato di nuovo una persona importante che poteva distribuire o trattenere il dono

di Dio a piacere. Sarebbe stato allo stesso livello di Pietro e Giovanni, cioè più in alto di Filippo.

Insomma, sarebbe tornato ad essere la persona più importante della zona. I suoi fini erano egoistici e

politici, come tutti quelli che sono venuti dietro a lui ed hanno infestato la Chiesa con il peccato di

‘simonia’ intesa come compravendita di cose sacre che fu una delle cause scatenanti della Riforma.

Nella Divina Commedia i simoniaci sono condannati a restare capovolti all'interno di fori nella roccia,

con una fiamma rossastra che brucia sui loro piedi. Quando sopraggiunge un nuovo dannato, prende

posto facendo sprofondare in basso gli altri. Tale pena segue questo contrappasso: come in vita,

vendendo i posti ecclesiastici, "calpestarono" lo spirito santo, ora esso (sotto forma di fiamma) brucia

loro i piedi : “O Simon mago, o miseri seguaci che le cose di Dio, che di bontate deon essere spose, e

voi rapaci per oro e per argento avolterate, or convien che per voi suoni la tromba, però che ne la terza

bolgia state.”

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20 Ma Pietro gli disse: «Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché hai creduto di poter acquistare

con denaro il dono di Dio. 21 Tu, in questo, non hai parte né sorte alcuna; perché il tuo cuore non è

retto davanti a Dio. 22 Ravvediti dunque di questa tua malvagità; e prega il Signore affinché, se è

possibile, ti perdoni il pensiero del tuo cuore. 23 Vedo infatti che tu sei pieno d'amarezza e prigioniero

d'iniquità».

La diagnosi spirituale di Pietro non lascia dubbi: Simone non si era mai interamente ravveduto:

“pieno di amarezza” forse non riusciva ad accettare di non essere più il “numero uno” della città

“prigioniero dell’iniquità” le sue azioni non sono dettate da un cuore nuovo ma dal vecchio uomo.

Il suo cuore era ancora “malvagio e incredulo” Luca 6:45 , Geremia 17:9-10, Ebrei 3:12.

Pietro esercita pubblicamente ancora una volta il dono del “discernimento degli spiriti” …

La parola "discernimento" è la traduzione dei vocabolo greco diakrisis che significa "giudicare

attraverso"; il significato essenziale di questa parola implica una penetrazione al di là di ciò che è

solamente esteriore e apparente, un vedere "attraverso' per poi formulare un giudizio in base a quella

percezione'" (D.Gee).

Pietro lo invita a ravvedersi e chiedere perdono al Signore. Il “se è possibile” non è riferito alla capacità

o alla volontà del Signore di perdonare, quanto ai dubbi di Pietro che Simone voglia veramente

ravvedersi.

24 Simone rispose: «Pregate voi il Signore per me affinché nulla di ciò che avete detto mi accada».

Simone non è dispiaciuto per il peccato commesso; ha paura del castigo. Solo nell’eternità sapremo

come si è veramente conclusa la sua vita. Pietro e Giovanni erano arrivati in Samaria con spirito

investigativo, più che evangelistico ma ritornando a Gerusalemme evangelizzano i villaggi della

Samaria. Finalmente ubbidienti alla terza parte del mandato di Gesù. Finalmente convinti che anche i

Samaritani avessero un posto nel Regno di Dio.

La conversione di un etiope (8:26-40)

Filippo e la guida dello Spirito

8:26 Un angelo del Signore parlò a Filippo così:

«Àlzati, e va' verso mezzogiorno, sulla via che da

Gerusalemme scende a Gaza. Essa è una strada

deserta». 27 Egli si alzò e partì. Ed ecco un etiope,

eunuco e ministro di Candace, regina di Etiopia,

sovrintendente a tutti i tesori di lei, era venuto a

Gerusalemme per adorare, 28 e ora stava

tornandosene, seduto sul suo carro, leggendo il

profeta Isaia. 29 Lo Spirito disse a Filippo:

«Avvicìnati, e raggiungi quel carro». 30 Filippo

accorse, udì che quell'uomo leggeva il profeta Isaia, e

gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?» 31

Quegli rispose: «E come potrei, se nessuno mi

guida?» E invitò Filippo a salire e a sedersi accanto

a lui.

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Filippo viene chiamato a lasciare la fiorente situazione di risveglio spirituale in Samaria per continuare

ad evangelizzare anche se la cosa più ovvia sembrava che lui dovesse rimanere sul posto: Isaia 55:9.

Il Signore non è interessato solo alle folle ma anche ai singoli individui (Giovanni 4:5-7) e il Vangelo è

annunciato per la prima volta ai gentili.

Dio guida il suo evangelista nel deserto e Filippo ubbidisce senza replicare alla visione angelica.

Era stato chiamato ad evangelizzare (‘l’evangelista’ Atti 21:8 – Efesini 4:11) e sicuramente il Signore

avrebbe provveduto per Samaria pastori e dottori che potessero continuare a curare la Chiesa.

Nell’opera di Dio tutti siamo utili ma nessuno è insostituibile … rinunciare alla chiamata dello Spirito

per rimanere attaccati a incarichi o posizioni acquisite può creare grossi problemi e grosse perdite alla

Chiesa.

Nella Chiesa degli Atti era lo Spirito Santo ad incaricare direttamente i suoi servitori in modi e maniere

differenti:

con una voce interiore Atti 11:12 , Isaia 30:21

con angeli Atti 27:23,10:3

con visioni Atti 16:9-10

con profezie Atti 13:2

E’ Dio a muovere Filippo ed organizzare l’incontro di un uomo con la verità che cercava …

Aveva tra le sue mani la Scrittura. Quanto è importante diffondere la Scrittura che mette sete spirituale

nell’anima degli uomini.

L’ eunuco era un personaggio importante, il ministro delle finanze di Etiopia, l’attuale Sudan. Il

termine nell’antichità non era di uso dispregiativo (la Bibbia parla bene degli eunuchi da non

confondere con i sodomiti: Matteo 19:12)

Essi infatti, occupavano nell’antichità ruoli prestigiosi:

Guardiani Ester 2:3

Capi dell’esercito 2 Re 25:19

Servitori di re 2 Re 24:15 Geremia 38:7- Daniele 1:9

La legge gli escludeva dal culto (Deuteronomio 23:1) ma non i sentimenti di Cristo

Se camminiamo per fede le istruzioni del Signore diventano via via più chiare: Proverbi 4:18

Tutto coincide in modo miracoloso e la scena si ricompone come in un mosaico …

32 Or il passo della Scrittura che egli leggeva era questo: «Egli è stato condotto al macello come una

pecora e come un agnello che è muto davanti a colui che lo tosa, così egli non ha aperto la bocca. 33

Nella sua umiliazione egli fu sottratto al giudizio. Chi potrà descrivere la sua generazione? Poiché la

sua vita è stata tolta dalla terra». 34 L'eunuco, rivolto a Filippo, gli disse: «Di chi, ti prego, dice

questo il profeta? Di sé stesso, oppure di un altro?» 35 Allora Filippo prese a parlare e, cominciando

da questo passo della Scrittura, gli comunicò il lieto messaggio di Gesù.

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Pag 39

L’eunuco leggeva a voce alta Isaia 53:7-8 il capitolo dei profeti più adatto per spiegare l’opera di

Cristo e Filippo coglie la straordinaria occasione che Dio gli ha preparato (Efesini 2:10) e prontamente,

partendo da quel verso gli annuncia il soggetto di tutte le profezie : Cristo, la redenzione, il battesimo.

36 Strada facendo, giunsero a un luogo dove c'era dell'acqua. E l'eunuco disse: «Ecco dell'acqua; che

cosa impedisce che io sia battezzato?» 37 [Filippo disse: «Se tu credi con tutto il cuore, è possibile».

L'eunuco rispose: «Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio».] 38 Fece fermare il carro, e discesero

tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco; e Filippo lo battezzò.

Il cuore dell’eunuco è come quello di Cornelio “aperto”. La conversione è istantanea e la richiesta di

essere battezzato anche; un altro passo che ricorda il battesimo come esperienza che segue la

conversione.

39 Quando uscirono dall'acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo; e l'eunuco, continuando il suo

viaggio tutto allegro, non lo vide più. 40 Poi Filippo si ritrovò in Azot; e, proseguendo, evangelizzò

tutte le città, finché giunse a Cesarea.

Filippo è l’esempio di quello che Dio può fare con un uomo completamente arreso alla sua volontà.

Il suo rapimento ricorda le esperienze di Enoc (Genesi 5:24), Elia (1 Re 18:12; 2 Re 2:16) ed Ezechiele

(Ezechiele 3:14; 8:3).

L’eunuco continuò il viaggio tutto allegro. L’allegrezza potrebbe anche essere conseguenza di un

battesimo in Spirito (ma anche della semplice conversione). E’ probabile che si tenne in contatto con

dei credenti, e che qualcuno fosse inviato in Etiopia (anche perché non potremmo capire come Luca

faceva a sapere che continuò il viaggio tutto allegro e non spaventato o incuriosito; evidentemente

l’eunuco stesso l’ha raccontato a qualcuno). Più tardi qualche scrittore ci afferma che divenne

missionario presso il suo popolo. 12

All’inizio Filippo per fede deve fare un lungo cammino verso Gaza, ora è lo Spirito a rimetterlo in pista

per una nuova missione. Filippo continuò ad evangelizzare da Azot fino a Cesarea dove sembra si sia

fermato. Lì lo ritroveremo infatti 20 anni dopo padre di quattro figlie profetesse (Atti 21:8, 9).

Quale allegria doveva essere nel cuore di quell’uomo che aveva appena conosciuto la grazia e quale

gioia continuando la sua lettura di Isaia dovette provare nella scoprire una grande promessa che

riguardava proprio lui eunuco e straniero: Isaia 56:3-5.

Il programma di Dio - Atti 1:8 - va avanti nonostante le difficoltà e le persecuzioni; l’evangelo uscito

da Gerusalemme ha toccato la Giudea, la Samaria e nel cuore di un eunuco Etiopico viaggia verso le

“estremità della terra”. E’ il preludio della grande avventura di conquista spirituale per la quale Dio

stava già preparando il suo strumento: un certo Saulo di Tarso.

12 Studi sugli Atti. Antonio Rozzini

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Pag 40

La conversione di Saulo e la sua chiamata (9:1-19)

Questo capitolo vede l’entrata in scena ufficiale dell’uomo che Dio avrebbe scelto per portare

l’evangelo alle estremità del mondo, ai gentili di nascita, agli esclusi dai patti e dalle promesse

(Efesini 2:12).

Chi era Saulo da Tarso ?

Della vita e del ministerio dell’apostolo Paolo il NT parla diffusamente (libro degli Atti dal cap.8 al

cap. 28) ed in senso autobiografico lui stesso nelle sue epistole (in particolare ai Corinzi e ai Galati).

Nei capitoli 7, 8 e 9 degli Atti Saulo viene presentato come un “devastatore” della chiesa, una sinistra

apparizione per l’intera chiesa di Gerusalemme. Atti 7:58, 8:1, 8:3, 9:1. Dal suo racconto postumo

sembra che Egli fosse il ‘responsabile incaricato’ della persecuzione contro la chiesa: Atti 26:9-11.

La sua pericolosità derivava dal fatto che Egli fosse fanaticamente convinto di agire nell’approvazione

di Dio (Giovanni. 16:1, 1 Timoteo 1:13) il termine “approvava” di Atti 8:1 potrebbe essere tradotto con

“approvava con piacere”.

Atti 21:39 Era un giudeo di Tarso, città cosmopolita della Cilicia (nell’odierna Turchia)

capitale della provincia romana omonima dal 72 a.C. Tarso con il suo porto divenne un

importante centro commerciale ed ai tempi di Paolo ospitava una popolazione di 250.000

persone. La ricchezza di Tarso era dovuta anche alle sue montagne ricche di minerali e legname

e dell’allevamento di capre dal vello nero dal quali gli abitanti traevano un tipo di lana robusto e

adatto alla fabbricazione di mantelli, coperture e soprattutto tende usate dai carovanieri, dai

nomadi e dagli eserciti. Dopo la conquista da parte di Alessandro Magno Tarso venne dominata

dai re Seleucidi e nel 171 a.C. ottenne il titolo di città-stato. Dopo la conquista romana nel 64

a.C. Tarso, per la sua importanza strategica, venne elevata dal Senato allo stato di ‘Libera

civitas’ ovvero ‘città libera’, che consentiva l’affrancamento dalle tasse e un benessere

generalizzato. La città divenne famosa all’epoca anche come rinomato centro culturale tanto

che lo storico Strabone la classificava al di sopra di Atene e Alessandria e il maestro di

Ottaviano Augusto, l’insegnante stoico Atenodoro, era di Tarso ed a Tarso ritornò per curarne

le riforme civiche13. Lo stoicismo era la filosofia dominante presso l’università di Tarso e lo

stesso Paolo ne subì indirettamente l’influenza che ritroviamo in alcune espressioni da lui

utilizzate nelle epistole (es i termini ‘conveniente’ e ‘sconveniente’ Col.3:18 e Efesini 5:3-4)

Atti 22:3 Fu educato in Gerusalemme ed ebbe come maestro Gamaliele (Atti 5:34).

Atti 23:16 Forse viveva a Gerusalemme con sua sorella.

Atti 18:2-3 Era anche un lavoratore, artigiano fabbricante di tende.

Filip. 3:4-6 Era un ebreo della tribù di Beniamino, fariseo figlio di farisei. La sua rigida

educazione ‘farisea’ era iniziata nella sinagoga a partire dalla sua infanzia, a cinque anni,

iniziando a studiare il Pentateuco. Il percorso di studi di un giovane ebreo era così definito nella

Mishnah (il libro della tradizione orale del Giudaismo) : “a cinque anni, uno è pronto per la Scrittura, a dieci anni per la Mishnah, a tredici anni per

l'adempimento dei comandamenti, a quindici anni per il Talmud, a diciotto anni per la camera

13 FF Bruce New Testament History

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da letto, a vent'anni per il perseguimento di una chiamata, a trent'anni per l'autorità, a

quarant'anni per il discernimento, a cinquant'anni per il consiglio, a sessant'anni ha una

resistenza speciale, a novant'anni è un essere ricurvo, e a cento anni è come uno che è già morto

e cessato dal mondo”.14

Probabilmente ancora adolescente Saulo lasciò Tarso per recarsi a Gerusalemme a completare i

suoi studi rabbinici alla scuola del rinomato Gamaliele una scuola liberale dove era insegnata

anche la ‘saggezza dei greci’ che Paolo dimostrava di avere studiato come la lingua koinè che

gli servì per evangelizzare e scrivere a tutte le genti: Atti 21:27.

Gal. 1:13-14 Era zelante più di molti suoi connazionali per le tradizioni dei Padri.

Atti 22:25-28 Era cittadino romano per diritto di nascita per lo stato riconosciuto alla città di

Tarso. Di solito i cittadini romani d’origine diversa avevano due nomi: il primo legato alla loro

etnia di origine (Saulo riporta a Saul re d’Israele della tribù di Beniamino come Paolo), il

secondo di radice romana (Paolo che significa ‘piccolo’). Il diritto di cittadinanza non era

comunque automatico ma legato non solo alla città d origine ama anche allo status della

famiglia che doveva essere presente sul territorio da almeno quattro generazioni

Non sappiamo molto del suo aspetto fisico ma non doveva essere molto appariscente: 2 Corinzi 10:10

Ipotesi su Saulo da Tarso

- Saulo ha mai visto Gesù nella carne? Paolo non ne parla mai, anche se potrebbe sembrare strano

che non ne abbia mai sentito nulla visto che probabilmente era a Gerusalemme per studi nel periodo

in cui Gesù insegnava.

- Era membro del Sinedrio? Acconsente alla morte di Stefano (8:1), era autorizzato a perseguire la

chiesa dai capi sacerdoti (9:1-2; 26:10) e votava per la morte dei credenti. E’ dunque possibile (o

probabile) che lo fosse e se era membro del Sinedrio doveva essere per forza sposato. Luca lo

chiama “un giovane” in Atti 7:58.

- Quanti anni aveva Paolo alla sua conversione? Paolo presumibilmente perseguitava la chiesa tra il

31 e il 34 d.C. La conversione è avvenuta nel 34 o nel 35 d.C. Essendo giovane alla morte di

Stefano, che per i greci indica tra i 20 e 30 anni, si può pensare che Paolo fosse un poco più giovane

di Gesù e nato attorno tra l’anno 1 e l’anno 4 d.C. 15. Si pensa dunque che abbia avuto circa

trent’anni alla sua conversione.

Saulo il minaccioso persecutore

Atti 9:1 Saulo, sempre spirante minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo

sacerdote, 2 e gli chiese delle lettere per le sinagoghe di Damasco affinché, se avesse trovato dei

seguaci della Via, uomini e donne, li potesse condurre legati a Gerusalemme.

E’ il primo dei tre racconti di Atti sulla conversione di Saulo (gli altri due sono tratti dalle sue stesse

parole in Atti 22 (discorso ai Giudei) e 26 (discorso davanti al re Agrippa) a sottolineare l’importanza e

l’autorità della sua esperienza nella storia della chiesa apostolica.

“spirante” era come tutto immerso in un’atmosfera di violenza - Atti 27:12

14 Mishnah, Aboth 5:21 15 FF Bruce New Testament History

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Perché tale accanimento contro i “seguaci della Via” ? Il pensiero di dover difendere la “tradizione dei

padri” minacciata dai “seguaci della Via” (che non erano ancora chiamati “cristiani”). Ma la sua era

anche una reazione alla lotta interiore contro gli “stimoli” dello Spirito Atti 26:14 (Luca usa il termine

“kentron” ovvero il pungolo utilizzato buoi , cavalli e altri animali da soma).

Nel suo zelo chiede l’autorizzazione scritta a procedere contro la Chiesa dispersa a Damasco (distante

più di 300 Km ovvero un viaggio di almeno 6 giorni) perché il sinedrio manteneva la sua autorità sulle

sinagoghe anche lontano dai confini d’Israele.

Il suo imprevisto incontro con l’amore di Dio

3 E durante il viaggio, mentre si avvicinava a Damasco, avvenne che, d'improvviso, sfolgorò intorno a

lui una luce dal cielo 4 e, caduto in terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi

perseguiti?»

‘d’improvviso’

Dio prepara nel tempo ed opera sorprendendoci istantaneamente … è una parola chiave della sua storia.

Saulo viene chiamato personalmente dal Signore perché l’incarico che gli verrà affidato sarà lo stesso

che il Maestro assegnò ai dodici (Galati 1:1-11-12); la sua esperienza diretta gli conferiva una autorità

particolare.

‘Saulo, Saulo,’

Nella doppia ripetizione del suo nome cogliamo l’amore di Dio per Saulo (Luca 10:41- Luca 22:31).

La luce dal cielo era il segno tangibile della irresistibile presenza di Dio che lo atterra. Isaia 45:23

In Atti 26:13 Paolo aggiungerà un altro significativo particolare: era mezzogiorno, ma quella luce era

più forte del mezzogiorno!

‘perché mi perseguiti?’

è straordinario pensare quanto il Signore ci ami e si senta immedesimato con la sua Chiesa. Gesù non

gli dice perchè “LI perseguiti” ; già per Israele Dio aveva dichiarato un simile coinvolgimento

personale : Zaccaria 2:8 – Isaia 63:9.

Gesù è il nostro “sommo sacerdote” che ci comprende e simpatizza con le nostre infermità. Egli non è

lontano, non abita in un regale disinteresse, Egli è coinvolto ! Quello che ci succede lo riguarda

personalmente, noi siamo il suo “corpo” Ebrei 4:14-15 Luca 10:16.

5 Egli domandò: «Chi sei, Signore?» E il Signore: Io sono Gesù, che tu perseguiti. [Ti è duro

recalcitrare contro il pungolo. 6 Egli, tutto tremante e spaventato, disse: Signore, che vuoi che io

faccia? Il Signore gli disse:] Àlzati, entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare.

.

Saulo trova la forza di fare una domanda: “Chi sei Signore?” riconoscendo l’evento come

soprannaturale e proveniente da Dio; forse pensava a qualche angelo? Ma la risposta breve e chiara gli

toglie ogni dubbio “Io sono Gesù il Nazareno” Atti 22:8

7 Gli uomini che facevano il viaggio con lui rimasero stupiti, perché udivano la voce, ma non

vedevano nessuno.

In Atti 22:9 e Atti 26:14 l’esperienza viene arricchita dal commento dell’apostolo e scopriamo che

anche gli accompagnatori di Paolo caddero in terra, videro una luce e sentirono dei suoni; ma non

distinguevano nessuno nella luce o nel suono. Cfr. Daniele 10:7

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8 Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla; e quelli, conducendolo per mano, lo

portarono a Damasco, 9 dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda.

Saulo non è più il minaccioso e orgoglioso persecutore, ma toccato da Dio rivela tutta la fragilità

dell’essere umano… come un bambino deve ora dare la mano a qualcuno per farsi condurre.

Il suo mondo era improvvisamente crollato; aveva sbagliato tutto e il rimorso lo torturava lungo il

cammino: rivedeva Stefano spirare perdonandolo, i molti discepoli cacciati in prigione, che lui

costringeva a bestemmiare. Ma la cosa che non riusciva veramente a capire era l’amore e la grazia di

Dio che invece di distruggerlo e giudicarlo (2 Re 19:27 e seg.) lo aveva scelto come ambasciatore e

strumento di salvezza: Atti 26:16 -18. Ma Dio conosceva il cuore di Saulo : 1 Timoteo 1:13.

Per tre giorni Saulo rimase nelle tenebre, prima di risorgere a nuova vita.

Un certo discepolo di nome Anania

10 Or a Damasco c'era un discepolo di nome Anania; e il Signore gli disse in visione: «Anania!» Egli

rispose: «Eccomi, Signore». 11 E il Signore a lui: «Àlzati, va' nella strada chiamata Diritta, e cerca in

casa di Giuda uno di Tarso chiamato Saulo; poiché ecco, egli è in preghiera, 12 e ha visto in visione

un uomo, chiamato Anania, entrare e imporgli le mani perché ricuperi la vista». 13 Ma Anania

rispose: «Signore, ho sentito dire da molti di quest'uomo quanto male abbia fatto ai tuoi santi in

Gerusalemme. 14 E qui ha ricevuto autorità dai capi dei sacerdoti per incatenare tutti coloro che

invocano il tuo nome». 15 Ma il Signore gli disse: «Va', perché egli è uno strumento che ho scelto per

portare il mio nome davanti ai popoli, ai re, e ai figli d'Israele; 16 perché io gli mostrerò quanto debba

soffrire per il mio nome».

Anania è il discepolo sul quale il Signore può contare : «Anania!» Egli rispose: «Eccomi, Signore».

Quanti anni avesse, quale fosse il suo aspetto, se era sposato o se aveva dei figli non ci è dato di

conoscere; ci sono delle persone su cui sappiamo di poter contare “ad occhi chiusi” ed è bello poter

contare su qualcuno o sentirsi dire “conta su di me” . E il Signore può contare su di me?

Anania = ”Il Signore è stato misericordioso”

Alcuni Anania della Bibbia non erano degni del loro nome:

un Falso profeta ... Geremia 28:10.

un Falso fratello ... Atti 5:1

un Falso servitore di Dio ... Atti 23:2

Viceversa il nostro Anania era pienamente degno del nome che portava e la sua storia da quel giorno fu

eternamente legata alla vicenda ed alla conversione di Saulo. Egli ci permette di considerare quali sono

le caratteristiche del discepolo su cui Gesù può “contare”:

Conosciuto Anania era conosciuto per nome da Gesù . Dio da del tu ai suoi ! Il breve dialogo svela

la sua familiarità con il Signore Giovanni 10:27

Anonimo. Anania era uno qualsiasi ... uno dei tanti. Dio non manda a chiamare apostoli famosi o

evangelisti famosi per parlare a Saulo, non “trasporta” Filippo , non manda a chiamare Pietro ,

sappiamo poco di lui e non era famoso ma oggi è ricordato nel libro di Dio … Filippesi 4:3

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Vicino. Non aspettare che Dio mandi qualcuno da lontano quando devi andare tu; se Anania non fosse

stato disponibile certamente Dio avrebbe mandato qualcun altro Ester 4:14 Luca 8:39

Di buona testimonianza. Atti 22 :12 è interessante notare che i Giudei e non solo i fratelli gli rendevano

“buona testimonianza” Abbiamo altri particolari su Anania dalla stessa testimonianza di Paolo che non

poteva fare a meno di nominarlo ogni qualvolta doveva raccontare del suo incontro con Cristo: 1 Pietro

2 :12, Matteo 5 :16; anche per Anania vale la benedizione di Ebrei 11:4 “benchè morto egli parla

ancora...”

Disponibile “Eccomi” è la risposta di un figlio ubbidiente e sottomesso. Quello di Anania è uno dei 49

eccomi della Bibbia (Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Samuele, Isaia, Gesù). Dio desidera che sia

l’uomo a testimoniare di Lui ...il suo intervento su Saulo fu quello di fargli notare che la direzione da

lui presa con tanta foga era contraria alla sua volontà e che aveva un piano diverso per lui.

Il Signore rivolge ad Anania tre parole che ne sintetizzano la missione : alzati, cerca, và.

disposto ad alzarsi e andare, “alzati...” non sappiamo se fosse notte inoltrata o sera;

disposto a cercare i perduti “cerca...” (aspettare le anime in chiesa... o cercarle ?) Luca 14:23;

disposto ad evangelizzare il violento devastatore di chiese “va’“; è l’esatto contrario di Giona.

Come ci comportiamo quando Dio ci chiede qualcosa che non ci piace?

Anania era un uomo come noi, aveva dei dubbi e li manifesta apertamente al Signore, ma non resiste

alla chiamata, crede ed agisce di conseguenza.

«Va', perché egli è uno strumento che ho scelto per portare il mio nome davanti ai popoli, ai re, e ai

figli d'Israele; 16 perché io gli mostrerò quanto debba soffrire per il mio nome»

Il Signore rivela ad Anania i suoi progetti per Saulo e di come egli è stato “scelto” per portare il suo

nome in primo luogo davanti ai popoli, ovvero i gentili, ai loro governanti e solo in terza battuta ai

suoi fratelli Giudei. Paolo sarà infatti l’apostolo dei Gentili sebbene nel suo agire cercasse sempre

prima di testimoniare ai Giudei.

Insieme all’apostolato avrebbe però dovuto subire molte sofferenze. 2 Corinzi 11:23 e seg.

17 Allora Anania andò, entrò in quella casa, gli impose le mani e disse: «Fratello Saulo, il Signore,

quel Gesù che ti è apparso sulla strada per la quale venivi, mi ha mandato perché tu riacquisti la vista

e sia riempito di Spirito Santo».18 In quell'istante gli caddero dagli occhi come delle squame, e

ricuperò la vista; poi, alzatosi, fu battezzato.

“Fratello Saulo...” Anania mostra innanzitutto una carica di sincero amore, riconosce la salvezza già

operata nell’ex persecutore e lo chiama fratello. Aania non ha più dubbi. In piena ubbidienza va da

Saulo, lo trova e al tocco delle mani di quel semplice discepolo Saulo ricupera la vista e riceve la

pienezza dello Spirito Santo. Invece dell’ira divina, Saulo sperimentò il perdono e l’amore nel Nome

che aveva cercato di distruggere.

Anania stesso afferma di essere stato mandato a Saulo per due motivi: la guarigione fisica dalla sua

temporanea cecità e la ‘pienezza dello Spirito Santo; il verso 18 descrive l’immediatezza della risposta

di Dio. Dopo di questo Anania battezzerà Saulo in acqua (non sappiamo esattamente dove, e nella

stessa casa di Giuda dove era ospitato oppure esternamente) Atti 22:16

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Il racconto viene in seguito arricchito dalla testimonianza diretta di Paolo Atti 22:13-16

Anania tornerà nell’ombra per continuare a servire umilmente il suo Dio portando nel cuore il ricordo

di una esperienza indimenticabile e dagli effetti eterni: essere stato uno strumento di salvezza.

Paolo inizia a predicare (9:19-31)

Saulo e i segni della nuova nascita

Atti 9:19 E, dopo aver preso cibo, gli ritornarono le forze. Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli

che erano a Damasco 20 e si mise subito a predicare nelle sinagoghe che Gesù è il Figlio di Dio.

Saulo è ora in Cristo, è una “nuova creatura” e le sue azioni lo dimostrano chiaramente: 2 Corinzi 5:17

Inizia subito a testimoniare sentendo ora l’urgenza di comunicare a tutti che Gesù era il “Figlio di Dio”;

è impossibile tacere o tenere nascosta una tale rivelazione e l’urgenza di rendere la nostra

testimonianza su Cristo è un chiaro segno della “nuova nascita”. 2 Corinzi 4:13

Proclamare Gesù “Figlio di Dio” equivaleva riconoscerne la divinità e subire dai Giudei l’accusa di

essere un bestemmiatore e Saulo ben la conosceva: Matteo 26:63-66.

Fin dall’inizio lo Spirito Santo lo condusse a predicare con grande coraggio nelle sinagoghe (fu una

strategia ricorrente nei viaggi apostolici che seguiranno) affinché la testimonianza fosse resa prima agli

Ebrei Romani 1:16

21 Tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Ma costui non è quel tale che a

Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed era venuto qua con lo scopo di

condurli incatenati ai capi dei sacerdoti?»

Una vera conversione dovrebbe produrre stupore in quanti prima ci conoscevano; la meraviglia è

direttamente proporzionale al cambiamento e nel caso di Saulo era veramente miracoloso: da

persecutore a predicatore.

22 Ma Saulo si fortificava sempre di più e confondeva i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che

Gesù è il Cristo.

Una vera conversione produce un naturale desiderio di crescita, santificazione e rafforzamento

spirituale. Non possiamo testimoniare con franchezza e affrontare il buon combattimento della fede se

prima non ci siamo spiritualmente “fortificati” Efesini 6:10

23 Parecchi giorni dopo, i Giudei deliberarono di ucciderlo; 24 ma Saulo venne a conoscenza del loro

complotto. Essi facevano persino la guardia alle porte, giorno e notte, per ucciderlo; 25 ma i discepoli

lo presero di notte e lo calarono dalle mura dentro una cesta.

Chiunque vorrà vivere piamente in Cristo incontrerà opposizione e persecuzione: 2 Timoteo 3:12.

Paolo lo sapeva bene, il Signore stesso lo aveva preavvisato. Saranno proprio quei discepoli che lui era

andato a perseguitare a salvargli la vita. Era venuto a Damasco per scovare i fuggiaschi è costretto ad

uscire da Damasco da fuggiasco. Da allora più volte Saulo dovette subire attentati e complotti contro la

sua vita ma il Signore lo liberò sempre e i Giudei non riusciranno nel loro progetto: Isaia 54:17

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Tra il versetto 25 e il versetto 26 passano circa 3 anni. Per meglio comprendere il periodo iniziale

dell’esperienza apostolica di Paolo dobbiamo confrontare il nostro testo con i dettagli da lui stesso

forniti nelle epistole che scriverà:

Luogo Esperienze Riferimenti Periodo Ipotesi Anno

Damasco

Prime testimonianze

e fuga

Atti 9:19-25

2 Cor.11:32-33 Parecchi giorni 34 d.C.

Arabia

Si fortifica Galati 1:16-17 ? di 3 anni 34-37 d.C.

Damasco

Abita in città Galati 1:18-19 ? di 3 anni 34-37 d.C.

Gerusalemme

Incontra Barnaba

Cefa e Giacomo

Atti 9:26

Galati 1:18-19 15 giorni

Cesarea e Tarso

Siria e Cilicia

Testimonia ai suoi Atti 9:30

Galati 1:21 3 anni (?)

Antiochia

Con Barnaba Atti 11:25-26 1 anno

Gerusalemme

Con Barnaba colletta

per i poveri

Atti 11:27-30 …

Antiochia

Ministro della

Chiesa Atti 13:1-3 …

1° Viaggio

Missionario

Con Barnaba e

Marco

Atti … 46 d.C.

Gerusalemme

Con Barnaba e Tito Galati 2:1-10

Atti 15:1-34 dopo 14 anni 48 d.C.

Dei tre anni trascorsi tra il deserto e Damasco non sappiamo molto; rimase solo Galati 1:16

Saulo comprende immediatamente l’importanza di “consultare Dio” di dipendere da Lui al di sopra di

ogni altro consiglio umano (le opinioni degli uomini anche quelle dei più saggi e illuminati potrebbero

differire o addirittura contrastare la volontà di Dio, come avvenne in tutti i grandi risvegli del passato.

Prima di iniziare la sua missione apostolica era necessario che Saulo rimanesse un periodo nel deserto

“solo con Dio” (come Mosè, come Elia , come Giovanni Battista e il Signore Gesù stesso).

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26 Quando fu giunto a Gerusalemme, tentava di unirsi ai discepoli; ma tutti avevano paura di lui, non

credendo che fosse un discepolo. 27 Allora Barnaba lo prese con sé, lo condusse dagli apostoli, e

raccontò loro come durante il viaggio aveva visto il Signore che gli aveva parlato, e come a Damasco

aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. 28 Da allora, Saulo andava e veniva con loro in

Gerusalemme, e predicava con franchezza nel nome del Signore; 29 discorreva pure e discuteva con

gli ellenisti; ma questi cercavano di ucciderlo. 30 I fratelli, saputolo, lo condussero a Cesarea, e di là

lo mandarono a Tarso.

Saulo cerca la Chiesa e una vera conversione manifesta sempre questo desiderio di “unirsi” ai discepoli

Una nuova creatura non dovrà essere pregata di partecipare alle riunioni di culto o di evitare le

compagnie equivoche, la comunione fraterna è per essa una necessità e un santo desiderio.

Salmo 122:1 ; Salmo 16:3 ; Salmo 133:1.

A tre anni di distanza ancora la sua fama negativa non si era dissolta. Saulo si trovò a combattere con la

diffidenza e il sospetto dei molti ma Dio gli venne in aiuto tramite Barnaba il “figlio di consolazione”

che lo prende con sé, lo difende e lo inserisce nella Chiesa di Gerusalemme da dove presto dovrà

fuggire di nuovo per raggiungere con l’Evangelo i Gentili

31 Così la chiesa, per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria, aveva pace, ed era edificata; e,

camminando nel timore del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo, cresceva costantemente di

numero.

La persecuzione sembra placarsi di nuovo per la Chiesa e dopo la tempesta ritorna sempre il sereno.

La ricetta di quella crescita numerica costante era semplice: camminare nel timore di Dio e nella

consolazione dello Spirito Santo.