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Il lavoro al videoterminale Informazioni dettagliate per gli specialisti e le persone interessate

Il lavoro al videoterminale - Carlo Masci · 1.1 Evoluzione del lavoro al VDT I posti di lavoro al VDT sono ormai entrati a far parte degli strumenti che vengono usati quotidianamente

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Il lavoro al videoterminale Informazioni dettagliate per gli specialisti e le persone interessate

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Il lavoro al videoterminaleInformazioni dettagliate per gli specialisti e le persone interessate

SuvaIstituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuniSicurezza sul lavoroCasella postale, 6002 LucernaTelefono 041 419 51 11Telefax 041 419 59 17 (per ordinazioni)Internet www.suva.ch

Il lavoro al videoterminaleInformazioni dettagliate per gli specialisti e le persone interessate

Autore: Walter LipsSuva, Divisione sicurezza sul lavoro, Settore acustica, Lucerna

Prof. Dr. rer. nat. Dr. med. Helmut KruegerETH, Istituto d'igiene e fisiologia del lavoro, Zurigo

Prof. Dr. Dipl. Inf., Dipl. Psicol. Matthias RauterbergIPO Centre for Research on User-System Interaction, TU Eindhoven NL

Disegni: Lucas Zbinden, LobsigenFoto: Ruedi Hopfner, Lucerna

Riproduzione autorizzata con citazione della fonte.1a edizione – 19839a edizione completamente riveduta – marzo 1999 – da 194’000 a 196’000

Codice: 44022.i

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Prefazione alla 9a edizione (1999)

L'opuscolo «Il lavoro al videoterminale» èstato pubblicato per la prima volta dallaSuva nel 1983. Da allora sono stati distribuitipiù di 300'000 esemplari. Nelle sue partiprincipali esso non ha perso d'attualità. Lapresente edizione rielaborata tiene contodelle novità in campo tecnico nonché deirisultati delle ricerche più recenti. Per quantoconcerne il posto di lavoro al videoterminale(VDT) si denota oggigiorno in generale unospostamento dei problemi ergonomici dalsistema vero e proprio all'ambiente di lavoro.Questa 9a edizione tratta anche tale proble-matica.

L'opuscolo si rivolge in primo luogo agli spe-cialisti, per esempio alle persone che nelleimprese sono responsabili della preparazio-ne del posti di lavoro al videoterminale edella scelta dei necessari mezzi di lavoro. Lapubblicazione è scritta in un linguaggio com-prensibile anche a una cerchia più ampia dipersone. Presso la Suva è ottenibile una ver-sione riassuntiva (codice 44034.i) che tieneconto in particolare dei bisogni degli utenti.

In Svizzera non esistono prescrizioni legaliconcrete per i posti di lavoro al videotermi-nale. Abbiamo quindi ritenuto opportunoincludere nella presente pubblicazione unacompleta serie di raccomandazioni trattedalle esperienze fatte a livello internazionale.In questi ultimi anni la situazione si è svoltain favore dell'utente (operatore o videotermi-nalista); sul mercato sono oggigiorno in ven-dita quasi esclusivamente prodotti di buonaqualità in grado di soddisfare anche i bisognie le esigenze ergonomici. I problemi sononoti: vasti studi scientifici hanno contribuito atrovare soluzioni praticabili.

In Svizzera esiste un dualismo legale chesuscita ripetute discussioni. Secondo lalegge sul lavoro (LL) i problemi concernenti ilavori al videoterminale sono di competenzadell'Ufficio federale dello sviluppo economicoe del lavoro (UFSEL) e degli ispettorati can-tonali del lavoro dato che qui si è confrontaticon domande riguardanti l'accettabilità e lasalvaguardia della salute psicofisica.L'esperienza ha dimostrato, però, che moltilavoratori coinvolti fanno ricorso alla Suvaquale organo competente in materia dimalattie professionali sulla base della leggefederale sull'assicurazione contro gli infortuni(LAINF). I problemi di salute associati al lavo-ro al videoterminale sono noti, e non vengo-no attribuiti dalla Suva al gruppo delle malat-tie professionali.

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Sommario

1 Introduzione 7

1.1 Evoluzione del lavoro al VDT 71.2 Che cosa si intende per lavoro

al videoterminale? 91.3 Confronto tra il lavoro al videoterminale

e il tradizionale lavoro d'ufficio 101.4 Lamentele associate al lavoro al VDT 101.5 Trattamento speciale del posto di

lavoro al VDT 11

2 Principi generali 12

2.1 Generalità 122.2 Ergonomia 122.3 Concetti fondamentali di illuminotecnica 122.3.1 Illuminamento 122.3.2 Luminanza 132.3.3 Abbagliamento 142.3.4 Grado di riflessione 142.3.5 Contrasto 152.4 La percezione visiva 152.4.1 Acuità visiva 152.4.2 Sensibilità differenziata 172.4.3 Accomodazione 172.4.4 Adattamento 182.4.5 Sfarfallamento 182.4.6 Movimenti oculari 19

3 Elementi dei posti di lavoro al video-terminale e relative esigenze 20

3.1 Videoschermi (monitor) 203.1.1 Struttura, funzione 203.1.2 Dimensione del videoschermo 203.1.3 Curvatura del videoschermo 213.1.4 Mobilità del videoschermo 213.1.5 Involucro del videoschermo 213.1.6 Trattamento speciale della superficie

del videoschermo, filtri 213.1.7 Caratteri del videoschermo

(rappresentazione dell'informazione) 233.1.7.1 Rappresentazione negativa

e positiva dei caratteri 233.1.7.2 Contrasto dei caratteri, luminanza

dei caratteri e dello sfondo 24

3.1.7.3 Colori dei caratteri 243.1.7.4 Dimensione dei caratteri 243.1.7.5 Forma dei caratteri (font) 253.1.7.6 Nitidezza dei caratteri 263.1.7.7 Stabilità dei caratteri 263.1.7.8 Oscillazione (sfarfallamento)

dei caratteri 263.1.8 Effetti fisici indesiderati 263.1.9 Sviluppi recenti 273.1.9.1 Indicatori a cristalli liquidi 273.1.9.2 Video a plasma 273.1.10 Consumo d'energia elettrica 273.1.11 Notebook 283.1.12 Risultati di test 283.2 Tastiera 283.2.1 Esigenze relativa alla tastiera 283.2.2 Struttura dei tasti 283.2.3 Tastiere speciali 293.2.4 Mouse 303.3 Documenti e portadocumenti 303.3.1 Generalità 303.3.2 Qualità dei documenti da digitare 303.3.3 Portadocumenti 303.4 Piano di lavoro 313.4.1 Importanza del piano di lavoro 313.4.2 Grandezza del piano di lavoro 313.4.3 Altezza del piano di lavoro 323.4.4 Spazio di movimento per le gambe 323.4.5 Colore del piano di lavoro 323.4.6 Canali passacavi 323.4.7 Scrittoi 323.5 Sedile di lavoro 333.5.1 Importanza del sedile di lavoro 333.5.2 Altezza del sedile di lavoro 343.5.3 Piano del sedile 343.5.4 Schienale 343.5.5 Braccioli 343.5.6 Sedili di lavoro alternativi 343.6 Poggiapiedi 353.7 Considerazioni sulla posizione del corpo 363.8 Stampanti 363.9 Prescrizioni e raccomandazioni

internazionali 36

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4 Realizzazione dei posti di lavoro al VDT 38

4.1 Illuminazione dell'ambiente di lavoro 384.1.1 Esigenze 384.1.1.1 Illuminamento 384.1.1.2 Colore della luce 384.1.1.3 Grado di riflessione del locale 384.1.1.4 Ripartizione della luminanza sui posti

di lavoro 384.1.1.5 Riflessi 394.1.1.6 Sfarfallamento 394.1.2 Luce diurna 404.1.3 Illuminazione artificiale 424.2 Posizione del videoschermo 444.2.1 Riflessi 444.2.2 Punti di vista ergonomici 444.2.2.1 Distanza visiva 444.2.2.2 Altezza del videoschermo 454.2.2.3 Inclinazione del videoschermo 454.3 Tastiera 464.4 Poggiamani 464.5 Documenti e portadocumenti 474.6 Piano e sedile di lavoro 474.7 Stampanti 474.8 Stazioni di lavoro CAD 474.8.1 Illuminazione dell'ambiente lavorativo 474.8.2 Mobili di lavoro 484.9 Riepilogo 48

5 Software 50

5.1 Conoscenze 515.2 Modo di lavorare 515.3 Rappresentazione dell'informazione

sul videoschermo 525.3.1 Disposizione dell'informazione 525.3.2 Codificazione 545.4 Dialogo 565.4.1 Forme d'interazione 565.4.1.1 Comandi 565.4.1.2 Modulo 565.4.1.3 Menu 565.4.1.4 Superficie grafica 575.4.1.5 Manipolazione diretta 585.4.2 Dialogo 585.4.2.1 Struttura ad albero 595.4.2.2 Significato del modello sistemico specifico

al compito da svolgere 605.4.2.3 Assistenza utenti 605.4.2.4 Tempo di risposta 605.5 Valutazione ed esame 615.5.1 Criteri di valutazione relativi al contenuto 615.5.2 Partecipazione dell'utente 615.5.2.1 Valutazione sulla base di liste di controllo 62

5.5.2.2 Valutazione partecipativa tramite workshops 62

5.5.3 Usability-Test 635.6 Principi fondamentali della creazione di

superfici utenti 635.7 Regole di configurazione 645.7.1 Genere e decorso della comunicazione 645.7.2 Aiuti forniti dal sistema / Rispetto

dell'utente 655.7.3 Comportamento in casi d'errore/Pericoli 66

6 Aspetti della medicina del lavoro 67

6.1 Radiazioni, clima dell'ambiente, rumore 676.1.1 Radiazioni 676.1.1.1 Campi elettromagnetici 676.1.1.2 Campi elettrostatici 686.1.1.3 Compatibilità elettromagnetica dei

videoschermi 686.1.1.4 Raggi X (radiazioni ionizzanti) 686.1.1.5 Raggi infrarossi o radiazione termica 696.1.1.6 Raggi ultravioletti (UV) 696.1.1.7 Radiazioni» non di natura fisica 696.1.2 Clima dei locali di lavoro 696.1.3 Rumore 706.2 Aspetti oftalmologici 726.2.1 Generalità 726.2.2 Vista difettosa, presbiopia 726.2.3 Esami della vista 726.2.4 Rimedi per la vista in caso di anomalia

di refrazione e presbiopia 736.2.5 Training per gli occhi 756.3 Punti di vista ortopedici 766.3.1 Sollecitazioni legati alla posizione seduta 766.3.2 Importanza dell'attività fisica 766.3.3 Posture forzate 766.3.4 Prevenzione dell'affaticamento 776.4 Raccomandazioni 83

7 Aspetti della psicologia del lavoro e delle attività lavorative 84

7.1 Criteri generali di strutturazione 847.1.1 Criteri per le attività lavorative 847.1.2 Criteri per la concezione delle attività

lavorative 857.1.3 Criteri per la ripartizione delle funzioni

uomo-computer 867.2 Problemi frequenti e soluzioni appropriate 867.2.1 Stress sul lavoro 867.2.2 Soddisfazione sul lavoro 917.2.3 Organizzazione del lavoro 917.2.4 Durata del lavoro al videoterminale,

regolamentazione delle pause 92

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8 Liste di controllo 94

8.1 Generalità 948.2 Liste di controllo per l'uso pratico 958.2.1 Lista di controllo per la scelta

dell'apparecchiatura 958.2.2 Lista di controllo per i mobili 968.2.3 Lista di controllo per l'illuminazione 978.2.4 Lista di controllo per i videoterminalisti 98

9 Uffici di consulenza e d'informazione, mezzi ausiliari 99

9.1 UFSEL e ispettorati federali del lavoro 999.2 Ispettorati cantonali del lavoro 999.3 Diverse organizzazioni 999.4 Suva 100

10 Bibliografia 101

11 Ringraziamenti 102

12 Indice analitico 103

13 Riassunto 107

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1 Introduzione

1.1 Evoluzione del lavoro al VDT

I posti di lavoro al VDT sono ormai entrati afar parte degli strumenti che vengono usatiquotidianamente sul lavoro. Numerose atti-vità lavorative non potrebbero esistere senzal'ausilio del videoterminale. Il posto di lavoroal VDT ha rivoluzionato il tradizionale lavorod'ufficio (figg. 1-3).

L'evoluzione ha pressoché dell'incredibile:nel 1965 erano solo pochi i VDT allacciati aun computer centrale. In Svizzera, nel 1990erano in servizio già più di 500 000 VDT, eoggi superano ampiamente un milione.Vanno inoltre aggiunti i personalcomputer(PC) il cui numero è aumentato enormemen-te in questi ultimi anni. Si calcola che i PCinstallati in uffici e aziende superano oggi ilmilione di esemplari. Sono quindi complessi-vamente due milioni le persone che utilizza-no in Svizzera il videoterminale sul lavoro –ovverosia circa la metà dei lavoratori. Anchenel settore della formazione si fa ricorso acentomila VDT, cui va aggiunto l'enormenumero di apparecchi usati nelle economiedomestiche.

Le superfici grafiche di utenza (Macintosh,Windows e OS/2) hanno avuto una straordi-naria diffusione. In breve tempo si sono

modificati anche i problemi relativi alla rap-presentazione dell'informazione sul video-schermo (monitor). Di ciò si è adeguatamen-te tenuto conto nella riedizione della presen-te pubblicazione.

I cambiamenti strutturali nella nostra econo-mia sono caratterizzati da una riduzioneconsiderevole dei posti di lavoro puramentedi produzione. Questa tendenza dovrebbeperdurare anche nei prossimi anni, ma conun inarrestabile trasferimento di posti di lavo-ro dal settore industriale a quello terziario(settore dei servizi).

Figura 1Posti di lavoro al VDT in un piccolo ufficio.

Figure 2, 3Posti di lavoro al VDT in un ufficio moderno (convenzionale e CAD).

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In tutti i campi del settore terziario si sta deli-neando una netta dominanza dei posti dilavoro al VDT. Ma anche nelle aziende indu-striali essi hanno raggiunto oggi una grandediffusione: non si può più parlare quindi diuna concentrazione dei posti di lavoro alVDT in singole categorie professionali. Il fattoche non solo le segreterie ma anche gli ufficidi officine sono equipaggiati oggi con video-schermi, ha fatto crescere enormemente l'interesse a un'installazione ottimale di questi posti di lavoro.

Occorre riservare particolare attenzione allestazioni di lavoro CAD (CAD = computer-aided design), per il fatto che gli operatorisono tenuti qui a fornire enormi prestazioni.Da un lato si fa ricorso a schermi giganti,con tutte le conseguenze relative alla sceltadei mobili e dell'illuminazione, e dall'altro bi-sogna tenere in considerazione che molti diquesti operatori trascorrono gran parte delloro tempo lavorando a tali sistemi operativi.Il presente opuscolo tratta dettagliatamentequesti problemi e spiega il modo di risolverli.

Diverse sono invece le condizioni per quantoconcerne i computer portatili, i cosiddettiNotebooks, anch'essi oltremodo diffusi.Centomila di queste meraviglie della tecnicavengono usate in treno, in aeroplano, inauto, al ristorante e durante le visite di clien-ti. Siccome i luoghi d'impiego corrispondonoraramente ai requisiti ideali dell'ergonomia,risulta difficile formulare delle raccomanda-zioni. D'altronde, chi ricorre al Notebook è

anche disposto a lavorare in condizioni nonottimali: il più delle volte se ne fa uso soloper breve tempo (le batterie si scaricano giàdopo poche ore) e in luoghi diversi.

Il luogo più diffuso del classico «video-schermo» è l'ufficio. Questo termine gene-rale viene usato quasi sempre per indicare ilvisualizzatore del tipo a tubi a raggi catodici.Esistono però anche altri sistemi per lavisualizzazione di dati, quali apparecchi dilettura per microfiches, indicatori al plasma,indicatori a cristalli liquidi, che presentano, inparte, gli stessi problemi. Ed è appunto l'in-dicatore a cristalli liquidi, che conosciamodai Notebooks, il sistema che troverà neiprossimi anni una sempre più rapida diffu-sione in quanto è tecnicamente possibilecostruire apparecchi con schermi delledimensioni fino a 21 pollici.

I videoterminali impiegati nei moderni postidi lavoro possono essere paragonati, dalpunto di vista tecnico, ai televisori; la tecnicadella riproduzione dell'immagine è presso-ché identica. Hanno tuttavia dimensionidiverse così che ognuno richiede un'altradistanza di visione. Le differenze sono in-vece enormi per quanto concerne le esi-genze della percezione visiva: al televisoreguardiamo immagini a colori in movimento,mentre al videoterminale siamo tenuti a leggere prevalentemente testi o numeri. Ma anche queste differenze tendono a con-fondersi con le più recenti innovazioni adesempio guardando programmi multimediali(con immagine in movimento e il suono) allo schermo del PC (fig. 4) oppure usando il televisore per visionare informazioni diInternet.

Figura 4Moderno sistema multimediale.

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1.2 Che cosa si intende per lavoro al videoterminale?

Molto spesso si parla globalmente di »lavoroal videoschermo» e dei connessi problemi.Dalla pratica si sa delle enormi diversità cheesistono fra le numerose attività svolte alVDT. I dattilografi che digitano quotidiana-mente dati numerici e quindi consultano solosporadicamente lo schermo; l'impiegato chepiù o meno spesso consulta dati al compu-ter; lo specialista EED che per svilupparenuovi programmi dialoga ininterrottamentecon il videoschermo; il disegnatore di mac-chine che ricorre al sistema CAD percostruire nuovi elementi di una macchina. Difatto, ognuno di loro svolge un «lavoro alvideoterminale», eppure la differenza di cari-co lavorativo mentale e fisico, rappresentatada tutte queste attività al VDT, è enorme. Inpratica si distinguono due tipi principali diattività al VDT: l'immissione (digitazione) didati e il dialogo.

Con l'operazione di digitazione (fig. 5), siimmette un determinato numero di dati perunità di tempo, lavorando prevalentementecon ambedue le mani alla tastiera. Si ricorresolo raramente al mouse. Lo sguardo èquasi sempre rivolto al testo da digitare esolo di sfuggita sullo schermo. Capita anchedi dover digitare testi via dittafono. Il corpo ela testa dell'operatore assumono una posi-zione ben precisa. Il lavoro è molto spessomonotono senza cambiamenti. La parte delcorpo tenuta a subire particolari sollecitazio-ni è l'apparato di sostegno, e precisamentela colonna vertebrale, la muscolatura nucalee scapolare, nonché i muscoli e i tendinidelle braccia e delle mani. Una sollecitazionedegli occhi è dovuta non tanto allo schermovideo, quanto alla lettura di testi da digitarescritti in modo poco leggibile e alla lucentez-za fastidiosa della superficie di lavoro.Nonostante la monotonia del lavoro, le esi-genze relative alla capacità ricettiva e di con-centrazione sono elevate.

Svolgendo l'attività di dialogo (fig. 6), il si-stema viene utilizzato per immettere dati evisualizzare informazioni. Questa attivitàassume un'importanza sempre maggioregrazie alla continua diffusione di nuovi siste-mi d'informazione (per es. Internet, elenchi

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telefonici elettronici, indici e vocabolari suCD-ROM, ecc.). I dati vengono digitati evisualizzati mediante la tastiera e il mouse.Lo sguardo è maggiormente rivolto allaschermo e il lavoro con la tastiera non è cosìintenso come quello della digitazione di dati.Con l'avanzare del progresso tecnico si ridu-ce sempre più la percentuale dei lavorisecondari. La documentazione tecnica o imanuali vengono consultati non più su carta,ma su schermo. Il lavoro al VDT viene inter-rotto solo da chiamate telefoniche. Il lavorodi dialogo al VDT richiede esigenze elevatedi concentrazione, di ricezione e di reazione.

Figura 6Lavoro in dialogo.1 tastiera / 2 documento / 3 monitor / 4 mouse

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2

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Figura 5Digitazione di dati.1 tastiera / 2 documento / 3 monitor / 4 mouse

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1.3 Confronto tra il lavoro alvideoterminale e il tradizionalelavoro d'ufficio

La differenza sostanziale nella presentazionevisiva dell'informazione consiste nel fatto cheil piano di visualizzazione allo schermo videoè quasi sempre verticale e non orizzontalecome nei tradizionali lavori d'ufficio.

La posizione più o meno fissa dello schermovideo restringe sia il campo visivo sia laposizione seduta dell'operatore. Il lavoro sisvolge in modo diverso rispetto al tradizio-nale lavoro d'ufficio: sono scomparse nume-rose attività secondarie, il contatto con i colleghi di lavoro non è più così intenso. Acausa del più rapido flusso delle informazionie in determinate circostanze degli inevitabilitempi di attesa difficilmente valutabili in dura-ta, aumentano le esigenze poste al sistemanervoso centrale rispettivamente ai nostrisensi e alla nostra pazienza.

D'altra parte la visualizzazione centralizzatadei messaggi ha reso superflua la faticosaricerca di dati. Il rapido flusso di informazioniaccelera lo svolgimento del lavoro. La messaa disposizione di vaste fonti di informazione,per esempio banche dati, permette di ren-dere più interessante il lavoro.

1.4 Lamentele associate al lavoro al VDT

La sintomatologia generalmente lamentatadai videoterminalisti presenta una certa percentuale di: mal di testa, dolori nucali,bruciori agli occhi, lacrimazione, nervosismo,stress, dolori alle spalle, alle braccia e allemani.

Per quanto riguarda i disturbi agli occhi, lecause vanno ricercate nell'elevata sollecita-zione degli occhi e nel susseguente lororapido affaticamento dovute ai seguenti fattori:

� maggiore sforzo di adattamento e diaccomodazione (il dover adattarsi a stimoli di diversi livelli di luminanza e adiverse distanze di lettura, cfr. capitoli2.4.3 e 2.4.4);

� fenomeni di abbagliamento diretto e indi-retto (lucentezza e riflessi);

� sfarfallamento dei caratteri e dello sfondo;

� rappresentazione insoddisfacente dellaforma dei singoli caratteri, singole frasi odell'intero testo (spesso dovuta a caratteritroppo piccoli, a un numero eccessivo diinformazioni visualizzata contemporanea-mente sullo schermo);

� caratteri non nitidi e insufficiente contrastodei caratteri (spesso dovuto a malregola-zione dello schermo);

� rappresentazione negativa (caratteri chiari,fondo scuro), distanza schermo sbagliata,altezza schermo sbagliata, occhiali sbag-liati.

I dolori alla nuca, delle spalle e agli arti supe-riori sono dovuti anzitutto alle posizioni for-zate che sono tenuti ad assumere di soventei videoterminalisti.

Le lamentele non sono sostanzialmentediverse da quelle fatte valere occasional-mente da altre persone che svolgono ancoralavori d'ufficio tradizionali o altre attività ana-loghe, solo che sono diventate sempre piùfrequenti con l'aumento del numero dei postidi lavoro al VDT. Ciò va messo in relazioneanche con il maggior carico mentale cui si èesposti lavorando al VDT, il che provoca unabbassamento della soglia di tolleranza e diconseguenza un aumento delle lamentele.

Sono particolarmente le persone di unacerta età che si trovano confrontate conquesto problema nel momento in cui passa-no da un posto di lavoro tradizionale a quel-lo dotato di VDT. Le esigenze cui è sottopo-sto il potere visivo delle persone occupatenei posti di lavoro con VDT sono tali da ren-dere evidenti difetti alla vista che prima nondisturbavano o non erano mai stati percepiti.In questi casi si tende ad attribuire alloschermo il fatto di dover portare gli occhiali.Non da ultimo vanno citate le difficoltà psi-cologiche che le persone hanno con nuoveforme e contenuti delle attività lavorative alVDT (nuovi sistemi e programmi di compu-ter, reti informatiche, servizi d'informazione,ecc.). Aggiungasi quale altro fattore a caricola situazione attualmente molto tesa sul po-sto di lavoro che spesso si attribuisce allerapide trasformazioni nel mondo lavorativo.

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In seguito verrà esaminato il modo di affron-tare questi problemi e di prevenire i rispettividisturbi.

1.5 Trattamento speciale delposto di lavoro al VDT

Ci si può chiedere con ragione, perché ilposto di lavoro al VDT e i rispettivi operatoriassumono, in un confronto a livello interna-zionale, una posizione particolare che simanifesta ad esempio nelle esigenze dei sin-dacati, delle organizzazioni professionali onei molteplici disciplinamenti legislativi: pernessun altro campo di lavoro esiste unnumero così elevato di analoghe raccoman-dazioni e prescrizioni da ottemperare comeper il posto di lavoro al VDT, nonostante cheanche numerosi altri posti di lavoro compor-tano affaticamento fisico. Basti pensare, peresempio, alle attività lavorative che vengonosvolte sotto la luce artificiale nei laboratorifotografici e di riproduzione grafica, i lavorida orefice e orologiaio, da montatore elettro-nico o, in generale, tutti i luoghi di lavoro nelsettore della produzione in cui si è sottopostia sollecitazioni fisiche unilaterali. Certo, que-sti luoghi di lavoro non sono così diffusi, maciò non giustifica ancora il motivo per cuimancano qui regolamenti paragonabili aquelli previsti per i posti di lavoro al VDT.

Il motivo per l'elevata esigenza di regola-menti va ricercato negli inizi della nuova tec-nica d'ufficio, contraddistinta da posti dilavoro inaccettabili con esposizione alla lucediretta, abbagliamenti, mobili inadeguati,tecniche specifiche non appropriate, ecc.Nel frattempo questi settori hanno raggiuntoun livello di progresso tale da potere consi-derare risolta la maggiora parte dei problemicitati.

Figura 7Posto di lavoro al VDT agli inizi degli anni 70.

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Riassumendo va quindi detto che il lavoroal VDT può sottoporre i nostri occhi a sforzipiù o meno intensi, obbligare l'operatore aprendere posizioni forzate e richiedere unenorme carico di lavoro mentale (esigenzeelevate di ricettività e di concentrazione).

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2 Principi generali

2.1 Generalità

Il lavoro al VDT sollecita, come tante altreattività lavorative, gli organi della vista.Poiché l'illuminotecnica gioca in questo casoun ruolo importante si ritiene opportunospiegare, accanto a considerazioni generalisull'ergonomia, le più importanti definizioni diquesta tecnica. In seguito verranno trattatele funzioni visive, ossia tutto ciò che è inrelazione con la vista.

2.2 Ergonomia

In relazione ai posti di lavoro al VDT si parlamolto di ergonomia, ossia della scienza chesi occupa dell'adattamento delle condizionidi lavoro ai bisogni e alle caratteristicheantropometriche dell'essere umano. Conl'applicazione dei principi ergonomici si prov-vede a favorire il benessere sul lavoro e asalvaguardare la salute, con conseguentemiglioramento della qualità del lavoro e dellaproduttività.

Figura 9Posto di lavoro al VDT.

Figura 8Sistema globale del posto di lavoro al VDT.

Per i posti di lavoro al VDT è bene fare inmaniera che possibilmente molti elementi delsistema in dipendenza fra loro siano dispostiin modo da consentire, da un canto, un lavo-ro rapido, razionale e senza errori e, dall'al-tro, da non richiedere troppo o troppo pocoall'individuo. L'intero sistema del posto dilavoro al VDT è rappresentato nella figura 8.

2.3 Concetti fondamentali di illuminotecnica

2.3.1 Illuminamento

L'illuminamento è la misura dell'intensità diluce che colpisce una superficie. L'illumina-mento viene misurato in Lux (lx). Qui è de-terminante non solo la parte di luce che dauna sorgente luminosa investe direttamenteuna superficie, ma anche la parte di luceriflessa da oggetti o da superfici limite dell'ambiente (fig. 10). L'illuminamento vienemisurato con un luxmetro.

Genereentratainformazione

AmbienteLuce, clima,

rumore, locale

Genereuscitainformazione

207’

576

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Lampada a incandescenza 100 Watt, chiara, opale 100’000 cd/m2

Lampada fluorescente, secondo il pigmentoluminoso e il diametro 3’000-16’000 cd/m2

Lampada alogena 2’200’000 cd/m2

Lampada alogena a vapori metallici 10’000-80’000’000 cd/m2

Lampada a vapore di sodio ad alta pressione 40’000-6’000’000 cd/m2

Finestra aperta a mezzogiorno, nuvolosità leggera 5’000-50’000 cd/m2

Finestra aperta a mezzogiorno, nuvolosità intensa 1’000-3’000 cd/m2

Sole, a mezzogiorno, tempo chiaro 1’650’000’000 cd/m2

Cielo azzurro, a mezzogiorno, tempo chiaro 3’500 cd/m2

Giornata invernale nuvolosa 800-2’400 cd/m2

Carta in ufficio 80-130 cd/m2

Schermo video chiaro 120 cd/m2

Tabella 2Esempi di diverse luminanze.

13

In pratica, per formulare le esigenze dell'illu-minazione si ricorre all'illuminescenza nomi-nale. A tal riguardo vengono indicati di rego-la un valore minimo e, nel caso dei posti dilavoro al VDT, anche un valore massimo.L'illuminamento non è determinante per lapercezione della luminosità data da unoggetto o un locale poiché l'illuminamentovaluta solo la luce incidente e non il flusso diluce riflesso nell'occhio.

Nella tabella 1 sono riportati alcuni valori diilluminamento di diverse sorgenti luminosenaturali (su superfici orizzontali).

Figura 10Illuminamento.L Sorgente luminosaA Superficie illuminata

parte di luce diretta------- parte di luce riflessa

L

A

2.3.2 Luminanza

È determinata dall'impressione di luminositàesercitata da una superficie luminosa o illu-minata. È l'unica grandezza «visibile» nell'illu-minotecnica. L'effetto di un impianto d'illumi-nazione può essere giudicato solo permezzo della luminanza di tutte le superficiche si trovano nel campo visivo dell'operato-re. L'unità di misura della luminanza èespressa in candele per metro quadrato(cd/m2). La luminanza può essere misuratacon un fotometro.

La tabella 2 indica i valori di riferimento perla luminanza di alcune sorgenti luminose.

Giorno estivo soleggiato all’aperto 60’000-100’000 Ix

Giorno invernale nuvoloso all’aperto 3’000 lx

Notte con luna piena 0,25 lx

Notte con luna nuova (luce stellare) 0,01 lx

Illuminazione d’ufficio raccomandata 500 lx

Tabella 1Illuminamento su superfici orizzontali.

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2.3.3 Abbagliamento

L'illuminazione di interni di locali determina-no due tipi di abbagliamento: l'abbagliamen-to fisiologico e l'abbagliamento psicologico.

L'abbagliamento fisiologico è un disturbodella capacità visiva da luce diffusa negliocchi (fig. 11).

� dalla luminanza dei dintorni entro il campovisivo.

L'abbagliamento diminuisce non appenal'occhio si è adattato a un livello superiore diluminosità; la luminanza sarà tanto minorequanto maggiore è l'angolo di divergenzadella fonte d'abbagliamento rispetto alladirezione di sguardo e quanto più grandesarà la sua distanza.

2.3.4 Grado di riflessione

Il grado di riflessione è la misura indicante laparte di luce incidente che viene riflessa dauna superficie. La riflessione può esserediretta, diffusa o mista (fig. 12).

Figura 11Cause fisiche ed effetto fisiologico dell'abbagliamen-to. La luce diffusa sulla retina, nel cristallino e nelcorpo vitreo (3) riduce il contrasto visivo. La luceabbagliante che incide su una parte della retina (2)riduce la sensibilità in un'ampia area della retina (1).La luce che incide sulla sclera ha un effetto analogo(4 e 5).

Si parla di abbagliamento psicologico neicasi in cui la luce genera un senso sgrade-vole tale da compromettere lo stato dibenessere e da ridurre la prestazione lavora-tiva, senza che debba essere compromessala funzione visiva.

Con un'illuminazione artificiale per interni dilocali l'abbigliamento psicologico si verificanella maggior parte dei casi prima di quellofisiologico (alla luce naturale può essere dif-ferente).

Il grado dell'abbagliamento psicologicodipende prevalentemente:

� dalla luminanza delle lampade, risp. lam-pade;

� dal numero e dalla grandezza delle super-fici luminose situate nel campo visivo;

� dalla disposizione delle fonti di luce nelcampo visivo;

Figura 12Diversi tipi di riflessione.1 diretta (specchio)2 a diffusione incompleta (lucentezza serica)3 a diffusione completa (carta per macchina da scrivere)4 mista (carta in mappette trasparenti, schermo video)

1

2

3

4 5

1

2

3

4

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La riflessione diretta viene denominataanche riflesso, in cui l'angolo d'incidenza equello di riflessione della luce sono identici.Nel caso della riflessione a diffusione com-pleta la superficie riflettente appare opaca. In presenza di luce diretta e sotto determina-ti angoli visuali, le superfici a diffusione in-completa mostrano lucentezza. Nei casi dimateriali a riflessione mista, possono so-vrapporsi sulla superficie opaca immaginiriflesse visibili chiaramente.

Il grado di efficienza di un impianto d'illumi-nazione dipende essenzialmente dal gradodi riflessione del soffitto, delle pareti, delpavimento nonché dei mobili e delle super-fici delle finestre (tener conto delle tende)precisando che colori o materiali differentipossono avere lo stesso grado di riflessione(tabella 3). Più una superficie appare chiaraa uguale illuminazione, maggiore è il gradodi riflessione.

2.3.5 Contrasto

Determinante per distinguere gli oggetti è la differenza della luminanza o di colori fral'oggetto da visualizzare e l'ambiente che locirconda. Oltre alla luminanza, il contrasto èil parametro fondamentale per la visualizza-zione. In senso soggettivo, il contrasto è lavalutazione della differenza nell'aspetto didue parti di un campo visivo che vengonovisualizzate contemporaneamente o succes-sivamente. Per valutare il contrasto si ponela luminanza dello sfondo in relazione allaluminanza dell'oggetto (o primo piano).

I rapporti di contrasto al videoschermo e alposto di lavoro al VDT vengono trattati det-tagliatamente nei capitoli 3.1.7.2 (Contrastodei caratteri) e 4.1.1.4 (Contrasto delle lumi-nosità superficiali).

2.4 La percezione visiva

2.4.1 Acuità visiva

L'acuità visiva è la capacità di poter distin-guere nettamente piccolissimi oggetti ravvi-cinati fra di loro. Essa viene espressa qualevalore reciproco dell'angolo più piccolo (ingradi sessagesimali) con il quale l'occhio èancora in grado di distinguere con nitidezzadue punti o linee parallele (fig.13). L'unità dimisura dell'acuità visiva è la diottria aventecome simbolo dpt.

L'acuità visiva viene di solito determinata permezzo di una tavola ottotipica. Essa risultapari a 1 se si è ancora in grado di individua-re una lettera della grandezza prestabilita(conformemente a un angolo visivo di 1

Colori Grado di Materiale di costruzione Grado di riflessione riflessione

bianco 0,75-0,85 alluminio, ossidato, opaco 0,75-0,84

mezzogrigio 0,25-0,35 vernice, bianco candido 0,80-0,85

celeste 0,40-0,50 carta bianca 0,70-0,80

blu scuro 0,15-0,20 quercia scura, lucida 0,10-0,15

verde chiaro 0,45-0,55 pannelli di fibra di legno 0,50-0,60

verde scuro 0,15-0,20 intonaco di gesso ca. 0,80

giallo chiaro 0,60-0,70 cemento, calcestruzzo grezzi 0,20-0,30

marrone 0,20-0,30 vetro per finestre 0,06-0,08

rosso scuro 0,15-0,20 tenda a maglie strette, chiara 0,65-0,70

nero ca. 0,10 tenda a maglie larghe, chiara 0,35-0,40

Tabella 3Gradi di riflessione di colori e materiali, valevoli per luce incidente in sensoverticale.

1

2 3

Figura 13Determinazione dell'acuità visiva.1 occhio2 angolo visivo3 linee parallele, lettera «C»

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grado sessagesimale). L'acuità visiva è mag-giore se si è in grado di leggere caratteri piùpiccoli, mentre è ridotta quando si possonoleggere soltanto quelli più grandi. Molti sonoi fattori che hanno un influsso sull'acuità visi-va. Ecco quelli più importanti:

Diminuzione dell'acuità o capacità visivain funzione dell'età

L'acuità visiva diminuisce in funzione dell'età(fig. 15). Contemporaneamente aumenta laquantità di luce necessaria per leggere, valea dire che più si invecchia e più si ha biso-gno di luce perché l'organo della vista possasvolgere la sua funzione (fig. 14).

Luminanza

L'acuità visiva migliora con l'aumentare dellaluminanza (fig.16).

Contrasto

L'acuità visiva aumenta con l'aumentare delcontrasto (fig.17).

Colore della luce

L'acuità visiva è ridotta a luce blu; un'acuitàvisiva migliore si ottiene con luce gialla obianca.

Figura 15Diminuzione dell'acuità visiva in funzione dell'età.Passati i 45 anni la vista da vicino senza occhiali dimi-nuisce sempre di più. Con un'acuità visiva inferiore a0,8 (zona rossa) la vista risulta più difficoltosa.

vista da lontanovista da vicino con occhialivista da vicino senza occhiali

Figura 14Fabbisogno relativo di luce in funzione dell'età.

Figura 16L'acuità visiva aumenta con l'aumentare della luminanza.

Figura 17L'acuità visiva aumenta con l'aumentare del contra-sto (contrasto: rapporto della luminanza del fondorispetto alla luminanza dell'oggetto).

20 30 40 50 60 70 80Età (anni)

1,6

1,4

1,2

1,0

0,8

0,6

0,4

0,2

0

Acu

ità v

isiv

a

20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70

Età (anni)

1 1,2 1,4 1,6 1,8 2

Rapporto di luminanza (contrasto)

160

150

140

130

120

110

100

120

100

80

60

40

20

0Acu

ità v

isiv

a re

lativ

a [%

]

Acu

ità v

isiv

a re

lativ

a [%

]

10-6 10-4 10-2 100 102 104

Luminanza ambiante [cd/m2]

150

125

100

75

50

25

Acu

ità v

isiv

a re

lativ

a [%

]

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17

2.4.2 Sensibilità differenziata

È una grandezza che stabilisce la capacitàdi percepire le differenze della luminanza frasuperfici confinanti. Essa dipende:

� dalla grandezza delle superfici;

� dalla luminanza;

� dalla durata di osservazione.

Tanto più elevata è per esempio la luminan-za, quanto minore è il contrasto dei caratterinecessario per permettere una determinataprestazione percettiva.

Siccome gli oggetti da visualizzare vengonoresi visibili nel modo migliore con un contra-sto elevato, le superfici nel campo visivo rav-vicinato e periferico non devono presentareun'eccessiva differenza di contrasto (fig. 18).

2.4.3 Accomodazione

Per accomodazione si intende la facoltà del-l'occhio di mettere perfettamente a fuoco(focalizzare) un oggetto a una determinatadistanza dall'osservatore. Questo avvienemediante modificazione del raggio di curva-tura del cristallino. L'elasticità del medesimotende però a scemare col passare deglianni, con conseguente riduzione del poteredi accomodazione (figg. 19 e 20).L'ampiezza di accomodazione indica inquale zona fra vicino e lontano è possibilevedere con nitidezza.

Anche la rapidità di accomodazione diminui-sce con l'età. Il prolungamento del tempo diaccomodazione è particolarmente importan-te in relazione al lavoro al VDT. Rivolgendo losguardo al documento, alla tastiera o alloschermo, la distanza di lettura cambia a unritmo elevatissimo (spesso in meno di 0,5secondi).

Nonostante una visione binoculare intatta,riducendo l'illuminamento diminuiscono:

� l'ampiezza di accomodazione;

� la rapidità di accomodazione;

� la precisione di accomodazione.

Figura 18Regola empirica per i rapporti massimi di luminositàfra le superfici nel campo visivo (campo ravvicinato eperiferico).

Figura 19Ampiezza di accomodazione (in cm e dpt) dell'occhioin funzione dell'età (zona di visione nitida dal punto piùravvicinato fino all'infinito).

disponibile sul posto di lavoro senza sovrac-carico continuo dell'occhio (regola empirica) valori teorici

Figura 20Zona dell'acuità visiva nitida (senza correzione)all'età di 20 e 50 anni.

0 10 20 30 40 50 60 70 80

Età (anni)

6,2

7,1

8,3

10

12,5

16,7

25

50

100

16

14

12

10

8

6

4

2

0

Dis

tanz

a vi

siva

in c

m

Am

piez

za d

i acc

omod

azio

nein

dio

ttrie

(D)

Campo visivo all’età di 20 anni

Campo visivo all’età di 50 anni

Punto vicino Punto lontano� oo

22 cm 100 cm

10 : 1

10 :

1

1 : 3

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L'accomodazione può essere sensibilmentedisturbata in modo particolare dalla lucen-tezza e dalle immagini riflesse. I problemi diaccomodazione sono sovente una causa didisturbi della vista, del senso di disagio edell'affaticamento prematuro svolgendolavori d'ufficio con o senza videoterminali.

2.4.4 Adattamento

Il fenomeno dell'adattamento dell'occhio allaluminanza nel campo visivo avviene grazie aun cambiamento dell'apertura pupillare e amodificazioni fotochimiche e fisiologiche nel-la retina. L'occhio ha la facoltà di adeguarsinel campo di luminanza che va da circa 10-6 cd/m2 a 105 cd/m2. Questa facoltà èchiamata adattamento e influisce in largamisura su tutte le funzioni visive. L'adatta-mento permette di avere capacità visivepressoché costanti nella zona compresa piùo meno fra i 100 cd/m2 e i 10 000 cd/m2.

Il decorso temporale dell'adattamentodipende prevalentemente dalla luminanzaall'inizio e alla fine dell'adattamento. Uncambiamento dal chiaro allo scuro significaun adattamento al buio e, nel caso inverso,un adattamento alla luce.

Nella figura 21 è riportato il decorso sche-matico di un adattamento al buio con unvalore di partenza di 100 cd/m2. È sorpren-dente il fatto che l'adattamento a differenzedi luminanza fino a ca 10:1 avviene in modopressoché istantaneo; la capacità visivarimane cioè ininterrotta. Pertanto nei muta-menti di direzione dello sguardo nei campi di lavoro non bisogna superare questo valore. Occorrono da 30–60 minuti per unadattamento dell'occhio all'oscurità com-pleta. Nella fase di adattamento alla luce la sensibilità della retina è ridotta quasiimprovvisamente a un quinto del valore ini-ziale per poi adeguarsi gradualmente allenuove condizioni. Questo processo durapochi minuti.

2.4.5 Sfarfallamento

I mutamenti dell'intensità luminosa entrobrevi periodi vengono percepiti dall'occhiocome sfarfallamento fino a circa 3 Hz, i cam-biamenti di luminosità hanno un elevatovalore di vistosità (segnali di avvertimento)che, con l'aumentare della frequenza, diven-tano un fattore di disagio insopportabile. Ilmassimo disagio derivante dallo sfarfalla-mento si ha tra 6 e 10 Hz. A partire da 20Hz, il disagio diminuisce sensibilmente e laluce alternata è recepita come sfarfallamentodi scarso disturbo. Lo sfarfallamento spari-sce completamente lasciando l'impressionedi luce costante a partire dalla frequenza di50–60 Hz (frequenza di fusione dello sfarfal-lamento).

Un caso speciale dello sfarfallamento è datodal cosiddetto sfarfallamento del movimento(effetto stroboscopico). La luce alternantedelle lampade fluorescenti (frequenza 100Hz) può generare questo tipo di sfarfalla-mento su oggetti in movimento (elementi dimacchine o utensili lucidi). Secondo il gene-re della sorgente luminosa, la luminanzaoscilla più o meno in funzione del tempo(grado di oscillazione, figura 22).

Figura 21Adattamento al buio: decorso della differenza criticadella luminanza �L durante il tempo di adattamento t.

Figura 22Oscillazione della luminanza in funzione del tempo(grado di oscillazione) di diverse sorgenti luminose.

0 0,1 s 1 min 10 min 20 min 30 min 40 min

Tempo di adattamento t

100

10

1

10-1

10-2

10-3

10-4

10-5

Diff

eren

za c

ritic

a de

lla lu

min

anza

�L

t t t

Luminanza Luminanza Luminanza

Luce del giorno Tubi fluorescenti Tubi fluorescenticon alimentatore HF

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La frequenza di fusione dello sfarfallamentoviene influenzata da cinque parametri:

Luminanza

A uguale grado di oscillazione la frequenzadi fusione dello sfarfallamento aumenta conl'aumentare della luminanza (fig. 23). Se l'in-tensità luminosa diminuisce si riduce lo sfar-fallamento.

Grado di oscillazione

La frequenza di fusione dello sfarfallamentoaumenta con l'aumentare del grado di oscil-lazione.

Ampiezza del campo di sfarfallamento

Grandi superfici luminose (per es. gli schermivideo chiari con caratteri scuri: rappresenta-zione positiva) hanno frequenze di fusionedello sfarfallamento più elevate di quelle pic-cole (per es. caratteri chiari su fondo scuro:rappresentazione negativa). Si ha quindi unamaggiore percezione dello sfarfallamento.

Posizione del campo di sfarfallamentorispetto al campo visivo

Nella zona periferica del campo visivo la frequenza di fusione è maggiore di quella nelcentro e, in casi estremi, può raggiungere(specialmente presso i giovani) da 100 a 110Hz. In questi casi l'oscillazione dell'immagineè chiaramente visibile. Questo spiega perchénon si percepisce nessun sfarfallamentoguardando direttamente nello schermo mentre lo sfarfallamento è visibile facendoscorrere lo sguardo sull'apparecchio.

Sensibilità individuale

2.4.6 Movimenti oculari

Per velocità percettiva si intende lo spazio ditempo che intercorre tra la rappresentazionedi un oggetto e la percezione visiva. Questaè tanto maggiore quanto più elevato è il livello medio della luminanza e quanto piùevidenti sono le differenze di luminanza fral'oggetto e l'ambiente circostante.

La velocità percettiva è un fattore importanteper la lettura di testi. L'occhio leggendoeffettua dei «balzi», riuscendo ad afferrare efissare più lettere fino a una o due parole.Per un adempimento ottimale di un compitovisivo, l'immagine non deve né muoversi nétraballare. L'occhio deve disporre di chiaripunti di riferimento. Il dito non è lo stru-mento ideale per guidare l'occhio.

Figura 23Aumento della frequenza di fusione dello sfarfalla-mento in funzione della luminanza.

50

40

30

20

10

00 10-1 1 10 102 103 104 105

Luminanza (cd/m2)

Freq

uenz

a di

fusi

one

dello

sfa

rfalla

men

to (H

z)

Libero da sfarfallamento

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20

3.1 Videoschermi (monitor)

3.1.1 Struttura, funzione

Il videoschermo (monitor) è costituito da untubo a raggi catodici (CRT: Cathode RayTube) e da una serie di altri dispositivi e cir-cuiti elettronici, da allacciamenti d'entrata ed'uscita, nonché dall'involucro (figg. 24 e25). La visualizzazione sullo schermo vieneprodotta dall'impatto di un fascio di elettroniad alta tensione debitamente pilotati su unoschermo di fosforo; insorgono così dei puntifluorescenti. Dal punto di vista dell'igiene del lavoro ha poca importanza conoscere idettagli costruttivi del videoschermo. Inprimo luogo occorre tenere in considera-zione le caratteristiche fondamentali delloschermo e della rappresentazione dei carat-teri.

3.1.2 Dimensione del videoschermo

Lo schermo deve avere una dimensioneadattata alle attività che si è tenuti a svol-gere. Per dimensioni minime si intendonoquelle che permettono la visualizzazionecontemporanea delle informazioni, compati-bilmente con esigenze applicative, concaratteri e spaziature ancora sufficiente-mente ampi e quindi di facile lettura. Loschermo non deve però essere troppo grande. Per un lavoro esente da disturbi sideve poter vedere l'intero schermo (ciò nonvale naturalmente per applicazioni specialicome il CAD).

Non è opportuno raccomandare una dimen-sione fissa dello schermo. Nella maggiorparte dei casi si creano condizioni di lavorosoddisfacenti ricorrendo a schermi di 15 pol-lici, in particolare quando si utilizzano princi-palmente programmi per l'elaborazione ditesti. Lavorando con programmi grafici ocon sistemi CAD (Computer aided design) èindicato ricorrere a schermi più grandi (fino a21 pollici). In ogni caso è importante che lasuperficie disponibile dello schermo vengautilizzata al massimo (senza bordi neri). Non

3 Elementi dei posti di lavoro al videoterminale e relative esigenze

Figura 25Monitor quale parte integrante del PC.

Figura 24Parte interna del monitor.

207’

577

206’

003

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21

deve nemmeno essere ridotta da elementigrafici raramente utilizzati (per es. icone).

Occorre osservare che gli schermi di grandidimensioni richiedono distanze visive mag-giori e di conseguenza tavoli di sufficienteprofondità. La tendenza di equipaggiare gli esistenti posti di lavoro con schermi di 17 pollici in sostituzione di quelli di 15 pollicicrea in parte grandi problemi in quanto nonsi dispone della necessaria profondità delpiano di lavoro. Un tale cambiamento hacome conseguenza una riduzione eccessivadella distanza minima fra schermo e opera-tore (capitolo 4.2.2).

3.1.3 Curvatura del videoschermo

Una lieve curvatura della superficie delloschermo (grande raggio di curvatura) è parti-colarmente vantaggiosa perché su di essa si formano meno riflessi di luce derivanti dall'ambiente in cui il VDT viene utilizzato. Di conseguenza, gli apparecchi di questotipo possono essere posizionati più facil-mente senza effetti di riflessione.

Per via della curvatura dei tubi di visualizza-zione, alcuni monitor riproducono le lineerette con una leggera curvatura special-mente nelle zone marginali. Questo effettopuò essere evitato usando un buon video-schermo regolato correttamente.

3.1.4 Mobilità del videoschermo

Lo schermo dovrebbe essere di tipo inclina-bile e girevole, nonché spostabile in sensoorizzontale e verticale, così che la sua collo-cazione possa essere effettuata partendo da un'attenta considerazione dei bisognidell'utente e delle condizioni lavorative (cfr. capitolo 4).

3.1.5 Involucro del videoschermo

Per evitare contrasti eccessivi, anche l'invo-lucro dello schermo non deve avere un ele-vato grado di riflessione, ossia non deveessere né lucente né di colore troppo chiaro.I colori vivi (giallo, verde chiaro, rosa) pos-sono abbellire l'ambiente di un ufficio, masono poco adatti. Sono perciò consigliabiliinvolucri con superficie opaca, dalla lumino-sità che si colloca a metà tra quella dellosfondo dello schermo e il documento.

3.1.6 Trattamento speciale dellasuperficie del videoschermo, filtri

Gli schermi messi in vendita oggi presentanonella maggior parte dei casi una superficiepriva di riflessi fastidiosi. Soltanto in casieccezionali occorrono ulteriori provvedimen-ti. In pratica la superficie degli schermi vienetrattata, il più delle volte, con le tecnichedescritte qui di seguito.

Irruvidimento

Le superfici dello schermo irruvidite trasfor-mano la riflessione diretta in una parzialmen-te indiretta, ma causano allo stesso tempoun lieve peggioramento della nitidezza deicaratteri. Le impronte digitali riducono l'effi-cienza di questa misura antiriflesso.

Rivestimento antiriflesso

Speciali rivestimenti applicati sulla superficiedello schermo possono in un certo qualmodo ridurre l'effetto indesiderato dellariflessione. Essi sono però molto sensibili alleimpronte digitali.

Se i riflessi fastidiosi sullo schermo non pos-sono essere eliminati spostando lo schermo,modificandone l'altezza o l'inclinazioneoppure oscurando la luce che passa attra-verso i vetri delle finestre (persiane, lamelle,tende), si può ricorrere a filtri speciali.Tuttavia esiste una grande differenza fra iprodotti ottenibili sul mercato quanto allaloro efficacia. Vale quindi la pena provarediversi modelli prima di acquistarne uno.

Il montaggio di un filtro su un videoschermopiazzato davanti a una finestra non oscuratanon offre nessun miglioramento delle condi-zioni di contrasto. In questi casi occorrespostarlo.

Prima di acquistare un filtro per videoscher-mi è bene esaminare tutte le possibilità diuna sistemazione ottimale del posto di lavo-ro. Non esiste nessuna radiazione nociva onessun altro influsso che giustifichi l’uso diun filtro. Gli slogan usati nelle pubblicità noncorrispondono in gran parte alla verità ecreano inutili situazioni di insicurezza pressoi videoterminalisti.

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I fastidiosi riflessi sullo schermo provenientida lampade, finestre e superfici chiare pos-sono oggi essere evitati in diversi modi. Ècomunque utile far rilevare che con il tratta-mento della superficie dello schermo si pro-voca un peggioramento della qualità di ripro-duzione dell'immagine.

I riflessi dello schermo possono essere ri-dotti mediante:

Filtri antiriflesso di plastica

I semplici filtri antiriflesso di plastica subi-scono essi stessi l'effetto riflettente e nonsono quindi raccomandabili.

Filtri antiriflesso di vetro

I filtri antiriflesso di vetro pluristrato possono,a seconda del tipo di fabbricazione, ridurreefficacemente i riflessi sullo schermo (figg.26 e 27). Il grado di trasmissione luminosa sitrova tra il 30 il 60%, il che causa, in parte,una forte riduzione del contrasto di luce sullasuperficie dello schermo. I filtri devono esse-re puliti regolarmente e bisogna evitare ditoccarli dato che le impronte digitali compro-mettono la riproduzione delle immagini.

Filtri polarizzanti

Eliminano quasi completamente i riflessisullo schermo e sono essi stessi solo debol-mente soggetti all'effetto riflettente. Questifiltri hanno la caratteristica di non rifletteresul lato rivolto al videoterminalista e di

rispecchiare invece sul lato opposto. Sono filtri adatti a ridurre i riflessi fastidiosi.Occorre però pulirli regolarmente ed evitaredi toccarli.

Spray antiriflesso

Gli spray usati a tale scopo rendono oltre-modo delicata la manutenzione dello scher-mo e non è facile applicarli in modo unifor-me. Dopo qualche tempo si forma inoltreuno strato appiccicaticcio che può esseretolto solo con prodotti di pulizia speciali.Questi spray sono perciò poco raccoman-dabili. Un'eccezione costituisce il rivesti-mento di tutta la superficie con uno stratospeciale la cui applicazione deve comunqueessere affidata a specialisti.

Filtri micromesh davanti allo schermo

I filtri micromesh sono costituiti da un tessu-to fine, opaco, o da un reticolato con messaa terra. Hanno l'effetto di diminuire la partedella luce di riflessione e, nel tempo stesso,di ridurre anche la luminanza dei caratteri edello sfondo. La luminanza può comunqueessere corretta con il comando elettronico, ascapito, però, della nitidezza dei caratteri.Questi filtri sono in parte molto sensibili allapolvere. Sporcandosi riducono la nitidezzadei caratteri. Se lo sguardo dell'operatorenon è rivolto nell'esatta direzione frontalesullo schermo (ossia direzione dello sguardodi sbieco rispetto alla superficie dello scher-mo), la nitidezza dei caratteri diminuisceenormemente. L'uso di questi filtri è condi-

Figura 27Riflessi di luci su uno schermo provvisto di un filtroantiriflesso.

Figura 26Riflessi di luci su uno schermo senza filtro antiriflesso.

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zionato da esigenze speciali per quantoriguarda la concezione dei posti di lavoro edè bene utilizzarli solo in casi eccezionali.

Particolare attenzione deve essere rivolta allatrasparenza dei filtri (fig. 28). Più il filtro èscuro più deve essere aumentata la lumino-sità dello schermo (ciò riduce la durata divita dell'apparecchio).

3.1.7 Caratteri del videoschermo (rappresentazione dell'informazione)

3.1.7.1 Rappresentazione negativa epositiva dei caratteri

Oggigiorno va sempre più scomparendo larappresentazione «negativa» (fig. 29), ossiacaratteri chiari su fondo scuro, dato checomporta enormi svantaggi: schermo mag-giormente esposto ai riflessi, apparato visivomaggiormente sollecitato dallo sforzo diadattamento al chiaro-scuro (a causa delleenormi differenze delle luminanze dello sfon-do dello schermo e del testo da digitare, peres. carta bianca) e necessità di ricorreregeneralmente a una illuminazione artificialedel locale di lavoro. Di conseguenza, si pre-ferisce sempre di più ricorrere alla rappre-sentazione «positiva» (con caratteri scuri,figura 30). È però implicito il pericolo di sfar-fallamento dello sfondo chiaro. In via genera-le, con una frequenza di ripetizione delleFigura 28

Trasparenza dei filtri (da sinistra a destra: ca. 60%,senza filtro, 30%).

A questo punto va fatto espressamentenotare che una regolazione e una sistema-zione degli schermi video in modo ergono-micamente corretto nonché la scelta diuna buona illuminazione sono i mezzi piùefficaci per evitare i riflessi. Particolarmenteimportante è un’ubicazione ottimale delloschermo rispetto alle finestre di cui è dota-to il locale di lavoro (cfr. capitolo 4.1.2).

Per una leggibilità ottimale è di fondamentaleimportanza che i filtri e gli schermi videovengano sottoposti a una manutenzioneregolare (spolverarli e pulirli).

Figura 29Rappresentazione «negativa» (caratteri chiari sufondo scuro).

Figura 30Rappresentazione «positiva» (caratteri scuri sufondo chiaro).

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immagini pari a 72 Hz, l'immagine stessaviene percepita, in via generale, libera dasfarfallamenti. Specialmente nelle applica-zioni con una superficie grafica (Windows,OS/2) è importante che venga rispettataquesta frequenza minima. Occorre altresìbadare che lo schermo non operi con lacosiddetta tecnica «interlaced», ossia lavisualizzazione in rapida successione di dueimmagini parziali, altrimenti non sono daescludere fastidiosi sfarfallii dell'immagine.Esistono anche ottimi videoschermi concaratteri chiari su fondo semigrigio, grazie aiquali si hanno meno problemi con la lumi-nanza ambientale.

3.1.7.2 Contrasto dei caratteri, luminanzadei caratteri e dello sfondo

D'importanza fondamentale per i videotermi-nalisti è il contrasto dei caratteri, ossia il rap-porto tra l'intensità luminosa dei caratteri edegli spazi. Per la rappresentazione negativai rapporti dovrebbero essere da 6:1 a 10:1onde ottenere una leggibilità soddisfacente eridurre al minimo l'affaticamento degli occhi.Questa esigenza deriva dalla preferenza dataa una luminanza dei caratteri di 100 cd/m2

circa, con una luminosità residua inferiore al10–15%.

Lo sfondo dello schermo video non dovreb-be essere troppo scuro. Con uno sfondomolto scuro si sottopone l'adattamento alchiaro-scuro degli organi visivi a sforzi ec-cessivi e si formano troppe immagini riflesse.La luminanza dei caratteri dovrebbe essereuniforme e regolabile. In caso di insufficientenitidezza dei caratteri – come la si incontranei videoschermi di vecchia data – bastaaumentare il contrasto dei caratteri.

Con la rappresentazione positiva si hannomeno problemi di contrasto, in quanto nellamaggior parte dei casi è possibile scegliereliberamente la grandezza dei caratteri e iltipo di scrittura (fig. 31). Occorre comunquefar uso di questa possibilità. Lo sfondo nondeve essere troppo chiaro, altrimenti si haun contrasto eccessivo dei caratteri ed esi-ste inoltre il pericolo di provocare sfarfalliifastidiosi.

3.1.7.3 Colori dei caratteri

La scelta del colore dei caratteri ha un'im-portanza unicamente se si lavora con unarappresentazione negativa dei caratteri. Conuna rappresentazione positiva tutti i sistemilavorano con caratteri neri su fondo chiaro.Usando la rappresentazione negativa, buonaprova hanno dato anzitutto i caratteri bian-chi, verdi, grigiogialli e color ambra. Unosfondo colorato dello schermo aumenta losforzo visivo.

Inadatti sono invece i colori rosso intenso e azzurro (campo limite dello spettro visibile),in quanto sollecitano eccessivamente il meccanismo di messa a fuoco dell'occhioumano (accomodazione).

Per determinati compiti, una rappresentazio-ne a più colori delle informazioni può offrirecerti vantaggi. Tuttavia non si dovrebbeessere tenuti a distinguere più di 6 colori.D'altra parte, la presenza contemporanea dicaratteri di differenti colori rende difficileimpiegare le persone affette di daltonismo.

3.1.7.4 Dimensione dei caratteri

I caratteri, per essere leggibili senza fatica,devono avere una dimensione in funzionedella corretta distanza visiva. L'unità di misu-

Figura 31Differenti regolazioni del contrasto e della luminositàdi uno schermo video.

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ra per la dimensione dei caratteri è data dall'angolo dal quale si vede il limite esternodei caratteri (vedi fig.13). L'angolo visivo dal quale la sollecitazione subita soggettiva-mente dagli occhi risulta essere minima, siaggira attorno a 25 (20–30) minuti sessage-simali. Conseguentemente a una distanzavisiva di 50 cm l'altezza del carattere deveessere almeno di 2,5 mm. Per distanze visive di 60–80 cm, l'altezza minima deicaratteri deve essere di 3–4 mm (fig. 32).Questa esigenza viene rispettata, per esem-pio, con uno schermo di 15 pollici quandouna pagina A4 viene elaborata con un mar-gine dello schermo di circa 1 cm e con unascrittura di 12 punti (per es. Helvetica, Arial,Times Roman).

La grandezza dei caratteri viene oggi regolatail più delle volte entro determinati limiti con lascelta della risoluzione. La risoluzione è peresempio di 640 x 480 (VGA), 800 x 600(SVGA) oppure 1024 x 768 (XGA) punti.Maggiore è la risoluzione e maggiori sarannole informazioni rappresentate sullo schermo(sempre che la matrice a punti dello scher-mo sia ancora in grado di riprodurle).Tuttavia la grandezza dei segni cala propor-zionalmente. Determinante per la leggibilitàdei caratteri non è tanto la quantità delleinformazioni presentate sullo schermo,quanto la grandezza dei segni riprodotti chedipende a sua volta dalla distanza visiva.Nella tabella 4 è indicata la risoluzione otti-male in funzione delle dimensioni delloschermo.

3.1.7.5 Forma dei caratteri (font)

I tipi di font con caratteri molto sottili o moltolarghi sono leggibili con difficoltà. La miglioreleggibilità viene raggiunta quando il rapportofra la larghezza e l'altezza del carattere è dicirca 3:4. Non va inoltre trascurato lo spes-sore del tratto che dovrebbe corrispondereal 15% dell'altezza del carattere. Si definiscecome interspazio adeguato fra i singolicaratteri quello pari al 15–25% della larghez-za del carattere e fra le righe quello pariall'80–150% dell'altezza della riga (a secondadella lunghezza della riga). Per testi videorelativamente lunghi è bene ricorrere a tipi di font affermati e a lettere maiuscole eminuscole (fig. 33). Testi scritti solo con lettere maiuscole sono oltremodo faticosi daleggere.

Figura 32Influsso della grandezza dei caratteri sulla leggibilità.

Dimensioni dello schermo Risoluzione

14 pollici 37 cm 640 x 480 punti

15 pollici 39 cm 800 x 600 punti

17 pollici 43 cm 1’024 x 768 punti

20 pollici 53 cm 1’280 x 1’024 punti

21 pollici 55 cm 1’600 x 1’200 punti

Tabella 4Risoluzione ottimale in funzione delle dimensioni delloschermo. La misura dello schermo è stabilita dallasua diagonale.

Figura 33Influsso del tipo di font sulla leggibilità del testo.

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3.1.7.6 Nitidezza dei caratteri

I caratteri insufficientemente nitidi peggio-rano la scorrevolezza di lettura e sollecitanoenormemente il potere di accomodazionedell'occhio. Per un uso prolungato oppurericorrente, si rivelano perciò idonei, dal puntodi vista fisiologico del lavoro, solo video-schermi con una buona nitidezza dei con-torni dei caratteri. Quale misura obiettivadella nitidezza dell'interlacciamento dei cara-tteri vale la dimensione della zona marginaleentro la quale la luminanza del caratterescende dal valore massimo al valore minimo.La larghezza di questa zona marginale do-vrebbe essere inferiore a 0,3 mm. Bisognaosservare che certi dispositivi antiriflesso (filtri, ecc.) possono ridurre sensibilmente lanitidezza dei caratteri.

Il criterio determinante per la nitidezza deicaratteri è la cosiddetta densità dei punti,indicata nella maggior parte dei prospetti edelle istruzioni per l'uso. Minore è il suo valore, maggiore è la nitidezza dei caratterisullo schermo. Oggigiorno il valore usualeper la densità dei punti è di 0,28 mm.

3.1.7.7 Stabilità dei caratteri

Una regolazione non ottimale del flusso dielettroni attraverso il tubo catodico può pro-vocare delle oscillazioni periodiche rispettiva-mente dei traballamenti o tremolii dei carat-teri visualizzati riducendo a volte la fusionedei caratteri.

Questi traballamenti dei caratteri possonostrapazzare eccessivamente l'accomoda-zione e l'attività di fissazione dei muscolioculari. È perciò importante scegliere esclusivamente tubi catodici con un'ottima stabilità dei caratteri e resistenti alle vibra-zioni.

La stabilità dei caratteri può essere influen-zata anche da mutamenti dei campi magne-tici in prossimità dello schermo (per es. invicinanza di linee elettriche delle ferrovieoppure al di sopra di un cavo ad alta ten-sione posato sottoterra). La maggior parte di questi influssi può essere eliminata conschermature speciali.

3.1.7.8 Oscillazione (sfarfallamento) deicaratteri

La luce dei caratteri dello schermo video haun andamento oscillante, essendo prodottadal fascio di elettroni che eccita il fosforo. Siparla della frequenza di trama che dovrebbeessere almeno di 72 Hz (cfr. capitolo 2.4.5).

3.1.8 Effetti fisici indesiderati

Il videoschermo non deve né causare rumorifastidiosi (fischi) né emanare calore eccessi-vo, e tantomeno produrre radiazioni nocive(cfr. capitolo 6). Specialmente la scansioneorizzontale (frequenza di scansione di ognisingola riga) dovrebbe essere superiore a 35kHz.

In presenza di una risoluzione SVGA (800x600) e una scansione verticale di 72 Hz, lascansione orizzontale supera già i 40 kHz.Con le risoluzioni e le frequenze usate attual-mente il fischiettìo dei videoterminali è prati-camente inudibili.

Figura 34Visualizzatore a cristalli liquidi (LCD).

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3.1.9 Sviluppi recenti

3.1.9.1 Indicatori a cristalli liquidi

L'indicatore a cristalli liquidi (Liquid CrystalDisplay LCD) non è autoluminescente (figg.34 e 35). Come per la scrittura su cartaesso ha bisogno di una illuminazione, chepuò essere quella integrata nello schermo(Backlite LCD), oppure quella prodotta dal-l'esterno. Per la maggior parte dei LCDoccorre osservare un prestabilito angolo fraincidenza della luce, superficie dello scher-mo e direzione di lettura al fine di ottenereun sufficiente contrasto. Con l'illuminazioneartificiale mediante lampade con dispositivoriflettore reticolare (lampade BAP), oggimolto diffuse e con una disposizione presso-ché verticale, si ha inoltre l'inconveniente di non poter leggere bene l'indicatore a cri-stalli liquidi essendo l'illuminamento verticaletroppo ridotto.

I punti della matrice sono a contorni netti eriprodotti in posizione esatta dagli elettrodi.La qualità dell'immagine non viene influenza-ta da campi elettromagnetici esterni.

I vantaggi dello schermo LCD sono il bassoconsumo d'energia e la caratteristica di es-sere leggibile, quale schermo passivo, anchecon esposizione alla luce solare. Questo tipodi schermo viene pertanto usato soprattuttonegli apparecchi portatili.

La qualità dell'immagine ha raggiunto oggi-giorno una buona qualità. A causa della mag-giore persistenza gli schermi LCD possonoessere impiegati con una frequenza orizzon-tale minore degli schermi convenzionali.

Già oggi esistono visualizzatori a cristalli liqui-di nelle dimensioni tradizionali (per es. 15pollici). Tuttavia i tipi di visualizzatori di alcunicentimetri più piccoli sono ancora relativa-mente cari. Bisogna comunque prevedereuna loro enorme diffusione nel corso deiprossimi anni, il che ne ridurrà enormementeil prezzo.

3.1.9.2 Video a plasma

Il video a plasma è un visualizzatore attivoparagonabile ai tubi a raggi catodici conven-zionali. La luminanza massima raggiungibile

è in generale minima, mentre elevata è lastabilità dei punti della matrice. Il colore delvisualizzatore dipende dal gas impiegato,spesso è un rosso luminoso dovuto allamiscela di gas nobili neon-argon. Non vienepercepito praticamente nessuno sfarfalla-mento.

La tecnica a plasma permette la costruzionedi schermi piatti, panoramici e sottile, per usispeciali.

3.1.10 Consumo d'energia elettrica

Lo schermo classico con tubo a raggi cato-dici consuma in ogni caso più energia dell'elaboratore elettronico. Gli schermi modernida 15 pollici consumano da 60 a 100 Wattcirca. Oggi vengono venduti prevalentemen-te schermi dotati di circuiti per la riduzionedel consumo d'energia. Dopo un intervallodefinibile dall'utente lo schermo si spegneautomaticamente. Si riinserisce immediata-mente premendo un qualsiasi tasto o muo-vendo il mouse (Powersafe: richiede unadattamento fra lo schermo e l'elaboratoreelettronico). L'uso di questi schermi è daconsigliare laddove sono da prevedere lun-ghe interruzioni di lavoro.

Gli schermi devono in generale essere spentise non vengono usati per più di 15 minuti(per es. durante le pause, sul mezzogiorno odurante lavori di lunga durata che nonnecessitano l'impiego dello schermo).

Figura 35Posti di lavoro dotati di visualizzatori a cristalli liquidi (LCD).

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3.1.11 Notebook

Gli schermi dei Notebook lavorano, nellamaggior parte dei casi, con visualizzatoriLCD (cfr. capitolo 3.1.9.1). Laddove unposto di lavoro (improvvisato) risulta equi-paggiato con un Notebook può rivelarsiopportuno allacciarlo a un videoschermo, auna tastiera e a un mouse esterni (fig. 36).Siccome la registrazione iniziale adottata peril display incorporato è quasi sempre di 60Hz, l'allacciamento di uno schermo esternorichiede l'uso di un driver avente una fre-quenza verticale di almeno 72 Hz.

sto e il contrasto di fondo possono essereregolati in modo ottimale. Queste immaginicampione sono ottenibili via Internet (per es.Nokia, http://www.nokia.com/products/mo-nitors/monitor-test.html).

3.2 Tastiera

3.2.1 Esigenze relative alla tastiera

Per chi usa lo schermo video di sovente ocontinuativamente si consiglia di usare ta-stiere separate dal videoschermo e sposta-bili liberamente. Si ha così la possibilità diposizionare la tastiera in funzione delle esi-genze lavorative (davanti al videoschermo oal documento da digitare) e di altre condi-zioni legate al posto di lavoro.

Vantaggiosa dal punto di vista ergonomico sirivela una tastiera piatta. La fila mediana deitasti deve trovarsi a 3 cm dal piano di lavoroe avere un'inclinazione in avanti di 5–15°rispetto al piano orizzontale. Fra la tastiera eil bordo del tavolo si dovrebbe disporre di10–20 cm di spazio per poter appoggiarebene i polsi.

La superficie della tastiera deve essereopaca onde evitare non solo l'effetto dilucentezza e i riflessi di luci fastidiose, ma,nel tempo stesso, facilitare la leggibilità delle diciture sui tasti. Il grado di riflessionedovrebbe collocarsi tra il 30 e il 60%. I tonidi colore idonei sono i colori neutrali dimedia tonalità, per esempio grigio, marroneo verde.

3.2.2 Struttura dei tasti

La grandezza, la forma, la disposizione deitasti e degli spazi intermedi devono, perquanto possibile, tenere ampiamente contodella posizione naturale e abituale delle ditanonché dell'utilizzazione alla cieca dellatastiera. L'orientamento delle mani è miglioresulle tastiere provviste di determinati tasticoncavi. Tutti i tasti devono poter essereazionati completamente esercitando unosforzo di battitura minimo e costante(40–100 g). A conferma dell'avvenuta batti-tura si è rivelato ottimo il superamento di unpunto di pressione. Si può ricorrere anche a

Figura 36Posto di lavoro stazionario provvisto di Notebookallacciato a una tastiera, a un mouse e a un video-schermo esterni.

3.1.12 Risultati di test

Molti chiedono se la Suva esegue test e dàraccomandazioni in relazione ai VDT. Ciònon è il caso. La Suva non esegue, per prin-cipio, controlli tecnici di videoschermi e deirispettivi accessori, motivo per cui non èconsentito munire gli apparecchi con il mar-chio «Collaudato dalla Suva» oppure«Consigliato dalla Suva».

Esistono comunque riviste tecniche che sot-topongono esse stesse i VDT a test o neincaricano persone specializzate. I risultatipubblicati consentono agli utilizzatori di otte-nere interessanti informazioni e utili consigliper l'acquisto dei VDT.

Grazie a immagini campione è possibile giu-dicare direttamente la qualità dell'immaginesullo schermo. In tal modo i colori, il contra-

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segnali acustici che, se generati elettronica-mente, dovrebbero essere regolabili quantoa qualità e intensità del suono. Nei manualiviene indicata come ottimale una escursionedel tasto da 1 a 5 mm. Non è ancora chiarose una tale esigenza deve essere veramentesoddisfatta.

Per eseguire determinate operazioni puòessere di vantaggio utilizzare tastiere suddi-vise in due blocchi (tastierino numerico,tastiera standard, cfr. fig. 37). Questo tipo ditastiera è già talmente diffuso che non èquasi più necessario richiederlo espressa-mente.

La dicitura dei tasti non deve essere troppopiccola. I tasti con dicitura scritta in modopositivo (caratteri scuri su fondo chiaro) sonoda preferire al sistema di scrittura negativa(caratteri chiari su fondo scuro). D'altraparte, la tastiera viene quasi sempre usataalla cieca per eseguire certe operazioni didigitazione. I tasti lampeggianti dovrebberoservire solo come segnali d'avvertimento.

Modificando la forma delle tastiere si tentasempre di ottenere delle condizioni più favo-revoli per la posizione delle mani. Vi sonooggi sul mercato delle tastiere pieghevoli ametà o angolate (figg. 38 e 39). La disposi-zione dei tasti in questi modelli non è lastessa delle tastiere standard per cui gliutenti devono abituarsi a usarle (cfr. anchecapoverso 4.3).

3.2.3 Tastiere speciali

La tastiera classica non basta a soddisfarele esigenze particolari imposte dall'elabora-zione del testo (layout, Desktop Publishing),presso l'industria grafica, la progettazione ela costruzione assistita con computer (CAD).Sulla tastiera classica, il numero dei tastifunzione è limitato anche con i singoli tastiprovvisti di multifunzione. Una funzione qua-druplice dei tasti è difficilmente inseribile euna sua realizzazione richiede conoscenzespecifiche. L'esigenza di poter disporre sia di unità diingresso (input) supplementari per il movi-mento del cursore, sia di un maggior nume-ro di tasti funzione ha portato all'invenzione

Figura 37Tastiera suddivisa in due blocchi.

Figure 38, 39«Tastiera ergonomica» regolabile. Il tastierino numericoseparato facilita la digitazione dei numeri.

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della tavoletta grafica, del touch screen(schermo con superficie munita di dispositi-vo sensibile al tatto), del Joystick (leva dicomando), del trackball o del mouse.

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3.2.4 Mouse

Il mouse (fig. 40) riveste oggi una grandeimportanza nell'uso di superfici grafiche. Lecaratteristiche di costruzione variano moltoda un tipo all'altro. Esistono modelli simme-trici e quelli adatti solo per mancini o soloper destrimani, oppure quelli ergonomici dausare senza dover appoggiare il polso com-pletamente piano sul tappetino (la manoaziona il mouse mantenendo praticamenteuna posizione rilassata). Grazie a specialiprogrammi d'applicazione logica è possibileattribuire i tasti del mouse a funzioni di liberascelta.

spazio necessario sul piano di lavoro. Si puòanche ricorrere a mouse telecomandati evi-tando così l'ingombro che crea il filo d'allac-ciamento. L'utente deve poter decidere sulmodello di mouse da utilizzare.

3.3 Documenti e portadocumenti

3.3.1 Generalità

Ai videoschermi si lavora quasi sempre contesti scritti a mano o stampati. In pratica, laleggibilità di questi testi è sovente moltopeggiore di quella dell'immagine del video-schermo. Per non affaticare inutilmente l'organo della vista è quindi necessario che i testi da digitare siano di buona qualità.

3.3.2 Qualità dei documenti da digitare

Fra la scrittura del testo e la carta su cui èstato riprodotto deve esserci un sufficientecontrasto. I caratteri dello scritto devonoavere contorni nitidi. Sono perciò inadeguatitesti in mappette trasparenti, fotocopie ecopie a carbone malfatte. L'altezza deicaratteri non deve essere troppo piccola(mai inferiore a 2 mm); fra le singole righedeve esserci uno spazio adeguato. Le scrittea colori possono essere tollerate solo in viaeccezionale. La carta leggermente coloratanon crea nessun inconveniente (verde, blu,grigio, marrone, giallo); bisogna invece asso-lutamente evitare i colori intensi.

3.3.3 Portadocumenti

L'uso del portadocumenti (fig. 41) si rivelamolto utile specialmente quando occorredigitare sovente dati da documenti. I porta-documenti devono essere girevoli e inclinabilidi 30–70° rispetto al piano orizzontale. Il loroimpiego non deve essere complicato, altri-menti si sa per esperienza che non vengonousati. Un accessorio pratico per la lettura deldocumento è il righello azionabile a pedale.

L'inclinazione del foglio (documento) devecorrispondere più o meno a quella delloschermo. Inclinando il foglio di circa 60°rispetto al piano orizzontale è possibile –

Figura 41Portadocumenti con tre possibilità di adattamento(posizione, altezza, inclinazione) per documenti diformato A4 (a sinistra) e formato A3 (a destra).

Figura 40Diversi modelli di mouse.

Siccome molti operatori hanno difficoltà conil doppio clic, esistono modelli che possonoessere programmati in modo da eseguirequesta funzione con il pulsante mediano ocon il pollice. Altri mouse sono dotati di unoscroll per lo spostamento del contenutodello schermo.

Per poter azionare correttamente il mouseoccorre disporre di tappetini speciali e dello

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a seconda dell'illuminazione – ridurre dellametà la luminanza della superficie del foglio.Si riesce così a ottenere, nella maggior partedei casi, condizioni di luminanza favorevolidal punto di vista fisiologico.

Quando si è costretti a spostare continua-mente lo sguardo dallo schermo al foglio dadigitare e viceversa, occorre badare a che la distanza di lettura del testo da digitare equella dello schermo siano possibilmenteuguali. Si eviterà così agli organi della vistadi dovere effettuare una continua operazionedi accomodazione. Al fine di prevenire unaffaticamento di una parte dei muscoli ocu-lari è bene che il foglio da digitare sia posi-zionato il più vicino possibile allo schermo.Se lo sguardo è prevalentemente rivolto altesto da digitare e alla tastiera, il foglio do-vrebbe essere piazzato il più vicino possibilealla tastiera.

3.4 Piano di lavoro

3.4.1 Importanza del piano di lavoro

Dal punto di vista fisiologico, le dimensioni eil tipo di costruzione del piano di lavoro (ta-volo) sono fattori determinanti per realizzare i posti di lavoro dotati di videoterminali (fig. 42).

3.4.2 Grandezza del piano di lavoro

Il piano di lavoro deve offrire posto sufficien-te per le attività che si è chiamati a svolgeree consentire di disporre i mezzi di lavoro inmodo confacente e adattabile. La superficiedel piano di lavoro non deve essere di mate-riale freddo al tatto.

Conformemente alle raccomandazioni in-ternazionali, per la maggior parte dei posti dilavoro dotati di videoterminali si consigliaoggi di usare tavoli della lunghezza minimadi 120 cm e della profondità minima di 80cm. Ciò corrisponde a una superficie di 0,96 m2. Ergonomicamente migliori sareb-bero, però, tavoli della lunghezza di 160 cme della profondità di 90 cm (1,44 m2). Se si usano tavoli di profondità ridotta, esiste lapossibilità di ricorrere a bracci portaschermoorientabili a condizione che si disponga dello spazio necessario dietro il tavolo (figg.

43 e 44). A seconda dell'attività da svolgeree della dimensione degli apparecchi in dota-zione saranno necessari piani di lavoro piùgrandi o più piccoli.

Figura 42Piano di lavoro ottimale per il lavoro al videoterminale.

Figure 43 e 44Braccio portaschermo girevole e regolabile in altezza.

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3.4.3 Altezza del piano di lavoro

A causa delle grandi differenze nelle caratte-ristiche morfologiche dell'essere umano,come statura e lunghezza delle gambe, èpraticamente impossibile stabilire un'altezzaideale del piano di lavoro. Un punto oggicontroverso è l'altezza di 72 cm che la diret-tiva CE prescrive per i piani di lavoro di tavolinon regolabili (misurata dal pavimento albordo superiore del tavolo).

Secondo le recenti ricerche del PF di Zurigo,i limiti soggettivamente preferiti circa l'altezzadel tavolo ai posti di lavoro dotati di video-terminali vanno da 68 a 84 cm impiegandotastiere moderne alte 3 cm.

Siccome le generazioni che iniziano la loroattività professionale hanno in media unastatura superiore a quella delle generazioniuscenti dal processo lavorativo, si consigliala dotazione di tavoli il cui piano di lavoropossa essere regolato per altezze da 68 a82 cm. Nel caso di attività continuative alVDT, un'altezza minima, fissa, del piano dilavoro si rivela fisiologicamente inadeguata.

Si dovrebbe dare la preferenza a tavoli dilavoro che, oltre ad essere regolabili in altez-za, permettano di inclinare leggermente ilpiano di lavoro (paragonabile alle scrivanie asuperficie inclinata). Già un leggero angolod'inclinazione dà la sensazione soggettiva diaver sempre sottocchio l'intera zona di lavo-

ro anche prendendo la posizione sedutaall'indietro raccomandata perché favorevoleallo sgravio della colonna vertebrale.

3.4.4 Spazio di movimento per le gambe

Sulla base di esperienze pratiche, lo spaziocosiddetto di escursione dei movimentivolontari delle gambe dovrebbe avere comeminimo una larghezza di 70 cm e unaprofondità di 60 cm in corrispondenza delleginocchia e di 80 cm in corrispondenza deipiedi. In certe circostanze (lunghezzagambe, atteggiamento personale, lavorovariato, ecc.), queste dimensioni possonoessere ridotte di 10 cm al massimo.L'altezza dello spazio per le gambe dipendedall'altezza del piano di lavoro: badare chequesto spazio non risulti ingombrato da cas-setti o altro.

3.4.5 Colore del piano di lavoro

Ideali sono i toni di colore neutrale (per es.grigio, verde o marrone) e con un grado diriflessione relativamente basso, entro il 20 eil 50%. Per principio la superficie del pianodi lavoro dovrebbe essere opaca.

3.4.6 Canali passacavi

Il tavolo di lavoro dovrebbe disporre di uncanale passacavi che permette di evitare laconfusione di cavi che regna sovente suiposti di lavoro. Se i cavi possono essere po-sati attraverso canali incorporati nel pavi-mento si evita inoltre il pericolo di inciampare.

3.4.7 Scrittoi

Lo scrittoio o scrivania alta, decenni fa anco-ra parte integrante di un ufficio classico, èritornato di nuovo di moda nella modernalogistica d'ufficio. Il passaggio dalla posizio-ne seduta a quella in piedi arreca sollievo eriduce i disturbi dovuti alla mancanza dimovimento.

Gli scrittoi veri e propri non sono però consi-gliabili per i posti di lavoro dei videoterminali-

Figura 45 Figura 46Scrivania moderna per un posto di lavoro al videoterminale che consente di lavorare sia seduti (fig. 45) sia in piedi (fig. 46).

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Figura 47Posto di lavoro in piedi improvvisato con un armadio a porte avvolgibili.

Figura 49Piccolo scrittoio montabile a una scrivania.

Figura 50Ottime sedie di lavoro.

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3.5 Sedile di lavoro

3.5.1 Importanza del sedile di lavoro

Per chi è tenuto a svolgere attività continua-tive in posizione seduta, il sedile di lavoronon deve soltanto servire a mantenere unaposizione seduta adeguata, ma anche asgravare la muscolatura dorsale e i dischiintervertebrali. Le caratteristiche del sedile dilavoro assumono quindi una grande impor-tanza ai fini ergonomici (fig. 50).

sti. Sono invece idonee scrivanie che, conuna semplice manovra, possono essere tra-sformate da scrivania normale in scrivaniealte (figg. 45 e 46). L'altezza massima rego-labile dovrebbe essere di 120 cm circa.Un'altra possibilità per scrivere in piedi èquella improvvisata con i mobili in dotazione(fig. 47). Sono altresì pratici piccoli scrittoipiazzabili separatamente (fig. 48) o modellida montare ai piani di lavoro (fig. 49).

Figura 48Piccolo scrittoio separato.

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3.5.2 Altezza del sedile di lavoro

L'altezza del sedile fisiologicamente adeguatacorrisponde alla distanza che il singolo indi-viduo è tenuto ad avere fra la fossa popliteae il pavimento, compreso il tacco delle scar-pe, dedotti 3 cm, misurata a ginocchia fles-se con un angolo di 90° e muscolatura dellecosce rilassate. Per i posti di lavoro al VDTsi rivelano idonee quasi esclusivamente lesedie girevoli a rotelle, regolabili in altezza,per lo meno entro il limite di 42–55 cm eaventi naturalmente una buona stabilità con-tro slittamenti e rovesciamenti (tipo di sediaa 5 rotelle).

3.5.3 Piano del sedile

Raccomandabili sono sedie d'ufficio aventiun piano del sedile di circa 40x40 cm, leg-germente concavo, di forma anatomica nonnecessariamente su misura, a superficie sof-fice mediante imbottitura Latex dello spes-sore di ca 1 cm e rivestito con materialepermeabile (per es. fibre naturali o tessutomisto). Per persone piccole può risultare piùcomoda una profondità minore del sedile(per es. 35 cm). Altrettanto raccomandabilisono i sedili provvisti di meccanismo inclina-bile da 2° in avanti fino a 14° all'indietrorispetto alla linea orizzontale. Il bordo liberodel piano del sedile deve essere leggermen-te arrotondato, per evitare la compressionedei vasi sanguigni e dei nervi delle gambe.

3.5.4 Schienale

Le sedie per ufficio dovrebbero avere, se-condo le più recenti conoscenze fisiologichedel lavoro, uno schienale alto fino a ca. 50cm sopra il piano del sedile. Lo schienaledeve avere, a un'altezza di 10–20 cm, unaimbottitura a sostegno della regione lomba-re, essere leggermente sagomato in alto,inclinabile e bloccabile nella posizione pre-scelta. Hanno dato buona prova anche isedili anatomici interamente inclinabili.

Recentemente sono state messe sul mer-cato sedie e poltrone per ufficio che permet-tono di assumere posizioni attivo-dinamiche.Con questa soluzione innovativa lo schienalenon viene bloccato in una posizione fissa,

ma segue ampiamente i movimenti naturalidel corpo. Il risultato è un sostegno ottimaledella schiena in tutti i suoi movimenti così daevitare l'affaticamento e favorire una posizio-ne seduta rilassante. Importante è che ilmeccanismo a molla dello schienale sia benregolato in funzione del peso corporeo del-l'utilizzatore.

3.5.5 Braccioli

I braccioli lunghi si sono rivelati come acces-sori inadeguati per i videoterminalisti. Ven-gono invece apprezzati i braccioli di tipocorto; nella maggior parte dei casi, però, sene sconsiglia l'uso. Importante è di poterdisporre sul tavolo (davanti alla tastiera e alloschermo) di uno spazio sufficiente per ap-poggiare gli avambracci e i polsi.

3.5.6 Sedili di lavoro alternativi

Quale alternativa alle sedie classiche per uffi-cio sono in discussione da più tempo altritipi di sedili. A differenza della posizioneseduta passiva su sedie per ufficio tradizio-nali, l'uso dei cosiddetti palloni medicinali odi sedie basculanti (figg. 51 e 52) richiededall'utilizzatore una posizione seduta attiva,

Figura 51Pallone medicinale.

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come lo è il caso anche per le sedie-ingi-nocchiatoio (cfr. capitolo 4.6). Non è co-munque da consigliare rimanere seduti tuttoil giorno sia su palloni medicinali, sia susedie-inginocchiatoio, che potrebbero farinsorgere problemi alle ginocchia. Questinuovi modi di sedere dovrebbero perciòessere alternati con l'uso della tradizionalesedia per ufficio.

Di recente diversi costruttori hanno presen-tato sedili di lavoro particolarmente studiatiper le persone che hanno gravi problemi dischiena. Non è possibile dare un giudiziogenerale su questi prodotti. Si consiglia diprovarli per un certo periodo di tempo (duesettimane al minimo) per constatare i lorovantaggi e svantaggi.

3.6 Poggiapiedi

Lo spazio cosiddetto di escursione dei movi-menti volontari dei piedi sotto il piano dilavoro è di 80x80 cm. Tuttavia i poggiapiedidi queste dimensioni non si sono ancoraimposti su scala generale nonostante checostituiscano una soluzione ottimale.

Per principio si dovrebbe mettere a disposi-zione un poggiapiedi in funzione della lun-ghezza delle gambe e a seconda delle pre-ferenze individuali. Il poggiapiedi deve averele dimensioni minime di 45 cm di lunghezzae di 35 cm di profondità e permettere diregolare l'inclinazione da 0 fino a 20° e l'al-tezza fino a 15 cm. Un poggiapiedi di que-ste dimensioni riduce però la mobilità fisiolo-gica delle gambe. Inoltre esso non deve sci-volare: a tale scopo è bene poterlo sistema-re su superfici antisdrucciolo o fissarlo altavolo di lavoro (fig. 53).

Sconsigliabili sono sostegni di piccoledimensioni con spazio sufficiente solo per ipiedi (fig. 54).

Quando si è tenuti a usare i dittafoni, ilcomando a pedale dovrebbe essere integra-to nel poggiapiedi. Esistono ditte che offronoquesta combinazione.

Figura 52Sedia basculante.

Figura 53Poggiapiedi.

Figura 54Poggiapiedi inadeguato.

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3.7 Considerazioni sulla posizione del corpo

In numerose pubblicazioni, per posizioneseduta corretta davanti allo schermo videoviene intesa, senza una giustificazione fisio-logica, quella con tronco eretto. Da inchiestesvolte dal PF di Zurigo risulta che il 90% deivideoterminalisti assumono una posizionepiù o meno inclinata all'indietro, ciò che con-tribuisce ovviamente a sgravare la schiena.Inchieste svedesi hanno in effetti dimostratoche una inclinazione estrema all'indietro (finoa 120°) riduce la pressione sui dischi inter-vertebrali, alleggerendo il lavoro staticamentesfavorevole della muscolatura dorsale.

Al fine di evitare le posture forzate e i disturbiche ne derivano, occorre tenere contoanche della corretta posizione che devonoassumere la testa, le braccia, le mani e legambe. Ciò può essere ottenuto solo grazieai sistemi descritti più sopra atti a regolare le singole componenti del posto di lavoro(quanto all'altezza, all'inclinazione, ecc.).Un'installazione confacente del posto dilavoro è da considerare un'esigenza fisiolo-gica fondamentale: in effetti, condizioni dilavoro che non consentono di assumereposizioni di lavoro rilassate e senza forzaturesono sovente causa di disturbi fisici.

3.8 Stampanti

Anche le stampanti influiscono sulla qualitàdi un posto di lavoro al VDT. Si distinguonoattualmente tre tecnologie:

Stampante ad aghi o matrice

Queste stampanti, tecnicamente la più vec-chie ma anche molto rapide, vengono oggi-giorno utilizzate soprattutto laddove ènecessario stampare bollettini d'ordinazioneo fatture su formulari continui a ricalco (origi-nale e copia). Molti modelli vecchi sono rela-tivamente rumorosi.

Stampante a getto d'inchiostro

La stampante a getto d'inchiostro, spessousata anche come stampante a colori, èmolto silenziosa ma anche relativamente

lenta. Essa non causa alcun inconvenientesul posto di lavoro.

Stampante laser

Le stampanti laser sono oggi molto diffuse.Sono molto rapide, semplici nella manuten-zione e forniscono una buona qualità distampa. In una versione con un elevato ren-dimento vengono spesso impiegate comestampanti di rete.

Le stampanti laser possono essere parago-nate dal punto di vista tecnico alle fotoco-piatrici e presentano quindi gli stessi proble-mi. Il riscaldamento necessario producecalore e il raggio laser, indispensabile per laproduzione dell'immagine, produce tracce diozono (la maggior parte dei modelli è stataora dotata di un filtro). I modelli più recenticonsentono di commutare il sistema dicomando sulla funzione «stand-by» ogniqualvolta trascorre un determinato periododi inattività dell'impianto (con conseguenterisparmio d'energia e riduzione del rumoreprodotto dalla stampante).

3.9 Prescrizioni e raccomandazioni internazionali

In questa sede non si intende elencare tuttele raccomandazioni, prescrizioni e normeche hanno come oggetto i singoli elementidel posto di lavoro dotati di videoterminale.Vengono però presentate quelle da noi mag-giormente citate.

MPR 2 (nuova SS 436 1490)

Quest'opera molto citata, costituita da dueparti, contiene le raccomandazioni edite dal National Board for Measurement andTesting su incarico del governo svedese(MPR 1:1987; MPR 2:1990) e in esse sonofissati i criteri di misurazione e valutazionenonché i requisiti per le radiazioni riguardantigli schermi video. La norma svedese SS 4361490 del novembre 1995 è stata pubblicataquale nuova versione riveduta della MPR 2.

TCO

Norma di una associazione svedese che,rispetto alla MPR 2, porta valori limite diradiazione lievemente inferiori.

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Direttiva quadro CE 90/270 CEE del 29maggio 1990

Direttiva particolare per i posti di lavoro convideoterminali. Non sono stati introdotti valoritecnici limite. Questa direttiva deve esseretrasformata in diritto nazionale dagli Statimembri e non è vincolante per la Svizzera.

EN 29241 (CEN) risp. ISO 9241

Norma dettagliata composta di 17 parti chetratta tutti gli elementi del posto di lavorocon videoterminale. Questa norma è vinco-lante per la Svizzera in quanto essa fa partedel CEN (Comité Européen deNormalisation).

Valori limite d'esposizione negli ambientilavorativi 1997 (Suva 1903.d+f.)

Valori limite d'igiene del lavoro per effetti fisicie campi elettromagnetici.

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4.1 Illuminazione dell'ambientedi lavoro

4.1.1 Esigenze

4.1.1.1 Illuminamento

Le due operazioni principali che l'organovisivo dell'operatore è chiamato a svolgeredavanti al VDT determinano, per quantoconcerne l'illuminazione, esigenze quasi dia-metralmente opposte. Per la lettura del testoda digitare e per il controllo visivo dellatastiera viene preferito il più delle volte unlivello di illuminamento piuttosto elevato,mentre per la lettura delle informazioni forni-te dallo schermo è invece importante il con-trasto fra i caratteri e lo sfondo dello scher-mo, contrasto che tende a diminuire quantopiù aumenta il livello dell'illuminazioneambientale a causa della sovrapposizionedella luce.

allora bastano 300 lx. Valori maggiori fino a1000 lx circa sono vantaggiosi per le perso-ne deboli di vista o di una certa età. Per evi-tare una riduzione fastidiosa del contrastosullo schermo, questi valori di illuminamentodovrebbero essere ottenuti solo localmente,per esempio con lampade da tavolo. Quan-tità di luce maggiore generano uno stato di attivazione mentale e di conseguenza unmaggior rendimento.

4.1.1.2 Colore della luce

È consigliabile scegliere per le lampade fluo-rescenti un colore «bianco neutrale» oppureun colore «bianco a tonalità calda», in mododa poter soddisfare le crescenti esigenze dicomfort e generare una piacevole colora-zione ambientale. Con luce bianca a tonalitàcalda esiste altresì una maggiore tolleranzadi fronte a illuminazioni carenti.

4.1.1.3 Grado di riflessione del locale

Il grado di riflessione ha un notevole influssosulla diffusione della luce in un locale. Sonoperciò raccomandabili i seguenti valori indi-cativi:

� Soffitto 70–80%

� Pareti e pareti divisorie 40–60%

� Pavimento 30–50%

� Tende 50–70%

� Mobili d'ufficio 30–50%

Particolarmente importante è il potere diriflessione del soffitto nei casi in cui si faricorso a un'illuminazione indiretta o unavariante di luci combinate dirette/indirette.

4.1.1.4 Ripartizione della luminanza suiposti di lavoro

Il rapporto massimo ammissibile tra loschermo e il documento da digitare è dicirca 1:10 (contrasto delle luminanze delle

4 Realizzazione dei posti di lavoro al VDT

L’illuminazione dell’ambiente deve esserequalitativamente tale da evitare una riduzio-ne fastidiosa del contrasto sullo schermo eda consentire una lettura facile del testo dadigitare.

Poiché la luminanza sul testo da digitare de-ve trovarsi tra 100 e 200 cd/m2, è possibilefissare quale valore minimo di illuminamentoorizzontale 500 lx. Gli schermi video di qua-lità raggiungono oggi tali valori. Sia i principitecnici dell'Associazione svizzera per l'illumi-nazione SLG sia le norme DIN 5035 propon-gono il valore di 500 lx. Valori al di sotto di500 lx bastano per posti di lavoro CAD.

L'illuminamento ottimale dipende dal generedi attività che si è tenuti a svolgere al video-terminale. Se la maggior parte della trasmis-sione delle informazioni avviene, per esem-pio, visualizzando i dati sul videoschermo

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superfici). Lo sfondo deve avere una lumi-nanza non superiore a quella del foglio(documento). Purtroppo questi valori indi-cativi vengono in pratica sovente superati(figg. 55 e 56).

Da inchieste fatte risulta che le luminanzerivelatesi gradevoli sono quelle da 100 a 300cd/m2 per i soffitti e da 50 a 100 cd/m2 perle pareti.

4.1.1.5 Riflessi

Le lampade sono da scegliere e ubicare in modo da evitare il più possibile i riflessisulla superficie dello schermo (fig. 57).Bisogna evitare i riflessi sulle superfici dilavoro orizzontali (per es. tastiere, mappettetrasparenti o carta lucida) e una luminositàeccessiva del soffitto e delle pareti (cfr. capitolo 4.1.1.3).

Le finestre utilizzate come fonti luminose non possono essere completamente oscu-rate e costituiscono una superficie riflettente.Queste sono da considerare al fine dell'ubicazione dello schermo (vedere capitolo4.1.2).

4.1.1.6 Sfarfallamento

Le connessioni bifasi o trifasi raccomandatea suo tempo per ridurre l'effetto dello sfarfal-lamento non si sono imposte dappertutto, inquanto le necessarie lampade doppie dannoun illuminamento troppo elevato. I modernitrasformatori ad alta frequenza producononon solo una luce antisfarfallante, ma per-mettono inoltre, a seconda del tipo scelto,un adattamento continuo dell'illuminamentoalle rispettive necessità. Esiste inoltre la pos-sibilità di incorporare un comando della lucein funzione di quella diurna che permette dirisparmiare molta energia elettrica. Nella fasedi progettazione occorre tuttavia tenere inconsiderazione eventuali interazioni con altriapparecchi e installazioni.

Figura 55 Figura 56Ripartizione buona (fig. 55) e cattiva (fig. 56) della luminanza sul posto di lavoro al VDT. I numeri nei cerchi indicano le luminanze misurate in cd/m2. I contrasti ottenuti sono:

Figura 55 Figura 56

tra schermo e foglio 1:1,8 1:1,6

tra schermo e tavolo 1:1,4 1:4,5

tra schermo e sfondo 1:1,4 1:41

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Figura 57Riflessi di una lampada sulla superficie dello schermo.

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4.1.2 Luce diurna

La sola luce diurna è un mezzo inadeguatoper illuminare i posti di lavoro al VDT, inquanto soggetta a grandi oscillazioni (valoremassimo in prossimità delle finestre fino a10000 Ix). Poiché la maggior parte dei localid'ufficio dotati di videoterminali hanno fine-stre, occorre osservare quanto segue:

� davanti e dietro lo schermo video nondevono esserci delle finestre (figg. 58–60);

� la direzione principale dello sguardo devetrovarsi parallela rispetto al fronte dellefinestre (fig. 61);

� i posti di lavoro al videoterminale sono dasistemare, per quanto possibile, nellezone del locale lontane dalle finestre onella parte del posto di lavoro lontanadalle finestre;

� le finestre dovrebbero disporre di rolladenmontate all'esterno che hanno, rispetto a quelle interne, notevoli vantaggi fisicicostruttivi (termotecnici) e fisiologici (sguardo all'aperto). Per le finestre convetri termoisolanti occorre adottare misurespeciali nel locale;

� se ci sono delle tende, queste devonoessere di tessuto spesso, di un coloreunico e chiaro (colore pastello);

� in mancanza di installazioni di oscura-mento (per es. rolladen), occorre adottarealtre misure atte a ridurre la luce diurna.Una soluzione facile e di rapida realizza-zione consiste nel montare sul lato internodelle finestre speciali rouleau trasparenti(fig. 62). Buona prova hanno dato i rulliavvolgitori montati in basso che consen-tono di alzare il rouleau solo di quel tanto

Figure 58 e 59Posti di lavoro con una distribuzione dell'illuminanzacompletamente insufficiente.

Figura 60Riflessione sullo schermo di una finestra non oscurata.

Figura 61Ubicazione dello schermo in un locale con luce diurna.

Sbagliato:finestre nel campovisivo, elevate differenze di luminanza.

Sbagliato:le finestre si riflettono sulloschermo.

Giusto:differenza equilibratadella luminanza;nella zona di riflessione delloschermo non esistono superficiluminose.

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che basta per evitare i riflessi fastidiosi.Questa soluzione ha inoltre il vantaggio digarantire sempre una certa trasparenza(sguardo all'aperto). I rouleau si rivelanotuttavia inadeguati quale protezione con-tro abbagliamenti o riflessi causati dairaggi diretti del sole.

I locali con luce diurna necessitano sempredi una illuminazione artificiale supplemen-tare, del tipo a barre luminose e dispostaparallela rispetto al fronte delle finestre.L'illuminazione artificiale causa però deiriflessi e di conseguenza complica l'ubica-zione dello schermo. La figura 63 illustracome far fronte a questa difficoltà. Un'altrasoluzione sarebbe quella di installare unailluminazione indiretta ad ampio raggio.

Se per motivi di lavoro non è possibile piaz-zare gli schermi secondo i richiesti criteri ose esiste più di un fronte di finestre, occorrecercare una soluzione ottimale mediantel'uso di pareti divisorie. Il loro scopo è quellodi eliminare eventuali riflessi sullo schermo edi ridurre nello stesso tempo le luminanzetroppo elevate nel campo visivo.

Figura 62Rouleau di plastica per ridurre l'effetto della luce diurna (a sinistra senza, a destra con avvolgibile).

Figura 63Ubicazione dei posti di lavoro al VDT e disposizione dell'illuminazione nei locali dotati di finestre.

VenezianeFinestreTende

Barraluminosa 1

Posti di lavoroai videoterminali

Barraluminosa 2

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4.1.3 Illuminazione artificiale

I locali destinati ad attività lavorative al VDTsono da illuminare con lampade montate instrisce continue, disposte in senso paralleloalla direzione dello sguardo e accendibili sin-golarmente. Si rivelano inadeguate:

� le lampade fluorescenti senza schermo;

� le lampade a coppa;

� le lampade disposte a griglia a forma dicroce;

� le lampade con riflettore e a griglia rivoltaverso il basso;

� le lampade con schermo a vetro opaco;

� le lampade a incandescenza a irraggia-mento libero.

Si adatta bene una illuminazione a irraggia-mento ampio con luminanza bassa in tuttele direzioni (figg. 64–68).

Figura 65Lampade adatte per posti di lavoro al VDT: lampadada soffitto irraggiante luce diretta e indiretta.

Figura 64Idoneità di alcuni tipi di lampade per il lavoro al VDT.

inadeguata:lampada a irraggiamento libero

idonea: lampada a piedestallo a luceindiretta

adeguata in determinate circostanze:lampada con schermo a vetro opaco

idonea:lampada a griglia

idonea:lampada a griglia irraggiante

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Figura 68Lampade adatte per posti di lavoro al VDT: lampa-dario a piedestallo irraggiante luce diretta e indiretta.

Figura 66Lampade adatte per posti di lavoro al VDT: lampade da soffitto del tipo a griglia.

Figura 67Lampade adatte per posti di lavoro al VDT: lampadeda soffitto irraggianti luce diretta e indiretta.

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Le esigenze imposte vengono soddisfatte inpratica solo da una illuminazione indiretta. Ilfatto che il soffitto dovrebbe essere liscio e ariflessione diffusa per una illuminazione indi-retta, può comunque essere motivo di criti-che (luce troppo «diffusa», troppo pochi«effetti di ombra»). L'illuminazione indirettaha anche lo svantaggio di far riflettere paretie soffitti molto chiari. Il locale deve esseresufficientemente grande (a seconda del tipodelle lampade) e il soffitto e le pareti devonoessere tenuti ben puliti. Gli svantaggi posso-no essere eliminati facendo uso di lampadaria piedestallo o lampade da tavolo piazzatein funzione del posto di lavoro e del tipo aluce indiretta o diretta-indiretta (fig. 69). Èuna soluzione che può essere adatta a qual-siasi trasformazione del posto di lavoro.Questo sistema di illuminazione non deveperò essere dotato di lampade a irraggia-mento libero e di lampade allogene.

Fra le lampade fluorescenti a luce conven-zionale – il mezzo di illuminazione per ufficipiù diffuso – sono consigliabili quelle a la-melle o a griglia, come anche le lampade a luce diretta-indiretta.

4.2 Posizione del videoschermo

4.2.1 Riflessi

Nel capitolo 4.1 sono state esposte detta-gliatamente le esigenze cui deve risponderel'illuminazione sia nel caso di luce naturale(posizione delle finestre) sia nel caso di luceartificiale (posizione e disposizione delle lampade).

È però possibile far fronte ai fenomeni diriflessione anche intervenendo sullo scher-mo. Non intendiamo qui le misure previsteper la superficie dello schermo (trattate alcapitolo 3.1.6), bensì quelle che tengonoconto delle condizioni di riflessione in fun-zione della geometria di ubicazione.

A tale scopo, il modo più semplice è quellodi inclinare in avanti lo schermo. Si dovrebbequindi poter regolare l'inclinazione del moni-tor entro 88–105° rispetto al piano orizzon-tale.

4.2.2 Punti di vista ergonomici

Chi installa un videoschermo deve tenereconto dei fattori seguenti: distanza visiva,altezza e inclinazione dello schermo.

4.2.2.1 Distanza visiva

Come risulta dal capitolo 3.1.7.4, la maggiorparte degli operatori preferisce una distanzavisiva da 60 a 80 cm. Questa distanza nondeve essere, in nessun caso, inferiore a 40cm (per es. per schermi di 14 pollici) e supe-riore a 90 cm (per schermi di 17 pollici). Pergli schermi molto grandi (per es. 21 pollici)possono essere adeguate distanze maggiori(cfr. capitolo 4.8.2).

Figura 69Lampada atta a illuminare i posti di lavoro.

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4.2.2.2 Altezza del videschermo

La direzione normale dello sguardo verso ilbordo superiore dello schermo segue unalinea orizzontale o leggermente inclinataverso il basso. È auspicato ma non indi-spensabile un dispositivo indipendente daltavolo di lavoro per regolare l'altezza delloschermo. Si può ricorrere a semplici mezziquali appoggi di materia sintetica (figg. 70 e 71). Badare che uno schermo piazzatotroppo in alto favorisce i fenomeni di rifles-sione causati dall'illuminazione (fig. 72). Ciò vale anche per i videoschermi inclinatiall'indietro. Lo schermo piazzato sull'unità di sistema (computer) risulta nella maggiorparte dei casi troppo alto.

4.2.2.3 Inclinazione del videschermo

Gli schermi video con superfici riflettentidevono essere sistemati in posizione verti-cale o leggermente inclinati in avanti (cfr.capitolo 4.2.1). Quelli con superfici pocoriflettente sono meno soggetti a riflessi fasti-diosi e possono persino essere inclinatiall'indietro; in questo caso l'inclinazioneideale forma un angolo retto con la direzioneprincipale dello sguardo (mezzeria delloschermo).

Particolarmente importante è la completamobilità dello schermo sul piano di lavoro.Inoltre lo schermo dovrebbe essere inclinabi-le nella misura di circa +/-10° senza doverricorrere a installazioni ausiliarie.

Figure 70 e 71Altezza ottimale di un videoschermo. La soluzione inalto può servire a trovare l'altezza appropriata, madovrebbe però essere sostituita da una soluzione definitiva come nella seconda figura.

Figura 72Videoschermo piazzato troppo in alto.

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4.3 Tastiera

La tastiera dovrebbe essere indipendentedallo schermo e mobile così da poterdisporre dello spazio necessario per lavorare(secondo il capitolo 3.2.1). Essa va posizio-nata davanti all'apparecchio maggiormenteusato, cioè davanti allo schermo o all'even-tuale portadocumenti. Occorre impedirespostamenti involontari della tastiera (per es.facendo ricorso a tappetini).

La figura 73 mostra il modo di piazzare latastiera, il mouse e il videoschermo.

In questi ultimi tempi sono apparsi sul mer-cato tastiere speciali, piegabili in due oangolate. Questi tipi di tastiera permettonoall'utente di creare un angolo ottimale tramano e avambraccio. Il ritorno sul mercatodi questa idea di per sé già nota, è da ricon-durre a sviluppi negli USA. Sembra peròdubbia la diffusione sul mercato di questotipo di costruzione visto che, a secondadelle circostanze, l'utente deve abituarsi auna disposizione geometrica dei tasti com-pletamente nuova. Il passaggio dalla tastieratradizionale a uno di questi tipi innovativi puòcreare nuovi problemi che annullano tutti i suoi vantaggi ergonomici. L'impiego diqueste tastiere speciali è adatto solo per lepersone che sanno scrivere con il sistema a dieci dita.

4.4 Poggiamani

Un mezzo ausiliario che nell'uso pratico hadimostrato la sua utilità è l'appoggio per le mani. Questo dispositivo viene piazzatodavanti alla tastiera. Esso permette diappoggiarvi sopra le mani durante brevipause o digitando numeri con il tastierinonumerico di cui è dotata la tastiera. È undispositivo che esiste sul mercato in diverseforme, costruito il più delle volte in plastica erivestito con uno strato di materiale gradevo-le alla pelle (fig. 74).

Figura 73Disposizione dei diversi elementi in funzione delle differenti attività da svolgere.1 lavoro prevalentemente al videoschermo

(dialogo)2 + 3 lavoro prevalentemente con lo sguardo rivolto

sul testo da digitare (digitazione)4 attività mista

Figura 74Diversi tipi di poggiamani.

1 2

3 4

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Per evitare l'affaticamento dei polsi si puòricorrere a un tappetino per mouse con pog-giamani incorporato.

4.5 Documenti e portadocumenti

Spesso ci si dimentica che il foglio su cui si legge il testo da digitare rappresenta il fat-tore più importante di sollecitazione duranteil lavoro al VDT. Generalmente il portadocu-menti dovrebbe essere sistemato in mododa trovarsi a una distanza dagli occhi ugualea quella dello schermo video. Ci si può sco-stare da questa raccomandazione solo neicasi in cui si è tenuti a digitare testi mal leggibili o a caratteri piccoli (cosa che nondovrebbe comunque capitare).

4.6 Piano e sedile di lavoro

Il piano di lavoro deve permettere di piazzarein diversi modi lo schermo, la tastiera e illeggio portadocumenti. Il sedile e il piano dilavoro devono essere adattati in modo otti-male alla statura del videoterminalista.

I sedili di lavoro alternativi (cfr. capitolo3.5.6) devono essere usati solo per periodilimitati. In caso contrario possono creareulteriori problemi di salute.

4.7 Stampanti

Nel capitolo 3.8 sono state descritte lediverse tecnologie di stampa. Nell'allestireun posto di lavoro provvisto di videoterminalioccorre tenere in considerazione lo spazioda riservare alla stampante.

Le stampanti individuali che servono a stam-pare esclusivamente i documenti del singolovideoterminalista possono essere piazzatenell'immediata vicinanza del suo posto di la-voro: badare alla direzione in cui soffia il ven-tilatore di raffreddamento della stampante.

Le stampanti in rete, il più delle volte quelledi tipo al laser, molto efficienti e molto sfrut-tate, non dovrebbero essere collocate nelleimmediate vicinanze di singoli posti di lavoro,

bensì in locali adiacenti (per es. in corridoio,archivio, magazzino) così come lo si fa nor-malmente con l'ubicazione delle copiatrici. Sievitano in tal modo i disturbi dovuti al rumo-re e all'inevitabile calore emanato special-mente dalle stampanti laser, nonché l'espo-sizione all'ozono che può provocare irrita-zioni agli occhi nelle persone particolarmentesensibili. La nuova generazione di stampantidispone oggi di speciali filtri (per es. quelli acarbone attivo) che riducono di molto l'ema-nazione di ozono. Risulta quindi opportunoequipaggiare con questi tipi di filtro le stam-panti di vecchia data.

Per le stampanti a matrice rumorose, quan-do occorre collocarle per motivi pratici all'interno di un ufficio, è bene dotarle di un in-capsulamento fonoisolante.

4.8 Stazioni di lavoro CAD

Per principio tutte le raccomandazioni fattefinora valgono anche per le stazioni di lavoroCAD. Si tratta di posti di lavoro che esigonoun impiego intenso dello schermo e pertantol'osservanza delle direttive per la mobilia el'illuminazione.

4.8.1 Illuminazione dell'ambientelavorativo

Nelle stazioni di lavoro CAD gli operatorisono tenuti a sottoporre gli organi della vistaa notevoli sollecitazioni. La lettura del conte-nuto riprodotto sullo schermo video richiedeparticolari esigenze percettive. Ciò che rendeancora più difficile il compito del videotermi-nalista è il fatto che ci si serve come docu-mento di piani con un enorme contenuto diinformazioni riprodotte quasi sempre concaratteri piccoli. Per questo motivo bisognadisporre di una illuminazione assolutamenteanabbagliante e a diffusione uniforme tale daessere adattata alle esigenze degli operatori.Per illuminare la superficie di lavoro è indicatoricorrere a una lampada da tavolo.

Per le stazioni di lavoro CAD sistemate invecchi locali d'ufficio provvisti di una illumi-nazione insufficiente, è possibile migliorare la situazione installando una illuminazioneindiretta (fig. 68).

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Solo in casi eccezionali va fatto uso di filtrida montare davanti a schermi di 21 polliciper evitare i fastidiosi riflessi sulla superficiedello schermo. Per quanto possibile, provve-dere a piazzare diversamente lo schermo oad adattare l'illuminazione.

4.8.2 Mobili di lavoro

Le stazioni di lavoro CAD sono equipaggiatecon grandi schermi video che richiedono unpiano di lavoro di dimensioni corrispondenti.La distanza di visualizzazione da uno scher-mo di 21 pollici deve poter essere sceltaliberamente tra 60 e 100 cm. Si deve perciòdisporre di un piano di lavoro sufficiente-mente profondo o di un dispositivo porta-schermo speciale (braccio girevole appro-priato).

Particolarmente importante è anche l'altezzaottimale del piano di lavoro. Le recenti evolu-zioni tendono a creare posti di lavoro chepermettono all'operatore di scegliere unaposizione di lavoro alternata in piedi o sedu-ta. La regolazione dell'altezza deve poteressere eseguita facilmente, prevedendo duesistemi separati, quello dello schermo equello del piano di lavoro (fig. 75).

4.9 Riepilogo

Secondo le constatazioni fatte da diversispecialisti, la posizione preferita per il lavoroal VDT è quella leggermente reclinata (fig.76): cfr. anche capitolo 3.7.

Figura 75Moderna stazione di lavoro CAD.

Figura 76Posizione di lavoro preferita al VDT.

I singoli elementi del posto di lavoro al VDTdevono poter essere regolati in modo daadattarli, oltre che alle esigenze del lavoro,anche alle differenti stature degli operatori(fig. 77).

Da indagini svolte risulta che presso il 90%della popolazione la statura dell'individuovaria come segue:

� da 150 a 172 cm presso le donne e

� da 160 a 184 cm presso gli uomini.

Per le persone particolarmente basse o altesi dovranno in ogni caso adottare misurespeciali. Il personale che lavora al VDT deveessere informato sulle possibilità di regolare isingoli elementi del posto di lavoro e sullaposizione di lavoro ottimale.

I datori di lavoro sono troppo spesso prontia investire soldi in hardware e programmi diun sistema senza preoccuparsi delle regoleergonomiche fondamentali. Un ottimo tavolodi lavoro e una moderna sedia di lavoro,aventi una durata di vita da 10 a 15 anni,costano solamente una piccolissima frazionedi quanto si investe normalmente nello stes-so tempo in sistemi EED. A ciò si dovrebbepensare già nella fase di deliberazione dei

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preventivi. Non sono rari i casi in cui sidiscute per ore intere al fine di decidere seacquistare o meno un poggiapiedi di 75franchi o un poggiamani di 20 franchi permigliorare le condizioni di lavoro. Orbene,queste discussioni sarebbero superflue sevenissero considerati i costi di tutte le perso-ne che vi partecipano.

Figura 77Possibilità di regolare i singoli elementi del posto di lavoro al VDT.

L’installazione dei posti di lavoro ai VDT e l’adattamento delle loro componenti agli operatori devono essere realizzati e controllatida uno specialista incaricato dalla direzioneaziendale.

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5 Software

Per «software» si intende l'insieme dei pro-grammi necessari per ottenere dal computerdeterminate prestazioni. Una di queste è perl'appunto l'elaborazione dei testi. La solleci-tazione cui è sottoposto l'operatore dipende,oltre che dal «hardware» (schermo, tastiera,mouse, stampatrice, ecc.), soprattutto dalsoftware. È perciò essenziale che il softwaresia di agevole applicazione agli utenti.

L'ergonomia «software» ci aiuta a concepiree a valutare l'agevolezza di un «software»,tenendo conto di tre aspetti:

� presentazione dell'informazione sulloschermo;

� genere e decorso del dialogo con il computer;

� abbinamento del compito, del ciclo lavora-tivo e dell'organizzazione del lavoro con il software.

diversi gruppi di utilizzatori. Accanto ai princi-pianti esistono utenti pratici o persino veriesperti in grado di padroneggiare egregia-mente un determinato software. Fra questidue gruppi troviamo quello degli utenti occa-sionali. La versatilità di cui si dispone oggi infatto di presentazione e configurazione deidialoghi anche all'interno della medesimalinea di prodotti fa sì che l'esperto, quando ètenuto a cambiare completamente program-ma, viene anche lui a trovarsi allo stessolivello di un semplice principiante, provvistodi soli nozioni elementari.

La situazione cambia radicalmente quando siricorre a interfacce grafiche (GUI: graphicaluser interface), molto diffuse nel frattempo,quali, per esempio, Windows, MacOS oOS/2. I programmi, che vengono sviluppatisulla base di questi standard di interfacce, siassomigliano per quanto riguarda la lorostruttura interna e hanno quindi il vantaggioche i singoli comandi sono simili e disposti inmodo analogo. Lavorando per esempio conun determinato programma di trattamentotesti del produttore XY è possibile utilizzare,dopo un breve periodo introduttivo, il pro-gramma del produttore XX. Inoltre i diversiprogrammi dello stesso produttore possie-dono spesso funzioni per l'uso praticamenteidentiche ciò che semplifica notevolmente il

Figura 78 Il triangolo strutturale: Compito (A) – Operatore (B) –Computer (C).

ACompito

BOperatore

CComputer

Superficie dello schermo

Genere e decorso del dialogo

Concezione dei compiti e del lavoro.

Tabella 5Aspetti per giudicare l'agevolezza d'impiego.

Il triangolo strutturale (fig. 78), chiamatoanche modello A-B-C, illustra i diversi campidi concezione del sistema: l'asse A-B èoggetto delle misure di concezione del lavo-ro (cfr. anche capitolo 7); l'asse A-C com-prende il campo della ripartizione delle fun-zioni uomo-macchina; l'asse B-C tratta laconcezione a misura d'uomo dell'interfacciautente. Le malelingue lo chiamano il trian-golo delle Bermude: problemi di concezionerimasti irrisolti scompaiono infatti misterio-samente e ognuno cerca di addossare all'al-tro la responsabilità della ricerca di soluzioni.

Una concezione adeguata delle interfacceutenti deve tener conto delle esigenze dei

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lavoro (per es. trattamento testi, calcolotabellare, programmi grafici). Essi vengonocommercializzati spesso come pacchetti diprogrammi combinati.

5.1 Conoscenze

Le conoscenze che l'utente deve acquisiresi distinguono in conoscenze dei compitioperativi e in conoscenze del computer (fig.78). Le conoscenze dei compiti operativicomprendono i singoli passi di un processooperativo e la loro combinazione. Sonoconoscenze contenutistiche acquisibili nelcorso di una formazione professionale o inazienda. Per conoscenze del computer ven-gono intese tutte quelle nozioni che occorreavere per poter utilizzare il computer e chenon hanno una relazione diretta con il conte-nuto del lavoro, come per esempio con larappresentazione grafica corretta di uncomando, con quanto si sa sul disco fisso esulla memoria principale, sull'uso del mouse,ecc.

Per quanto attiene alle conoscenze del com-puter, la moderna tecnica d'ufficio richiede –ancora – esigenze di affidabilità della memo-ria molto più elevate di quelle del tradizionaleposto di lavoro. Nonostante lo scarso valorecontenutistico di questa conoscenza mancaspesso dal lato pratico qualsiasi standardiz-zazione e tolleranza all'errore. Una macchinada scrivere meccanica è, quanto al suosistema d'uso, costruita in modo semplicis-simo rispetto a un moderno sistema versati-le di elaborazione del testo. Per principio vadetto che le conoscenze relative ai compitioperativi possono essere tenute a mente perlungo tempo e riattivate rapidamente, men-tre le conoscenze del computer vengonodimenticate più o meno in fretta e devonoessere rinfrescate regolarmente. I gruppi diutenti si distinguono sulla base del grado diconoscenze acquisite in merito ai compitioperativi e al computer (tabella 6).

5.2 Modo di lavorare

Il principiante preferisce procedere a piccolipassi e lavorare adagio. Egli ha bisogno diinformazioni frequenti e precise circa il suc-

cesso e il progredire del suo lavoro. In talmodo impara a sviluppare un modello «figu-rativo» (modello del sistema) della funzione edella struttura del programma nel contestodella sua attività lavorativa. Lo specialistapreferisce invece procedere a grandi passi.Nel suo ragionamento egli è capace di con-centrare la successione dei singoli passi inpiù complesse unità di funzionamento. Seegli ha bisogno di prelevare dalla memoriauna di queste unità di funzionamento, l'e-sperto esegue automaticamente i singolipassi di un tale ciclo operativo azionando itasti operativi, come nel formare i numeritelefonici (tabella 6).

Non si deve altresì trascurare il fatto cheognuno ha il proprio profilo d'utente caratte-rizzato da motivazione e demotivazione, dauno stile di lavoro impulsivo o piuttostoriflessivo e da una più o meno elevata curio-sità. Lo stile di lavoro individuale può porreulteriori esigenze quanto alla flessibilità e

Principiante Utente Specialista,occasionale utente esperto

Conoscenzesemantiche -- + +sintattiche -- - +

Modello applicativo -- + ++

Modo di lavorare Lavoro a piccoli Lavoro a passi Lavoro a passipassi da medi a grandi grandi e com-

plessi

Esigenze relative - piccoli passi chiari - buoni supporti - assistenza per al Software - buoni supporti sintattici la creazione di

sintattici e - assistenza per catene di semantici attivazione comandi (macro)

- supporto grafico conoscenzaper la creazione semantichedi un modelloapplicativo

Esigenze Standardizzazione della sintassi all’interno della dittaindipendenti

dall’utente

Tabella 6Caratterizzazione dei diversi gruppi di utenti e le connesse esigenze relative al programma(semantico: senso e significato; sintattico: strutturae configurazione).-- Conoscenze inesistenti- Conoscenze quasi inesistenti+ Buone conoscenze ++ Ottime conoscenze

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alle caratteristiche di adattamento di unsoftware.

5.3 Rappresentazione dell'informazione sul videoschermo

5.3.1 Disposizione dell'informazione

La superficie dello schermo video con la suavisualizzazione di informazioni variabile neltempo costituisce la finestra del Programmasu cui sono puntati gli occhi dell'operatore.La forma in cui l'informazione appare sulloschermo determina essenzialmente il modoin cui il Programma sa presentarsi all'utente.Poiché lo schermo ridà solo una piccolaparte dell'intera informazione visualizzabile,l'operatore si trova il più delle volte nellasituazione di chi legge il giornale usando unalente, un cannocchiale o attraverso il bucodella chiave. Ecco perché anzitutto il princi-piante, sprovvisto di un modello del sistemaper lui efficiente, ha bisogno di informazionisupplementari per sapere, in qualsiasi mo-mento, dove si trova e cosa può essere ingrado di fare.

La superficie dello schermo è paragonabile auna memoria esterna capace di conservaretutte quelle informazioni non più riattivabili inqualsiasi momento dalla memoria dell'utente(fig. 79). La memoria di cui dispone l'utentesi compone di due tipi; la memoria a lungoe quella a breve termine la cui capacità diritenzione raggiunge al massimo 5±2 unitàdi informazione (Chunks). Nel corrente pro-cesso di elaborazione dei compiti, tutte leunità di informazioni rilevanti – non presentiné nella memoria a breve termine né in quel-la a lungo termine – devono poter essere at-tinte dalla memoria esterna. Per permettereall'utente di trovare senza problemi questeinformazioni, esse devono essere strutturateconvenientemente. Una parte essenziale diquesta memoria esterna è costituita, comegià detto, dalla superficie dello schermo.

Due sono gli aspetti importanti per unabuona configurazione della superficie delloschermo: il pilotaggio dell'attenzione dell'u-tente in funzione del compito e delle dimen-sioni dello schermo stesso. Maggiore è lasuperficie dello schermo disponibile per larappresentazione delle informazioni, minorisaranno i problemi di utenza dopo un suffi-ciente periodo di apprendimento.

Se su una piccola superficie dello schermosono riprodotte molte informazioni, l'opera-tore deve disporre, in più, di una buonaguida dello sguardo e di un buon controllodell'attenzione. L'informazione non deveessere sparsa su tutta la superficie delloschermo senza una propria struttura. Untesto senza punti e virgola, senza capoversiè difficilmente leggibile. Ognuno a scuola hasicuramente già fatto l'esperienza leggendotesti dalla lavagna: gli errori, che da unagrande distanza e da un posto con buonavisibilità sono facilmente individuabili, riman-gono introvabili allo scolaro seduto diretta-mente davanti alla lavagna.

Per ottenere una chiara configurazione del-l'informazione sullo schermo, occorre rag-gruppare le informazioni sotto forma di bloc-chi (raggruppamenti). La figura 80 indicachiaramente che l'operatore sa orientarsibene o male a seconda del come è statastrutturata l'informazione. La suddivisione ditesti in capoversi e la raccolta in blocchi di

Figura 79Ripartizione nella memoria interna dell'utente e nellamemoria esterna della superficie dello schermo,nonché in altre memorie di informazione.

Memoria interna

Memoria esterna

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informazioni (raggruppamento) sono elemen-ti di una siffatta struttura.

In via generale si può dire che una disposi-zione gradevole è data da quella quantità diinformazioni che può essere afferrata con unsolo sguardo. Ciò risulta da un angolo visi-vo di 5 gradi circa; ad una distanza di letturadi 50 cm ciò corrisponde a un campo visivodi un diametro di 4–5 cm su cui vengonoletti 15 x 7 caratteri (circa) nitidi e a contra-sto forte. Il numero di questi campi dovreb-be essere conforme a quanto lo esige il sin-golo posto operativo.

Figura 80Due diverse strutture di maschere per la stesura dibiglietti ferroviari.In alto: informazione non strutturata, poco

ordinata otticamente e contenente dati superflui.

In basso: informazione strutturata, ordinata otticamente e senza dati superflui.

è caratterizzato da una scrittura spaziata oda una serie di caratteri che variano conti-nuamente (corsivo, grassetto, normale), puòessere difficilmente percepito come unità. Èraccomandabile riempire gli spazi vuoti consegni, per esempio punti, atti a collegare isingoli termini con il numero delle pagine inun indice. Per i campi di immissione è van-taggioso contrassegnare tutti gli input sotto-lineandoli.

Un raggruppamento adeguato è da favorireanche dal punto di vista della struttura det-tagliata della superficie di lettura.L'informazione dovrebbe essere raggruppatain modo tale che essa venga offerta all'ope-ratore, che la deve recepire in modo diffe-renziato, già elaborata in unità adeguate aicompiti operativi: queste unità comprendonoal massimo 3-4-5 segni alfanumerici.Occorre prestare attenzione alle codificazioniusuali. La data 29.02.1998 è più facile daleggere di quella indicata in questo modo:2902.1998. Di ciò si deve tenere conto par-ticolarmente usando programmi provenienti

Figura 81Creazione di blocchi in funzione del contenuto di un biglietto ferroviario quale guida dello sguardo edell'attenzione. In alto: mancanza di blocchi distinguibili ottica-

mente: i due differenti blocchi di informa-zione sono separati da troppi spazi vuoti.

In basso: miglioramento con l'inquadratura dei due differenti blocchi: separazione netta del campo riservato alle informazioni generali (in alto) dal campo riservato alle informa-zioni specifiche cui è destinato il biglietto ferroviario.

La creazione di blocchi d'informazione chiaripuò essere favorita ricorrendo a semplicistrutture supplementari (spazi vuoti, riquadri,guarnizioni con fondo colorato o neutrale).Gli spazi vuoti si adattano solo per blocchi diinformazione relativamente compatti. Tali rag-gruppamenti sono efficaci solo se emergonoin modo chiaro (fig. 81) restando a una nor-male distanza di lettura e tenendo socchiusele palpebre (immagine fosca). Anche all'inter-no di ogni singolo blocco occorre osservarel'ordine. Le relazioni reciproche fra i caratterisi distinguono per la loro struttura e la pre-senza di spazi intermedi. Un blocco, quando

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dall'estero, in quanto possono presentarenotevoli differenze rispetto alla codificazioneusuale (per es. il significato inverso del puntoe della virgola nella rappresentazione nume-rica nell'area linguistica angloamericana).

Facendo uso di differenti superfici di lettura(schermo, carta) occorre badare all'esattacompatibilità del layout dell'informazione siagrafica che alfanumerica. Ciò serve a facilita-re la guida dello sguardo e a ridurre di moltolo sforzo mnemonico a tempo breve. Unamanovra di ricerca o di selezione risparmiatasignifica meno errori (qualità) e una maggiorerapidità di lavoro (quantità) nonché menosollecitazioni (stress).

5.3.2 Codificazione

La codificazione (riduzione di dati) gioca unruolo importante nell'elaborazione dell'infor-mazione. Essa risulta sempre opportuna lad-dove un operatore, familiarizzato con il pro-blema, è tenuto ad afferrare con un solosguardo informazioni complesse rappresen-tate in modo compatto. Ecco perché lacodificazione ha una così grande importanzanella vita quotidiana. Basti pensare all'infinità

di pittogrammi usati nel traffico (segni stra-dali). Un'altra forma frequente di codificazio-ne è l'uso di abbreviazioni che spesso met-tono la persona estranea alla materia trattatanell'impossibilità di comprendere testi o dia-loghi.

L'evidenziazione mediante codificazione(corsivo, grassetto, sottolineato, a colori) inun testo richiama l'attenzione su singoleparole o diciture del lettore veloce e preinfor-mato. Il lettore non è infatti tenuto a leggerel'intera informazione parola per parola.L'affidabilità di trasmissione delle informazio-ni è però limitata. Nella fretta può benissimocapitare che all'operatore sfuggano impor-tanti particolari. Visto che il programma con-tiene molti comandi (funzioni), la superficiedello schermo – per le sue limitate dimen-sioni – è tendenzialmente satura di informa-zioni e che il computer consente una codi-ficazione specifica al compito o all'utente,quest'ultima assume un ruolo oltremodoimportante nel lavoro al VDT; essa deveessere tenuta in considerazione in occasionedi ogni valutazione.

Ogni codice, anche il cosiddetto pittogram-ma autoesplicativo, deve essere imparato amemoria arricchendo così il bagaglio diconoscenze specifiche dell'esperto. È perciòimportantissimo saper utilizzare la codifica-zione in sintonia con l'aspettativa dell'utente(compatibilità) e sempre nello stesso modo(consistenza). A tal proposito è bene tenerein considerazione il fatto che le aspettativedell'utente collimano raramente con quelledel programmatore specializzato o con quelleindividuali della persona cosiddetta «esperta».

La tabella 7 porta alcune categorie di codifi-cazioni con esempi degli elementi che lecompongono. I singoli elementi della stessacategoria possono essere afferrati uno dopol'altro solo in una successione temporale inmodo che la rispettiva durata di elaborazionerisulta elevata. Gli elementi di categorie diffe-renti – per esempio i colori (rosso, verde, blu)e i segni (x, y, z) – vengono percepiti e ordi-nati contemporaneamente, ottenendo quindiun risparmio di tempo. La forma di un pitto-gramma viene percepita contemporanea-mente assieme al proprio colore e quindi an-che ai significati delle rispettive codificazioni.

Categorie di codificazioni Elementi (esempi) Numero massimo elementi

Trasmissione di Cifre 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10informazioni differenziata Lettere a b c ... A B C... 52

Controllo Contrasto Gradi di luminanza 2dell’attenzione, Brillanza 2accoppiamento Orientamento Angolo senza comparazione 8di informazioni Posizione a sinistra in alto, a destra in 9

basso, ...Grandezza 3Colore rosso, verde, blu, ... 6Intensità sonora molto debole, .. , molto forte 7Timbro dolce, ... , acuto 9Tipi di suono boing, beep, ... 40

Codificazione Linea 4complessa Struttura Tratteggiata, punteggiata, ... 3

Forma astratta Circolo, rettangolo, ... 3-9Forma concreta Schedario, basetta 10-20Pittogramma Icona cestino, ... 20-40Esposizione Esposizione in prospettiva 10-20tridimensionaleAnimazione Videoclip 1-2

Tabella 7Specchietto delle codificazioni di diverse categorie.

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La tabella 9 riassume le esigenze fondamen-tali relative a una esposizione di informazionisullo schermo gradevole per l'operatore.

Utilizzare colori ben distinguibili.

Scegliere colori e luminanze con notevole differenza.

La differenza di luminanza dei campi di colore adiacenti deve essere superiore a 20 cd/m2..

Scegliere un contrasto di luminanza sufficiente (1 :6, 6 :1 ). Un’esatta identificazione dei colori è realizzabile solo su grandi campi.

Solo su fondo «neutro» è evitabile un’alterazione dei colori.

Evitare il blu in tonalità sature.

Evitare combinazioni di colori estremi (rosso/verde, blu/giallo, rosso/blu).

L’uso di più di 4 - 6 colori richiede una tavolozza diparagone.

Attenersi alle convenzioni della codificazione deicolori (rosso: pericolo; giallo: avvertimento).

I colori possono stimolare l’attenzione, ma anchedistoglierla.

I daltonici dstinguono pochi colori (confusione tra il rosso e il verde).

Struttura della – Disposizione chiaramente superficie identificabile in campi della

corrispondente grandezza

– Diametro massimo di un campo:4-5 cm (a una distanza visiva di 50 cm e a un angolo visivo di 5°)

Raggruppa- – Al massimo 3-4-5 segni mento alfanumerici

– Spaziatura 2 -3° (0,035-0,05 x lunghezza riga [mm])

– Tutte le informazioni che concernono il compito operativo e che l’operatore non è più in grado di conservare a memoria.

Codificazione – Limitazione del numero degli elementi di una categoria

– I colori dovrebbero sempre essere usati in combinazione con altri tipi di codificazione (per es. struttura) per non mettere in difficoltà i daltonici

– Indicazioni chiare ed evidenti del campo operativo attivo (per es. far risaltare la finestra attiva, cursore lampeggiante, ecc.)

Tabella 8Regole per l'uso dei colori quali elementi di codificazione.

Tabella 9Specchietto dei criteri più importanti per valutare lapresentazione dell'informazione sullo schermo video.

Le codificazioni basate su colori, posizioni emovimenti sono quelle particolarmente ido-nee quale strumento di guida dell'utente(controllo dell'attenzione). Per quanto possi-bile si dovrebbe dare la preferenza al colore.Il colore viene prevalentemente impiegatonella grafica. Lo si dovrebbe usare sempre incombinazione con un'altra categoria di codi-ficazione (per es. scala di semitinte). Lacodificazione a colore ha assunto un'impor-tanza sempre maggiore con l'avvento deglischermi a colore. Comunque è bene affidar-si alla decisione di un esperto circa l'usodelle codificazioni a colore, in quanto l'«este-tica» della rapida visione d'insieme basatasulla combinazione di colori può trarre facil-mente in inganno e i suoi effetti positivi pos-sono celare anche effetti nocivi. Se si ricorrealle codificazioni a colori occorre osservare ipunti seguenti:

In pratica qualsiasi tipo di movimento di unoggetto sufficientemente grande situato nelcampo visivo dell'utente ha la capacità diattirare l'attenzione. Se il rispettivo oggetto èperò troppo piccolo o non può persino esse-re reso visibile (per es. background), si rac-comanda di usare una codificazione sonora.

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5.4 Dialogo

5.4.1 Forme d'interazione

Il dialogo tra il computer e l'utente può svol-gersi in modi molto diversi. Da una parte esistono delle superfici nelle quali ci simuove con comandi che devono dapprimaessere imparati dall'utente. Esistono peròanche delle superfici modificabili e adattabililiberamente dall'utente (per es. desktoppublishing: layout contemporaneo di testo eimmagini) con assistenza intelligente daparte del computer (programmi di corre-zione).

5.4.1.1 Comandi

La forma d'interazione attualmente utilizzata,e sicuramente la più vecchia, è la superficiegestita con comandi (comprese le combina-zioni di tasti e i softkeys). I comandi sonosingole istruzioni attribuite a una funzionespecifica del programma. Per cancellare, peresempio, una parte d'informazione è possi-bile schiacciare un determinato tasto, digita-re la parola «Cancellare» oppure semplice-mente una «C». I programmi dotati di super-ficie gestita con comandi richiedono una for-mazione intensa con un lungo periodo d'al-lenamento e d'istruzione. La comprensibilitàe i contenuti devono essere verificati perogni pacchetto di programmi («Q» può indi-care a seconda del programma chiudere ilprogramma con o senza memorizzazionedei dati).

Le superfici gestite con comandi presentanoun massimo di flessibilità interattiva e acce-lerano pertanto per l'esperto l'uso del pro-gramma, aumentando però nel contempo ilrischio d'errore nella creazione di sequenzedi comandi (macro) che figurano nellamemoria dell'utente come sequenza auto-matica. I macro una volta lanciati eseguonoautomaticamente una sequenza di comandi,come per esempio la selezione di un nume-ro di telefono preprogrammato. Per l'espertonon è pertanto sufficiente poter annullare un singolo comando (tasto «Undo») perchécon l'aumentare dell'esperienza pensa sem-pre più in «sequenze di comandi» automati-zzate. Risulta qui utile la possibilità di retro-cedere a piacere nell'istoriato del propriodialogo.

Vantaggio:

nel modo «comando» l'utente ha a disposi-zione il massimo delle possibilità di accessodiretto a tutte le funzioni.

Svantaggio:

l'utente non ha delle informazioni di ritorno(feedback) continue su tutte le funzioni risp. icomandi esistenti.

5.4.1.2 Modulo

Con questa applicazione semplicissima emolto diffusa il computer è utilizzato comeuna macchina automatica tradizionale chereagisce, all'immissione di informazioni strut-turate da parte dell'utente, con l'emissionedi un risultato. I moduli elettronici chiedonosolo un minimo di conoscenze informatichee del compito come pure un tempo ridottod'apprendimento per il loro uso. Il modulocon la sua possibilità di dialogo solo moltodebolmente sviluppata è idoneo soprattuttoladdove la cerchia di utenti è sottoposta aun rapido cambiamento (p. es. luoghi pub-blici). Le schede elettroniche delle bibliote-che oppure i biglietti dei mezzi di trasportoemessi da terminali elettronici sono esempitipici dell'impiego di moduli.

5.4.1.3 Menu

Una possibilità semplice per il principiante el'utente occasionale di muoversi all'interno diun programma è il menu. All'utente vieneofferto sotto forma di «menu» una scelta diattività possibili. Ogni riga del menu descrivein breve un determinato passo del program-ma. Digitando un codice (cifra o lettera) ospostando il cursore da una riga del menuad un'altra è possibile attivare l'esecuzionedel passo voluto del programma. Un limiteviene imposto dalla grandezza della finestradisponibile sullo schermo. Se la finestra delmenu copre la superficie di lavoro in usoviene interrotta la relazione diretta con l'og-getto di lavoro (figura 82). La sequenza tem-porale di superficie di lavoro e del menudisturba il ritmo di lavoro e sforza la memo-ria a breve termine. Spesso si deve passarein avanti e indietro per diversi rami di unmenu. Il menu risulta pertanto «pesante» perl'esperto a causa delle sue numerose ramifi-

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cazioni. Le difficoltà nascono spesso dalfatto che l'utente cerca una funzione di unmenu in un ramo sbagliato perché la suaconcezione del sistema non corrisponde aquella del programmatore.

Vantaggio:

tutte le funzioni sono segnalate sul video dapunti d'interazione (p. es. pittogrammi oopzioni di un menu).

Svantaggio:

il ritrovamento di una funzione necessaria èestremamente difficoltoso in un menu difficil-mente accessibile.

5.4.1.4 Superficie grafica

Al fine di aumentare l'accettabilità soprattut-to per i principianti ci si è posti la domandadi come coinvolgere nella comunicazione la«spontaneità» dell'utente. Il primo esperi-mento ad indirizzo ergonomico in questadirezione è stato un sistema di trattamentotesti con una gestione grafica del program-ma (XEROX STAR). Quest'idea ulteriormentesviluppata è oggigiorno largamente in usosotto forma delle superfici Windows eMacintosh.

La superficie grafica si distingue dal fattoche le funzioni generali si ritrovano in menu acascata o in pittogrammi di facile ritenimen-to. Per eseguire un'operazione è sufficientespostare il cursore sul campo desideratodella superficie e attivare il comando pre-mendo un tasto. Tipica della superficie grafi-ca è la barra dei menu a tendina presente inalto sullo schermo o al suo lato.

L'ulteriore sviluppo della superficie graficaporta a superfici manipolabili in modo an-cora più diretto, chiamate anche superficiorientate all'oggetto. In questo tipo di super-ficie si attivano le singole funzioni attraverso i cosiddetti menu a cascata premendo diret-tamente degli oggetti (pittogrammi) (vedi fi-gura 83). L'oggetto marcato nella figura 83viene «distrutto» trasferendolo con il dito sul-lo schermo (touchscreen) oppure con il cur-sore, attivato con il tastino del mouse, visi-bilmente lungo una linea (–– -) nel «cestino».

Figura 82Aprendo una o più finestre supplementari (p. es. perun ulteriore programma, per un ulteriore contesto,per una guida, ecc.) deve essere salvaguardata larelazione diretta con l'oggetto di lavoro in uso.

In alto: la relazione tra la guida visualizzata e l'oggetto di lavoro (testo) rimane salva-guardata.

In basso: l'oggetto di lavoro (testo) viene quasi interamente coperto dalla funzione della guida. La memoria a breve termine viene inutilmente sforzata.

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L'immagine ha quindi la stessa funzione diun tasto di funzione della tastiera dotata diuna designazione alfanumerica o grafica (pit-togramma). Premendo un tasto è possibileattivare direttamente una funzione oppureaprire un menu. Dopo aver aperto un nuovomenu si dovrà scegliere un'opzione utilizzan-do il mouse. La relazione con il campo dilavoro non va persa fintanto che non vienecoperto da un nuovo oggetto (menu, finestradialogo o finestra).

Una superficie basata sull'uso del mousepone in generale delle esigenze più elevateal movimento della mano. Di ciò si devetenere conto soprattutto nel caso di utentipiù anziani e di quelli con impedimenti alivello motorio. Anche le persone con undifetto della vista incontrano delle difficoltànell'uso di questo tipo di superficie.

I vantaggi e gli svantaggi di una superficiegrafica basata sull'uso del mouse sono rias-sunti nella tabella 10.

5.4.1.5 Manipolazione diretta

In tutti questi tipi tradizionali d'interazionel'utente non può mescolare in uno stessospazio oggetti reali con oggetti virtuali elet-tronici. Essi non tengono nemmeno contodelle numerose possibilità della mano diusare oggetti reali e virtuali. Questo aspettoè uno dei motivi per lo sviluppo di superficimanipolabili direttamente nel vero sensodella parola (p. es. con un guanto per lacomunicazione all'interno di una realtà vir-tuale). Questo tipo di sistema permette dimescolare oggetti reali e virtuali nello spaziod'interazione tra uomo e computer.Il computer riconosce (per mezzo di sensorivisivi, acustici od altri) e comprende oggettifisici e movimenti di persone che si com-portano in modo il più possibile naturalenella loro attività quotidiana (riconoscimentodella voce o della scrittura).

5.4.2 Dialogo

Il dialogo all'interno di un programma deveessere di facile uso per l'utente. Se questaesigenza non risulta soddisfatta l'utenteincontrerà delle difficoltà, si sentirà indifesodi fronte alla macchina e al programmatore.L'utente apprende talvolta nel corso deltempo ad usare dei programmi estrema-mente difficili e praticamente non adeguatialle sue esigenze. Quanti più vantaggi unprogramma offre dal punto di vista dei con-tenuti in relazione ad una soluzione specifi-ca, tanto più disposti saranno gli utenti adaccettare un dialogo non semplice tra l'uten-te e il programma. Per evitare che ciò diventila regola si consiglia di tenere conto di quan-to segue.

Figura 83Tre esempi di manipolazione diretta di oggetti dilavoro con il mouse.– Un clic o un doppio clic sull'icona «Gruppe» apre

la finestra dal nome «Gruppe.Primär».– Un clic sull'icona «Adressen» apre il menu a ca-

scata con tutte le funzioni.– Il record di dati «USA:20742 Shneidermann Ben»

viene trasferito nel cestino tenendo premuto iltastino del mouse.

Le funzioni attribuite ai pittogrammi sonoautoesplicative se sono provviste di unadesignazione (label). Il processo d'esercizio ed'apprendimento viene quindi favorito daun'offerta permanentemente presente ditutte le funzioni e da un'elevata concordanzacon la «vita di tutti i giorni». Questo modo dimanipolazione basato sull'uso del mousepuò risultare per gli esperti più lenta dell'im-missione di comandi con la tastiera. È per-tanto consigliabile assegnare a ogni menuuna combinazione di tasti (p. es. Ctrl-S per«Salvare»). Per non limitare inutilmente laflessibilità del dialogo si consiglia di usare unnumero limitato di finestre dialogo con solipochi pulsanti.

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Tutte le funzioni di un programma servono atrattare un oggetto di lavoro, per esempio unpiano di costruzione, un testo, una scheda.Non si deve perdere il contatto diretto conquesto oggetto. Tutte le maschere del pro-gramma, che coprono interamente l'oggettoda trattare e non si lasciano spostare, ren-dono il decorso del lavoro difficile o possonobloccarlo completamente (il cosiddetto«deadlock interattivo»). La tecnica modernadell'uso delle finestre offre delle possibilità dimantenere permanentemente nel campovisivo le informazioni rilevanti per il tratta-mento dell'oggetto nonostante la visualizza-zione di una guida presentata con propriemaschere.

5.4.2.1 Struttura ad albero

Esistono possibilità diverse di valutare unprogramma. La più facile è la valutazionebasata sul numero delle funzioni possibili adisposizione dell'utente. Se però si conside-ra che, secondo un'analisi a largo spettro,nella pratica vengono usate solo il 20–30%delle possibilità offerte da un programma,questo tipo di valutazione dei criteri quanti-tativi non è molto sensata e per lo più aseconda delle circostanze molto costosa.

È meglio procedere inizialmente con un'ana-lisi del lavoro che permetterà di chiarire gliobiettivi che si intendono raggiungere conun programma. In seguito si dovrà verificarecon quali passi l'utente intende o deve rag-giungere questi obiettivi. Troppo pochi passilimitano la flessibilità e troppi passi rallentanoil flusso lavorativo. Una volta fatti questiaccertamenti si potrà passare all'analisi delprogramma in relazione alla sua agevolezzad'utenza.

Per una migliore visione generale da partedell'utente, che deve farsi un'idea circa ilfunzionamento del programma, deve essereintrodotta una struttura dei comandi articola-ta in dialogo. Per la maggior parte dei pro-grammi questa deve essere imparata. Perun sistema di trattamento testi potrebbe peresempio trattarsi di un ordinamento deicomandi a seconda della loro appartenenzaa criteri principali come creazione del testo,memorizzazione del testo, messa in paginadel testo, correzione del testo.

L'ordinamento dei comandi determina inlarga misura i costi dell'introduzione di unsistema e della formazione di nuovi collabo-ratori. Nella valutazione del programma nonsi deve dimenticare il genere di passaggiall'interno di una gerarchia di comandi (strut-tura ad albero). I comandi brevi dovrebberocorrispondere alla terminologia corrente enon devono sovrapporsi nel loro significato.In questo campo molto è ancora lasciato alcaso e alla fantasia del programmatore. Perl'utente deve essere chiara la sequenza dicomandi e questa deve seguire l'avanzaredel lavoro. L'utente non dovrebbe seguireuna sequenza di comandi imposta dal pro-gramma o dal programmatore. Per il princi-piante, ogni ramo del menu deve presentareuna proposta standard chiaramente ricono-scibile come tale, partendo dalla quale èpossibile inoltrarsi nel labirinto dei ramisecondari del menu.La possibilità di creare delle catene dicomandi da parte dell'utente (macro) sempli-fica la creazione di strutture di comandiadatti al compito da svolgere. Questo aspet-to deve in ogni caso essere preso in consi-derazione al momento dell'acquisto di unprogramma se si considera che in un siste-

Vantaggi

Dopo una breve introduzione ilprincipiante impara rapidamente lefunzioni basilari.

L’utente occasionale è facilitatonell’uso grazie al facile riconosci-mento.

Si hanno raramente segnalazioni dierrori da parte del sistema in casodi errori di sintassi.

L’utente riceve direttamente la conferma dell’effetto dell’azione dalui compiuta.

Per il fatto che l’utente impara rapi-damente ad usare il sistema, com-mette un numero inferiore di errorie questi ultimi possono esserefacilmente annullati; si ha una rapi-da diminuzione della paura.

Le reazioni del sistema sono per lopiù prevedibili.

Le superfici grafiche sono flessibilinella struttura del dialogo.

Problemi

L’utente deve imparare il significatodi diversi pittogrammi.

I grafici non dotati di designazionepossono essere a doppio senso einterferire con cognizioni già note.

La presentazione di grafici sulloschermo può richiedere lungotempo.

Il posto necessario per i grafici puòrisultare troppo piccolo.

Il passaggio della mano dallatastiera al mouse può essere d’impedimento.

Tabella 10Vantaggi e svantaggi di una superficie grafica.

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ma di trattamento testi complesso e moder-no si sfruttano di regola solo una minimaparte di tutte le possibilità offerte.

I più avanzati e gli esperti preferiscono diregola numerosi menu con poche opzioni enumerosi comandi simili. Il principiante pre-ferisce invece pochi menu con tanti livellisubordinati, ossia numerose opzioni per ognimenu.

5.4.2.2 Significato del modello sistemicospecifico al compito da svolgere

L'utente deve poter acquisire il più rapida-mente possibile una panoramica delle fun-zioni specifiche al compito da svolgere delprogramma. Quanto più la logica interna delprogramma corrisponde all'idea dell'utente,tanto più facile sarà per lui rispondere inogni momento alle domande seguenti:

� Dove mi trovo all’interno del programma?

� Cosa posso fare in questo punto?

� Come sono giunto in questo punto?

� Dove poso andare?

� Cosa devo fare per arrivarci?

I materiali d'istruzione graficamente ben ela-borati aiutano la creazione di un modellosistemico non solo orientato al programmastesso ma anche ai compiti da svolgere.

5.4.2.3 Assistenza utenti

Presto o tardi ogni utente raggiungerà unpunto a partire dal quale non sa più comeproseguire o commette un errore. Ogni pro-gramma di agevole utenza presta assistenzain questi casi mediante suggerimenti specifi-ci al problema. Ciò avviene direttamentesullo schermo o rinviando a un manuale. Larelazione con il problema vero e proprio nondeve però andare persa. Un continuo pas-saggio tra informazione e oggetto di lavororende difficile la correzione dell'errore.

Ogni programma deve pertanto essere dota-to di una buona documentazione e di un'as-sistenza comprensibile in caso di comparsadi errori. Il programma deve fornire automati-camente, o su richiesta dell'utente, unarisposta alle domande più impellenti in casodi comparsa di errori, ossia alle domandeseguenti:

� Dove mi trovo?

� Come posso correggere l’errore?

� Come devo continuare?

La risposta a queste domande costituisce il compito più difficile per il programmatoreche vuol allestire un'agevole superficie d'utenza. Le relative considerazioni devonopertanto figurare fondamentalmente all'iniziodel processo. Questo problema di confi-gurazione può essere risolto solo in strettarelazione con il compito che l'utente devesvolgere. I dialoghi per ovviare agli erroridevono presentare le caratteristiche seguenti(tabella 11):

non codificate, specifiche all’errore e precise

costruttive e orientate alla soluzione (p. es. propo-ste di soluzioni)

scelta di parole positive e stimolanti

scelta di parole adatte all’utente e al compito

sequenziali: risposte per gradi, dal generico allospecifico

forma grammaticale, terminologia e abbreviazioniunitarie

formato invariato

lo schermo non deve ocultare il problema

Tabella 11Caratteristiche necessarie di un messaggio d'errore.

5.4.2.4 Tempo di risposta

I tempi di risposta lunghi sono anche tuttoraproblematici nel dialogo con il computer.Delle analisi hanno mostrato che, nel casodei sistemi centrali, sono tuttora usuali tempidi risposta di oltre 4 secondi. Le personeintervistate accettavano però solo tempi dirisposta inferiori a 1 secondo. Quelli chesuperavano i 5 secondi venivano valutaticome fattore di disturbo.

All'analisi più accurata risulta però che le esi-genze poste ai tempi di risposta sono più dif-ferenziate. Il genere dell'attività influisce inol-tre sul tempo di risposta tollerato. In caso dilavori piuttosto meccanici non si deve avereun'interruzione del ritmo di lavoro dell'utente.Riguardo ai comandi di edizione di un pro-gramma di trattamento testi si attendonotempi di risposta più brevi (0,3–0,5 secondi)

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di quelli con i quali si attivano operazioni dimemorizzazione che quasi sempre segnanola fine di un lavoro (0,6–0,8 secondi). In casodi compiti semplici il rateo di errore aumentacon l'aumentare dei tempi di risposta. Incaso di operazioni complesse si ha undecorso ad U della quota del rateo d'errore:tempi di risposta molto brevi inducono a unlavoro rapido superficiale: tempi di rispostalunghi bloccano il ritmo di lavoro individuale– ne consegue un maggiore numero di errorie senso di frustrazione. Il tempo di rispostaper gli esperti deve essere minore di quelloper principianti e utenti occasionali.

5.5 Valutazione ed esame

5.5.1 Criteri di valutazione relativi alcontenuto

Il programma deve essere per l'utente unostrumento utile per svolgere i suoi compiti.Non è quindi in primo piano solo l'ampiezzadelle possibili funzioni ma soprattutto la que-stione a sapere se il programma è adatto aicompiti specifici dell'utente.

Ad un programma agevole all'utente devonoessere poste le esigenze seguenti:

Adeguatezza al compitoUn dialogo è adeguato al compito se assistel'utente a svolgere il suo compito in modoeffettivo ed efficiente senza che vengamesso inutilmente in difficoltà o rallentatodalle caratteristiche del sistema di dialogo.

Capacità di autodescrizioneUn dialogo è capace di autodescriversi seogni passo del dialogo viene spiegato imme-diatamente e in modo chiaro dal sistemastesso, automaticamente o su richiesta del-l'utente. L'utente che vuol ottenere un'infor-mazione sul sistema, deve poterla ricavaresenza disturbare l'evolversi dell'attività.

ManovrabilitàUn dialogo è manovrabile se l'utente è ingrado di avviare il dialogo, di pilotarlo fino alraggiungimento della risposta.

Conformità alle aspettativeUn dialogo è conforme alle aspettative se èconsistente e se corrisponde alle caratteristi-che dell'utente, per esempio alle sue cono-scenze del campo di lavoro, alla sua forma-

zione e alla sua esperienza nonché alle con-venzioni generalmente riconosciute.

Tolleranza agli erroriUn dialogo è tollerante per quanto concernegli errori se, nonostante immissioni chiara-mente errate, il risultato del lavoro può esse-re raggiunto senza alcuna correzione o conun minimo intervento correttivo da parte del-l'utente.

Adattabilità individualeUn dialogo è adattabile individualmente, se ilprogramma permette delle configurazioniche tengono conto delle esigenze del com-pito da svolgere nonché delle capacità epreferenze personali dell'utente.

Questi punti sono di estrema importanza perl'accettabilità di un sistema, per il successodel lavoro (rateo d'errore, velocità di lavoro)e per lo sforzo da compiere dall'utente.Inoltre non si deve dimenticare il principioseguente: anche se i comandi si spieganoda soli è inevitabile un certo periodo d'ap-prendimento e d'esercizio. Le conoscenzedell'informatica e dei compiti dell'utentesono il capitale dell'impresa incluso nellavalutazione di nuovi software. Si deve fareparticolare attenzione al fatto che le cono-scenze informatiche, che non servono pri-mariamente all'esecuzione del lavoro masono da attribuire piuttosto ad attività acces-sorie, possono essere nuovamente utilizzatein caso di introduzione di un nuovo sistema.Tuttavia sarebbe meglio fossero dimenticatele conoscenze informatiche non immediata-mente necessarie all'esecuzione di unadeterminata attività. L'evoluzione del lavoronon dovrebbe venire intralciato da attivitàaccessorie a livello di utente.

5.5.2 Partecipazione dell'utente

L'impiego ottimale di un nuovo programmapuò essere garantito provvedendo alla valu-tazione e all'introduzione nel quadro di unprocesso minuziosamente pianificato nelquale vengono coinvolti pure i futuri utenti.Le corrispondenti parole chiave sono: anali-si, pianificazione, preparazione del sistema,introduzione, formazione, uso produttivo econtrollo del successo. I singoli passi posso-no interagire, sovrapporsi oppure ripetersi.

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Si dovrà dapprima definire il campo d'appli-cazione e dei compiti da svolgere (ossia ilcontesto dell'impiego) ed in seguito definire il software ad essi adatto. Il contesto d'im-piego tiene conto dei settori organizzazionedel lavoro, regolamentazione dell'utilizzazio-ne e provvedimenti inerenti la politica delpersonale come qualificazione, diritto diessere sentiti e di codecisione e assistenza.Hardware e software devono essere scelti infunzione dell'impiego.

È utile coinvolgere gli utenti già nelle fasi ini-ziali dello sviluppo del progetto informatico.Con ciò si assicura che le loro conoscenzepratiche influiscono in modo pratico nel pro-cesso di sviluppo. Gli utenti apportano dauna parte le conoscenze pratiche sull'esecu-zione di un lavoro e d'altra parte devonoimparare ad usare un nuovo sistema. Ciòavviene nel migliore dei casi in comuneaccordo tra utenti, sviluppatori di software,responsabili del lavoro e dell'organizzazionenonché con il mandatario.

Le nuove tecnologie d'ufficio non dovreb-bero più essere introdotte senza avere sen-tito gli utenti. Di ciò fa parte un'informazioneaperta e regolare sin dall'inizio dei futuriutenti come pure la loro formazione e perfe-zionamento sul nuovo sistema. Oggi non sitratta più di valutare se l'utente debba parte-cipare o meno allo sviluppo del software,bensì come possono essere meglio sfruttatele sue conoscenze nella preparazione disoftware ottimali e orienati alle esigenze deicompiti e ai bisogni dell'utente. I seguentimetodi sono già stati sufficientemente speri-mentati nella pratica:

5.5.2.1 Valutazione sulla base di liste dicontrollo

Le liste di controllo (vedi allegato) sono statesviluppate in particolare per la valutazionedella agevolezza per l'utente e si distinguonoper la loro facilità d'uso.

5.5.2.2 Valutazione partecipativa tramiteworkshops

La definizione di concetti di un'impresa nonavviene di regola in settori isolati e nondovrebbe pertanto essere trasferita ad unasola persona. Il pericolo di malintesi è troppo

elevato (vedi tabella 12). Si consiglia invecedi organizzare dei workshop per la creazionee l'analisi di concetti per tutta l'impresa, aiquali partecipano tutti i collaboratori o per lomeno un gruppo rappresentativo.

U: Devo inserire, codificare nuovi libri e ....

P: Devono essere definiti i criteri chiave per le selezioni.

U: Mmm .... tematici ... sì, e catalogare, modificarela chiave ...

P: Beh, non facile per questa BD.

U: Ah, sì, poi ordinare, selezionare, creare e stampare diversi listati per autore e anno di pubblicazione.

P: Allora creiamo un menu «Registrazione/Modifica/Visualizzazione» separato in modo che sotto il punto«Visualizzazione» non sia possibile alcuna modifica.

U: Sì, ma devo poter modificare quanto viene visualizzato...

P: Sì. sì, e poi un menu «Selezione» dove è possibi-le l’ordinamento per autore o anno di pubblicazione.

U: ... e anno di pubblicazione, ossia secondoambedue i criteri.

P: Questa BD non lo permette! Ma quanti recordsesistono?

U: Records ...?

ecc.

Tabella 12Esempio di un tipico dialogo utente (U) – program-matore (P).

Per garantire la produttività di un workshopnon dovrebbero parteciparvi più di 7–10 per-sone che dovranno essere informate pertempo e sufficientemente sul compito e l'o-biettivo del workshop e ricevere la necessa-ria documentazione di lavoro (elenco deiconcetti per l'analisi dei significati).

La realizzazione pratica di concetti di parteci-pazione dipende, tra le altre cose, dall'impor-tanza, dal contenuto e dalla novità del com-pito, dal numero dei collaboratori coinvoltinonché dalle premesse personali e infrastrut-turali. Sull'efficacia di un processo di sviluppoe sulla qualità del prodotto influiscono inmaniera determinante l'organizzazione delprogetto, le qualifiche professionali e socialidelle persone coinvolte nonché i metodi e gliutensili a disposizione.

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deve provocare immediatamente una reazio-ne visiva, uditiva o sensitiva affinché nonperda il senso della gestione e del controllo;

. . . deve permettere come forma d'intera-zione «Vedere e mostrare» invece di«Ricordare e scrivere»; l'utente può sceglieretra alternative visive (p. es. azioni o oggetti) enon deve imparare a memoria dei comandinascosti o delle combinazioni di tasti;

. . . è consistente in tutte le applicazioni:azioni fondamentali e operazioni possonoessere attivate in tutti i programmi e a tutti ilivelli di sistema allo stesso modo;

. . . deve permettere il WYSIWIYG (What YouSes is What You Get): l'utente può vedere ilrisultato delle azioni; ha in ogni momento lacertezza sullo stato di elaborazione, la videa-ta deve per esempio corrispondere a quantoesce dalla stampante.

. . . deve permettere il controllo adattabile daparte dell'utente: l'utente conduce e dirige iprocessi e non il computer;

. . . deve permettere la retroreazione e il dia-logo: l'utente ottiene delle risposte di ritornoe messaggi d'errore non codificati e com-prensibili sulle conseguenze delle sue azioni;

. . . deve essere «pacifico» e tollerare deglierrori da parte dell'utente: le azioni dell'uten-te possono in generale essere annullate o incaso contrario l'utente deve essere dap-

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Con una formazione solida degli utenti sicreano delle buone premesse per un'orga-nizzazione del progetto fondata sulla parteci-pazione degli utenti che permette di farediventare il programma uno strumento utileper l'esecuzione del compito.

5.5.3 Usability test

Un metodo usato sempre più di frequenteper lo sviluppo di un software fondato sullapartecipazione è il cosiddetto usability test.Un gruppo scelto di utenti esamina il softwa-re da valutare sulla base di compiti concreticon l'obiettivo di riconoscere ed eliminareeventuali punti deboli prima del suo impiegosul posto di lavoro (fig. 84).

Il usability test viene impiegato nella valuta-zione di un prototipo o di un sistema parzial-mente operativo al fine di ottenere propostedi presentazione per il trattamento del lavoroadattato all'utente. Ogni test viene preparatoed eseguito dal responsabile del test. Siconsiglia di far partecipare come osservatoriper lo meno un responsabile del prodotto eun rappresentante della divisione di sviluppoper garantire la trasmissione e la messa inpratica dei risultati del test. Il test ha di rego-la luogo in un particolare laboratorio usabi-lity. Esso può essere svolto in condizioni par-ticolari anche sul posto di lavoro.

5.6 Principi fondamentali dellacreazione di superfici utenti

Un'interfaccia uomo-computer ergonomica-mente ben definita . . .

. . . deve rispecchiare il mondo dei compiticon i concetti e gli oggetti familiari all'utente,per esempio scrivania, documenti, tabelle,formulari, raccoglitori, cestino, matite,gomme; l'uso dei simboli deve corrisponde-re ai rispettivi oggetti reali;

. . . deve rispondere alla flessibilità dell'atti-vità lavorativa; in particolare quando si svol-gono parallelamente diverse attività devonoessere conservate o riprodotte sullo scher-mo i contesti del corrispondente compito;

. . . deve permette l'azione diretta con rispo-sta di ritorno in merito all'evoluzione e alrisultato; ogni azione da parte dell'utente

Figura 84Caricatura di un usability test con gli interessati.

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prima informato. Ciò lo invita a provare epermette il «Learning by Doing»;

. . . offre una stabilità percettibile della rappre-sentazione e una chiarezza estetica: la co-struzione della videata deve offrire un orienta-mento attendibile; per esempio anche le azioni non disponibili rimangono al loro posto(con un colore «annebbiato»). In tutti i pro-grammi tutte le cose si presentano allo stes-so modo. Le caratteristiche differenti sono in-dicate in modo chiaramente distinguibile;

. . . deve essere adattabile: allo stile di lavoroindividuale dell'utente, alle capacità, alle abi-tudini e ai progressi d'apprendimento comepure alle esigenze poste da un determinatoincarico.

5.7 Regole di configurazione

5.7.1 Genere e decorso della comunicazione

� Le parole usate (funzioni, comandi, paroleriservate ecc.) devono essere chiare, de-vono rispondere al mondo dei concettidell'utente.

� Il sistema deve essere adattabile allecapacità dell'utente.

� L'applicazione deve poter essere usatasenza conoscenze approfondite dell'infor-matica.

� Il dialogo deve corrispondere nel limite delpossibile alle strutture dei concetti umanicome ad esempio per quanto concerne ladescrizione, le analogie, i raffronti, gliesempi o i simboli.

� Il sistema deve rispondere al modo dilavoro usuale dell'utente finale.

� Il sistema deve presentare un'offerta difunzioni ben strutturata. I dati da immet-tere o che escono dal sistema devonoessere brevi e ben strutturati.

� Le capacità comunicative e verbali nor-mali dell'utente devono costituire inizial-mente una base sufficiente per il dialogo.Le ulteriori conoscenze necessariedovranno, in caso di bisogno, essereacquisite in un secondo tempo.

� Regole e procedure di dialogo devonoessere semplici (esigenza della sempli-cità).

� I campi dei dati devono – per una miglioreleggibilità – essere disposti l'uno sottol'altro. La disposizione a colonna deicampi aumenta la facilità di lettura.

� L'accesso al sistema deve essere assi-curato con un comando semplice.

� La quantità delle parole, comandi, con-venzioni, simboli ecc. fissi deve essereesigua.

� Per promuovere presso l'utente la sicu-rezza e la fiducia deve essere sempregarantita la completezza dei dati.

� Ogni ultima azione eseguita dall'utentedeve poter essere annullata (funzione«Undo»).

� L'utente dimentica e commette errori. Neconsegue che dev'essere facile correg-gere o modificare i dati.

� Deve essere garantita una formulazionechiara e univoca delle informazioni fornitedal sistema all'indirizzo dell'utente.

� Deve essere consultabile una panoramicadi tutte le funzione e possibilità a disposi-zione dell'utente a un determinatomomento.

� La quantità di comandi e di funzioni deveessere chiara. Per determinate funzionipuò essere sufficiente solo una parte diessi.

� I testi, i lemmi, le rappresentazioni sottoforma di formule o di grafici devono essere presentati in modo chiaro e incaso di utilizzazione di schermi ad altarisoluzione possibilmente con grafici esimboli autoesplicativi.

� I testi di dialogo devono essere tali damotivare e da non fare arrabbiare l'utente.

� I tempi di risposta devono essere rego-labili. Dei tempi di reazione troppo brevipossono indurre l'utente a lavorare troppoin fretta. I tempi di reazione troppo lunghicausano stress e aumentano il rateod'errore.

� L'utente deve avere la possibilità diavanzare e retrocedere a piacere nel dia-logo.

� L'utente deve poter riassumere i comandicomplessi per abbreviare il dialogo con ilsistema. Questa possibilità è pensata pergli utenti provetti per il fatto che possibilitàcomplesse fanno paura all'utente e ven-gono di regola solo poco utilizzate.

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� Per evitare la comparsa di noia e affatica-mento, l'utente deve avere la possibilità didefinire in precedenza una serie di mani-polazioni standard.

� Il sistema deve tendere a una visualizza-zione dei procedimenti di lavoro invece dieseguirli in modo astratto e formale.

� L'utente deve poter in ogni momentointerrompere un processo per permetterglidi passare a un altro.

� Devono essere evitati assolutamente glieffetti a sorpresa.

� È sensato visualizzare i dati sotto diverseforme per soddisfare le varie necessitàd'informazione.

� Il sistema deve reagire in modo tale dafare credere di avere capito l'essere uma-no. Se il sistema si comporta come unessere umano, l'utente si sente «com-preso» (attendibilità di eventi).

� Oltre ad una quantità di formati di baseminima si deve avere una ripartizione uni-forme e formati uniformi per tutte le appli-cazioni.

� Per la buona affidabilità il sistema devecomportarsi identicamente in situazioniidentiche.

� L'utente deve poter interrompere frazionidi dialogo selezionate. Devono essere di-sponibili in permanenza diversi modi d'in-terruzione ed una via di fuga. È impor-tante garantire in tale evenienza la sicu-rezza dei dati.

� Il sistema deve richiedere dall'utente azio-ni unitarie per compiti simili.

� Ogni schermata deve essere costruita inmodo tale che informazioni dello stessotipo siano presentate sempre allo stessoposto (codificazione del luogo).

� L'utente deve sapere che il sistema trattadi volta in volta solo il suo ordine e nonattende ulteriori entrate di dati.

� In caso di durata prolungata del tratta-mento dell'informazione da parte delsistema devono essere presentati deimessaggi intermedi e sullo stato dell'ela-borazione.

� Devono poter essere date all'utente infor-mazioni indipendentemente dalla situa-zione. Le informazioni possono riguardaresia i dati sia la gestione del programma.

� L'utente deve poter riconoscere in retro-azione l'ordine appena dato.

� I tempi di risposta tra le medesime entratee uscite di dati non dovrebbero variare dimolto.

5.7.2 Aiuti forniti dal sistema/Rispetto dell'utente

� Se l'utente riceve messaggi incomprensi-bili dal sistema, deve avere la possibilità diporre delle domande e di farsi dare defini-zioni di criteri a lui non noti.

� La superficie utente dovrebbe essere difacile percezione in modo da poter fare ameno dei manuali.

� il manuale dell'utente, o parti di esso,devono essere consultabili direttamentesullo schermo, ossia online, e in modocontestuale.

� Deve essere data la possibilità di visua-lizzare le spiegazioni con più o meno dettagli e sotto forma diversa.

� Posizionando in modo preferenziale con-cetti spesso usati si evita la ricerca sulloschermo di elementi di dialogo e si riducela quota d'errori. Nel caso di disposizionea menu, le istruzioni utilizzate più frequen-temente possono ad esempio essereposizionate in alto, le altre seguononell'ordine di frequenza di applicazione.

� L'utente deve poter afferrare in ogni momento la situazione attuale del sistemasenza dover consultare manuali o chie-dere aiuto. A tale scopo il sistema dovràessere programmato secondo regole tra-sparenti dove l'utente può inserire le sueazioni come una parte del sistema stesso.

� Un rinvio a segni, lemmi o parole permes-si può evitare il ricorso al manuale d'uso.

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5.7.3 Comportamento in casi d'errore/Pericoli

� Dopo aver constatato un errore, l'utentedeve poter continuare la sua attività senzadover riprendere dall'inizio.

� L'utente deve poter annullare qualsiasioperazione (funzione «Undo»).

� L'utente dimentica e fa errori. Ne con-segue: deve essergli facilitato il migliora-mento o la modificazione dei propri dati.

� Se il sistema ottiene dall'utente deicomandi incomprensibili, dovrà intervenireautomaticamente e proporre dei comandiadeguati alla situazione o domandare unaspiegazione del concetto non noto.

� In caso di errore d'immissione e visualizza-zione di un messaggio d'errore, il sistemanon deve bloccarsi istantaneamente.

� In caso di ordini con conseguenze rilevanti(p. es. «delete»), prima della sua esecu-zione il sistema dovrà chiedere una con-ferma dell'ordine così da evitare situazionidubbie.

207’

626

Figura 85

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6.1 Radiazioni, clima dell'ambiente di lavoro, rumore

6.1.1 Radiazioni

I videoschermi riproducono segni e graficiche devono essere visibili nel modo migliorepossibile. Questa è la forma di radiazioneche si desidera avere da un videoschermo.L'apparecchio produce anche altre radiazionio campi d'energia, concetti di significatoanalogo, che vengono a crearsi involontaria-mente. Questi generi di radiazioni fastidiosesono stati oggetto, in parte, di lunghi e ani-mati commenti fra l'opinione pubblica. Leprese di posizione e le discussioni da partedi scienziati e profani sono spesso contro-verse e una loro fine senza molti se e manon è ancora in vista. Quanto riportato neiprossimi capitoli è da considerare come unriassunto dello stato attuale delle conoscen-ze in materia.

6.1.1.1 Campi elettromagnetici

Le osservazioni fatte in relazione ad unaumento dei problemi inerenti alla gravidanzahanno fatto nascere il sospetto che per ledonne che lavorano al videoterminale potes-se esservi un accentuato rischio di aborti emalformazioni nei neonati. Dalle ricerchescientifiche effettuate finora non è risultatonessun rischio elevato comprovabile statisti-camente. A parte delle eccezioni, da questeinchieste non è possibile stabilire una corre-lazione tra il lavoro allo schermo video e leosservazioni fatte.

È improbabile che i campi elettromagneticiprodotti dagli schermi video possano fareinsorgere il cancro perché il patrimonio gene-tico presente nel nucleo delle cellule è resi-stente all'esigua energia di questo tipo diradiazioni. Gli indizi di cui si dispone attual-mente non bastano per giustificare una cor-

relazione fra campi elettromagnetici prodottidagli schermi e la comparsa del cancro.

Dal punto di vista scientifico si sta attualmen-te indagando e discutendo se persone e altriesseri viventi hanno una particolare sensibi-lità a campi di intensità di molto inferiore aivigenti valori limite. Secondo i risultati ottenutifinora il numero delle persone colpite dovreb-be essere esiguo e la sensibilità elettricasembra avere tutt'al più l'importanza di unfattore aggiuntivo ad altri influssi fastidiosi esollecitazioni.

6 Aspetti della medicina del lavoro

Le radiazioni prodotte dagli schermi video si situano quasi in tutti i casi, anche per i modelli più vecchi, notevolmente al disotto delle raccomandazioni esistenti per i valori limite dei campi elettromagnetici siasul posto di lavoro che negli ambienti privati. Non è pertanto necessario adottarespeciali misure protettive.

A scopo di prevenzione, due organizzazionisvedesi hanno pubblicato raccomandazionispecifiche concernenti gli schermi video lequali hanno trovato nel frattempo una vastadiffusione. Gli schermi i cui campi elettroma-gnetici sono inferiori ai valori citati in questeraccomandazioni vengono privilegiati com-mercialmente con la menzione «A radiazionedebole» secondo MPR 2 o TCO (cfr. capitolo3.9; la norma svedese SS 436 1490 novem-bre 1995, che si basa sulla MPR 2, è statapubblicata quale nuova versione rivedutadella stessa MPR 2). Questi valori, basati suquanto tecnicamente realizzabile, possonoessere rispettati in modo relativamente sem-plice dai produttori di schermi se già nellacostruzione dell'apparecchio si tiene conto diquesto fattore. L'adattamento di schermivecchi ai valori MPR2 o TCO è invece un'operazione dispendiosa. La cosa più faci-le da realizzare è quella di ridurre i campi

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elettrostatici che si manifestano con un cre-pitio toccando la superficie dello schermo.Esistono filtri conduttori che funzionano conuna messa a terra via cavo.

6.1.1.2 Campi elettrostatici

Presso alcuni videoterminalisti dei Paesiscandinavi, del Canada e in parte anchedell'Inghilterra sono state riscontrate delleirritazioni cutanee al viso. Al momento attualenon si sa ancora se queste irritazioni cutaneesono dovute effettivamente allo schermovideo. Si sostiene l'ipotesi che le particellecaricate elettricamente sospese nell'aria,subiscono l'influsso esercitato dal campoelettrostatico dello schermo video così dadepositarsi, a seconda della loro carica, sullasuperficie dello schermo video e sulla pelledell'operatore, provocando irritazioni cuta-nee. Il fatto che irritazioni di questo generevengano riscontrate praticamente solo neipaesi nordici è dovuto all'umidità relativa del-l'aria al quanto ridotta a seguito della bassatemperatura specialmente d'inverno e alconseguente elevato campo elettrostatico.

Le irritazioni cutanee attribuibili effettivamentea campi elettrostatici possono essere preve-nute con misure semplici da adottare: bada-re già all'acquisto dell'apparecchio che essosia del tipo generante un campo elettrostati-co possibilmente ridotto (come nel caso dellamaggior parte degli apparecchi nuovi), oppu-re applicare allo schermo un filtro elettrostati-

co il quale richiede tuttavia l'installazione diuna messa a terra efficace, cosa non semprefacile nei moderni uffici.

6.1.1.3 Compatibilità elettromagnetica deivideoschermi

In pratica si è ripetutamente confrontati con ilproblema dei campi elettromagnetici, peresempio quelli dovuti alla distribuzione dicorrente all'interno di edifici o alla presenzadi una vicina linea ferroviaria, tali da disturba-re gli schermi video. Questi disturbi vannoattribuiti agli influssi che i campi magneticihanno sul fascio elettronico dei tubi televisiviil quale viene leggermente deviato impeden-dogli l'esatto impatto sui punti di colore dallato interno dello schermo. Sullo schermoappaiono fastidiosi disturbi intermittenti ocontinui quali fenomeni di sfarfallamento,alterazioni del contrasto e dei colori nonchésegni vaganti. Vi si può rimediare isolando loschermo con un involucro magnetico omodificando il posto d'ubicazione del mede-simo (fig. 86). Le installazioni interne di edificipossono essere sottoposte a un'opera dirisanamento, una spesa giustificabile solo incombinazione con l'esecuzione di altri ade-guamenti. Gli schermi sono molto soggetti aquesto disturbo: già campi magnetici inferio-re dell'1% al valore limite per il posto di lavo-ro provocano disturbi notevoli.

6.1.1.4 Raggi X (radiazioni ionizzanti)

All'interno del tubo catodico ha luogo la pro-duzione di raggi X molli, ossia poco pene-tranti, che vengono assorbiti quasi completa-mente dal vetro del tubo catodico.Numerose ricerche, condotte indipendente-mente l'una dall'altra, hanno mostrato che iraggi prodotti non sono praticamente piùmisurabili a livello della superficie dello scher-mo perché la radiazione dell'ambiente, ossiala radiazione ionizzante naturale provenientedal cielo e dalla terra e avente un influsso sulnostro corpo, è notevolmente maggiore.

I valori misurati sia sugli schermi vecchi siasu quelli nuovi sono notevolmente al di sottodei valori limite delle prescrizioni sulla prote-zione dalle radiazioni ionizzanti. Non sonopertanto necessarie caratteristiche di costru-zione particolari o schermature.Figura 86

Schermatura di un monitor.

207’

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6.1.1.5 Raggi infrarossi o radiazione termica

L'uomo risente questo tipo di radiazionecome calore. Le radiazioni dirette prodottedagli schermi sono talmente deboli da esse-re trascurabili. Non sono da attendersi effettiparticolari. Non è necessario prendere deiprovvedimenti.

6.1.1.6 Raggi ultravioletti (UV)

La creazione dei punti dell'immagine hacome conseguenza la produzione di raggiultravioletti che vengono assorbiti dal vetrodel tubo catodico come avviene con i raggiX. I raggi ultravioletti ancora misurabili sullasuperficie dello schermo sono talmente esi-gui da risultare innocui. Non sono necessa-rie schermature supplementari.

I filtri di plastica o di vetro per videoterminalihanno per natura un buon effetto scherman-te contro i raggi UV. Ciò viene usato occa-sionalmente come un argomento di vendita.Il montaggio dei filtri davanti allo schermovideo si rivela perciò inutile non essendocipraticamente nessuna radiazione UV dadover schermare.

6.1.1.7 «Radiazioni» non di natura fisica

Stress, disturbi, malessere e dolori vengonospesso messi in relazione con i videoscher-mi e con le radiazioni emesse da questiapparecchi. Le radiazioni fastidiose misura-bili e prodotte fisicamente non possonoessere, come spiegato più sopra, la causadi tali disturbi. Per questa ragione si suppo-ne spesso l'esistenza di «radiazioni» che, purnon essendo misurabili, possono esserepercepite da persone sensibili con o senzal'ausilio di accessori. Queste «radiazioni»,per le quali non esistono valori limite, nonsono di origine fisica e una protezione dailoro effetti è di conseguenza una cosa insoli-ta e non risulta fondata scientificamente. Sifa ricorso a oggetti quali rubini di Boemia,

pietre semipreziose, braccialetti magnetici,schermature, tavolette con simboli o piramidiper combattere questo male inspiegabile.Alle volte capita di aver successo e le relati-ve informazioni vengono divulgate rapida-mente dai venditori di simili oggetti. Gli in-successi non vengono invece menzionati,per motivi ovvi, né dai venditori né dagliacquirenti.

Per principio non vi è nulla da obiettare con-tro questo tipo di aiuto mentale, il cui scopoè quello di rafforzare la fiducia in sé stessi edi imparare a combattere la paura. Ciò nondeve però portare a trascurare i problemiche necessitano di un trattamento medico odi un effettivo miglioramento del posto dilavoro e delle condizioni di lavoro, altrimentiquesto tipo di aiuto frutta tutt'al più a coluiche lo commercializza.

6.1.2 Clima dei locali di lavoro

L'ingegneria climatica sta subendo, da alcu-ni anni, cambiamenti rivoluzionari. La sco-perta di nuovi parametri di comfort ed esi-genze radicali dettate da nuove leggi sull'e-nergia hanno portato a un riorientamento. Itradizionali impianti di climatizzazione con unconsumo di grandi volumi d'aria per teneresotto stretto controllo i valori rigorosi di tem-peratura e umidità, sono ormai superati.L'aria viene impiegata esclusivamente perventilare, ossia per il rinnovo dell'aria viziata.Il riscaldamento e il raffreddamento avvieneriscaldando e raffreddando ad acqua lesuperfici di elementi della costruzione fino araggiungere le temperature ambientali desi-derate escludendo così un riscaldamento oun raffreddamento eccessivo.

La climatizzazione comfort moderna si basanon più su sistemi di ventilazione di grandepotenza, ma su un buon isolamento termi-co, su apparecchi d'ufficio a basso consu-mo di corrente e a ridotta emanazione dicalore, sul riscaldamento e raffreddamentodi vasti superfici a temperature ambientalimoderate. Una premessa fondamentale perottenere buone condizioni di comfort sonoanche sistemi di illuminazione concepiti inmodo da ridurre al minimo l'emanazione dicalore o da disporre di un assorbimentodiretto del calore (figg. 87 e 88). L'aria usata

Anche utilizzando contemporaneamente più apparecchi nello stesso locale, l’effettosupplementare che i raggi X esercitanosull’uomo corrisponde solo a una frazionedi quello prodotto dalla radiazione naturale.

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in quantità ridotta allo stretto necessariorisulta più facile da filtrare e da trattare igieni-camente.

Tutte le direttive nazionali e internazionali rac-comandano per l'umidificazione artificiale dilocali un'umidità relativa (u. r.) non superioreal 30%: in caso di tempo molto freddo pos-sono essere tollerati anche valori attorno al20% di u. r. La figura 89 mostra l'opportu-nità di queste raccomandazioni tenendoconto del consumo d'energia.

6.1.3 Rumore

I posti di lavoro al VDT sono considerati giu-stamente come posti di lavoro non rumorosi.Poiché le attività agli schermi video richie-dono quasi sempre elevate esigenze di con-centrazione, il carico fonico dovrebbe esserepossibilmente minimo. Per rumori estranei odi fondo si intendono tutti quei rumori cheprovengono dall'esterno o da altri locali adia-centi.

Nelle indicazioni relative all'ordinanza 3 con-cernente la legge sul lavoro figurano sia ivalori indicativi in funzione delle attività lavo-rative per i carichi fonici sui posti di lavoro,sia i valori indicati per i rumori fastidiosi tolle-rabili.

Per il rumore generato nello stesso localevalgono i valori indicativi secondo la tabella13. Sono comprese tutte le immissioni dirumore che interessano il posto di lavoro adeccezione delle proprie fonti di rumore (parla-re con altre persone, squillo del telefono,segnali acustici, ecc.).

Esempi di attività del gruppo 1

In maggioranza, lavori manuali di routine cherichiedono poca concentrazione o concen-trazione di breve durata:

Esempi di attività del gruppo 2

Attività intellettuali ripetitive che richiedonocostantemente o temporaneamente altaconcentrazione:– ordinamento, elaborazione dati, lavori al

PC;– manipolazione di impianti di osservazione,

comando e vigilanza;

Figura 88 Bilancio energetico di diversi sistemi di illuminazione.

1 Lampada fluorescente a montaggio diretto, senza canale di aspirazione

2 Aspirazione attraverso la lampada e l’intercapedine

3 Aspirazione attraverso la lampada in un sistema di canali

Figura 87Circolazione dell’aria.

1 2 3

4455 %% ccaalloorree 4455 %% ccaalloorree

25 % luce75% calore

25 % luce30% calore

25 % luce30% calore

Figura 89Costi annui per posto di lavoro usando umidificatoriazionati elettricamente [Fonte: Meierhans & Partner AG, Fällanden].

Basi di calcolo:– 50 m3 d’aria per ora e posto di lavoro;– temperatura ambiente 22°C;– in esercizio tutto l’anno;– costo dell’elettricità 25 centesimi per kWh.

Luga

no

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500

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350

300

250

200

150

100

50

0

50% r.F.30% r.F.20% r.F.

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Attività Livelli di pressione sonora costante equivalente Leq in dB(A)Esigenza Esigenza normale 1) maggiorata 2)

Gruppo 1:attività industriali e artigianali < 85 < 75

Gruppo 2:attività generali d’ufficio e attività similari nella produzione e nella sorveglianza < 65 < 55

Gruppo 3:attività di tipo prevalentemente intellettuale < 50 < 40che richiede alta concentrazione

1) Esigenza normale: valori indicativi da rispettare, in genere, nella maggior parte dei casi.2) Esigenza maggiorata: valgono come obiettivi per la riduzione del rumore. Nello stesso

tempo, essi devono essere considerati come valori indicativi nel caso di esigenze maggiorate in materia di prestazioni e di qualità del lavoro, concentrazione particolare, ecc.

Tabella 13Valori indicativi in funzione delle attività per carichi fonici.

– vendita, servizio alla clientela;– lavori negli uffici dell'esercizio e del capo-

officina;– esami e controlli nei posti di lavoro attrez-

zati a tale scopo.

Esempi di attività del gruppo 3

Attività che richiedono in permanenza elevateesigenze di concentrazione e pensiero crea-tivo:– lavori scientifici (stesura e valutazione di

testi);– esecuzione di calcoli tecnico-scientifici e

lavori di calcolo e di progettazione di corrispondente difficoltà;

– sviluppo di programmi e di analisi dei sistemi;

– formulare, tradurre, dettare, registrare e correggere testi difficili;

– attività nei locali radio e nelle centrali di soccorso e telefoniche.

I rumori monotoni o modulati prodotti daventilatori e motori possono essere fastidiosianche a livelli sonori relativamente bassi. Inquesti casi l'isolamento acustico deve esserepraticato di preferenza alla fonte, per esem-pio, facendo ricorso a stampanti a gettod'inchiostro o stampanti laser dotate di venti-latori con motore a termoregolazione.

Anche se i valori indicativi di cui alla tabella13 vengono osservati, non si possono esclu-dere lamentele in relazione a rumori fastidio-si. È noto che la composizione spettrale(componenti del rumore nelle diverse fre-quenze) e la struttura temporanea del suono(livello sonoro in funzione del tempo) posso-no esercitare un enorme influsso sugli effettidel rumore.

Un fattore più importante dell'osservanza deivalori limite generali per il livello di pressionesonora dovrebbe invece essere quello di evi-tare i rumori inattesi e intermittenti quali l'im-provviso squillo del telefono e il rumoreestemporaneo di una stampante. I rumoriderivanti da conversazioni informative, peresempio frammenti parlati, sono avvertiti inmodo particolarmente fastidiosi.

Per rumore di fondo (rumori estranei) siintendono qui tutte le immissioni di rumoreprodotte da installazioni tecniche incorporate

(per es. impianti interni quali sistemi di venti-lazione, compressori, impianti di riscalda-mento) e immissioni di rumore dall'esterno(rumore aziendale, del traffico). I valori limiteper questi rumori sono ricapitolati nellatabella 14.

Nelle vicinanze dei posti di lavoro al VDT nondevono esserci apparecchi o macchinerumorose (per es. stampanti in rete, fax).

Locale Livello continuo equivalente di pressione sonora Leq in dB(A)Esigenze Esigenzenormali maggiorate

Piccoli uffici (fino a 3 persone) 40 35

Ufficio di media grandezza 40 35

Sale per conferenze e sedute 40 35

Ampi locali per uffici 45 40

Uffici con più macchine da scrivere 45 40

Locale macchine EED 60 55

Locali di comando 60 55

Cabine di comando 70 65

Laboratori 50 45

Locali per pause e picchetti 60 55

Locali di riposo e infermeria 40 35

Mensa aziendale 55 50

Sala operatoria 40 35

Aule 40 35

Tabella 14Valori indicativi per i rumori di fondo.

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to che l'occhio deve compiere per potervedere nitidamente gli oggetti vicini, diminui-sce con la senescenza fisiologica (fatto cheporta il nome di presbiopia).

È noto che chi è affetto da presbiopia pos-siede una visione oculare difettosa per lavicinanza, fattore questo determinante per ilavori da svolgere ai videoterminali o anchealla normale scrivania. Una correzione dellavista si rivela quindi necessaria non solo perle persone che soffrono di difetti oculari, maanche per le persone di età matura normo-vedenti.

Vista la grande diffusione dei vedeoterminalipolicromi riteniamo opportuno attirare l'atten-zione su due problemi tipici di questa evolu-zione. I mezzi ottici di cui dispongono i nostriorgani della vista rifrangono i colori in diversicampi spettrali in modo non uniforme. Ilrosso viene rifratto in modo meno forte, il bluin modo più forte. Ciò aumenta lo sforzo visi-vo dei nostri occhi nel leggere lettere didiversi colori (focalizzazione). È bene osser-vare anche che una gran parte della nostrapopolazione (circa l'8% degli uomini e circalo 0,5% delle donne) ha difficoltà nella distin-zione dei colori (ad es. daltonismo), il chepuò essere la causa di ulteriori problemiquando si utilizzano i colori per la marcaturadi testi o per i caratteri di segnalazione.Prima di ricorrere ai colori per la rappresenta-zione di informazioni sullo schermo video èraccomandabile valutarne bene i vantaggi egli svantaggi.

6.2.3 Esami della vista

I videoterminalisti dovrebbero quindi essereinformati, prima che inizino la loro attività al

D'altra parte può capitare che sui posti dilavoro al VDT regni un tale silenzio da gene-rare una vera e propria «atmosfera da biblio-teca» dove già il minimo rumore estraneoprovoca fastidio e il personale è tenuto aparlare sottovoce. A ciò si può rimediareaumentando leggermente il livello sonoro dellocale (per es. impianto dell'aria condiziona-ta). Il valore mirato dovrebbe trovarsi entro35 e 45 dB(A): fare comunque attenzioneche il rumore di flusso non presenti valori dipicchi a frequenze discrete (toni singoli udibi-li). Aumentando il livello sonoro del locale siottiene il cosiddetto effetto di mascheramen-to, di modo che i picchi di rumore non sonopiù così fastidiosi in seguito alla loro ridottadifferenza rispetto al livello acustico di fondo.

6.2 Aspetti oftalmologici

6.2.1 Generalità

Il lavoro al VDT può sottoporre gli occhi asforzi, specialmente quando si dispone diapparecchi di qualità mediocre (immagine,ecc.) oppure si è tenuti a lavorare in posticon condizioni di illuminazione insufficiente.

6.2.2 Vista difettosa, presbiopia

È naturale che le persone con difetti ocularisiano quelle che riportano più facilmente unaffaticamento agli occhi. Spesso si tende acolpevolizzare l'apparecchio nonostante cheil difetto visivo sia preesistente ma non per-cepito dal soggetto. Si può ammettere che il20–30% della nostra popolazione abbiadifetti della vista niente affatto o insufficiente-mente corretti.

Sono particolarmente le persone di etàmatura (normalmente a partire dai 40 anni)che lamentano sintomi di stanchezza lavo-rando al videoterminale, poiché l'accomoda-zione, così chiamato lo sforzo di adattamen-

Le persone che pur disponendo di video-terminali ideali, di schermi piazzati in modocorretto quanto a luogo d’ubicazione ealtezza, nonché di posti di lavoro conbuone condizioni di illuminazione, soffronodi disturbi oculari (bruciore, lacrimazione,sensazione di abbagliamento, ecc. o per-sino di mal di testa) dovrebbero farsi visita-re dall’oculista. Queste visite vengono ese-guite secondo le raccomandazioni dellaSocietà svizzera di oftalmologia.

Il lavoro al VDT non causa nessuna malat-tia agli occhi, vale a dire lesioni permanentiagli organi della vista. I sintomi di stanchez-za quali bruciore, lacrimazione, ipersensibi-lità alla luce, senso di abbagliamento edeventualmente cefalea, si sono semprerivelati reversibili.

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Le spese insorgenti dall'acquisto diocchiali particolari prescritti dall'oculista apersone presbiti (confacenti unicamente allavoro al videoterminale e inutilizzabili peraltre attività) dovrebbero essere assuntedal datore di lavoro – analogamente agliocchiali di protezione (contro corpi estra-nei, acidi, ecc.).

73

ne della luce (specialmente se gli occhialisono sporchi) ed eventualmente la compro-missione del campo visivo, sono superiori aivantaggi che esse avrebbero da un migliora-mento dell'acutezza visiva ottenuto con unacorrezione della vista, che del resto risulte-rebbe alquanto modesto.

6.2.4 Rimedi per la vista in caso dianomalie di refrazione e presbiopia

La scelta degli occhiali appropriati è un fatto-re essenziale se si vuol prevenire inutili solle-citazioni degli occhi in determinate situazionidi lavoro. Di seguito riteniamo opportunoaddentrarci in alcuni punti che devono esse-re assolutamente osservati nella scelta degliocchiali da usare sui posti di lavoro al video-terminale.

Occorre anzitutto badare che la distanza visi-va per lavorare al VDT si trova normalmentetra 50 e 90 cm, mentre la distanza di letturaper svolgere i convenzionali lavori d'ufficio èinferiore.

Quando si è tenuti a lavorare prevalentemen-te al videoterminale è raccomandabile usarelenti monofocali adatte alla relativa distanzadi lettura dello schermo video. Il loro vantag-gio è dato da un vasto campo visivo e prati-camente esente da distorsioni e dal prezzocontenuto (fig. 90, pag.74).

Per i lavori che richiedono di vedere soventeanche in lontananza, per esempio lavorandoallo sportello con traffico di persone, non sipotrà fare a meno di ricorrere a lenti multifo-cali. Le normali lenti bifocali con una aggiun-ta per la vicinanza di piccole dimensioni sirivelano solitamente insufficienti e scomodeper il lavoro al videoterminale - si deve ineffetti far ricorso a questa parte inferiore dellalente per guardare lo schermo. Per questomotivo è consigliabile ingrandire il segmentoper la vicinanza, la separazione della lentebifocale risulta dunque più alta.

In casi speciali si rivelano indicati anche gliocchiali trifocali o progressivi con grandesegmento per la visione ravvicinata (lavoro alVDT), a condizione di non dover rivolgeretroppo frequentemente lo sguardo alloschermo video durante il lavoro.

VDT, che difetti visivi latenti diventano mani-festi per la prima volta lavorando agli schermivideo e possono essere così causa di distur-bi. Ecco perché è oltremodo importanteavere una buona vista e usare occhialiappropriati per lavorare ai videoterminali.L'oculista deve essere informato dal sogget-to sulle condizione in cui è tenuto a lavorare,specialmente in merito alle differenti distanzevisive (fra l'altro la distanza occhio-schermo).

I lavoratori dei paesi dell'UE hanno il diritto difarsi visitare gli occhi, controllare l'acuità visi-va prima di iniziare un'attività ai videoterminalie sottoporsi successivamente a visite regola-ri. Con questo regolamento vengono sotto-poste a una visita di controllo anche le per-sone che non hanno alcun disturbo visivo sullavoro al VDT. Visto l'enorme numero di per-sone da sottoporre alle visite, questi testvengono eseguiti sovente con speciali appa-recchi Screening. Va però detto che questitest non permettono né di adattare gliocchiali né di prevenire malattie agli organidella vista. È bene ribadire esplicitamenteche il lavoro al videoterminale non causanessuna malattia agli occhi e che i testScreening non sono perciò da considerarecome visite mediche profilattiche (diagnosiprecoce di malattie). Eventuali difetti visivipreesistenti non costituiscono affatto unmotivo per essere esclusi dai lavori al VDT.Anzi può persino capitare che il lavoro alVDT dia alle persone con disturbi visivi lapossibilità di scegliere, dato il caso, lo svolgi-mento di un'attività lavorativa a loro idonea.

Come già detto, il 20–30% della popolazioneè affetto da piccoli difetti della vista che noncreano pressoché nessun disturbo, il chespiega perché le persone colpite rinuncianospesso all'uso degli occhiali di correzione. Glisvantaggi che queste persone hanno portan-do gli occhiali, quali riflessi fastidiosi, diffusio-

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Figura 90Sguardo attraverso differenti lenti di occhiali e a differenti illuminamenti.

Sguardo:– sulla tastiera (prima fila in basso);– sullo schermo e sul documento (fila mediana);– in lontananza (prima fila in alto).

Sono stati usati occhiali provvisti delle seguenti lenti:A monofocale, illuminamento forteB monofocale, illuminamento deboleC bifocale, linea di separazione bassaD bifocale, linea di separazione alta, illuminamento forte E bifocale, linea di separazione alta, illuminamento deboleF multifocale

a: monofocale

b: bifocale

c: bifocale

d: multifocale

B

O

T V

B

O

T V

F

O

T V

F

O

T V

Soluzionestandard

Soluzioni speciali(ma costano di più)

Figura 91Riassunto schematico delle lenti per la correzionedella presbiopia durante i lavori al VDT.

O Punto di fuoriuscita della linea visiva attraverso la lente guardando lo schermo video

F Segmento per la visione in lontananzaSegmento per la visione ravvicinata «Schermo» (B), tastiera (T) o documento (V)Zona di scarsa qualità ottica

a Correzione per la media distanza (valore correttivo della lente ridotto): per lavoro prevalentemente al VDT e per documento su portapagine «verticale»

b Correzione per la media distanza (valore correttivo della lente ridotto): per schermo video; correzione completa per la vicinanza (valore correttivo più elevato): per tastiera e documento sul tavolo

c Correzione per la lontananza (valore di refrazione di base): per traffico di persone, conversazione, correzione a media distanza (valore correttivo della lente ridotto): per schermo video e documento

d graduale passaggio dalla correzione per la lontananza a quella per la vicinanza per lavori direzionali con colloqui e sovente lavori al VDT

A B C D E F

La figura 91 riassume tutte le informazionisulle diverse lenti necessarie per la correzio-ne della presbiopia per lavorare al VDT.

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Usando tutti i tipi di occhiali multifocali si èobbligati ad assumere con la testa unadeterminata posizione a seconda delladistanza di lettura scelta (leggendo lo sguar-do è normalmente diretto verso il basso). Ciòpuò essere la causa di posizioni forzate edolori alla nuca. Inoltre la maggior parte dellepersone trova imbarazzante la linea di sepa-razione tra i due segmenti per la visione rav-vicinata e per quella in lontananza. Gliocchiali progressivi non hanno linee di sepa-razione visibili, presentano però distorsioninelle zone periferiche (astigmatismo). Gliocchiali a lenti monofocali non hanno tuttiquesti svantaggi. Tuttavia si è tenuti a toglierliper guardare in lontananza.

Portare gli occhiali è questione di abitudine.Una volta che ci si è abituati a un determina-to tipo di occhiali non si accetta volentieri diportarne altri. Ecco perché è importantissimopoter disporre sin dall'inizio di occhiali appro-priati.

Una colorazione delle lenti non è indispensa-bile: anzi una colorazione forte è persino dasconsigliare, in quanto non si fa altro cheridurre la luminanza dello schermo video. Sirivelano vantaggiosi gli occhiali con tratta-mento antiriflesso.

Al momento della prescrizione di occhiali sideve tener conto del fatto che il presbite nonè in grado di sfruttare pienamente la suaaccomodazione residua, altrimenti lo sforzocui verrebbe sottoposta la muscolatura deisuoi occhi sarebbe eccessivo. L'oculistadovrebbe inoltre considerare che la minimaaddizione accettata dal soggetto si rivelaessere quella giusta. Infatti la profondità dicampo diminuisce con l'aumentare dell'addi-zione. In generale dovrebbe bastare un'addi-zione di 1,5 diottrie.

Non solo la superficie dello schermo videoma anche gli occhiali devono essere tenutiben puliti, per esempio, dalla polvere e dalleimpronte digitali che, specialmente presso lepersone anziane, causano effetti d'abbaglia-mento.

Le lenti a contatto possono senz'altro essereaccettate come mezzo di correzione dellavista per chi le sopporta.

Non è facile prescrivere occhiali da lavoroappropriati. Manifestamente si fanno buoniaffari con lo slogan »Occhiali per videotermi-nalisti». Infatti sul mercato vengono vendutiocchiali confezionati pronti all'uso, il più dellevolte colorati parzialmente o completamente.Danno la possibilità di correggere le condi-zioni di illuminazione sul posto di lavoro o diridurre i riflessi sulla superficie dello schermovideo, ecc. Tuttavia non è stato finora possi-bile comprovare l'utilità di questo tipo diocchiali, come lo conferma uno studio delPolitecnico federale di Zurigo svolto nel 1995(Istituto d'igiene e di fisiologia del lavoro). Peri motivi già enunciati (riduzione del contrastodella luminanza sulla retina, ecc.) questiocchiali sono da sconsigliare.

6.2.5 Training per gli occhi

Sembra incredibile, eppure è vero: gli occhipossono essere allenati! Lo scopo non ècomunque quello di correggere con un alle-namento muscolare le ametropie (difetti dirifrazione dell´occhio): infatti è impossibilemodificare l'ottica dell'occhio.

Gli occhiali e le lenti a contatto sono i mezzitecnici che permettono di correggere conprecisione i difetti visivi. Si può comunqueconstatare che l'essere umano – emmetrope(normo vedente) o corretto con occhiali inmodo ottimale – percepisce la sua vista inmodo diverso. Sono sorprendenti le differen-ze che esistono nella valutazione delle qualitàvisive. Il più delle volte risulta impossibilespiegare dal punto di vista fisico le cause ditutto ciò.

Se l'occhio venisse giudicato solo in basealla sua qualità tecnica, lo si dovrebbe consi-derare come un organo molto primitivo. Unapparecchio fotografico delle stesse caratte-ristiche risulterebbe pressoché inutilizzabile.Solo il collegamento degli organi della vistacon il cervello crea il mirabile meccanismoattraverso cui si realizza la percezione di unoggetto esterno. Ciò spiega perché il neona-to ha l'occhio perfettamente funzionale madeve apprendere la percezione visiva.

Anche da adulto si può essere in grado dimigliorare le qualità degli occhi. In certi casi,ametropie otticamente insignificanti possono

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6.3.2 Importanza dell'attività fisica

La tendenza ad attività sedentarie e all'as-sunzione di posture forzate che si incontra inmolti rami della nostra società industrialemoderna – basti pensare qui all'automobilee alla televisione – viene ulteriormente favori-ta dalla creazione di posti di lavoro ai video-terminali. Da qui la grande importanza che losport nel tempo libero ha appunto assuntonella vita dell'uomo moderno, il che dimostral'assoluta necessità di praticare una regolareattività fisica sia per salvaguardare lo stato dibenessere generale, sia per prevenire segnidi logoramento dei muscoli e delle giunture.

Esiste senz'altro la possibilità di procurarsimaggior movimento nella monotonia dellavita d'ufficio cambiando determinate abitudi-ni. Il salire le scale è molto più sano cheusare l'ascensore (fig. 93): studiare gli incar-ti, telefonare e discutere sono tutte attivitàche possono essere svolte anche stando inpiedi o facendo persino alcuni passi: durantele pause si dovrebbe poter uscire dall'ufficio,ecc.

6.3.3 Posture forzate

Il fatto che lo schermo video e la tastieradevono trovarsi in posizioni più o meno pre-cise e che gli occhi e la posizione sedutadell'operatore devono addattarsi, determinaposture forzate del corpo in misura ancoramaggiore di quelle che si hanno durante itradizionali lavori d'ufficio. Oltre a ciò il lavoroda svolgere al VDT richiede elevati sforzi diconcentrazione che contribuiscono adaccentuare le contratture muscolari.

Le posture forzate (posizioni rigide e contrat-te assunte dal corpo) possono essere lacausa di disturbi all'apparato locomotore(colonna vertebrale, braccia, mani), che simanifestano in contratture muscolari e instati di infiammazione nella zona delle inser-zioni tendinee e delle giunture. Presso sog-getti giovani può subentrare un peggiora-mento di posture scorrette preesistenti, spe-cie nella regione della colonna vertebrale.

In questi ultimi tempi si parla molto dellacosiddetta «malattia da videoterminale» oRSI che significa «Repetitve Strain Injury»

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causare parecchi disturbi: cefalee, sintomi distanchezza o sensibilità alla luce. Altre perso-ne – pur avendo difetti visivi gravi – sonocompletamente prive di sintomi. Un trainingper la vista corretto e sotto la guida di unapersona competente può contribuire a ridur-re o persino a eliminare completamente talidisturbi.

La Suva non organizza corsi di training per lavista, ma può procurare, su richiesta, gli indi-rizzi a cui rivolgersi.

6.3 Punti di vista ortopedici

6.3.1 Sollecitazioni legate alla posizione seduta

Sono all'incirca 80000 le ore che l'uomo tra-scorre in posizione seduta durante tutta lasua vita lavorativa in ufficio. È il tempo cheegli impiegherebbe per compiere 10 volte apiedi il giro del mondo, il che sarebbe per luimolto più sano. Una posizione seduta errataè una delle posture più nocive alla colonnavertebrale (fig. 92).

Figura 92Sollecitazioni dei dischi intervertebrali associate adiverse posizioni assunte dal corpo umano.

0 25 50 75 100 125 150 175 200 225 Sollecitazione dei dischi intervetebrali in kp

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(danno da sovraccarico ripetitivo). Si trattaqui di un termine generale che riassume idiversi disturbi che colpiscono di preferenzale mani e gli avambracci lavorando al VDT. Isintomi RSI compaiono praticamente su tuttii posti di lavoro nei quali si eseguono fre-quentemente movimenti ripetitivi con o senzaimpegno muscolare. Con posti di lavoroinstallati convenientemente dal punto di vistaergonomico (cfr. capitoli 3 e 4) e con esercizidi rilassamento è possibile evitare efficace-mente la comparsa dei sintomi RSI.

Di norma, una posizione del corpo è tantomigliore quanto minore è la sua sollecitazionea carico dello scheletro e della muscolaturaportante del corpo. Per scongiurare gli effettinegativi che le posture rigide hanno sullanostra salute vale quindi il principio fonda-mentale: evitare un lavoro monotono e ripeti-tivo!

6.3.4 Prevenzione dell'affaticamento

Molto si può ottenere con un'organizzazionedel lavoro concepita in modo da garantireuna sana pluriattività lavorativa. Per il benes-sere dei lavoratori è altresì importante predi-sporre un posto di lavoro ergonomicamentecorretto e ridurre il più possibile la sollecita-zione psicomentale con una scelta giudiziosadel programma (fig. 94).

Figura 94Misure da adottare per prevenire l'affaticamento.

Concezione ergonomica del postodi lavoro

Esercizi stretchingPause

Organizzazione giudiziosa del lavoroPluriattivitàConcezione ergonomica dei software

Movimenti in ufficio:Stare in piedi anziché seduto.Salire le scale al posto di prenderel’ascensore

Misurecontro

l’affaticamento

Figura 93Salire le scale anziché prendere l'ascensore.

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Figura 95Esercizio 1 per la schiena.

Posizione di partenzaIn stazione eretta e conambedue le maniappoggiate sui fianchi.

EsercizioStirate la schiena leggermente all’indietroe rivolgete lo sguardoverso il sofitto, le gino-cchia rimangono tese.Restate così per unistante e respirate sempre normalmente. Ripetete l’esercizio da 5 a 10 volte.

Figura 96Esercizio 2: stiramento delle spalle, delle braccia e delle mani.

Posizione di partenzaSeduti, schiena diritta,lasciar cadere le bracciainerti.

Esercizio Sollevate le braccia estendete ambedue lebraccia e le mani infuori. Spingete il petto in avanti. Restate cosìper un istante e respira-te sempre normalmente. In seguito lasciate ca-dere le braccia inerti. Ripetete l’esercizio piùvolte.

Non c’è niente di meglio, per tonificare i mu-scoli e mantenersi in forma e sani, che fareesercizi di ginnastica e stretching. Sono eser-cizi che possono essere eseguiti standoseduti, in piedi o sdraiati. Purtroppo le condi-zioni di spazio esistenti oggi sui posti dilavoro non consentono sempre di eseguireesercizi di ginnastica in posizione sdraiatache sono quelli più efficaci: ma ciò non haimportanza. Importante è trovare il posto giu-

sto: per esempio a casa si ha la possibilità dipraticare, al mattino o alla sera, un’infinità diesercizi di ginnastica. Le figure dal 95 al 107illustrano tredici differenti esercizi da praticareregolarmente sul posto di lavoro. Dal puntodi vista ergonomico sarebbe opportuno ese-guire uno di questi esercizi ogni ora.Se uno di questi esercizi dovesse causareinaspettatamente dei disturbi, si dovrebbeper sicurezza consultare un medico.

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Figura 97Esercizio 3 per la nuca.

Posizione di partenzaSeduti, schiena diritta.Indice e medio dellamano appoggiati sulmento.

EsercizioSpingete il mento all’in-dietro. Guardate dirittodavanti a voi e tenete ilbusto in posizione stabi-le. Restate così per unistante.Ripetete l’esercizio da 5a 10 volte.

Figura 98Esercizio 4: distensione dei muscoli laterali della nuca.

Posizione di partenzaSeduti con schiena diritta o in piedi in stazione eretta e tenerein mano un libro o unabottiglia piena.

EsercizioSollevate le spalle erestate così per unistante. Rilassate inseguito le spalle.Ripetete l’esercizio da10 a 15 volte.

Figura 99Esercizio 5: rilassamento della parte superiore della colonna vertebrale.

Posizione di partenzaSeduti con schiena diritta o in piedi in stazione eretta.Stendere le braccia infuori tenendo un pollicerivolto in basso e l’altroin alto. Girare la testadalla parte dove il policeè rivolto verso il basso.

EsercizioGirate la testa dalla par-te dove il pollice è rivoltoverso il basso. Girate latesta alternando con-temperaneamente laposizione del pollice.Prima di ogni cambia-mento di direzione rima-nete brevemente nellarispettiva posizione.Ripetete l’esercizio da 10 a 15 volte.

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Figura 100Esercizio 6: stiramento della muscolatura laterale della nuca.

Posizione di partenzaSeduti, schiena diritta,lasciar cadere le bracciainerti.Tenersi saldamente conuna mano al bordo dellasedia.

EsercizioTenetevi con una manoal bordo della sedia, spostate il tronco dallaparte opposta e incli-nate lentamente la testalateralmente fino adavvertire una tensione ai lati della nuca.Restate così per unistante.Ripetete l’esercizio da 5 a 10 volte per parte.

Figura 101Esercizio 7: rafforzamento e distensione della schiena.

Posizione di partenzaSdraiarsi con il tronco suun tavolo e tenersi sal-damente ai bordi.

EsercizioContraete dapprima iglutei e sollevate ambe-due le gambe fino a rag-giungere la posizioneorizzontale.Ripetete l’esercizio da10 a 15 volte.

Figura 102Esercizio 8: stabilizzazione e rafforzamento della schiena.

Posizione di partenzaInginocchiarsi sul pavimento e sostenere il busto con le mani.

EsercizioTendete contempora-neamente il braccio sinistro e la gambadestra fino a raggiun-gere la posizione oriz-zontale.Alternate in seguito ilbraccio destro e lagamba sinistra. Ripetete l’esercizio da 5 a 10 volte.

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Figura 105Esercizio 11 per la parte dorsale della colonna vertebrale.

Posizione di partenzaSeduti con schiena dirit-ta, ripiegare le bracciadietro la nuca e spin-gere i gomiti verso l’altotenendoli ben uniti pertutto l’esercizio.

EssercizioRipiegate le braccia die-tro la nuca a mani rilas-sate e spingete i gomitiverso l’alto. Restate cosìper un istante.Ripetete l’esercizio da 10 a 15 volte.

Figura 104Esercizio 10: rafforzamento e rilassamento dei muscoli nucali.

Posizione di partenzaMettersi con il tronco suun tavolo e poggiare lafronte su un libro.

EsercizioSollevate lentamente latesta tenendo sempre losguardo rivolto verso ilbasso. Restate così perun istante. Abbassate dinuovo la testa sul tavoloe appoggiate la frontesul libro.Ripetete l’esercizio da 10 a 15 volte.

Figura 103Esercizio 9: stabilizzazione e rafforzamento della regione sacrale.

Posizione di partenzaSdraiarsi a terra, fletterele ginocchia e appog-giare saldamente i piediper terra.

EsercizioSollevate il bacino fino aquando la schiena e lecosce formano una linearetta.Ripetete l’esercizio da 10 a 15 volte.

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Figura 106Esercizio 12: stiramento della muscolatura delle spalle.

Posizione di partenzaSeduti con schiena diritta, ripiegare le braccia dietro la nuca,gomiti rivolti in fuori.

EsercizioSpingete i gomiti all’in-fuori, tenendo le manirilassate dietro la nuca.Guardate sempre dirittodavanti a voi e restatecosì per un istante.Ripetete l’esercizio da 10 a 15 volte.

Figura 107Esercizio 13: stiramento della muscolatura della schiena.

Posizione di partenzaSeduti con schiena dirit-ta, lasciare cadere lebraccia inerti fra lecosce.

EsercizioFlettetevi in avanti con il tronco, lasciate caderele braccia e la testa inertifra le cosce e cercate ditoccare il pavimento conle palme delle mani.Restate così per unistante e respirate sempre normalmente. Ripetete l’esercizio piùvolte.

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6.4 Raccomandazioni

Per poter lavorare al videoterminale senzadisturbi occorre seguire alcuni principi fonda-mentali:

Se, nonostante ambienti di lavoro ottimalidal punto di vista ergonomico (anche perquanto riguarda l’illuminazione), l’attivitàlavorativa al videoterminale dovesse causaredisturbi, quali bruciore agli occhi, lacrima-zione, mal di testa, ecc., è consigliabile con-sultare un oculista per un controllo dellavista. Per la maggior parte delle persone, la presbiopia inizia attorno all’età di 40 annie rende quasi sempre inevitabile l’uso diocchiali appropriati. È bene informare l’ocu-lista sulle speciali condizioni di lavoro, innan-zitutto sulla distanza occhio-schermo video.

Per quanto possibile si dovrebbe evitare unlavoro al VDT monotono e ripetitivo (postureforzate, sindrome dello stress) ricorrendo aun’organizzazione appropriata del lavoro(lavoro misto).

Fare in modo che l’umidità sul posto dilavoro non scenda al di sotto del 20-30%.Se il livello del rumore è troppo elevato,occorre individuarne le fonti e possibilmenteeleminarle, per esempio sistemandole in unaltro luogo. Se il livello del rumore è invecetroppo basso («atmosfera da biblioteca»)occorre aumentarlo ricorrendo a misureappropriate (per es. con impianti di climatiz-zazione).

Tabella 15Principi fondamentali per un lavoro al videoterminalesenza disturbi.

Il sedile di lavoro deve essere regolato corretta-mente (altezza, schienale, inclinazione; eventual-mente sistema dinamico di sedere) e adattato allecaratteristiche antropometriche personali (statura,peso).

L’altezza del piano di lavoro deve essere adattataall’altezza del sedile risp. alla statura della personaaddetta a un determinato posto di lavoro.

Un poggiapiedi può servire a ottimare le condizionid’altezza (specialmente quando non si dispone ditavoli regolabili in altezza).

Fra il bordo del tavolo e la tastiera deve esserciuno spazio libero da 10 fino a 20 cm per poterviappoggiare sopra le mani. Può essere utile ricorrere a un appogggiamani.

Per azionare il mouse occorre lo spazio necessarioe il tappetino speciale. Esistono tappetini permouse provvisti di appoggiamani. Guidare il mousecon mano sciolta.

Lo schermo video non deve essere piazzato trop-po in alto (direzione dello sguardo – spigolo supe-riore dello schermo al massimo orizzontale, megliose un po’ più basso). L’elaboratore elettronico (com-puter) non deve servire da superficie d’appoggiodello schermo, ma va piazzato sotto il tavolo (idea-le anche dal punto di vista tecnico del rumore).

Lo schermo video deve essere piazzato, a secondadelle dimensioni, a una distanza da 60 fino a 90cm circa dall’operatore.

Piazzare lo schermo video in modo da evitare i riflessi di lampade e finestre.

Esercizi di rilassamento e stretching permettono di evitare disturbi: non vanno dimenticate le mani(sollecitazione dall’uso della tastiera e del mouse).

Approfittare di qualsiasi possibilità di muoversi sianella vita quotidiana che sul lavoro.

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L'introduzione di una nuova tecnologia di in-formatica (per es. sistemi d'ufficio, sistemi diproduzione, progettazione e comandi) o lamodifica sostanziale di un sistema in dota-zione non è la stessa cosa come l'acquistodi nuovi macchinari. Detto in altre parole: lapianificazione del software corrisponde, il piùdelle volte, a pianificazione del posto dilavoro.

I moderni sistemi di informatica integratisono il più delle volte aperti di modo che l'u-tilizzo e l'organizzazione del lavoro non pos-sono essere definiti dettagliatamente coninterventi tecnici. I sistemi contengono unenorme potenziale di sviluppo applicativo,ma anche dei rischi. Il lavoro può diventarepiù interessante introducendo concezioniinnovative, ma anche più noioso mantenen-do l'esistente ripartizione del lavoro.

Questo capitolo dà agli utenti e agli specia-listi interessati suggerimenti in merito ai punti da osservare nell'introduzione di nuovetecnologie. Le ditte che vogliono introdurrenuove tecnologie d'ufficio dovrebbero con-sultare, oltre al presente opuscolo, anche la letteratura specifica e, per quanto neces-sario, farsi consigliare da istituzioni specia-lizzate.

7.1 Criteri generali di strutturazione

L'introduzione di moderne tecnologie diinformatica si rivela economicamente oppor-tuna solo se si provvede contemporanea-mente a tenere in considerazione le connes-se modifiche sostanziali dell'organizzazionedel lavoro e dei cicli lavorativi così da poterleprogettare e realizzare convenientemente. Ilpiù delle volte ciò ha un enorme influssosulle concrete condizioni di lavoro di tutte lepersone coinvolte.

7.1.1 Criteri per le attività lavorative

Se la maggior parte dei posti di lavoro diun'azienda è equipaggiata con schermivideo o allacciata al computer personale, sidovrebbero tenere in considerazione i criteriper un lavoro e per un'assegnazione degliincarichi a misura d'uomo. Per essere con-cepito a misura d'uomo, il lavoro deve sod-disfare le seguenti quattro condizioni:

1. Il lavoro a misura d'uomo non cagionadanni fisici.

Alterazioni fisiche e/o psicofisiche della sa-lute sono individuabili il più delle volte og-gettivamente e devono avere come conse-guenza un miglioramento delle condizioni dilavoro. Esempi: disturbi gastro-intestinali as-sociati a lavori pluriennali svolti a turni com-preso il lavoro notturno, alterazioni reumati-che degenerative associate a un'attività co-stante in posizione seduta al videoterminalecon mobili ergonomicamente inadeguati.

2. Il lavoro a misura d'uomo non compromette il senso della vita.

Le compromissioni interessano essenzial-mente il benessere psichico e sociale. Non ècosì facile diagnosticarle con esattezzaprima che abbiano causato danni concreti.Esempi: sensazione di sentirsi sotto pressio-ne da ritmi di lavoro serrati e/o da un salarioa cottimo, depressione psichica associataall'isolamento sociale, alle limitazioni deicontatti umani a causa del lavoro a turno,affezioni psicosomatiche associate a condi-zioni di stress prolungate.

3. Il lavoro a misura d'uomo favorisce lapersonalità.

L'evoluzione della personalità dei lavoratori simanifesta nella critica dell'attività lavorativa. Diimportanza capitale è una concezione degliincarichi a misura d'uomo (cfr. capitolo 7.1.2).

7 Aspetti della psicologia del lavoro e delle attività lavorative

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4. Il lavoro a misura d'uomo è ragionevolmente esigibile.

Perché le attività lavorative siano ragionevol-mente esigibili, occorre che esse corrispon-dano ai bisogni individuali e a norme e avalori specifici di gruppo e sociali. Un'attivitàè ritenuta conforme alle aspettative in basealle qualifiche e alle pretese del lavoratoreCon il miglioramento della formazione cres-cono le esigenze e si riduce il livello diaccettabilità verso attività monotone.

Per attività lavorativa a misura d'uomo siintende quella che non pregiudica la salutepsicofisica degli addetti, che non compro-mette il benessere psicosociale – o al mas-simo per breve tempo – che risulta consonaai bisogni e alle qualifiche delle personecoinvolte, che consente una partecipazioneindividuale e/o collettiva nella fase di conce-zione del lavoro, che favorisce lo sviluppodei potenziali esistenti e una promozionedelle competenze.

7.1.2 Criteri per la concezione delleattività lavorative

Per garantire una concezione delle attivitàlavorative a misura d'uomo occorre badare aquanto segue:

� Attività lavorative complete: si intendequi quell'attività lavorativa che può essereeseguita indipendentemente dall'inizio allafine (preparazione, esecuzione, controllo);gli operatori hanno la possibilità di con-trollare personalmente che i risultatiottenuti dal disbrigo delle loro mansionisoddisfano le esigenze imposte.

� Attività lavorative variate: un'attività lavo-rativa è variata quando è possibile svolger-la assumendo diverse posizioni del corpo(sedere, camminare, stare in piedi, ecc.),usando differenti organi di percezioni sen-sorie (vedere, udire, parlare, ecc.), nonchéricorrendo a diverse funzioni intellettuali(pianificare, risolvere problemi, combinare).

� Possibilità di interazione sociale: l'intro-duzione di nuove tecnologie non deveavere come conseguenza l'isolamentodegli operatori. Per questo motivo i ciclilavorativi sono da organizzare in modotale da rendere possibile o persino neces-saria la cooperazione. I posti di lavoro in

gruppo consentono un'opportuna riparti-zione delle mansioni e tengono conto deibisogni sociali dei lavoratori.

� Autonomia: l'autonomia richiede un mar-gine d'azione tale da poter disporre edecidere circa il modo di lavorare.L'operatore non deve essere tenuto aseguire rigorosamente una qualsiasimodello, ma può ricorrere alla propria fles-sibilità ed esperienza per svolgere le man-sioni affidategli.

� Possibilità di apprendimento: aspettiproblematici che possono essere risoltiricorrendo a qualifiche presenti ma nonsfruttate o che vanno acquisite.

� Flessibilità nei termini di consegna: perevitare di dover lavorare sotto pressione sidovrebbe prevedere sempre una certariserva di tempo nel fissare i termini d'ese-cuzione dei lavori.

� Utilità: i risultati dei lavori svolti vengonovissuti positivamente quando si è convintidella loro utilità nell'ambito della società esi è disposti ad accettarne le condizioni direalizzazione (per es. aspetti ecologici).

Siccome imminenti cambiamenti possonocausare anche paure e riluttanze, è impor-tante coinvolgere attivamente i collaboratorinella pianificazione di innovazioni.

In caso di vaste ristrutturazioni, per esempiol'introduzione di gruppi di lavoro semiauto-nomi, si dovrebbe sempre pensare anche aicollaboratori che non vogliono o che nonsono in grado di acquisire le qualificazioninecessarie per l'integrazione. Grazie all'ele-vata flessibilità delle nuove tecnologie èspesso possibile aver riguardo degli utilizza-tori meno qualificati quando occorre organiz-zare il lavoro dei gruppi semiautonomi senzadover con ciò ridurre i compiti e gli obiettivi.

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7.1.3 Criteri per la ripartizione dellefunzioni uomo-computer

I criteri descritti nel precedente capitolo siriferiscono alla strutturazione dei compitilavorativi che rimangono nelle mani degli uti-lizzatori (vedere collegamento «Compito-Operatore» in fig.78, pag.50). Qui di seguitovengono presentati i criteri per il collegamen-to «Compito–Computer» (cfr. fig.78).

Le domande principali sono: Quali sono lefunzioni da automatizzare? Come si presen-ta il nuovo compito nell'interazione con ilcomputer? – Possibili risposte a questedomande riguardano il settore di concezionedella ripartizione uomo-macchina-funzione.Si possono citare i seguenti quattro criteri:

1. AccoppiamentoAccoppiamento significa il vincolo dell'utiliz-zatore alle condizioni dell'impianto, qualitempo, luogo e procedimento di lavorazionenonché prestazioni conoscitive indispensabi-li. Più forte è il vincolo e maggiormente èlimitato l'utente riguardo a questi quattroaspetti. È quindi auspicabile disporre di unaccoppiamento non troppo stretto.

2. TrasparenzaL'utilizzatore dovrebbe avere la possibilità difarsi un'idea adeguata della logica interna diun programma di computer nonché del tipo,del momento e del ritmo delle risposte delsistema. Più un sistema è trasparente, piùfacilmente si potrà soddisfare questo criterio.

3. DominanzaSi intende qui la ripartizione fra l'utilizzatore e il computer del potere decisionale sull'ac-cesso alle informazioni e sull'influsso dell'ese-cuzione dei compiti. Tanto maggiori sono lepossibilità decisionali a disposizione dell'uti-lizzatore e tanto più ridotto è il pericolo cheegli venga degradato a semplice operatoredipendente dal computer, e migliori sono icriteri per una concezione delle attività ope-rative a misura d'uomo (cfr. capitolo 7.1.2).

4. FlessibilitàQuesto criterio si basa sulla variabilità di unaseparazione delle funzioni prestabilita fra uti-lizzatore e computer, nonché sulla ripartizio-ne del rispettivo potere decisionale. Se per

una funzione esistono, per esempio, piùgradi di dominanza a scelta, la ripartizionedelle funzioni è da considerare flessibile.L'utilizzatore ha la possibilità di delegare per-sonalmente al computer l'esecuzione parzia-le o completa di determinati compiti.

7.2 Problemi frequenti e soluzioni appropriate

L'esperienza mostra che diversi disturbi dicui soffrono spesso i videoterminalisti hannopoco a che fare con l'attività vera e propriaallo schermo video. Molto più importantisono sovente altre cause, per esempio gliinflussi associati all'organizzazione dellavoro, alla concezione delle mansioni e alclima sociale. Specialmente lo stress, glisforzi eccessivi, ma anche la monotonia, lafrustrazione possono essere la causa didisturbi psicofisici. Una sorveglianza psicolo-gicamente mal concepita da parte deisuperiori o eseguita con sistemi automaticinon fa altro che peggiorare tali disturbi.Un'organizzazione inadeguata e/o un climaaziendale cattivo possono parimenti influirenegativamente sul benessere dei dipendenti.

7.2.1 Stress sul lavoro

Anche il lavoro al VDT può, come tante altreattività lavorative, essere accompagnato dadisturbi legati allo stress, vale a dire a unostato di tensione psichica dovuto principal-mente a sovraccarichi e a speciali condizionidi lavoro. Lo stress costituisce un fattorecapace di pregiudicare l'integrità psicofisicadei lavoratori.

Che cosa è lo stress? – Lo stress è unostato di eccitazione e di tensione continuae sgradevole causata da un compito o una richiesta a cui l'operatore non sa se è effettivamente in grado di rispondere (fig.108). Per l'operatore è importante saperaffrontare tale richiesta o sfida. Questa ten-sione continua si manifesta a livello emo-tivo sotto forma di paura, rabbia, frustrazio-ne; a livello comportamentale sotto formadi attività febbrile ed "esplosiva" e a livellofisico come uno stato di continua tensione,insonnia, disturbi gastro-intestinali o mal di testa.

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I fattori in grado di scatenare disturbi dastress (fattori stressanti o stressori) possonomanifestarsi in sovraccarichi psicofisici, incarenza di stimoli e in differenti influssi psico-sociali. Il questionario delle cause di stress apagina 90 permette di individuare i fattoriprincipali.

Sovraccarichi, essere sotto pressione

ProblemaUn sovraccarico qualitativo può verificarsi neicasi in cui il lavoratore non è in grado, permancanza di qualificazione o per istruzionecarente, di svolgere le sue mansioni senzaun eccessivo dispendio di tempo.

Il sovraccarico quantitativo deriva da lavorieccessivi.

Sollecitazioni eccessive e stress possonoinsorgere sovente quando si è tenuti a lavo-rare in condizioni d'estrema urgenza.

Nell'azionare un sistema complesso puòinstaurarsi un senso opprimente di totaledipendenza dal sistema stesso, contraria-mente a quello che capita di fronte a unatecnica presentata in termini chiari e bencomprensibili.

SoluzioniIl datore di lavoro provvede alla necessariaformazione durante le ore di lavoro. Ciò èoltremodo importante sia nella fase di prepa-razione e introduzione di una nuova tecnica.

Condizioni permanenti di sovraccarico quan-titativo e pressione eccessiva possono esse-re prevenute riorganizzando il lavoro o ridu-cendone la quantità.

Se l'uso del sistema si rivela troppo compli-cato, non resta altro che migliorare il «rede-sign» dell'interfaccia utente (vedere collega-mento utente-computer in fig. 78) facendoricorso a esperti in ergonomia e alla collabo-razione delle persone coinvolte.

Figura 108I diversi fattori di stress.

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Compiti monotoni e senza impegnointellettivo

Problema

Allo schermo video vengono svolte attivitàlavorative, per esempio la digitazione di dati,che sono per natura monotone e senzagrande impegno intellettivo. Questi lavori digestione poco impegnativi esercitano alungo termine effetti negativi di natura psico-somatica. Le caratteristiche peculiari di taliattività monotone sono:

� concentrazione di mansioni ripetitive;

� scarso margine di manovra personale (losvolgimento del lavoro non richiede deci-sioni personali);

� limitazione dei contatti personali (mancan-za di un ambiente di lavoro sociale).

Svolgendo attività monotone e ripetitive ilvideoterminalista impiega le sue capacitàsolo in misura insoddisfacente e in modounilaterale. Tali attività creano situazioni distress per carenza di stimoli e provocano un

rapido affaticamento. Chi trova il lavoro alVDT insoddisfacente o ha persino la sensa-zione di sentirsi degradato a un semplicestrumento, può col tempo vedersi compro-messo il proprio stato psicofisico.

Soluzioni

Mansioni monotone e poco impegnativepossono essere evitate solo adottandomisure atte a ristrutturare le mansioni e ilavori, per esempio, intercalando le attivitàda videoterminalista con altre attività aventiun maggior margine di manovra. Sui posti incui vengono eseguiti lavori misti, l'attivitàlavorativa da svolgere senza lo schermovideo dovrebbe essere del 50%.

Paura

Problema

Non sono rari i casi in cui i fattori di paurahanno un effetto stressante (fig. 109). Cisono videoterminalisti che provano, peresempio, i seguenti sensi di paura:

� paura di fronte a ciò che è nuovo;

� paura di non riuscire a causa delle difficol-tà insite nel sistema;

� paura di dover subire una dequalificazio-ne;

� paura di essere esposti a radiazioni nocive;

� paura di perdere la vista;

� paura di perdere il posto di lavoro.

Figura 109La paura della tecnicapuò causare mal ditesta.

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Soluzioni

Per combattere le paure ingiustificate si devericorrere a una informazione obiettiva, nelmodo migliore attraverso contatti personali.Sempre che le paure derivino dal sistema,dagli apparecchi in dotazione e dal posto dilavoro, l'opera di informazione dovrebbeessere svolta da uno specialista in VDT,designato dalla direzione dell'azienda.

Fattori stressanti psicosociali

Problema

Diversi influssi fastidiosi di carattere psicoso-ciale, che si manifestano non solo durante illavoro al VDT, possono provocare lo stress opeggiorarlo. Ecco alcuni di questi influssi:

� lavori non interessanti o ritenuti inutili; mancanza di un proprio ambito di respon-sabilità;

� maggior isolamento dai colleghi durante le ore di lavoro;

� mancanza di riconoscimento delle proprieprestazioni;

� carenza di informazioni sulla progettazio-ne, sull'organizzazione e sui risultati dellavoro;

� situazioni di conflitto con superiori, colle-ghi, clienti, ecc.;

� sistemi di controllo inadeguati dal punto divista psicologico;

� mancanza di possibilità di promozione;

� paura di perdere il posto di lavoro.

Soluzioni

Il modo migliore per combattere lo stressattribuibile a una concezione sbagliata dellavoro e delle mansioni è quello di riorganiz-zare a regola d'arte tutti i settori non in ordine.

Lo stress dovuto a una carenza di autono-mia o a margini di competenza insufficienti èparticolarmente problematico sempre quan-do si è confrontati contemporaneamentecon un'elevata mole di lavoro. Un'elevatamole di lavoro, quando è affrontabile dispo-nendo dei necessari margini di competenzae di decisione, può avere invece un effettopositivo dal punto di vista motivazione e ren-dimento.

Lo stress addossabile a superiori con qualitàdi conduzione carenti dovrebbe essere evita-to dando a loro la possibilità di frequentarecorsi di formazione. I compiti dirigenzialiassumeranno in futuro sempre più le dimen-sioni di un servizio dell'organizzazione afavore dei dipendenti, i quali dovrebberoessere assistiti nello svolgimento dei lorocompiti, anziché soltanto controllati. Unafunzione dirigenziale svolta correttamentefavorisce lo sviluppo e la promozione dell'at-tività di pensiero e azione a tutti i livelli gerar-chici.

La valutazione delle condizioni personali permezzo di una lista di controllo può contribui-re a ridurre le situazioni di stress (tabella 16).

Fondati timori possono essere eliminatifacilmente se la concezione del posto dilavoro avviene tramite la possibilità dicodecisione e codeterminazione da partedi tutti i collaboratori – lo scopo di questaprocedura partecipativa è anzitutto quellodi definire il sistema d’applicazione e, inseguito, di concepire il sistema tecnico. Ilsistema applicativo comprende i settoridell’organizzazione del lavoro, del regola-mento d’applicazione e delle misure riguar-danti la politica del personale come: quali-fica, compartecipazione, codecisione eassistenza.

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sì non so no

Sul posto di lavoro

carico di lavoro eccessivo

mansioni troppo complicate

interfaccia utente troppo complicata

incarichi o aspettative non chiari

ambiti di responsabilità non chiari

scarso margine di manovra e decisione

carico fisico unilaterale

scarso senso delle mansioni

troppa responsabilità (pericolo di danni a cose e persone)

interruzioni troppo frequenti

pianificazione carente del lavoro

pause troppo brevi o inesistenti

condizioni sfavorevoli per i lavori a turno

troppi fattori ambientali negativi (rumore, polvere, calore, ecc.)

troppe o ripetute situazioni conflittuali con i superiori

Nel tempo libero, nella sfera privata

troppe situazioni conflittuali con il/la parnter

troppe situazioni conflittuali con i figli

troppe situazioni conflittuali con amici

carico di lavoro/casa eccessivo

troppi problemi finanziari

troppe attività nel tempo libero (hobby, sport, associazioni, ecc.)

scarse possibilità di contatto con altri

altre cause, ossia:

Tabella 16Lista di controllo dei fattori di stress.

Quali delle seguenti condizioni entrano per voi in considerazione?

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7.2.2 Soddisfazione sul lavoro

L'esperienza insegna che di regola le per-sone soddisfatte rendono di più, fanno regi-strare meno assenze dal lavoro e hanno unamaggiore costanza di quelle insoddisfatte.La soddisfazione sul lavoro dipende, fra l'al-tro, dai seguenti fattori:

� atteggiamento personale verso la propriaattività e il contenuto delle mansioni;

� sicurezza del posto di lavoro;

� concezione del posto di lavoro;

� contatti sociali con colleghi e superiori;

� possibilità di promozione;

� guadagno.

Anche la vita privata gioca qui un ruolo nonindifferente (situazioni familiari, ecc.). L'impor-tanza attribuibile ai diversi criteri dipendedalla personalità e dalle aspirazioni del lavo-ratore. Le persone con una buona istruzionehanno ben altre aspirazioni di quelle pocoistruite (vedere il criterio «Il lavoro a misurad'uomo è ragionevolmente esigibile» 7.1.1).

Se si vuol migliorare il grado di soddisfazioneprofessionale e di conseguenza la qualità dellavoro, occorre dare la dovuta importanzanon solo al valore delle mansioni da svolgere,al carico di lavoro da sopportare e alla con-cezione dei posti di lavoro provvisti di VDT,ma anche alle attitudini e caratteristiche indi-viduali degli operatori. Per quanto possibile lemansioni dovrebbero essere ripartite tenendoconto delle esigenze di ogni singolo individuoe delle sue possibilità di svilupparsi.

7.2.3 Organizzazione del lavoro

Vista la grande versatilità dei videoschermirisulta praticamente impossibile allestireregole generali per organizzare in modoappropriato il lavoro al VDT. Le attività cheoggigiorno vengono usualmente svolte alVDT sono caratterizzate dai seguenti punti,fondamentali per una organizzazione dellavoro ergonomicamente corretta:

� durata totale del tempo effettivo di video-lettura;

� genere e intensità dei compiti di video-lettura;

� frequenza della digitazione di dati;

� durata dei tempi di risposta a carico delsistema;

� percentuale del lavoro monotono, noioso,risp. del lavoro interessante, impegnativo;

� ritmo di lavoro richiesto, possibilità dell'o-peratore di esercitare un influsso sul ritmodi lavoro;

� controllo del ritmo di lavoro (per es. nu-mero delle battute) da parte dei superiori;

� avvicendamento del lavoro al VDT conaltre attività lavorative;

� potere discrezionale da parte dell'operato-re circa la ripartizione e l'organizzazionedel proprio lavoro.

Soluzioni

Nell'ottica delle attività da svolgere al VDToccorrerà riservare molta attenzione aiseguenti principi ergonomici e di psicologiadel lavoro:

� La scelta del sistema idoneo richiedeun'analisi esatta delle mansioni da svolge-re e dei bisogni dell'azienda. Questiaccertamenti sono da eseguire prima diinstallare un impianto di informatica e daaffidare a uno specialista in materia e nonall'addetto agli acquisti.

� L'installazione o la riorganizzazione deiposti di lavoro al VDT o importanti modifi-che dei sistemi, delle tecnologie e dell'or-ganizzazione del lavoro sono da discuterepossibilmente per tempo con i videotermi-nalisti coinvolti, ai quali si dovrebbe offrire,per quanto possibile, una consulenza tec-nica e garantire il diritto di consultazione.

� Prima dell'assunzione di personale o all'i-nizio di un'attività al VDT, gli addettidovrebbero essere preparati attraverso

La direzione di ogni azienda dovrebbedesignare, a seconda del fabbisogno, al-meno un responsabile per la concezione,l’installazione e il controllo dei posti di lavo-ro al VDT, nonché per l’istruzione del per-sonale. Questo incaricato deve aver rice-vuto la dovuta formazione ed essere con-venientemente documentato. Gli incombealtresì la mansione di controllare periodi-camente i posti di lavoro al VDT circaeventuali modifiche inadeguate da partedell’utente.

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corsi di informazione e formazione. I puntiessenziali di un'adeguata formazione sono:– visione generale del sistema informativo

in dotazione;– applicazione del sistema in funzione

delle mansioni da svolgere;– spiegazione dei principi ergonomici in

relazione all'organizzazione dei posti di lavoro al VDT (vedere capitoli 4 e 5). A tal riguardo è bene mettere partico-larmente in evidenza l'importanza dell'adattamento individuale degli appa-recchi e del sedile da lavoro.

� I superiori dovrebbero essere formati sulmodo psicologicamente corretto di comu-nicare con il personale tenuto a svolgerelavori al VDT.

� L'attività da videoterminalista è interes-sante se le mansioni da svolgere sonocomplesse e variate: in pratica, però, lasfera di competenza dell'operatore risultasovente molto limitata. Per rimediarvi sidovrebbe cercare di offrire attività lavorati-ve miste impegnative.

� Per attività monotone con una elevatapercentuale di mansioni di videolettura oesclusivamente di digitazione dati e conun preciso ritmo di lavoro è indicata – inmancanza di attività alternative – unariduzione del lavoro al VDT alla metà circadelle normali ore lavorative. Quando ciòrisulta impossibile per motivi organizzativi,si dovrebbe permettere di fare frequenti ebrevi pause durante il lavoro al computer.Va precisato che la quantità e la qualitàdel lavoro migliorano prevedendo pauseregolari.

� Un influsso negativo sullo stato di benes-sere psicosociale dei videoterminalistiviene esercitato dai controlli del rendimen-to basati sul conteggio del numero totaledelle battute di tasti, correzioni di errori,interruzioni del lavoro, ecc. La sorveglian-za da parte dei superiori dovrebbe avveni-re in modo trasparente e non all'insaputadei dipendenti o attraverso finestre opareti vetrate.

� Una competenza possibilmente estesa inmateria di organizzazione del lavoro, dellepause, ecc., se conferita direttamente aidipendenti, ha sempre effetti positivi dalpunto di vista psicosociale, a tutto van-taggio anche della qualità del lavoro.

7.2.4 Durata del lavoro al video-terminale, regolamentazione dellepause

La questione relativa alla limitazione delle oredi lavoro ai videoterminali gioca un ruoloimportante, specialmente nella stesura deicontratti collettivi di lavoro. Un qualunquelavoro ripetitivo può sottoporre l'operatore asollecitazioni eccessive e, per motivi ergono-mici, non dovrebbe quindi essere esercitatoa tempo pieno. Ciò non vale assolutamentesolo per determinate forme di attività alloschermo video che possono sollecitare oltremisura specialmente i muscoli degli organivisivi a causa del continuo cambiamentodella distanza di lettura (per es. digitazione didati a tempo pieno), ma anche per altre atti-vità lavorative, quali i lavori alla cassa neisupermercati, al microscopio o quelli cherendono inevitabili posture forzate.

Per i lavori al VDT il fattore limitativo non è loschermo video in sé, bensì il complessodelle componenti di lavoro che sottopongo-no gli operatori a sollecitazioni (ricorso allacapacità di concentrazione, lavori urgenti,sollecitazione del sistema braccio-mani, fat-tori psichici, eventualmente anche postureforzate).

Nell'amministrazione federale si tende a limi-tare il lavoro al VDT particolarmente pesante(esclusivamente lavori allo schermo videointensi, monotoni con sistemi indipendenti,con poco o nessun contatto personale) adal massimo la metà delle ore di lavoro fisseal giorno, sempre che non ci siano cogentiesigenze di lavoro che impediscano di farlo,ossia quando per motivi di organizzazionedel lavoro risulta impossibile ripiegare suun'attività lavorativa mista.

Spetta ora ai lavoratori e ai datori di lavorocoinvolti esaminare sulla base di situazioniconcrete se un tale regolamento tassativo

È praticamente impossibile allestire basigenerali sufficientemente fondate dal puntodi vista scientifico in merito ai limiti fissidelle ore di lavoro. Ogni situazione dilavoro deve essere giudicata secondo leproprie caratteristiche.

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debba avere validità anche all'interno delleproprie aziende e amministrazioni.

Di regola dovrebbe essere possibile organiz-zare il lavoro in modo che l'attività al VDTvenga alternata con altri lavori durante i qualil'individuo possa muoversi, o, al minimo,cambiare la posizione del corpo e interrom-pere l'uso della tastiera (attività lavorativamista). Se ciò risulta irrealizzabile per motiviorganizzativi del lavoro, si dovrebbero con-sentire brevi pause supplementari.

In molte aziende, presso le quali il personalesvolge un intenso lavoro al VDT, sono stateintrodotte pause di 15–20 minuti ogni dueore integrate nel tempo di lavoro. Questepause permettono di socializzare con i colle-ghi in modo migliore che durante brevipause orarie di 5–10 minuti, e sono quindida preferire dal punto di vista psicologico dellavoro.

Le attuali conoscenze dal punto di vista psi-cologico del lavoro giustificano quei casi incui vengono tollerati discostamenti dalle pre-scrizioni della legge sul lavoro che disciplinala durata minima delle pause.

Le pause che si creano durante il lavoro (peres. tempo d'attesa che precede la compar-sa dell'informazione sullo schermo video)non consentono praticamente nessun ripo-so, anzi possono persino affaticare l'opera-tore. Queste pause non sono affatto un'al-ternativa alle regolari pause.

Durante le regolari pause non si dovrebbesvolgere nessun altro lavoro. Converrebbeanzi spegnere completamente gli schermivideo. È senz'altro consigliabile eseguireesercizi atti a rilassare la muscolatura dellacolonna vertebrale, delle spalle e delle brac-cia (cfr. figg. 95–107).

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8.1 Generalità

Le liste di controllo riportate al capitolo 8.2 siriferiscono alle seguenti domande:

� Domande sull'impianto (schermo video,tastiera, portadocumenti); cfr. capitolo8.2.1

� Domande sui mobili (tavolo, sedile dalavoro, poggiapiedi); cfr. capitolo 8.2.2

� Domande sull'illuminazione (illuminazionedell'ambiente di lavoro, ambiente di lavoroe schermo video); cfr. capitolo 8.2.3

� Domande sui posti di lavoro dei videoter-minalisti (adattamento dei singoli elementidell'apparecchiatura alla statura dell'ope-ratore e all'attività lavorativa, regolazionedello schermo video e manutenzione,organizzazione del lavoro e igiene); cfr.capitolo 8.2.4

Queste liste di controllo servono a sensibiliz-zare gli specialisti tenuti a installare posti dilavoro al VDT, e i videoterminalisti a tutto ciòche concerne l'ambito ergonomico e aconsentirgli di trovare da soli la soluzione diproblemi semplici.

Le liste di controllo sono state allestite inmodo da poterle fotocopiare per propriouso. Permettono di leggere direttamente lerisposte e portano utili riferimenti su puntifondamentali trattati nell'opuscolo.

Non vi figurano i casi speciali e certi dettagli,e ciò per non complicare la consultazione.D'altronde non si arriverebbe mai a tenerconto di tutte le possibili varianti. Comunquela maggior parte delle informazioni mancantipuò essere reperita consultando il presenteopuscolo.

Soddisfare tutte le esigenze sintetizzate nelleliste dovrebbe risultare, in pratica, una cosadifficilmente realizzabile. Occorrerà quindiprefiggersi come obiettivo un compromessoche possa essere accettato da tutti i video-terminalisti.

8 Liste di controllo

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Videoschermo (monitor)1 Lo schermo è regolabile in altezza? 4.2.22 Lo schermo è girevole e inclinabile? 4.2.23 I caratteri sono ben leggibili (grandezza, forma, nitidezza)?

Per accertarsene occorre formare una sequenza di lettere a caso. 3.1.7

4 I caratteri sono ben riconoscibili anche nelle zone marginali? 3.1.75 La luminanza dei caratteri dispone di una regolazione

continua? 3.1.76 La luminanza dello sfondo dispone di una regolazione

continua? 3.1.77 I contorni dei caratteri sono nitidi a una distanza

da 60-80 cm? 3.1.78 La sequenza di lettere maiuscole doppie (per es. UU o DD)

appare in modo sfocato? 3.1.79 Lo schermo video è libero da sfarfallamenti? 3.1.7

10 La frequenza di quadro (> 72Hz) può essere letta direttamente dallo schermo? 3.1.7

11 L’immagine può essere regolata in modo tale che i bordi neri appaiono uniformemente e parallelamente all’involucro su tutti i quattro lati? 3.1.7

12 I caratteri sono stabili ? 3.1.713 La superficie dello schermo è del tipo antiriflesso

(irruvidita, appositamente trattata)? 3.1.614 Lo schermo video o l’elaboratore elettronico

(per es. ventilatore) causa rumori fastidiosi? 3.1.815 Lo schermo dispone di un circuito per la riduzione

del consumo d’energia? 3.1.10

Tastiera16 La tastiera è di costruzione ergonomicamente corretta

(altezza, inclinazione, colore, superficie dei tasti opaca)? 3.2

Mouse17 Il mouse è quello che fa per voi (forma, per mancini e non

mancini) ? 3.2.4

Accessori18 Esiste un leggio portadocumenti? 3.319 Il portadocumenti è spostabile, regolabile in altezza

e inclinabile? 3.3.320 Esiste un tappetino per mouse con poggiamani integrato? 4.4

8.2 Liste di controllo per l’uso pratico

8.2.1 Lista di controllo per la scelta dell’apparecchiatura

RequisitiN. Domanda/requisito cfr. capitolo soddisfatti

sì no

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8.2.2 Lista di controllo per i mobili

Tavolo

1 Il tavolo ha come minimo una profondità di 80 cm e una larghezza di 120 cm? 3.4.2

2 Il tavolo è regolabile in altezza (68–82 cm)? Caso contrario, ha un’altezza minima di 72 cm? 3.4.3

3 Esistono cassetti o altro che premono sulle cosce? 3.4.44 L’altezza del tavolo può essere regolata dall’operatore con

una manovella o un pulsante? 3.4.35 Esiste la possibilità di inclinare i piani di lavoro non regolabili

in altezza? 3.4.36 Il tavolo offre sufficiente spazio per le gambe? 3.4.47 Il tavolo ha una superficie opaca e di colore neutro? 3.4.58 I cassetti offrono spazio sufficiente per la documentazione

personale? –9 Il tavolo è sufficientemente stabile (nessuna vibrazione

all’uso)? –

Sedile di lavoro

10 Si dispone di un sedile regolabile in altezza (42-55 cm)? 3.5.211 Il sedile ha 5 rotelle adattate al rivestimento del pavimento? 3.5.212 Il sedile ha un piano della giusta forma, imbottito e

inclinabile? 3.5.313 Il sedile ha uno schienale di forma ergonomicamente

corretta e inclinazione regolabile? 3.5.3

Poggiapiedi

14 È in dotazione, per quanto lo sia necessario, un poggia-piedi (dimensioni minime 45x 35 cm)? 3.6

15 È possibile regolarne facilmente l’altezza e l’inclinazione? 3.616 Il poggiapiedi è antisdrucciolo? 3.6

Scrittoi

17 Esiste la possibilità di scegliere uno scrittoio quale alternativa per lavorare al videoterminale? 3.4.7

18 È possibile regolarlo fino a un’altezza di 120 cm? 3.4.719 Ha un piano di lavoro inclinabile?

RequisitiN. Domanda/requisito cfr. capitolo soddisfatti

sì no

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8.2.3 Lista di controllo per l’illuminazione

Illuminazione dell’ambiente di lavoro

1 L’illuminamento orizzontale è fra 300 e 500 lx? 4.1.1.12 Il colore della luce è «bianco neutrale» o

«bianco a tonalità calda»? 4.1.1.23 Le lampade sono equipaggiate con trasformatori ad alta

frequenza? 4.1.1.64 Le lampade possono essere accese fila per fila? 4.1.35 Le lampade causano elevate luminanze inammissibili? 4.1.36 Le lampade sono sistemate in fila, parallele alla direzione

di sguardo (per es. parallele alle finestre)? 4.1.27 Le lampade sono disposte a griglia a forma di croce? 4.1.3

Superfici limite dell’ambiente

8 I gradi di riflessione della mobilia e delle superfici limite dell’ambiente si trovano entro i valori indicativi? 4.1.1.3

9 Esistono veneziane a lamelle esterne? 4.1.210 Se esistono due fronti di finestre ad angolo, è possibile

coprirne uno od oscurarlo completamente? 4.1.211 Sono in dotazione pareti mobili per una separazione

funzionale dei locali? 4.1.2

Locale e videoschermo

12 Lo schermo è ubicato di fronte alla finestra nel campo visivo dell’operatore? 4.1.2

13 Lo schermo è piazzato di fronte a uno sfondo di colore molto chiaro nel campo visivo dell’operatore? 4.1.2

14 Sono visibili immagini riflesse da lampade o finestre sullo schermo, sulla tastiera, sul documento o sul piano di lavoro? 4.1.1.5

15 Lo schermo video è piazzato in modo da non esporre l’operatore ad abbagliamenti dall’illuminazione del locale? 4.1.3

16 Lo schermo è piazzato in modo che la direzione principale dello sguardo dell’operatore si trovi parallela alle lampade a strisce? 4.1.3

17 Le condizioni di contrasto sono corrette? 4.1.1.418 Non esistono sfarfallamenti anche a illuminazione accesa? 4.1.1.619 La luminanza dei caratteri è adattata alle condizioni esistenti? 3.1.7.220 È garantito un contatto visivo sufficiente con altri posti di

lavoro e schermi video vicini? –21 Esiste un contatto visivo con l’esterno in una direzione

qualsiasi? –

RequisitiN. Domanda/requisito cfr. capitolo soddisfatti

sì no

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98

8.2.4 Lista di controllo per i videoterminalisti

Ubicazione del videoschermo

1 Le vostre spalle sono rivolte verso la finestra quando lavorate allo schermo (fonti luminose laterali allo schermo)? 4.1.2

2 Esistono riflessi di luce (finestre, lampade) sul vostro schermo? Fate un controllo a schermo spento! 4.1.2

3 Avete lo spazio necessario per la tastiera e il mouse? 4.3

Adattamento dei singoli elementi alle dimensioni del corpo e all’attività lavorativa

4 L’altezza del sedile è stata adattata alla vostra statura? 3.5.25 L’altezza del piano di lavoro è stata adattata alla vostra

statura? 3.4.36 L’altezza dello schermo è stata adattata alla vostra statura? 4.2.2.27 La distanza visiva dallo schermo e dal portadocumenti

è di 60–80 cm? 4.2.2.18 Siete stati informati sulle possibilità di regolazione dei singoli

elementi e sulla regolazione ottimale dell’apparecchio? 4.9

Regolazione dello schermo e manutenzione

9 La luminanza dei caratteri e il contrasto sono regolati in modo ottimale? 3.1.7.2

10 Lo schermo video, la tastiera e il mouse vengono sottoposti a una manutenzione regolare (pulizia)? –

11 La superficie di lavoro dello schermo è utilizzata al massimo (senza zone marginali vuote)? 3.1.2

12 Sullo schermo non appaiono segni inutili che riducono la superficie utilizzabile? 3.1.2

13 I caratteri scelti sono abbastanza grandi e ben leggibili? 3.1.714 Gli eventuali filtri di vetro vengono puliti regolarmente? 3.1.6

Organizzazione e igiene del lavoro

15 L’organizzazione del lavoro è concepita in modo da prevedere una sana attività mista? 7.2.3

16 Esiste un buon regolamento delle pause? 7.2.417 Eseguite regolarmente esercizi fisici e di stretching? 6.3.418 Si provvede a controllare periodicamente l’ubicazione e la 4.2

regolazione dei singoli elementi dei posti di lavoro al VDT? 7.2.319 Gli eventuali occhiali sono stati adattati alle speciali

distanze visive? 6.220 Disponete di mobili che vi consentono di lavorare anche

stando in piedi? 3.4.721 Nel vostro reparto o nel vostro ufficio, esiste una persona a

cui potete rivolgervi per eventuali problemi relativi al posto di lavoro al VDT? 7.2.3

22 Venite informati a fondo e per tempo su innovazioni e modifiche riguardanti i posti di lavoro al videoterminale? 7.2.1

RequisitiN. Domanda/requisito cfr. capitolo soddisfatti

sì no

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99

9.1 UFSEL e ispettorati federalidel lavoro

Divisione medicina del lavoro e igiene dellavoro dell'UFSEL (Ufficio federale dello svi-luppo economico e del lavoro)� Gurtengasse 3, 3011 Berna,

tel. 031 - 322 29 10, fax 031 - 324 16 84� Kreuzstrasse 26, 8008 Zurigo,

tel. 01 - 261 77 78, fax 01 - 251 65 02

Ispettorati federali del lavoro:� Inspection fédérale du travail 1,

Petit-Chêne 21, 1003 Losanna, tel. 021 - 320 73 71, fax 021 - 311 02 82

� Ispettorato federale del lavoro 2,Bahnhofstrasse 17, 5000 Aarau, tel. 062 - 822 92 12, fax 062 - 822 98 84

� Ispettorato federale del lavoro 3,Neptunstrasse 60, 8032 Zurigo, tel. 01 - 383 23 23, fax 01 - 383 29 37

� Ispettorato federale del lavoro 4,Neugasse 30, 9001 San Gallo, tel. 071 - 228 68 28, fax 071 - 228 68 25

9.2 Ispettorati cantonali dellavoro

Per gli indirizzi e i numeri telefonici consulta-re gli elenchi telefonici.

9.3 Diverse organizzazioni

� Institut universitaire romand de Santé au Travail (IST), rue du Bugnon 19,1005 Losanna, tel. 021 - 314 74 21, fax 021 - 314 74 20

� Institut für Hygiene und Arbeitsphysiologie(IHA), ETH-Zentrum, NW, 8092 Zurigo,tel. 01 - 632 39 73, fax 01 - 632 11 73

� Associazione svizzera per l'illuminazione(SLG), Postgasse 17, 3011 Berna,tel. 031 - 312 22 51, fax 031 - 312 12 50

9 Uffici di consulenza e d’informazione,mezzi ausiliari

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9.4 Suva

Tel. 041 - 419 51 11Fax 041 - 419 59 17 (per ordinazioni)

Sul tema «Lavoro al videoterminale» ilseguente materiale informativo e didatticopuò essere ottenuto presso la Suva.

Programma didattico

Programma interattivo sul lavoro al videoter-minale (programma CBT) su CD. Il program-ma può essere installato su qualsiasi PCequipaggiato con lettore CD e serve alla for-mazione dei videoterminalisti nell'ambito del-l'ergonomia sui posti di lavoro dotati di VDT.

Questo CD con istruzioni è acquistabilepresso la Suva al prezzo di fr. 30.–. L'offerta di programmi informativi che sioccupano dell'ergonomia sul posto di lavorocon videoterminali viene continuamenteampliata: richiedeteci il prospetto aggiornato(tel. 041 - 419 58 51)!

Opuscoli e piccoli affissi

44034 Opuscolo «L'uso del videoterminale. Informazioni utili per i videotermina-listi». 24 pagine, riassunto del presente opuscolo.

55038 Affisso A4 «Tenetevi in forma sul lavoro».

55056 Affisso A4 «Pause – Rilassamento».

Ambedue gli affissi rendono attenti i videoterminalisti sulla necessità di eseguire gli esercizi di rilassamento.

Elenco dei fornitori

La Suva mette a disposizione i seguentielenchi di fornitori di attrezzature particolari(Gli elenchi vengono tenuti sempre aggior-nati):

Nr. 86960 Filtri per videoterminali

Nr. 86961 Poggiapiedi

Nr. 86962 Leggii, portadocumenti

Nr. 86963 Braci snodabili per terminale

Nr. 86964 Poggiamani

Nr. 86965 Prodotti di pulizia per video-schermi (monitor)

Nr. 86966 Diversi prodotti

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(1) SLG/LiTG/LTAG/NSVV: Handbuch für Beleuch-tung, ecomed Fachverlag, Landsberg, 1992.

(2) D. Fischer: Philips Licht Handbuch, Eindhoven, 1980.

(3) E. Grandjean: Physiologische Arbeitsgestaltung, Leitfaden der Ergonomie, Ott Verlag, Thun, 1991.

(4) H. Krüger, W. Müller-Limmroth: Arbeiten mit dem Bildschirm, aber richtig! Bayerisches Staatsministerium für Arbeit und Sozialordnung, Monaco di Baviera, 1989(9a edizione).

(5) Th. Fellmann, U. Bräuninger, R. Gierer, E. Grandjean: An ergonomic evaluation of VDTs, Behaviour and information techno-logy, Vol. 1, No. 1, 1982, 69-80.

(6) E. Grandjean, W. Hünting, M. Pidermann: A field study of preferred settings of an adju-stable VDT workstation and their effects on body postures and subjective feelings, Institut für Hygiene und Arbeitsphysiologie, ETHZ, giugno 1982 (riassunto in tedesco sotto il titolo «Körperhaltung am Bildschirmarbeitsplatz»).

(7) A. Cakir, D.J. Hart, T.F.M. Stewart: Bildschirmarbeitsplätze. Ergonomie, Arbeits-platzgestaltung, Gesundheit und Sicherheit, Aufgabenorganisation, Springer-Verlag, Berlino,Heidelberg, New York, 1980.

(8) Ph. Spinas, N. Troy, E. Ulich: Leitfaden zur Einführung und Gestaltung von Arbeit mit Bildschirmsystemen, hg.v. Gottlieb Duttweiler Institut, Verlag Industrielle Organisation, Zurigo,1983.

(9) Arbeitswissenschaftliche Erkenntnisse: Bildschirmarbeitsplätze, Bundesanstalt für Arbeitsschutz, Dortmund, 1989.

(10) O. Höhnke, A. Ramme: Bewegung und Ent-spannung am Arbeitsplatz, G. Thieme, Verlag, Stoccarda, 1990.

(11) D. Sellers: Computer – aber sicher, Midas Verlag, San Gallo, Zurigo, 1996.

(12) E. Hartmann: Beleuchtung am Arbeitsplatz, Bayerisches Staatsministerium für Arbeitund Sozialordnung, Monaco di Baviera, 1982.

(13) D. Rudolph: Ergonomie an Bildschirmarbeits-plätzen, Raab Karcher Elektronik GmbH,Nettetal, 1994.

(14) H. R. Ris: Beleuchtungstechnik für den Prak-tiker, vde-verlag GmbH, Berlino und Offenbach, 1992.

(15) M. Wolf: Integriertes Augentraining, Eigenverlag, Kastanienbaum, 1990.

(16) D. Spielmann, R. Kampfmann: SitzLast – StehLust, Westermann-Kommunikation,1993.

(17) H. W. Bodmann, K. Eberbach, H. Leszczynska:Lichttechnische und ergonomische Gütekrite-rien der Einzelplatzbeleuchtung im Büro, Bun-desamt für Arbeitsschutz, Dortmund, 1995.

(18) Ch. Schierz, H. Krueger: Beleuchtung, ein Handbuch der Arbeitsmedizin, Kap. II-3.5, ecomed Fachverlag, Landsberg, 16. Erg. Lfg. 4/1996, S. 1-40.

(19) C. Baitsch u.a.: Computerunterstützte Büro-arbeit. vdf-Hochschulverlag AG, Zurigo, 1989.

(20) M. Burmester u.a.: Das SANUS-Handbuch: Bildschirmarbeit EU-konform. Schriftenreihe der Bundesanstalt für Arbeitsschutz und Arbeitsmedizin, Forschung FB 760, Wirtschaftsverlag NW, Bremerhaven, 1997.

(21) A. Dix u.a.: Mensch Maschine Methodik, Prentice Hall, Monaco di Baviera, 1995.

(22) G. Grote: Autonomie und Kontrolle, vdf-Hochschulverlag AG, Zurigo, 1997.

(23) M. Rauterberg, P. Spinas, O. Strohm, E. Ulich & D. Waeber: Benutzerorientierte Soft-ware-Entwicklung, vdf-Hochschulverlag AG, Zurigo, 1994.

(24) G. Richenhagen, J. Prümper, J. Wagner: Hand-buch der Bildschirmarbeit. Luchterhand, Neuwied, 1997.

(25) E. Ulich: Arbeitspsychologie, 4. Auflage, Poeschel, Stoccarda, 1998.

(26) Informazioni IBM sul tema ergonomia via Internet:www.pc.ibm.com/healthycomputing

10 Bibliografia

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Ringraziamo le seguenti ditte per avercimesso a disposizione la documentazionespecifica e il materiale fotografico per laristampa:� assist system ag, 9100 Herisau� Girsberger AG, Sitzmöbel, 4922 Bützberg� IBM Schweiz, 8010 Zurigo� Istituto di igiene e di fisiologia del lavoro

PF (ETH), 8092 Zurigo� Joma-Trading AG, 8355 Aadorf� ORG-DELTA GmbH,

D-73528 Reichenbach/Fils� Albert Stoll Giroflex AG, 5322 Koblenz� Systron, EMV-Störschutztechnik,

8340 Hinwil� Waldmann Leuchten GmbH,

5024 Küttigen� Zemp AG, Büromöbel-Systeme,

6015 Reussbühl� Zumtobel Staff AG, 8050 Zurigo

Nel passato molti videoterminalisti hannoinviato alla Suva proposte di miglioramentoche sono state integrate, in gran parte, inquesta nuova edizione. Anche in futuro laSuva è riconoscente per qualsiasi propostain relazione al contenuto della presentepubblicazione.

Un ringraziamento particolare va all’Asso-ciazione svizzera per l’illuminazione SLG(Gruppo specializzato 1, illuminazione interna/illuminazione a luce diurna, Dr. Ch.Schierz e Carlo Herbst) per le preziose pro-poste di miglioramento e aggiornamento.

Un ringraziamento altrettanto particolare peri numerosi consigli e contributi va alla si-gnora Margot Vanis nonché ai signori Dr.Beat Hohmann, Hermann Jossen, CarloMatzinger, Dr. Michael Oliveri, Dr. RuediRüegsegger e Dieter Schmitter, che pureessi si dedicano presso la Suva di ergo-

nomia sui posti di lavoro dei videotermina-listi. CEDIS, Centro di documentazione sullasicurezza e igiene del lavoro, Assago-Milano,per la collaborazione prestata.

Le seguenti istituzioni hanno avuto la possi-bilità di esprimere il loro parere sul contenutodella 9a edizione:� il Servizio medico della FFS, l’amministra-

zione generale della Confederazione e leaziende delle PTT;

� Associazione svizzera per la medicina dellavoro

� Associazione svizzera dei medici d’impresa

� Associazione svizzera per l’illuminazione(SGL)

� Associazione svizzera di oftalmologia� Unione sindacale svizzera� Associazione padronale svizzera

dell’industria metalmeccanica ASM� Unione centrale delle associazioni svizzere

dei datori di lavoro� Ufficio federale dello sviluppo economico

e del lavoro UFSEL� Associazione intercantonale per il diritto

del lavoro IVA

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11 Ringraziamenti

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12 Indice analitico

AAbbagliamento 14

fisiologico 14psicologico 14

Aborti 67Accomodazione 17

Ampiezza 17Rapidità 17Precisione 17

Accoppiamento 86Acuità visiva 15, 16Adattamento 18

al buio 18Adeguatezza al compito 61Agevolezza d'impiego 50Altezza

del piano di lavoro 32del videoschermo 45del sedile di lavoro 34

Assistenza utenti 60Astigmatismo 75Attività sedentaria 76

BBarre luminose 41Bibliografia 101Blocchi d'informazione 53Braccioli 34Bruciori agli occhi 10

CCampi

elettromagnetici 67, 68elettrostatici 68

Canali passacavi 32Cancro 67Candele 13Capacità di autodescrizione 61Carico fonico 70CD-ROM 9Clima dei locali di lavoro 69Codificazione 54Codificazione a colori 54, 55

Colore del piano di lavoro 32dei caratteri 24della luce 38

Comandi 56Comunicazione 64Concezione delle attività lavorative 85Conformità alle aspettative 61Conoscenze per gli utenti 51Consulenza 99Consumo d'energia elettrica 27Contrasto dei caratteri 24Contrasto 15Criteri di strutturazione 84Curvatura del videoschermo 21

DDaltonismo 72Desktoppublishing 56Dialogo 58Difetti

oculari 72della vista 73

Digitazione 9Dimensioni

dei caratteri 24, 25del videoschermo 20, 21

Diottria 15Disposizione dell'informazione 52Distanza visiva 44Disturbi agli occhi 10Documenti 30Dominanza 86Durata del lavoro 92

EEffetto stroboscopico 18Ergonomia 12Ergonomia Software 50Esami della vista 72Esercizi di ginnastica 78-82Essere sotto pressione 87

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FFabbisogno relativo di luce 16Fattori stressanti, psicosociali 89Filtri 21

micromesh 22polarizzanti 22per videoschermi 21, 69

Fischiettio del videoterminale 26Flessibilità 86Font 25Forma

dei caratteri 25d'interazione 56

Frequenze di fusione sfarfallamento 18, 19di trama 26

Frustrazione 86

GGrado

di oscillazione 19di riflessione 14, 15, 38

Gravidanza, problemi di 67Gruppi di utenti 51

HHardware 50

IIlluminamento 12, 13, 18Illuminazione 42

indiretta 44diretta e indiretta 43dell'ambiente di lavoro 38

Illuminescenza nominale 13Immissioni di rumore 70Impianti di climatizzazione 69Impressione di luminosità 13Inclinazione del videoschermo 45Interfaccia utente 50Interlaced, tecnica 24Involucro del videoschermo 21Irritazioni cutanee 68Ispettorato del lavoro

federale 99cantonale 99

LLampade

a piedestallo a luce indiretta 42da soffitto 42-44a coppa 42a incandescenza 42a griglia 42

Lavoro di dialogo 9a misura d'uomo 84, 85

Layout 54Lenti

multifocale 73, 74a contatto 75monofocali 73, 74monofocali 73, 74bifocali 73, 74

Limitazione delle ore di lavoro 92Liste di controllo 94Luce diurna 40Luminanza 13, 19Luxmetro 12

MMacro 56, 60Mal di testa 10Malattie agli occhi 72, 73Malformazioni 67Manipolazione diretta 58Manovrabilità 61Menu 56Mobilità del videoschermo 21Modello del sistema 51Modo di lavorare 51Modulo 56Monitor 20Mouse 30Movimenti oculari 19MPR2 67

NNervosità 10Notebook 8, 28

OOcchiali 73, 83

trifocali 73da lavoro 73per videoterminalisti 75progressivi 73, 74

Oculista 75, 83Oftalmologia 72Opuscoli Suva 100Organizzazione del lavoro 77, 91

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PPallone medicinale 34Partecipazione dell'utente 61Paura 86, 88, 89Pause 92, 93Piano

del sedile 34di lavoro 31

Poggiamani 46Poggiapiedi 35Portadocumenti 30, 47Posizione del corpo 36Posture forzate 76Powersafe 27Presbiopia 72Prescrizioni

contro la radioprotezione 69internazionali 36

Presentazione dell'informazione 55Profilo d'utente 51Programmi

didattici 100multimediali 8

RRaccomandazioni 83Radiazione termica 69Radiazioni 67

ionizzanti 68Raggi

ultravioletti (UV) 69X 68infrarossi 69

Raggruppamento 52, 53Rappresentazione

positiva 23negativa 23

Regolamentazione della pause 92, 93Regole di configurazione 64Riflessi 14, 39, 40, 44Rimedi per la vista 73, 83Risultati dei test 28Rolladen 40Rouleau 41RSI 76Rubini di Boemia 69Rumore 70

di fondo 71estranei 71

SScansione orizzontale 26Schermo LCD 27Schienale 34Scrittoi 32Sedie 33Sedie basculanti 34Sedie-inginocchiatoio 34Sedile di lavoro 33Sensibilità differenziata 17Sfarfallamento 18, 26, 39Soddisfazione sul lavoro 91Software 50Sollecitazione dei dischi intervertebrali 76Sovraccarichi 87Spray antiriflesso 22Stampanti 36, 47Stazioni di lavoro CAD 8, 47Stress sul lavoro 86Stress 10, 86Stressori 87Stretching, esercizi 78-82Struttura

ad albero 59dei tasti 28

Superfici gestite 56grafiche 57, 59

TTastiera 28, 46

ergonomica 29Tavolo 31TCO 67Tempo di risposta 61Tende 40, 41Test Screening 73Tipi di riflessioni 14Training per gli occhi 75Trasparenza 86Triangolo strutturale 50Tubi a raggi catodici 20

UUffici di consulenza e d'informazione 99Umidità

relativa 70dell'aria 70

Unità di informazioni 52Usability test 63

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VValori

indicativi del rumore 71limite 67

Velocità percettiva 19Vetri termoisolanti 40Video a plasma 27Videoschermo, monitor 20Visite mediche profilattiche 73Vista difettosa 72Visualizzatori a cristalli liquidi 27

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Il lavoro al videoterminale (VDT) è da tempo un tema molto dibattuto nell’opinione pubblica.

In primo piano vengono fatti valere gli aspetti fisiologici del lavoro. Con il presente articolo si

cerca di spiegare come si possono evitare i disturbi di cui si lamentano i videoterminalisti.

Dopo una breve introduzione sulla illuminotecnica vengono indicati, dal punto di vista ergonomi-

co, i requisiti che devono soddisfare l’impianto stesso, l’illuminazione del locale, i mobili, i soft-

ware e, non da ultimo, l’organizzazione del lavoro. Si passa poi a esaminare succintamente

anche importanti problemi medico-psicologici del lavoro connessi a questa nuova tecnologia.

Si fa notare che non si è a conoscenza di malattie agli occhi dovute al lavoro al VDT. L’opera

è completata da liste di controllo che servono a facilitare la realizzazione pratica dei consigli

forniti.

13 Riassunto