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L’esperienza Editoriale Continua. Si riparte con il “giornalino” di “Villa Azzurra”, dopo un periodo di pausa. Le nostre, le Vostre pagine si presentano sotto una nuova veste grafica, e con un nuovo nome: “Villa Azzurra”, il nome della Struttura. “Lo Specchio”, con cui abbiamo aperto l’esperienza editoriale, va in pensione, ma la ricca esperienza di quei primi numeri sarà punto di forza e di riferimento per far crescere di più e meglio uno strumento d’informazione, di formazione e di partecipazione utile e indispensabile. Sarà un periodico da sfogliare, da leggere, ma soprattutto aperto al territorio, alle persone, a tutti coloro che vorranno, con le loro firme, le foto, le idee, arricchire e dare forma e sostanza a una “voce” chiara e utile. Le pagine bianche diventeranno lo “specchio” del nostro mondo; pagine che prenderanno vita, ripeto, con il contributo degli Ospiti, dei familiari, dei cittadini, dei professionisti che si occupano delle politiche socio- sanitarie e assistenziali. Ma tutto questo non basterebbe se non ci confrontassimo con la società; per questa ragione, già da questo numero, il giornale apre le sue pagine al mondo istituzionale, alle esperienze umane, di vita vissuta. Insomma, “Villa Azzurra” raccoglierà, o meglio registrerà e accoglierà, le esperienze umane e professionali. Un giornale non di facciata, dunque, che saprà individuare i problemi, ma allo stesso tempo capace di progettare e pensare anche proposte e soluzioni: sia per migliorare i servizi che offriamo all’interno della Casa Protetta, sia per il territorio. In poche parole, cercheremo di camminare a braccetto con tutte le parti sociali, cercheremo di iniziare un cammino assieme, che ci porterà, lo speriamo, il più lontano possibile. Il Direttore Vincenzo Diego Carnevale è il periodo che segue l’Epifania e precede la Quaresima, e la parola deriverebbe dal latino Car- nem levare, proprio perché il periodo ci introduce alla quaresima, che riconosce la prescrizione ecclsiastica dell’astensione dalla carne. Le origini del carnevale sono antichissime; nell’antica grecia risalgono alle feste dionisiache delle antesterie, mentre nell’antica roma risalgono ai saturnali. Le antesterie e i saturnali avevano la caratteristica di festa popolare, appannaggio delle classi meno privilegia- te e oppresse, e di festa con carattere esoterico Successi- vamente il carnevale è di- ventata la festa della tra- sgressione, cioè la possibili- tà dei gruppi sociali inferio- ri a vivere la loro cultura popolare in opposizione alla cultura ufficiale. Il popolo, quindi, nel periodo di carne- vale ha potuto, nei vari se- coli, irridere, protestare, scherzare e sfogarsi nei con- fronti dei potenti verso l’ordine e le regole precosti- tuite: ciò perché in quei giorni il popolo era impuni- to per questi scherzi o per questo sbeffeggiarsi dei po- tenti. Insomma il carnevale è diventato una specie di rito collettivo in cui tutti sono autorizzati a non ri- spettare le convenzioni so- ciali e anche religiose: SE- MEL IN ATTO LICET IN- SANIRE dicevano Seneca, S. Agostino e Orazio. Il cul- mine del carnevale è il pro- cesso, LA CUNDANNA, la morte ed il funerale di un fantoccio, RE CARNEVA- LE, che simboleggia un so- vrano, cioè il potere, che diventa il capo espiatorio dei mali che il popolo ha patito nell’anno trascorso. Anche la pittura si è inte- ressata del carnevale, ed uno dei dipinti più grandi per importanza ed anche di dimensioni è quello di Brue- gel, cioè combattimento tra carnevale e quaresima, del 1559. Tra coloro che mangiano, bevono e si divertono, storpi e mendicanti che vivono la loro immutabile miseria. Carnevale quindi come una specie di rivincita in cui ognuno si raffigura diverso da quello che è, cambiando storia, identità, ruolo, gio- cando e ridendo come si vuole: una specie di follia, di frenesia, momento orgiasti- co- liberatorio che precede però la quaresima, la rinun- cia collettiva: è quindi an- che in prospettiva della ca- tarsi, della penitenza, della liberazione dal male e dalle forze oscure ma in attesa della catarsi, il carnevale invita a “CHI VUOL ES- SER LIETO SIA”. GLI ANZIANI DI VILLA AZZURRA E TUTTO IL PERSONALE AUGURANO: - Festa di Carnevale ____ di Unità Educativa - Giochi di Ruolo e Valenza Educativa ___ di Unità Educativa 2 - Tecniche di Orientamento ____ di Ruocco Antonietta - Autostima _____ di Diego Caterina 3 - Racconti di Vita __________ di U.E. - Poesie __di: Gatto Ulisse - Liguori Maria - Innella Enza 4 - Speciale Pasqua A. . . ______ di Unità Educativa - Dolci Pasquali: I Cudduracci ______ di Unità Educativa - Sant’Antonio Abate _____ di U.E. - Il Mondo in Una Stanza _____ di Punzi Maria INSERTO In Questo Numero RE CARNEVALE ... _____________________________________di PRAINO FRANCESCO Periodico di ... Villa azzurra“Villa Azzurra” Casa Protetta per Anziani www. villa-azzurra.it ANNO 1° - N° 0 marzo 2013 pegaso srl

Il Giornalino

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Periodico di informazione interno alla struttura Villazzurra

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L ’ e s p e r i e n z a

Editoriale Continua.

Si riparte con il “giornalino”

di “Villa Azzurra”, dopo un

periodo di pausa. Le nostre, le

Vostre pagine si presentano

sotto una nuova veste grafica, e

con un nuovo nome: “Villa

Azzurra”, il nome della

Struttura. “Lo Specchio”, con cui

abbiamo aperto l’esperienza

editoriale, va in pensione, ma la

ricca esperienza di quei primi

numeri sarà punto di forza e di

riferimento per far crescere di

più e meglio uno strumento

d’informazione, di formazione e

di partecipazione utile e

indispensabi le . Sarà un

periodico da sfogliare, da

leggere, ma soprattutto aperto al

territorio, alle persone, a tutti

coloro che vorranno, con le loro

firme, le foto, le idee, arricchire e

dare forma e sostanza a una

“voce” chiara e utile. Le pagine

bianche diventeranno lo

“specchio” del nostro mondo;

pagine che prenderanno vita,

ripeto, con il contributo degli

Ospiti, dei familiari, dei

cittadini, dei professionisti che si

occupano delle politiche socio-

sanitarie e assistenziali. Ma

tutto questo non basterebbe se

non ci confrontassimo con la

società; per questa ragione, già

da questo numero, il giornale

apre le sue pagine al mondo

istituzionale, alle esperienze

umane, di vita vissuta.

Insomma, “Villa Azzurra”

raccoglierà, o meglio registrerà e

accoglierà, le esperienze umane

e professionali. Un giornale non

di facciata, dunque, che saprà

individuare i problemi, ma allo

stesso tempo capace di

progettare e pensare anche

proposte e soluzioni: sia per

migliorare i servizi che offriamo

all’interno della Casa Protetta,

sia per il territorio. In poche

p a r o l e , c e r c h e r e m o d i

camminare a braccetto con tutte

le parti sociali, cercheremo di

iniziare un cammino assieme,

che ci porterà, lo speriamo, il

più lontano possibile.

Il Direttore

Vincenzo Diego

Carnevale è il periodo che

segue l’Epifania e precede

la Quaresima, e la parola

deriverebbe dal latino Car-

nem levare, proprio perché

il periodo ci introduce alla

quaresima, che riconosce la

prescrizione ecclsiastica

dell’astensione dalla carne.

Le origini del carnevale

s o n o a n t i c h i s s i m e ;

nell’antica grecia risalgono

alle feste dionisiache delle

a n t e s t e r i e , m e n t r e

nell’antica roma risalgono

ai saturnali.

Le antesterie e i saturnali

avevano la caratteristica di

festa popolare, appannaggio

delle classi meno privilegia-

te e oppresse, e di festa con

carattere esoterico Successi-

vamente il carnevale è di-

ventata la festa della tra-

sgressione, cioè la possibili-

tà dei gruppi sociali inferio-

ri a vivere la loro cultura

popolare in opposizione alla

cultura ufficiale. Il popolo,

quindi, nel periodo di carne-

vale ha potuto, nei vari se-

coli, irridere, protestare,

scherzare e sfogarsi nei con-

fronti dei potenti verso

l’ordine e le regole precosti-

tuite: ciò perché in quei

giorni il popolo era impuni-

to per questi scherzi o per

questo sbeffeggiarsi dei po-

tenti. Insomma il carnevale

è diventato una specie di

rito collettivo in cui tutti

sono autorizzati a non ri-

spettare le convenzioni so-

ciali e anche religiose: SE-

MEL IN ATTO LICET IN-

SANIRE dicevano Seneca,

S. Agostino e Orazio. Il cul-

mine del carnevale è il pro-

cesso, LA CUNDANNA, la

morte ed il funerale di un

fantoccio, RE CARNEVA-

LE, che simboleggia un so-

vrano, cioè il potere, che

diventa il capo espiatorio

dei mali che il popolo ha

patito nell’anno trascorso.

Anche la pittura si è inte-

ressata del carnevale, ed

uno dei dipinti più grandi

per importanza ed anche di

dimensioni è quello di Brue-

gel, cioè combattimento tra

carnevale e quaresima, del

1559.

Tra coloro che mangiano,

bevono e si divertono, storpi

e mendicanti che vivono la

loro immutabile miseria.

Carnevale quindi come una

specie di rivincita in cui

ognuno si raffigura diverso

da quello che è, cambiando

storia, identità, ruolo, gio-

cando e ridendo come si

vuole: una specie di follia, di

frenesia, momento orgiasti-

co- liberatorio che precede

però la quaresima, la rinun-

cia collettiva: è quindi an-

che in prospettiva della ca-

tarsi, della penitenza, della

liberazione dal male e dalle

forze oscure ma in attesa

della catarsi, il carnevale

invita a “CHI VUOL ES-

SER LIETO SIA”.

GLI ANZIANI

DI VILLA AZZURRA

E TUTTO IL PERSONALE

AUGURANO:

- Festa di Carnevale ____ di Unità Educativa

- Giochi di Ruolo e Valenza Educativa ___ di Unità Educativa 2

- Tecniche di Orientamento ____ di Ruocco Antonietta

- Autostima _____ di Diego Caterina 3

- Racconti di Vita __________ di U.E.

- Poesie __di: Gatto Ulisse - Liguori Maria - Innella Enza 4

- Speciale Pasqua A. . . ______ di Unità Educativa

- Dolci Pasquali: I Cudduracci ______ di Unità Educativa

- Sant’Antonio Abate _____ di U.E.

- Il Mondo in Una Stanza _____ di Punzi Maria

INSERTO

In Questo Numero

RE CARNEVALE ...

_____________________________________di PRAINO FRANCESCO

Periodico di ... Villa azzurra“

“Villa Azzurra” Casa Protetta per Anziani

www. villa-azzurra.it

ANNO 1° - N° 0 marzo 2013

pegaso srl

Giorno 11 Febbraio 2013, nella Casa

protetta per anziani Villa Azzurra si è

tenuta la cosiddetta festa di carnevale.

In questo giorno così speciale ci hanno

fatto visita anche i bambini della scuo-

la primaria di Trebisacce. La festa ha

avuto inizio con una rappresentazione

teatrale sul carnevale tenutasi dagli

anziani. Ognuno di loro rappresentava

alcune delle maschere più famose d’

Italia come: Arlecchino, Colombina,

Brighella, Balanzone e Pulcinella.

Il titolo era l’ allegra brigata, rappre-

sentazione molto simpatica e diverten-

te, dove gli anziani si sono sentiti dav-

vero i protagonisti ed hanno recitato

con molta passione e spontaneità. Il

tutto si è concluso con la lettura di al-

cune poesie e filastrocche tipiche del

carnevale, da parte della Regina del

carnevale sempre rappresentata da

una delle nostre anziane. I bambini

della scuola primaria successivamente

hanno cantato e recitato alcune poesie.

La festa è stata un vero e proprio suc-

cesso. E’ stato bello vedere anziani e

bambini che si divertivano insieme,

che ballavano, cantavano… davvero

uno spettacolo speciale. Per il carneva-

le, inoltre, sono stati realizzati: festoni

con la carta crespa, maschere su piatto

e su cartoncino, vari disegni, e infine il

collage di fagioli sulle immagini in-

grandite delle maschere più famose.

Tutti i lavoretti che sono stati realizza-

ti in laboratorio sono serviti per addob-

bata l’ intera struttura. La festa si è

conclusa con il buffet, ricco di

“CHIACCHIERE”, dolce tipico di car-

nevale.

U.E. (Unità educativa)

ttttttttttttttttttttttt

FUMETTI ...

donna o una donna che prende le sem-

bianze di una

strega o del perso-

naggio più strava-

gante che in que-

sto momento ci

venga in mente. I

festeggiamenti del

carnevale ci danno infatti la possibilità

di mascherarci, ovvero spogliarci dei

nostri abiti e assumere le sembianze di

qualcun altro. Questo è ciò che gli stu-

diosi chiamano “gioco di ruolo”. Ma

cosa si nasconde dietro la voglia di tra-

vestirsi e celare il proprio viso?

probabilmente il gioco della vita, che in

tutte le sue forme assume una valenza

educativa determinante nella storia

quotidiana dell'uomo, che ne condizio-

na la crescita e l'evoluzione. Se a que-

sto abbiniamo il concetto di ruolo, dia-

mo il via a una “parte recitata” di noi

stessi che dà inizio al gioco stesso. Il

primo ad usare il termine “Gioco di

Ruolo” è stato lo psicologo Jacob Leve

Moreno nel lontano 1931, sperimentan-

do il “teatro della spontaneità”.

Il carnevale è considerata la festa

dell'allegria per eccellenza, in cui tutti,

indipendentemente dall'età o dal ceto

sociale, si recano ai balli in maschera,

sfilano su carri e indossano vestiti ori-

ginali che permettono di liberare ed

esprimere al meglio la propria fantasi-

a. Ma, di questa festa piena di colori,

suoni e brio, in cui il travestimento è

normalità, cosa rimane? Solo strade

piene di coriandoli e costumi? una va-

lenza educativa? O anche e soprattutto

la ricerca dei vari personaggi nascosti

in ognuno di noi? Personaggi che dan-

no vita a un gioco speciale, “del far

finta”; un gioco che porta i suoi vantag-

gi solo se si rispettano regole e limiti.

Solo attraverso la conoscenza della

realtà e della sperimentazione si acqui-

stano competenze in altri contesti.

Inoltre, giocare con la realtà ci permet-

te di sviluppare la capacità di deconte-

stualizzare, decentrarsi e cooperare.

U.E

Gli anziani di Villa Azzurra hanno

voluto sperimentare i giochi di ruoli,

cimentandosi in una recita carnevale-

sca. Ecco allora che i nostri ospiti han-

no assunto le sembianze di Arlecchino,

Colombina, Brighella, Pulcinella, Ba-

lanzone. Ciascuno ha interpretato il

proprio personaggio; hanno avuto modo

di far sposare le parole ai gesti, all’

espressione del viso, hanno saputo si-

mulare,“giocare”,divertirsi. In poche

parole, abbiamo sperimentato nuovi

contesti, e forme originali di relazione.

Hanno potuto esprimere la loro diversi-

tà, identificandosi in vari e nuovi ruoli,

narrando se stessi, le storie, attraverso

gli occhi del mondo. Un’esperienza che

ha giovato ai nostri cari attori, non più

in “erba”, che hanno saputo strappare

più di un sorriso alla platea; del resto,

questo era il nostro obiettivo, un obiet-

tivo che cercheremo sempre di fare

andare a braccetto con la forza, la pas-

sione, l’impegno, la ricerca, utili il rin-

novamento della nostra mente.

Parrucche, unghie finte, cilindri e cap-

pelli buffi sono indispensabili se voglia-

mo immergerci nella vera atmosfera

carnevalesca. Così non ci sembrerà

strano vedere un uomo travestito da

Giochi di ruolo e valenza educativa

Pagina 2 Periodico di … PEGASO - VILLA AZZURRA

Festa di carnevale

“La più grande

trasformazione è

quella che permette il

rinnovamento della

nostra mente”

“Si deve incomin-

ciare a perdere la

memoria, anche

solo brandelli di

ricordi, per capire

che in essa consiste la nostra vita. La nostra

memoria è la nostra ragione e il nostro sen-

timento. Non mi resta che aspettare

l’amnesia finale, quella che può cancellare

una vita intera..” – Luis Bunuel

Dove siamo? Che giorno è oggi? Che ore

sono? Questa è la tua mano destra o sini-

stra? E il mio braccio è sopra o sotto il tuo?

Saresti in grado di spiegarmi tutto quello che

devi fare per preparare un caffè? Te lo ricor-

di il mio numero di telefono?

Ecco un esempio di come ci si può approc-

ciare ad un paziente demente attraverso

tutta una serie di stimolazioni verbali (ma

anche visive, tattili, cinestesiche) che costi-

tuiscono la ROT (terapia di ri-orientamento

nella realtà), principale metodica finalizzata

al rallentamento del declino cognitivo in

soggetti che vivono una condizione di aliena-

zione rispetto alla realtà circostante e che

possono, attraverso la ripetizione del con-

cetto da ricordare, favorirne il consolida-

mento e quindi la ritenzione in memoria.

Una proteina (beta amiloide), prodotta in

quantità maggiori rispetto alla norma, si

deposita tra i neuroni favorendone, attra-

verso un complesso meccanismo, la degene-

razione. Parimenti i livelli di acetilcolina, il

neurotrasmettitore responsabile della tra-

smissione dell’impulso nervoso da un neuro-

ne all’altro, diminuiscono. Tale quadro fisio-

patologico si traduce, dal punto di vista clini-

co, nella comparsa di deficit cognitivi multi-

pli (compromissione della memoria, del

linguaggio, della capacità di giudizio,

dell’orientamento) e di una serie di disturbi

comportamentali associati. È in questi termi-

ni che viene comunemente descritta la ma-

lattia di Alzheimer. L’insieme delle modifica-

zioni neuronali determina un decadimento

delle funzioni cognitive e compromette di-

rettamente le capacità fisico – funzionali.

Diversi studi hanno infatti dimostrato che la

prestazione fisica di un soggetto è stretta-

mente associata alle sue capacità cognitive e

che, ad esempio, i principali disturbi fisici

associati alla progressione della demenza

riguardano la velocità del passo, la capacità

di mantenere l’equilibrio e la forza di presa

della mano. Nei pazienti dementi l’esercizio

fisico migliora la memoria procedurale, ridu-

ce i disturbi comportamentali (agitazione,

irrequietezza, ecc.), migliora l’attenzione e il

tono dell’umore e riduce sintomi come an-

sia, pianto, tensione. Così focalizzare

l’attenzione su esercizi di forza ed equilibrio

e su attività che un tempo occupavano la mente e il corpo del paziente, comunicare con lui attraverso i due principali canali in-formativi (visivo e uditivo), proporre un’attività semplice (il più semplice possibi-le) e ludica, rendere familiare il setting tera-peutico e, di fatto, ricostituire un’oasi perso-nale nella quale il paziente possa sempre riconoscersi, ci consentirà di registrare un feedback soddisfacente. L’esercizio fisico, dunque, associato a prove di stimolazione della memoria a breve e lungo termine, igliorare e q questi pazienti. e la presa della mano.bi fisici associati alla progressione della demenza sono la velcostituisce un fattore predittivo e preventivo perché pre-

servando il più possibile l ’ i n t e g r i t à funzionale del sistema ner-voso, può prevenire il rischio di una

futura demenza e, nel caso di una demenza conclamata, ritardare il declino cognitivo. Ma un uomo non consiste solo di memoria. Il paziente demente si rapporta agli altri anche con i suoi sentimenti, la sua volontà, la sua sensibilità e la sua coscienza ed è anche e soprattutto attraverso questi canali che si può rafforzare la sua identità e il suo senso della realtà.

A.Ruocco

fondamentali: un’educazione troppo

rigida e soffocante; fattori ambientali,

o predisposizioni genetiche. In un tale

scenario, di profonda insicurezza, che

la stima di sé si connota come un'espe-

rienza molto soggettiva, legata più a

ciò che ciascuno sente e pensa a propo-

sito di se stesso, che non a quello che

gli altri credono di lui. In effetti, se ci

pensiamo bene, di tutti i giudizi che

vengono pronunciati su di noi, durante

la vita, il più importante, e a volte il

più critico, è proprio il nostro. Ad esem-

pio, una persona potrebbe sentirsi mol-

to amata in famiglia, dal partner, dagli

amici, godere di ammirazione e stima

da parte dei colleghi di lavoro, e ciò

nonostante potrebbe anche non amarsi,

o non ritenersi meritevole di tutta la

considerazione e stima che gli altri gli

attestano. Qualcuno potrebbe corri-

Il verbo stimare, dal lati-

no“aestimare”, significa valutare, nella

duplice accezione: determinare il valore

di... e avere un'opinione su… Da questo

punto di vista, il concetto di stima di sé

racchiude come ciascuno vede se stesso,

come si giudica, che tipo di valore si

attribuisce. In una Casa protetta, come

“Villa Azzurra”, l’interlocutore princi-

pale è l’ individuo; l’Ospite porta con se’

non solo delle patologie, più o meno

gravi, ma, cosa più importante, tutto il

suo essere, fatto di caratteristiche per-

sonali e di personalità. E’ su tale base

che si inserisce la figura dello psicologo,

che valuta le varie tipologie di perso-

nalità, cercando di intervenire su even-

tuali carenze, come la poca stima di sé.

Nell’autostima, alcuni elementi sono

spondere in tutto alle aspettative degli

altri e tuttavia non essere soddisfatto

di sé, oppure aver conseguito traguardi

notevoli e sentire che non è abbastanza

o che non ha realizzato niente di quello

che effettivamente voleva; oppure, an-

cora, essere giudicato dagli altri equili-

brato e sicuro ma sentirsi del tutto

inadeguato. Tutti i vissuti che un indi-

viduo si porta dietro, in particolare

quelli negativi, che hanno contribuito a

formare una bassa autostima, diventa-

no fondamentali in un momento diffici-

le come può essere quello di una malat-

tia, dove, appunto, diventa essenziale

riuscire a trovare le risorse positive

che sono ancora presenti

nell’individuo; risorse che vanno stimo-

late, rinforzate e trasformate in deside-

rio di rinascita .

SALUTE - MENTE & BENESSERE … UNITA’ FISIOTERAPICA

IL RUOLO DELLE TECNICHE DI ORIENTAMENTO E

DELL’ESERCIZIO FISICO NELL’APPROCCIO AL PAZIENTE CON DEMENZA DI ALZHEIMER

AUTOSTIMA . . . Lo Psicologo RISPONDE____di Diego Caterina

pegaso srl Pagina 3

dal color del bel mare

che,da esso, ogni istante

si può ammirare.

Considerando che, in vita

non sempre comandar si può

né ogni desiderio accontentare,

io ti assicuro, che in detta Villa

tutto è concesso

cure, divertimento, gioie,

allegria e buona compagnia.

Visitarla si può ogni momento,

cosa che vi invito a fare,

perché son certa che la gente,

che in essa lavora,

vi aiuterà a superare

con amore e serenità

la vostra non più verde età.

Maria Liguori

Sincero insito

A tutti voglio ricordare

che in quel di Roseto

esiste un bell’ostello

adatto,non certo, per

l’odierna gioventù

ma per coloro che voglion

i bei tempi passati,

rimembrare perché

non torneranno più.

Non è per i minorenni

ma per coloro che superato

han l’età della ragione,

per quelli che, nella lor casa,

non troveran più spazio a sazietà

o manca loro la dolce metà

a cui conservan eterna fedeltà.

“Villa Azzurra” è chiamata

Noi donne del nostro destino

Un raggio di sole illumina ogni

nostro pensiero,

ogni nostro più invalicabile sentie-

ro.

Le nostre armi vincenti

sono l’ausilio migliore per non in-

dietreggiare.

La nostra purezza abbraccia il

candido fiore

che sboccia ogni qualvolta noi sor-

ridiamo,

piangiamo nella nostra veridicità.

Anche nella nostra solitudine,

noi siamo vere.

Iannella Enza

Editore: Pegaso srl Amministrazione: Garo Michele Diego Adriano Pucci Francesco Spina Giovanni - Dir. Sanitario Calvelli Carmelo - Comitato di redazione: Unità Educativa - Ospiti - Personale Direzione A. - editoriale: DiegoVincenzo

“Nella mia città natale di

Ginosa, i festeggiamenti del

carnevale hanno inizio con la

preparazione dell’albero della

“CUCCAGNA” . Si formano

squadre composte da 7-8 ragazzi

e si gareggia con le altre squadre

a chi sale per primo sull’albero,

anche poggiandosi uno sulle

spalle dell’altro, per prendere i

premi appesi all’albero. Sull’asta

dell’albero si mette anche il grano

per far scivolare i partecipanti e

rendere così la gara più difficile.

Questa gara si tiene la sera di

Carnevale. Verso il mezzogiorno

del martedì si gira con i carri

completi dei pupazzi fatti da tutti

noi del paese, poi si lasciano i

carri nel centro del paese di

Ginosa e si va a mangiare. Nel

AVVISA

primo pomeriggio, i ragazzi salgono sui

carri addobbati e fanno festa con co-

riandoli, girando per il paese fino a

sera tardi”.

Agostino ci ha raccontato il suo carne-

vale a Ginosa, rievocando ricordi del

passato che hanno scaturito in lui un

piacevole sorriso in viso. E’ stato bello

vedere come Agostino sia riuscito a

tornare indietro

nel tempo e

descrivere con

entusiasmo e

attenzione nei

dettagli i festeg-

giamenti carne-

valeschi. Ma è

stato altrettan-

to bello osserva-

re il coinvolgi-

mento degli

altri pazienti

nell’ascolto. È

un po’ come se

in quel momen-

to fossero torna-

ti tutti bambini a giocare insieme, rigo-

rosamente in maschera, lanciando co-

riandoli, in una piazza ideale.

U.E.

8 Marzo Festa della Donna

Oggi è l’8 Marzo,

la festa della donna

gli hai dedicato un fiore

una mimosa come amore.

Le donne sono in festa

un grido di gioia allude

con un fiorellin per cuore

segno del vero amore.

La donna grida al mondo

facciamo un girotondo.

Chi procrea è solo lei e ama.

Che pien di amore si sente mamma.

Questo giorno è rinomato

ricorda il suo passato

ma senza il suo profiquo

di aver gestito un figlio.

Festeggiamo l’8 marzo

La festa della donna.

Nessuno al mondo spera

Ulisse Gatto

PO

ES

IL

AN

DI

A

Pagina 4 Periodico di … PEGASO - VILLA AZZURRA

Racconti di vita

Scarati Agostino . . .

Racconta

PO

ES

IL

AN

DI

A

Tempo di preparazione: 40 minuti

Procedimento:

1. Mescolare la farina con lo zucchero

e il lievito in una ciotola quindi prati-

care un buco al centro e versare le

uova, il pizzico di sale, le scorze dei

limoni grattate e il liquore. Sbattere il

composto liquido con la forchetta e

mescolarlo agli ingredienti secchi

quindi aggiungere anche il burro mor-

b ido tag l ia to a to cche t t in i .

2. Lavorare l’impasto con le mani fino

ad ottenere un panetto abbastanza

morbido e viscido, facile da lavorare, e

stenderlo ad un’altezza di circa 1.5 cm

quindi ricavare delle forme tipiche (la

treccia è la più nota insieme ai cuori e

alle corone). Incastrare dentro ogni

forma un uovo crudo.

I Cudduraci sono dei biscotti

tipici calabresi che si preparano in oc-

casione della Santa Pasqua. La ricetta

è molto semplice ma la particolarità è

soprattutto nella forma con un ovetto

incastonato al centro, colorati e lascia-

no un sapore leggero ma gustoso.

Ingredienti per circa 20 cudduraci:

1 kg di farina

5 uova

1 pizzico di sale

300 grammi di zucchero

200 grammi di burro

1 bicchierino di liquore all’anice

2 bustine di lievito in polvere per dolci

2 limoni

2 albumi da spalmare

codette/confettini colorati

3. Spalmare sulla superficie di ogni bi-

scotto dell’albume sbattuto e decorare

con confettini colorati o codette. Inforna-

re a 180° per circa 20 minuti, lasciar

raffreddare e mangiare.

U.E.

INSERTO Periodico di … PEGASO - VILLA AZZURRA

SPECIALE PASQUA A . . . VILLA AZZURRA

La Santa Pasqua si avvicina e anche

Villa Azzurra si prepara alla Resurre-

zione di Gesù.

Il cammino della Pasqua inizia subito

dopo il carnevale ed è preceduto da un

periodo preparatorio di quaranta giorni

che chiamiamo Quaresima.

L’ultima settimana del tempo di Quare-

sima è detta Settimana Santa, periodo

ricco di celebrazioni e dedicato al silen-

zio e alla contemplazione. Come in tut-

te le festività, gli anziani sono stati

impegnati in tutti gli aspetti che questa

porta con sé. In particolar modo è stata

curata la preparazione spirituale. Dal

mercoledì delle ceneri, che da inizio al

periodo della Quaresima, a tutti i vari

momenti di preghiera e riflessioni come

quello della Via Crucis, che i nostri

anziani hanno celebrato ogni venerdì

con devozione.

La Santa Pasqua celebra la resurre-

zione di Gesù, uno degli eventi più im-

portanti della religione cristiana, ed è

per questo che i nostri ospiti si sono

cimentati in vari lavoretti che sono poi

serviti per addobbare tutta la struttu-

ra. Allora eccoli tutti pronti e subito a

lavoro. Ovviamente, ognuno ha una

sua abilità, ognuno ha dato il proprio

contributo. L’idea che l’unità educativa

ha proposto è subito piaciuta a tutti gli

anziani, sarà per il materiale usato, a

loro molto familiare: la lana. Infatti il

primo passo è stato quello di realizzare

dei pon pon di lana che uniti hanno

dato vita a dei bellissimi pulcini gialli.

Giù in laboratorio, c’è chi è alle prese

con carta scottex e colla vinilica, per

creare quella che poi è diventata la

casa dei bei pulcini. Ma quest’anno la

Pasqua coincide con l’arrivo della pri-

mavera, ecco allora tanti motivi florea-

li,

catene di fiori colorate che cadranno dal

soffitto di Villa Azzurra. Infine, non può

di certo mancare il simbolo pasquale per

eccellenza, la colomba. Quest’ultima è

stata creata con semplici fagioli sistema-

ti con cura sulla sagoma disegnata e poi

dipinti. Un lavoro che ha richiesto tempo

e pazienza, ma che non ha scoraggiato i

nostri ospiti che con tanto lavoro e dedi-

zione hanno portato a termine la realiz-

zazione di tutti i lavoretti. E se conside-

riamo le ovvie difficoltà che alla loro età

si possono incontrare... signore e signo-

ri.. scusate se è poco!

Unità educativa

VILL’AZZURRA ... LA PROVA DEL FUOCO

dipinto di _______Cornelia Rota

rie vere, passati tristi, allegri; poi for-

se in un attimo il buio, non sanno dove

hanno lasciato la loro vita.

Oggi spesso mi ritrovo ad ascoltarli,

consolarli ridendo, scherzo con loro.

Bambini anziani, circondati da affetti,

amori, ricordi. Il loro mondo tutto in

una stanza.

La maggior parte della mia vita tra-

scorsa con chi soffre è stata una scelta

che col passare del tempo mi ha avvici-

nato sempre di più a questo lavoro.

Giornate passate a percorrere lunghi

corridoi, passando da una stanza

all’altra, vicino al capezzale di persone

sofferenti, dando loro sollievo attraver-

so l’abbraccio, il sorriso, le terapie.

Oggi ho conosciuto un’altra realtà, una

sofferenza che lo stesso paziente non sa

di avere, perché colpito da una bestia

di malattia che trasforma il suo essere:

un presente diverso dal suo passato.

Sono persone che si sono ritrovate a

non avere più la cognizione del tempo,

confondono il passato con il presente,

raccontano il loro vissuto solo nei pochi

momenti di lucidità. Mille e mille sto-

BINETTI ASCENSORI Via Bari, 61/C

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INSERTO Periodico di … PEGASO - VILLA AZZURRA

ARTE CULTURA & tradizioni

Ruina Rocco Racconta . . .

SANT’ ANTONIO ABATE

“Quel giorno era grande festa ad

Amendolara. Si faceva una bella pro-

cessione in giro per il paese, c’era la

musica e tanti animali, soprattutto

muli, asini e cavalli. Si facevano girare

intorno alla Cappella di S. Antonio A-

bate che si trova nella parte vecchia del

paese. Venivano fatte grandi corone di

arance che venivano messe all’asta. Il

ricavato andava in onore del Santo e si

usava per pagare la festa.

La festa durava tutto il giorno fino alla

sera. Molto bella era la gara dei cavalli.

Chi arrivava primo al traguardo vince-

va un premio ed una corona di arance e

alloro benedetto, che alla fine della

festa veniva portato a casa dalle

persone. Quel giorno si mangiava bene

ma non la carne, come da tradizione. I

bambini quel giorno cominciavano a

mascherarsi perché iniziava il Carne-

vale”.

IL RACCONTO

Attraverso il racconto autobiografico

si favorisce il recupero e si aiuta a con-

dividere i propri ricordi. Lo scopo è di

consolidare l’identità degli anziani e

con essa la funzione di memoria storica

che possono svolgere per le successive

generazioni. La memoria storica di cui

sono depositari gli anziani ha

un’autorevolezza peculiare, quella del

vissuto e non del sentito dire. I ricordi

come anche il racconto autobiografico

diventano strumenti per avere accesso

ad un tipo di memoria e di rievocazione

non rimuginativa (che induce a riper-

correre il passato bloccandosi sempre

sugli stessi dettagli con note di rim-

pianto e mugugno), ma reintegrativa,

consentendo all’anziano di rivivere gio-

ia e dolori del proprio passato, rielabo-

randone e condividendone un significa-

to del quale è depositario. Quest’ultima

forma di ricordo non solo permette di

ristabilire una migliore identità ma

induce effetti molto positivi sul benes-

sere psicofisico.

U.E.

Il mondo in una stanza di Maria Punzi