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Corso Scienze Tecniche Dietetiche Applicate
MED/49
Anno Accademico 2012-13
Il Diabete Mellito
Prof.ssa Maria Luisa Eliana Luisi
Il diabete mellito è una sindrome eterogenea
caratterizzata da:
• iperglicemia cronica
• alterazioni del metabolismo glucidico, lipidico e
proteico
spesso associate a complicanze:
• microangiopatiche (a livello renale e retinico)
• macroangiopatiche (a livello del circolo periferico e
coronarico)
Diabete Mellito
DIABETE MELLITO TIPO I (insulino dipendente)
DIABETE MELLITO TIPO II (non insulino dipendente)
RIDOTTA TOLLERANZA AL GLUCOSIO (diabete latente)
DIABETE GESTAZIONALE
DIABETE SENILE
CLASSIFICAZIONE DEL DIABETE
DIABETE MELLITO TIPO I:
Circa il 6% dei pazienti diabetici Assenza totale o parziale di insulina circolante Età giovanile d’esordio Patogenesi sconosciuta (interazione tra fattori genetici e ambientali) Scarsa familiarità Poliuria Polidipsia Dimagrimento Astenia muscolare Terapia insulinica
Caratteristiche cliniche del diabete mellito
DIABETE MELLITO TIPO II: Circa il 92% dei pazienti diabetici Presenza di insulina circolante Familiarità Poliuria Polidipsia Età matura ma ora anche giovani e bambini Obesità Astenia muscolare Flogosi Ipertensione Terapia: ipoglicemizzanti orali
Caratteristiche cliniche del diabete mellito
Epidemiologia del Diabete
E’ in continuo aumento -> Emergenza
socio-sanitaria mondiale
Italia: 4 persone su 100 sono diabetiche e
2 su 10 ancora non sanno di esserlo
Italia tra 20 anni: 1 italiano su 10 sarà diabetico
Secondo l’OMS: nel 2025 nel mondo ci
saranno oltre 350 milioni di diabetici
Diagnosi e Monitoraggio
• Dopo i 45 anni è necessario valutare la glicemia annualmente; prima di questa età è necessario valutarla ogni 3 anni se non ci sono altri motivi di sospetto.
Diagnosi e Monitoraggio
Nella popolazione a rischio…
• Familiari di diabetici • Donne che abbiano partorito figli di peso > 4kg o con
storia di diabete gestazionale • Dislipidemici • Iperuricemici • Pregressa intolleranza ai carboidrati …la glicemia va controllata almeno annualmente durante
il monitoraggio degli altri parametri indipendentemente dall’età
Diagnosi e Monitoraggio
La diagnosi di Diabete Mellito
si basa sul riscontro di
- due glicemie a digiuno (devono essere trascorse almeno 8 ore dall’ultima assunzione di cibo)
>126 mg/dl
oppure
- due glicemie due ore dopo i pasti
>200 mg/dl
Diagnosi e Monitoraggio
La diagnosi di Diabete Mellito
si basa sul riscontro di:
-glicemia > 200 mg/dl
dopo un carico di glucosio di 75g
-due misurazioni casuali di glicemia
> 200 mg/dl
Diagnosi e Monitoraggio
Se glicemia a digiuno è compresa tra 100 e 126, si effettua il test da carico di glucosio.
Se dopo due ore la glicemia è > 200 si ha una diagnosi provvisoria di diabete che deve essere confermata da ulteriori test positivi.
Se dopo due ore la glicemia è compresa tra 140 e 200 mg/dl si fa diagnosi di intolleranza ai carboidrati.
Diagnosi e Monitoraggio
• L’Emoglobina glicata HbA1c si utilizza quando è già stato diagnosticato il diabete.
• Indica la media dell’ammontare del glucosio nel sangue nei 2-3 mesi precedenti.
• Lo zucchero presente nel sangue si lega permanentemente all’emoglobina e vi rimane per l’intera vita del globulo rosso che è di circa 120 giorni.
Diagnosi e Monitoraggio
HbA1c
• Maggiore è il livello di zucchero nel sangue, maggiore è la quantità che si lega ai globuli
rossi e i valori vengono espressi in %.
• L’obiettivo del diabetico
è una HbA1c <7%
Emoglobina glicata
Controllo glicemico nel diabetico
• < 6,3% Ottimo
• tra 6,3% e 7,1% Buono
• tra 7,1% e 9% Mediocre
• › 9% Cattivo
Obiettivi
Una riduzione del'1%
dei livelli di HbA1c
riduce
del 21% il rischio di complicanze complessive e
del 21% la mortalità dovuta alle complicanze del diabete.
AL FINE DI RAGGIUNGERE E MANTENERE LO STATO DI EUNUTRIZIONE E BENESSERE
Fornire il fabbisogno calorico (con carboidrati, proteine e grassi)
per raggiungere e/o mantenere
il peso corporeo ideale.
Fornire un adeguato apporto di vitamine e sali minerali.
Obiettivi
AL FINE DI RAGGIUNGERE E MANTENERE LO STATO DI EUNUTRIZIONE E BENESSERE
Soddisfare particolari esigenze in corso di: malattie intercorrenti,
attività fisica, complicanze diabetiche (nefropatia).
Raggiungere l’euglicemia;
Prevenire ipo-iperglicemie;
Normalizzare i valori plasmatici di colesterolo e trigliceridi.
Obiettivi
I Fattori di Rischio Non modificabili
• Età: oltre il 62% dei diabetici in Italia ha più di 65 anni ma si sta abbassando l’età di insorgenza e dopo i 45 anni il rischio di ammalarsi aumenta
• Familiarità: avere familiari consanguinei aumenta il rischio di sviluppare la malattia
• Gruppi etnici: nelle popolazioni asiatiche e afro-caraibiche la prevalenza è almeno 5 volte superiore.
I Fattori di Rischio
Modificabili
• Sovrappeso e Obesità: l’obesità è legata all’insorgenza della malattia e alla frequenza e gravità delle complicanze. Questo è dimostrato dal fatto che 8 diabetici su 10 sono obesi e la solo riduzione del 7% del peso corporeo riduce il rischio di DM del 60%.
• Sedentarietà: Una regolare attività fisica è indispensabile per controllare il diabete e mantenere un peso corporeo adeguato e per mantenere una buona salute in generale.
I Fattori di Rischio Modificabili
• IFG (Impaired Fasting Glucose - Alterata Glicemia a Digiuno) e
• IGT (Impaired Glucose Tolerance- Intolleranza ai Carboidrati)
sono condizioni intermedie tra
la normale tolleranza ai carboidrati e il DM2
caratterizzate da alterati livelli di glicemia
- a digiuno: glicemia tra 100 e 126 mg/dl
- e due ore dopo il pasto: glicemia tra 140 e 200 mg/dl.
Si stima che il 60% dei diabetici
abbia una condizione di IGT
già 5 anni prima di sviluppare un diabete.
I Fattori di Rischio Modificabili
• Ipertensione arteriosa: PA> 130/80mmHg aumenta il rischio di sviluppare le complicanze cardiovascolari legate alla malattia.
• Dislipidemia: aumento del colesterolo totale, LDL, trigliceridi e basse HDL.
• Fumo e Alcol: abitudini comunque da correggere.
• HbA1c sopra il 7%: il piano di trattamento deve essere corretto. L’esame deve essere ripetuto ogni 3-4 mesi per essere sicuri che il piano terapeutico permetta un ottimale controllo metabolico.
Le complicanze croniche della malattia diabetica
Oculari
- Retinopatia diabetica
- Cataratta
- Glaucoma
Renali
- Glomerulosclerosi diabetica
- Pielonefrite cronica
Neurologiche
- Polineuropatia simmetrica
distale
- Neuropatia autonomica
- Mononeuropatia
Macrovascolari
- Vasculopatia coronaria
- Vasculopatia periferica
- Vasculopatia cerebrale
Terapia del Diabete Mellito
Il controllo della glicemia
è il punto cardine del trattamento del diabete
e ha l’obiettivo di
garantire al paziente
il controllo dei valori glicemici
al fine di garantire al paziente
una buona qualità di vita.
– caratteristiche patogenetiche del diabete
– età del paziente
– durata del diabete
– eventuali complicanze
L’impostazione del trattamento del paziente affetto da
diabete mellito deve tener conto dei seguenti aspetti:
Obiettivi della terapia a breve termine
• Regressione della sintomatologia acuta
specifica che accompagna il diabete al suo
esordio (polidipsia, poliuria)
• Correzione dell’iperglicemia e delle
alterazioni metaboliche in atto al momento
della diagnosi (chetosi, iperlipidemia ecc.)
Obiettivi della terapia a lungo termine
• Miglioramento della qualità di vita
• Prevenzione delle complicanze croniche
• Riduzione della mortalità
• Allungamento della spettanza di vita
La terapia del diabete deve basarsi essenzialmente su
•una corretta alimentazione
•un’adeguata attività fisica
Obiettivo
Nei pazienti giovani senza
complicanze o con
complicanze solo iniziali:
realizzare un controllo
metabolico ottimale
(raggiungimento e
mantenimento
dell’euglicemia)
• dieta
• attività fisica
insulina
• terapia medica: ipoglicemizzanti orali: sulfoniluree,
glinidi biguanidi, glitazoni
le nuove terapie: incretine
inibitori del DPP4 (Inibitori DiPeptidil Peptidasi-IV)
acarbose
•supporti: fibre
dolcificanti
Terapia del diabete
Quale obiettivo ha la dietoterapia?
La dietoterapia tende a introdurre adattamenti qualitativi e
quantitativi alla dieta abituale del paziente in relazione al
suo effettivo stato nutrizionale e all’efficienza funzionale
dei suoi organi e tessuti, per
• prevenire
• controllare
• correggere
gli errori nutrizionali e gli squilibri metabolici.
I presupposti fisiologici della dietoterapia
1) Garantire introiti che assicurino l’optimum del
rendimento biologico.
2) Prevenire carenze o sovraccarichi metabolici.
Diabete tipo I
in carenza di secrezione insulinica si attua una terapia sostitutiva
con insulina
Diabete tipo II
quando è persistente la secrezione insulinica si attua una terapia
con antidiabetici orali
Il tipo di diabete condiziona il tipo di terapia medica:
Insulina
• L'insulina è un ormone proteico prodotto dalle cellule beta del Langherans all'interno del pancreas; è formata da due catene unite da 2 ponti solfuro: catena A di 21 aminoacidi e catena B di 30 aminoacidi.
• È secreta quando il livello del glucosio ematico è alto ed ha la funzione di ridurre la glicemia mediante l'attivazione di diversi processi metabolici e cellulari.
Insulina
L’insulina utilizzata in terapia viene classificata in base ai tempi di azione in lenta e rapida.
L'insulina glargine (Lantus-Aventis), è un nuovo analogo dell'insulina umana a lunga durata di azione.
L’effetto collaterale più pericoloso è l’ipoglicemia.
Viene utilizzata oltre che per il DM1 anche per il DM2 in gravidanza e quando la terapia orale non sia più sufficiente e nel diabete senile.
I farmaci secretagoghi • Stimolano la secrezione di insulina da parte delle cellule beta del
pancreas. • Appartengono a questa famiglia: - le sulfoniluree (Sostanza: Tolbutamide, Clorpropamide,
Glibenclamide, Gliclazide) - le glinidi.
• Esistono sulfoniluree di prima (non più usate), seconda e terza
generazione. Il rischio principale in corso di terapia è l’ipoglicemia.
• Altri effetti collaterali: iponatriemia, effetto Antabuse, per alcune effetti teratogeni.
• (Nomi commerciali: Daonil, Gliben, Diamicron, Minidiab, Euglucon 5, Glurenor, Glucoben)
I farmaci secretagoghi Glinidi
Da alcuni anni sono disponibili farmaci
che a differenza delle solfaniluree,
stimolano la secrezione insulinica in maniera rapida
e di breve durata, il che li rende particolarmente indicati per il controllo della glicemia post-prandiale.
• Il primo di questi farmaci (repaglinide), agisce legandosi ad un recettore della membrana betacellulare che è
diverso da quello delle solfaniluree, ma ha una attività simile e cioè stimola la secrezione di insulina.
I farmaci secretagoghi Glinidi
La secrezione insulinica fisiologica, dopo uno stimolo glucidico, consta di una fase rapida e intensa, della durata di pochi minuti e di una fase tardiva, meno intensa ma più prolungata. La perdita della fase precoce caratterizza il diabete di tipo 2 nei primi anni di malattia ed è considerata responsabile, assieme all'insulino-resistenza, dell'iperglicemia postprandiale.
Col tempo poi compare e si accentua anche il difetto della fase tardiva che conduce progressivamente, più o meno lentamente, all'insulino-dipendenza.
I farmaci secretagoghi Glinidi
Gli effetti collaterali di questi farmaci,
in considerazione del loro meccanismo di azione,
sono simili a quelli delle solfaniluree (ipoglicemia ed aumento di peso),
ma di minore entità.
Biguanidi
Sostanza: Fenformina, Metformina
Meccanismo d’azione:
• Aumentata sensibilità all’insulina di muscoli e fegato;
• Riduzione della produzione epatica di glucosio.
Rischio di ipoglicemia pressoché inesistente
Biguanidi
Altri effetti:
• Miglioramento del profilo lipidico;
• Contenimento del peso corporeo.
• Effetto avverso grave (raro): acidosi lattica
• Questi farmaci in associazione con i secretagoghi permettono un simultaneo miglioramento della sensibilità insulinica e della secrezione insulinica.
Tiazolinedioni (Glitazoni)
Sostanze: pioglitazone e il rosiglitazone
Meccanismo d’azione:
• Aumentata sensibilità all’insulina di muscoli e fegato;
• Riduzione della produzione epatica di glucosio
• Aumentano HDL e riducono trigliceridi
• EC: ritensione idrica con rischio di precipitare o esacerbare insufficienza cardiaca.
Le nuove terapie Le incretine sono ormoni prodotti da alcune cellule
dell’intestino e immesse in circolo in occasione di un pasto.
Le più importanti sono:
• GLP-1 (Glucagon-like peptide 1)
• GIP (Glucose-dependent insulinotropic peptide)
Meccanismo d’azione
Promuovere in modo glucosio dipendente,
il rilascio dell’insulina da parte delle beta cellule.
Il GLP-1 inoltre riduce la secrezione di glucagone da parte delle cellule alfa del pancreas -> “effetto incretinico”
con miglior controllo della glicemia.
Le nuove terapie
• GLP-1 e GIP sono distrutte rapidamente da un enzima la Dipeptidil peptidasi-IV o DPP4.
• Nel DM2 sono presenti livelli più bassi di incretine.
• Negli ultimi anni la ricerca ha rivolto l’attenzione al potenziale terapeutico delle incretine attraverso lo studio di
- analoghi non degradabili del GLP-1 detti incretino mimetici sia degli
- inibitori del DPP4.
Gli incretino mimetici
Analoghi non degradabili del GLP-1
Effetti:
• Aumentano la secrezione insulinica
• Diminuiscono la produzione di glucagone
• Rallentano lo svuotamento gastrico
• Hanno effetto positivo sulla perdita di peso.
Effetto indesiderato:
• Nausea moderata che tende a scomparire col tempo
Gli inibitori del DPP4
Agiscono inibendo l’azione dell’enzima DPP4->
Le incretine normalmente prodotte permangono a concentrazioni più elevate e per un periodo più lungo favorendo un miglior compenso glicemico sia post-prandiale che a digiuno con conseguente diminuzione dell’HbA1c.
Rari effetti collaterali perché la produzione di incretine è proporzionale all’assunzione di glucosio.
Effetti neutri sul controllo del peso corporeo.
Inibitori dell’alfa-glucosidasi
• Rendono più lento l’assorbimento dei carboidrati ingeriti con l’alimentazione cui consegue una riduzione dell’escursione glicemica post-prandiale.
• Agiscono deprimendo per inibizione competitiva l'attività di alcuni digestivi, le alfa-glicosidasi, situati sull'orletto a spazzola delle cellule dell'intestino tenue e deputati alla scissione dei carboidrati complessi (disaccaridi e polisaccaridi) in carboidrati semplici (monosaccaridi), che poi vengono assorbiti. La riduzione di tale assorbimento comporta una riduzione della glicemia post-prandiale, che è proporzionale alla quota di carboidrati presenti nella dieta.
• L'unico farmaco di questa categoria disponibile in Italia è l'acarbose.
Inibitori dell’alfa-glucosidasi
• Ha minor effetto sulla riduzione dell’HbA1c per cui raramente sono utilizzati in monoterapia.
• Il meccanismo d'azione e l'assenza di effetti sistemici consentono l'uso del farmaco anche nel diabete di tipo 1 e in combinazione con tutti gli altri ipoglicemizzanti orali nel diabete di tipo 2, quando è necessario correggere una persistente iperglicemia post-prandiale.
• Non hanno effetti sul peso corporeo e non danno ipoglicemia. Gli effetti collaterali sono flatulenza e dolori addominali.
Autogestione e autocontrollo
In ogni caso questi obiettivi si basano sull’educazione
del paziente diabetico all’autogestione e all’auto-
controllo glicemico