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1 FEDERICA PERUZZO* IL BREVIARIUM AMBROSIANUM DI PIETRO CASOLA (1490) 1. UT AD VERAM LECTIONEM REDDERETUR La rivoluzione nella produzione libraria causata dall’avvento della stampa coinvolse presto anche il libro liturgico. Anche se l’autorità ecclesiastica apporrà il proprio sigillo su di esso solamente dopo il Concilio di Trento, il periodo compreso tra l’introduzione della stampa e il Concilio stesso è segnato da un continuo fiorire di edizioni: esse rappresentano altrettanti tentativi di regolare una prassi che declinava un patrimonio liturgico in larga misura comune in modalità diverse, legate alle consuetudini di chiese particolari o di ordini religiosi. Il Breviarium ambrosianum dato alle stampe nel 1490 dall’Ordinario del Duomo di Milano Pietro Casola 1 è uno di questi tentativi e si propone, come dichiara lo stesso editore, un fine ambizioso: restituire, per quanto possibile, l’autentica lezione dell’ufficio divino ambrosiano. Leggendo in parallelo questo Breviarium e le edizioni ad esso precedenti è in effetti possibile intuire un’operazione editoriale di notevole spessore, condotta tramite una critica attenta e sistematica dei Breviari allora disponibili. Valutare correttamente il lavoro svolto da Casola è ancora difficile, per la scarsità di studi volti ad indagare i libri liturgici ambrosiani destinati all’ufficio divino e per la mancanza di repertori che rendano più agevole l’esame dei numerosi manoscritti conservati. In questa sede cercheremo di esaminare l’edizione curata dal Casola ponendola in rapporto con le *(pubblicato a stampa in Ricerche storiche sulla chiesa ambrosiana, XXIV (2006), p. 9-52 (Archivio ambrosiano, XCII). Desidero esprimere i miei ringraziamenti nei confronti di coloro che hanno favorito il buon esito delle mie ricerche, in particolare il dott. Fausto Ruggeri, del Capitolo Metropolitano di Milano, il dott. Marco Petoletti, cui devo la segnalazione dell’esemplare del Breviarium ambrosianum di Casola conservato presso la Biblioteca di S. Ambrogio, e mons. Marco Navoni, che mi ha informata del recente ritrovamento di un ulteriore copia del Breviarium presso l’Archivio Storico Diocesano di Milano. ABBREVIAZIONI USATE: AH = Analecta hymnica medii aevi, ed. G. M. DREVES S.I., 55 v., Leipzig 1886-1922 Ambr. = Milano, Biblioteca Ambrosiana ASMi = Archivio di Stato di Milano BMC = Catalogue of books printed in the XVth century now in the British Museum, 12 v., London 1963-85 Braid. = Milano, Biblioteca Nazionale Braidense Cap. Metrop. = Milano, Biblioteca del Capitolo Metropolitano Chevalier = Repertorium hymnologicum: catalogue des chants, hymnes, proses, séquences, tropes en usage dans l’Église latine depuis l’origine jusqu’à nos jours, par U. CHEVALIER, 6 v., Louvain 1892-1921 (Subsidia hagiographica, 4) DBI = Dizionario biografico degli italiani, I-, Roma 1960- GW = Gesamtkatalog der Wiegendrucke, I-, Leipzig 1925- Hain = L. HAIN, Repertorium bibliographicum, 4 v., Berlin 1925 IGI = Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d’Italia, 6 v., Roma 1943-81 S. Ambr. = Milano, Archivio e biblioteca di S. Ambrogio Triv. = Milano, Biblioteca Trivulziana 1 S. ROSSI MINUTELLI, Casola (De Casolis), Pietro, in DBI, XXI, Roma 1978, 375; M. NAVONI, Casola, Pietro (1427c.-1507), in Diz. della Chiesa Ambr., II, Milano 1988, 733-34; M. NAVONI, Casola, Pietro (1427c.-1507), in Diz. di liturgia ambr., Milano 1996, 131-32. L’anno di nascita può essere fissato sulla base di una notizia riguardante la data di morte, 6 novembre 1507, e nella quale si indica l’età del Casola (80 anni) a quell’epoca: E. MOTTA, Morti in Milano dal 1452 al 1552, «Arch. st. lomb.», s. II, 18 (1891), 273.

Il Breviarium Ambrosianum di Pietro Casola (1490)

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*(pubblicato a stampa in Ricerche storiche sulla chiesa ambrosiana, XXIV (2006), p. 9-52 (Archivio ambrosiano, XCII)

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FEDERICA PERUZZO*

IL BREVIARIUM AMBROSIANUM DI PIETRO CASOLA (1490)

1. UT AD VERAM LECTIONEM REDDERETUR

La rivoluzione nella produzione libraria causata dall’avvento della stampa coinvolse presto anche il libro liturgico. Anche se l’autorità ecclesiastica apporrà il proprio sigillo su di esso solamente dopo il Concilio di Trento, il periodo compreso tra l’introduzione della stampa e il Concilio stesso è segnato da un continuo fiorire di edizioni: esse rappresentano altrettanti tentativi di regolare una prassi che declinava un patrimonio liturgico in larga misura comune in modalità diverse, legate alle consuetudini di chiese particolari o di ordini religiosi.

Il Breviarium ambrosianum dato alle stampe nel 1490 dall’Ordinario del Duomo di Milano Pietro Casola1 è uno di questi tentativi e si propone, come dichiara lo stesso editore, un fine ambizioso: restituire, per quanto possibile, l’autentica lezione dell’ufficio divino ambrosiano. Leggendo in parallelo questo Breviarium e le edizioni ad esso precedenti è in effetti possibile intuire un’operazione editoriale di notevole spessore, condotta tramite una critica attenta e sistematica dei Breviari allora disponibili. Valutare correttamente il lavoro svolto da Casola è ancora difficile, per la scarsità di studi volti ad indagare i libri liturgici ambrosiani destinati all’ufficio divino e per la mancanza di repertori che rendano più agevole l’esame dei numerosi manoscritti conservati. In questa sede cercheremo di esaminare l’edizione curata dal Casola ponendola in rapporto con le

*(pubblicato a stampa in Ricerche storiche sulla chiesa ambrosiana, XXIV (2006), p. 9-52 (Archivio ambrosiano, XCII). Desidero esprimere i miei ringraziamenti nei confronti di coloro che hanno favorito il buon esito delle mie ricerche, in particolare il dott. Fausto Ruggeri, del Capitolo Metropolitano di Milano, il dott. Marco Petoletti, cui devo la segnalazione dell’esemplare del Breviarium ambrosianum di Casola conservato presso la Biblioteca di S. Ambrogio, e mons. Marco Navoni, che mi ha informata del recente ritrovamento di un ulteriore copia del Breviarium presso l’Archivio Storico Diocesano di Milano. ABBREVIAZIONI USATE: AH = Analecta hymnica medii aevi, ed. G. M. DREVES S.I., 55 v., Leipzig 1886-1922 Ambr. = Milano, Biblioteca Ambrosiana ASMi = Archivio di Stato di Milano BMC = Catalogue of books printed in the XVth century now in the British Museum, 12 v., London 1963-85 Braid. = Milano, Biblioteca Nazionale Braidense Cap. Metrop. = Milano, Biblioteca del Capitolo Metropolitano Chevalier = Repertorium hymnologicum: catalogue des chants, hymnes, proses, séquences, tropes en usage dans l’Église latine depuis l’origine jusqu’à nos jours, par U. CHEVALIER, 6 v., Louvain 1892-1921 (Subsidia hagiographica, 4) DBI = Dizionario biografico degli italiani, I-, Roma 1960- GW = Gesamtkatalog der Wiegendrucke, I-, Leipzig 1925- Hain = L. HAIN, Repertorium bibliographicum, 4 v., Berlin 1925 IGI = Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d’Italia, 6 v., Roma 1943-81 S. Ambr. = Milano, Archivio e biblioteca di S. Ambrogio Triv. = Milano, Biblioteca Trivulziana 1 S. ROSSI MINUTELLI, Casola (De Casolis), Pietro, in DBI, XXI, Roma 1978, 375; M. NAVONI, Casola, Pietro (1427c.-1507), in Diz. della Chiesa Ambr., II, Milano 1988, 733-34; M. NAVONI, Casola, Pietro (1427c.-1507), in Diz. di liturgia ambr., Milano 1996, 131-32. L’anno di nascita può essere fissato sulla base di una notizia riguardante la data di morte, 6 novembre 1507, e nella quale si indica l’età del Casola (80 anni) a quell’epoca: E. MOTTA, Morti in Milano dal 1452 al 1552, «Arch. st. lomb.», s. II, 18 (1891), 273.

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edizioni precedenti e, almeno in parte, con i Breviari e Manuali ambrosiani manoscritti. Il confronto permetterà di isolare alcuni punti problematici, offrire nuovi dati e indicare ulteriori piste di ricerca.

Il Breviarium ambrosianum edito da Casola uscì dai torchi di Antonio Zarotto il 1 aprile 1490, quarta edizione del Breviario milanese nell’arco di soli tre lustri (IGI 2067; GW 5251). La capitale del Ducato sforzesco deteneva del resto un primato nel settore: lo stesso Zarotto aveva realizzato nel 1474 il primo Messale romano stampato in Italia (IGI 6586)2 e l’anno successivo il primo Messale ambrosiano (IGI 6542)3. I due Messali dovettero riscuotere un discreto successo, poiché nello stesso 1475 Valdarfer diede alle stampe la prima edizione del Breviario ambrosiano4, seguita ben presto da una seconda, intorno al 14775, e da una terza, curata da un collega di Casola, l’ordinario della Cattedrale Gentilino Del Maino6, nel 14877.

Pietro Casola, offrendo il risultato delle proprie fatiche all’arcivescovo Guidantonio Arcimboldi8, informa che la sua edizione apparve nonostante fossero ancora in

2 C. SANTORO, Gli inizi dell’arte della stampa a Milano, in Storia di Milano, VII, Milano, Fondazione Treccani degli Alfieri, 1956, 877; T. ROGLEDI MANNI, La tipografia a Milano nel XV secolo, Firenze 1980 (Biblioteca di bibliografia italiana, 90), scheda 670. Per la prima edizione di Messale Romano si veda F. CABROL, Missel Romain, in Dict. d’archéologie chrét. et de liturgie, 11/2, Paris 1933, 1486. H. BOHATTA-

W. H. WEALE, Catalogus missalium ritus latini ab a. 1474 impressorum, Stuttgart 1990 (Rist. dell’ed. 1928), 147-48 segnala anche 12 messali del XV secolo, di datazione non meglio precisata, ai ni 840-851. 3 SANTORO, Gli inizi, 877; ROGLEDI MANNI, La tipografia a Milano, scheda 660; A. GANDA, La prima edizione del Messale ambrosiano (1475): motivi pastorali e aspetti commerciali, «La Bibliofilia», 83 (1981), 97-112. 4 Milano, Christoph Valdarfer, 1 XII 1475 (IGI 2065; GW 5249). 5 [Milano, circa 1477, senza note tipografiche]: è accolta la proposta di datazione avanzata da The illustrated Incunabula Short-Title Catalogue on CD-rom, London 19982. E’ noto un solo esemplare di questa edizione, conservato presso la Biblioteca del Capitolo Metropolitano di Milano: U. VALENTINI - G. B. MALUSARDI, Incunaboli e cinquecentine della Biblioteca Capitolare di Milano, Milano 1983 (Archivio ambrosiano, 48), 21, n° 19. 6 Gentilino Del Maino fu canonico di S. Ambrogio dal 4 maggio 1452 e divenne Ordinario della Metropolitana nel 1471 (la prima attestazione è del 21 febbraio). Nel 1484 risulta anche tra i canonici di S. Nazaro in Brolo (9 novembre): I Canonici delle principali collegiate in età sforzesca: Fonti e repertori per la storia milanese, a c. di G. CHITTOLINI - C. BELLONI, http://www.rm.unina.it/Rivista1/canonici «Reti medievali», I (2000), alla voce Maino del, Gentilino. Morì dopo il 19 luglio 1499, data in cui risulta ancora attestato tra i canonici di S. Ambrogio, e prima del 26 settembre 1500, quando Pietro de Borronis venne eletto suo successore nella cappellania dell’altare di S. Maria nella Basilica di S. Ambrogio: C. KUBLER, Ricerche sul capitolo della chiesa di S. Ambrogio maggiore nel XV sec., tesi di laurea, Milano, Università degli Studi, a.a. 1992-1993, relatore prof. G. Chittolini, 405-07, documenti n° 201 e 203; C. CASTIGLIONI, Gli Ordinari della Metropolitana attraverso i secoli, in Memorie storiche della diocesi di Milano, I, Milano 1954, 35 ricordava il Del Maino solamente all’anno 1475, indicando come data di morte il 1507. 7 Milano, [Jacopo Sannazaro della Riva], 17 XII 1487 (IGI 2066; GW 5250). Il colophon dell’incunabolo porta l’indicazione del luogo di stampa (in canonica divi Ambrosii), ma non il nome dello stampatore. Sulla scorta del carattere impiegato, usato precedentemente a Venezia da Andrea Torresani, i compilatori del Gesamtkatalog der Wiegendrucke, V, col. 184-85, n° 5250 formularono due ipotesi: la stampa poteva essere avvenuta a Milano ad opera di un incaricato del Torresani, oppure a Venezia, con il controllo di un ecclesiastico milanese e con l’apposizione di un colophon fittizio. Il Ganda, grazie al ritrovamento del contratto per la stampa del Breviario in questione, è in grado di precisare che lo stampatore fu Iacopo Sannazaro della Riva, residente in Voghera. Egli lavorò nella canonica di S. Ambrogio, utilizzando caratteri acquistati dal Torresani. Il testo del contratto (ASMi, Not. Capitani Antonio q. Cristoforo Elia, filza 1948) è pubblicato in appendice a A. GANDA, Iacopo Sannazaro della Riva stampatore di un breviario ambrosiano del 1487 (IGI 2066-A; GW 5250), «La Bibliofilia», 88 (1986), 117-30. 8 Si veda la lettera posta all’inizio del volume: Breviarium ambrosianum, Milano, Zarotto, 1490 (nelle citazioni successive Breviarium ambrosianum 1490), f. VIIr-v; il testo è edito in E. CATTANEO, Il Breviario ambrosiano. Note storiche ed illustrative, Milano 1945, 298-99. Sull’arcivescovo Arcimboldi: C. MARCORA,

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circolazione esemplari delle edizioni precedenti e, certo di attirare critiche, si sente in dovere di giustificare la propria impresa. Egli vanta innanzitutto una competenza in materia superiore rispetto a quella degli editori precedenti, alcuni tra i quali non furono neppure chierici9. Dichiara poi di essersi prefisso un obiettivo diverso: i suoi predecessori sembrano aver pensato soltanto a chi era costretto a viaggiare, realizzando Breviari di formato ridotto e stampati a caratteri piccolissimi10. E’ invece suo proposito provvedere anche a coloro che devono sopportare, oltre alla fatica legata alla preghiera, i disagi dovuti all’età e ad una vista non più perfetta, aiutandoli con un volume che possa essere letto senza difficoltà. Il Breviario da lui dato alle stampe è infatti un libro di grande formato, l’unico in folio nella storia del Breviario ambrosiano a stampa11. Alcuni tra gli esemplari conservati sono stampati su pergamena e decorati con miniature o iniziali dipinte, come gli incunaboli 2002 e 2025 della Biblioteca Ambrosiana12 e l’esemplare donato dal Casola alla Biblioteca di S. Ambrogio nel 1501, ornato del suo stemma13. Altri sono invece stampati Due fratelli arcivescovi di Milano: il Card. Giovanni (1484-1488) e Guidantonio Arcimboldi (1488-1497), in Memorie storiche della diocesi di Milano, IV, Milano 1957, 288-467; N. RAPONI, Arcimboldi, Guidantonio, in DBI, III, Roma 1961, 777-79 e A. MAJO, Arcimboldi, Guidantonio († 1497), in Diz. della Chiesa Ambr., I, Milano 1987, 244-45. 9 Breviarium ambrosianum 1490, f. VIIr, lin. 19-22; CATTANEO, Il Breviario, 298, lin. 21-24. I curatori delle edizioni precedenti, eccetto Gentilino Del Maino, responsabile dell’edizione apparsa nel 1487, non sono noti. 10 E’ probabile che con questa osservazione il Casola avesse di mira proprio il Breviario curato da Del Maino nel 1487 (IGI 2066, GW 5250). Egli lamenta infatti una stampa che risulta fastidiosa «nec ob gracilitatem modo figurarum, sed quod et dimidiate plerumque littere sunt, dum nimie brevitati studetur, et non ad plenum impacte atque ipsa costipatione interdum ita confuse, ut vix a clarissimis oculis discernantur»: Breviarium ambrosianum 1490, f. VIIr, lin. 13-16; CATTANEO, Il Breviario, 298, lin. 14-17. Tale critica non può essere mossa alla stampa del 1475, ancora apprezzabile per chiarezza, mentre decisamente più faticosa risulta la lettura del Breviario del 1487, impresso minutissimis notulis: Breviarium ambrosianum 1490, f. VIIr, lin. 11; CATTANEO, Il Breviario, 298, lin. 12. 11 Prima del 1490 si contano invece 5 edizioni in folio di Breviario Romano (GW 5101, 5102, 5104, 5106, 5107), escludendo i Breviari stampati per diocesi particolari. Cattaneo pensò che l’edizione curata da Casola fosse destinata, per le sue dimensioni, all’uso corale: CATTANEO, Il Breviario, 64. 12 L’esemplare Inc. 2002 presenta un’elegante decorazione a filetti su tutte le iniziali delle orazioni e delle letture, mentre la seconda lettera di ogni testo è ornata in inchiostro giallo. Gli spazi che dovevano ospitare miniature sono invece rimasti bianchi. Il volume appartenne alla Cattedrale milanese, come risulta da due note di possesso successive apposte forse dalla stessa mano sul verso del secondo foglio di guardia posteriore, entrambe erase e leggibili con l’ausilio della lampada di Wood: «Hic liber est ecclesie maioris <Me>diolani», «Hic liber est ecclesie maioris». Molto interessante appare l’ornamentazione dell’esemplare Inc. 2025, completo delle miniature, in genere ben conservate. L’incunabolo è inoltre ornato a f. 2v da uno stemma a bucranio, partito di due e troncato di due, con cuore, angoli del cuore e della punta in oro, capo, punta e fianchi in verde. Lo stemma è inserito in un medaglione e accompagnato dalle iniziali M C. Più avanti, a f. 139r, lo stesso stemma è inserito in una corona d’alloro ed è accompagnato dalle iniziali M CV. I colori dello stemma coincidono con quelli dell’arma della famiglia Cusani: V. SPRETI, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, II, Milano 1928-36, 592-93. Il volume poté forse appartenere a Modesto de Cusano, ordinario della Cattedrale dal 24 gennaio 1485, poi primicerio: I canonici delle principali collegiate, alla voce Cusano de, Modesto. Si veda anche CASTIGLIONI, Gli Ordinari, 35. Anche l’esemplare Inc. 2025 presenta una scritta erasa, illeggibile, sul primo foglio del Calendario. 13 Per lo stemma di Casola si veda tavola I. L’incunabolo S. Ambr. XV/3 (9), miniato, si conclude con l’aggiunta di un bifoglio su cui sono stati trascritti, forse dallo stesso Casola, gli incipit dei canti della messa per le festività (mancano il Natale e la Dedicazione), le domeniche dell’anno liturgico e le ferie in albis. Al termine del bifoglio si trova una rubrica che recita: «Hoc manuale donatum fuit sacrastie ecclesie Sancti Ambrosii maioris Mediolani pro usu dominorum prepositi et canonicorum prefate ecclesie, anno Domini Mileximo quingenteximo et uno, ac die sextodecimo mensis iunii, presidentibus Sancte Romane Ecclesie Alexandro huius nomini sexto et Mediolanensis Ecclesie Ypolito Estense presulibus, ac regnante Francorum regem et Mediolani duce Lodavico, per Petrum de Casolis prefate Mediolanensis Ecclesie Cardinalem». Il termine Manuale per indicare il Breviario può apparire singolare: in questo caso la denominazione può essere giustificata dall’aggiunta di brani per la Messa. Non si tratta tuttavia di un caso isolato. Il titolo Manuale

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su carta, come le tre copie conservate presso la Biblioteca del Capitolo Metropolitano di Milano e l’incunabolo Ambr. R 457.

Naturalmente l’importanza dell’edizione non risiede nella sua veste tipografica, per quanto curata, ma in alcune innovazioni introdotte dal revisore, che segnano uno stacco netto rispetto alle edizioni precedenti. Già Cattaneo aveva richiamato l’attenzione sul lavoro condotto da Casola, ricordando che nel Breviario del 1490 compare per la prima volta un corpus di rubriche in cui si rispecchia, nella sostanza, la tradizione conservata in Duomo, e che le lezioni vi sono segnate secondo l’autentica tradizione ambrosiana14. Lo stesso canonico sembra ben consapevole del valore della propria revisione, come testimoniano alcune preziose informazioni contenute nella lettera all’arcivescovo Arcimboldi posta all’inizio del volume15:

Quamquam ego ad huius operis castigationem non mea solius industria aut iudicio contentus

fui, sed, collectis undique antiquissimis codicibus indubitate fidei quotquot reperire potui, et eos maxime qui in ecclesia cathedrali, ipsa antiquitate venerabiles velut archetypi, reservantur, qui non modo integram incorruptamque hanc orandi institutionem, sed rationem quoque cerimoniarum quantum ad id pertinet et quid quibus temporibus quibusque modis dicendum sit docent, adhibitis praeterea sepe in consilium venerabilibus sacerdotibus, quorum doctrina et continuus in re divina usus cunctis exploratum erat, quanta potui cura et diligentia correxi16. Consapevole dello stato di confusione che regnava nella prassi liturgica della Chiesa milanese, acuita dalla mancanza di norme precise all’interno dei libri liturgici e dall’ignoranza del clero, il Casola si assunse la responsabilità di uno studio accurato, volto a ricondurre i testi liturgici alla loro autentica lezione e a stilare una serie di istruzioni che regolassero in modo preciso la celebrazione dell’ufficio. Il problema non era nuovo, ma Casola sembra affrontare l’impresa con particolare acume critico: prima di procedere alla correzione si preoccupò infatti di consultare manoscritti nei quali era possibile trovare non solo i testi delle celebrazioni, ma anche le norme che le regolavano. L’impiego di codici definiti antichi e di indubbia fede, pur con le riserve d’obbligo nei confronti di tale terminologia, lascia intuire un metodo basato sulla valutazione e collazione dei testimoni e la preferenza attribuita ai manoscritti della Cattedrale è sintomo della consapevolezza che la provenienza dei testimoni non è un dato trascurabile per un corretto giudizio sugli stessi. Casola non dimentica tuttavia che la liturgia è viva nella prassi, e fa quindi tesoro anche dell’opinione autorevole di altri sacerdoti. Pur riconoscendo i propri limiti, professa con fermezza il proprio impegno per restituire la lezione genuina dell’ufficio divino, affinché la liturgia ambrosiana non sia più fatta oggetto di scherno:

Non igitur mihi arrogo que supra vires meas sunt, sed ingenue fateor nulli me labori, nulli

solicitudini ut ad veritatem accederem pepercisse. Quin etiam amicorum omnium quos ad id arbitratus sum idoneos ingenium, doctrinam, studium exercui, libros eorum evolvi, sententiam requisivi, nihil apposui, nihil resecavi, nihil immutavi nisi ex eorum sententia et antiquorum

compare ancora nel colophon delle edizioni apparse nel 1508 e 1557 e nell’intestazione di quella del 1549. Questo dimostra che la distinzione fra i due libri, per la quale si veda il par. 2, non era percepita con chiarezza nella Chiesa milanese. Una sintetica descrizione del frontespizio dell’incunabolo XV/3 (9) è offerta da G. NICODEMI, I codici miniati dell’archivio Santambrosiano, «Rassegna d’arte», n.s., I (1914), 95. ARGELATI, Bibliotheca, I/2, 335, n° II ricorda due esemplari stampati su pergamena, uno dei quali si trovava nella sacrestia della Cattedrale, l’altro nella Biblioteca Ambrosiana. E’ possibile che il primo sia da identificare con l’Ambr. Inc. 2002 e il secondo con l’Ambr. Inc. 2025. 14 CATTANEO, Il Breviario, 64-65. 15 Breviarium ambrosianum 1490, f. VIIr-v; CATTANEO, Il Breviario, 298-99. 16 Breviarium ambrosianum 1490 f. VIIr, lin. 22-29; CATTANEO, Il Breviario, 298, lin. 24-33.

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voluminum fide, nihil denique pretermisi ut ad veram lectionem redderetur, ne hec orandi institutio que alioquin probatissima est, ista confusione, id quod sepe factum est, rideatur17.

Il confronto con le edizioni precedenti del Breviario ambrosiano dimostra che non si

trattò di una semplice dichiarazione di intenti. Pietro Casola operò talvolta scelte differenti rispetto a quelle compiute dai suoi predecessori: il suo Breviarium presenta innanzitutto una struttura diversa rispetto agli esemplari stampati prima del 1490, è provvisto di istruzioni riguardanti il modo in cui devono essere condotte le celebrazioni a seconda del giorno liturgico, presenta un considerevole ridimensionamento del Santorale, soprattutto rispetto all’edizione curata da Del Maino (1487), rivela una diversa scelta dei brani da recitare nei singoli uffici e, soprattutto, propone per la prima volta un ciclo completo di letture bibliche per ogni giorno feriale. Nei paragrafi che seguono, dopo aver fornito la descrizione bibliografica dell’edizione, esamineremo in dettaglio ognuno di questi aspetti.

Breviarium ambrosianum. Milano, Antonius Zarotus, Kal. Apr. [1 Aprile] 1490, 2°. Ed. Petrus Casola18. 320 fogli. Segnature: a8 a8-z8 (et)8 (cum)8 (-rum)8 A8-I8 k8 L8 L6 A10. Numerato: [8] I-CCCII [10]. 2 colonne di 43 linee. Carattere 4:110G. Stampato in nero e rosso. F. Ir, con segnatura a: Prima dies nona fit iani scorpius hora ║... lin. 4, rosso: Ianuarius habet dies xxxi. luna xxx. ... f. VIIr: Dignissimo atque omni reuerentia uenerando Pape. Guidoni Antonio. ║Archimboldo Mediolanensi Archiepiscopo. Petrus casola Mediolanensis ecclesie. Cano║nicus ordinarius indignus s. d. ║ ... lin. 9: ... Nam primum quidem ego ║ atque hi qui ante me Impresserunt diuersa spectauimus. Illi enim so║lum iter agentibus consuluisse uidentur: qui minutissimis notulis et uolumine admodum ║ breui ... imprimi curauerunt: quod ... ║ ... ebetioribus certe oculis incommodum est. ... lin. 16: ... Nos caliganti etiam etati prouidimus. ... f. VIII bianco. F. 1r α con segn. a, rosso: In nomine sancte ║ et indiuidue ║ trinitatis ║ Incipit offi║tium dicendum ║ per totum an║num: iuxta insti║tutionem sanctissi║mi doctoris ║ et patris no║stri Ambrosii. Et quia breuiarium si║ue manualle secundum institutionem predi║ctam: inchoatur in uigiliis sancti Martini: ║ideo primo ponetur ordo uesperorum ║ ... F. 2v α, lin. 37, rosso: Nunc sequitur manuale: ad laudem domini ║ nostri iesu christi. et primo in uigiliis sancti ║ martini episcopi turonensis. ad ue║sperum lucernarium. Nero: Lux orta est. ... lin. 43, rosso: ... Hymnus. ║ β lin. 1, nero: [8]Ellator armis ║ inclitus: Marti║nus actu nobi║lis: ... Termina a f. 302r β, lin. 34: ... Da ut ║ cuius dulci commemoratione letamur: ║ eius pia intercessione ab instantibus malis ║ et a morte perpetua liberemur. Per ║ eundem christum dominum nostrum. rosso: R. Nero: Amen. ║ Rosso: FINIS. ║ F. 303r α, con segn. A: [2]Ic ad maiorem deuocionem promouenda: ponitur speculum matu║tinalis offitii: Iuxta morem beatissi║mi Ambrosii. Et ne careat auctori║tate: editum fuit a beato Theodoro ec║clesie Mediolanensis presule Matuti║num igitur ut supra sepe dictum est: Incipi║tur a uersu. Deus in adiutorium meum ║ intende ... Termina a f. 310v α, lin. 23: ... de quo ║ Iohannes in apocalipsi sua dicit. ║ Quatuor animalia requiem non ha║bent dicentia sedentis super thronum. ║Sanctus et cetera. ║FINIS. ║Hoc opus impressum fuit in Ciuita║te Inclyta Mediolani: Per An║tonium Zarotum Parmensem: ║Anno salutis christianorum. M.CCCC║LXXXX: In Kalendis Aprilis ║ Sub Illustrissimo Principe Ioan║ne Galeazio: Duce Mediolani: ║ Sexto: foelicissimo. ║Deo Gratias Amen. ║F. 311 e f. 312 bianchi.

17 Breviarium ambrosianum 1490, f. VIIv, lin. 1-7; CATTANEO, Il Breviario, 299, lin. 49-57. 18 La descrizione bibliografica segue lo schema proposto da GW con alcune correzioni, relative al contenuto del Breviario: la dicitura Epistolarium p. ann. indicata da GW è stata distinta in Horae minores ed Epistolellae per annum; Proprium de tempore aestivum e Proprium Sanctorum aestivum sono stati separati e sono state elencate le parti che seguono quest’ultimo. Si è preferito inoltre indicare i fogli seguendo la numerazione apposta negli incunaboli: i fogli iniziali, non numerati, sono stati provvisti di numerazione in cifre romane, mentre per i fogli seguenti, numerati in cifre romane, si è indicato, per comodità, il numero in cifre arabe. GW indica invece il numero effettivo del foglio, senza tener conto della numerazione stampata.

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Contenuto: F. Ir: Kalendarium - VIIr: Epistola Guidantonio Archimboldo - 1r: Rubricae - 2v: Proprium Sanctorum et Proprium de Tempore hiemale19 - 111 r: Commune dominicarum et feriarum - 120r Horae minores - 124v: Epistolellae per annum - 133r: Officium defunctorum - 135v: Officium parvum beatae Mariae Virginis - 137v: Benedictiones ad lectores - 139r: Psalterium-Hymnarium - 176v: Commune Sanctorum - 183r: Proprium de Tempore aestivum - 268v: Proprium Sanctorum aestivum - 297r: Orationes de novo additae - 300r: Hymni - 301v: Officium Transfigurationis- 302v: Pater noster, Ave Maria, Salve Regina- 303r: Speculum matutinalis officii ambrosiani. GW 5251, IGI 1490, Hain 3785 collocazione degli esemplari conosciuti20: MILANO, Archivio Storico Diocesano, Atti circa i sacri riti, sezione VII-B, volume 9 Bibl. Ambr., Inc. 2002 (perg.); Inc. 2025 (perg.); Inc. R 457 Bibl. Cap. Metrop., II.G.1.8; II.G.1.9; II.G.1.10 Bibl. Triv., Inc. A 9921 Bibl. S. Ambr., Inc. XV/3 (9) (perg.) MONZA, Bibl. Civica PARMA, Bibl. Palatina SAN DANIELE DEL FRIULI, Bibl. comunale

2. L’ORGANIZZAZIONE DELLE PARTI ALL’INTERNO DEL BREVIARIUM DEL 1490

Il Breviario è un libro complesso che risponde all’esigenza di riunire all’interno di un

unico volume tutti i testi necessari alla celebrazione dell’ufficio divino. Questi testi, originariamente raccolti in libri distinti22, furono organizzati in modi che possono differire in maniera più o meno consistente nelle varie tradizioni liturgiche23. In ambito ambrosiano i primi tentativi di raccolta danno origine ad un libro caratteristico della Chiesa milanese, il Manuale, che, se ci limitiamo a considerare il contenuto, differisce dal Breviario perché contiene, oltre ai testi per l’ufficio divino, anche i brani per la messa e le vigilie vespertine24.

19 I libri liturgici ambrosiani presentano una particolare organizzazione del Santorale e del Temporale, che si mantenne fino all’intervento di s. Carlo Borromeo. Si veda n. 26. 20 La collocazione degli esemplari conservati è desunta da The illustrated ISTC on CD-rom (2nd edition). Ove possibile è stata indicata anche la segnatura degli stessi. 21 Per l’incunabolo Inc. A 99 della Biblioteca Trivuziana si veda: Milano e gli Sforza: Gian Galeazzo Maria e Ludovico il Moro (1476-1499): mostra documentaria e iconografica in occasione del Convegno internazionale «Milano nell’età di Ludovico il Moro». Biblioteca Trivulziana - Castello Sforzesco. Milano, 28 febbraio - 20 marzo 1983, a c. di G. BOLOGNA, Milano 1983, 111. 22 Per una descrizione sintetica dei diversi libri liturgici destinati alla celebrazione dell’ufficio: G. BAROFFIO, I manoscritti liturgici, in Guida a una descrizione uniforme dei manoscritti e al loro censimento, a c. di V. JEMOLO- M. MORELLI, Roma 1990, 160-65. 23 La persistenza delle diverse tradizioni è testimoniata anche dalle edizioni a stampa di Breviari diocesani: E. PALAZZO, Histoire des livres liturgiques. Le Moyen Age. Des origines au XIIIe siècle, Paris 1993, 183. Si osservino come esempio le descrizioni date da GW, V, 177-527. 24 Magistretti definisce il Manuale «omnium librorum liturgiae nostrae index et quodammodo compendium» e osserva che lo stesso titolo attribuito a questo libro suggerisce uno strumento che doveva essere sempre tenuto a portata di mano, sia nelle celebrazioni pubbliche sia in quelle private: Manuale ambrosianum, ex codice saec. XI olim in usum canonicae vallis Travaliae, ed. M. MAGISTRETTI, I, Mediolani 1904 (Monumenta veteris liturgiae ambrosianae, 2), 1 e 9. Il Manuale, proprio perché compendio di tutti i libri liturgici ambrosiani, può essere considerato l’antecedente del Breviario vero e proprio. Per le vigilie vespertine: M. MAGISTRETTI, De ordine antiquae psalmodiae ambrosianae, in Manuale ambrosianum I, 41-

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I primi Manuali - l’esempio completo più antico è dato dal Manuale di Valtravaglia, sec. XI25 - presentano una disposizione delle parti che potremmo definire «a blocchi paralleli»: aprono il volume Salterio e Calendario, seguiti dal ciclo completo dell’anno liturgico, nel quale si alternano Proprio dei Santi e Proprio del tempo dalla festa di s. Martino (11.XI) alla festa dei ss. Vitale e Agricola (4.XI)26. I formulari comuni per le feste di santi sono posti subito dopo, prima del Comune delle domeniche e del Proprio delle domeniche post Pentecosten. La serie delle domeniche dopo la Pentecoste è seguita dal Comune delle ferie, dai testi per le ore minori e dalle epistolelle. Ogni giorno liturgico presenta nell’ordine i testi per le ore di Vespro, Vigilia, Mattutino e Messa, seguita, ove previsto, dai Secondi Vespri. All’interno di ciascuna ora i brani sono indicati in successione, in forma completa nel caso di testi propri non reperibili altrove, in forma abbreviata, cioè tramite il solo incipit, in caso contrario.

La stessa modalità di organizzazione del materiale è ripresa, con alcune variazioni, anche nei Manuali di epoca successiva e nei primi Breviari manoscritti veri e propri, che apparvero solamente nel XV secolo27. In genere il Calendario viene posto all’inizio del volume ed è seguito da Salterio e Innario. I singoli esemplari presentano poi differenze più o meno marcate, che interessano per lo più la disposizione delle domeniche post Pentecosten e del Comune del Tempo e dei Santi28: il Comune dei santi precede sempre il 47 e C. ALZATI, Ambrosianum mysterium. La chiesa di Milano e la sua tradizione liturgica, Milano 2000 (Archivio ambrosiano, 81), 120-21. 25 Per la descrizione del manoscritto: Manuale ambrosianum, I, 11-16. Si vedano inoltre Saggio di bibliografia del rito ambrosiano, in P. BORELLA - E. CATTANEO - E. VILLA, Questioni e bibliografia ambrosiane, Milano 1950 (Archivio ambrosiano, 2), n° 570; M. HUGLO - L. AUGUSTONI - E. CARDINE - E. T. MONETA CAGLIO, Fonti e paleografia del canto ambrosiano, Milano 1956 (Archivio ambrosiano, 7), 8, n° 7; D. H. TURNER, The Prayer-Book of Archbishop Arnulf II of Milan, «Revue bénédectine», 70 (1960), 364; F. DELL’ORO, Il sacramentario di Ariberto, «Ephemerides liturgicae», 74 (1960), 8; K. GAMBER, Codices liturgici latini antiquiores, Freiburg 19682, n° 582 e Supplementum, Freiburg 1988, n° 582; R. AMIET, La tradition manuscrite du Manuel ambrosien, «Scriptorium», 49 (1995), 139, n° 13; G. BAROFFIO, Iter Liturgicum Italicum, Padova 1999, 134, G. BAROFFIO, Iter liturgicum ambrosianum. Inventario sommario di libri liturgici ambrosiani, «Aevum», 74 (2000), 596. 26 L’alternanza tra Proprio dei Santi e Proprio del Tempo è caratteristica di tutti i libri liturgici ambrosiani apparsi prima delle riforme promosse da s. Carlo: la pars hiemalis ha inizio con il Santorale invernale, da s. Martino (11.XI) a s. Tommaso apostolo (21.XII), seguito dal Proprio del Tempo dal I sabato di Avvento alla V domenica dopo l’Epifania; si prosegue con il Proprio dei Santi dalla festa dei ss. Sebastiano e Solutore (20.I) fino a s. Gregorio (12.III) e con il Proprio del Tempo dalla Settuagesima al Sabato santo. Con il Sabato santo ha termine la pars hiemalis, mentre l’ufficio di Pasqua apre la pars aestiva: in genere il Proprio del Tempo prosegue fino alla Pentecoste, o in codici più recenti fino al Corpus Domini; segue il ciclo completo del Santorale estivo e la serie delle domeniche dopo Pentecoste. 27 Il primo manoscritto datato che porti il titolo Breviarium è il codice Cap. Metrop. II.D.5.16 (olim D.3.6), compilato entro il 18 febbraio 1430 da frate «Marchus de Arnoldis»: A. RICAGNI, Breviari ambrosiani miniati (sec. XIV-XV), tesi di laurea, Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, a.a. 1987-88, relatore prof. M. Ferrari, 73-89, d’ora in poi RICAGNI (tesi); AMIET, La tradition, 140, n° 17 (con la vecchia segnatura D.3.6); BAROFFIO, Iter liturgicum italicum, 34 (con la vecchia segnatura D.3.6); BAROFFIO, Iter liturgicum ambrosianum, 596. 28 Le considerazioni esposte sono desunte dall’esame dei seguenti Manuali: BUSTO ARSIZIO, Bibl. Capitolare di S. Giovanni Battista, M.I.6 (sec. XIII), MILANO, Ambr. A 1 inf. (sec. XII), A 246 suss. (sec. XI), C 23 inf. (ante 1336), G 1 sup. (sec. XV, Breviario), G 41 sup. (sec. XV), I 27 sup. (sec. XII), I 55 sup. (sec. XI), L 20 sup. (sec. XV, Breviario), T 103 sup. (sec. XI), X 22 sup. (sec. XIV), Y 18 sup. (sec. XV), + 56 sup. (sec. XV), Trotti 414 (sec. X-XI), Braid. AG.XII.4 (sec. XV), Cap. Metrop. II.D.2.28 (1269), II.D.2.30 (sec. XI), II.D.3.6 (olim D.2.36, sec. XV), II.D.5.15 (olim D.3.8, ante 1446, Breviario), II.D.5.16 (olim D.3.6, ante 1430, Breviario), II.D.5.18 (olim D.3.7, sec. XV), II.E.3.31 (olim E.1.1, post 1457, Breviario), Triv. 457 (ante 1446, Breviario), 546 (sec. XIV), 2262 (sec. XIV), SOLESMES, Abbaye St.-Pierre, Réserve 47 (sec. XI, proveniente da Milano, S. Ambrogio).

Abbiamo escluso dal presente studio alcuni manoscritti citati dalla bibliografia disponibile, perché il loro esame ha permesso di stabilire che non si trattava né di Manuali né di Breviari ambrosiani: BESANÇON, Bibl.

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Comune del Tempo, mentre decisamente variabile è la posizione del Comune per le ore minori e delle Epistolelle. Queste differenze possono essere legate alla dipendenza da modelli diversi, che rimangono sconosciuti,29 oppure essere il risultato di un adattamento a esigenze particolari30, e confermano la mancanza di una normativa comune di carattere istituzionale, che si riflette anche nelle prime edizioni a stampa, tutte legate all’iniziativa privata dei curatori.

Le prime tre edizioni a stampa del Breviario ambrosiano (1475, 1477 ca, 1487) ripropongono una disposizione delle parti che ricalca il modello offerto dal Manuale di Vatravaglia. Pietro Casola elabora invece una soluzione diversa: Salterio e Innario vengono inseriti al centro del volume, che si apre, dopo il Calendario, con la pars hyemalis (Santorale e Temporale), seguita dal commune dominicorum31 et feriarum; la seconda parte del volume, dopo l’Innario, è occupata dal Comune dei santi, seguito in chiusura dalla pars aestiva (Proprio del tempo e Proprio dei santi separati). Al centro del volume, dopo il Comune delle ferie, troviamo anche i formulari per le ore minori, le epistolelle, l’ufficio per i defunti, l’ufficio quotidiano per la beata vergine Maria e le benedizioni ai lettori. Le diverse sezioni del Breviario appaiono quindi disposte simmetricamente intorno al nucleo costituito da Salterio e Innario, nel quale si trovano i testi che costituiscono l’ossatura dell’ufficio32. Il motivo di questa scelta editoriale è dichiarato dallo stesso Casola in una rubrica di f. 111r, che segue l’ufficio del sabato santo:

Nunc, pro commoditate dicentium officium, dimittetur offitium estivi temporis et ponetur post

psalterium, sed pro continuatione operis incepti ponetur offitium commune dominicorum et aliarum feriarum communium.

La parte centrale del volume contiene infatti tutti i testi che venivano usati

quotidianamente, o più spesso rispetto ad altri, e si rivela perciò particolarmente funzionale. E’ probabile che su questa abbia influito l’esempio offerto dai Messali, nei quali l’ordinarium missae è in genere posto prima della serie delle domeniche post Pentecosten. La separazione netta tra pars hyemalis e pars aestiva, posta in corrispondenza dell’ufficio per il Sabato santo, riecheggia d’altra parte una scansione dell’anno liturgico strettamente legata alla tradizione ambrosiana tramite il rito della transmigratio33.

Municipale 58, BUSTO ARSIZIO, Bibl. S. Giovanni M.2.11; MILANO, Bibl. Ambr. A 109 sup., A 189 inf., I 152 inf. (Beroldus), M 25 sup., Y 10 sup., Y 17 sup.; MILANO, Bibl. S. Ambr., M 25, M 26, M 53; MILANO, Bibl. Cap. Metrop., II.E.3.8; MILANO, Bibl. Naz. Braid., AD.XII.22. Non abbiamo inoltre considerato i manoscritti per i quali le descrizioni pubblicate non fornivano informazioni sufficienti: CAMBRIDGE, Fitzwilliam Museum 351; CITTÀ DEL VATICANO, Bibl. Apost. Vaticana, Borg. Lat. 212, COMO, Bibl. Comunale, 1.1.7; LONDON, British Library, Egerton 2865. Il codice MILANO, Bibl. Naz. Braid., AG.XI.1.4 (BAROFFIO, Iter liturgicum ambrosianum, 588) non esiste: si tratta probabilmente di un errore di lettura per AG.XII.4. 29 Il numero dei Manuali e Breviari ambrosiani conservati, come emerge anche dall’elenco fornito nella nota precedente, è molto esiguo. Inoltre, le vicende legate alla storia dei singoli manoscritti rimangono in gran parte sconosciute, rendendo molto difficile, se non impossibile, tentare di riconoscere eventuali legami di parentela tra gli stessi. 30 Citiamo come esempi il Manuale Cap. Metrop. II.D.3.6 (olim D.2.36) e il Breviario Cap. Metrop. II.E.3.31 (olim E.1.1), per i quali è possibile ipotizzare che le scelte riguardanti la disposizione del materiale fossero influenzate dai committenti: il primo appartenne a Francesco della Croce, e forse fu realizzato seguendo sue indicazioni, e anche il manoscritto II.E.3.31 sembra destinato ad uso privato. 31 Così nel Breviarium del 1490. 32 Le differenze nella disposizione delle parti che intercorrono tra l’edizione di Casola e i Breviari precedenti sono esemplificate nella Tabella 1, posta al termine del paragrafo. 33 Per il rito della transmigratio, che segnava il passaggio dalla Cattedrale iemale alla Cattedrale estiva e viceversa, si veda: P. F. FUMAGALLI, Arca (processione), in Diz. di liturgia ambr., Milano 1996, 44-46 e P.

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Tabella 1 - Struttura del Breviario Ambrosiano tra manoscritti e incunaboli

Manuale di Valtravaglia Struttura dei Breviari

ambrosiani del 1475, ca 1477 e

1487

Struttura del Breviario

ambrosiano di Casola

Psalterium Kalendarium Kalendarium Epistola Petri Casolae

Guidantonio Archimboldo Ordo vesperorum et

matutinorum Kalendarium Psalterium Hymnarium Pars hiemalis Pars hiemalis Pars hiemalis Officium dominicale

commune Commune feriarum Modus dicendi alias quinque

horas canonicas [I-III-VI-IX- Completorium]

Epistolellae propriae per totum annum

Epistolellae de communi sanctorum

Officium mortuorum Officium Beatae Virginis

Mariae Benedictiones que dantur per

totum annum ante lectiones Psalterium Hymnarium Commune sanctorum Proprium de Tempore aestivum

Proprium de Tempore aestivum

Proprium de Tempore aestivum

Proprium de sanctis aestivum

Proprium de sanctis aestivum

Proprium de sanctis aestivum

Commune sanctorum Commune sanctorum Commune dominicarum Commune dominicarum Proprium de Tempore aestivum (dominicae

post Pentecosten)

Proprium de Tempore aestivum (dominicae post

Pentecosten)

Commune feriarum Commune feriarum

Horae [I-III-VI-IX- Completorium]

Horae [I-III-VI-IX- Completorium]

Epistolellae Epistolellae Officium mortuorum Officium mortuorum

Orationes de novo additae

CARMASSI, Basiliche episcopali e ordinamento liturgico a Milano nei secoli XI-XIII tra continuità e trasformazioni, «Civiltà ambrosiana», 17 (2000), 268. Il rito è descritto in M. MAGISTRETTI, Beroldus sive Ecclesiae Ambrosianae Mediolanensis Kalendarium et ordines saec. XII, Milano 1894, 115, lin. 121-24 e p. 127.

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Hymni Officium Transfigurationis Pater noster. Ave Maria.

Salve Regina Speculum matutinalis officii

ambrosiani 3. LE RUBRICHE NEI PRIMI BREVIARI AMBROSIANI A STAMPA

Consultando diversi volumi a stampa e manoscritti per prepararsi alla sua opera di revisione, Casola osservò che in molti di essi non apparivano con chiarezza «nec ordo nec ratio Ambrosiani officii»34.

I Breviari editi nel 1475 e nel 1477 circa presentano in effetti una rubricazione abbastanza scarna. Essa si riduce per lo più a rinvii, secondo i quali un brano o le parti mancanti di un ufficio devono essere cercate in un determinato foglio, in un formulario comune (ad es. require in comuni confessorum, require in comuni dominicalium, require in sabbato feriato) oppure nell’ora liturgica precedente (require supra in Vespero). In alcuni casi si trovano indicazioni più estese, che illustrano il modo in cui devono essere recitate alcune parti dell’ufficio. Ad esempio nel Breviario del 1475 il Magnificat nell’ufficio di s. Martino è seguito dalla rubrica: «require in folio CXXXIX, in fine dicitur Gloria Patri, deinde dicitur Magnificat anima mea Dominum». Analoga è la rubrica che introduce la salmodia di Mattutino: «Deinde dicitur competens decuria; et si hoc festum occurrerit in sabbato, dicitur antiphona Gloriosus in sanctis, require in comuni unius apostoli. Sequitur canticum Cantemus Domino, require in folio CXXXIII; sequitur antiphona Beati qui scrutantur, psalmus Beati immaculati, et dicitur usque Ad Dominum cum tribularer sine Gloria Patri, require in folio CI». In modo simile è più avanti spiegato il modo in cui deve essere cantato il salmo Laudate Dominum: «Require in folio CXXIIII et antequam dicatur antiphona Iustitia eius dicitur capitulum Dispersit dedit pauperibus, iusticia eius manet in seculum seculi. Deinde dicitur antiphona Iusticia eius».

Alcuni uffici sono assunti come modello per le celebrazioni simili. L’Ufficio per s. Martino, che apre la pars hyemalis, è di esempio per tutte le celebrazioni in onore di santi, come indicano le rubriche che chiudono Vespro - «Nota quod iste modus in primis vesperis debet observari in omnibus vesperis nisi alia rubrica impediat»35- e Mattutino - «Nota quod iste modus predicti Matutini observatur quotienscumque fit Matutinum de aliquo festo, nisi alia rubrica impediat»36.

Troviamo infine alcune precisazioni di carattere normativo, relative a testi o celebrazioni particolari. Nel formulario della feria II de exceptato le litanie sono precedute dall’indicazione: «In letaniis que fiunt ante Natalem Domini et debent celebrari in diebus in quibus notatus est in Beroldo». I vespri sono poi seguiti dalla rubrica: «In hoc die et in aliis duobus sequentibus non dicitur responsorium in baptisterio, sed in duobus primis diebus finitur vesper cum XII Kyrie. In tertio vero finitur cum tribus Kyrie tantum»37.

34 Breviarium ambrosianum 1490, f. VIIr, lin. 31-32: CATTANEO, Il Breviario, 298, lin. 34-35. 35 Nei Breviari del 1477 ca e del 1487 troviamo la stessa indicazione in una formula leggermente diversa: «Nota quod iste modus in primis vesperis debet observari in omnibus vesperis nisi alia rubrica impediat». 36 Nei Breviari del 1477 ca e del 1487: «Nota quod iste modus predicti Matutini observatur quotienscumque fit de aliquo festo». 37 Simile è l’indicazione presente nel Breviario del 1477, mentre Del Maino adotta una formula più breve: «In istis duobus diebus finiuntur Vespera post orationem de Magnificat cum 12 Kyrie».

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Questo sistema non era sufficiente a dirimere ogni dubbio. Le rubriche erano poste in genere soltanto nel primo degli uffici che presentavano determinate particolarità, ma i casi ad esso affini non erano sempre provvisti di indicazioni o rinvii. In caso di difficoltà non si aveva a disposizione uno schema generale cui far riferimento. A questo si aggiunga il fatto che i primi Breviari a stampa, sull’esempio dei manoscritti, non riportavano nei formulari tutti i testi previsti per la celebrazione, ma solo quelli propri o che non potevano essere reperiti in altre parti del volume: in caso contrario il testo era indicato sinteticamente dall’incipit e doveva essere integrato a memoria o rintracciato in un altro Ufficio. Le parti fisse, come i saluti del celebrante, i Kyrie eleison, le orationes secretae (desunte quasi sempre dal Comune) venivano omesse del tutto. Questo sistema, che rispondeva ad ovvi criteri di economia, poteva funzionare solo in presenza di una tradizione solida, tramandata da un collegio canonicale o consegnata ad altre fonti di carattere normativo. Ove questi supporti fossero venuti a mancare, come nel caso della celebrazione individuale, la recita dell’ufficio poteva risultare non solo difficoltosa, ma addirittura incomprensibile, e dare luogo ad errori.

Gentilino Del Maino, nel Breviario del 1487, aveva cercato di porre rimedio a questa situazione, concentrando una serie di indicazioni di carattere generale a f. 54v38, prima del formulario proprio di s. Martino. Cattaneo non riconobbe tuttavia nel suo tentativo sufficiente chiarezza e fedeltà alla tradizione39. Quest’ultima considerazione può essere certamente condivisa: Del Maino fu probabilmente più coerente con gli usi e abusi del tempo che con l’autentica scientia ambrosiana. Ciononostante le sue indicazioni non sono del tutto oscure e sul giudizio di Cattaneo poté pesare il confronto con le rubriche casoliane, più ampie e particolareggiate. Le rubriche di Del Maino e di Pietro Casola sono differenti perché era diverso il modo in cui i loro Breviari erano organizzati e, di conseguenza, diverse erano le esigenze che i due editori si proponevano di soddisfare con le loro istruzioni. Gentilino Del Maino è estremamente sintetico. Egli si limita a fornire indicazioni generiche, ad esempio la necessità di ricorrere ai formulari comuni nel caso in cui sia necessario supplire parti mancanti nel proprio:

Et primo notandum est quod illa que carent in vesperis habentibus aliquid proprii suplenda sunt

de comuni sanctorum sive feriarum, prout occurret officium; in matutinis similiter ea que carent accipienda sunt que sunt proprii in vesperis, cetera supleantur prout dictum est de vesperis. (Breviarium ambrosianum 1487, f. 54v)

Alcuni testi vengono impiegati in diversi uffici o addirittura per tutta la durata di un

periodo liturgico. Essi vengono indicati solamente una volta e l’editore spiega in quale punto del Breviario bisogna cercarli:

Epistolele de Adventu, scilicet ad Tertiam, Sextam et Nonam, que per totum Adventum

dicuntur, et dicuntur etiam in solemnitatibus sanctorum, et eas require in prima dominica de Adventu, et canticum Attende celum. Epistolele que dicuntur in Quadragessima ad Tertiam, Sextam et Nonam posite sunt in primo die lune. Antiphonae, responsoria, orationes, capiteli et completoria tam in vesperis quam in matutinis et pro mortuis, quovismodo sint, reperies gradatim in singula feria ipsius prime ebdomode Quadragessime; que autem in aliis ebdomodis dicte Quadragessime deficiunt require omnia in simili feria prime ebdomode. (Breviarium ambrosianum 1487, f. 54v)

Seguono infine, indicazioni relative alle letture e al modo in cui devono essere utilizzati

i testi proposti:

38 Il testo della rubrica è edito in CATTANEO, Il Breviario, 63, par. 30, n. 2. 39 CATTANEO, Il Breviario, 63.

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Notandum etiam est quod per ebdomadas que occurrunt per Adventum posite sunt lectiones pro

tribus diebus, que supplere debent in diebus quibus fit offitium de sanctis qui non habent legendas proprias. Parimodo infra ebdomodas post Epiphaniam et Pentecosten sunt lectiones pro quatuor diebus que dicende sunt prout supra designatur. (Breviarium ambrosianum 1487, f. 54v)

Ulteriori istruzioni vengono fornite di tanto in tanto all’interno dei singoli formulari. Si

veda ad esempio l’inizio dell’ufficio di s. Martino, in cui vengono spiegati i riti di introduzione di Vespro e Mattutino:

Nota quod in principio cuiuslibet Vesperi et Matutini dicenda est secreta oratio dominicalis,

videlicet «Pater noster», Vers. «Dominus vobiscum». Resp. «Et cum spiritu tuo». Sed etiam advertendum est quod quando quis solus dicit officium loco «Dominus vobiscum» debet dicere «Domine exaudi orationem meam et clamor meus ad te perveniat». (Breviarium ambrosianum 1487, f. 54v)

Del Maino non si preoccupa di illustrare nei dettagli lo schema di ciascuna ora liturgica.

Egli preferisce aiutare colui che si apprestava a recitare l’ufficio non tramite un sistema di norme, ma fornendogli un volume in cui tutti i testi necessari sono disposti nell’ordine in cui devono essere utilizzati: «satius enim et utilius duxi ad perfectam huius officii cognitionem dirrectum et explicitum servasse tenorem verborum nihil distrahendo quoniam reddere opus perplexum et dubium multa necessaria pretermittendo». Si tratta certamente del sistema più semplice per fugare dubbi e, se il principio fosse rispettato scrupolosamente, norme illustrative sarebbero superflue. Tuttavia seguire questo criterio dovette presto rivelarsi problematico. Del Maino fu quindi costretto a derogare in parte al proprio assunto di partenza. Consideriamo a titolo di esempio ancora l’ufficio per s. Martino, che, secondo quanto indicato dalle rubriche poste al termine di vespro e mattutino, assume valore di modello per le altre celebrazioni del ciclo santorale: «Iste modus notatus in precedentibus Vesperis debet observari in omnibus Vesperis de sanctis, nisi alia rubrica impediat» e ancora «nota quod iste modus predicti Matutini observatur quotienscumque fit de aliquo festo». Questo formulario “tipo” presenta però alcune omissioni: mancano l’antifona in choro, le indicazioni per il salmo 116, il cantico Magnificat e i Kyrie che precedono l’orazione conclusiva dei Vespri, senza che al loro posto siano indicati require. La scelta operata da Gentilino Del Maino non appare quindi del tutto coerente.

Pietro Casola ricorre agli stessi espedienti adottati dai suoi predecessori, e li completa

con una rubrica introduttiva, posta prima dell’ufficio di s. Martino, nella quale espone in forma discorsiva il modo in cui devono essere condotte le diverse celebrazioni, indicando la successione dei testi da recitare nelle singole ore e spiegando, ove necessario, come dovevano essere eseguiti i brani40. Egli dedica particolare attenzione agli uffici di Vespro e Mattutino, esaminando i diversi casi che potevano verificarsi in relazione al giorno occorrente (feria, sabato, domenica o solennità del Signore, feste di santi), mentre per le ore di Prima, Terza, Sesta, Nona e Compieta, che presentano una struttura più stabile, rinvia alla sezione loro dedicata all’interno del volume (ff. 120r-124r). E’ indicato infine lo schema dei Vespri domenicali, in cui sono elencate le parti che compongono l’ufficio con i rispettivi incipit. Grazie alle sue indicazioni chi si accingeva alla recita dell’Ufficiatura quotidiana aveva a propria disposizione uno schema chiaro di riferimento al quale ricorrere

40 Il testo della rubrica è riportato in Appendice.

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nel caso di dubbi. Benché non sia esente da imprecisioni41, la rubrica stilata dal Casola è esemplare per chiarezza espositiva e viene additata dal Magistretti come sussidio indispensabile per la comprensione dell’Ufficio divino ambrosiano del tempo42. Le indicazioni fornite nei ff. 1r-2v vengono inoltre richiamate all’interno di Uffici che assumono la funzione di esempio43: l’ufficio comune della domenica (ff. 111r-114v), della feria II (ff. 114v-116r: lo schema si applica in questo caso a tutte le ferie) e l’ufficio comune unius martyris (ff. 177v-179v). In essi le istruzioni accompagnano i testi, riportati nella loro forma completa e rendono quindi disponibile uno schema “canonico” per l’Ufficiatura in ogni giorno dell’anno, al quale ricorrere come modello e dal quale attingere le parti mancanti nel Proprio del Tempo e dei Santi. In tal modo Casola non è costretto ad indicare nei formulari i testi fissi, come le formule di introduzione e conclusione delle singole ore liturgiche o versetti quali il Dominus vobiscum, che veniva ripetuto ogniqualvolta si passava da una sezione dell’ufficio alla successiva. Egli può inoltre indicare in tutti i casi possibili i soli incipit, cercando di evitare ambiguità con l’aggiunta di informazioni supplementari. In questo modo egli riesce a mantenere il proprio Breviario entro dimensioni accettabili, senza venir meno al proposito di fornire norme precise. 4. IL CONTENUTO DEL BREVIARIUM AMBROSIANUM DI PIETRO CASOLA 4.1 Gli uffici inclusi nel Comune del Tempo e dei Santi e nel Proprio del Tempo

La revisione operata da Casola non ebbe come unico obiettivo la compilazione di un volume in cui i testi fossero disposti in modo più funzionale e provvisto di indicazioni che non dessero adito ad ambiguità. Il canonico si interrogò anche sui contenuti dell’ufficio. Il Breviarium ambrosianum del 1490 non presenta grosse differenze rispetto alle edizioni precedenti per quanto riguarda il Comune del Tempo e dei Santi44. Anche il Proprio del Tempo non subisce trasformazioni radicali45, ma acquista una fisionomia più precisa: Casola fissa infatti per primo una serie completa di letture bibliche per il Mattutino di ogni feria dell’anno liturgico46. Si tratta di una novità di enorme portata: le letture per l’ufficio di Mattutino compaiono infatti solo in alcuni Manuali e Breviari manoscritti del XV secolo (Milano, Cap. Metrop. II.D.3.6, II.D.5.18, II.E.3.31, Ambr. G 1 sup e + 56 sup.), che non presentano tuttavia sempre gli stessi testi per le medesime celebrazioni, segno evidente

41 Si vedano le note 111-12, 114-17, 119-20. 42 Manuale ambrosianum, I, 40. 43 Anche la trasposizione di queste indicazioni negli uffici da utilizzare come esempio non è sempre rigorosa. 44 Il Breviario di Casola presenta in più un formulario distinto per la Compieta quaresimale e l’Officium parvum beatae virginis Mariae, quest’ultimo già presente nell’edizione curata da Gentilino Del Maino, ma non in quelle precedenti. 45 Casola raggruppa, all’interno del ciclo temporale, testi omogenei destinati a celebrazioni particolari e li pone sotto un’unica rubrica: le orazioni, le antifone e i responsori per le Litanie, che potevano essere impiegati nelle Litanie quaresimali e nelle Litanie triduane (ff. 72r-73r, 78r-79r, 83r-84v). Come già aveva fatto Del Maino, inserisce l’ufficio per la dedicazione della Chiesa maggiore nella serie delle domeniche post Pentecosten e non nel Proprio dei Santi. Casola sposta inoltre l’ufficio della Trasfigurazione alla fine del volume, perché la festa, voluta da papa Callisto III non fu confermata dai suoi successori e nella stessa data (6.VIII) ricorre a Milano la festa di s. Sisto: si veda la rubrica che precede l’ufficio per la festa della Trasfigurazione, a f. 301v. 46 Escludendo le ferie per le quali erano previste letture patristiche: feria VI delle settimana V di Avvento, sabato VI di Avvento, ferie de exceptato, in authentica, in albis e ferie II e III dopo la Pentecoste. Casola indica letture bibliche anche in tutte le ferie di Quaresima, mentre i Breviari del 1477 circa e del 1487 indicavano letture patristiche.

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della mancanza di una norma precisa. Il problema era stato messo in rilievo anche dalla Constitutio archiepiscopalis promulgata dall’arcivescovo Pizolpasso nel 1440: in essa si proibiva di utilizzare le epistolelle per le ore di Terza, Sesta e Nona per sostituire le letture di Mattutino47 e si ordinava di trascrivere nei Breviari le letture per il predetto ufficio. Le prescrizioni arcivescovili non ebbero però alcun effetto, e il primo Breviario ambrosiano a stampa (1475) non contiene ancora le letture per Mattutino48. Nelle due edizioni seguenti troviamo letture patristiche per le domeniche e solennità del Signore, per le feste in onore di Maria, per la feria VI della V settimana di Avvento, per il sabato VI di Avvento, per le ferie de exceptato, in authentica, in albis49, e letture patristiche o agiografiche per alcune feste di santi. Ancora insoddisfacenti appaiono invece i tentativi di definire le letture per i giorni feriali. I Breviari del 1477 ca e del 1487 indicano letture patristiche nei formulari delle ferie comuni. Il Breviario del 1477 circa propone inoltre per ciascun periodo forte dell’anno un unico brano tratto dalla Scrittura, da dividere ad placitum. Per l’Avvento troviamo Is 1, 1-12 (f. p ii r-v) preceduto dalla rubrica «Lectiones in ferialibus de Adventu usque ad sermones ante Natalem Domini ad placitum dividende», dopo l’Epifania «Lectiones pro feria ab octava Epiphanie usque ad LXX», ovvero Eph 1, 1-14 (f. z ii r-v) e, nelle settimane tra la domenica in Septuagesima e la domenica in caput Quadragesimae (f. z iii r), l’inizio di Genesi (Gn 1, 1-12a), con il titolo «Lectiones pro ferialibus a LXX usque ad XL». Per le ferie quaresimali erano previste invece letture tratte da opere dei Padri, mentre non era offerta alcuna indicazione per il periodo compreso tra la domenica in albis depositis e l’Avvento. Gentilino Del Maino seguì in linea generale lo schema proposto dall’edizione del 1477 circa, ma aggiunse, tra una domenica e la successiva, 9 o 12 letture bibliche, da suddividere in gruppi di tre. Le serie proposte non coprono tutti i giorni della settimana e devono essere utilizzate solamente nelle ferie in cui non si celebrano feste di santi aventi lettura propria, come indica lo stesso Del Maino nella già citata rubrica di f. 54v. Casola invece indica 3 letture bibliche per ciascuna feria di ogni settimana e le inserisce tra il formulario di una domenica e quello della domenica successiva. La fonte cui fece riferimento per stabilire l’ordine di lettura dei libri biblici è facilmente identificabile: a f. 10v del Breviarium del 1490 troviamo infatti una lunga rubrica, che coincide con le indicazioni fornite da Beroldo nel suo Ordo50.

4.2 Gli uffici inclusi nel Proprio dei Santi

A fronte di una definizione più precisa del proprio del Tempo, si osserva nel Breviarium del 1490 una diminuzione del numero di uffici propri inclusi nel Santorale, soprattutto in rapporto all’edizione del 1487, curata da Del Maino. La riduzione del Santorale non fu certamente un’operazione indolore. Lo testimonia in modo eloquente una sorta di appendice, posta al termine del ciclo completo dell’anno liturgico e preceduta dalla rubrica «Nunc ponentur nonnullae orationes que de novo additae sunt et sine auctore» (f. 297r). In questa sezione (ff. 297-301v) sono raccolte orazioni proprie per feste di santi escluse dal Proprium sanctorum e alcuni inni, senza che sia indicata una regola secondo la quale 47 CATTANEO, Il Breviario, 54-57. Il testo della costituzione vi è edito alle pagine 293-97. Per le letture si vedano in particolare p. 294-95. Sull’arcivescovo Pizolpasso: M. FERRARI, Pizolpasso, Francesco (1370 c. - 1443), in Diz. della Chiesa Ambr., V, Milano 1992, 2891-93; M. NAVONI, Pizolpasso, Francesco (1370 c. - 1443), in Diz. di liturgia ambr., Milano 1996, 391-93. 48 Sono invece presenti le Epistolelle e le letture per il Mattutino dei Defunti (ff. 276r-292r). 49 Il Breviario del 1487, come poi quello di Casola, indica letture patristiche anche per le ferie II e III dopo la Pentecoste. 50 Breviarium ambrosianum, 1490, f. 10vb, lin. 9-30; MAGISTRETTI, Beroldus, 39, lin. 15-31.

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utilizzare questi testi51. Casola, consapevole del fatto che la propria edizione ha il valore di una proposta, desidera molto probabilmente lasciare una certa libertà di scelta al celebrante.

I criteri che portarono il canonico a includere o escludere dal Proprium sanctorum i formulari per alcune feste invece di altre non sono però sempre chiari. La mancanza di studi complessivi sull’evoluzione del Santorale ambrosiano in epoca post-carolingia permette di formulare soltanto alcune ipotesi. Cercheremo quindi di osservare in che misura Casola si allontana dalle edizioni precedenti e di utilizzare le informazioni che si possono desumere dalla bibliografia e dal confronto con i manoscritti per individuare eventuali linee guida.

Tra i formulari che il suo Breviario condivide con le edizioni precedenti 79 sono già attestati nel Manuale di Valtravaglia: la maggior parte di queste feste risale almeno al secolo VIII52. La parte più consistente del proprium sanctorum è quindi costituita da feste accolte ormai da tempo nel Calendario ambrosiano. I rimanenti formulari devono essere cercati in manoscritti di epoca successiva. Solamente sei tra essi - s. Brigida, s. Mattia apostolo, cattedra di s. Pietro, s. Barnaba, Natività di Maria e s. Marco confessore - compaiono nel Beroldus novus, che sicuramente Casola conobbe ed ebbe modo di utilizzare53. Il canonico dimostra però un atteggiamento critico anche nei confronti di questa fonte, che saremmo propensi a ritenere autorevole: non esita infatti a relegare nella già menzionata appendice le orazioni proprie per le feste di s. Benigno, s. Protasio

51 CATTANEO, Il Breviario, 64 interpreta l’allestimento di questa sezione come una «concessione al desiderio di novità dei contemporanei», giudizio probabilmente da condividere. Vi si trovano anche orazioni proprie per s. Giuliano (f. 299v) e per i ss. Vitale e Valeria (f. 300r), e inni per s. Vincenzo (f. 300r), s. Babila (f. 300r), s. Alessandro (f. 300r), s. Giuliano (f. 300v), s. Bartolomeo (f. 300v), s. Maurilio (f. 300v), s. Eufemia (f. 302r), ss. Cosma e Damiano (f. 302r), s. Tommaso apostolo (f. 302r) e la beata vergine Maria (f. 302r). Si tratta in questo caso di uffici inclusi nel Santorale, pertanto i testi saranno da utilizzare in alternativa a quelli indicati nei rispettivi formulari. 52 Il nucleo più antico comprende i formulari per s. Martino, s. Romano, s. Cecilia, s. Clemente, s. Andrea, ordinazione di s. Ambrogio, s. Stefano, s. Giovanni evangelista, ss. innocenti, s. Giacomo apostolo, ss. Sebastiano e Solutore, s. Agnese, s. Vincenzo, ss. Babila e tre fanciulli, purificazione di Maria, s. Agata, s. Gregorio, s. Benedetto, s. Giorgio, ss. Vitale e Valeria, ss. Filippo e Giacomo, Invenzione della s. Croce, s. Vittore, traslazione di s. Nazaro, traslazione di s. Vittore e ss. Felice e Fortunato, s. Dionigi, ss. Sisinnio, Martirio e Alessandro, s. Vito, ss. Protaso e Gervaso, s. Giuliano, s. Giovanni Battista, ss. Giovanni e Paolo, ss. Pietro e Paolo, traslazione di s. Tommaso, ss. Nabore e Felice, s. Quirico, s. Apollinare, ss. Nazaro e Celso, ss. Maccabei e s. Eusebio, s. Sisto, ss. Donato e Carpoforo, s. Lorenzo, ss. Ippolito e Cassiano, traslazione dei ss. Sisinnio, Martirio e Alessandro e s. Simpliciano, ss. Mamete e Agapito, s. Genesio, s. Alessandro, s. Agostino, decollazione di s. Giovanni Battista, ss. Cornelio e Cipriano ed Esaltazione della s. Croce, s. Eufemia, s. Eustorgio, s. Matteo evangelista, s. Maurizio, s. Tecla, dedicazione di S. Michele, ss. Cosma e Damiano, ss. Simone e Giuda e ss. Vitale e Agricola.

Ad essi si erano aggiunte entro il secolo XI le feste per s. Antonino, ss. Grisanto e Daria, s. Zenone, s. Siro, s. Tommaso apostolo, conversione di s. Paolo, s. Giulio, s. Severo, s. Marco evangelista, traslazione di s. Siro, s. Marcellina, s. Materno, s. Giacomo apostolo, s. Cristoforo, Assunzione di Maria, s. Bartolomeo apostolo, s. Satiro, s. Luca evangelista, s. Fedele e Tutti i santi. 53 M. PEDRALLI, Novo, grande, coverto e ferrato: gli inventari di biblioteca e la cultura a Milano nel Quattrocento, Milano 2002 (Biblioteca erudita, 19), 127 e 334. Per il Beroldus novus (Cap. Metrop. II.D.2.28): ARGELATI, Bibliotheca, I/1, 144-45; MAGISTRETTI, Beroldus, XII-XLIV; Manuale ambrosianum, I, 17-18; Saggio di bibliografia, n° 574; HUGLO, Fonti e paleografia, 8 n° 13, 78 n° 144, 75, 77, 86; DELL’ORO, Il sacramentario, 19, 24; G. FORZATTI GOLIA, Le raccolte di Beroldo, in Il Duomo cuore e simbolo di Milano. IV Centenario della Dedicazione (1577-1977)¸ Milano 1977 (Archivio ambrosiano, 32), 308-387; F. RUGGERI, Beroldo (sec. XII), «Civiltà ambrosiana», 3 (1986), 138-40; ID. Beroldo, in Diz. della Chiesa ambr., I, Milano 1987, 414-16; ID., L’opera di Beroldo, «Civiltà ambrosiana», 7 (1990), 452-54; AMIET, La tradition, 139, n° 14; BAROFFIO, Iter Liturgicum Italicum, 134; BAROFFIO, Iter liturgicum ambrosianum, 596.

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arcivescovo, s. Castriciano, s. Miroclete, s. Dalmazio, s. Nicolò, Annunciazione di Maria54, ss. Quirino e Nicomede, s. Donnino e ad escludere completamente i testi per la dedicazione della chiesa minore, tutti già attestati nel Beroldus novus. Per gli altri uffici è necessario individuare una diversa provenienza. Sorprende l’assenza totale nei manoscritti esaminati del formulario per s. Scolastica, presente nel Breviari del 1490 e del 1487, e rimane pertanto ignota la fonte da cui fu tratto. Manca nei manoscritti anche il formulario proprio per s. Galdino, che Casola mutuò, o meglio adattò, dall’ufficio ritmico composto in onore del santo dall’arciprete Orrico Scaccabarozzi55: la fonte è in questo caso esplicitamente dichiarata dallo stesso editore, che attribuisce allo Scaccabarozzi anche i testi per s. Radegonda e s. Bernardo, benché essi non appartengano al catalogo delle opere note dell’arciprete56. Rimangono oscure le ragioni che condussero il Casola ad accogliere gli uffici propri per s. Gaudenzio57, s. Maurilio58, s. Remigio59, s. Mona60 e s. Leonardo61, mentre possediamo qualche indicazione relativa ad altre feste. La festa della Visitazione di Maria era in vigore presso i Frati minori già nel 1263 e venne estesa alla Chiesa cattolica nel 1389 da papa Urbano VI, pertanto non sorprende la sua presenza nel Breviario di Casola né l’attestazione unanime che si riscontra in tutti i manoscritti quattrocenteschi esaminati62. La festa di s. Caterina (25.XI) ricevette particolare solennità per testamento dell’arciprete del Duomo Roberto Visconti verso il 134263, e questo poté incidere sulla scelta di includerla nel Breviario. Per quanto riguarda s. Pietro Martire (29.IV), inoltre, Cattaneo informa che già nel 1401 fu ordinata l’offerta da parte della città e nel 1415 venne richiamato il carattere festivo del giorno, con l’obbligo di astenersi dal lavoro64. La festa di s. Maria Maddalena ha invece subito uno spostamento rispetto all’originaria collocazione. Secondo il Beroldo nuovo essa era celebrata nella feria III in albis, mentre nelle quattro edizioni in incunabolo del Breviario ambrosiano si trova al 22 settembre: la festa è attestata in questa nuova posizione in tutti i Manuali e Breviari quattrocenteschi che ho potuto consultare, tranne nel Manuale Braid. AG.XII.4 e nel Breviario G 1 sup. nei quali manca del tutto.

54 Secondo C. MARCORA, Il Santorale ambrosiano. Ricerche sulla formazione dagli inizi al secolo IX, Milano 1953 (Archivio ambrosiano, 5), 37-38 l’introduzione della festa in marzo risale al secolo VIII ed è testimoniata anche dal Manuale di Valtravaglia: Manuale ambrosianum, I, 276. Casola si attiene invece all’antico uso ambrosiano secondo il quale la festa dell’Annunciazione era celebrata la VI domenica di Avvento. 55 Per i testi di Scaccabarozzi accolti nel Breviarium di Casola si veda il paragrafo 5.2. 56 Per gli Uffici ritmici attribuibili con certezza a Scaccabarozzi: F. PERUZZO¸ Orrico Scaccabarozzi: un arciprete poeta nella Milano del XIII secolo, «Aevum», 76 (2002), 347-51. Testi propri per s. Radegonda si trovano anche nei manoscritti Cap. Metrop. II.D.3.6 (olim D.2.36), II.D.5.15 (olim D.3.8), II.E.3.31 (olim E.1.1) , Braid. AG.XII.4 e Triv. 457, mentre testi propri per s. Bernardo sono attestati solo nel Breviario Cap. Metrop. II.E.3.31 (olim E.1.1). 57 L’ufficio è presente, oltre che nei Breviari del 1490 e del 1487, nei Breviari manoscritti Cap. Metrop. II.D.3.6 (olim D.2.36), II.D.5.15 (olim D.3.8), II.E.3.31 (olim E.1.1) e nel Manuale Braid. AG.XII.4. 58 L’ufficio è attestato solamente dai Breviari del 1490 e del 1487 e dal Manuale AG.XII.4. 59 L’ufficio è presente, oltre che nei Breviari del 1475, 1487 e 1490, nei Breviari manoscritti Cap. Metrop. II.D.5.15 (olim D.3.8), II.D.5.18 (olim D.3.7), II.E.3.31 (olim E.1.1) e Ambr. + 56 sup. 60 L’ufficio è presente, oltre che nei Breviari del 1475, 1487 e 1490, nei Breviari manoscritti Cap. Metrop. II.D.5.15 (olim D.3.8), II.D.5.18 (olim D.3.7), II.E.3.31 (olim E.1.1), Ambr. + 56 sup e nel Manuale Braid. AG.XII.4. 61 Oltre che nei Breviari del 1490 e del 1487 l’ufficio compare nei Breviari Cap. Metrop. II.D.5.15 (olim D.3.8) e II.E.3.31 (olim E.1.1). 62 L. MAINARDI, Maria nella liturgia milanese, «Ambrosius», 7 (1931), 171. 63 E. CATTANEO, L’evoluzione delle feste di precetto a Milano nei sec. XV-XVI, in Studi in memoria di Mons. Cesare Dotta, Milano 1956 (Archivio ambrosiano, 9), 131. 64 CATTANEO, L’evoluzione delle feste, 140.

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E’ ugualmente difficile comprendere le ragioni per cui furono invece omessi dal proprium sanctorum altri uffici, che comparivano nelle edizioni a stampa precedenti e di cui vengono conservate soltanto alcune orazioni in appendice65. Un indizio è fornito dalla rubrica che le accompagna: «orationes de novo additae et sine auctore». Casola sembra respingere testi inseriti solamente in tempi recenti nell’ufficio ambrosiano66. La scelta di rendere facoltativi i testi propri per le feste per s. Antonio Abate e s. Gerolamo potrebbe essere legata al fatto che si trattava di feste istituite per particolare devozione di Gian Galeazzo Visconti67. Un analogo motivo potrebbe giustificare l’esclusione dei testi per la festa «politica» in memoria della vittoria di Azzone Visconti contro Luchino a Parabiago, attribuita all’intervento di s. Ambrogio68, e forse per quella di s. Apollonia69. Anche i testi propri per s. Francesco d’Assisi non sono prescritti come obbligatori da Casola, ma relegati in appendice. E’ possibile che questa festa, della quale si volle una celebrazione particolarmente solenne per invocare l’aiuto del santo sulla Repubblica Ambrosiana, ormai da tempo tramontata all’epoca dell’edizione del Breviario70 avesse assunto una connotazione politica oppure che la scelta del canonico celi una polemica nei confronti dei Frati Minori. La celebrazione di s. Pietro Celestino era probabilmente legata alla consuetudine dell’offerta della città ai Frati Celestini, che si affermò nel 138971, mentre quella di s. Eligio alla devozione degli orafi e di coloro che lavoravano metalli al fuoco, che lo veneravano quale patrono72. L’esclusione di s. Benigno potrebbe trovare invece una motivazione nella sua appartenenza al gruppo dei cosiddetti santi «ausiliatori»73, alla quale appartenevano anche s. Biagio e s. Erasmo, parimenti esclusi dal Santorale dell’edizione casoliana74. La festa di s. Anna fu prescritta da s. Carlo nel 1584: nel periodo precedente essa doveva dunque considerarsi facoltativa75. Di istituzione recente sembrano infine anche 65 L’appendice (Breviarium ambrosianum 1490, ff. 297r-302r) comprende orazioni per i ss. Benigno, Protasio arcivescovo, Casticiano, Mirocle, Dalmazio, Nicola, Lucia, Antonio, Godeardo, Pancrazio, Graziano e Filino, Erasmo vescovo, Pietro e Marcellino, Quirino e Nicomede, Eligio, Margherita, Materno, Anna, sette dormienti, Marta, Calimero, Perpetua, Eustachio e compagni, Anatalone, Gerolamo, Francesco, Donnino, Gaudenzio, Vitale e Valeria, e inni propri per s. Vincenzo, s. Babila, s. Alessandro, s. Erasmo vescovo, s. Giuliano, s. Materno, s. Bartolomeo, s. Maurilio, s. Eufemia, ss. Cosma e Damiano, s. Tommaso apostolo e per la beata vergine Maria. 66 Alcune delle orazioni proprie escluse dal Santorale, ma raccolte nell’appendice, provengono da uffici ritmici composti da Scaccabarozzi: F. PERUZZO, Poesia liturgica a Milano nel XIII secolo: il Liber Officiorum di Orrico Scaccabarozzi, tesi di laurea, Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, a.a. 1999-2000, relatore prof. Mirella Ferrari, 196, 200, 202, 206, 217. 67 CATTANEO, L’evoluzione delle feste, 129 e 135. Le due feste sono attestate solo nei manoscritti Cap. Metrop. II.D.3.6 (olim D.2.36) e II.E.3.31 (olim E.1.1). 68 CATTANEO, L’evoluzione delle feste, 126-27. La festa è segnalata dal solo Ambr. + 56 sup. 69 CATTANEO, L’evoluzione delle feste, 129 ricorda che il 23 gennaio 1403 il duca e la duchessa di Milano stabilirono che il comune facesse un’oblazione nel giorno della festa nella chiesa di S. Maria del Carmine, anche se la devozione sembra essere più antica. Nei manoscritti esaminati non compaiono mai testi propri per la santa. 70 CATTANEO, L’evoluzione delle feste, 134. Testi propri per s. Francesco, oltre che dalle edizioni del 1475, 1477 ca e 1487, sono attestati solamente dal manoscritto II.E.3.31 (olim E.1.1). 71 CATTANEO, L’evoluzione delle feste, 140. La festa è presente solo nel Breviario del 1487 e non compare in alcuno dei codici presi in esame. 72 CATTANEO, L’evoluzione delle feste, 133. La festa, attestata dal Breviario del 1487, non compare in alcuno dei manoscritti esaminati. 73 CATTANEO, L’evoluzione delle feste, 140. Al santo era però dedicato anche un altare in S. Tecla: Liber notitiae sanctorum Mediolani. Manoscritto della Biblioteca capitolare di Milano, a c. di U. MONNERET DE

VILLARD - M. MAGISTRETTI, Milano 1917, 285B. 74 CATTANEO, L’evoluzione delle feste, 130-31 e 133. Orazioni per s. Benigno e s. Erasmo sono poste in appendice, mentre i testi per s. Biagio sono del tutto esclusi. 75 CATTANEO, L’evoluzione delle feste, 128-29. La festa ha formulario proprio solo nel Breviario del 1487 e nel manoscritto Cap. Metrop. II.E.3.31 (olim E.1.1).

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le feste di s. Lucia, risalente al tempo di Azzone Visconti, di s. Margherita e s. Calimero, nonostante questi fosse stato a lungo ritenuto l’unico vescovo di Milano martire76. S. Lucia ha testi propri solo nel Breviario di Del Maino e nei manoscritti Cap. Metrop. II.E.3.31 (olim E.1.1), Ambr. G 1 sup. e + 56 sup. Il formulario per s. Margherita compare nell’edizione di Del Maino e nei codici Cap. Metrop. II.D.5.18 (olim D.3.7), II.E.3.31 (olim E.1.1) e Ambr. L 20 sup. S. Calimero è attestato in Del Maino e Cap. Metrop. II.E.3.31 (olim E.1.1). Di questi formulari Casola conserva solamente alcune orazioni e le raccoglie alla fine del Breviario. Stessa sorte investe anche le orazioni per s. Perpetua e ss. Eustachio e compagni, assenti nei codici esaminati77.

Il canonico esclude completamente altri testi propri scarsamente attestati nei manoscritti, come quelli per s. Veronica, ss. Pietro e Marcellino, Abdon e Sennen, invenzione di s. Stefano, s. Orsola e i ss. Quattro coronati, presenti solo nel Breviario Cap. Metrop. II.E.3.31 (olim E.1.1). Cadono anche le orazioni per s. Maiolo, che comparivano soltanto in Cap. Metrop. II.E.3.31 (olim E.1.1) e Ambr. L 20 sup., e quelle per la festa dei ss. Faustino e Giovita, indicata solo da Cap. Metrop. II.D.3.6 (olim D.2.36), II.E.3.31 (olim E.1.1) e Ambr. G 41 sup. Sono del tutto esclusi infine i formulari per l’ottava della Visitazione, che si trovano invece in Cap. Metrop. II.D.3.6 (olim D.2.36)78 e II.E.3.31 (olim E.1.1), e per s. Barbara e ss. Sofia e figlie, non presenti nei manoscritti.

5. La scelta dei testi e il problema delle fonti

Casola intervenne anche sulla serie di testi presenti in ogni formulario. Se confrontiamo l’ufficio per il medesimo giorno liturgico contenuto nei quattro Breviari considerati è possibile riscontrare alcune differenze nella successione dei testi indicati. Ogni formulario si compone di una serie di brani (antifone e salmi, responsori, orazioni, ...), disposti secondo un ordine preciso a seconda del tipo di celebrazione (domenica o solennità del Signore, feria, sabato, festa in onore di uno o più santi): ciascuno di essi assolve ad una funzione specifica nello svolgersi della liturgia. I quattro Breviari esaminati, pur mantenendo inalterato lo schema sotteso alle diverse celebrazioni, assegnano talvolta la medesima funzione a testi diversi. Si tratta di un fenomeno complesso, che testimonia ancora una volta la fluidità della situazione nella quale si collocano queste prime edizioni a stampa.

Le differenze registrate possono essere ricondotte a tre categorie:

1) Casola pone un testo proprio dove le edizioni precedenti indicano un testo comune o viceversa. Ad esempio: Casola indica nell’ufficio per s. Eufemia l’inno proprio Auctorem sui nominis (AH 22, 94), mentre nelle edizioni precedenti si rinvia al comune delle vergini (Iesu corona virginum: AH 2, 78 = 50, 20). Al contrario, come antifona in Magnificat per i Vespri di s. Martino, Casola indica il testo «Beatus ille servus quem cum venerit Dominus eius invenerit vigilantem» (dal comune unius confessoris), mentre i Breviari precedenti impiegano l’antifona «Oculis ac manibus in celum semper intentus, invictum ab oratione spiritum non relaxabat», propria, che anche Casola utilizzerà a Mattutino, in Benedictus, con alcune varianti;

2) Casola sceglie un testo, proprio o comune, che compare anche nelle precedenti edizioni del Breviario, ma in una posizione diversa. Ad esempio l’ultima orazione proposta 76 CATTANEO, L’evoluzione delle feste, rispettivamente 130, 138 e 131. 77 Le due feste avevano invece formulario proprio nel Breviario di Del Maino. 78 Contiene i testi per i giorni II, III e IV dell’Ottava.

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da Casola nei Vespri di s. Martino compare nei Breviari precedenti a Mattutino, dopo il Benedicite79. In modo analogo l’orazione che le edizioni precedenti indicavano alla fine dei Vespri è ripresa da Casola dopo il Benedicite, con alcune varianti80;

3) in altri casi Casola introduce un testo che non è presente nelle edizioni precedenti del Breviario oppure rifiuta un brano attestato nelle edizioni precedenti.

Spesso si verificano contemporaneamente due delle situazioni descritte sopra: nei vespri per la festa dei ss. Sebastiano e Solutore, Casola e Del Maino impiegano come prima antifona della salmodia il testo proprio «Sebastianus martyr dixit ad Marcelianum: Discant nunc milites Christi fide armari, non ferro», mentre i Breviari del 1475 e 1477 circa indicano «In conspectu sanctorum psallam tibi Domine», tratta dal comune per più martiri. Anche questi due Breviari tuttavia usano l’antifona «Sebastianus martyr», prima del Magnificat. Inoltre non si ha sempre una contrapposizione netta tra Casola e tutte e tre le edizioni precedenti, anche se si tratta della situazione più frequente, riscontrabile in 280 casi. In altri 215 casi il Breviario di Casola appare ancora isolato, a fronte di una scelta non concorde nelle altre tre edizioni. Decisamente meno frequenti sono i casi di concordanza tra Casola e uno o due altri testimoni, rispettivamente 130 e 59 sul totale delle differenze registrate. Tra le orazioni è frequentissima inoltre la presenza di varianti, anche minime, che separano la lezione accolta da Casola da quella delle edizioni a stampa precedenti, oppure l’utilizzo da parte del solo Casola di una orazione in un ufficio diverso da quello in cui è impiegata negli altri Breviari.

Abbiamo provato a misurare l’entità di queste differenze, contando tutti i casi in cui ad un testo indicato da Casola corrisponde un testo diverso in almeno uno degli altri tre Breviari81. Le differenze registrate negli uffici che compongono il Proprio e il Comune del tempo e dei santi sono in totale 763 e interessano tutti i tipi di testo presenti nel Breviario. Esse sono più numerose tra le orazioni e le antifone, che costituiscono i due gruppi testuali più consistenti dal punto di vista numerico. Le differenze scendono nel gruppo dei responsori e delle sallende e si riducono in modo considerevole tra i completoria, categoria che comprende pochi testi, in massima parte comuni. Nel valutare l’incidenza delle differenze nelle diverse categorie testuali è necessario tener conto anche della frequenza con cui un tipo di testo compare all’interno di un ufficio. Consideriamo a titolo di esempio il Mattutino domenicale: in esso troviamo 10 antifone con relativi salmi, 4 responsori, 7 orazioni, 2 inni e 2 sallende.

79 «Adesto quesumus Domine plebi tue et intercessione beati sacerdotis et confessoris tui Martini confidenter tribue consequi quod sperare donasti. Per Dominum.»: Manuale ambrosianum, II, 4, lin. 1-3. 80 «Exaudi Domine populum tuum tota tibi mente subiectum et beati Martini sacerdotis tui atque pontificis supplicatione custodi, ut corpore et corde protectus quod pie credidit appetat, et quod iuste sperat obtineat. Per Dominum»: Manuale ambrosianum, II, 3, lin. 5-8. 81 Non abbiamo incluso nel conteggio le letture, le liste di santi che compaiono nelle Litanie ed eventuali aggiunte presenti solo in uno dei testimoni, come ad esempio testi che vengono proposti in alternativa a quello indicato per primo. Inoltre non abbiamo contato i casi in cui solamente il Breviario edito da Casola indicava espressamente un testo, mentre gli altri non davano alcuna indicazione, sottointendendo un rinvio al Comune.

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Conteggio delle differenze tra i testi proposti dai quattro Breviari

Distribuzione delle differenze nelle singole sezioni del Breviario

tipo di testo casi in cui si verificano differenze

Commune Sanctorum

Commune de Tempore

Proprium Sanctorum

Proprium de Tempore

Antiphonae 215 3 11 66 135

Completoria 8 0 1 4 3

Capitula 28 1 3 17 7

Hymni 22 0 0 18 4

Orationes 245 18 5 91 131

Psallendae 71 3 3 40 25

Psalmi 39 0 2 13 24

Responsoria 134 13 6 81 34

Varia82

1 0 0 0 1

Totale delle differenze 763 38 31 330 364

Come si può osservare nella tabella, le differenze compaiono principalmente negli uffici appartenenti al proprio del tempo e dei santi, ma non mancano nemmeno negli uffici comuni. Mediamente si riscontrano tre differenze per formulario. I formulari nei quali non si riscontra alcuna differenza non sono molto numerosi: 23 nel Proprio dei Santi83 (su un totale di 92 uffici confrontati), 39 nel Proprio del Tempo84 (su un totale di 148 formulari confrontati), solamente 2 nel Comune del tempo (feria IV e feria VI) e nessuno nel Comune dei Santi. Raro è anche il caso di uffici in cui si riscontra un numero di differenze molto superiore alla media85: 21 formulari nel Proprio dei Santi, 17 nel Proprio del Tempo, 3 nel Comune dei Santi e 1 nel Comune del Tempo86.

82 Sotto questa denominazione abbiamo raccolto testi di uso frequente, ma che non trovano collocazione in nessuna delle altre categorie: versetti come Alleluia, Laus tibi Domine, Kyrie eleison, le dossologie, il Symbolum. 83 S. Antonino, ss. Grisanto e Daria, s. Giulio, s. Brigida, s. Scolastica, ss. Vitale e Valeria, s. Pietro martire, traslazione di s. Siro, s. Dionigi, s. Vito, s. Barnaba, s. Giuliano, ss. Giovanni e Paolo, ss. Maccabei e s. Eusebio, s. Sisto, s. Gaudenzio, s. Maurilio, s. Eustorgio, s. Remigio, s. Marco confessore, ss. Cosma e Damiano, s. Fedele e ss. Vitale e Agricola. 84 Sabato V di Avvento, s. Giovanni evangelista, sabato dopo il Natale, sabato I post Epiphaniam, domenica II post Epiphaniam, domenica in caput Quadragesimae, Antiphonae in die primo letaniarum, feria V hebdomadae I Quadragesimae, Antiphonae in die secundo letaniarum, feria II hebd. II Quadragesimae, feria IV hebd. II Quadragesimae, domenica de Abraham, feria II hebd. III Quadragesimae, feria III hebd. III Quadragesimae, feria IV hebd. III Quadragesimae, feria V hebd. III Quadragesimae, feria VI hebd. III Quadragesimae, domenica de caeco, feria III hebd. IV Quadragesimae, feria V hebd. IV Quadragesimae, domenica de Lazaro, feria II hebd. V Quadragesimae, feria III hebd. V Quadragesimae, feria V hebd. V Quadragesimae, domenica in ramis olivarum, sabato santo, in vig. Paschae, die II Letaniarum, in vigilia Pentecostes, feria II post Pentecosten, domenica IV post Pentecosten, domenica V post Pentecosten, domenica VI post Pentecosten, domenica II di ottobre, in vigilia Dedicationis ecclesiae, omnium defunctorum, domenica I post Dedicationem, domenica II post Dedicationem, domenica III post Dedicationem. 85 Da sei differenze fino ad un massimo di 20 nel formulario per la feria IV de exceptato. 86 Nel proprio del tempo i formulari: feria IV de exceptato (20 differenze), feria V de exceptato (12 differenze), ss. innocenti (7 differenze), s. Giacomo apostolo (7 differenze), s. Eugenio (8 differenze), s. Silvestro (8 differenze), Epifania (7 differenze), domenica IV post Epiphaniam (16 differenze), domenica V post Epiphaniam (14 differenze), feria VI hebd. I Quadragesimae (7 differenze), sabato in traditione Symboli (6 differenze), ufficio quotidiano della vergine Maria (8 differenze), feria II in albis (6 differenze), domenica post Ascensionem (6 differenze), Corpus Domini (8 differenze).

Nel Proprio dei Santi: s. Martino (6 differenze), ss. Sebastiano e Solutore (8 differenze). s. Vincenzo (6 differenze), purificazione di Maria (11 differenze), s. Lorenzo (8 differenze), s. Galdino (12 differenze), s.

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La differenza nella scelta di un testo potrebbe avere un particolare significato, ma la mancanza di repertori rende per ora estremamente oneroso un confronto sistematico con la tradizione manoscritta. Ci limiteremo pertanto ad effettuare alcuni saggi di confronto, basandoci sulle indicazioni fornite dallo stesso Casola. Egli afferma infatti di aver raccolto da ogni parte codici antichissimi e di indubbia fede, soprattutto quelli conservati presso la Cattedrale87.

5.1. Una fonte possibile: il Beroldus novus

Un manoscritto che certamente doveva trovarsi nella sacrestia del Duomo anche nel Quattrocento è il Beroldus novus, nell’originale compilato da Giovanni Boffa nel 126988 (Cap. Metrop. II.D.2.28) o perlomeno nella copia che ne fu tratta per volere dei Deputati della Fabbrica del Duomo nel 1396, oggi Triv. 226289. E’ possibile quindi ipotizzare che il Casola si sia servito del Beroldus novus come sua fonte: esso è un Manuale e quindi poteva rappresentare, oltre che un testimone autorevole, un modello particolarmente comodo, poiché conteneva già tutti i testi disposti seguendo l’ordine previsto dal calendario liturgico. Abbiamo già osservato che Casola non segue in tutto il Beroldus novus quando deve scegliere quali uffici inserire nel proprio Breviario, ma che cosa accade all’interno dei singoli formulari? Esiste un rapporto di dipendenza tra il Breviario edito da Casola e il Manuale voluto dall’arciprete Orrico Scaccabarozzi? Abbiamo provato a confrontare i formulari del Proprio dei santi compresi tra s. Martino e s. Tommaso apostolo, servendoci dell’edizione del Manuale ambrosianum curata da Magistretti.

Negli uffici per s. Antonino, s. Cecilia, s. Tommaso apostolo non si riscontra alcuna differenza tra i testi proposti da Beroldus novus e quelli accolti nel Breviarium di Pietro Casola. La situazione è però diversa negli altri formulari che compongono questa prima parte del Santorale. Possiamo riassumere le differenze nel seguente schema:

Giorgio (6 differenze), s. Marco ev. (12 differenze), ss. Filippo e Giacomo (6 differenze), Invenzione della s. Croce (8 differenze), ss. Pietro e Paolo (13 differenze), s. Maria Maddalena (14 differenze), ss. Nazaro e Celso (8 differenze), ss. Ippolito e Cassiano (6 differenze), Assunzione di Maria (16 differenze), s. Bernardo (8 differenze), s. Agostino (7 differenze), Natività di Maria (12 differenze), ss. Cornelio e Cipriano ed Esaltazione della s. Croce (9 differenze), s. Satiro (16 differenze), omnium sanctorum (10 differenze).

Nel Comune dei santi: in nativitate unius apostoli (8 differenze), in nativitate unius martiris (7 differenze), in nativitate plurimorum martirum (9 differenze), in nativitate confessoris et pontificis (9 differenze).

Nel Comune del Tempo: dominica communis (14 differenze). 87 Breviarium ambrosianum 1490, f. VIIr, lin. 24-27; CATTANEO, Il Breviario, 298, lin. 26-28. 88 Rettore della chiesa di S. Vito, il Boffa realizzò il Beroldus novus su mandato dell’allora arciprete Orrico Scaccabarozzi: M. F. BARONI, Gli atti dell’arcivescovo e della curia arcivescovile. Ottone Visconti (1262-1295), Milano 2000, 10, n° X e PERUZZO, Orrico Scaccabarozzi, 330. 89 PEDRALLI, Novo, grande, 127. Per il Triv. 2262: G. PORRO, Catalogo dei codici manoscritti della Trivulziana, Torino 1884 (Biblioteca storica italiana pubblicata per cura della R. Deputazione di Storia patria, 2), 45-46; MAGISTRETTI, Beroldus, XLIX-LIV e 231-33; Saggio di bibliografia, n° 576; C. SANTORO, I codici medioevali della Biblioteca Trivulziana, Milano 1965, 319-20, n° 480, con fotografia della legatura originale a tav. 80; FORZATTI, Le raccolte, 364-68; G. BOLOGNA, Miniature del Codice Trivulziano, in Diz. della Chiesa Ambr., I, Milano 1987, 416-17, alla voce Beroldo, AMIET, La tradition, 141, n° 21; M. ROSSI, Giovannino de’ Grassi. La corte e la cattedrale, Milano 1995, 129-39; BAROFFIO, Iter Liturgicum Italicum, 139; BAROFFIO, Iter liturgicum ambrosianum, 596.

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BREVIARIUM DI CASOLA BEROLDUS NOVUS

s. Martino

orazione conclusiva dei vespri:

Adesto quesumus Domine plebi tue et intercessione beati sacerdotis et confessoris tui Martini confidenter tribue consequi quod sperare donasti. Per Dominum.

Exaudi Domine populum tuum tota tibi mente subiectum, et beati Martini sacerdotis tui atque pontificis supplicatione custodi, ut corpore et corde protectus quod pie credidit appetat, et quod iuste sperat obtineat. Per .90

s. Romano

orazione dopo il Magnificat:

Non è indicato nessun testo. Praesta quaesumus omnipotens Deus, universorum conditor, ut plebs tua quae hodie in sancti martiris tui Romani annua festivitate devotis resultat obsequiis, beatitudinem quam tuis promisisti fidelibus assequi et, tanti pontificis exempla sequendo, aeterna beatitudine perfrui mereatur. Per. 91

s. Clemente

inno:

Eterna Christi munera (AH 50, 19 e 2, 74, Chevalier 600)

Deus tuorum militum (AH 51, 130, n° 114b e Chevalier 4535, 36686, 25455, 25458)

s. Andrea

sallenda pro sancto Ambrosio, al termine di Mattutino:

Unxit te Deus, Deus tuus, oleo letitie pre consortibus tuis.

Videns ac mirans praesentium multitudo caeleste certamen et spiritale premium, apostolum Domini fuisse victorem, qui voce libera in agone suo fuit laetus, ac liber pugnavit et vicit.

Non è indicato nessun testo. Salve crux, quae corpore Christi dedicata es, suscipe me et redde me magistro meo92.

s. Ambrogio

orazioni per la salmodia vespertina:

Non è indicato nessun testo. Deus qui beatum Ambrosium pontificem sanctorum meritis coaequasti, concede propitius, ut qui ordinationis eius festa percolimus vitae quoque imitemur exempla. Per93.

90 Manuale ambrosianum, II, 3, lin. 5-8. 91 Manuale ambrosianum, II, 6, n. 19. L’orazione non è attestata nel Breviario di Casola, ma compare nell’edizione curata da Gentilino Del Maino. 92 Manuale ambrosianum, II, 15, n. 17. Per il testo completo di Videns ac mirans: Manuale ambrosianum, II, 14, lin. 19-22; per il testo di Salve crux: Manuale ambrosianum, II, 15, lin. 4-6. 93 Manuale ambrosianum, II, 18, n. 21, testo completo a p. 20, lin. 5-8.

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Non è indicato nessun testo. Omnipotens sempiterne Deus, qui ecclesiam tuam beati sacerdotis et confessoris tui Ambrosii, et pontificatus offitio, et fidei munere sublimasti, tribue supplicantibus tuis, ut quicquid peccati contagione contractum est, ipso pro nobis summo antistite intercedente, solvatur. Per94.

orazione dopo il Magnificat:

Deus mundi auctor et conditor, qui hodierne festivitatis diem beati Ambrosii sacerdotii electione consecrasti, presta populo tuo, ut cuius annua celebritate devotis resultat obsequiis, eius suffragiis tue pietatis consequatur auxilium. Per Dominum.

Aeterne omnipotens Deus, qui beatum Ambrosium tui nominis confessorem, non solum huic ecclesiae sed omnibus per mundum diffusis ecclesiis doctorem dedisti, praesta, ut quod ille divino affatus Spiritu docuit, nostris iugiter stabiliatur in cordibus, et quem patronum, te donante, amplectimur, eum apud tuam misericordiam defensorem habeamus. Per. 95

orazione conclusiva dei vespri:

Exaudi Domine preces nostras et intercessione beati sacerdotis et confessoris tui Ambrosii nos tuere ubique presidiis. Per Dominum.

Deus mundi auctor et conditor, qui hodiernae festivitatis diem beati Ambrosii sacerdotii electione consecrasti, praesta populo tuo, ut cuius annua celebritate devotis resultat obsequiis, eius suffragiis tuae pietatis consequatur auxilium. Per. 96

seconda sallenda a Mattutino:

Non è indicato nessun testo. Sicut fui cum Moyse ita ero tecum, dicit Dominus: Confortare populum meum, ne timeas, ecce Dominus Deus tuus ante te et non te derelinquat.97

s. Zenone

orazione conclusiva dei vespri:

Deus qui presentem diem honorabilem nobis in sancti tui Zenonis glorioso transitu prestitisti, da nobis tanti intercessione pontificis presentis vite fluctibus non teneri. Per Dominum.

Deus qui praesentem diem beati Zenonis pontificis tui glorioso excessu fecisti solemnem, praesta ipsius nos apud te continuis adiuvare suffragiis, et magnificis iugiter intercessionibus consolari. Per. 98

s. Siro

seconda orazione nella salmodia vespertina:

Deus qui presentem diem beati Syri pontificis tui glorioso excessu fecisti solemnem, presta ipsius nos apud te

Deus qui praesentem diem honorabilem nobis in almi tui Syri glorioso transitu praestitisti, da nobis, tanti intercessione pontificis,

94 Manuale ambrosianum, II, 18, n. 21, testo completo a p. 18, lin. 21-25. 95 Manuale ambrosianum, II, 19, n. 7, il testo completo a p. 18-19. 96 Manuale ambrosianum, II, 19, n. 7, il testo completo a p. 19, lin. 24-28. 97 Manuale ambrosianum, II, 18, n. 21, il testo a p. 21, lin. 23-26. Questa sallenda non è attestata nel Breviario di Casola. 98 Manuale ambrosianum, II, 23, lin. 7-10.

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continuis adiuvari suffragiis et magnificis iugiter intercessionibus consolari. Per Dominum99.

praesentis vitae fluctibus non teneri. Per.100

le orazioni III e IV sono identiche, poi il Beroldus aggiunge altri due testi:

Omnipotens sempiterne Deus, tribue nos semper et ubique sacratissimis gloriosi pontificis tui Syri muniri suffragiis, ut eius opitulantibus meritis, famulatus nostri placere tibi possint obsequia. Per

Populi tui precibus annue, quaesumus, clementissime Deus, ut quos diei praesentis laetari fecisti tripudio, beatissimi antistitis tui Syri supplicationibus exoratus, aeterno fac sanctorum tuorum interesse consortio. Per.101

Le osservazioni emerse da questa breve analisi suggeriscono che Casola, se anche poté servirsi del Beroldus novus, non lo utilizzò certamente come unico modello, ma affiancò ad esso la consultazione di altri testimoni. Anche se non siamo ancora in grado di conoscere quali, le considerazioni esposte confermano le parole del canonico, che dichiarò di aver fatto ricorso a tutti i manoscritti che poté reperire.

5.2 Una fonte dichiarata: gli uffici ritmici di Orrico Scaccabarozzi

In altri casi Casola dichiara esplicitamente la fonte da cui ha tratto i testi. Nella rubrica che segue l’ufficio della festa per s. Galdino si legge infatti: «Suprapositum officium beati Galdini repperi in certis codicibus satis antiquis editum per quondam Henrichum de Scachabarociis, ecclesie Mediolanensis archipresbiterum, et propter dignitatem sancti preposui. Si quis noluerit hoc dicere, dicat officium commune unius confessoris»102. Anche al termine dell’ufficio per s. Radegonda incontriamo un’indicazione simile: «Notetur tamen quod suprapositum officium sancte Radagunde ac quod infraponetur de sancto Bernardo repperi in quodam antiquo volumine editum per dominum Henricum de Schacabarociis, utere si placet»103.

L’ufficio per s. Galdino è in effetti una rielaborazione dell’ufficio ritmico composto dall’arciprete milanese, che viene adattato alle nuove esigenze poste dal Breviario: ai Vespri vengono aggiunti il completorium «Sancti tui Domine» e il versetto «Benedictus es Domine Deus», le vigilie sono omesse e Mattutino è completato con le indicazioni per il capitulum, il salmo diretto, la Laus angelorum, l’inno e il completorium finale104. Più problematica è l’identificazione degli uffici per s. Radegonda e s. Bernardo, che non

99 Si osservi che l’orazione è identica a quella per s. Zenone segnalata dal Beroldus novus. 100 Manuale ambrosianum, II, 23, lin. 17-20. 101 Manuale ambrosianum, II, 23, n. 26. 102 Breviarium ambrosianum 1490, f. 269r-v. 103 Breviarium ambrosianum 1490, f. 285v. 104 PERUZZO, Poesia liturgica, 188-89. L’officium sancti Galdini è conservato nel manoscritto II.F.2.1 della Biblioteca del Capitolo Metropolitano di Milano. I testi poetici in esso contenuti sono stati editi in Analecta Hymnica Medii Aevi, XIVb, 163, 183-186, 245. Per i testi delle orazioni si veda PERUZZO, Poesia liturgica, 196-97.

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risultano tra le opere note dell’arciprete105. Nell’ufficio per s. Radegonda troviamo 6 testi propri ai Vespri, che compaiono solamente nel Breviario di Casola: un’antifona, un responsorio e quattro orazioni. A Mattutino è propria solamente l’orazione che segue il cantico Benedicite, attestata anche nel Breviario del 1475. Nell’ufficio per s. Bernardo i testi proprio sono invece 12, 10 ai Vespri e 2 a Mattutino. In entrambi i casi i testi propri non hanno struttura ritmica. Tuttavia, poiché la consistenza effettiva dell’opera dello Scaccabarozzi non è nota, è possibile ipotizzare che egli abbia composto anche uffici non ritmici e che Casola abbia avuto accesso a manoscritti perduti o non ancora identificati106.

L’introduzione, benché parziale, di un ufficio ritmico107 ha come conseguenza la presenza nel Breviario di Casola di testi poetici diversi dagli inni. Il verso preferito dallo Scaccabarozzi si compone di otto sillabe con cadenza proparossitona (8pp), ad imitazione del metro tipico dell’inno ambrosiano, il dimetro giambico108. Ne sono testimonianza, nel Breviarium di Casola, i responsori Per Galdinum sanctissimum e Sancti Galdini studium. I versi sono legati tra loro mediante diversi accorgimenti: rime, assonanze, identità della sillaba o delle sillabe finali. Gli schemi indicati a fianco di ciascun componimento rendono evidenti tali legami.

Il responsorio Per Galdinum sanctissimum si compone di 8 versi, con schema abacdefe. Segue il Vers., di quattro versi, ugualmente ottonari a cadenza proparossitona, con schema abcb [AH XIVb, 184-185, Inter lectiones]. Sancti Galdini studium si compone di quattro versi, più i quattro del versus, con ripetizione dello schema aabb [AH XIVb, 184, Inter lectiones].

I testi che seguono si compongono invece di versi di otto sillabe a cadenza proparossitona (8p), imitazione ritmica del dimetro trocaico: Cantet Deo populus (antifona) : 4 versi con schema abcb [AH XIVb, 185, In Cantemus]; Cuncta Dei opera (antifona): 4 versi con schema abcb [AH XIVb, 185, In

Benedicite]; Gens Mediolanensium (antifona): 6 versi con schema abcbdb [AH XIVb, 183, In choro]; Perpetuam consequitur (antifona): 4 versi con schema abcb [AH XIVb, 183]; Petiturus preveniens (antifona): 4 versi con schema abcb [AH XIVb, 183]; Sit benedictus Dominus (antifona): 4 versi con schema abcb [AH XIVb, 185, Ad

Benedictus]; Confessor sancte subveni (sallenda): 6 versi con schema abcbdb [AH XIVb, 183,

Psallentium in Baptisterio] O quam fine laudabili (sallenda): 6 versi con schema aabbcc [AH XIVb, 185, Psallentium

in Baptisterio]

105 Sono conosciuti fino ad ora 19 uffici ritmici, una Missa pro Terra sancta, comprendente solo le orazioni e il prefazio, e alcuni brani isolati, tra cui antifone e responsori e 12 inni: PERUZZO, Orrico Scaccabarozzi, 345. 106 A. TAMBORINI, Il Corpus Domini a Milano, Roma 1935, 19 ricorda tre manoscritti contenenti opere dello Scaccabarozzi: l’Ambr. P 165 sup. e due codici della Biblioteca del Capitolo Metropolitano di Milano, che egli indica con le vecchie segnature n° 18 e n° 19. Il n° 18 corrisponde all’attuale II.F.2.1, mentre il n° 19 non è stato ancora identificato. 107 Gli Uffici ritmici, che godevano di particolare favore presso gli ordini mendicanti, sono del tutto estranei alla tradizione ambrosiana, che non accolse mai le ufficiature composte dallo Scaccabarozzi nei propri libri liturgici ufficiali: PERUZZO, Orrico Scaccabarozzi, 351. Secondo Giovanni Dozio le infiltrazioni di brani provenienti dal Liber officiorum furono eliminate da coloro che attesero alla riforma del Messale e del Breviario ai tempi di Federico Borromeo: P. BORELLA, Il card. Federico Borromeo per gli studi liturgici e la riforma dei libri ambrosiani, «Ambrosius», 7 (1931), 328, n. 63. 108 D. NORBERG, Les vers latins iambiques et trochaïques au Moyen Age et leurs répliques rythmiques, Stockholm 1988 (Filologiskt Arkiv, 35).

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Il responsorio Alexander tertius prefecit, infine, si compone di versi di misura inferiore: il Resp. è di otto versi con alternanza di 7pp e 6p e schema abcbdefe, il Vers. è di quattro versi con alternanza di 7pp e 6p e schema abcb [AH XIVb, 184, Post hymnum].

Sono infine presenti anche due inni composti da Scaccabarozzi: Andecavesis presulis (s. Maurilii) e Felix felici presule (s. Galdini), attestato anche nei Breviari del 1477 circa e 1487.

***

L’analisi condotta, benché circoscritta ad alcuni aspetti dell’edizione, mette in risalto la vastità dell’opera compiuta da Pietro Casola per la preparazione del Breviarium del 1490. Egli intervenne ad ogni livello, dalla struttura complessiva del volume alla scelta dei testi, proponendo per la prima volta, ed è questo uno dei suoi meriti principali, un corpus chiaro di rubriche che guidassero nella preghiera colui che si apprestava a recitare l’ufficio divino e indicando un ciclo completo di letture bibliche per il Mattutino feriale. La critica sistematica attuata nei confronti delle edizioni precedenti conferma la volontà dichiarata di muoversi in una direzione diversa, correggendo le deviazioni introdottesi nella prassi corrente per riappropriarsi, almeno nelle intenzioni, dell’autentica liturgia ambrosiana. Casola si apre tuttavia ad innovazioni notevoli, introducendo testi dello Scaccabarozzi, che seguono canoni compositivi non tradizionali, e si dimostra consapevole di avanzare una proposta personale, lasciando un certo margine di libertà al celebrante. E’ significativo il fatto che il canonico si richiami all’autorità dei manoscritti conservati presso la Cattedrale, cui riconosce ancora il ruolo di custode della tradizione liturgica. La sua capacità di analisi e valutazione del patrimonio liturgico allora esistente rimane ancora in larga misura ignota e potrà essere illuminata solamente tramite un esame più approfondito dei manoscritti conosciuti. Le scelte operate rendono certamente il suo Breviarium uno strumento completo e funzionale e tramite di esso appare finalmente garantita la pariformitas in orando et unitas in legendo auspicata dall’arcivescovo Francesco Pizolpasso109.

109 Si veda il testo della citata Constitutio archiepiscopalis: CATTANEO, Il Breviario, 295, lin. 104.

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Appendice I

Le norme per la recita dell’ufficio contenute nel Breviarium ambrosianum del 1490 (ff. 1r-2v) Il testo della rubrica è riprodotto integralmente. Per rendere più agevole la lettura si è adottato il carattere tondo per le parti stampate in rosso nell’originale e il carattere corsivo per le parti stampate in nero. I titoli posti in grassetto all’inizio di ogni sezione non sono presenti nel Breviario, ma sono stati aggiunti per rendere più visibile la distinzione tra le diverse ore liturgiche. In maiuscoletto sono state evidenziate le denominazioni dei testi che compongono l’ufficio, indicate in rosso e senza segni particolari nell’incunabolo.

(f. 1r) In nomine sancte et individue Trinitatis. Incipit offitium dicendum per totum annum iuxta institutione sanctissimi doctoris et patris nostri Ambrosii. Et quia breviarium sive manualle secundum institutionem predictam inchoatur in vigiliis sancti Martini ideo primo ponetur ordo vesperorum.

<1. Ad Vesperum>

Ad vesperum non dicitur versus Deus in adiutorium meum sed absolute dicitur SALUTATIO sive versus Dominus vobiscum. Resp. Et cum spiritu tuo, si sunt plures qui simul dicant officium. Si vero solus dicit offitium, loco Dominus vobiscum dicit versus Domine exaudi orationem meam. Resp. Et clamor meus ad te perveniat. Et sequitur LUCERNARIUM prout competit festo: si de uno sancto dicitur Lux orta aut Exortum est; si de pluribus Timete Dominum aut Signatum; in diebus dominicis et sabbati nisi fiat de sanctis Quoniam tu illuminas; in aliis diebus si fit de feria dicitur Dominus illuminatio et sic fit per totum annum nisi reperiatur lucernarium proprium. Et dicto lucernario sequitur Vers. Dominus vobiscum. ANT. IN CHORO. Nisi fiat de feria, quia tunc non dicitur, nisi in diebus sabbati, qua dicta sequitur Vers. Dominus vobiscum et imponitur HYMNUS secundum offitium quod dicitur. Quo finito sequitur Dominus vobiscum. RESPONSORIUM IN CHORO, quo dicto sequitur Vers. Dominus vobiscum et imponitur ANTIPHONA, qua imposita dicitur PSALMUS et semper post primum psalmum, si sunt etiam plures110, dicitur Ecce nunc benedicite et Laudate Dominum omnes, antequam dicatur Gloria Patri et Filio, exceptis diebus dominicis, quando dicuntur quinque, quia tunc Ecce nunc dicitur in fine quinti psalmi; et in aliis diebus si fit de feria non dicitur, nisi reperiatur rubrica specialis. Et finito psalmo dicitur antiphona imposita et statim dicitur Kyrieleison ter, quo dicto sequitur Vers. Dominus vobiscum. ORATIO secundum occurrentiam, qua finita, si de sanctis fit, imponitur alia ANTIPHONA et dicitur PSALMUS cum Gloria Patri, quo finito dicitur antiphona et statim dicitur Kyrie ter et successive Vers. Dominus vobiscum et post ORATIO. Et finita oratione imponitur ANT. IN MAGNIFICAT, quo dicto cum Gloria Patri repetitur solum Vers. Magnificat anima mea Dominum et statim dicitur antiphona imposita deinde sequuntur tres Kyrie et Dominus vobiscum cum ORATIONE, qua finita dicitur 110 La salmodia vespertina feriale prevede sempre più salmi, in numero variabile: Ps 114-120 nella feria II, Ps 121-125 nella feria III, Ps 126-130 nella feria IV, Ps 131-136 nella feria V, Ps 137-142 nella feria VI e Ps 143-150 il sabato. Nelle feste di santi la salmodia vespertina è invece costituita da due soli salmi, ognuno seguito da un’orazione, come è precisato da Casola poco oltre.

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Dominus vobiscum et PSALENDA, qua dicta dicitur Gloria Patri et Sicut erat et iterum repetitur psalenda, qua repetita dicitur COMPLETORIUM Sancti tui Domine semper benedicent te, gloriam regni tui dicent semper. Alleluia. Alleluia. Item aliud completorium Benedictus es Domine Deus patrum nostrorum et laudabilis et gloriosus in secula. Kyrieleison, Kyrieleison, Kyrieleison. Et immediate dicitur ORATIO

111. Si sunt plures psalende servatur modus suprapositus et finita oratione dicitur Vers. Dominus vobiscum. Resp. Et cum spirito tuo. Kyrieleyson ter, deinde Vers. Benedicat et exaudiat nos Deus. Resp. Amen. Vers. Procedamus cum pace. Resp. In nomine Christi. Vers. Benedicamus Domino. Resp. Deo gratias. Si vero in Vespero fuerit RESPONSORIUM IN BAPTISTERIO, sicut in diebus domenicalibus, servatur iste modus: finita prima psalenda cum Gloria Patri, ut supra dicitur, adstatim dicitur Vers. Dominus vobiscum et sequitur Responsorium in baptisterio et finito Responsorio absolute dicitur ORATIO que erit asignata in Manuali secundum ocurentiam, et finita oratione imponitur ANTIPHONA (f. 1v) CUM QUATUOR VERSICULIS UNIUS PSALMI

secundum quod infraponetur, quibus dictis cum antiphona dicuntur COMPLETORIA, videlicet Regnum tuum Domine, alleluia, et dominatio tua in omni generatione et progenie, alleluia, alleluia et Benedictus es Domine, et dictis duobus completoriis dicitur alia ORATIO, qua dicta sequitur Vers. Dominus vobiscum, alia PSALLENDA et dicitur modo supradicto cum Gloria, qua dicta dicuntur duo COMPLETORIA, videlicet Quoniam tu illuminas lucerna mea Domine Deus meus illumina tenebras meas et Benedictus es Domine, quibus finitis dicitur ORATIO, qua finita dicitur Vers. Dominus vobiscum. Resp. Et cum spirito tuo. Kyrie, ut supra, et iste modus servatur in diebus dominicis. In diebus vero ferialibus statim dicta ANTIPHONA POST MAGNIFICAT dicitur Vers. Dominus vobiscum112, RESPONSORIUM IN BAPTISTERIO ordine supradicto cum QUATUOR

VERSICULIS et dicta antiphona post quatuor versiculos statim dicitur COMPLETORIUM Benedictus es Domine Deus et non aliud, exceptis diebus sabbati, quia tunc additur COMPLETORIUM Quoniam tu illuminas cum ORATIONE ut supra et sic finiuntur et expediuntur nisi aliqua rubrica specialis impediat prout reperietur in processu.

<2. Ad Matutinum>

Nunc sequitur modus Matutinorum. Matutinum sic incipitur: VERS. Deus in adiutorium meum intende. Resp. Domine ad adiuvandum me festina. Vers. Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto. Resp. Sicut erat in principio et nunc et semper et in secula seculorum amen. Alleluia.

111 I riti stazionali vengono celebrati nel modo descritto in questo paragrafo solamente nelle feste di santi: benché Casola precisi poco più avanti le modalità da seguire nelle domeniche e nei giorni feriali, l’informazione fornita in questa sede non è sufficientemente precisa. 112 Casola non indica qui l’orazione che segue il Magnificat, che è però prescritta nel formulario per la feria II comune (Breviarium ambrosianum 1490, f. 115v).

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Loco alleluia, Quadragesima dicitur Laus tibi Domine, rex eterne glorie. HYMNUS. Eterne rerum conditor. Quo finito dicitur RESPONSORIUM POST HYMNUM, quo dicto in diebus dominicis

imponitur Benedictus es et sequitur Versus hymni trium puerorum, incipiendo Et benedictum nomen glorie tue, etc. usque in fine et non dicitur Gloriosum nec et gloriosus a festo Resurrectionis Domini usque ad primam dominica octubris exclusive, sed solum dicitur et laudabilem aut et laudabilis excepto in ultimo loco quando replicatur primus versus, videlicet Benedictus es, quia tunc semper dicitur totus. Et a prima dominica octubris usque ad Resurrectionem dicuntur versus integre, videlicet et gloriosus in secula et sic servatur in aliis diebus festivis. In aliis vero diebus finito Responsorium post hymnum imponitur antiphona Laudabilis et dicitur canticum Benedictus es Domine Deus usque in finem et loco antiphonae replicatur primus Versus Benedictus es, quo finito dicitur ter Kyrieleison. Vers. Benedictus es Deus. Resp. Amen. Statim imponitur ANTIPHONA. In diebus dominicis pro nocturno dicuntur TRIA CANTICA CUM TRIBUS ANTIPHONIS et in nocturnis semper finita antiphona, priusquam imponatur alia, dicitur ter Kyrieleison et Versus. Benedictus es Deus. Resp. Amen. In singulis aliis diebus, nisi occurrat aliquod festum Domini aut in Manuali fit alia rubrica, semper dicitur una pars ex decem partibus psalterii prout divisum est, exceptis diebus sabbati, in quibus pro nocturno primo dicitur Cantemus Domino cum una ex suis antiphonis, prout ponetur in die feriato communi in die sabbati. Et subsequenter dicitur Beati immaculati usque ad In eternum Domine verbum cum una Gloria et sua antiphona. Et deinde In eternum Domine usque Ad Dominum cum tribularer cum sola Gloria et sua antiphona. Et iste modus servatur per totum annum, nisi alia rubrica in processu impediat. Et dicto nocturno mo-(f. 2r) do supradicto cum suis antiphonis semper sequitur Kyrieleison, Kyrieleison, Kyrieleison et versus Benedictus es Deus. Resp. Amen. Deinde dicitur Iube dompne benedicere et dicitur BENEDICTIO prout competit diei et infra ponentur et legitur PRIMA LECTIO. In diebus dominicis leguntur omelie aut sermones, in aliis vero diebus lectiones debent legi prout alias ordinatum fuit et habetur textus distinctionis xv «Sancta romana»113, que sequitur etiam ecclesia Mediolanensis in multis, prout habetur in rubricis antiquis. Et in fine cuiuslibet lectionis dicitur Tu autem Domine nostri miserere. Resp. Deo gratias. Et statim dicitur RESPONSORIUM cum suo Versu, et finito dicitur Iube cum alia benedictione et sic fit in tertia, qua finita imponitur ANTIPHONA IN BENEDICTUS et dicitur cum Gloria Patri et dicitur antiphona, qua dicta sequitur Kyrie ter et statim dicitur ANTIPHONA AD CRUCEM, qua dicta dicitur Kyrie ter et iterum dicitur antiphona et post dicitur Gloria Patri et Sicut erat. Iterum dicitur antiphona. Aliquando tamen dicitur antiphona ad crucem quinquies sicut in aliquibus dominicis de Adventu et assignabuntur in processu, qua dicta dicitur ter Kyrie. Et statim dicitur ORATIO SECRETA Deus qui populum tuum ex Egipto et semper dicitur nisi reperiatur propria, qua finita imponitur ANTIPHONA IN CANTEMUS et finito cantico cum Gloria dicitur antiphona, qua dicta dicitur tres Kyrie. Et sequitur ORATIO SECRETA Deus qui tribus pueris et semper dicitur, nisi reperiatur propria. Qua finita sequitur Vers. Dominus vobiscum. Resp. Et cum spirito tuo et imponitur ANTIPHONA IN BENEDICITE, quo finito sine Gloria et dicta antiphona dicitur Kyrie ter et Vers. Dominus vobiscum.

113 Decretum magistri Gratiani, in Corpus iuris canonici, ed. AE. FRIEDBERG, Lipsiae 1922, 40-41.

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Resp. Et cum spirito tuo114 et imponitur ANTIPHONA IN LAUDATE et dicuntur quatuor, videlicet Laudate Dominum de celis, alius Cantate Domino canticum novum, alius Laudate Deum in sanctis eius, alius Laudate Dominum omnes gentes et omnes terminantur sub una Gloria Patri, et dictis sequitur CAPITULUM prout competierit. Et postmodum dicitur antiphona prius imposita, qua dicta dicuntur Kyrie ter, Vers. Dominus vobiscum. Resp. Et cum spiritu tuo. Et statim dicitur PSALMUS DIRRECTUS prout competierit in die. Et finito cum Gloria Patri absolute imponitur LAUS ANGELORUM MAGNA Gloria in excelsis Deo et finita prout iacet dicitur HYMNUS offitii occurrentis, quo dicto immediate dicuntur XII Kyrie, quibus dictis sequitur Vers. Dominus vobiscum. Resp. Et cum spiritu115; et post dicuntur PSALENDE ordine quo supra positum est in Vesperis116. Si inter psallendas fuerit RESPONSORIUM IN BAPTISTERIO dicitur cum suis QUATUOR VERSICULIS et post antiphonam que dicitur post versiculos dicitur solum unum COMPLETORIUM

117, secundum occurrentiam diei, et post completorium ORATIO, qua finita dicitur alia PSALLENDA, modo quo supra. Et dicta psallenda dicitur aliud COMPLETORIUM et dicto completorio dicitur ORATIO, qua dicta dicitur Vers. Dominus vobiscum. Resp. Et cum spiritu tuo. Kyrie, Kyrie, Kyrie. Vers. Benedicat et exaudiat nos Deus. Resp. Amen. Vers. Procedamus cum pace. Resp. In nomine Christi. Vers. Benedicamus Domino. Resp. Deo gratias. Hoc tamen intellecto, quod quando fit Matutinum de feria comuni numquam dicuntur psallende, sed dictis XII Kyrie sequitur Responsorium in baptisterio cum suis IIII versiculis et duabus orationibus, prout infra notabuntur, et sic finitur ordine quo supra.

<3. Horae minores>

Prima vero, Tertia, Sexta et Nona ac Completorium dicentur prout infra ponentur in loco suo et in medio voluminis118.

114 Segue sempre un’orazione, qui non indicata. Casola non precisa inoltre, in questa sede, che nelle domeniche e ferie di Quaresima la consueta orazione post Benedicite è seguita da altre due orazioni. 115 La descrizione della parte di Mattutino che segue le letture è condotta da Casola sulla base dell’ufficio domenicale comune e dell’ufficio comune per un santo. La celebrazione feriale segue uno schema diverso, che Casola non illustra nella rubrica. Tale schema è ricostruibile sulla base dell’ufficio per la feria II comune e prevede la successione: Ant. in Benedictus, Cant. Benedictus, Gloria, Ant. in Benedictus, Kyrie (ter), Oratio secreta, Vers. Dominus vobiscum, Ant. in Miserere (al sabato: in Confitemini), Cant. Miserere (al sabato: Confitemini), Gloria, Ant. in Miserere (al sabato: in Confitemini), Kyrie (ter), Vers. Dominus vobiscum, Oratio (in quaresima 3 orazioni + 8vv del Ps 118 con ant.), Vers. Dominus vobiscum, Ant. in Laudate, Laudate (Ps. 148, 149, 150, 116), Gloria, Capitellus, Ant. in Laudate, Kyrie (ter), Vers. Dominus vobiscum, Ps. directus cum Gloria, Laus angelorum magna, Hymnus. Splendor paterne, XII Kyrie. 116 L’ufficio feriale comune non prevede sallende nei riti stazionali, ma il responsorium in baptisterio è preceduto da un graduale. 117 Il completorium è sempre seguito dal triplice Kyrie eleison. Nel caso in cui i completoria siano due la ripetizione del Kyrie segue il secondo. 118 I formulari per le ore minori si trovano ai ff. 120r-124v.

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<4. Ad Vesperum in dominicis diebus>

(f. 2v) In diebus dominicis dicuntur vesperi hoc modo. Vers. Dominus vobiscum. Resp. Et cum spiritu tuo. Lucernarium. Quoniam tu illuminas. Vers. Quoniam in te eripiar. Vers. Dominus vobiscum. Ant. in choro, quo dicta sequitur Vers. Dominus vobiscum. Hymnus, quo dicto sequitur Vers. Dominus vobiscum. Resp. in choro, quo dicto sequitur Vers. Dominus vobiscum. Et imponitur antiphona psalmi et dicuntur aliquando119 quinque cum suis antiphonis, videlicet: Dixit Dominus. Confitebor. Beatus vir qui. Laudate pueri. In exitu Israel. Et post hunc psalmum dicitur Ecce nunc benedicite Dominum et Laudate Dominum omnes gentes. Et isti tres dicuntur cum una Gloria. Aliquando solum dicitur In exitu120 cum Ecce nunc et Laudate cum una Gloria et post sua antiphona et dicta antiphona sequitur Kyrie, Kyrie, Kyrie. Vers. Dominus vobiscum. Et dicitur oratio. Deinde imponitur antiphona in Magnificat, et dicitur modo quo supra, et dicto sequitur Kyrie, Kyrie, Kyrie. Vers. Dominus vobiscum. Sequitur oratio, qua dicta sequitur Vers. Dominus vobiscum. Deinde sequuntur psallende cum suis completoriis et orationibus et si sint Responsoria in baptisterio dicuntur modo supraposito et ut latius ponetur in offitio dominicorum, et finiuntur modo supraposito. Et inter alia notandum est quod more ambrosiano numquam omittitur officium dominicale pro aliquo sancto aut sancta, nisi in propriis ecclesiis.

119 I vespri domenicali prevedono di solito 5 salmi (Ps 109-113 + Ps 133 e Ps 116). Fanno eccezione la domenica VI di Avvento, la prima domenica dopo il Natale, la domenica in caput Quadragesimae e la domenica di Pasqua, nelle quali veniva recitato solo il salmo In exitu Israel (Ps 113), seguito dai salmi 133 e 116. 120 Vedi nota precedente.