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DIOCESI DI REGGIO EMILIA - GUASTALLA I BAMBINI SULLA VIA DELLA FEDE SCHEDE PER GLI INCONTRI CON I BAMBINI Da 3 a 5 ANNI

I BAMBINI SULLA VIA DELLA FEDE - WebDiocesi … 1. LA FAMIGLIA DI GESÙ - Leggere le pagine 53 e 54 del Catechismo dei fanciulli “Io sono con voi”, dove si presenta la vita di

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DIOCESI DI REGGIO EMILIA - GUASTALLA

I BAMBINI SULLA VIA DELLA FEDE

SCHEDE PER

GLI INCONTRI

CON I BAMBINI

Da 3 a 5 ANNI

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1. LA FAMIGLIA DI GESÙ

- Leggere le pagine 53 e 54 del Catechismo dei fanciulli “Io sono con voi”, dove si presenta la

vita di Gesù fanciullo:

Il re Erode è morto. Ora Maria e Giuseppe con Gesù sono tornati dall’Egitto e vivono a Nazareth. È un piccolo paese in collina, abitato da pastori, contadini e artigiani. Gesù vive nella sua famiglia.

È obbediente alla mamma, Maria, e a Giuseppe, che gli fa da papà. Gioca con gli altri bambini, ascolta i discorsi dei grandi, parla la lingua del suo popolo, che è il popolo ebraico.

Nella famiglia di Nazareth si fa la volontà di Dio e si prega con queste parole: “Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze”. Gesù cresce in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. Maria e Giuseppe lavorano; anche Gesù impara a lavorare. Ma il sabato non lavorano, perché è giorno di festa. La sera accendono le luci della festa e lodano Dio: “Benedetto sei tu, Signore, Dio dell’universo”.

- Completare il disegno e colorare la scheda della famiglia di Gesù

- A casa con i Genitori i bambini potrebbero completare la parte scritta

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Completa la casa di Gesù unendo i numeri da 1 a 16 e poi colora

Nella mia famiglia ci sono ............. persone.

Nella famiglia di Gesù ci sono ............. persone.

La mia casa ha una forma .........................

La casa di Gesù ha la forma ......................

La mia città si chiama ...............................

Il paese di Gesù si chiama ........................

Il giorno di riposo di Gesù da piccolo è il ...........................................

Il giorno di riposo dei cristiani è la ..........................................

Completa le frasi con la parola corretta

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2. IL MONDO È DONO DI DIO

- Si potrebbe vedere un bel documentario, adatto ai piccoli, sulla natura o far osservare delle

immagini di paesaggi e animali

- Quindi far dialogare i bambini su quali sono le cose o gli animali che a loro piacciono di più

nella natura, badando che tutti esprimano almeno una cosa.

- Con parole semplici spiegare che il mondo e la natura sono state create da Dio e donate

all’umanità. Per i bambini è faile accogliere l’idea di Dio come di colui che ha “fabbricato”

il mondo.

- Far fare un disegno della natura da mostrare ai genitori.

- A casa potranno leggere con i genitori il racconto della creazione dal libro della Genesi cap.

1 versetti 1-2 e 4a, oppure dal catechismo dei piccoli: “Lasciate che i bambini vengano a me

a pag. 72-73.

Dopo la lettura ritagliare e mettere in ordine le 6 figurine della scheda seguente che

riproducono i giorni del racconto della creazione secondo la Bibbia.

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Colora le immagini, ritagliale e mettile in ordine incollandole su di un foglio

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3. LE REGOLE

- Mettere davanti ai bambini in mucchietto di sabbia e poi leggere la storia dei Deserti:

PERCHÉ NEL MONDO ESISTONO I DESERTI

Quando i piccoli marocchini guardano l'immensa distesa di sabbia e pietre del Sahara che assedia i loro paesi, i loro nonni raccontano questa curiosa leggenda. Che ci crediate o no, al tempo dei tempi, la terra intera era verde e fresca come una foglia appena spuntata: mille ruscelli correvano tra l'erba, e fichi, aranci, cedri e datteri crescevano insieme sullo stesso ramo; il leone giocava con l'agnello e le tribù degli uomini vivevano in pace e non sapevano cosa fosse il male. All'inizio dei tempi, il Signore aveva detto agli uomini: «Questo giardino fiorito è tutto vostro, e vostri sono i suoi frutti. Badate però, che a ogni azione cattiva io lascerò cadere sulla terra un granello di sabbia, e un giorno gli alberi verdi e l'acqua fresca potrebbero scomparire per non tornare mai più». Per molto tempo il suo monito venne obbedito e ricordato, finché un giorno due beduini litigarono per il possesso di un cammello, e appena la prima parola cattiva fu pronunciata il Signore gettò al suolo un grano di sabbia, così minuscolo e leggero che nessuno se ne accorse. Ben presto alle parole seguirono i fatti, e molti nuovi granelli si formarono e caddero, mentre il piccolo mucchio di sabbia cresceva lentamente. Gli uomini allora si fermarono a guardarlo, incuriositi: «Cos'è questo, o Signore delle tribù?», chiesero al Signore. «Il frutto delle vostra cattiveria», rispose lui. «Tutte le volte che agirete ingiustamente, che alzerete la mano su un fratello, che mentirete e ingannerete, un granellino si aggiungerà agli altri. E chissà che un giorno la sabbia non ricopra la terra intera». Ma gli uomini si misero a ridere. «Anche se fossimo i più perfidi fra i perfidi, non basteranno milioni di milioni di anni perché questa polvere leggera riesca a farci del male. E poi, chi può aver paura di un po' di sabbia?». Così ricominciarono a ingannarsi e a combattersi, uno contro l'altro, tribù contro tribù, finché la sabbia seppellì i pascoli verdi e i campi, cancellò il corso dei ruscelli e cacciò le bestie lontano, in cerca di cibo. In questo modo fu creato il deserto, e da allora in poi le tribù andarono vagando fra le dune, con tende e cammelli, pensando alla verde terra perduta. E qualche volta in pieno deserto, sognano e vedono cose che non ci sono più: laghi azzurri e alberi fioriti. Ma sono visioni che subito svaniscono: la gente li chiama miraggi. Solo dove gli uomini hanno osservato le leggi del Signore ci sono ancora palme verdi e sorgenti pulite, e la sabbia non può cancellarli, ma li circonda come il mare fa con le isole. I viaggiatori le chiamano oasi, e là si fermano per trovare riposo e ristoro, ricordando ogni volta le parole del Signore alle tribù: «Non trasformate il mio mondo verde in un deserto infinito». Ecco, ora capite perché anche oggi, sulla Terra, i deserti continuano ad avanzare?

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- Far parlare i bambini su quali siano le regole che sono state insegnate loro ad esempio:

- Quando sono a tavola…

- Quando stanno per andare a letto…

- Quando sono in chiesa…

- …

- Insegnare ai bambini un gioco per loro nuovo con alcune semplici regole e poi insieme fare

questo gioco, facendo notare come ci si diverta se tutti rispettano le medesime regole.

- A casa i bambini potranno portare un po’ di sabbia e disegnare un fiore o un albero in mezzo

al deserto, raccontando poi a loro modo la storia a mamma e papà.

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4. GESÙ CI VUOLE SEMPRE BENE

- Raccontare la storia di Bianchina facendo le domande previste nel testo:

LA STORIA DI BIANCHINA DI G. LERCARO C'era un pastore, che aveva cento pecore. Sono tante o sono poche cento pecore? Sono tante? No, sono poche, cento pecore. Perché? Eh, perché nel paese dl Gesù i pastori ne avevano tante, di pecore: migliaia e migliaia. Abramo, che era un grande pastore del paese di Gesù, aveva trecentodiciotto uomini, a custodirgli tutte le sue pecore. Pensate, dunque, quante ne aveva invece questo pastore ne aveva cento, appena. Perché erano così poche, gli erano tutte care. Uno che ha un milione dl pecore, che se ne fa, se gliene muore una? Ma chi ne ha cento, ah, vuol bene a tutte. Questo pastore voleva bene a tutte le sue; e le conosceva tutte, una per una; e le chiamava per nome: una era Neretta perché era tutta nera, come il carbone; l'altra la chiamava Ricciutella, perché aveva una lana ricciuta. Ce n'era una, però, che era la più bella di tutte, proprio la più bella. bianca come la neve, con una lana fina fina. La chiamava: Bianchina Era bella, ma un po' capricciosa. Ce ne sono tra voi, dei capricciosi? No, tra voi non ce ne sono.Le sue compagne dicevano: “Che cosa crede dl essere? là regina?”. E non la volevano neppure con loro; lei stava sempre vicina al pastore. Anche il pastore voleva bene alla Bianchina, e mangiava sempre vicino a lei; e le dava, a volte, un po’ del suo pane; ma Bianchina era sempre più capricciosa e superba. Una mattina, il pastore uscì dal recinto. Perché su, sui monti, i pastori non hanno la casa: hanno un recinto, dove tengono le pecore la notte, perché non vadano i ladri a rubarle, o i lupi a mangiarle. C'erano, lì vicino, tanti altri pastori che avevano tutti il proprio recinto. Allora, aprì li recinto, ne fece uscire le pecore, e le chiamava tutte per nome. Poi si mise avanti, col suo bastone, e cantava. Cantava e camminava: su, su per la collina, per i prati finché trovò un bel posto, tutto pianeggiante, dove c'era tanta bella erba verde Allora sedette lì, e le pecore sì sparsero a brucare tutto Intorno, belando: beh, beh... Bianchina stette un po' vicino al pastore, poi se ne andò;. ma non voleva andare con le altre pecore: “tutte brutte”, diceva lei, “sono brutte, non mi piacciono; io voglio star sola”. Vide un bel cespuglio di fiori, e camminò per brucarli; poi ancora ne vide uno più distante, e andò; poi avanti, e vai, e vai, si allontanò tanto dal gregge. Intanto il pastore vedeva tutte le pecorelle d'intorno, e non pensava che quella scervellata se ne fosse andata così lontana, Venne la sera. Bianchina era distante, distante, ormai era scesa in fondo a una valle, era risalita sui pendi di fronte, poi ancora era discesa. Quando s'accorse che il sole era scomparso, allora cominciò a batterle il cuore forte forte: puff, puff,... perché aveva sentito raccontare la storia dei lupi, che la notte escono a mangiare le pecore; e degli sciacalli che sono dei cani feroci, i quali, se trovano una pecora, te ne fanno una colazione e una cena in quattro bocconi. Allora lei incominciò, poverina, ad andare piano piano, per non fare rumore. Ma, ad un tratto: “oh, povera me” Che cos'ha sentito? L'ululato del lupo. Sì, questo è l'ululato del lupo, lontano lontano, ma è l'ululato del lupo... e poi... l'abbaiare dello sciacallo...” Che paura, povera Bianchina! Intanto, fattosi sera, il pastore diede un fischio, che tutte le pecore conoscevano, e tutte. beh, beh, si raccolsero intorno a lui. Lui si mise davanti, col suo bastone, e cantando se ne tornava verso il recinto e le pecore dietro. Arrivato al recinto, si mette sulla porta, per farle entrare, e le pecore entrano, e lui te conta tutte: “Una, due, tre, quattro... avanti Neretta... cinque, sei, sette... su Ricciutella... otto, nove, dieci, undici... venti... trenta… quaranta... cinquanta... sessanta... settanta... ottanta, novantasette, novantanove...; ne, manca una!”. Chiude, e guarda le pecore: ho bell'e

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capito, è quella scervellata di Bianchina. Oh, povero me! Adesso mi è rimasta lassù, e il lupo me la divora certamente... Ma no, no; io vado a cercarla!”. Le pecorelle stavano zitte zitte, non osavano neppur belare, e lo videro, che prese il suo bastone e il suo cappellone, e andò dagli altri pastori, ad avvertirli: “fatemi un po' la guardia anche al mio gregge ”. E partì. “Ehm, quella smorfiosetta”, avranno pensato le altre pecore, “non vuol mai stare con noi, e adesso la pagherà, una volta per tutte. Non vuol stare in compagnia, perché lei è la più bella; vedrà che cosa le giova la sua bellezza...”. “mi rincrescerebbe”, pensava un'altra, “se il lupo se la dovesse mangiare; mi rincrescerebbe, ma dopo tutto se l'è meritato, se l'è proprio voluto”... Il pastore andava di corsa, e di tanto in tanto lanciava un fischio e poi tendeva l'orecchio, se sentisse un belato. La povera Bianchina si era tutta nascosta, infilandosi dentro a un rovo, che le aveva strappato la lana bianca, e l'aveva tutta punta: ma lei se ne stava lì quieta, quasi senza respirare, per paura che si avvicinassero un lupo o uno sciacallo. A un certo momento, le parve di sentire il fischio del pastore, e tese l'orecchio: il fischio si ripeté. “Oh è proprio il pastore, il mio buon pastore, che viene a cercarmi”. Stette ancora in attesa, e il fischio si ripeté, più vicino. Allora fece un belato piccolo piccolo, e il pastore un altro fischio; lei un altro belato, lui un altro fischio; un altro belato, e il pastore si avvicinava, si avvicinava... “Eccolo, eccolo che arriva! Che gioia, che gioia sentirlo arrivare!”. “Ma adesso me le suona. Adesso me le dà”, pensò Bianchina, “meglio le botte del pastore, che i denti del lupo o dello sciacallo”. Invece il pastore, pungendosi le mani, allarga i rami del rovo, e: “Povera Bianchina”, dice, “come ti sei ridotta! Ma guarda, quanta paura devi aver avuto! Ti sei tutta punta? Ma vieni, vieni, vieni, sarai stanca; vieni, che ti prendo in collo”. La prende, se la mette in collo, e via cantando. Lei tutta felice pensa: “Com'è buono, com'è buono!”. Poi però pensava anche: “Adesso me le darà quando siamo a casa, in presenza di tutte le altre. Me le avesse date subito là, piuttosto che in presenza di tutte le altre.. pazienza, meglio le botte in presenza delle altre che i denti del lupo o dello sciacallo!”. Le pecorine dormivano con un occhio solo, e stavano aspettando. A un certo punto sentono la voce del pastore, che canta. “Arriva, canta, vuol dire che l'ha trovata”. Stanno lì, e chiudono allora tutte due gli occhi, e fanno finta di dormire tranquille. Pensano: “Adesso, almeno, una buona penitenza gliela darà, no?”. Il pastore arriva, posa la pecorina, l'accarezza e: “Va' Bianchina ”, le dice, “va' a far nanna, chissà come sei stanca, poverina; dormi tranquilla”. Le altre non aprono neppure un occhio, e continuano a ruminare, come se dormissero tranquillamente. Il pastore prende due fiaschi, e va dagli amici, e dice: “Facciamo festa, avevo perduto la mia pecora, ma l'ho ritrovata! Sapete, bimbi chi è Bianchina?

(conversazione registrata e trascritta a cura di G. Catti)

- Fare un cartellone con il pastore e il suo gregge completato con una pecorina per ogni

bambino che la dovrà ritagliare e incollare.

- A casa consegnare la figura di Gesù boun pastore da colorare e montare con i ferma

campioni.

- La parabola della pecorella smarrita la trovate in Luca 15, 4-7.

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5. GLI AMICI DI GESÙ

- Con la tecnica della carta piegata a soffietto e poi ritagliata, preparare per ogni bambino una

catena di tre o quattro figure:

- Chiedere ai bambini di indicare i nomi di alcuni loro amici/che che verranno scritti sulle

sagome della catena.

- Leggere dal vangelo di Marco 3,13-16: la chiamata degli Apostoli, che saranno presentati

come gli amici di Gesù.

- Si potrebbe anche vedere una videocassetta della serie “gli Amici di Gesù”, produzione

ELLEDICI e Messaggero Padova, corredate di un sussidio da leggere e colorare.

- Predisporre un cartellone con al centro un’immagine di Gesù e insieme ritagliare, colorate e

incollare le figure dei 12 Apostoli.

- A casa invitare a pregare per i propri amici/che prima di addormentarsi.

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Pietro (Simone) e suo fratello Andrea - Giovanni e suo fratello Giacomo - Tommaso e

Filippo - Matteo e Bartolomeo - Giuda e suo fratello Giacomo - Simone – Giuda iscariota.

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6. L’AMORE VINCE LA MORTE

- Leggete il racconto della Pasqua nel vangelo di Matteo 28,1-8

- Ripercorrere insieme ai bambini questo episodio rispondendo alle loro domande e curiosità,

e sottolineando il fatto che è per l’amore di Dio Padre che Gesù suo Figlio vince la morte.

- Far fare il gioco del labirinto nella scheda allegata.

- Una bella attività può essere quella di realizzare il sepolcro di Gesù con la tecnica che

preferite, qui trovate una versione a fotocopia che permette di muovere la pietra così da

visualizzare la situazione del venerdì santo (Gesù posto nel sepolcro), del sabato santo (il

sepolcro chiuso) e della domenica di Pasqua (la tomba vuota con l’angelo che annuncia alle

donne la risurrezione).

- A casa suggerire di realizzare le uova colorate come da istruzioni seguenti:

Uova colorate Le uova colorate sono un'antica tradizione di Pasqua e simboleggiano la vita nuova. Colorare le uova di Pasqua in modo naturale: Rosso pallido: barbabietole rosse fresche Arancio: bucce di cipolla bionda Giallo tenue: bucce d'arancia o limone, ciuffi di carota. Verde chiaro: foglie di spinaci Verde: bucce di mele verdi Blu: foglie di cavolo rosso Beige o marrone: caffè forte Metodo: 1. Mettere le uova in una pentola che le contenga tutte senza farle rompere, coprirle con l'acqua 2. Aggiungere un cucchiaino di aceto. 3. Aggiungere i componenti coloranti a seconda della quantità di uova. La tonalità dipenderà dal rapporto colore/numero di uova. 4. Far bollire le uova per circa 15 minuti a fuoco basso. 5. Togliere le uova dalla tintura e metterle in un piatto. Se volete una tintura più scura, prendete la pentola con le uova e il colorante e mettetela in frigo per una notte. 6. Con un batuffolo di ovatta imbevuto d'olio di oliva passare tutte le uova e lucidarle con un panno morbido. Otterrete una discreta brillantezza. Potete colorare le uova anche con coloranti alimentari. Si può utilizzare il metodo a freddo. Le uova già sode vengono immerse nella tintura per alimenti, assolutamente fredda. Questo evita eventuali rotture del guscio e che durante il processo il colore possa penetrare all'interno dell'uovo. È’ consigliabile fare molta attenzione e ricordare anche che il guscio d'uovo per sua stessa natura non è una superficie compatta, ma porosa. Se dovete consumare le uova dopo averle dipinte è meglio che usiate metodi naturali e che mangiate le uova entro poco tempo.

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Aiuta le donne a trovare il sepolcro. Se indovini la strada giusta troverai anche una frase, sapresti dire chi l’ha detta?

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Per realizzare il sepolcro fotocopiate la pagina seguente e come indicato ripiegate la parte in fondo

in modo da ottenere una “tasca” in cui far scorrere la pietra.

Quindi realizzate un disco di cartoncino grigio del diametro di dieci centimetri che sarà la pietra da

rotolare davanti all’ingresso della tomba di Gesù con le 3 posizioni dei tre giorni di Pasqua.

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