9

HI-END MAGAZINE€¦ · Ben tre anni dopo la presentazione della linea Venere, Sonus faber chiude il cerchio con un full tower a tre vie, naturale anello di congiunzione con la serie

  • Upload
    others

  • View
    3

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: HI-END MAGAZINE€¦ · Ben tre anni dopo la presentazione della linea Venere, Sonus faber chiude il cerchio con un full tower a tre vie, naturale anello di congiunzione con la serie
Page 2: HI-END MAGAZINE€¦ · Ben tre anni dopo la presentazione della linea Venere, Sonus faber chiude il cerchio con un full tower a tre vie, naturale anello di congiunzione con la serie

HI-END MAGAZINE®

Page 3: HI-END MAGAZINE€¦ · Ben tre anni dopo la presentazione della linea Venere, Sonus faber chiude il cerchio con un full tower a tre vie, naturale anello di congiunzione con la serie

61SoNuS FAbEr VENERE S▼ FDS 256

L’attivissimo reparto Research and Developmentdi Sonus Faber negli ultimi anni ha sviluppato unaquantità notevole di nuove soluzioni, concen-trandosi sia su modelli di altissimo livello che su

modelli, finalmente, accessibili a tutti. La prima di que-ste recenti uscite è stata proprio la Venere, che rappresentaun intero “line-up” di diffusori (comprende infatti ben seimodelli) offerti ad un listino decisamente rivisto al ribasso:garantendo comunque una certa continuità rispetto ai mo-delli superiori (per quanto riguarda la qualità di ripro-duzione e la costruzione), questa linea offre ad un pub-blico decisamente ampio la possibilità di portarsi a casaun prodotto Sonus Faber in tutto e per tutto. Un anno dopoè stata introdotta la serie Olympica che riabbraccia in totola filosofia dei più classici modelli della casa di Arcugnano,come ad esempio l’utilizzo di essenze lignee naturali, l’ado-zione di finiture in pelle e l’introduzione di elementi inalluminio.Dopo aver presentato un canale centrale, l’Homage Vox(per utilizzi home theatre che si adattasse alle serie di ec-cellenza Homage) in occasione del trentesimo anniversariodel brand, è stato introdotto un modello completamen-te rivisitato del bookshelf Extrema, ribattezzato Ex3ma,applicando tutti gli ultimi e più avanzati accorgimenti perquanto riguarda le soluzioni tecniche, costruttive, le rifi-niture estetiche e lignee. Poi ha visto la luce la serie Lilium,direttamente derivata dalla serie Aida; stavolta si trattadi un diffusore a gamma intera, estremamente innovati-vo, realizzato in due sezioni completamente separate fusein un unico mobile: una che ospita la parte fino al mediobasso a tre vie e una che ingloba la sezione subwoofer, di-saccoppiando i due sistemi con quanto di meglio si pos-sa reperire in fatto di soluzioni smorzanti e isolanti (me-diante l’utilizzo di smorzatori, masse risonanti e materialiantivibranti); tutto ciò, unito in un cabinet raffinatamen-te progettato in quanto a sezione (la pianta a lira mostrauna soluzione a tripla curvatura) per eliminare totalmentele onde stazionarie e diffrazioni, ne fanno una delle cas-se a più alto contenuto tecnologico mai prodotta. La Sonus Faber è stata inoltre molto attenta alla recente

situazione finanziaria tutt’altro che rosea in cui si dibat-te la nostra società ed ha anche cercato di dare una rispostaconcreta, proponendo una gamma completa alla portatadi tutti: abbiamo assistito perciò alla nascita della serie Cha-

Ben tre anni dopo la presentazione della linea Venere, Sonus faber chiude il cerchio con unfull tower a tre vie, naturale anello di congiunzione con la serie superiore Olympica! La sen-sazione che mancasse qualcosa a questa linea di diffusori era piuttosto forte e l’azienda vi-centina non ha atteso molto per centrare l’obiettivo.

di Alberto Guerrini

CorSI E rICorSI STorICI

DIFFUSORI FULL TOWERSoNuS FAbEr VENERE S

Particolare del piccolo pannello posteriore con i bei morsetti dipotenza in configurazione biwire e i jumper anch’essi rodiati.

Page 4: HI-END MAGAZINE€¦ · Ben tre anni dopo la presentazione della linea Venere, Sonus faber chiude il cerchio con un full tower a tre vie, naturale anello di congiunzione con la serie

meleon, caratterizzata da un prezzo entry e dalla possi-bilità di poter cambiare a piacimento la livrea del mobi-le grazie ai fianchetti a pannelli amovibili e una palette co-lori a disposizione molto varia. A seguire vede la luce il modello in prova, la Signature che,come accennato in precedenza, si spinge più in alto, ver-so la serie Olympica, introducendo delle soluzioni che sidiscostano leggermente dai modelli inferiori (adozione diuna porta reflex orientata verso il basso, abbandono delbasamento in vetro per uno in alluminio). Ultimo nato in ambito temporale è Il Cremonese che faparte della Homage Collection, omaggio al maestro An-tonio Stradivari per il trecentesimo anniversario: prendeil nome dal più famoso dei suoi meravigliosi violini; si trat-ta di un diffusore full tower con pianta romboidale, di-rettamente derivato dalle Lilium ma dalle linee più net-te, in cui si è voluto estremizzare il contributo del mobi-le. Solo a descrivere le più recenti produzioni si capiscela verve e la creatività di questo brand che rappresenta l’ec-cellenza, non solo in ambito nazionale ma, grazie all’ac-quisizione di marchi prestigiosi come McIntosh, Audio Re-search, Pryma, Sumiko, Wadia, anche in campo interna-zionale.

DESCRIZIONE Le Venere S sono delle full tower a tre vie con bass reflexrivolto verso il basso, cosa che, oltre ai tre woofer in pa-rallelo, come già citato pocanzi, le distingue dal model-lo precedentemente testato su queste pagine (Venere 3.0). Complessivamente montano ben cinque trasduttori: untweeter da 29 mm di diametro a cupola morbida in setaprogettato da Kurt Mueller, disaccoppiato rispetto al baf-fle anteriore grazie ad un supporto viscoelastico interpostotra il supporto e la sua sede; un medio proprietario da 150mm di diametro con cono a membrana curva in poli-propilene termo modellato (due sono le superfici, una uti-lizza lo stesso materiale, ma filato e tessuto per ottenereun vero e proprio elemento composito leggero ed irrigi-dente, l’altra una lamina amorfa che fa da base) e ogivarifasatrice in metallo, che lavora in una sezione sigillataad esso esclusivamente dedicata; infine abbiamo trewoofer da 180 mm di diametro con cono in alluminio,estremamente rigido, al contempo leggero e pronto neitransienti. Tutti i trasduttori hanno un cestello pressofu-so realizzato appositamente per agevolare i flussi poste-riori, favorendo anche la dispersione di eventuali accu-muli di calore attorno alla zona della bobina. Nella par-te anteriore gli speaker presentano una ghiera in allumi-nio che ricorda quella vista in altri modelli. Il crossover utilizza componenti di alto livello (spiccanole inusuali induttanze triloByte, che garantiscono spire didimensioni inferiori, diminuendo la resistenza parassita)ed una tecnica di deposizione delle tracce che sfrutta lanano tecnologia. L’impedenza nominale è di 4 ohm

62 FDS 256 ▼ SoNuS FAbEr VENERE S

Il mobile delle Venere S con la caratteristica pianta a liuto, uti-lizzata per eliminare le onde stazionarie all’interno: si notachiaramente la discontinuità rispetto ai modelli inferiori, perl’assenza dal baffle anteriore del condotto reflex, spostatoverso il basso, apposto alla faccia inferiore; altro parametro di-stintivo è l’abbandono del basamento in vetro per uno in allu-minio; da notare la faccia superiore inclinata che include unalamina di vetro temprato.

Page 5: HI-END MAGAZINE€¦ · Ben tre anni dopo la presentazione della linea Venere, Sonus faber chiude il cerchio con un full tower a tre vie, naturale anello di congiunzione con la serie

mentre la sensibilità è di circa 90 dB.Come già accennato nell’introduzione, il condotto reflexè rivolto verso il basso e occupa la parte centrale della base(il diametro misura circa la metà di quello dei woofer), ciòrende molto più agevole il posizionamento nella salad’ascolto rispetto a un “rear firing”.La sezione in pianta del mobile è a liuto, a tutto vantag-gio dell’eliminazione quasi totale delle onde stazionarieall’interno, dove si è fatto largo uso di irrigidimenti interniposizionati in maniera strategica per garantire un correttosviluppo dei flussi. Il peso complessivo è quasi di trentachilogrammi.La finitura in noce con cui sono arrivati comporta un ag-gravio di spesa di circa 200 euro rispetto alla laccata bian-ca o nera, offerte in alternativa.La base è in alluminio, mentre i modelli inferiori ne mon-tano una in vetro temprato, e ha quattro punte regolabi-li in altezza agli estremi. Come di consueto per questi modelli, la parte superioreingloba una lastra di vetro con finitura black ed è incli-nata rispetto al terreno, azzerando ogni ulteriore possi-bilità di perpendicolarità delle facce del mobile.La configurazione dei binding post di potenza con ser-raggio a vite e finitura rodiata è biwiring.

PROVA DI ASCOLTODopo un robusto rodaggio, ho sottoposto le Venere Si-gnature alla dura prova di un disco quasi del tutto or-chestrale, vista la propensione che avevano già dimostratole 3.0 per il genere.Prima traccia è di Stravinsky “The Firebird Suite - Infer-nal Dance”, Album STRAVINSKY, I.: Firebird (The) (Ma-karova, Seattle Symphony, Schwarz) DE6005. Il dirom-pente attacco premia immediatamente le caratteristichedi tenuta in potenza di queste tower. I saliscendi im-provvisi non lasciano code, mostrano un ottimo control-lo ed un’escursione decisa e molto rapida. Gli archi sonopresenti ma mai irruenti. I fiati si dipanano con ottima leg-giadria e al contempo gran piglio. L’equilibrio timbricospicca subito nel momento in cui si approcciano i cam-panelli e gli strumenti posizionati più in alto nella ban-da passante, che brillano senza trapanare. Le caratteristichedi risoluzione sono ottime, ci sono abbondanti quantitàdi dettaglio fine, sia in campo macroscopico che micro-scopico. La risposta in frequenza appare ben ampia e sce-vra di buchi. Entrambi gli estremi sono trattati in egualmaniera; la discesa è ottima e anche le capacità di ripro-duzione in alto e altissimo. Brano successivo è “Starker Plays Kodaly: Duo for Vio-lin and Cello, Op.7 - Allegro serioso, non troppo” (recordedin Japan 1978) Album KODALY, Z.: Cello Sonata / Duo/ BOTTERMUND, H.: Variations on a theme by Pagani-ni (Starker Plays Kodaly) (Starker, Gingold) DE1015. Vio-loncelli e violini sono evidentemente più che congenialiper le Venere, che vibrano con i giusti tempi e frequenze,seguendo gli strumenti con una facilità estrema. Il dettagliofine è, anche in questa traccia, un tema costante di ana-lisi. Grande capacità di rappresentare il chiaroscuro e ilcontrasto dinamico. Gli assoli del violino sono sottolineatiperfettamente dal violoncello con buona trasparenza e ca-pacità di discernimento. Durante i pizzicati, seppur de-licatissimi in prima istanza, notiamo dei transienti di at-tacco e rilascio rapidi e perfettamente delineati. L’azionedegli archetti sulla totalità degli strumenti, gravi o lieviche siano, è sicura, asciutta e concisa. I corpi risuonanti

63SoNuS FAbEr VENERE S▼ FDS 256

Page 6: HI-END MAGAZINE€¦ · Ben tre anni dopo la presentazione della linea Venere, Sonus faber chiude il cerchio con un full tower a tre vie, naturale anello di congiunzione con la serie
Page 7: HI-END MAGAZINE€¦ · Ben tre anni dopo la presentazione della linea Venere, Sonus faber chiude il cerchio con un full tower a tre vie, naturale anello di congiunzione con la serie

hanno un dimensionamento più che accurato, con coe-renza vibrazionale e abbondanza di dettaglio descrittivo.Notevole anche la quantità di dettagli fini provenienti daiperformer e dal resto dello stage, si percepiscono sospi-ri, sbuffi, movimenti e gli spostamenti degli strumenti.La terza performance è un classico di Dvorak: “SymphonyNo.9 in E Minor, Op.95, From the “New World” - Allegrocon fuoco” Album DVORAK, A. Requiem / SymphonyNo. 9, “From the New World” (Macal) DE3260. Ritorniamoad una situazione orchestrale che si alterna tra passaggimolto energetici e lievissimi; in entrambe le situazioni itrasduttori delle Sonus Faber li seguono egregiamente, conottima coordinazione e gran controllo. I picchi dei fiati sonosostenuti con ottima impostazione timbrica, senza gran-di eccessi o effetti troppo spinti. Altrettanto degnamen-te affrontano i pieni della sezione degli archi, sempre al-l’insegna dell’equilibrio e della accuratezza dell’esposi-zione. Il livello di dettaglio durante i pianissimo si man-tiene molto alto, si percepiscono le lievi oscillazioni de-gli archi che supportano il clarino nelle sue evoluzioni, perpoi riprendere il filo del pieno. Tutto è molto omogeneoe la percezione dei singoli componenti è piuttosto chia-ra e ben disposta, in una scena amplissima e molto benstrutturata a livello tridimensionale. Passiamo ad un estratto della Carmen di Bizet “Shchedrin:The Carmen Ballet - iv. Changing of the Guard” AlbumSHCHEDRIN, R.: Carmen Suite / BIZET, G.: Carmen Sui-te No. 1 (Monte-Carlo Philharmonic, DePreist) DE3208.La delicatezza dei passaggi iniziali, ricchi di percussionie piccoli impatti, perfettamente resi e ben a fuoco, tradi-sce una precisione estrema ed un’ottima resa microdina-mica sia in alto che in basso. La trasparenza è di nuovoun tema preponderante. Le rampe dinamiche sono anchequesta volta colte alla perfezione, con buona ricchezza di

dettaglio materico.A seguire un estratto corale da Voice of Angels, “Vos Flo-res Rosarum - (excerpt)” Album HILDEGARD OF BIN-GEN: Choral Music (Voices of Ascension) DE3219. Il coroillumina una scena profondissima, alta ed ampia. L’im-patto in gamma alta e medioalta, oltre che media, è no-tevole e i trasduttori coinvolti sono sottoposti ad uno stressnon indifferente, senza sembrare però sofferenti o pre-sentare irrigidimenti. La ricchezza di informazioni ri-guardo alla ricostruzione tridimensionale, sia dell’ambientesia del coro stesso, è notevole. Le singole voci sono piut-tosto ben separate, sia la focalizzazione che il posiziona-mento delle sorgenti risultano ottimi.Grande impatto per questa suite di AARON COPLAND,“Billy the Kid (suite from the ballet) - Gun Battle” AlbumCOPLAND, A.: Hoe Down / An Outdoor Overture / Bil-ly the Kid Suite / GROFE, F.: On the Trail (Western Clas-sics) (Schwarz) DE1603. Ovviamente siamo di fronte a del-le percussioni improvvise e particolarmente potenti, chesi avvicendano ai fiati e agli archi. La capacità di separa-zione delle varie azioni è buonissima, la trasparenza è ma-gnifica, così come il controllo. I transienti di attacco e ri-lascio sono ottimi in tutta la banda passante e non soloquella più profonda. La timbrica rimane perfettamenteequilibrata in ogni occasione, senza che alcuno degli stru-menti che appaiono sia mai castrato.Il brano successivo è l’emblema della musica barocca, “Vi-valdi: Four Seasons - concerto in E major, RV 269 “Spring”I. Allegro” Album VIVALDI, A.: 4 Seasons (The) (Olivei-ra, Los Angeles Chamber Orchestra, Schwarz) DE3007.L’impatto degli archi, particolarmente spinti ed energe-tici in questa interpretazione, è molto efficace e realisti-co, il pieno ha molto punch e satura la sala d’ascolto inmaniera potente. Il clavicembalo rimane ottimamente scol-

65SoNuS FAbEr VENERE S▼ FDS 256

Particolare del crossover 3 vie con componentistica di gran pregio.

Page 8: HI-END MAGAZINE€¦ · Ben tre anni dopo la presentazione della linea Venere, Sonus faber chiude il cerchio con un full tower a tre vie, naturale anello di congiunzione con la serie

pito nella scena sonora senza subire ridimensionamentio costrizioni di sorta. Le oscillazioni e i chiaroscuri sonoottimamente resi, con un ottimo bilanciamento e un livellodi contrasto sempre ottimali. I cinguettii dei violini han-no un contenuto energetico non indifferente e il quadrocomplessivo, tra dimensione orchestrale e ritorno am-bientale, è perfettamente proporzionato e verifico. La fo-calizzazione degli strumenti e l’estensione della scena so-nora sono notevoli. Grande definizione della trama sonoracon fine discernimento anche dei passaggi più lievi, purnascosti all’interno di un contesto orchestrale, che in al-tri casi (e listini superiori) non è stato così chiaro.Chi ha progettato questa raccolta ci propone qualcosa dipiù lieve con Piazzolla: “Libertango (Tangos arranged forsaxophone and orchestra)” Album PIAZZOLLA, A.: Or-chestral Music - Libertango / Adios Nonino / Cierra tusojos escucha / Revirado / Oblivion (Moscow ChamberOrchestra, Orbelian) DE3252. Di nuovo abbiamo la sen-sazione dell’estrema familiarità che tradiscono questi dif-fusori nei confronti degli archi. Sin dalle primissime note,il tappeto che formano a supporto della melodia del sas-sofono è talmente di alto livello che il resto ne gode am-piamente in quanto ad enfatizzazione. Lo strumento so-lista è ricco, articolato, contrastato ed armonioso. Il det-taglio del percorso dell’aria al suo interno è piuttosto benin evidenza. I picchi dinamici sono ottimi in corrispon-

denza dei pieni. Oscillazioni, vibrazioni, pennellate di ma-tericità, affiancate a una dinamica importantissima, fan-no ben spiccare le caratteristiche espressive di queste bel-lissime full tower.Si ritorna ad una rappresentazione maestosa con “Macalconducts Mussorgsky: Pictures at an Exhibition - X. LaGrande Porte de Kiev - The Great Gate of Kiev” Album:MUSSORGSKY, M.: Pictures at an Exhibition (orch. M. Ra-vel) / Dream of the Peasant Gritzko (New Jersey Sym-phony, Macal) DE3217, DE3079. L’imponente sezione difiati che caratterizza questa composizione viene espostaparticolarmente bene dalle Venere, con una ottima resa diogni singolo protagonista delle potenti note iniziali. Si di-stinguono perfettamente le caratteristiche di ogni elemento.Le due trame che si intrecciano a metà brano, tra fiati edarchi, sono fluide e perfettamente integrate, la trasparenzaanche in questo caso è buonissima. In corrispondenza deipianissimo la fluidità rimane inalterata e la struttura sin-fonica non stenta mai. Il posizionamento nella scatola so-nora è accurato e lo sviluppo lungo la terna cartesiana èparimenti ottimo. Le percussioni sollecitano molto la se-zione bassa, eppure l’articolazione resta ottima, cosìcome il controllo. I fiati sono chiari e l’articolazione an-che in gamma medioalta è notevolissima.Nella decima traccia il protagonista è il pianista Carol Ro-senberg in “Rosenberg plays Beethoven: Adagio Canta-bile from Sonata Op. 13 (Pathetique)” Album BEETHO-VEN, L.: Immortal Beethoven (The) - Highlights of hisMost Beloved Music DE1033. Il pianoforte, come primoattore di questo brano meraviglioso, mostra immediata-mente delle dimensioni perfettamente in linea con le aspet-tative e delle sonorità notevolmente realistiche. L’essen-za lignea del corpo dello strumento e le capacità di smor-zamento della laccatura sono evidenti, indissolubili a coa-diuvare l’azione delle meccaniche. La dinamica e la mi-croinformazione di cui è permeato non vengono mai amancare per tutta la durata. La delicatezza dei passaggiappena accennati e la ricchezza di armoniche ne fanno unaprestazione di gran livello.Segue un brano sinfonico, “Music of Berlioz: SymphonieFantastique, Op.14 - Marche au Supplice (March to theScaffold): Allegretto non troppo” Album BERLIOZ, H.:Symphonie fantastique / Romeo et Juliette (Love Scene)(New Jersey Symphony, Macal) DE3229. Si passa dinuovo ad un’orchestra ricca di fiati e di elementi benespressivi, ricchi di un’articolazione e soprattutto di unequilibrio espositivo degno di nota. Dai brevi passaggi piz-zicati perfettamente a fuoco ai pieni di fiati alti e energetici,non si perde mai il filo della trama e del ritmo. La disce-sa è notevole e riecheggia in un ambiente estremamenteesteso, in profondità, ampiezza e altezza. I fiati nel fina-le rincorrono gli archi con una notevole sequenza di ri-voluzioni, mentre i trasduttori descrivono in maniera mi-nuziosa ogni dettaglio senza mai cedere di un millimetro.Un’altra suite per la performance successiva “MacalConducts Gliere: The Red Poppy, Ballet Suite, Op.70 - Chi-nese Dance” Album GLIERE, R.: Symphony No. 2 / TheRed Poppy Suite (New Jersey Symphony, Macal) DE3178.La grazia e l’accuratezza con cui si alternano i vari stru-menti, dai più aspri ai più delicati, è arricchita da un co-stante livello di articolazione e di contenuto chiaroscurale,sia in campo microscopico sia in campo macroscopico. Il tredicesimo brano è di Tchaikovsky: “Serenade forStrings, Op. 48, II. Walzer” Album TCHAIKOVSKY, P.: Se-renade in C Major / The Seasons (arr. A. Gauk) (Moscow

66 FDS 256▼ SoNuS FAbEr VENERE S

CaratteristiChe teCniChe DiChiarate

Full tower sonus Faber Venere s

tipologia di progetto: Full tower a tre vie con cabinet confinitura in noce naturale, edizione signature, costruito arti-gianalmente a mano in Italia; numero di driver: 5 con trim in alluminio che li circonda,configurazione bass reflex downfiring;numero di vie: 3;tipologia dei driver: 1 x 29 mm Tweeter a cupola morbidain seta progettato da Kurt Mueller; 1 x 150 mm driver mi-drange con cono a membrana curva in polipropilene termomodellato proprietario; 3 x 180 mm driver Woofer con conoin alluminio proprietari; risposta in frequenza: 40 Hz - 25 kHz;Frequenza di taglio crossover: 250 Hz, 2,5 kHzPotenza di amplificazione consigliata: 40 - 300 W; Crossover: 3 vie componentistica high end;efficienza: 90 dB;impedenza nominale: 4 ohm;terminali: Biwire rodiati, con serraggio a vite e ponticelli alamina rodiati;Cabinet: cabinet a spessore maggiorato con sezione a lirarinforzato internamente, pareti non parallele per elimina-re le onde stazionarie;Finiture disponibili: finitura legno di noce naturale, PianoBlack, Bianco Laccato; Base: in alluminio satinato con bordo diamantato;Dimensioni: 391 x 477,5 x 1326 mm; (LxPxA)Peso: 28,8 kg cad;

Prezzo: 5.800,00 €

Distributore per l’italia:MPI electronic s.r.lwww.mpielectronic.com.

Page 9: HI-END MAGAZINE€¦ · Ben tre anni dopo la presentazione della linea Venere, Sonus faber chiude il cerchio con un full tower a tre vie, naturale anello di congiunzione con la serie

Chamber Orchestra, Orbelian) DE3255. Non nascondo maiil mio amore incondizionato per questo meraviglioso wal-zer che, se esposto con questa dovizia di particolari e ri-finiture, ne rende la fruizione ancora più piacevole e coin-volgente. I passaggi articolati e sobbalzanti di viole e vio-lini, che duettano con violoncelli più gravi, sono sostenutiottimamente da un livello molto alto di fini dettagli e vi-brazioni da parte di strumenti e ambiente circostante. I ri-verberi sono evidenti e contribuiscono a costellare di rea-lismo l’intero sound stage. La sensazione di assistere adun evento dal vivo è suggestiva ed evidente, dovuta so-prattutto alla grazia e all’equilibrio delle Venere Signature.Segue una composizione di Shostakovich, “SymphonyNo.10 in E Minor, Opus 93 - II. Allegro” Album SHO-STAKOVICH, D.: Symphony No. 10 / Festive Overture(Helsinki Philharmonic, DePreist) DE3089. Ancora un bra-no caratterizzato da grande irruenza da parte di percus-sioni e sezioni orchestrali in pieno. La trasparenza rima-ne sempre elevata. Il controllo nei confronti delle per-cussioni è notevole, così come la prontezza e la velocitàdi erogazione dei transienti. I componenti sono ben po-sizionati anche in altezza e il quadro complessivo risul-ta omogeneo e condivisibile, persino in corrispondenzadei picchi più estremi durante il gran finale. Le compo-nenti materiche degli strumenti sono descritte in manie-ra esaustiva e non perdono mai la strada, nemmeno quan-do la parte più lieve si sostituisce, per un momento, al-l’esplosione che chiude definitivamente l’estratto.Questo bel disco test si conclude con Aaron Copland: “TheRed Pony - Happy Ending” Album COPLAND, A.: RedPony Suite (The) / Music for the Theatre Suite / Sym-phony for Organ and Orchestra (Dallas Symphony, Lit-ton) DE3221. L’esuberanza dei fiati si alterna ai campanelliin una successione ripetitiva che viene supportata da un’ot-tima articolazione in gamma alta e medioalta. I passag-gi dinamici di martelletti e di campanelli sono ben scol-piti e puntuali. La scena sonora è ben strutturata e inte-ragisce in maniera organica con l’orchestra in tutti i pas-saggi, i piani sonori che la contraddistinguono sono piut-tosto ben spaziati.

CONCLUSIONIOvviamente questa versione Signature rappresenta in tut-to e per tutto la quadratura del cerchio: era evidente chemancasse ancora qualcosa al range delle sorelle minori,di cui avevo provato il modello 3.0 qualche tempo fa, sem-pre su queste pagine. In effetti la prestazione è stata no-tevolmente superiore in quanto a controllo ed articolazionesu tutta la banda passante. Si coglie un deciso passo avan-ti riguardo alla facilità di pilotaggio del medio basso e del-l’estremo più grave, con un’articolazione ed un control-lo migliori. La timbrica rimane sempre molto equilibra-ta e ragionevole, ciò contribuisce ad un’immersionemolto verifica, soprattutto alle prese con l’orchestrale e lasinfonica. La capacità di ricostruzione della scena sonora è anch’essaun gradino sopra alle 3.0, si colgono sfumature e detta-gli ancor più fini, segno di una richiesta di corrente leg-germente inferiore e di una realizzazione ancor più effi-cace del crossover. Il posizionamento dell’accordo reflex verso il basso innalzain maniera drastica la reattività in gamma bassa, asciu-gandola e migliorandone il dettaglio fine.Le Venere S rappresentano il perfezionamento di un pro-getto partito già con i migliori auspici, un diffusore di al-

tissimo livello costruttivo, bellissimo da vedere e otti-mamente suonante, presentato ad un listino non impos-sibile.

67SoNuS FAbEr VENERE S▼ FDS 256

L’iMPiantO D’asCOLtO UtiLiZZatO L’ascolto è stato effettuato inserendo la coppia di Sonus fa-ber Venere Signature nella mia catena di ascolto così com-posta: sorgente Digitale per Musica Liquida: Mac Mini, iTu-nes con Engine Pure Music2, Audirvana Plus, convertitore D/AUSB 24/192, EMM LABS DAC2X Cablaggio USB Kimber KableSelect KS2436Ag, USB Audioquest Coffee Dbs 7, RCA Audio-quest Horizon Dbs 7; Diffusori: Martin Logan SL3, Lumen Whi-te Silver Flame; sorgenti digitali: CD Teac VRDS-10 modifi-cato a valvole Emmebi, Lettore Ibrido DVD-DVDA-SACD-BluRay Labtek Oppo 105EU Tubes; sorgente analogica: GiradischiMichell Gyrodec, Braccio SME 309, Testina Clearaudio Tita-nium MC, con Cablaggio Audioquest Wel Signature; Pre-amplificatore: Convergent Audio Tecnology Legend, con Sta-dio Phono MM, MC; due amplificatori Finali a Valvole: McIn-tosh MC275 in configurazione mono; super Condizionato-re di rete: Emmebi Custom Made A.G. Signature 110/220V;Cavi di Potenza: Nordost SPM Reference; Cavi di segnale traPre e Finali Mono: Audioquest Horizon Dbs 72V; Cavo di se-gnale tra CD VrDs-10 e Pre: Nordost Spm Reference; Cavidi segnale tra Labtek Oppo 105EU Tubes e Pre: RCA NordostValhalla; Cavo di alimentazione Pre: Nordost Valhalla; Cavodi alimentazione DaC emm Labs: Nordost Brahma con ter-minazioni Furutech; Cavo di alimentazione Oppo 105eU tu-bes: Van Den Hul The Mainstream; Cavi di alimentazione Fi-nali: Nordost Valhalla; Cavo di alimentazione CD Vrds-10:nordost shiva.

DisChi UtiLiZZati neLLa PrOVa