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Martin Heidegger Hegel a cura di Giampiero Moretti Traduzione di Chiara Gianni ZANDONAI

Heid - Heg

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Dalla rete. Ri-editato (con un ringraziamento al curatore che ha pubblicato la prima versione).

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  • M artin Heidegger

    Hegel

    a cura di Giampiero Moretti

    Traduzione di Chiara Gianni

    ZANDONAI

  • Titolo originale: Hegel 1993, Vittorio Klostermann, Frankfurt a.M.

    Tutti i diritti riservati 2010, Emanuela Zandonai Editore

    ISBN; 978-88-95S38-34-1

    Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto daUart. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalit di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, corso di Porta Romana 108,20122 - Milano, e-mail [email protected] e sito web www.aidro.org.

    Traduzione dal tedesco di Chiara Gianni

    Progetto grafico: Francesca Ameglio Pulselli

    In copertina: Alexandra Zobenko, Hegel, 2009 Tutti i diritti riservati

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  • Indice

    Premessa all edizione italiana ixd Giampiero Moretti

    Nota alla traduzione xviidi Chiara Gianni

    Parte prima La negativit

    I. La negativit. Il nulla - labisso senza fondo - lEssere1. Su Hegel 52. Colpo docchio 153. Il divenire 184. Negativit e il nulla 195. Negativit ed esser-altro 206. Negativit e alterit 207. Negativit - differenza della coscienza -

    relazione soggetto-oggetto ed essenza della verit 218. Il concetto hegeliano di essere 219. La negativit assoluta di Hegel, interrogata direttamente

    sulla sua origine 2410. La negativit di Hegel 2411. Sguardo retrospettivo 2712. Negativit 2813. La differenziazione (il separare) 3014. Il negativo 30

  • 15. Lessere e il nulla16. Il concetto hegeliano di essere in senso ristretto

    (orizzonte e filo conduttore)17. Il punto di vista della filosofia hegeliana quello

    deiridealismo assoluto18.1 pre-supposti (pensosi) del pensiero hegeliano19.1 pre-supposti del pensiero hegeliano dellessere

    nel senso pi ristretto e pi ampio20. Sguardo retrospettivo21. Il confi-onto storico e il ritorno ai presupposti

    II. Lambito interrogativo della negativit1. Sul linguaggio concettuale2. La negativit3. Sguardo retrospettivo

    III. La differenziazione di essere ed ente1. La differenziazione come de-cisione2. La differenziazione di essere ed ente

    IV. Radura - abisso senza fondo - nulla1. La radura (lEssere)2. Lessere: la-bisso senza fondo3. Essere e nulla4. A-bisso senza fondo e nulla e no5. Essere e nulla6. La negativit7.11 nulla

    V Hegel1. Qualcosa di essenziale in riferimento al linguaggio

    concettuale2. Hegel3. Divenire

    Hegel

    4. Il puro pensiero del pensiero5. 11 punto di vista superiore

    VI

  • Indice

    6. LefFetto di Hegel 567. Metafisica 578. A proposito di Hegel 579. Linizio logico (il puro essere) 58

    AppendiceAggiunta al frontespizio 60Aggiunta a 1 ,1 60

    Parte secondaCommento zVl Introduzione della Fenomenologia dello Spirito

    di Hegel

    Osservazione preliminareSui diversi ruoli e le diverse posizioni della Fenomenologiadello spirito aHinterno della metafisica di Hegel 65

    I. La motivazione per il compimento della presentazionedel sapere apparente 80

    IL II presentarsi del sapere apparente come percorsonella verit della sua propria essenza 85

    III. La misura e lessenza dellesame nel percorso del sapere apparente

    1. La coscienza formatrice di misura e il movimentodialettico dellesame 92

    2. Sguardo retrospettivo sulla delucidazionecompiuta finora 96

    3. Les-perire della coscienza 102

    IV. Lessenza dellesperienza della coscienza e la sua presentazione

    1. Il concetto ontologico hegeliano di esperienza 1072. Princpi guida al concetto hegeliano di esperienza 133

    VII

  • Hegel

    V. La metafisica assoluta\. Essenziale. Oggettualit e la scienza 1382. Colpo docchio I 1393. Il raggio dellassoluto. Colpo docchio II 1404. La fenomenologia dello spirito 1405. Il movimento 1416. Lo stare-al-gioco 1417. Lesaminare 1428. Il carattere onto-teologico 1429. Il rovesciamento 142

    10.1 tedeschi e la metafisica 14311. Lassoluto e luomo 14312. La riflessione - il contraccolpo - il rovesciamento 14413. Progetto e rovesciamento 14414. Le esperienze come trascendentali 14515. La metafsica di Schelling e Hegel 14516. Fenomenologia e assolutezza 14617. Confronto con Hegel 14618. Hegel (conclusione) 147

    Appendice1. Dialettica 1482. Nostra ag-giunta 1483. Il rovesciamento - propriamente quattro momenti

    essenziali 1484. Lesperienza come met essenziale della coscienza 149

    Postfazione della Curatrice tedesca 151

    V i l i

  • Premessa alledizione italiana*di Giampiero Moretti

    Da sempre la storiografia filosofica, per quel che concerne il rapporto Hegel-Heidegger, si interroga sul modo in cui il primo avrebbe influenzato il secondo e il secondo avrebbe interpretato - o, pi spesso, a dire di tanti studiosi, male interpretato - il primo.

    Naturalmente del tutto legittimo presentare in questi termini il tema del rapporto tra due pensatori cos importanti. Se tuttavia, per una volta, provassimo a definire la medesima questione in termini diversi, potremmo interrogarci se e in che modo Hegel, nel suo porre la domanda che gli stava a cuore, che gli era perci cos destinata, si sia rivolto a Heidegger e, del pari, in che misura Heidegger, ponendo la questione del pensiero nel modo che a lui stava a cuore, e che dunque gli era destinata, abbia a sua volta proprio perci risposto allappello che Hegel gli aveva rivolto. Su tale piano dellinterrogazione filosofica ci piacerebbe disporci, e disporre anche il lettore interessato, in questa breve Premessa alla prima edizione italiana del volume LXVIII delledizione completa delle Opere di M artin Heidegger, sulla cui genesi e struttura ogni notizia indispensabile fornita nella Postfazione della Curatrice tedesca.^ Se vi riusciremo, il lettore, a dispetto del titolo, trover in que-

    Dedichiamo di cuore questa intrapresa heideggeriana allamico Franco Volpi, che tanto ci manca e ci mancato.

    ^ Otto Pggeler, con il suo denso e importante saggio Hegel und Heidegger ber Negativitt (in Hcgel-Studien, 30 ,1995, pp. 145-166), dedicato a contestualizzare variamente i testi compresi nel presente volume della Gesamtausgabe heideggeriana, ne fornisce una lettura che, per ampiezza ed esaustivit, ci dispensa dal fornire in questa sede indicazioni in merito alla letteratura secondaria sullargomento.

    I X

  • Hegel

    Sta Premessa lo spunto per una riflessione successiva allo studio del testo heideggeriano qui tradotto.

    Nella parte espressamente dedicata a La negativit e, pi precisamente, quasi alla sua conclusione, Heidegger annota: Il primo inizio e la sua fine. Hegel-Nietzsche. Siamo cosi invitati, per un attimo almeno, a lasciare da parte il confronto testuale, peraltro certamente essenziale, tra la Logica o la Fenomenologia dello Spirito da un lato, e la prosa di Heidegger dallaltro. Se vogliamo davvero comprendere in che misura Hegel abbia parlato a Heidegger e questi gli abbia risposto, dobbiamo compiere un piccolo salto laterale, che non ha certamente la pretesa di porsi sullo stesso piano di quel che Heidegger ha chiamato talvolta passo indietro e talaltra salto, ma che pur sempre richiede un certo sforzo ermeneutico. Si tratta insomma di entrare nellambito di ci che Heidegger intende con Seynsgeschichte, storia dellessere, come piano privilegiato e per certi versi persino esclusivo per poter seguire appieno le tappe di avvicinamento e gli esiti di questo pensatore nel suo confrontarsi con la parola di chi lo ha chiamato in causa. Tanto per fare un esempio interpretativamente concreto, la questione della negativit in Hegel per Heidegger essenzialmente legata al fatto che egli stesso ha a sua volta preventivamente individuato nella storia dellessere la differenza (il non) tra essere ed ente, e lha affermata come elemento essenziale del destino dellessere in Occidente e, di riflesso, a livello planetario. Senza differenza ontologica, in altre parole, qualsiasi interpretazione della negativit in Hegel immediatamente condannata a trasformarsi in una questione meramente storicofilosofica. Va perci rifiutata lopinione di coloro che ritengono, sia pure con qualche legittimit, che la struttura heideggeriana della storia dellessere richiami tanto da vicino la concezione hegeliana dellafilosofia della storia da costituire per ci stesso il segnale dellevidente influenza delluno nei confronti dellaltro. Nella misura in cui infatti, oltre a quanto appena affermato a proposito del piano sul quale va posta la comprensione heideggeriana della negativit hegeliana, ci si limitasse anche sol

  • tanto a sottolineare che la storia dellessere heideggeriana non conosce uno sviluppo neppure lontanamente simile alla filosofia della storia hegeliana, le analogie tra le due modalit di pensiero verrebbero immediatamente ricondotte al piano della mera curiosit, e non pi &Wessenza, che invece senza dubbio alcuno il livello portante della cosa del pensiero per entrambii pensatori. E tuttavia, nel momento in cui Heidegger pone esplicitamente Hegel e Nietzsche in un rapporto reciproco il cui ritmo essenziale scaturisce da quel che egli chiama primo inizio, ecco invece che questo rapporto si configura altres, e al contempo, come un differire rispetto a un medesimo. E il medesimo , per Heidegger, l essere, das Seyn, mentre il differire il modo in cui il Seyn si dato ai pensatori che gli si sono aperti, fornendo cos - vale a dire; ;2i?//apertura esistenziale loro - il tempo allessere. Nello sposalizio pensiero-essere, Da-Sein ha recato in dote al Seyn il tempo, che il Seyn, accettandolo come restituzione, ha trasposto in destino.

    Comprendiamo allora che lestraneit tra pensiero ed essere- i due termini che invece, sin dallinizio del pensiero, come Heidegger non manca di evidenziare ogni volta che pu, sono chiamati il medesimo - quel rifiuto-chiusura che coinvolge e chiama in causa Xintimit stessa del pensiero; intimit propria con e dellessere, insomma il Da del Da-Sein. Il poeta e il pensatore, secondo Heidegger, hanno il compito di riconoscere (sentire, patire), eventualmente approfondire (il negativo) e altrettanto eventualmente scongiurare quellestraneit pericolosa. Perch pericolosa? Poich essa blocca la storia dellessere, il tentativo del Seyn di presentarsi in quanto storia, facendosi tempo-destino, come accade, per esempio, nellet della tecnica, a proposito della quale, concludendo la Terza conferenza

    friburghese sul principio d identit nel 1957, Heidegger significativamente scriveva;

    Lungo la via che porta dal Satz in quanto asserzione sullidentit alSatz in quanto salto nella provenienza essenziale del coappartenere, ilpensiero si mutato. [...] E vero che non possiamo rigettare il mondo

    premessa

    X I

  • ii\ nu il .iiiu.ilc KiiiK' opera del tlcnionio e che non ci lecito distruggerlo, aiiiiiii'sso chc non lo taccia da s. Ancor meno per dobbiamo abban- tlonarci airopiiiione che il moderno mondo tecnico sia tale da impedire in assoluto un saltare via da esso.^

    In quel si mutato incontriamo il segreto di Heidegger: Hl- derlin.^ E infatti il poeta del poeta, come lo chiama significativamente Heidegger, a fornire al pensatore gli strumenti non per far deragliare la tradizione filosofica nella fumosit della poesia, ma per sperimentare fino in fondo il carattere di Ereignis della coappartenenza Da-Sein, cos che, in tale esperienza, il mutamento avvenga. Non peraltro assoluta- mente detto che leliminazione dellestraneit tra Da e Seyn coincida con una loro vicinanza, magari artefatta: intim it pu significare anche lontananza estrema, purch patita in modo tale da essere autentica. La poesia: energia che brucia, consuma pensiero. Energia sacrificale. Heidegger compie tale esperienza tramite la sua interpretazione della poesia o, meglio, di alcuni luoghi della poesia hlderliniana. L'interpretazione come esperimento d esperienza, perci. Linterpretazione come insistenza: non affinch lautore interpretato arrivi a dire qualcosa che egli in realt non dice, bens un insistere come in-trattenere il proprio Da nel suo coappartenere al Seyn in cui si situa anche il Da dellautore interpretato. Interpretazione come altissimo 'm-trattenimento.

    In un passaggio del primo scritto sulla negativit qui tradotto, risalente forse al 1941, Heidegger scrive: Insistente \Instndlich\ nella radura - lessere umano nel fondamento AcWEsser-ci. Insistenza, ma originariamente: tonalit emotiva-.

    M. 1 Ih n u cr niii Frcihurger Vortrge, tra d .it. d G . G urisa tti, Conferenze di Bremar h ' ,1 Mii ;i di l'Vaiico Volpi, A dclphi, M ilano 2004, pp. 164-165.

    ^ I priinctu.inici (Il lim .iiu liur ;i (|ucsro p roposito a G . AortXXi, I l poeta ferito. Hlderlin, II. tdrvyy , /,/ '/./ .rH'rsu-n-", 1 ,;i M aiulragora, Im ola 1999.

    In-.i.iruilii li in lit i 1 i. Iitmii' ist dei W v\\sc\\\m CVunc o-sDaseins. Instndigkeitdhcr 111 .|iMiiirlh II S f ' t v \ll.i >|IH' 11mtic JcH.i comc paroUi esscnzialc dclpcnsc"II' lii'iili iH'1 I i.iiM I, III .11 1 r t fM III 1 .rti ,M 1.1 iti.it Jivcnuto i ' (It i siRt Hclla storiogrofia heideggc- M.ni.i, \ .ili ,1 J i M .i li i th I I . .1 .It t. t i i i t i i i 'C I iii.l.ii'.iic u n .inibito finora poco studiato dalla

    \ l l

  • Premessa

    Q ueiroriginariet non un prima, di qualunque tipo, bens un altro; proprio come sul primo inizio del pensiero Heidegger preme ermeneuticamente affinch si creino le condizioni per un altro inizio. Il carattere, del tutto aleatorio, di tale altro, si riverbera immancabilmente nellaleatoriet della Stim- mung, nel suo essere intonata dallalea e allalea VEreignis.

    Esperienza e negativit sperimentano, in Hegel, una relazione. Insistendo ermeneuticamente, Heidegger sia intonato al cuore del proprio Da, sia intona la domanda hegeliana nella direzione che il Seyn richiede storicamente. Fa dunque compiere una virata alla domanda filosofica essenziale, la cui autorit non risiede in Heidegger, ma nella relazione Hegel- Heidegger che il proprio del Da-Sein realizza. Il carattere universale di quel Da garantito dalla relazione che in esso si manifesta, ed garantito ermeneuticamente dallinsistere interpretativo, che infrange lindividualit dellinterprete nel rinvio essenziale al Seyn. La consistenza aleatoria della relazione indicata dallo stesso Heidegger nel momento in cui egli, sempre nelle pagine conclusive delle riflessioni del 1941, scrive: BewuJIt-sein/Da-sein, il che, nello svolgimento di pensiero che Heidegger espone in questo volume, significa: lassolutezza cosciente e consapevole della coscienza e della sua esperienza (Hegel, idealismo assoluto) viene s dall'essere ma non vi fa ritorno, resta cio direzionata allente nella dimenticanza dellessere, mentre lessere che si apre nel Da (Heidegger) pu far ritorno dal proprio allessere stesso in quanto quella dimenticanza ha sperimentato altrimenti (vale a dire: poeticamente) quella dimenticanza. La negativit che la coscienza sperimenta lungo il cammino del manifestarsi dello spirito assoluto perci del medesimo tipo di quella che si apre nella meditazione sulla relazione tra identit e differenza; nella trama di quella

    sua filosofia, bens come parola-chiave per comprenderlo nel senso qui complessivamente inteso, sono dedicati svariati saggi citati in nota nel nostromi? (la)filosofia (una) Stimmung. Considerazioni sull'eredit heideggeriana, in C. Gentili, F.-W. von Herrmann, A. VentureUi (a cura di), M artin Heidegger trent'anni dopo, il melangolo, Genova 2009, pp. 311-316, al quale rimandiamo.

    X I I I

  • Hegel

    meditazione ermeneutica, che Heidegger intraprende anche altrove,^ viene sperimentata poeticamente la medesimezza della relazione tra esperienza nella vita speculativa e nella vita empirica. Quella medesimezza il risultato della liberazione del Seyn - nel e per la sua essenza - nel Da, e viceversa. Tale liberazione - che possibile soltanto poich il Seyn, nellambito del momento poeticamente eventuale della sua storia, sperimentato (sia da Hegel sia da Heidegger)'" in quanto libert - consente che lesperienza conosca una nuova svolta.

    Il passo indietro rispetto al principio d identit, che secondo Heidegger attraversa e intona variamente la metafisica come storia dellessere dal primo inizio fino a Hegel-Nietzsche, una forma di quel salto-via dal mondo tecnico di cui fa a suo modo parte anche il salto-a-lato, con il suo imprescindibile aspetto preparatorio: linterpretazione del pensiero che Heidegger pone in opera - sia detto qui in maniera soltanto indicativa - con i Presocratici, Platone, Aristotele, Cartesio, Leibniz, Kant, Hegel e Nietzsche. Il carattere di esercizio di quel saltare-a-lato ne fa, inevitabilmente, \in ascesi. Preparazione e ascesi viaggiano perci, nella pratica interpretativa che le contraddistingue, parallelamente. Lermeneutica si configura come un inserirsi insistente del pensiero nella storia dellessere ^che imprime a questultima, o almeno cerca disperatamente di farlo, una direzionalit altra, che il pensatore pretende di aver gi sperimentato nel proprio Da-Sein. Da qui anche linsistenza heideggeriana, giammai casuale, sul carattere de-

    ' Si veda, fra gli altri, M . Heidegger, Identitt und Differenz, trad. it. Identit e differenza, a cura di G. Gurisatti, Adelphi, Milano 2009, al cui interno soprattutto la conferenza dal titolo La struttura onto-teo-logica della metafisica a dover essere presa in considerazione dalFinterprete, in particolare per il rapporto Hegel-Heidegger (p. 60 ss.).

    Scrive Heidegger, immediatamente prima del passo da noi citato: ->.

    ' In tal senso, a nostro avviso, Heidegger perviene a queUesito del pensiero che Ute Guz- zoni ha recentemente definito sorprendentemente avanti in direzione del riconoscimento di due realt nonch modalit di pensiero sussistenti luna accanto alfaltra e corrispondenti, non per, forse, bench prevalentemente fin dallinizio sotto il segno della storia deUessere, bensi proprio perch... (cfr. U. Guzzoni, Der andere Heidegger, Karl Alber, Freiburg-Mnchen 2009, p. 172).

    X I V

  • Premessa

    Stinaie del significato del termine esperienza in Hegel. Tale sperimentazione, e lesperimento concreto cui essa d vita, immancabilmente opera.

    Lungi dallessere perci qualcosa di simile a unattardata filosofia della storia, della quale gli interpreti possano a loro piacimento disputare, la Seynsgeschichte sperimentata da Heidegger si conferma piuttosto come la struttura portante e ineliminabile del suo orizzonte di pensiero. La storia della metafisica, in tal senso, si configura anche come storia delle opere d arte del pensiero occidentale.

    X V

  • Nota alla traduzione

    1'.ntrando solo brevemente nel dettaglio della traduzione e guardando separatamente ai due testi di Heidegger qui presentati, il primo concernente la Logica e il secondo la Fenomenologia lidio Spirito di Hegel, vorrei innanzitutto mettere in luce come le precedenti traduzioni italiane del corpus heideggeriano siano inevitabilmente entrate a far parte di questo lavoro.

    Nello scritto La negativit, trattandosi - come esaustivamente illustrato dalla Curatrice tedesca in appendice al presente volume di appunti e annotazioni da utilizzare per una conferenza ila tenere davanti a una cerchia di esperti del pensiero hegeliano, ogni singola particella o congiunzione, o ancora la semplice punteggiatura assumono pi che mai un valore essenziale. Un \ alido aiuto nella traduzione stato trovato nel primo volume della terza sezione delledizione integrale {Gesamtausgab) delle opere di Heidegger, di cui fa parte anche il testo La negativit. Si tratta dei Contributi alla filosofia^ opera tradotta in italiano da Alessandra ladicicco e curata da Franco Volpi. Grazie alla traduzione italiana di questopera per molti versi vicina a La negativit - non solo per la struttura, ma anche per il periodo di riferimento - stato possibile tradurre alcune espressioni, talvolta disgiunte da qualsiasi contesto e poste isolatamente, guardando alla radice delle parole pi che al dizionario, e risalendo solo cos al loro significato essenziale.^

    ' M. Heidegger, Beitrge zur Philosophie (Vom Ereignis), trad. it. di A. ladicicco, Contributi lila filosofia (DaH'evento)y a cura di F. Volpi, Adelphi, Milano 2007.

    Qiiesta idea di traduzione, qui delincata solo di passaggio, risale a Walter Benjamin, se-

    XVTT

  • Hegel

    Questo procedimento ha trovato la sua massima applicazione nel secondo capitolo, dal titolo Lambito interrogativo della negativit. Grande attenzione stata qui rivolta al campo semantico del verbo domandare, e tutte le parole contenenti il termine fragen - come fraglos, fragwrdig, Fraglosigkeit, Unfragwrdigkeit, Fraglichkeit e altre - sono state ricondotte al loro significato originario concernente il problema del porre la domanda sullorigine della negativit.

    Ulteriore punto di riferimento per la versione in italiano de La negativit stata la traduzione di Giovanni Gurisatti della conferenza dal titolo La struttura onto-teo-logica della metafisica compresa nel volumetto Identit e difiFerenza di recente pubblicazione.^ Questo testo, in cui Heidegger si confronta ancora una volta con la Logica di Hegel, presenta temi analoghi a quelli trattati in La negativit, incentrandosi prevalentemente sulla questione della differenza ontologica di essere ed ente intesa come di-vergenza {Austra^.

    Per quanto riguarda invece la seconda parte del presente volume stato possibile far riferimento alla preziosa traduzione di Pietro Chiodi del volume di Heidegger II concetto hegeliano di esperienza, presente in Sentieri interrotti."" Sia il testo qui presentato, Commento //Introduzione della Fenomenologia dello Spirito di Hegel, sia II concetto hegeliano di esperienza trattano ampiamente AVIntroduzione alla Fenomenologia dello Spirito di Hegel e del concetto di esperienza. Per quanto riguarda le numerose citazioni dellopera di Hegel presenti nel testo si altres tenuto conto delle traduzioni italiane della Fenomenologia dello Spirito, in particolare delle edizioni curate rispettivamente

    condo il quale nel testo originale esiste un nocciolo essenziale, qualcosa di intangibile, di intraducibile, che ci che affascina e orienta il lavoro del traduttore. Cfr. W. Benjamin, Die Aufgahe des hersetzers, trad. it. Il compito del traduttore, in l .. Angelus Novus. Saggi e framm enti, a cura di R. Solmi, Einaudi, Torino 1982, pp. 39-52. Per una disamina aggiornata delle teorie suUa traduzione si veda S. Nergaard (a cura di), Teorie contemporanee della traduzione, Bompiani, Milano 2002.

    M. Heidegger, Identitt undDijferenz, trad. it. Identit e differenza, a cura di G. Gurisatti, Adelphi, Milano 2009.

    ^ M. ]rlt\^gcx,Hegels Begriff der Erfahrung, trad. t. I l concetto hegeliano di esperienza, in Id., Sentieri interrotti, a cura di P. Chiodi, La Nuova Italia, Firenze 1968.

    X V I l l

  • tla Enrico de Negri^ e Gianluca Garelli.* La scelta della traduzione delle citazioni stata compiuta restando il pi possibile fedeli al testo di Heidegger e al senso della sua interpretazione di Hegel.

    Nodo fondamentale dellintero testo appare quindi lattenzione rivolta da Heidegger alla seguente frase di Hegel: La coscienza d in lei stessa la propria misura... (W W , II, 68).I leidegger afferma a proposito: Hegel dice volutamente in lei stessa \an hm selbst\, non in se stessa \an sich selbsi\, per sottolineare che la coscienza non deve svilupparsi solo poste- l'iormente e inoltre a partire da s. ^Attraverso questa deluci- ilazione di Heidegger, Chiodi ha potuto tradurre an ihm selbst con in lei stessa. Questa traduzione viene a mancare nelle edizioni italiane della Fenomenologia dello Spirito di Hegel e con essa la possibilit di riconoscere in modo immediato la peculiarit del concetto hegeliano di coscienza, il suo movimento dialettico che inaugura il suo continuo rovesciamento.

    Putte le indicazioni tra parentesi quadre che compaiono nel testo, salvo diverse segnalazioni, sono della Traduttrice del presente volume. Vi ho fatto ricorso sia per piccole integrazioni al testo, in modo da rendere pi scorrevole la lettura, sia nel caso in cui si deciso di riportare i termini originali in tedesco per rendere pi chiara la scelta di traduzione. A tal proposito, voglio qui segnalare che il termine Seyn, tradotto con Essere, viene riportato tra parentesi quadra ogniqualvolta non risulti evidente, per motivi di punteggiatura, la scelta di rendere in italiano la parola Essere con la E maiuscola. Per quanto riguarda la redazione delle note a pi di pagina desidero specificare che quelle scritte di proprio pugno da Heidegger sono seguite dallindicazione [N.d.A^, mentre quelle aggiunte dalla

    Nota alla traduzione

    (i.W.F. Hegel, Fenomenologia dello Spirito, a cura di E. de Negri, La Nuova Italia, Firenze 1972 [1933].'

    ' Id., La fenomenologia dello spirito. Sistema della scienza. Parte prima, a cura di G. Garelli, l'.inaudi,Torino 2008.

    Cfr p. 92 del presente volume.

    XIX

  • Hegel

    Curatrice tedesca dalla dicitura \N.d.C^. Dove non compare alcuna indicazione specifica si tratta infine di note o integrazioni mie.

    Vorrei approfittare delloccasione per ringraziare in questa sede il rimpianto professor Franco Volpi, il quale, attraverso le sue opere e le sue chiavi di lettura, ha svelato al lettore italiano il fascino del lessico di Heidegger, dove ogni parola un mondo. Un grazie di cuore va anche al professor Giampiero Moretti, al professor Carlo Sini e alla professoressa Giovanna Bagnasco Gianni, mia madre.

    Chiara Gianni

    X X

  • Hegel

  • Parte prima

    La negativit

    U n confronto con H egel a partire dairim postazione della negativit

    (1938-39,1941)

  • I.La negativit.

    Il nulla - l abisso senza fondo - l Essere \Seyn

    1. Su H egel

    l^e riflessioni che proviamo a esporre sotto forma di discussione non debbono interferire sul corso del Loro lavoro allinterpretazione della Logica di Hegel. Le questioni verso cui ci dirigiamo non vogliono d altronde neanche incidere dallesterno sulla filosofia di Hegel con quellimpazienza della riflessione incidentale/ che non produttiva, in quanto totalmente contraria a un pensiero sistematico, soprattutto se della natura di quello hegeliano.

    Tuttavia, Hegel non costituisce per noi una mera occasioneo un pretesto qualsiasi per un confronto filosofico. La sua filosofia si staglia \steht\ definitivamente nella storia del pensiero- o diciamo pure: dellEssere [Seyn] - come lunica e ancora in-compresa richiesta di un confronto con essa - per qualsiasi pensiero che venga dopo di lei, ovvero che voglia innanzitutto - e forse deve - tornare a preparare la filosofia.

    Nietzsche, che si liber molto lentamente e piuttosto tardi dalla miserabile tendenza, ereditata da Schopenhauer, a diffamare e disprezzare Hegel, disse una volta: Noi tedeschi siamo hegeliani, anche se un Hegel non fosse mai esistito.^

    ' G.W.F. Hegel, Wissenschaft derLogik, a cura di Georg Lasson, Leipzig 1923, Vorrede zur zweitenAusgabe,^. 21. [N.d.A.\, trad. it. di A. y io m . La scienza della logica, a cura di C. Cesa, Laterza, Bari 1981, p. 22.

    - Cfr. F. Nietzsche, Dz>frhliche Wissenschaft.V^JV^ {Grofioktavausgabe),vo\. V, n. 357, p. 230 \^N.dA.}\ trad. it. di F. Masini, g a i a scienza e Idilli di Messina^ a cura di G. Colli, Adelphi, Milano 2003, p. 279.

  • /%./

    Lunicit della filosofia di Hegel consiste primariamente nel fatto che al di l di essa non si d pi un punto di vista \Stand- punkt] dellautocoscienza dello spirito che le sia superiore. Per questo affatto impossibile che in futuro, nei confronti della sistematica hegeliana, si pervenga a un punto di vista che le sia superiore e che quindi sia capace, come aveva fatto la filosofia hegeliana, di subordinare preventivamente a s secondo il criterio del punto di vista ogni filosofia precedente.

    Se dunque il punto di vista per un confronto necessario con la filosofia di Hegel deve inevitabilmente esserle allaltezza, per poterla poi per essenzialmente superare, e se al contempo nonlo si pu imporre n introdurre dallesterno, ne consegue che esso deve certamente trovarsi celato nella filosofia hegeliana, pur tuttavia in qualit di quel fondamento \Grund\ che le sostanzialmente inaccessibile e indifferente. Il motivo per cui d altro canto la prospettiva \Standpunkt] della tarda filosofia di Schelling non possa assolutamente essere presa in considerazione, come un punto di vista superiore a Hegel, non da trattarsi in questa sede.^

    Anche il confronto con Hegel, in virt della peculiarit del punto di vista della sua filosofia, si trova dunque sotto condizioni particolari. Innanzitutto, non ha nulla in comune con una critica qualsiasi, ossia con un elenco di inesattezze basato su criteri stabiliti da punti di vista precedenti - come il kantismo, la scolastica medievale o il cartesianesimo , nel frattempo reiterati di continuo.

    Il resto, a cui un confronto sostanziale con la filosofia hegeliana d da pensare, ha il suo fondamento in ci che Hegel ha preso in considerazione sin dallinizio, e sempre di nuovo, come contrassegno per s e per il proprio sistema, ovvero, il

    Cfr. bungen WS 1937-38 [Esercitazioni del semestre invernale 1937-38], DV Grund- stellungen der ahendlndischen Metaphysik [N.d.A.^. Le annotazioni relative alle esercitazioni saranno pubblicate nei volumi sui seminari della IV sezione della Gesamtausgabe, ledizione integrale delle opere heideggeriane [N.d.C.\. Il volume stato pubblicato di recente: M. Heidegger, Gesamtausgahe, IV. Abteilung: Hinweise und Aufzeichnungen, voi. LXXXVIII: Seminare (Ubungen) 1937-38 und 1941-42, a cura di A. Denker, Klostermann, Frankfurt a.M. 2008.

  • latto che il punto di vista della sua filosofia effettivamente elaborato e che il principio della sua filosofia viene rappresentato e del tutto riscontrato in ogni ambito (natura, arte, diritto. Stato, religione). Pertanto, dopo Hegel la filosofia non pu piii accontentarsi del semplice trucco di una nuova dottrina;'^ il principio \Prnzip\ deve palesarsi nella totalit dellente \Seien- ilcn\ e deve provarlo come il reale.

    Pensieri veri e intelligenza scientifica si conquistano soltanto nel lavoro del concetto. Unicamente il concetto pu produrre luniversalit del sapere, che non la comune indeterminatezza e povert del banale buon senso, bensi conoscenza formata e compiuta; e che non nemmeno l universalit fuori dal comune delle attitudini della ragione, che si corrompono con lindolenza e la boria del genio, ma la verit cresciuta e prospera nella forma che le connaturata: verit capace di essere possesso di ogni ragione consapevole di s.^

    In questa sede non pu essere discusso se lauspicio di Hegel, relativo allelaborazione di un principio sistematico, possa valere in generale per ogni filosofia o se esso vale soltanto per il modo d essere della filosofia sistematica dellidealismo tedesco, e neanche quale sarebbe il senso di tale auspicio, qualora venisse posto in forma diversa per un altro domandare. In ogni caso un confronto sostanziale con Hegel, rivolto dunque al principio e al punto di vista, corre per il pericolo di cogliere con il mero

    La negativit

    ' Cfr. G.W.F. Hegel, Phnome?iologie des Geistes, a cura di J. Hoffmeister conformemente al testo delledizione originale, Leipzig 1937, Vorrede [Prefazione], p. 43 \_N.dA.\, trad. it. La fenomenologia dello spirito. Sistema della scienza. Parte prima, a cura di G. Garelli, Einaudi, Torino 2008, p. 38: Imparare il trucco duna sapienza del genere cosa non meno rapida di quanto ne sia facile lapplicazione; una volta che il trucco noto, per, la sua ripetizione diviene insopportabile tanto quanto lo la ripetizione di un gioco di prestigio di cui si sia capito il funzionamento.

    " Ivi, p. 57. [N.d.A.\y trad. it. cit, pp. 52-53. Si veda anche la lettera di Hegel a von Raumer del 1816 in tjber den Vortrag der Philosophie aufUniversitten,V\V\i, VII, p. 351 ss. [N.d.A.\, trad. it. SulVinterpretazione della filosofia nelFuniversit. Lettera ostensibile al regio consigliere del governo di Prussia Professor Friedrich von Raumer, in La scuola e l'educazione, discorsi e relazioni: Norimberga 1808-1816, a cura di A. Burgio e L. Sichirollo, Editori Riuniti, Roma 1993, pp. 112-119. Con la sigla W W , seguita dal numero del volume, Heidegger fa riferimento alledizione completa delle opere di Hegel (G.W.F. Hegel, Werke, Berlin 1832-45).

  • I k g d

    principio esattamente ci che - e forse neanche questo - resta il vuoto e lindeterminato, e non la filosofia in oggetto. Da ci si potrebbe concludere che un confronto con la filosofia hegeliana effettivamente adeguato al modo di trattazione che essa richiede, si ottenga solamente con un percorso volto a seguire ogni passo del pensiero di Hegel in tutti gli ambiti del suo sistema.

    Tuttavia, cosaltro si potrebbe ottenere in questo modo se non, detto esplicitamente, sempre di nuovo e solamente lesibizione del medesimo principio, quantunque ora in una, ora in unaltra forma di approfondimento e forza chiarificatrice relativamente allambito a cui si riferisce (arte, religione)? Certo non sarebbe di sicuro poco - ma comunque non sarebbe mai il punto decisivo. Ma, d altra parte, la trattazione avulsa del vuoto principio e della mera struttura del sistema preclusa poich in questo modo non viene portato a manifestarsi Xesser- principio del principio.

    A seguito di queste considerazioni si pu dire che ogni confronto sostanziale con Hegel regge o fallisce a seconda che riesca a soddisfare o meno contemporaneamente e unitariamente entrambe le seguenti richieste. Da una parte deve pervenire a un punto di vista pi originario, che per non deve in nessun caso sopraggiungere dallesterno. D allaltra, deve riuscire a cogliere in maniera immediata ci che sta a fondamento della sua determinatezza e capacit di determinazione, evitando, per, sempre lo svuotamento del principio sistematico e la sua trattazione meramente formalistica, come avviene invece nelle interpretazioni abituali - storiografiche - che non sono guidate da una domanda essenziale.

    Su cosa deve dunque far leva la riflessione critica per poter soddisfare questa duplice richiesta? Che cos ci che costituisce quella determinazione fondamentale della filosofia di Hegel, il cui approfondimento in grado di riportarci indietro fino a un punto di vista pi originario da cui soltanto possiamo veramente riconoscerlo? E qual dunque questa determinazione fondamentale, che rimane al contempo fedele agli sviluppi del sistema hegeliano?

  • Noi affermiamo che questa determinazione fondamentale Li negativit. M a prima di passare a una caratterizzazione pi l'ix cisa della negativit hegeliana bisogna mettere in chiaro al-I uni interrogativi preliminari.

    1 ) Chiarimento di un dubbio sul valore di questo tipo di con- lioiito.

    2) Verifica del linguaggio concettuale utilizzato nel confronto.3) Caratterizzazione provvisoria del punto di vista e del prin-

    e ipio della filosofia hegeliana.

    Sul punto 1) - Chiarimento di un dubbio sul valore di questo tipo di confronto

    Si pu dubitare del fatto che la filosofia di Hegel sia ancora oggi una realt, cosi da sembrare che ogni confronto con essa- nonostante un tale confronto aspiri ancora cosi tanto a co- Li,liere ci che fondamentale - resti appunto soltanto un gioco erudito della consueta storiografia storico-filosofica o, come si dice, della storia dei problemi - un rendere attuale la filosofia ili Hegel come un che di passato, da cui si possono apprendere alcune cose sorprendenti e da cui, forse, se esaminata sufficientemente a fondo, pu ancora essere tratto qualcosa di utile per affinare lintelletto. Il dubbio che questa storiografia sia o possa essere qualcosa di pi di unoccupazione erudita tradisce lopinione che la realt di una filosofia sia data dal suo effetto e dalla sua efficacia posteriore. Come se la filosofia di Hegel fosse oggi ancora reale soltanto qualora vi fosse un hegelismo c a condizione che esso si dia di fatto in molteplici forme! Che una filosofia dia vita a una scuola e che questa eserciti a sua volta una filologia e sviluppi unerudizione sulla filosofia in questione s un effetto della filosofia - e per lo pi indifferente; tuttavia tale effetto non contiene mai ci che la filosofia in questione a partire da s e in s storicamente \_geschichtlicE\.

    La realt della filosofia hegeliana non pu nemmeno essere misurata in base a ci che essa rappresent per la vita dellepoca attraverso linflusso immediato avuto a quel tem

    La negativit

  • h g d

    po. L incontriamo infatti lopinione corrente che la filosofia di Hegel, e in generale lidealismo tedesco, non siano altro che il frutto della speculazione eccentrica di alcuni ingegni fantasiosi, rimasti per questo al di fuori della cosiddetta vita. Al contrario, bisogna dire che lidealismo tedesco nel complesso e la filosofia di Hegel in particolare hanno dispiegato unefficacia storica la cui ampiezza e i cui confini non possiamo ancora valutare neanche noi uomini d oggi, poich ne siamo sommersi da tutte le parti senza conoscerli in quanto tali. Tuttavia, bisogna sapere che questo tipo di effetto di una filosofia non consiste precisamente nel fatto che vengano accettati i suoi princpi- come suol dirsi: difesi - e che poi, dopo unadeguata preparazione, essi vengano trasferiti nella cosiddetta prassi della vita, e cos confermati e ritenuti validi. Leffetto della filosofia ha in s il tratto enigmatico per cui essa, agendo sul proprio tempo, provoca esattamente lopposto di s medesima, spingendolo a contrastarla. Detto in breve: il positivismo del XIX secolo e quello dei giorni nostri non avrebbe mai raggiunto la stabilit e la semplicit che sono loro proprie senza lidealismo tedesco, e in particolare senza la metafisica hegeliana.

    Lepoca in cui Nietzsche era radicato e imbrigliato non sarebbe nemmeno pensabile senza Hegel; per non parlare di Marx e del marxismo, che ben di pi di una determinata formulazione del socialismo. Tuttavia, la metafisica di Hegel ha una realt meramente apparente proprio l dove si riuniscono gli hegeliani d oggi con lo scopo di rendersi attuali nel nome del concreto pensiero di Hegel. Ancora oggi il pensiero di H egel efficace dappertutto, ma esso si trova sempre capovolto e travisato, o, di nuovo, compreso nel movimento contrario a tali travisamenti. La teologia cristiana di entrambe le confessioni determinata da Hegel e ancor pi dai contromovimenti storico-religiosi e teologici, e dalle configurazioni della coscienza ecclesiale che ne sono sorti.*"

    ^ Bancarotta - teologia dialettica. Teologia cattolica: bivio; studi del mio periodo fri- burghcse. \N.d.A.~\

    10

  • 1 nonostante ci: anche questa realt della sua filosofia, in- ii sa come la sua conseguenza propriamente storica, non determina ci che questa filosofia , ancora e sar. Con questo non |u iisiamo affatto a una validit sovratemporale di eventuali l'i ojiosizioni corrette, da ricercarsi allinterno di essa a fianco lidie tante inesattezze, imperfezioni e sviste. Noi, piuttosto,I H-nsiamo soltanto questo: che questa filosofia - che qui tu ttoI IO che una filosofia ha da pensare pensato in maniera eccel- Inifc; che qui accade qualcosa che non si svolge al di fuori del 'tempo, sebbene abbia un tempo proprio, poich esso stesso ,1 fondarlo sempre di nuovo originariamente. G iam m ai possiamo misurare l essere storico di una filosofia in base ai criteri lidia storiografia', effetto ed efficacia sulla cosiddetta vita nonI (istituiscono assolutamente la prospettiva per giudicare una filosofia, pertanto neanche per stimare il valore di un confronto lon essa; poich ogni vita, e tu tto ci che si chiama cos,
  • breve - ma pur sempre in maniera indeterminata perch plu- rivoca - il domandare della questione dell'essere \das Fragen der Seinsfrage\.

    Essere la parola fondamentale della filosofia. Ci che noi chiamiamo essere, in questo senso essenziale e quindi anche storico-originario, Hegel lo chiama realt (si veda sotto). Per quale motivo in Hegel si arrivi proprio a questa denominazione qualcosa che ha il suo fondamento nella intima essenza della storia della filosofia occidentale; il motivo di ci emerger dalle nostre successive riflessioni.

    D altra parte, a ci che Hegel chiama essere noi diamo il nome di oggettualit; una denominazione che coglie senzaltro quel che anche Hegel intende. Tuttavia, il motivo per cui egli chiami tale oggettualit lessere, non dipende ancora una volta da una denominazione arbitraria. Deriva dalle necessit di un punto di vista filosofico, che Hegel stesso deve percorrere e comporre \mitsetxeri\ per poter fondare la sua filosofia.

    Sul concetto hegeliano di realt

    (Secondo la Prefazione ai Lineamenti di filosofa del diritto. Nella Logica: idea assoluta', nella Fenomenologia dello Spirito', sapere assoluto, ma anche essere.)

    Realt: enticit come rappresentativit della ragione assoluta. Ragione come sapere assoluto - rap-presentare che si rappresenta incondizionatamente e sua rappresentativit.

    Solo su questa base si pu decidere cosa razionale e cosa pu essere definito reale. E a partire da qui che deve essere compresa la massima hegeliana spesso citata e altrettanto spesso fraintesa:

    Ci che razionale reale',e ci che reale razionale^

    ^ G.W.F. Hegel, Grundlinien der Philosophie des Rechts, Vorrede [Prefazione], W W , p. XIX (ed. Hoffmeister, p. 14) [N .d.A .\ trad. it. Lineamenti di filosofia del diritto: diritto naturale e scienza dello Stato in compendio^ a cura di G. Marini, Laterza, Roma-Bari 1996, p. 14.

    12

  • (.hicsta massima viene rovesciata nel suo contrario, qualora (.011 reale ci si riferisca alla realt comune, ossia semplicemente

    pi esente, di un presente accidentale e, con ragione, allintcl- Iciro accidentale dellovviet del pensiero comune. La proposi- /Diie non fornisce una verifica nel senso di unidentificazione Ila una semplice-presenza incontrata e unopinione, divenuta chiara in quellistante, di un essere vivente razionale - detto uomo - bens essa il principio fondamentale della determna- .ione d essenza dellessere. Essere rappresentativit del rappresentare (del pensiero) che si rappresenta incondizionatamente

    apprensione \yernommenheit\ della ragione. La proposizione non una regola pratica per giudicare lente; essa invece il fondamento essenziale Xentct dellente. Pertanto la proposizione non pu neanche essere confutata per il fatto che molte cose razionali (nel senso abituale [?]^ del termine) in effetti non accadano e non si realizzino, e quindi non si verifichino, e che molte cose reali siano invece, per lappunto, irrazionali (nel senso dellintelletto calcolatore). Wprncipio essenziale non affatto da confutare.

    Quindi per Hegel lessere soltanto una determinazione unilaterale di ci che pensa e si domanda la filosofia, e quindi anche la filosofia hegeliana: dellessere nel senso della questione dellessere come riflessione sullente nel suo insieme in quanto tale.

    Anche Nietzsche, sia detto qui di passaggio, utilizza lespressione filosofica fondamentale essere in un senso ristretto-, e per giunta tale restrizione intimamente affine a quella hegeliana; non perch essa sia stata presa in prestito direttamente dalluso linguistico di Hegel (temo che Nietzsche non abbia mai letto la Logica di Hegel, e ancor meno labbia mai approfondita per intero), bens perch entrambi gli usi ristretti del termine essere- sia quello di Nietzsche sia quello di Hegel - h.mno storicamente il medesimo fondamento, che non altro che linizio della storia della filosofia e quindi della sua essenza, finora metafisica.

    /,(/ . 7/w

    Parentesi dellAutore.

    13

  • Hegel

    Pertanto, nel confronto con Hegel bisogna sempre tener p r^ sente se si sta trattando del concetto hegeliano di essere o del concetto essenziale di essere. Ci acquista tanta pi importanza quanto pi consideriamo che Hegel porti il nulla, che abitualmente vale soltanto come negazione dellente in generale e nel suo insieme, a una connessione decisiva con lessere nel suo senso ristretto. - Che qui si tratti di questioni del tutto diverse da distinzioni di tipo terminologico non necessita di ulteriori spiegazioni.

    Sul punto 3) Caratterizzazione provvisoria del punto di vista e del principio della filosofia hegeliana.

    ) Si chiama punto di vista ci in cui il da-pensarsi permanente della filosofia, del suo pensiero, diviene accessibile in quanto tale. Il punto di vista di Hegel quello idealismo assoluto. (Idealismo divenuto vero e autentico solo nel senso moderno: idea com.t perceptum d l perceptio in quanto cogitatio- come coscienza.) Il punto di vista universale quello della coscienza. Essere rap-presentare e rap-presentativit del rappresentare; soggettivit incondizionata.

    b) Si chiama principio \Prinzip\ ci da cui prende inizio la filosofia; e precisamente in modo tale che Vinizio [Anfan^ quel che resta come il fondamento portante del pensiero di ci che da pensare. I l principio di Hegel dice: la sostanza il soggetto ovvero: lessere (preso adesso nel suo senso essenziale) divenire. Hegel inizia con linizio in quanto per lui divenire appunto iniziare. Divenire: il rap-presentare che si rap-pre- senta, portare-se-stesso-a-manifestarsi. Nella Logica, a portarsi nel divenire il divenire stesso in quanto diveniente e cio nelle sue condizioni incondizionate. E per questa una determinazione assoluta dellinizio e delliniziare - oppure soltanto quella di Hegel, vale a dire metafisica? Linterpretazione Vessenza dellinizio! Da dove? Con cosa inizia la filosofia autentica di Hegel, la Logicai Con il divenire - che fondamento; non certo con lessere: esso conclusioni il divenire , divenendo.

    14

  • c) In che senso e che cosa punto di vista e principio si appartengano una questione che deve preferibilmente emergere dalla riflessione rivolta a punti di vista e a principi determinati.

    Dopo questa breve trattazione dei tre interrogativi preliminari vogliamo provare ad affrontare una caratterizzazione pili specifica del piano del nostro confronto: la negativit.

    La negativit

    2. Colpo d occhio'^

    1) La determinazione del punto di vista e del principio della filosofia hegeliana; concetto di punto di vista e di principio. Punto di vista-, lidealismo assoluto, concetto di ab- solutus [Ab-soluten\, incondizionatezza \Unbedingtheit\ dell

  • //. 1'.,

    3) 11 chiarimento della negativit nella forma dellesser-altro: qualcosa e laltro. Laltro come laltro dellaltro.

    4) Perch la negativit non pu essere determinata a partire dal nulla hegeliano nonostante esso sembri essere la personificazione della nullit \Nichtheii\-, il nulla', il medesimo dellessere - entrambi non come differenti; qui non si d ancora alcuna differenza, alcuna negativit.

    5) Concetto hegeliano di essere scaturito dalla de-costruzione della realt assoluta - come ci che estremamente diverso da essa. Lestrema alienazione! Ci nonostante, la realt assoluta come volont.

    6) La realt assoluta (lessere in senso piii ampio) dal ri-fiuto \Ab-sage\ della fondazione sistematica (conforme-al-sistema) della differenza di essere ed ente. Questo rifiuto (che gi compimento della negligenza) dalloblio della differenziazione; loblio dallabitudine pi comune nella differenza. Qui si rende necessario ricavare la de-costruzione da questo rifiuto, che si trova nellessenza della metafisica assoluta e in generale, ed e viene sempre attuato con lattuazione di questultima.

    7) Questo ri-fiuto: un presupposto di grado essenziale per la possibile as-solutezza del pensiero incondizionato.

    8) Come vada vista, a partire da qui, la completa dissoluzione [Aufisun^ della negativit nella positivit dellassoluto. La negativit lenergia del pensiero incondizionato, poich essa, sin dallinizio, ha gi rinunciato a ogni negativo, a tutto ci che nullo \Nichthafte\. La domanda sullorigine della negativit non ha n senso n fondamento. La negativit ci che privo di domanda \Fraglose\: negativit come essenza della soggettivit. La negativit come negazione della negazione poggia nel si allautocoscienza incondizionata alla consapevolezza assoluta come verit (pertanto enticit dellente).

    9) Lassenza-di-domanda \Fraglosigkeit\ della negativit come conseguenza dellassenza-di-domanda dellessenza del pensiero.

    10) Il pensiero come attuazione della determinazione rappresentante (che si rappresenta) dellente e come presentazione

    16

  • ilcHorizzonte interpretativo dellessere (apprensione - presenza- pensatezza \Gedachthei^.

    11) Lovviet del pensiero come contrassegno essenziale dellessere umano, nel senso di animale pensante. Lenticit dellente, a partire da Cartesio, come il rap-presentare in s; coscienza come autocoscienza.

    12) Lassenza-di-domanda della negativit e la questione del rapporto delluomo con l essere (non solo con lente). La questione v'era e propria antropomorfismo.

    13) Lessere non domanda a partire dallente e non si rivolge a esso come enticit, bens ritratto in se stesso, nella sua verit. La radura [Lichtun^ dellessere - annunciata da una riflessione sulla non ancora compresa essenza unitaria del pensiero nel senso di: Io rappresento qualcosa come qualcosa nella luce dellessere. La radura come a-bisso senza fondo \Ab-grund\ - il nulla, il non futile, bens lautentico centro di gravit: lEssere stesso.

    14) Lessere distinto dallente. La dignit della domanda \Fragwrdigkeit\ sulla caratterizzazione del rapporto tra essere ed ente come differenza. Il principio per loltrepassamento \Uberwindung\ della problematicit: lessere nel progetto; progettare, ma come Esser-ci [Da-sein\.

    15) Soltanto per il pensiero metafisico la negativit viene inghiottita {verschlucki\ nella positivit; il nulla la contrapposizione abissale allEssere, tuttavia come la sua stessa essenza. LEssere stesso nella sua unicit; la finitezza dellEssere; quel che emerge ed fraintendibile di tale caratterizzazione.

    16) Pensare il nulla vuol dire: interrogare la verit dellEssere ed esperire la necessit dellente nel suo insieme. Pensare il nulla non nichilismo. Lessenza del nichilismo consiste nel dimenticare il nulla nello smarrimento alla macchinazione [MachenschaftY^ dellente.

    17) Il dominio della macchinazione dellente si palesa nel modo pi certo nel fatto che la metafisica, in quanto fonda-

    La negativit

    (In-granaggio!) [N.d.A.} [Nota a margine pi tarda, trovata nella copia di F.H.;A/!/.C.]

    17

  • Hegel

    mento di questa macchinazione, perviene nel suo compimento ad abbassare lessere a un vuoto niente [Nichtigkeii\. Hegel: il nulla come mera indeterminatezza e immediatezza- lassenza di pensiero in quanto tale. Nietzsche: lessere, lultima esalazione di una realt ormai evaporata.

    3. Il divenire

    1) Come instabilit - rinnegamento della stabilit. Cos, ma plurivoco: d) assenza di stabilit - mero fluire e scorrere; B) Il continuo trapassare; c) Lirrequietezza come continuit (!) delle origini.

    2) Il venire-a-sestesso - il sapere assoluto come divenire (libert!). Questo deve venir pensato, poich esso (il negativo dellimmediatezza) sapere e la realt pensatezza e soltanto nel pensar-si esso capace di essere. M a per pensare OT-condizionatamente Se-stesso esso deve alienare se stesso da lui stesso fino allestremo (fino al mero essere). Questa alienazione di s serve solo a conquistarsi in modo autentico e unico e avere nella conquista ed essere nellavere; vale a dire avere effetto secondo la sua essenza. La prima cosa che diviene il divenire stesso. Divenire limmediato indeterminato del venire-a-se-stesso.

    3) Lessere come immutabilit; anticamente, cristianamente: Agostino, De sermone Domini in monte, II, 7, 27;^ ^ De trinitate V, 2, 3 ,1, De morbus Eccles. Cath. II, 1,1.^

    Patrologiae Cursus completus Series Latina, accurante J.-P. Migne. Tomus XXXIV. Sancii Aurelii Augustini Opera omnia^ Paris 1861. Tomus III, 1. De sermone Domini in monte, liber II, cap. 7, n. 27 \N.d.A.\, trad. it. Agostino, I l discorso del Signore sulla montagna^ in Opere di santAgostino, a cura di D. Gentili e V. Tarulli, Citt nuova, Roma 1997, voi. X, t. 2, libro 2, cap. 7, n. 27, p. 213.

    Ivi, Tomus V il i (Patrologia XLII). De trinitate, liber I, cap. VI ss.; liber V, cap. II, n. 3. \^N.d.A.\, trad. it. Agostino, La Trinit, in: Opere di sant'Agostino, a cura della Cattedra Agostiniana, Citt nuova, Roma 1973, voi. IV, libro I, cap. 6, nn. 9-13, pp. 19-26.; libro II, cap. 2, n. 3, p. 237: Perci solo ci che, non soltanto non muta, ma soprattutto non pu assolutamente mutare, merita senza riserve e alla lettera il nome di essere.

    Ivi,Tomus I {yAtvo\o^v\'KXXi\).De morbus Ecclesiae Catholicae et de morbus Manicheorum,

    18

  • 4. N egativit e il nulla^"*

    1) Il non-essere (inizio della Logica)', totalmente astratto, aconcettuale (privo-di-pensiero, il formale). Il puro nulla totalmente astratto, vale a dire persino tratto ancora dalla prima astrazione, posto ancora dal rappresentare immediato, indeterminato, dal suo rappresentato, nella rappresentativit, ossia nel non-negato [Un-negiert\.

    2) La negativit astratta: d) prima negazione (condizionata), /;) la seconda negazione - rimanere reciprocamente irretiti nella relazione-soggetto-oggetto. La prima distingue gi luno dallaltra soggetto e oggetto ed condizionata sotto tutti gli aspetti.

    3) La negativit concreta Xincondizionata. La negazione della negazione come d) e B).

    Il nulla - come non dellente. Il nulla - come non dellessere.

    La negativit, cos pare, devessere rinvenuta presso il nulla nella sua forma pi. pura e decisa', ed pure cos, sebbene resti in sospeso la questione di come in questo modo si possa comprendere il nulla.

    Nulla hegeliano', il primo vero, vale a dire essente [Sei- ende] nel senso pi ampio, il divenire; esso la differenza di essere e nulla come differenza, che non . Il nulla non distinto dallessere, non altro da esso, bens il medesimo. Perch, in che senso? Sul fondamento dellinterpretazione dellessere. Siccome il nulla non un differente, negazione ma differenza, per questo proprio presso il nulla non pu essere rischiarata la negativit. E presso lessere? Questo, ma anche il medesimo, perci allinverso: e quindi dalla negativit lessere, di cui il nulla il medesimo. E d qui che, forse, lessenza della negativit viene alla luce.

    liber II, cap. I,n. 1. [N.d.A.\, trad. it. di L. Alici e A.'PeKtXi,Polemica con i manichei: I costumi della Chiesa cattolica e i costumi dei manichei, in Opere di santAgostino, a cura di D. Gentili e V. Tarulli, Citt nuova, Roma 1997, voi. XIII, 1. 1. libro II, cap. 1, n. 1, p. 115.

    Si veda il concetto hegeliano di essere. [N.dA.] [Vedi sotto %,ultra 15,16 e l%-,N.d.C.]

    La negativit

    19

  • 5. N egativit ed esser-altro

    Qualcosa e altw. cos il qualcosa diventa luno dellaltro e laltro laltro delluno. La differenza condizionata unilateralmente da ogni lato.

    Solo quando luno diventa laltro per laltro dellaltro - quando luno diventa laltro - le differenze non vengono contrapposte unilateralmente e al contempo ridotte, bens vengono elevate reciprocamente nella coappartenenza, come loro fondamento-, perdono la possibilit della condizione \Bedingnis\ e divengono esse stesse condizionate.

    La negativit incondizionata quella che non condizionata n dalluno n dallaltro delluno, n tanto meno dallaltro dellaltro, bens avulsa da entrambi, li lega innanzitutto nella loro relazione reciproca.

    Le tre, o meglio quattro, negazioni; coscienza - S - sapere assoluto.

    La negativit assoluta-. 1) Accrescimento \Aufsteigerung[ della negativit prima e astratta oppure fondamento di essa? 2) Se

    fondamento allora da doveiPerch la negativit assoluta daUuno e dalValtro (esser-altro)

    e non, semplicemente, dal nulla, nonostante sia l che appaiano evidentemente ci che nullo e il negativo, per cos dire, in persona:,>15

    6. N egativit e alterit \Andershei\

    La prima negazione - quella astratta. La negazione assoluta - la negazione della negazione.

    Lalterit - qui come essenza dellaltro in lui stesso. Questo non lesser-altro dellaltro a differenza dell'uno. Questa differenza separa entrambi luno dallaltro. Laltro a se stesso l'altro per l altro, cos che questo gli appartiene come suo stesso

    In latino nel testo.

    20

  • l.a negativiti

    Il )iKamento e insieme differente. Laltro dellaltro s rapporta a \i' stesso nella differenza.

    Alterit assoluta Vincondizionato relazionare-S-a-se-stesso.

    7. N egativit - differenza della coscienza - relazione soggetto-oggetto ed essenza della verit

    l''.ssenza della verit? M a da dove e come}Lessenza &Vessere umano', perch e in che senso porre que

    sta come domanda fondamentale? Da dove si pu determinareI essenza dellessere umano? Come va determinata? Attraverso che cosa questa stessa determinazione viene determinata {j.nto- nata!)} Perch tonalit emotiva {Stimmun^}

    Essere-cosciente (come ego cogito della relazione soggetto- oggetto) e pensiero nel senso della ratio e del votj; Xanimai rationale.

    Negativit di Hegel precisamente da non comprendere a jrartire dal nulla e dalla sua identicit \Selbigkeit\ con lessere; poich qui non c alcuna differenza.

    Il nulla stesso - Vassenza di pensiero per eccellenza; e ci solo allinterno del pensiero incondizionato (e quindi a partire dalVessere in senso essenziale).

    Essere e nulla: nessuna differenza - ma, nondimeno: essere un differente, il negativo delle proprie negazioni. Di quali?

    8. I l concetto hegeliano di essere

    Come lm-determinato, zw-mediato, o meglio: Vin-determinatezza e im-mediatezza per eccellenza. Il primo lente e solo lente in quanto tale; il secondo nomina il nulla - come enticit del mero ente.

    Ci che non un ente, nulla. (Ma ogni nulla meramente il non-ente?) Un ente per per Hegel qualcosa di determinato e di mediato in qualche modo.

    21

  • Hcgd

    Lessere non anche un ente e giammai un ente; per questo esso lin-determinato e im-mediato. Essere pensato come enticit : indeterminatezza e immediatezza.

    Qui, il nulla (in quanto il non dellente) non viene differenziato dallessere; questo esso stesso il nulla, cos che non compare alcuna differenza - ovvero nessuna differenza che sia gi allinterno della pensatezza da pensare in quanto enticit dellessere. Compare per una differenza, che non affatto arbitraria e che inoltre non emerge qui in questo cominciamento \BegintT\\ qui piuttosto essa si palesa soltanto nellestremo, vale a dire, in termini hegeliani, che si cela e che come tale non pu mai venire allo scoperto, poich il pensiero non ne ha bisogno, ossia entro i limiti del suo divenire, con cui esso ha inizio. Tuttavia, il pensiero, in quanto pensiero della pensatezza, necessita nel modo pi assoluto di tale differenza, ossia della differenza dellente e dellessere. Il pensiero incondizionato lascia dietro di s questa differenza, o comunque non vi si abbassa mai, e ci nonostante ne dipendente, sebbene soltanto nel modo imbarazzante del rifiuto - un modo che in realt non dovrebbe sfuggire proprio al pensiero incondizionato. Ci nonostante esso deve sfuggirgli, altrimenti il pensiero nellinsieme della propria incondizionatezza dovrebbe diventare ancora una volta, nel senso pi assoluto e pi completo, qualcosa di con-dizionato; condizionato dalla cosa, il che qui vuol dire: l'ente nel suo insieme.

    Questo rifiuto della differenza che tutto fonda si esprime nel fatto che Hegel afferma che la differenziazione di essere e nulla non c. Questa differenza fondante tuttavia ci che in Essere e Tempo (si vedano le Lezioni del semestre estivo del 1927, in particolare le conclusioni) viene chiamato la differenza ontologica.' Quale negativit qui in gioco? (Come

    Il termine diiierenza ontologica non compare nelle prime due sezioni di Essere e Tempo- e solo queste sono state pubblicate in origine sotto il titoloiisicre e Tempo. Piuttosto il termine viene menzionato per la prima volta nel corso delle Lezioni marburghesi del semestre estivo del 1927, dal titolo Die Grundprohleme der Phnomenologie [I problemi fondamentali della fenomenologia] (GA, voi. X X IV , p. 322 ss.), che viene indicato da Heidegger in una annotazione (p. 1) come Nuova elaborazione della Terza sezione della prima parte di Esse-

    22

  • avviene la connessione con lin quanto: qualcosa in quanto ente})

    Anche qui, nonostante l incondizionatezza del pensiero e della pensatezza, lessere (nel senso pi ampio) come enticit posizionato su e verso Vente. Anche la Logica ancora, anzi vuol essere: metafisica.

    M a ora quello stesso rapporto, che sin dallinizio della storia del pensiero sussiste come metafisica (in Platone) e che propriamente costituisce l inizio (la differenza dellente nel suo insieme e dellessere) si per cosi dire capovolto; ma solo per cosi dire, poich soltanto a partire dal pensiero moderno pu essere ravvisato un rovesciamento \Umkehrun[, nella misura in cui lente nel suo insieme viene in generale preso come oggetto e il soggettivo (la pensatezza in quanto essere) viene per cosi dire inghiottito in s; mentre alla fine della storia della metafisica la soggettivit, in quanto relazione incondizionata di soggetto-oggetto, pensando, trattiene tutto nella propria pensatezza.

    Tuttavia, se compreso storicamente, lessere stesso allinizio ci che massimamente ente \Seiendste\, alla maniera dellente nel suo insieme - cj^ tTi?; e alla fine l ente nel suo insieme deve essere dissolto nel puro essere come pensatezza del pensiero incondizionato e ogni sguardo rivolto a un ente devessere visto come caduta \Abfal\.

    Lm negativit

    re e Tempo [N.d.C.\. Per quanto riguarda la versione italiana cfr, M . H eidegger,/problemi fondamentali della fenomenologia, a cura di A. Fabris, il melangolo, Genova 1988, p. 218 ss. Nella traduzione italiana la nota in questione riportata a p. 23. Non sembra vano far qui riferimento a una glossa a margine di Essere e Tempo, in cui compare il termine differenza ontologica. Le glosse marginili sono state apposte da Heidegger suUa sua copia personale della seconda edizione (il cosiddetto Httenexemplar) negli anni tra il 1929 e il 1976; la pubblicazione di queste note, avvenuta nel 1977 in occasione deU uscita del secondo volume della Gesamtausgabe, stata curata da F.-W. Von Hermann in base alle indicazioni dello stesso Heidegger (cfr. M, Heidegger, Sein und Zeit, Klostermann, Frankfurt a.M. 1977, p. 127; trad. it. Essere e Tempo, a cura di F. Volpi, Longanesi, Milano 2005, p. 252, glossa c: Differenza ontologica. Se il termine idealismo sta a significare che lessere non mai esplicabile mediante lente, ma che, per ogni ente c gi il trascendentale, allora nellidealismo riposta lunica possibilit adeguata di una problematica filosofica.

    23

  • U rg e !

    9. La negativit assoluta di H egel, interrogata d irettam ente sulla sua origine

    Questa domanda opinabile, si tratta davvero di una domanda? Non senza dubbio la negativit di Hegel una questione del pensiero e della pensatezza? Pensare e il non?

    Coscienza - differenza - relazione-soggetto-oggetto - pensiero-, io penso qualcosa, e questo trascendentalmente, vale a dire in quanto.

    Pensiero in quanto pensiero dellessere (enticit dellente).I l pensiero principalmente (in senso moderno) coscienza e

    differenza. M a in che senso? Cosa significa il coincidere \Zu- sammenfallen\ di coscienza e differenza?

    Il pensiero:1) il pensiero dellessere (vosiv) - come pre-cognizione [Vr-

    denken] in aggiunta allenticit dellente (in quanto).2) il ripensamento dellente (SiavosiaGai) - lasserente, giudica

    re (in quanto).Come si rapportano fra loro 2) e 1)? 1) soltanto una gene

    ralizzazione di 2)?Lessenza del primo inizio \erstanfngliche\ del pensiero.

    10. L a negativit di H egel

    Se la negativit autentica - ossia quella assoluta - non un mero accrescere e arricchire da una negativit astratta allaltra, ma la negativit essenziale in quanto lenergia del reale assoluto stesso, allora allopposto la negativit astratta deve scaturire da quella incondizionata. D a dove per questa? Certamente non pu darsi alcun da dove che stia al di fuori del sapere assoluto; di conseguenza devessere interrogato ancora pi necessariamente il da dove interno allidea assoluta. Poich allinterno dellidea assoluta non ancora stato deciso che cosa vada considerato il primo: la coscienza (semplificando) comeIo rappresento qualcosa - oppure la differenziazione, che caratterizza tale relazione rappresentativa come differenza.

    24

  • l^osto per che coscienza e differenziazione siano coorigina-I C si deve poi domandare in che senso esse lo siano e come sia dunque da intendersi originariamente la negazione: come \'
  • Hegel

    2) Con essere, e innanzitutto con la realt assoluta, si inoltre ancora e gi differenziato dall'ente l essere nel senso pii ampio (Categorie).^^ Lessere scaturisce innanzitutto dalla totale negazione della negativit assoluta e dallaltrettanto totale differenza rispetto allente in generale. Da dove queste negazioni} Come mai proprio dalla e con la negativit assoluta?

    L essere:1) dalla decostruzione (negazione) della negativit assoluta;

    essa viene portata alla sua esposizione (lin - di ogni determinazione e mediazione, vale a dire di ogni differenziazione);

    2) la realt assoluta, la cui energia la negativit assoluta, deriva dal rifiuto dellente, o meglio: della differenza tra essere ed ente.

    De-costruzione e rinuncia - che cosa sono alla luce della metafisica hegeliana? Laverlo indicato un incidenza} Oppure il pi intimo posizionamento del sistema (non confutazione) in ci e attraverso ci che esso autenticamente?

    La negativit come la lacerazione e separazione la morte- la sovrana assoluta-}"^ e vita dello spirito assoluto non vuol dire altro che sopportare e decidere \austragen\ la morte. (Tuttavia, con questa morte c poco da fare; nessuna xaTa(rTpoc|)V] possibile, nessuna caduta e rovesciamento; tutto fermo e bilanciato. Tutto gi fissato e sistemato incondizionatamente)

    La filosofia in quanto /z.y-soluta, in quanto zVz-condizionata deve racchiudere in s la negativit in un modo peculiare, il che per vuol dire non prenderla fondamentalmente sul serio. Il lasciar-andare in quanto trattenere, la compensazione totale nel tutto. - Il nulla non esiste affatto. Eppure ci sembra anche essere nel migliore ordinamento. Il nulla nulla e non .

    Si veda il concetto hegeliano di essere. \N .d .A \ \ Ved sopra 8,p. 21 ss.; A^/.C]

    G.W.F. Hegel, Phnomenologie des Geistes, secondo ledizione originale a cura di J. Hoffmeister, Leipzig 1937, p. 148 \N.d.A?\\ trad. it. La fenomenologia dello spirito, cit., p. 134 (con modifiche): Questa coscienza, cio, non ha avuto angoscia per questo o quellaltro, e nemmeno in questo o in quellistante, bens ha provato angoscia per tutta la sua essenza; la coscienza infatti ha avvertito la paura della morte, che sovrana assoluta.

    26

  • De-costruzione e rifiuto sono {'inizio &Wassoluto. E esso, nel modo che gli proprio. Signore di queste negazioni, e come? Oppure queste sono ci che lassoluto cela e che forse pu anche celare per si

    D i che natura sono entrambe? Come si appartengono a vicenda?

    Decostruzione - l estrema differenziazione del divenire assoluto contro al venir-meno e a ci che venuto meno.

    R ifiu to - (il trascendentale e suo superamento), entrambi gi incuranti della differenziazione essenziale di ente ed essere. E questa dunque una differenziazione - oppure pu valere soltanto come pre-nome \Vor-name\, come denominazione in primo piano e allo stesso tempo coprente?

    Ri-futo non dellente, ma della differenza.Ogni volta si solleva la domanda sul pensiero dellessere', se

    esso, preso semplicemente per s e posto su di s, realizzi davvero in modo assoluto lattuazione delle proprie possibilit, della sua propria essenza.

    Laltra via della riflessione {Besinnun^ sul pensiero.

    I.a negativit

    11. Sguardo retrospettivo

    1) La domanda sullorigine della negativit in Hegel, vale a dire nella metafisica occidentale in quanto tale. La domanda concernente Hegel: o un espediente aggiuntivo (logica formale,o meglio caratterizzazione del pensiero assoluto nella sua triplir cit mediante distinzione \Unterschiedenheit\ - formale) oppure a partire dalla coscienza. Come per questo? Nel suo insieme vuol per dire ogni volta a partire dal pensiero, \lampiezza e vuotezza di questo ambito interrogativo e la sua assegnazione corrispondente alla posizione fondamentale. Si veda Kant sul nulla.^^

    I. Kant, Kritik der reinen Vernunft, A 290 ss., B 346 ss. {Amphiholie der Reflexionsbegriffe) [N.d.A.\, trad. it. G. Gentile e G. Lombardo-Radice,^?yiioAfl dei concetti della riflessione per 0 scambio dell'uso empirico dellintelletto con l uso trascendentale, in 1. Kant, Critica della ragion pura, a cura di V. Mathieu, Laterza, Roma-Bari 2007, p. 214 ss.

    27

  • Hegel

    2) Il pensiero e la metafisica. Enticit e pensiero. Pensiero- ci che la metafisica prende in considerazione come filo conduttore - niente al di fuori di essa. Qui l impostazione, nessuna mcidenza!

    3) Pensiero - giudizio (, essere) - negazione \Verneinun^. Il concetto hegeliano di giudizio: divisione del concetto, il che vuol dire dei contrapposti a loro stessi e allagglomerato (concrezione) nella loro unit - l speculativo! Nella misura in cui con il riferimento al giudizio non ci si pu aspettare niente per il chiarimento dellorigine della negativit.

    4) Essere e lente come il reale - realt e idea^^ - aciualitas.5) Essere e tempo.

    12. N egativit

    Hegel pone la differenza (vXuo'i(;/(7-v0ffi(;) come negativit; oppure viceversa?

    Differenza per il differenziare dellio dalloggetto. Anzi, questo differenziarsi solo uno il prossimo, immediato verso e via da...

    La differenza il triplice differenziarsi essenziale del sapere assoluto, il che vuol dire il relazionare-se--ii-i/50 in quanto inclusione del differente.

    Questa differenza negativit assoluta, poich essa appunto dice s al differente in quanto laltro nella sua appartenenza alluno e cos fa delluno stesso innanzitutto laltro. Il non dellappropriazione autentica, vale a dire appunto incondizionatamente rap-presentante, di ci che si pu sapere nel suo poter sapere compiuto del sapere-se-i/mo incondizionato.

    Cos si solleva la questionefondamentale'.1) La negativit, nel senso di ci che nullo, qui solo un

    espedienteformale per la caratterizzazione della triplice distinzione essenziale del sapere assoluto? Se s, allora z dove prese,

    In latino nel testo.

    28

  • negativit stessa [dal giudizio del pensiero; e questo? (A e con quale diritto viene utilizzata in questo modo?

    2) Oppure il fondamento ovvio della possibilit della nozione quella distinzione dellIo penso assoluto e della sua rtezza? Se s, in che senso e con che diritto e fino a che punii non viene con ci fondato? {Fondamento: da dove della

    )ssibilit interiore). Cosa significa linserimento della certez- . dellIo e eVens verum e certum - enticit come rappresenta- /it? Qui si trova anche la questione successiva:3) Come si rapportano - secondo 1) o secondo 2) - il non e negativit (nullit e ci che di carattere negativo) al nulla

    come il nulla allessere? (s come assenso e consenso, come ire s.)La negativit, dopo Hegel, deve sicuramente essere intesa

    el senso di 2).Il separare la potenza assoluta,^^ lintima fonte di ogni

    ttivit;^^ la potenza \Mchtige\ il reale, ma il reale il sapere ssoluto. Il sapere come saper-si.

    I l separare per non pu qui essere inteso come differenza neramente oggettuale - tale il separare astratto e privo d es- enza - , piuttosto devessere inteso come il separare in quanto ssenza della coscienza assoluta. Tuttavia, se questo lente au- entico, allora il separare - il non - appartiene allessere in senso ssenziale (enticit). Non e coscienza sono cooriginari.

    Il separare della differenza porta sempre la mancanza del differente alla manifestazione (del rappresentare); il mancare per sempre e soltanto la caduta unilaterale del sapere assoluto dal possesso assoluto di s. Questo naturalmente soltanto ci che esso in quanto sapere, vale a dire in quanto attuazione del movimento-del-pensiero.

    I l negativo, il mancare del mancante, il movente, non il mero cammino, bens Xassenza - co-appartenere-a-ci. Pertanto,

    La negativit

    ' Parentesi dellAutore.

    G.W.F. Hegel, Wissenschaft der Logik, a cura di G. Lasson, Leipzig 1923, seconda parte, libro III, p. 214 \^N.d.A.\, trad. it. Scienza delia logica, cit., voi. II, p. 628.

    '' ivi, seconda parte, libro II, p. 29 \N.d.A.\y trad. it. cit., voi. II, p. 948.

    29

  • Hegel

    il negativo fondamentalmente il S dellautocoscienza assoluta. Il negativo Venergia del pensiero (assoluto)}^

    Il separare la lacerazione assoluta, ma nella misura in cui essa venga sopportata e lo spirito assoluto si mantenga in essa (non l immediato e non-mediato gettare luno via dallaltro). Il sapere assoluto mantener-si assolutamente nella lacerazione, questo vita.

    Negativit quindi al contempo superamento. Il tremore assoluto - lo spaesamento assoluto del tutto. La morte-, la Sovrana assoluta.^^

    Il soffermarsi dello spirito presso il negativo (non il guardare- via) rovescia ci che nullo \Nichtige\ nellessere.

    13. L a differenziazione (il separare)

    La mera diversit luno via dallaltro e solamente via. Differenziare in quanto allontanare, lasciar cadere, passare.

    La differenza - in cui viene tenuto fermo proprio il comune, [il] medesimo, e in riferimento a ci i differenti.

    Y!, inclusione il differente stesso solo come compimento \Ausgan^ del superamento nella coappartenenza.

    La decisione.

    14. Il negativo

    Il negativo per Hegel la differenza io penso qualcosa pensiero dellintelletto - il separare - la potenza assoluta. Questo negativo - il movente per Io e oggetto.^^

    Questo negativo, il che vuol dire la coscienza in quanto tale

    Cfr. G.W.F. Hegel, Phnomenologie des Geistes, Vorrede, p. 29 [7V./.X]; trad. it. Lafenome nologia dello spirito, cit., p. 24.

    Ivi, p. 148 [N.d.A.\, trad. it. cit., p. 134.

    G.W.F. Hegel, Phnomenologie des Geistes, Vorrede (cd. Hoftineister, 1927), pp. 25 ss. c 2 [N.d.A.\\ trad. it. cit., pp. 19 ss. e 24.

    30

  • totalmente a prescindere da ci che costituisce loggetto del M io sapere: se lobietto \Qbjekt\ o esso stesso come sapiente (soggetto) oppure il pensiero il sapere che sa se stesso.

    Il negativo della dijferenza domina ovunque a partire dal londamento. Negazione - negare - an-nichilire - mandare a londo - toccare il fondo.

    Dove sta dunque l orgine della negativit?Come giunge la la coscienza nella preminenza determi

    nante, che tutto porta e ricomprende?La negazione, il differenziare, anteriore alla coscienza

    o viceversa? O entrambe sono la medesima cosa?

    La ncgafiri/ii

    I )ove dunque il fondamento del non? Io penso qualcosa

    15. Lessere e il nulla

    I ,o-rigine del non - il non Wi?//o-rigine \Ur-sprun[.Il non dellente - lessere (e non il nulla).Il non dellessere - il nulla originario.Il non deir essere - nel senso di un genitivus subjectivus.

    1 .essere stesso nullo, ha in s il nulla.La differenziazione - separazione - presuppone dunque dav

    vero il non e il nulla, poich si fonda sulla differenziabilit del ilifferenziabile, che d altra parte lessere (non importa in quale interpretazione). M a si pu in assoluto parlare in questo modo rispetto a Hegel e allinterpretazione moderna dellessere {ens = certuni)} La questione non se tale differenziare sia fondato sullessere, bens come esso venga compreso e progettato. Se |icr la rappresentativit appartiene al progetto dellessere, allora il non, partendo dal rappresentare (pensare), quindi dal differenziare, non giunge nelVessere}

    Da dove per e come, il differenziare, il pensare - lessenza del pensiero - come attuazione; come fondamento del progetto. Da dove progetto e apertura-progetto?

    La negativit e il nulla.

    31

  • Hegel

    Il nulla e la domanda: perch in generale lente e non piuttosto il niente? Il carattere metafisico, fondato sulla preminenza dellente, di questa domanda.

    Il nulla e l essenza del fondamento. Fondamento - verit - Essere.

    Il nulla e il nichilismo'.

    16. Il concetto hegeliano di essere nel senso ristretto (orizzonte e filo conduttore)

    Lessere inteso come indeterminatezza e immediatezza. (Che Hegel affermi: essere limmediato indeterminato,^^ indica soltanto che egli identifica in assoluto lessere e lente nel senso usuale - secondo labitudine della metafisica, in particolare per secondo il modo di pensare idealistico.)

    Questo concetto di essere significa che; lorizzonte dellinterpretazione dellessere il determinare e la mediazione, pi precisamente il determinare come mediare, il che vuol dire il pensare nel senso del pensiero incondizionato. Essere la pen- satezza di questo pensiero, dove per essere viene preso ori nel senso pi ampio-, lessere nel senso pi ristretto Vini- pensatezza (assenza di pensiero per eccellenza!) incondiziona^ ta (o talvolta condizionata?), pertanto la totale sospensione de pensiero (il non-pensare). Poich per, stando alla posizion fondamentale, pensare pu valere solo genericamente com rappresentazione di qualcosa, con la sospensione del pensier non si ha alcuna rap-presentazione-, pensata a partire dal pensic ro - e solo da esso - il puro vuoto.

    Il concetto hegeliano di essere sta dunque sotto pre-suf^ posti del tutto peculiari (ossia dellorizzonte della pensatezza ma questi sono al contempo quelli della metafisica occidental e ci significa nuovamente: quella posizione fondamentale, i

    Id-, Wissemchaft der Logik (ed. Lasson), I libro, p. 66, cfr. anche p. 54 [N.d.A.]\ rnid. Scienza della logica, cit., voi. 1, p. 70, cfr. anche p. 66.

  • cui generalmente si mantiene il rapporto dellessere umano occidentale verso lente. Per questo il concetto hegeliano di essere deve diventare subito anche comprensibile e seguibile; il che, in conformit alla sua incondizionata posizione fondamentale, devessere determinato attraverso Xn secondo un criterio decostruttivo \abbaumajig\. Questo, per l opinare comune deirente - senza che neppure si renda conto del suo orizzonte - , ha il carattere di ci che stato compreso in modo diretto [geradezz/] e del comprensibile (il che vuol dire del progettato in generale), quindi: tVlpresenza \Anwesenheit\ pura.

    Pertanto, ci che emerge nella riflessione sul concetto, o meglio sul non-concetto [Unbegrijf\ hegeliano di essere, non il punto di vista di Hegel, bens il nostro, abituale, storico-occi- dentale (nel senso negativo del termine: opinione straordinaria).

    E ci che noi indichiamo come pre-supposto necessita innanzitutto di essere chiarito nella sua essenza peculiare; poich la denominazione presupposto gi in qualche modo un criterio proposizionale \satzmaji^, il che vuol dire che essa scaturisce dallatteggiamento volto a riportare tutto snposizioni cproposizioni e pensiero, per lo meno ogni primo e ultimo. M a pressoc]uei presupposti, si tratta di un altro, la cui essenza devessere da noi compresa e determinata originariamente a partire da ci che l apparentemente soltanto posto.

    Che cos questo? Lo si pu soltanto desumere dalla riflessione sullessenza del pensiero (cfr, ivi)^* e sul modo in cui il pensiero si fa filo conduttore e ambito di riferimento dellinterpretazione dellessere; dalla riflessione sullessere e la sua interpretabilit e il loro fondamento, il che vuol dire la verit dellessere, e [dalla riflessione] sul riferimento della verit dellEssere allessere stesso.

    Ci che per vale per il non-concetto hegeliano di essere, vale ancor pi essenzialmente, quindi incondizionatamente, per lessere nel senso pi ampio, per lidea assoluta - cio per la visivit \Gesichtetheii\ senza condizioni che vede se stessa ed rispecchiante; questo vuol dire: per la presenza presente a se stessa.

    La negativit

    Si veda ultra, p. 35.

    33

  • Hegel

    17. Il punto di vista della filosofia hegeliana quello deiridealism o assoluto

    Punto di vista ci in cui il permanente da pensar-si delpensiero (lessere) diviene accessibile,

    Qui il punto di vista il pensiero incondizionato-, questo per il da pensarsi stesso nella sua pensatezza.

    Il punto di vista lassoluto stesso; e questultimo, in quanto l insieme dellessere, ci che non-abbisogna-t punto di vista, non per ci che senza punto di vista. Non bisognoso di un punto di vista, poich esso stesso ci che fino in fondo e dappertutto gli accessibile. Tutto gli gi pervenuto ed esso vive propriamente solo della continua ripetizione di questunico passato presente, di questo Apriori senza-fonda- mento.

    Lassoluto - come il sapere assoluto - Videa assoluta.Il presente che presente a se stesso, la presenza che si ri

    specchia nel presentarsi essenziale \Anwesun^. (La sfera di Parmenide);^ unde Trismegitus dicit: Dues sphaera intelligibilis, cujus centrum ubique, circumferentia vero nusquam?^ Nessun contro che cosa - lente dissolto nellenticit.

    Questo assoluto per s incondizionatamente. E questo anche incondizionatamente in s} Se s - come? (Per il fatto che esso soltanto per s - ri-fiuto.) Se no - in che senso no? Lm-condizionatezza non annuncia forse la pi segreta condi-

    H. Diels, W. Kranz, Die Fragmente der Vorsokratiker, Fr. B8, Vers. 43 ss., voi. I, p. 238 [N.d.A?\-, trad. it. in G. Reale (a cura d i) ,/Presocratici. Prima traduzione integrale con testi originali afronte delle testimonianze e dei fram m enti nella raccolta di Hermann Diels e Walther Kranz, Bompiani, Milano 2006, p. 493. Ci sembra qui opportuno riportare lintero passo di Parmenide: Inoltre, poich c un limite estremo, esso [lessere] compiuto da ogni parte, simile a massa di ben rotonda sfera, a partire dal centro uguale in ogni parte, infatti n in qualche modo pi grande n in qualche modo pi piccolo necessario che sia, da una parte o dallaltra. N, infatti, c un non essere che gli possa impedire di giungere alluguale, n possibile che lessere sia dellessere pi da una parte e meno dallaltra, perch un tutto inviolabile.

    Sancii Thomae Arjuinatis Doctoris Angelici Ordinis praedicatorum Opera omnia, Tomus IX, Parmae 1859. Quaestiones disputatae, Volumen secondum,Di veritate, qu. II. art. I li [N .dA .\, trad. it. S. Tommaso dAquino, i f questioni disputate, voi. I: La verit (Questioni 1-1), a cura di R. Coggi, ESD, Bologna 1992, qu. II. art. III. n. 11: [...] per cui Trismegisto disse: Dio una sfera intelligibile, il cui centro ovunque e la cui circonferenza in nessun luogo.

    ,34

  • zione, dalla quale lassoluto non riesce a liberarsi; lessere; de- costruzione e n-fiuto.

    j La costante alienazione nellassenza di pensiero la condizione del divenire incondizionato {venir-meno \Ent-werdung\ verso il mero essere come de-costruzione).

    ] Il ri-fiuto dellente, vale a dire della differenziazione di i ente ed essere, la condizione del determinare incondizionato

    dellessere come idea assoluta -pensatezza.Qui il ri-fiuto totale di fondare la differenza di essere ed ente

    condizionante.Questo ri-fiuto appositamente non attuato, bens reso sol

    tanto definitivo nel modo della trascuratezza tramandata.Il pre-suppostopensoso \denkerisch\.

    La negativit

    1 8 .1 pre-supposti (pensosi) del pensiero hegeliano

    Il pensiero assoluto nella sua dissoluzione - -condizionatezza.1) De-costruzione - X'i. pensatezza incondizionata, laliena-

    7,ione priva di condizioni, che porta tutto ci che condiziona a scomparire nel venir-meno \Entwerden\.

    2) Rifiuto - della differenziazione di essere ed ente, della loro interrogazione e fondazione.

    3) Come si presenta in Kant il rifiuto della differenza nel l^ensiero incondizionato? In che senso esso completo e definitivo} In Kant resa esplicita la differenza ontologica, il che vuol dire la differenziazione ontologicamente portante, ma appunto non fondata (immaginazione trascendentale??). Hegel e lidealismo assoluto solo i beneficiari; cosa abbandonano?

    4) Come il rifiuto abbia quale conseguenza essenziale la decostruzione. Lincondizionatezza del pensiero richiede il divenire (in quanto Io penso). Questo per il venir-meno e soltanto cos la negativit hegeliana! Quindi una [negativit] estremamente condizionata, e precisamente mediante una pi originaria!

    5) Quale no e non stanno in questo stesso pensiero?

    35

  • Hegc-I

    6) In che senso esso presuppone la differenziazione di essere ed ente?

    7) Qui, innanzitutto, appropriata la caratterizzazione come differenziazione? Differenza \Differen7\ - divergenza reciproca ma proprio cos custodente e dispiegante l'unit. Quale unit} Come lessenza dellEssere?

    19. I pre-supposti del pensiero hegeliano dellessere nel senso pi ristretto e pi ampio

    Questi pre-supposti posti con lessenza di questo pensiero- come pensosi.

    Porre appositamente, mediante il confronto, il pensatore in questo pre-supposto. Questo non significa ntorno a ci che il pensatore avrebbe dovuto considerare per pensare ci che egli aveva pensato e per pensare cos come aveva appunto pensato, bens la trasposizione in quello che il pensatore, secondo la sua posizione fondamentale, non poteva e non era ancora in grado di considerare in modo essenziale.

    Pre [Vor]: niente che nel senso del suo pensiero si potrebbe e fosse lecito recuperare, bens ci che non ancora stato raggiunto e che ampiamente predeterminato.

    Il .limite di un pensiero pensoso non mai la mancanza lasciata indietro, bens lindecisione nascosta, preventivamente ottenuta come necessariet di nuove decisioni. In questo limite stanno la grandezza, la creazione di ci che linaccessibile maggiormente degno di domanda \Fragwrdigsten\ e persino contro il sapere pi proprio. I presupposti, non ci che stato dimenticato, bens ci che stato pre-gettato. (Pre-supposti soprattutto non psicologicamente-biologicamente, bens chiusi nellabisso senza fondo dellessenza del pensiero dellEssere.) Ci che storicamente essenziale in ogni pensiero questa irruzione, nascosta nei pre-supposti, inaccessibile al pensiero stesso e per questo anche attuata senza riguardi. Scopo della visione del mondo e della fede non pu naturalmente mai

    36

  • i sscre il fondare ci che degno di domanda, lo per certamente della filosofia, che vuole unicamente l essere. W primo inizio del pensiero occidentale attua i pre-supposti pii ampi e pi ricchi e anche pi nascosti, e proprio in questo consiste ci che inizia; non certo nel fatto che esso comincia presumibilmente lon il pi scarso e vuoto.

    Il pre-supposto, il pre-progetto di ci che a suo tempo era

    La Uigativil

    ila raggiungere \Einzuholenden\ : l assenza di fondamento dellai ,erit non interrogata dellEssere.I Tuttavia il raggiungimento di tale pre-supposto, il porlo || SV/Zi] definitivamente, non compimento dellinizio ben-

    nuovo inizio, e di conseguenza qualcosa che presuppone di />/// rispetto al primo: lEssere stesso come a-bisso senza fondo; lente e la sua spiegabilit - d ora in avanti non pi il rifugio, la protezione e il sostegno.

    20. Sguardo retrospettivo

    Tentativo di un confronto con Hegel, con la metafisica occiden- alc. Confronto - Hegel - Metafisica occidentale - e porre noi

    nel proprio e nel sempre unico. Su questo ci sarebbe molto altro Pa dire (si veda La rifiessione di Se),^ ^prima per - bisogna fare in passo avanti.

    Prospettiva (secondo richieste determinate): la negativit.La volta precedente chiarita con la differenziazione di qual-

    :osa e altro; estrapolata e trattata liberamente. Ci possibile lerch lo stesso Hegel sa e spesso dice che la lettera del suo "Sto non l assoluto stesso. Negativit ed esser-altro (cfr. ivi).^ ^

    Negativit-, la distinzione che si differenzia - differenziazio- le in s distinta. Coscienza.

    Negazione sempre in questo senso, non come diniego, ensi sintesi - elevazione, bens de-terminare.