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Greco Antico

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Indice

Voci

Copertina 1

Introduzione 1

Alfabeto 3

Pronuncia 5

Numerazione 6

Le parole atone 8

Segni diacritici, regole dell'accento, segni di interpunzione 9

Apostrofo ed elisione; aferesi; coronide e crasi; dieresi 11

Nomi 11

Prima declinazione 12

Declinazione attica 16

Seconda declinazione 17

Terza declinazione 20

Articoli 46

Aggettivi 49

Aggettivi della prima classe 49

Aggettivi della seconda classe 51

Avverbi 65

Interiezioni 67

Verbo 68

Presente 70

Imperfetto 74

Verbi contratti 76

Aoristo 79

Perfetto e piuccheperfetto 88

Futuro 100

Verbi in -ۥ 105

Verbo essere 108

Aggettivi verbali 110

Complementi 111

Note

Fonti e autori delle voci 114

Fonti, licenze e autori delle immagini 115

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Licenze della voce

Licenza 116

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Copertina 1

Copertina Benvenuto nel wikibook:

Greco antico

Vai ai contenuti >>Fase di sviluppo:Greco antico (sviluppo)

Introduzione

L'incipit dell'Odissea in lingua greca antica

Il greco antico € lo stadio storico del

processo evolutivo della lingua greca.

Tale stadio dello sviluppo della lingua

greca viene comunemente compreso

tra il periodo arcaico (circa tra il IX ed

il VI secolo a.C.) ed il periodo classico

(all'incirca fino al IV secolo a.C.)Il greco antico € preceduto, nel II

millennio a.C. dal Miceneo ed € invece

seguito dal greco ellenistico, definito

 Koin€ o greco biblico, la cui

evoluzione porter• al greco bizantino.

Il greco antico € stata una delle lingue

pi‚ importanti nella storia della cultura dell'umanit•: € stata la lingua di Omero ed € stata la lingua dei primi filosofi e

dei primi scrittori dell'occidente.

Termini del greco antico sono stati utilizzati dai romani, e, attraverso questi, sono arrivati fino ai nostri giorni. Lanomenclatura binomiale, sebbene sia espressa in latino, attinge fortemente nel vocabolario del greco antico.

Numerosi concetti, come quello di democrazia, sono nati nella Grecia antica e sono pervenuti ai nostri giorni.

Il greco antico era, come il greco moderno che ne € la naturale evoluzione, una w:lingua indoeuropea, le cui origini

sono ancora oggi difficili da chiarire: le diverse tipologie di linguaggi greci che venivano parlati in Grecia, avevano

una comune radice che i linguisti hanno definito  protogreco, diffuso, prima della migrazione dorica, in area

balcanica. Rintracciare un antenato precedente risulta, causa la mancanza di testi scritti, molto difficoltoso, ma

sembra poter affermare una stretta comunione di radici del greco antico con la lingua armena, parlando cosƒ di un

progenitore chiamato greco-armeno.

Si pu„ pensare che il protogreco abbia perso la propria unit• linguistica al tempo della invasione dorica, a seguito

della quale, in un periodo compreso all'incirca fra il 1200 ed 1000 a.C., si sono sviluppate numerose varianti di greco

antico, ricordati come dialetti greci. Le prime attestazioni del greco antico compaiono circa nell'8… secolo a.C. con lo

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Introduzione 2

sviluppo di un definito alfabeto.

La perdita dell'unit• linguistica porta allo sviluppo di diverse variet• di greco che corrisponde alla suddivisione del

popolo greco antico, ognuno dei quali con uno specifico dialetto: dorico, eolico e ionico. Essi avevano caratteristiche

peculiari, ma erano talmente affini da essere intellegibili tra loro.

In Italia, il greco antico € studiato, insieme al latino, nel liceo classico.

Dialetti

† possibile suddividere i dialetti del greco antico in 4 gruppi:

‡‡ Gruppo occidentale (in marrone e nocciola):

‡‡ Greco nord-occidentale

‡‡ Dorico

‡‡ Gruppo del Greco eolico (in giallo):

‡‡ Eolico asiatico‡‡ Tessaliano

‡‡ Greco di Beozia

‡‡ Greco ionico o Greco ionico-attico (in viola e indaco):

‡‡ Attico

‡‡ Eubeo

‡‡ Greco delle Cicladi

‡‡ Arcadocipriota (in verde):

‡‡ Greco di Arcadia

‡‡ Cipriota

Dopo le conquiste di Alessandro Magno, il greco antico si evolver• in una forma unitaria, definita koinˆ, dando

origine ad un greco comune, largamente basato sul dialetto attico, ma con importanti influenze provenienti dagli altri

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Introduzione 3

dialetti.

MorfologiaIl greco, come molte altre lingue indoeuropee, € una lingua inflessa. † fortemente arcaica nella conservazione delle

forme dell'indoeuropeo. Nel greco antico i nomi (inclusi i nomi propri) hanno 5 casi (nominativo, genitivo, dativo,

accusativo e vocativo), 3 generi (maschile, femminile e neutro) e 3 numerali (singolare, duale e plurale). I tempihanno 4 modi (indicativo, imperativo, congiuntivo, e ottativo), 3 diatesi (attiva, media e passiva) e 3 persone (prima,

seconda e terza).

AlfabetoL'alfabeto greco, in greco antico chiamato ‰Š‹Œ‹Ž ‘’“””  ( phoinik•ia gr‚mmata), che significa "lettere

fenicie", deriva, per l'appunto, dall'alfabeto dei Fenici, i quali furono i primi, anche se non con certezza (perchˆ in

dubbio con la datazione dell'alfabeto aramaico), a creare un sistema di scrittura dove ciascun grafema (lettera)

corrispondeva ad un fonema (suono): un alfabeto fonetico. Poichˆ nell'alfabeto fenicio non erano presenti le vocali, iGreci dovettero adattare alcuni segni usati per consonanti come suoni vocalici, per il fatto che nel fenicio, come in

tutte le lingue semite, non avevano e non hanno molta importanza, tanto da non avere un corrispettivo segno grafico.

Segue l'alfabeto classico completo: € essenziale conoscere la corretta pronuncia e scrittura delle lettere per poter

apprendere la lingua.

Esso € formato da 24 lettere, di cui 7 vocali e 17 consonanti:

Alfabeto greco

Lettera Nome Pronuncia Traslitterazione latina

Greco Trascrizione tradizionale

– —˜‰ Alfa [a] a

™ š š› Beta [b] b

œ ‘ ‘“”” Gamma [g], [] g, n

ž Ÿ Ÿ˜ Delta [d] d

¡ Ž ¢ £‹˜¤Œ Epsilon [e] e

¥ ¦ ¦› Zeta [zd] z

§ ¨ © Eta [€:] e

ª « «› Theta [t•] ([«]) th

¬ ‹ ® Iota [i] i

¯ “°° Kappa [k] k, c

± ˜ ˜“”šŸ Lambda [l] l

² ” ”³ Mi [m] m

´ Œ Œ³ Ni [n] n

µ ¶ ¶ Xi [ks] x, ks

· Š ¸ ”‹’¤Œ Omicron [o] o

¹ ° ° Pi [p] p

º ’ »® Rho [r] r

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Alfabeto 4

¼ ½ ½‘” Sigma [s] s

¾ Sigma (finale) [s]

¿ ³ Tau [t] t

À Á  £‹˜¤Œ Ypsilon [y] u

à ‰ ‰ Phi [p•] ([‚], [f]) ph

Ä Å Å Chi [k•] ([Æ]~[x]) ch, kh

Ç £ £ Psi [ps] ps

È É Ê ”‘ Omega [ƒ:] o

Esistono anche altre lettere di antichi alfabeti greci estranee agli alfabeti ionico e attico:

1. Lo jod (Ë, pronunciato come la i di aiuto), questa lettera semiconsonantica € scomparsa molto prima del periodo

classico ma comunque ha comportato dei mutamenti nella declinazione di alcune parole, soprattutto per quanto

riguarda spirito e accento.

2. Lo stigma (¾, pronunciato -st-) era invece inizialmente utilizzato solo per indicare il numero 6 (vedi

"Numerazione"), in seguito venne pronunciato appunto come il gruppo "½".3. Il digamma o uau / vau (Ì, pronunciato come la u di uomo, meno correttamente come la v di vino) € una

semiconsonante tipica dei dialetti eolico e dorico, presente quindi anche in Omero; € scomparsa poi prima del

periodo classico.

4. Il sampi (Í, pronunciato -ss- o -ks-) € scomparso.

5. Il qoppa (Î, pronunciato [k] e scritto davanti alle vocali posteriori), presto scomparso in seguito alla

generalizzazione di .

6. Il sigma lunato (C), variante grafica di sigma; ha la stessa forma in tutte le posizioni.

nota storica: La lettera "H" agli inizi fu usata per segnare l'aspirazione di una vocale posta all'inizio di una parola,

successivamente invece venne adoperata per segnare la e lunga.

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Pronuncia 5

PronunciaLa pronuncia del greco antico, cosƒ come si studia nelle scuole, € il frutto di una convenzione: infatti i suoni del

greco antico hanno subÏto una trasformazione profonda nel passaggio dalla fase arcaica a quella bizantina.

‡ La pronuncia bizantina del greco € molto simile a quella del greco moderno; essa fu proposta dal filologo tedesco

Johannes Reuchlin (1455-1522), da cui trae la denominazione di pronuncia reucheliana o itacistica dal modo in

cui viene pronunciata la ¨ [ita], che sostenne l'opportunit• di leggere il greco antico come il greco moderno.

‡ A questa tendenza "modernistica" reagƒ l'umanista olandese Erasmo da Rotterdam (1466-1536), il quale cerc„ di

reintegrare la pronuncia del greco classico (pronuncia erasmiana o etacistica, dal nome in cui viene pronunciata

la ¨ [€ta]).

La pronuncia etacistica € quella che riflette maggiormente la realt• fonetica del greco antico ed € quella adottata nelle

scuole italiane ed europee. La pronuncia itacistica € invece correntemente usata nelle scuole greche.

Vocali

Le vocali si pronunciano nel seguente modo:

‡‡ : si pronuncia molto aperta.

‡ Ž, ¨: Ž (e breve) si pronuncia chiusa [e] come in essa; ¨ (e lunga) si pronuncia aperta [€:] come in lei, lunga; nella

prassi scolastica hanno la stessa apertura e lunghezza;

‡ Š, É: o (o breve) si pronuncia chiusa [o] come in oltre; É (o lunga) si pronuncia aperta lunga [ƒ:] come in oro;

nella prassi scolastica hanno la stessa apertura e lunghezza;

‡ Á: si pronuncia come la u francese [y] in mur "muro", sucre "zucchero"; tuttavia:

‡‡ quando si trova nei dittonghi, si pronuncia come la "u" italiana;

‡‡ il dittongo ŠÁ si legge [u]: šŠ³¾ "bue";

‡‡ Il dittongo Ž‹, in greco antico, quando deriva da ŽŽ, si pronuncia [e:] (e lunga chiusa), oggi leggiamo "ei"‡‡ Il dittongo ŠÁ, in greco antico, quando deriva da ŠŠ, si pronuncia [o:] (o lunga chiusa), oggi leggiamo ugualmente

"u".

ConsonantiLe consonanti si pronunciano nel seguente modo:

‡ ‘: ha sempre suono gutturale, ma quando si trova prima di ‘, , ¶, Å, si pronuncia come la n italiana di pa nca.

‡‡ : ha sempre suono gutturale.

‡‡ ¦: ha suono dolce come "zaino".

‡ «: propriamente sarebbe un'occlusiva aspirata [t•]; nella prassi scolastica si pronuncia come il gruppo "th" nella

parola inglese "think", come nel greco moderno.

‡ Å: propriamente sarebbe un'occlusiva aspirata [k•]; nella prassi scolastica si pronuncia come la c aspirata in

toscano o il ch tedesco, come in greco moderno.

‡ ‰: propriamente sarebbe un'occlusiva aspirata [p•]; nella prassi scolastica si pronuncia come la f italiana, come in

greco moderno.

‡‡ : si pronuncia come la t italiana.

‡ ¶: si pronuncia come la x latina.

‡ £: scrive le due consonanti ps come in psicologia.

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Numerazione 6

NumerazioneNell'antica Grecia pareTemplate:Chiarire esistessero due tipi di numerazione, entrambe in base dieci. La pi‚ antica

(numerazione attica) venne usata correntemente fino al V secolo a.C., quando entr„ in uso la numerazione ionica che

prese il sopravvento in et• alessandrina.

La numerazione atticaNella numerazione attica (o erodianica) il sistema era puramente additivo ed esisteva un numero limitato di simboli

di valore costante. Il numero 1 era rappresentato con un trattino verticale, ripetuto fino a quattro volte per

rappresentare, appunto, i numeri da 1 a 4. A questo simbolo se ne aggiungevano altri appositi per il 10, il 100, il

1000 e il 10000.

1= € ( | (cerchietto, archetto, trattino)

10= - o (trattino orizzontale, cerchietto pi• grande)

100= ‚

1000= ƒ (albero)

10.000= C (capanna, dall'egizio?)

Ad esempio per rappresentare il numero 7699 bisognava usare 31 simboli:

9 (1) + 9 (10) + 6 (100) + 7 (1000)

Il problema era la smisurata ripetizione di segni identici.

Nel VI secolo a.C. ci fu una sostanziale semplificazione della notazione. Furono introdotte cifre speciali per 5, 50,

500, 5000: una base 5 ausiliaria per supportare la base 10. Cosƒ nel caso del 7699

1 (5000) + 2 (1000) + 1 (500) + 1 (100) + 1 (50) + 4 (10) + 1 (5) + 4 (1)

15 segni e non pi‚ 31. Tale evoluzione alleggeriva la notazione, ma era un regresso per quel che riguardava il

calcolo: infatti inserendo cifre speciali supplementari all'unit• e ad ogni potenza della sua base, si diminuirono le

possibilit• operatorie (resti e riporti sottostavano a pi‚ regole) e ci si costrinse al ricorso di tavole per contare e

abachi (supporto esterno).

Inoltre fu usato il metodo dell'acrofonia, cio€ si usava come segno di un numero l'iniziale del nome del numero

stesso, ad esempio 5 = Pente = ¹, 10 = Deka = ž, mentre il 50 era dato da una sovrapposizione delle due lettere. In

questo modo si and„ oltre l'ideogramma.

La numerazione ionicaNella numerazione ionica (o alfabetica) si faceva uso delle lettere dell'alfabeto greco; tuttavia richiedeva ben

ventisette simboli, tre in pi‚ di quanti ne contenesse l'alfabeto classico, motivo per cui si utilizzavano delle lettere

presenti nell'alfabeto arcaico: il digamma (Ì), che in et• medievale viene deformato in stigma (Ð), il qoppa (Ñ) e il

sampi (Ò).

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Numerazione 7

: 1 ‹: 10 ’: 100

š: 2 : 20 ½: 200

‘: 3 ˜: 30 : 300

Ÿ: 4 ”: 40 Á: 400

Ž: 5 Œ: 50 ‰: 500

Ð (stigma): 6 ¶: 60 Å: 600

¦: 7 Š: 70 £: 700

¨: 8 °: 80 É: 800

«: 9 Ñ (qoppa): 90 Ò (sampi): 900

La scrittura di un numero si otteneva per giustapposizione di questi simboli, con un principio di posizione analogo a

quello della numerazione decimale: ad esempio, il numero 123 si scriveva come ’‘ e non ‘’, sebbene questo

potrebbe sembrare equivalente visto che i simboli hanno un valore fisso.

Era possibile anche scrivere numeri pi‚ grandi di 999: per le migliaia fino a 9000 si precedeva uno dei numeri unitaricon un apostrofo ('), cosƒ ad esempio 1000 diventava ', mentre per le decine di migliaia si usava il simbolo  M , ad

esempio 320000 diventava M ˜š.

I greci rappresentavano anche le frazioni utilizzando l'apostrofo, posizionandolo per„ alla fine del numero anzichˆ

all'inizio. Cosƒ, per esempio, diventava š'. Questa notazione andava bene finchˆ il numeratore era unitario, perchˆ

quando non lo era si prestava a facili ambiguit•. Ad esempio, ¶š' € oppure . A causa di questo, nel tempo si

utilizzarono altri metodi, come ad esempio porre un trattino sopra al numeratore per distinguerlo, finchˆ Diofanto di

Alessandria non introdusse una rappresentazione del tutto analoga alla nostra, ma con le posizioni di numeratore e

denominatore invertite.

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Le parole atone 8

Le parole atoneNel greco antico le parole prive di un accento proprio sono dette €tone (dal greco ƒ„…†…‡, senza tono, accento); esse

devono, per poter essere pronunziate, "poggiarsi" o alla parola che le precede, e allora verranno dette enclitiche

(Ž‘˜‹ŒÉ = "appoggiarsi"), o a quelle che le seguono, e allora saranno dette proclitiche (°’Š˜‹ŒÉ = "piegarsi in

avanti"), e formeranno con esse una sola unit• fonetica.

Le encliticheLe enclitiche sono molto comuni anche in italiano e sono tutte le particelle pronominali o avverbiali che si

appoggiano al verbo che le precede e che mantiene, nella pronuncia, il suo accento:  pˆrtamelo, d‰tecelo, and‚tevene,

d‚tegliela. In greco le enclitiche che, di solito, non si fondono graficamente con la parola tonica cui si appoggiano

sono :

‡‡ tutte le forme del pronome indefinito ‹¾, ‹ = "qualcuno", "qualcosa" in tutte le sue forme flessive (‹ŒŠ¾, ‹Œ‹,

‹Œ, ‹ŒŽ¾, ‹Œ, ‹ŒÉŒ, ‹½‹, ‹Œ¾, ‹ŒŠ‹Œ);

‡‡ le forme monosillabiche dei pronomi personali : ”ŠÁ, ”Š‹, ”Ž = "di me, a me, me", ½ŠÁ, ½Š‹, ½Ž = "di te, a te, te",½‰‹Œ-½‰‹½‹ = "a loro", ½‰¾ = "loro" (acc.);

‡‡ le forme del presente indicativo del verbo Ž‹”‹ = "essere" (Ž‹”‹, Ž‹, Ž½‹, Ž½ŠŒ, Ž½ŠŒ, Ž½”ŽŒ, Ž½Ž, Ž‹½‹) tranne la

2… persona singolare "Ž‹" = " tu sei" poichˆ € tonica; [Il verbo essere in greco € enclitico solo in funzione di

copula]

‡‡ le forme del presente indicativo del verbo ‰¨”‹ = "dire" tranne la 2… persona singolare.

‡‡ alcuni avverbi indefiniti come °ŠÁ = "in qualche luogo", °Š«‹ = "in qualche luogo" , °Š«ŽŒ = "da qualche parte",

‡‡ le particelle ‘Ž = "almeno" °Ž’ = "appunto", ŒÁŒ = " dunque", Ž = "e, anche, ancora".

La parola tonica e l'enclitica (gruppo d'enclisi) nella pronuncia costituiscono un'unica parola. Il gruppo d'enclisi

perci„ € sottoposto alle regole dell'accento con un'unica differenza: nel gruppo d'enclisi la sillaba finale, anche selunga, vale come breve.

Le procliticheLe proclitiche, a differenza delle enclitiche, si appoggiano alla parola che segue, senza per„ determinare alcuna

variazione di accento nella parola tonica; anche in italiano esse sono presenti in "non voglio, glielo dico, te la diedi".

In greco sono proclitiche :

‡‡ l'articolo determinativo nelle forme del nominativo singolare e plurale, maschile e femminile: Š, ̈ , Š‹, ‹;

‡‡ le preposizioni Ž‹¾ = "verso", Ž, Ž¶ = " da", ŽŒ = "in", ɾ = "verso";

‡‡ le congiunzioni Ž‹ = "se", ɾ = "come, che, quando, poichˆ, sicchˆ, affinch "̂;

‡‡ le negazioni ŠÁ = "non".

Le proclitiche prendono l'accento d'enclisi, sempre acuto, se sono seguite da un'enclitica. Pi‚ proclitiche che si

susseguono non prendono mai l'accento.

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Segni diacritici, regole dell'accento, segni di interpunzione 9

Segni diacritici, regole dell'accento, segni diinterpunzione

SpiritiGli spiriti si scrivevano soltanto su una vocale o un dittongo iniziale e sulla consonante rho (º ’). Il loro nome (in

greco °ŒŽ³” ( pneuma), in latino spiritus significa propriamente ÓsoffioÔ. Essi indicano la presenza (spirito aspro) o

l'assenza (spirito dolce) di un'aspirazione iniziale nella pronuncia della parola.

Lo spirito aspro indica, come detto, la presenza di aspirazione iniziale. Si segna sopra la vocale iniziante di parola

quando essa era anticamente preceduta da sigma o digamma, o entrambi, che, cadendo, hanno lasciato aspirazione, e

su rho. Lo spirito dolce indica la completa assenza di aspirazione iniziale, e si segna sempre su parola iniziante per

vocale, a meno che sia di origine aspra.

AccentiL'accento pu„ essere acuto, grave o circonflesso. Ci sono leggi che governano la caduta dell'accento:

1.1. Se la parola € tri/polisillabica, e l'ultima € breve, l'accento cadr• sulla terzultima; se l'ultima € lunga l'accento

cadr• sulla penultima.

2.2. Se la parola € bisillabica l'accento cadr• sull'ultima o sulla penultima sillaba. Se una parola bisillabica ha la prima

lunga e la seconda breve, e nel caso in cui l'accento cada sulla prima sillaba, l'accento sar• circonflesso (legge del

trocheo finale,detta anche legge sotera dalla parola greca che ne trova applicazione)

3.3. Nella contrazione di due vocali, se l'accento cade sul primo elemento della contrazione, l'accento sar•

circonflesso, se cade sul secondo elemento sar• acuto.L'accento acuto, secondo la legge di limitazione, non pu„

cadere oltre la terzultima sillaba, sulla penultima se circonflesso. L'accento acuto sull'ultima si chiama ossitono,

sulla penultima

Classificazione delle parole sulla base dell'accento

Dal punto di vista dell'accento, le parole greche vengono classificate nel seguente modo:

‡ parole ossŠtone: hanno l'accento acuto sull'ultima sillaba (ad es. Õ‘Ö);

‡ parole parossŠtone: hanno l'accento acuto sulla penultima sillaba (ad es. —‘É);

‡ parole proparossŠtone: hanno l'accento acuto sulla terzultima sillaba (ad es. בɑŽ);

‡ parole perispˆmene: hanno l'accento circonflesso sull'ultima sillaba (ad es. ‹”®);

‡ parole properispˆmene: hanno l'accento circonflesso sulla penultima sillaba (ad es. Ÿ®’ŠŒ).

Leggi di limitazione dell'accento grecoL'accento greco era regolato da precise leggi (leggi di limitazione) che ne limitavano i gradi di libert•:

‡ In primo luogo, si ribadisce che l'accento acuto e quello grave possono cadere sia su vocali lunghe sia su vocali

brevi; l'accento circonflesso cade solo e soltanto su vocali lunghe.

‡   trisillabismo: l'accento non pu„ in nessun caso ritrarsi oltre la terz'ultima sillaba;

‡   legge dell'ultima sillaba: se l'ultima sillaba € lunga, l'accento acuto cadr• sulla penultima;

‡   parole ossitone all'interno di frase: l'accento grave cade sull'ultima sillaba di una parola ossitona, all'interno di

frase, non mai per„ prima di segno di interpunzione debole o forte;

‡   legge del trocheo finale, o legge ½É›’: se l'ultima € breve e la penultima € lunga e l'accento cade sulla

penultima, allora quest'ultima avr• l'accento circonflesso, come nella parola ½É›’, "salvatore", fatti salvi i casi

contemplati dalla seguente;

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Segni diacritici, regole dell'accento, segni di interpunzione 10

‡   legge di Vendryes, o legge delle parole anfibrache, o legge ‹ŒŒŽ: Le parole che hanno l'ultima breve, la

penultima lunga, la terzultima breve, si sottraggono all'applicazione della legge ½É›’ e hanno l'accento acuto

sulla terzultima. La legge di Vendryes € chiamata appunto legge בɑŽ, poichˆ la parola בɑŽ la esemplifica

perfettamente.

‡   legge di Wheeler o legge del dattilo finale: una parola con l 'accento acuto sull'ultima, ritrae l'accento sulla

penultima, se la terzultima € lunga, mentre la penultima e la finale sono brevi: ad esempio, °’½Ø che diventa

°’“½‹.

Inoltre:

‡‡ Nella contrazione di due vocali, se l'accento cade sul primo elemento della contrazione, l'accento sar•

circonflesso, se cade sul secondo elemento sar• acuto.L'accento acuto, secondo la legge di limitazione, non pu„

cadere oltre la terzultima sillaba, sulla penultima se circonflesso. L'accento acuto sull'ultima si chiama ossitono,

sulla penultima

‡‡ Si tenga presente che in greco antico l'accento tende a permanere nella sua sede originaria, a meno che una delle

leggi sopra descritte non ne alteri la posizione. A volte, come nel caso dei temi della terza declinazione in iota,

avvengono dei fenomeni che serviranno ai fini dell'accento.

Nota bene

 Posizione grafica dell'accento rispetto agli spiriti aspro e dolce: come abbiamo gi• accennato, scritto sopra le

vocali minuscole iniziali di parola accentate, l'accento acuto € posto a destra dello spirito aspro o dolce, come

in •‘É‘Ž; l'accento circonflesso € posto al di sopra dello spirito aspro e dolce. Il gruppo grafico formato da

accento e spirito € posto in alto a sinistra delle maiuscole.  Attenzione: nei dittonghi propri, l'accento si scrive

graficamente sulla vocale chiusa, ma si legge sulla vocale aperta, come nella parola ‚ƒ„…†‡. Nei dittonghi

impropri, se la vocale lunga € un'iniziale maiuscola, l'accento e lo spirito vengono scritti in alto a sinistra della

vocale lunga, non sull'iota ascritto, come in ˆ‰Š‹Œ.

Nota bene

Ai fini dell'accentazione i dittonghi Š‹ ed ‹ finali di parola sono sentiti come brevi (tranne che nell'ottativo dialcuni tempi). Perci„ una parola come —Œ«’É°Š‹ € proparossitona e una parola come ‘˜®½½‹ € perispomena.

Invece gli stessi dittonghi sono lunghi nell'ottativo e nei nomi contratti.

I segni di interpunzioneI segni di interpunzione usati in greco antico sono :

‡‡ la virgola "," che corrisponde alla virgola usata in italiano;

‡‡ il punto fermo "." che corrisponde al punto fermo usato in italiano;

‡‡ il punto in alto "Ù" che, a seconda del contesto, pu„ corrispondere al nostro punto e virgola e ai nostri due punti;

‡‡ il punto e virgola ";" che corrisponde al nostro punto interrogativo.

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Apostrofo ed elisione; aferesi; coronide e crasi; dieresi 11

Apostrofo ed elisione; aferesi; coronide e crasi;dieresiL'elisione indica la caduta della vocale finale di una parola davanti alla vocale iniziale della parola successiva e si

indica con l'apostrofo = ' (°Š½’Š‰Š¾ = "volto altrove").L'aferesi € la caduta della vocale iniziale di una parola che segue ad un'altra parola che finisce in vocale (ma € un

fenomeno assai raro) e si indica con Ú.

La crasi € la fusione di due parole in una sola; il suo segno € la coronide( Š’ÉŒ‹¾ = "linea curva") che si indica

anch'essa con ' e si pone sulla vocale o sul dittongo che risultano dalla fusione.

La dieresi (Ÿ‹‹’Ž½‹¾ = "separazione") il cui segno € Û, indica che due vocali (aspra e dolce), che di solito formano

un dittongo, in questo caso costituiscono due sillabe distinte e separate, cio€ formano uno iato ( dal lat. hiatus =

"apertura","spaccatura"); il segno si pone sulla seconda vocale, cio€ quella dolce, mentre l'eventuale spirito si pone

sulla prima vocale, cio€ su quella aspra.

NomiIl greco € una lingua che declina i nomi secondo la funzione logica nella frase.

I sostantivi si sono pian piano raggruppati fino a formare tre declinazioni:

‡‡ prima declinazione: sono principalmente femminili (circa 11.000)in alfa lungo/breve puro/impuro, ma ci sono

anche nomi maschili (circa 6.000) in alfa lungo puro/impuro

‡‡ seconda declinazione: nomi principalmente maschili, pochi femminili che si declinano come il maschile, e

sostantivi neutri. Vi appartengono i temi in -o-.

‡‡ terza declinazione: vi appartengono i nomi in labiale (-š-, -°-, -‰-), velare (-‘-, --, -Å-), dentale (-Ÿ-, -«-, --),liquida (-˜-, -’-),nasale (-Œ-), in -Œt-, in elisione di sigma, in vocale (-‹-, -Á-) e in dittongo (-ÉF-, -Šj-, -¨F-).

Infine ci sono vari nomi che hanno il nominativo diverso dal genitivo per varie cause.

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Prima declinazione 12

Prima declinazioneLa prima declinazione comprende principalmente sostantivi femminili (circa 11.000), i quali hanno il nominativo in

- e -¨, e i maschili (circa 6.000), che hanno il nominativo in -¾ e -¨¾, mentre non ci sono sostantivi neutri.

Sostantivi femminiliI sostantivi femminili possono avere le seguenti possibilit•:

‡ - lungo: se l'alfa lungo € puro (cio€ se € preceduto da Ž, ‹ e ’), il tema in - si mantiene in tutta la declinazione;

se invece € impuro il tema si trasforma in -¨, ma solo nel singolare.

‡ - breve: se l'alfa breve € puro il tema in - si mantiene in tutta la declinazione, se € impuro il tema in - si

trasforma in tema in -¨ nei casi obliqui (genitivo e dativo).

Si dividono, dunque, in quattro sottoclassi:

‡ Femminili in alfa puro lungo, con la lunga in tutto il singolare;

‡ Femminili in alfa puro breve, con la in tutto il singolare, breve nei casi retti (nominativo, vocativo, accusativo),

lungo nei casi obliqui (genitivo e dativo);

‡ Femminili in alfa impuro lungo, in cui si muta in ‹ in tutto il singolare e sono detti perci„ anche "nomi in eta";

‡ Femminili in alfa impuro breve, in cui si muta in ‹ solo nei casi obliqui (genitivo e dativo) del singolare, che lo

allungano.

 [Per ricordare meglio quando si tratta di un € puro, si pu• ricordare che lo ‚ quando ‚ preceduto dalle lettere

 della parola Eire, uno dei nomi con cui ‚ denominata l'Irlanda.] 

Modello dei sostantivi femminili in - puro lungo:

Singolare Duale Plurale

 NominativoÜ ÅÖ’ Ý ÅÖ’ Þ Å®’‹

Genitivo ›¾ ÅÖ’¾ Œ ÅÖ’‹Œ ®Œ ÅÉ’®Œ

 Dativo ß ÅÖ’à Œ ÅÖ’‹Œ ¾ ÅÖ’‹¾

 Accusativo ጠÅÖ’Œ Ý ÅÖ’ ݾ ÅÖ’¾

Vocativo Ê ÅÖ’ Ê ÅÖ’ Ê Å®’‹

Modello dei sostantivi femminili in - puro breve:

Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü ”Š’ Ý ”ŠØ’ Þ ”Š’‹

Genitivo ›¾ ”ŠØ’¾ Œ ”ŠØ’‹Œ ®Œ ”Š‹’®Œ

 Dativo ß ”ŠØ’à Œ ”ŠØ’‹Œ ¾ ”ŠØ’‹¾

 Accusativo ጠ”Š’Œ Ý ”ŠØ’ ݾ ”ŠØ’¾

Modello dei sostantivi femminili in - impuro lungo:

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Prima declinazione 13

Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü ’⌨ Ý ’âŒ Þ ’›Œ‹

Genitivo ›¾ ’⌨¾ Œ ’⌋Œ ®Œ ’¨Œ®Œ

 Dativo ß ’âŒã Œ ’⌋Œ ¾ ’⌋¾

 Accusativo ጠ’⌨Œ Ý ’⌠ݾ ’⌾

Vocativo Ê ’⌨ Ê ’âŒ Ê ’›Œ‹

Modello dei sostantivi femminili in - impuro breve ( ²Š³½ "Musa"):

Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü ²Š³½ Ý ²Šä½ Þ ²Š³½‹

Genitivo ›¾ ²Šä½¨¾ Œ ²Šä½‹Œ ®Œ ²ŠÁ½®Œ

 Dativo ß ²Šä½ã Œ ²Šä½‹Œ ¾ ²Šä½‹¾

 Accusativo ጠ²Š³½Œ Ý ²Šä½ ݾ ²Šä½¾

Vocativo Ê ²Š³½ Ê ²Šä½ Ê ²Š³½‹

Declinazione dei maschiliI maschili della prima declinazione hanno caratteristiche autonome rispetto ai femminili:

‡ si dividono in due sole sottoclassi: maschili in alfa puro e maschili in alfa impuro;

‡ hanno il nominativo singolare in -Œ (nominativo sigmatico);

‡ hanno il genitivo singolare in -Ž, preso a prestito dalla II declinazione;

‡ i nomi d'agente e di popolo in -ƒ‹Œ e i composti di -‘ƒ’‹Œ, -“”‹Œ e -ƒ’…–‹Œ escono in breve al vocativo

singolare; lo stesso vale per il nome —˜’™‹Œ "persiano".Qui di seguito, la declinazione dei maschili.

Declinazione dei maschili in alfa puro ( ”ؾ, "dispensiere"):

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å ”Ø¾ æ ”Ø ŠÞ ”Ø‹

Genitivo Š³ ”ØŠÁ ŠŒ ”Ø‹Œ ®Œ ”‹®Œ

 Dativo ç ”Øà ŠŒ ”Ø‹Œ Š¾ ”Ø‹¾

 Accusativo èŒ ”ØŒ æ ”Ø oé¾ ”ؾ

Vocativo Ê ”Ø Ê ”Ø Ê ”Ø‹

Declinazione dei maschili in alfa impuro ( ½’“°¨¾ "satrapo"):

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Prima declinazione 14

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å ½’“°¨¾ æ ½’“° ŠÞ ½’“°‹

Genitivo Š³ ½’“°ŠÁ ŠŒ ½’“°‹Œ ®Œ ½’°®Œ

 Dativo ç ½’“°ã ŠŒ ½’“°‹Œ Š¾ ½’“°‹¾

 Accusativo èŒ ½’“° Œ̈ æ ½’“° Šé¾ ½’“°¾

Vocativo Ê ½’“°¨ Ê ½’“° Ê ½’“°‹

Particolarit€ dei sostantivi maschili

Alcune particolarit•:

‡ alcuni nomi risentono di un influsso del dialetto dorico, ed hanno un genitivo in lungo: fra questi: –Ž’’šŒ,

"Borea" il vento del nord; il nome punico ›††…–Œ "Annibale"; il nome romano œŒ "Silla"; tale genitivo

dorico € proprio anche della parola ž’†‰ŸŽŸ‘’Œ "uccellatore";

‡ il genitivo del nome –™‹Œ "Cambise" ha la forma ionica –™„‡.

Prima declinazione contrattaLa prima declinazione contratta € caratteristica di pochi sostantivi come, ad esempio, i femminili †š, "mina" (unit•

monetaria e di peso) e ›Ÿ‹†š, "Atena", ™‚¡ "fico"; notevole appare il nome maschile ¢’¡Œ, "Hermes", che per„

al duale e al plurale cambia di genere (diventa femminile), e di significato, dato che indica "le statue del dio

Hermes", le Erme.

N.B. I nomi contratti di prima declinazione sono sempre perispomeni.

Declinazione dei femminili in alfa ( ”Œê, "mina"):

Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü ”Œê æ ”Œê Þ ”Œ  

Genitivo ›¾ ”Œê¾ ŠŒ ”ŒŒ ®Œ ”Œ®Œ

 Dativo ß ”Œë ŠŒ ”ŒŒ ¾ ”Œ¾

 Accusativo ጠ”ŒêŒ æ ”Œê ݾ ”Œê¾

Vocativo Ê ”Œê Ê ”Œê Ê ”Œ  

Declinazione dei femminili in eta ( ½Á›, "fico"):

Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü ½Á› æ ½Áê Þ ½Á  

Genitivo ›¾ ½Á›¾ ŠŒ ½ÁŒ ®Œ ½Á®Œ

 Dativo ß ½Áß ŠŒ ½ÁŒ ¾ ½Á¾

 Accusativo ጠ½Á›Œ æ ½Áê ݾ ½Áê¾

Vocativo Ê ½Á› Ê ½Áê Ê ½Á  

Declinazione dei maschili ( ì’”›¾, "Ermes", ma al duale e al plurale "le Erme"):

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Prima declinazione 15

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å ì’”›¾ æ ì’”ê Þ ì’”  

Genitivo Š³ ì’”Š³ ŠŒ ì’”Œ ®Œ ì’”®Œ

 Dativo ç ì’”ß ŠŒ ì’”Œ ¾ ì’”¾

 Accusativo èŒ ì’”›Œ æ ì’”ê ݾ ì’”ê¾

Vocativo Ê ì’”› Ê ì’”ê Ê ì’”  

Osservazioni generali sulla I declinazioneAlcune caratteristiche tipiche contraddistinguono i femminili e i maschili di I declinazione:

‡‡ la desinenza -‹ dei nominativi e dei vocativi plurali, pur essendo un dittongo, € considerata breve per natura;

‡ il genitivo plurale ha sempre l'accento circonflesso, € cio€ perispomeno, poichˆ deriva dalla contrazione della

desinenza -“ÉŒ, ancora ampiamente attestata in Omero, -si sottraggono a questa regola i maschili: £¤‹Œ,

"acciuga" ¥Ž†‹Œ, "cinghiale", ¥’‘™ƒ‹Œ, "usuraio", ed ¦ƒ˜™‰‰, "v€nti et€sii", che non accentano la desinenza

del genitivo;

‡‡ per quanto riguarda l'accento, si osservi che:

1. i nomi ossitoni al nominativo singolare sono ossitoni nei casi diretti dei tre numeri, perispomeni nei casi

obliqui dei tre generi;

2. i nomi perispomeni sono i nomi contratti;

3. i nomi parossitoni al nominativo singolare restano parossitoni in tutta la declinazione (tranne che nel genitivo

plurale, sempre perispomeno) se la penultima sillaba € breve; se invece la penultima € lunga, rimangono

parossitoni nei casi in cui l'ultima sillaba € lunga, mentre nei casi in cui l'ultima sillaba € breve diventano

properispomeni per la legge del trocheo finale;

4. i nomi proparossitoni o properispomeni quando l'ultima sillaba € lunga diventano parossitoni.‡ fanno parte dei nomi in alfa puro breve solo e soltanto i sostantivi che terminano in -ƒ’‰, „‰, Ž‰, ‰, ’

preceduto da dittongo o , fatta eccezione per íØ’, "compagna, amante, donna di piacere" e °˜Ø½’,

"palestra".

‡ fanno parte dei nomi in alfa impuro breve solo e soltanto i sostantivi che terminano in ™, -§, -¨, -©, -†

preceduto da dittongo, - preceduta da due consonanti continue (-, -, -†, -††)

‡ ci sono alcuni nomi che non rispettano la distinzione fra alfa puro e impuro: ‚ª’‹ "fanciulla", Š˜’‹ "collo",

™ƒŽ« "portico", Š…‰ƒ "tenore di vita", ƒª "audacia", e alcuni casi di sostantivi in -†: ˜’‰† "angoscia",

•¥‰Š† "vipera, Echidna (mostro mitologico)", “’† "poppa". Per ‚ª’‹ e Š˜’‹, il motivo € spiegabile: in

orgine queste parole contenevano un digamma (¤’Ìî e Ÿ’Ìî), che ha fatto mutare in eta l'alfa lungo in quanto

impuro (¤’̨ e Ÿ’̨); in seguito il digamma € scomparso.‡ I nomi femminili solo singolari dei personaggi mitologici ¬‘Š e ‰Ž‘ conservano la in tutto il

paradigma, poichˆ vengono dal dialetto dorico.

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Declinazione attica 16

Declinazione atticaLa declinazione attica € chiamata cosƒ perchˆ usata solo nella regione dell'attica, oltre che da Omero. Quando si

diffonde la koin€ questa declinazione scompare. In origine, il tema di questi sostantivi era in -¨Š- e in -îŠ-, dove si €

verificata la metatesi quantitativa, diventando rispettivamente -ŽÉ- ed -ïÉ-. Appartengono a questa declinazione

circa venti sostantivi maschili e femminili e solo un neutro (è ðŒÖ‘ŽÉŒ, la sala superiore; € rarissimo e nonsicuramente attestato).

DeclinazioneI nomi attici hanno nominativo e vocativo uguale in tutti i generi, e si declinano come segue:

1. Maschili:

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å ̃ ŽÖ¾ æ ̃ ŽÖ ŠÞ ̃ Žñ

Genitivo Š³ ̃ ŽÖ ŠŒ ̃ ŽñŒ ®Œ ̃ ŽÖŒ

 Dativo ç ̃ Žñ ŠŒ ̃ ŽñŒ Š¾ ̃ Žñ¾

 Accusativo èŒ ̃ ŽÖŒ æ ̃ ŽÖ Šé¾ ̃ ŽÖ¾

2. Neutri:

Singolare Duale Plurale

 Nominativo è ðŒÖ‘ŽÉŒ æ ðŒÖ‘ŽÉ Ý ðŒÖ‘ŽÉ

Genitivo Š³ ðŒÖ‘ŽÉ ŠŒ ðŒÖ‘ŽòŒ ®Œ ðŒÖ‘ŽÉŒ

 Dativo ç ðŒÖ‘Žò ŠŒ ðŒÖ‘ŽòŒ Š¾ ðŒÖ‘Žò¾

 Accusativo è ðŒÖ‘ŽÉŒ æ ðŒÖ‘ŽÉ Ý ðŒÖ‘ŽÉ

Nella declinazione di ðŒÖ‘ŽÉŒ si pu„ notare la sinizesi della sillaba ŽÉ; se cosƒ non fosse, infatti, l'accento dovrebbe

stare sulla Ž in tutti i casi della declinazione.

AggettiviGli aggettivi che seguono la declinazione attica sono solo a due uscite, tranne °˜É¾, °˜, °˜ÉŒ "pieno".

(l'aggettivo ½®¾ "salvo" € un doppione dell'aggettivo di I classe ½®Š¾, ½®, ½®ŠŒ).

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Seconda declinazione 17

Seconda declinazioneLa seconda declinazione greca comprende nomi maschili, femminili e neutri col tema in -o- (omicron). Essa

corrisponde in tutto e per tutto alla II declinazione latina.

Osservazioni sui nomi di II declinazione‡‡ Ai fini dell'accentazione, il dittongo Š‹ finale di parola nel nominativo e vocativo plurale maschile e femminile €

considerato breve.‡‡ Per l'accento si osservi che:

1. I nomi ossitoni al nominativo singolare diventano perispomeni nei casi obliqui dei tre numeri;2. I nomi perispomeni sono i nomi contratti;3. I nomi parossitoni restano parossitoni in tutta la declinazione;4. I nomi proparossitoni o properispomeni al nominativo singolare diventano parossitoni quando l'ultima sillaba € lunga;5.5. Il nome å 🎘‰¤¾, "fratello" al vocativo ritrae l'accento: Ê —ŸŽ˜‰Ž.

Tabella delle usciteMaschile e femminile

Singolare Duale Plurale

 Nominativo -Š¾ -É -Š‹

Genitivo -ŠÁ -Š‹Œ -ÉŒ

 Dativo -ò -Š‹Œ -Š‹¾

 Accusativo -ŠŒ -É -ŠÁ¾

Vocativo -Ž -É -Š‹

Neutro

Singolare Duale Plurale

 Nominativo -ŠŒ -É -

Genitivo -ŠÁ -Š‹Œ -ÉŒ

 Dativo -ò -Š‹Œ -Š‹¾

 Accusativo -ŠŒ -É -

Vocativo -ŠŒ -É -

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Seconda declinazione 18

Accentazione‡‡ L'accento tende a rimanere nella posizione in cui si trova al caso nominativo.

‡ Il dittongo Ž‰ del nominativo e del vocativo plurale viene considerato breve.

‡‡ I nomi ossitoni diventano perispomeni al genitivo e al dativo di tutti i numeri.

‡‡ Se l'ultima sillaba € lunga i nomi properispomeni e proparossitoni si trasformano in parossitoni.

Nomi maschili e femminiliI nomi maschili e femminili della seconda declinazione seguono le uscite sopra elencate. Qui di sˆguito la

declinazione del sostantivo maschile ®†Ÿ’‡“ŽŒ, -Ž, "uomo" e del femminile, con accento sull'ultima sillaba,

¯ŠªŒ, -Ž°, "strada":

Note sui maschili della II declinazione

Fra i maschili di I declinazione si notano alcune particolarit•:

‡ Il sostantivo maschile ±„ªŒ, -Ž°, "dio", che presenta il vocativo singolare identico al nominativo.‡ Il sostantivo maschile £Š„¤ªŒ, -Ž°, "fratello", che al vocativo singolare presenta l'accento ritratto, con esito Ž‘’Ž.

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å —Œ«’É°Š¾ æ ðŒ«’Ö°É ŠÞ —Œ«’É°Š‹

Genitivo Š³ ðŒ«’Ö°ŠÁ ŠŒ ðŒ«’Ö°Š‹Œ ®Œ ðŒ«’Ö°ÉŒ

 Dativo ç ðŒ«’Ö°ò ŠŒ ðŒ«’Ö°Š‹Œ Š¾ ðŒ«’Ö°Š‹¾

 Accusativo èŒ —Œ«’É°ŠŒ æ ðŒ«’Ö°É oé¾ ðŒ«’Ö°ŠÁ¾

Vocativo Ê —Œ«’É°Ž Ê ðŒ«’Ö°É Ê —Œ«’É°Š‹

Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü åŸ¤¾ Ý åŸÖ Þ åŸŠØ

Genitivo ›¾ 埊³ Œ 埊Œ ®Œ 埮Œ

 Dativo ß åŸç Œ 埊Œ ¾ 埊¾

 Accusativo ጠ埤Œ Ý åŸÖ ݾ 埊ä¾

Vocativo Ê åŸ Ê åŸÖ Ê åŸŠØ

Nomi neutri

I nomi neutri, ai casi retti (nominativo, accusativo, vocativo), sono identici, mentre ai casi obliqui presentano lemedesime uscite dei nomi maschili e femminili. Sotto, la declinazione del sostantivo ¤«’²Ž†, -Ž,

"veleno/medicina":

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Seconda declinazione 19

Singolare Duale Plurale

 Nominativo è ‰“’”óŠŒ æ ‰’”“óÉ Ý ‰“’”ó

Genitivo Š³ ‰’”“óŠÁ ŠŒ ‰’”“óŠ‹Œ ®Œ ‰’”“óÉŒ

 Dativo ç ‰’”“óò ŠŒ ‰’”“óŠ‹Œ Š¾ ‰’”“󊋾

 Accusativo è ‰“’”óŠŒ æ ‰’”“óÉ Ý ‰“’”ó

Vocativo Ê ‰“’”óŠŒ Ê ‰’”“óÉ Ê ‰“’”ó

Seconda declinazione contrattaLa seconda declinazione contratta € caratteristica di pochi sostantivi maschili e neutri; alcuni esempi sono il maschile

†Ž°Œ, †Ž°, "ingegno, spirito" e il neutro ž™ƒŽ°†, -Ž°, "osso".

† sottoelencata la declinazione di entrambi i sostantivi:

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å ŒŠ³¾ (†“…‡) æ ŒÖ (†“) ŠÞ ŒŠ (†“…”)

Genitivo Š³ ŒŠ³ (†“…) ŠŒ ŒŠŒ (†“…”†) ®Œ Œ®Œ (†“†)

 Dativo ç Œç (†“–) ŠŒ ŒŠŒ (†“…”†) Š¾ ŒŠ¾ (†“…”‡)

 Accusativo èŒ ŒŠ³Œ (†“…†) æ ŒÖ (†“) oé¾ ŒŠ³¾ (†“…‡)

Vocativo Ê ŒŠ³ (†“Ž) Ê ŒÖ (†“) Ê ŒŠ (†“…”)

Singolare Duale Plurale

 Nominativo è ô½Š³Œ (—˜„™…†) æ ô½Ö (—˜„™) Ý ô½ê (—˜„™ƒ)

Genitivo Š³ ô½Š³ (—˜„™…) ŠŒ ô½ŠŒ (—˜„™…”†) ®Œ ô½®Œ (—˜„™†) Dativo ç ô½ç (—˜„™–) ŠŒ ô½ŠŒ (—˜„™…”†) Š¾ ô½Š¾ (—˜„™…”‡)

 Accusativo è ô½Š³Œ (—˜„™…†) æ ô½Ö (—˜„™) ݾ ô½ê (—˜„™ƒ)

Vocativo Ê ô½Š³Œ (—˜„™…†) Ê ô½Ö (—˜„™) Ê ô½ê (—˜„™ƒ)

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Terza declinazione 20

Terza declinazioneLa terza declinazione greca € particolarmente complessa e articolata, dal momento che € atematica, cio€ i cui temi

sono privi di vocale tematica e le desinenze dei vari casi si aggregano direttamente ai temi principali. Fanno parte

della terza declinazione numerosissimi sostantivi, sia di genere maschile, sia femminile, sia neutro, a uscite diverse.

I sostantivi della 3õ declinazione si possono distinguere in tre grandi gruppi:

‡ Gruppo di sostantivi con tema in consonante

‡ Gruppo di sostantivi con tema in vocale debole (‹ e Á)

‡ Gruppo di sostantivi con tema in dittongo

Per sapere se un sostantivo ha il tema in consonante oppure in vocale, € sufficiente omettere la desinenza del

genitivo singolare e controllare se l'ultima lettera del tema € una consonante oppure una vocale.

Tabella delle desinenzeMaschile e Femminile

Singolare Duale Plurale

 Nominativo -¾* -Ž -Ž¾

Genitivo -Š¾ -Š‹Œ -ÉŒ

 Dativo -‹ -Š‹Œ -½‹

 Accusativo -Œ/-** -Ž -¾

Vocativo come Nom./puro tema*** -Ž -Ž¾

Neutro

Singolare Duale Plurale

 Nominativo puro tema*** -Ž -

Genitivo -Š¾ -Š‹Œ -ÉŒ

 Dativo -‹ -Š‹Œ -½‹

 Accusativo come Nom. -Ž -

Vocativo come Nom. -Ž -

* = In alternativa puˆ avvenire anche l'allungamento della vocale dell'ultima sillaba del tema, per alternanza

quantitativa.  ** = -† vale per i temi in vocale e per il tema in dentale š›œ”‡ che ha, oltre al regolare š›œ”„ƒ,

l'accusativo š›œ”†, -ƒ per quelli in consonante. *** = Il puro tema si ottiene semplicemente privando il genitivo

singolare della desinenza -…‡.

Si noti inoltre che i nomi neutri hanno le stesse forme nei casi retti di tutti i numeri.

AccentazionePer quanto riguarda gli accenti, i sostantivi della terza declinazione hanno l'accento che tende a restare sulla sillaba in

cui € al caso nominativo.

I temi monosillabici spostano l'accento sull'ultima sillaba nei casi obliqui del singolare, del plurale e del duale.

Fanno eccezione alcuni nomi, quali Š³Œ, Š´ŠªŒ, "torcia"; Š”Œ, -‡ŽŒ, "prigioniero, servitore"; Ÿ”Œ, Ÿ‡ªŒ,

"animale feroce, sciacallo"; ŽµŒ, ¶ƒªŒ, "orecchio"; “·Œ, “‰ŠªŒ, "fanciullo"; ¤”Œ, ¤‡ƒªŒ, "luce".

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Terza declinazione 21

Temi in consonanteI temi in consonante della terza declinazione possono presentare diverse uscite, ossia:

‡‡ occlusiva (gutturale, labiale e dentale)

‡‡ dentale (preceduta da nasale)

‡‡ liquida

‡‡ nasale‡‡ sibilante

Temi in occlusiva

I temi in occlusiva sono quelli che terminano in occlusiva labiale, dentale e gutturale. I maschili e i femminili, a

eccezione dei temi in -Ž†ƒ, hanno per lo pi‚ il nominativo in -¾ (nominativo sigmatico). I neutri non hanno desinenze

nei casi retti del singolare. Nei nomi in consonante muta, le desinenze che cominciano per ½ (nominativo singolare,

dativo plurale) d•nno luogo a mutamenti fonetici. In particolare:

‡ le labiali, scontrandosi col ™, diventano ¨; le gutturali diventano §; davanti a ™, le dentali cadono.

‡ i nomi in dentale non ossitoni col nominativo in ‰Š e in ‰ƒ (nominativo in ‰Œ) hanno due forme di accusativi: ‰†(preso a prestito dai temi in vocale dolce e molto diffuso) e le forme regolari ‰Š ‰ƒ: es. Å“’‹¾ "grazia",

all'accusativo, fa ¥«’‰† e ¥«’‰ƒ. Lo stesso accade con i nomi in Ÿ, come ‚ª’Œ, elmo.

‡ il nome Ÿ’…§, gen. ƒ’‰¥ªŒ "pelo, capello", ha il tema ’‹Å, dalla radice Ÿ’‰¥, in tutti i casi, tranne il nominativo

singolare e il dativo plurale, per effetto della legge di Grassmann.

‡ i nomi col tema in †ƒ hanno comportamenti diversi a seconda della vocale che precede il nesso consonantico: i

nomi con tema in †ƒ hanno il nominativo sigmatico con allungamento di compenso; i nomi con tema in ‰†Ÿ e

†Ÿ hanno il nominativo sigmatico con allungamento organico (cio€ allungano la vocale dell'ultima sillaba della

radice) in ‰†Œ e †Œ; i nomi con tema in Ž†ƒ hanno il nominativo con allungamento organico; tutti i temi in †ƒ nel

dativo plurale perdono †ƒ davanti al sigma, e allungano per compenso la vocale che precede †ƒ.

I nomi con tema in consonante muta semplice sono maschili, femminili e neutri. In particolare, i nomi con tema inlabiale e gutturale sono solo maschili e femminili; i nomi con tema in dentale sono anche neutri. I nomi maschili e

femminili hanno il nominativo singolare sigmatico; i nomi neutri hanno il nominativo singolare asigmatico con

caduta della dentale finale (½®”, ½Ö”Š¾, "corpo"; ”˜‹, ”˜‹Š¾, "miele")

‡‡  Maschili e femminili (in labiale, dentale, gutturale)

Attenzione: tranne °¾ "ragazzo", che ha il vocativo ° e —Œ¶ "principe, signore", che ha il vocativo —Œ, tutti i

nomi in consonante muta hanno nominativo e vocativo uguali.

Seguono i paradigmi di Ü ‰˜£ "vaso sanguigno, vena", Ü ˜”°“¾ "lampada" e Ü ‰ä˜¶ "guardia":

Temi in dentale Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü ‰˜£ Ý ‰˜šŽ Þ ‰˜šŽ¾

Genitivo ›¾ ‰ Ž̃š¤¾ Œ ‰˜ŽšŠŒ ®Œ ‰ Ž̃š®Œ

 Dativo ß ‰˜ŽšØ Œ ‰˜ŽšŠŒ ¾ ‰˜Ž£Ø

 Accusativo ጠ‰˜š Ý ‰˜šŽ ݾ ‰˜š¾

Vocativo Ê ‰˜£ Ê ‰˜šŽ Ê ‰˜šŽ¾

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Terza declinazione 22

Temi in gutturale Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü ̃ ”°“¾ Ý ̃ ”°“ŸŽ Þ ̃ ”°“ŸŽ¾

Genitivo ›¾ ̃ ”°“ŸŠ¾ Œ ˜”°“ŸŠ‹Œ ®Œ ̃ ”°“ŸÉŒ

 Dativo ß ̃ ”°“Ÿ‹ Œ ̃ ”°“ŸŠ‹Œ ¾ ̃ ”°“½‹

 Accusativo ጠ̃ ”°“Ÿ Ý ̃ ”°“ŸŽ ݾ ̃ ”°“Ÿ¾

Vocativo Ê ̃ ”°“¾ Ê ̃ ”°“ŸŽ Ê ̃ ”°“ŸŽ¾

Temi in gutturale Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü ‰ä˜¶ Ý ‰ä˜Ž Þ ‰ä˜Ž¾

Genitivo ›¾ ‰ä˜Š¾ Œ ‰Á˜“Š‹Œ ®Œ ‰Á˜“ÉŒ

 Dativo ß ‰ä̃ ‹ Œ ‰Á˜“Š‹Œ ¾ ‰ä˜¶‹

 Accusativo ጠ‰ä˜ Ý ‰ä˜Ž ݾ ‰ä˜¾

Vocativo Ê ‰ä˜¶ Ê ‰ä˜Ž Ê ‰ä˜Ž¾

Un nominativo particolare ha °Šä¾ "piede":

‡  Declinazione di ƒ„…† "piede"

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å °Šä¾ æ °¤ŸŽ ŠÞ °¤ŸŽ¾

Genitivo Š³ °ŠŸ¤¾ ŠŒ °ŠŸŠŒ ®Œ °ŠŸ®Œ

 Dativo ç °ŠŸØ ŠŒ °ŠŸŠŒ Š¾ °Š½Ø

 Accusativo èŒ °¤Ÿ æ °¤ŸŽ Šé¾ °¤Ÿ¾

Vocativo Ê °Šä¾ Ê °¤ŸŽ Ê °¤ŸŽ¾

‡‡  Neutri (solo in dentale)

è ½®”, "corpo"

Singolare Duale Plurale

 Nominativo è ½®” æ ½Ö”Ž Ý ½Ö”

Genitivo Š³ ½Ö”Š¾ ŠŒ ½É”“Š‹Œ ®Œ ½É”“ÉŒ

 Dativo ç ½Ö”‹ ŠŒ ½É”“Š‹Œ Š¾ ½Ö”½‹

 Accusativo è ½®” æ ½Ö”Ž Ý ½Ö”

Vocativo Ê ½®” Ê ½Ö”Ž Ê ½Ö”

Un neutro notevole in -‚ƒ, solo singolare, € ¸«, gen. ¸«‚ƒŽŒ "latte".

Temi in nasale + dentale

Per questi temi, basti l'esempio di å ‘Ø‘¾ "gigante", e å ˜ÉŒ "leone".

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Terza declinazione 23

Temi in ΠSingolare Duale Plurale

 Nominativo å ‘Ø‘¾ æ ‘Ø‘ŒŽ ŠÞ ‘Ø‘ŒŽ¾

Genitivo Š³ ‘Ø‘ŒŠ¾ ŠŒ ‘‹‘“ŒŠ‹Œ ®Œ ‘‹‘“ŒÉŒ

 Dativo ç ‘Ø‘Œ‹ ŠŒ ‘‹‘“ŒŠ‹Œ Š¾ ‘Ø‘½‹

 Accusativo èŒ ‘Ø‘Œ æ ‘Ø‘ŒŽ Šé¾ ‘Ø‘Œ¾

Vocativo Ê ‘Ø‘Œ Ê ‘Ø‘ŒŽ Ê ‘Ø‘ŒŽ¾

Temi in ŠŒ Singolare Duale Plurale

 Nominativo å ̃ ÉŒ æ ̃ ŠŒŽ ŠÞ ̃ ŠŒŽ¾

Genitivo Š³ ̃ ŠŒŠ¾ ŠŒ ˜Ž¤ŒŠ‹Œ ®Œ ̃ Ž¤ŒÉŒ

 Dativo ç ̃ ŠŒ‹ ŠŒ ̃ Ž¤ŒŠ‹Œ Š¾ ̃ ŠÁ½‹

 Accusativo èŒ ̃ ŠŒ æ ̃ ŠŒŽ Šé¾ ̃ ŠŒ¾

Vocativo Ê ̃ ŠŒ Ê ̃ ŠŒŽ Ê ̃ ŠŒŽ¾

‡  Declinazione di  ‡ˆ„…† "dente"

Una declinazione con nominativo anomalo € quella di å ôŸŠä¾ "dente".

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å ôŸŠä¾ æ ôŸ¤ŒŽ ŠÞ ôŸ¤ŒŽ¾

Genitivo Š³ ôŸ¤ŒŠ¾ ŠŒ ôŸ¤ŒŠ‹Œ ®Œ ôŸ¤ŒÉŒ

 Dativo ç ôŸ¤Œ‹ ŠŒ ôŸ¤ŒŠ‹Œ Š¾ ôŸŠ³½‹

 Accusativo èŒ ôŸ¤Œ æ ôŸ¤ŒŽ Šé¾ ôŸ¤Œ¾

Temi in gutturale

Si tratta di nomi maschili e femminili, con puro tema terminante in ‚,¸ o ¥. Il nominativo singolare € sigmatico, con

esito §, mentre il vocativo € identico al nominativo. Qui di seguito € riportata la declinazione del sostantivo

femminile ¤ª§, -Ž¸ªŒ, "fiamma".

Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü ‰˜¤¶ Ý ‰˜¤‘Ž Þ ‰˜¤‘Ž¾

Genitivo ›¾ ‰ Š̃‘¤¾ Œ ‰˜Š‘ŠŒ ®Œ ‰˜Š‘®Œ

 Dativoß ‰ Š̃‘Ø Œ ‰ Š̃‘ŠŒ ¾ ‰ Š̃¶Ø(Œ)

 Accusativo ጠ‰˜¤‘ Ý ‰˜¤‘Ž ݾ ‰˜¤‘¾

Vocativo Ê ‰˜¤¶ Ê ‰˜¤‘Ž Ê ‰˜¤‘Ž¾

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Terza declinazione 24

Particolarit€

‡ Il sostantivo femminile ¸†‘, ¸†‰‚ªŒ, "donna", presenta una declinazione particolare, in cui la gutturale del

tema non si trova nel nominativo e nel vocativo singolari, come si nota nella tabella sotto riportata:

Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü ‘ÁŒâ Ý ‘ÁŒŽ Þ ‘ÁŒŽ¾

Genitivo ›¾ ‘ÁŒ‹¤¾ Œ ‘ÁŒ‹ŠŒ ®Œ ‘ÁŒ‹®Œ

 Dativo ß ‘ÁŒ‹Ø Œ ‘ÁŒ‹ŠŒ ¾ ‘ÁŒ‹¶Ø(Œ)

 Accusativo ጠ‘ÁŒ Ý ‘ÁŒŽ ݾ ‘ÁŒ¾

Vocativo Ê ‘䌋 Ê ‘ÁŒŽ Ê ‘ÁŒŽ¾

‡ Il sostantivo femminile Ÿ’…§, ƒ’‰¥ªŒ, "capello", mantiene l'aspirazione della « soltanto al nominativo e vocativo

singolari e al dativo plurale. Ci„ € dovuto all'aspirazione iniziale di due sillabe contigue, come affermato nella

legge di Grassmann.

‡ Il sostantivo femminile £”“‹§, -„‚ŽŒ, "volpe", presenta il mutamento della Ž del tema in ¨ al nominativo

singolare.

Aggettivi in gutturale

Esistono pochi aggettivi in gutturale, esculusivamente ad una sola terminazione. Nei casi retti del singolare

assuomono sempre la terminazione del nominativo, mentre al plurale neutro presentano l'uscita in -. L'aggettivo pi‚

comune € ¹’“§, -¸ŽŒ, "rapace".

Temi in labiale

Si tratta di nomi maschili e femminili, con puro tema terminante in –,“ o ¤. Il nominativo singolare € sigmatico, con

esito ¨, mentre il vocativo € identico al nominativo. Qui di seguito € riportata la declinazione del sostantivo maschile

²‡¨, -‡“ŽŒ, "Ciclope".

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å ̄ äó˜É£ æ ̄ äó˜É°Ž ŠÞ ̄ äó˜É°Ž¾

Genitivo Š³ ̄ äó̃ É°Š¾ ŠŒ ¯Áó˜Ö°Š‹Œ ®Œ ̄ Áó̃ Ö°ÉŒ

 Dativo ç ̄ äó˜É°‹ ŠŒ ̄ Áó˜Ö°Š‹Œ Š¾ ̄ äó˜É£‹(Œ)

 Accusativo èŒ ̄ äó˜É° æ ̄ äó˜É°Ž Šé¾ ̄ äó˜É°¾

Vocativo Ê ̄ äó˜É£ Ê ̄ äó˜É°Ž Ê ̄ äó˜É°Ž¾

Aggettivi in labiale

Esistono pochissimi aggettivi in labiale, esculusivamente ad una sola terminazione. La flessione che presentano

segue quella dei sostantivi. Gli aggettivi pi‚ comuni sono Žº†Ž¨, -Ž“ŽŒ, "violaceo" e »…²‡¨,-‡“ŽŒ, "con occhi

vivaci".

Temi in dentale

Si tratta di nomi maschili, femminili e neutri, con puro tema terminante in Š, ± o ƒ. Il nominativo singolare €

sigmatico, con esito Œ, mentre il vocativo € identico al nominativo.

L'accusativo singolare in -† vale solo per i nomi baritoni, ossia senza l'accento sull'ultima sillaba, con dentale finale

preceduta da ‰ o .Un esempio € il sostantivo femminile ¥«’‰Œ, -‰ƒŽŒ, "grazia", che all'accusativo diventa  š›œ”†, poichˆ la €

preceduta da ‹.

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Terza declinazione 25

Qui di sˆguito la declinazione del sostantivo maschile •’‡Œ, -‡ƒŽŒ, "amore".

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å גɾ æ ×’ÉŽ ŠÞ ×’ÉŽ¾

Genitivo Š³ ×’ÉŠ¾ ŠŒ Õ’ÖŠ‹Œ ®Œ Õ’ÖÉŒ

 Dativo ç ×’É‹ ŠŒ Õ’ÖŠ‹Œ Š¾ גɽ‹(Œ) Accusativo èŒ ×’É æ ×’ÉŽ Šé¾ גɾ

Vocativo Ê ×’É¾ Ê ×’ÉŽ Ê ×’ÉŽ¾

Particolarit€

‡ Il nominativo dei sostantivi neutri consiste nel loro puro tema. Di conseguenza dovrebbero terminare in dentale

ma, dato che nessuna parola greca pu„ finire con una dentale, questa cade. Un esempio € –Ž„, -ƒŽŒ,

"decisione", il cui puro tema dovrebbe essere …ž‘ŽŸƒ„ ma, data l'impossibilit• di una ƒ (dentale) a fine parola,

essa scompare.

Si cita come esempio la declinazione del termine ™¼, -ƒŽŒ, "corpo".

Singolare Duale Plurale

 Nominativo è ½®” æ ½Ö”Ž Ý ½Ö”

Genitivo Š³ ½Ö”Š¾ ŠŒ ½É”“Š‹Œ ®Œ ½É”“ÉŒ

 Dativo ç ½Ö”‹ ŠŒ ½É”“Š‹Œ Š¾ ½Ö”½‹

 Accusativo è ½®” æ ½Ö”Ž Ý ½Ö”

‡ Il sostantivo maschile “·Œ, “‰ŠªŒ, "fanciullo", al genitivo plurale ha l'accento ritratto pur essendo

monosillabico, mentre il vocativo singolare € semplicemente “· .

‡ Il sostantivo neutro ŽµŒ, ¶ƒªŒ, "orecchio", presenta la Ž solamente al nominativo singolare, e prosegue la

declinazione con ‡.

‡ Il sostantivo maschile “ŽŒ, “ŽŠªŒ, "piede, zampa", presenta la Ž solamente al nominativo singolare, e

prosegue la declinazione con Ž.

‡ Il sostantivo maschile ®†§, ®†‚ƒŽŒ, "padrone" e quello femminile †§, †‚ƒªŒ, "notte", al nominativo

singolare non presentano come consonante finale una dentale, ma una gutturale, che si unisce alla desinenza

sigmatica.

‡ Presentano uscite particolari ai casi retti del singolare i sostantivi neutri ¸ª†, -ƒŽŒ, "ginocchio", Šª’, -ƒŽŒ,

"lancia", ½“’, -ƒŽŒ, "fegato", ¾†’, ž†„…’ƒŽŒ, "sogno", ¿Š‡’, ¿ŠƒŽŒ, "acqua" e ¤’˜’, -ƒŽŒ,

"pozzo".

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Terza declinazione 26

Aggettivi in dentale

Esistono pochi aggettivi in dentale, a una o due terminazioni. La flessione che presentano segue quella dei sostantivi.

Gli aggettivi pi‚ comuni sono “˜†‹Œ, -‹ƒŽŒ, "povero" e ¤¸«Œ, -«ŠŽŒ, "fuggitivo".

Temi in liquida

Si tratta di nomi maschili, femminili e neutri, con puro tema terminante in o ’. Al nominativo singolare la maggiorparte di essi allunga la vocale predesinenziale, ossia prima della desinenza, per apofonia.

I temi in consonante liquida e nasale sono assai diffusi in greco e sono divisi in tre sottoclassi:

‡ la prima, quella dei temi in ˜, € rappresentata dal solo ö˜¾ (cfr. latino sal), che pu„ essere maschile, col significato

di "sale", e femminile, col significato di "mare"; al plurale maschile questo sostantivo pu„ essere usato nel senso

di "battute salaci, motti di spirito" (cfr. il latino sales);

‡ I temi in ’ sono assai pi‚ numerosi, e si dividono a loro volta in due sottogruppi: quelli con apofonia (soprattutto

nomi di parentela, ma non solo), che continuano la declinazione di antichissimi nomi indoeuropei; e quelli senza

apofonia, soprattutto nomi d'agente.

‡‡ Il nominativo dei temi in ’ mostra sempre l'allungamento organico della vocale dell'ultima sillaba della radice.

Temi in

L'unico tema in attestato € ÀŒ, ÀªŒ, "sale", "mare" (al plurale "facezie"), declinato qui sotto.

Singolare Plurale

 Nominativo å ÷˜¾ ŠÞ ö˜Ž¾

Genitivo Š³ ÷˜¤¾ ®Œ ÷˜®Œ

 Dativo ç ÷˜Ø Š¾ ö˜½Ø(Œ)

 Accusativo èŒ ö˜ Šé¾ ö˜¾

Vocativo Ê ÷˜¾ Ê ö˜Ž¾

Temi in ’

Per i sostantivi in ’ il nominativo singolare € asigmatico e l'ultima vocale del tema € allungata.

Il vocativo singolare € dato dal puro tema.

Per quanto riguarda alcuni sostantivi, come ™‡ƒ‘’, -¡’ŽŒ, "salvatore", la vocale lunga viene conservata in tutti i

casi. Sotto sono elencate le declinazioni di sostantivi di vario genere.

Il primo termine € il femminile Ÿ‘’, Ÿ‹’ªŒ, "fiera, belva".

Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü «â’ Ý «›’Ž Þ «›’Ž¾

Genitivo ›¾ «¨’¤¾ Œ «¨’ŠŒ ®Œ «¨’®Œ

 Dativo ß «¨’Ø Œ «¨’ŠŒ ¾ «¨’½Ø

 Accusativo ጠ«›’ Ý «›’Ž ݾ «›’¾

Di sˆguito € invece declinato il sostantivo maschile Á‘ƒ‡’, -Ž’ŽŒ, "oratore".

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Terza declinazione 27

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å ’âÉ’ æ ’âŠ’Ž ŠÞ ’⊒Ž¾

Genitivo Š³ ’⊒Š¾ ŠŒ ’¨¤’Š‹Œ ®Œ ’¨¤’ÉŒ

 Dativo ç ’âŠ’‹ ŠŒ ’¨¤’Š‹Œ Š¾ ’⊒½‹

 Accusativo èŒ ’⊒ æ ’âŠ’Ž Šé¾ ’⊒¾

Vocativo Ê ’›Š’ Ê ’⊒Ž Ê ’⊒Ž¾

In ultimo, il sostantivo neutro ƒŽ’, -Ž’ŽŒ, "cuore".

Singolare Duale Plurale

 Nominativo è ©Š’ æ øŠ’Ž Ý øŠ’

Genitivo Š³ øŠ’Š¾ ŠŒ ù¤’Š‹Œ ®Œ ù¤’ÉŒ

 Dativo ç øŠ’‹ ŠŒ ù¤’Š‹Œ Š¾ øŠ’½‹

 Accusativo è ©Š’ æ øŠ’Ž Ý øŠ’

Particolarit€

‡ Il neutro •’, •’ŽŒ, "primavera", accanto alle forme regolari, al genitivo e al dativo singolare presenta anche

le forme contratte Â’ŽŒ ed Â’‰ (con nominativo Â’), proprie dell'attico antico.

‡ Il sostantivo maschile «’ƒŒ, -’ŽŒ, "testimone", presenta la caduta della ’ al nominativo singolare e al dativo

plurale («’ƒ™‰).

‡ Il neutro “°’, “’ªŒ, "fuoco" al singolare segue la terza declinazione, mentre al plurale la seconda.

‡ Il femminile ¥„…’, ¥„‰’ªŒ, "braccio, mano", perde la ‰ al dativo plurale e duale (¥„’™…, ¥„’Ž·†).

Temi in ’ con apofonia

I temi in ’ apofonici sono caratterizzati da diversi fenomeni che comportano il mutamento delle vocale che precede

l'uscita. I gradi apofonici che essi mostrano sono tre:

‡‡ Il grado zero o debole nel genitivo singolare, nel dativo singolare e nel dativo plurale, in cui la vocale scompare.

‡‡ Il grado normale o medio nell'accusativo e vocativo singolare e in tutti i casi del plurale tranne il dativo, con

abbreviamento della vocale.

‡‡ Il grado forte nel nominativo singolare, dove la vocale € allungata.

Note sui temi apofonici in liquida

Alcuni temi apofonici in liquida mostrano tuttavia anomalie:‡ il nome proprio Ë‘ƒ‹’ "Demetra" ha sempre il grado debole e ritrae l'accento in tutta la flessione. Esso si declina

cosƒ:

‡ Nominativo: Ë‘ƒ‹’‡ Genitivo: Ñ‹ƒ’ŽŒ‡ Dativo: Ñ‹ƒ’‰‡ Accusativo: Ñ‹ƒ’‡ Vocativo: Ñ‹ƒ„’

‡ La parola ð½â’ "stella, astro", ha solo il dativo apofonico: ð½’“½‹.

.

Al vocativo tutti i sostantivi ritraggono l'accento.

Di sˆguito sono declinati due sostantivi, il maschile “ƒ‘’, “ƒ’ªŒ, "padre" e quello femminile ‘ƒ‹’, ‹ƒ’ªŒ,

"madre".

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Terza declinazione 28

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å °â’ æ °’Ž ŠÞ °’Ž¾

Genitivo Š³ °’¤¾ ŠŒ °’Š‹Œ ®Œ °’ÉŒ

 Dativo ç °’Ø ŠŒ °’Š‹Œ Š¾ °’“½‹(Œ)

 Accusativo èŒ °’ æ °’Ž Šé¾ °’¾

Vocativo Ê °“Ž’ Ê °’Ž Ê °’Ž¾

Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü ”⨒ Ý ”¨’Ž Þ ”¨’Ž¾

Genitivo ›¾ ” ̈’¤¾ Œ ”¨’Š‹Œ ®Œ ” ̈’ÉŒ

 Dativo ß ”¨’Ø Œ ”¨’Š‹Œ ¾ ” ̈’“½‹(Œ

 Accusativo ጠ”̈ ’ Ý ”¨’Ž ݾ ”¨’¾

Vocativo Ê ”›Ž’ Ê ”¨’Ž Ê ”¨’Ž¾

Particolarit€

‡ Il sostantivo maschile £†‘’, £†Š’ªŒ, "uomo, marito" mostra in tutti i casi, tranne al nominativo e vocativo

singolare, il tema debole £†Š’, con l'aggiunta di una Ÿ per epentesi:

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å ðŒâ’ æ —ŒŸ’Ž ŠÞ —ŒŸ’Ž¾

Genitivo Š³ ðŒŸ’¤¾ ŠŒ ðŒŸ’ŠŒ ®Œ ðŒŸ’®Œ

 Dativo ç ðŒŸ’Ø ŠŒ ðŒŸ’ŠŒ Š¾ ðŒŸ’“½‹

 Accusativo èŒ —ŒŸ’ æ —ŒŸ’Ž Šé¾ —ŒŸ’¾

Vocativo Ê —ŒŽ’ Ê —ŒŸ’Ž Ê —ŒŸ’Ž¾

‡ Il nome proprio Ë‘ƒ‹’, "Demetra" ha sempre grado debole e ritrae l'accento in tutta la flessione.

Viene quindi declinato in tal modo:

Singolare

 Nominativo ž¨”⨒

Genitivo žâ”¨’Š¾

 Dativo žâ”¨’‹

 Accusativo žâ”¨’

Vocativo žâ”¨Ž’

‡ Il sostantivo maschile £™ƒ‹’, -˜’ŽŒ, "stella, astro" ha solo il dativo apofonico (£™ƒ’«™‰).

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Terza declinazione 29

Aggettivi

Esistono solamente pochi aggettivi in liquida e possono avere due o tre terminazioni.

‡‡ Gli aggettivi a due terminazioni (maschile e femminile, neutro) sono spesso composti.

‡ L'unico aggettivo esistente a tre terminazioni € «‚’, -‰’, -’, "felice, beato".

La loro flessione corrisponde a quella dei sostantivi, e il nominativo corrisponde al puro tema.

Per quanto riguarda il femminile ”“‹’, esso va declinato come un sostantivo della prima declinazione con

breve impuro:

Singolare Duale Plurale

 Nominativo ”“‹’ ”Ø’ ”“‹’‹

Genitivo ”Ø’¾ ”Ø’‹Œ Å’ØŽŒŠ¾

 Dativo ”Ø’à ”Ø’‹Œ ”‹’®Œ

 Accusativo ”“‹’Œ ”Ø’ ”Ø’¾

Vocativo ”“‹’ ”Ø’ ”“‹’‹

Temi in nasale

Si tratta di nomi maschili e femminili, con puro tema terminante in †. Al nominativo singolare la maggior parte di

essi allunga la vocale predesinenziale, ossia prima della desinenza, per apofonia.

I sostantivi in -‰† non mostrano allungamento organico e hanno il nominativo sigmatico (per esempio Š„¤…Œ, -…†ŽŒ,

"delfino").

Fra i temi in nasale si verifica inoltre un fenomeno analogo a quello dei temi in -’: i nomi ossitoni hanno nominativo

e vocativo identici, mentre i baritoni hanno nel vocativo il puro tema.

Al dativo plurale si verifica la caduta della nasale. Di seguito sono declinati alcuni sostantivi. Il primo € un maschile

ossitono, ĸ„”†, -ª†ŽŒ, "comandante, condottiero"

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å Ü‘Ž”ÖŒ æ Ü‘Ž”¤ŒŽ ŠÞ Ü‘Ž”¤ŒŽ¾

Genitivo Š³ Ü‘Ž”¤ŒŠ¾ ŠŒ Ü‘Ž”¤ŒŠ‹Œ ®Œ Ü‘Ž”¤ŒÉŒ

 Dativo ç Ü‘Ž”¤Œ‹ ŠŒ Ü‘Ž”¤ŒŠ‹Œ Š¾ Ü‘Ž”¤½‹(Œ)

 Accusativo èŒ Ü‘Ž”¤Œ æ Ü‘Ž”¤ŒŽ Šé¾ Ü‘Ž”¤Œ¾

Sotto il sostantivo maschile baritono Š…‡†, -Ž†ŽŒ, "demone, divinit€"

Singolare Duale Plurale Nominativo å ŸØ”ÉŒ æ ŸØ”ŠŒŽ ŠÞ ŸØ”ŠŒŽ¾

Genitivo Š³ ŸØ”ŠŒŠ¾ ŠŒ Ÿ‹”¤ŒŠ‹Œ ®Œ Ÿ‹”¤ŒÉŒ

 Dativo ç ŸØ”ŠŒ‹ ŠŒ Ÿ‹”¤ŒŠ‹Œ Š¾ ŸØ”Š½‹(Œ)

 Accusativo èŒ ŸØ”ŠŒ æ ŸØ”ŠŒŽ Šé¾ ŸØ”ŠŒ¾

Vocativo Ê Ÿ”ŠŒ Ê ŸØ”ŠŒŽ Ê ŸØ”ŠŒŽ¾

Per i temi in -‰† € declinato il maschile Š„¤…Œ, -…†ŽŒ, "delfino"

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Terza declinazione 30

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å ŸŽ˜‰Ø¾ æ ŸŽ˜‰ŒŽ ŠÞ ŸŽ˜‰ŒŽ¾

Genitivo Š³ ŸŽ˜‰ŒŠ¾ ŠŒ ŸŽ˜‰ØŒŠ‹Œ ®Œ ŸŽ˜‰ØŒÉŒ

 Dativo ç ŸŽ̃ ‰Œ‹ ŠŒ ŸŽ̃ ‰ØŒŠ‹Œ Š¾ ŸŽ̃ ‰½‹(Œ)

 Accusativo èŒ ŸŽ˜‰Œ æ ŸŽ˜‰ŒŽ Šé¾ ŸŽ˜‰Œ¾

Vocativo Ê ŸŽ˜‰Ø¾ Ê ŸŽ˜‰ŒŽ Ê ŸŽ˜‰ŒŽ¾

Particolarit€

Gli unici nomi che conservano l'antica declinazione apofonica dei temi in nasale sono ‚‡†, ‚†ªŒ, "cane, cagna e

, £’†ªŒ, "agnello".

‡ £’‘†, sostantivo disusato nell'antica lingua greca, € stato sostituito con £’†ªŒ, -Ž°, che segue la seconda

declinazione.

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å ð’âŒ æ —’ŒŽ ŠÞ —’ŒŽ¾

Genitivo Š³ 𒌤¾ ŠŒ 𒌊Œ ®Œ 𒌮Œ

 Dativo ç ð’ŒØ ŠŒ 𒌊Œ Š¾ 𒌓½‹(Œ)

 Accusativo èŒ —’Œ æ —’ŒŽ Šé¾ —’Œ¾

‡ ‚‡† ha la particolarit• di non presentare forme in grado medio, ma solo di grado forte (al nominativo) e grado

zero o debole in tutti gli altri casi.

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å äÉŒ æ 䌎 ŠÞ 䌎¾

Genitivo Š³ ÁŒ¤¾ ŠŒ ÁŒŠŒ ®Œ ÁŒ®Œ

 Dativo ç ÁŒØ ŠŒ ÁŒŠŒ Š¾ Á½Ø(Œ)

 Accusativo èŒ äŒ æ 䌎 Šé¾ 䌾

Aggettivi

Esistono alcuni aggettivi a due terminazioni e pochi a tre, con flessione identica a quella dei sostantivi.

‡ Gli aggettivi a due terminazioni hanno solitamente l'uscita in -‡† e -Ž† oppure -‹† ed -„†.

‡ Gli aggettivi a tre terminazioni, al femminile, seguono la prima declinazione in - impuro.

Temi in sibilante

I temi in sibilante continuano una declinazione ereditata diffusamente da numerose sottofamiglie linguistiche

dell'indoeuropeo.

La maggior parte dei sostantivi € di genere neutro, ma non mancano maschili (per lo pi‚ nomi propri di persona) e

femminili. I nomi in sibilante elidono il sigma, poichˆ in posizione intervocalica, e si verifica la contrazione fra le

vocali della radice e quelle delle desinenze.

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Terza declinazione 32

Nomi femminili

Esiste un solo sostantivo femminile, talora inteso anche come aggettivo, ossia ƒ’‰‘’‹Œ, -ŽŒ, "trireme".

Presenta, come per i nomi maschili, l'allungamento della vocale predesinenziale per alternanza quantitativa e le

contrazioni fra vocali.

Il vocativo coincide con il puro tema.

Da notare che al genitivo plurale e duale e al dativo duale l'accento € ritratto, a differenza di quanto avviene per glialtri sostantivi in sibilante.

Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü ’‹â’ ¾̈ Ý ’‹â’Ž‹/’‹â’¨ Þ ’‹â’Ž‹¾

Genitivo ›¾ ’‹â’ŠÁ¾ Œ ’‹â’Š‹Œ ®Œ ’‹â’ÉŒ

 Dativo ß ’‹â’Ž‹ Œ ’‹â’Š‹Œ ¾ ’‹â’Ž½‹(Œ)

 Accusativo ጠ’‹â’¨ Ý ’‹â’Ž‹/’‹â’¨ ݾ ’‹â’Ž‹¾

Vocativo Ê ’‹›’Ž¾ Ê ’‹â’Ž‹/’‹â’¨ Ê ’‹â’Ž‹¾

Aggettivi

Gli aggettivi in -„Œ sono unicamente a due terminazioni e in gran parte ossitoni.

La declinazione dei maschili e femminili corrisponde a quella dei sostantivi. Quella dei neutri differisce da quella dei

sostantivi solo per l'assenza dell'apofonia quantitativa ai casi retti del singolare, con normale esito -„Œ invece che -ŽŒ.

Temi in -Œ

I temi in -Πsono esclusivamente neutri.

I casi retti del singolare sono caratterizzati dal puro tema. Alcuni sostantivi hanno due temi: uno € il tema in -as

derivato dalla radice + suffisso in -as; l'altro tema € in dentale (secondario rispetto al primo citato): consiste

nell'introduzione di una dentale nella flessione. La differenza tra i due temi € evidente nella flessione al genitivosingolare del tipo ó’ɾ/󒊾

Viene declinato il sostantivo ²˜’Œ, -‡Œ/ƒŽŒ, "corno; ala dell'esercito"

Singolare Duale Plurale

 Nominativo è ó’¾ æ ó’/ó’Ž Ý ó’/ó’

Genitivo Š³ ó’ɾ/󒊾 ŠŒ óŽ’çŒ/Ž’“Š‹Œ ®Œ óŽ’®Œ/óŽ’“ÉŒ

 Dativo ç ó’à/ó’‹ ŠŒ óŽ’çŒ/óŽ’“Š‹Œ Š¾ 󒽋(Œ)

 Accusativo è ó’¾ æ ó’/ó’Ž Ý ó’/ó’

Temi in -ŽŒ

I temi in -ŽŒ sono pochi nomi maschili e femminili di numero unicamente singolare: i maschili sono ¸˜‡Œ,

"risata", ÇŠ’”Œ, "sudore", ¥’”Œ, "pelle" (pu„ anche essere declinato come un nome in dentale, ¥’”Œ, ¥’‡ƒªŒ); i

femminili sono ÈŠ”Œ, -Ž°Œ, "pudore" ed É”Œ, -Ž°Œ, "aurora, oriente" (quest'ultimo € stato sostituito da ʇŒ, ʇ,

facente parte della declinazione attica). Il nominativo singolare € caratterizzato da apofonia, che allunga la vocale

predesinenziale. Il vocativo € uguale al nominativo.

† declinato É”Œ, -Ž°Œ, "aurora, oriente".

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Terza declinazione 33

Singolare

 Nominativo Ü ùÖ¾

Genitivo ›¾ ùŠ³¾

 Dativo ß ùŠ 

 Accusativo ጠù®

Temi in nasale e dentale

I temi in nasale e dentale (uscita -†ƒ), si dividono in quattro gruppi:

‡ Temi in -†ƒ

‡ Temi in -„†ƒ, che non contengono sostantivi

‡ Temi in -‰†Ÿ

‡ Temi in -Ž†ƒ

‡ Temi in -†ƒ, che comprendono solo participi

‡ Temi in -†Ÿ

Temi in -†ƒ

I temi in -†ƒ sono esclusivamente maschili, con nominativo singolare sigmatico (e conseguente caduta della nasale

+ dentale) e vocativo singolare costituito dal puro tema.

Si illustra un esempio di declinazione con ¸…¸Œ, -†ƒŽŒ, "gigante".

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å ‘Ø‘¾ æ ‘Ø‘ŒŽ ŠÞ ‘Ø‘ŒŽ¾

Genitivo Š³ ‘Ø‘ŒŠ¾ ŠŒ ‘‹‘“ŒŠ‹Œ ®Œ ‘‹‘“ŒÉŒ

 Dativo ç ‘Ø‘Œ‹ ŠŒ ‘‹‘“ŒŠ‹Œ Š¾ ‘Ø‘½‹(Œ)

 Accusativo èŒ ‘Ø‘Œ æ ‘Ø‘ŒŽ Šé¾ ‘Ø‘Œ¾

Vocativo Ê ‘Ø‘Œ Ê ‘Ø‘ŒŽ Ê ‘Ø‘ŒŽ¾

Aggettivi

Esiste un solo aggettivo in -†ƒ, ma di utilizzo frequentissimo, ossia “šŒ, “š™, “š†, "tutto, ogni". Presenta il

nominativo maschile singolare sigmatico, e il vocativo corrisponde al nominativo. Il nominativo singolare neutro €

costituito dal puro tema privo della .

Per quanto riguarda il femminile, viene declinato come un sostantivo della Prima declinazione in - breve impuro.

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Terza declinazione 35

Duale Maschile Femminile Neutro

 Nominativo Å’ØŽŒŽ Å’‹½½ Å’ØŽŒŽ

Genitivo Å’‹ŒŠ‹Œ Å’‹½½‹Œ Å’‹ŒŠ‹Œ

 Dativo Å’‹ŒŠ‹Œ Å’‹½½‹Œ Å’‹ŒŠ‹Œ

 Accusativo Å’ØŽŒŽ Å’‹½½ Å’ØŽŒŽ

Vocativo Å’ØŽŒŽ Å’‹½½ Å’ØŽŒŽ

Plurale Maschile Femminile Neutro

 Nominativo Å’ØŽŒŽ¾ Å’ØŽ½½‹ Å’ØŽŒ

Genitivo Å’‹ŒÉŒ Å’‹Ž½½®Œ Å’‹ŒÉŒ

 Dativo Å’ØŽ½‹(Œ) Å’‹½½‹¾ Å’ØŽ½‹(Œ)

 Accusativo Å’ØŽŒ¾ Å’‹½½¾ Å’ØŽŒ

Vocativo Å’ØŽŒŽ¾ Å’ØŽ½½‹ Å’ØŽŒ

Temi in -‰†Ÿ

I rari temi in -‰†Ÿ contengono pochi sostantivi, caratterizzati dalla particolare uscita in -†Œ.

Tra questi si elencano ʉ†Œ, -‰†ŸŽŒ, "verme" e “„…’‰†Œ, -‰†ŸŽŒ, "cesta di vimini".

Nel corso dell'evoluzione della lingua greca, questi termini hanno subƒto la caduta della †.

Il nominativo singolare € sigmatico, e il vocativo singolare € costituito del puro tema privo della Ÿ.

Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü û˜”‹Œ¾ Ý û˜”‹Œ«Ž¾ Þ û˜”‹Œ«Ž¾

Genitivo ›¾ û˜”‹Œ«Š¾ Œ í̃ ”ØŒ«Š‹Œ ®Œ í̃ ”ØŒ«ÉŒ

 Dativo ß û˜”‹Œ«‹ Œ 혔،«Š‹Œ ¾ û˜”‹(Œ)½‹(Œ)

 Accusativo ጠû˜”‹Œ« Ý û˜”‹Œ«Ž¾ ݾ û˜”‹Œ«¾

Vocativo Ê û˜”‹Œ Ê û˜”‹Œ«Ž¾ Ê û˜”‹Œ«Ž¾

Temi in -Ž†ƒ

I temi in -Ž†ƒ sono formati da nomi esclusivamente maschili, alcuni aggettivi e numerosi participi.

I sostantivi hanno nominativo singolare asigmatico e apofonia, che provoca l'allungamento della vocale finale.

Il vocativo singolare oscilla tra le forme in vocale breve (puro tema) nei nomi baritoni e quelle in vocale lunga nei

nomi ossitoni.Nel dativo plurale la nasale e la dentale cadono, dando vita alla contrazione Ž.

Di seguito € declinato ˜‡†, -Ž†ƒŽŒ, "leone".

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Terza declinazione 36

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo å ̃ ÉŒ æ ̃ ŠŒŽ ŠÞ ̃ ŠŒŽ¾

Genitivo Š³ ̃ ŠŒŠ¾ ŠŒ ̃ Ž¤ŒŠ‹Œ ®Œ ̃ Ž¤ŒÉŒ

 Dativo ç ̃ ŠŒ‹ ŠŒ ̃ Ž¤ŒŠ‹Œ Š¾ ̃ ŠÁ½‹(Œ)

 Accusativo èŒ ̃ ŠŒ æ ̃ ŠŒŽ Šé¾ ̃ ŠŒ¾

Vocativo Ê ̃ ŠŒ Ê ̃ ŠŒŽ Ê ̃ ŠŒŽ¾

A ci„ si aggiunge la particolare declinazione di žŠŽŒ/¯Š”†, žŠª†ƒŽŒ, "dente, zanna", che presenta il nominativo

sigmatico.

Da notare anche il vocativo singolare.

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å ôŸŠä¾/åŸÖŒ æ ôŸ¤ŒŽ ŠÞ ôŸ¤ŒŽ¾

Genitivo Š³ ôŸ¤ŒŠ¾ ŠŒ ôŸ¤ŒŠ‹Œ ®Œ ôŸ¤ŒÉŒ

 Dativo ç ôŸ¤Œ‹ ŠŒ ôŸ¤ŒŠ‹Œ Š¾ ôŸŠ³½‹(Œ)

 Accusativo èŒ ôŸ¤Œ æ ôŸ¤ŒŽ Šé¾ ôŸ¤Œ¾

Vocativo Ê ôŸÖŒ Ê ôŸ¤ŒŽ Ê ôŸ¤ŒŽ¾

Aggettivi

I pochi aggettivi in -Ž†ƒ hanno declinazione analoga a quella dei nomi.

Il femminile, al nominativo, presenta l'uscita in -Ž°™ e viene declinato come un sostantivo della prima declinazione

in - breve impuro.

I casi retti del neutro singolari sono costituiti dal puro tema, con la consueta omissione della ƒ.

Participi

Escono in -Ž†ƒ numerosissimi participi attivi di verbi tematici e non.

Seguono la declinazione degli aggettivi e dei sostantivi con la stessa uscita.

Per formare il participio presente, € sufficiente aggiungere al tema del verbo il participio presente del verbo essere

sotto declinato, ossia ˆ, Žµ™, ¾† ("che Ì, essendo").

Singolare Maschile Femminile Neutro

 Nominativo üŒ Šý½ þŒ

Genitivo þŒŠ¾ Šÿ½¨¾ þŒŠ¾

 Dativo þŒ‹ Šÿ½ã þŒ‹

 Accusativo þŒ Šý½Œ þŒ

Vocativo üŒ Šý½ þŒ

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Terza declinazione 38

Temi in -„†ƒ

Sono temi in -ŽŒ i participi dell'Aoristo Passivo(sia forte che debole) e i participi presenti dei verbi in -”‹ Ø«¨”‹ e

 ἵ¨”‹.

Temi in -†ƒ

I temi in -†ƒ sono formati unicamente da participi presenti.Sono perlopi‚ forme participiali di verbi in -‰ con presente suffissale, come Š„…²†‰, "mostro, dimostro" o

™–˜††‰, "spengo". Hanno nominativo singolare sigmatico,con caduta della nasale e della dentale, e apofonia, che

provoca l'allungamento della vocale finale. Il nominativo singolare neutro € costituito dal puro tema privo della ƒ.

Il vocativo singolare e plurale di tutti i generi corrisponde al nominativo.

L'accento tende a rimanere nella sua originaria posizione lungo tutta la flessione, eccetto al genitivo plurale

femminile, in cui si sposta sull'ultima sillaba diventando circonflesso (perisp„mena).

† presente un esempio di declinazione con il participio presente attivo del verbo Š„…²†‰, "mostro, dimostro".

Singolare Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ŸŽ‹óŒä¾ ŸŽ‹óŒ³½ ŸŽ‹óŒäŒ

Genitivo ŸŽ‹óŒäŒŠ¾ ŸŽ‹óŒä½¨¾ ŸŽ‹óŒäŒŠ¾

 Dativo ŸŽ‹óŒäŒ‹ ŸŽ‹óŒä½ã ŸŽ‹óŒäŒ‹

 Accusativo ŸŽ‹óŒäŒ ŸŽ‹óŒ³½Œ ŸŽ‹óŒäŒ

Vocativo ŸŽ‹óŒä¾ ŸŽ‹óŒ³½ ŸŽ‹óŒäŒ

Duale Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ŸŽ‹óŒäŒŽ ŸŽ‹óŒä½ ŸŽ‹óŒäŒŽ

Genitivo ŸŽ‹óŒäŒŠ‹Œ ŸŽ‹óŒä½‹Œ ŸŽ‹óŒäŒŠ‹Œ

 Dativo ŸŽ‹óŒäŒŠ‹Œ ŸŽ‹óŒä½‹Œ ŸŽ‹óŒäŒŠ‹Œ

 Accusativo ŸŽ‹óŒäŒŽ ŸŽ‹óŒä½ ŸŽ‹óŒäŒŽ

Vocativo ŸŽ‹óŒäŒŽ ŸŽ‹óŒä½ ŸŽ‹óŒäŒŽ

Plurale Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ŸŽ‹óŒäŒŽ¾ ŸŽ‹óŒ³½‹ ŸŽ‹óŒäŒ

Genitivo ŸŽ‹óŒäŒÉŒ ŸŽ‹óŒÁ½®Œ ŸŽ‹óŒäŒÉŒ

 Dativo ŸŽ‹óŒ³½‹(Œ) ŸŽ‹óŒä½‹¾ ŸŽ‹óŒ³½‹(Œ)

 Accusativo ŸŽ‹óŒäŒ¾ ŸŽ‹óŒä½¾ ŸŽ‹óŒäŒVocativo ŸŽ‹óŒäŒŽ¾ ŸŽ‹óŒ³½‹ ŸŽ‹óŒäŒ

Temi in un -†Ÿ

Si noti la presenza dei rari temi in -†Ÿ, quale il nome di citt• Í…’†Œ, -†ŸŽŒ, "Tirinto", uno dei pochissimi a

contenere la coppia di consonanti -†Œ.

Proveniente da una delle prime forme della lingua greca, nell'attico classico si € evoluto in Í…’ÎŒ, andando ad

allungare la vocale e facendo scomparire la †.

Il nominativo € sigmatico, mentre il vocativo presenta il puro tema privato della Ÿ.

† sotto riportata la declinazione del termine.

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Terza declinazione 39

Singolare

 Nominativo Ü ¿Ø’ÁŒ¾

Genitivo ›¾ ¿Ø’ÁŒ«Š¾

 Dativo ß ¿Ø’ÁŒ«‹

 Accusativo ጠ¿Ø’ÁŒ«

Vocativo Ê ¿Ø’ÁŒ

Temi in vocaleI temi in vocale della terza declinazione possono presentare due uscite, in -‰ o in -.

Essi si dividono in due gruppi:

‡‡ Temi senza apofonia, con vocale predesinenziale debole

‡‡ Temi con apofonia, che alternano vocali predesinenziali diverse fra loro

Temi senza apofonia

I temi senza apofonia sono costituiti prevalentemente da sostantivi maschili, femminili e neutri in -, con una

minoranza in -‰, che conservano la vocale debole per tutta la declinazione.

Maschili e femminili hanno nominativo singolare sigmatico e accusativo singolare in -†.

Si noti anche che l'accusativo maschile e femminile plurale esce in -Œ, esito di cadute.

Sotto € declinato il maschile/femminile ŽÏŒ, ŽÈªŒ, "pecora", anticamente scritto ¾Å‰Œ (si noti presenza di un  Å

intervocalico che € caduto e la somiglianza con l'ovis latino).

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å/Ü Š ἶ ¾ æ/“ Š ἶ Ž ŠÞ/Þ Š ἶ Ž¾Genitivo Š³/›¾ Š¤¾ ŠŒ/Œ ŠŠŒ ®Œ Š®Œ

 Dativo ç/ß Š ΐ ŠŒ/Œ ŠŠŒ Š¾/¾ Š½Ø(Œ)

 Accusativo èŒ/ጠŠ ἶ Œ æ/“ Š ἶ Ž Šé¾/ݾ Š ἶ ¾

Vocativo Ê Š ἶ  Ê Š ἶ Ž Ê Š ἶ Ž¾

Per quanto riguarda i temi in - € declinato È¥ŸŒ, -ŽŒ "pesce".

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å Å«³¾ æ Å«äŽ ŠÞ ū䎾

Genitivo Š³ ū䊾 ŠŒ ū䊋Œ ®Œ Å«äÉŒ

 Dativo ç Å«ä ϊ ŠŒ ū䊋Œ Š¾ ū佋(Œ)

 Accusativo èŒ Å«³Œ æ Å«äŽ Šé¾ Å«³¾

Vocativo Ê Å«ä Ê Å«äŽ Ê Å«äŽ¾

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Terza declinazione 40

Particolarit€

‡ La parola È¥ŸŒ, in maiuscolo ÐÑÒÓœ, € un acronimo dietro al simbolo cristiano del pesce, cio€:

(IT)

Ô Ges‚ Cristo Figlio di Dio Salvatore Õ

(GRC)

Ô 'Ш½Š³¾ Ñ’‹½¤¾ ÒŽo³ Ó‹¤¾ œÉâ’ Õ

Ne sono state trovate svariate testimonianze risalenti all'epoca delle persecuzione dei cristiani nell'impero romano

(I-IV secolo).

Era utilizzato per nascondere il messaggio religioso, cosƒ che le autorit• pagane non potessero riconoscere i fedeli

cristiani.

‡ Il neutro Š«²’, -ŽŒ "lacrima € attestato solo al caso nominativo plurale (Š«²’) e al dativo plurale

(Š«²’™‰). Per declinarlo completamente si utilizza Š²’Ž†, -Ž, della seconda declinazione.

Temi con apofonia

I temi con apofonia sono costituiti prevalentemente da sostantivi e aggettivi di ogni genere.Sono caratterizzati da apofonia, che alterna fra loro vocali predesinenziali diverse (la -‰ e la - restano nei casi retti

del singolare, mentre negli altri casi sono sostituite dalla -„).

Temi in -‰

I temi in -‰ sono prevalentemente femminili e presentano, come gi• affermato, il fenomeno dell'apofonia.

Maschili e femminili hanno nominativo singolare sigmatico.

I casi retti del plurale di ciascun genere presentano la medesima uscita a sˆguito di varie contrazioni con l'antica

lettera Ö. La metatesi quantitativa ha dato vita a mutazioni legate alla quantit• vocalica e alla posizione dell'accento.

Sotto € riportata la declinazione del femminile “ª‰Œ, -„‡Œ, "citt€".

Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü °¤˜‹¾ Ý °¤˜Ž‹/°¤˜¨/°¤˜ŽŽ Þ °¤˜Ž‹¾

Genitivo ›¾ °¤˜ŽÉ¾ Œ °Š˜Š‹Œ ®Œ °¤˜ŽÉŒ

 Dativo ß °¤˜Ž‹ Œ °Š˜Š‹Œ ¾ °¤˜Ž½‹(Œ)

 Accusativo ጠ°¤̃ ‹Œ Ý °¤ Ž̃‹/°¤˜̈ /°¤̃ ŽŽ ݾ °¤̃ Ž‹¾

Vocativo Ê °¤˜‹ Ý °¤˜Ž‹/°¤˜¨/°¤˜ŽŽ Ê °¤˜Ž‹¾

Per quanto riguarda i neutri, € declinato “˜“„’‰, -„‡Œ, "pepe".

Singolare

 Nominativo è °°Ž’‹

Genitivo Š³ °Ž°’ŽÉ¾

 Dativo ç °Ž°’Ž‹

 Accusativo è °°Ž’‹

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Terza declinazione 41

Temi in -

I temi in -, maschili, femminili e neutri, presentano apofonia.

Maschili e femminili hanno nominativo singolare sigmatico.

Il nominativo singolare neutro corrisponde al puro tema.

I casi retti del plurale di ciascun genere presentano la medesima uscita a sˆguito di varie contrazioni con l'antica

lettera Å.Sotto € riportata la declinazione del femminile “¡¥Œ, -„‡Œ, "braccio, gomito".

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å °›ÅÁ¾ æ °âÅŽ‹/°âŨ/°âÅŽŽ ŠÞ °âÅŽ‹¾

Genitivo Š³ °âŎɾ ŠŒ °¨ÅŠ‹Œ ®Œ °âÅŽÉŒ

 Dativo ç °âÅŽ‹ ŠŒ °¨ÅŠ‹Œ Š¾ °âÅŽ½‹(Œ)

 Accusativo èŒ °›ÅÁŒ æ °âÅŽ‹/°âÅ /̈°âÅŽŽ Šé¾ °âÅŽ‹¾

Vocativo Ê °›ÅÁ Ê °âÅŽ‹/°âŨ/°âÅŽŽ Ê °âÅŽ‹¾

Per i neutri, ®™ƒ, -„‡Œ, "cittadella".

Singolare Duale Plurale

 Nominativo è —½Á æ —½Ž‹/—½ /̈—½ŽŽ Ý —½ /̈—½Ž

Genitivo Š³ —½ŽÉ¾ ŠŒ 𽊋Œ ®Œ —½ŽÉŒ

 Dativo ç —½Ž‹ ŠŒ 𽊋Œ Š¾ —½Ž½‹(Œ)

 Accusativo è —½Á æ —½Ž‹/—½ /̈—½ŽŽ Ý —½ /̈—½Ž

Vocativo Ê —½Á Ê —½Ž‹/—½¨/—½ŽŽ Ê —½¨/—½Ž

Particolarit€

‡ Il maschile “’˜™–Œ, -ŽŒ al singolare, come aggettivo, ha il significato di "vecchio", mentre al plurale

“’˜™–„‰Œ, significa "ambasciatori".

‡ Il maschile ǪŒ, -Ž, "figlio", della Seconda declinazione, pu„ presentarsi anche nell'antica forma ÇŒ, -˜‡Œ in

-, e possedere la declinazione propria di questo tema.

Aggettivi

Esistono diversi aggettivi in -, esclusivamente a tre terminazioni.

Dal momento che hanno apofonia, il maschile e il neutro sono declinati come i sostantivi con lo stesso tema.

Si noti per„, al genitivo singolare, la presenza della vocale breve Ž , al posto della consueta ‡.Ai casi retti del neutro plurale „ e non subiscono contrazioni.

Il femminile si declina come i nomi in - breve impuro della prima declinazione.

† fornito un esempio di declinazione con ƒ¥Œ, -„·, -×, "veloce".

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Terza declinazione 42

Singolare Maschile Femminile Neutro

 Nominativo Åä¾ ÅŽ Åä

Genitivo ÅŠ¾ Ŏؾ ÅŠ¾

 Dativo ÅŽ ÅŽØà ÅŽ  

 Accusativo ÅäŒ ÅŽŒ Åä

Vocativo Åä ÅŽ Åä

Duale Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ÅŽ ÅŽØ ÅŽ

Genitivo ÅŠ‹Œ ÅŽØ‹Œ ÅŠ‹Œ

 Dativo ÅŠ‹Œ ÅŽØ‹Œ ÅŠ‹Œ

 Accusativo ÅŽ ÅŽØ ÅŽ

Vocativo ÅŽ ÅŽØ ÅŽ

Plurale Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ÅŽ¾ ÅŽ‹ Å

Genitivo ÅÉŒ ÅŽ‹®Œ ÅÉŒ

 Dativo Ž‹(Œ) ÅŽØ‹¾ Ž‹(Œ)

 Accusativo ÅŽ¾ Ŏؾ Å

Vocativo ÅŽ¾ ÅŽ‹ Å

Temi in dittongoI temi in dittongo della terza declinazione sono costituiti dall'unione delle vocali forti a quelle deboli (‰ e '). Essi si

dividono in tre gruppi:

‡ Temi in -

‡ Temi in -„

‡ Temi in -Ž

In aggiunta ad essi:

‡ Temi in -‡Å (-‡Œ)

‡ Temi in ŽÖ (-‡)

Hanno la caratteristica di possedere il nominativo sigmatico e di non presentare apofonia.

Si ritiene che tutti questi nomi siano stati influenzati, in origine, dalla presenza del digamma ( Å).

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Terza declinazione 43

Temi in -

I temi in - sono esclusivamente femminili, con nominativo sigmatico.

L'accusativo singolare € in -† e quello plurale in -Œ, per particolari fenomeni fonetici dovuti alla scomparsa del

digamma.

L'esempio di declinazione € con ¸’°Œ, ̧ ’ªŒ, "vecchia".

Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü ‘’³¾ Ý ‘’êŽ Þ ‘’ꎾ

Genitivo ›¾ ‘’¤¾ Œ ‘’ŠŒ ®Œ ‘’®Œ

 Dativo ß ‘’ ΐ Œ ‘’ŠŒ ¾ ‘’Á½Ø(Œ)

 Accusativo ጠ‘’³Œ Ý ‘’êŽ Ý¾ ‘’³¾

Vocativo Ê ‘’³ Ý ‘’êŽ Ê ‘’ꎾ

Particolarit€

‡ Il nome †°Œ, †„”Œ, "nave", alterna la nei dittonghi alla „ o alla ‹ in presenza di vocali lunghe.

† qui illustrata la sua declinazione:

Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü Œ³¾ Ý Œ›Ž Þ Œ›Ž¾

Genitivo ›¾ ŒŽÖ¾ Œ ŒŽŠŒ ®Œ ŒŽ®Œ

 Dativo ß Œ¨Ø Œ ŒŽŠŒ ¾ ŒÁ½Ø(Œ)

 Accusativo ጠŒ³Œ Ý Œ›Ž ݾ Œ³¾

Vocativo Ê Œ³ Ý Œ›Ž Ê Œ›Ž¾

Temi in -„

I temi in -„ sono esclusivamente maschili, con nominativo sigmatico.

Il genitivo singolare si trova espresso in -‡Œ per metatesi quantitativa, dovuta anche ad una legge di Hermann

Osthoff, la quale afferma che in un dittongo seguƒto da consonante la prima vocale, se lunga, viene abbreviata.

L'accusativo singolare € in - e quello plurale in -Œ.

Come modello viene sotto utilizzato –™‰„Œ, -˜‡Œ, "re".

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å š½‹˜Žä¾ æ š½‹˜Ž ŠÞ š½‹˜Ž¾Genitivo Š³ š½‹˜É¾ ŠŒ š½‹ ̃Š‹Œ ®Œ š½‹̃ ÉŒ

 Dativo ç š½‹̃ Ž ŠŒ š½‹̃ Š‹Œ Š¾ š½‹̃ Ž³½‹(Œ)

 Accusativo èŒ š½‹ ̃ æ š½‹̃ Ž Šé¾ š½‹˜¾/š½‹ Ž̃¾

Vocativo Ê š½‹˜Ž³ Ê š½‹˜Ž Ê š½‹˜Ž¾

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Terza declinazione 44

Particolarit€

‡ Ø„Œ, ɪŒ "Zeus" forma nominativo e vocativo dal tema Ø„, mentre gli altri casi si formano dal tema É.

Il tema Ø„, deriva da una forma dell'indoeuropeo *Šj„Œ; questa forma, dopo la caduta dello Ë, ha dato origine al

tema usato in attico.

Ecco la declinazione:

Singolare

 Nominativo å ¥Žä¾

Genitivo Š³ ž‹¤¾

 Dativo ç ž‹Ø

 Accusativo èŒ žØ

Vocativo Ê ¥Ž³

Temi in -Ž

I temi in -Ž sono unicamente maschili, con nominativo sigmatico.

Il genitivo singolare € regolarmente espresso in -Š¾.

L'accusativo singolare € in -† e quello plurale in -Œ, per particolari fenomeni fonetici dovuti alla scomparsa del

digamma. Tuttavia sono attestate anche forme di accusativo plurale in -¾.

Di sˆguito € riportata la declinazione del sostantivo maschile/femminile –Ž°Œ, –ŽªŒ, "mucca, bue".

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å/Ü šŠ³¾ æ/“ š¤Ž ŠÞ/Þ š¤Ž¾

Genitivo Š³/›¾ šŠ¤¾ ŠŒ/Œ šŠŠŒ ®Œ šŠ®Œ

 Dativo ç/ß šŠ ΐ ŠŒ/Œ šŠŠŒ Š¾/¾ šŠÁ½Ø(Œ)

 Accusativo èŒ/ጠšŠ³Œ æ/“ š¤Ž Šé¾/ݾ šŠ³¾

Vocativo Ê šŠ³ Ê š¤Ž Ê š¤Ž¾

Temi in -‡Å (-‡Œ)

I temi in -‡Å, con uscita in -‡Œ, sono solamente maschili con nominativo sigmatico.

La caduta del digamma non ha dato vita a particolari fenomeni fonetici; pertanto, declinando un sostantivo di questo

tipo, € sufficiente aggiungere al tema le desinenze originali.

Si cita come esempio Ù’‡Œ, -‡ŽŒ, "eroe".

Singolare Duale Plurale

 Nominativo å ἥ’ɾ æ ἥ’ÉŽ ŠÞ ἥ’ÉŽ¾

Genitivo Š³ ἥ’ÉŠ¾ ŠŒἥ’ÉŠ‹Œ ®Œ ù’ÖÉŒ

 Dativo ç ἥ’É‹ ŠŒ ἥ’ÉŠ‹Œ Š¾ἥ’ɽ‹(Œ)

 Accusativo èŒ ἥ’É æ ἥ’ÉŽ Šé¾ ἥ’ɾ

Vocativo Ê ἥ’ɾ Ê ἥ’ÉŽ Ê ἥ’ÉŽ¾

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Terza declinazione 45

Temi in ŽÖ (-‡)

I temi in -ŽÖ, con uscita in -‡, sono solamente femminili e ossitoni (accentati sull'ultima sillaba).

Il nominativo € asigmatico con vocale lunga per alternanza quantitativa.

La caduta della jod ha dato vita a particolari fenomeni fonetici.

Si cita come esempio É¥”, -Ž°Œ, "eco".

Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü ÜÅÖ

Genitivo ›¾ ÜÅŠ³¾

 Dativo ß ÜÅŠ 

 Accusativo ጠÜÅÖ

Vocativo Ê ÜÅŠ 

Nomi anomali

In questi sostantivi si verificano anomalie particolari dovute a tre fenomeni: eteroclisi (sostantivi con due temi e

nominativo comune), metaplasmo (in cui il nominativo si forma da un tema e gli altri casi da un altro) e eterogenesi

(lo stesso sostantivo ha generi diversi). I pi‚ comuni nomi irregolari sono:

1. ô ð’âŒ,"agnello", che forma gli altri casi dal tema 𒌠(apofonia di grado zero); gen. 𒌤¾, dat. ð’ŒØ, acc. —’Œ,

dat. plurale 𒌓½‹.

2. ô Ἅ’¨¾,"Ares", gen. Ἅ’ŽÉ¾, dat. Ἅ’Ž‹, acc. Ἅ’Ž ( Ἅ’¨, Ἅ’¨Œ), voc. Ἅ’Ž¾.

3. Ü ‘ÁŒâ, ‘ÁŒ‹¤¾, "donna", usa due temi: ‘ÁŒ (solo per il nominativo sing.), e ‘ÁŒ‹ (per gli altri casi).

Ecco la declinazione completa.

Singolare Duale Plurale

 Nominativo Ü ‘ÁŒâ Ý ‘ÁŒŽ Þ ‘ÁŒŽ¾

Genitivo ›¾ ‘ÁŒ‹¤¾ Œ ‘ÁŒ‹ŠŒ ®Œ ‘ÁŒ‹®Œ

 Dativo ß ‘ÁŒ‹Ø Œ ‘ÁŒ‹ŠŒ ¾ ‘ÁŒ‹¶Ø

 Accusativo ጠ‘ÁŒ Ý ‘ÁŒŽ ݾ ‘ÁŒ¾

Vocativo Ê ‘䌋 Ê ‘ÁŒŽ Ê ‘ÁŒŽ¾

4. è Ÿ“’Á, "lacrima", ha il nominativo plurale Ÿ“’Á e il dativo plurale Ÿ“’Á½‹; tutti gli altri casi in attico si

formano da è Ÿ“’ÁŠŒ; quindi si modella sulla seconda declinazione.

5. è ×’, "primavera", accanto alle forme regolari, al genitivo e al dativo singolare ha anche le forme contratte©’Š½, ©’‹.

6. ¥Žä¾, ž‹¤¾, "Zeus", forma il nominativo e il vocativo dal tema ¥ŽÁ, mentre gli altri casi si formano dal tema ž‹. Il

tema ¥ŽÁ, deriva da una forma dell'indoeuropeo *djeus; questa forma, dopo la caduta dello j, ha dato origine al tema

usato in attico. Ecco la declinazione:

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Terza declinazione 46

Singolare

 Nominativo å ¥Žä¾

Genitivo Š³ ž‹¤¾

 Dativo ç ž‹Ø

 Accusativo èŒ žØ

Vocativo Ê ¥Ž³

ArticoliIn greco, a differenza del latino, € presente l'articolo. Esso ha una sua declinazione per ogni genere (maschile,

femminile, neutro) e numero (singolare, plurale, duale). Essi sono essenziali per qualunque grecista e lettore-studioso

del greco antico.

Osservazioni sull'articolo determinativo greco

Come abbiamo gi• osservato, in Omero l'articolo € trattato come pronome dimostrativo sia anaforico (riferito a persona ocosa nominata in precedenza), sia cataforico.

In questa funzione, esso continuava l'antico pronome indoeuropeo da cui era disceso. L'articolo determinativo conserva talefunzione ancora in et• classica solo in alcuni casi:

‡ quando si accompagna alle particelle correlative ”ὲŒ e Ÿὲ. In tale circostanza, l'articolo si trasforma in un vero e proprio pronome correlativo, da tradursi "l'uno... l'altro...";

‡ nelle espressioni cristallizzate: å Ÿὲ, "ed egli", e °’è Š³, "prima d'ora", èŒ ὶ ¤Œ, "questo e quello"; ÕŒ Ÿὲ Š¾, "e tragli altri..."

L'articolo greco, per il resto, ha impieghi abbastanza simili a quelli dell'articolo italiano, con un certo grado di versatilit• inpi‚:

‡ pu„ sostantivare aggettivi, participi, infiniti, ma anche avverbi e perfino complementi, creando espressioni idiomatichecaratteristiche come ŠÞ Œ³Œ, "quelli di ora", "i moderni", ŠÞ ½éŒ + caso dativo di nome di persona, "quelli al fianco di...","i compagni", ad es. ŠÞ ½éŒ ¼É’“Ž‹: "quelli con Socrate", "quelli dalla parte di Socrate", "i discepoli, i sostenitori diSocrate", "quelli che hanno l'opinione di Socrate" etc.

‡ la posizione dell'aggettivo rispetto all'articolo € fondamentale: se l'aggettivo segue immediatamente l'articolo riferito adun nome, esso va considerato attributo di quel nome, se l'aggettivo € staccato dall'articolo, ha una funzione predicativa. Siconsideri ad esempio come muta il significato dell'aggettivo dimostrativo ὐ¤¾, semplicemente spostandolodall'articolo:

‡ å ὐè¾ ἥ’ɾ, å ἥ’ɾ å ὐ¤¾ , "il medesimo eroe" (lo stesso che ha compiuto anche altre imprese);‡ å ἥ’ɾ ὐ¤¾ , "l'eroe in persona, l'eroe da solo" (con le sue sole forze).

‡ l'articolo pu„ variare significativamente la funzione semantica di un aggettivo: ad es. ŠÞ ô˜Ø‘Š‹, "i pochi", "gli oligarchi",

contro il semplice ô˜Ø‘Š‹, "pochi".

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Articoli 48

Duale

Caso MASCHILE FEMMINILE NEUTRO

N.A.V. Ö i due “ le due Ö i due

G.D. ŠŒ dei/ai due Œ delle/alle due ŠŒ dei/ai due

Nota bene

‡ Il femminile duale distinto dell'articolo determinativo, nom. acc. “, gen. dat. Œ, € arcaico, e ben presto Ì

sostituito dalle forme del maschile, cosicchˆ in et• classica, dalla met• del V secolo. a. C. in poi, l'articolo duale

(che comunque tende a essere usato sempre meno, in concomitanza con il ritrarsi del numero duale) avr• un'unica

forma in tutti e tre i generi.

‡‡ Nel vocativo si usa l'interiezione Ê, anche se non € molto presente nei testi originali.

L'articolo determinativo greco si usa praticamente quasi sempre come in italiano, salvo per due eccezioni:

‡‡ si premette sempre anche ai nomi propri, davanti ai quali in italiano standard si omette, ad es. å ¼É’“¨¾,

"Socrate";

‡ non si usa articolo davanti a nomi che indicano concetti astratti o oggetti considerati come categorie universali nei

proverbi: ad es. ÕŒ Š ἴŒò ð˜â«Ž‹, "nel vino c'€ la verit•" (lat.in vino veritas).

In greco non esistono articoli indeterminativi. L'indefinitezza € marcata semplicemente dall'assenza dell'articolo. Al

pi‚, come marca di indeterminatezza, si pu„ rinvenire il pronome indefinito ƒ‰Œ, enclitico, che significa "un tale", "un

certo" (lat. quidam): ad es. ®†Ÿ’‡“ªŒ ƒ‰Œ, "un certo uomo", "un uomo".

Usi sintatticiCome detto prima, l'articolo in origine aveva valore di pronome dimostrativo. Questo valore sintattico € rimasto nel

dialetto attico in unione con le particelle ”Œ e Ÿ. Esempio: å ”Œ ÓegliÔ, ¤ Ÿ ÓquelloÔ L'articolo concorda in

genere, numero e caso con il sostantivo cui € riferito. Posto davanti ad un aggettivo, gli conferisce valore disostantivo (specialmente al genere neutro). ¤ ÞŽ’¤Œ = tempio. Davanti ad un infinito o ad un participio gli conferisce

valore appositivo.

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Aggettivi 49

AggettiviIn greco antico gli aggettivi si declinano come i sostantivi, concordando con essi in genere, numero e caso. In greco,

come in latino, gli aggettivi si differenziano in due gruppi o classi: aggettivi della prima classe e aggettivi della

seconda classe. Gli aggettivi della prima classe si declinano come i sostantivi della prima e della seconda

declinazione, mentre gli aggettivi della seconda classe si declinano come i sostantivi della terza declinazione.

Aggettivi della prima classe Gli aggettivi della prima classe possono essere a tre uscite (un'uscita per il maschile,

una per il femminile e una per il neutro) e, pi‚ raramente, a due uscite (un'uscita per il maschile e il femminile e una

per il neutro). Un esempio di aggettivo della prima classe a tre uscite € ˜¤¾, ˜â, ˜¤Œ "bello", mentre un

aggettivo della prima classe a due uscite € —Ÿ¨˜Š¾, —Ÿ¨˜ŠŒ "invisibile".

Aggettivi della seconda classe Gli aggettivi della seconda classe possono essere a tre uscite (una per il maschile,

una per il femminile e una per il neutro) e a due uscite (una per il maschile e il femminile e una per il neutro). Un

esempio di aggettivo della seconda classe a tre uscite € °ê¾, °ê½, °êŒ "tutto", mente un aggettivo della seconda

classe a due uscite € 𘨫â¾, -¾ "vero".

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Note[1] http:/   /  it. wikibooks.  org/  w/  index.  php?title=Greco_antico/  Aggettivi& action=edit

Aggettivi della prima classeLa prima classe degli aggettivi segue la prima declinazione per i femminili e la seconda declinazione per i maschili e

i neutri (alcuni possono seguire la declinazione attica). I femminili escono sempre in -î lungo, che si muta

regolarmente in -¨ nel caso sia impuro (cio€ non preceduto da Ž, ‹ oppure ’); inoltre, al plurale i femminili seguonol'accentazione dei maschili. Questa classe comprende aggettivi a tre e a due terminazioni; alcuni aggettivi inoltre

sono contratti, e seguono la rispettiva prima o seconda declinazione contratta allo stesso modo dei sostantivi.

Aggettivi a tre uscite‡ Declinazione di ‚ªŒ, ‚‘, ‚ª† "bello"

Singolare

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ˜¤¾ ˜â ˜¤Œ

Genitivo ˜Š³ ˜›¾ ˜Š³

 Dativo ˜ç ˜ß ˜ç

 Accusativo ˜¤Œ ˜âŒ ˜¤Œ

Vocativo ˜ ˜â ˜¤Œ

Duale

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Aggettivi della prima classe 50

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ˜Ö ˜“ ˜Ö

Genitivo ˜ŠŒ ˜Œ ˜ŠŒ

 Dativo ˜ŠŒ ˜Œ ˜ŠŒ

 Accusativo ˜Ö ˜“ ˜Ö

Vocativo ˜Ö ˜“ ˜Ö

Plurale

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ˜ŠØ ˜Ø ˜“

Genitivo ˜®Œ ˜®Œ ˜®Œ

 Dativo ˜Š¾ ˜¾ ˜Š¾

 Accusativo ˜Šä¾ ˜“¾ ˜“

Vocativo ˜ŠØ ˜Ø ˜“

Aggettivi a due usciteGli aggettivi della prima classe a due terminazioni (il femminile coincide col maschile) sono aggettivi composti.

‡ Declinazione di ®Š‹ŽŒ, ®Š‹Ž† "oscuro", composto da ð- privativo e dall'aggettivo Ÿ›˜Š¾ "chiaro"

Singolare

Maschile e Femminile Neutro

 Nominativo —Ÿ¨˜Š¾ —Ÿ¨˜ŠŒ

Genitivo ðŸâ˜ŠÁ ðŸâ˜ŠÁ

 Dativo ðŸâ˜ò ðŸâ˜ò

 Accusativo —Ÿ¨˜ŠŒ —Ÿ¨˜ŠŒ

Vocativo —Ÿ¨˜Ž —Ÿ¨˜ŠŒ

Duale

Maschile e Femminile Neutro

 Nominativo ðŸâ˜É ðŸâ˜É

Genitivo ðŸâ˜Š‹Œ ðŸâ˜Š‹Œ

 Dativo ðŸâ˜Š‹Œ ðŸâ˜Š‹Œ

 Accusativo ðŸâ˜É ðŸâ˜É

Vocativo ðŸâ˜É ðŸâ˜É

Plurale

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Aggettivi della prima classe 51

Maschile e Femminile Neutro

 Nominativo —Ÿ¨˜Š‹ —Ÿ¨˜

Genitivo ðŸâ˜ÉŒ ðŸâ˜ÉŒ

 Dativo ðŸâ˜Š‹¾ ðŸâ˜Š‹¾

 Accusativo ðŸâ˜ŠÁ¾ —Ÿ¨˜

Vocativo —Ÿ¨˜Š‹ —Ÿ¨˜

Aggettivi della seconda classeli aggettivi della seconda classe seguono la terza declinazione. Occorre per„ distinguere fra quelli a due uscite, quelli

a tre uscite e quelli a una uscita. Quelli a due uscite sono il perfetto parallelo degli omonimi della prima classe, in

quanto il femminile coincide col maschile[1]; quelli a tre uscite seguono invece la terza declinazione solo al maschile

e al neutro mentre al femminile seguono la prima declinazione con un tema in -jï-. Quelli ad una uscita seguonounicamente la terza declinazione; in questi aggettivi il neutro € di uso talmente raro da essersi identificato col

maschile/femminile.

Come per i sostantivi della terza declinazione, non esiste un modello unico valido per tutto gli aggettivi di questo

gruppo, ma essi si suddividono in base alla consonante o vocale di uscita del tema.

Aggettivi a tre uscite

Temi in -†ƒ-

‡ Declinazione di “šŒ, “š™, “š† "tutto, ogni" (tema in -Ú†ƒ-):

Singolare

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo °ê¾ °ê½ °êŒ

Genitivo °Œ¤¾ °“½¨¾ °Œ¤¾

 Dativo °ŒØ °“½ã °ŒØ

 Accusativo °“Œ °ê½Œ °êŒ

Vocativo °ê¾ °ê½ °êŒ

Plurale

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Aggettivi della seconda classe 52

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo °“ŒŽ¾ °ê½‹ °“Œ

Genitivo °“ŒÉŒ °½®Œ °“ŒÉŒ

 Dativo °ê½‹(Œ) °“½‹¾ °ê½‹(Œ)

 Accusativo °“Œ¾ °“½¾ °“Œ

Vocativo °“ŒŽ¾ °ê½‹ °“Œ

Il tema € °ïŒ-. Il maschile singolare € sigmatico (*°ïŒ-¾ > *°ïŒ¾ > *°î¾ > “šŒ). Il femminile singolare viene da

*°ïŒ-jï ( > *°ïŒ½jï > *°ïŒ½ï > *°î½ï > “š™). Il neutro € il puro tema con caduta del --; l'alfa € allungato per

analogia con il maschile e il femminile. Questo aggettivo non ha il duale.

L'aggettivo “šŒ, insieme ai suoi composti ¹“Œ e ™“Œ, € l'unico a presentare il tema -ïŒ-; nei due composti i

casi retti del neutro singolare hanno il tema regolare in alfa breve, contrariamente alla forma semplice °êŒ.

‡ Declinazione di ¥’…„‰Œ, ¥’…„™™, ¥’…„† "grazioso" (tema in -„†ƒ-):

Singolare

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo Å’ØŽ‹¾ Å’ØŽ½½ Å’ØŽŒ

Genitivo Å’ØŽŒŠ¾ Å’‹½½ ¾̈ Å’ØŽŒŠ¾

 Dativo Å’ØŽŒ‹ Å’‹½½ã Å’ØŽŒ‹

 Accusativo Å’ØŽŒ Å’ØŽ½½Œ Å’ØŽŒ

Vocativo Å’ØŽŒ Å’ØŽ½½ Å’ØŽŒ

Duale

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo Å’ØŽŒŽ Å’‹½½î Å’ØŽŒŽ

Genitivo Å’‹ŒŠ‹Œ Å’‹½½‹Œ Å’‹ŒŠ‹Œ

 Dativo Å’‹ŒŠ‹Œ Å’‹½½‹Œ Å’‹ŒŠ‹Œ

 Accusativo Å’ØŽŒŽ Å’‹½½î Å’ØŽŒŽ

Vocativo Å’ØŽŒŽ Å’‹½½î Å’ØŽŒŽ

Plurale

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo Å’ØŽŒŽ¾ Å’ØŽ½½‹ Å’ØŽŒ

Genitivo Å’‹ŒÉŒ Å’‹Ž½½®Œ Å’‹ŒÉŒ

 Dativo Å’ØŽ½‹(Œ) Å’‹½½‹¾ Å’ØŽ½‹(Œ)

 Accusativo Å’ØŽŒ¾ Å’‹½½¾ Å’ØŽŒ

Vocativo Å’ØŽŒŽ¾ Å’ØŽ½½‹ Å’ØŽŒ

Gli aggettivi di questo tipo presentano apofonia nel suffisso *-ÌŽŒ-/*-Ì- (< -Ìṇ-). Il nominativo singolare

maschile viene da *Å’ØÌŽŒ¾ ( > *Å’ØŽŒ¾ > *Å’ØŽŒ¾ > ¥’…„‰Œ). Il nominativo singolare femminile viene da

*Å’ØÌṇjï ( > *Å’ØÌj > *Å’Ø €½½, con passaggio a ¥’… ‰™™ per analogia); dallo stesso suffisso a gradozero viene anche il dativo plurale maschile e neutro, ancora con passaggio di -- ad -Ž- per analogia. Ai casi retti del

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Aggettivi della seconda classe 53

neutro singolare e al vocativo singolare maschile troviamo il puro tema (*Å’ØÌŽŒ > *Å’ØŽŒ > ¥’…„†).

Ñ’…„‰Œ e ¤‡†‘„‰Œ (¤‡†‘„™™, ¤‡†¡„†, "sonoro") sono gli unici due aggettivi con tema -ŽŒ- ricorrenti nel

dialetto attico[2].

‡ Declinazione di »‚”†, »‚Ž°™, »‚ª† "volente, volentieri" (tema in -o†ƒ-):

Singolare

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo íÖŒ 튳½ í¤Œ

Genitivo í¤ŒŠ¾ íŠä½¨¾ í¤ŒŠ¾

 Dativo í¤Œ‹ íŠä½ã í¤Œ‹

 Accusativo í¤Œ 튳½Œ í¤Œ

Vocativo í¤Œ 튳½ í¤Œ

Duale

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo í¤ŒŽ íŠä½î í¤ŒŽ

Genitivo í¤ŒŠ‹Œ íŠä½‹Œ í¤ŒŠ‹Œ

 Dativo í¤ŒŠ‹Œ íŠä½‹Œ Å’‹ŒŠ‹Œ

 Accusativo í¤ŒŽ íŠä½î í¤ŒŽ

Vocativo í¤ŒŽ íŠä½î í¤ŒŽ

Plurale

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo í¤ŒŽ¾ 튳½‹ í¤Œ

Genitivo í¤ŒÉŒ íŠÁ½®Œ í¤ŒÉŒ

 Dativo 튳½‹(Œ) íŠä½‹¾ 튳½‹(Œ)

 Accusativo í¤Œ¾ íŠä½¾ í¤Œ

Vocativo í¤ŒŽ¾ 튳½‹ í¤Œ

Il tema € 튌-. Il nominativo maschile singolare, asigmatico, mostra il puro tema con allungamento apofonico di

-Š- in -É-; da notare che ha la stessa flessione del participio presente di Ž”Ø. Il femminile si comporta come °ê½

(da *í¤Œjï), con allungamento di compenso -Š- > -ŠÁ-; lo stesso allungamento si ritrova nel dativo plurale

maschile e neutro (da *í¤Œ½‹(Œ)). I casi retti del neutro singolare e il vocativo maschile singolare mostrano il puro

tema con caduta di --.

 ¢‚”† e il suo composto ®‚‡† (*—-íÉŒ, "nolente, controvoglia") sono gli unici con il tema -oŒ-. In origine íÖŒ

era un participio isolato derivato dalla radice ÌŽ-, che esprime l'idea di "volere"[3].

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Aggettivi della seconda classe 54

Temi in -†-

‡ Declinazione di ˜Œ, ˜‰†, ˜† "nero" (tema in -Ú†-):

Singolare

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ”˜¾ ”˜‹Œ ”˜Œ

Genitivo ”˜ŒŠ¾ ”Ž˜ØŒ¨¾ ”˜ŒŠ¾

 Dativo ”˜Œ‹ ”Ž˜ØŒã ”˜Œ‹

 Accusativo ”˜Œ ”˜‹ŒŒ ”˜Œ

Vocativo ”˜Œ ”˜‹Œ ”˜Œ

Duale

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ”˜ŒŽ ”Ž˜ØŒî ”˜ŒŽ

Genitivo ”Ž̃ “ŒŠ‹Œ ”Ž̃ ØŒ‹Œ ”Ž˜“ŒŠ‹Œ

 Dativo ”Ž̃ “ŒŠ‹Œ ”Ž̃ ØŒ‹Œ ”Ž˜“ŒŠ‹Œ

 Accusativo ”˜ŒŽ ”Ž˜ØŒî ”˜ŒŽ

Vocativo ”˜ŒŽ ”Ž˜ØŒî ”˜ŒŽ

Plurale

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ”˜ŒŽ¾ ”˜‹Œ‹ ”˜Œ

Genitivo ”Ž˜“ŒÉŒ ”Ž˜‹Œ®Œ ”Ž˜“ŒÉŒ

 Dativo ”̃ ½‹(Œ) ”Ž̃ ØŒ‹¾ ”̃ ½‹(Œ)

 Accusativo ”˜Œ¾ ”Ž˜ØŒ¾ ”˜Œ

Vocativo ”˜ŒŽ¾ ”˜‹Œ‹ ”˜Œ

Il tema € ”Ž˜Œ-. Il nominativo maschile, sigmatico, fa cadere -Œ- e allunga per compenso -- (*”˜Œ¾ > ˜ÛŒ); il

nominativo femminile singolare da *”˜Œjï ha, per metatesi, ˜‰†. I casi retti del neutro e il vocativo maschile

singolare mostrano il puro tema.

‡ Declinazione di ƒ˜’‹†, ƒ˜’„‰†, ƒ˜’„† "tenero" (tema in -„†-):

Singolare

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Aggettivi della seconda classe 55

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ’¨Œ ’Ž‹Œ ’ŽŒ

Genitivo ’ŽŒŠ¾ Ž’ŽØŒ¨¾ ’ŽŒŠ¾

 Dativo ’ŽŒ‹ Ž’ŽØŒã ’ŽŒ‹

 Accusativo ’ŽŒ ’Ž‹ŒŒ ’ŽŒ

Vocativo ’ŽŒ ’Ž‹Œ ’ŽŒ

Duale

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ’ŽŒŽ Ž’ŽØŒî ’ŽŒŽ

Genitivo Ž’ŒŠ‹Œ Ž’ŽØŒ‹Œ Ž’ŒŠ‹Œ

 Dativo Ž’ŒŠ‹Œ Ž’ŽØŒ‹Œ Ž’ŒŠ‹Œ

 Accusativo ’ŽŒŽ Ž’ŽØŒî ’ŽŒŽ

Vocativo ’ŽŒŽ Ž’ŽØŒî ’ŽŒŽ

Plurale

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ’ŽŒŽ¾ ’Ž‹Œ‹ ’ŽŒ

Genitivo Ž’ŒÉŒ Ž’Ž‹Œ®Œ Ž’ŒÉŒ

 Dativo ’Ž½‹(Œ) Ž’ŽØŒ‹¾ ’Ž½‹(Œ)

 Accusativo ’ŽŒ¾ Ž’ŽØŒ¾ ’ŽŒ

Vocativo ’ŽŒŽ¾ ’Ž‹Œ‹ ’ŽŒ

Il tema € Ž’ŽŒ-. Il nominativo maschile singolare € questa volta asigmatico, e assume solo l'allungamento apofonico

di -Ž- in -¨-. Il nominativo femminile singolare deriva da *’ŽŒj, in cui lo jod pu„ essere caduto provocando

l'allungamento per compenso di -Ž-[4], oppure, in modo simile a ”˜‹Œ, lo jod si € spostato per metatesi e

vocalizzato. I casi retti del neutro e il vocativo maschile singolare mostrano il puro tema. Nel dativo plurale maschile

e neutro la caduta di -Œ- in *’ŽŒ½‹(Œ) non provoca allungamento di compenso per analogia con sostantivi[5].

Temi in liquida

‡ Declinazione di «‚’, «‚‰’, «‚’ "beato":

Singolare

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Aggettivi della seconda classe 56

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ”“’ ”“‹’ ”“’

Genitivo ”“’Š¾ ”Ø’¾ ”“’Š¾

 Dativo ”“’‹ ”Ø’à ”“’‹

 Accusativo ”“’ ”“‹’Œ ”“’

Vocativo ”“’ ”“‹’ ”“’

Duale

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ”“’Ž ”Ø’î ”“’Ž

Genitivo ”“’Š‹Œ ”Ø’‹Œ ”“’Š‹Œ

 Dativo ”“’Š‹Œ ”Ø’‹Œ ”“’Š‹Œ

 Accusativo ”“’Ž ”Ø’î ”“’Ž

Vocativo ”“’Ž ”Ø’î ”“’Ž

Plurale

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ”“’Ž¾ ”“‹’‹ ”“’

Genitivo ”“’ÉŒ ”‹’®Œ ”“’ÉŒ

 Dativo ”“’½‹(Œ) ”Ø’‹¾ ”“’½‹(Œ)

 Accusativo ”“’¾ ”Ø’¾ ”“’

Vocativo ”“’Ž¾ ”“‹’‹ ”“’

Il tema € ”’-. In questo caso la declinazione € molto semplice perchˆ non intervengono modificazioni e le

desinenze si uniscono direttamente al tema. Il nominativo maschile singolare pu„ derivare da *”“’¾, con caduta

di sigma. Il femminile deriva da *”“’jï, con metatesi e vocalizzazione di jod. Ai casi retti del neutro singolare e

al vocativo singolare maschile troviamo il puro tema. Questo aggettivo pu„ anche presentarsi a una sola uscita: å, Ü,

è ”“’[6].

Ü«‚’ € l'unico aggettivo col tema in liquida.

Temi in vocale

Si tratta del gruppo pi‚ numeroso di aggettivi a tre uscite; il tema € in -Ì-/-ŽÌ-, che determina l'uscita -ä¾, -Ž, -ä.

‡ Declinazione di ƒ¥Œ, ƒ¥„·, ƒ¥ "veloce":

Singolare

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Aggettivi della seconda classe 57

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo Åä¾ ÅŽ Åä

Genitivo ÅŠ¾ Ŏؾ ÅŠ¾

 Dativo ÅŽ ÅŽØà ÅŽ  

 Accusativo ÅäŒ ÅŽŒ Åä

Vocativo Åä ÅŽ Åä

Duale

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ÅŽ / ÅŽ ÅŽØî ÅŽ / ÅŽ  

Genitivo ÅŠ‹Œ ÅŽØ‹Œ ÅŠ‹Œ

 Dativo ÅŠ‹Œ ÅŽØ‹Œ ÅŠ‹Œ

 Accusativo ÅŽ / ÅŽ ÅŽØî ÅŽ / ÅŽ  

Vocativo ÅŽ / ÅŽ ÅŽØî ÅŽ / ÅŽ  

Plurale

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ÅŽ¾ ÅŽ‹ Å

Genitivo ÅÉŒ ÅŽ‹®Œ ÅÉŒ

 Dativo Ž‹(Œ) ÅŽØ‹¾ Ž‹(Œ)

 Accusativo ÅŽ Ŏؾ Å

Vocativo ÅŽ ÅŽ‹ Å

Il nominativo maschile e i casi retti del neutro si formano sul grado zero (*ÅÌ > Åä-); nel singolare il nominativo

maschile € sigmatico e i casi retti del neutro e il vocativo maschile mostrano il puro tema. Il femminile € formato sul

grado medio (*ÅÌ-): *ÅÌjï > *ÅjÌ> *Åjï > ƒ¥„·. Tranne, e solo eventualmente, al duale, non si

producono contrazioni.

Gli aggettivi di questo gruppo sono sempre accentati sull'ultima sillaba, tranne Ù‰™Œ, Ä…™„‰, Ù‰™ "mezzo",

Ÿ¡Œ, Ÿ‘„‰, Ÿ¡ "femminile" ed ¦«¥„‰, femminile di ¦¥Œ, ¦«¥„‰, ¦¥ "leggero"[7].

Aggettivi a due usciteCome per i corrispondenti della prima classe, questi aggettivi sono soprattutto composti. Essendo composti, l'accento

tende a collocarsi all'inizio della parola.

Temi in nasale

‡ Declinazione di ™”¤’‡†, ™¼¤’Ž† (< *½Š-‰’ŠŒ) "saggio" (tema in -ŠŒ-)

Singolare

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Aggettivi della seconda classe 58

Maschile e Femminile Neutro

 Nominativo ½Ö‰’ÉŒ ½®‰’ŠŒ

Genitivo ½Ö‰’ŠŒŠ¾ ½Ö‰’ŠŒŠ¾

 Dativo ½Ö‰’ŠŒ‹ ½Ö‰’ŠŒ‹

 Accusativo ½Ö‰’ŠŒ ½®‰’ŠŒ

Vocativo ½®‰’ŠŒ ½®‰’ŠŒ

Duale

Maschile e Femminile Neutro

 Nominativo ½Ö‰’ŠŒŽ ½Ö‰’ŠŒŽ

Genitivo ½É‰’¤ŒŠ‹Œ ½É‰’¤ŒŠ‹Œ

 Dativo ½É‰’¤ŒŠ‹Œ ½É‰’¤ŒŠ‹Œ

 Accusativo ½Ö‰’ŠŒŽ ½Ö‰’ŠŒŽ

Vocativo ½Ö‰’ŠŒŽ ½Ö‰’ŠŒŽ

Plurale

Maschile e Femminile Neutro

 Nominativo ½Ö‰’ŠŒŽ¾ ½Ö‰’ŠŒ

Genitivo ½É‰’¤ŒÉŒ ½É‰’¤ŒÉŒ

 Dativo ½Ö‰’Š½‹(Œ) ½Ö‰’Š½‹(Œ)

 Accusativo ½Ö‰’ŠŒ¾ ½Ö‰’ŠŒ

Vocativo ½Ö‰’ŠŒŽ¾ ½Ö‰’ŠŒ

Il tema € ½É‰’ŠŒ-. Il nominativo maschile/femminile singolare presenta allungamento apofonico di -Š- in -É-. I casi

retti del neutro singolare e il vocativo maschile/femminile singolare presenta il puro tema. Al dativo plurale la caduta

di -Œ- non provoca allungamento di compenso per analogia con sostantivi.

Del tutto simile € anche la declinazione dei temi in -ŽŒ- come ®’’‹†, ®’’„† "maschile".

Temi in -„™-

‡ Declinazione di „ݸ„†‘Œ, „ݸ„†˜Œ "nobile"

Singolare

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Aggettivi della seconda classe 59

Maschile e Femminile Neutro

 Nominativo Žὐ‘ŽŒâ¾ Žὐ‘ŽŒ¾

Genitivo Žὐ‘ŽŒŠ³¾ (< *Žὐ‘ŽŒ½Š¾) Žὐ‘ŽŒŠ³¾ (< *Žὐ‘ŽŒ½Š¾)

 Dativo Žὐ‘ŽŒŽ (< *Žὐ‘ŽŒ½‹) Žὐ‘ŽŒŽ (< *Žὐ‘ŽŒ½‹)

 Accusativo Žὐ‘ŽŒ› (< *Žὐ‘ŽŒ½) Žὐ‘ŽŒ¾

Vocativo Žὐ‘ŽŒ¾ Žὐ‘ŽŒ¾

Duale

Maschile e Femminile Neutro

 Nominativo Žὐ‘ŽŒŽ (< *Žὐ‘ŽŒ½Ž) / Žὐ‘ŽŒ› Žὐ‘ŽŒŽ (< *Žὐ‘ŽŒ½Ž) / Žὐ‘ŽŒ›

Genitivo Žὐ‘ŽŒŠŒ (< *Žὐ‘ŽŒ½Š‹Œ) Žὐ‘ŽŒŠŒ (< *Žὐ‘ŽŒ½Š‹Œ)

 Dativo Žὐ‘ŽŒŠŒ (< *Žὐ‘ŽŒ½Š‹Œ) Žὐ‘ŽŒŠŒ (< *Žὐ‘ŽŒ½Š‹Œ)

 Accusativo Žὐ‘ŽŒŽ (< *Žὐ‘ŽŒ½Ž) / Žὐ‘ŽŒ› Žὐ‘ŽŒŽ (< *Žὐ‘ŽŒ½Ž) / Žὐ‘ŽŒ›

Vocativo Žὐ‘ŽŒŽ (< *Žὐ‘ŽŒ½Ž) / Žὐ‘ŽŒ› Žὐ‘ŽŒŽ (< *Žὐ‘ŽŒ½Ž) / Žὐ‘ŽŒ›

Plurale

Maschile e Femminile Neutro

 Nominativo Žὐ‘ŽŒŽ¾ (< *Žὐ‘ŽŒ½Ž¾) Žὐ‘ŽŒ› (< *Žὐ‘ŽŒ½)

Genitivo Žὐ‘ŽŒ®Œ (< *Žὐ‘ŽŒ½ÉŒ) Žὐ‘ŽŒ®Œ (< *Žὐ‘ŽŒ½ÉŒ)

 Dativo Žὐ‘ŽŒ½‹(Œ) (< *Žὐ‘ŽŒ½½‹(Œ)) Žὐ‘ŽŒ½‹(Œ) (< *Žὐ‘ŽŒ½½‹(Œ))

 Accusativo Žὐ‘ŽŒŽ¾ (< *Žὐ‘ŽŒ½Ž¾) Žὐ‘ŽŒ› (< *Žὐ‘ŽŒ½)

Vocativo Žὐ‘ŽŒŽ¾ (< *Žὐ‘ŽŒ½Ž¾) Žὐ‘ŽŒ› (< *Žὐ‘ŽŒ½)

Il tema € Žὐ‘ŽŒ½-. In questo gruppo di aggettivi l'accento cade solitamente sull'interfisso -Ž½-; il -½- dell'interfisso

cade sempre lasciando l'-Ž- e le vocali della desinenza libere di contrarsi. Al nominativo maschile/femminile

singolare -Ž- si allunga in -¨- per allungamento apofonico. Nei casi retti singolari del neutro e al vocativo singolare

maschile/femminile troviamo il puro tema.

Temi in dentale

‡ Declinazione di ®¥’‰Œ, ®¥’‰ "sgraziato"

Singolare

Maschile e Femminile Neutro

 Nominativo —Å’‹¾ —Å’‹

Genitivo ðÅ“’‹Š¾ ðÅ“’‹Š¾

 Dativo ðÅ“’‹‹ ðÅ“’‹‹

 Accusativo ðÅ“’‹ —Å’‹

Vocativo —Å’‹ —Å’‹

Duale

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Aggettivi della seconda classe 61

Maschile e Femminile Neutro

 Nominativo ð°“Š’Ž¾ ð°“Š’

Genitivo 𰤒Ɍ 𰤒Ɍ

 Dativo ð°“Š’½‹(Œ) ð°“Š’½‹(Œ)

 Accusativo ð°“Š’¾ ð°“Š’

Vocativo ð°“Š’Ž¾ ð°“Š’

Il tema € ð°Š’-. Il nominativo maschile/singolare mostra il puro tema con allungamento apofonico; i casi retti del

neutro singolare e il vocativo singolare maschile/femminile mostrano il puro tema.

Temi in vocale

I temi in vocale si dividono in -‹- e in -Á-, che danno rispettivamente le uscite -‰Œ, -‰ e -Œ, -.

‡ Declinazione di ÞŠ’‰Œ, ÞŠ’‰ "esperto"

SingolareMaschile e Femminile Neutro

 Nominativo   ἴŸ’‹¾   ἴŸ’‹

Genitivo   ἴŸ’‹Š¾   ἴŸ’‹Š¾

 Dativo   ἴŸ’‹‹   ἴŸ’‹‹

 Accusativo   ἴŸ’‹   ἴŸ’‹

Vocativo   ἴŸ’‹   ἴŸ’‹

Duale

Maschile e Femminile Neutro

 Nominativo   ἴŸ’‹Ž   ἴŸ’‹Ž

Genitivo Ÿ’ØŠ‹Œ Ÿ’ØŠ‹Œ

 Dativo Ÿ’ØŠ‹Œ Ÿ’ØŠ‹Œ

 Accusativo   ἴŸ’‹Ž   ἴŸ’‹Ž

Vocativo   ἴŸ’‹Ž   ἴŸ’‹Ž

Plurale

Maschile e Femminile Neutro

 Nominativo   ἴŸ’‹Ž¾   ἴŸ’‹

Genitivo Ÿ’ØÉŒ Ÿ’ØÉŒ

 Dativo   ἴŸ’‹½‹(Œ)   ἴŸ’‹½‹(Œ)

 Accusativo   ἴŸ’‹¾   ἴŸ’‹

Vocativo   ἴŸ’‹Ž¾   ἴŸ’‹

Il tema € Ÿ’‹-. La declinazione € del tutto regolare; da notare al dativo singolare i due -‹-, uno del tema e uno della

desinenza.

‡ Declinazione di „ß–Žƒ’Œ, „ß–Žƒ’ "dai bei grappoli"

Singolare

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Aggettivi della seconda classe 62

Maschile e Femminile Neutro

 Nominativo ŽÿšŠ’Á¾ ŽÿšŠ’Á

Genitivo Žὐš¤’ÁŠ¾ Žὐš¤’ÁŠ¾

 Dativo Žὐš¤’Á‹ Žὐš¤’Á‹

 Accusativo Žὐš¤’Á ŽÿšŠ’Á

Vocativo ŽÿšŠ’Á ŽÿšŠ’Á

Duale

Maschile e Femminile Neutro

 Nominativo Žὐš¤’ÁŽ Žὐš¤’ÁŽ

Genitivo ŽὐšŠ’䊋Œ ŽὐšŠ’䊋Œ

 Dativo ŽὐšŠ’䊋Œ ŽὐšŠ’䊋Œ

 Accusativo Žὐš¤’ÁŽ Žὐš¤’ÁŽ

Vocativo Žὐš¤’ÁŽ Žὐš¤’ÁŽ

Plurale

Maschile e Femminile Neutro

 Nominativo Žὐš¤’ÁŽ¾ Žὐš¤’Á

Genitivo ŽὐšŠ’äÉŒ ŽὐšŠ’äÉŒ

 Dativo Žὐš¤’Á½‹(Œ) Žὐš¤’Á½‹(Œ)

 Accusativo Žὐš¤’Á¾ Žὐš¤’Á

Vocativo Žὐš¤’ÁŽ¾ Žὐš¤’Á

Il tema € ŽὐšŠ’Á-. Altro aggettivo € „ß“‹¥Œ, „ß“‹¥ "dalle belle braccia" (tema alternante Žὐ°¨ÅÁ-/Žὐ°¨ÅŽÌ-, dal

grado zero si ricava il singolare, dal grado medio il duale e il plurale), che si declina come il sostantivo da cui €

derivato °âÅÁ¾, °âŎɾ, tranne al genitivo singolare, in cui esce regolarmente Žὐ°âÅŽŠ¾.

Aggettivi a una uscitaIn questi aggettivi le forme neutre si limitano solo all'accusativo singolare (uguale al nominativo) e ai casi retti del

plurale (in -), ma comunque di uso raro. I temi possono essere:

‡ in -Œ-:£‚«Œ, £‚«†ƒŽŒ

"instancabile"‡ in nasale: £“ƒ‘†, £“ƒ¡†ŽŒ "senza ali"

‡ in gutturale: ¹’“§, ¹’“¸ŽŒ "rapace"

‡ in liquida: Ä…Ÿ‹’, Ä…Ÿ‹’ŽŒ "mezzo belva"

‡ in labiale: ¿Š’‡¨, ¿Š’‡“ŽŒ "idropico"

‡ in vocale: †‘™ƒ‰Œ, †‘™ƒ‰ŽŒ "digiuno"; questi temi si mescolano talvolta a quelli in dentale, dando Œâ½‹ŸŠ¾,

Œâ½‹Ÿ‹, ecc. à“Ž‰Œ "apolide, senza patria" pu„ essere a una o due uscite (—°Š˜‹¾, —°Š˜‹), ma la declinazione €

varia: pu„ essere in vocale (𰤘‹-Š¾, 𰤘‹-‹ ecc.) in dentale (𰤘‹Ÿ-Š¾, 𰤘‹Ÿ-‹ ecc.) e raramente pu„ seguire

anche la declinazione di °¤˜‹¾ (𰤘ŽÉ¾, 𰤘Ž‹ ecc.)

‡ in dentale: “˜†‹Œ, “˜†‹ƒŽŒ "povero"; i composti con -’ɾ "corno" possono seguire sia la terza declinazione

(-’ɾ, -’ÉŠ¾) sia, per analogia, la declinazione attica (-’ɾ, -’É).La declinazione non presenta problemi.

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Aggettivi della seconda classe 63

Aggettivi irregolariAlcuni aggettivi a tre uscite, molto frequenti, mostrano nei maschili e neutri una flessione alternante che segue ora la

terza, ora la seconda declinazione con un ampliamento nel tema, comportandosi in quest'ultimo caso come un

aggettivo della prima classe; il femminile segue regolarmente la prima declinazione, con il tema ampliato. Questi

aggettivi sono ˜¸Œ, „¸«‹, ˜¸ e “ŽŒ, “Ž‘, “Ž.

‡ Declinazione di ˜¸Œ, „¸«‹, ˜¸ "grande, importante":

Singolare

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ”‘¾ ”Ž‘“˜¨ ”‘

Genitivo ”Ž‘“˜ŠÁ ”Ž‘“˜¨¾ ”Ž‘“˜ŠÁ

 Dativo ”Ž‘“˜ò ”Ž‘“˜ã ”Ž‘“˜ò

 Accusativo ”‘Œ ”Ž‘“˜¨Œ ”‘

Vocativo ”‘¾ ”Ž‘“˜¨ ”‘

Duale

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ”Ž‘“˜É ”Ž‘“˜î ”Ž‘“˜É

Genitivo ”Ž‘“˜Š‹Œ ”Ž‘“˜‹Œ ”Ž‘“˜Š‹Œ

 Dativo ”Ž‘“˜Š‹Œ ”Ž‘“˜‹Œ ”Ž‘“˜Š‹Œ

 Accusativo ”Ž‘“˜É ”Ž‘“˜î ”Ž‘“˜É

Vocativo ”Ž‘“˜É ”Ž‘“˜î ”Ž‘“˜É

Plurale

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo ”Ž‘“˜Š‹ ”Ž‘“˜‹ ”Ž‘“˜

Genitivo ”Ž‘“˜ÉŒ ”Ž‘“˜ÉŒ ”Ž‘“˜ÉŒ

 Dativo ”Ž‘“˜Š‹¾ ”Ž‘“˜‹¾ ”Ž‘“˜Š‹¾

 Accusativo ”Ž‘“˜ŠÁ¾ ”Ž‘“˜¾ ”Ž‘“˜

Vocativo ”Ž‘“˜Š‹ ”Ž‘“˜‹ ”Ž‘“˜

I temi sono ”Ž‘- e, con ampliamento, ”Ž‘˜Š-/”Ž‘˜-. Il primo, che segue la terza declinazione, si ritrova solo neicasi retti del maschile e neutro singolare; il secondo, che segue la prima e la seconda declinazione, forma tutto il

resto della flessione, comportandosi come gli aggettivi della prima classe a tre uscite.

‡ Declinazione di “ŽŒ, “Ž‘, “Ž "molto":

Singolare

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Aggettivi della seconda classe 64

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo °Š˜ä¾ °Š˜˜â °Š˜ä

Genitivo °Š˜˜Š³ °Š˜˜›¾ °Š˜˜Š³

 Dativo °Š˜˜ç °Š˜˜ß °Š˜˜ç

 Accusativo °Š˜äŒ °Š˜˜âŒ °Š˜ä

Vocativo °Š˜ä¾ °Š˜˜â °Š˜ä

Plurale

Maschile Femminile Neutro

 Nominativo °Š˜˜ŠØ °Š˜˜Ø °Š˜˜“

Genitivo °Š˜˜®Œ °Š˜˜®Œ °Š˜˜®Œ

 Dativo °Š˜˜ŠØ¾ °Š˜˜Ø¾ °Š˜˜ŠØ¾

 Accusativo °Š˜˜Šä¾ °Š˜˜“¾ °Š˜˜“

Vocativo °Š˜˜ŠØ °Š˜˜Ø °Š˜˜“

I temi sono °Š˜Á- e, con ampliamento, °Š˜˜Š-/°Š˜˜-. Il primo, che segue la terza declinazione, si ritrova solo nei

casi retti del maschile e neutro singolare; il secondo, che segue la prima e la seconda declinazione, forma tutto il

resto della flessione, comportandosi come gli aggettivi della prima classe a tre uscite.

Note[1] L'opposizione in questo caso € quella antica indoeuropea fra animato (maschile e femminile) e inanimato (neutro).

[2] Bottin, Quaglia, Marchiori, Il nuovo lingua greca, Minerva italica, 2002

[3] Agnello, Orlando, Manuale del greco antico, Palumbo

[4] Agnello, Orlando, Manuale del greco antico, Palumbo

[5] Agnello, Orlando, Manuale del greco antico, Palumbo

[6] Agnello, Orlando, Manuale del greco antico, Palumbo

[7] Agnello, Orlando, Manuale del greco antico, Palumbo

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Avverbi 65

AvverbiIn greco antico, come anche in altre lingue, sono presenti gli avverbi, ovvero parti invariabili del discorso. In

particolare, gli avverbi si dividono in varie categorie.

FormazionePer quanto riguarda la formazione, gli avverbi possono essere o primitivi o derivati. Gli avverbi derivati si formano:

‡‡ dagli aggettivi, sostituendo all'uscita -ÉŒ del genitivo plurale il suffisso -ɾ (l'accento va sulla sillaba dove va al

genitivo plurale). Sono questi gli avverbi di modo. Es. ¤¾, "cattivo", genitivo plurale ®Œ, avverbio

®¾, "male"; ‰Ø˜Š¾, "amico", genitivo plurale ‰Ø˜ÉŒ, avverbio ‰Ø˜É¾, "amichevolmente"; š’Ÿä¾, "lento",

genitivo plurale š’ŸÉŒ, avverbio š’ŸÉ¾, "lentamente";

‡ dagli aggettivi, usando l'accusativo neutro singolare o plurale (accusativo avverbiale). Es. ”‘¾, "grande",

accusativo neutro singolare ”‘, avverbio ”‘, "grandemente"; °Š˜ä¾, "molto", accusativo neutro plurale

°Š˜˜“, avverbio °Š˜˜“, "spesso";

‡ da nomi o aggettivi femminili, usando il dativo singolare (dativo strumentale) o l'accusativo singolare (accusativo

avverbiale). Es. ἴŸ‹Š¾, "privato", dativo singolare femminile ŸØà, avverbio ŸØà, "privatamente"; ð’Åâ,

"principio", accusativo singolare ð’ÅâŒ, avverbio ð’ÅâŒ, "in principio";

‡‡ da preposizione+nome;

‡‡ da un verbo;

‡‡ da temi nominali, aggettivali o verbali con dei suffissi (-Ø come in ôŒŠ”½Ø, "per nome", dal tema ôŒŠ”- di

þŒŠ”, ôŒ¤”Š¾, "nome"; -Ÿ¨Œ come in ’䚟¨Œ "di nascosto", dal tema ’Á‰- di ’ä°É, "nascondere"; -Ÿ¤Œ

come in ½ÅŽŸ¤Œ, "vicino, quasi" dal tema ½ÅŽ- ad esempio di ×ÅÉ "avere"; -ŽØ come in ð”ÅŽØ "senza

combattere", dal tema ”Å- di ”“Ũ, "battaglia")

a) Gli avverbi aggettivali si formano dagli aggettivi, sia della prima sia della seconda classe, mediante laterminazione -ɾ (che in pratica si sostituisce alla terminazione -ÉŒ del G. plurale): Es. ¤¾ <cattivo> G. plurale

®Œ avverbio ®¾, <male>

„…†‡ˆ <amico> G. plurale „…†‰Š avverbio „…†‰ˆ, <amichevolmente>

‹ŒŽˆ <lento> G. plurale ‹ŒŽ‰Š avverbio ‹ŒŽ‰ˆ <lentamente>

In greco qualsiasi aggettivo pu„ formare un avverbio aggettivale. Tali avverbi sono definiti anche qualificativi, in

quanto, come gli aggettivi corrispondenti, esprimono una qualit• o un modo; questa tuttavia non € una loro

prerogativa, perchˆ esistono anche alcuni avverbi non aggettivali, benchˆ in un numero piuttosto ridotto, che possano

esprimere un modo.

b) Gli altri avverbi greci, cio€ quelli non aggettivali, sono un insieme piuttosto eterogeneo per formazione esignificato. Sono spesso definiti circostanziali in quanto la maggior parte di essi esprime non una qualit•, bensƒ una

circostanza o una condizione (ma in alcuni casi anche un modo). Tra le categorie di significato da essi espresse

possiamo ricordare:

Luogo: ׌«, <qui>, ÕŽ, <lƒ>, —ŒÉ, <in alto>, “É, <gi‚>, ׌ŸŠŒ, <dentro>, û¶É, <fuori>, °ŒÅŠ³,

<dappertutto>, —˜˜Š«‹ <altrove> ecc. Tempo: Œ³Œ, <adesso>, ┎’ŠŒ <oggi>, ðŽØ, <sempre>, Šÿ°ŠŽ, <mai>,

ὐØ, <subito>, °Š˜˜“‹¾ <spesso> ecc. Modo: ’䚟¨Œ, ’䚟 <di nascosto>, ½°Š’“Ÿ¨Œ <sparsamente>

Quantit• o Misura: ”“˜, “’, ½‰¤Ÿ’, <molto>, ©, <poco>, —‘Œ, <troppo> ecc. Affermazione e Negazione:

ŒØ (sƒ), °“ŒÁ <davvero>, ŠὐŸ <nemmeno>, ἥ‹½ <niente affatto> ecc. Dubbio:  ἴ½É¾ <forse>, “Å

<probabilmente> ecc.

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Avverbi 66

Avverbi di modo formati da aggettiviLa loro formazione consiste nel sostituire il -Œ del genitivo plurale di un aggettivo con un -¾. Esempi:

‡‡ «Á”½¾®¾ da «Á”½¤¾,â,¤Œ

‡‡ š«É¾ da š«ä¾,Ž, ä

‡ ˜‹°’®¾(<*˜‹°’½É¾) da ̃ ‹°’â¾,¾

‡‡ ŽὐŸ‹”¤ŒÉ¾ da ŽὐŸØ”ÉŒ, ŠŒ

Si traducono con la locuzione "in modo" seguita dall'aggettivo di grado positivo oppure con l'avverbio

corrispondente.

Avverbi costituiti da forme cristallizzateQuest'altra tipologia di avverbi € formata da quelle forme di aggettivi o pronomi cristallizzati in un solo caso. La

traduzione € varia ed € comunque segnalata dal vocabolario. Esempi:

‡‡ 唊³ = Insieme

‡‡ ðŒ“‘ã = Necessariamente‡‡ ð’Å⌠= Da principio

Avverbi di quantit€Quest'altra categoria € costituita da tutti quegli avverbi formati dagli accusativi neutri (singolari o plurali) dai

pronomi o aggettivi indicanti quantit•. La traduzione, anche qui, € varia. Esempi:

‡‡ °Š˜ä/°Š˜˜“ da °Š˜ä¾,°Š˜˜â,°Š˜ä = Molto

‡‡ ŠὐŸŒ da ŠὐŸŽ¾,ŠὐŸŽ”Ø,ŠὐŸŒ = Per nulla

Avverbi suffissaliQuesti avverbi sono formati da temi di sostantivi, verbi o pronimi con l'aggiunta di suffissi caratterizzanti. I suffissi

sono: -«‹, -‹, -½‹(Œ)(per lo stato in luogo), -¦Ž, -ŸŽ, -½Ž (per il moto a luogo), -«ŽŒ(per il moto da luogo), -ŸŠŒ, -Ÿ¨Œ,

-Ž‹, ‹ (per il modo). Esempi:

‡‡ ½ÅŽŸ¤Œ (dal tema di ×ÅŠ”‹) = vicino, quasi

‡‡ šŸâŒ (dal tema di šØŒÉ) = al passo

‡‡ ð”ÅŽØ (da ð+”“¨) = senza combattere

‡‡ 혘¨Œ‹½Ø (dal tema di 혘¨ŒØ¦É) = in greco, alla greca

‡‡ Š ἴŠ«‹ (Š ἶ Š¾) = in casa

‡‡ Š ἴŠ‹ (Š ἶ Š¾) = in casa

‡‡   Ἀ«âŒ¨½‹(Œ) (Ἀ«âŒ‹) = ad Atene

‡‡   Ἀ«âŒ¦Ž (Ἀ«âŒ‹) = verso Atene

‡‡ Š ἴŸŽ (Š ἶ Š¾) = verso casa

‡‡ —˜˜Š½Ž (𘘤¾, â, ¤Œ) = altrove

‡‡ Š ἴŠ«ŽŒ (Š ἶ Š¾) = da casa

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Interiezioni 67

InteriezioniL'interiezione, che spesso si premette ai complementi esclamativi, esprime sentimenti di gioia, di dolore, di stupore,

di orrore, ecc. A volte € parola onomatopeica, cio€ imitante il suono che vuol riprodurre. Le interiezioni pi‚ comuni

sono:

Interiezione Significato Note

Ê oh! o + nome (particella vocativa)

Ž ἶ , Žÿ‘Ž coraggio! evviva!

ŽὐŠ evo€! tipico delle feste bacchiche

 ἶ , , × (spesso ripetuta) ahi! lamento

Ö, Žä oh! dolore

ôŠŠ, ôŠŠŠ ohi! lamento

ð, ‰Ž³ ahi! ahim€! dolore

â oh! gioia

°°, °°‹“¶ oh! oh! meraviglia

šš, šš‹“¶ ah! ah! gioia

Š“¶ (onomatopeico) imitazione comica del gracidare delle rane

Š ΐ (onomatopeico) imitazione comica del grugnito dei porci

† da sottolineare che anche l'Ê del vocativo € un'interiezione (non esistono forme dell'articolo al vocativo). Come

interiezioni sono pure usate alcune voci verbali, che hanno perduto il loro originario significato, quali:

Interiezioni SignificatoŽ ἶ ŽŒ bene!

ŸŠä ecco!

—‘Ž Ÿâ, ð˜ '̃—‘Ž, —‘Ž ors‚! via!

—‘ŽŽ, ‰’Ž, ‰’Ž Ÿâ ors‚! bene!

 ἴ«‹ ors‚!

—°‘Ž l€vati!

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Verbo 68

VerboIl verbo greco, come in italiano, esprime la nozione di tempo (passato, presente e futuro), di persona (1á, 2á e 3á)

e di numero; in particolare, oltre al numero singolare e plurale esso presenta anche il duale, limitato alla seconda e

alla terza persona ( voi due, loro due) : esso si riferisce ad un concetto espresso da una coppia ( "due buoi arano, voi

due fratelli giocate, etc."). Il verbo greco si articola inoltre nei vari modi, quali lindicativo, il congiuntivo,l'ottativo, l'imperativo, il participio, l'infinito ed esprime tre 'di€tesi, distinte in attiva, media e passiva. Ma la

differenza pi‚ rilevante del verbo greco, rispetto a quello italiano € la caratteristica dell 'aspetto (o qualit€)

dell'azione, che € la maniera in cui l'azione o la condizione espresa dal verbo viene vista da chi parla o da chi scrive.

Esso ci indica se, indipendentemente dalla nozione di tempo , l'azione viene vista:

‡ nel suo svolgersi e nella sua continuit• ( aspetto imperfettivo o durativo);

‡ nel suo valore assoluto, cio€ nel suo semplice accadere ( aspetto assoluto o puntuale);

‡ come gi• conclusa nel passato, ma i cui effetti perdurano ancora nel momento in cui si parla o si scrive ( aspetto

resultativo'-'stativo).

Il presente, cosƒ come l'imperfetto, esprime l'aspetto imperfettivo o durativo. Il greco presenta, infine, dueconiugazioni :

‡ la coniugazione tematica dei verbi in -‡, detti cosƒ dalla terminazione della prima persona singolare

dell'indicativo presente attivo (‘’“‰-É);

‡ la coniugazione atematica dei verbi in -‰, detti cosƒ dalla terminazione della prima persona singolare del

presente attivo ( ‰¨-”Ø).

Il verbo greco conosce quattro sistemi temporali fondamentali. A ognuno di essi € associato un determinato aspetto

verbale, o qualit• dell'azione, in relazione alla sua durata o compiutezza. tali sistemi temporali sono:

‡ il presente, tema temporale che definisce un'azione non compiuta e durativa, con sfumature conative ("tentare

di...") o iterative o di consuetudine;

‡ il futuro, che indica un'azione futura rispetto al momento della sua enunciazione;

‡ l'aoristo, che indica un'azione momentanea, colta nel momento finale del suo compiersi, senza alcuna

conseguenza perdurante nel presente;

‡ il perfetto, che indica uno stato nel presente risultante da un'azione passata (azione di aspetto resultativo).

A partire da questi quattro temi temporali, che costituiscono l'ossatura del paradigma del verbo greco, si formano

tutti i tempi verbali del greco, che sono nel complesso sette:

‡ sul tema del presente, si formano due tempi: lo stesso presente, in tutti i suoi modi e l'w:imperfetto

indicativoimperfetto indicativo, indicante un'azione durativa nel passato (e corrispondente in linea di massima

all'imperfetto italiano),

‡ sul tema del futuro si forma il futuro semplice, in tutti i suoi modi;‡ sul tema dell'aoristo si forma l'aoristo in tutti i suoi modi (esso corrisponde a due tempi italiani, passato remoto e

trapassato remoto);

‡ sul tema del perfetto si formano tre tempi: il perfetto stesso, indicante uno stato presente derivante da azione

passata; il piuccheperfetto, indicante uno stato passato derivante da un'azione ancora anteriore; il futuro esatto o

futuro perfetto (solo impropriamente definito futuro anteriore), indicante lo stato futuro derivante da un'azione

presente o futura. I tempi del perfetto, per la loro peculiare valenza, non hanno una e una sola corrispondenza con

i tempi italiano, ma assumono diverse funzioni, tutte relative all'idea del risultato presente, passato o futuro, di

un'azione precedente.

I tempi del verbo greco si dividono in due categorie:

‡ i tempi principali, presente, futuro, perfetto, futuro esatto, che hanno valore di azione presente o futura, e

assumono le desinenze primarie, caratterizzate dalla tipica ‰ finale;

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Verbo 70

Altre funzioni del medio:

‡   Medio reciproco: corrisponde al riflessivo reciproco italiano;

‡   Medio dinamico: indica un'azione in cui il soggetto € fortemente coinvolto, connotazione che la forma attiva non

renderebbe; il medio dinamico di un verbo transitivo pu„ reggere l'accusativo, cio€ un compl. oggetto;

‡   Medio d'interesse: indica un'azione che il soggetto compie a proprio vantaggio: il medio di interesse di un verbo

transitivo pu„ reggere l'accusativo, cio€ un compl. oggetto.

Verbi deponenti e verbi semideponenti

Come in latino, in sanscrito e in molte altre lingue antiche, alcuni verbi greci depongono la forma attiva e hanno solo

la forma media, che ha per„ valore attivo: essi perci„ vengono definiti verbi deponenti medii. Ess.:

‡ «¥Ž‰, "combatto";

‡ ¸…¸†Ž‰: "divengo, nasco, sono", alla 3º persona sing. e plur. vale "accade, accadono";

‡ –ŽŽ‰: "decido, voglio".

Molti verbi greci sono deponenti in alcune forme, e regolari in altre: cosƒ il verbo ¸…¸†Ž‰, "divengo, nasco,

accado, sono", ha un perfetto ¸˜¸Ž†, non deponente (simili paradigmi verbali vengono definiti semideponenti,poichˆ depongono l'attivo solo in parte).

Lo stesso verbo atematico „È…, "sono, esisto", ha un futuro deponente: •™Ž‰ "sar„".

Presente

PremesseIl presente dei verbi in -‡ € caratterizzato dall'inserzione, sulla radice verbale, di una vocale tematica, su cui a loro

volta si inseriscono le terminazioni.Nella forma attiva:

‡ la vocale tematica si presenta come Ž Ž ‡ davanti a † (anche se questa € poi caduta) e , mentre si presenta

come „ „‰ ‹ davanti a dentale (™ e ƒ);

‡ le desinenze principali (tipiche del presente indicativo e congiuntivo), della coniugazione tematica sono:

singolare I, II, III pers., ‡ Œ -, duale II e III pers. ƒŽ† ƒŽ†, plurale, I, II, III pers., „†, ƒ„, (†) ™‰;

‡‡ la desinenza della III pers. plur. si forma cosƒ: *˜ä-Š-Œ½‹; si assibila a ½ creando il gruppo ½½ che si semplifica

in ½; caduta di Œ e allungamento di compenso di Š: ˜äŠÁ½‹.

‡ le desinenze secondarie (tipiche in parte del presente ottativo) sono: singolare I, II, III pers., (†) Œ -, duale II e III

pers. ƒŽ† ƒ‹†, plurale, I, II, III pers., „†, ƒ„, †;‡‡ il suffisso del congiuntivo € una vocale tematica allungata;

‡ il suffisso dell'ottativo tematico € -Ž‰(„)- (desinenze atipiche: prima persona singolare -‰, presa a prestito dai

verbi atematici, in sostituzione dell'antica desinenza -†, divenuta poco riconoscibile);

‡ l'imperativo manca delle prime persone, non ha desinenza nella seconda singolare, ha le seconde persone duali e

plurali con le stesse desinenze dell'indicativo; le terze persone di tutti e tre i numeri sono caratterizzate

dall'elemento ƒ‡: -ƒ‡ -ƒ‡† -†ƒ‡†.

Nella forma medio-passiva:

‡‡ la vocale tematica, il suffisso del congiuntivo, il suffisso dell'ottativo sono gli stessi che si trovano nella forma

attiva;

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Presente 71

‡ le desinenze principali (tipiche del presente indicativo e congiuntivo), della coniugazione tematica sono:

singolare I, II, III pers., ‰ ‰ ƒ‰, duale II e III pers. ™ŸŽ† ™ŸŽ†, plurale, I, II, III pers., „Ÿ, ™Ÿ„, †ƒ‰;

‡ le desinenze secondarie (tipiche del presente ottativo) sono: singolare I, II, III pers., ‹† Ž ƒŽ, duale II e III pers.

™ŸŽ† ™Ÿ‹†, plurale, I, II, III pers., „Ÿ, ™Ÿ„, †ƒŽ;

‡ l'imperativo, sempre mancante delle prime persone, ha desinenze secondarie nelle seconde persone singolare

duale e plurale Ž ™ŸŽ† ™Ÿ„; le terze persone di tutti e tre i numeri sono caratterizzate dall'elemento ™Ÿ‡: -™Ÿ‡-™Ÿ‡†.

‡ le desinenze (™) ‰ (™) Ž si contraggono sistematicamente con le vocali tematiche; solo nell'ottativo (™) Ž si

appoggia al suffisso modale senza contrarsi.

Paradigma del presente tematico attivo e passivoFatte queste premesse, il paradigma tipico dei modi finiti del presente di un verbo in ‡ si coniuga secondo l'esempio

del verbo ‡, "sciogliere":

Declinazione del participio presente

1. Participio presente attivo

Il participio presente segue la terza declinazione dei temi in -†ƒ nel maschile e nel neutro, mentre si conforma alla primadeclinazione in alfa impuro breve nel femminile. In tutto il paradigma, vocativo e nominativo sono identici.

‡‡ Singolare:

‡ nom. masch. ˜äÉŒ femm. ˜äŠÁ½ neu. ˜³ŠŒ‡ gen. masch. ˜äŠŒŠ¾ femm. ˜uŠä½¨¾ neu. ˜äŠŒŠ¾.‡ dat. masch. ˜äŠŒ‹ femm. ˜ÁŠä½ã neu. ˜äŠŒ‹‡ acc. masch. ˜äŠŒ femm. ˜äŠÁ½Œ neu. ˜³ŠŒ

‡‡ Duale:

‡ nom. masch. ˜äŠŒŽ femm. ˜ÁŠä½ neu. ˜äŠŒŽ

‡ gen. masch. ˜Á¤ŒŠ‹Œ femm. ˜ÁŠä½‹Œ neu. ˜Á¤ŒŠ‹Œ.‡ dat. masch. ˜Á¤ŒŠ‹Œ femm. ˜ÁŠä½‹Œ neu. ˜Á¤ŒŠ‹Œ‡ acc. masch. ˜äŠŒŽ femm. ˜ÁŠä½ neu. ˜äŠŒŽ

‡‡ Plurale:

‡ nom. masch. ˜äŠŒŽ¾ femm. ˜äŠÁ½‹ neu. ˜äŠŒ‡ gen. masch. ˜Á¤ŒÉŒ femm. ˜ÁŠÁ½®Œ neu. ˜Á¤ŒÉŒ.‡ dat. masch. ˜äŠÁ½‹ femm. ˜ÁŠä½‹¾ neu. ˜äŠÁ½‹‡ acc. masch. ˜äŠŒ¾ femm. ˜ÁŠä½¾ neu. ˜äŠŒ

2. Participio presente medio-passivo

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Presente 72

Il participio presente medio passivo € un semplice aggettivo di I classe, che segue la II declinazione nel maschile e nelneutro, e la I declinazione in alfa impura lunga nel femminile. Nella declinazione, il vocativo € distinto dal nominativo solonel singolare maschile:

‡‡ Singolare:

‡ Nom. masch. ˜Á¤”ŽŒŠ¾ femm. ˜ÁŠ”Œ¨ neu. ˜Á¤”ŽŒŠŒ‡ Gen. masch. ˜ÁŠ”ŒŠÁ femm. ˜ÁŠ”Œ¨¾ neu. ˜ÁŠ”ŒŠÁ

‡ Dat. masch. ˜ÁŠ”Œò femm. ˜ÁŠ”Œã neu. ˜ÁŠ”Œò‡ Acc. masch. ˜Á¤”ŽŒŠŒ femm. ˜ÁŠ”Œ¨Œ neu. ˜Á¤”ŽŒŠŒ‡ Voc. masch. ˜Á¤”ŽŒŽ femm. ˜ÁŠ”Œ¨ neu. ˜Á¤”ŽŒŠŒ

‡‡ Duale:

‡ Nom. masch. ˜ÁŠ”ŒÉ femm. ˜ÁŠ”Œ neu. ˜ÁŠ”ŒÉ‡ Gen. masch. ˜ÁŠ”ŒŠ‹Œ femm. ˜ÁŠ”Œ‹Œ neu. ˜ÁŠ”ŒŠ‹Œ‡ Dat. masch. ˜ÁŠ”ŒŠ‹Œ femm. ˜ÁŠ”Œ‹Œ neu. ˜ÁŠ”ŒŠ‹Œ‡ Acc. masch. ˜ÁŠ”ŒÉ femm. ˜ÁŠ”Œ neu. ˜ÁŠ”ŒÉ

‡‡ Plurale:

‡ Nom. masch. ˜Á¤”ŽŒŠ‹ femm. ˜Á¤”ŽŒ‹ neu. ˜Á¤”ŽŒ‡ Gen. masch. ˜ÁŠ”ŒÉŒ femm. ˜ÁŠ”ŒÉŒ neu. ˜ÁŠ”ŒÉŒ‡

Dat. masch. ˜ÁŠ”ŒŠ‹¾ femm. ˜ÁŠ”Œ‹¾ neu. ˜ÁŠ”ŒŠ‹¾‡ Acc. masch. ˜ÁŠ”ŒŠÁ¾ femm. ˜ÁŠ”Œ¾ neu. ˜Á¤”ŽŒ

Il participio si concorda in genere, numero e caso col nome a cui si riferisce, se € usato come participio congiunto o comeattributo; pu„ essere sostantivato mediante l'articolo. L'attivo pu„ venire tradotto come participio attivo o gerundio attivo; ilmedio passivo come participio passivo, gerundio passivo o gerundio riflessivo.

Coniugazione attiva

 Indicativo Congiuntivo Ottativo Imperativo

1â singolare ˜äÉ ˜äÉ ˜äŠ‹”‹ -

 2‹ singolare ˜äŽ‹¾ ˜äã¾ ˜äŠ‹¾ ˜³Ž

 3‹ singolare ˜äŽ‹ ˜ä㠘䊋 ˜ÁÉ

 2‹ duale ˜äŽŠŒ ˜ä¨ŠŒ ˜äŠ‹ŠŒ ˜äŽŠŒ

 3‹ duale ˜äŽŠŒ ˜ä¨ŠŒ ˜ÁŠØ¨Œ ˜ÁÉŒ

1‹ plurale ˜äŠ”ŽŒ ˜äÉ”ŽŒ ˜äŠ‹”ŽŒ -

 2‹ plurale ˜äŽŽ ˜ä¨Ž ˜äŠ‹Ž ˜äŽŽ

 3‹ plurale ˜äŠÁ½‹ ˜äɽ‹ ˜äŠ‹ŽŒ ˜Á¤ŒÉŒ

˜ÁɽŒ

Il participio e l'infinito hanno le seguenti forme:

 Infinito participio

˜äŽ‹Œ   masch. ˜äÉŒ femm. ˜äŠÁ½ neu. ˜³ŠŒ

Coniugazione medio-passiva

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Imperfetto 75

In alcuni verbi inizianti per Ϝ-, si € avuto un aumento in ù- che, dopo la caduta del Ϝ  intervocalico ha subito la

metatesi quantitativa (scambio di quantit•) con la vocale successiva. Questi verbi sono:

‡ å’“É > íÖ’ŠŒ (<*ù¤’ŠŒ)

‡ Š‘É > ×ò‘ŠŒ (<*øŠ‹‘ŠŒ)

‡ ðŒŠØ‘É > ðŒò‘ŠŒ (<*ðŒâŠ‹‘ŠŒ)

Inoltre alcuni verbi presentano sia l'aumento in Õ- che quello in ù-, si pensa per analogia con il verbo «˜É/Õ«˜É.Questi verbi sono:

‡ «˜É/Õ«˜É > ׫Ž̃ ŠŒ/ø«Ž˜ŠŒ

‡ šŠä˜Š”‹ > ÕšŠÁ˜¤”¨Œ/ùšŠÁ˜¤”¨Œ

‡ ŸäŒ”‹ > ÕŸÁŒ“”¨Œ/ùŸÁŒ“”¨Œ

‡ ”˜˜É > ×”Ž˜˜ŠŒ/ø”Ž˜˜ŠŒ

In pi‚ ci sono alcuni verbi, inizianti per ¦ + vocale che, regolarmente, hanno l'aumento in É + vocale invariata con

seguente metatesi quantitativa, e cio€ ¦ + vocale aumentata. [Es. ÕŠ’“¦É> ÕÖ’¦ŠŒ (<*ù¤’¦ŠŒ)]

Aumento nei verbi compostiNei verbi composti l'aumento viene interposto tra l'ultima preposizione ed il verbo. [Ess. °’Š½š“˜˜É >

°’Š½š˜˜ŠŒ; Õ°Œ‰’É > Õ°Œ‰Ž’ŠŒ]

I verbi semplici con aumenti particolari, li conservano nei vari composti. [Es. °’Š½ÅÉ > °’Š½ŽÅŠŒ]

Ci saranno inoltre modifiche alle preposizioni:

‡‡ le preposizioni terminanti in vocale, la perdono (ad eccezione di ð”‰Ø e °Ž’Ø e °’¤, che la fonde con un eventuale

aumento sillabico dando origine a ŠÁ);

‡‡ le preposizioni che hanno subito modifiche nel presente, riprendono la loro forma originaria (a meno che tale

modifica non sia stata provocata da uno spirito aspro, in tal caso persiste);

‡‡ la proposizione Õ diventa Õ¶ in quanto viene a trovarsi davanti a vocale.In pi‚, alcuni verbi composti, sentiti dai parlanti come semplici, prendono l'aumento prima della preposizione. [Es.

«Ø¦É > Õ“«‹¦ŠŒ]

Pochi altri verbi composti, segnalati sul vocabolario, prendono un doppio aumento, il primo davanti alla

preposizione ed il secondo davanti al verbo. [Es. ðŒŠ’«¤É > ùŒÖ’ŠŠŒ]

FlessioneQui di seguito diamo la flessione dell'imperfetto del verbo ‡, che non presenta variazioni

 Indicativo attivo Indicativo medio-passivo

1â singolare טÁ-Ž† Õ˜Á¤-‹†

 2‹ singolare טÁ-„Œ Õ˜ä-Ž *

 3‹ singolare טÁ-„ Õ˜äŽ-ƒŽ

 2‹ duale Õ˜äŽ-ƒŽ† Õ˜äŽ-™ŸŽ†

 3‹ duale Õ˜Á-ƒ‹† Õ˜«-™Ÿ‹†

1‹ plurale Õ˜äŠ-„† Õ˜Á¤-„Ÿ

 2‹ plurale Õ˜äŽ-ƒ„ Õ˜äŽ-™Ÿ„

 3‹ plurale טÁ-Ž† Õ˜äŠ-†ƒŽ

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Imperfetto 76

‡‡ La seconda persona singolare, Õ˜äŠÁ, deriva da Õ˜Á-Ž-½Š con caduta del -½- intervocalico e contrazione di Ž ed Š

in ŠÁ.

Verbi contratti

I verbi contrattiUn gruppo abbastanza numeroso di verbi appartenenti alla 1a coniugazione € caratterizzato dal fatto che il tema del

presente termina in vocale. Ci„ determina delle conseguenze nella coniugazione dei tempi derivati dal presente (cio€

del presente stesso e dell'imperfetto). Ricorda infatti che tutte le desinenze di questi due tempi iniziano in vocale. Da

tenere presente che le vocali ‰ e seguite da vocale rimangono invariate e non determinano contrazione. Inoltre i

temi del presente della prima coniugazione non terminano mai in ‹ e ‡. Di conseguenza i verbi interessati a questo

discorso sono quelli il cui tema del presente termina in , „ oppure Ž.

Le normali regole della contrazione si applicano in tutti i casi, escluse le seguenti eccezioni: l'infinito presente attivo

dei verbi in -“É, la cui desinenza, nella forma contratta, € -êŒ anzichˆ -ëŒ;si tratta di un'eccezione solo apparente: nella desinenza -„‰† dell'infinito presente -„‰ non € un vero dittongo, ma una

forma grafica per indicare la vocale e chiusa lunga; di conseguenza, secondo norma, suono a seguito da suono e

produce come risultato una Û;

Alcuni verbi in -«‡ contraggono in ‹ anzichˆ in in tutti i casi in cui la desinenza inizia in Ž;

essi sono:

‡ ©«‡ = io vivo

‡ ‚†«‡ = io gratto

‡ ™«‡ = io sfrego

‡ ¥’«Ž‰ = io uso

‡ ¥’«‡ = io do responsi

‡ ¨«‡ = io raschio

‡ Š‰¨«‡ = io ho sete

‡ “„‰†«‡ = io ho fame

Le forme dei verbi in -˜‡ caratterizzati da tema del presente monosillabico sono contratte soltanto nei casi in cui la

desinenza inizia in Ž; di conseguenza, per esempio, la prima persona plurale del presente attivo del verbo “˜‡, = io

navigo, sar• “˜Ž„† e non “Ž°„†, mentre la seconda persona plurale sar• regolarmente “„·ƒ„.

Sul piano pratico accade che alcune forme contratte, pur derivando da forme non contratte differenti, risultino

identiche e possano quindi assumere valenze morfologiche diverse e identificabili solo in base al contesto. Per es. le

prime 3 persone singolari del presente dei verbi in -“É e in -¤É, sia nell'attivo che nel medio-passivo, sono identichenell'indicativo e nel congiuntivo. Da tenere presente che il fenomeno della contrazione si verific„ gradualmente nella

storia della lingua greca.

† questo il motivo per cui nei testi omerici e, di conseguenza, nei testi poetici, spesso si incontrano forme non

contratte. Cfr. per esempio il v. 627 del libro V dell'Iliade:

 ãŒ Žä å† “Ž†˜Ž†ƒŽ ‚ƒæ ‚’ƒ„’ç† è™…†‹†

Cos‰ quelli si affaticavano nella violenta battaglia

D'altra parte anche nel dialetto ionico di Erodoto la contrazione € assente oppure ha dato luogo a esiti diversi rispetto

all'attico. Cfr. per es. Storie I, 1:

... ƒŽ°ƒŽ† ƒé† ¥¼’Ž† ƒé† ‚ê †°† ŽÈ‚˜Ž™‰ ...

... questo luogo che anche ora abitano ...

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Verbi contratti 77

Infine una precisazione opportuna: nei dizionari e nelle grammatiche il lemma dei verbi contratti € sempre costituito

dalla 1a persona singolare del presente indicativo nella forma non contratta (es. ƒ‰«‡, ¤‰˜‡, Š‹ª‡). Questo ha

lo scopo di mettere lo studente nella possibilit• di prevedere, sulla base della vocale tematica, l'insieme delle varie

desinenze che la forma verbale potr• assumere nel corso della coniugazione.

I verbi contratti si dividono in tre sottoclassi: i verbi in -«‡ i verbi in -˜‡, i verbi in -ª‡.

‡ Verbi in -«‡: l'esempio di ƒ‰«‡: "onorare":

 Indicativo

 attivo

Congiuntivo

 attivo

Ottativo attivo Imperativo

 attivo

 Indicativo

 medio

Congiuntivo

 medio

Ottativo

 medio

 Imperativo medio

 sing.

‹”® ‹”® ‹”甋 oppure

‹”ñ¨Œ

- ‹”®”‹ ‹”®”‹ ‹”ñ”¨Œ -

 2‹ 

 sing.

‹”ë¾ ‹”ë¾ ‹”ç¾ oppure

‹”ñ¨¾

Ø” ‹”ë ‹”ë ‹”çŠ ‹”®

 3‹ 

 sing.

‹”ë ‹”ë ‹”ç oppure

‹”ñ¨

‹”“É ‹”ê‹ ‹”ê‹ ‹”çŠ ‹”“½«É

 2‹ 

 duale

‹”ꊌ ‹”ꊌ ‹”犌 ‹”ꊌ ‹”꽫ŠŒ ‹”꽫ŠŒ ‹”罫ŠŒ ‹”꽫ŠŒ

 3‹ 

 duale

‹”ꊌ ‹”ꊌ ‹”ñ¨Œ ‹”“ÉŒ ‹”꽫ŠŒ ‹”꽫ŠŒ ‹”ñ½«¨Œ ‹”“½«ÉŒ

1‹ 

 plur.

‹”®”ŽŒ ‹”®”ŽŒ ‹”甎Œ - ‹”Ö”Ž« ‹”Ö”Ž« ‹”ñ”Ž« -

 2‹ 

 plur.

‹”êŽ ‹”êŽ ‹”çŽ ‹”êŽ ‹”꽫Ž ‹”꽫Ž ‹”罫Ž ‹”꽫Ž

 3‹ 

 plur.

‹”®½‹ ‹”®½‹ ‹”玌 ‹”֌Ɍ

‹”“ɽŒ

‹”®Œ‹ ‹”®Œ‹ ‹”猊 ‹”“½«ÉŒ

‹”“½«É½Œ

Il participio e l'infinito hanno le seguenti forme:

 Infinito attivo participio attivo infinito medio participio medio

‹”êŒ   masch. ‹”®Œ femm. ‹”®½ neu. ‹”®Œ ‹”꽫‹   masch. ‹”Ö”ŽŒŠ¾ femm. ‹”É”Œ¨ neu. ‹”Ö”ŽŒŠŒ

‡ Verbi in -˜‡: l'esempio di ¤‰˜‡: "amare".

 Indicativo

 attivo

Congiuntivo

 attivo

Ottativo attivo Imperativo attivo Indicativo

 medio

Congiuntivo

 medio

Ottativo

 medio

 Imperativo medio

 sing.

‰‹˜® ‰‹˜® ‰‹˜Š”‹ oppure

‰‹˜ŠØ¨Œ

- ‰‹˜Š³”‹ ‰‹˜®”‹ ‰‹˜ŠØ”¨Œ -

 2‹ 

 sing.

‰‹˜Ž¾ ‰‹˜ß¾ ‰‹˜Š¾ oppure

‰‹˜ŠØ¨¾

‰Ø˜Ž‹ ‰‹˜Ž ‰‹˜ß ‰‹˜ŠŠ ‰‹˜Š³

 3‹ 

 sing.

‰‹˜Ž ‰‹˜ß ‰‹˜Š oppure

‰‹˜ŠØ¨

‰‹˜ŽØÉ ‰‹˜Ž‹ ‰‹˜ß‹ ‰‹˜ŠŠ ‰‹˜ŽØ½«É

 2‹ 

 duale

‰‹˜ŽŠŒ ‰‹˜ßŠŒ ‰‹˜ŠŠŒ ‰‹˜ŽŠŒ ‰‹˜Ž½«ŠŒ ‰‹˜›½«ŠŒ ‰‹˜Š½«ŠŒ ‰‹˜Ž½«ŠŒ

 3‹ 

 duale

‰‹˜ŽŠŒ ‰‹˜›ŠŒ ‰‹˜ŠØ¨Œ ‰‹˜ŽØÉŒ ‰‹˜Ž½«ŠŒ ‰‹˜›½«ŠŒ ‰‹˜ŠØ½«¨Œ ‰‹˜ŽØ½«ÉŒ

1‹ 

 plur.

‰‹˜Š³”ŽŒ ‰‹˜®”ŽŒ ‰‹˜Š”ŽŒ - ‰‹˜Šä”Ž« ‰‹˜Ö”Ž« ‰‹˜ŠØ”Ž« -

 2‹ 

 plur.

‰‹˜ŽŽ ‰‹˜›Ž ‰‹˜ŠŽ ‰‹˜ŽŽ ‰‹˜Ž½«Ž ‰‹˜›½«Ž ‰‹˜Š½«Ž ‰‹˜Ž½«Ž

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Aoristo 79

Aoristo

Caratteristiche generali dell'aoristo grecoL'aoristo (dal greco 𤒋½Š¾ Å’¤ŒŠ¾ "tempo indefinito") € uno dei tre temi temporali fondamentali del verbo greco.

Esso, come suggerisce il nome, non ha connotazione temporale, ed esprime solo l'aspetto dell'azione, cio€ un'azione"puntuale", compiuta, colta nel momento in cui si svolge, circoscritta sulla linea temporale; non € necessario che sia

istantanea, "puntuale" significa che € vista nella sua totalit•, quindi delimitata da un inizio e una fine, quindi pu„

anche essere considerata come un segmento di retta sulla linea temporale. L'aoristo ha tutti e sei i modi del verbo

greco. Assume l'aumento, e il significato di passato remoto [1], solo nell'indicativo. Gli altri modi, imperativo

compreso, indicano solo l'azione puntuale, senza alcun riferimento al passato. Il participio aoristo greco di tutte le

forme e tipologie si traduce in genere come un gerundio passato [2]; unito al verbo ×ÅÉ "avere", in posizione

 predicativa, forma una perifrasi in tutto e per tutto equivalente al passato prossimo italiano: es. ×ÅÉ ˜ä½¾ "ho

sciolto", ×ÅÉ °Ž’“Œ¾ "ho tentato". Tale perifrasi € gi• prefigurata nel dialetto omerico, ed € presente nei classici del

V secolo, come Sofocle.

L'aoristo greco distingue nettamente il tema delle forme attiva e media da quello della forma passiva.

Aoristo attivo e medioL'aoristo greco eredita in tutto e per tutto dall'indoeuropeo le tre forme di aoristo originarie, perfettamente

corrispondenti alle forme dell'aoristo vedico e sanscrito:

‡ L'aoristo I o debole o sigmatico, cosƒ chiamato per il suo suffisso -™-. Nei verbi col tema in consonante nasale e

liquida il sigma cade lasciando solo il suffisso -- e provocando aumento di compenso della vocale radicale;

questa forma senza sigma € detta asigmatica.

‡ L'aoristo II o forte o tematico, che si forma sulla radice verbale al grado debole dell'apofonia, inserendo fra radice

e desinenza le vocali tematiche -Ž-, -„-.

‡ L'aoristo III o fortissimo o atematico, formazione propria di alcuni verbi anomali, coniugata aggiungendo alla

radice verbale le desinenze senza intermediazione di suffisso o vocale tematica.

La distinzione fra aoristo debole,  forte e  fortissimo si deve agli studiosi tedeschi che hanno sistematizzato la

grammatica greca nell'800: in tedesco i verbi regolari sono detti deboli, mentre quelli irregolari sono detti  forti, e

cosƒ, per analogia, l'aoristo formato sul tema del presente (cio€ "regolare") € stato detto debole, mentre quelli formati

su un tema diverso (e quindi "irregolari") sono stati detti forte e fortissimo.

Struttura dell'aoristo debole

L'aoristo debole greco € caratterizzato dal suffisso -™-, che deriva da ½m  „con la sonante m  „dell'indoeuropeovocalizzatasi in . La forma sigmatica € propria dei temi in consonante muta, in vocale e dittongo. Il suffisso -™- d•

luogo a mutamenti fonetici:

‡ allunga la vocale finale di radice dei verbi in vocale semplice, tranne quelle di alcuni verbi, come ‚˜‡, che

fanno eccezione;

‡ si fonde graficamente con le labiali finali di radice in ¨, con le gutturali in § e fa cadere le dentali;

‡‡ davanti a consonante liquida o nasale perde il sigma, provocando allungamento di compenso della vocale

radicale.

All'ottativo attivo, nella 2a e 3a persona singolare e nella 3a plurale, le forme alternative sono dette eoliche.

Struttura morfemica dell'aoristo sigmatico

 Aumento sillabico Radice verbale suffisso temporale Terminazione (III pers. plur.)

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Aoristo 80

• - - - - ™- - †

‡ La forma asigmatica € propria dei temi in consonante liquida e nasale, tranne ‚˜‡ e ‚’‡; essa, come abbiamo

detto, € caratterizzata dal suffisso .

struttura morfemica dell'aoristo asigmatico

 Aumento sillabico Radice verbale al grado allungato suffisso temporale Terminazione (III pers. plur.)

• - - ¤‹†- -- - †

Esempi di paradigmi di aoristi deboli

1. Aoristo debole sigmatico attivo e medio di ‡ , "sciogliere" 

 Indicativo

 attivo

Congiuntivo

 attivo

Ottativo

 attivo

 Imperativo

 attivo

 Indicativo

 medio

Congiuntivo

 medio

Ottativo medio Imperativo medio

 sing.

טÁ½ ˜ä½É ˜ä½‹”‹ - Õ˜Á½“”¨Œ ˜ä½É”‹ ˜Á½Ø”¨Œ -

 2‹ 

 sing.

טÁ½¾ ˜ä½ã¾ ˜ä½‹¾

(˜ä½Ž‹¾)

˜³½ŠŒ Õ˜ä½É (<

*՘佽Š)

˜ä½ã ˜ä½‹Š (<

*˜ä½‹½Š)

˜³½‹

 3‹ 

 sing.

טÁ½Ž ˜ä½ã ˜ä½‹

(˜ä½Ž‹ŽŒ)

˜Á½“É Õ˜ä½Š ˜ä½ã‹ ˜ä½‹Š ˜Á½“½«É

 2‹ 

 duale

՘佊Œ ˜ä½¨ŠŒ ˜ä½‹ŠŒ ˜ä½ŠŒ ՘佽«ŠŒ ˜ä½¨½«ŠŒ ˜ä½‹½«ŠŒ ˜ä½½«ŠŒ

 3‹ 

 duale

Õ˜Á½“¨Œ ˜ä½¨ŠŒ ˜Á½Ø¨Œ ˜Á½“ÉŒ Õ˜Á½“½«¨Œ ˜ä½¨½«ŠŒ ˜Á½Ø½«¨Œ ˜Á½“½«ÉŒ

1‹ 

 plur.

՘佔ŽŒ ˜ä½É”ŽŒ ˜ä½‹”ŽŒ - Õ˜Á½“”Ž« ˜Á½Ö”Ž« ˜Á½Ø”Ž« -

 2‹ 

 plur.

՘低 ˜ä½¨Ž ˜ä½‹Ž ˜ä½Ž ՘佽«Ž ˜ä½¨½«Ž ˜ä½‹½«Ž ˜ä½½«Ž

 3‹ 

 plur.

טÁ½Œ ˜ä½É½‹ ˜ä½‹ŽŒ

(˜ä½Ž‹Œ)

˜Á½“ŒÉŒ

˜Á½“ɽŒ

՘佌Š ˜ä½ÉŒ‹ ˜ä½‹ŒŠ ˜Á½“½«ÉŒ

˜Á½“½«É½Œ

Il participio e l'infinito hanno le seguenti forme:

 Infinito attivo 'Participio attivo  Infinito medio Participio medio

˜³½‹   masch. ˜ä½¾ femm. ˜ä½½ neu. ˜³½Œ ˜ä½½«‹   masch. ˜Á½“”ŽŒŠ¾ femm. ˜Á½”Œ¨ neu. ˜Á½“”ŽŒŠŒ

Il participio aoristo debole attivo sigmatico maschile e neutro ha il tema -½Œ- (il maschile singolare, sigmatico, facadere -Œ- davanti a sigma allungando per compenso --, mentre il neutro mostra il puro tema con caduta di --; in

entrambi il genitivo € -½ŒŠ¾) mentre il femminile segue la I declinazione in alfa impuro breve (come ”Š³½).

2. Aoristo debole asigmatico di ¤…†‡ , "mostrare" 

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Aoristo 81

 Indicativo

 attivo

Congiuntivo

 attivo

Ottativo

 attivo

 Imperativo

 attivo

 Indicativo

 medio

Congiuntivo

 medio

Ottativo medio Imperativo medio

 sing.

׉¨Œ ‰âŒÉ ‰âŒ‹”‹ - Õ‰¨Œ“”¨Œ ‰âŒÉ”‹ ‰¨ŒØ”¨Œ -

 2‹ 

 sing.

׉¨Œ¾ ‰âŒã¾ ‰âŒ‹¾

(‰âŒŽ‹¾)

‰›ŒŠŒ Õ‰âŒÉ ‰âŒã ‰âŒ‹Š (<

*‰âŒ‹½Š)

‰›Œ‹

 3‹ 

 sing.

׉¨ŒŽ ‰âŒã ‰âŒ‹

(‰âŒŽ‹ŽŒ)

‰¨Œ“É Õ‰âŒŠ ‰âŒã‹ ‰âŒ‹Š ‰¨Œ“½«É

 2‹ 

 duale

Չ⌊Œ ‰âŒ¨ŠŒ ‰âŒ‹ŠŒ ‰âŒŠŒ Չ⌽«ŠŒ ‰âŒ¨½«ŠŒ ‰âŒ‹½«ŠŒ ‰âŒ½«ŠŒ

 3‹ 

 duale

Õ‰¨Œ“¨Œ ‰âŒ¨ŠŒ ‰¨ŒØ¨Œ ‰¨Œ“ÉŒ Õ‰¨Œ“½«¨Œ ‰âŒ¨½«ŠŒ ‰¨ŒØ½«¨Œ ‰¨Œ“½«ÉŒ

1‹ 

 plur.

Չ⌔ŽŒ ‰âŒÉ”ŽŒ ‰âŒ‹”ŽŒ - Õ‰¨Œ“”Ž« ‰¨ŒÖ”Ž« ‰¨ŒØ”Ž« -

 2‹ 

 plur.

Չ⌎ ‰âŒ¨Ž ‰âŒ‹Ž ‰âŒŽ Չ⌽«Ž ‰âŒ¨½«Ž ‰âŒ‹½«Ž ‰âŒ½«Ž

 3‹ 

 plur.

׉¨ŒŒ ‰âŒÉ½‹ ‰âŒ‹ŽŒ

(‰âŒŽ‹Œ)

‰¨Œ“ŒÉŒ

‰¨Œ“ɽŒ

Չ⌌Š ‰âŒÉŒ‹ ‰âŒ‹ŒŠ ‰¨Œ“½«ÉŒ

‰¨Œ“½«É½Œ

Il participio e l'infinito hanno le seguenti forme:

 Infinito attivo Participio attivo Infinito medio Participio medio

‰›Œ‹   masch. ‰âŒ¾ femm. ‰âŒ½ neu. ‰›ŒŒ ‰âŒ½«‹   masch. ‰¨Œ“”ŽŒŠ¾ femm. ‰¨Œ”Œ¨ neu. ‰¨Œ“”ŽŒŠŒ

Il participio aoristo debole attivo asigmatico maschile e neutro ha il tema -Œ- (il maschile singolare, sigmatico, fa

cadere -Œ- davanti a sigma allungando per compenso --, mentre il neutro mostra il puro tema con caduta di --; in

entrambi il genitivo € -ŒŠ¾) mentre il femminile segue la I declinazione in alfa impuro breve (come ”Š³½).

Struttura dell'aoristo forte

L'aoristo forte ha come caratteristica la semplice vocale tematica. Esso, formalmente, somiglia all'imperfetto, con

una differenza sostanziale: si forma sulla radice verbale, e non sul tema del presente; spesso, inoltre la radice

verbale assume l'apofonia al grado debole. A distinguere l'aoristo forte dall'imperfetto, € dunque non tanto la

desinenza, quanto piuttosto la struttura che il tema verbale assume .

Come esempio di paradigma caratterizzato da apofonia, possiamo prendere in considerazione quello del verbo „…“‡

"lasciare", la cui radice al grado zero € ‰“. Per comprendere la natura dei procedimenti morfologici alla base della

formazione dell'aoristo forte, sar• opportuno confrontare le strutture morfemiche dell'imperfetto e dell'aoristo di„…“‡:

Struttura morfemica dell'imperfetto ׄ‰“ŠŒ, "io lasciavo":

 Aumento sillabico Radice verbale (grado normale) Vocale tematica Terminazione

• - - „‰“- - Ž- - †

Struttura morfemica dell'aoristo forte ׉“ŠŒ, "io lasciai":

 Aumento sillabico Radice verbale (grado zero) Vocale tematica Terminazione

• - - ‰“- - Ž- - †

 Aoristo forte attivo e medio di Œ‰ƒŽ , "lasciare" 

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Aoristo 82

 Indicativo

 attivo

Congiuntivo

 attivo

Ottativo

 attivo

 Imperativo

 attivo

 Indicativo

 medio

Congiuntivo

 medio

Ottativo

 medio

 Imperativo medio

 sing.

ט‹°ŠŒ ˜Ø°É ˜Ø°Š‹”‹ - Õ˜‹°¤”¨Œ ˜Ø°É”‹ ˜‹°ŠØ”¨Œ -

 2‹ 

 sing.

ט‹°Ž¾ ˜Ø°ã¾ ˜Ø°Š‹¾ ˜Ø°Ž ՘ذŠÁ

(<*՘ذŽ½Š)

˜Ø°ã ˜Ø°Š‹Š ˜Ø°ŠÁ (<*˜Ø°Ž½Š)

 3‹ 

 sing.

ט‹°Ž ˜Ø°ã ˜Ø°Š‹ ˜‹°É ՘ذŽŠ ˜Ø°ã‹ ˜Ø°Š‹Š ˜‹°½«É

 2‹ 

 duale

՘ذŽŠŒ ˜Ø°¨ŠŒ ˜Ø°Š‹ŠŒ ˜Ø°ŽŠŒ ՘ذŽ½«ŠŒ ˜Ø°¨½«ŠŒ ˜Ø°Š‹½«ŠŒ ˜Ø°Ž½«ŠŒ

 3‹ 

 duale

Õ˜‹°¨Œ ˜Ø°¨ŠŒ ˜‹°ŠØ¨Œ ˜‹°ÉŒ Õ˜‹°½«¨Œ ˜Ø°¨½«ŠŒ ˜‹°ŠØ½«¨Œ ˜‹°½«ÉŒ

1‹ 

 plur.

՘ذŠ”ŽŒ ˜Ø°É”ŽŒ ˜Ø°Š‹”ŽŒ - Õ˜‹°¤”Ž« ˜‹°Ö”Ž« ˜‹°ŠØ”Ž« -

 2‹ 

 plur.

՘ذŽŽ ˜Ø°¨Ž ˜Ø°Š‹Ž ˜Ø°ŽŽ ՘ذŽ½«Ž ˜Ø°¨½«Ž ˜Ø°Š‹½«Ž ˜Ø°Ž½«Ž

 3‹ 

 plur.

ט‹°ŠŒ ˜Ø°É½‹ ˜Ø°Š‹ŽŒ ˜‹°¤ŒÉŒ

˜‹°É½Œ

՘ذŠŒŠ ˜Ø°ÉŒ‹ ˜Ø°Š‹ŒŠ ˜‹°½«ÉŒ

˜‹°½«É½Œ

 Infinito attivo participio attivo infinito medio participio medio

˜‹°ŽŒ   masch. ˜‹°ÖŒ femm. ˜‹°Š³½ neu. ˜‹°¤Œ ˜‹°½«‹   masch. ˜‹°¤”ŽŒŠ¾ femm. ˜‹°Š”Œ¨ neu. ˜‹°¤”ŽŒŠŒ

Il participio aoristo forte attivo maschile e neutro ha il tema -¤Œ- (il maschile singolare fa cadere -- e allunga per

apofonia -Š- in -É-, mentre il neutro mostra il puro tema con caduta di --; in entrambi il genitivo € -¤ŒŠ¾) mentre il

femminile segue la I declinazione in alfa impuro breve (come ”Š³½).

‡‡ L'aoristo forte d• luogo talora a paradigmi anomali o difettivi. Ad eccezione di טÁŠŒ, i seguenti sono i

cosiddetti "verbi politematici":

‡‡ Ž ἶ ŸŠŒ "vidi" (tema ŽŸ-) viene fatto ricondurre al verbo difettivo å’“É "vedere"

‡‡ Ž ἶ °ŠŒ "dissi" (tema Ž°-) viene fatto ricondurre al verbo difettivo ˜‘É "dire"

‡‡ ©˜«ŠŒ "venni, andai" (tema Õ˜«-) viene fatto ricondurre al verbo difettivo ×’ÅŠ”‹ "andare, venire"

‡‡ øŒŽ‘ŠŒ "portai" (tema ÕŒŽ‘-) viene fatto ricondurre al verbo difettivo ‰’É "portare"

‡‡ ן’”ŠŒ "corsi" viene fatto ricondurre al verbo difettivo ’ÅÉ "correre"

‡‡ ׉‘ŠŒ "mangiai" viene fatto ricondurre al verbo difettivo Õ½«ØÉ "mangiare"

‡‡ Ž ἷ ̃ ŠŒ "presi" (tema í˜-) viene fatto ricondurre al verbo difettivo Þ’É "prendere"

‡‡ טÁŠŒ "udii" ha forme di imperativo atematiche: ˜³«‹ "ascolta"‡‡ cinque aoristi conservano imperativi arcaici con l'accento sull'ultima sillaba:

‡‡ Ž ἶ ŸŠŒ "vidi" (utilizzato come aoristo di å’“É "vedere"), imperativo Ÿ "vedi";

‡‡ טšŠŒ "presi", da ˜”š“ŒÉ "prendo", imperativo: ˜š "prendi";

‡‡ ŽÂ’ŠŒ (o ̈ Â’ŠŒ) "presi", da Žὑ’Ø½É "trovo", imperativo Žὑ’ "trova";

‡‡ ©˜«ŠŒ "andai, venni" (utilizzato come aoristo di ×’ÅŠ”‹ "andare, venire"), imperativo: Õ˜« "va', vieni";

‡‡ Ž ἶ °ŠŒ "dissi" (utilizzato come aoristo di ˜‘É "dire"), imperativo: Ž° "di' ".

‡ Alcuni aoristi forti hanno la radice raddoppiata, oltre che aumentata: ess.:

‡ dal verbo ð‘É "condurre", radice ð‘ (cfr. latino ago "condurre"), tema dell'aoristo ð‘‘, per cui: ø‘‘ŠŒ;

‡ dalla radice di un verbo di dire si ha l'aoristo senza presente Ž ἶ °ŠŒ, in Omero ׎‹°ŠŒ, da * ÕFF‹°ŠŒ.‡‡ øŒŽ‘ŠŒ (tema dell'aoristo ÕŒŽ‘-), radice Õ‘-/ÕŒŽ-/ÕŒŠ- (l'aoristo si forma dal grado zero), € utilizzato

come aoristo di ‰’É "portare".

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Aoristo 83

Struttura dell'aoristo fortissimo

L'aoristo fortissimo € un tipo estremamente arcaico di preterito. Esso si forma unendo le desinenze direttamente sulla

radice, e per questo € detto atematico. Anche nei modi diversi dall'indicativo ha suffissi caratteristici dei verbi

atematici. Pochi verbi greci, estremamente conservativi, lo possiedono. Alcune forme di aoristo fortissimo sono

prive di presente (ad esempio l'aoristo atematico ט¨Œ, dalla radice ˜¨-/˜-[3], sulla quale € stato ricostruito il

presente ˜“É solo in et• bizantina, ma non attestato nel greco classico). Questo tipo di aoristo € peculiare di pochiverbi il cui tema termina in vocale, che € sempre lunga o perchˆ tale anche nel tema verbale (es. בŒÉŒ "io conobbi",

da ‘‹‘ŒÖ½É, tema verbale ‘ŒÉ-) o perchˆ costituisce il grado allungato di un tema apofonico (es. ך¨Œ "io andai",

da šØŒÉ, tema verbale šï-/š¨-). La vocale lunga si mantiene tale in tutta la coniugazione ad eccezione dei casi

previsti dalla legge di Osthoff. Questo aoristo ha solo la forma attiva ed ha significato intransitivo; dalle stesse radici

si pu„ formare l'aoristo primo con valore transitivo: ך¨Œ "andai", ך¨½ "feci andare", Õš¨½“”¨Œ "feci andare per

me".

Struttura morfemica dell'aoristo forte ׸†‡Œ, "io conobbi":

Aumento sillabico Radice verbale Terminazione

•- -¸†‡- -†

 Aoristo fortissimo di ¸‰¸†”™‚‡ , "conoscere" 

Indicativo Congiuntivo Ottativo Imperativo

1â singolare בŒÉŒ ‘Œ® ‘ŒŠØ¨Œ -

2â singolare בŒÉ¾ ‘Œç¾ ‘ŒŠØ¨¾ ‘Œ®«‹

3â singolare בŒÉ ‘Œç ‘ŒŠØ¨ ‘ŒÖÉ

2â duale בŒÉŠŒ ‘Œ®ŠŒ ‘ŒŠŠŒ (‘ŒŠØ¨ŠŒ) ‘Œ®ŠŒ

3â duale Õ‘ŒÖ¨Œ ‘Œ®ŠŒ ‘ŒŠØ¨Œ (‘ŒŠ‹â¨Œ) ‘ŒÖÉŒ

1â plurale בŒÉ”ŽŒ ‘Œ®”ŽŒ ‘ŒŠ”ŽŒ (‘ŒŠØ¨”ŽŒ) -

2â plurale בŒÉŽ ‘Œ®Ž ‘ŒŠŽ (‘ŒŠØ¨Ž) ‘Œ®Ž

3â plurale בŒÉ½Œ ‘Œ®½‹Œ ‘ŒŠŽŒ (‘ŒŠØ¨½Œ) ‘Œ¤ŒÉŒ (‘ŒÖɽŒ)

Infinito Participio

‘Œ®Œ‹   masch. ‘ŒŠä¾ femm. ‘ŒŠ³½ neu. ‘Œ¤Œ

I participio dell'aoristo III segue al maschile e neutro la terza declinazione con il tema -Œ-, aggiunto alla radice

abbreviata secondo la legge di Osthoff (*š¨Œ > šïŒ, *‘ŒÉŒ- > ‘ŒŠŒ-, ecc.); il maschile, sigmatico, fa cadere

davanti a sigma il gruppo -Œ- e allunga per compenso la vocale radicale, il neutro mostra il puro tema con caduta di--, e in entrambi il genitivo e in -ŒŠ¾. Il femminile si forma come negli aggettivi della seconda classe a tre uscite

con il suffisso -jï aggiunto al tema maschile/neutro (per ‘ŒŠ³½: *‘ŒŠŒ-j > *‘ŒŠŒ½j > *‘ŒŠŒ½ > *‘ŒŠ½ >

¸†Ž°™) e segue la prima declinazione in alfa impuro breve. L'ottativo del duale e del plurale, oltre a formarsi con la

caratteristica -‹- propria di questo modo al grado zero, pu„ utilizzare come tema la terza persona singolare, che, non

avendo desinenza, € stata sentita dai Greci come puro tema e quindi utilizzata anche per il resto della coniugazione

dell'ottativo; queste forme sono messe fra parentesi.

Struttura morfemica dell'aoristo forte ×–‹Œ, "io andai":

Aumento sillabico Radice verbale Terminazione

•- -–‹- -†

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Aoristo 84

 Aoristo fortissimo di –…†‡ , "andare" 

Indicativo Congiuntivo Ottativo Imperativo

1â singolare ך¨Œ š® šØ¨Œ -

2â singolare ך¨¾ šß¾ šØ¨¾ š›«‹

3â singolare ך¨ šß šØ¨ šâÉ2â duale ך¨ŠŒ š›ŠŒ šŠŒ (šØ¨ŠŒ) š›ŠŒ

3â duale ՚⨌ š›ŠŒ šØ¨Œ (š‹â¨Œ) šâÉŒ

1â plurale ך¨”ŽŒ š›”ŽŒ š”ŽŒ (šØ¨”ŽŒ) -

2â plurale ך¨Ž š›Ž šŽ (šØ¨Ž) š›Ž

3â plurale ך¨½Œ š›½‹Œ šŽŒ (šØ¨½Œ) š“ŒÉŒ (šâɽŒ)

Infinito Participio

š›Œ‹   masch. š“¾ femm. šê½ neu. š“Œ

Una forma particolare di aoristo fortissimo: l'aoristo cappatico

L'aoristo cappatico € quello che caratterizza tre dei verbi in -”‹ che hanno il raddoppiamento nel tema del presente e

cio€ Ø«¨”‹ "porre", ŸØŸÉ”‹ "dare" e  ἵ¨”‹ "mandare" (il quarto €  ἵ½¨”‹ "collocare" che ha il normale aoristo

atematico ×½¨Œ se intransitivo oppure l'aoristo debole ×½¨½ se transitivo). Si chiama cappatico perchˆ nelle tre

persone singolari dell'indicativo attivo viene inserito un -- di ampliamento al tema verbale. Le terminazioni al

singolare attivo sono perci„ -, -¾, -Ž(Œ), modellate per analogia con il perfetto.

Per quanto riguarda i gradi apofonici, si osserva la seguente distribuzione:

‡‡ grado allungato (ŸÉ-, «¨-, Ü-): singolare dell'indicativo attivo, tutto il congiuntivo (si fonde con la regolare vocale

congiuntiva allungata);‡‡ grado breve (ŸŠ-, «Ž-, í-): plurale e duale dell'indicativo attivo, indicativo medio, tutto l'ottativo (si unisce

all'interfisso caratteristico -‹¨-/-‹- creando dittongo), tutto l'imperativo, tutto l'infinito.

Per quanto riguarda l'aumento di  ἵ¨”‹, occorre tenere a mente che la radice € jŽ-/j¨-, che diventa í-/Ü- per caduta

dello jod; al grado lungo avremo quindi Õ.j¨- > Õ.Ü- > Ä-, mentre al grado breve Õ.jŽ- > Õ.í- > „Ç-. Da notare che i suoi

congiuntivo, ottativo e infinito attivi corrispondono a quelli di Ž”Ø con l'aggiunta dello spirito aspro.

Struttura morfemica dell'aoristo cappatico ׊‡, "io diedi":

Aumento sillabico Radice verbale Ampliamento caratteristico Terminazione

•- -Š‡- -‚- -

 Aoristo cappatico di Š…Š‡‰ , "dare" 

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Aoristo 85

Indicativo

attivo

Congiuntivo

attivo

Ottativo

attivo

Imperativo

attivo

Indicativo

medio

Congiuntivo

medio

Ottativo

medio

Imperativo

medio

singolare

×ŸÉ Ÿ® ŸŠØ¨Œ - ÕŸ¤”¨Œ Ÿ®”‹ ŸŠØ”¨Œ -

singolare

ןɾ Ÿç¾ ŸŠØ¨¾ Ÿ¤¾ ןŠÁ (<

*ןŠ½Š)

Ÿç (< *ŸÖ¨½‹) ŸŠŠ (<

*ŸŠ½Š)

ŸŠ³ (< *Ÿ¤½Š)

singolare

ןɎŒ Ÿç ŸŠØ¨ Ÿ¤É ןŠŠ Ÿ®‹ ŸŠŠ Ÿ¤½«É

2â duale ןŠŠŒ Ÿ®ŠŒ ŸŠŠŒ

(ŸŠØ¨ŠŒ)

Ÿ¤ŠŒ ןŠ½«ŠŒ Ÿ®½«ŠŒ ŸŠ½«ŠŒ Ÿ¤½«ŠŒ

3â duale ÕŸ¤¨Œ Ÿ®ŠŒ ŸŠØ¨Œ

(ŸŠ‹â¨Œ)

Ÿ¤ÉŒ ÕŸ¤½«¨Œ Ÿ®½«ŠŒ ŸŠØ½«¨Œ Ÿ¤½«ÉŒ

1â plurale ןŠ”ŽŒ Ÿ®”ŽŒ ŸŠ”ŽŒ

(ŸŠØ¨”ŽŒ)

- ÕŸ¤”Ž« ŸÖ”Ž« ŸŠØ”Ž« -

2â plurale ןŠŽ Ÿ®Ž ŸŠŽ

(ŸŠØ¨Ž)

Ÿ¤Ž ןŠ½«Ž Ÿ®½«Ž ŸŠ½«Ž Ÿ¤½«Ž

3â plurale ןŠ½Œ Ÿ®½‹Œ ŸŠŽŒ

(ŸŠØ¨½Œ)

Ÿ¤ŒÉŒ

(Ÿ¤É½Œ)

ןŠŒŠ Ÿ®Œ‹ ŸŠŒŠ Ÿ¤½«ÉŒ

(Ÿ¤½«É½Œ)

Infinito attivo Participio attivo Infinito medio Participio medio

ŸŠ³Œ‹   masch. ŸŠä¾ femm. ŸŠ³½ neu. Ÿ¤Œ Ÿ¤½«‹   masch. Ÿ¤”ŽŒŠ¾ femm. ŸŠ”Œ¨ neu. Ÿ¤”ŽŒŠŒ

Struttura morfemica dell'aoristo cappatico ן‹, "io posi":

Aumento sillabico Radice verbale Ampliamento caratteristico Terminazione

•- -Ÿ‹- -‚- -

 Aoristo cappatico di ƒ…Ÿ‹‰ , "porre" 

Indicativo

attivo

Congiuntivo

attivo

Ottativo

attivo

Imperativo

attivo

Indicativo

medio

Congiuntivo

medio

Ottativo

medio

Imperativo

medio

singolare

׫¨ «® «ŽØ¨Œ - Õ«”¨Œ «®”‹ «ŽØ”¨Œ -

singolare

׫¨¾ «ß¾ «ŽØ¨¾ «¾ ׫ŠÁ (<

*׫Ž½Š)

«ß (< *«â¨½‹) «ŽŠ (<

*«Ž½Š)

«Š³ (< *«½Š)

singolare

׫¨ŽŒ «ß «ŽØ¨ «É ׫ŽŠ «›‹ «ŽŠ «½«É

2â duale ׫ŽŠŒ «›ŠŒ «ŽŠŒ

(«ŽØ¨ŠŒ)

«ŠŒ ׫Ž½«ŠŒ «›½«ŠŒ «Ž½«ŠŒ «½«ŠŒ

3â duale Õ«¨Œ «›ŠŒ «ŽØ¨Œ

(«Ž‹â¨Œ)

«ÉŒ Õ«½«¨Œ «›½«ŠŒ «ŽØ½«¨Œ «½«ÉŒ

1â plurale ׫Ž”ŽŒ «›”ŽŒ «Ž”ŽŒ

(«ŽØ¨”ŽŒ)

- Õ«”Ž« «â”Ž« «ŽØ”Ž« -

2â plurale ׫ŽŽ «›Ž «ŽŽ

(«ŽØ¨Ž)

«Ž ׫Ž½«Ž «›½«Ž «Ž½«Ž «½«Ž

3â plurale ׫Ž½Œ «›½‹Œ «ŽŽŒ

(«ŽØ¨½Œ)

«ŒÉŒ

(«É½Œ)

׫ŽŒŠ «›Œ‹ «ŽŒŠ «½«ÉŒ

(«½«É½Œ)

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Aoristo 86

Infinito attivo Participio attivo Infinito medio Participio medio

«ŽŒ‹   masch. «ŽØ¾ femm. «Ž½ neu. «Œ «½«‹   masch. «”ŽŒŠ¾ femm. «Ž”Œ¨ neu. «”ŽŒŠŒ

Struttura morfemica dell'aoristo cappatico ἧ, "io mandai":

Aumento sillabico + radice verbale Ampliamento caratteristico Terminazione

½- (< *¦-j‹-) -‚- -

 Aoristo cappatico di 닉 , "mandare" 

Indicativo

attivo

Congiuntivo

attivo

Ottativo

attivo

Imperativo

attivo

Indicativo

medio

Congiuntivo

medio

Ottativo

medio

Imperativo

medio

singolare

ἧ   ὧ Ž ἵ¨Œ - Ž ἵ”¨Œ   ὧ”‹ Ž ἵ”¨Œ -

singolare

ἧ¾   ᾗ¾ Ž ἵ¨¾ û¾ Ž ἷ ½Š   ᾗ (< *ἥ¨½‹) Ž ἷ Š (< *û‹½Š) ŠÂ (< *û½Š)

3âsingolare

ἧŽŒ   ᾗ Ž ἵ¨ ûÉ Ž ἷ Š   ἧ‹ Ž ἷ Š û½«É

2â duale Ž ἷ ŠŒ   ἧŠŒ Ž ἷ ŠŒ

(Ž ἷ ̈ ŠŒ)

ûŠŒ Ž ἷ ½«ŠŒ   ἧ½«ŠŒ Ž ἷ ½«ŠŒ û½«ŠŒ

3â duale Ž ἵ¨Œ   ἧŠŒ Ž ἷ ¨Œ

(ŽÞ⨌)

ûÉŒ Ž ἵ½«¨Œ   ἧ½«ŠŒ Ž ἵ½«¨Œ û½«ÉŒ

1â plurale Ž ἷ ”ŽŒ   ὥ”ŽŒ Ž ἷ ”ŽŒ

(Ž ἵ¨”ŽŒ)

- Ž ἵ”Ž«   ὥ”Ž« Ž ἵ”Ž« -

2â plurale Ž ἷ Ž   ἧŽ Ž ἷ Ž (Ž ἷ ̈ Ž) ûŽ Ž ἷ ½«Ž   ἧ½«Ž Ž ἷ ½«Ž û½«Ž

3â plurale Ž ἷ ½Œ   ὧ½‹Œ Ž ἷ ŽŒ

(Ž ἵ¨½Œ)

ûŒÉŒ

(ûɽŒ)

Ž ἷ ŒŠ   ὧŒ‹ Ž ἷ ŒŠ û½«ÉŒ

(û½«É½Œ)

Infinito attivo Participio attivo Infinito medio Participio medio

Ž ἷ Œ‹   masch. Ž ἵ¾ femm. Ž ἷ ½ neu. ûŒ û½«‹   masch. û”ŽŒŠ¾ femm. 플¨ neu. û”ŽŒŠŒ

Aoristo passivoGiacchˆ come si € gi• detto l'aoristo distingue la diatesi media da quella passiva, per quest'ultima esiste una forma a

parte di aoristo. Esso si divide in:

‡ aoristo passivo debole o primo, proprio dei temi in vocale, dittongo, la maggior parte dei temi in consonante mutae pochi temi in liquida e nasale, soprattutto apofonici; si distingue per il suffisso -Ÿ‹- a cui si aggiungono le

desinenze dell'aoristo atematico. I temi in vocale allungano la vocale finale ( puro > lungo; impuro > ¨).

Aumento Radice Interfisso caratteristico Terminazione

¦- -- -Ÿ‹- -†

‡ aoristo passivo forte o secondo, proprio dei temi in consonante, prevalentemente liquida e nasale ma anche alcuni

in consonante muta. La sua caratteristica € il suffisso -‹-, meno riconoscibile, cui si aggiungono, ancora una volta,

le terminazioni dell'aoristo atematico.

Aumento Radice Interfisso caratteristico Terminazione

¦- -¤«†- -‹- -†

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Aoristo 87

Circa una trentina di verbi in liquida, nasale e consonante muta presentano regolarmente sia forme di aoristo debole

che di aoristo forte; ci„ vale anche per una quindicina di verbi apofonici, che formano i rispettivi aoristi passivi dal

grado richiesto da ciascuno (debole = grado medio; forte = grado ridotto).

Aoristo passivo debole

Nell'aoristo passivo debole, a causa dell'aspirata -«- del suffisso, i temi in labiale e velare si cambiano nell'aspirata

corrispondente:å’“É > ü‰«¨Œ (da *ü°-«¨Œ); “½½É > Õ“Å«¨Œ (da *Õ-“‘-«¨Œ)

Le dentali mutano in ½ davanti a «: Š”Ø¦É > ÕŠ”ؽ«¨Œ (da Š”‹Ÿ-). Attenzione a non confondere queste forme con

quelle di alcuni temi in vocale che ripristinano un ½ che € nel tema verbale ma € caduto al presente: ½°“É >

Õ½°“½«¨Œ.

Per quanto riguarda i temi apofonici, l'aoristo debole utilizza solitamente il grado medio (es. Õ˜ŽØ‰«¨Œ <

˜‹°-/˜Ž‹°-/˜Š‹°- da ˜ŽØ°É). Invece, i temi con apofonia del genere ï/¨ si trovano al grado allungato (¨).

Coniugazione dell'aoristo passivo primo o debole: †‰‚«‡ , "vincere".

Indicativo Congiuntivo Ottativo Imperativo

1â singolare ÕŒ‹â«¨Œ Œ‹¨«® Œ‹¨«ŽØ¨Œ -

2â singolare ÕŒ‹â«¨¾ Œ‹¨«ß¾ Œ‹¨«ŽØ¨¾ Œ‹â«¨‹

3â singolare ÕŒ‹â«¨ Œ‹¨«ß Œ‹¨«ŽØ¨ Œ‹¨«âÉ

2â duale ÕŒ‹â«¨ŠŒ Œ‹¨«›ŠŒ Œ‹¨«ŽŠŒ Œ‹â«ŽŠŒ

3â duale ÕŒ‹¨«â¨Œ Œ‹¨«›ŠŒ Œ‹¨«ŽØ¨Œ Œ‹¨«âÉŒ

1â plurale ÕŒ‹â«¨”ŽŒ Œ‹¨«®”ŽŒ Œ‹¨«Ž”ŽŒ -

2â plurale ÕŒ‹â«¨Ž Œ‹¨«›Ž Œ‹¨«ŽŽ Œ‹â«¨Ž

3â plurale ÕŒ‹â«¨½Œ Œ‹¨«®½‹ Œ‹¨«ŽŽŒ Œ‹¨«ŒŠŒ (Œ‹¨«âɽŒ)

Infinito Participio

Œ‹¨«›Œ‹ Œ‹̈ «ŽØ¾, Œ‹̈ «Ž½, Œ‹ «̈Œ

Aoristo passivo forte

Sulla formazione dell'aoristo passivo forte c'€ solo da precisare che i temi apofonici usano il grado zero.

Coniugazione dell'aoristo passivo secondo o forte: ¤…†‡ , "mostrare".

Indicativo Congiuntivo Ottativo Imperativo

1â singolare Õ‰“Œ¨Œ ‰Œ® ‰ŒŽØ¨Œ -

2â singolare Õ‰“Œ¨¾ ‰Œß¾ ‰ŒŽØ¨¾ ‰“Œ¨«‹3â singolare Õ‰“Œ¨ ‰Œß ‰ŒŽØ¨ ‰ŒâÉ

2â duale Õ‰“Œ¨ŠŒ ‰Œ›ŠŒ ‰ŒŽŠŒ ‰“Œ¨ŠŒ

3â duale Õ‰Œâ¨Œ ‰Œ›ŠŒ ‰ŒŽØ¨Œ ‰ŒâÉŒ

1â plurale Õ‰“Œ¨”ŽŒ ‰Œ®”ŽŒ ‰ŒŽ”ŽŒ -

2â plurale Õ‰“Œ¨Ž ‰Œ›Ž ‰ŒŽŽ ‰“Œ¨Ž

3â plurale Õ‰“Œ¨½Œ ‰Œ®½‹ ‰ŒŽŽŒ ‰ŒŒÉŒ (‰ŒâɽŒ)

Infinito Participio

‰Œ›Œ‹ ‰ŒŽØ¾, ‰ŒŽ½, ‰ŒŒ

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Aoristo 88

Note[1][1] La prassi scolastica richiede di tradurlo sempre con il passato remoto, ma questo risponde solo a necessit• pratiche; in realt•, l'aoristo

indicativo esprime un'azione puntuale nel passato, e lo stesso concetto viene espresso, oltre che dal passato remoto, anche dal passato

prossimo, dal trapassato prossimo e dal trapassato remoto italiani. Questo dipende dal fatto che il sistema verbale italiano, figlio di quello

latino, privilegia una successione gerarchica sulla scala temporale, individuando ogni azione in sequenza, mentre il greco sottolinea di pi‚

l'aspetto dell'azione rispetto alla precisa individuazione in sequenza delle azioni esprimendo il concetto di tempo in modo assoluto, prendendo

quindi ogni azione senza metterla in relazione temporale con le altre, e per questo il suo sistema verbale offre un solo passato momentaneo.[2][2] Propriamente non indica anteriorit•, dal momento che il greco propone il tempo verbale in modo assoluto, cio€ senza relazionare

temporalmente le azioni le une con le altre, ma € la logica dell'enunciato che suggerisce di porre l'azione espressa dal participio aoristo prima

di quella espressa dal verbo di modo finito della principale.

[3] La stessa radice, che indica l'idea di portare/sopportare/sollevare, si trova anche nel verbo latino tollo e nella coniugazione di fero, il cui

perfetto € tuli e il supino € latum (< *tlatum); in greco troviamo inoltre l'aggettivo “˜¾, “˜‹Œ, “˜Œ "sventurato, infelice".

Perfetto e piuccheperfetto

Il raddoppiamento

Il raddoppiamento € la caratteristica peculiare del perfetto; esso consiste, nella sua forma pi‚ semplice, nel

raddoppiamento, appunto, della consonante iniziale di una radice seguita dalla vocale Ž: dal tema ˜Á- di ˜äÉ avremo

quindi „-, che € appunto il tema del perfetto di questo verbo; questo raddoppiamento € detto raddoppiamento

normale. Diversamente dall'aumento, il raddoppiamento € parte integrante del tema del perfetto e lo si trover• quindi

in tutti i modi.

Poichˆ il raddoppiamento € la caratteristica principale del perfetto occorre soffermarsi sulle sue particolarit•.

Temi in consonante

I temi in consonante hanno solitamente il raddoppiamento normale; alcuni temi, tuttavia, hanno il cosiddetto

raddoppiamento vocalico che consiste nel premettere Õ- al tema verbale (€ in sostanza uguale all'aumento sillabico).

Questi verbi sono:

‡ quelli inizianti in consonante doppia (¦, ¶, £) e quelli inizianti con due o pi‚ consonanti. A quest'ultimo gruppo

fanno eccezione i temi che presentano il gruppo muta + liquida o nasale (’ØŒÉ > -’‹) tranne i temi in -‘Œ-

(‘‹‘ŒÖ½É > בŒÉ), “Š”‹ (> ¨) e °Ø°É (> °°É);

‡ quelli in »-, che presentano lo stesso fenomeno osservato nell'aumento, ossia dopo Õ- si raddoppia il rho (»Ø°É >

×’’‹‰).

In base alla legge di Grassmann, i temi che iniziano per aspirata formano il raddoppiamento con il valore sordo del

loro gruppo; sar• quindi ‰ -> °, Å -> , « -> (‰äÉ > “‰Á, ÅØ’É > ‚ŽÅ“’¨, Ø«¨”‹ > ƒ«¨, ecc.).

Temi in vocale

I temi che iniziano per vocale, non potendo avere un vero raddoppiamento, ricorrono all'aumento temporale, con lestesse regole viste per l'imperfetto e l'aoristo, trattato come raddoppiamento.

Alcuni verbi che cominciano per , Ž, Š hanno forme di raddoppiamento attico. Queste, che come si pu„ dedurre

dalla denominazione sono tipiche del dialetto attico, benchˆ sporadicamente presenti anche in Omero, consistono

nella ripetizione delle prime due lettere del tema con allungamento della seconda vocale: ô’ä½½É -> ô’Ö’ÁÅ (t.v.

ô’ÁÅ-), ð˜ŽØ‰É -> ð˜â˜‹‰ (t.v. 𘋉-).

Il verbo Õ‘ŽØ’É ha un perfetto forte Õ‘’â‘Š’ accanto a quello debole Õ‘â‘Ž’, con raddoppiamento attico. Il tema

€ apofonico e presenta nel primo esempio il grado forte con l'aumento (ù‘Š’ < Õ‘Š’) preceduto dal grado zero

dell'apofonia (Õ‘’-).

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Perfetto e piuccheperfetto 89

Il perfetto

Il perfetto € uno dei quattro tempi principali del verbo greco che concorre a formare la voce del paradigma verbale.

A differenza del perfetto latino, il perfetto greco € considerato un tempo principale e si deduce dal fatto che nella sua

formazione, all'indicativo, vengano utilizzate le desinenze principali.

Aspetto verbale del perfetto

Dal punto di vista aspettuale il perfetto pu„ pu„ avere due valori:

‡   Valore stativo: € proprio dei perfetti di formazione pi‚ antica, che sono intransitivi e si traducono col presente, dal

momento che rimarcano una situazione permanente nel presente come conseguenza di un'azione compiuta.

‰äÉ "genero" > °‰Á, "sono [per natura]" (perchˆ "sono stato generato", "sono nato"); «Œῄ½É

"morire" > «Œ¨ "sono morto" (= "mi trovo ora ad essere morto perchˆ precedentemente ho perso la

vita")

Esiste una certa quantit• di verbi che si rendono in italiano cosƒ, e i pi‚ comuni sono riportati, in ordine alfabetico,

qui sotto.

ŸŸ‹ (pf. debole e atematico), "temo", da ŸŽØŸÉ

בŒÉ, "so", da ‘‹‘ŒÖ½É

Õ‘’â‘Š’, "sono sveglio", da Õ‘ŽØ’É "sveglio"(trans.)

Ž ἴÉ«, "sono solito", da ×«É (cfr. ©«Š¾, "costume, abitudine", equiv. al latino mos)

׊‹, "sono simile", privo di presente

¨”‹, "possiedo", da “Š”‹ "acquisto"

””Œ¨”‹, "ricordo", da ”‹”Œâ½É

Š ἶ Ÿ (dalla radice Ÿ-/ŽŸ-/ŠŸ- "vedere"), "so" (perchˆ, letteralmente, "ho visto, sono stato testimone")

°°Š‹«, "confido", da °ŽØ«É (cfr. aoristo forte ×°‹«ŠŒ con lo stesso significato)

°‰Á, "sono per natura, per indole", da ‰äÉ "genero"«¨˜, "sono fiorito (adesso)", da «“˜˜É "fiorire"

‡   Valore resultativo: € proprio dei perfetti di formazione recente, che hanno valore transitivo e si traducono con il

passato prossimo, dal momento che rimarcano il risultato in sˆ di un'azione compiuta.

‘’“‰É "scrivo" > ‘‘’‰ "ho scritto"

Infine, come nell'aoristo, distinguiamo:

- Perfetto debole o primo: € proprio di tutti i verbi in vocale o dittongo, di quasi tutti i verbi in dentale e di molti

verbi in liquida o nasale. La caratteristica principale di queto tipo di perfetto € la presenza del suffisso -- nella sua

formazione

- Perfetto forte o secondo: € proprio di tutti i verbi in labiale e gutturale, di alcuni verbi in liquida o nasale, di

pochissimi verbi in dentale. A differenza del perfetto debole, il perfetto forte non presenta il suffisso -- nella sua

formazione. Per analogia con i verbi la cui radice termina in aspirata (ad esempio ’‰É, radice ’Ž‰-/’Š‰-/’‰-,

perfetto ’Š‰), si riscontra aspirazione anche nel tema di alcuni perfetti in labiale e in velare che non dovrebbero

averla (—‘É, radice ð‘-, perfetto ©¥; ¤°É, radice Š°-, perfetto Š¤); non € possibile prevedere quali verbi

sviluppino questo cosiddetto perfetto aspirato.

- Perfetto fortissimo o terzo o atematico: € il tipo di perfetto pi‚ antico ed aggiunge le desinenze principali

direttamente al tema verbale (con o senza raddoppiamento). Soltanto il perfetto Š ἶ Ÿ "so" presenta una flessione

completa. Gli altri perfetti fortissimi appartengono a voci verbali isolate o sporadiche, oppure hanno coniugazione

mista (voci proprie del perfetto debole e altre del perfetto fortissimo).Il participio

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Perfetto e piuccheperfetto 90

A differenza dei participi di altri tempi, che derivano tutti da temi in -ŠŒ- come con presente, aoristi attivi e medi e

il futuro, oppure in -ŽŒ- come gli aoristi passivi e i verbi in -”‹, il perfetto forma il participio sulla base di un tema in

dentale semplice . Possiamo vedere che la forma del maschile € ˜Ž˜ÁÖ¾, che deriva da: *˜Ž˜ÁŠ[]¾ > ˜Ž˜ÁÖ¾

per caduta di e allungamento apofonico (non di compenso come succede con gli altri participi) di Š in É.

Notevole il fatto che al congiuntivo, all'ottativo e all'imperativo (e talvolta anche all'indicativo) il perfetto ricorra

spesso a forme perifrastiche, formate dal participio perfetto e dalle forme del presente di Ž”Ø:congiuntivo: ˜Ž˜Áæ¾ Ê (anche ˜Ž˜äÉ), ottativo: ˜Ž˜Áæ¾ Ž ἴ¨Œ (anche ˜Ž˜äŠ‹”‹), imperativo:

˜Ž˜Áæ¾ ἴ½«‹ (anche ˜˜ÁŽ)

Si trova qualcosa di analogo nel latino parlato e scritto nel Medioevo, durante il regresso culturale che corruppe il

latino e fece nascere l'italiano; accadde che alle forme di perfetto canoniche se ne accost„ una composta da participio

perfetto + avere, che non esisteva nel latino classico. Cosƒ "io ho detto" veniva anche espresso con dictum habeo, nel

senso di "ho qualcosa di detto (dictum)".

Perfetto attivo

Perfetto I o deboleConiugazione del perfetto primo o debole: ‡ , "sciogliere" 

Indicativo Congiuntivo Ottativo Imperativo

singolare

˜˜Á ˜Ž˜äÉ (˜Ž˜Áæ¾ Ê) ˜Ž˜äŠ‹”‹ (˜Ž˜Áæ¾ Ž ἴ¨Œ) -

singolare

˜˜Á¾ ˜Ž˜äã¾ (˜Ž˜Áæ¾ ᾖ¾) ˜Ž˜äŠ‹¾ (˜Ž˜Áæ¾ Ž ἴ¨¾) ˜˜ÁŽ (̃ Ž˜Áæ¾ ἴ½«‹)

singolare

˜˜ÁŽ(Œ) ˜Ž˜äã (˜Ž˜Áæ¾ ᾖ) ˜Ž˜äŠ‹ (˜Ž˜Áæ¾ Ž ἴ¨) ˜Ž˜ÁÉ (̃ Ž˜Áæ¾ ×½É)

2â duale ˜Ž˜äŠŒ ˜Ž˜ä¨ŠŒ (˜Ž˜Á¤Ž ©ŠŒ) ˜Ž˜äŠ‹ŠŒ (˜Ž˜Á¤ŽŽ ἶ ŠŒ) ˜Ž˜äŽŠŒ (˜Ž˜Á¤Ž ׊Œ)

3â duale ˜Ž˜äŠŒ ˜Ž˜ä¨ŠŒ (˜Ž˜Á¤Ž ©ŠŒ) ˜Ž˜ÁŠØ¨Œ (˜Ž˜Á¤Ž

Ž ἴ¨Œ)

˜Ž˜ÁÉŒ (˜Ž˜Á¤Ž ×ÉŒ)

1â plurale ˜Ž˜ä”ŽŒ ˜Ž˜äÉ”ŽŒ (˜Ž˜Á¤Ž¾

Ê”ŽŒ)

˜Ž˜äŠ‹”ŽŒ (˜Ž˜Á¤Ž¾

Ž ἶ ”ŽŒ)

-

2â plurale ˜Ž˜äŽ ˜Ž˜ä¨Ž (˜Ž˜Á¤Ž¾ ©Ž) ˜Ž˜äŠ‹Ž (˜Ž˜Á¤Ž¾ Ž ἶ Ž) ˜Ž˜äŽŽ (˜Ž̃ Á¤Ž¾ ×½Ž)

3â plurale ˜Ž˜ä½‹(Œ) ˜Ž˜äɽ‹Œ (˜Ž˜Á¤Ž¾

ʽ‹Œ)

˜Ž˜äŠ‹ŽŒ (˜Ž˜Á¤Ž¾ Ž ἶ ŽŒ) ˜Ž˜Á¤ŒÉŒ (˜Ž˜ÁɽŒ) (˜Ž˜Á¤Ž¾

þŒÉŒ)

Infinito Participio

˜Ž̃ ÁŒ‹ ˜Ž˜ÁÖ¾, ̃ Ž˜ÁÁ,

˜Ž˜Á¤¾

‡‡ la forma dell'imperativo ̃ Ž˜ÁɽŒ € attica.

Perfetto II o forte

Coniugazione del perfetto forte o secondo:¤…†‡ , "mostrare" 

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Perfetto e piuccheperfetto 91

Indicativo Congiuntivo Ottativo Imperativo

singolare

°‰¨Œ °Ž‰âŒÉ (°Ž‰¨Œæ¾ Ê) °Ž‰âŒŠ‹”‹ (°Ž‰¨Œæ¾ Ž ἴ¨Œ) -

singolare

°‰¨Œ¾ °Ž‰âŒã¾ (°Ž‰¨Œæ¾ ᾖ¾) °Ž‰âŒŠ‹¾ (°Ž‰¨Œæ¾ Ž ἴ¨¾) °‰¨ŒŽ (°Ž‰¨Œæ¾ ἴ½«‹)

singolare

°‰¨ŒŽ °Ž‰âŒã (°Ž‰¨Œæ¾ ᾖ) °Ž‰âŒŠ‹ (°Ž‰¨Œæ¾ Ž ἴ¨) °Ž‰¨ŒÉ (°Ž‰¨Œæ¾ ×½É)

2â duale °Ž‰âŒŠŒ °Ž‰âŒ¨ŠŒ (°Ž‰¨Œ¤Ž

©ŠŒ)

°Ž‰âŒŠ‹ŠŒ (°Ž‰¨Œ¤Ž

Ž ἶ ŠŒ)

°Ž‰âŒŽŠŒ (°Ž‰¨Œ¤Ž ׊Œ)

3â duale °Ž‰âŒŠŒ °Ž‰âŒ¨ŠŒ (°Ž‰¨Œ¤Ž

©ŠŒ)

°Ž‰¨ŒŠØ¨Œ (°Ž‰¨Œ¤Ž

Ž ἴ¨Œ)

°Ž‰¨ŒÉŒ (°Ž‰¨Œ¤Ž ×ÉŒ)

1â plurale °Ž‰âŒ”ŽŒ °Ž‰âŒÉ”ŽŒ (°Ž‰¨Œ¤Ž¾

Ê”ŽŒ)

°Ž‰âŒŠ‹”ŽŒ (°Ž‰¨Œ¤Ž¾

Ž ἶ ”ŽŒ)

-

2â plurale °Ž‰âŒŽ °Ž‰âŒ¨Ž (°Ž‰¨Œ¤Ž¾ ©Ž) °Ž‰âŒŠ‹Ž (°Ž‰¨Œ¤Ž¾

Ž ἶ Ž)

°Ž‰âŒŽŽ (°Ž‰¨Œ¤Ž¾ ×½Ž)

3â plurale °Ž‰âŒ½‹(v) °Ž‰âŒÉ½‹Œ (°Ž‰¨Œ¤Ž¾

ʽ‹Œ)

°Ž‰âŒŠ‹ŽŒ (°Ž‰¨Œ¤Ž¾

Ž ἶ ŽŒ)

°Ž‰¨Œ¤ŒÉŒ (°Ž‰¨ŒÉ½Œ) (°Ž‰¨Œ¤Ž¾

þŒÉŒ)

Infinito Participio

°Ž‰¨ŒŒ‹ °Ž‰¨ŒÖ¾, °Ž‰ Œ̈Á,

°Ž‰¨Œ¤¾

‡‡ anche il perfetto forte ha la forma attica, piuttosto rara, °Ž‰¨ŒÉ½Œ.

‡‡ l'Infinito ha la vocale tematica -Ž-.

‡ il solo tema in vocale che segue la coniugazione del perfetto forte € ðŠäÉ "ascolto" che fa ð⊠(con

raddoppiamento attico); questo perchˆ originariamente il tema terminava in digamma che si € vocalizzato:*ðŠÌÉ > ðŠäÉ.

Perfetto III o fortissimo o atematico

Coniugazione del perfetto fortissimo o terzo atematico ŽÏŠ , "so" 

Indicativo Congiuntivo Ottativo Imperativo

1â singolare Š ἶ Ÿ ŽŸ® ŽŸŽØ¨Œ -

2â singolare Š ἶ ½« ŽŸß¾ ŽŸŽØ¨¾   ἴ½«‹

3â singolare Š ἶ ŸŽ(Œ) ŽŸß ŽŸŽØ¨   ἴ½É

1â plurale   ἴ½”ŽŒ ŽŸ®”ŽŒ ŽŸŽ”ŽŒ -

2â plurale   ἴ½Ž ŽŸ›Ž ŽŸŽŽ   ἴ½Ž

3â plurale   ἴ½½‹ ŽŸ®½‹(Œ) ŽŸŽŽŒ   ἴ½ÉŒ

2â duale   ἴ½ŠŒ ŽŸ›ŠŒ ŽŸŽŠŒ   ἴ½ŠŒ

3â duale   ἴ½ŠŒ ŽŸ›ŠŒ ŽŸŽØ¨Œ   ἴ½ÉŒ

Infinito Participio

ŽŸŒ‹ ŽŸÖ¾, ŽŸÁ, ŽŸ¤¾

‡ nella coniugazione si alternano i gradi del tema apofonico Ì‹Ÿ-/ÌŽ‹Ÿ-/ÌŠ‹Ÿ- (cfr. latino videor , tedesco wissen,

inglese wise) che esprime l'idea di "vedere". Il congiuntivo e l'ottativo usano il grado medio, mentre il l'imperativoe il plurale e il duale dell'indicativo il grado zero. Il grado forte € utilizzato solo dal singolare dell'indicativo.

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Perfetto e piuccheperfetto 92

‡ a dimostrazione di quanto sia arcaica questa formazione di perfetto, la 2º singolare dell'indicativo ha la desinenza

-«, in comune con l'imperfetto di Ž”Ø, e quella dell'imperativo la desinenza -«‹, come quella dell'aoristo terzo e

del verbo "essere", a cui € perfettamente identica.

‡‡ la 2º persona sing. e plur. dell'indicativo mutano regolarmente la -Ÿ- del tema in -½- davanti alle dentali delle

rispettive desinenze.

‡ la 3º plur. dell'indicativo muta per analogia alle altre persone la -Ÿ- in -½- (*Ì‹Ÿṇ‹ > *Ÿ‹ > ἴ½½‹).Coniugazione del perfetto fortissimo o terzo atematico Š˜Š‰ , "temo" 

Indicativo Congiuntivo Ottativo Imperativo

1â singolare ŸŸ‹ ŸŽŸØÉ - -

2â singolare ŸŸ‹¾ ŸŽŸØã¾ - ŸŸ‹«‹

3â singolare ŸŸ‹Ž ŸŽŸØã ŸŽŸ‹ŽØ¨ ŸŽŸØÉ

1â plurale ŸŸ‹”ŽŒ ŸŽŸØÉ”ŽŒ - -

2â plurale ŸŸ‹Ž ŸŽŸØ¨Ž - -

3â plurale ŸŽŸØ½‹(Œ) ŸŽŸØɽ‹(Œ) - ŸŽŸØŒÉŒ

2â duale ŸŸ‹ŠŒ ŸŽŸØ¨ŠŒ - ŸŸ‹ŠŒ

3â duale ŸŸ‹ŠŒ ŸŽŸØ¨ŠŒ - ŸŽŸØÉŒ

Infinito Participio

ŸŽŸ‹Œ‹ ŸŽŸ‹Ö¾, ŸŽŸ‹Á, ŸŽŸ‹¤¾

‡ ŸŸ‹ deriva dal verbo ŸŽØŸÉ (il quale anticamente era anch'esso un perfetto) che ha il tema apofonico

ŸÌ‹Ÿ-/ŸÌŽ‹Ÿ-/ŸÌŠ‹Ÿ-, in cui il digamma cade senza lasciare traccia. Dal grado debole si formano il presente, il

futuro e l'aoristo mentre dai gradi zero e forte si formano rispettivamente i perfetti ŸŸ‹ e ŸŸŠ‹, regolare

perfetto debole.‡‡ a differenza di Š ἶ Ÿ, ŸŸ‹ usa soltanto il grado zero ŸÌ‹Ÿ- nel corso della coniugazione.

‡‡ esiste un'unica forma attestata di ottativo, ed € la 3º pers. sing. ŸŽŸ‹ŽØ¨.

‡‡ una forma attica alternativa all 3º pers. plur. dell'omperativo € ŸŽŸØɽŒ.

Coniugazione del perfetto fortissimo o terzo atematico •Ž‰‚ , "assomiglio", "sembra che io" 

Indicativo Congiuntivo Ottativo Imperativo

1â singolare ׊‹ ÕŠØÉ ÕŠØŠ‹”‹ -

2â singolare ׊‹¾ ÕŠØã¾ - -

3â singolare ׊‹Ž(Œ) - ÕŠØŠ‹ -1â plurale ÕŠØ”ŽŒ (׊‹‘”ŽŒ) - - -

2â plurale ÕŠØŽ - - -

3â plurale Պؽ‹(Œ) (Պض½‹[Œ]) - - -

2â duale ÕŠØŠŒ - - -

3â duale ÕŠØŠŒ - - -

Infinito Participio

ÕŠ‹Œ‹ (ŽŒ‹) ÕŠ‹Ö¾ (ŽÖ¾), ÕŠ‹Á (ŽÁ), ÕŠ‹¤¾ (Ž¤¾)

‡‡ si forma dalla radice Ì‹-/ÌŽ‹-/ÌŠ‹-, dal cui grado forte si forma (con regolare raddoppiamento: *ÌÌŠ‹, conconseguente caduta dei digamma) tutta la coniugazione; l'infinito e il participio possono anche formarsi dal grado

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Perfetto e piuccheperfetto 93

zero con raddoppiamento (*ÌŽÌ‹Œ‹) o dal grado medio senza raddoppiamento (*ÌŽ‹Œ‹).

‡‡ dalla stessa radice si ricava il verbo Õ ΐ½É "rendere simile", di cui per„ ׊‹ non € considerato essere il perfetto.

Perfetto misto

Esiste un tipo di perfetto le cui forme oscillano tra quelle del perfetto debole, caratterizzate dal suffisso --, e quelle

del perfetto atematico. I due verbi che hanno questo tipo di perfetto sono šØŒÉ e «Œῄ½É, i quali perfetti fanno

šš¨ e «Œ¨; tuttavia soltanto il modo indicativo, participio e infinito hanno una coniugazione completa di

tutte le forme, mentre gli altri modi hanno voci sparse e isolate.

Coniugazione di –…†‡

Singolare Plurale Duale

1â persona šš¨ šš”ŽŒ -

2â persona šš¨¾ ššŽ ššŠŒ

3â persona šš¨Ž(Œ) šš½‹(Œ) ššŠŒ

Infinito Participio

šŽš“Œ‹ šŽšÖ¾ (šŽšÖ¾), šŽš®½ (šŽšÁ), šŽš¨¤¾ (šŽš¤¾)

‡‡ come si pu„ notare, le forme dell'indicativo usano al singolare il grado š¨- dell'apofonia e sono di perfetto debole,

mentre al plurale ed al duale si usa il grado š- ed € un tipo di perfetto atematico.

‡‡ esiste un'unica forma accertata di congiuntivo ed € la 3º pers. plur. šŽš®½‹(Œ); ottativo e imperativo non hanno

forme attestate.

‡‡ anche il participio usa il grado š-. Il femminile € modellato sui participi dei verbi contratti in -“É, e il neutro €

un perfetto debole.

‡‡ il participio presenta forma alternative: šŽšÖ¾ € la contrazione di šŽšÖ¾, šŽš®½ € analogico; šŽšÁ ha la

regolare terminazione del perfetto, mentre šŽš¨¤¾ € una forma di perfetto debole.Coniugazione di Ÿ†ì™‚‡

Visto che in questo caso le forme attestate sono di pi‚, converr• fare un elenco dei modi diversi da indicativo,

congiuntivo e participio:

‡‡ 1º pers. sing. congiuntivo: Ž«ŒâÉ.

‡‡ 1º pers. sing. ottativo: Ž«ŒØ¨Œ.

‡‡ Imperativo: 2º pers. sing. «Œ«‹ e 3º pers. sing. Ž«Œ“É.

Singolare Plurale Duale

1â persona «Œ¨ «Œ”ŽŒ -2â persona «Œ¨¾ «ŒŽ «ŒŠŒ

3â persona «Œ¨Ž(Œ) «Œ½‹ «ŒŠŒ

Infinito Participio

Ž«Œ“Œ‹ (Ž«Œ¨Œ‹) Ž«ŒŽÖ¾, Ž«ŒŽ®½, Ž«ŒŽ¤¾

‡‡ per la distribuzione delle forme deboli e atematiche valgono le stesse osservazioni fatte prima.

‡‡ il participio deriva sempre dal tema «Œ¨- che subisce abbreviamento in quanto primo elemento del dittongo ̈ É

seguito da consonante (¾).

‡‡ del participio esiste anche la forma debole con suffisso --: Ž«Œ¨Ö¾, -Á, -¤¾.

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Perfetto e piuccheperfetto 95

Si € preferito trattare congiuntivo e ottativo separatamente, poichˆ si formano per mezzo di perifrasi participio + Ž”Ø

al congiuntivo e all'ottativo, analogamente alle terze persone plurali dell'indicativo dei temi in consonante. Sono

tuttavia attestate anche forme non perifrastiche. Si ricorda comunque che anche le forme della precedente tabella

possono presentare forme perifrastiche.

Congiuntivo Ottativo

Singolare Ž«Á”ŒŠ¾, -¨, -ŠŒ

šŽš˜””ŒŠ¾, -¨, -ŠŒ

°Ž°’‘”ŒŠ¾, -¨, -ŠŒ

ù˜°‹½”ŒŠ¾, -¨, -ŠŒ

Ê, ᾖ¾, ᾖ Ž ἴ¨Œ, Ž ἴ¨¾, Ž ἴ¨

Plurale Ž«Á”ŒŠ‹, -‹,

šŽš˜””ŒŠ‹, -‹, -

°Ž°’‘”ŒŠ‹, -‹, -

ù˜°‹½”ŒŠ‹, -‹, -

Ê”ŽŒ, ©Ž, ʽ‹(v) Ž ἶ ”ŽŒ, Ž ἶ Ž, Ž ἶ ŽŒ

Duale Ž«Á”ŒÉ, -î, -É

šŽš˜””ŒÉ, -î, -É°Ž°’‘”ŒÉ, -î, -É

ù˜°‹½”ŒÉ, -î, -É

©ŠŒ, ©ŠŒ Ž ἶ ŠŒ, Ž ἴ¨Œ

Piuccheperfetto

Dallo stesso tema del perfetto, anteponendo al raddoppiamento l'aumento Õ-, si ottiene il piuccheperfetto, che, come

l'imperfetto, esiste al solo modo indicativo; i verbi che portano il raddoppiamento vocalico (es. בŒÉ, da

‘‹‘ŒÖ½É) o, se in vocale, l'aumento temporale (es. ø‘‘Ž˜, da 𑑘˜É) non aggiungono ovviamente nulla. Il suo

valore € lo stesso del prefetto (conserva il raddoppiamento), ma trasporta l'azione nel passato (porta l'aumento); non

indica mai anteriorit• rispetto al perfetto, ma solo lo stato o il risultato nel passato derivanti da un'azione precedente.† costruito con l'ampliamento -Ž½- analogo al piuccheperfetto latino arcaico (*amavesam > amaveram), che al

singolare, trovandosi in posizione intervocalica, fa cadere il sigma provocando contrazioni. Questo non succede al

plurale e al duale in quanto l'ampliamento si riduce alla sola -Ž- e le uscite iniziano in consonante.

Piccheperfetto attivo

Anche il piuccheperfetto si distingue in debole, forte e fortissimo, con gli stessi criteri del perfetto. Del perfetto

fortissimo, tuttavia, fanno parte soltanto le coniugazioni di ᾔŸ¨ (da Š ἶ Ÿ, con valore di imperfetto "sapevo") e

ÕŸŽŸØŽ‹Œ (da ŸŸ‹). Sono utilizzate due forme: una regolare, che utilizza l'ampliamento -Ž½-, e una alternativa, pi‚

recente, formata a partire dalla terza persona singolare percepita come puro tema e quindi utilizzata come tema del

resto della flessione aggiungendovi le desinenze storiche atematiche.

Piuccheperfetto debole

Aumento Raddoppiamento Radice Interfisso Terminazione

¦- -„- -- -‚- -‹ (< *-„. < *-„™.)

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Perfetto e piuccheperfetto 97

I piuccheperfetti fortissimi 튋 e ¦Š„Š…„‰†

Questi due piuccheperfetti presentano ciascuno due coniugazioni: ᾔŸ¨, come gli altri piuccheperfetti, ha sia la forma

base che quella alternativa, mentre ÕŸŽŸØŽ‹Œ, oltre ad avere la forma fortissima, presenta anche una coniugazione di

piuccheperfetto misto:

Piuccheperfetto 튋, da ŽÏŠ

Forma base Forma alternativa

1â singolare   ᾔŸ¨/ ᾔŸŽ   ᾔŸŽ‹Œ

2â singolare   ᾔŸ¨¾/ ᾔŸ¨½«   ᾔŸŽ‹¾/ ᾔŸŽ‹½«

3â singolare   ᾔŸŽŽ(Œ)/ ᾔŸ¨   ᾔŸŽ‹(Œ)

1â plurale øŸŽ”ŽŒ/ ᾖ½”ŽŒ   ᾔŸŽ‹”ŽŒ

2â plurale øŸŽŽ/ ᾖ½Ž   ᾔŸŽ‹Ž

3â plurale øŸŽ½Œ/ ᾖ½Œ)   ᾔŸŽ‹½Œ

2â duale -   ᾖ½ŠŒ

3â duale -   ᾔ½¨Œ

Piuccheperfetto ¦Š„Š…„‰†, da Š˜Š‰

Misto Fortissmo

1â singolare ÕŸŽŸŠØ¨ (ÕŸŽŸŠØŽ‹Œ) ÕŸŽŸØŽ‹Œ

2â singolare ÕŸŽŸŠØ¨¾ (ÕŸŽŸŠØŽ‹¾) ÕŸŽŸØŽ‹¾

3â singolare ÕŸŽŸŠØŽ‹ ÕŸŽŸØŽ‹

1â plurale ÕŸŽØŸ‹”ŽŒ ÕŸŸ‹”ŽŒ

2â plurale - ÕŸŸ‹Ž3â plurale ÕŸŽŸØŽ½Œ (ÕŸŽØŸ‹½Œ) ÕŸŸ‹½Œ

2â duale - ÕŸŸ‹ŠŒ

3â duale - ÕŸŽŸØ¨Œ

Piuccheperfetto medio-passivo

Per questa coniugazione del piuccheperfetto valgono le stesse regole fonetiche citate per il perfetto medio-passivo,

con l'unica differenze che questo usa, ovviamente, le desinenze medio-passive dei tempi storici (-”¨Œ, -½Š, -Š etc.).

Aumento Raddoppiamento Radice Terminazione

¦- -„- -- -‹†

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Perfetto e piuccheperfetto 98

Temi in vocale (‡) Temi in consonante (¤…†‡, in nasale)

1â singolare Õ˜Ž˜ä”¨Œ Õ°Ž‰“½”¨Œ

2â singolare Õ˜˜Á½Š Õ°‰Œ½Š

3â singolare Õ˜˜ÁŠ Õ°‰ŒŠ

1â plurale Õ˜Ž˜ä”Ž« Õ°Ž‰“½”Ž«

2â plurale Õ˜˜Á½«Ž Õ°‰Œ«Ž

3â plurale Õ˜˜ÁŒŠ °Ž‰½”ŒŠ‹ ©½Œ (Õ°Ž‰“ŒŠ)

2â duale Õ˜˜ÁŠŒ Õ°‰ŒŠŒ

3â duale Õ˜Ž˜ä¨Œ Õ°Ž‰“Œ¨Œ

‡‡ Nei temi in consonante, l'uscita di terza singolare -Š (da *-ṇŠ con vocalizzazione di Œ diventato sonante

davanti a consonante) € quella originale originale, ma poco usata nel dialetto attico che preferisce invece la forma

perifrastica.

Futuro perfetto

Esiste inoltre un futuro costruito sul tema del perfetto, detto per questo anche  futuro a raddoppiamento. Talvolta €

detto anche futuro anteriore, ma la qualifica di anteriore € inesatta perchˆ, come detto, il greco esprime il tempo in

modo assoluto, quindi questo futuro non esprime mai l'anteriorit• relativa al futuro semplice, ma soltanto il risultato

o lo stato nel futuro derivante da un'azione precedente; l'equivoco potrebbe nascere dal fatto che, spesso, la

traduzione pi‚ appropriata in italiano € proprio il futuro anteriore: Ž«Œâ¶É "sar„ morto" perchˆ "risulter„ morto, mi

trover„ ad essere morto".

Il futuro perfetto in origine possedeva senso desiderativo, ma successivamente a causa delle forti affinit• con il

futuro e con il perfetto finƒ per trasportare nel futuro il valore del perfetto.

Si forma aggiungendo al tema del perfetto di un verbo il suffisso -½- del futuro, con le stesse regole; la coniugazione

€ identica a quella del futuro. Esiste alla diatesi attiva e a quella medio-passiva (questo futuro, diversamente da

quello semplice, unisce il medio e il passivo). In quanto futuro, ha solo due modi finiti (indicativo e ottativo) e due

forme nominali (infinito e participio).

Futuro perfetto attivo

Ha due forme: una monolettica (propria per„ solo di tre verbi) e una perifrastica (participio perfetto attivo + futuro di

Ž”Ø: ˜Ž˜Áæ¾ ×½Š”‹, ˜Ž˜Áæ¾ ×½ã, ˜Ž˜Áæ¾ ×½‹, ecc.) usata da tutti gli altri verbi.

I tre verbi che presentano la forma monolettica hanno tutti e tre il tema terminante in -- (i primi due hanno il

perfetto primo, l'ultimo viene da un perfetto fortissimo senza presente):‡ ƒ„Ÿ†‘§‡ (da «Œῄ½É)

‡ »™ƒ‘§‡ (da ἵ½¨”‹)

‡ „Þ§‡ (dal grado medio ÌŽ‹- della radice del perfetto III senza presente ׊‹)

Costruzione di „Þ§‡:

Radice senza raddoppiamento Caratteristica del futuro Terminazione

„Þ‚- -™- -‡

Costruzione di ƒ„Ÿ†‘§‡ (da «Œῄ½É):

Raddoppiamento Radice Ampliamento del perfetto I Caratteristica del futuro Terminazione

ƒ„- -Ÿ†‘- -‚- -™- -‡

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Perfetto e piuccheperfetto 99

Indicativo Ottativo

1â singolare Ž«Œâ¶É Ž«Œâ¶Š‹”‹

2â singolare Ž«Œâ¶Ž‹¾ Ž«Œâ¶Š‹¾

3â singolare Ž«Œâ¶Ž‹ Ž«Œâ¶Š‹

2â duale Ž«Œâ¶Ž½«ŠŒ Ž«Œâ¶Š‹ŠŒ

3â duale Ž«Œâ¶Ž½«ŠŒ Ž«Œ¨¶ŠØ¨Œ

1â plurale Ž«Œâ¶Š”ŽŒ Ž«Œâ¶Š‹”ŽŒ

2â plurale Ž«Œâ¶ŽŽ Ž«Œâ¶Š‹Ž

3â plurale Ž«Œâ¶ŠÁ½‹Œ Ž«Œâ¶Š‹ŽŒ

Infinito Participio

Ž«Œâ¶Ž‹Œ Ž«Œâ¶ÉŒ, Ž«Œâ¶ŠÁ½, Ž«Œ›¶ŠŒ

Futuro perfetto medio-passivo

La diatesi medio-passiva € molto pi‚ attestata di quella attiva; si forma unendo al tema del perfetto il suffisso del

futuro -½- e le desinenze principali medio-passive con vocale tematica; esiste anche la forma perifrastica formata dal

participio perfetto medio-passivo e il futuro di Ž”Ø (˜Ž˜Á”ŒŠ¾ ×½Š”‹ ecc.).

Raddoppiamento Radice Caratteristica del futuro Vocale tematica Terminazione

„- -- -™- -Ž- -‰

Indicativo Ottativo

1â singolare ˜Ž˜ä½Š”‹ ˜Ž˜Á½ŠØ”¨Œ

2â singolare ˜Ž˜ä½ã (< *˜Ž˜ä½Ž½‹) ˜Ž˜ä½Š‹Š (< *˜Ž˜ä½Š‹½Š)

3â singolare ˜Ž˜ä½Ž‹ ˜Ž˜ä½Š‹Š

2â duale ˜Ž˜ä½Ž½«ŠŒ ˜Ž˜ä½Š‹½«ŠŒ

3â duale ˜Ž˜ä½Ž½«ŠŒ ˜Ž˜Á½ŠØ½«¨Œ

1â plurale ˜Ž˜Á½¤”Ž« ˜Ž˜Á½ŠØ”Ž«

2â plurale ˜Ž˜ä½Ž½«Ž ˜Ž˜ä½Š‹½«Ž

3â plurale ˜Ž˜ä½ŠŒ‹ ˜Ž˜ä½Š‹ŒŠ

Infinito Participio

˜Ž˜ä½Ž½«‹ ˜Ž˜Á½¤”ŽŒŠ¾, ̃ Ž Á̃½Š”Œ¨, ̃ Ž˜Á½¤”ŽŒŠŒ

Esiste inoltre un futuro perfetto formato sul tema Ÿ-/ŽŸ-/ŠŸ-, e quindi derivante da Š ἶ Ÿ; il significato sar•

ovviamente "sapr„" ( per aver visto). Ha una forma media dal significato attivo („Þ™Ž‰, da *Ž ἴŸ-½Š”‹) e una

forma attiva („ÈŠ‘™‡, con ampliamento in -¨-):

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Perfetto e piuccheperfetto 100

Indicativo attivo Ottativo attivo Indicativo medio Imperativo medio

1â singolare ŽŸâ½É ŽŸâ½Š‹”‹ Ž ἴ½Š”‹ Ž½ŠØ”¨Œ

2â singolare ŽŸâ½Ž‹¾ ŽŸâ½Š‹¾ Ž ἴ½ã Ž ἴ½Š‹Š

3â singolare ŽŸâ½Ž‹ ŽŸâ½Š‹ Ž ἴ½Ž‹ Ž ἴ½Š‹Š

2â duale ŽŸâ½ŽŠŒ ŽŸâ½Š‹ŠŒ Ž ἴ½Ž½«ŠŒ Ž ἴ½Š‹½«ŠŒ

3â duale ŽŸâ½ŽŠŒ ŽŸ¨½ŠØ¨Œ Ž ἴ½Ž½«ŠŒ Ž½ŠØ½«¨Œ

1â plurale ŽŸâ½Š”ŽŒ ŽŸâ½Š‹”ŽŒ Ž½¤”Ž« Ž½ŠØ”Ž«

2â plurale ŽŸâ½ŽŽ ŽŸâ½Š‹Ž Ž ἴ½Ž½«Ž Ž ἴ½Š‹½«Ž

3â plurale ŽŸâ½ŠÁ½‹(Œ) ŽŸâ½Š‹ŽŒ Ž ἴ½ŠŒ‹ Ž ἴ½Š‹ŒŠ

Infinito attivo Participio attivo Infinito medio Participio medio

ŽŸâ½Ž‹Œ ŽŸâ½ÉŒ, ŽŸâ½ŠÁ½, ŽŸ›½ŠŒ Ž ἴ½Ž½«‹ Ž½¤”ŽŒŠ¾, Ž½Š”Œ¨, Ž½¤”ŽŒŠŒ

Futuro

Futuro attivo e medio

In greco, a differenza di quanto accade nel latino classico, il futuro si forma sul tema verbale. Si coniuga in quattro

modi, due finiti, indicativo e ottativo, e due indefiniti, infinito e participio. Il tema temporale della forma attiva e

media del futuro € ben distinto da quello della forma passiva, e si divide in cinque sottospecie:

‡ il futuro sigmatico, tipico delle radici verbali in vocale, in dittongo, in consonante muta, e caratterizzato dal

suffisso temporale -™- seguito dalle vocali tematiche; in pratica si coniuga come il presente indicativo tematico;

‡ il futuro asigmatico o contratto, tipico delle radici verbali in consonante liquida e nasale (tranne ‚˜‡ e ‚’‡),€ in realt• un futuro sigmatico col suffisso in -„™- seguito dalle vocali tematiche, con caduta del sigma

intervocalico, dando luogo a contrazione sistematica delle desinenze verbali con il relitto del suffisso originario

-Ž-;

‡ il futuro attico, tipico di alcuni verbi in -‹¦É e in -¦É con la radice di almeno due sillabe; si tratta di

un'estensione del futuro asigmatico in cui la dentale finale del tema (-‹Ÿ, -Ÿ) cade davanti alla caratteristica -½-

che poi cade a sua volta lasciando la vocale finale della radice e quelle della desinenza libere di contrarsi;

‡ il futuro dorico, tipico di pochi verbi; € caratterizzato dall'interfisso -™„- ed ha soltanto di forma media, con

significato attivo;

‡ il futuro senza caratteristica, tipico di tre verbi anomali, non ha alcun suffisso, tranne la vocale tematica.

Futuro sigmatico

Coniugazione dei modi finiti

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Futuro 101

 Indicativo attivo Indicativo medio Ottativo attivo Ottativo medio

1â singolare ˜ä½É ˜ä½Š”‹ ˜ä½Š‹”‹ ˜Á½ŠØ”¨Œ

 2‹ singolare ˜ä½Ž‹¾ ˜ä½Ž‹ ˜ä½Š‹¾ ˜ä½Š‹Š

 3‹ singolare ˜ä½Ž‹ ˜ä½Ž‹ ˜ä½Š‹ ˜ä½Š‹Š

 2‹ duale ˜ä½ŽŠŒ ˜ä½Ž½«ŠŒ ˜ä½Š‹ŠŒ ˜ä½Š‹½«ŠŒ

 3‹ duale ˜ä½ŽŠŒ ˜ä½Ž½«ŠŒ ˜Á½ŠØ¨Œ ˜Á½ŠØ½«¨Œ

1‹ plurale ˜ä½Š”ŽŒ ˜Á½¤”Ž« ˜ä½Š‹”ŽŒ ˜Á½ŠØ”Ž«

 2‹ plurale ˜ä½ŽŽ ˜ä½Ž½«Ž ˜ä½Š‹Ž ˜ä½Š‹½«Ž

 3‹ plurale ˜ä½ŠÁ½‹ ˜ä½ŠŒ‹ ˜ä½Š‹ŽŒ ˜ä½Š‹ŒŠ

Coniugazione dei modi indefiniti

 Forme attive Forme medie

 Infinito ˜ä½Ž‹Œ ˜ä½Ž½«‹

 Participio ˜ä½ÉŒ, ̃ 佊Á½, ̃ 佊Œ ˜Á½¤”ŽŒŠ¾, ̃ Á½Š”Œ̈ , ̃ Á½¤”ŽŒŠŒ

Futuro contratto

Il futuro contratto € caratteristico dei verbi il cui tema termina in consonante liquida (˜, ’) o nasale (”, Œ). Si tratta

sempre di un futuro sigmatico, che per„ ha subito alcuni mutamenti fonetici: poichˆ il greco mal tollera l'incontro tra

il ½ e una liquida o una nasale, tra il tema verbale e la caratteristica -½Ž-/-½Š- del futuro sigmatico inserisce un -Ž-.

Tale inserzione (detta anaptissi) genera i gruppi -Ž½Ž-/-Ž½Š- nei quali il -½-, divenuto intervocalico, scompare e le due

vocali in iato si contraggono. In questo modo il futuro contratto presenta una flessione identica a quella dei verbi

contratti in -É al presente. Un esempio € la flessione di ‰ØŒÉ (tema verbale ‰Œ-).

Coniugazione dei modi finiti

 Indicativo attivo Indicativo medio Ottativo attivo Ottativo medio

1â singolare ‰Œ® ‰ŒŠ³”‹ ‰ŒŠØ¨Œ ‰ŒŠØ”¨Œ

 2‹ singolare ‰ŒŽ¾ ‰ŒŽ ‰ŒŠØ¨¾ ‰ŒŠŠ

 3‹ singolare ‰ŒŽ ‰ŒŽ‹ ‰ŒŠØ¨ ‰ŒŠŠ

 2‹ duale ‰ŒŽŠŒ ‰ŒŽ½«ŠŒ ‰ŒŠŠŒ ‰ŒŠ½«ŠŒ

 3‹ duale ‰ŒŽŠŒ ‰ŒŽ½«ŠŒ ‰ŒŠØ¨Œ ‰ŒŠØ½«¨Œ

1‹ plurale ‰ŒŠ³”ŽŒ ‰Œo䔎« ‰ŒŠ”ŽŒ ‰ŒŠØ”Ž«

 2‹ plurale ‰ŒŽŽ ‰ŒŽ½«Ž ‰ŒŠŽ ‰ŒŠ½«Ž

 3‹ plurale ‰ŒŠ³½‹ ‰ŒŠ³Œ‹ ‰ŒŠŽŒ ‰ŒŠŒŠ

Coniugazione dei modi indefiniti

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Futuro 102

 Forme attive Forme medie

 Infinito ‰ŒŽŒ ‰ŒŽ½«‹

 Participio ‰Œ®Œ, ‰ŒŠ³½, ‰ŒŠ³Œ ‰Œ¤”ŽŒŠ¾, ‰ŒŠ”Œ¨, ‰Œ¤”ŽŒŠŒ

Futuro attico† un tipo di futuro tipico del dialetto attico. † tipico principalmente di quasi tutti i temi in -ئÉ, ma si pu„ anche

trovare con alcuni in -“¦É e infine alcuni temi bisillabici in vocale /Ž preceduta da liquida (˜, ’) o nasale (”, Œ). Nei

verbi in -Ø¦É si verifica inoltre uno spostamento di accento (*Š”ØŸ½É > ‚Ž‰¼ e non l'atteso *Š”ØÉ). Perchˆ si

abbia questo tipo di futuro il tema verbale deve avere almeno due sillabe.

Nei primi due gruppi si ha la caduta del gruppo Ÿ½ che si viene a formare con l'incontro del tema e il suffisso -½- e

contrazione tra vocale del tema e desinenza.

Š”Ø¦É (t.v. Š”‹Ÿ-)"portare" > *Š”‹[Ÿ½]É > Š”‹®

°Ž˜“¦É (t.v. °Ž˜Ÿ-)"accostarsi" > *°Ž˜[Ÿ½]É > °Ž˜®

Alcuni verbi di questo gruppo hanno anche la forma di futuro sigmatico.Il terzo gruppo ha come caratterisitica il ½ in posizione intervocalica che cade permettendo la contrazione tra la

vocale /Ž e la desinenza.

Ž˜É (t.v. Ž˜Ž-)"compio" > *Ž˜Ž(½)É > Ž˜®

Õ˜äŒÉ (t.v. Õ˜-) "spingo" > *Õ˜(½)É > Õ˜®

La coniugazione segue, per quanto riguarda il primo gruppo, il modello dei verbi contratti in -É, il secondo si

coniuga esattamente come i contratti in -“É. Il terzo gruppo segue la coniugazione dei verbi in -“É nel caso che la

vocale del tema sia , altrimenti quella dei verbi in. -É.

I verbi con tema monosillabico hanno invece un regolare futuro sigmatico:

‡ ŒØ¦É "grattare" > ŒØ½É‡ Ø¦É "fondare" > ؽÉ

‡ ½ÅØ¦É "spaccare" > ½ÅؽÉ

Futuro dorico

Il futuro dorico € cosƒ detto perchˆ tipico del dialetto dorico. † proprio di alcuni verbi, che tuttavia ricorrono anche al

futuro sigmatico. Ha solo la forma media con valore attivo. La sua formazione € caratterizzata dall'aggiunta

dell'interfisso -½Ž- e delle desinenze medie con vocale tematica:

Radice Interfisso caratteristico Vocale tematica Terminazione

“„- -™„- -Ž- -‰

Si ottiene cosƒ *“„™˜Ž‰, con conseguente contrazione.

Nell'attico si trovano soltanto cinque verbi, esclusivamente al medio, resi con il futuro dorico:

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Futuro 103

Presente Futuro dorico

‰Žä‘É "fuggire" ‰ŽÁ¶Š³”‹ (accanto al regolare ‰Žä¶Š”‹)

°˜É "navigare" °˜ŽÁ½Š³”‹ (con °˜Žä½Š”‹)

°ŒÉ "soffiare" °ŒŽÁ½Š³”‹ (con °ŒŽä½Š”‹)

»É "scorrere" »ŽÁ½Š³”‹ (con »Žä½Š”‹)

˜ØÉ "piangere" ˜Á½Š³”‹ (con ˜ä½Š”‹)

Futuri senza caratteristica e presenti usati come futuri

Esistono pochissimi verbi con una formazione del futuro priva di qualsiasi caratteristica morfologica particolare.

Possiamo citare ןŠ”‹, futuro di Õ½«ØÉ "mangiare", e °ØŠ”‹, futuro di °ØŒÉ "bere". Altri verbi utilizzano il

presente anche in luogo del futuro come Ž ἶ ”‹ "vado"/"andr„" e ÅÉ/ÅŠ”‹ "verso"/"verser„".

Futuri non derivati dal tema del presente

Vi sono inoltre sette verbi, detti  politematici, che appunto utilizzano diversi temi per esprimere ciascuno dei tempidel paradigma verbale:

Presente Futuro Tema verbale

×’ÅŠ”‹ "venire" Õ Ž̃佊”‹ Õ Ž̃Á«-

˜‘É "dire" Õ’® Õ’-

Þ’É "prendere" 혮 í˜-

Õ½«ØÉ "mangiare" ןŠ”‹ ן-

å’“É "vedere" þ£Š”‹ ô°-

’ÅÉ "correre" Ÿ’”Š³”‹ Ÿ’”-‰’É "portare" o ἴ½É Š-

Come si pu„ vedere dalla tabella non c'€ niente di anormale nella formazione dei futuri:

‡ Õ˜Žä½Š”‹ dissimila la dentale « (< *Õ˜Žä«½Š”‹);

‡‡ Õ’®, 혮 e Ÿ’”Š³”‹ sono asigmatici in quanto hanno il tema in liquida e in nasale (da *Õ’½É, *í˜½É e

*Ÿ’”½Š”‹);

‡‡ þ£Š”‹ e Š ἴ½É aggiungono il normale suffisso -½- ai rispettivi temi ô°- e Š-;

‡‡ Þ’É ha anche il futuro regolare Þ’â½É.

Futuro passivoIl futuro passivo greco ha un tema distinto da quello del futuro attivo e medio, che coincide con quello dell'aoristo

passivo. Come per l'aoristo passivo, si distinguono due forme di futuro passivo:

‡ il futuro passivo I o debole, con la caratteristica -«â-½Š-”‹ (ad es. ˜Á«â½Š”‹: "io sar„ sciolto");

Radice Interfisso caratteristico Caratteristica del futuro Vocale tematica Terminazione

- -Ÿ‘- -™- -Ž- -‰

‡ il futuro passivo II o forte, con la caratteristica -â-½Š-”‹ (ad es. ‰Œâ½Š”‹: "io sar„ mostrato, io apparir„").

Radice Interfisso caratteristico Caratteristica del futuro Vocale tematica Terminazione

¤†- -‘- -™- -Ž- -‰

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Futuro 104

La coniugazione del futuro passivo, a parte i due suffissi temporali, € identica a quella del futuro medio. Come nel

futuro semplice non esistono il congiuntivo e l'imperativo futuro, cosƒ nella coniugazione esisteranno: indicativo,

ottativo, participio e infinito.

Futuro passivo debole

Coniugazione del futuro passivo primo o debole: †‰‚«‡ , "vincere".

Indicativo Ottativo

1â singolare Œ‹¨«â½Š”‹ Œ‹¨«¨½ŠØ”¨Œ

2â singolare Œ‹¨«â½ã (< *Œ‹¨«â½Ž½‹) Œ‹¨«â½Š‹Š (< *Œ‹¨«â½Š‹½Š)

3â singolare Œ‹¨«â½Ž‹ Œ‹¨«â½Š‹Š

2â duale Œ‹¨«â½Ž½«ŠŒ Œ‹¨«â½Š‹½«ŠŒ

3â duale Œ‹¨«â½Ž½«ŠŒ Œ‹¨«¨½ŠØ½«¨Œ

1â plurale Œ‹¨«¨½¤”Ž« Œ‹¨«¨½ŠØ”Ž«

2â plurale Œ‹¨«â½Ž½«Ž Œ‹¨«â½Š‹½«Ž

3â plurale Œ‹¨«â½ŠŒ‹ Œ‹¨«â½Š‹ŒŠ

Infinito Participio

Œ‹¨«â½Ž½«‹ Œ‹¨«̈ ½¤”ŽŒŠ¾, Œ‹¨«̈ ½Š”Œ¨, Œ‹¨«̈ ½¤”ŽŒŠŒ

Futuro passivo forte

Coniugazione del futuro passivo secondo o forte: ¤…†‡ , "mostrare".

Indicativo Ottativo

1â singolare ‰Œâ½Š”‹ ‰Œ¨½ŠØ”¨Œ

2â singolare ‰Œâ½ã (< *‰Œâ½Ž½‹) ‰Œâ½Š‹Š (< *‰Œâ½Š‹½Š)3â singolare ‰Œâ½Ž‹ ‰Œâ½Š‹Š

2â duale ‰Œâ½Ž½«ŠŒ ‰Œâ½Š‹½«ŠŒ

3â duale ‰Œâ½Ž½«ŠŒ ‰Œ¨½ŠØ½«¨Œ

1â plurale ‰Œ¨½¤”Ž« ‰Œ¨½ŠØ”Ž«

2â plurale ‰Œâ½Ž½«Ž ‰Œâ½Š‹½«Ž

3â plurale ‰Œâ½ŠŒ‹ ‰Œâ½Š‹ŒŠ

Infinito Participio

‰Œâ½Ž½«‹ ‰Œ¨½¤”ŽŒŠ¾, ‰Œ¨½Š”Œ¨, ‰Œ¨½¤”ŽŒŠŒ

Futuro perfetto

Per il futuro perfetto, vedi la sezione nella pagina del perfetto.

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Verbi in -”‹ 105

Verbi in -‰Classificazione

Si dividono in due gruppi:

1. Verbi con ampliamento in -ŒÁ. Verbi che nel presente e nell'imperfetto introducono il suffisso -ŒÁ/ -ŒŒÁ fra tema

verbale e desinenza. Si user• -ŒÁ dopo un tema che inizia per consonante, -ŒŒÁ per le vocali. Es: ŸŽØŒÁ”‹ =

mostrare; ½šŒŒÁ”‹ = spegnere.

2. Verbi radicali

‡‡ Con raddoppiamento. Verbi radicali che nella formazione del presente e dell'imperfetto, premettono una sillaba

costituita dalla stessa consonante della seguente + -‹-. i verbi di questa classe sono ŸØŸÉ”‹, dare, Ø«¨”‹, porre,

ؽ¨”‹, collocare, ب”‹, inviare. Per questi ultimi due, il raddoppiamento € scomparso, l'unica traccia di questo € lo

spirito aspro. Per Ø«¨”‹ vale la legge di Grassmann per cui in greco due sillabe non possono iniziare con la stessa

consonante aspirata, quindi la prima passa a quella sorda della sua serie.

‡‡ Non modificanti il tema verbale. Verbi radicali che nella formazione del presente e dell'imperfetto non

modificano il tema verbale: Ž‹”Ø, essere, Ž‹”‹, andare, ‰¨”Ø, dire.I verbi atematici, cosƒ chiamati perchˆ nel sistema del presente inseriscono le desinenze direttamente sulla radice

verbale, hanno caratteristiche proprie, distinte dai verbi tematici in -É:

‡‡ in primo luogo, nel singolare del presente e dell'imperfetto indicativi attivi, allungano la vocale radicale;

‡‡ inoltre, hanno desinenze autonome:

‡ nel presente: sing. ‰ Œ ™‰, du.ƒŽ† ƒŽ†, plur. „† ƒ„ ™‰.

‡ nell'imperfetto, la terza persona plurale ha la desinenza -™†, presa a prestito dagli aoristi sigmatici; alcuni

imperfetti atematici hanno, alla seconda persona singolare, la desinenza Ÿ, presa a prestito dai perfetti

atematici;

‡ nell'imperativo, la desinenza di seconda persona singolare € spesso Ÿ‰ o Œ;‡ nell'ottativo, il suffisso modale assume la forma ‰‹ nel singolare, la forma ‰ nel duale e nel plurale, salvo la

terza persona che ha il suffisso ‰„.

Prima classe: verbi con raddoppiamento

Il raddoppiamento di alcuni verbi della seconda coniugazione € del tutto analogo a quello che presentano alcuni verbi

in -É (es. ”‹-”Œῄ½É, °‹-°’“½É). I pi‚ importanti verbi appartenenti a questa categoria sono quattro: Ø«¨”‹,

"pongo",  ἵ¨”‹, "invio", ŸØŸÉ”‹, "do" e  ἵ½¨”‹ "colloco". Per Ø«¨”‹ e ŸØŸÉ”‹ il raddoppiamento € evidente(t.v.

«Ž-/«¨- e ŸŠ-/ŸÉ-), ma vale la pena soffermarsi su quello di  ἵ¨”‹ e  ἵ½¨”‹. Nel primo c'€ doppia caduta di Ë con

conseguente spirito aspro(*ˋ˨”‹, t.v. í-/Ü-), mentre nel secondo, sempre causando spirito aspro, € il ½ a cadere

(*½‹½¨”‹, t.v. ½-/½¨).Questi verbi mantengono il raddoppiamento soltanto al presente e all'imperfetto, mentre negli altri tempi vengono

usati i gradi delle radici apofoniche. Ecco la coniugazione dei verbi ἵ½¨”‹, Ø«¨”‹, ŸØŸÉ”‹ al presente indicativo:

 ἵ½¨”‹ - Ø«¨”‹ - ŸØŸÉ”‹

 ἵ½¨¾ - Ø«¨¾ - ŸØŸÉ¾

 ἵ½¨½‹ - Ø«¨½‹ - ŸØŸÉ½‹

 ἵ½”ŽŒ - Ø«Ž”ŽŒ - ŸØŸŠ”ŽŒ

 ἵ½Ž - Ø«ŽŽ - ŸØŸŠŽ

޽꽋 - ‹«½‹ - Ÿ‹Ÿ¤½‹

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Verbi in -”‹ 107

1â singolare ©Œ (©)

2â singolare ©½« (©¾)

3â singolare ©Œ

1â plurale ©”ŽŒ

2â plurale ©½Ž (©Ž)

3â plurale ©½Œ

2â duale ©½ŠŒ (©ŠŒ)

3â duale ø½¨Œ (ø¨Œ)

‡ la forma alternativa della 1º persona singolare deriva da ©½, dove la sonante si € vocalizzata in che si €

contratta con ¨ dopo la caduta del ½ intervocalico.

‡‡ le forme alternative della 2º persona plurale e duale si confondono con quelle del Congiuntivo presente.

Futuro

Il futuro del verbo essere deriva anch'esso dal tema Õ½-. La ragione per cui nelle forme della coniugazione c'€ un solo½(contrariamente a quanto si dovrebbe pensare, dato che il futuro richiede il suffisso -½-) € che il gruppo ½½, come

spesso succede, si € semplificato in ½.

Indicativo Ottativo

1â singolare ×½Š”‹ Õ½ŠØ”¨Œ

2â singolare ×½ã ×½Š‹Š

3â singolare ×½‹ ×½Š‹Š.

1â plurale Õ½¤”Ž« Õ½ŠØ”Ž«

2â plurale ×½Ž½«Ž ×½Š‹½«Ž3â plurale ×½ŠŒ‹ ×½Š‹ŒŠ

Infinito Participio

×½Ž½«‹ Õ½¤”ŽŒŠ¾, -¨, -ŠŒ

Il verbo "essere" non possiede altri tempi verbali se non quelli del presente, del futuro e dell'Imperfetto. A tutti gli

altri tempi(aoristo, perfetto e piuccheperfetto) sopperiscono le forme del verbo ‘Ø‘ŒŠ”‹.

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Verbo essere 109

Imperfetto

Desinenze e strutture atipiche ha anche l'Imperfetto di Ž”Ø, che € costruito con il tema Õ½-, naturalmente con

l'aumento.

1a singolare ©Œ (©)

2a singolare ©½« (©¾)

3a singolare ©Œ

1a plurale ©”ŽŒ

2a plurale ©½Ž (©Ž)

3a plurale ©½Œ

2a duale ©½ŠŒ (©ŠŒ)

3a duale ø½¨Œ (ø¨Œ)

‡ la forma alternativa della 1a persona singolare deriva da ©½, dove la sonante si € vocalizzata in che si €

contratta con ¨ dopo la caduta del ½ intervocalico.

‡ le forme alternative della 2a persona plurale e duale si confondono con quelle del congiuntivo presente.

Futuro

Il futuro del verbo essere deriva anch'esso dal tema Õ½-. La ragione per cui nelle forme della coniugazione c'€ un solo

½ (contrariamente a quanto si dovrebbe pensare, dato che il futuro richiede il suffisso -½-) € che il gruppo ½½, come

spesso succede, si € semplificato in ½.

Indicativo Ottativo

1a singolare ×½Š”‹ Õ½ŠØ”¨Œ

2a singolare ×½ã ×½Š‹Š

3a singolare ×½‹ ×½Š‹Š

1a plurale Õ½¤”Ž« Õ½ŠØ”Ž«

2a plurale ×½Ž½«Ž ×½Š‹½«Ž

3a plurale ×½ŠŒ‹ ×½Š‹ŒŠ

Infinito Participio×½Ž½«‹ Õ½¤”ŽŒŠ¾, -̈ , -ŠŒ

Il verbo "essere" non possiede altri tempi verbali se non quelli del presente, del futuro e dell'imperfetto. A tutti gli

altri tempi (aoristo, perfetto e piuccheperfetto) sopperiscono le forme del verbo ‘Ø‘ŒŠ”‹.

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Aggettivi verbali 110

Aggettivi verbaliGli aggettivi verbali sono dei particolari aggettivi derivati dal tema verbale e si declinano come aggettivi della prima

classe. Esistono due tipi di aggettivi verbali, che hanno due diverse sfumature di significato.

Aggettivi Verbali del I tipoHanno una flessione a tre uscite come gli aggettivi della prima classe a tre uscite con il femminile in alfa impuro

lungo: -¤¾, -â, -¤Œ. Questo tipo di aggettivi verbali esprime un'idea di possibilit•:

˜Á¤¾, ˜Áâ, ˜Á¤Œ = che si pu„ sciogliere, solubile.

Aggettivi verbali del II tipoHanno una flessione a tre uscite come gli aggettivi della prima classe a tre uscite con il femminile in alfa puro: -Š¾,

-, -ŠŒ. Questo tipo di aggettivi verbali esprime un'idea di dovere:

˜ÁŠ¾, ˜Á, ˜ÁŠŒ = che si deve sciogliere, da sciogliereQuesti aggettivi verbali del secondo tipo, se seguiti dal verbo Ž”Ø, formano la costruzione perifrastica passiva,

comportandosi come il gerundivo latino.

Formazione degli aggettivi verbaliSi formano solitamente sul tema verbale. A seconda del tipo di uscita del tema possono esserci alcune modificazioni.

Temi in vocale

Le eventuali vocali brevi si allungano davanti al suffisso:

‡ š“˜˜É (š˜-/š˜¨-) ----> š˜¨¤¾, š˜¨â, š˜ ̈¤Œ / š˜¨Š¾, š˜¨, š˜ ̈ŠŒ‡ Ÿ¨˜¤É (Ÿ¨˜Š-) ----> Ÿ¨˜É¤¾, Ÿ¨˜Éâ, Ÿ¨˜É¤Œ / Ÿ ˜̈ÉŠ¾, Ÿ¨˜É, Ÿ¨˜ÉŠŒ

I verbi con la caratteristica -Œ- che nel presente hanno il tema in consonante e che nel tema verbale presentano un

ampliamento -Ž- si comportano come i temi in vocale:

‡ ὐ¶“ŒÉ (ὐ¶.Ž-) ----> ὐ¶¨¤¾, ὐ¶¨â, ὐ¶¨¤Œ / ὐ¶¨Š¾, ὐ¶¨, ὐ¶¨ŠŒ

Temi in gutturale e labiale

Se sonora (‘, š) o aspirata (Å, ‰) si assimila all'occlusiva sorda della desinenza mutandosi nella rispettiva occlusiva

sorda (, °); se € gi• occlusiva sorda, ovviamente, non si modifica:

‡ °’“½½É (°’‘-) ----> °’¤¾, °’â, °’¤Œ / °’Š¾, °’, °’ŠŒ.‡ ˜”š“ŒÉ (˜š-/˜¨š-) ----> ˜¨°¤¾, ˜¨°â, ˜¨°¤Œ / ˜¨°Š¾, ˜¨°, ˜¨°ŠŒ

Temi in dentale

La dentale del tema si muta regolarmente in sibilante (-½-) davanti alla dentale della desinenza:

‡ Õ’‘“¦Š”‹ (Õ’‘Ÿ-) ----> Õ’‘½¤¾, Õ’‘½â, Õ’‘½¤Œ / Õ’‘½Š¾, Õ’‘½, Õ’‘½ŠŒ.

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Aggettivi verbali 111

Temi in liquida e rotata

Questi temi non presentano difficolt•:

‡ ½˜˜É (½Ž˜-/½˜-) ----> ½˜¤¾, ½ ̃â, ½ ̃¤¾ / ½˜Š¾, ½ ̃, ½˜ŠŒ

‡ «Ø’É («’-) ----> «’¤¾, «’â, «’¤Œ / «’Š¾, «’, «’ŠŒ

ComplementiI complementi in greco sono espressi dai 5 casi (nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo) e, talvolta, da

preposizioni aggiunti a essi.

Complementi direttiI complementi diretti sono quei complementi che si legano direttamente al verbo. Essi sono essenzialmente il

soggetto, chi compie l'azione espressa dal verbo, e il complemento oggetto, chi riceve l'azione espressa dal verbo

(quando il verbo € predicativo).

Il soggetto

Il soggetto della frase € chi compie l'azione espressa dal verbo, oppure colui/ci„ di cui si predica un modo di essere;

viene espresso in caso nominativo. Il soggetto in greco pu„ essere omesso se esso € deducibile dal contesto, data la

ricca coniugazione dei verbi.

Il complemento oggetto

Il complemento oggetto € chi subisce direttamente l'azione espressa da un verbo attivo; viene espresso in accusativo.

E risponde alla domanda: chi? che cosa?

Complemento predicativo del soggetto e nome del predicato

Il nome del predicato e il complemento predicativo del soggetto, in greco, si rendono con il caso nominativo.

Complemento predicativo dell'oggetto

Il complemento predicativo dell'oggetto, in greco, si rende con il caso accusativo

Il complemento di vocazione

Il complemento di vocazione indica che ci si riferisce a qualcosa o qualcuno. Il suo caso € appunto il vocativo, che

pu„ essere preceduto da Ê.

Complementi indiretti

Il complemento di specificazione

Il complemento di specificazione esprime un possesso o una precisazione riguardo al nome a cui di riferisce; va

espresso in genitivo.

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Complementi 112

Il complemento di denominazione

Il complemento di denominazione in greco si esprime in genitivo oppure con lo stesso caso del nome comune a cui il

toponimo si riferisce.

Il complemento di termine

Il complemento di termine, che esprime ci„ a cui € destinata o a cui si rivolge l'azione, va in dativo.

Il complemento di mezzo o strumento

Il complemento di mezzo o strumento esprime lo strumento, il mezzo attraverso cui viene compiuta l'azione. In greco

si esprime principalmente in dativo, oppure con Ÿ‹“ + genitivo (con i nomi di persona).

Il complemento di modo o maniera

Il complemento di modo o maniera esprime la maniera con cui € compiuta l'azione. In greco si esprime

principalmente con la preposizione ½äŒ + dativo o con il dativo semplice; esiste anche una forma con Õ, Ÿ‹“ o Õ°Ø +

genitivo, ma questa forma viene usata solamente in espressioni idiomatiche.

I complementi di compagnia e unione

Il complemento di compagnia e unione € usato con le persone e gli animali, quello di unione con ci„ che € inanimato.

In greco si esprime principalmente con ”Ž“ + genitivo o ½äŒ + dativo; un'altra forma meno usata € il dativo con

termini militari.

I complementi di agente e causa efficiente

Il complemento di agente e quello di causa efficiente sono usati nelle frasi di diatesi passiva e rappresentano quello

che sarebbe il soggetto se la frase fosse attiva (mentre il soggetto in quella passiva € l'oggetto di quella attiva). In

greco il complemento d'agente si esprime con ὑ°¤ + genitivo, quello di causa efficiente con il dativo semplice.

Il complemento di causa

Il complemento di causa esprime il motivo dell'azione. In greco si esprime con: ὑ°¤ + genitivo, Ÿ‹“ + accusativo o,

per la causa finale, genitivo + ûŒŽ.

Il complemento di fine

Il complemento di fine o scopo indica lo scopo per cui si compie l'azione. In greco si pu„ esprimere Õ°Ø, Ž¾, °’¤¾ +

accusativo oppure con genitivo + ûŒŽ. Ma puo' anche essere espresso con dativo semplice.

I complementi di luogo

Il complemento di luogo indica lo spazio dell'azione, e come per l'italiano si divide in quattro tipi.

Lo stato in luogo

Il complemento di stato in luogo indica il luogo, reale o figurato, dove si svolge l'azione, rispondendo cio€ alla

domanda  Dove?. In greco si esprime con ÕŒ + dativo, dativo semplice (nella poesia epica) oppure Õ°Ø + genitivo.

Oppure Õ°Ø/°’“/°’Š¾+ Dativo

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Complementi 113

Il moto a luogo

Il complemento di moto a luogo indica verso dove si svolge l'azione, rispondendo cio€ alla domanda (Verso) dove?.

In greco va espresso con Ž¾, Õ°Ø, °’¤¾ + accusativo; la forma del moto a luogo per i nomi di persona € !¾ +

accusativo

Forma pi‚ usata Ž¾ + accusativo.

Il moto da luogo

Il complemento di moto da luogo indica da dove si svolge l'azione, rispondendo cio€ alla domanda  Da dove?. In

greco si esprime con Õ¶, Õ, ð°¤ + genitivo.

La forma pi‚ usata comunque € Õ + genitivo. Le altre si trovano pi‚ raramente.

Il moto per luogo

Il complemento di moto per luogo indica per dove si svolge l'azione, rispondendo cio€ alla domanda  Attraverso

quale luogo?. In greco si esprime con Ÿ‹“ + genitivo.

I complementi d'origine e allontanamentoIl complemento d'origine indica l'origine di qualcosa, mentre quello d'allontanamento l'allontanarsi da qualcosa. In

greco vengono espressi allo stesso modo del moto da luogo, cio€ con Õ¶, Õ, ð°¤ + genitivo.

I complementi di tempo

Il complemento di tempo esprime il tempo dell'azione, e si distingue in determinato e continuato.

Il tempo determinato

Esprime il momento dell'azione e in greco si esprime nei seguenti modi: con genitivo semplice, dativo semplice, Ռ +

dativo.

Il tempo continuato

Indica che l'azione ha una certa durata. In greco viene espresso nei seguenti modi: accusativo, Ÿ‹“ + genitivo, °’“

+ accusativo o dativo semplice.

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Fonti e autori delle voci 114

Fonti e autori delle vociCopertina  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=240505  Autori: Burnout, Emanuele Benni, Pietrodn, Tn4196, 2 Modifiche anonime

Introduzione  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=256364  Autori: Burnout, Diablo, Doctum doces, LoStrangolatore, OrbiliusMagister, Sauron Il Grande, Wim b, 7 Modificheanonime

Alfabeto  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=250286  Autori: Burnout, Demart81, Doctum doces, Halinor, LoStrangolatore, Ramac, Wim b, ²’‹Š¾Š”Ž‘¾, 10 Modifiche anonime

Pronuncia  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=250375  Autori: Beck, Err‚wen, G4, Halinor, OrbiliusMagister, Ramac, Sauron Il Grande, Wim b, ²’‹Š¾Š”Ž‘¾, 9 Modificheanonime

Numerazione   Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=252541  Autori: Doctum doces, Hippias, LoStrangolatore, 2 Modifiche anonime

Le parole atone  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=259391  Autori: Ale5875, Doctum doces, Hippias, Wim b, ²’‹Š¾Š”Ž‘¾, 2 Modifiche anonime

Segni diacritici, regole dell'accento, segni di interpunzione  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=252542  Autori: Doctum doces, Franz Liszt, Hippias, LoStrangolatore, 5Modifiche anonime

Apostrofo ed elisione; aferesi; coronide e crasi; dieresi  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=195190  Autori: Doctum doces

Nomi  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=231653  Autori: Doctum doces, Ellenisti, Emanuele Benni, LoStrangolatore, Ramac, 2 Modifiche anonime

Prima declinazione  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=254645  Autori: Demart81, Doctum doces, Lazialotto96, LoStrangolatore, Ptolemaios, Ramac, Sauron Il Grande, 9Modifiche anonime

Declinazione attica  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=230557  Autori: Emanuele Benni, Litteratus, Ramac, 2 Modifiche anonime

Seconda declinazione  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=249059  Autori: Doctum doces, LoStrangolatore, Ramac, Wim b, 8 Modifiche anonime

Terza declinazione  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=252543  Autori: Demart81, Doctum doces, Emanuele Benni, Hippias, LoStrangolatore, PowerSts, Ramac, SynConlanger, 4Modifiche anonime

Articoli  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=259618  Autori: Franz Liszt, Lampo5, Litteratus, Ptolemaios, Ramac, Restu20, Sauron Il Grande, SynConlanger, The Doc, Tn4196, 33Modifiche anonime

Aggettivi  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=241749  Autori: LoStrangolatore, Pietrodn, Wim b, 1 Modifiche anonime

Aggettivi della prima classe  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=250655  Autori: Litteratus, LoStrangolatore, Ptolemaios, SynConlanger, 2 Modifiche anonime

Aggettivi della seconda classe  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=250654  Autori: Pietrodn, Ptolemaios, 2 Modifiche anonime

Avverbi  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=230624  Autori: Ellenisti, SynConlanger, 2 Modifiche anonime

Interiezioni   Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=250129  Autori: Pietrodn, SynConlanger, 1 Modifiche anonime

Verbo  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=236005  Autori: Doctum doces, Ellenisti, SynConlanger

Presente  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=256877  Autori: Doctum doces, Ellenisti, Hippias, Litteratus, LoStrangolatore, Ramac, The Doc, 15 Modifiche anonime

Imperfetto  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=240774  Autori: Buggia, Ellenisti, Litteratus, LoStrangolatore, Piola0, PowerSts, 16 Modifiche anonime

Verbi contratti  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=240525  Autori: Albertop98, Ellenisti, Pietrodn, Piola0, SynConlanger, 1 Modifiche anonime

Aoristo  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=250896  Autori: Doctum doces, Ptolemaios, 5 Modifiche anonime

Perfetto e piuccheperfetto  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=251554  Autori: Doctum doces, Ptolemaios, SynConlanger, 5 Modifiche anonime

Futuro  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=260262  Autori: Demart81, Doctum doces, Ellenisti, Hippias, Ptolemaios, SynConlanger, 7 Modifiche anonime

Verbi in -‰  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=252544  Autori: Hippias, LoStrangolatore, SynConlanger, 5 Modifiche anonime

Verbo essere  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=250128  Autori: Andreaki, Doctum doces, Litteratus, Lorenzo Cuppi, PowerSts, Ramac, 4 Modifiche anonime

Aggettivi verbali  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=249935  Autori: Pietrodn, SynConlanger, 8 Modifiche anonime

Complementi   Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?oldid=260024  Autori: Buggia, Doctum doces, Frigotoni, LoStrangolatore, OrbiliusMagister, Ramac, Sauron Il Grande, 22 Modificheanonime

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Fonti, licenze e autori delle immagini 115

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Immagine:Wiki letter w.svg  Fonte: http://it.wikibooks.org/w/index.php?title=File:Wiki_letter_w.svg  Licenza: GNU Free Documentation License  Autori: Jarkko Piiroinen

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