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GLI ETRUSCHI:
LA SITUAZIONE IN EMILIA ROMAGNA TRA VI E V SECOLO A.C.
Percorso per le classi quinte della scuola primaria
Durante il VI secolo a.C. in Etruria si verificano grandi trasformazioni sociali, politiche ed
economiche. Sul piano storico la presenza nel mare Tirreno di Greci e Cartaginesi, stanziati
in Sicilia, Magna Grecia, Corsica e Sardegna, porta dapprima ad una progressiva perdita
del dominio etrusco delle rotte marittime e a seguire la creazione di nuove e più sicure vie
commerciali, che puntano sull'Adriatico e sul territorio della pianura padana.
Nella nostra regione si assiste ad una grande riorganizzazione, che vede la nascita di
nuove città e la risistemazione/monumentalizzazione di quelle pre-esistenti, tra cui spicca
BOLOGNA, la villanoviana Felsina, che diventa il fulcro di questa nuova rete di commerci.
Il nuovo assetto comporta infatti la fondazione ex-novo di:
• MARZABOTTO, lungo la Valle del Reno, funzionale alla creazione di percorsi verso
l’Etruria settentrionale e interna;
• MANTOVA, lungo la Valle del Mincio, testa di ponte verso i territori celtici
dell’Europa transalpina;
• SPINA, il porto sull’Adriatico, per incentivare i commerci con la Grecia.
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Si conclude ora il processo di formazione dei centri abitati, che porta dal villaggio alla vera
e propria città e dalla capanna alla casa.
Le case, a pianta rettangolare, sono riunite in isolati, delimitati da strade che si incontrano
ad angolo retto, secondo un preciso schema urbanistico di origine greca, anche se
fortemente intrecciato ad elementi rituali e religiosi di ambito etrusco, quali l’orientamento
secondo i punti cardinali e la ‘sacralità’ del rito di fondazione della stessa città.
Pianta della città etrusca di Marzabotto (BO)
Gli accessi di ciascuna abitazione si trovano sulla strada e danno su di un corridoio che
conduce direttamente al cortile interno, sul quale si affacciano i vani che compongono la
casa e al centro del quale si trovava il pozzo per l’acqua. Si tratta di una tipologia di casa,
con atrio e tablino, che diventerà canonica, almeno per i ceti medio-alti, anche in epoca
romana.
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Pianta di una delle case di Marzabotto
L’alzato, forse costruito col sistema del graticcio o
con mattoni in argilla cruda seccata al sole, doveva
essere di un solo piano e poggiava su fondazioni in
ciottoli a secco, mentre il tetto di laterizi era
appoggiato su un’intelaiatura lignea.
Tetti in laterizi: tegole e coppi
Anche nel caso delle abitazioni più strutturate, gli studiosi hanno trovato validi supporti
per la comprensione della planimetria e degli alzati analizzando fonti diverse, quali le
piccole urne litiche; gli interni di alcune tombe dell’Etruria tirrenica scavate nel tufo
oppure la tomba a casa della Peschiera, rinvenuta a Tuscania.
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Tomba a casa (Tuscania)
Le aree funerarie si trovano all’esterno dell’abitato,
lungo le principali strade in uscita e sono costellate da segnacoli tombali che indicano la presenza sotto terra di sepolture. Il rito funerario
prevalente è l’INUMAZIONE, anche se non mancano alcune più rare ed esclusive cremazioni,
retaggio culturale del precedente periodo villanoviano. Il defunto veniva deposto
all’interno di tombe a fossa, sempre supino, vestito e abbellito da ornamenti personali,
mentre gli oggetti del corredo funerario venivano sistemati con cura lungo il corpo, spesso
sul lato sinistro.
Oltre ai semplici ciottoli di fiumi conficcati nel terreno e ai cippi cipolliformi o “a pigna”,
le sepolture venivano segnalate da stele figurate di vario genere; nel bolognese molto
frequenti sono le stele a ferro di cavallo, inizialmente slanciate e poi circolari, decorate con
scene figurate disposte su più fasce. Le immagini si riferiscono quasi sempre al viaggio
simbolico del defunto verso l’Aldilà o alle cerimonie funebri celebrate in suo onore.
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Cippo a pigna da Marzabotto
Stele a ferro di cavallo da Bologna
Stele circolare da Bologna
I corredi funerari di norma comprendono vasi da banchetto, mentre più rari risultano i
riferimenti alle attività condotte durante la vita, ad eccezione degli oggetti da filatura e
tessitura e degli strumenti da toletta che continuano ad identificare sepolture femminili. Il
banchetto assume ora un’importanza fondamentale, proprio perché racchiude in sé
valenze sia sociali che religiose; infatti rappresenta sia un’occasione di incontro tra persone
dello stesso ceto sociale, diventando simbolo di ricchezza e di appartenenza, sia un
particolare momento del rituale funerario, ovvero il banchetto che veniva compiuto in
onore del defunto durante i funerali.
Il servizio completo da banchetto comprende vasi in ceramica, spesso figurati e di
produzione greca, e in bronzo legati al consumo del vino e di carne; strumenti per
l’illuminazione e per il gioco.
Candelabro
Situle bronzee, per
contenere acqua e vino
Brocche bronzee, per
versare il vino
Colino in bronzo, per
filtrare il vino
Dadi e pedine da gioco
Mestoli in bronzo
Coppe attiche, per
bere il vino
Cratere attico, dove si
mescola l’acqua e il
vino
Brocchette bronzee,
per misurare le
quantità di acqua e
vino
La ‘Tomba Grande’ dei Giardini Margherita di Bologna