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ETEGAMI come i bambini giapponesi vedono l’Italia Prosegue l’esposizione itinerante che mette in mostra le “e-tegami” - cartoline postali illustrate a mano - realizzate da bambini giapponesi che rappresentano l’Italia nel loro immaginario: tutto un fiorire di monumenti, personaggi, pomodori, pasta, pizza, uva, vino, etc., nei più vari e variopinti stili. L’iniziativa è nata nell’ambito della Rassegna Italia in Giappone 2001, la prima e più imponente iniziativa promozionale del Sistema Italia all’estero, con oltre 800 eventi realizzati in tutto il Giappone. In collaborazione con l’Associazione Giapponese Etegami, fu rivolto un invito ai bambini giapponesi affinché inviassero all’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo degli etegami, cioè cartoline postali illustrate a mano, secondo la tradizione giapponese, sulle quali avrebbero dovuto disegnare l’Italia secondo la loro fantasia. Risposero all’invito ben 25.000 alunni di 2.565 scuole elementari e medie. I disegni pervenuti - una cui selezione è oggi presentata nella mostra dopo essere stata esposta a Tokyo presso l’Istituto italiano di Cultura, a Roma presso l’Istituto Nazionale per la Grafica, a Palazzo Pitti a Firenze, al Museo Piaggio di Pontedera, al Museo della Grafica a Pisa ed in vari musei italiani - ci forniscono illustrazioni curiose e suggestive di come i bambini giapponesi hanno immaginato il nostro Paese, realizzate con tecniche che rimandano alla tradizione dei manga, i disegni in libertà cui si ispirano i celebri fumetti giapponesi. In commercio esistono moltissime cartoline, ma in Giappone è ancora diffusa la tradizione di crearle da sé. L’etegami è uno degli approcci più popolari e amati, che consiste nel disegnare immagini semplici corredate da messaggi brevi e sentiti, utilizzando inchiostro nero per definire contorni e scritte, ed acquerelli colorati per realizzare le campiture. Se anche non tutte le cartoline inviate dai bimbi giapponesi sono state create seguendo questo stile espressivo, tutte si sono ispirate ai principi cardine dell’etegami, fissati negli anni Sessanta da Kunio Koike. Studente di shodo (la Via della Scrittura), egli volle individuare una modalità espressiva più spontanea, personale ed accessibile di quanto non fosse la disciplina della calligrafia tradizionale. Per questo ideò un approccio la cui filosofia era racchiusa nel motto “Heta de ii, heta ga ii”, cioè “Se non sei bravo va bene, se non sei bravo è meglio!”. Intento dell’etegami fu quindi quello di valorizzare, indipendentemente dal grado di abilità artistica, il contenuto di affetto rivolto al destinatario della cartolina, incoraggiando così generazioni di Giapponesi che desideravano avvicinarsi ai pennelli ma che non si sentivano sufficientemente talentuosi per farlo. Dall’iniziale impiego dell’ etegami per lo scambio di cartoline di Capodanno, la pratica si è poi allargata ad altre occasioni tipiche, come l’augurio di buona guarigione, l’inizio del caldo estivo e del freddo invernale, e così via. I soggetti disegnati sono spesso fiori, frutta di stagione, animali, oggetti di uso quotidiano, ma non esistono restrizioni al gusto personale. Nel 1996 Kunio Koike ha fondato l’ Associazione giapponese dell’etegami che, tra le sue iniziative, lancia periodicamente delle tematiche specifiche sulle quali invita tutti gli appassionati a produrre la propria personale cartolina, organizzando poi delle mostre a tema.

ETEGAMI イ come i bambini giapponesi vedono l’Italia タ · In collaborazione con l’Associazione Giapponese Etegami, fu rivolto un invito ai bambini ... manga, i disegni in libertà

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ETEGAMIcome i bambini giapponesi vedono l’Italia

Prosegue l’esposizione itinerante che mette in mostra le “e-tegami” - cartoline postali illustrate amano - realizzate da bambini giapponesi che rappresentano l’Italia nel loro immaginario: tutto unfiorire di monumenti, personaggi, pomodori, pasta, pizza, uva, vino, etc., nei più vari e variopintistili.L’iniziativa è nata nell’ambito della Rassegna Italia in Giappone 2001, la prima e più imponenteiniziativa promozionale del Sistema Italia all’estero, con oltre 800 eventi realizzati in tutto ilGiappone. In collaborazione con l’Associazione Giapponese Etegami, fu rivolto un invito ai bambinigiapponesi affinché inviassero all’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo degli etegami, cioè cartolinepostali illustrate a mano, secondo la tradizione giapponese, sulle quali avrebbero dovuto disegnarel’Italia secondo la loro fantasia. Risposero all’invito ben 25.000 alunni di 2.565 scuole elementari emedie. I disegni pervenuti - una cui selezione è oggi presentata nella mostra dopo essere stataesposta a Tokyo presso l’Istituto italiano di Cultura, a Roma presso l’Istituto Nazionale per laGrafica, a Palazzo Pitti a Firenze, al Museo Piaggio di Pontedera, al Museo della Grafica a Pisa edin vari musei italiani - ci forniscono illustrazioni curiose e suggestive di come i bambini giapponesihanno immaginato il nostro Paese, realizzate con tecniche che rimandano alla tradizione deimanga, i disegni in libertà cui si ispirano i celebri fumetti giapponesi.In commercio esistono moltissime cartoline, ma in Giappone è ancora diffusa la tradizione dicrearle da sé. L’etegami è uno degli approcci più popolari e amati, che consiste nel disegnareimmagini semplici corredate da messaggi brevi e sentiti, utilizzando inchiostro nero per definirecontorni e scritte, ed acquerelli colorati per realizzare le campiture. Se anche non tutte le cartolineinviate dai bimbi giapponesi sono state create seguendo questo stile espressivo, tutte si sonoispirate ai principi cardine dell’etegami, fissati negli anni Sessanta da Kunio Koike. Studente dishodo (la Via della Scrittura), egli volle individuare una modalità espressiva più spontanea,personale ed accessibile di quanto non fosse la disciplina della calligrafia tradizionale. Per questoideò un approccio la cui filosofia era racchiusa nel motto “Heta de ii, heta ga ii”, cioè “Se non seibravo va bene, se non sei bravo è meglio!”. Intento dell’etegami fu quindi quello di valorizzare, indipendentemente dal grado di abilità artistica,il contenuto di affetto rivolto al destinatario della cartolina, incoraggiando così generazioni diGiapponesi che desideravano avvicinarsi ai pennelli ma che non si sentivano sufficientementetalentuosi per farlo.Dall’iniziale impiego dell’etegami per lo scambio di cartoline di Capodanno, la pratica si è poiallargata ad altre occasioni tipiche, come l’augurio di buona guarigione, l’inizio del caldo estivo edel freddo invernale, e così via. I soggetti disegnati sono spesso fiori, frutta di stagione, animali,oggetti di uso quotidiano, ma non esistono restrizioni al gusto personale.Nel 1996 Kunio Koike ha fondato l’Associazione giapponese dell’etegami che, tra le sue iniziative,lancia periodicamente delle tematiche specifiche sulle quali invita tutti gli appassionati a produrre lapropria personale cartolina, organizzando poi delle mostre a tema.

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