9
4/2007 Periodico della SIGEA Società Italiana di Geologia Ambientale ISSN 1591-5352 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 - FILIALE DI ROMA IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE AL CMP DI ROMA - ROMANINA PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI Acque, fiumi e paesaggi fluviali: una lettura in chiave idro-geo-morfologica di Giuseppe Gisotti ESTRATTO DA

estratti gisotti - Contratti di Fiumenuke.a21fiumi.eu/Portals/0/2007-4 (Gisotti paesaggio fluviale).pdf · Società Italiana di Geologia Ambientale ISSN 1591-5352 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO

  • Upload
    others

  • View
    1

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: estratti gisotti - Contratti di Fiumenuke.a21fiumi.eu/Portals/0/2007-4 (Gisotti paesaggio fluviale).pdf · Società Italiana di Geologia Ambientale ISSN 1591-5352 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO

4/2007Periodico della SIGEA

Società Italiana di Geologia AmbientaleISSN 1591-5352

SP

ED

IZIO

NE

IN A

BB

ON

AM

EN

TO P

OS

TALE

AR

T. 2

CO

MM

A20

/B L

EG

GE

662

/96

- FIL

IALE

DI R

OM

AIN

CA

SO

DI M

AN

CAT

O R

EC

AP

ITO

INV

IAR

E A

LC

MP

DI R

OM

A- R

OM

AN

INA

PE

R L

AR

ES

TITU

ZIO

NE

AL

MIT

TEN

TE P

RE

VIO

PA

GA

ME

NTO

RE

SI

Acque, fiumi e paesaggi fluviali:una lettura in chiave idro-geo-morfologicadi Giuseppe Gisotti

ESTRATTO DA

Page 2: estratti gisotti - Contratti di Fiumenuke.a21fiumi.eu/Portals/0/2007-4 (Gisotti paesaggio fluviale).pdf · Società Italiana di Geologia Ambientale ISSN 1591-5352 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO
Page 3: estratti gisotti - Contratti di Fiumenuke.a21fiumi.eu/Portals/0/2007-4 (Gisotti paesaggio fluviale).pdf · Società Italiana di Geologia Ambientale ISSN 1591-5352 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO

PeriodicotrimestraledellaSocietàItaliana diGeologiaAmbientaleAnno XVn. 4/2007

Iscritto al Registro Nazionale della Stampa n° 06352Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 229 del 31 maggio 1994

COMITATO SCIENTIFICO

Aldino Bondesan, Giancarlo Bortolami, Gerardo Brancucci, Aldo Brondi, Felice Di Gregorio, Giuseppe Gisotti, Giancarlo Guado, Gioacchino Lena, Raniero Massoli Novelli, Giulio Pazzagli,Giancarlo Poli.

COMITATO DI REDAZIONE

Giorgio Cardinali, Giovanni Conte,Federico Boccalaro, Gioacchino LenaPaola Mauri, Maurizio Scardella.

DIRETTORE RESPONSABILE

Giuseppe Gisotti

REDAZIONE

SIGEA: tel. 06.5943344fax 06.233239783

Casella Postale 15308 (00143) - RomaE-mail: [email protected]://www.sigeaweb.it

PROGETTO GRAFICO E COMPOSIZIONE

LA SINTESI S.r.l.

PUBBLICITÀ

LA SINTESI S.r.l. Piazzale Roberto Ardigò, 31 - 00142 ROMA tel. 06.5406964 - fax 06.233239783 E-mail: [email protected]

STAMPA

Finito di stampare nel mese di dicembre 2007presso Rotostampa Group S.r.l. Via Tiberio Imperatore 23 - Roma

Abbonamento annuale: Euro 30,00

Immagine di copertina: Discarica di scarti della ex miniera di salgemma "San Cataldo", Caltanis-setta (Autore: dr. Salvatore M. Saia - Per gentile concessione dell'Ordine dei Geologi della Sicilia).

Anal is i geoambienta le d i un s i to oggetto d i at t iv i ta 'ch imico- industr ia le, l 'area de l l 'ex stab i l imento DeBarto lomeis d i Ambivere (BG)

d i D a v i d e B a i o n i , P a o l o B u s d r a g h i

Le att iv i tà e le misure intraprese per la gest ionedel l 'arch iv io re lat ivo a l la legge 4 agosto 1984 n. 464.

d i M a r c o A m a n t i , V a l e n t i n o C o l a n t o n i , G i o v a n n i C o n t e

I fenomeni d i cro l lo ne l centro stor ico d i Nardò (prov inc ia d i Lecce)

d i A n d r e a V i t a l e , G i o v a n n i L e u c c i , P a o l o S a n s ò , P a t r i z i a G i a n n a c c a r i

I l Catap: Coord inamento Assoc iaz ion i Tecnico-sc ient i f i cheper l 'Ambiente e i l Paesaggio

Acque, f iumi e paesaggi f luv ia l i : una let tura in ch iave idro-geo-morfo log ica

d i G i u s e p p e G i s o t t i

Not iz ie da l le reg ion i

La S igea e i l Parco de l Matese mol isanod i A n g e l o S a n z ò

L inee guida per la gest ione de l sottosuolo - Moz ioneconc lus iva de l convegno d i Geolog ia Urbana d i Mi lano

Recens ion i

Periodico trimestrale della SIGEASocietà Italiana di Geologia Ambientale

Anno 15

2

9

15

21

22

28

29

30

sommarionumero4/07

ERRATA CORRIGE:L'articolo apparso su Geologia del-l’Ambiente n. 3/2007 a nome di Micaela Conterio è stato tratto da:Geoitalia n. 20 2007; pag. 30-32

Page 4: estratti gisotti - Contratti di Fiumenuke.a21fiumi.eu/Portals/0/2007-4 (Gisotti paesaggio fluviale).pdf · Società Italiana di Geologia Ambientale ISSN 1591-5352 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO

GENERALITÀ. ILPAESAGGIO FLUVIALE

Il fiume può essere assimilato aduna macchina idraulica che deve ob-bedire alla legge della massima effi-cienza del canale nel trasmettere damonte a valle il flusso d'acqua e di se-dimenti: pertanto è necessario il mi-nimo attrito tra fluido e pareti del ca-nale (a parità di sezione trasversaledel canale), quindi esso tende conti-nuamente ad assumere la forma pla-no-altimetrica che permetta tale mas-sima efficienza.

Se studiamo la trasformazione diuna tipica valle fluviale europea nelcorso degli ultimi duemila-duemilacin-quecento anni, ci accorgiamo che ilsuo paesaggio si trasforma da quasinaturale a fortemente antropizzato ele maggiori modificazioni sono stateindotte dalla deforestazione, dal dre-naggio delle aree paludose, dall'ero-sione e dalla sedimentazione. Si èpassati dall'alveo in equilibrio con lapianura alluvionale ad un alveo cana-lizzato e spesso pensile sulla stessapianura. Tale artificializzazione, spes-so necessaria per permettere la colo-nizzazione da parte dell'uomo dellapianura alluvionale, ricca di molte ri-sorse naturali, ha d'altro canto incre-mentato i rischi idrogeologici, in par-ticolare il rischio di alluvione.

L'ANALISIGEOMORFOLOGICADELL'AMBIENTE FLUVIALE,QUALE STRUMENTO DICONOSCENZA PER LAPIANIFICAZIONE E LAGESTIONE DEL PAESAGGIO

Allo scopo di conoscere meglio la di-namica fluviale, quale condizione ne-cessaria per poter gestire e pianificaregli insediamenti e le infrastrutture nel-la pianura fluviale, abbiamo a disposi-zione l'analisi geomorfologica fluviale,che può avvalersi di alcuni metodi.

Il primo è relativo ai "patterns didrenaggio", ossia le forme o modellidel reticolo fluviale controllate dalla li-tologia e dalla tettonica, che ci posso-no aiutare a comprendere l'origine ela possibile evoluzione, nei tempi lun-ghi, di tali modelli (Amadesi, 1975).Ad esempio il reticolo "dendritico" ten-de a formarsi su rocce a litologiauniforme, come le formazioni del "ma-cigno" o della "marnoso-arenacea",dove non siano troppo disturbati daaccidenti tettonici. Il reticolo "rettan-golare" è condizionato da sistemi difaglie e fratture ortogonali. Nel retico-lo "radiale" i corsi d'acqua scendonoda un forte rilievo conico, ad esempioun vulcano. Il reticolo "parallelo" (o a"coda di cavallo") è caratteristico deiripiani tufacei del Lazio, dotati di de-

boli pendenze e costituiti da rocce vul-caniche tenere.

Un altro metodo di studio è quellorelativo alle "configurazioni d'alveo"(Gisotti, Zarlenga, 2004).

Per configurazione d'alveo si inten-de l'insieme delle varie unità fisiografi-che che assumendo forme tipiche ecombinandosi secondo rapporti geo-metrici relativamente costanti dannoluogo al tracciato planimetrico di uncorso d'acqua. Il termine dinamica flu-viale ha invece un significato più ampioin quanto si riferisce a tutte le modifi-cazioni a cui un corso d'acqua va sog-getto, siano esse naturali o meno, e im-plica variazioni nella geometria e neltracciato altimetrico e planimetrico diun alveo, comprendendo quindi anchela morfologia fluviale ma soprattutto ilpassaggio da una configurazione aun'altra come adeguamento a mutatecondizioni al contorno. Va da sé checonfigurazione e dinamica fluviale so-no il substrato dei paesaggi fluviali.

Il mantenimento di una configura-zione fluviale, l'alterazione di equilibripreesistenti o la tendenza verso un di-verso assetto morfologico si realizzanoattraverso l'azione di vari processi flu-viali (erosione, deposizione, eccetera),che costituiscono i meccanismi essen-ziali per il funzionamento della macchi-na fiume. Tali processi sono presenti,sebbene con intensità ed efficienza di-22

PeriodicotrimestraledellaSocietàItaliana diGeologiaAmbientaleAnno XVn. 4/2007

Acque, fiumi e paesaggi fluviali:una lettura in chiave

idro-geo-morfologica (*)

GIUSEPPE GISOTTI

(*) - Estratto da: Atti del Convegno internazionale "Fiume, paesaggio, difesa delsuolo. Superare le emergenze, cogliere le opportunità", Firenze, 10-11 maggio2006, a cura di Michele Ercolini.

Page 5: estratti gisotti - Contratti di Fiumenuke.a21fiumi.eu/Portals/0/2007-4 (Gisotti paesaggio fluviale).pdf · Società Italiana di Geologia Ambientale ISSN 1591-5352 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO

verse, in tutti i tipi di alveo e non sonoquindi specifici di alcuna configurazio-ne. Lo stesso vale per i parametri fisiciossia idrogeomorfici (idraulico - idrolo-gici, sedimentari, topografici, eccetera)che innescano, controllano o annullanoi vari processi fluviali.

L'evoluzione naturale della dinami-ca e quindi della morfologia fluvialepuò comportare danni alle opere uma-ne realizzate nelle aree fluviali investi-te da tali cambiamenti. Nella valuta-zione del rischio idrogeologico di areelimitrofe ad un corso d'acqua è oppor-tuno ricorrere, oltre all'approccio tra-dizionale basato sulla casistica delle al-luvioni in relazione ai tempi di ritorno(campo di precipuo interesse degli in-gegneri idraulici), anche all'analisi del-la "stabilità" geomorfologica dell'al-veo, sia in senso planimetrico che alti-metrico. Un alveo fluviale può esseredefinito "stabile" quando la sua formae le sue dimensioni non variano signi-ficativamente in una scala temporaledell'ordine dei dieci-cento anni. Si fa ri-ferimento al concetto di "stabilità" (oal suo contrario "instabilità") della con-figurazione fluviale che, in particolareper i fiumi meandriformi, si può misu-rare con i parametri "velocità di mi-grazione laterale dell'ansa fluviale" e/odi "velocità di migrazione dell'ansa lun-go l'asse della valle", allorché tali pa-rametri fanno cambiare forma e di-mensioni dell'alveo nell'arco tempora-le sopra espresso.

In letteratura si è soliti distingue-re cinque configurazioni d'alveo (o an-damenti fluviali) principali secondo loschema riportato (Figura 1), dove so-no indicati, seppure in maniera esem-plificativa, anche i parametri che mag-giormente ne influenzano la formaplanimetrica.

Un tipico parametro è la "sinuo-sità", che è il rapporto tra la lunghez-za del corso d'acqua e la lunghezzadella valle; il suo valore va da un mi-nimo di uno (fiumi rettilinei) ad unmassimo di due o poco più (fiumimeandriformi) e solo raramente è su-periore a tre.

Le principali configurazioni d'alveoriconosciute in letteratura sono:fiumirettilinei; fiumi a canali intrecciati(braided); fiumi pseudomeandriformi(wandering); fiumi meandriformi ;fiumi anastomizzati.

I corsi d'acqua a canali intrecciatisono molto attivi, dotati di alta ener-gia e capacità di trasporto, distruggo-no e ricostruiscono continuamente leloro strutture sedimentarie, ossia lebarre. Sono caratteristici di pianure al-luvionali ghiaiose e quasi sempre han-no elevate pendenze di fondo. I cana-li hanno un rapporto larghezza/profon-dità generalmente superiore a quaran-ta con valori fino a trecento ed oltre.Essi sono caratterizzati da ampi e fre-quenti spostamenti sia delle barre che

dei canali, con conseguente loro ab-bandono. Questi movimenti laterali,seppure frequenti, non sono tali, in unarco di tempo breve (alcuni anni), daindurre variazioni della sinuosità o delperimetro bagnato; in tempi lunghipossono invece portare a sostanzialimodificazioni dell'alveo e soprattutto amodificazioni laterali considerevoli.Tutto ciò significa che se imprigionia-mo un corso d'acqua di questo tipo tradue argini, esso troverà, se non neitempi brevi, sicuramente nei tempimedi e/o lunghi, l'energia sufficienteper demolire gli argini e alluvionareterreni che l'uomo riteneva ormai si-curi. Fiumi a canali intrecciati si trova-no nell'arco alpino (ad esempio Taglia-mento), nell'Appennino (ad esempioalto Tevere), in Basilicata (ad esempioSauro, Basento tra gli scali di Ferran-dina e Pisticci).

I fiumi meandriformi sono queicorsi d'acqua il cui tracciato planime-trico mostra anse curvilinee (meandri)che si susseguono in modo più o me-no ripetitivo e uniforme. La loro si-nuosità è superiore a uno virgola cin-que e può arrivare fino a tre.

Sono caratterizzati da pendenzemolto modeste, al di sotto anche di0,001. Una loro caratteristica è l'ele-vata mobilità del canale che si realizzaattraverso la migrazione e il taglio deimeandri. Il meccanismo combinato dierosione della sponda esterna e sedi-mentazione nella parte interna fa sìche il meandro si sposti sia trasversal-mente che longitudinalmente rispettoall'asse della valle, e questi fenomeni

costituiscono una importante catego-ria di pericoli idrogeologici per il terri-torio investito da tale migrazione.

Esempi di tale configurazione sonoil Po, il basso corso dell'Arno, del Te-vere, del Volturno, del Garigliano.

Le variazioni che hanno interessa-to durante l'ultimo secolo i caratterimorfodinamici di tanti fiumi italiani sipossono spiegare con un progressivoadattamento di questi corsi d'acqua amutate condizioni di deflussi, sia li-quidi che solidi, e alla costruzione diopere in alveo. Tali adattamenti ri-guardano, ad esempio, la riduzionedella larghezza dell'alveo, l'incisione(approfondimento) dell'alveo. Appli-cazioni dei principi e dei metodi, pe-raltro in gran parte empirici, relativialla dinamica e alla geomorfologia flu-viale secondo l'approccio sopra de-scritto sono numerosi in varie parti delmondo; a titolo di esempio si rimandaad Autori Vari (1999).

I fiumi vengono studiati anchesotto l'aspetto della "evoluzione ver-ticale dell'alveo". Ad esempio è stataoperata una suddivisione schematicadel Fiume Arno (a valle della diga diLevane) e del suo affluente FiumeSieve in base all'entità degli abbassa-menti del fondo (ricostruiti confron-tando i profili longitudinali di anni di-versi) e alla ubicazione dei punti di at-tività estrattiva di materiale inerte inalveo o nella pianura adiacente. Sonostati individuati i seguenti tratti: 1)tratti con abbassamento del fondo li-mitato (inferiore a cinquanta centi-metri) o assente, o localmente in se- 23

PeriodicotrimestraledellaSocietàItaliana diGeologiaAmbientaleAnno XVn. 4/2007

Figura 1. Le principali configurazioni d'alveo in corrispondenza dei parametri idro-geo-morfici che le con-trollano.

Page 6: estratti gisotti - Contratti di Fiumenuke.a21fiumi.eu/Portals/0/2007-4 (Gisotti paesaggio fluviale).pdf · Società Italiana di Geologia Ambientale ISSN 1591-5352 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO

dimentazione; 2) tratti con abbassa-mento del fondo mediamente inferio-re ai due metri; 3) tratti con abbas-samento del fondo mediamente com-preso tra due e quattro metri; 4) trat-ti con abbassamento del fondo me-diamente compreso tra quattro e seimetri; 5) tratti con abbassamento delfondo mediamente superiore ai seimetri; 6) ubicazione dei punti diestrazione di inerti in alveo o nellapianura (Rinaldi, 1999).

La conoscenza sistematica di taliabbassamenti di fondo è necessariaper pianificare varie attività, da quel-la estrattiva a quella urbanistica, conripercussioni anche sulla pianificazio-ne paesistica.

La "Analisi Geomorfica Quantitati-va" (AGQ) dei bacini fluviali, introdot-ta da Horton (1945), ha portato all'in-serimento di elementi numerici nellaclassificazione ed interpretazione delreticolo fluviale di un bacino idrografi-co. I parametri sono ad esempio il nu-mero d'ordine dei segmenti fluviali, ladensità di drenaggio del bacino.

La AGQ serve per vari scopi, adesempio per prevedere l'erodibilità delterreno.

Un uso di tali indici della AGQ è quel-lo relativo alla valutazione delle risorsevisive dei fiumi, secondo gli studi di Mo-risawa (1976) : infatti le caratteristichevisive rispecchiano una gerarchizzazio-ne dimensionale del reticolo fluviale,delle valli e dell'alveo, che varia da mon-te a valle nel bacino secondo regole pre-cise. Questo metodo è stato applicatoda Giusti e Gisotti (1995) per il bacinodel Fiume Serchio (Lucca).

Un aspetto interessante riguarda irapporti fra geomorfologia fluviale evita vegetale e animale. È necessarioinfatti cercare tutte le possibili intera-zioni tra i parametri fisici (abiotici) equelli biotici nei lavori in campo eco-logico e paesaggistico. Vi sono alcuniecosistemi, come il suolo e il fiume,che facilitano tali rapporti. Il fiumerappresenta un esempio emblematico

della interferenza tra componentiabiotiche e biotiche in un ecosistema,poiché in esso sono presenti e intera-giscono strettamente le acque fluenti,le acque sotterranee, il substrato litoi-de, i sedimenti, il microclima, le pian-te e gli animali.

Il River Continuum Concept (Van-note et al., 1980) propone una visio-ne unificante degli ecosistemi fluviali,che richiama l'attenzione sulla strettadipendenza della struttura e delle fun-zioni delle comunità biologiche (inparticolare gli invertebrati) dalle con-dizioni geomorfologiche e idraulichemedie del sistema fisico, partendodalle dimensioni del corso d'acqua, daquelli montani (primo - terzo ordinesecondo la AGQ), passando ai fiumi dimedia grandezza (quarto - sesto ordi-ne) fino ai grandi fiumi (di ordine su-periore al sesto).

LA RISORSA FIUME. LEGRANDI CITTÀ SUI FIUMIFONDATE PER SFRUTTAREL'ABBONDANZA DI RISORSEIDRICHE, DI FORZAMOTRICE, DI INERTI, DIFLORA E DI FAUNA, DISPAZIO

La fondazione di una città o di unsuo nuovo quartiere crea un paesaggioben diverso da quello naturale prece-dente, con alte, spoglie rupi di cemen-to e di vetro, profondi canyon urbani elunghe monotone pianure, talvolta in-terrotte da fiumi naturali o rettificati ar-tificialmente o da nuovi corpi idrici. Lacreazione di questo nuovo paesaggiocoinvolge la modificazione massicciadella circolazione dell'energia, dell'ac-qua e della materia. Però il nuovo sce-nario non può essere creato senza fa-re i conti con il paesaggio e il substra-to preesistenti. I processi geomorficiinfluenzeranno sempre la vita dellacittà e d'altra parte le fondazioni degliedifici e delle infrastrutture dovrannoessere progettate per essere stabili sui

terreni sotto di loro. In altre parole, ilsito di una città dovrà adeguarsi ad unacombinazione di vari aspetti della com-ponente suolo-sottosuolo.

Pertanto il ruolo dell'ambientegeologico nella scelta del sito dovefondare la città è stato sempre pre-sente nell'operato dei fondatori, siaper quanto riguarda le limitazioni im-poste dalla componente ambientale"suolo-sottosuolo" e quindi anche daipericoli geologici, che per la presenzadi processi geomorfici e di georisorsenecessarie allo sviluppo dell'insedia-mento, quali acque potabili, corpi idri-ci navigabili, materiali di cava, suolifertili, eccetera .

Gli esempi sono numerosi e se nericordano alcuni tra i più antichi, dovel'uomo ha saputo sfruttare a propriovantaggio sia la morfologia del sito,per passare un fiume o per difendersida attacchi ostili, sia le georisorse lo-cali. Esempi sono quelli di Roma, diLondra, ma anche di Firenze, Parigi,Vienna, eccetera.

Già a partire dalla media Età delBronzo (XIII-XII secolo a.C.) gli scam-bi commerciali che si svolgevano tra ilLazio meridionale e l'Etruria e in ge-nerale tra i territori a nord e a sud delfiume Tevere trovarono la convenien-za di attraversare il Tevere in corri-spondenza di un isolotto al centro delfiume, che permetteva un più facileattraversamento. In questo puntostrategico si ebbe uno dei primi inse-diamenti, allo scopo di controllare itraffici. In particolare l'insediamentosi sviluppò sul colle erto prossimo alguado, che lo dominava. Questa posi-zione elevata venne scelta non soloperché permetteva più facili azioni didifesa-offesa, ma anche perché pro-babilmente l'area ai piedi del colle eprossima al fiume era acquitrinosa epertanto malsana. I primi abitanti delluogo furono avvantaggiati dalla si-tuazione geomorfologica (passaggiodel fiume e colle), dalla presenza disorgenti con ottima acqua potabile,dall'abbondanza di materiale lapideoma facilmente lavorabile, il tufo vul-canico, e dai fitti boschi presenti sulcolle, il cui legname oltre che per gliusi domestici servì probabilmente an-che per alimentare forni fusori per me-talli. Questo insediamento costituì ve-rosimilmente il primo nucleo urbano diRoma, intorno al 750 a. C., e anche colpassare del tempo il colle Capitolino(Campidoglio) e l'isolotto (Isola Tibe-rina) mantennero un ruolo preminen-te nelle vicende della città (Figura 2).

Londra fu fondata nel più conve-niente attraversamento di un fiumesoggetto a maree, in un luogo dove ilTamigi aveva terrazzi alluvionalighiaiosi su ambedue le rive (Douglas,1983). Sia a monte che a valle del si-to e ad est, paludi occupavano le spon-de fluviali. Questa città coloniale pia-24

PeriodicotrimestraledellaSocietàItaliana diGeologiaAmbientaleAnno XVn. 4/2007

Figura 2. Il Tevere e l'Isola Tiberina.

Page 7: estratti gisotti - Contratti di Fiumenuke.a21fiumi.eu/Portals/0/2007-4 (Gisotti paesaggio fluviale).pdf · Società Italiana di Geologia Ambientale ISSN 1591-5352 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO

nificata si sviluppò nel luogo più favo-revole dell'area, evitando i terreni pa-ludosi e occupando quelli asciutti e bendrenati. Una valutazione, consapevoleo intuitiva, della geomorfologia e deldrenaggio del sito fu eseguita dagliamministratori coloniali Romani primadi decidere sull'utilizzo del luogo.

Le autorità coloniali avranno pen-sato alle necessità di una comunità ur-bana all'altezza degli stili di vita e del-la tecnologia dei loro tempi. Man ma-no che la città crebbe, nei secoli suc-cessivi, i fattori economici provocaro-no l'espansione dell'edificato su terre-ni di fondazione molto meno idonei ri-spetto ai precedenti, e incoraggiaronolo sviluppo e l'applicazione di nuovetecnologie per utilizzare parte dellapiana alluvionale del Tamigi, per co-struire bacini portuali e più tardi abi-tazioni e stabilimenti industriali anchedove si trovavano le paludi.

Questo nuovo sviluppo urbanisticoha richiesto molta attenzione, non so-lo ai problemi di fondazione, ma an-che agli effetti del costruito sul pae-saggio circostante, sui fiumi adiacen-ti e sui luoghi situati a valle della città.

UN RISCHIOIDROGEOLOGICO:LE ALLUVIONI

La pianura alluvionale può essereinondata dal fiume in seguito a preci-pitazioni intense. Non tutta la pianuraviene inondata ogni anno, essa puòessere immune da inondazioni per de-cenni e poi essere rapidamente co-perta da acque fangose, ricche anchedi detriti di grosse dimensioni, talvol-ta artificiali.

Strade e ferrovie che attraversa-no una piana alluvionale possono co-stituire sbarramenti per il libero de-flusso delle acque in caso di piena:ponti e tombini dovrebbero regolareil volume delle acque che può passa-re a valle durante le piene, in mododa evitare che a monte delle barrie-re le aree possano essere alluviona-te, ma ciò che è stato previsto dai co-struttori qualche volta non si verifica.D'altra parte spesso agli intrinsecifattori naturali della pericolosità siaggiungono fattori antropici, dovutial tumultuoso sviluppo socio-econo-mico che non vuole o non sa dare ladovuta importanza ai fenomeni natu-rali e alla loro infausta combinazionecon quelli antropici.

I casi di alluvione delle città italia-ne situate nelle aree di fondovalle so-no numerosissimi e sono documenta-ti fin dal periodo greco-romano.

Ad esempio il Tevere ha da sempreinondato Roma, con effetti spesso ca-tastrofici: in tempi recenti, nel dicem-bre 1870, una grande piena del fiume,rimasta finora insuperata, determinòun prolungato allagamento di granparte della città, da pochi mesi diven-

tata capitale dell'Italia unificata, tan-to che il nuovo Parlamento legiferò intempi brevi allo scopo di realizzaregrandi opere per mitigare il rischio diinondazione, i Muraglioni.

È rimasta nella memoria collettivala grande e disastrosa alluvione di Fi-renze del dicembre 1966. L'intero cen-tro storico della città venne invaso daacqua e fango poiché l'Arno tracimò inpiù punti, per insufficienza dell'alveo acontenere la portata di piena, che erada considerarsi eccezionale in quantocaratterizzata da un tempo di ritornodi trecento anni.

Le cause concomitanti nel provo-care l'alluvione sono consistite nellapresenza di due serbatoi idroelettricicostruiti sull'Arno, a monte di Firenze,in luoghi dove non avrebbero potutoresistere a un'onda imponente di pie-na, per cui, onde evitare lo sfascia-mento delle dighe, furono effettuatirapidi rilasci di notevole entità, ma piùche altro nella mancata realizzazionedi opere di difesa "indiretta" dalleesondazioni (serbatoi di modulazioneo di laminazione delle piene).

Più recente è stata la catastrofeidrogeologica che ha colpito, nei primigiorni di settembre 2005, New Orleansnella Louisiana, città con oltre sette-centomila abitanti situata sulle rive delfiume Mississippi, per la maggior partecostruita al livello e sotto il livello delmare e del fiume: ciò ha reso necessa-ria la costruzione di argini a protezionedell'abitato dalle inondazioni fluviali.

In occasione dell'uragano Katrina lacittà è stata alluvionata, con gravi dan-ni e numerosi morti, poiché gli arginicostruiti lungo il fiume hanno ceduto.

Sempre nel 2005, un'alluvione hacolpito la "sitibonda" Puglia, in parti-colare la provincia di Bari, a significa-re che le inondazioni possono verifi-carsi anche in aree che sembrano im-muni da tali catastrofi (Figura 3).

L'identificazione dell'area cheprobabilmente sarà inondata da una

piena di un definito tempo di ritornoè una necessità cruciale per la razio-nale pianificazione dell'uso del suoloin una pianura alluvionale, il che cor-risponde ai vari aspetti della "pianifi-cazione di bacino".

Nella zonizzazione della pianuraalluvionale, in merito alla individua-zione e perimetrazione delle aree arischio idrogeologico, la geomorfolo-gia gioca un ruolo importante nellavalutazione di come le forme e i gra-dienti del canale fluviale influenzanoi livelli di piena e la pendenza dellasuperficie della corrente nel suo pas-saggio attraverso un'area urbana.Laddove i dati sui precedenti deflus-si fluviali non esistano o siano caren-ti, la geomorfologia può aiutare nel-la identificazione delle forme dellapianura alluvionale e dei corpi sedi-mentari e inoltre può suggerire comeil territorio dovrebbe essere "zoniz-zato" per lo sviluppo urbano.

LA DIFESA DALLEALLUVIONI: LE OPERERIGIDE, INVASIVE

Col termine canalizzazione si in-tendono tutte quelle opere di ingegne-ria che producono modifiche allamorfologia naturale di un corso d'ac-qua e che sono volte al controllo dellepiene, al miglioramento del drenaggio,al mantenimento di condizioni favore-voli per la navigazione, alla riduzionee/o controllo dell'erosione di sponda ealla necessità di posizionare in prossi-mità dell'alveo, e successivamente di-fendere dalla erosione fluviale opere li-neari quali strade e autostrade, ferro-vie, canali adduttori, gasdotti, eccete-ra (Gisotti, Benedini, 2000).

I più comuni interventi ingegneri-stici che comportano opere di canaliz-zazione in senso lato sono: rettifiche;risagomature della sezione (allarga-menti ed approfondimenti); arginatu-re; protezioni di sponda; rivestimentitotali (Billi, 1995).

25

PeriodicotrimestraledellaSocietàItaliana diGeologiaAmbientaleAnno XVn. 4/2007

Figura 3. Un'area alle porte di Bari inondata da un tributario del Torrente Picone durante l'evento del 22-23 ottobre 2005.

Page 8: estratti gisotti - Contratti di Fiumenuke.a21fiumi.eu/Portals/0/2007-4 (Gisotti paesaggio fluviale).pdf · Società Italiana di Geologia Ambientale ISSN 1591-5352 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO

Queste opere possono indurre siaeffetti fisici che biologici, e questi pos-sono manifestarsi immediatamente(addirittura durante la realizzazionedell'intervento stesso) o a breve, me-dio e lungo termine.

In questa sintetica trattazione sa-ranno considerati solo gli effetti fisici.

La canalizzazione di un alveo flu-viale implica comunemente la varia-zione di alcuni tra i principali parame-tri idrogeomorfici quali pendenza, lar-ghezza, profondità, scabrezza e di-mensioni dei sedimenti. Di conse-guenza viene alterato il preesistenteequilibrio naturale ed il corso d'acquareagirà adeguandosi alle nuove condi-zioni attraverso la variazione degli al-tri parametri idrogeomorfici (velocitàdel flusso, capacità di trasporto, po-tenza della corrente, sinuosità, ecce-tera). Nel seguito si accenna agli ef-fetti del più comune tipo di canalizza-zione, la rettifica.

La rettifica avviene attraverso ilraccorciamento del canale fluviale (disolito meandriforme) e l'incrementodella pendenza del letto, per cui sipassa dalla sezione naturale dell'alveoad una forma a trapezio (o almeno re-golare) e, in planimetria, da un anda-mento meandriforme ad uno tenden-zialmente rettilineo.

Il taglio artificiale dei meandri av-viene attraverso i "drizzagni" e/o gli"scolmatori di piena" e centra il ber-saglio solo in parte ed anzi spesso por-ta ad effetti controproducenti.

Si possono verificare alcuni ordinidi problemi.

A. Dal punto di vista dell'energia ingioco, l'aumento della velocità dellacorrente e quindi dell'energia disponi-bile favoriscono l'erosione del letto neltratto rettificato: infatti, vi sono con-dizioni che accentuano il trasporto disedimenti rispetto a quello provenien-te da monte del tratto rettificato; que-sto deficit sedimentario viene com-pensato dal materiale del letto, dandocosì luogo ad una sua degradazioneche si traduce in una erosione di fon-do che si propaga verso monte a par-tire dal tratto rettificato.

B. Sotto l'aspetto idraulico, l'am-pliamento del canale fluviale provocal'accelerazione della trasmissione del-le onde di piena attraverso il tratto dicanale allargato e, con la drastica ri-duzione della capacità di laminazionedelle piene da parte della pianura al-luvionale, l'incremento delle portatemassime a valle del tratto rettificato.

Da quanto detto si desume che leopere di rettifica innescano una seriedi condizioni di disequilibrio, con con-seguenti danni alle opere sulle spondee a quelle di attraversamento dei fiu-mi, condizioni che necessitano a lorovolta di interventi di stabilizzazione.

In particolare, le rettifiche dovreb-

bero essere sempre seguite da lavoridi difesa delle sponde. Infatti, in ri-sposta agli effetti negativi menziona-ti, in assenza di opere di manteni-mento, il corso d'acqua tende con iltempo a riprendere la sua configura-zione morfologica iniziale. Sono nu-merosi in tutto il mondo i casi di con-dizioni di disequilibrio derivati dalleopere di rettifica.

Anche nel nostro Paese esistonomolti casi simili. Il Fiume Arno, peresempio, è stato sottoposto ad accor-ciamenti del tracciato naturale sin dal-l'epoca storica. Nel Valdarno Superio-re in particolare è stata realizzata, apartire dal 1700, un'estesa opera direttifica, accompagnata da imponentiarginature, in un tratto caratterizzatoda una spiccata sinuosità dell'alveo na-turale. Attualmente, il fiume ha un an-damento del tracciato di magra chemostra una certa sinuosità, e lo svi-luppo di anse assimilabili a veri e pro-pri meandri, così come apparivano agliinizi del 1700, viene contrastato dagliargini artificiali. Le zone in cui il cana-le di magra aderisce all'argine con l'e-sterno di un'ansa diventano però pun-ti di instabilità e durante gli eventi dipiena più consistenti si verificano no-

tevoli fenomeni di erosione di sponda.Ciò testimonia la tendenza del fiume aripristinare la sua originaria configura-zione, nonostante il fatto che in annipiù recenti siano stati effettuati altri in-terventi antropici di notevole peso (ledighe di La Penna e di Levane, estra-zione di grandi quantità di materialid'alveo, arginature, eccetera) i cui ef-fetti si sono sicuramente sovrapposti aquelli legati alla rettifica.

Una delle recenti canalizzazioni inItalia è stata quella del fiume Basen-to, avvenuta alla fine degli anni Ot-tanta (Figura 4), eseguita allo scopodi ridurre il rischio di alluvione nellecampagne circostanti; con questaoperazione l'ambiente e il paesaggiofluviale sono stati radicalmente modi-ficati (Gisotti, 1997).

Anche il Fiume Sangro, in Abruz-zo, ha subito la stessa operazione,nella metà degli anni Ottanta; una pie-na del fiume, nel novembre 1991, hasemidistrutto le strutture di canalizza-zione, consentendo al fiume di ripri-stinare una certa diversità morfologi-ca dell'alveo (Billi, 1995).

Un caso particolare di canalizza-zione è la realizzazione di alte argina-ture nei tratti di fiume che attraversa-

26

PeriodicotrimestraledellaSocietàItaliana diGeologiaAmbientaleAnno XVn. 4/2007

Figura 4. Fiume Basento: meandro in corso di rettificazione, nel 1990.

Page 9: estratti gisotti - Contratti di Fiumenuke.a21fiumi.eu/Portals/0/2007-4 (Gisotti paesaggio fluviale).pdf · Società Italiana di Geologia Ambientale ISSN 1591-5352 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO

no le città, come gli argini artificialidell'Arno a Firenze e i "Muraglioni" aRoma. In questo caso questa tipologiadi opera è ineludibile.

CONVIVERE CON IL FIUME:OPERE MORBIDE, CASSE DIESPANSIONE,RINATURALIZZAZIONE,PARCHI FLUVIALI

Per quanto concerne i differenticriteri per contrastare le inondazioni,alternativi alla canalizzazione, si ac-cenna anzitutto al criterio di interve-nire sul bacino idrografico medianteopere così dette "estensive", del tipo"sistemazioni idraulico-forestali", op-pure a quello di realizzare dighe (laghiartificiali) aventi anche la funzione dilaminazione delle piene. Opera aven-te lo scopo esclusivo di laminazionedelle piene è la "cassa di espansione",per cui viene costruito un basso sbar-ramento del fiume il quale crea a mon-te un esteso bacino arginato, lasciatolibero da attività umane ad alto reddi-to: in caso di piena l'acqua si espan-de nella "cassa" e viene restituita avalle lentamente attraverso lo sbarra-mento, evitando l'inondazione dellearee poste a valle.

L'impatto ambientale di tali inter-venti è, a giudizio della generalità de-gli esperti, significativamente minorerispetto alla rettificazione ed il lorocosto è sensibilmente minore rispet-to a quello dei drizzagni e degli scol-matori. Inoltre le casse di espansio-ne si prestano alla realizzazione di"zone umide" e di "parchi fluviali",come è il caso di analoga opera sulFiume Secchia nei pressi di Modena(Figura 5).

Gli esempi di aree esondabili adi-bite a impieghi non impegnativi, sen-za realizzare abitazioni o industrie,ossia opere a forte rischio di alluvio-ne, ma realizzando aree per il verdepubblico e lo svago, sono numerosinel mondo (Ercolini, 2006). Un esem-pio è il Parco fluviale di Miribel a Lio-ne, che si trova alla confluenza tra ilRodano e la Saône.

Qui, in una area degradata inte-ressata per molto tempo dall'attivitàestrattiva, è stata realizzata una zo-nizzazione con diverse funzioni: cas-sa di espansione, verde pubblico perlo svago, spazio natu-rale per la salvaguar-dia della flora e dellafauna. In pratica, si èpassati da un'areapaesaggisticamentedegradata, disordina-ta, ad un'area carat-terizzata da un pae-saggio funzionale siadal punto di vistaidraulico che ecologi-co (Figura 6).

CONCLUSIONII fiumi si evolvono continuamente:

un'ansa in erosione è un fenomenonaturale e non qualcosa che deve es-sere necessariamente corretto. Anchese canalizzati, i fiumi tenderanno a ri-guadagnare la loro forma e il loro an-damento originario. Ogni modifica ri-levante imposta ad un fiume senzaconsiderare il suo comportamento na-turale implicherà anche un prolunga-to e oneroso impegno per il manteni-mento del cambiamento operato, conciò interferendo sia con gli aspetti fun-zionali che paesaggistici del luogo.

BIBLIOGRAFIAAUTORI VARI,(1999) DINAMICA FLUVIALE, GEOLOGIA DELL'AM-BIENTE N. 1, SIGEA, ROMA . AMADESI E., (1975) FOTOINTERPRETAZIONE E AEROFOTOGRAM-METRIA, PITAGORA EDITRICE, BOLOGNA.

BILLI P., (1995) CANALIZZAZIONE DEI CORSI D'ACQUA, VERDEAMBIENTE N. 2, ROMA.DOUGLAS I., (1983) THE URBAN ENVIRONMENT, EDWARD AR-NOLD, LONDON.ERCOLINI M., (2006) DALLE ESIGENZE ALLE OPPORTUNITÀ. LADIFESA IDRAULICA FLUVIALE OCCASIONE PER UN PROGETTO DI"PAESAGGIO TERZO", FIRENZE UNIVERSITY PRESS, FIRENZE.FERRARA V., (2005) L'URAGANO KATRINA E I CAMBIAMENTI DELCLIMA, ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE N. 6, ENEA, ROMA.GISOTTI G., BENEDINI M., (2000) IL DISSESTO IDROGEOLOGICO.PREVISIONE, PREVENZIONE E MITIGAZIONE DEL RISCHIO, CAROC-CI EDITORE, ROMA.GISOTTI G., (1997) EFFETTI DELLA CANALIZZAZIONE SULLA DINA-MICA FLUVIALE E SULL'AMBIENTE ACQUATICO, IN "COME PROGET-TARE IL PARCO FLUVIALE", A CURA DELL'ASSOCIAZIONE PARCO NA-TURALE DEL FIUME SAVIO, MACRO EDIZIONI, CESENA.GISOTTI G., ZARLENGA F.,(2004) GEOLOGIA AMBIENTALE. PRIN-CIPI E METODI, DARIO FLACCOVIO EDITORE, PALERMO.GIUSTI E., GISOTTI G., (1995) IL PAESAGGIO FLUVIALE, VERDEAMBIENTE N. 3, ROMA.HORTON R. E., (1945) EROSIONAL DEVELOPMENT OF STREAMSAND THEIR DRAINAGE BASINS; HYDROPHYSICAL APPROACH TO

QUANTITATIVE MORPHOLOGY, GEOL.SOC. AMER. BULL., VOL. 56, NEW YORK

MORISAWA M., (1976) AESTHETIC PRE-FERENCES AND RIVERSCAPE, PROC. VI-SUAL QUALITY AND THE COASTAL ZONE,S.U.N.Y. COLLEGE OF ENV. SCI. ANDFORESTRY, SYRACUSE, NEW YORK .RINALDI M., (1999) VARIAZIONI MORFO-LOGICHE E CONDIZIONAMENTI ANTROPICINEL SISTEMA FLUVIALE DELL'ARNO.GEOLOGIA DELL'AMBIENTE, N. 1, SI-GEA, ROMA.VANNOTE R. L., MINSHALL G. W., CUM-MINS K. W., SEDELL J. R., CUSHING C.E., (1980) THE RIVER CONTINUUM CON-CEPT, CANADIAN JOURNAL OF FISHE-RIES AND AQUATIC SCIENCES, N. 37. 27

PeriodicotrimestraledellaSocietàItaliana diGeologiaAmbientaleAnno XVn. 4/2007

Figura 6. Il Parco fluviale di Miribel a Lione.

Figura 5. La cassa di espansione del Fiume Secchia. 1) manufatto regolatore, sbarramento poco ele-vato posto sul fiume, che assicura il normale deflusso delle acque; 2) traversa, alla quale è affidata lastabilità dello sbarramento principale contro eventuali fenomeni di scalzamento; 3) sfioratore laterale,che consente il deflusso delle acque di piena nella cassa di espansione; 4) scaricatore, che permettepoi alle acque accumulate nella cassa di defluire di nuovo in alveo.