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Giovedì 15 ottobre 2015 5 Primo piano Intervista al professor Marino Biondi La figura del grande letterato cesenate, negli ambienti culturali della città, aleggia da oltre un secolo. L’ Epistolario è un’opera di rara bellezza Affascinante enigmatico Serra robabilmente è il mag- giore esperto di Renato Serra. Al professor Ma- rino Biondi (si veda scheda nella pagina a fianco), abbiamo posto le seguenti do- mande. A quando risale il suo primo ’incontro’ con Serra? Vivere a Cesena nell’adolescenza e frequentare il Liceo Monti era tutt’uno che respirare aria di Serra. Ne sentii parlare nella casa di mio padre, dove si diceva che fosse da collocare un episodio della sua biografia. Ma il primo incontro vero fu con l’Epistolario, un libro di una bellezza rara e struggente. Vi imparai l’amicizia, l’amore, la nostalgia, la noia dei giorni. Molti lettori di Serra hanno cominciato dalle sue lettere private, dal diario della sua vita. Serra ha sempre sprigionato la forza gentile ma irresistibile di attrarre a sé. Che cosa ha significato per lei questa ’lunga fedeltà’ a un concittadino? A un certo punto, dal 1970, mi sono messo a studiare l’opera di Serra. Il mio primo lavoro a stampa su una rivista padovana risale al 1973. La fedeltà è diventata scrupolo, attenzione ai testi, lavoro, partecipazione alla comunità degli studi serriani, edizioni, commenti, saggi, libri. Noto qui che gli studiosi di Serra (dai cesenati Cino Pedrelli, Renato P Turci, Biagio Dradi Maraldi) sono stati anch’essi dei fedeli. Siamo stati un po’ tutti, critici sì e storici, ma anche scudieri della memoria del nostro Renato. Gli studi serriani, come ha documentato Dino Pieri, hanno avuto tradizione più che secolare, dall’anno 1909. Come l’approfondimento della breve, ma intensa avventura esistenziale-intellettuale ser- riana ha inciso su di lei a livel- lo umano e professionale? La domanda è pertinente, perché studiare Serra, frequentarlo sulle carte, sui libri, è cosa che secondo me non si può fare lasciando che il resto della propria vita resti invariata e indifferente. Serra è un’entità umana, intellettuale, che ti muove dentro, ti chiama a un esame di te stesso. Questa la lezione vera e duratura, extraletteraria, dell’Esame. Per il suo valore, per i vizi, per la personalità, chiama a sé, a un confronto, che può essere di emulazione o di attrito. È un autore-auctor, uno che aggiunge, accresce, che ti fa crescere. Esercita un influsso, spinge a riflettere sull’esistenza, su quanto in essa è decisivo e su quanto è mera scadente lotta dell’ambizione. Ti fa sentire palpabilmente e in modalità anche di drammatica evidenza quanto, nel cosiddetto lavoro intellettuale come professione, sia pratica discorsiva del vuoto. Che messaggio consegna al- l’uomo e al giovane di oggi Re- nato Serra? Domanda difficile. Mi capita di parlare spesso ai giovani, ai ventenni, di Serra e dell’Esame. Spiegare loro che la guerra è stata per lui e per la sua generazione l’ora del destino è arduo. Essi rifiutano la guerra e il concetto di sacrificio a un tempo storico è mistica che non li sfiora. Posso dire che li capisco. Ma poi c’è un passo ulteriore. I giovani che per scelta s’inoltrino negli studi letterari scoprono, come scoprimmo noi, insieme al critico lo scrittore. Quindi non possono che ritrovarsi di fronte all’uomo Serra, affascinante e per taluni tratti enigmatico. Ezio Raimondi ha aperto la grande stagione degli studi serriani, lei l’ha continuata e tuttora la frequenta: che cosa le ha insegnato il maestro bo- lognese? Raimondi, che verrà celebrato a Bologna da un grande convegno alla fine di novembre, ha riportato Serra all’onore del mondo delle lettere, italiane e non solo. È stato il maestro delle nuove generazioni. Un ricordo personale, quasi uno scatto fotografico della memoria, mi fa rivedere l’allora quarantenne Ezio, alto come un frassino, elegante, strepitosa erudizione e magico eloquio, al tavolo del Convegno cesenate del 1965 accanto a Delio Cantimori, ospiti del "Monti". Poi ancora nel mio liceo, presentato da Biagio Dradi Maraldi, tenere una conferenza nella primavera del 1966 sulle Tecniche della critica letteraria. Serra - questo l’ho sempre pensato - è stato per Raimondi, lettore universale e poliglotta, l’àncora che lo teneva alla terra, non solo alla terra di una letteratura nazionale e regionale, ma alla terra della realtà e della vita vera. Marino Mengozzi Società Studi Romagnoli Un convegno rilevante al 1949, ininterrottamente, la Società di Studi Romagnoli promuove annuali convegni. Sabato 17 ottobre (ore 10) nel Tea- tro Bonci, nel segno di Renato Serra e del suo Esame di coscienza, pren- de avvio la prima parte della 66^ tappa, che proseguirà alle 15 nel- l’Aula Magna della Malatestiana. Al nostro "europeo di provincia" (co- me acutamente ebbe a definirlo Ezio Raimondi, con antitesi solo apparente) è giustamente riservato l’ono- re del Comunale: così avvenne nel ’35 (ventennale del- la morte) con l’orazione di Luigi Russo, nel ’65 (cin- quantenario) con il discorso di Carlo Bo, nel 1984 (centenario della nascita) con Raimondi e altri; perché il Bonci è un luogo serriano e veicola la solennità do- vuta a uno di quei pochi scrittori che, come lui, "sono così complessi, prismatici, ricchi di sfaccettature" (an- cora parole dell’italianista bolognese che ha onorato Renato e Cesena). I lavori, aperti dagli allievi del Con- servatorio Maderna, saranno introdotti da Paolo Luc- chi, sindaco di Cesena, Douglas Regattieri, vescovo di Cesena-Sarsina, Christian Castorri, assessore alla Cul- tura, Elisabetta Bovero, dirigente della Malatestiana, Bruno Piraccini, presidente della Fondazione CRC e Luigi Lotti, presidente della Società. L’intenso pro- gramma - distribuito nelle giornate 17, 18, 24 e 25 ot- D tobre e reperibile sul sito: www.societastudiromagno- li.it - prevede ben 36 relazioni, che spaziano da Dante a Malatesta Novello, dall’Aula del Nuti ai codici, da Re- nato Serra a Nazzareno Trovanelli, da Gino Barbieri a Cesare Angelini e Augusto Campana, con importanti relatori del mondo accademico. Nell’occasione sarà distribuito il volume LXV di "Studi Romagnoli", con gli Atti del convegno 2014 a Pennabilli e San Marino (35 contributi, 820 pagine), e altre novità editoriali: Augu- sto Campana, Le biblioteche italiane del Rinascimento a tre navate (un inedito gioiello); Cesare Angelini, Vit- toria Abeti, Cino Pedrelli, Serra-Angelini; Mauro Do- rella, 1824. L’annus horribilis della Legazione ravenna- te: le questioni socio-sanitarie; Studi su Pennabilli. Questo appuntamento, convintamente sostenuto da Comune, Assessorato, Malatestiana e Fondazione CRC, fa tappa a Cesena per molteplici ragioni celebrative: il 550° della morte di Domenico Malatesta Novello (Brescia 1418 - Cesena 1465), il 130° della nascita di Gino Barbieri (Cesena 1885 - Monte Zomo 1917), il 100° della morte di Nazzareno Trovanelli (Forlimpopoli 1855 - Cesena 1915), il 100° della morte di Renato Serra (Cesena 1884 - Monte Podgora 1915), il 20° della morte di Augusto Campana (Santarcangelo di Romagna 1906-1995). Un felice ’ingorgo’ di ricorrenze che incrociano, direttamente e indirettamente, quel magnifico tempio della cultura - cesenate e universale - che è la Biblioteca: voluta da Malatesta, diretta da Serra e Campana, venerata da Trovanelli e Angelini. Quando nel 1465 Novello muore, in Italia (a Subiaco) viene introdotta la stampa: nel 2015 curiosamente si celebra il 550° della morte di un artefice della fortuna del manoscritto e della nascita dell’editoria. Davvero una fine è anche un nuovo inizio. Mm Sabato 17 ottobre al "Bonci" di Cesena Previste 36 relazioni, che spaziano da Dante a Malatesta Novello, dall’Aula del Nuti ai codici, da Renato Serra a NazzarenoTrovanelli, da Gino Barbieri a Cesare Angelini e Augusto Campana, con relatori del mondo accademico L’interno di Casa Serra a Cesena Nel riquadro, Marino Biondi

Epistolario Affascinante enigmatico Serra · 2018. 2. 19. · Affascinante enigmatico Serra robabilmente è il mag-giore esperto di Renato Serra. Al professor Ma-rino Biondi (si veda

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  • Giovedì 15 ottobre 2015 5Primo piano

    Intervista al professor Marino Biondi La figura del grande letterato cesenate, negliambienti culturali della città, aleggia da oltre un secolo. L’Epistolarioè un’opera di rara bellezza

    Affascinante enigmatico Serrarobabilmente è il mag-giore esperto di RenatoSerra. Al professor Ma-rino Biondi (si veda

    scheda nella pagina a fianco),abbiamo posto le seguenti do-mande.

    A quando risale il suo primo’incontro’ con Serra?Vivere a Cesenanell’adolescenza e frequentareil Liceo Monti era tutt’uno cherespirare aria di Serra. Ne sentiiparlare nella casa di mio padre,dove si diceva che fosse dacollocare un episodio della suabiografia. Ma il primo incontrovero fu con l’Epistolario, unlibro di una bellezza rara estruggente. Vi imparail’amicizia, l’amore, la nostalgia,la noia dei giorni. Molti lettoridi Serra hanno cominciatodalle sue lettere private, daldiario della sua vita. Serra hasempre sprigionato la forzagentile ma irresistibile diattrarre a sé.

    Che cosa ha significato per leiquesta ’lunga fedeltà’ a unconcittadino?A un certo punto, dal 1970, misono messo a studiare l’operadi Serra. Il mio primo lavoro astampa su una rivistapadovana risale al 1973. Lafedeltà è diventata scrupolo,attenzione ai testi, lavoro,partecipazione alla comunitàdegli studi serriani, edizioni,commenti, saggi, libri. Notoqui che gli studiosi di Serra (daicesenati Cino Pedrelli, Renato

    P

    Turci, Biagio Dradi Maraldi)sono stati anch’essi dei fedeli.Siamo stati un po’ tutti, critici sìe storici, ma anche scudieridella memoria del nostroRenato. Gli studi serriani, comeha documentato Dino Pieri,hanno avuto tradizione più chesecolare, dall’anno 1909.

    Come l’approfondimento dellabreve, ma intensa avventuraesistenziale-intellettuale ser-riana ha inciso su di lei a livel-lo umano e professionale?La domanda è pertinente,perché studiare Serra,frequentarlo sulle carte, suilibri, è cosa che secondo menon si può fare lasciando che il

    resto della propria vita restiinvariata e indifferente. Serra èun’entità umana, intellettuale,che ti muove dentro, ti chiamaa un esame di te stesso. Questala lezione vera e duratura,extraletteraria, dell’Esame. Peril suo valore, per i vizi, per lapersonalità, chiama a sé, a unconfronto, che può essere diemulazione o di attrito. È unautore-auctor, uno cheaggiunge, accresce, che ti facrescere. Esercita un influsso,spinge a rifletteresull’esistenza, su quanto inessa è decisivo e su quanto èmera scadente lottadell’ambizione. Ti fa sentirepalpabilmente e in modalità

    anche di drammatica evidenzaquanto, nel cosiddetto lavorointellettuale come professione,sia pratica discorsiva del vuoto.

    Che messaggio consegna al-l’uomo e al giovane di oggi Re-nato Serra?Domanda difficile. Mi capita diparlare spesso ai giovani, aiventenni, di Serra e dell’Esame.Spiegare loro che la guerra èstata per lui e per la suagenerazione l’ora del destino èarduo. Essi rifiutano la guerra eil concetto di sacrificio a untempo storico è mistica chenon li sfiora. Posso dire che licapisco. Ma poi c’è un passoulteriore. I giovani che per

    scelta s’inoltrino negli studiletterari scoprono, comescoprimmo noi, insieme alcritico lo scrittore. Quindi nonpossono che ritrovarsi di fronteall’uomo Serra, affascinante eper taluni tratti enigmatico.

    Ezio Raimondi ha aperto lagrande stagione degli studiserriani, lei l’ha continuata etuttora la frequenta: che cosale ha insegnato il maestro bo-lognese?Raimondi, che verrà celebratoa Bologna da un grandeconvegno alla fine dinovembre, ha riportato Serraall’onore del mondo dellelettere, italiane e non solo. Èstato il maestro delle nuovegenerazioni. Un ricordopersonale, quasi uno scattofotografico della memoria, mifa rivedere l’allora quarantenneEzio, alto come un frassino,elegante, strepitosa erudizionee magico eloquio, al tavolo delConvegno cesenate del 1965accanto a Delio Cantimori,ospiti del "Monti". Poi ancoranel mio liceo, presentato daBiagio Dradi Maraldi, tenereuna conferenza nellaprimavera del 1966 sulleTecniche della critica letteraria.Serra - questo l’ho semprepensato - è stato per Raimondi,lettore universale e poliglotta,l’àncora che lo teneva allaterra, non solo alla terra di unaletteratura nazionale eregionale, ma alla terra dellarealtà e della vita vera.

    Marino Mengozzi

    Società Studi RomagnoliUn convegno rilevante

    al 1949, ininterrottamente, laSocietà di Studi Romagnolipromuove annuali convegni.

    Sabato 17 ottobre (ore 10) nel Tea-tro Bonci, nel segno di Renato Serrae del suo Esame di coscienza, pren-de avvio la prima parte della 66^tappa, che proseguirà alle 15 nel-l’Aula Magna della Malatestiana. Alnostro "europeo di provincia" (co-me acutamente ebbe a definirlo Ezio Raimondi, conantitesi solo apparente) è giustamente riservato l’ono-re del Comunale: così avvenne nel ’35 (ventennale del-la morte) con l’orazione di Luigi Russo, nel ’65 (cin-quantenario) con il discorso di Carlo Bo, nel 1984(centenario della nascita) con Raimondi e altri; perchéil Bonci è un luogo serriano e veicola la solennità do-vuta a uno di quei pochi scrittori che, come lui, "sonocosì complessi, prismatici, ricchi di sfaccettature" (an-cora parole dell’italianista bolognese che ha onoratoRenato e Cesena). I lavori, aperti dagli allievi del Con-servatorio Maderna, saranno introdotti da Paolo Luc-chi, sindaco di Cesena, Douglas Regattieri, vescovo diCesena-Sarsina, Christian Castorri, assessore alla Cul-tura, Elisabetta Bovero, dirigente della Malatestiana,Bruno Piraccini, presidente della Fondazione CRC eLuigi Lotti, presidente della Società. L’intenso pro-gramma - distribuito nelle giornate 17, 18, 24 e 25 ot-

    D

    tobre e reperibile sul sito: www.societastudiromagno-li.it - prevede ben 36 relazioni, che spaziano da Dantea Malatesta Novello, dall’Aula del Nuti ai codici, da Re-nato Serra a Nazzareno Trovanelli, da Gino Barbieri aCesare Angelini e Augusto Campana, con importantirelatori del mondo accademico. Nell’occasione saràdistribuito il volume LXV di "Studi Romagnoli", con gliAtti del convegno 2014 a Pennabilli e San Marino (35contributi, 820 pagine), e altre novità editoriali: Augu-sto Campana, Le biblioteche italiane del Rinascimentoa tre navate (un inedito gioiello); Cesare Angelini, Vit-toria Abeti, Cino Pedrelli, Serra-Angelini; Mauro Do-rella, 1824. L’annus horribilis della Legazione ravenna-te: le questioni socio-sanitarie; Studi su Pennabilli. Questo appuntamento, convintamente sostenuto daComune, Assessorato, Malatestiana e FondazioneCRC, fa tappa a Cesena per molteplici ragionicelebrative: il 550° della morte di Domenico Malatesta

    Novello (Brescia 1418 - Cesena 1465), il 130° dellanascita di Gino Barbieri (Cesena 1885 - Monte Zomo1917), il 100° della morte di Nazzareno Trovanelli(Forlimpopoli 1855 - Cesena 1915), il 100° della mortedi Renato Serra (Cesena 1884 - Monte Podgora 1915),il 20° della morte di Augusto Campana (Santarcangelodi Romagna 1906-1995). Un felice ’ingorgo’ diricorrenze che incrociano, direttamente eindirettamente, quel magnifico tempio della cultura -cesenate e universale - che è la Biblioteca: voluta daMalatesta, diretta da Serra e Campana, venerata daTrovanelli e Angelini. Quando nel 1465 Novello muore,in Italia (a Subiaco) viene introdotta la stampa: nel2015 curiosamente si celebra il 550° della morte di unartefice della fortuna del manoscritto e della nascitadell’editoria. Davvero una fine è anche un nuovoinizio.

    Mm

    Sabato 17 ottobre al "Bonci" di Cesena

    Previste 36 relazioni, che spazianoda Dante a Malatesta Novello, dall’Auladel Nuti ai codici, da Renato Serraa Nazzareno Trovanelli, da Gino Barbieria Cesare Angelini e Augusto Campana,con relatori del mondo accademico

    L’interno di Casa Serra a Cesena

    Nel riquadro, Marino Biondi

  • Giovedì 15 ottobre 20154 Primo piano

    Renato Serra Quest’anno si celebra il centenario della morte del grande critico cesenateL’Esame di coscienza di un letteratoè una punta di diamante nella produzione serriana

    Un’opera sublime ispirata dalla guerrare anni fa, con l’amicoe sodale serrianoRoberto Greggi,decidemmo che

    dovevamo editare l’Esame dicoscienza di un letterato diRenato Serra, e altri testilimitrofi, Carte Rolland eDiario di trincea. Serra era infilosofia e in etica unkantiano. Ebbene, si parvalicet, anche noi ci sentimmodi fronte a lui e ai suoitestamenti letterari e moralikantiani d’osservanza,categoricamente ispirati. Fuun imperativo, o, come hodetto altre volte in sintoniacon certe abitudini del nostroautore, un debito da pagare.A volte alcuni anniversariagiscono da veri e proprimemento, vengono per dirtiche è l’ora di farlo quellavoro, sempre pensato esempre dilazionato, adesso omai più. Come per ilpassaggio di una cometa - esi spera nel nostro casobenefica - non si puòaspettare che ripassi. Passauna volta sola, solca una solavolta il nostro cielo, e a quellacoda di luce e di ghiacciobisogna attaccarsi. E così èstato per il 2015, uncentenario che già siprofilava ed era stracarico dieventi, di retrospettivestoriche e letterarie, di echigrandiosi e tragici, e trainavacon sé l’onda secolare di cosee ricordi, per l’Italia e perl’Europa, non solo l’Esame,ma i dibattiti e lecontroversie suinterventismo e neutralità, lepiazze ricolme e urlanti,d’Annunzio e Cesare Battisti,la scelta della guerra, ilMaggio radioso, le partenzedi soldati, l’Isonzo fin dasubito insanguinato, latrincea del Podgora, il Diariodi trincea, la fulminea mortedi Serra. In una parola, e inuna cifra calendariale, era il1915 che faceva ritornodall’eracliteo fiume deltempo, con tutto quantosignificava, unaconfigurazione enorme earticolata di memorie chenella scrittura dell’Esameaveva trovato una sua formalucida e commossa, vibrantee ferma come un emblemaaraldico di quellagenerazione di italiani edeuropei. Era una data troppodensa di fatti e di riepiloghi,pregnante di richiami, unadata-specchio, e per me, pernoi, una data che ci dava unaresponsabilità, un obbligo.Abbiamo pensato che Cesena

    T

    lo meritava il nostro restaurotestuale, come ricordo ecome omaggio. La "cittadina"di Serra aspettava che letornasse indietro quell’opera,nata dentro di lei anche secresciuta fuori, nella suaforma migliore, quella cheabbiamo creduto la piùcurata. Poi altri giudicherà illavoro fatto, che andava fatto.La Cesena e i cesenati cheamano il loro Renato siritroveranno al Teatro Bonci,luogo anch’esso serriano, il17 ottobre. Nostra era dal1996 una edizione, presso il"Ponte Vecchio" di Cesena,del manoscritto con uncommento di caratterefilologico. Ripartimmo daquella. Siamo arrivati inporto, nonostante l’anticipodi anni, negli ultimissimigiorni e stiamo ancoraaspettando il volume che cigiunga da Roma, dalleEdizioni di Storia eLetteratura. È stata un’estateinteramente dedicata allebozze di stampa, agli indici,alle proporzioni della paginafra testo e note, alle

    sfumature cromatiche dellariproduzione tipografica delmanoscritto malatestiano.Un’estate, per mio conto,piuttosto ansiosa. Amicicesenati, come MarinoMengozzi, levatori anch’essidel parto, non lo ignorano, enoi lo ringraziamo.

    MA COS’E’ L’ESAME?Che cosa è l’Esame e che cosasignifica una edizione critica?Serra cominciò a scrivere isuoi pensieri sulla guerra findal luglio-agosto 1914.L’Europa stava entrando nellagrande fornace e fra lenazioni Serra fissò lo sguardosulla sua amata Francia. Losguardo della sua animainquieta fu tutto per la sorellalatina. Quasi si misurò con lesorti della Francia, assisté dalontano alle grandi battaglie,ne condivise le ansie e gliscoramenti, ne riscoprì conpassione la civiltà, con i suoipoeti e letterati patrioti, daPaul Fort a Charles Péguy. Illetterato cesenate, giunto aun nodo difficilmentesolvibile della propriaesistenza, una crisicomplessiva di identità e diruolo che si era manifestatasu diversi piani da quellosentimentale a quellointellettuale, con un nettorifiuto della critica letterariacome mestiere, finì perintrecciare le ragioni dellavita a quelle degli eventi chesentiva prossimi, che prima o

    poi avrebbero toccato l’Italiae lui stesso fra gli altri. Lui e ilsuo popolo. Mai Serra sentìquella fusione, quella affinitàcon la sua gente, con piùforza e convinzione, come inquel tempo dell’attesa.Angoscia e speranza laconnotarono.

    UNA SCRITTURA DENSAE MOBILEL’Esame è una scritturadensa, stratificata, mobile,apparentementecontraddittoria, che sialimentò giorno per giorno,come un diario dellacoscienza, si nutrì disensazioni, abbozzi dipensieri, rifiuti, nuovepersuasioni, pensieridiversamente definiti, si tinsedi stati d’animo, sentimenti erisentimenti, mutevoli, comeil tempo atmosferico dellestagioni, e, in quella precisafase, cangianti come la storiadel mondo. Quello spartito diparole, che inaugurava unanuova modalità diletteratura, viaggiò, trainterruzioni e riprese,disgusti ed entusiasmirinnovati, verso la propriameta, senza sapereesattamente quale potesseessere. Ma una meta, untraguardo, ci sarebbero statialla fine. E ci furono in effetti.La fine fu diversa dall’inizio.L’uomo della fine non era piùl’uomo dell’inizio. Questaesistenzialità vera, con tutto

    il peso specificodell’esistenza, si avvertedall’Esame, dalla sua intimatemporalità, e fa sì che sianon una scrittura fra le altrema una speciale partituradella vita, di una vita nuova,sia pure subito e crudamentetroncata. Ma vita nuovatuttavia. L’Esame varcò lasoglia fra il 1914 e il 1915 e simaturò, come il frutto diun’inedita stagione,determinandosi nelle sueparti finali solo al momentoin cui Serra fu chiamato alcampo militare di San Vito alTagliamento. Fu il primoscritto lievitato altrove, sottouna tenda militare, e al primovento della grande storia,sfiorato e da ultimo plasmatodalle condizioni che poisarebbero state quelle dellaguerra, e del Diario. In quellasituazione logistica epsicologica tanto diversadalla sua Cesena famigliare,dalla casa della madre, dalla

    civitas professionale emalatestiana, Serra operòcon uno slancio diverso, piùlibero, sentendosi - lo disse -più vuoto, e perciò piùnuovo, meno logoro, menovecchio (lui poco più chetrentenne), rigenerato.Pronto a vivere un’altra vita.Tanto che la guerra apparecome una conversione nellesue pagine, con un lievitoagostiniano che loaccompagnò all’estremasoglia del destino. Conseguitaquesta libertà dai ceppi dellasua pace usurata e stanca, illetterato poté apporre leultime correzioni alla stesuradell’Esame. Le abbiamoregistrate nell’apparatovariantistico al testo. E queltesto abbiamo commentatoriga per riga. Da alloral’Esame, pubblicato il 30aprile 1915 su "La Voce" diGiuseppe De Robertis, fece ilsuo cammino di opera fra lepiù alte che la Grande guerraabbia mai ispirato a uncombattente, e non solo inItalia.

    Marino Biondi

    Cesena meritavail restauro totaledell’Esame, come ricordo e come omaggio

    ✎ | Chi è il professor Marino BiondiMarino Biondi insegna"Letteratura italiana" e "Storiadella critica e della storiografialetteraria" nel Dipartimento diLettere e Filosofia dell’Universitàdi Firenze. I suoi studi sono statiprevalentemente indirizzatiall’area ottonovecentesca, frastoria della letteratura e dellacultura, con particolareattenzione alla storiografialetteraria, alla letteratura delRisorgimento (La tradizione dellapatria I, Letteratura e

    Risorgimento da Vittorio Alfieri aFerdinando Martini, Roma,Edizioni di Storia e Letteratura,2009; La tradizione della patria II,Carduccianesimo e storia d’Italia,Roma, Edizioni di Storia eLetteratura, 2010) e alla culturafiorentina (Il secolo fiorentino,Arezzo, Edizioni Helicon, 2015).Fra le centinaia delle sue

    pubblicazioni - in volumi,miscellanee e riviste - spiccano ititoli dedicati a Renato Serra. I piùimportanti: Renato Serra.Biografia dell’ultimo anno nelcarteggio con Giuseppe DeRobertis, Santarcangelo diRomagna, Fara Editore, 1995;L’"Esame di coscienza". Per unastoria del testo dall’autografo alla

    stampa, a cura di M. Biondi e R.Greggi, con un saggio critico diEzio Raimondi, Cesena, Il Vicolo &Il Ponte Vecchio, 1996; Serra. Lelettere la storia. Antologia degliscritti, Cesena, Società Editrice "IlPonte Vecchio", 2005; La culturacesenate dal Settecento alNovecento. Il tempo di RenatoSerra, Rimini, Bruno Ghigi, 2005

    (vol. VI/2 della Storia di Cesena);Serra a teatro. Commemorazioni ediscorsi nel "Comunale" di Cesena(1912-1915), Cesena, SocietàEditrice "Il Ponte Vecchio", 2006;Renato Serra. Storia e storiografiadella critica, Roma, Edizioni diStoria e Letteratura, 2008; RenatoSerra. La critica, la vita, Roma,Edizioni di Storia e Letteratura,2012. È stato Presidente della"Fondazione Serra". Fa parte delComitato Nazionale per l’edizionedelle Opere di Renato Serra.

    L’interno di Casa Serra a Cesena

    Renato Serra