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  UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI UDINE Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Ingegneria Civile N.O. Dipartimento di Ingegneria Civile Corso di Pianificazione Territoriale Prof. Sandro Fabbro Valutazione strategica degli scenari di trasformazione e scelta di quello più sostenibile comuni di Fogliano-Redipuglia, Sagrado e San Pier d’Isonzo A.A. 2010/2011 Visintin Fabio - Matr. 63036

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI UDINE

Facoltà di Ingegneria 

Corso di Laurea in Ingegneria Civile N.O.

Dipartimento di Ingegneria Civile

Corso di Pianificazione Territoriale

Prof. Sandro Fabbro

Valutazione strategica degli scenari di trasformazione

e scelta di quello più sostenibile

comuni di Fogliano-Redipuglia, Sagrado e San Pier d’Isonzo

A.A. 2010/2011

Visintin Fabio - Matr. 63036

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Indice

Pag.

1. Inquadramento storico-geografico dell’area 4

1.1. Storia di Fogliano-Redipuglia 41.2 Storia di Sagrado 6

1.3 Storia di San Pier d’Isonzo 6

2. Indicazioni geografiche dei tre comuni 7

3. Analisi dell’ambiente e del territorio dell’area 9

3.1. Analisi delle determinanti 9

3.1.1. Popolazione 9

3.1.2. Economia, industria e settore manifatturiero 12

3.1.3 Uso del suolo 12

3.1.4. Energia 19

3.1.5. Agricoltura 19

3.1.6. Turismo 19

3.1.7. Servizi 193.1.8. Rete viaria 20

3.1.9. Autotrasporti 22

3.1.10. Rete ferroviaria 23

3.2. Analisi delle pressioni 233.2.1. Emissioni in atmosfera 23

3.2.2. Rifiuti 24

3.3. Analisi dello stato 24

3.3.1. Qualità dell’aria 24

3.3.2. Qualità delle acque 24

3.3.3. Qualità dei suoli 263.4. Analisi degli impatti 27

3.4.1. Sulla salute e sull’ambiente 273.5. Analisi delle risposte 27

3.5.1. Leggi 27

3.5.2. Piani 27

4. Valutazione di diversi scenari 28

4.1. Continuità forte 284.1.1. Introduzione di rotatorie 29

4.1.2. Liberalizzazione dell’autostrada A4 29

4.2. Trasformazione forte 29

4.2.1. Nuova bretella stradale 294.3. Scenari intermedi 30

4.3.1. Zona a Traffico Limitato Sagrado e Fogliano-Redipuglia 31

4.3.2. Passaggi pedonali sopraelevati e piste ciclabili 31

5. Identificazione di uno scenario possibile e sostenibile 32

5.1. Scelta degli scenari possibili 32

5.2. Scelta di uno scenario sostenibile 365.2.1. Liberalizzazione dell’autostrada A4 dal casello di Villesse 37

5.2.2. Passaggi pedonali sopraelevati e piste ciclabili 37

5.2.3. Nuova bretella stradale 37

6. Conclusioni 39

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1.  Inquadramento storico-geografico dell’area

1.1. Storia di Fogliano-Redipuglia

I paesi di Fogliano, Polazzo e Redipuglia, furono riuniti nel 1805 sotto lo stesso Sottocomune,

Fogliano di Redipuglia, con capoluogo Fogliano e le frazioni di Polazzo e Redipuglia. Nel 1851divenne Comune autonomo con proprio podestà.

Dal settembre 1939, con la costruzione del nuovo Sacrario Militare, l’amministrazione comunale

volle che il Comune integrasse il nome della località su cui sorgeva e così nacque la comunità di

Fogliano-Redipuglia.

Ripercorrendo brevemente le popolazioni che vissero in questa zona si viene a conoscenza del fatto

che queste terre furono abitate già nel 1500 a.C. dagli Euganei, i quali eressero un’importantecostruzione che in seguito fu chiamata Castellazzo di Redipuglia: essa era costituita da una struttura

perimetrale quasi circolare con mura di pietra a secco alte circa 6 metri ed accoglieva al suo internole abitazioni formate prevalentemente da capanne.

Furono dapprima i Veneti, popolazione nomade dell’Asia Minore, a scacciare gli antichi abitanti dei

luoghi, per poi, verso il 400 a.C., essere sostituiti dai Celti che, con il passare del tempo, sitrovarono a convivere con gli Istri e i Giapidi giunti dal Carso più interno.

Nel 186 a.C. i Celti transalpini occuparono una località nelle vicinanze del luogo dove sorgerà

Aquileia. I Veneti, alleati dei Romani, chiesero allora l’aiuto di quest’ultimi: le legioni romane

fermarono i Celti, distruggendo ciò che era stato da loro costruito. Per evitare altre incursioni, il

Senato romano decise di fondare nella zona una colonia che verrà chiamata Aquileia.Cacciati i Celti, i Romani combatterono poi vittoriosamente contro gli Istri, che si erano opposti alla

fondazione di Aquileia, ottenendo così il controllo totale della parte nord-orientale dall’Italia: inseguito a questa battaglie gli aquileiani chiesero a Roma maggiori garanzie di sicurezza, ottenendo

l’invio , nel 169 a.C., di 1500 famiglie di coloni, ad ognuna delle quali fu assegnato un terreno

necessario al sostentamento, come era già avvenuto per i 3000 militari romani che nel 181 a.C.

avevano fondato la città. La popolazione di Aquileia raggiunse in quel periodo le ventimila persone

e il castelliere di Redipuglia divenne una delle tante postazioni di osservazione romana e la gente

che vi abitava molto probabilmente si spostò ai piedi del colle formando un nuovo villaggio.

Non essendovi documentazioni specifiche fino al Medioevo, si può semplificare la storia del

territorio in questione considerando i popoli che vi transitarono e vi combatterono: i Barbari, iLongobardi, i Franchi. Questi ultimi vollero favorire, nel 773 d.C., la ripresa economica del

territorio, trasferendo molte famiglie di contadini slavi dalle regioni danubiane con lo scopo diaumentare la popolazione nelle campagne. E’ in questo momento che si crede sia nato il nome di

Redipuglia: “sredi” cioè “in mezzo” e “polje”, cioè “campo” (parole entrambe di origine slava, per

l’appunto).

Furono in seguito gli Ungari a conquistare queste terre portando solamente distruzione e in seguitolo spopolamento fino a che l’imperatore Ottone I, successore di Carlo Magno (primo imperatore del

Sacro Romano Impero), riconquistò queste terre e le donò al patriarca di Aquileia che a sua volta,

destinò molti diritti sul territorio di Monfalcone ai conti di Gorizia, tra cui anche le ville di

Fogliano, Polazzo e Redipuglia. Questi conti, però, troppo avari, si misero spesso contro ilPatriarcato fino a che furono costretti con le armi a riconsegnare tutte le terre.

Fu nel 1420 che la Serenissima conquistò tutto il territorio monfalconese e nel 1470 si trovarono a

respingere, proprio nei pressi di Fogliano, orde di Turchi che avevano l’intento di passare l’Isonzo

ed invadere la campagna friulana. Nel 1474 fu eretto un fortino a Fogliano, presidiato da milizie

varie e ai piedi del colle sorsero le prime case e depositi per il presidio del forte nonché una duplicestrada di collegamento e di arroccamento con la costruenda fortezza di Gradisca. Fu nel 1486 che il

Luogotenente della Patria del Friuli Tommaso Lipomano, non ritenendo più necessario il forte diFogliano, proprio perché certo della resistenza della città-fortezza di Gradisca, lo fece demolire.

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Fu alla morte del conte Leonardo, avvenuta nel 1500 e con la conseguente estinzione dei conti di

Gorizia che la Contea passò per eredità all’imperatore Massimiliano I d’Asburgo ma vennefronteggiato dalla Repubblica di Venezia, la quale rivendicava il diritto sulla Contea come erede dei

diritti patriarcali: così nel 1508 scoppiò la guerra tra i Veneti e gli imperiali austriaci chesaccheggiarono e bruciarono il Territorio monfalconese, tra cui Fogliano, Polazzo e Redipuglia. La

guerra ebbe termine nel 1521 e stabilì che il confine tra la Serenissima e l’Impero fosse a nord traSagrado e Fogliano, nella parte orientale tra Redipuglia e Doberdò: Fogliano, Polazzo e Redipuglia

divennero perciò località di confine. Solamente nel 1752 ebbe inizio la definizione dei confini tra la

Repubblica di Venezia e l’Impero Asburgico con la posa dei cippi per la delimitazione dei territori:

uno di questi cippi si trova ancora oggi sull’attuale confine comunale tra Fogliano e Sagrado.

Nel secolo successivo vi furono due invasioni francesi che videro il passaggio di questo popolo per

le terre in questione, facendole ritornare dapprima italiane e poi nuovamente austriache per essereriacquisite nel 1809 dall’Italia con il trattato firmato a Vienna da Napoleone e ritornarono

successivamente, nel 1814, ancora una volta territorio austriaco.Fu da questo momento che iniziò quel rilevante cambiamento della società che portò ad un notevole

pregresso sociale, economico e culturale: si ebbe infatti in questo periodo il progressivo passaggio

da una società prevalentemente agricola ad una di tipo industriale.Con l’avvento della Prima Guerra Mondiale vennero chiamati alle armi tutti gli uomini dai 20 ai 42

anni: dei giovani di Fogliano, Polazzo e Redipuglia, pochi furono quelli che ritornarono sani e salvi.

Nel 1915 le popolazioni di queste zone dovettero abbandonare i paesi a seguito della dichiarazione

di guerra fatta dall’Italia all’Austria, diretti nei campi di raccolta siti all’interno dell’Austria e

dell’Ungheria: seguirono anni di battaglie che, alla fine del conflitto, lasciarono Trieste, Gorizia eTrento in mano italiana.

Dopo tre anni di tragedia, finalmente le popolazioni dei paesi ritornarono alle loro case dando inizioalla ricostruzione. Se tragica era stata la guerra, il dopo-guerra si presentò incerto sia a Fogliano,

che a Redipuglia, che a Polazzo. Specialmente in queste due ultime località, tutto era stato raso al

suolo; solamente le macerie e qualche baracca militare facevano intuire che nel luogo vi fossero

stati dei paesi.

Intanto sulla scena nazionale, dopo l’avvicendamento di vari governi, a seguito della scarsa intesa

tra i partiti democratici e della difficile situazione economica, a poco a poco si affermò un nuovo

partito, che dopo la Marcia su Roma dell’ottobre 1922, andò a potere, trasformando in dittatura il

governo democratico: era il partito fascista, il cui capo era Benito Mussolini.A Fogliano, Redipuglia e Polazzo questo partito era praticamente inesistente, ma le popolazioni

dovettero soccombere alle squadre punitive che identificavano il fascismo con l’italianità e ciòcontribuì ad un certo risentimento di queste genti verso l’amministrazione italiana.

Dopo circa un ventennio dall’ultima guerra si avvicinò nuovamente il pericolo di un nuovo grande

conflitto che provocato dall’invasione della Polonia da parte di Hitler, vide l’Italia nuovamente

impegnata sul fronte dal 10 giugno 1940. In conseguenza dell’andamento sfavorevole della guerraper la nostra nazione, fu votata la sfiducia al Governo con l’approvazione dell’Ordine del giorno

che ebbe come conseguenza la caduta di Mussolini, provocando così la crisi del fascismo. Grande

fu il tripudio degli abitanti dei territori in questione che lo esternarono con la distruzione dei

simbolo fascisti.A causa dello sbarco delle forze anglo-americane in Sicilia i Tedeschi, finora alleati con l’Italia,

reagirono con violenza all’abbandono della guerra da parte italiana, disarmando e deportando nei

campi di concentramento i nostri militari: il 12 settembre 1942 i Tedeschi occuparono la nostra

regione e il 15 ottobre istituirono il “Litorale Adriatico”, sottraendo tutto il relativo territorio

all’Amministrazione Italiana.Dopo l’8 settembre 1942 la popolazione dovette sottostare al duro dominio tedesco e al ricostituito

partito fascista della Repubblica di Salò. Questa volta però le popolazioni risiedenti non furonodisposte ad accettare passivamente una tale situazione e molte persone si riunirono in formazioni

combattentistiche partigiane.

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La fine del secondo conflitto mondiale giunse dopo molti bombardamenti sul territorio e viene

ufficializzata con l’arrivo delle truppe inglesi.Il 18 settembre 1947 si tennero le prime elezioni politiche del dopoguerra che diedero vita al primo

parlamento della Repubblica Italiana. Trovò così attuazione l’avanzato sistema di democraziaparlamentare, voluto dalla Costituzione repubblicana, che tuttora regola la vita del comune.

1.2. Storia di Sagrado

Data la vicinanza tra i due comuni la storia di queste zone si accomuna in molte sue parti: si

riportano di seguito i punti principali o, comunque, quelli non citati nel paragrafo precedente.

Il paese di Sagrado si sviluppa tra le prime pendici del Carso e il fiume Isonzo dove si concentra un

patrimonio di testimonianze storiche e di paesaggi naturali. La sua preistoria è legata alla storia deicastellieri, villaggi fortificati risalenti all’età del Bronzo e deve la sua importanza nei tempi antichi

alla presenza di un guado.Dopo la dominazione romana, nel secolo VI si stanziarono i Longobardi che rafforzarono castellieri

e fortezze.

Le prime notizie scritte risalgono al 1177, quando in un documento vengono citate le ville diSagrado, Peteano e Sdraussina come donazioni al Patriarca d’Aquileia a differenza del Monte S.

Michele e di altre località del Carso che restarono alla Contea di Gorizia. Queste vicende segnarono

l’inizio di un’epoca di conflitti e rivendicazioni fra la Contea e il Patriarcato e, successivamente, tra

la Repubblica di Venezia e l’Impero asburgico (come ampiamente descritto nel paragrafo

precedente).Agli inizi del Novecento il paese era un vivace centro economico e di traffico grazie alla presenza

della stazione ferroviaria e del ponte sull’Isonzo: in questo periodo si svilupparono l’industria dellaseta e la lavorazione della pietra e divenne famoso il centro per cure elettroterapiche presso lo

stabilimento Alimonda, un edificio costruito alla fine dell’Ottocento.

Fra il 1915 e il 1917 il paese e le sue frazioni divennero uno dei più sanguinosi teatri di guerra; in

questo periodo scomparve la frazione di San Martino del Carso e Sdraussina venne distrutta.

Numerose sono le testimonianze del conflitto sparse sul territorio.

1.3. Storia di San Pier d’Isonzo

I tre paesi che attualmente sono compresi nel territorio comunale di San Pier d'Isonzo sono solo una

parte di un sistema di abitati molto più vasto che ha avuto per un lungo tempo, e soprattutto dalpunto di vista ecclesiastico, San Pier quale suo centro.

Il nome dell'abitato di San Pietro appare per la prima volta in un documento patriarcale del 1247

dalla quale si può desumere che alla metà del duecento la Pieve di San Pietro era la più grande e la

più ricca tra quelle della zona.Si ritrova nella memoria storica del paese il fatto che esso venne duramente colpito da un alluvione

che nel 1490 che distrusse pure due paesi lungo l'Isonzo tra San Pietro e Turriaco:

precedentemente a questo evento catastrofico la Pieve di San Pietro esercitava la propria

giurisdizione su ben dodici ville, di cui una, Villesse, posta sull'altra sponda dell'Isonzo. Il legameera possibile grazie ad imbarcazioni che permettevano di attraversare a San Pietro e a Cassegliano il

fiume: questi guadi, chiamati anche "passi della barca", costituivano un passaggio obbligato vista la

mancanza di ponti nella zona, e rappresentavano una delle principali ragioni d'importanza del paese,

che altrimenti avrebbe avuto una vita non molto diversa da quella dei vari borghi contadini della

pianura isontina. In particolare il traghetto di Cassegliano arriverà col tempo ad avere una notevoleimportanza, e già nel tardo medioevo c'è notizia di veri e propri scontri tra nobili per ottenerne il

controllo.Il paese seguì tra il quattrocento ed il cinquecento lo stesso destino delle terre del Friuli Orientale,

contese dopo la caduta dello Stato Patriarcale (1420) e l'estinzione dei Conti di Gorizia-Tirolo

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(1500) da Repubblica Veneta e Casa degli Asburgo, in un susseguirsi di guerre che si conclusero

appena nei primi anni del Seicento: San Pietro passò quindi alla Repubblica veneta con quasi tutto ilterritorio della Pieve mentre Villesse divenne dominio asburgico.

L'importanza dei “passi della barca” aumentarono notevolmente nel corso del settecento, quandoquesto rappresentava un passaggio obbligato dalla pianura friulana a Trieste, che dopo la creazione

del porto franco (1719) assunse una sempre maggiore rilevanza commerciale. Dopo la caduta dellaRepubblica Veneta e il periodo di occupazione napoleonica, San Piero con tutto il Monfalconese

entrò a far parte della Contea Principesca di Gorizia e Gradisca, territorio della Monarchia

asburgica. Nonostante San Piero non fosse un centro particolarmente grande, nel 1815 venne scelto

dalle autorità imperiali come sede di Comune, ossia di un'unità amministrativa di carattere

essenzialmente censuario. Nell'ex-Territorio di Monfalcone vennero elevati a questa dignità solo

Monfalcone e San Pietro, nella cui giurisdizione furono posti gli abitati compresi nelle dueparrocchie di San Pietro e San Canciano.

La costruzione del ponte sull'Isonzo di Sagrado (1845) rese sempre meno importante il traghetto diCassegliano, fino a farlo scomparire. Ci fu chi sperò nel passaggio della ferrovia, ma fu scelto un

altro tracciato. Così, con lo spostarsi delle principali vie di comunicazione, si allontanarono anche

molte possibilità di crescita economica e demografica del paese.L'entrata in guerra dell'Italia contro l'Austria nel 1915 portò San Piero a trovarsi nelle immediate

retrovie del fronte. La guerra lasciò una grande traccia nell'abitato e nella sua gente.

2.  Indicazioni geografiche dei tre comuni

I comuni in questione si trovano in Friuli-Venezia Giulia, la provincia a cui fanno riferimento è

quella di Gorizia.

Le coordinate geografiche sono riassunte in tabella:

Coordinate Fogliano-Redipuglia

Latitudine 45°52'3"36 N

Longitudine 13°28'54"48 E

Gradi Decimali 45,8676; 13,4818

Locator (W WL) JN65RU

Fogliano-Redipuglia confina con i comuni di Sagrado, San Pier d’Isonzo e Ronchi dei Legionari;

Sagrado con i comuni di Doberdò del Lago, Farra d’Isonzo, Gradisca d’Isonzo e Savogna mentre

San Pier d’Isonzo con i comuni di Ronchi dei Legionari, Ruda, San Canzian d’Isonzo, Turriaco

Villesse. Per comprendere meglio il contesto nel quale si inseriscono, si elencano di seguito icomuni limitrofi, segnalandone la distanza da Fogliano-Redipuglia, da Sagrado e da San Pierd’Isonzo nonché la popolazione risiedente:

Coordinate San Pier d’Isonzo

Latitudine 45°50'52"08 N

Longitudine 13°27'39"96 E

Gradi Decimali 45,8478; 13,4611

Locator (WWL) JN65RU

Coordinate Sagrado

Latitudine 45°52'23"16 N

Longitudine 13°29'3"84 E

Gradi Decimali 45,8731; 13,4844

Locator (WWL) JN65RU

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Comune

Distanzada Fogliano-Redipuglia/Sagrado/San

Pier d’Isonzo(km)

Residenti

Fogliano Redipuglia-Sagrado 0,7 /

San Pier d'Isonzo 3,1/3,8 /

Villesse (GO)  4,5/3,8/2,8 1.577

Ronchi dei Legionari (GO)  4,9/5,3/5,3 11.121

Gradisca d’Isonzo 2,8/2,1/5,8 6.451

Romans d'Isonzo (GO)   4,9/4,2/4,9 3.604

Mariano del Friuli (GO)  5,9/5,5/7,5 1.530

Farra d'Isonzo (GO) 6,0/5,3/9,1 1.712

Turriaco (GO)   6,4/7,1/3,3 2.437

Doberdò del Lago (GO) 6,9/6,2/8,7 1.410

Moraro (GO) 7,0/6,4/9,8 694

San Canzian d'Isonzo (GO)   7,2/7,9/4,2 5.808

Staranzano (GO) 7,5/8,0/7,0 6.642

Monfalcone (GO)   8,0/8,7/8,4 26.393

Medea (GO) 8,5/8,0/8,7 937

San Lorenzo Isontino (GO)  8,8/8,1/11,9 1.412

Capriva del Friuli (GO)  8,9/8,2/11,8 1.613

Ruda (UD)   8,9/9,4/6,2 2.969

Campolongo Tapogliano(UD)  

9,6/10,0/7,6 1.172

Cormons (GO)   9,9/9,4/11,9 7.449

Chiopris-Viscone (UD)  10,8/10,1/10,7 659

Villa Vicentina (UD)  10,9/11,5/7,9 1.342

Mossa (GO)  11,0/10,4/13,4 1.643

Savogna d'Isonzo (GO) 11,3/10,8/13,8 1.722

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3.  Analisi dell’ambiente e del territorio dell’area

3.1. Analisi delle determinanti

Sono da considerarsi come determinanti tutti i dati che riguardano la popolazione, l’economia,

l’industria ed il settore manifatturiero, l’uso del suolo, lo sviluppo sociale, l’energia, l’agricoltura, itrasporti, il turismo, le attività ricreative.

3.1.1. Popolazione

Il comune di Fogliano-Redipuglia ha una popolazione residente di 3.016 unità, suddivisibili in

1.468 individui di sesso maschile, 1.548 di sesso femminile, con una densità per kilometro quadratodi 388,2, per un totale di 1.376 famiglie e 1.178 abitazioni.

I censimenti dal 1921 al 2001 ed i dati delle indagini anagrafiche del 2009 al 31 dicembrepermettono di analizzare una serie di dati, tra i quali:

  la variazione di popolazione residente: 

 

Anno  Residenti  Variazione  

1921 2.134 0,0%

1931 2.208 3,5%

1936 2.364 7,1%

1951 2.719 15,0%

1961 2.705 -0,5%

1971 2.630 -2,8%

1981 2.742 4,3%

1991 2.735 -0,3%

2001 2.706 -1,1%

2009 3.016 11,5%

Anno  Residenti  Variazione   Famiglie  Componentiper Famiglia  

2001 2.697 / / /

2002 2.700 0,1% / /

2003 2.739 1,4% 1.209 2,27

2004 2.797 2,1% 1.256 2,23

2005 2.886 3,2% 1.293 2,23

2006 2.974 3,0% 1.346 2,21

2007 3.024 1,7% 1.372 2,20

2008 3.034 0,3% 1.383 2,19

2009 3.016 -0,6% 1.376 2,19

  la composizione della popolazione per classi d’età (al 31.12.2006):

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10

Et à   Maschi   Femmine   Totale   % Tota le  

0-14 177 173 350 11,8%

15-64 995 971 1.966 66,1%

65+ 263 395 658 22,1%

Il comune di Sagrado ha una popolazione residente di 2.240 unità, suddivisibili in 1.110 individui di

sesso maschile, 1.130 di sesso femminile, con una densità per kilometro quadrato di 158,4, per un

totale di 1.022 famiglie e 943 abitazioni.

I censimenti dal 1921 al 2001 ed i dati delle indagini anagrafiche del 2009 al 31 dicembre

permettono di analizzare una serie di dati, tra i quali:

  la variazione di popolazione residente:

 

 

Anno  Residenti  Variazione  

1921 2.018 0,0%

1931 2.205 9,3%

1936 2.075 -5,9%

1951 2.411 16,2%

1961 2.512 4,2%

1971 2.470 -1,7%

1981 2.132 -13,7%

1991 1.961 -8,0%

2001 2.087 6,4%

2009 2.240 7,3%

Anno  Residenti  Variazione   Famiglie  Componentiper Famiglia  

2001 2.094 / / /

2002 2.135 2,0% / /

2003 2.181 2,2% 935 2,33

2004 2.207 1,2% 956 2,31

2005 2.185 -1,0% 964 2,27

2006 2.204 0,9% 984 2,24

2007 2.231 1,2% 998 2,24

2008 2.234 0,1% 1.005 2,22

2009 2.240 0,3% 1.022 2,19

  la composizione della popolazione per classi d’età (al 31.12.2006):

 

Et à   Maschi   Femmine   Totale   % Tota le  

0-14 149 136 285 12,9%

15-64 723 687 1.410 64,0%

65+ 201 308 509 23,1%

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11

Il comune di San Pier d’Isonzo ha una popolazione residente di 2.021 unità, suddivisibili in 1.015individui di sesso maschile, 1.006 di sesso femminile, con una densità per kilometro quadrato di

322,3, per un totale di 858 famiglie e 845 abitazioni.I censimenti dal 1921 al 2001 ed i dati delle indagini anagrafiche del 2009 al 31 dicembre

permettono di analizzare una serie di dati, tra i quali:

  la variazione di popolazione residente:

 

Anno  Residenti  Variazione  

1921 1.524 0,0%

1931 1.625 6,6%

1936 1.616 -0,6%

1951 1.888 16,8%

1961 1.803 -4,5%

1971 1.667 -7,5%

1981 1.716 2,9%

1991 1.822 6,2%

2001 1.892 3,8%

2009 2.021 6,8%

Anno  Residenti  Variazione   Famiglie  Componenti

per Famiglia  

2001 1.882

2002 1.882 0,0%

2003 1.897 0,8% 801 2,37

2004 1.937 2,1% 805 2,41

2005 1.942 0,3% 809 2,40

2006 1.926 -0,8% 804 2,40

2007 1.940 0,7% 820 2,37

2008 1.951 0,6% 828 2,35

2009 2.021 3,6% 858 2,36

  la composizione della popolazione per classi d’età (al 31.12.2006):

Et à   Maschi   Femmine   Totale   % Tota le  

0-14 139 82 221 11,5%

15-64 659 624 1.283 66,6%

65+ 168 254 422 21,9%

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12

3.1.2. Economia, industria e settore manifatturiero

Sul territorio del comune di Fogliano-Redipuglia, al 31.12.2007, risultano insistere 29 attività

industriali con 133 addetti, 44 attività di servizio con 107 addetti, 43 attività di servizio e 20 attivitàamministrative. Il tasso di disoccupazione risulta essere pari al 4,33%.

Nello specifico si possono identificare 19 attività registrate riguardanti il commercio all’ingrosso e18 quelle al dettaglio, 3 inerenti la riparazione di motocicli e autoveicoli, mentre sono 23 quelle

dedicate al settore delle costruzioni, 1 attività di trasposto e magazzinaggio, 16 attività riguardanti

servizi di alloggio e ristorazione, 2 dedicate a servizi di informazione e comunicazione, 1 dedicata

ad attività finanziarie ed assicurative, 3 attività professionali, scientifiche e tecniche, 6 di noleggio,

agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese. Risultano essere, infine, 41 le attività artigiane

attive.Sul territorio del comune di Sagrado, al 31.12.2007 la Camera di Commercio, Industria,

Agricoltura ed Artigianato di Gorizia rileva la presenza di 154 attività produttive  (unità locali), unaogni 14 abitanti. Si tratta di una forte crescita dall’inizio del decennio, in controtendenza rispetto

all’andamento degli anni ’90. Le attività produttive presenti sono per lo più di piccole dimensioni,

con un numero medio di addetti inferiore a 4. Le imprese artigiane iscritte nei registri camerali sono44 (delle quali, 21 nelle costruzioni e 9 nel settore manifatturiero) con 47 addetti di cui 15

dipendenti. Il tasso di disoccupazione risulta essere pari al 4,46 %.

Nello specifico si possono identificare 8 attività registrate riguardanti il commercio all’ingrosso e

28 quelle al dettaglio, 2 inerenti la riparazione di motocicli e autoveicoli mentre sono 33 quelle

dedicate al settore delle costruzioni, 1 attività di trasposto e magazzinaggio, 14 attività riguardantiservizi di alloggio e ristorazione, 6 dedicata ad attività finanziarie ed assicurative, 2 attività

immobiliari, 4 attività professionali, scientifiche e tecniche. Risultano essere, infine, 41 le attivitàartigiane attive.

Sul territorio del comune di San Pier d’Isonzo, al 31.12.2007, risultano insistere 33 attività

industriali con 134 addetti, 31 attività di servizio con 59 addetti, 35 attività di servizio e 17 attività

amministrative. Il tasso di disoccupazione risulta essere pari al 7,06%.

Nello specifico si possono identificare 6 attività registrate riguardanti il commercio all’ingrosso e 7

quelle al dettaglio, 1 inerente la riparazione di motocicli e autoveicoli, mentre sono 24 quelle

dedicate al settore delle costruzioni, 2 attività di trasposto e magazzinaggio, 5 attività riguardanti

servizi di alloggio e ristorazione, 1 dedicata ad attività finanziarie ed assicurative, 3 attivitàprofessionali, scientifiche e tecniche, 3 di noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle

imprese. Risultano essere, infine, 36 le attività artigiane attive.

3.1.3. Uso del suolo

Comune di Fogliano-Redipuglia

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Nella zona B3 sono presenti, mediamente:

  29% - Seminativi in aree non irrigue;

  27% - Sistemi colturali e particellari complessi con insediamenti sparsi;

  19% - Tessuto residenziale discontinuo;

  7% - Aree industriali;  4% - Sistemi colturali e particellari complessi senza insediamenti sparsi.

Sono inoltre presenti, con frequenza minore, aree classificate come tessuto

residenziale, vigneti, aree ad accesso limitato, aree verdi urbane, aree sportive e

ricreative, ospedali, discariche, aree prevalentemente occupate da colture agrarie

con presenza di spazi naturali, boschi di latifoglie, aree dei servizi pubblici e

privati, canali.

Nella zona C6 sono presenti, mediamente:

  31% - Sistemi colturali e particellari complessi con insediamenti sparsi;

  13% - Seminativi in aree non irrigue;

  12% - Tessuto residenziale discontinuo;

  9% - Aree industriali;

  9% - Sistemi colturali e particellari complessi senza insediamenti sparsi.

Sono inoltre presenti, con frequenza minore, aree classificate come vigneti, boschidi latifoglie, bacini d’acqua artificiali (rappresentate da cave di

ghiaia con falda affiorante), aree verdi urbane, tessuto residenziale discontinuo

sparso, infrastrutture tecnologiche di pubblica utilità, aree a vegetazione boschiva

e arbustiva in evoluzione, aree prevalentemente occupate da colture agrarie conpresenza di spazi naturali, aree estrattive.

Nella zona C8 sono presenti, mediamente:

  19% - Sistemi colturali e particellari complessi senza insediamenti sparsi;

  13% - Tessuto residenziale discontinuo;

  13% - Seminativi in aree non irrigue;

  10% - Vigneti;

  8% - Sistemi colturali e particellari complessi con insediamenti sparsi.

Sono inoltre presenti, con frequenza minore, aree classificate come aree

industriali, aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi

naturali, aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione, tessuto

residenziale continuo, boschi di latifoglie, strade a transito veloce e superfici

annesse, aree estrattive, tessuto residenziale discontinuo sparso, cimiteri non

vegetati, discariche, aree sportive e ricreative.

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Nella zona C12 sono presenti, mediamente:

  38% - Seminativi in aree non irrigue

  15% - Tessuto residenziale continuo mediamente denso;

  14% - Tessuto residenziale discontinuo;

  13% - Sistemi colturali e particellari complessi senza insediamenti sparsi;  4% - Tessuto residenziale discontinuo sparso.

Sono inoltre presenti, con frequenza minore, aree classificate come aeroporti civili,

aree industriali, tessuto residenziale continuo e denso, aree sportive e ricreative,

sistemi colturali e particellari complessi con insediamenti sparsi, vigneti, aree dei

servizi pubblici e privati, aree prevalentemente occupate da colture agrarie con

presenza di spazi naturali ed altre aree antropizzate.

Nella zona E1 sono presenti, mediamente:

  77% - Boschi di latifoglie;

  13% - Boschi di conifere;

  3% - Aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione;

  2% - Tessuto residenziale discontinuo.

Sono inoltre presenti, con frequenza minore, aree classificate come tessutoresidenziale discontinuo sparso, brughiere e cespuglieti, aree estrattive, sistemi

colturali e particellari complessi, aree a pascolo naturale, seminativi in aree non

irrigue, aree industriali, cimiteri non vegetati, prati stabili.

Nella zona E2 sono presenti, mediamente:

  27% - Boschi di conifere;

  18% - Brughiere e cespuglietti;

  13% - Boschi di latifoglie;

  10% - Tessuto residenziale discontinuo;

  8% - Aree a pascolo naturale.

Sono inoltre presenti, con frequenza minore, aree classificate come aree a

vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione, aree estrattive, boschi misti,sistemi colturali e particellari complessi, strade a transito veloce e superfici

annesse, tessuto residenziale, ferrovie e superfici annesse, siti archeologici, aree

sportive e ricreative, aree verdi urbane, aree prevalentemente occupate da colture

agrarie con presenza di spazi naturali.

Nella zona E5 sono presenti, mediamente:

  73% - Boschi di latifoglie;

  11% - Aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione;

  5% - Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali;

  4% - Boschi di conifere;  2% - Tessuto residenziale discontinuo sparso.

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Sono inoltre presenti, con frequenza minore, aree classificate come brughiere e

cespuglieti, tessuto residenziale discontinuo, seminativi in aree non irrigue, sistemicolturali e particellari complessi, aree a pascolo naturale, aree sportive e ricreative,

aree verdi urbane, aree estrattive, aree industriali, strade a transito veloce esuperfici annesse, ferrovie e superfici annesse e vigneti.

Nella zona E6 sono presenti, mediamente:

  61% - Boschi di latifoglie;

  8% - Brughiere e cespuglietiturale;

  7% - Aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione;

  6% - Boschi di conifere;

  3% - Tessuto residenziale discontinuo.

Sono inoltre presenti, con frequenza minore, aree classificate come aree

prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali, tessutoresidenziale, aree verdi urbane, strade a transito veloce e superfici annesse, boschi

misti, aree dei servizi pubblici e privati, aree sportive e ricreative, aree estrattive,

aree ad accesso limitato, ferrovie e superfici annesse, aree a pascolo naturale,

sistemi colturali e particellari complessi, aree industriali, aree commerciali.

Nella zona E8 sono presenti, mediamente:

  26% - Sistemi colturali e particellari complessi con insediamenti sparsi;

  24% - Boschi di latifoglie;

  12% - Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali;

  8% - Tessuto residenziale discontinuo sparso;  7% - Aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione.

Sono inoltre presenti, con frequenza minore, aree classificate come tessutoresidenziale discontinuo, seminativi in aree non irrigue, sistemi colturali e

particellari complessi senza insediamenti sparsi, aree a pascolo naturale, vigneti,boschi di conifere, prati stabili, aree verdi urbane, aree sportive e ricreative, aree

dei servizi pubblici e privati, boschi misti, brughiere e cespuglieti.

Nella zona E9 sono presenti, mediamente:

  55% - Boschi di latifoglie;

  14% - Seminativi in aree non irrigue;

  8% - Prati stabili;

  6% - Sistemi colturali e particellari complessi senza insediamenti sparsi;

  3% - Aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione.

Sono inoltre presenti nell’unità cartografica, con frequenza minore, aree

classificate come tessuto residenziale discontinuo, sistemi colturali e particellaricomplessi con insediamenti sparsi aree a pascolo naturale, boschi di conifere,

boschi misti, aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di

spazi naturali, strade a transito veloce e superfici annesse, brughiere e cespuglietied aree sportive e ricreative.

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Comune di Sagrado

Oltre alle zone B3, E1, E2, E5, E6, E8, E9, si trovano, in questo comune, siti caratterizzati da

differenti tipi di uso del suolo.

Nella zona C1 sono presenti, mediamente:

  38% - Fiumi;

  20% - Spiagge, dune, sabbie*;

  19% - Aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione;

  10% - Boschi di latifoglie;

  4% - Brughiere e cespuglietti.

Sono inoltre presenti, con frequenza minore, aree classificate come seminativi

in aree non irrigue, aree verdi urbane, aree con vegetazione rada, aree

prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali, aree

a pascolo naturale, aree estrattive, strade a transito veloce e superfici annesse,

sistemi colturali e particellari complessi con insediamenti sparsi.

* Le porzioni prive di vegetazione dell’alveo asciutto ghiaioso-sabbioso sonoclassificate come spiagge, dune e sabbie.

Nella zona C2 sono presenti, mediamente:

  53% - Boschi di latifoglie e pioppeti;

  27% - Aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione;

  6% - Aree verdi urbane;

  5% - Brughiere e cespuglietti;

  5% - Seminativi in aree non irrigue.

Sono inoltre presenti, con frequenza minore, aree classificate come aree

estrattive, prati stabili, aree industriali, strade a transito veloce e superficiannesse, sistemi colturali e particellari complessi con insediamenti sparsi,

spiagge, dune, sabbie (alvei), aree prevalentemente occupate da colture agrarie

con presenza di spazi naturali, canali.

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Nella zona C7 sono presenti, mediamente:

  45% - Sistemi colturali e particellari complessi con insediamenti sparsi;

  9% - Tessuto residenziale discontinuo;

  9% - Aree industriali;

  8% - Tessuto residenziale discontinuo sparso;  8% - Sistemi colturali e particellari complessi senza insediamenti sparsi.

Sono inoltre presenti, con frequenza minore, aree classificate come seminativi

in aree non irrigue, aree estrattive, aree a vegetazione boschiva e arbustiva in

evoluzione, aree verdi urbane, boschi di latifoglie, aree sportive e ricreative,

cantieri, canali, infrastrutture tecnologiche di pubblica utilità, aree commerciali,

aree ad accesso limitato, bacini d’acqua artificiali, aree dei servizi pubblici e

privati, prati stabili e vigneti.

Comune di San Pier d’Isonzo

Oltre alle zone C1, C2, C6, C8, E2, si trovano, in questo comune, siti caratterizzati da differenti tipidi uso del suolo.

Nella zona C3 sono presenti, mediamente:

  16% - Aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione;

  16% - Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali;

  15% - Seminativi in aree non irrigue;

  12% - Boschi di latifoglie;

  11% - Sistemi colturali e particellari complessi con insediamenti.

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Sono inoltre, con frequenza minore, aree classificate come infrastrutture

tecnologiche di pubblica utilità, prati stabili, tessuto residenziale discontinuo,brughiere e cespuglieti, aree industriali, aree verdi urbane, aree sportive e

ricreative, canali, bacini d’acqua naturali, strade a transito veloce e superficiannesse, tessuto residenziale continuo e sistemi colturali e particellari complessi

senza insediamenti sparsi.

Nella zona C4 sono presenti, mediamente:

42% - Seminativi in aree non irrigue;

20% - Sistemi colturali e particellari complessi con insediamenti sparsi;

13% - Tessuto residenziale discontinuo;13% - Vigneti;

4% - Tessuto residenziale discontinuo sparso.

Sono inoltre presenti, con frequenza minore, aree classificate come aree

commerciali, boschi di latifoglie, aree verdi urbane, aree industriali, areeprevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali,

ospedali, aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione e canali.

Nella zona C9 sono presenti, mediamente:

  69% - Seminativi in aree non irrigue;

  14% - Tessuto residenziale discontinuo;

 5% - Boschi di latifoglie;

  4% - Tessuto residenziale discontinuo sparso;

  2% - Vigneti.

Sono inoltre presenti, con frequenza minore, aree classificate come aree

sportive e ricreative, aree verdi urbane, aeroporti civili, aree prevalentemente

occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali, cimiteri non vegetati,

sistemi colturali e particellari complessi senza insediamenti sparsi, aree

industriali.

Nella zona C14 sono presenti, mediamente:

  67% - Seminativi in aree non irrigue;

  11% - Aeroporto civile di Ronchi dei Legionari;

  8% - Vigneti;

  8% - Tessuto residenziale discontinuo;

  3% - Sistemi colturali e particellari complessi senza insediamenti sparsi.

Sono inoltre presenti, con frequenza minore, aree classificate come tessuto

residenziale discontinuo sparso, aree sportive e ricreative, aree industriali,

cimiteri non vegetati, aree prevalentemente occupate da colture agrarie conpresenza di spazi naturali, canali e strade a transito veloce e superfici annesse.

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Nella zona C15 sono presenti, mediamente:

  56% - Seminativi in aree non irrigue;

  16% - Aeroporto civile di Ronchi dei Legionari;

  10% - Vigneti;

  6% - Sistemi colturali e particellari complessi con insediamenti sparsi;  5% - Aree industriali.

Sono inoltre presenti, con frequenza minore, aree classificate come tessuto

residenziale discontinuo, aree sportive e ricreative, sistemi colturali e

particellari complessi senza insediamenti sparsi ed aree verdi urbane..

3.1.4. Energia

La produzione di energia elettrica in Italia avviene per oltre l’80% nelle centrali termoelettriche, il

15% circa deriva dall’idroelettrico e solo una minima parte dalle fonti rinnovabili.

Per quanto riguarda i consumi di energia elettrica nel comune di Sagrado tendenzialmente

rimangono stabili negli ultimi anni per quanto riguarda i settori dell’agricoltura, del terziario e

dell’uso domestico, mentre si è assistito ad una forte riduzione nel settore industriale.

Non vi sono dati certi riguado i consumi deglia altri due comuni.

3.1.5. Agricoltura

Risultano insistere sul territorio, secondo dati ISTAT del 2008, 4 aziende agrituristiche autorizzatenel comune di Fogliano-Redipuglia, mentre ve ne sono rispettivamente 1 nel comune di Sagrado e 1

nel comune di San Pier d’Isonzo.

3.1.6. Turismo

Come sottolineato ampiamente nel paragrafo riguardante la storia del comune di Fogliano-

Redipuglia, essendo stato teatro degli scontri della Prima Guerra Mondiale, esso è famoso in tutto il

mondo per il celebre Sacrario militare, il più grande in Europa, che racchiude i resti di centomila

caduti della III armata ed e' meta ogni anno di migliaia di pellegrini.

Il monumento risale le pendici del monte Sei Busi con una grande scalinata marmorea di ventidue

gradoni, che rappresenta simbolicamente un immenso schieramento di soldati, alla cui sommità siinnalzano tre croci luminose e una cappella.Lungo i rilievi del Carso sono oggi percorribili dei sentieri di pace e dei tracciati segnalati che

conducono alla scoperta delle trincee e dei campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale: : risulta,

pertanto, un tasso di turisticità (numero di presenze che soggiornano in un determinato luogo e

nell’arco di un anno ogni 1000 residenti) pari a 5 ÷ 10.

Non si riscontrano, invece, attività turistiche nei comuni di Sagrado e San Pier d’Isonzo (il tasso di

turisticità, infatti, è nullo).

3.1.7. Servizi

La dimensione dei servizi presenti in un territorio può essere rappresentata attraverso il valoreaggiunto (differenza positiva tra il valore dei beni e servizi prodotti e quello dei beni e servizi

acquistati) comunale procapite.

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Per quanto riguarda i servizi, quindi, si rileva un valore aggiunto che si colloca tra il 77,3 ed il 97,3

% nel comune di Fogliano-Redipuglia, tra il 68,9 ed il 77,3% nel comune di Sagrado, tra il 61,1 edil 68,9 % nel comune di San Pier d’Isonzo.

3.1.8. Rete viaria

La viabilità è composta dal tratto autostradale A4 con le uscite di Villesse e Redipuglia

(rispettivamente a destra e a sinistra del fiume Isonzo), dalla strada regionale SR305 che transita nei

centri di Sagrado e Fogliano-Redipuglia, mentre il comune di San Pier d’Isonzo è collegato alla

SR305 dalla via 25 Aprile che giunge fino alla strada regionale SR 14 in località Turriaco.

Prestando maggior attenzione alla strada provinciale SR305 si nota che negli anni, a causa del

traffico sempre crescente, sono state messe in atto diverse strategie per salvaguardare la vita delle

persone che, a causa della vicinanza con il centro abitato, si trovano in continuo pericolo: talidecisioni hanno comportato l’inevitabile disguido di rallentare ulteriormente il traffico e gli

incolonnamenti soprattutto nelle ore di punta.

La pericolosità di questo tratto viario nonché l’inadeguatezza a sostenere il traffico sono stati

segnalati nel Piano Regionale della Sicurezza Stradale, redatto nel settembre 2006.

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I livelli sono distinti da sei lettere, da A ad F, in ordine decrescente di qualità di circolazione: i limiti

di separazione tra i livelli A e B, D ed E, E ed F segnano, rispettivamente, il passaggio del deflusso

da libero a stabile, da stabile ad instabile e da instabile a forzato.

E’ fondamentale notare come vi siano solamente due strutture viarie che permettono il superamento

del fiume Isonzo (oltre ad una passerella percorribile in un solo senso di marcia alternato in località

Gradisca) e che di fatto collegano il territorio monfalconese con quello della bassa friulana: il ponte

di Sagrado, visto da moltissimi come “un’imbuto” e il ponte dell’autostrada sito nel comune di San

Pier d’Isonzo.

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3.1.9. Autotrasporti

Il territorio preso in considerazione è servito da diverse linee di autobus dell’azienda di Autoservizi

FVG Spa – SAF.In particolare vi sono:

-  linea E01: Gorizia – aeroporto – Monfalcone – Grado. Collega le località di Gorizia, Farra,Gradisca, Sagrado, Fogliano, Polazzo, Redipuglia, Ronchi, Monfalcone, Staranzano,

Terranova, Fossalon, Grado. Frequenza di passaggio: 30 ÷ 45 minuti, senza intervalli

d’orario. Nello specifico collega Sagrado a Fogliano in 2 minuti;

-  linea E03: Gradisca – San Pier d’Isonzo – San Canzian – Monfalcone. Collega le località di

Gorizia, Gradisca, Fogliano, San Pier d’Isonzo, Cassegliano, Turriaco, Begliano, Pieris, San

Canzian, Staranzano, Monfalcone. Frequenza di passaggio: 40 ÷ 60 minuti, senza intervallid’orario. Nello specifico collega Fogliano a San Pier d’Isonzo in 3 minuti;

-  linea E07: Gorizia – Poggio Terza Armata – Sagrado – Monfalcone. Collega le località diGorizia, Savogna, Peteano, Poggio Terza Armata, Sagrado, Fogliano, San Pier d’Isonzo,

Cassegliano, Turriaco, Pieris, Begliano, Ronchi dei Legionari, Monfalcone. Frequenza di

passaggio: ogni 4 ore, dalle 9.45 alle 18.45 in andata, dalle 6.50 alle 15.06 in ritorno. Nello

specifico collega Sagrado a Fogliano in 2 minuti mentre Fogliano a San Pier d’Isonzo in 3

minuti;

-  linea E51: Udine – aeroporto – Monfalcone – Trieste. Collega le località di Udine,

Campoformido, Lovaria, Buttrio, Manzano, San Giovanni al Natisone, Villanova dello

Judrio, Cormòns, Mariano, Gradisca, Sagrado, Fogliano, Polazzo, Redipuglia, Ronchi deiLegionari, Monfalcone,San Giovanni al Timavo, Villaggio del Pescatore, Duino, Sistiana,

Borgo San Mauro, Ginestre, Trieste. Frequenza di passaggio: 40 ÷ 90 minuti, dalle 4.55 alle23.15. Nello specifico collega Sagrado a Fogliano in 2 minuti.

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3.1.10. Rete ferroviaria

I comuni di Sagrado e Fogliano-Redipuglia sono serviti dalla linea ferroviaria Udine – Gorizia –

Trieste mentre il comune di San Pier d’Isonzo non presenta alcun servizio su rotaia e, di

conseguenza, non vi è una stazione!Sono previste fermate nella stazione di Sagrado per tutte le classi di treni, mentre nella stazione di

Redipuglia ferma solo una parte dei treni regionali. Sebbene Sagrado raccoglie gran parte deltraffico pendolare dell’isontino e della bassa friulana in quanto la linea ferroviaria in questione non

prevede passaggio nelle località tra Gradisca d’Isonzo e Cormons (infatti, come da figura, si nota

che il tragitto serve la provincia di Gorizia in maniera carente) in questa stazione i servizi sono

carenti. Inoltre, proprio a causa della scelta politica intrapresa sul territorio, si ottengono benefici

discutibili (e a volte controproducenti in quanto vi è intasamento della zona nelle ore interessate dal

pendolarismo citato sopra) a fronte di un’ulteriore frammentazione delle zone attraversate.

3.2. Analisi delle pressioni

Le pressioni rappresentano i modi in cui la società influisce sullo stato dell’ambiente e ne determina

un cambiamento di stato. Tali pressioni vengono identificate dalle emissioni in atmosfera e dalla

produzione di rifiuti.

3.2.1. Emissioni in atmosfera

Sebbene i comuni di Sagrado e Fogliano-Redipuglia vengono attraversati da una delle straderegionali con maggior traffico giornaliero, non è dato sapere quali siano le emissioni in atmosfera

dei gas di scarico in quanto non risultano presenti e tantomeno attive centraline di rilevamento.

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Non è possibile, quindi, venire a conoscenza di quale sia l’attuale qualità dell’aria tanto che,

nemmeno nel Rapporto sullo Stato dell’Ambiente del comune di Sagrado, redatto nel 2007, se netrova traccia.

3.2.2. Rifiuti

I rifiuti rappresentano una delle pressioni più rilevanti a cui è sottoposto un territorio caratterizzato

dalla presenza umana. I rifiuti infatti vengono prodotti sia dalle civili abitazioni che dagli

insediamenti industriali e la loro crescita ha caratterizzato, in sintonia alla crescita economica e del

benessere, l’evoluzione di tutti i Paesi industrializzati.

E’ fondamentale sottolineare che sul territorio italiano si è intrapresa una politica di raccolta

differenziata alla quale, nelle zone prese in considerazione, i cittadini hanno reagito in manierapositiva e quindi attiva: i dati a cui si ha accesso riguardano il periodo storico in cui questa scelta

era ancora agli albori e vanno quindi trattati con il beneficio dell’inventario, assegnandogli unvalore prettamente informativo (non tutti i rifiuti prodotti saranno trasportati in discariche).

In termini di produzione di rifiuti urbani, riferiti per l’appunto al 2005, si nota che i tre comuni in

questione non determinano situazioni gravose in quanto si collocano nella fascia tra le 1000 e le2000 tonnellate annue il che rappresenta una produzione media pro-capite che va dai 400 ai 500

chilogrammi annui.

Non vi è inoltre produzione significativa di rifiuti speciali cosicché i tre comuni ricadono nella

fascia minore: da 0 a 100 tonnellate annue.

3.3. Analisi dello stato

3.3.1. Qualità dell’aria

L’assoluta mancanza di centraline per il rilevamento della qualità dell’aria nella zona d’interesse fa

sì che si debba determinare questo parametro in maniera indiretta: si considerano, cioè, le emissioni

per settore di produzione nell’anno 2005.

3.3.2. Qualità delle acque

Sono presenti, lungo il tratto del fiume Isonzo che attraversa i comuni interessati, 2 centraline dirilevamento per la qualità delle acque, una a monte di Sagrado, in località Savogna, l’altra a valle

di San Pier d’Isonzo, in località Pieris: ciò permette, per sommi capi, di definire qual è la qualità

dell’acqua in ingresso ed in uscita dal nostro sistema.

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L’indice diatomico elaborato per i fiumi è l’Indice Diatomico di Eutrofizzazione o EPI-D: tale

indice si basa sulla sensibilità delle diatomee ai nutrienti, alla sostanza organica ed al grado di

mineralizzazione del corpo idrico, con particolare riferimento ai cloruri, che possono rappresentare

un potente fattore di eutrofizzazione delle acque interne: assegnato alle diatomee caratteristiche di

questi livelli un valore numerico che esprime sinteticamente la loro sensibilità (da 0, molto sensibile

a 4, molto tollerante) si assegna:

  i = 0  alle specie xenosaprobie, alofobe e caratteristiche di ambienti ipotrofici (oultraoligotrofi), che indicano quindi una eccellente qualità del corpo idrico; 

  i = 1  alle specie oligosaprobie, oligoalobie esigenti e tipiche di ambienti oligotrofici chetestimoniano una buona qualità del corpo idrico, solo di poco inferiore alla precedente;

  i = 2  alle specie β-mesosaprobie, oligoalobie tolleranti e caratteristiche di ambientimesotrofici che attestano una mediocre qualità del corpo idrico;

  i = 3 alle specie α-mesosaprobie, alofile e che si sviluppano tipicamente in ambienti eutrofi;

queste contraddistinguono una qualità biologica del corpo idrico ormai alquanto

compromessa;

  i = 4  alle specie polisaprobie, β-mesoalobie e che popolano ambienti ipertrofici; esse

segnalano un deterioramento molto spinto del corpo idrico.

In molti paesi d’Europa vengono ormai utilizzati indici diatomici per la valutazione della qualitàbiologica degli ambienti lotici. Questi indici, messi a punto per le varie realtà geografiche

(ecoregioni), sono anche proposti in scale differenti.

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Tuttavia, al fine di uniformare e poter facilmente confrontare i risultati da essi forniti, possono tutti

essere ricondotti ad una scala 1-20.

La rilevazione sottolinea che non vi è introduzione forte di inquinamento nel tratto considerato, mache le acque transitano lungo tale percorso mantenendo sostanzialmente la stessa qualità, da

ritenersi in ogni caso buona.

A livello della diga di Sagrado vi è un prelievo d’acqua che attraverso il canale De Dottori, serveper irrigare le campagne dell’isontino.

3.3.3. Qualità dei suoli

La sostanza organica presente nel suolo è l’insieme dei componenti organici che si trovano nelterreno e sulla sua superficie, con l’esclusione della sola biomassa vegetale vivente. Il carbonio

organico (CO) costituisce circa il 60% della sostanza organica presente nei suoli ed il suo livello nelsuolo è strettamente legato al ciclo degli elementi nutritivi ed in particolare al ciclo del carbonio.  I

processi che contraddistinguono tale ciclo possono essere suddivisi in quattro fasi principali

corrispondenti agli apporti organici nel suolo, alla loro degradazione, all’umificazione (formazione

dell’humus) e alla mineralizzazione.La sostanza organica ricopre un ruolo fondamentale per gli equilibri ambientali e per la fertilità

fisica, chimica e biologica dei suoli.

La quantità di sostanza organica nel suolo è controllata, in ambienti naturali, prevalentemente dal

clima, mentre nelle aree coltivate è anche fortemente condizionata dalla gestione agricola.Nei suoli agrari il livello di CO dovrebbe essere pari al 2%, ciò per garantire un'elevata efficienza

del terreno rispetto al rifornimento di elementi nutritivi per le piante e a molte delle sue piùimportanti funzioni.

Secondo quanto riportato dalle stime ufficiali della Comunità Europea, il 74% dei suoli possiede

meno del 2% di carbonio organico nello strato superficiale quando, per garantire un'elevata

efficienza del terreno rispetto al rifornimento di elementi nutritivi per le piante ed al trattenimento

di potenziali elementi inquinanti, il livello obiettivo dovrebbe essere pari almeno al 1,5 - 2% (in

CO).

I suoli agricoli della pianura e della collina regionale presentano, negli orizzonti superficiali,

contenuti medi in sostanza organica del 3,0%.Le aree ancora destinate a prato o messe a coltura di recente presentano i valori più elevati, così

come le aree di recente bonifica laddove erano presenti strati torbosi superficiali. I valori più ridottisi riscontrano nei suoli recenti e grossolani destinati a seminativi in cui la mineralizzazione è spinta.

Suoli con valori inferiori a 1,5% e pertanto con qualche limite di fertilità costituiscono il 13% del

campione rappresentativo considerato; frequenze del 35% si riscontrano sia per i suoli con contenuti

di sostanza organica compresa tra 2 e 3% sia per quelli con tenori superiori al 3%. Entrambe le

classi rappresentano un buon indice di dotazione di sostanza organica.

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3.4. Analisi degli impatti 

3.4.1. Sulla salute e sull’ambiente

Gli effetti dell'inquinamento atmosferico sono particolarmente sentiti dai gruppi di popolazione

considerati a rischio: anziani, persone affette da malattie respiratorie e cardiovascolari, bambini.I trasporti rappresentano il settore che maggiormente concorre al peggioramento della qualità

dell’aria: infatti, è da essi che proviene la gran parte delle emissioni di ossidi di azoto, monossido di

carbonio, composti organici volatili, polveri sottili. Secondo il Dossier “Mal’aria di città”

(Legambiente 2008) che riprende i dati APAT (Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i

Servizi Tecnici) del 2005, il contributo maggiore è dato dal trasporto stradale che rappresenta il

55% delle emissioni totali di monossido di carbonio, il 45% circa di quelle di ossidi di azoto, il 27%delle emissioni delle polveri sottili (PM 2.5), il 27% dei composti organici volatili (COV), l’1.9%

degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e lo 0.6% degli ossidi di zolfo. Le emissioni gassose deiveicoli dipendono fortemente dal tipo e dalla cilindrata del motore, dai regimi di marcia, dalla

temperatura, dalle condizioni ambientali, dall’età del veicolo e dallo stato di manutenzione dello

stesso.In considerazione dei molteplici effetti sulla salute causati dall’esposizione ai diversi agenti

inquinanti, anche se a basse dosi, diventa necessario conoscere i rischi derivanti dall’esposizione ai

vari inquinanti ambientali e limitare e controllare gli effetti sulla popolazione generale ad essi

esposta.

Tra gli altri consigli per ridurre la fonte di inquinamento atmosferico vi sono quelli di mantenerel’andamento per quanto possibile regolare evitando accelerazioni e frenate, nonché di spegnere il

motore nel caso in cui vi siano frequenti incolonnamenti: soprattutto nel comune di Fogliano-Redipuglia, gli impianti semaforici creano, specialmente nelle ore di punta, una forte presenza di

veicoli rallentati o fermati contraddicendo queste regole e, quindi, incentivando notevolmente

l’esposizione di tutti gli abitanti che risiedono lungo il corso di tale via di transito ad agenti

inquinanti.

3.5. Analisi delle risposte

3.5.1. Leggi

Nel comune di Sagrado è stato introdotto, tramite un’Ordinanza Comunale del 2007, il divieto ditransito ai mezzi pesanti lungo la SR305 per diminuire le emissioni di sostanze inquinanti nonché la

pericolosità introdotta dal transito di camion all’interno del centro abitato.

3.5.2. Piani

Anni addietro, nel comune di Sagrado, è stato istituito un anello di circolazione a senso unico, in

direzione di Fogliano-Redipuglia e l’altro che interessa la SP8 nel tratto di via D’Annunzio:

nonostante questo intervento, effettuato con i mezzi della gestione del traffico e comunqueindispensabile per far defluire fisicamente il traffico, restano rilevanti problematiche dal punto di

vista della sicurezza.

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Nel comune di Fogliano-Redipuglia la viabilità è stata modificata inserendo negli incroci in

ingresso provenendo da Sagrado, una serie di semafori con l’intento di semplificare l’uscita deiveicoli dalle strade di paese nonché favorire l’attraversamento di tutti i pedoni che volendo recarsi

da una parte all’altra della SR305 rischiavano la loro incolumità.

A fronte di una diminuzione degli investimenti si è riscontrato un aumento degli ingorghi, non solo

nelle ore di punta.

4.  Valutazione di diversi scenari

4.1. Continuità forte

Si descrivono nel seguito degli scenari di forte continuità con il passato, ossia scenari che nonprevedono realizzazione di grandi cambiamenti ma che sono dettati dall’introduzione di misure atte

a diminuire l’impatto del traffico sulla SR305 avvalendosi di strategie alternative.

Si identificano nello specifico due possibilità: l’introduzione di rotatorie al posto dei semafori ad

oggi esistenti e la liberalizzazione dell’autostrada A4 all’altezza del casello di Villesse.

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4.1.1. Introduzione di rotatorie

Questo scenario è previsto nel nuovo PRGC del comune di Fogliano-Redipuglia e prevede la

sostituzione degli impianti semaforici introdotti solo qualche anno fa con delle rotatorie neimedesimi punti e, in aggiunta, anche nell’incrocio tra la SR305 e via 25 Aprile. E’ necessario

segnalare che proprio nei pressi di questo incrocio è stata trasferita la farmacia di paese e sorgerà abreve un complesso commerciale: solo a causa del primo esercizio si è notato un’ulteriore aggravio

dal punto di vista del disordine viario. I benefici risultano essere scarsi e discutibili in quanto questa

soluzione riduce le code di autovetture che sono venute a formarsi a causa dei suddetti semafori ma

non introduce beneficio alcuno in nessun altra criticità riscontrata.

4.1.2. Liberalizzazione dell’autostrada A4

Questo scenario è auspicato da Legambiente assieme a comitati di cittadini i quali da anni chiedono di

liberalizzare il tratto dell'autostrada che attraversa il mandamento monfalconese: tale richiesta però è

rimasta, sino ad ora, totalmente inascoltata.

In estrema sintesi si suggerisce di realizzare una barriera autostradale (non un casello) in una zonacompresa tra Palmanova e Villesse, che di fatto dovrebbe essere sostitutiva dell’attuale barriera del

Lisert diventando l'ultimo punto del territorio italiano in cui si paga il pedaggio autostradale sia per

coloro che sono diretti all'estero passando per Gorizia sia per chi si dirige verso Trieste. Di conseguenza

verrebbero smantellati i caselli di Villesse, Redipuglia e Monfalcone.

Ciò porterebbe a notevoli benefici di carattere ambientale, economico e sociale:

  sgraverebbe il traffico della SR305 dovuto a tutte le autovetture che la percorrono con il solo

scopo di raggiungere dal centro di Monfalcone quello di Villesse (da poco meta di molte

persone per la recente apertura del megastore IKEA che a breve vedrà sorgere nelle vicinanze

uno fra i centri commerciali più grandi della regione); 

  permetterebbe di scongiurare il necessario allargamento del casello del Lisert evitando di

intervenire in zona carsica. Al di là delle considerazioni di tipo ambientale le difficoltà tecnichesarebbero tali che i costi dell'intervento diverrebbero tutt'altro che trascurabili. Ben diversa è,

invece, la conformazione del territorio della bassa pianura friulana, dove un eventuale aumento

della superficie dedicata all'infrastruttura autostradale non incontrerebbe particolari

problematiche; 

  incentiverebbe le persone che oggi utilizzano la viabilità ordinaria con un tempo di viaggio

di circa 40 minuti, soprattutto negli orari di maggior traffico, a percorrere i 14 km di

autostrada tra Villesse e Monfalcone-Lisert in soli 10.

4.2. Trasformazione forte

Il seguente scenario risulta essere quello più distante dalla realtà odierna e, perciò, prevede grandisforzi dal punto di vista della pianificazione, maggior richiesta di risorse territoriali ed economiche.

4.2.1. Nuova bretella stradale

Si propone la possibilità di realizzare una nuova bretella stradale che, in prossimità dell’esistente

seppur inattivo ponte sull’Isonzo realizzato per la linea ferroviaria Redipuglia-Cormons (maicompletata e quindi mai entrata in funzione) utilizzi lo stesso ponte o, in alternativa uno ex-novo,

per proseguire lungo le campagne fino a collegarsi al raccordo autostradale di Redipuglia: questointervento andrebbe a completare un progetto di realizzazione di una via veloce che unisce Gradisca

a Monfalcone in quanto, solo 2 anni fa, è stato realizzato un ulteriore collegamento tra la rotonda

posta in vicinanza dell’aeroporto di Trieste (sito nel comune di Ronchi dei Legionari) e la stradaprovinciale SP19 Monfalcone-Grado.

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I benefici che verrebbero a crearsi sono:

  alleggerimento della SR305 da tutto il traffico di transito;

  unione dei centri abitati rispettivamente di Sagrado e Fogliano-Redipuglia da sempre divisiperché attraversati dalla SR305 (qualora si decidesse di declassarla a strada di paese);

  messa in collegamento delle zone industriali di Fogliano-Redipuglia e San Pier d’Isonzo con

l’autostrada e l’aeroporto;

  collegamento del comune di San Pier d’Isonzo ad una efficiente via di comunicazione.

4.3. Scenari intermedi

Vengono descritti due possibili scenari che andrebbero a risolvere i problemi riguardanti la

sovraesposizione al traffico dei pedoni nelle località di Sagrado e Fogliano-Redipuglia, senza

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introdurre alcuna variazione nel comune di San Pier d’Isonzo. Nello specifico si prevede

l’introduzione di una zona a traffico limitato nel primo caso, la realizzazione di sovrappassi e pisteciclabili parallele alla SR305 nel secondo.

4.3.1. Zona a Traffico Limitato Sagrado e Fogliano-Redipuglia

L’introduzione di una limitazione sul traffico introdurrebbe un ulteriore vincolo a quello già

esistente, che riguarda il divieto di transito ai mezzi pesanti.

Questa scelta porterebbe alla creazione di una zona protetta che permetterebbe di poter sviluppare

una serie di eventi attorno al Sacrario di Redipuglia, aumentandone notevolmente il già importante

ruolo di polo turistico. Tale scelta deve comunque prevedere una viabilità alternativa.

Così come segnalato in precedenza non vi è alcuna strada che, nella vicinanze, possa sostituire lafunzione dell’attuale SR305: si dovrebbe quindi progettare una nuova viabilità, con un percorso

individuabile difficilmente.

4.3.2. Passaggi pedonali sopraelevati e pista ciclabile

Mentre non si riscontrano problemi nella realizzazione di una pista ciclabile, già parzialmente

presente nel comune di Sagrado, maggiore difficoltà è insita nella posa in opera di sovrappassi

pedonali e, data la natura degli utenti (persone anziane che si spostano prevalentemente in

bicicletta), anche ciclabili.

Sono fonte di difficoltà progettuale soprattutto l’altezza richiesta, che deve consentire il passaggiodi mezzi pesanti presenti sulla SR305 a causa della funzione “carico/scarico” nonché l’ingombro

che deve essere, per lo meno in certi punti, modesto e limitato.La prima fase per valutare la possibilità di attuazione di questo scenario è il verificarsi

dell’esistenza di tali sovrappassi e successivamente la loro possibile ubicazione.

Recentemente è stato installato, in località Delebio (SO) un sovrappasso pedonale superando la

SR38 dello Stelvio, interamente realizzato in stabilimento.

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La campata è stata calata in una sola notte,

completamente finita, mediante gru, sugli appoggilaterali (che nel nostro caso dovrebbero essere

serviti da uno scivolo ciclabile): costituito damembrature in acciaio inox che si collegano a due

tralicci laterali, il ponte scavalca la sottostanteproprietà A.N.A.S. e la relativa area di rispetto.

Dimensionato con una lunghezza totale di m 30,27,

una larghezza di m 2,80, ed una altezza libera

sopra la carreggiata di m 4,80, il sovrappasso è

realizzato con profili tubolari a disegno leggero,

completamente rivestito da una maglia sottile direte in acciaio inox di sicurezza, che ne definisce

con discrezione il volume contenendone l’impattovisivo.

Si considera utile l’inserimento di questi passaggi

ciclo-pedonali sopraelevati nelle posizionisegnalate in figura e precisamente:

1.  ponte sull’Isonzo Sagrado;

2.  piazza di Sagrado;

3.  incrocio SR305 – via acquedotto;

4.  FF.SS. Sagrado;5.  piazza di Fogliano-Redipuglia;

6.  chiesa di Fogliano-Redipuglia;7.  cimitero di Fogliano-Redipuglia;

8.  incrocio SR305 – via 25 aprile;

9.  incrocio SR305 – via stazione;

10. FF.SS. Redipuglia;

11. Sacrario di Redipuglia.

Il costo di ogni singolo sovrappasso è plausibilmente di € 300.000,00, per una spesa complessiva di

 € 3.300.000,00.

5.  Identificazione di uno scenario possibile e sostenibile

5.1. Scelta degli scenari possibili

Inserendo nel tracciato rotatorie che prevedono la precedenza di circolazione nell’anello consentonodi ottenere i seguenti risultati:

-  diminuzione della velocità di percorrenza del tratto stradale in cui è posizionata la rotatoria;

-  possibilità di inserire isole spartitraffico, utilizzabili come isole salvagente, in

corrispondenza degli innesti della rotatoria sui passaggi pedonali;-  maggior sicurezza per pedoni e ciclisti grazie alla ridotta velocità dei veicoli sia in approccio

che in uscita dall’anello e grazie alle minori occasioni di sorpasso nelle immissioni e nelle

uscite dalla rotatoria;

-  diminuzione dei punti di conflitto fra i veicoli e perciò degli incidenti stradali e della loro

gravità;-  fluidificazione del traffico in ragione della completa eliminazione dei “tempi morti”;

-  attenuazione della rumorosità e dell’inquinamento dell’aria rispetto agli incrocisemaforizzati;

-  possibilità per tutti i mezzi di compiere in sicurezza la manovra di inversione di marcia;

 

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-  possibilità di evitare difficoltose svolte a sinistra anche nelle intersezioni prossime alla

rotatoria potendo usare quest’ultima per invertire il senso di marcia;-  maggiore facilità nelle manovre di immissione da strade secondarie confluenti

nell’intersezione.L’introduzione di rotatorie al posto degli impianti semaforici viene da subito scartato in base al fatto

che, tali intersezioni sono da utilizzarsi nel caso in cui vi sia un volume di traffico sui ramisecondari non inferiore al 20% del traffico sui rami principali: tale condizione non si verifica in

quanto le rotatorie metterebbero in sinergia una strada regionale, interessata da un enorme numero

di autovetture, con delle strade di interesse comunale.

In merito alla possibilità di trasferire la barriera del Lisert in

zona pianeggiante compresa tra Palmanova e Villesse siprocede ad un confronto economico. In base a quanto

riportato nell’ “Avviso formazione elenco soggetti dainvitare”, si può constatare che il Commissario Delegato per

l’emergenza determinatasi nel settore del traffico e della

mobilità nell’area interessata dalla realizzazione della terzacorsia del tratto della Autostrada A4 tra Quarto d’Altino e

Villesse, nonché dell’adeguamento a sezione autostradale del

raccordo Villesse-Gorizia, riporta l’elenco dei lavori da

affidare con Procedura Ristretta Semplificata:

-  OG1 – Potenziamento della barriera terminale dell’autostrada A4 del Lisert.

 € 950.000,00;-  OG11 – Potenziamento della barriera terminale dell’autostrada A4 del Lisert..

 € 300.000,00.

In alternativa si svolge una stima dei costi che dovrebbero essere sostenuti nel caso in cui venga

deciso di spostare la barriera del Lisert in una posizione conveniente posta tra il casello di

Palmanova e quello di Villesse.

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Non vi è nessuna zona tra il casello di Palmanova e quello di Villesse che abbia una particolare

classe di valore ecologico o di fragilità ambientale, escludendo la zona dei laghetti vicino aPalmanova: la barriera autostradale potrebbe, quindi, essere inserita in un punto qualsiasi di questa

tratta senza particolari rischi ambientali.Facendo riferimento ad una barriera “tipo” per autostrada a tre corsie (15 uscite e 6 entrate), si nota

che l’area d’ingombro è pari a circa 45.000 metri quadrati.

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L’ingombro che si introdurrebbe, considerando il

fatto che l’autostrada avrà presto carreggiate con 3corsie, sarebbe di circa 30.000 metri quadrati: il

costo dovuto all’acquisizione dell’area si ipotizza

pari a quello richiesto per la realizzazione dellasuddetta terza corsia, la cui indennità per la

cessione volontaria di aree non edificabili prevede

fino a tre volte il valore agricolo medio (oltre ad

una serie di possibili rimborsi), con pagamento

dell'80 per cento all'atto del preliminare condivisoed il saldo entro 180 giorni dall'approvazione del piano di frazionamento. 

Nello specifico il Valore Agricolo Medio della provincia di Udine per terreno seminativo è pari a €40.000,00 per ogni ettaro: la spesa per l’acquisizione sarebbe, quindi, pari a circa 360.000,00 €,

ossia tre volte il valore all’ettaro per 3 ettari.

L’ampliamento a 3 corsie è un progetto in via di realizzazione e, in base a quanto dichiarato dalleAutovie Venete tale allargamento proseguirà fino a Villesse: vi sono inoltre lavori in corso per il

passaggio da raccordo autostradale ad autostrada è nel tratto Villesse-Gorizia. Le stime su tali lavori

Imperfetta sovrapposizione a causa del passaggio da 2 a 3 corsie: èin atto l’ampliamento dell’A4 che prevede 3 corsie per verso di

ercorrenza.

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prevedono una spesa di 746.850.000,00 € per il primo intervento, 100.980.000,00 € per il secondo:

non è il costo dell’eventuale casello a fare la differenza ma, invece, risulta estremamente strategicouna sua collocazione nella zona di svincolo che da Villesse porta in direzione Trieste oppure in

direzione Gorizia.

In merito alla realizzazione di una nuova bretella stradale si riportano innanzitutto i dati di progetto

della strada stessa che, in quanto via di percorrenza rapida, verrebbe realizzata conformemente alla

classe C e quindi come strada ad unica carreggiata con

almeno una corsia per senso di marcia e banchine.

Tenendo conto che:

  il recente compimento della bretella che collegal’aeroporto alla SP19 misura una lunghezza di 3,2 km,

presentando 3 intersezioni a rotatorie ed 1 sottopasso

ferroviario: il costo sostenuto è stato pari a circa10.000.000,00 €;

  è in fase di approvazione una nuova

infrastruttura viaria che andrà a sgravare il trafficonell’abitato di Mariano del Friuli, della lunghezza di

7,3 km, con un costo previsto di 25.000.000,00 € (di

cui 2.700.000,00 € per l’indennizzo in base agli espropri dei terreni agricoli). Non si hanno

informazioni aggiuntive sul numero e tipo di intersezioni e/o opere di scavalcamento;

si può assumere che in un rapporto €/km di 3.137.500.000,00, l’opera, la cui lunghezza sarebbe pari

a circa 4,6 km, avrebbe un costo di circa 14.450.000,00 €. Tale stima è lecita in quanto sviluppata

confrontando questa possibile strada con altre 2 (una realizzata, l’altra in fase di approvazione) che

presentano uguale tipologia e medesimo tipo di suolo occupato in uguali condizioni di

antropizzazione circostante.

Non vi è la possibilità, come più volte segnalato, di attuare una limitazione al traffico nei centri

abitati di Sagrado e Fogliano-Redipuglia rendendoli di fatto Zone a Traffico Limitato (ZTL) in

quanto non vi sarebbe alcuna possibilità di deviare il traffico su vie alternative che, di fatto, non

esistono.

5.2 Scelta dello scenario sostenibile

Dopo una prima cernita dei vari scenari rimangono valide le 3 opzioni (scenari possibili):

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-  scenario di continuità forte: liberalizzazione A4;

-  scenario intermedio: passaggi pedonali sopraelevati e pista ciclabile;-  scenario di trasformazione forte: nuova bretella stradale.

Analizzandoli in un ottica di sostenibilità si perviene alla scelta dello scenario che, una volta

realizzato l’intervento diverrà, con buone probabilità, realtà per il territorio in esame.

5.2.1. Liberalizzazione dell’autostrada A4 dal casello di Villesse

Qualora fosse questa la scelta si intuisce che lo sgravio del traffico dalla SR305 sarebbe affidato

completamente agli utenti della strada che, volta per volta, deciderebbero se affrontare il tragitto da

percorrere avvalendosi di questo tratto liberalizzato piuttosto che di quello comunemente usato,facendone, in sostanza, una questione di abitudini personali. Da qui l’esigenza di introdurre

limitazioni al traffico, come discusso nel paragrafo relativo ad introduzione di ZTL che però,porterebbe alla completa paralisi dell’economia locale che dovrebbe sostenersi solo grazie a

consumatori residenti almeno fino a quando non vi sia un enorme introito dovuto al turismo

visitante il Sacrario di Redipuglia: risulta tuttavia probabile che un’attività basata sul turismo di tipostorico non possa mai sostenere l’economia di un paese così frammentato, dando di fatto,

occupazione a poche decine di persone.

A fronte di una spesa inferiore a € 500.000.000,00 (più gli indennizzi per i mancati introiti) e ad un

consumo del suolo praticamente inalterato, non si perverrebbe quindi ad alcun miglioramento socio-

economico per i comuni interessati.

5.2.2. Passaggi pedonali sopraelevati e piste ciclabili

L’inserimento di dispositivi di ausilio ai pedoni e ai cicli consentirebbe una lieve “cucitura” del

tessuto urbano ma, d’altro canto, non dorebbe alcun miglioramento del benessere locale in quanto,

lasciando inalterata la situazione del traffico in transito, si avrebbe una congestione sempre

maggiore, con tutto ciò che ne consegue in termini di inquinamento atmosferico e acustico. Anche

in questo caso, quindi, sarebbe necessario un intervento legislativo nei confronti della SR305 stessa

che renderebbe, di fatto, inutile l’inserimento di un numero così elevato di passaggi pedonali

sopraelevati.

5.2.3 Nuova bretella stradaleDall’analisi degli scenari precedenti si è potuta sottolineare una criticità legata alla funzione stessa

della SR305 che, proprio per l’importanza che riveste, è la causa di tutte le problematiche legate al

territorio in questione. In sostanza questa strada risulta essere inadatta ad una realtà cittadina di

poche migliaia di abitanti.La costruzione di una nuova bretella stradale seppur risultando la soluzione più dispendiosa è, però,

quella che meglio concilia le esigenze dei cittadini alla loro salute e all’economia del territorio che,

rispetto agli altri scenari, porterebbe ad un’auspicabile quanto prevedibile incremento di entrate di

denaro nelle casse delle attività locali.Tali affermazioni sono sostenute dal fatto che:

-  le piazze dei centri abitati tornano ad avere la loro funzione di luoghi di incontro rivedendo

fiorire le attività commerciali che da tempo si sono trasferite o sono cessate;

-  la diminuzione del traffico su una strada si riflette in una crescita della salubrità dell’aria e di

conseguenza, in una migliore qualità della vita;-  l’introduzione di una strada a scorrimento veloce passante vicino alle zone industriali

aumenta la capacità di produzione e distribuzione delle merci in scala maggiore.

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LEGENDA

centro abitato

zona industriale

collegamenti

nuova bretella

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6.  Conclusioni

L’analisi affrontata in questo elaborato ha sostanzialmente rilevato che sul territorio preso in esame

non vi è mai stata una particolare attenzione in merito alla pianificazione degli spazi come luoghi divita: i centri abitati sorti su una delle principali vie di comunicazione della regione non hanno

favorito le persone insediatesi che nel tempo si sono trovate a vivere in “città dormitorio disturbatedal traffico”!

Allo sviluppo di nuove aree destinate a servizi si è preferito costruire nuove abitazioni (vedasi per

esempio il campo da calcio nel comune di Fogliano Redipuglia divenuto nuovo quartiere

residenziale); allo sviluppo della comunità si è preferito l’aumento degli abitanti.

Vi è stata una politica territoriale che non ha saputo sfruttare un transito così insistente di persone,

trasformando di fatto un punto di forza in uno di debolezza: le infrastrutture viarie (stradale eferroviaria), hanno provocato uno sfregio imponendo un numero di persone spropositato rispetto

alle capacità del luogo di attrarle rendendole, di fatto, unità di passaggio: calando semplicemente sulterritorio un’infrastruttura viaria, senza pianificarla, si elimina la possibilità alle persone risiedenti

di trarne beneficio, “condannandole” a subire tutto ciò che di più negativo un’opera del genere,

invece, può dare. Nella fattispecie la SR305 non è stata realizzata in un secondo momento, mafurono i paesi a svilupparsi ai bordi. Il risultato è comunque il medesimo: le zone studiate risultano

di passaggio, la strada regionale ha funzione di mero collegamento, scaricando sugli abitanti

rumore, smog, pericoli di investimento.

La soluzione migliore è, a parere di chi scrive, quella di svincolare i paesi da questa stradarealizzandone una nuova, esterna ai centri (connessi con la stessa mediante arterie di penetrazione)

e vicino alle zone industriali, in diretto collegamento con strade a scorrimento veloce.Una politica di aggregazione porterebbe finalmente ad una nuova unione delle piazze donando ai

paesi l’aspetto caratteristico di piccoli borghi e non più di scenografia ad una strada a servizio di

automobilisti distratti.

Sui sedimenti dell’attuale SR305 rimarrebbe comunque una via di transito per coloro che hanno

necessità di muoversi tra e nei centri, istituendo una sorta di limitazione al traffico.

I paesi riacquisterebbero immediatamente nuova linfa vitale, tornando fiorenti cittadine, vissute

oltre che abitate!