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ISSN 1590-7716 Numero 1 - Gennaio 2009 - Mensile - Sped. in abbon. postale - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano - La Rivista del Club Alpino Italiano - Lo Scarpone LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO NOTIZIARIO MENSILE GENNAIO 2009 Ragazzi del CAI Milano sulla vetta dell’Hohsandhorn (Punta dei Sabbioni), a 3183 metri, in Alta Val Formazza. EFFETTO GIOVANI Si rafforza nel 2009 l’impegno del Club alpino per coinvolgere le nuove generazioni, secondo le indicazioni scaturite dal 98° Congresso nazionale VERSO LA LEGGENDA I cent’anni di Cassin ISCRITTI Il CAI cresce ancora

EFFETTOGIOVANI scaturite dal 98° Congresso nazionale fileebbero più vicino dal 1955 in poi in grandi imprese esplorative, alpinistiche e sociali: 21 spedizioni in tutto il mondo,

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one LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO NOTIZIARIO MENSILE GENNAIO 2009

Ragazzi del CAIMilano sulla vettadell’Hohsandhorn(Punta dei Sabbioni),a 3183 metri, in Alta Val Formazza.

EFFETTOGIOVANISi rafforza nel 2009 l’impegno del

Club alpino per coinvolgere le nuovegenerazioni, secondo le indicazioniscaturite dal 98° Congresso nazionale

VERSO LA LEGGENDAI cent’anni di Cassin

ISCRITTIIl CAI cresce ancora

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2 - LO SCARPONE, GENNAIO 2009

Membro della famiglia milaneseche negli anni Venti fondò i gran-di magazzini Standa, esploratore,alpinista e mecenate di antico

stampo, Guido Monzino (1928-1988) èentrato a pieno diritto nella cerchia deigrandi personaggi della tradizione ambro-siana. A vent’anni dalla sua scomparsa lohanno ricordato i due enti, il CAI Milano e ilFondo ambniente italiano (FAI), che loebbero più vicino dal 1955 in poi in grandiimprese esplorative, alpinistiche e sociali:21 spedizioni in tutto il mondo, fra cui laprima ascensione italiana all’Everest, illascito al FAI della straordinaria VillaBalbianello che si specchia nel lago diComo, la donazione di una tenuta alGoverno cileno per l’ampliamento delParco del Cerro Paine, la realizzazione delrifugio Monzino per le guide del Cervinoche lo accompagnarono nelle sue impresedi montagna.

La manifestazione si è svolta in due tempi:martedì 7 ottobre nella sala Romanini delCAI Milano, di cui Monzino era socio, sonostati proiettati in visione continua dalle 18in poi diversi documentari integrali dellespedizioni alpinistiche, quasi tutti opera diMario Fantin, fra cui quello della salita delPaine e delle torri del Paine in Patagonia(1957-58), e l’altro relativo ai montidell’Hoggar (1964-65).

Sabato 11 ottobre, anniversario esattodella sua scomparsa, Monzino è stato alcentro di una più ampia manifestazione acura del FAI nello splendido giardino dellaVilla Necchi Campiglio a Milano, entrata dapoco a far parte del patrimonio della presti-giosa istituzione. Hanno collaborato il CAIMilano, l’Associazione Circolo Polare e laFondazione Rocca. La serata mite ha con-sentito di svolgere tutto il programma all’a-perto; una mostra fotografica delle spedi-zioni era allestita nell’accogliente semin-terrato della villa, realizzata nel 1935 dal-l’architetto Piero Portalupi.

Ha aperto la serata il coro Monte Cervino- ANA - Valle d’Aosta, creando il clima adat-to. Successivamente il direttore del FAI,

Marco Magnifico, ha iniziato la serie delleinterviste delle quali la prima, e forse la piùsuggestiva, è stata con la guida del CervinoRinaldo Carrel, circondato da altre quattroguide anziane, veterane delle imprese diMonzino, tutte nella caratteristica divisa divelluto. Carrel ha rivelato inconsuete dotidi comunicatore; di fatto ha ricostruito convivezza la personalità di Monzino, “uomo dieccezionale umanità ma anche di arduoapproccio” attraverso la sua esperienzapersonale.

Si sono succeduti poi il presidentedell’Associazione Circolo Polare, AldoScaiano, che ha descritto alcune iniziativebenefiche poco note di Monzino inPatagonia, e ha fatto notare come siano vivilaggiù il ricordo e la riconoscenza per ilnostro connazionale; Alberto Pirovano,presidente dei Ragni di Lecco, che ha par-lato dell’evoluzione dell’alpinismo e soprat-tutto delle sponsorizzazioni dagli anni ‘50 inpoi; Agostino Da Polenza, che ha resoomaggio alla visione anticipatrice diMonzino nel campo della ricerca scientificain alta quota. Sono stati ricordati gli appor-ti del professor Paolo Cerretelli, assiduocompagno di Monzino nelle spedizioni inalta quota, e di Piero Nava.

E’ emersa dalle testimonianze e dalleriflessioni di tutti una caratteristica diMonzino di cui si auspica di non perdere l’e-

sempio: perfetto organizzatore, esigentecon tutti ma in primo luogo con se stesso,agiva per dare vita a iniziative che durasse-ro nel tempo e giovassero alla collettività.Forse è proprio qui la differenza fondamen-tale fra il mecenate e lo sponsor.

Lorenzo Revojera

A vent’anni dalla scomparsa l’imprenditoremilanese è stato ricordato dal CAI Milano edal FAI con la partecipazione delle “sue” guide

Benemeriti Guido Monzino

Quando l’alpinista era anche mecenate Confermato decisamente in cre-

scita anche nel 2008 l’anda-mento delle iscrizioni al Club

Alpino Italiano. Già al 20 novembreinfatti i soci hanno superato quota308.000, contro i 305.306 registrati allafine del 2007, come ha annunciato nelcorso di una riunione del Comitato cen-trale d’indirizzo e controllo il direttoredel CAI Paola Peila.Ma analizziamo più in dettaglio con-frontando fra loro i dati relativi al 2007 eal 2008, che tuttavia sono aggiornati al20 novembre 2008 e quindi non ancoradefinitivi. Il trend di crescita più significativo èpilotato dal centro sud: la Puglia guidacon un + 27%, seguita da Molise (+13%), Calabria e Lazio (rispettivamente+ 9% e + 6%).Al nord si confermano il Trentino-SAT(+ 3%), la Lombardia e il Veneto(rispettivamente +1%).E’ importante segnalare che, tenendoconto della congiuntura economica edel periodo delicato che sta attraver-sando l’associazionismo in generale, laprevisione fatta per il2008 è stataampiamentesuperata atestimonianzaancora unavolta della soli-dità del CAI.

Iscritti

Il CAI cresce ancora!

Come possiamo attuare nell’Italia di oggi quanto Quintino Sella e i padri fondatoridel CAI proponevano agli italiani nel periodo post unitario? La cronaca delle gior-nate di Predazzo, a cura della redazione, si apriva sullo Scarpone di dicembre

con questo interrogativo. Purtroppo però il testo si prestava a un equivoco. “Promuovere l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio dellemontagne e la difesa del loro ambiente naturale” è oggi compito del CAI sulla base del-l’attuale Statuto e non, come poteva risultare, dello Statuto originale voluto nel 1863 daipadri fondatori, che all’articolo 2 così recitava: “Il Club Alpino ha per iscopo di far cono-scere le montagne, più precisamente le Italiane, e di agevolarvi le escursioni, le salite ele esplorazioni scientifiche”. La differenza non è da poco. Ed è sulla base di questa for-mulazione che è possibile prevedere un futuro aggiornamento.

Precisazioni

Lo Statuto dei padri fondatori e quello odierno

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2 BenemeritiMonzino alpinista e mecenate di Lorenzo Revojera

4 DossierGiovani, quali strategie CAI e scuoladi Francesco Carrer

10 IncontriSimona e gli Alt(r)i spazi

12 PersonalitàCassin, cent’annidi Andrea Gaddi

Auguri, Riccardo! di Giacomo Stefani

14 Pagine di storiaCartoline dal G4

15 RifugiSotto una bolla di vetro

16 ScienzaSui sentieri della salutedi Vinicio Vatteroni e Andrea Bianchi

17 AppuntamentiLa 9a Giornata dei sentieri

20 AmbienteMotoslitte, quali limitazionidi Franco Michieli

21 AddiiGhigo, alpinista e gentiluomodi Aldo Audisio

27 ArrampicataLe stelle del Rock Masterdi Augusto Angriman

28 ScalateGuerini e la libera esplorativa

29 PrevenzioneSicuri con la neve

30 Montagne nostreOrso no problem?

31 TelecomunicazioniSOS dal rifugiodi Giancarlo Alborghetti

LO SCARPONE, GENNAIO 2009 - 3

Rubriche18 FILO DIRETTO 22 VETRINA 24 SEGNALIBRO 26 NEWS DALLE AZIENDE27 RASSEGNE 28 CAI REGIONI 30 QUI CAI35 VITA DELLE SEZIONI 37 PICCOLIANNUNCI 38 LA POSTA DELLO SCARPONE

Sommario

Lo Scarpone ritorna con questonumero... al futuro recuperando, inun contesto decisamente attuale, la

testata originale concepita nel lontano1931: un’icona su cui si è esercitato ilnostro Stefano Boselli con unnuovissimo, accurato restyling. Spariscein tal modo la fascia colorata che negliultimi anni ha accomunato il notiziario ela prestigiosa Rivista (la nuova soluzioneoffre, tra l’altro, un più ampio margine dimanovra nell’elaborazione delleimmagini e degli “strilli” di copertina).D’altronde, l’identità del Club AlpinoItaliano è fatta di molteplicità, come haribadito il nostro presidente generale. E questa molteplicità non può che trovareriscontro nelle pubblicazioni ufficiali.Oltre a rinnovarsi nella copertina, ilnotiziario, com’è possibile constatare, siè in parte rifatto il trucco. Non si tratta diun cambio di immagine ma di unrinnovamento più generale perguadagnare in chiarezza e rosicchiare un po’ di spazio, considerati i non lievicompiti informativi. Buona lettura.

Questo numero

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Fondato nel 1931 - Numero 1 - Gennaio 2009

Direttore responsabile: Pier Giorgio Oliveti

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Lo Scarpone è stato fondato nel 1931 da Gaspare Pasini

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Il materiale da pubblicare deve essere in redazione, possibilmente per posta

elettronica o con supporti informatici, almeno quattro settimane prima della data

di uscita (che corrisponde al primo giorno di ogni mese).

Club Alpino Italiano fondato nel 1863

Presidente generale: Annibale Salsa

Vicepresidenti generali: Valeriano Bistoletti, Umberto Martini, Goffredo Sottile

Componenti del Comitato direttivo centrale: Lucio Calderone, Francesco Carrer, Vincenzo Torti

Consiglieri centrali:Alberto Alliaud, Flaminio Benetti, Ettore Borsetti, Sergio Chiappin, Antonio

Colleoni, Onofrio Di Gennaro, Umberto Giannini, Ugo Griva, Luigi Grossi, Aldo

Larice, Claudio Malanchini, Gian Paolo Margonari, Lorenzo Maritan, Vittorio

Pacati, Elio Protto, Francesco Riccaboni, Francesco Romussi, Luigi Trentini,

Sergio Viatori.

Revisori nazionali dei conti: Luigi Brusadin, Oreste Malatesta (in rappresentanza del Ministero del Tesoro),

Mirella Zanetti, Roberto Ferrero (supplente)

Probiviri nazionali:Carlo Ancona, Silvio Beorchia, Tullio Buzzelli, Tino Palestra, Vincenzo Scarnati

Past president:Gabriele Bianchi, Leonardo Bramanti, Roberto De Martin, Giacomo Priotto

Direttore: Paola Peila

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L’impegno del CAI per i giovaniOccorre operare perché la montagna sia “antidoto alla noia, alla solitudine, e al vuoto di sapere edi fare dei ragazzi di oggi”. Ma con quali professionalità, quali sinergie? Progetti, esperienze e qualche anticipazione in vista dell’evento preannunciato al 98° Congresso di Predazzo

Strategie Verso gli Stati generali della gioventù

Come coinvolgere maggiormente iragazzi nell’età critica della post ado-lescenza, fra i 16 e i 25 anni, quandouna linea d’ombra sembra frapporsi

fra se e il mondo? In un costruttivo confron-to di esperienze fra i responsabili dell’alpini-smo giovanile intervenuti da molte sezionid’Italia al 98° Congresso nazionale svoltosi aPredazzo in ottobre (vedi cronaca sulloScarpone 12/2008) è emerso come il CAIdebba colmare una lacuna sopratutto in que-sta fascia d’età nella quale si registra unanotevole disaffezione per l’associazionismo,se non per la società in generale. Per contri-buire efficacemente a un maggior coinvolgi-mento delle fasce giovanili nei programmi

delle sezioni è stato quindi giudicato oppor-tuno dai soci riuniti a congresso mettere apunto alcune strategie: intensificare leforme di una comunicazione mirata usandotutti i linguaggi e gli strumenti a disposizionee raccogliendo quanto prodotto dai giovaninell’ambito delle esperienze vissute, apren-do loro la strada per essere attori dei pro-cessi che li riguardano; agevolarli nellequote sociali e nell’accesso ai rifugi e allealtre strutture del Sodalizio; elaborare nuovepolitiche di accoglienza ido-nee a favorire l’inserimentonella realtà associativa di colo-ro che sono il futuro del CAI edella società civile.

In particolare, come si legge-va nella mozione delCongresso, “è necessarioimpegnarsi per essere validopolo di attrazione per la fasciapost-adolescienziale, attual-mente non prevista dalProgetto educativo, e partico-larmente bombardata da sti-moli fuorvianti”. Mentre alcu-ne sezioni hanno già presomisure ad hoc, come è possi-bile desumere da queste pagi-ne, il lamento più ricorrentefra i responsabili dell’alpini-smo giovanile CAI riguarda ilfatto che “a 16 anni li perdiamo, mentre altriclub alpini li portano fino ai 25 anni”.

Una soluzione, questa dell’allargamentodella fascia dei giovani, auspicata in unarecente riunione del Comitato centrale d’in-dirizzo e controllo dal consigliere centraleVittorio Pacati: magari in via sperimentale eper un periodo di cinque anni. Poi si starà avedere. Problema prontamente recepitodalla Sezione di Milano che ha istituito laspeciale categoria di “socio ordinario giova-ne” riservata a quanti rientrano nella fasciadi età fra i 18 e i 30 anni. Per questi iscritti laquota è di 37 euro contro i 48,50 richiesti alsocio ordinario (vedere nella rubrica QuiCAI).

Per andare incontro alle esigenze (e alletasche) dei giovani un ritocco è stato datoanche al Tariffario dei rifugi messo a puntodalla Commissione centrale (vedere suwww.cai.it). Il pernottamento dei soci giova-

ni costa infatti da 5 a 7,50 euro mentre i nor-mali soci spendono dai 10 ai 15 euro. Maanche la mezza pensione in rifugio va scon-tata per i giovani, come recita il Tariffario,“della differenza sulla quota di pernottamen-to”. La questione è importante. Le condizio-ni del nuovo tariffario sono giudicate assaivantaggiose, utili e praticabili, sufficienti perle attività che si svolgono nei rifugi. I proble-mi sono in realtà altri; i rifugi “importanti”disdegnano la realtà dell’AG, perchè benefi-

Più che altro per riordinare le idee,senza la pretesa di fornireinformazioni inedite, le problematichedel CAI nei confronti dei mondigiovanili vengono analizzate in questepagine sotto varie angolature: dagliaccordi in corso con lo scoutismo, daiquali potranno scaturire iniziative perfavorire la frequentazione dellemontagne italiane, all’impegno di unostorico Sodalizio come la XXX Ottobredi Trieste per coinvolgere i giovaniover 18, dalla decisione della Sezionedi Milano di favorire i soci ordinarifino a trent’anni applicando le quoteminime d’iscrizione imposte dallaSede centrale agli accordi dellaSezione di Bergamo con l’UNICEF per“aiutare i giovani a scalare il futuro”,dalla classifica dei club alpini europeipiù “giovani” alla realtà dell’Alpinismogiovanile di cui si fornisce un quadroaggiornato. E in più in queste pagineun’approfondita analisi viene dedicataai programmi realizzati incollaborazione con il Ministero dellapubblica istruzione. Dulcis in fundo,viene proposta una breve incursionefra gli stand di un’iniziativa che havisto il CAI protagonista: il saloneNew Generation Expo aperto inottobre con successo presso LingottoFiere a Torino.

4 - LO SCARPONE, GENNAIO 2009

In vetta con l’UIAAOgni anno ai giovani soci over 18 delle varieassociazioni aderenti all’UIAA, fra cui il nostroCAI, si apre la possibilità di partecipare ai campi,alle spedizioni e alle altre iniziative organizzatedall’UIAA nell’ambito del Global youth summit.Nel 2008, per esempio, si sono svolte consuccesso due spedizioni giovanili internazionali,una sul monte Elbrus, la montagna più alta delnostro continente, e una sul monte Olimpo inGrecia; si è tenuto un campo di scialpinismonelle Alpi Giulie in Slovenia e, mentre la fiammaolimpica si spegneva a Pechino il 24 agosto,centinaia di giovani alpinisti ne accendevano altrein segno di speranza su diverse vette del mondo,dal Sudafrica ai Balcani alle Alpi.“Sono entusiasta, oltre mille giovani alpinistihanno preso parte alla nostra iniziativa, ispiratidallo spirito di pace e di cooperazione delleOlimpiadi”, ha commentato la presidente dellaCommissione giovanile UIAA Anne Arran(ulteriori dettagli e report sul sitowww.theuiaa.org).

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ciano di una frequentazione elevata, turisti-co-alpinistica, a cui l’AG dà forse fastidio ointralcio. Certi rifugisti, per contro, vivonograzie all’AG e lo accolgono a braccia aper-te, ma sarebbe bello che in tutti i rifugi alpi-ni, almeno quelli del CAI, l’AG trovasse leporte spalancate, se non addirittura il rico-noscimento della priorità. Inoltre va aggiun-to che il problema dell’accoglienza andrebbeaffrontato anche a livello di sezioni, nellequali spesso (a volte manca anche lo spaziofisico) l’accoglienza è organizzata per adultima non per ragazzi: anche qui in qualcheoccasione i ragazzi sembrano più un intral-cio che una reale risorsa.

Fra le riflessioni offerte al Congresso dalpresidente del CNGEI (Corpo nazionale gio-vani esploratori italiani) Doriano Guerrieri,che a Predazzo ha messo a disposizione deldibattito l’esperienza e il know how degliscout, vi è l’importanza della relazione, delcoinvolgimento diretto del giovane con ruolie responsabilità. “Il CAI ha molto da offrire,ma deve imparare a essere meno padre einsegnante e più fratello maggiore, lavoran-do con i giovani e non per i giovani,” ha dettoGuerrieri intervenuto con MassimoGavagnin in rappresentanza dellaPresidenza AGESCI. È proprio nella relazio-ne, e certo non nel sapere tecnico, che inostri accompagnatori e formatori possonoessere a volte carenti, come ha osservatoanche il coordinatore nazionale dell’Unitàformativa di base (UNICAI) Gian CarloNardi. L’incontro di Predazzo è stato giudi-cato molto positivo dalla Federazione italia-

na scoutismo, che nel suo sito internet rilevacome il percorso di avvicinamento e di col-laborazione che si è instaurato tra il CAI, ilCNGEI e l’AGESCI ha vissuto in questaoccasione un’altra importante tappa in pre-parazione alla definizione /sottoscrizione diuna partnership in sede FIS.

“È stato interessante”, rileva il sito degliscout, “constatare quali e quante affinitàvaloriali e strutturali esistono tra le associa-

zioni e analizzare, sia pure per sommi capi,le possibili sinergie che potrebbero derivaredall’attivazione di una partnership. La pro-spettiva è stata accolta con interesse da tuttii presenti e ulteriormente rafforzata dallaconstatazione che molti dei soci CAI presen-ti hanno già i loro figli attivi nel movimentoscout, che tante sezioni hanno svolto consuccesso e reciproca soddisfazione attivitàin sede locale, hanno frequentato i rifu-

New Generation Expo

Torino, con il Club alpino nel mondo degli Under 18

La collaborazione con gli scoutLa Federazione italiana scautismo ha portato al 98° Congresso un messaggio di pace ampiamente condiviso.Nella foto il presidente generale Annibale Salsa (a sinistra) con due rappresentanti degli scout, DorianoGuerrieri e Massimo Gavagnin. La noia e il vuoto di sapere e di fare è il vero problema dei giovani d’oggi.

Grande interesse per il Club Alpino Italiano al salone NewGeneration Expo, il primo rivolto agli Under 18, inaugu-rato da TTGExpo (www.ttgexpo.com) il 7-8-9 novembre

a Torino presso Lingotto Fiere. Il CAI, patrocinatore dell’evento,era presente con il proprio stand allestito e curato dallaSede centrale con la collaborazione del Grupporegionale Piemonte e dell’Alpinismogiovanile LPV. L’importante ras-segna dedicata al mondo gio-vanile e al futuro delle nuovegenerazioni ha presentato epromosso vari progetti, prodottie laboratori didattici riguardantile tematiche che interessanomaggiormente i ragazzi, le lorofamiglie, gli insegnanti e glieducatori: un importantemomento d’incontro per illu-strare le varie risorse a disposi-zione per sostenere un sanoprocesso di sviluppo e di cre-

scita dei più giovani, dalla prima infanzia alla maggiore età. Tra ivari spazi tematici: la formazione scolastica e professionale, lenuove tecnologie, il benessere, il gioco, lo sport, le attivitàespressive. Oltre al Club Alpino Italiano, la rassegna - svoltasi

in collaborazione con Unicef, Ufficio Scolastico Regionaleper il Piemonte, Regione Piemonte,

Provincia di Torino, Cittàdi Torino, CCIAA diTorino, CNA, CONI,Comitato 150° Unitàd’Italia, Forum delVolontariato, Viaggi delVentaglio, FondazioneAdolfo Pini e Web4To -ha accolto importantisoggetti pubblici e pri-vati.

Vinicio Vatteroni Coordinatore nazionale

per la comunicazione e promozione

LO SCARPONE, GENNAIO 2009 - 5

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gi del CAI e si sono avvalsi della colla-borazione dei loro esperti e tecnici.L’atmosfera amichevole e l’interesse per losviluppo di questa collaborazione ha trovatoulteriore conferma negli interventi che sisono succeduti durante la tavola rotondaconclusiva dei lavori del congresso delladomenica mattina, in cui si sono ipotizzatieventi comuni e nuovi appuntamenti”.“La montagna può diventare un validissimoantidoto alla noia e al vuoto di sapere e difare che è il vero problema dei giovani dioggi” ha detto ancora Guerrieri a Predazzo. Un concetto riecheggiato anche negli indi-rizzi del presidente generale Annibale Salsa,il quale ha annunciato iniziative comuni conle associazioni degli scout nell’ambito dellaformazione interna e di Stati generali giova-nili che si concretizzeranno quest’anno inautunno. Per fare fronte a questo vuoto delfare e del conoscere, a questa noia sottol’assedio di telefonini e realtà virtuali, Salsaha chiamato il CAI a dare il proprio contri-buto prezioso, con ogni mezzo disponibile,per “rialfabetizzare i giovani al territoriomontano”.

Estendendo quest’affermazione si potreb-be aggiungere che attraverso la montagna sipuò riorientare i giovani (e non solo i giova-ni) a sperimentare la propria realtà fisica,corporea, il proprio valore nella natura, amuovere dei passi necessari per il propriobenessere psicofisico.

Una missione irrinunciabile per un Clubalpino votato a confrontarsi con una societàsempre più globalizzata e spaesata - se per-sino i giovani delle valli oggi non conosconoil territorio montano - cercando sinergie enuove alleanze. Come appunto quella con gliscout, sancita dall’accordo siglato fra CAI eGNGEI nell’agosto 2008 a Verona (di cui giàsi è ampiamente riferito, vedi LS 10/2008)che prevede una serie di attività comuni nelsettore della formazione dei giovani, dell’e-ducazione alla montagna e dell’educazioneambientale in genere, con scambio di tecni-che ed esperienze e un’eventuale condivisio-ne di percorsi formativi fra capi scout eaccompagnatori giovanili del CAI.

In realtà, com’è possibile rilevare dallatestimonianza della Sezione XXX Ottobre inquesta pagina, il Club alpino non può dirsiattrezzato, nel progetto educativo dell’alpini-smo giovanile come nella strutturazione del-l’intera attività, per dare continuità neltempo alle esperienze maturate con i ragazzie i giovani.

Ancora una volta può fare testo a questoproposito il sito CNGEI, diviso in quattrocategorie: lupetti, esploratori, rover, adulti.Forse qualcosa da imparare dagli scout c’è.Probabilmente il progetto dell’AG va rivisto

e ampliato (parole dello stesso GiancarloBerchi, direttore della Scuola centrale diAG) sia per accogliere l’AG “familiare o turi-stico”, sia per potenziare quello scolastico,ma pure per conservare le risorse create,evitandone la perdita o lo smarrimento pres-soché totale.

Da questo punto di vista l’AG potrebbesfruttare anche gli spazi che la nuova figuradel “sezionale” potrebbe mettere a disposi-zione delle scuole o dei gruppi sezionali, perfacilitare l’aggregazione di ragazzi ormaimaggiorenni e desiderosi di rimanere nel-l’ambito dell’attività con i giovani.

Ma la vera scommessa sarebbe l’idea lan-ciata dal palco di Predazzo, ovvero quella dicreare un progetto nuovo, coinvolgendo

tutte le intelligenze di UniCai, l’unità forma-tiva di base, ovvero degli otto organi tecnici:creando figure didattiche per i ragazzi chehanno dai 18 ai 24 anni. Il risultato dovrebbeessere un’attività per i giovani e con i giova-ni, in grado di ottimizzare le loro esperienze,i loro vissuti, i loro desideri, e anche le loroaspettative.

D’altra parte è anche stato fatto notarecome l’età media dei titolati CAI sia in gene-re piuttosto avanzata, “mentre bisognerebbefacilitare un passaggio di responsabilità dalruolo di accompagnati a quello di accompa-gnatori”. Come fare dunque a garantire alSodalizio maggior continuità generazionale,di modo che i nostri aquilotti, che sono inmassima parte figli dei soci senior, raggiunta

Una proposta formativa per gli ultra diciottenni: questal’opportunità messa a fuoco nel 2007 dalla Sezione XXXOttobre di Trieste dandone notizia nelle pagine del notiziario

Lo Scarpone (11/07). Partendo dalla constatazione che a sedici-diciassetteanni sorgono esigenze alle quali l’Alpinismo giovanile del CAI non offre sufficienterisposta, la proposta è quella di “accompagnare” i giovani soci anche in età superioreproponendo adeguate attività. “Un’ipotesi che provoca un po’ di fermento in ambitoCAI”, ha osservato Claudio Mitri, past presidente dello storico Sodalizio triestino evicepresidente del gruppo regionale VFG. “A diciott’anni si è adulti per legge, piena-mente responsabili delle proprie azioni e anche di quelle altrui se le persone che lecompiono ci sono state affidate. Essere adulti però non significa essere maturi, capacidi far fronte alle responsabilità con competenza e sicurezza. In sostanza essere affi-dabili”.Che cosa proporre allora in un ipotetico Alpinismo giovanile rivolto ai giovani con piùdi diciotto anni? Il Progetto educativo, approvato dal Consiglio centrale del CAI nel1988, enuncia lo scopo di “aiutare il giovane nella propria crescita umana, proponen-dogli l’ambiente montano per vivere con gioia esperienze di formazione” e si rivolge aragazze e ragazzi dagli 8 ai 17 anni. Quali possono essere allora le proposte da rivol-gere a giovani donne e giovani uomini? “In realtà”, spiega Mitri, “a quindici, sedici anni gli aquilotti sono pronti per passare dalgioco all’avventura, dalle regole e spazi conosciuti all’esplorazione e scoperta dell’i-gnoto. La figura tecnico-fisica dell’accompagnatore passa a questo punto in secondopiano. I coetanei sono più importanti e il gruppo coeso è garanzia di continuità, prote-zione e confronto. Per favorire il processo di maturazione in termini positivi, alcuneintegrazioni al nostro Progetto educativo andrebbero affrontate, a cominciare dal ruolodell’accompagnatore che dovrebbe essere quello di favorire nel gruppo un clima diaccoglienza-amicizia-ascolto (a tal proposito sarebbe opportuno riesumare l’ottimarelazione di Francesco Carrer al Convegno del VFG a Muggia -TS- nel 2003 dal titolo‘L’immagine e l’accoglienza nelle sezioni del CAI’) controllando che l’ambizione ago-nistica non diventi fine a se stessa o motivo di scontro, sopraffazione o umiliazione maaiuto a crescere insieme affrontando difficoltà organizzative e relazionali in manierasempre più autonoma”. Aiutare i giovani a maturare la propria personalità e il propriocarattere non è compito da poco e la XXX Ottobre ci sta provando, come risulta dallepagine di Alpinismo Triestino (disponibile anche sul sito: www.caixxxottobre.it), dandovita a un gruppo di ultradiciottenni battezzato i “Grembani”. Ciò che conta perché ini-ziative come queste possano rivelarsi valide è l’impegno dei soci a una partecipazionepiù attiva e solidale in ambito sezionale, è un opportuno aggiornamento di accompa-gnatori, istruttori, dirigenti. Esistono le persone e i mezzi per realizzare questo progettostimolando e promuovendo iniziative autonome dei singoli e del gruppo? È questa ladomanda a cui occorre evidentemente dare al più presto risposta.Nel prossimo numero dello Scarpone sarà pubblicato un ampio servizio su quanto sista facendo alla XXX Ottobre, le prime esperienze sul campo e gli indirizzi per unapossibile proposta formativa.

Proposte formative

La XXX Ottobre e gli Over 18

Strategie

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la maggiore età possano spiccare il balzo daaccompagnati ad accompagnatori, diventan-do così capaci di volare con le proprie ali?

Diverse le proposte e le idee sul tappeto. Siè parlato per esempio di campi alpinisticiper post adolescenti, magari in concorsocon altri club europei, sul genere di quelliorganizzati anche dall’Unione internazionaledelle associazioni alpinistiche (vedere unaggiornamento a pagina 4).

E non sono mancate proposte provocato-rie per assecondare (nel linguaggio, perlo-meno) gusti e tendenze giovanili di oggi.Come quella di ospitare nei rifugi rave partye gare di boulder dove lo sballo, ovviamente,non siano droghe e altri espedienti, ma lamontagna stessa come fonte di attrazione edi emozioni.

Le esperienze di tante sezioni messe a con-fronto a Predazzo hanno mostrato poi quan-to possano fruttare in termini di proseliti-smo - se ci si passa il termine - le attivitàsociali studiate appositamente per le fami-glie e per le scuole.

E’emerso infatti che sempre più spesso lefamiglie di oggi non sono in grado di orga-nizzare autonomamente un’escursione in

montagna con la prole, per quanto su terre-no facile. Ci pensa allora papà CAI! A Rivadel Garda per esempio l’organizzazione digite per bimbi e genitori (LS 12/08) ha fattoregistrare un boom di nuove iscrizioni. AMilano, come viene riferito a pagina 8, nellafascia battezzata Family le famiglie parteci-pano ad attività organizzate dalla commis-sione giovanile e mirate ai più piccoli. Conun impegno: ogni adulto dev’essere respon-sabole del proprio bambino.

Quanto ai “pacchetti scuola”, si tratta diveri e propri servizi di accompagnamento ededucazione ambientale che vanno ritagliatisu misura per i piani di offerta formativadelle varie scuole, come autorevolmenteriferisce alle pagine 8 e 9 Francesco Carrerdel Comitato direttivo centrale ripercorren-do la secolare collaborazione del Club alpi-no con il mondo della scuola che oggi coin-volge non meno di 30 mila studenti.

Si tratta di un servizio importante che ilCAI, essendo un’associazione d’interessepubblico riconosciuta dal Ministerodell’Istruzione, ha istituzionalmente il com-pito di offrire alle scolaresche.

Maser

Uno spaccato della situazione dell’associazionismo alpinistico giovanile (e fem-minile) nel mondo è quello che si evince dalle risposte fornite a questionariinviati dall’UIAA ai club e alle federazioni alpinistiche di alcuni paesi, segnata-

mente Spagna, Canada, Inghilterra, USA, Svizzera, Olanda, Romania, Francia eDanimarca (Austria, Germania e Slovenia non hanno fornito dati in proposito). Il piùimportante per numero di associati è senz’altro il DAV tedesco con i suoi 780 milaiscritti, un’associazione che oltre a gestire numerosi rifugi funziona anche come touroperator e casa editrice, seguito a grande distanza dal CAI con più di 305 mila soci,dallo svizzero CAS (120 mila) e da quello francese (82 mila). A guidare la classifica del club più giova-ne (ma anche più esiguo come corposociale) è il Club alpino rumeno, concirca il 40% degli appena 462 soci sotto i21 anni e il 30% di genere femminile; aseguire nelle statistiche c’è l’Americanalpine club con il 18% dei 6494 sociunder 21 (solo il 17% donne), la franceseFFCAM (18% di 14500 soci under 25),l’olandese NKBV che riunisce 7940 soci(di cui il 14% under 18 e il 37% di gentilsesso), l’associazione danese DB con1175 soci (7,23 under 20 e 30% donne), ilClub alpino svizzero con 120mila soci(5,83% under 22 e 32% donne), e la spa-gnola FEDME con 76800 soci (5,70%under 18 e 26% donne). Per quantoriguarda il CAI, ricordiamo che dei305.306 iscritti del 2007 i giovani sotto i18 anni erano 28.819, il 9,44%.

Associazioni alpinistiche

La classifica della verde età

In base a un’indagine sul territorionazionale (a un appositoquestionario hanno risposto 274

sezioni che rappresentano il 34% dellesezioni e sottosezioni del territorio),ecco un quadro, evidentementesottostimato, dell’attività svolta nel 2007dal CAI per i giovani.

605 titolati AAG (da Albo)100 titolati ANAG (da Albo)

10 titolati ANAGE (da Albo)1.221 collaboratori (aiuto accompa-

gnatori - operatori sezionali)

Attività di Alpinismo giovanile8.433 giovani che seguono le attività4.498 giornate in ambiente nell’anno

124 corsi di Alpinismo giovanile7.8 durata media dei corsi di AG in

mesi10,9 uscite medie in ambiente dei

corsi di Ag11.8 età media dei ragazi

39 sezioni operano con ragazzi aldi sotto dei 18 anni

20 sezioni operano con giovanioltre i 17 anni

Attività in accordo con ilMinistero della pubblicaistruzione30.209 alunni e studenti incontrati

2.034 insegnanti coinvolti251 giornate in ambiente con

alunni, studenti e insegnanti268 scuole in cui operano i titolati

di AG2% scuole materne

49% scuole elementari40% scuole medie

9% scuole superiori

Alpinismo giovanile in cifre

Attività e titolati

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Una secolare collaborazione

Irapporti tra il Club Alpino Italiano e ilmondo della scuola si possono definireproficui, per tanti aspetti, e non da oggi. Ilriconoscimento del ruolo di attivo sup-

porto offerto dal CAI risale infatti moltoindietro nel tempo. Iniziative congiunte traCAI e Ministero della pubblica istruzionesono documentate dalla fine dell’Ottocento,soprattutto in relazione alla graduale inten-sificazione di attività escursionistiche edalpinistiche rivolte ai giovani, come le colo-nie alpine o le “carovane scolastiche”, anchese l’aggettivo si riferisce più al dato anagrafi-co di “età scolare” che non ad una fattiva col-laborazione con la scuola; è piuttosto il fer-vido sviluppo all’interno del sodalizio delladimensione giovanile ad ispirarne la veicola-

zione verso l’esterno, tanto da porla all’at-tenzione delle istituzioni.

Anche il mondo dell’università partecipadal 1905, con la nascita del SUCAI, a questaventata d’interesse giovanile rivolto alfascino della montagna. Diversi ministri delRegno guardano con interesse alla funzioneformativa dell’ambiente montano e dellafrequentazione alpinistica.

Due circolari ministeriali, entrambe del1922, l’una a firma del ministro Orso MarioCorbino, l’altra siglata dall’autorevoleGiovanni Gentile, esaltano l’aspetto fisico,in particolare la funzione “tonificante” e“ritemprante” dell’andar per monti fin dallapiù tenera età, “...uno dei migliori e più saniesercizi fisici ed insieme uno dei più sicuri

mezzi di cultura spirituale dei giovani, inquanto apre l’animo alle pure e mirabiliimpressioni delle bellezze naturali...”.

Ma venendo a tempi più recenti e all’Italiarepubblicana è d’obbligo ricordare l’art. 2della legge 91/63, nel quale si citano, tra lecompetenze del CAI “la promozione di atti-vità scientifiche e didattiche per la cono-scenza di ogni aspetto dell’ambiente monta-no”. Quindici anni più tardi, nel 1978, il dis-posto viene ripreso da Mario Pedini, mini-stro della Pubblica istruzione, in un’appositacircolare nella quale segnala ai docenti l’uti-lità di un rapporto col CAI in grado di “susci-tare l’interesse della gioventù studentescaad una approfondita conoscenza dei proble-mi della montagna e a favorire il diretto con-tatto dei giovani con le località alpine edappenniniche più caratteristiche”.

Palese è l’evoluzione del significato di alpi-nismo che passa da attività sportiva ad espe-rienza cognitiva.

Altro importante riconoscimento è conte-nuto nella circolare ministeriale del 1994, a

Il Club alpino e la scuola cooperano da tempo immemorabile.Oggi sono almeno 30 mila gli studenti italiani accompagnati ogni anno a conoscere l’ambiente montano o portati asperimentare le varie forme dell’attività alpinistica

“Dal 1893 al servizio dei giovani”.Questo l’impegno della Sezione diMilano, come risulta dalla frase checompare sulla copertina dei fascicolidove viene testimoniata anno per annol’intensa attività della Commissione atti-vità giovanili. Impegno che ora si con-cretizza, per volere del consiglio diretti-vo, in una particolare riduzione dellequote per i soci ordinari della fascia tra i18 e i 30 anni (vedere box nella rubricaQui CAI). Alla luce di questa decisione innovativaassumono ancor più importanza i diariamorevolmente tenuti da AureliaGalimberti ed Ezio Furio che da unaquindicina d’anni con la collaborazionedi Andrea Marazzi tengono alta in viaSilvio Pellico la bandiera dei giovani. Lofanno con una particolare attenzione perla fascia tra gli 11 e i 17 anni, denomi-nata convenzionalmente “Alpes”, cheproietta questi giovanissimi verso lamaggiore età. “Una fascia molto omo-genea”, spiegano Aurelia ed Ezio, “per-ché i diciassettenni, quasi tutti cresciutiall’interno del gruppo, risultano i primi a

rendersi disponibili per il buon anda-mento delle escursioni. Con grandedisciplina, talvolta aiutando i più piccoliin difficoltà”.Ma che ne è poi, dai diciott’anni inavanti, di questi ragazzi? “Chiaramentehanno altre aspirazioni. I più forti s’iscri-vono ai corsi di alpinismo dellaParravicini, ma i posti nella scuola sonolimitati. Nel 2003 abbiamo tentato diattivare una categoria juniores fra i 18 e i25 anni, poi ci siamo accorti che noneravamo strutturati per mantenere in vitaun gruppo simile”.Le cifre non dicono granché sui meriti diquesta attività che più di nicchia non sipuò. Gli iscritti alle escursioni marcate“Alpes” non superano infatti la cinquan-tina. Briciole in una sezione di diecimilasoci. Il problema è che in una città comeMilano nuoto, pallone, conservatorio,scuola assorbono ogni minuto nella vitadei ragazzi. E se non sono i genitori aspingere o se manca il passaparola, iragazzi non salgono queste scale un po’decrepite.Forse un’attività programmata con le

Esperienze

Alpes e Family, le scelte del CAI a Milano

C’è un progetto del CAI di Bergamo edell’UNICEF battezzato “Aiutiamo igiovani a scalare il futuro”. L’annoscorso è stata organizzata un’ascen-sione collettiva di bambini e ragazzi ditutte le scuole su 135 cime delleOrobie, quanti erano gli anni di vitadella sezione. Il progetto è stato rilan-

ciato per il 2009 in col-laborazione con la

Provincia diBergamo el’Ufficio scolasti-co provinciale.“Senza sintonia

tra la famiglia, lascuola, le istituzioni

e le associazionicome CAI e UNICEF”,

spiega il presidente del CAI bergama-sco Paolo Valoti, “sarebbe difficilegenerare la cordata-comunità educan-te. Come CAI sono orgoglioso di offrirele eccezionali proposte educative chele splendide Orobie mettono a disposi-zione con i nostri accoglienti rifugi”.

Progetti

Bergamo: di pari passocon l’UNICEF

Strategie

8 - LO SCARPONE, GENNAIO 2009

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LO SCARPONE, GENNAIO 2009 - 9

firma di Rosa Russo Jervolino, che registral’evoluzione interna connessa alla nascitadell’alpinismo giovanile quale Commissionetecnica; il CAI viene descritto come un’asso-ciazione “sensibile verso i problemi dellaformazione dei giovani e consapevole deivalore educativo dell’ambiente e dell’espe-rienza come efficace fonte di approfondi-mento dei programmi didattici”, intenziona-ta ad intensificare i rapporti col mondo dellascuola proponendo la montagna come labo-ratorio di educazione ambientale.

Da quest’ultima circolare discese, due annipiù tardi, il primo Protocollo d’intesa fra ilMinistero della pubblica istruzione e il CAI,di durata triennale, che riconosceva tra icompiti istituzionali del CAI “... anche la pro-mozione della corretta frequentazione dellamontagna, la prevenzione degli infortuni inmontagna, la promozione di attività scientifi-che e didattiche per la conoscenza e la tute-la dell’ambiente montano a favore sia di pro-pri soci sia di altri...” e definiva alcune formedi collaborazione tra il MPI ed il Club alpinoitaliano che portarono alla proficua espe-rienza triennale del Servizio scuola gestitodalla indimenticabile Mariangela Gervasoni.Se questa fervida attività si concluse alla sca-

denza naturale dell’intesa, le potenzialitàesplorate vennero continuate in ambitolocale; basti ricordare i corsi di formazioneper docenti attivati nella località diCampodolcino, in provincia di Sondrio, cheincontrarono il plauso del direttore generaledell’Ufficio scolastico per la Lombardia,Mario Giacomo Dutto, attento a considerarel’importanza di un’efficace educazioneambientale come dovere formativo dellascuola italiana. L’ampio interesse della scuo-la per il contributo di esperienze e profes-sionalità dei titolati del Club Alpino Italianoha portato nel 2007 alla stipula di un secon-do Protocollo d’intesa, sottoscritto dal pre-sidente generale Annibale Salsa e tuttoravigente; sempre per iniziativa dal presidentesi sono anche moltiplicate le prestigioseconvenzioni con gli atenei italiani.

Pressoché contestualmente è maturatal’opportunità dell’accreditamento, ai sensidella DM 90/03, del Club alpino italiano comesoggetto formatore, abilitato a predisporresu scala nazionale corsi di aggiornamentoper insegnanti; i progetti formativi destinati adocenti del I e II ciclo con l’obiettivo di sti-molare la diffusione di una didattica multidi-sciplinare di ampia portata, indirizzata allapromozione della conoscenza della monta-gna, vengono costruiti grazie alla collabora-zione sinergica di tre OTCO (Alpinismo gio-vanile, Tutela ambiente montano, Comitatoscientifico) e veicolati attraverso i CSA atutte le scuole d’Italia. Tramite questo canaleoltre 700.000 insegnanti possono conoscerele proposte formative del CAI.

Nuove forme di collaborazione si stannosviluppando a livello regionale, dove intra-prendenti presidenti sono impegnati adintessere rapporti ufficiali e riconosciuti congli assessorati regionali e, tramite loro, con idirigenti regionali del MPI.

Innumerevoli sono diventate le forme dicollaborazione tra titolati del CAI, AAG inprimis, a volte pianificate, a volte spontanee,con i docenti che vanno ad integrare l’offer-ta formativa con interventi in aula ed escur-sioni in ambiente.

Secondo stime quasi certamente carentisono almeno 30 mila gli studenti accompa-gnati in ogni anno scolastico a conoscerel’ambiente montano o portati a provare levarie forme dell’attività alpinistica.

Una lunga storia nella quale tanti uominidel CAI hanno lavorato a questo unico eprioritario obiettivo dello Statuto, intessen-do pazientemente una rete di collaborazionefiduciaria tra il mondo del volontariato pro-fessionale e il mondo della cuola per diffon-dere la conoscenza della montagna dove piùfruttuosa si prospetta la semina.

Francesco Carrer

sottosezioni e la Società alpinisti mila-nesi potrebbe tradursi in un pacchetto diofferte alla città. Ma c’è un precedentenegativo. Negli anni Ottanta si formò ungruppo di accompagnatori giovanilimilanesi. Poi tutto finì in una bolla disapone. Non è facile del resto. Aureliaed Ezio bazzicano di frequente le scuo-le, accompagnano in montagna interescolaresche. Ma la ricompensa è solomorale: di giovani proseliti da iscrivere alCAI neanche l’ombra. Eppure la societàdovrebbe avere tutto l’interesse a spin-gere i giovani verso il Club alpino.“Bullismo? I nostri si comportano tutti inmodo esemplare e c’è perfino un ragaz-zo autistico che da principio non riuscivineanche a toccarlo e adesso è unocome gli altri”, dicono all’unisono Ezio eAurelia. Nella fascia più giovane, quella battez-zata Family, a prodigarsi è Carlo Carliniche per incrementare gli iscritti hamesso in campo tre figlioletti. Dal 2003una trentina di famiglie partecipano alleesperienze di questo gruppo con unpresupposto: ognuno dev’essereresponsabile del proprio bambino. Ladomenica si organizzano giochi collettiviin quota e la sera tutti a casa contenti.Tra le poveri sottili della grande Milano.

Quando il CAI “semina” beneMatteo Della Bordella, 24 anni, “ragno” diLecco, rinomato per le vie aperte con FabioPalma (Wenden e Sardegna) e altri compagni inCanton Ticino, ha vinto (vedere in questonumero a pagina 13) il premio indetto dallafondazione Cassin per il 2008, precedendoblasonati alpinisti come Simone Moro, GiovanniOngaro, Hervè Barmasse e Cristian Brenna. Lagiuria è stata colpita dall’avventura (LS 10/08,pagina 20) vissuta durante i tre anni dell’aperturae della libera della via “Coelophysis”, in Wenden,via notevole per difficoltà tecnica e psicologica. “E’ interessante che Matteo abbia vinto unpremio grazie a un exploit alpinistico alpino enon extraeuropeo”, osserva il compagno dicordata Fabio Palma, “così come secondo me èda mettere in risalto come stia affrontando lavita. Si è laureato con lode in ingegneria comeme...siamo dunque una cordata affiatata.Peccato che lui abbia vent’anni di meno!”.Matteo è ricercatore universitario, collezionistaper pura passione di vie estreme. E’ anche un bell’esempio che il CAI puòsicuramente portare all’occhiello per avere benseminato fra i giovani la passione dellamontagna, in lui certamente fortissima.

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Miracolo dell’Expo2015? In vista dell’im-portante e mediatizza-tissimo evento Milano

si proietta oltre l’intrico delle grue riesce perfino a guardare conrinnovata intensità alle monta-gne. È una ventata di aria sottiled’alta quota quella che accarezzala metropoli nella tarda primave-ra grazie alla rassegna “TrentoFilmfestival a Milano” che ognianno porta all’”Apollo spaziocinema” i film della rassegnatrentina e, insieme, incontri, pre-sentazioni di libri, mostre foto-grafiche.

In quei giorni la frenesia di chioggi vive nella cerchia deiNavigli sembra sciogliersi insie-me con i cattivi pensieri. È piùche lusinghiero che la montagnavenga ogni anno a rifugiarsi inquesto tempio della DecimaMusa miracolosamente soprav-vissuto (erano 115 le sale neldopoguerra…). Grazie alla bene-merita iniziativa dell’associazio-ne Alt(r)iSpazi. E grazie all’attod’amore da cui è nata.

“È stata una reazione vitale aun fatto che ha addolorato mol-tissimi amici”, spiega SimonaManfredini, coordinatrice diAlt(r)iSpazi. “Mi riferisco allamorte accidentale di mio maritoEttore Pagani che con il mondodella montagna andava a nozze.

Era un grande appassionato diviaggi e di montagna Ettore, unbuon alpinista socio del Clubalpino e una persona di valore.

È per rendere omaggio alla suamemoria che l’associazione,nata da un’idea di OrnellaAntonioli, opera facendo cono-scere la produzione culturalelegata alla montagna e ai viaggi.Siamo uno staff di cinque perso-ne oltre al presidente Alessan-dro Gogna: lo stretto indispensa-bile per realizzare i nostri pro-getti potendo contare su 180soci”.

In questa Milano sommersa dacartelloni pubblicitari alti comecase, dove i cinematografi sonostati sostituiti da negozi di modao profumerie, le parole misuratedi Simona sembrano appartene-re a un altro mondo. Anche se,dopotutto, la montagna a Milanoè di casa con la Sede centrale ele due sezioni del CAI strategica-mente piazzate nella GalleriaVittorio Emanuele (CAI Milano)e nel casello daziario di PortaVolta (SEM), con le librerie spe-cializzate, con gli alpini e, ultimoarrivato, con il portale web“Milano in vetta”.

Ma davvero, Simona, l’alpi-

nismo fatica tanto a farsi

strada sugli schermi?

“Credo fermamente che l’alpi-nismo sia ancora molto vitale

anche sugli schermi come hadimostrato il bellissimo film diTezier con Catherine Destivelleche ha vinto a Trento il premiodel CAI. Io un’idea in propositol’avrei…”.

Quale?

“Il sistema distributivo italianosi sta ricredendo su alcuni film edocumentari un po’ fuori trac-cia. Non è un caso che qui aMilano al cinema Mexico daoltre un anno sia in programma‘Il vento fa il suo giro’ sulla crisid’identità dei montanari dellaVal Maira: un film che sulla cartanessuno avrebbe mai program-mato”.

Un episodio isolato, forse…

“Per quanto ne so, molti giova-ni cineasti adesso non ritengonopiù che fare documentari siaun’attività minore. Anzi, nevanno fieri. Anche perché que-

sto pregiudizio del documenta-rio noioso è stato sfatato dalmercato. I prodotti cinematogra-fici che non siano di pura fictionhanno assai più di una volta lapossibilità di essere apprezzati.E in alcuni casi fanno cassetta”.

In quale misura, per conclu-

dere, il Club Alpino Italiano è

concretamente presente nel-

la vostra attività?

“Il supporto che ci può offrire ilCAI non riguarda soltanto le suepubblicazioni, la sua capillarediffusione e la capacità di influi-re sulle scelte degli associati, maanche la disponibilità della suameravigliosa cineteca. La colla-borazione con questa strutturaha dato finora eccellenti risultaticon la riproposta di storici filmche il pubblico ha molto gradito.Speriamo di poter continuarecosì a lungo”. ■

Milano si proietta verso le Alpi anche grazie

all’attività di questaassociazioneculturale, partner del Club alpino, e in particolare delTrentoFilmfestival,nella promozione e diffusione delcinema di montagnaconsiderato tuttoravivo e vitale

10 - LO SCARPONE, GENNAIO 2009

Diffondere la cultura dei grandi orizzontiAlt(r)i spazi - Associazione culturale Ettore Pagani è un’organizzazioneindipendente e senza scopo di lucro che opera a favore della cultura dellamontagna e dell’avventura nella natura. L’obiettivo è restituire vivacità,prospettive e stimoli nuovi alla cultura dei grandi orizzonti proponendo:“alt(r)esere - cinema, teatro, musica e idee a confronto”. Appuntamentiperiodici con la cultura di montagna, i suoi film e i suoi protagonisti;“TrentoFilmfestival a Milano” con proiezioni e incontri (fine maggio/iniziogiugno all’Apollo spazio cinema); “Chiacchiere, tarallucci e vino” serateperiodiche riservate ai soci e agli amici.Sostenere le attività di Alt(r)i spazi costa 50 euro l’anno.L’indirizzo è ilseguente: c.so San Gottardo, 22 - 20136 Milano - tel/fax (39) 02.8373124 -e-mail [email protected] - sito www.altrispazi.orgIn questa pagina Simona Pagani, coordinatrice di Alt(r)Spazi, in un’immaginerecente e, nell’altra foto, negli anni Novanta con il marito Ettore Pagani, ilcompianto alpinista al quale è intestata l’associazione.

La montagna si fa spazioIncontri Simona Manfredini e Alt(r)iSpazi

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SassolungoIl gigante delle Dolomiti

La cartina del SassolungoGli itinerari di escursionismoL’anello in MtbTutti i rifugi e i numeri utili

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Tra Val Gardena e Val di Fassa nel tempio dell’alpinismo classico

A piedi, con gli sci e lungo le ferrate più interessanti

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Cento testimonian-ze, quante sono le primave-re che compie venerdì 2 gennaio,sono raccolte nel volume di

Alessandro Gogna, Laura Melesi e DanieleRedaelli che l’editore Bellavista ha appenadato alle stampe a Lecco. Che cosa aspettar-si da questo libro significativamente intitola-to “Riccardo Cassin, cento volti di un grandealpinista?”. “Non era facile celebrarne il cen-tenario proponendo qualcosa di nuovo”,spiegano gli autori. “Ma nuova poteva esse-re, se non lo scritto, la veste. Ed ecco così l’i-dea di un’antologia che analizzasse Cassin,le sue vittorie e il suo ruolo nel romanzodella montagna, ma anche in quello della sto-ria - sua personale e italiana - attraverso lalente di 100 testimonianze diverse. Ne esceun quadro unico, proprio grazie a questapluralità che diventa coralità nella centena-ria esistenza di un fuoriclasse”. Cassin? Ungrande direttore d’orchestra con la tempradel lottatore, secondo il parere dello storicoGian Piero Motti: “Cassin è l’uomo che nonvuole arrendersi, che costantemente vuolerestare nella realtà, che vive soprattutto di‘pratica’ e forse detesta la ‘teoria’. Non è che

Cassin non pensi, anzi, però più che perder-si in giri metafisici, egli ama dar concretezzaai suoi sogni. E per realizzare i suoi sogni haa disposizione una grinta assolutamente al difuori del comune. Così nell’alpinismo, comeanche nella vita, Cassin è un uomo che si ècostruito da solo, che forse non ha mai ser-vito nessun padrone. Ha cominciato comefabbro con una piccola bottega e a poco apoco è divenuto il titolare di una grande erinomata azienda che produce articoli peralpinismo apprezzati in tutto il mondo”.

“Il suo pensare”, aggiunge il giovane scrit-tore concittadino lecchese Carlo Caccia,“era teso alla ricerca di una soluzione che

immancabilmenteegli avrebbe scovatoe, anche se forse l’i-nossidabile Riccardonon brillò per creativi-tà seguendo piuttostol’onda della “moda”alpinistica e dei pro-blemi del momento, fuprobabilmente proprioquesta sua caratteristi-ca a spingerlo avanti esempre avanti, senzaimmaginare di cedereneppure nel bel mezzodi una tempesta”.

Nel compiere cent’an-ni l’alpinista lecchese

raggiunge un traguardo che fu “tagliato” nel1997 (vedere l’intervista sullo Scarpone 4/97)da Ardito Desio al quale su designazione delClub alpino si sarebbe dovuto all’epocaaffiancare per comandare la squadra alpini-stica italiana che trionfò al K2.

Cassin in realtà fu lasciato a casa in segui-to a discussi esami medici, favorendo così lamaggior gloria del professor Desio. Nondigerì quella bocciatura, ma reagì da par suoguidando nel 1958 il vittorioso assalto alGasherbrum IV, e poi nel 1961 vincendo allatesta dei lecchesi l’immensa sud del McKinley in Alaska.

Considerato un caposcuola dell’alpinismodel Novecento, Cassin è stato recentementedefinito dallo storico Pietro Crivellaro nellepagine domenicali del Sole 24 Ore “un prota-gonista riconosciuto in tutto il mondo e per-fino amato, cosa rara tra gli alpinisti, per lasua energica, allegra schiettezza”.

A Lecco (vedere qui a fianco) sono già ini-ziati i festeggiamenti in suo onore che trove-ranno riscontro in vari eventi nel corso dell’anno appena iniziato. ■

12 - LO SCARPONE, GENNAIO 2009

Oltre a soffiare sulle rituali centocandeline, venerdì 2 gennaio RiccardoCassin potrà sfogliare un libro frescodi stampa che ne celebra le esperienzealpinistiche e ripercorre la sua vita diuomo probo, con il lavoro, la famigliae la montagna sempre nel cuore. Lacomunità alpinistica internazionale, ilClub Alpino Italiano di cui è socioonorario, il Club alpino accademicoitaliano gli sono vicini con affetto eammirazione. In queste pagine, oltre apresentare il libro edito a cura dellafondazione che gli èdedicata e la cronacadella consegna deipremi Cassin con lapartecipazione delpresidente generale delCAI, Lo Scarpone sionora di ospitare unsignificativo tributo:gli auguri delpresidente generaledel Club accademicoGiacomo Stefani chelo ebbe comeprestigioso istruttore.

Cassin, cent’anni

Per i cent’anni di Cassin Lecco si èvestita a festa grazie a una seried’interventi concordati dallaFondazione Cassin con il Comune el’Unone commercianti. Una “strisciabiografica” in via Cavour con 100moduli in materiale adesivo ecalpestabile racconta la storia delgrande alpinista. Proiezionimultimediali vengono effettuate sullafacciata frontale di Palazzo Falck inpiazza Garibaldi, con le imprese diCassin, la sua famiglia e le attività dellaFondazione da lui fortemente voluta esostenuta. Vetrofanie con il logo dellamanifestazione compaiono nelle vetrinedei negozi. E non è finita. Alcuniristoranti lecchesi hanno predispostomenù ispirati alla montagna e alleimprese di Cassin. Venerdì 2 gennaio èprevista l’inaugurazione di una statuabattezzata “100 fili”: ideatadall’architetto Massimo Brambilla, verràposizionata in piazza Diaz, di fronte alMunicipio. Altri eventi sono previsti nelcorso del 2009. Quanto al nuovissimolibro “Riccardo Cassin: cento volti di ungrande alpinista”, va precisato cheriporta foto inedite, storie di scalata etestimonianze di personaggi che lohanno conosciuto: grandi alpinisti daSir Edmund Hillary a Walter Bonatti,statisti e uomini di cultura da FoscoMaraini a Oscar Luigi Scalfaro, da JohnFitzgerald Kennedy a ReinholdMessner. Il volume, a cura diAlessandro Gogna, Laura Melesi eDaniele Redaelli, è edito da Bellavite:240 sono le pagine a colori stampate su carta ecologica, 42 euro è il prezzodi copertina.

La festa in suo onore nelle strade di Lecco

Personalità Brindiamo con il padre di tutti gli alpinisti

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Alla Sala Ticozzi di Lecco, il 26 novembre numerose sono statele personalità del mondo alpinistico e culturale italiano accor-se per rendere omaggio a Cassin in occasione dell’uscita dellibro biografico di cui si riferisce in queste pagine. Qualcuno si

aspettava di vedere apparire il grande alpinista con l’abituale maglio-ne rosso dei “ragni”, ma si è dovuto ricredere. Cassin è rimasto nellasua villetta di Maggianico dove vecchi amici e conoscenti si sonorecati a trovarlo. Il clima rigido imponeva che non uscisse di casa,particolare che lo ha fatto arrabbiare non poco, con quel fare risolutoche ha caratterizzato tutta la sua lunga “stagione” alpinistica.

La sala era strapiena,come poche altre volte lacittà di Lecco ricorda, perquello che viene conside-rato il libro definitivo suCassin e una delle piùbelle realizzazioni carta-cee dell’anno. VinicioStefanello, gestore delmoderno sito internetPlanetMountain, ha pre-sentato la serata aiutatodai tre autori DanieleRedaelli, Laura Melesi eAlessandro Gogna che haanche illustrato lo spirito

che ha guidato i compilatori. Tutto essendo già stato scritto su ungrande alpinista come Cassin, ci voleva un’idea per far conoscere i latimancanti (o mai rivelati) della sua personalità. E sembra che l’obiet-tivo sia stato raggiunto.

Tra gli ospiti della serata il presidente generale del CAI AnnibaleSalsa, l’ex presidente Roberto De Martin, lo scrittore Rolly Marchi enumerose personalità politiche locali. Salsa ha elogiato le doti cari-smatiche di Riccardo, sottolineando “che guidava le spedizioni inmodo serio e meticoloso, non lasciando niente al caso”.

La serata è proseguita con la premiazione dell’alpinista comascoMatteo Della Bordella, vincitore del premio Cassin per l’alpinismo perla difficilissima via aperta sulle pareti del Wenden la scorsa estate(con difficoltà fino all’8a+ e 7b obbligatorio).

Un premio speciale della giuria è stato conferito al valdostano HervèBarmasse per le straordinarie salite al Beka Brakai Chhok (cimainviolata di 6.940 m) in Karakorum con Simone Moro e al CerroPiergiorgio in Patagonia con Christian Brenna e Giovanni Ongaro.

Premio speciale anche a Luca Pellicioli di Bergamo per la tesi di dot-torato discussa all’Università di Milano sul tema “Valutazione dellostato sanitario della popolazione di camosci delle Alpi Orobie: impli-cazioni faunistiche e zootecniche”.

È stata infine premiata la benemerita associazione “Amici diLorenzo” nella figura di Maria Assunta Lenotti, il medico che inmemoria dell’alpinista lecchese Lorenzo Mazzoleni caduto sul K2gestisce un piccolo dispensario a favore dei bambini nel villaggio diAskole, in Karakorum.

Davvero una serata indimenticabile, che ha chiuso nel 2008 il riccocapitolo dei grandi appuntamenti con l’alpinismo in Lombardia.

Andrea Gaddi

LO SCARPONE, GENNAIO 2009 - 13

Quasi 40 anni fa, in una piovosadomenica di primavera, iniziavo i primiapprocci alla roccia alla scuola dei Ragnidi Lecco. Allievo con me BenvenutoLaritti, il fortissimo Ben che ancoragiovanissimo ci lascerà dopo qualcheanno per una disgrazia in montagna,e due istruttori di eccezione: DinoPiazza presidente dei Ragni e Riccardo Cassin. Sull’umidaroccia del Torrione Fiorelli in Grignetta, io e il Ben abbiamofaticato non poco per raggiungere la cima e ridiscendere poiin doppia, affascinati dalla facilità con la quale “quei due” simuovevano su un terreno per noi così difficile. Col temposiamo migliorati, il Ben è addirittura diventato uno dei più fortialpinisti dell’epoca, ma ricordo sempre con immenso piacerequei primi momenti e credo che se non avessimo avuto deiveri maestri forse ci saremmo persi per strada.Il Riccardo poinon ho avuto molto modo di frequentarlo, sono andato viapresto da Lecco e solo in qualche convegnodell’Accademico, al quale portava la sua grande esperienza epersonalità, ho avuto la fortuna di rivederlo.Ma salire le sue vie alle Jorasses, al Badile, alla Torre Triesteè stato come incontrarlo tante volte.Grazie Riccardo per quello che mi hai insegnato.Grazie anche da tutto l’Accademico che ti ha sempreconsiderato come punto di riferimento.E tanti auguri, di cuore, per questo compleanno altrettantostraordinario.

Presidente generale CAAI

Auguri, Riccardo!

Un carismatico capocordata

Uomo d’azioneRiccado Cassin

chioda una parete inun’immagine degli

anni Cinquanta.Nell’altra foto diquesta pagina è

impegnato alcomputer nella

revisione del suonuovo libro biografico

assieme al figlioGuido, presidente

dell’attivissimaFondazione Cassin.

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Ai giovani di oggi sembrerà incredibile,ma appena una cinquantina di anni fapochi avrebbero pensato che un gior-no o l’altro il cosmo si sarebbe riem-

pito di satelliti artificiali. Altro che satellitari.Per individuare una montagna remota unacartolina bastava e spesso avanzava. Il gran-de Riccardo Cassin andò all’assalto dellaWalker, nel gruppo del Bianco, giovandosi diuna cartolina che gli era stata passata dalgiornalista Bruno Varale. E riuscì a mettere afuoco la strategia per vincere, il 6 agosto1958, il difficilissimo Gasherbrum 4 (7925 m,nel Baltoro) grazie alle cartoline che gliaveva passato Kurt Diemberger con le fotoscattate un anno prima, all’epoca della suascalata vincente al Broad Peak.

Quel “quasi ottomila”, che negli alpinistiincuteva e ancora oggi incute un granderispetto e timore reverenziale, era stato alungo davanti agli occhi di Kurt mentre risa-liva il Baltoro. Il grande alpinista diSalisburgo, impegnato in quel 1958 nella sca-lata all’Eiger, su quel gigante di ghiaccioaveva probabilmente fatto più di un pensie-rino. Ma per lui non poteva esserci postonella squadra di Cassin che traboccava distar dell’alpinismo, con Fosco Maraini e lacoppia poi rivelatasi vincente di WalterBonatti e Carlo Mauri. Kurt si dimostròcomunque prodigo di consigli all’amico lec-chese, come dimostrano le cartoline colmedi gratitudine che gli italiani gli inviarono dalBaltoro.

“Molti ringraziamenti per le tue bellissimefoto, veramente utili”, gli scrive Riccardo il10 maggio alla vigilia della partenza e, accan-to alla sua firma compare quella di PaoloConsiglio a cui è dedicato oggi un importan-te riconoscimento alpinistico del Club alpi-no. Il 21 luglio le cose non sembrano metter-si bene per gli italiani e Cassin, dal campobase, scrive a Kurt: “…siamo ritornati dapoco sotto la vetta e causa del brutto tempo,fra qualche giorno speriamo di poter riattac-care questo sperone nord est molto difficile.Ora conosciamo la strada e abbiamo dei trat-ti preparati”.

E finalmente il 10 agosto è Carlo Mauri amandare a Diemberger l’atteso messaggio:“Per la cresta nord con Bonatti ho salito lamagnifica cima del G4. Ti ho pensato…”.Oggi possiamo dirlo: la spedizione al G4,patrocinata dal CAI (alla quale sono statededicate due mostre retrospettive l’annoscorso al Filmfmestival di Trento e al mila-nese Palazzo Sormani), è stata una grande esofferta vittoria dell’alpinismo italiano. Ma

anche Diemberger si è tolto unabella soddisfazione. Del resto,non è stata la prima volta che ilsuo ruolo di “suggeritore” si èconcluso con un successo.

Nel 2007 la scalata realizzatadagli italiani Unterkircher,Bernasconi e Compagnoni allo spigolo norddel Gasherbrum 2 è nata anche da una suaintuizione. “Il Gasherbrum 2 è stato un miosogno, lo ho esplorato nel 1983”, ha raccon-tato Kurt. “E mia è stata l’idea di affrontarequesta montagna percorrendo lo spigolonord, come in effetti è stato fatto dai tre ita-liani con i quali sono stato in collegamentosatellitare durante il riuscito tentativo”. ■

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Cartoline vincentiPagine di storia Diemberger, Cassin e il G4

Qui sopra il retro di una dellecartoline mandate a Kurt Diembergerdal Baltoro con le firme degli alpinistidella spedizione guidata da Cassin e l’annuncio della vittoriosaconclusione. Sotto, il G4 svetta in duecartoline realizzate da Diemberger, euna rara immagine: nel ‘58 a Milano,alla vigilia della partenza, Kurt (primoa destra) ascolta l’amico Riccardo.

Caro Kurt, ce l’abbiamo fatta!

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Dalla nuova stazione di arrivo a Punta Helbronner prendo l’a-scensore che discende nel pilone di fondazione in calcestruz-zo e attraverso un tunnel mi porta sull’ampia terrazza di arrivodel nuovo, nuovissimo rifugio Torino. Questa terrazza al

cospetto del Monte Bianco è un porto di mare: a tutte le ore si avvi-cendano alpinisti o semplici visitatori venuti ad ammirare il magnifi-co panorama che si estende nelle belle giornate fino al Cervino e almassiccio del Rosa. All’ingresso mi viene assegnato un badge perlasciare gli scarponi in un apposito armadietto, accedere a una con-fortevole camera ai piani bassi, e mettere i vestiti bagnati in un essic-catoio.

Prima di svuotare lo zaino non resisto però alla tentazione di farmiun giro per il nuovo rifugio, attratto dalla luce che attraverso ampiefinestre si proietta verso le terrazze affacciate sul meraviglioso pano-rama. Scopro allora che il rifugio è contenuto in un involucro traspa-rente, una bolla di vetro, e che una serie di spazi che avevo immagi-nato esterni sono in realtà protetti, riscaldati dalla radiazione solaree allo stesso tempo immersi nell’ambiente circostante.

C’è per esempio una piccola parete artificiale la cui superficie nonè gelida nonostante oggi sia il primo dicembre e fuori ci siano -5°C, ec’è poi al piano più alto una sala conferenze dove il CAI ha allestitoun’interessante mostra dal titolo “I rifugi alpini fra tradizione e inno-vazione”. Qui abbiamo il cielo sopra la testa e la radiazione è moltointensa. E infatti una serie di lamelle, come una gigantesca venezia-na, protegge dai raggi solari. In realtà queste doghe in plastica con-tengono un liquido e sono calde ma non scottano, saranno a circa30°C: si tratta di una tecnologia chiamata PCM che utilizza all’internodelle celle una sorta di cera che immagazzina il calore della radiazio-ne solare senza surriscaldarsi.

L’effetto serra che si genera all’interno di questo involucro di vetroè in grado di dare all’edificio, mediante unaserie di accorgimenti per la circolazione e ilricambio dell’aria, la maggior parte dell’ap-porto calorico di cui necessita. Ma anche lepersone e non solo l’aria circolano bene quidentro: è magnifico per esempio ridiscende-re dalla sala pranzo all’ingresso per mezzo diuna passerella elicoidale che sfila tangentealla vetrata, ha una pendenza molto dolce epuò essere percorsa anche da personediversamente abili; anche mio figlio tra qual-che anno potrebbe divertirsi a passeggiarein tutta sicurezza per queste sale piene diluce.

Una breve sosta al primo piano alla salaristorante per una birretta e poi mi decido adiscendere alle camere per le odiate opera-zioni di occupazione branda e per metteread asciugare i vestiti che dopo una settima-na di randonnée iniziano a fare la muffa.Niente da dire, qui sotto il confort è notevo-le: finestrelle illuminano camerette di legnoe stoffa arredate in modo che con piccolemodifiche possano accogliere più o meno

persone; c’è anche, volendo, il letto matrimoniale. Un tubo di luce - che nella sezione del rifugio presente all’ingresso

per indicare le vie di fuga sembrava un’enorme canna fumaria - dif-fonde anche nei corridoi di distribuzione un po’ di luce diurna evi-tando l’effetto bunker presente di solito nelle grandi strutture ricetti-ve. Al centro dell’edificio ecco gli essiccatoi: piccoli box ad uso indi-viduale con un flusso d’aria leggermente riscaldata che li attraversa,molto utile per metterci i vestiti che nella stanza freddina non siasciugherebbero. Così non devo portarmeli su in sala da pranzo, evi-tando effluvi sgraditi. Tutta la regolazione termica dell’edificio è con-trollata da un complesso sistema di condotti d’aria che effettuano ilrecupero calorico sull’aria uscente pre-riscaldando quella in entrata.Non si tratta di un edificio passivo, come è ben spiegato in una targaall’ingresso: è in funzione se necessario un piccolo impianto elettricoa pompa di calore in grado di fornire 265 kilowattora/giorno, appenail necessario per un normale appartamento di fondovalle.

Durante il primo giorno passato qui l’impianto non ha mai fun-zionato perché il contributo solare è stato buono e un numero difrequentatori non troppo elevato non necessita di troppi ricambid’aria, che sono automatizzati a seconda della quantità di CO2 rile-vata negli ambienti. I giorni successivi è stato brutto e non ho potu-to fare le escursioni programmate. Ma considerato che era in pro-gramma qui in rifugio una conferenza organizzata dal CAI su climae politiche ambientali in ambito alpino mi sono fermato volentieri,ho fatto buoni incontri e ho prenotato il mio soggiorno per la pros-sima stagione.

Dario De Mirtis

Rifugi Accadde domani

Sotto una bolla di vetro

* Lo scritto si immagina tratto dal libro di rifugio del Torino,

dicembre 2012. Il progetto preliminare è stato presentato al Monte dei

Cappuccini il 20 novembre 2008, presenti Daniela Formica presidente

del CAI Torino proprietario della struttura, i progettisti Erica Ribetti,

Antonio Ingegneri e Marco Massari, e quattro alte cariche del

Sodalizio: il presidente generale Annibale Salsa e i vicepresidenti

generali Valeriano Bistoletti, Umberto Martini e Goffredo Sottile.

Dal libro del rifugio (*), resoconto di un soggiorno nel futuro Torino al MonteBianco, che vivrà di luce e calore solare

Sono stati 1.174 i chilometripercorsi a piedi e 300 le ore dicammino effettivo, con un

dislivello in salita di 47.693 metri. Cifre aparte, positivo è il bilancio di “Occitaniaa pe’”, la lunga marcia dalle Alpi aiPirenei che nella parte iniziale è stataseguita (LS 10/08) dal presidentegenerale del CAI. “Da fotografo”,racconta Riccardo Carnovalini che hapartecipato all’ambiziosa escursione,“ho cercato di raccontare il complesso eintrigante rapporto fra l’uomo, la suacultura, il suo lavoro, la sua lingua, el’ambiente. Abbiamo camminato lungosentieri e strade campestri e forestaliche ci hanno fatto sentire legati a chi leha usate, e prima ancora costruite, nei

tempi passati. Giornodopo giorno ci siamosentiti spettatori dellagrande fatica chehanno fatto i contadini di queste terre.Parlavano in occitano, come diconomolti dei toponimi che quotidianamenteho letto sulle puntuali carte IGN al25.000, di cui mai ho voluto privarmi, enon solo per sapere sempre dov’ero edove stavo andando, ma per provare acapire meglio il territorio che stavoattraversando. Nato sotto i nostri piedi, ilGrande sentiero occitano dovrà servire afar conoscere l’ambiente della vitaoccitana e permettere l’incontro con gliuomini di questa terra, nella lingua diquesta terra”.

Percorsi

Nasce il Grande sentiero occitano

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Organizzato dal gruppo “Sopraimille” (www.sopraimille.it), siè svolto il 14, 15 e 16 novembre nella splendida cittadina diRiva del Garda (Trento), presso l’accogliente e modernoCentro Congressi del Parc Hotel Astoria, il convegno inter-

nazionale “Sentieri di salute - I saperi della montagna che aiuta”. Leesperienze a confronto sono state quelle di chi frequenta la monta-gna operando nel campo della salute, dell’integrazione, del recu-pero sociale, della solidarietà. Ai due giorni di intenso dibattitohanno partecipato 230 persone tra cui medici, psicologi, terapistidella riabilitazione, infermieri ed educatori professionali, soci delCAI e cittadini non iscritti. Alla riuscita dell’evento hanno collabo-rato CAI-SAT (Società Alpinisti Tridentini), la Sezione CAI -SAT diRiva del Garda, il Comune di Riva del Garda, il Forum dei saperidella montagna che aiuta, U.O. n° 5 di Psichiatria - APSS di Trento,la Commissione centrale medica del CAI.

Dopo i saluti del presidente della SAT Franco Giacomoni, del pre-sidente della Sezione SAT di Riva Marco Matteotti, dell’assessorealle Politiche sociali di Riva Rosanna Giordani, il componente dellaCommissione medica del CAI e organizzatore Sandro Carpineta haripercorso le tappe principali che dal 2004 a oggi hanno visto gra-dualmente convergere in un progetto comune i diversi gruppi chein Italia si occupano di Montagnaterapia. Diversi sono poi stati icontributi riguardanti le esperienze condotte in alcuni casi ancheda più di dieci anni da gruppi provenienti da varie regioni d’Italia,oltre che dall’estero (Francia, Svizzera e Spagna).

“Secondo quali sentieri siamo arrivati sin qui?” è stato il tema pro-posto da Carpineta, psichiatra. Nella sua relazione su “Ecologiadella mente: sentieri di salute come metafore dell’alleanza fra psi-che e natura in montagna” Annibale Salsa, filosofo, antropologo epresidente generale del CAI ha evidenziato come il Club AlpinoItaliano possa e debba “andare oltre la siepe”: “La montagna nonsolo come spazio ludico in cui misurare la performance sportiva; alcontrario, il territorio montano - ambiente fragile destinato a scen-dere in basso ma che nel contempo porta con se la tensione del-l’uomo verso l’alto - può tornare a essere spazio vitale, un labora-torio la cui ricchezza di significati esprime un’ambivalenza che sicontrappone alla bivalenza o monovalenza dell’odierna società.

È proprio elaborando questaricchezza di senso - al tempostesso fascinazione - che possia-mo tornare a sentire la monta-gna percorrendone i sentieri. E isentieri di salute proposti da chicerca aiuto nei saperi della mon-tagna”, ha concluso Salsa, “con-tribuiscono alla concreta appli-cazione di questa visione, che èuna vera e propria ecologia della mente”. Su “In montagna conmetodo. Proposta metodologia di montagnaterapia” ha relazionatoAngelo Brega, psichiatra, mentre lo psicologo GiuseppeRescaldina ha parlato di “Multitematicità: la differenza la fa…ilpercorso”. Dopo l’intervento degli educatori Gianluca Riccardi eLuigi Varetti, Vinicio Vatteroni, direttore editoriale della stampasociale e coordinatore nazionale per la comunicazione del CAI, haparlato dei “rifugi del CAI come presidi per la montagnaterapia”sottolineando le forti radici culturali del CAI: “La cultura infatti è ilfine del CAI e i rifugi assumono un significato che va oltre quelloutilitaristico (meri ricoveri dalle caratteristiche turistico alberghie-re), ossia quello di imprescindibili ‘presidi culturali’ per lo studio ela conoscenza del territorio, svolgendo anche il ruolo di presidi perla montagnaterapia e rivelandosi autentici rifugi di salute”. Su“Osservare e valutare. La montagna aiuta?” è intervenuta FiorellaLanfranchi, psicologa, e una risposta in tal senso è arrivata daFrancesca Fumanelli, terapista nella riabilitazione psichiatrica. “Lasicurezza sul sentiero: tra il prendersi cura e la suggestione di con-fine. Verso la preoccupazione responsabile” è il tema trattato dal-l’educatore Dino Ermini, mentre il magistrato Carlo Ancona haparlato de “I profili di responsabilità” che gli accompagnatori di ungruppo in montagna a scopo terapeutico devono tener presenti.

La serata alpinistica ha ospitato Fausto De Stefani che ha coin-volto il folto pubblico con i suoi racconti appassionanti e con il fil-mato di Carlo Alberto Pinelli “Un uomo, un bambino, una monta-gna” di cui è protagonista. La giornata conclusiva - dopo la presen-tazione di una serie di esperienze europee maturate in Francia(relatrice Carolin Houal), Svizzera (Fabio Lomazzi) e Spagna (JuanAntonio Carrascosa) - è proseguita con una tavola rotonda sui“tanti sentieri di salute”, moderata da Andrea Bianchi responsabi-le editoriale di MountainBlog e responsabile per la comunicazioneweb 2.0 del CAI, che ha visto i contributi di un parterre di relatori

Scienza Il convegno internazionale di montagnaterapia

La montagna che aiuta è stato il tema a Rivadel Garda di due giorni d’intenso dibattito conla partecipazione di medici, psicologi, terapisti

Psiche e naturaSull’alleanza tra psiche e natura inmontagna si è soffermato al convegnodi Riva il professor Annibale Salsa, asinistra nella foto; gli siedono accantoil presidente della Sezione di RivaMarco Matteotti e l’organizzatore delsimposio Sandro Carpineta dellaCommissione medica centrale.

Sui sentieri della salute

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estremamente interessante: Fausto DeStefani, socio onorario del Club AlpinoItaliano, che ha testimoniato il concetto dilimite più volte evocato nel corso del con-vegno (a detta di Salsa, Fausto “rappresen-ta oggi il testimonial più rappresentativo diun modo di vivere la montagna che sappiacomprendere anche altri significati” auspi-cati sempre più dal Club Alpino Italiano,quali la solidarietà e l’importante attività diformazione nei confronti delle giovanissi-me generazioni); Leila Meroi, giovane ricer-catrice nel campo delle scienze neuroco-gnitive, ha raccontato la sua ricerca sulcampo - al seguito della sorella Nives e diRomano Benet - sui sintomi precoci dell’e-dema cerebrale; Alfredo Vivaldelli, psichia-tra, primario dell’Azienda provinciale sani-taria del Trentino, ha parlato del ruolo delterapeuta in montagna e del confine trasemplice esperienza di benessere e vera epropria terapia durante un’uscita in monta-gna; Franco Giacomoni ha ricordato le atti-vità avviate con successo dalla SAT suidiversi fronti della solidarietà a conferma diuna visione della montagna ben più ampiadel solo gesto alpinistico; infine il presiden-te Salsa ha ripreso approfondendoli i con-cetti precedentemente espressi definendo“la montagna come iperluogo della cura”,rispondendo insieme con gli altri relatorialle domande di un pubblico che ha viva-cizzato il dibattito di chiusura. Il convegnoè terminato con una discussione sulle pro-spettive della montagnaterapia, tra esigen-ze di organizzazione, comunicazione, for-mazione, confronto delle esperienze enuovi progetti, tra cui anche un eventualenuovo convegno a livello internazionale.

L’incontro è stato un successo: un’occa-sione di aggiornamento e formazione, e diinterrogarsi sulle scelte per il futuro, percontinuare il cammino sui “sentieri di salu-te” grazie alle persone che operano in que-sto campo, portatrici di saperi diversi che siincontrano in montagna, perché effettiva-mente “la montagna aiuta”.

Tra i partecipanti erano presenti il giova-ne alpinista tarvisiano Luca Vuerich e ilvignettista Fabio Vettori la cui penna haaccompagnato e sapientemente illustrato“in diretta” le relazioni.

Sul sito web del CAI (www.cai.it) sonodisponibili nell’Area press i comunicatistampa e la registrazione audio della rela-zione di Annibale Salsa. Il sitoMountainBlog (www.mountainblog.it)riporta infine le interviste audio ai relatoriche hanno partecipato alla tavola rotonda.

Vinicio Vatteroni

Andrea Bianchi

Scheda di adesione

9ª GIORNATA NAZIONALE DEI SENTIERIDomenica 31 maggio 2009

Sezione/associazione/ente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Tipo di iniziativa/intervento. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Zona/Comune/Provincia dove si svolgerà l’iniziativa/intervento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Nominativo di un referente. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Indirizzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . tel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fax . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . E-mail . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

DA RESTITUIRE ENTRO IL 15/05/2009 A: Club Alpino Italiano Commissione Centrale per l’Escursionismo Via E. Petrella, 19 - 20124 MILANO fax 02.205723.201- E-mail: [email protected]

Il Club Alpino Italiano, attraverso la Commissione centrale per l’escursionismo, propone il

31 maggio 2009 quale giornata di impegno per i sentieri che rappresenti un momento significativo ed unitarioa carattere nazionale volto a richiamare l’attenzione dei propri associati, di tutti i cittadini,amministratori pubblici, mass media, sul valore dei sentieri per la frequentazione, la cono-scenza, la tutela e la valorizzazione del territorio.L’organizzazione è semplice: in quella data, ogni sezione/associazione/ente aderente, potràorganizzare e pubblicizzare, come meglio crede, delle iniziative che avranno per tema i sen-tieri: dall’auspicata uscita per la manutenzione o intervento di segnaletica all’inaugurazionedi un sentiero ripristinato, da una conferenza ad un corso di sentieristica, ecc. Le sezioni/associazioni/enti che aderiranno sono pregate di inviare per posta o fax alla Sedecentrale CAI il tagliando qui pubblicato opportunamente completato dei dati richiesti entroil 15 maggio al fine di diffondere e fare eco alle speriamo numerose iniziative.A conclusione della manifestazione, le aderenti invieranno alla Commissione centrale per l’e-scursionismo a mezzo fax o preferibilmente via e-mail, qualche informazione sintetica sull’e-sito della giornata con il numero delle persone che vi hanno partecipato, in modo tale da pre-disporre le necessarie comunicazioni con i risultati complessivi dell’operazione da diffonde-re successivamente sulla stampa nazionale. Ringraziamo fin d’ora tutti coloro che parteciperanno all’evento e con l’occasione vi giungaforte il nostro saluto.

Commissione centrale per l’escursionismo

9a Giornata Nazionale dei Sentieri

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Page 18: EFFETTOGIOVANI scaturite dal 98° Congresso nazionale fileebbero più vicino dal 1955 in poi in grandi imprese esplorative, alpinistiche e sociali: 21 spedizioni in tutto il mondo,

Ricorrono i cento annidalla nascita di AurelioPeccei, autore dei “Limitidello sviluppo”, un libro

che ha anticipato profeticamen-te l’attuale dibattito sulla finitez-za delle risorse del pianeta esulla necessità di modificaremodelli di sviluppo e l’idea stes-sa di progresso. In occasione diquesto anniversario la sua figuradi antifascista, partigiano diGiustizia e Libertà, dirigenteFiat e Fondatore del Club diRoma, è stata ricordata in unconvegno e una tavola rotondaa Torino all’Università degliStudi e al Castello del Valentinoil 20 novembre. In quest’occa-sione è stata presentata l’ante-prima del documentario“Aurelio Peccei: l’utopia di

un’impresa umana” di EnricoCerasuolo, prodotto daMassimo Arvat. Tra gli ospitiLuca Mercalli della Societàmeteorologica italiana, che hariconosciuto a Peccei il meritodi aver indicato prospettive diricerca lungimiranti e scientifi-camente fondate. Si sono persiquarant’anni, è stato osservato,ma le ricerche avviate da Pecceisono oggi più che mai valide eimprescindibili.

Design ■ A Milano è stato consegnato ilpremio “Grandesign - DesignEtico International Award” all’a-zienda La Sportiva per la scar-petta d’arrampicata Solution,già vincitrice nel 2007 del IFDesign Award e detentrice dialtri numerosi riconoscimenti

da parte di riviste specializzate.Un premio importante che tieneconto e premia anche il conte-sto etico/ambientale nel qualel’azienda opera, quello dellaValle di Fiemme in Trentinodove lavorano ogni giorno più di150 persone in una realtà pro-duttiva unica ai piedi delleDolomiti. Per ulteriori informa-zioni su Grandesign: www.gran-design.it

Persone■ Silvia Summa, 34 anni, bolza-nina, è la prima guida alpinadonna dell’Alto Adige. È laurea-ta in ingegneria.■ Sepp Holzl, 67 anni, diMerano, lascia dopo 16 anni laguida del Soccorso alpino(Bergrettungs-dienst, AVSudtirol). Gli succede ToniPreindl di Bressanone.■ Laura Fontana, 41 anni, lau-reata in legge, è il nuovo presi-dente del Soccorso alpino vene-

to. Del consiglio direttivo orafanno parte Fabio Bristot,Gianni Mezzomo, GiorgioCocco, Ernesto Chesta, MarioCasella, Giovanni Ferrarese.

Ciaspole■ La Ciaspolada numero 36 è inprogramma il 4 gennaio in Val diNon (TN) con partenza daRomeno e arrivo a Fondo.

Sci alpinismo■ È stato fissato il calendariodella Coppa delle Dolomiti di scialpinismo: 21/2 1° Tour de Sas(Badia), 1/3 5° Ski Alp ValRendena (Pinzolo), 6/3 15°Sellaronda Skimarathon(Arabba), 8/3 49° Scialpinisticadell’Adamello (Tonale); 15/3 19°Lagorai Cima d’Asta (Tesino);22/3 2° Trofeo Marmotta (ValMartello); 29/3 33° Pizoladadelle Dolomiti (Moena); 5/4 1°PalaRonda Ski Alp (San Martinodi Castrozza); 12/4 35° Ski AlpDolomiti di Brenta (M.Campiglio).

Meteora■ Chiude a Milano dopo tre annidi attività la libreria “Libri divetta”. Una sconfitta per l’edito-ria di montagna anche se, comeinformano Stefania, Michele eBruno che se ne sono presi cura“sono stati tre anni (e qualchemese) comunque esaltanti.Nella brevità della meteora, cre-diamo di aver fatto anche un po’di luce...”.

Premi■ Sarà intitolato a Mario RigoniStern, che fu presidente dellagiuria, il “Cardo d’oro”, il ricono-scimento più significativo delPremio ITAS del Libro di monta-gna che si assegna in aprile aTrento in occasione del filmfe-stival. Al premio possono parte-cipare le opere edite dal 1 gen-naio al 31 dicembre 2008 chedovranno pervenire al GruppoITAS (via Mantova 67 - 38100Trento) in sette copie entro il 15marzo. Info: tel 0461.891711.■ Scade il 31 marzo il termineper l’invio delle opere parteci-panti alla settima edizione delPremio letterario nazionale

Filo diretto Echi e notizie dal mondo della montagna

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Prima che il sipario si chiuda, speriamo ilpiù tardi possibile, sull’esistenza terre-na del centenne Riccardo Cassin, un

siparietto merita di essere riaperto su un sim-patico episodio di cui è testimonianza la fotopubblicata in questa pagina. Una mattinadegli anni Settanta tra le “sue” GrigneRiccardo lega alla propria corda LucillaMorlacchi. Giovane, spigliata, grandi occhineri illuminati da un’inesauribile curiosità, pur

di essere puntuale all’ap-puntamento con il mitodell’alpinismo, laMorlacchi quel giornodiserta gli studi televisividi corso Sempione. Aconvincere l’attrice mila-nese a incontrare Cassinper realizzare il sogno diaffrontare “con serietà” lamontagna, sua grande passione, è il comme-diografo e alpinista Raffaele Medetti. “E’ stata un’esperienza straordinaria”, ricordaoggi Lucilla Morlacchi, vincitrice nel 1990 delprestigioso premio dedicato a Eleonora Duse,splendida interprete in quegli anni sullescene del “Diavolo e il buon dio” di Jean-Paul Sartre con Alberto Lionello nell’allesti-mento del Teatro Stabile di Genova. “Percominciare, Cassin mi legò alla sua corda. E subito, prima ancora di lasciarmi condurresu una via di roccia, mi colpì la sua dolcezza.Purtroppo quell’incontro non ebbe un seguitoe oggi ho un rammarico: non essere mairiuscita ad andare in montagna in modo serioe consapevole come Cassin voleva che iofacessi. E oggi, attraverso le pagine delloScarpone, sono felice di rivolgergli gli auguripiù affettuosi”.

Testimonianze

Il giorno che Cassin m’insegnò ad arrampicare

Peccei il profeta

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“Leggimontagna” organizzatodall’Associazione delle Sezionicarniche del CAI (ASCA) con ilcontributo della Regione auto-noma Friuli Venezia Giulia. Quattro le sezioni: narrativa,saggistica, giornalismo e inediti.Per il quarto anno verranno inol-tre assegnati premi a produzionitelevisive. La premiazioneavverrà in settembre aMalborghetto Valbruna. Info:Comunità Montana della Carnia0433.487740 - 487735).

Incontri■ “Brividi verticali” vengonoannunciati dal Gruppo Gammae dalla Sezione UOEI di Lecco inoccasione dell’incontro con lascalatrice americana StephanieDavis che il 29 gennaio alla salaTicozzi aprirà l’annuale ciclodelle serate alpinistiche cheprevede incontri con gli alpinistiPaul Pritchard (26/3), AndyCave (22/5), Chris Sharma(15/10) e Robert Jasper (12/11).Info: tel e fax 0341.494772 -www.uoeigamma.it ■

Meno auto e più mezzi ecocompatibili in vacanza: questa la filosofia proposta dalle 21località che fanno parte della rete Alpine Pearls (LS 12/08), in prima linea l’Alto Adige.Nova Levante ai piedi del Catinaccio offre passeggiate sui campi innevati, un

comprensorio sciistico perfettamente attrezzato, skibus gratuito, nordic walking e slittino. Tires propone settimane escursionistiche con le racchette. Anche la vicina Nova Ponente (BZ) èin grado di offrire il meglio: chilometri e chilometri di piste preparate alla perfezione, neve sicuraal 100%, piste di sci e slittino illuminate (www.rosengarten-latemar.com). Racines (www.ratschings.info) è un paradiso dello sci di fondo, con percorsi per tutti i gusti. Funes (www.villnoess.com) infine si propone come meta ideale per famiglie con bambini piccoli e per chi ama fare escursioniimmerso in stupendi paesaggiinvernali alla scoperta delparco naturale. Per saperne di piùconsultare il sitowww.alpine-pearls.com oscrivere un’emaila [email protected]. In questa cartinaun esasurientepanorama delle“Perle” dell’arcoalpino (in rossoquelle dell’AltoAdige).

Alpine Pearls

Meno auto, più relax: ecco le “perle” dell’Alto Adige

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Il 3 aprile 2008 è stata una giornata feliceper la montagna e per i tutti i suoi rispet-tosi frequentatori: l’amministrazione diBienno, comune confinante con il Parco

dell’Adamello nella media Valle Camonica,ha approvato a stragrande maggioranza esenza voti contrari un’ordinanza che vietal’uso delle motoslitte per scopo ludico sulsuo affascinante territorio. Un paesaggiocomposto da alti valloni e creste interme-die dove si alternano pascoli e foreste, per-fetto per le escursioni invernali con sci ociaspole, di fatto impedite da diversi annidalla circolazione indiscriminata di decinedi motoslitte che senza tenere in alcunconto le norme vigenti praticano il moto-cross sulla neve producendo frastuono,puzza, caos e pericolo per tutti.

La spinta decisiva l’ha data il tragico inci-dente avvenuto presso il vicino Dosso deiGalli in gennaio, quando una carovana didieci motoslitte, incurante delle pessimecondizioni niveometeorologiche, è stata

travolta da una valanga che ha causatoquattro morti. Va detto, come le sezioni esottosezioni bresciane del CAI hannoimmediatamente rilevato in una letteraaperta, che simili incidenti erano purtrop-po previsti; e tuttavia non è questo il prin-cipale motivo per limitare l’uso dellemotoslitte: la ragione è che pochi pilotisenza regole (le motoslitte sono mezzi noncontemplati dal codice della strada) hannoingiustificatamente occupato aree naturalidi pregio che nessun altro, ben più coscien-te della loro bellezza, può più frequentarecon la necessaria tranquillità (senza conta-re i danni alla fauna selvatica).

Proprio la presa di posizione forte e nettadel CAI, in particolare delle sezioni diCedegolo (di cui il gruppo di Bienno faparte) e di Breno, ha avuto questa volta unruolo determinante: l’amministrazione diBienno, constatato che gli iscritti al CAI sulterritorio sono alcune centinaia controsolo due richiedenti permesso ufficiale perle motoslitte – il che prova che il passaggiocontinuo di decine di mezzi, quasi tutti“forestieri”, avviene contro le normativevigenti e contro l’interesse di gran parte deicittadini – ha saggiamente emanato lanuova normativa.

Un gesto coraggioso, considerate le espli-cite pressioni contrarie di importanti poli-tici sostenitori dei centauri. Nel frattempoanche il Comune valtrumplino di Collio havietato provvisoriamente le motos-litte in attesa di nuove decisio-ni, mentre la normativa delParco dell’Adamello laconsente solo lungo duespezzoni stradali che por-tano appunto ai territoridi Bienno e Collio.

Ciò significa che nelvasto comprensorio acavallo fra le valliCamonica, Trompiae Sabbia, se lenorme saranno ri-spettate (cosa che la

maggior parte dei piloti non ha mai fatto),dovrebbe ora tornare la quiete: un’occasio-ne unica per rilanciare un ambiente ecce-zionale per fruizioni invernali alternative aquelle delle varie stazioni turistiche giàpresenti in Valle Camonica (Tonale-Pontedi Legno, Aprica, Borno, Montecampione,dove eventualmente i gestori potrebberostudiare circuiti specifici per le motoslittecompatibili con i già esistenti impianti dirisalita e complessi immobiliari).

Fra i dossi e i valloni di Bienno e deicomuni vicini potrebbe nascere un “polmo-ne bianco” dedicato all’escursionismo:sarebbe una perla che richiamerebbeappassionati dalle province di Brescia eBergamo e anche da più lontano. Tutto ciòpuò ora proporsi come stimolo ad altresezioni CAI e ad altri comuni che vivonosimili problemi, perché realizzino interven-ti nella medesima direzione. Il successodipenderà anche dalla capacità delle auto-rità di esercitare la sorveglianza, e dei fre-quentatori della montagna di segnalaretempestivamente le infrazioni. Le monta-gne hanno più che mai bisogno della nostrapresenza rispettosa; se le abbandoniamo,le invadono i nuovi barbari.

Franco Michieli

Ambiente Il rispetto della montagna invernale

La Convenzione delle Alpi prepara un documento sullaregolamentazione esistente nei vari Paesi. Ma intantouna posizione forte e netta è stata presa dal Comune diBienno e dalle sezioni bresciane del Club alpino

Motoslitte, quali limitazioni

Con le prime nevi si è ripresentatonelle nostre vallate il problema di“motoslitta selvaggia”, ferme restandole difficoltà di far rispettare delibere eregolamenti sulla circolazione diquesti mezzi motorizzati. MentreFranco Michieli di MountainWilderness ci ragguaglia su unarecente iniziativa delle sezioni esottosezioni bresciane del CAI, vasegnalato che il problema è allo studiodel Comitato permanente dellaConvenzione delle Alpi. Su propostadel segretario generale Marco Onidaverrà infatti fatta luce sullaregolamentazione esistente,comparando quelle dei vari paesialpini. Lo studio, che riguarda anche ilproblema dell’eliski, sarà presentatoin marzo alla Conferenza dei ministri.Con la speranza che le parti contraentiappoggino l’iniziativa proponendoeventuali misure “pan alpine”.

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Da qualche tempo Luciano Ghigo diser-tava a Torino il Centro studi e docu-mentazione alpinismo extraeuropeo(CISDAE) al Monte dei Cappuccini di

cui è stato a lungo il prestigioso responsabi-le, come ricorda in queste pagine il direttoredel Museomontagna Aldo Audisio. La notiziadella sua morte, in novembre, ha gettatonello sconforto i tanti amici che si erano abi-tuati lassù alla sua presenza discreta, alla suaaffabilità da vecchio gentiluomo, alla suacostante disponibilità ad aiutare colleghialpinisti in procinto di affrontare importantitrasferte.

Nato a Fourneaux, in Savoia, Ghigo avevada poco compiuto 82 anni. Il suo debutto nel-l’alpinismo risale ai primi, tormentati anniQuaranta nelle classiche palestre che circon-dano Torino, dove si era trasferito con i geni-tori, entrambi appassionati di montagna.Entrato in punta di piedi nel mondo dell’alpi-nismo, si fece subito onore divenendo nel1946 socio fondatore del prestigioso gruppoAlta Montagna. Nel 1948, a 22 anni, conseguìil brevetto di guida alpina, nel 1952 si diplo-mò istruttore della scuola di roccia

Gervasutti della quale per vent’anni fu diret-tore e vicedirettore, nel 1961 fu nominatoaccademico del CAI.

Alpinista completo, a suo agio sul granito,sulla dolomia, sulle vie di ghiaccio e sulmisto, compì molte ascensioni di notevolevalore nell’arco alpino: la più rinomata èquella compiuta con Walter Bonatti nelluglio 1951 lungo la parete est del GrandCapucin nel gruppo del Bianco.

Quattro giorni dura la lotta con la parete:alle 14.30 del 23 luglio i due sono finalmentein vetta, “Vorremmo dirci tante cose ma cilimitiamo a una stretta di mano in silenzio”,scrive Bonatti.

Anche sul fronte dell’alpinismo extraeuro-peo Ghigo visse pagine gloriose: nel 1958 funelle Ande peruviane con il Club accademi-co di Torino, nel 1961 tornò nella Cordilleraperuviana come vicedirettore di una spedi-zione organizzata in occasione del centena-rio della fondazione del Club alpino, nel ‘71venne chiamato dal Club Cordillera Blancaper svolgere mansioni di istruttore pressosoci peruviani con l’intento di farli diventarevalenti guide. ■

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Tamari, una vita fra i libri

Oscar Tamari, ultimoesponente dellafamiglia bologneseche ha guidato la

casa editrice specializzatanelle pubblicazioni dimontagna e per lunghianni presidente dellesezioni del Club alpinodell’Emilia Romagna, si èspento in novembre aBologna a 82 anni. Dopo lachiusura, avvenuta oltredieci anni fa, delle ArtiGrafiche Tamari e la nasci-ta della Tamari Montagnapoi emigrata nel Veneto, siera dedicato più intensa-mente a due grandi pas-sioni: la rivista culturale‘Samodia’ e l’Accademiadel Samoggia di cui è statopresidente, senza però ces-sare di offrire il suo contri-buto alla Rivista mensiledel CAI.

Insieme con il fratello

Virgilio e poi con il figlioFabio, continuò l’attivitàdel padre Armando chenegli anni Trenta avevafondato una tipografianella ex sede del Resto delCarlino. Risale agli anniCinquanta l’inizio della col-laborazione con il CAI e losviluppo della casa editri-ce con numerose collane.

Aperto, gioviale, grandeanimatore culturale, fuuna presenza costanteoltre che negli incontri delClub alpino, nella vitaassociativa del Lions ClubBologna Valli LavinoSamoggia del quale fu fon-datore e presidente.

Fece anche a lungo partedell’Accademia italianadella cucina e del Gruppoitaliano scrittori di monta-gna. È stato insignito delMelvin John’s Fellow, mas-sima onorificenza del

Lions, ed è stato Cavalieredella Repubblica.

La redazione delloScarpone lo ricorda conparticolare affetto e conriconoscenza per il garba-to sostegno e i consigli dicui era prodigo nei fre-quenti inontri alla Sedecentrale.

Ghigo, alpinista e gentiluomoAddii Un protagonista dell’alpinismo moderno

La sua avventura al MuseomontagnaLuciano Ghigo è uscito con lo stesso passo

felpato con cui era arrivato al Museo

nazionale della montagna. Era venuto nel

1981 per continuare la grande “avventu-

ra” di Mario Fantin, il CISDAE. Allora

conoscevo il suo nome solo per fama alpi-

nistica, non lo avevo mai incontrato.

Meticoloso, direi con passo felpato, trasfe-

rì le sue esperienze lavorative dalla Fiat

alle grandi vette extraeuropee. Dopo alcu-

ne riflessioni d’impostazione trovò un

nuovo scopo per la documentazione sulle

montagne del mondo; diede un nuovo

futuro al CISDAE.

Un male progressivo, a lui agile cammi-

natore e scalatore, gli rese difficili gli spo-

stamenti. Negli ultimi anni lo allontanò

dal Museo, lasciando il suo lavoro in altre

mani. Non mancava comunque di venire,

saltuariamente, occupando il suo tavolo

rimasto sempre a disposizione ad atten-

derlo.

Al Museo siamo tristi, non sapendolo più

tra noi, ci manca la sua presenza, sempre

discreta, un po’ flemmatica, rispettosa

verso tutti.

Mi fa piacere ricordarlo nel 1983, nel

giorno d’inaugurazione del rinnovato

CISDAE, così come è ritratto in questa

pagina con Giacomo Priotto (a destra),

anche lui recentemente scomparso, un’al-

tra persona che aveva capito i grandi

cambiamenti che si stavano avviando al

Monte dei Cappuccini.

Aldo Audisio

Direttore Museo Nazionale

della Montagna – CAI-Torino

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Dizionario alpinisticoa cura di Franco Chierego.Commissione pubblicazioni eCommissione scuole alpinismo e scialpinismo del CAI, 326 pagine,17 euro (soci), 26 euro (non soci).■ Da “abete” a “zoccolo” la tra-duzione dei termini alpinisticiitaliani in cinque lingue: france-se, tedesco, inglese, spagnolo esloveno. Il volume, con la pre-sentazione del presidente gene-rale del CAI, è diviso in seiparti e ognuna funge da capofi-la per una delle sei lingue.Un’opera interessante, dovuta aun illustre alpinista veronese,per dialogare con gli amici stra-nieri e per chi deve sobbarcarsil’onere di una traduzione. Unesempio? Il sacco da montagnacomunemente detto zainoviene chiamato sac in francese,rucksack in tedesco, bag, sack

in inglese, morral, mochila inspagnolo e nahrbtnik in slove-no. Quanti di noi lo sapevano?

Camminaboschi.fvg Autori vari. Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.103 pagine.Escursioni naturalistiche con ilCorpo forestale regionale delFriuli Venezia Giulia(www.regionae.fvg.it) sono pro-poste in questo prezioso libret-to realizzato con il contributodell’Ufficio scolastico regionalee con un invito: lasciare a casamp3, i-pod e lettori CD che nonservono quando si cammina trai boschi; meglio una matita, unquaderno per gli appunti edeventualmente una macchinafotografica per ritrarre le mera-viglie della natura. Dalle falesiedi Duino al Carso classico, dalCollio goriziano alla foresta di

faggi del Cansiglio, ogni escur-sione è accuratamente illustra-ta con foto e disegni. I testisono di Miriam Bragagnolo,Mario Cedolin, Ira Conti,Gabriele Cragnolini, AlessandoDi Danieli, Paolo Lenardon,Diego Masiello, Mauro Muller,Anastasia Puric, Roberta Soldàe Roberto Valenti.

Viaggio in Himalaya di Giancarlo Castelli Gattinara.Marietti (www.mariettieditore.it),398 pagine, 20 euro.Sullo sfondo della prima ascen-sione (1959) al monteSaraghrar (7350 m) in Pakistanun agnostico, un comunista, uncattolico intrecciano discussio-ni di carattere antropologico,sociale, politico e religioso. Delgruppo, oltre l’autore (professo-re ordinario di antropologia),

fanno parte Fosco Maraini,Fanco Alletto e PaoloConsiglio. Nella seconda partel’autore analizza come si sonoevoluti i fatti di cui parla. Laspedizione fu organizzata dalCAI. Consiglio, al quale è dedi-cato il riconoscimento assegna-to annualmente dal Club acca-demico per la migliore spedi-zione esplorativa, lavorava all’e-poca presso il Tribunale deiminori di Roma.

Alp/ Photostory Direttore Linda Cottino,120 pagine, 6,50 euro.Ventun fotografi di montagnapresentano le loro opere recen-ti in questo fascicolo da nonperdere per gli appassionati deiclic, con fondamentali indica-zioni per ottenere il massimodalle riprese. GiuseppeGarimoldi traccia un quadro daldagherrotipo al tramonto dellapellicola, Mario Verin e GiuliaCastelli offrono fondamentaliragguagli sulla rivoluzione digi-tale.

Tour de la vallée de Cogne Grand Paradisdi M.Blatto E.Truc L.Zavatta.L’Escursionista editore (www.escursionista.it).Guida più cartina 1: 25000 con coordinate U.T.M. 9,50 euro.L’itinerario viene illustrato neivari aspetti geografici, geologi-ci, vegetazionali, faunisticiantropologici con piccole curio-sità sulla vita e la gente dellavalle. Il percorso si svolge tuttosu sentieri e mulattiere alcospetto dei quattromila dellavalle d’Aosta, ed è segnalatocon la sigla TVC.

Il prigioniero dell’Eiger di Giorgio Spreafico. Casa editriceStefanoni, 548 pagine, 20 euro.Agosto 1957. Tre scalatori - illecchese Stefano Longhi e itedeschi Günter Nothdurft eFranz Mayer - perdono la vitasulla nord dell’Eiger. Un quarto,Claudio Corti, viene salvatodopo un’odissea seguita daigiornali di tutto il mondo. Nellasua casa arriva anche un invia-to del New York Times perintervistarlo: perché accuse e

Tanti modi per dire zainoVetrina Leggere, sfogliare, guardare: le novità del mese

22 - LO SCARPONE, GENNAIO 2009

Poker d’assi al TrentoFilmfestival “Festivalflowers” è il titolo della nuova collanache la casa editrice Intersass([email protected] - www.antersass.it)dedica al TrentoFilmfestival. Un’ottima e datempo attesa iniziativa alla quale va auguratoil migliore successo a giudicare dal primo dvdche comprende un poker di spettacolari“corti”. La sfida solitaria di un alpinista a unamontagna caparbia, che non si vuoleconcedere, sviluppato in una dimensioneonirica con immagini mozzafiato dallospagnolo Juan Carlos Romera in “De un hilo”(9’). La storia dell’uomo-roccia inglese DaveBirkett, illustrata dalle magiche linee chetraccia tra gli strapiombi di Lakeland, nei 48’di “Set in stone” di David Halstread e AlastairLee. L’arrampicata che si trasforma in stile divita nelle interviste realizzate da VinicioStefanello e Francesco Mansutti in “ArcoRock Legend” (17’). Infine Romolo Nottaris eGianluigi Quarti in “Tre passi nel regno delfantastico” (25’) incontrano tre alpinisti dipunta, gli svizzeri Erhard Loretan, Ueli Stecke Simon Express: tostissimi, ascetici, votati agrandi imprese, grandi rischi e grandisacrifici. Ma convinti che tutto sommato siameglio quella vitaccia all’insegna dellalibertà, piuttosto che inscatolare cioccolatini.

Il signor Rossi e la montagna di cartonePersona qualunque, ottimista e un po’ stolto,il signor Rossi è l’omino con i baffi nato dallamatita di Bruno Bozzetto negli anni Sessanta.E di quell’epoca, in cui si affacciava ilconsumismo nelle forme più becere, è fedeletestimone. Un cofanetto distribuito daMultimedia e San Paolo e Barn con quattrodvd (57,90 euro) racchiude le sue avventuretragicomiche. Le montagne descritte daBozzetto appaiono già minacciate dallapressione antropica legata al turismo: incompenso l’abominevole uomo delle neviappare come una presenza rassicurante,simbolo di un’identità che ancora è possibileritrovare alle alte quote.

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maldicenze ne hanno nel frat-tempo fatto un perseguitato difama internazionale. In realtàCorti – che ora si affaccia condisagio, il volto segnato dallerughe, sulla copertina - apparte-neva e appartiene all’élite del-l’alpinismo, di quello lecchesein particolare. Accademico delCAI, nel 1974 a 46 anni è statoscelto da Casimiro Ferrari perla squadra che ha vintola parete Ovest delCerro Torre. Corti oggiottantenne riepiloga laterribile esperienza chelo ha segnato per tuttala vita. Lo fa in presadiretta, filtrato ma nontroppo dalla penna diGiorgio Spreafico, met-tendo a nudo il latodebole di una parte delmondo alpinistico. Dicontro, dall’opera emer-gono figure di eccezio-nale coraggio e genero-sità d’animo: come l’e-roico tedesco AlfredHellepart che si calò nelbaratro e se lo caricò sulle spal-le portandolo in salvo, e glialpinisti-speleologi del gruppoGes Falchi di Verona decisi arecuperare la salma di Longhirimasta appesa sulla nord.

Le Alpi che cambiano a cura di Mauro Pascolini. ReteMontagna (www.alpinenetwork.org),278 pagine, 25 euro.Il volume raccoglie gli atti delconvegno internazionale dellaRete Montagna tenutosi aTolmezzo (Udine) nel 2006. Lerelazioni riguardano nuovi abi-tanti, nuove culture e nuovipaesaggi.

Frammenti di cicloviaggiAutori vari, www.ilcicloviaggiatore.it,a cura di Andrea Musso.176 pagine, 10 euro.Dalla comunità “Ilcicloviaggia-tore”, dai raduni, dalla condivi-sione delle esperienze in sellain posti vicini e lontani, nascequesto libro, a quanto comuni-ca il curatore Andrea Musso.Sono 15 i viaggiatori a pedali,lentoviaggiatori, che ci accom-pagnano in giro per il mondo.Le mete? Fra le tante, Baviera,

Islanda, Corsica,Tenerife, Sardegna,Australia, Mongolia,Spagna, Brasile,Patagonia, Grecia,Cammino di Santia-go, Norvegia.Momenti di gioia e digrande fatica, attimiesilaranti e giornate di sfinimen-to si susseguono in 32 racconti.

The Bird di Jim Bridwell curato e tradotto da Michele Radici con il contributo di Giovanni Groaz. Versante Sud,304 pagine, 19 euro.Per quasi trent’anni Jim “TheBird” Bridwell è stato il piùforte climber in America, e tra imigliori del mondo. Le suecapacità coprono tutte le disci-pline alpinistiche, dal free clim-bing su vie estreme alle cimedell’Himalaya. E le secondeascensioni di Bridwell sonospesso molto più apprezzatedai climber delle prime salite:un esempio è certamente laseconda salita della via diMaestri (la prima effettivamen-te arrivata sulla cima) al CerroTorre. Il marchio di fabbrica di

Bridwell, che qui si raccontacon brio, è lo stile fantasioso eaudace. Nel libro narra anchedi spedizioni che hanno attra-versato il Borneo, circumnavi-gato l’Everest, esplorato il packe la wilderness della CinaOccidentale.

Il Parco nazionale della Sila Coordinamento editoriale di LuigiTroccoli. Edizioni Prometeo (c.so

Garibaldi 216, 87012 Castrovillari),167 pagine, 15 euro.Natura, storia e cultura dell’al-topiano silano in numeroseschede informative, con il testodel decreto del Presidente dellaRepubblica che istituisce nel2003 l’area protetta.

In silenzio tra gli alberi di Max Solinas(www.maxsolinas.com). Bibliotecadell’Immagine, Pordenone, ➔

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159 pagine, 12 euro.Oltre quarant’anni di “vita nellanatura” sono raccontati dalveneziano Solinas, scrittore escultore. Le sue riflessioni toc-cano vari argomenti: la situazio-ne del clima, i guai del progres-so, i danni prodotti dalla televi-sione, la scultura considerata“purezza, preghiera”. Qua e laSolinas sembra ispirarsi all’ope-ra e alla filosofia dell’amicoMauro Corona e ai suoi libri“semplici come l’acqua”. Fuproprio questa collana a tenerea battesimo Corona rivelando-ne le qualità in “Le voci delbosco” arrivato oggi alla sedice-sima ristampa.

Storia di Neve di Mauro Corona. Mondadori,819 pagine, 22 euro.Un’umanità vittima di antichemaledizioni, schiava dellasacralità di riti antichi, abbruti-ta dalla solitudine si aggiranelle pagine del nuovo librodello scrittore di Erto. Dove siracconta la storia di Neve, unabambina che guarisce i malatie porta una luce d’innocenza inun mondo corrotto. Come sem-pre quando esce un libro diCorona, il botto è assicurato ele classifiche dei best seller neregistrano immediatamente lapresenza. Sugli esiti di questaennesima fatica letteraria i giu-

dizi sono tuttavia controversi.Sul Corriere della Sera (23novembre) Giorgio De Rienzonota che Corona “spreca il suotalento in una scrittura torren-ziale che non sa trovare equili-brio e scorre travolgendotutto”. Lo stesso Corriere dedi-ca l’indomani a Corona unadelle pagine culturali facendoloincontrare con Claudio Magris,celebre autore di “Danubio”,che rimane colpito dalla “vio-lenza impersonale” dello stu-pro subito da Neve, perché“non è tanto un uomo che siscatena, quanto la violenzaimpersonale dello stupro, cosìcome, nonostante le infinite

differenze tra un albero e l’al-tro, è il bosco a vivere e a par-lare, sono le stagioni a germo-gliare e ad appassire”. Ancorauna volta il linguaggio adottatorisulta una mescolanza di lessi-co volgare, dialettale (sbrego,bocia, oma, cioco) e volutesgrammaticature del parlato.Un’opera che impone comun-que grande rispetto, un libro danon perdere.

La vegetazione delle montagne italiane a cura di Renato Gerdol. CAI,Comitato Scientifico Centrale, 387pagine, 22 euro (13 per i soci)Come è stato segnalato sulloScarpone di novembre, il volu-me a cura di Renato Gerdol(coordinatore), Angela Staniscie Marcello Tomaselli, docentiuniversitari di discipline botani-che, con la collaborazione diMassimiliano Fazzini, climato-logo, arricchisce la collana deimanuali del Comitato scientifi-co centrale. Si tratta del solocompendio al momento dispo-nibile sul popolamento vegetaledelle montagne d’Italia, e offreuna descrizione aggiornata escientificamente rigorosa dellavegetazione dei territori mon-tuosi italiani giovandosi di unlinguaggio accessibile anche ailettori non specialisti in materiebotaniche. Per ottenere notiziesulla distribuzione del volumeoltre che in Sede centrale èpossibile rivolgersi al seguenteindirizzo: [email protected]

Tra vento e vertigine di Steph Davis, Versante Sud,200 pagine, 18 euro.Al top dell’alpinismo femminile,l’americana Steph Davis vantaprime ascensioni in Pakistan,Patagonia, Isola di Baffin eKirghizistan ed è stata la primadonna a salire in libera la mae-stosa Salathè Wall su ElCapitan nella Yosemite Valley.Qui racconta la sua vita, dall’e-sordio come pianista all’alpini-smo a tempo pieno. Sguardo dafurbetta, fisico armonioso,Steph racconta anche delle suevicissitudini sentimentali e illibro scorre via gradevole.

Vetrina

Il mondo alpino è al tramonto? Sulle possi-bili risposte è ruotata la presentazioneall’Università di Padova di una recente fati-

ca editoriale di Annibale Salsa (“Il tramontodelle identità tradizionali. Spaesamento edisagio esistenziale nelle Alpi”, Priuli eVerlucca, Torino 2007), presentata agli stu-denti del corso di laurea in Geografia e dinumerosi soci del Club Alpino Italiano. Neabbiamo discusso con l’autore nell’Aulamagna del Dipartimento di storia, partendoda prospettive diverse, insieme con altri duedocenti dell’Ateneo patavino, il filosofo AdoneBrandalise e lo storico Walter Panciera. Salsa ha illustrato la prospettiva di un tra-monto delle identità tradizionali, ma anche lapresa di coscienza del tramonto di un concet-to tradizionale di identità. “Il rischio che sicorre oggi”, ha sottolineato, “è quello di unavisione che scambia la tradizione con il pas-satismo. Le trasformazioni lente del passatohanno fatto pensare a questo; ma oggi i cam-biamenti sono rapidissimi e le forze esternedella società dei flussi rischiano di prevarica-re su quelle interne della società dei luoghi.Questo rischio è particolarmente evidentenelle Alpi attuali, dall’età moderna divenuteperiferia degli stati nazionali, divise da fron-tiere su spartiacque da sempre aperti alloscambio e alla comunicazione. Da qui la sin-drome da marginalità che investe il mondoalpino e produce talora esiti drammatici(come il record di suicidi della Valtellina)”. L’analisi appassionata di Salsa sul mondoalpino postmoderno si è chiusa con la spe-ranza di una nuova alba, i cui albori si colgo-no in virtuosi esempi di “localismo”, connubiofra tradizione e innovazione, tutela dei luoghi

e apertura al mondo: come la rinascita delQueyras, la valorizzazione in chiave ecologi-ca o culturale dei paesaggi della GrosseWalsertal o della valle di Achen in Baviera.Paradossalmente, anche l’attuale, drammati-ca fase di riscaldamento climatico, in analo-gia con l’optimum climatico che ha dato vitaalle “Alpi aperte” medievali, secondo lo stu-dioso potrebbe contribuire al fiorire di un’a-gricoltura di qualità e al rilancio di alcuneforme di neoruralismo in quota, aperte almondo globale. Brandalise, filosofo direttore del master instudi interculturali dell’Ateneo patavino, haevidenziato il carattere “meticcio” dell’operadi Salsa, aperta al confronto con più linguaggie saperi, e ha condiviso la messa in guardiadal pericolo di una nozione di identità alpinapassatizzante, univoca e tipizzante. Panciera,docente di Storia moderna, ha sottolineato asua volta come la montagna svolge da secoliuna funzione di mondo “altro” rispetto a quel-lo della città e della pianura, un ruolo cherimane auspicabile anche per il futuro, comespecchio e occasione di riflessione di un’inte-ra società sui propri percorsi evolutivi o invo-lutivi. Io stesso ho evidenziato come spessol’estremizzazione degli habitat nelle Alpi sia ilprodotto di pratiche comportamentali emodelli culturali divaricanti: da un lato l’indif-ferenza al dove di forme turistico-ricreativesradicate e omologanti, dall’altro la chiusurasolipsistica e l’incapacità di relazione di chi,montanaro, non riesce più a metabolizzare ilnuovo che avanza.

Mauro Varotto Dipartimento di Geografia dell’Università di Padova

Saggistica

Una nuova alba per il mondo alpino

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“Scalare con gioia e semplicità,è questo il mio modo di amareil mondo”, conclude. Chedonna invidiabile!

Diluvio di pietre di Franz Hohler. ADV (www.adv-publshing.ch), 150 pagine,15 euro.Attorno a una gigantesca franache nel 1881 ha distrutto unafrazione di Elm nel cantonesvizzero di Glarona uccidendo115 persone, si dipana la storiadi Katharina, una bambina chenella generale indifferenzaintuisce il pericolo incombentee al momento di scendere a

valle insieme con la nonna e ilfratellino oppone un fiero dinie-go che le salva la vita. Nel riser-vare una particolare cura allaricostruzione della vita in quellapiccola comunità alla finedell’Ottocento l’autore rico-struisce con cura la figura dellabambina senza scadere in lezio-sità alla Heidi. Di grande inte-resse scientifico la postfazionedove vengono ricostruite alcu-ne grandi frane della storia, daquella di Piuro (1618) a quelladella Val Pola (1987), entrambein Valtellina, con la collabora-zione di Gianluigi Borra, inge-gnere e ambientalista delPolitecnico di Milano. ■

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Il più elegante e complesso è probabilmente il costume diFontainemore con il grembiule nero di seta damascataricamato con decorazioni color porpora, lo scialle bianco

come il copricapo, la camicia lunga di lino bianco con loscollo tondo. Le calze di maglia di cotone rosso vinaccia e lescarpe di cuoio nero completano il costume, uno dei tantiraccolti nel prestigioso volume “Abiti” (in grande formato, 24x 30 cm, 392 pag) edito da Priuli& Verlucca per conto delMinistero per i beni e le attività culturali. Curata da Stefania Massari e Tiziana Fragno, lapubblicazione si basa su un’iniziativa realizzata all’inizio delsecolo scorso: l’Esposizione internazionale di Roma del1911, voluta per commemorare il cinquantenario dell’Unitàd’Italia con una notevole collezione di oggetti legati allatradizione. In questo viaggio a ritroso nel tempo vengonopassati in rassegna abiti e costumi della tradizionevaldostana. La fantasia si sbizzarice in particolare nel colore

dei vestiti femminili: gli abiti blu sonoguarniti col rosso, quelli nocciola colblu, quelli celesti col verde, in mododa creare fantasiosi contrasti

cromatici. Le donne evitavano gliabiti lunghi, considerati pericolosiin montagna. Tanto che ladyEliza Cole nel suo “Viaggio diuna signora intorno al MonteRosa” consigliava alle signoredi inserire degli anelli al bordo

delle vesti e passarvi un filo,permettendo così il sollevamentodella gonna in un colpo solo incaso di necessità. Non tutti icostumi presentati nel volumerisalgono al tempodell’Esposizione. Quelli diCourmayeur sono del1930,famosi perché indossati daUmberto di Savoia e della suasposa Maria José del Belgiodurante i festeggiamenti in loroonore a Courmayeur.

Segnalibro

Costumi, una festa di colori

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CHANGEX3: TRE LENTI, UN SOLO OCCHIALE, LA MASSIMA

PROTEZIONE DELL’NXT™ ALLA MELANINA

È il nuovo modello della linea Ziel Extreme Eye Technology. Dispone di unsistema di sostituzione veloce delle lenti per adattarsi a tutte le situazioni:lenti polarizzanti per eliminare i riflessi, gialle riposanti per una maggiorenitidezza, in NXT™ alla melanina per la massima protezione. Campioni dicomfort visivo e personalizzazione sportiva.

Tre lenti diverse, un solo occhiale. È questa la grande innovazione dellalinea Extreme Eye Technology, voluta dal marchio Ziel e approvata dalClub Alpino Italiano per le sue caratteristiche di eccellenza. I modelli

di questa collezione, infatti, hanno il primato di essere i primi occhialisportivi al mondo a essere dotati di lenti in NXT™ alla melanina, unmateriale sviluppato in ambito militare capace di opporre uno schermonaturale totale alle radiazioni solari nocive per gli occhi.Con questo nuovo traguardo, Ziel compie un altro passo avanti verso ilmassimo comfort visivo: ChangeX3 è un occhiale estremamenteperformante che dispone di un sistema facile e veloce di sostituzione dilenti e aste secondo le diverse esigenze di utilizzo. Insieme all’occhiale,infatti, l’azienda veneta fornisce tre tipologie di lenti: polarizzanti, ideali perla protezione dai raggi solari e per l’attività all’aria aperta con luce intensa ein presenza di riflessi generati, per esempio, sulla superficie dell’acqua(mare, fiume, lago), sulla neve o durante la guida; gialle riposanti perconsentire un uso degli occhiali anche con scarsa luminosità o in condizionidi forte luce diffusa, per esempio in presenza di foschia o cielo coperto; inNXT™ alla melanina, idrofobiche, antiappannamento, con grado diprotezione massimo, adatte alla forte luminosità, con un’estremaleggerezza e un’elevata resistenza agli urti tanto da essere garantite a vita,proprio come gli altri modelli della gamma. Questo sistema consente di poter utilizzare in ogni momento un occhialedalle elevatissime prestazioni. Le lenti in NXT™ di cui è dotato ChangeX3,infatti, offrono il massimo livello di protezione nelle situazioni d’uso piùestreme. Al fine di garantire la massima funzionalità, inoltre, Ziel ha introdotto ulteriorielementi per raggiungere un maggiore comfort visivo. Le astine, infatti, possono essere sostituite con una fascetta elasticaregolabile che è ideale per l’attività sportiva: questo sistema dipersonalizzazione consente di accrescere la stabilità complessivadell’occhiale e la sua adattabilità alle diverse esigenze dell’utilizzatore. Allostesso modo, una protezione morbida collocata intorno alla lente in mododa aderire al viso evita l’ingresso di agenti atmosferici e polveri. Si tratta diun componente importante che, soprattutto in situazioni estreme, èfondamentale per evitare danni seri alla vista.

In questo modo, l’occhiale offre una protezione superiore per gli occhi,resta sempre stabile sul viso e dona un comfort visivo eccezionale. Per ulteriori informazioni relative al nuovo modello ChangeX3 e a tutti gli altriocchiali della collezione Ziel Extreme Eye Technology approvata dal ClubAlpino Italiano, è sufficiente contattare: Ziel Italia Srl Via delle Industrie 18 –30025 Fossalta di Portogruaro (Ve) tel. +39 0421 244432 fax +39 0421 244423 - www.ziel.it - [email protected]

NOVITÀ MYNAV OUTDOOR 2009

La gamma dei prodotti outdoor MyNav si amplia e rinnova con i nuoviMyNav 311 Sport PRO e MyNav 600, serie Professional, dedicati a chiama il trekking e le attività sportive all’aria aperta.

MyNav sposta i confini della navigazione assistita al mondo outdoor. Non èsolo un gps cartogra¬fico, ma un navigatore per muoversi ovunque: sentierioutdoor, percorsi mountain bike, strade, piste da sci. Menù ed interfacciasono estremamente intuitivi, massima leggibilità e immediatez¬za delleinformazioni e possono essere usati anche in auto come un comu¬nenavigatore stradale. Ogni prodotto è dotato di scheda precaricata con Italiastradale e n.1 area outdoor a scelta e diDVD Map Manager per PC.MyNav 311 Sport PRODisplay touch-screen 2,8pollici; estremamenteportabile con design frescoed accattivante MyNav 311Sport Pro assicura massimavisibilità in esterna e riccadotazione di accessori:caricatore auto e muro,cavo usb, supporto auto,doppia batteria estraibile allitio, a richiesta kit bici.Software evoluto perl’outdoor, profili altimetrici etrip computer.MyNav 600 ProfessionalResistente all’acqua, agliurti e alla polvere ilnavigatore MyNav 600non teme nulla. Il dispositivo è alimentatoda batterie stilo ricaricabilied è dotato di unoschermo touch-screentransflective da 3,5 polliciper garantire massima visibilitàin esterna. Tastiera hardware per agevolare l’uso in condizioni difficili.Software evoluto per l’outdoor, profili altimetrici e trip computer.Mappe outdoorLe mappe MyNav per l’outdoor sono integrate allo stradale Italia, pernavigare su strade e sentieri outdoor con continuità. Grazie a MyNav è possibile impostare un percorso da casa al rifugioprescelto. Le mappe disponibili (comprensive di stradale Italia) si estendonoormai allo “stivale”: intero arco alpino (Dolomiti/Alpi Orientali * AlpiOccidentali e Liguria * Alpi Centrali), Appennino Tosco-Emiliano e ilnuovissimo Appennino Centrale.Maggiori informazioni su www.mynav.it

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News dalle aziende A cura di Susanna Gazzola (Servizio pubblicità)

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Anche nel 2008 il Rock Master, giuntoil 6 e 7 settembre alla 22° edizione, èstato un grande spettacolo, ma primaancora un importante evento di gare

di arrampicata e bouldering, uno di queglieventi che possono dare un apporto positivoa questo sport sia in termini prettamentesportivi, sia in termini di diffusione di un’at-tività apprezzata e praticata in tutto il mondoda centinaia di migliaia di appassionati. Gliitinerari su difficoltà elevatissime sono statipredisposti dai tracciatori Leonardo DiMarino e Donato Lella per le prove di arram-picata e da Jackie Godoffe per il boulder.Andrea Gennari Daneri ha presentato i varimomenti di gara. Nella prova maschileLEAD (difficoltà) “a vista” il basco PatxiUsobiaga è stato uno degli atleti più attesi ela vittoria non gli è sfuggita. Nella prova fem-minile successo per la giovanissima austria-ca Johanna Ernst, di soli 15 anni e solo 3anni fa vincitrice ad Arco del Rock MasterJunior, che ha raggiunto la catena (top),sostenuta nell’impresa dall’entusiasmo dellemigliaia di persone presenti. Il pubblico haapplaudito generosamente tutti gli atleti, dai

nostri Luca Zardini, Jenny Lavarda eManuela Valsecchi, agli altri atleti impegnatiin gara, Jakob Schubert, Magnus Midtboe,Jorg Verhoeven, Thomas Tauporn, KlemenBecan fra i maschi, e Mina Markovic, OlgaShalagina, Yana Chereshneva, Barbara

Bacher, Christine Schanz. Nella prova del parallelo di velocità l’ucrainaOlena Ryepko ha controllato senza problemila gara. In campo maschile molto atteso l’e-sordio del bresciano Lucas Preti giunto auna storica (per l’Italia) semifinale, superan-do l’ucraino Maksym Osipov. La finale traManuel Escobar e Maksym Styenkovyy èstata “super”, come la velocità di arrampica-ta con cui i due corrono verso l’alto: ha vintoEscobar, ma per poco. Nella gara LEAD (difficoltà), fra le ragazze laquindicenne Johanna Ernst ha vinto il RockMaster giungendo in catena su entrambi gliitinerari. Ora l’arrampicata femminile haun’altra grande interprete. E giunge ilmomento della verità nella finale maschileLEAD: inizia il plurivincitore di Arco, lo spa-gnolo Ramon Julian Puigblanque e tutto ilpubblico ha oramai compreso che la finalesarà fra lui e il conterraneo Usobiaga. Chefinale! Lo spagnolo attacca la via, la correletteralmente, entra sul tetto, si gira su sestesso, tiene, passa e va sicuro fino alla cate-na. Una grande prestazione! E ora tocca aUsobiaga: parte un po’ contratto, ma la moti-vazione è altissima. In breve riesce a trovareil giusto “mix” fra motivazione, forza, tena-cia e fluidità e spinge, spinge, gira e volteggiae anche per lui è catena: la meta è raggiunta.Vince il 22° Rock Master. Bravissimo.Il grande Godoffe, creatore dei tracciati,

ha saputo coniugare forza ed equilibrio, lenuove strade del bouldering, quelle chepotrebbero aprire la strada per un accessosempre maggiore ai media televisivi.

Augusto Angriman

Scuola centrale di alpinismo e arrampicata

Le stelle del Rock MasterEventi Arrampicata che passione

Nella settimana dal 6 al 12 ottobre la ventitreesima edizione di Sondriofestival,rassegna dei documentari sui parchi organizzata dal Comune di Sondrio e dalCAI, ha registrato un notevole successo con larghissima affluenza di pubblico

(circa mille persone al giorno, senza contare gli studenti), durante le proiezioni di mat-tina (per gli studenti), di pomeriggio e di sera. Organizzata in una tensostruttura allaGarberia grazie a una felice intuizione della direttrice Simona Nava, la kermesse si èulteriormente imposta per competenza, interesse e partecipazione, soprattutto per gliospiti e i registi stranieri tra cui i rappresentanti di Ecomove, la rete dei festival sull’e-cologia, come hanno giustamente rilevato il sindaco Alcide Molteni e la neo presidentedel festival e assessore alla Cultura Marina Cotelli.Tra i dodici film in concorso selezionati dal comitato scientifico presieduto da MariaGrazia Cicardi, si è imposto “Gli Alti Tatra” del regista slovacco Pavel Barabas, pro-dotto dalla televisione austriaca, che ha avuto dalla giuria internazionale - presiedutada Pino Brambilla della Commissione cinematografica del CAI - il massimo ricono-scimento. Il documentario illustra l’ambiente alpino di questa catena montuosa alconfine tra Slovacchia e Polonia, soffermandosi sugli aspetti naturalistici (vita deilupi, dell’orso bruno, della lince e dei cervi), ma anche sugli alpinisti che scalano lepareti di roccia, i pastori di pecore e i montanari della minoranza Goral che ancoravivono in tipiche case di legno. Il secondo premio, offerto dal Parco nazionale delloStelvio, è stato assegnato a “Il ritorno del bue muschiato” di Vasili Sarana, unacoproduzione estone-russa realizzata nella remota tundra siberiana (penisola diTajmyr) alla ricerca degli esemplari importati dall’Alaska molti anni fa e di cui non siaveva più notizia. Alla serata conclusiva hanno presenziato in rappresentanza delClub alpino l’ex consigliere centrale Francesco Maver, lo stesso Brambilla e il consi-gliere del festival Guido Combi.

Piero Carlesi Sezione di Milano e GISM

Rassegne

Gli Alti Tatra svettano sul Sondriofestival

Lo stadio di Arco al gran completo (foto di Giulio Malfer).

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Dopo quarant’anni trascorsi a contattocon la roccia, Ivan Guerini ha le cartein regola per qualificarsi come unodei più autorevoli sostenitori dell’ar-

rampicata “dove è naturalmente possibile”.Un concetto che da tempo elabora questomilanese tenace che più di altri ha contribui-to a far conoscere gli splendori della Val diMello legandola storicamente alla prima viadi VII riconosciuta nelle Alpi, la salita delPrecipizio degli Asteroidi. La sua filosofia lasi può desumere da un saggio apparso su unrecente Annuario dell’Accademico, signifi-cativamente intitolato “La natura verticalealla luce della libera esplorativa”. Dove ilconcetto di “libera esplorativa” si traducenell’opportunità di “salire la difficoltà inalte-rata con un certo margine di sicurezza,soprattutto se non vi è contrasto tra il desi-derio di affrontare e la necessità di dimo-strare a tutti i costi di essere all’altezza”.

Parla di difficoltà inalterata, Ivan, e insistenel concetto di stabilire un rapporto etica-

mente e tecnicamente corretto con la pare-te. “La compattezza”, spiega, “è la vera eprincipale attrattiva del luogo, sia perché lorende emozionante agli occhi del turista edell’escursionista, sia perché incentiva l’ar-rampicatore a provare a salire”. Il punto cru-ciale della questione è l’uso ragionevole dichiodi, nut e friend: mezzi tecnici inseribilisolo in sedi naturali e che non incidono dun-que sulla compattezza.

“Esplorando la Val di Mello”, raccontaIvan, “mi resi immediatamente conto dicome la struttura della compattezza fosse laprima risorsa ambientale del luogo che, peressere valorizzata, non andava assolutamen-

te manipolata con attrezzature invasive poi-ché, così facendo, le sue componenti sostan-ziali sarebbero state eliminate”.

Logico corollario di quanto sostiene l’alpi-nista milanese è l’uso improprio di fittoni aespansione di fine anni ‘50, degli spit deiprimi anni ‘80 e dei fix resinati di oggi: nonmezzi tecnici ma infissi geotecnici che alte-rano la natura della difficoltà originata dallacompattezza della pietra e di conseguenzaincidono sulla percezione soggettiva delrischio. Da qui la sua scelta di praticare la“libera esplorativa” senza mezzi che incido-no sulla “difficoltà inalterata” della roccia.La crociata di Guerini, se di questo si tratta,è rivolta agli scalatori che definisce tecnoclimber, caldamente invitati a una frequenta-zione più consapevole della natura verticale.

Una proposta già espressa nel suo librosulla Val Grande e Val Pogallo riguarda ilconcetto di zona “no spit” a salvaguardia delgeosistema verticale. “Pertanto”, osservaGuerini, “se in questi anni sono stati attrez-zati sulle falesie di Lombardia un’ingentequantità di tracciati tecno climb a infissi geo-tecnici, allora è necessario preservare anchela testimonianza storica di centinaia di fale-sie, rupi e speroni da me esplorati nellePrealpi e nelle Alpi Lombarde dal 1977 al1997, con itinerari compiuti in libera esplo-rativa (con mezzi tecnici di protezione insedi naturali)”.

Il suo progetto? “Contribuire alla valorizza-zione territoriale delle aree retiche e orobi-che sconosciute, con la testimonianza di unmodo di percorrere le pareti avente una tipo-logia di salita a protezioni naturali”. Ma pro-prio per questo suo andare controcorrentec’è il rischio che i destinatari del messaggiocontinuino a fare orecchie da mercante.Importante è che, attraverso l’Annuario, ilsuo messaggio arrivi a destinazione. ■

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Libera, purché esplorativaScalatori Ivan Guerini

CALABRIA Scuola di escursionismo in AspromonteIl Gruppo di lavoro per l’escursionismo dell’area centro meridionale e insulare incollaborazione con il Gruppo regionale della Calabria del Club Alpino Italiano haorganizzato un corso propedeutico alla formazione degli accompagnatori diescursionismo (AE) e uno di aggiornamento. L’attività formativa, rivolta ai sociparticolarmente motivati che intendono impegnarsi per la promozione, la gestione el’organizzazione delle attività dell’escursionismo e della sentieristica nell’ambitodella propria sezione CAI, si è svolta il 23 novembre a Gambarie d’Aspromonte. Il presidente regionale Antonino Falcomatà, che ha fortemente voluto il corso inCalabria, ha dato il via ai lavori. Le lezioni in aula hanno riguardato l’organizzazionee la struttura del Club Alpino Italiano, la figura e i compiti dell’accompagnatore diescursionismo, l’organizzazione di una escursione, l’equipaggiamento, i nodi e lemanovre di corda, la fisiologia e l’alimentazione, la meteorologia, la cartografia el’orientamento, l’ambiente montano, la cultura del territorio, la sentieristica e lasegnaletica, la psicologia di gruppo, i pericoli in montagna e il soccorso alpino.L’attività pratica è consistita in un’escursione e nell’apprendimento della tecnica diprogressione su via ferrata.

EMILIA ROMAGNA. Convenzione per CanossaUna convenzione è stata stipulata tra il Comune di Canossa e il Gruppo Regionaledel Club Alpino Italiano dell’Emilia-Romagna per la valorizzazione della retesentieristica del territorio canossano. Alla cerimonia per la firma erano presenti innovembre il sindaco di Canossa Enzo Musi, l’assessore all’Ambiente Lorena Virgilli,il presidente regionale del CAI Paolo Borciani, il presidente della Sezione di ReggioEmilia Gianni Riccò Panciroli, il presidente del Comitato scientifico regionaleGiuliano Cervi e il consigliere del CAI reggiano Patrizio Prampolini. La convenzionepunta su una forte crescita del turismo escursionistico e naturalistico-culturale nelterritorio canossano, organizzando convegni, promuovendo escursioni esviluppando iniziative per fare conoscere e percorrere i sentieri che attraversano le“Terre di Canossa” dal maggior numero possibile di appassionati.

CAI Regioni

Dall’illustre alpinista milanese,pioniere dell’arrampicata in

Val Masino, un invitoall’esplorazione consapevole

della “natura verticale”

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Per tenere alta l’attenzionesul problema degli inci-denti causati dalle valan-ghe che nel “ponte”

dell’Immacolata Concezionehanno assunto tragiche propor-zioni (otto morti e un dispersosecondo la Stampa del 9/11),domenica 18 gennaio si terrà unagiornata nazionale di sensibiliz-zazione e prevenzione. Ne dà l’annuncio il Corpo nazio-nale soccorso alpino e speleolo-gico che da anni promuove inLombardia il progetto “Sicuri inmontagna” con la collaborazionedelle Scuole di scialpinismo, delServizio valanghe italiano e dellaSocietà alpinistica FALC. Ora èvenuto il momento di estenderela giornata, com’è stato prean-

nunciato sullo Scarpone, all’inte-ro territorio nazionale, tenutoconto che i precedenti interventihanno fatto registrare diffusecarenze nella preparazione per-sonale, nella valutazione del peri-colo e dell’uso dell’attrezzaturad’autosoccorso. Il 18 gennaio in varie localitàverrà data vita a momenti di coin-volgimento aperti a tutti gliappassionati che desideranoapprofondire le conoscenze sullafrequentazione in sicurezza dellamontagna innevata. Per conosce-re le iniziative e le località inte-ressate, occorre consultare i sitiweb di riferimento che sarannopuntualmente aggiornati: www.sicurinmontagna.it

www.cai.it - www.falc.net

Monti SibilliniAvanzato per scialpinisti E’ rivolto a chi ha già esperienza nell’usodelle attrezzature per la sicurezza inambiente innevato. Diretto da BeppeStauder, si svolge dal 28 febbraio al 1°marzo sui Monti Sibillini, presso l’albergoDomus Laetitia (Frontignano). Occorreprovvedere di persona alla prenotazioneper il soggiorno (073790140 [email protected]). Richiesta padronanza degli scifuori pista e discreta esperienza nelloscialpinismo. Obbligatoria la normale dota-zione per gite di sci alpinismo a livelloBSA, ARVA, pala e sonda. La domandadeve essere inviata entro il 20 febbraio [email protected]. La quota è di 50 euro(soci CAI) e 65 euro (non soci) da versarepresso Banca Popolare di Sondrio Ag.21 diMilano, IBAN IT48 W056 9601 6200 00000200X27 C/C 200X27. Il modulo è reperibi-le presso http://www.scialp.it/corsi/modu-loiscr.doc. Informazioni: Beppe Stauder0536.850198 – 331.9794483 e-mail : [email protected]

LagoraiAvanzato per scialpinistiDiretto da Beppe Stauder, si svolge il 7 e 8marzo presso l’albergo Calamento(Lagorai, Trento). Occorre provvedere dipersona alla prenotazione per il soggiorno

(0461760964). Viene richiesta padronanzadegli sci fuori pista e discreta esperienzanello scialpinismo. Obbligatoria la dotazio-ne per gite di sci alpinismo a livello BSA,ARVA, pala e sonda. La domanda va invia-ta entro il 20 febbraio a [email protected] La quota è di 50 euro (soci CAI) e 65euro (non soci) da versare presso la BancaPopolare di Sondrio Ag.21 di Milano, IBANIT48 W056 9601 6200 0000 0200X27 C/C200X27. Il modulo è reperibile pressohttp://www.scialp.it/corsi/moduloiscr.doc.Informazioni: Beppe Stauder 0536.850198 –331.9794483 e-mail : [email protected]

MajellaAutosoccorso in valangaSi tiene nei giorni 7-8-9 marzo al passo SanLeonardo nella Majella (Pacentro, AQ)presso l’Hotel Celidonio. Occorreprovvedere personalmente allaprenotazione del soggiorno(tel/fax 086441138). Ilcorso è rivolto in partico-lare a chi è già in posses-so di nozioni di base per laprogressione su terreniinnevati. Attrezzatura consi-gliata (ma non obbligatoria): pala,sonda, Arva. Equipaggiarsi con ghettee calzature da neve. Il corso è diretto daAlessandro Calderoli, vice Claudio Dian

(ISA INV), istruttori A.Calderoli, C.Dian,A.Riva, E.Usuelli, per le tecniche sanitarieM.Monego, A.Spinelli. Modulo disponibilesul sito www.cai-svi.it. La domanda deveessere inviata entro il 28 febbraio presso laSegreteria SVI via Petrella 19 20124 Milanofax 02- 205723201. Quota: 80 euro soci CAI,90 euro non soci, da versare presso BancaPopolare di Sondrio Ag.21 di Milano, IBANIT48 W056 9601 6200 0000 0200X27 C/C200X27. Info: segreteria Svi AndreaBalsano 335 – 6538739, AlessandroCalderoli 035.400265 ore pasti; [email protected]* www.cai-svi.itwww.scialp.ite-mail: [email protected]

Prevenzione Giornata nazionale domenica 18 gennaio

Sicuri con la neve

I corsi del Servizio Valanghe Italiano*

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Occorrerà trovare presto una soluzioneal grosso problema della presenzadell’orso sulle montagne venete, tren-tine e friulane-giuliane (re)introdotto

dalla regione autonoma Trentino-Alto Adigeuna decina di anni fa. Una decisione assun-ta, per quanto ne so, senza sentire il pareredelle regioni vicine e senza far pervenire allepersone interessate (alpigiani, alpinisti, turi-sti, operatori, ecc.) un minimo di “istruzioniper l’uso” in caso di incontri con il plantigra-do. Non può rientrare nell’autonomia deci-sionale delle due province o della regioneun’azione di questo genere, che genera situa-zioni di serio pericolo non solo per gli abi-tanti della regione stessa ma anche per quel-li delle regioni circonvicine.

E così ora, dopo tutti gli episodi di incontririferiti da stampa e televisione, l’assordantesilenzio dei nostri amministratori (veneti) èin assoluta consonanza col silenzio deiresponsabili. A tutti va bene questa situazio-ne? A me no di sicuro perché quando vado inmontagna voglio poterlo fare con serenità.Ma quello che oltre a non starmi bene mi dàanche fastidio è la pretesa di chi cerca diconvincerci che l’orso non è affatto perico-loso, basta non arrivargli alle spalle in silen-zio, nel qual caso possono attaccare, mentrese l’arrivo è preceduto da rumori o suoninon c’è da preoccuparsi. Inoltre la presenzadell’orso può avere risvolti negativi su turi-smo, agricoltura e allevamento. È di questaestate la notizia che nella bassa valledell’Agno (Vicenza) una donna s’è imbattutanel plantigrado, in un luogo verso la finedella vallata, popolarissimo, a una decina dichilometri da Montecchio Maggiore dovepassa la statale 11 Padana superiore e l’au-tostrada A/4. Si ripeteranno gli episodi di

caprioli, camosci, cervi che traversano stra-de e autostrade e saccheggiano gli orti? Inquesti casi si tratta di animali pressochéinoffensivi. Ma se l’orso arrivasse in città enei paesi? Il caso dell’avvelenamento di orsiin Abruzzo è sintomatico. Credo che il CAIdovrebbe farsi carico di un’interrogazioneparlamentare chiedendo se è corretto chealpinisti e abitanti delle montagne, nonchéturisti e operatori, vengano lasciati soli difronte al problema.

Ed è giusto, per concludere, che regionicome il Veneto, che tanto concorrono allaricchezza delle regioni autonome, vedanosprecati fiumi di danaro per un’operazione

perlomeno dubbia per le ricadute in terminiecologici e turistici?

Lucio Panozzo

[email protected]

Sezione di Vicenza

Non esiste alcun “grosso problema” legato

alla presenza dell’orso e quindi non si sta

cercando alcuna “soluzione” in questo

senso; certo non mancano conflittualità,

come succede ovunque siano presenti popo-

lazioni di orso, ma le soluzioni alle quali si

lavora giorno per giorno, con dedizione,

sono volte a favorire la coesistenza con l’uo-

mo sulle nostre montagne; è un percorso

non facile ma che un po’ alla volta sta

dando i propri frutti.

L’orso è stato reintrodotto dalla Regione

autonoma Trentino-Alto Adige. Quanto alla

decisione di mantenere l’orso sulle Alpi

(non di “reintrodurlo”) non è stata presa

né dalla regione né dalle province che la

compongono: l’iniziativa è partita dal

Parco Adamello Brenta (PNAB) al quale si

sono poi affiancate la Provincia autonoma

di Trento (P.A.T.) e l’Istituto nazionale per

la fauna selvatica (INFS).

Le regioni vicine sono state sentite sia

prima che dopo la fase dei rilasci. Prima,

tramite accordi scritti con le province con-

finanti (promossi dal PNAB), dopo sulla

base del “Piano d’azione interregionale per

la Conservazione dell’orso nelle Alpi

Centro-orientali - 2007 (PACOBACE), fir-

mato da tutte le regioni, dal Friuli alla

Lombardia, Veneto compreso.

Il lettore obietta che nessuna istruzione

30 - LO SCARPONE, GENNAIO 2009

Montagne nostre La presenza del plantigrado nei boschi

Orso no problem?

L’orso bruno (ursus arctos) è sempre stato presente nell’arco alpino. Poi unacaccia spietata e la diffusione degli sport della montagna lo hanno fatto spariredovunque, salvo che in Trentino dove la popolazione è ridotta a una ventina di

esemplari. Qui l’orso ha trovato boschi intatti e qualche vero amico. In questo contesto, nel 1996, ha preso avvio mediante finanziamenti Life dell’UnioneEuropea il Progetto Life “Ursus – tutela della popolazione di orso bruno del Brenta”promosso dal parco naturale dell’Adamello-Brenta, in collaborazione con laProvincia Autonoma di Trento e con l’Istituto nazionale per la fauna selvatica. Il pro-getto prevedeva la reintroduzione di 10 esemplari provenienti dalla Slovenia poiché,grazie a studi preventivamente effettuati, si era appurato che quello fosse il numerodi animali necessario per arrivare ad avere, nel giro di circa 30 anni, una popolazio-ne minima vitale di circa 40-60 individui. Il progetto ha certamente avuto successopoiché gli esemplari si sono ben adattati al nuovo territorio di vita e la popolazione ècaratterizzata da un’espansione sia numerica (circa 25 individui nel 2007, grazie a13 eventi riproduttivi accertati tra il 2002 e il 2007) sia territoriale.Gli orsi compiono frequenti scorribande muovendosi soprattutto di notte. Tutti hannobisogno di integrare una dieta che è in prevalenza di vegetali (radici, frutti, germogli,eccetera) con proteine animali (carne fresca, soprattutto). Una recente apparizionedell’orso nella zona del Malghet, sul Bondone, si è conclusa con una denuncia allaProvincia: come ha riferito il 18 ottobre il quotidiano L’Adige, un sessantacinquennedi Sopramonte si è rivolto ai carabinieri di Candirai raccontando di avere rischiato ilcollasso quando si è trovato a tu per tu con il plantigrado.

Le sue abitudini, il suo habitat

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LO SCARPONE, GENNAIO 2009 - 31

per l’uso è stata preparata per chi vive in

montagna. Le istruzioni sono state date

eccome: esiste un’apposita campagna di

informazione denominata “Conosci l’orso

bruno” lanciata dalla PAT nel 2003 e tutt’o-

ra in corso (siti, poster, depliant, serate,

convegni, incontri, con il pubblico in gene-

rale, con cacciatori, allevatori, apicoltori

anche in Veneto!). Si veda tra gli altri

www.orso.provincia.tn.it alla voce “comu-

nicazione”.

Vero, verissimo che su questioni così

importanti le province autonome non deci-

dono da sole. Infatti ben due ministeri

hanno dovuto autorizzare il progetto, oltre

che l’INFS. Dirò di più. La conservazione

dell’orso è una priorità europea: l’UE ha

condiviso e finanziato il progetto.

Se poi si asserisce che “bisognerebbe pen-

sarci due volte prima di prendere certe deci-

sioni”, posso rispondere che non si è parti-

ti se non dopo aver condotto un apposito e

approfondito studio di fattibilità (nel

1997); il che, unitamente all’acquisizione

di tutte le autorizzazioni, ha richiesto non

meno di cinque anni preparatori. Non a

caso questo viene considerato in Europa il

più solido e serio tentativo di conservazio-

ne dell’orso mai realizzato sinora.

Davvero “si cerca di convincere a tutti i

costi che l’orso non è pericoloso”? Niente

affatto. Sui nostri materiali informativi e

nei nostri incontri con la popolazione l’orso

è definito animale “potenzialmente perico-

loso”, a fronte peraltro di 150 anni di dati

storici senza un solo caso documentato di

aggressione deliberata all’uomo. L’orso è un

animale selvatico più veloce e forte dell’uo-

mo e in quanto tale va rispettato e conside-

rato.

“Quando vado in montagna voglio farlo

con serenità”, scrive il lettore. Orbene, l’orso

fa parte delle Alpi da decine di migliaia di

anni, ha diviso le grotte con i nostri ante-

nati, i monti con i nostri nonni e le culle

con i nostri figli: è parte della nostra storia.

Si può tranquillamente continuare ad

andare in montagna anche dove è presente

l’orso seguendo alcune ovvie regole di buon

senso (non alimentarlo, non avvicinarsi

per fare foto, ecc).

Sono stati sprecati fiumi di denaro? Ogni

spesa è documentata e di pubblico dominio,

anche in risposta a diverse interrogazioni.

I fondi per la gestione dell’orso non sono

andati a intaccare in alcun modo settori

come la sicurezza e la sanità, ma esclusiva-

mente quello (tra l’altro molto esiguo in

Italia) relativo all’ambiente.

Claudio Groff

Servizio Foreste e Fauna

Provincia Autonoma di Trento

Realizzare una rete telefonicasicura e affidabile 24 ore su24 per 365 giorni l’anno che

consenta chiamate di soccorso atutti i rifugi del CAI posti nell’arcodelle Orobie bergamasche: questoil progetto che ora è realtà grazie alcontributo del Rotary club BergamoNord associato al RotaryInternational. L’utilizzo è semplice: ogniapparato è dotato di due pulsanti, unoprogrammato per chiamate d’emergenzasanitaria al servizio SSUEm 118 diBergamo, l’altro per chiamate (non dinatura sanitaria) alla centrale operativadel Soccorso alpino di Clusone. Bastapremere il pulsante di riferimento e in“viva voce” si è in comunicazione conl’operatore. Una volta finita lacomunicazione la linea telefonica sidisconnette automaticamente.L’idea di realizzare questa rete, preziosain caso di necessità per gli alpinisti e gliescursionisti che frequentano le Alpi ePrealpi bergamasche, è stata proposta daRenato Ronzoni, tecnico del Soccorsoalpino e speleologico bergamasco. Ideasubito condivisa da Gianfranco Tironi,socio del CAI di Bergamo e del ClubRotary Bergamo Nord e dal presidentedel CAI di Bergamo Paolo Valoti nonchédal Direttivo della sezione. Io stesso sonostato coinvolto per seguire larealizzazione quale componente dellaCommissione rifugi e consulente intelecomunicazioni per il sodalizio orobico.Il progetto è unico nel suo genere in Italiae forse anche all’estero. I nuovi apparatitelematici costruiti dalla Fitre Spa diMilano, già in commercio e in eserciziopresso alcune industrie e in autostradacome SOS collegati a linee telefonichetradizionali, è stato felicementesperimentato su linee telefoniche conponti radio, come appunto quelle esistentinei rifugi alpini in alta quota dove i nuoviapparati sono stati installati nei localiinvernali sempre aperti. Come sono andate le cose? Redatto unprogetto preliminare, effettuato un test inun rifugio alpino, apportate le primemodifiche tecniche necessarie, è statapresentata al gestore della linea telefonicaTelecom Italia Spa la comunicazioneufficiale del progetto esecutivo. Con l’arrivo dei primi sette apparati e delpersonal computer, nel 2007 grazie alfinanziamento del Rotary Club si è potutorealizzare la prima fase del progetto

installando gli apparati nei locali invernalinei rifugi alpini ubicati sullo storico“Sentiero delle Orobie”: Alpe Corte, LaghiGemelli, F.lli Calvi, Baroni al Brunone,Coca, Curò e Albani. Il PC corredato di unprogramma specifico è stato installatonella sede del CAI di Bergamo alPalamonti con la collaborazione del socioGiovanni Seletti. Nel corso del 2008, conil completamento del contributoeconomico da parte del Rotary ClubBergamo Nord, si è avviato poi il progettodi acquisto e installazione del secondolotto dei telefoni SOS presso i rimanentirifugi: A. Gherardi, F.lli Longo, C. Benigni,Ca’ S. Marco, Rino Olmo e NaniTagliaferro.I lavori sono stati eseguiti con la massimacura grazie all’aiuto dell’amico GianniCrotti, a sua volta socio del CAI Bergamo.Spinti dalla voglia di fare, abbiamo tuttimesso a disposizione la nostraprofessionalità lavorativa e il nostro tempoa favore di questo progetto in cuicrediamo molto e, zaino in spalla,abbiamo affrontato le numerose salite apiedi sui sentieri bergamaschi, in alcunicasi fin dove era consentito con ilfuoristrada del Soccorso alpino, portandoil materiale necessario all’installazione, gliapparati SOS assemblati e provati primadella salita, i cavi e tutti gli accessori perla loro posa.Ora il logo del Rotary Club Bergamo Nordassieme allo stemma del Club AlpinoItaliano e del CNSAS VI Orobica apparesulle targhe vicino agli apparati conindicazioni e modi d’uso scritti in cinquelingue, italiano, francese, spagnolo,tedesco e inglese. Ringrazio ancora per illodevole gesto di alto valore morale,sociale e umano, anche a nome delpresidente Valoti e del Consiglio direttivodel CAI Sezione di Bergamo, il RotaryClub Bergamo Nord, noto per l’ampiasolidarietà verso il prossimo, che si èunito alla cordata del CAI e del Soccorsoalpino per portare più sicurezza fra lenostre meravigliose Alpi bergamasche.

Giancarlo Alborghetti Sezione di Bergamo

Telecomunicazioni

SOS dai rifugiorobici

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Torino Cambio della guardiaDopo quattro anni Daniela Formica (foto), avvo-cato torinese, ha lasciato la guida della Sezione diTorino (via Barbaroux, 1 – 1022 Torino), la piùantica e prestigiosa del Club Alpino Italiano,prima donna presidente in oltre 140 anni di storiadel Sodalizio. Del rinnovato consiglio direttivofanno ora parte Osvaldo Marengo (presidentedopo essere stato vicepresidente negli ultimiquattro anni), Nanni Bertagna confermato nelsecondo mandato da vice, Luigi Gaido neovice-presidente dopo essere stato consigliere negliultimi tre anni, e i consiglieri Giuseppe Lavesi,Laura Spagnolini, e la stessa Daniela Formica cheresta in direttivo come da tradizione per assicurare la necessaria con-tinuità. Sono usciti in quanto non rieleggibili i due past presidentRoberto Ferrero e Mauro Marucco. Alle pagine del periodico sezio-nale “Monti e valli”, la gentile Daniela ha affidato alcune riflessionisull’intensa attività svolta nel corso del suo mandato. “La maggiorparte delle iniziative”, scrive, “sono state intese a stimolare, agevola-re e diversificare le relazioni interne con sottosezioni, gruppi e scuo-le, a ricercare un nuovo assetto organizzativo del Comitato di presi-denza, ad attuare alcuni significativi risparmi di spesa, a consolidarei rapporti con le istituzioni locali, Città di Torino prima di tutto eRegione Piemonte, a valorizzare l’immagine della sezione e del Montedei Cappuccini quale sede naturale di eventi significativi legati allavita del Sodalizio e alla montagna in generale”. Notevole è stato, sot-tolinea la presidente uscente, l’impegno nei confronti dei rifugi. Dopogli anni dei grandi lavori di ristrutturazione e manutenzione straordi-naria, d’intesa con la sorella Sezione UGET-Torino, è stata attuata inparticolare la ricostruzione del rifugio “Francesco Gonella”, presidiostrategico della più classica via normale di salita al Monte Bianco.

BERGAMO Educazione sanitaria, 18° corsoOrganizzato presso il Palamonti di Bergamo dalla Commissionemedica sezionale dal 9 ottobre al 13 novembre con dieci lezioni eoltre 40 partecipanti, il 18° Corso di educazione sanitaria ha trattatodi: rianimazione BLS (relatori Manuel Moretti, A. Spinelli e Lazzarini);traumi e ferite (Borgonovo e Maffioletti); problemi medici cui si puòandare incontro alle alte e medie quote (Bonicelli); disturbi della psi-che e del comportamento in montagna (G. Agudio e F. Lanfranchi);lesioni provocate dal freddo e dalle radiazioni solari (L. Barcella eLeopardi); allenamento e affaticamento in montagna (B. Sgherzi e D.Malgrati); alimentazione in montagna (F. Sileo e P. Cristini); problemimedici riguardanti bambini e anziani (G.C. Agazzi); abbigliamento (C.Bonaldi); il morso di vipera (Cheli e Bacis); utilizzo dei farmaci (G.B.Parigi); CNSAS e attivazione del soccorso organizzato (F. Oliari). Ilcorso si è concluso con la consegna degli attestati di partecipazione.

PORDENONE Carlesso, cent’anniNella sala consiliare del Municipio di Pordenone è stato ricordato innovembre Raffaele Carlesso nel centenario della nascita. In ricordodel famoso alpinista, un protagonista dell’epopea del sesto grado, èstato presentato il libro “Raffaele ‘Biri’ Carlesso, gloria dell’alpinismoitaliano”, scritto a quattro mani da Roberto Barato e RobertoBianchini. Il sindaco Sergio Bolonello ha avuto parole di grande

32 - LO SCARPONE, GENNAIO 2009

Parchi nazionali, nuove strategie

Un’intesa è stata sottoscritta il 1° novembre a Ortona deiMarsi (AQ) tra Club Alpino Italiano e Parco Nazionaled’Abruzzo, Lazio e Molise in occasione del convegno“Sentieri e rifugi tra natura e cultura” organizzato dal CAI

Abruzzo (www.caiabruzzo.it) e dal Parco. Nella stessa giornataè stata firmata anche la convenzione tra CAI Abruzzo eDipartimento di tecnologie per l’ambiente costruito (DiTAC)dell’Università G. D’Annunzio di Chieti. Scelte sociali e prote-zionistiche per le montagne dell’Appennino sono alla base di unimpegno in realtà già in atto, ora corroborato e attualizzato dal

documento sottoscrittoda Annibale Salsa, presi-dente generale del CAI, eda Giuseppe Rossi, presi-dente del Parco nazionaled’Abruzzo, Lazio eMolise. Soddisfazione èstata espressa dal vice-presidente generaleGoffredo Sottile interve-nuto alla cerimonia per larinnovata attenzione cheil Club Alpino Italianopone al sistema delle aree

protette anche come socio di FederParchi. Il protocollo di col-laborazione, che integra le intese già stabilite con gli altri Parchid’Abruzzo (Gran Sasso e Monti della Laga, Maiella e Sirente-Velino, con i quali l’intesa avvenne nel 1998), consente di realiz-zare iniziative sul territorio adottando particolari strategie. Nelcorso del convegno moderato dal presidente Giuseppe Rossi èstato annunciato che un primo intervento interesserà l’escur-sionismo per un utilizzo naturalistico e culturale del territorio.Al convegno hanno portato i saluti il sindaco di Ortona dei MarsiCristiano Bertolini e il presidente del CAI Abruzzo Eugenio DiMarzio. Sono intervenuti con relazioni M. Cristina Forlanidell’Università G. D’Annunzio di Chieti, Marcello Borrone, vice-presidente della Commissione rifugi e Filippo Di Donato delCAI Abruzzo, referente del Club Alpino Italiano in FederParchi,il presidente della Comunità del parco Alberto D’Orazio. VittorioDucoli, direttore del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, è stato ilmoderatore di una tavola rotonda in cui si è fatto il punto sullaconsistenza della rete dei sentieri e dei rifugi del parco e si èannunciato un programma di riqualificazione per i circa 600 kmdi sentieri e per i 18 rifugi e bivacchi esistenti nella zona. Sonointervenuti Oremo Di Nino direttore del Parco RegionaleSirente-Velino, Carmine Carmosino presidente del CAI Molise,Luigi Scerrato presidente del CAI Lazio. Per il CAI erano pre-senti anche il consigliere centrale Onofrio Di Gennaro e il diret-tore editoriale della stampa sociale e coordinatore nazionale perla comunicazione e promozione eventi Vinicio Vatteroni.

QUICAIAttività, idee, proposte

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LO SCARPONE, GENNAIO 2009 - 33

stima anche per un’altra persona appena scomparsa, la “memoriastorica” del CAI Tullio Trevisan. Il presidente sezionale Remondi si èsoffermato sulla qualità dell’opera di Bianchini e Barato mentre ilgiornalista del Messaggero Veneto Luciano Santin, ha sottolineato lequalità senza tempo di Carlesso che ha avuto modo di conoscere:modestia, capacità, tenacia, rispetto.

PONTECHIANALE (CN) La targa ritrovata Un frammento di storia del CAI è riaffiorato a sorpresa in un piccolocentro della Val Varaita, a quanto informa il Gruppo regionale delPiemonte. Si tratta di una targa di marmo commemorativa per il 60°anniversario (1923) della prima salita italiana al Monviso del 1863 daparte dei fondatori del Club Alpino Italiano (Quintino Sella, GiovanniBaracco, Paolo e Giacinto di Saint Robert), in custodia presso undeposito del Comune di Pontechianale (Valle Varaita). A venirne aconoscenza sono stati alcuni soci della Sezione di Alba. Dopo unsopralluogo si è appurato che la targa è rotta in più punti, ma graziea un idoneo restauro e con la collaborazione del Comune diPontechianale si è stabilito che l’importante cimelio venga collocatonel luogo ritenuto più adatto.

VENTIMIGLIA Una stele per l’amiciziaDomenica 21 giugno i soci delle quattro sezioni imperiesi del CAI(Bordighera, Imperia, Sanremo e Ventimiglia) e delle sezioni dell’AltaVal Tanaro (Ceva, Garessio e Ormea) inaugureranno sul Saccarello(2200 m), la cima più alta della Liguria alpina, una stele in pietra diLuserna recante la scritta “Le montagne dividono le acque e unisco-no gli uomini”. “La scelta del Saccarello è motivata dalla sua funzio-ne di cerniera o punto d’incontro di due nazioni, tre regioni, tre pro-vince e tre comuni, e come tale punto nodale della cultura brigasca

che comprende i territori insitiin quel sistema montuoso”, spie-gano in un comunicato i promo-tori dell’iniziativa confidando inuna numerosa partecipazione disoci del Club Alpino Italianoligure e del basso Piemonte, delClub Alpin Français, del ClubAlpin Monegasque e delle popo-

lazioni del luogo. La stele, su progetto dell’architetto Lucio Lazzari diVentimiglia, presidente della sezione CAI, sarà realizzata da una notaditta specializzata di Barge (CN) in pietra locale (di Luserna) e saràcollocata a cavallo dell’immaginaria linea di frontiera, su una base acura dei soci CAI dell’Alta Val Tanaro.

BERGAMO Sui “Cammini dello spirito”Percorsi effettuabili a piedi che portano a monti e/o luoghi sacri, gui-dati da persone che del camminare hanno fatto un originale stile divita. Questi sono i “cammini dello spirito” che con la collaborazionedella Sezione di Bergamo del CAI sono stati individuati dalle Acli conil Comune di Bergamo e inseriti in una grande iniziativa battezzata“Molte fedi sotto lo stesso cielo: per una convivialità delle differenze”. “Credo che in una società civile, e anche nella nostra associazionemontanara, sempre più globalizzata, multietnica, interculturale e plu-rireligiosa”, spiega il presidente del CAI di Bergamo Paolo Valoti, “ cipossano star bene dei momenti, incontri e cammini di riflessione con-divisa, autentica comprensione e riconoscimento delle reciprocheidentità”. Le “camminate spirituali” si sono sviluppate tra le abbaziea Pontida, Ambivere, Fontanella, al rifugio Alpe Corte con la parteci-pazione della monaca buddista Rosa Myoeen Raja, lungo l’antica viaPriula e in altre suggestive località della Bergamasca.

MANTOVA Musica e poesia sul MincioTra le iniziative culturali della Sezione di Mantova (www.caimanto-va.it) grande successo ha riscosso in ottobre una speciale serata conlettura di poesie di montagna, immagini di supporto, sottofondomusicale con la chitarra classica del socio Sandro Spagna. Brillante conduttore e lettore, Andrea Carenza affiancato da validis-simi attori della compagnia teatrale mantovana “Campogalliani”, haletto poesie di autori noti e meno noti tra cui Boccola, Carducci,Goethe, Protti Tosi, Ungaretti, Zaniboni, Zapparoli, e Badr Oubah, unragazzo marocchino di 11 anni recente vincitore di un concorso dipoesie organizzato dal CAI di Sondrio.In memoria di Mario Rigoni Stern sono stati infine letti brani tratti dalceleberrimo libro “Il sergente nella neve”. Rino Stocchero e Elio Morihanno contribuito al successo per la parte tecnica.

ALTA BRIANZA 49° corso di alpinismoLa Scuola Alta Brianza (http://scuolaalpinismoaltabrianza.word-press.com/) organizza il 49° Corso di alpinismo con la collaborazionedelle sezioni di Caslino d’Erba, Inverigo, Merone, Molteno, Erba,Arosio, Barzanò, Besana Brianza, Figino Serenza, Merate, Rovagnate.Apertura del corso 2/4 ore 20.30 presso la sede (CAI Caslino

Il 10 gennaio si terrà a Bergamo nella sede CAI delPalamonti un incontro organizzato congiuntamente daAssociazione guide alpine italiane (AGAI), Club alpino

accademico Italiano (CAAI), Commissione nazionale scuole(CNSASA) e Gruppo italiano scrittori di montagna (GISM) sultema “Alpinismo e arrampicata. Convivenza possibile”.Un’importante occasione per confrontare due diverse filosofiedell’andare in montagna e la pluralità delle esperienze per-metterà di sviscerarne i punti più interessanti. Verranno anche presi in considerazione alcuni aspetti pratici,come la possibilità di individuare zone alpinistiche ove sia piùfacile la convivenza tra alpinismo e arrampicata. La parteci-pazione è aperta a tutti.

Incontri

Alpinismo e arrampicata, convivenza possibile

La Commissione medica centrale informa che è gratuita-mente (spese di spedizione comprese) a disposizionepresso la Sede centrale del CAI il CD con le relazioni del

XIII Corso di aggiornamento per medici di trekking e spedi-zioni svoltosi il 18 ottobre al Palamonti di Bergamo. Gli inte-ressati dovranno farne semplicemente richiesta telefonicacontattando la signora Emanuela Pesenti (02.205723205). Al corso hanno partecipato un centinaio di medici provenientida tutta Italia. Tra i relatori, Alberto Minetti, fisiologodell’Università degli Studi di Milano, ha parlato della fisiologiae del costo energetico del movimento nell’attività fisica inmontagna; Andrea Rossanese del Centro di medicina deiviaggi di Verona ha illustrato gli aspetti di prevenzione com-portamentale e farmacologica in corso di spedizioni extra-europee; Alessandro Aversa di Firenze, membro dellaCommissione medica, con le guide alpine trentine Gino Calzàe Omar Oprandi, ha messo a fuoco le problematiche dei nuovimateriali tecnici per l’abbigliamento.

Commissione medica

Spedizioni e trekking, CD gratis

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d’Erba) – Chiusura 7/6. Le uscite si svolgeranno a Sasso d’Erba,Falesie del Lecchese, Valchiusella, Grigna Meridionale, Arco diTrento, Val di Mello, Disgrazia, più uscita in mini gruppi tra M. Bianco,Alpi Retiche e Dolomiti. Le lezioni si terranno nelle sedi delle sezionicollaboratrici in settimana alle ore 20.30. Chiusura iscrizioni 2/4 ore20.30 presso la sede. La quota è di 250 euro. Direttore del corsoPierangelo Consonni, dir. scuola Vanni Santambrogio. Info e iscrizioniEnzo Masciadri 031681590 oppure presso le sezioni collaboratrici.

MILANO Premio “Marcello Meroni”Presso la Società Escursionisti Milanesiin una gremitissima “Sala Grigne”, è statoassegnato in novembre il PremioMarcello Meroni alla sua prima edizione. A ricordo e testimonianza della passionee dell’impegno che Marcello dedicava allesue molteplici attività, si è voluto premia-re Sergio Giovannoni “per la passione a360° per la montagna, applicata con gran-de versatilità e concretezza nella praticaalpinistica; l’encomiabile attività di divul-gatore su temi scientifici e naturalistici sia in aula che sul campo,anche nei panni di guida naturalistica del Parco Gran Paradiso; lavolontà di aprire ai giovani nuove opportunità per valorizzare le risor-se della montagna, ma anche per l’attività di operatore presso

l’Osservatorio astronomico della Valle d’Aosta”. A Giovannoni è stataconsegnata un’opera dell’artista Pietro Arnoldi. Alla serata sonointervenuti il presidente del CAI Valle d’Aosta Sergio Gaioni e il teso-riere Francesco Lucat che hanno consegnato una “grolla dell’amici-zia” al presidente sezionale Enrico Tormene. (L.P.)

FAENZA Un sentiero dedicato a Luigi RavaLa Sezione di Faenza ha ricordato il grande impegno per il CAI diLuigi Rava, past presidente spentosi il 14 novembre 2007, intitolandoa suo nome uno dei tanti sentieri di cui il sodalizio cura la manuten-zione, il sentiero n.511 che da Borgo Rivola raggiunge Brisighellalungo la Vena del Gesso.

SIENA Centro didattico nel vecchio borgoLa Sezione di Siena ha creato il Centro didattico ambientale presso ilborgo medievale di Montarrenti. Erano presenti alla cerimonia inau-gurale Riccardo Focardi presidente del CAI regionale, FiorenzaAnatrini assessore alle Pari opportunità e Pubblica istruzione dellaProvincia, Serenella Pallecchi presidente di ARCI provinciale, l’as-sessore al Territorio del Comune di Sovicille e numerosi soci e sim-patizzanti del CAI accolti dal presidente della Sezione di SienaGianfranco Giani. Nel centro, importante base per i gruppi dellasezione, verranno svolte le attività sociali: riunioni, incontri, corsi diescursionismo, convegni, lezioni teorico-pratiche di educazione

Buon auspicio quando i quotidianifanno da traino a importanti operesulla montagna, come è avvenuto

di recente per il Grande dizionario delleAlpi coordinato da Enrico Camanni e peruna collana sulla fotografia di montagnadiretta da Giuseppe Garimoldi, inentrambi i casi per i tipi di Priuli & eVerlucca e con il patrocinio del CAI. Oraun nuovo, illuminato caso di politicaeditoriale va segnalato: l’uscitadell’elegante volume (in formato 26 x 32cm) “I grandi della montagna lombarda”realizzato dalle edizioni SESAAB diBegamo (tel 035.358899) e destinato inesclusiva agli abbonati dei quotidianiL’Eco di Bergamo, Il Cittadino di Monza,La Provincia, La Provincia di Lecco, LaProvincia di Sondrio, La Provincia di

Varese e il Cittadino di Lodi. Radunare 14 grandi firme dell’alpinismocontemporaneo e raccontarne exploit eprodezze scrutando con discrezione nelloro privato è l’arduo compito che si sonoassunti Pino Capellini (autore anche delprogetto editoriale con Claudio Calzana)ed Emanuele Falchetti. Compito da fartremare le vene e i polsi anche a pennepur collaudate come quelle di Pino edEmanuele, che tutti i mesi provvedono a“cucinare” lo splendido mensile Orobie dicui Capellini è direttore, come hasottolineato Roberto Serafin nel corso diun’affollata presentazione al Palamonticon la partecipazione di alcuni deipersonaggi del libro e dell’amministratoredelegato di SESAAB Massimo Cincera, aiquali ha dato il benvenuto Paolo Valoti,

presidente del sodalizio bergamasco.I due autori si sono garantiti il buonrisultato anche grazie agli indispensabiliritratti eseguiti da Marco Mazzoleni. I nomi degli alpinisti? In ordine dipresentazione Riccardo Cassin, SimoneMoro, Achille Compagnoni, MarioPanzeri, Daniele Chiappa, Mario Merelli,Alessandro Gogna, Silvio Mondinelli,Mario Curnis, Nives Meroi, DarioSpreafico, Agostino Da Polenza, AdrianoGreco, Ivo Ferrari. Tutti profondamentelegati alle montagne della Lombardiache, come ha osservato il genoveseGogna al Palamonti tra un intermezzomusicale e l’altro del pianista GianniBergamelli e della cantante jazz PatriziaGregis, risplendono quanto e più delleDolomiti.

Editoria

Diventare grandi sotto i cieli della Lombardia

QUI CAI Attività, idee, proposte

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ambientale e orientamento rivolte a tutto il settore scolastico. Il castello offre possibilità di pernottamento con cena e colazione peri gruppi (min. 10 persone) che vogliono fare escursionismo o turismoambientale (www.caisiena.it - [email protected]).

TORINO Manifesti, caldarroste e vin bruléCaldarroste e vin brulé offerti dalla Pro loco di Roccavione (CN) emusica scoppiettante con i ragazzi valdostani del complesso LeFicellartset, i nizzardi Fifres et tambours e gli occitani Lou Truchanno concluso in novembre a Torino la rassegna “+ Su” (per un futu-ro all’altezza). Questa tradizionale festa d’autunno organizzata dalMuseo nazionale della montagna è stata anche l’occasione per pre-sentare il libro “Film delle montagne: manifesti” di Aldo Audisio e

Angelica Natta-Soleri(vedere LS 12/08) con gliinterventi di AlbertoBolaffi, re dei collezioni-sti, e Silvano Guidone cheha dedicato una vitaall’arte del manifesto. Alcrepuscolo, nel magicoscenario del Monte deiCappuccini, l’inconfondi-bile profilo del Monvisoemergeva tra le nebbie afare da sfondo al rusticoconvito.

ALPI GIULIE Il 44° Convegno Ottimamente organizzato dalla XXX Ottobre di Trieste, il 44°Convegno Alpi Giulie si è svolto l’11 ottobre nella splendida cornicedel Palazzo Veneziano di Malborghetto (PN) e si è concluso con lasalita (foto) alla Cima del Cacciatore per salutare le Giulie sulle qualiincombe, come ha rilevato il presidente del CAI regionale PaoloLombardo, l’ombra di nuovi stravolgimenti ambientali per potenziareil parco sciabile. Al centro dell’attenzione sono stati ancora una voltai giovani, anche nell’ottica – come riferisce cortesemente PaoloGeotti – di un interscambio formativo e culturale presso tre centrididattici delle regioni confinanti: il Centro Julius Kugy di Valbruna, ilCentro alpino di Val Basica in Slovenia e la GrossglocknerHaus inAlta Carinzia.

TORINO Picco in vetta al CAAIClaudio Picco succede a Massimo Giuliberti alla guida del Gruppooccidentale del Club alpino accademico italiano. Vice presidenti sonostati eletti a Torino Andrea Giorda e Marcello Sanguineti, proboviroCostantino Piazzo, revisore Ezio Mosca. La segreteria è stata affidataa Pierluigi Perona.

MARMOLADA Ricordato Marco Dal BiancoAi piedi della Marmolada, nel luogo ove sorge il bivacco intitolatoall’alpinista accademico Marco Dal Bianco, è stato commemorato il40° anno dalla posa della struttura con gli alpinisti di Tiene (VI) CarloRestiglian, Franco e Sandra Gasparella, i maranesi Ennio Silvestri eLorenzo Miglioranza e il valdagnese Bepi Magrin, guidati da FrancoGasparella. I più importanti risultati alpinistici di Dal Bianco sonolegati al suo sodalizio con lo scalatore belga Claude Barbier, la guidavicentina Bortolo Fontana e gli accademici CarloClaus e Cino Boccazzi. L’ANA di Vicenza haofferto una corona di fiori. ■

Sotto l’insegna “Festa della montagna 2009” il Grupporegionale Abruzzo del CAI (www.caiabruzzo.it - e-mail:[email protected]) annuncia una serie di eventi

che interesseranno il territorio dal mare alla montagna neiperiodi antecedente e successivo dei Giochi del Mediterraneo“Pescara 2009”. Tra gli scopi dell’iniziativa il decentramentodei flussi turistici verso i “centri minori” per la scoperta dipaesaggi e sapori antichi, in ambienti vari, tra paesi di pietra,nei parchi, all’ombra delle grandi pareti, lungo i sentieri esostando nei paesi e nei rifugi. Il programma che è possibilescaricare nella versione integrale su www.cai.it è così conce-pito: 22/3 Giornata Mondiale dell’acqua; 19/4 Trenotrekkingalla Costa dei Trabocchi; 10/5 2° Congresso nazionaleOperatori naturalistici; 16/5 Le Scuole del CAI e il territorio;17/5 Congresso regionale degli Istruttori di alpinismo e scialpinismo; 31/5 Giornata nazionale dei sentieri, progetto “Unsentiero per amico”; 6/6 Convegno internazionale “Montagnedel mediterraneo, realtà a confronto”; 7/6 escursione nelParco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; 13 – 14/6 riunio-ne del Consiglio centrale del Club Alpino Italiano in Abruzzo;20/6 9° Congresso nazionale degli accompagnatori di escur-sionismo; 21/6 11° Meeting nazionale dei sentieri; 22 – 27/612° Settimana nazionale dell’escursionismo; - 27/6 Radunonazionale di ciclo escursionismo; 28/6 Giornata della solida-rietà “CAI e montagna aperta a tutti”; 5 – 11/7 Settimanainternazionale UIAA di Alpinismo giovanile; 12/7 Alpinismogiovanile dal Monte Olimpo alle vette d’Abruzzo.

Eventi

Montagne d’Abruzzo in festa

Con la campagna associativa 2009 il CAI Milano, forte diuna delibera dell’assemblea dei soci, ha deciso diimpegnare parte delle limitate risorse economiche per

favorire l’adesione dei giovani fra i 18 e i 30 anni alla sezionee la loro partecipazione alle proposte del Sodalizio, con parti-colare attenzione alle scuole e ai corsi di formazione. Aderirealla Sezione di Milano costerà “solo” il minimo stabilito dallaSede centrale per la quota di socio ordinario. Non si trattaquindi di uno strappo ai regolamenti o allo statuto, ma di unosprone a prendere in mano il proprio futuro.Un importante investimento sui giovani e sul futuro delSodalizio. Un contributo ulteriore per promuovere l’adesionedei giovani al CAI, promosso con slancio e generosità da unagrande sezione, nella speranza che anche il Sodalizio nazio-nale faccia la sua parte.

Carlo Lucioni e Marco TieghiSezione di Milano

Quote associative

Milano investe sul futuro

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MILANOVia Silvio Pellico, 6(M1 e M3 Duomo)Tel. 0236515700/0102.86463516Fax [email protected]:Lu, Ma, Gv: 14-19Me, Ve: 10-19Sa e festivi: chiusoApertura serale: Ma 21-22,30Biblioteca:Ma, Gv: 10-12,30 e 14-19;Apertura serale :Ma 21-22,30■ CAMPAGNA ASSOCIATIVA 2009.Presso la Segreteria e telefonica-mente, utilizzando la carta di credito,è possibile rinnovare l’adesione. Daquest’anno l’Assemblea dei Soci haintrodotto una speciale agevolazionesulla quota “ordinario” riservata aquanti rientrano nella fascia d’etàcompresa fra i 18 ed i 30 anni.Ecco le quote associative:Ordinario30 anni > € 48,5018 > 30 anni € 37,00Famigliare € 25,50Giovane € 18,50Vitalizio € 13,70■ BENEMERENZA. In occasionedella ricorrenza di Sant’Ambrogio,Patrono di Milano, il 7 dicembre ilsindaco ha conferito alla nostrasezione l’Attestato di Civica beneme-renza, riconoscimento di indubbioprestigio.■ L’ARTE E LA MONTAGNA. Fino al31/1 sarà possibile visitare la mostradi piccola grafica ed ex libris pro-mossa dal CAI Milano e dal GISM eospitata presso il MAPP – Museod’Arte Paolo Pini –in via Ippocrate45. Apertura dal lunedì al venerdi,9.30 - 19. Ingresso libero.■ ESCURSIONISMO. 16/1 ore 21presentazione programma 2009.Escursioni con le ciaspole: 18/1Valle del Forno (Maloja), 8/2 rifugioMadonna della neve (PrealpiLombarde - Introbio), 22/2 Spitzhorli(Sempione); 1/3 Framura - Levanto(Levante ligure)■ SCI FONDO ESCURSIONISTICO.Gite: 10/1 Val di Fex (Engadina);17/1 Val Roseg (Engadina); 23-24-25/1 Seefeld (Austria); 1/2 Cogne;7-14/2 Settimana bianca aDobbiaco.

Scuola: Corso sci fondo escursioni-smo - Introduzione:10 e 17/1. Permigliorare la tecnica di discesa consci di fondo e iniziare lo sci escur-sionismo.SCI DISCESA. 14/1 Gran serata dipresentazione dei corsi e delle gitesciistiche domenicali presso la sede.Gite e week-end: 18/1 Sestriere;25/1 Corvatsch (CH); 1/2 Andalo; 7-8/2 Giro dei 4 passi; 15/2 Pila; 22/2Laax (CH).■ ATTIVITA’ GIOVANILI. 15/1 Lierna(Varenna - Grigne); 15/2 Sasso delFerro (Prealpi Varesine); 15/3Sentiero delle Vasche (TriangoloLariano).■ SENIORES. 14/1 Vecchia StradaRegina Lenno – Griante (Medio LarioOccidentale); 21/1 Sentiero delViandante: Vezio – Bellano – Dervio(Medio Lario Orientale); 28/1 Gitasulla neve; 4/2 Rapallo-Montallegro– Chiavari (Riviera di Levante); 11/2Castello della Pietra Val Vobbia(Appenninno Ligure); 18/2 MonteProcione Oggiono – Olgiate Folgora(Brianza); 25/2 Ai Funghi di TerraiRezzago da Caslino d’Erba ad Asso(Triangolo Lariano). Ritrovo in sede ilmartedì dalle 14,30 alle 17.■ PARLANDO DI MONTAGNA. 13/1Franco Brevini: Borneo, avventuratropicale. Alla scoprta delle rocce edelle montagne dell’isola diSandokan 20/1 Frincolucci e Peluzzi:Groenlandia; 27/1 Silvio Calvi:Georgia; 3/2 Eliana e Nemo Canetta:Iakuzia; 10/2 Renate Merklinghaus:Passi alti, deserto montagnoso, oasiverdi: un viaggio in Ladakh; 17/2Eugenio Pesci: Dove incomincia ilBrenta, un viaggio per immagini frapareti e sentieri da Molveno alla Vald’Ambiez; 24/2 Giancarlo Corbellini:Trekking del Kailash, dal mito allarealtà. In sede, inizio alle ore 21.

EDELWEISSVia Perugino, 13/1520135 MilanoTel e fax: 02/55191581 Lu. 18-20 - Mer. 18-22,[email protected] telefonici:02/89072380■ SCI FONDO ESCURS. 3-6/1Autrans Parco naz. Vercors; 6/1 SanBernardino; 11/1 Maloja; 18/1Torgnon; 25/1 Pragelato; 31/1-1/2Nevache; 1/2 Cogne; 8/2 Campra;13-15/2 Asiago; 15/2 Splugen; 22/2

Lessini; 28/2-1/3 Lavazè; 1/3 Val diFex; 8/3 St Barthelemy; 13-15/3Tirolo Innsbruck; 15/3 Val Ferret; 21-29/3 Ski Trek in Norvegia.■ SCIALPINISMO. 10/1 fuoripista dirodaggio; 18/1 Svizzera Piz Alv m.2974; 1/2 V. D’Aosta Gran Cimam.3020; 15/2 P. Sempione CrestaSchilthorn m.2794; 1/3 V. d’AostaTesta dei Fra m. 2800; 15/3Engadina Piz Uter m. 2928.■ RACCHETTE. 30/12-1/1Capodanno con le ciaspole; 11/1Spiazzi di Boario / Baita Vigna Vaga;18/1 Falc-Edelweiss-CNSAS. Tecnicadi ricerca con Arva e autosoccorso;25/1 Svizzera Corticiasca/M. Bar;7/2 Lombardia Plassa/Cap. 2000;15/2 Emilia Piani del Lesima/M.Lesima.■ ESCURSIONISMO INVERNALE.18/1 Capo Noli/Varigotti; 1/2Svizzera rif. Prabello; 8/3 Loano/S.Pietro ai Monti; 29/3 Capanne diMarcarolo.■ GINNASTICA PRESCIISTICAall’Arena Civica. Gennaio-aprile mar-tedi e giovedì 18,30-19,30 e 19,30-20,30.■ INCONTRI E PROIEZIONI. 23/1Namibia (Filippo Buraschi); 6/2 Iparchi americani Barbieri/Tomasi);20/2 Isole Azzorre (Acri/Giammarco).I partecipanti sono coperti da assi-curazione infortuni.

F.A.L.C. ONLUSVia Mac Mahon, 113 (entrata da Via Bramantino, 4)20155 MilanoTel. 339 [email protected]. 21,15 -23■ 33° CORSO DI SCI ALPINISMOSA1. 7 lezioni teoriche e 8 esercita-zioni. Presentazione 29/1. Lezioniteoriche (giovedì 21.15): 5/2, 12/2,19/2, 26/2, 5/3, 12/3, 26/3.Esercitaz. 1/2 Andermatt (selezio-ne), 15/2 Stotzigen Firsten (Realp),22/2 Magehorn (Sempione), 8/3 PizArpiglia (Engadina), 14-15/3 PuntaBasei (Rhemes Notre Dame), 28-29/3 Monte Tabor (Bardonecchia).Dir. scuola Fabio Lenti; dir. C BohrerOlivier.■ 8° CORSO DI SCI ALPINISMOAVANZATO SA2. 7 lezioni teoriche e10 esercitazioni. Presentazione delcorso il 19/3.

■ 7a GIORNATA “SICURI SULLANEVE” 18/1. Esercitazioni di auto-soccorso, A.R.VA., ricerca organiz-zata, unità cinofila, etc. ■ PALESTRA DI ARRAMPICATA.Martedì e giovedì dalle 19 alle 23.Info: Sandro ([email protected]).

GESAVia Kant 8 - 20151 MilanoMartedì dalle 21tel.0238008844 /[email protected]://it.geocities.com/gesacai/■ ESCURSIONI. 11/1 TraversataComo Erba (E); 25/1 Pizzo di Todemm 1644 Valgrande (scialpinismo-cia-spole); 8/2 Monte Paglietta m 2476Valle D’Aosta (scialpinismo-ciaspo-le); Giro delle 5 cime lago d’Iseo (E).■ INIZIATIVE: per il XXV anniversa-rio di fondazione il GESA organizzaun corso di avvicinamento alla mon-tagna nel periodo di aprile maggio.

SEMSocietà Escursionisti MilanesiVia A. Volta 22, MilanoTel. 02-653842Fax. 1786040543C.Post. 1166 - 20101 [email protected]. 15-19 Gio. 21-23.Segr. e Biblioteca: gio 21-22,30.■ IN SEDE. È aperto il tesseramen-to per il 2009. Il pannello di arram-picata è a disposizione dei soci SEMe aggregati il martedì h. 18-20 e ilgiovedì h 18-22 secondo il regola-mento.■ PREMIO MARCELLO MERONI. Èstato assegnato a SergioGiovannoni, astronomo, apicoltore,alpinista e guida del Parco Nazionaledel Gran Paradiso.■ GITE SOCIALI. 25/1 prima cia-spolata dell’anno al Lago diPescegallo (Val Gerola) diff. E;25/1 scialpinistica al Pedena (m.2399) BSA; 31/1-1/2 sci fondoescursionismo; 1/2 ciaspolataall’Alpe Devero E.■ SCUOLA “SILVIO SAGLIO”. 13/1h. 21 presentazione e iscrizioni 23°Corso di scialpinismo base. Sul sitoweb i moduli per la prescrizione alcorso di alpinismo che sarà presen-tato il 4/3.■ GRUPPO GROTTE MILANO. 13/2ore 21 presentazione 59° corso di

QUI CAI Vita delle sezioni

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introduzione alla speleologia.■ CORSO ESCURSIONISMO. 9/3 h.21 presentazione dell’11° corso“Nino Acquistapace”.■ NEWSLETTER. Chi desidera rice-verla, scriva a [email protected]

BOVISIO MASCIAGOPiazza San Martino, 4Tel. e Fax O362.593163Merc. e ven. 21 - 23www.clubalpino.nete-mail: [email protected]■ SCUOLA INTERSEZIONALEVALLE DEL SEVESO (www.caivalle-delseveso.org) 16/1 ore 21 pressol’Auditorium BCC di Barlassina sera-ta per il 30° anniversario.■ SCI FONDO. 28° Corso sci fondoescursionistico, 8/1 chiusura iscri-zioni, 13/1 sciolinatura e materiali,uscite 18-25/1 e 15-22/2. ■ SCUOLA SCI. Discesa e snowboard a Motta (Madesimo). Infoentro il 2/1. Dall’11/1 al 15/2 per 6domeniche.■ TESSERAMENTO 2009. Sociordinari 37 euro, familiari 15, gio-vani 10, tassa prima iscrizione 5.■ AUGURI vivissimi per la nascita diGiorgio (terzo socio giovane) ai sociEmanuela Gherardi e AndreaSchirone.

CASSANO D’ADDA

SOTTOSEZIONE DI TREZZO SULL’ADDAvia padre Benigno Calvi 1c/o Villa Gina località Concesa20056 Trezzo sull’Addatel. 0290964544fax 1782283900martedì e giovedì [email protected] i dettagli su Internet■ SCI FONDO. 11 e 18/1 corso inEngadina; 23/1 chiusura; 24 e 31/1sci fondo tecniche di discesa. Gitein pulman: 25/1 Recoaro; 1/2Rhemes Notre Dame; 7-14/2 sett.Bianca in Carinzia; 8/2 Brusson; 21e 22/2 Enego e Gallio (Asiago). Infoe iscr. 346479516.■ ESCURSIONISMO. 25/1Spitzhorlni ciaspole (Martucciello3474400340); 8/2 Canale Caminetto(G. Colombo 029091686).■ BOLLINO 2009. Ord. 37 euro,fam. 19, giov. 4, nuovi soci +4.

■ BAITA SOCIALE. A Grtomo (ValSeriana), 10’ cammino, 16 posti.■ SCI ALPINISMO. Dal 22/1 al 19/3corso SA1; dal 4/4 al 17/5 corsoSA2.

CARATE BRIANZAVia Cusani, 220048 Carate Brianza (MI)tel/fax [email protected]://caicarateb.netsons.orgMart. e ven. 21-22,30■ APPUNTAMENTI. 6/1 Natale alpi-no a Poggiridenti (SO); 23/1 assem-blea annuale.■ CORSO DI ALPINISMO dal 25/2.Iscrizioni il venerdì sera dalle 21.

CORSICOVia 24 Maggio, 51 - CorsicoTel. 02 [email protected]. 21-23■ TESSERAMENTO 2009. Sociordinari 38 euro, familiari 21 euro,giovani (nati dal 1992 in poi) 13euro. Supplemento nuovi soci 4euro.■ PULLMAN. 10-11/1 Cogne (AO);25/1 Brusson / Champoluc (AO)fondo e discesa, scuola fondo; 15/2La Thuile (AO) fondo e discesaD´Ilio.■ AVVENTURE BIANCHE. 16-18/1Paganella (Trentino) ricco week-endper fondisti e discesisti mp Burgazzi3398828946; 8/2 M. Palanzone(Triangolo Lariano) ciaspole mpD´Ilio 0245101500; 14-21/2 Seefeld(Tirolo) grandi possibilità per fondo,discesa, escursioni mp Burgazzi3398828946; 22/2 Rif. M. Barone(Valsesia) ciaspole mp Nerini0245101500; 28/2-1/3 Valle Maira(Piemonte) fondo e ciaspole mpCasè 0226148787.■ MONTAGNA IN SETTIMANA, legite del mercoledì. 21/1 AlpeChaligne (AO) mp; 11/2 ColleCheneil (AO) mp fondo esc./ciaspoleConcardi (0248402472 – 3393336000).■ BUONI SCONTO disponibili insede per ritirare i giornalieri degliimpianti di risalita.■ PIANETA TERRA. 16/1 India,viaggio sul Gange (Astrid Angehrn eRoberto Cossu); 30/1 Campi di con-centramento nazisti “la giornatadella memoria” (Giulio Fornaroli);

13/2 Egitto, le oasi del deserto occi-dentale (Ermanno Nerini); 27/2Camino de Santiago (Sergio Perin).Saloncino La Pianta via Leopardi 7 h21 ingresso libero.■ LUTTO. La Sezione si unisce aldolore del consigliere Luigi Pedrottiper la perdita della cara moglieLetizia.■ COMPLIMENTI alla consigliera /tesoriera Giovanna D´Ilio, frescaIstruttrice di nordic walking. In pri-mavera e in autunno due corsi diquesta salutare disciplina aerobica.

VIMERCATEvia Terraggio Pace, 7Tel/Fax 039 6854119Mer. e Ven. 21 - [email protected] ■ PALESTRA DI ARRAMPICATA.Martedì e giovedì dalle 19 alle 21presso Centro Giovanile “Cristo Re”via Vlalcamonica, 25.■ PRESCIISTICA. Fino a marzolunedì e giovedì palestra diRuginello: 1° turno 19,15 - 20,15;2° turno 20,15 - 21,15■ CORSI DI SCI. Discesa/snowboard a Santa Caterina Valfurva nelledomeniche 18 e 25 /1 e 1 e 8/2. Scifondo: lezioni teoriche 14 e 28/1.Lezioni pratiche 18/1 Pontresina(CH); 25/1 Folgaria; 1/2 S. Moritz;8/2 Santa Caterina Valfurva.■ GITE SCIISTICHE. 11/1 Pila; 11/1Cogne (sci di fondo); in concomi-tanza con le gite dei corsi di scidiscesa e fondo fino a riempimentoposti pullman.■ SCIALPINISMO. 11/1 Piz Foisc;8/2 Tour des Tourmalins.■ È aperto il tesseramento alla FISI.■ SENIORES. 14/1 L’Adda e suoicanali; 28/1 Un balcone sul lago(Pusiano); 11/2 da Alzate a Gallianodi Cantù.■ Sono a disposizione i cappelli /scaldacollo CAI.

■ Sono disponibili a noleggio attrez-zatura completa sci di fondo, cia-spole, materiale per scialpinismo.

SOTTOSEZIONEBURAGO MOLGORA■ 11/1:Rif. Vodala; 8/2 Valzurio (cia-spole).

ERBAVia Riazzolo, 2622036 Erba (CO)Tel. 031/627873Mar. e ven. 21-22,[email protected]■ 11/1 Monte Barro; 25/1Resegone, canalone Comera.■ FONDISTI. 10 e 11/1 chiusura27° corso avvicinamento adAsiago; 25/1 Marcialonga (per chiresta a casa gita in Val d’Aosta conpullman). ■ BOLLINI 2009 disponibili pressola sede di via Riazzolo e la libreriadi via Volta i bollini per il 2009.

COLICOVia Campione, 723823 Colico (LC)tel.0341 940516mail: [email protected] 21-22,30tel. rif. Scoggione 0343 63034■ Inizio gennaio fine settimana alrifugio Scoggione; 24/1 assemblea;31/1 cena sociale. Aperto il tessera-mento. Il presidente e i consiglieriaugurano un buon 2009.

DOLOVia C. Frasio30031 Dolo (VE) c.p. 87Mer. 21-23www.caidolo.it■ USCITE INVERNALI. 8/2 ValNoana, rif. Boz (Primiero) cispe;22/2 Pove del Grappa: Sentiero degliscalpellini, E; 8/3 rif. Croda da Lago(Dolomiti Ampezzane) cispe.■ SERATE. 13/2 Dolo, Villa Angeli.Lalpinista Orietta Bonaldo presenta“L’amante fedele”

MIRANOSezione «Alberto Azzolini»Via Belvedere, 630035 Mirano - VE C.P. 56Cell. 340 1820277Fax 049 616031 [email protected] Merc. 21-22.30

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CATANIA Piazza Scammacca 195131 CataniaLu, Mer, Ve 18-21Tel. 095 7153515Fax 095 [email protected]■ CORSO SCI FONDO ESCURSIO-NISMO dal 7/1 al 9/2.■ TREKKING DELL’ETNA & ISOLEEOLIE. Programmi e il depliant dis-ponibili.■ ESCURSIONI. 11/1 (A) Foce delSimeto, (B) Ciaspolata Sud (Etna);18/1 Alta via siciliana 1^ tappa(Peloritani); 25/1 Ciaspolata(Madonie); dal 30/1 all’1/2 traversa-ta etnea.■ PROGRAMMI INTERSEZIONALI.Viaggio avventura in Islandaluglio/agosto, trekking in Corsicasettembre. ■

38 - LO SCARPONE, GENNAIO 2009

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05856 61620 105571167665 oppure inviando assegno bancario

non trasferibile intestato a GNP Sas di Nenzi Giorgio & C. La

pubblicazione sarà effettuata a incasso avvenuto. Per informazioni

tel. n.011.9961533.

- Guide alpine. Gli interessati ad apparire sotto questa voce devono

dichiarare, sotto la loro responsabilità, il Collegio di appartenenza

loro personale o della scuola o associazione.

QUI CAI Vita delle sezioni

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LO SCARPONE, GENNAIO 2009 - 39

Nei pittoreschi Serrai diSottoguda scavati dalleacque nel cuore delleDolomiti mi è apparsa

una cosa tremenda: un treninoda luna park (foto) che portavaa spasso i turisti. Ai quali è stataanche somministrata una leg-genda locale con manichini inabbigliamento moderno.Possibile che le nostre meravi-gliose Dolomiti siano ormairidotte a un luna park?

Loretta Boldrini,

Fucecchio (Firenze)

Come la nostra gentile lettrice

certamente saprà, durante le

recenti vacanze di Natale in

quelle che erano un tempo le

abitazioni dei pastori si sono

accese le luci dei villeggianti,

con vasca jacuzzi nel fienile e

sala fitness nella stalla, e tutti

si sono ritrovati a cena in

costume valligiano. Ma perché

stupirsi? Il cattivo gusto ormai

dilaga. Una conferma? Ecco

quanto autorevolmente scrive

Marco Albino Ferrari in un

editoriale di Meridiani

Montagne, la bella rivista da

lui stesso diretta. “Un articolo

sul settimanale L’espresso mi

fa saltare sulla sedia.

L’impaginato ospita fotografie

di paesaggi dolomitici con

hotel superlusso stile Dubai,

poi immagini di kitesurfing e

polo sulla neve. Una didascalia

avverte: ‘Per i supersportivi,

gare in motoslitta’.

“L’articolista descrive come è

stata trasformata una casa del

Trecento vicino al Sassolungo:

‘Fresca di restyling, ospita solo

due supersuite. Privacy assolu-

ta, vasca per due, con un fondo

di foglie inserite nella resina,

divani termosensibili che si

adattano al calore del corpo’”.

Ma c’è un’altra ragione che

rovina l’appetito dell’amico

Ferrari: il ricorso onnipresente

a un concetto ingannevole: la

tipicità. “Il tipico (la colazione

tipica, il maso tipico ecc.)”,

spiega il direttore di Meridiani

Montagna, “è una categoria

rassicurante ma subdola, alla

quale programmi televisivi e

riviste patinate superficiali

alludono di continuo quando ci

magnificano il mondo extraur-

bano. Tipico, così come puro,

autoctono e persino naturale

sono stereotipi di comodo: si

riferiscono a un mondo arcadi-

co preesistente al nostro, rima-

sto sempre uguale a sé stesso.

Ma sono bugie”.

“La cucina tipica, con buona

pace dei dépliant turistici, non

esiste”, conclude Ferrari. “Le

patate vengono dall’America, la

polenta pure, e la cucina pove-

ra dei nonni alpigiani era

molto diversa da quella servita

oggi nei ristoranti tipici alla

moda. Di tipico, è forse un po’

sconsolante accettarlo, non c’è

proprio niente. Soprattutto,

caro L’espresso, in un maso del

Trecento fresco di restyling”.

AIUTIAMOLO!Con lo scalatore californianoJim Bridwell ho aperto alcunedifficili vie artificiali (Capitan,Yosemite Point, GrandCapucin). Jim, che è semprestato particolarmente vicinoall’alpinismo italiano, ha 64 annie sta attraversando un difficilemomento: ha perso recente-mente la proprietà della casaper un mutuo bancario che nonè riuscito a pagare, non solo perla difficile situazione economicaattuale, ma anche a causa d’unincidente alpinistico non deltutto superato. Un gruppo di amici e guide alpi-ne di Trento ha fondato unapposito comitato per soccorre-re questo grande ma sfortunatoarrampicatore. Chi è disposto a versare un con-tributo, può farlo sul conto cor-rente postale n 92800887 (oppu-re tramite banca, il cui codiceIBAN è: IT- 64- H- 07601- 01800-000092800887) intestato a HelpJim Bridwell, 38100 POVO (TN).Il comitato è stato recentemen-te registrato presso l’Anagrafetributaria del Ministero delleFinanze, con Codice fiscale9608136022. Un grazie di cuorea chi vorrà dare un aiuto.

Giovanni Groaz

guida alpina

([email protected])

FUMO SOSPETTOA proposito della notizia sulprogetto “Avvistamento incen-di” (LS 11/08, pag. 12) RobertoTonelli ([email protected])precisa che il personale di pre-sidio, avvistato un fumosospetto, ne ha individuato laposizione rispetto a un puntosignificativo (un fiume, unpaese o altro) quindi, tramitecellulare, ha comunicato l’avvi-stamento alla sala operativadella Protezione civile. Ciò non è avvenuto soltantodurante l’addestramento, comeinvece era erroneamente speci-ficato nel testo della notizia. ■

Fermate quel luna parkLA POSTA DELLO SCARPONE La parola ai lettori

Una proposta. Perché non diamo vita a una Giornatanazionale del Club Alpino Italiano? È opinione diffusatra i responsabili di sezioni, soci e simpatizzanti, che il

CAI abbia una visibilità inferiore all’impegno profuso dai socinell’associazione e al beneficio che la collettività trae dal lorolavoro. Il tipico socio si dedica alla montagna per il piacere difarlo e si sente gratificato dal solo fatto di poterlo fare; questo èbello ed encomiabile, ma al Sodalizio ciò non basta se vuolecrescere in termini di numero di soci, specialmente giovani, edi capillarità nel territorio. I media nazionali, credo diesprimere un sentimento condiviso, parlano poco del CAI equando lo fanno molte volte è in caso di incidenti conriferimento al Soccorso alpino. Ci vorrebbe allora unavvenimento forte, eclatante, che obblighi gli organi diinformazione nazionali a divulgare con approfondimenti lanotizia perché il Club Alpino Italiano abbia la visibilitànazionale che merita, e questo potrebbe essere la Giornatanazionale del CAI da ripetersi annualmente: sezioni esottosezioni dovrebbero preparare l’avvenimento “per lamontagna e per le genti che ci vivono”, sotto la supervisionedel Direttivo regionale e in accordo con le autorità locali, malibere di scegliere ognuna una propria iniziativa. La giornatapiù indicata, per fattori climatici e perché il tesseramento èvicino, mi sembra la prima domenica di ottobre.

Sergio Bacchi Mellini(Verbania)

Proposte

Una giornata nazionale del CAI?

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