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Economia Veronese Giugno 2012

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Rivista bimestrale di economia di Apindustria Verona

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sommario

inserzionisti

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editoriale 5

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Scatolificio CerianaCovimVeneta MarmiAirmadi PaintingDalla RivaElettrolaser

Movimentazione manuale dei carichi

Dall’Ici all’Imu

Marchi e brevetti comunitari e internazionali

Rapporto di lavoro e provvedimenti disciplinari

Per Cangrande non è ancora tempo

Paolo Agnelli

OsservatorioLe quattro fasi del commercio con l’estero

Pianura Veronese: l’AgroalimentareProvincia: nuove strade e piste ciclabiliAsparetto di Cerea: alla Tosato Premio Innovazione ICT Bonavigo: intitolata via al Cav. Orvile Venturato

Apivenetofidi

ambiente e salute

fiscale

legale

previdenza

il punto

profili

il personaggio

attività

territorio

Apigiovani

Anno 11 - Numero 2Giugno 2012

Rivista trimestralepromossa da

DIRETTORE RESPONSABILECirillo Aldegheri

EDITOREAPISERVIZI S.r.l.Via Albere, 21/C - 37138 Verona

REDAZIONEc/o APINDUSTRIA VeronaVia Albere, 21 - 37138 VeronaTel 045 8102001Fax 045 [email protected]

GRAFICAarteOn di Ilenia CairoVerona - www.studioarteon.com

STAMPALite srl - Verona - www.lite.it

FOTOGRAFIEArchivio Apindustria

Registrazione Tribunale di Veronan. 1393 del 22 marzo 2000

Poste italiane SpaSpedizione inabbonamento postale

D.L. 353/2003(con. in L. 27/02/2004 n°46art. 1, comma 1, DCB Verona

Pubblicità raccolta in proprioASSOCIAZIONE PICCOLE E MEDIE MPRESE

DELLA PROVINCIA DI VERONA

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Cattolica Assicurazioni

Multiutility

Affiloveneta

Cuoa

Aldebra - Mondo Esa

Avesani

Gi Group

Albrigi Tecnologie

Gruppo Argenta

Nova Systems

Viani

Unicredit

Veronafiere

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editoriale

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Arturo Alberti

I guai non vengono mai da soli. E le imprese, in questi ultimi tempi, lo sanno bene. Non bastava-no l’ormai cronica difficoltà di accesso al credito, la piaga dei ritardi nei pagamenti (stimata in 70 miliardi di euro a livello nazionale solo in capo al settore Pubblico!), l’ingombrante presenza di pa-stoie e procedure burocratiche? Non bastavano la competitività sempre più agguerrita da fronteg-giare pigiando l’acceleratore sui processi di inter-nazionalizzazione e di ricerca & innovazione, non bastavano le nuove frontiere da esplorare nella regolamentazione dei rapporti di lavoro? No, evi-dentemente, no.Le imprese si trovano sempre più spesso a dover fronteggiare un ulteriore problema che spesso compromette o stronca i faticosi tentativi di “resi-stenza” alla crisi o di ripresa della propria attività. Si tratta della gestione delle controversie fiscali.I dati ufficiali parlano chiaro: nel corso del solo 2010, 30 mila accertamenti sintetici (basati su presunzioni di reddito), 1 milione e 600 mila pre-avvisi di fermo, 557 mila fermi, 135 mila ipoteche (che si sono aggiunte alle 450 mila in corso), 11 mila pignoramenti immobiliari. Un “bollettino” che mette i brividi.Nulla da dire, sulla capacità del Fisco – Agenzia delle Entrate in primis, Equitalia come braccio operativo – di svolgere le sue funzioni.Molto da dire, invece, su alcuni aspetti che co-minciano a pesare come macigni sulle possibi-lità di sopravvivenza delle imprese, e che forse vengono troppo spesso sottovalutati. Ci riferiamo a due questioni in particolare: l’aggio e la com-pensazione delle spese in caso di contenzioso.Com’è noto attualmente Equitalia si fa ripagare del servizio di riscossione su ogni cartella emes-sa con un aggio del 9% della somma iscritta a ruolo, a cui si aggiunge il pagamento del rimbor-so delle spese fisse.Ma c’è di più. Il contribuente si deve difendere anche quando è palese l’errore del Fisco. Questo comporta costi che, alla fine, il contribuente si tro-verà a dover sostenere, visto che molto spesso il giudice sentenzia: spese compensate. Ovvero: ognuno si paga le sue. Risultato: paghi anche se

– per assurdo – Equitalia riconosce di aver sba-gliato! Conseguenza: piuttosto di affrontare con-tenziosi che prevedono costi esorbitanti in spese legali e professionali, si finisce con il concordare con il Fisco un’ammenda, anche se questa, ma-gari, non sarebbe dovuta.Gli interrogativi poi che sorgono spontanei sono molteplici. Come fa, per esempio, a definirsi “equo” uno Stato che applica sanzioni ai suoi cit-tadini inadempienti, ma che quando deve restitu-ire al cittadino soldi indebitamente riscossi non viene sanzionato in alcun modo?Il quadro si completa se si aggiunge il fatto che gli avvisi di accertamento concernenti le imposte dirette e l’Iva (nonché i connessi provvedimenti di irrogazione delle sanzioni) emessi dal 1 ottobre 2011, e relativi ai periodi d’imposta dal 2008 in poi, diventano esecutivi decorsi 60 giorni dalla notifica. Tutto questo allo scopo di “semplificare e velocizzare la riscossione”(!).Queste questioni sono state sollevate di recente anche da autorevoli esperti del settore, che han-no indicato alcuni obiettivi di possibile riforma: riduzione dell’aggio del 9%, eliminazione di lun-gaggini che portano solo ad aggravi dei costi per i contribuenti, introduzione di controlli nelle pro-cedure del Fisco in modo da evitare le cosiddette “cartelle pazze” ed errori da parte del sistema.Pochi giorni fa il Consiglio regionale veneto ha approvato all’unanimità una mozione che chie-de a Equitalia più flessibilità nelle procedure di riscossione, maggiori possibilità di rateizzazione, diminuzione della percentuale di aggio e una so-glia più alta oltre la quale far scattare le proce-dure esecutive di ipoteca, fermo amministrativo, sequestro o pignoramento dei beni.Non è certo l’avvio della riforma prospettata dal governatore Zaia di regionalizzare la società di riscossione in modo tale da poter meglio tenere conto delle specificità e delle esigenze locali. Ma è sicuramente un segnale forte.C’è un intero settore da salvaguardare e tutelare, il manifatturiero, colonna portante dell’economia italiana. Possibile che questi problemi siano sotto gli occhi di tutti, tranne che del Governo?

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Il cartone è naturale, semplice, ecologico, resistente… e anche economico

SCATOLIFICIO Packaging a regola d’arte

Lo Scatolificio Ceriana di Settimo di Pescantina, nasce da un colpo di for-tuna, un 13 al Totocalcio che permette nel 1957 ad

Adriano Ceriana di mettersi in pro-prio acquistando i primi macchinari. Nel 1977 l’ingresso, come socio, di Gian Antonio Barichello fu la molla che spinse ai primi grandi muta-menti. Nel 1979 l’acquisto di un Ca-se-Maker 220 segnò l’incremento del lavoro e la velocità nell’esecu-zione del prodotto finito. Nel 1987 Ceriana si ritirò dall’attività e Gian Antonio Barichello venne affianca-to dalla moglie Anna in qualità di responsabile commerciale. Nello

stesso anno si acquisì un’azienda concorrente. Più tardi entrarono i figli, prima Giovanni, con funzioni di coordinamento e direzione genera-le, e poi Marco, come responsabile della produzione e della progetta-zione.

Un passo importante fu fatto nel 1996 quando l’azienda accorpa le due uni-tà produttive nella grande ed attuale sede di Pescantina. Lo Scatolificio Ce-riana con l’esperienza dei suoi 53 anni e grazie ad una mentalità aperta, è un’azienda aggiornata, efficiente, ver-satile, dove le persone stanno bene. La famiglia Barichello ha sempre va-lorizzato la relazione con il personale e ha saputo costruire con ciascuno un rapporto di fiducia e di rispetto, con-vinta che la differenza, nella vita come nel lavoro, la fanno sempre le perso-ne. Allo Scatolificio Ceriana sono una cinquantina che con competenza e specializzazione realizzano progetti grandi e piccoli, tutti importanti.

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Con un’attrezzatura all’avanguardia nel settore dell’imballo le possibilità per il packaging e per gli espositori sono davvero tante: piccoli e grandi formati, cartoni ondulati, accoppiati, tesi, flexo, offset, finiture raffinate e an-cora…una notevole gamma di fustelle a di-sposizione, un servizio contatto molto affidabile e un magazzino che permet-te di offrire la gestione completa degli imballi. 14000 mq di superficie, spazi luminosi, progettati per lavorare bene, accolgono uffici e macchinari sofisti-cati che consentono di svolgere inter-namente tutte le lavorazioni e questo è uno dei vantaggi che rendono lo Sca-tolificio Ceriana competitivo per tutti i

settori. Stimolati senz’altro dalla crisi globale dei mercati nel 2010 un nuo-vo fabbricato e un fustellatore rotativo tedesco Göepfert con stampa flexo ad alta definizione (6 colori – 50 linee) si sono aggiunti a Kba e Jagenberg (tedeschi), Bobst (svizzero), Emba (svedese), tutti macchinari di altissima tecnologia che garantiscono un’ottima qualità. E le sorprese non sono finite qui… nuovi investimenti infatti sono in pro-gramma. La clientela appartiene a tanti settori: vinicolo, cosmetico, medico, mecca-nico, edile, arredo, componentistica dell’automobile, calzaturiero, agro-alimentare e agro-industriale.

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Scatolificio Ceriana

SCATOLIFICIO CERIANA

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Una vasta esposizione allestita in azien-da potrà suggerire nuove idee per nuovi e vecchi prodotti e inoltre, campionatu-re di tutte le misure possono essere

realizzate sia per supportare la fase iniziale della progettazione che per ve-rificare varie modifiche prima di andare in produzione. La creatività di Marco Barichello abbi-nata alla conoscenza tecnica trova so-luzioni inaspettate che vengono realiz-zate velocemente grazie ad un plotter di ultima generazione. Allo Scatolificio Ceriana trovate soluzio-ni tecniche e creative per tutte le esi-

genze: Stampa offset, Stampa flexo ad alta definizione fino a 6 colori, Stampa flexo tradizionale, Scatole Americane, Vassoi, Scatole fustellate, Scatole con

alveari inseriti, Vasta gamma di fustel-le, Bag in box, Angolari, Astucci, Cofa-netti, Espositori da banco, Espositori da terra, Vernice antiscivolo. Lo Scatolificio Ceriana, nel 1999, prima azienda nel Veneto nel proprio settore, ha ottenuto la certificazione UNI EN ISO 9001 e nel 2004 ha conseguito anche la UNI EN ISO 14001 a testimonianza della propria sensibilità nei riguardi dell’am-biente: qualità e salvaguardia del piane-

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ta sono un grande impegno e un dovere per il futuro a tutti i livelli. Quella che è ini-ziata sotto il segno della fortuna è in re-altà una storia fatta di impegno costante,

coraggio, investimenti e notevole capa-cità imprenditoriale che non ha lasciato nulla al caso e sta dimostrando di saper tenere il timone con i nervi saldi anche in questo mare. Oggi chi arriva allo Scatolificio Ceriana il benvenuto lo capisce in giardino.Nelle mani esperte di Gian Antonio, Anna, Giovanni e Marco Barichello ogni progetto trova concretezza e valorizza-zione.•

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SEDE AMMINISTRATIVAVia Meucci, 1/337026 Settimo di Pescantina (Verona)Tel. 045 7152511Fax 045 7152481

PRODUZIONEScatole, astucci, espositori, vassoi automontanti o già montati, imballaggi in genere in cartone ondulato, cartoncino teso e accoppiato

ANNODI FONDAZIONE1957

PRESIDENTEGian Antonio Barichello

RESPONSABILE AMMINISTRATIVOCONSIGLIERE DELEGATOGiovanni Barichello

RESPONSABILE COMMERCIALEAnna Cona

RESPONSABILE PRODUZIONEPROGETTAZIONEMarco Barichello

FATTURATO201110 milioni di euro

SUPERFICIEAZIENDALETotale: 14.000 mqCoperta: 7.000 mqCalpestabile: 10.000 mq

RISORSE UMANEAddetti alla produzione: 27Autisti e magazzinieri: 8Impiegati: 10Venditori: 3

SITO INTERNET / [email protected]

SCATOLIFICIO CERIANA S.r.l

Scatolificio Ceriana

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Una infinità di forme e di colori che si trasformano e si materializzano come in un caleidoscopio: così si può tratteggiare la personalità di Covim, un’a-zienda che sa plasmare il vetro, lo fa diventare materia viva, simbolo di genialità artistica e di messaggi di comprovata efficacia. Lavorare il vetro per farne barattoli, bottiglie, vasi e oggettistica d’arredo dalla bellezza e

dalle caratteristiche uniche è, infatti, la missione di quest’azienda che Piero Moran-dini fondò nel 1977 a Milano con il nome di “Consorzio Vetrerie Industriali Milano”, diventata poi Covim. Quella meneghina fu una permanenza breve: agli inizi degli anni ’80, forse per nostalgia della terra di origine, Morandini fece ritorno nel Veneto. Nella rampante Verona imprenditoriale di allora si stavano sviluppando sempre più un’intensa e qualificata attività di produzioni enologiche, di distillati, di olio d’oliva di qualità e un’industria farmaceutica di rilevanza internazionale. Un serbatoio ricco di probabile clientela per una realtà che si stava affermando con le sue proposte come punto di riferimento per un utilizzatore sempre più esigente e competente e che, in trentacinque anni di esperienza, ha saputo raggiungere una posizione di preminenza nel settore della trasformazione del vetro. Tutte le realizzazioni a marchio Covim – alla cui guida c’è oggi, in veste di presidente, Cristina Morandini figlia del fondatore Piero – rispondono a ben definiti parametri di igiene, sicurezza e resistenza, specifici per l’uso alimentare e industriale, oltre che a inconfondibili canoni estetici.

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«Il vetro – sottolinea l’imprenditrice – proprio perché atossico, inerte, stabile, riciclabile e duttile non teme né tempo né rivali e noi sia-mo da sempre impegnati a esaltarne le ca-ratteristiche davvero uniche rispettando tutti i protocolli operativi per garantire al massimo i nostri prodotti. La continua ricerca, l’inno-vazione tecnologica, l’alta professionalità e il costruttivo rapporto che sappiamo instaura-re e mantenere con chi si rivolge a noi sono i nostri punti di forza». Ed è davvero tangibile l’attenzione che viene riservata all’ascolto del cliente da parte di uno staff altamente specializzato che, recepite le necessità, le fa “proprie” e le traduce in realizzazioni uniche, esclusive e quindi inconfondibili per il merca-to di riferimento. La prima, importante fase è quella della ideazione, sperimentazione e progettazione, affidata al centro design inter-no in cui opera personale qualificato che si

focalizza sulla valutazione dei dettagli e sul-la personalizzazione, ottenuti anche grazie all’utilizzo di sofisticati programmi di elabo-razione tridimensionale. Segue quindi la fase della realizzazione del prototipo (normalmen-te in materiale plastico) che, dopo aver supe-rato una prima attenta verifica interna, è sot-toposto alla definitiva approvazione da parte del cliente prima di poter essere prodotto. «Particolare impegno è riservato anche alla produzione – ci spiega l’ interlocutrice – per la quale ricorriamo a partner altamente sele-zionati e specializzati per alcune specifiche tipologie di lavorazione sia in forme e misure standard (per grandi quantità), sia in modelli completamente personalizzati per design e colore (per quantità limitate) che sanno ri-spettare sempre quel mix di innovazione e tradizione che è il segno distintivo di tutti i manufatti a “marcatura” Covim».

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Covim

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covim

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«Ogni nostro oggetto – continua Cristina Morandini – ha caratteristiche peculiari (co-lorazioni, lavorazioni, decorazioni, peso, forma) che richiedono diverse tecnologie di rifinitura ed è per questo che una produzio-ne pianificata e costantemente monitorata, sempre in pieno accordo con il cliente, ci consente non solo di rispettare i tempi di consegna concordati, ma anche di assicu-rare un time-to-market alquanto contenuto e, infine, eccellenti servizi di magazzinaggio, di assistenza per la distribuzione finale e di assistenza post-vendita. Ugualmente fondamentale è poi la ricerca di mercato che effettuiamo capillarmente e che ci consente di proporre, a chi si rivolge a noi, una adeguata consulenza anche per quanto attiene al naming, al packaging e all’etichet-tatura, requisiti che, in uno scenario sempre più competitivo, assumono un’importanza e una valenza strategiche e determinanti per la promozione di ogni prodotto». Covim, che nel 2011 ha tagliato il traguardo dei 12 milioni di euro di fatturato, per il 20% realizzato all’estero, punta sulla qualità dei servizi offerti, sull’ecclettismo e sull’origina-lità delle sue lavorazioni, vere opere d’arte generate anche dall’amore e dalla passione per il vetro che Cristina Morandini ha eredi-tato dal padre e che ha saputo e sa trasmet-tere al suo gruppo di lavoro composto in prevalenza da valide collaboratrici. Nello show room aziendale, una “maison del vetro d’eccellenza”, è esposto in bella mo-stra quanto di meglio Covim può proporre: vasi, contenitori e bottiglie dalle fogge più diverse (trapezioidali, panciute, a fiaschet-to), dalle innumerevoli finiture (verniciate, satinate, lucide, intarsiate, decorate, dora-te…) il tutto “confezionato” su misura per trasformare il contenitore in un complice perfetto per il contenuto, per ottenere un’ot-tima conservazione e per preparare un rifu-gio ideale per la qualità. A Covim, infatti, si sono affidati i grandi protagonisti del food &

beverage italiano e non solo, sicuri di poter contare sull’esperienza di questa piccola, grande impresa di San Giovanni Lupatoto per far conoscere i loro prodotti persona-lizzati, oggetti che hanno saputo sfidare il tempo e che vantano una riconoscibilità su tutti i mercati.

«Abbiamo ottenuto risultati che ci lusin-gano – conclude Cristina Morandini –, traguardi che si possono conseguire solo se la squadra lavora con la stessa armonia di una grande orchestra sinfo-nica. E, nella nostra azienda, si lavora proprio cos컕

COVIM S.r.l.

SEDE AMMINISTRATIVAVia Monte Corno,1237057 San Giovanni Lupatoto (Verona)Tel. 045 8772101Fax 045 8772103

PRODUZIONEProgettazione e commer-cializzazione bottiglie e contenitori in vetro

ANNO DI FONDAZIONE1977

PRESIDENTECristina Morandini

RESPONSABILE TECNICO PRODUZIONE E QUALITÀSanjeewa Perera

RESPONSABILE MARKETINGChiara Malachini

RESPONSABILE AMMINISTRATIVOChiara Sala

FATTURATO 201112 milioni di euro

SUPERFICIE AZIENDALETotale: 5.000 mqCoperta: 2.200 mq

RISORSE UMANEAddetti: 15

SITO INTERNET / [email protected]

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Tradizione e dinamismo

I primi cinquant’anni sono sempre un’emozione. Sono il coronamento di un percorso che si concretizza dopo anni di formazione e appren-dimento, esperienze e obiettivi,

criticità e scelte coraggiose. L’oro del cinquantenario (1962-2012) è per Ve-neta Marmi un risultato ambito, talvol-ta sofferto, ma sempre appassionan-te, perché di vera conquista si tratta. E, oggi più che mai, vincere la scom-messa dei mercati significa coniuga-re cuore e managerialità, strategie e passione, perché l’impresa, prima di tutto, è l’essenza e l’espressione di chi l’ha fondata, di tutti coloro che, ogni giorno, contribuiscono a innovarla con

altrettanta dedizione. L’avventura di Veneta Marmi nasce proprio quando si comincia a parlare di “miracolo eco-nomico”: un impetuoso e veloce svi-luppo industriale trasforma, negli anni del dopoguerra, il modo di vivere e le abitudini della popolazione, l’aspetto delle città e del paesaggio. Nel Veneto uomini temerari costruiscono, all’om-bra di ogni campanile, i primi capan-noni per iniziare la loro attività, spesso a conduzione familiare. Così fanno an-che i due soci Ferrari e Castelli che, in quel di Lugo di Grezzana, cominciano a dedicarsi alla lavorazione dei mate-riali lapidei. La Valpantena è legata in modo indissolubile alla pietra. La ma-

nodopera qualificata non manca, si investe sempre più in macchinari: ben presto la zona diventa uno dei distretti all’avanguardia nella lavorazione del marmo, sia sotto il profilo della qualità delle esecuzioni sia sotto quello della dotazione di impianti e sistemi sofisti-cati. Un primato meritatissimo, che è stato, e continua ad essere, frutto di una grande intraprendenza industriale e commerciale e dell’aver saputo far tesoro delle esperienze traducendo il tutto in flessibilità organizzativa e ope-rativa e in innovazione: è questo ciò che ha sempre contraddistinto molte aziende storiche come Veneta Marmi.«Competenze tecniche e professio-

VENETA MARMI

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profiliVeneta Marmi

15Economia Veronese - giugno 2012

nalità sono il nostro patrimonio – ci racconta Matteo Ferrari, responsa-bile commerciale di Veneta Marmi –, capacità che abbiamo ulteriormente arricchito con la duttilità dell’offerta e l’accuratezza nell’esecuzione degli ordini in ogni fase per far fronte alle ri-chieste sempre più personalizzate da parte della nostra clientela». Clientela che oggi, accanto a quella tradiziona-le, annovera nuovi qualificati interpreti (progettisti, architetti, interior desi-gner) che si avvicinano con rinnova-to spirito interpretativo all’utilizzo dei materiali lapidei, sia nel campo dell’e-dilizia che in quello dell’arredamento, per esaltarne la bellezza intrinseca, ma soprattutto per modellare idee e realizzare progetti. «Il mutamento delle dinamiche della domanda – sottolinea Matteo Ferrari che è affianca-to dalla sorella Chiara,

responsabile qualità – ci ha stimolati a riconsiderare la nostra operatività e a valutare l’opportunità di “emigrare” verso un’organizzazione più dinami-ca sfruttando anche tutte le poten-zialità comunicative offerte dal web. Ad esempio attraverso il nostro sito i clienti possono consultare in tempo reale il magazzino aziendale e riceve-re, con una newsletter, l’elenco aggior-nato di materiali, offerte e novità». Nel nuovo show room – accanto a un’am-pia offerta di semilavorati e prodotti finiti – sono allineati i campioni degli oltre ottanta tipi di marmi italiani ed esteri accuratamente selezionati: Rosso Verona, Nembro Rosato, Giallo R e a l e ,

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Bianco Carrara, Breccia Oniciata, Bot-ticino, Giallo d’Istria, Travertino e anco-ra ardesie, onici, quarziti, agglomarmi oltre a marmi di assoluto pregio. Prodotti dalle molteplici colorazioni che sono richiesti e utilizzati per la re-alizzazione di pavimenti, rivestimenti, scale, lavorati vari per l’edilizia, spac-cati rustici, lastre (per interno e per esterno), cubetti per pavimentazioni da esterno… Sono tutti materiali di scelta elevata, lavorati con scrupolosa attenzione e con grande professionali-tà secondo le esigenze e le indicazioni di un utilizzatore sempre più consape-vole ed esigente.«Punti di forza – continua Ferrari – del-la nostra realtà sono da un lato l’im-pronta familiare e dall’altro il tempismo con cui abbiamo saputo cogliere, e talvolta anticipare, le modificazioni che si richiedevano al nostro settore per superare un’impasse che sembrava quasi irreversibile. Oggi, la nostra attività si sviluppa pre-valentemente su commessa e questa scelta ci ha aperto le porte per una col-laborazione personalizzata tanto con la tradizionale clientela quanto con ar-chitetti e progettisti che si rivolgono a noi per una qualificata consulenza per le loro realizzazioni e con i quali ab-biamo instaurato un rapporto davvero sinergico e, ci auguriamo, duraturo. Questa scelta ci ha inoltre consentito di superare la stagnazione degli or-dinativi che il comparto lapideo stava sopportando da tempo e attualmente il nostro fatturato, per il 70% prodotto sul mercato interno, si attesta poco al di sopra dei 3 milioni di euro. Costante è l’investimento che riservia-mo all’ammodernamento del nostro parco macchine e impianti (4 taglia-blocchi a disco diamantato, 2 telai e 3 monolama, 1 catena di levigatura lastre e 1 per pavimenti), e altrettanto alta è l’attenzione che riserviamo all’at-tività di aggiornamento e formazione

del personale (21 i collaboratori tra uffici e laboratori di lavorazione) per la quale facciamo ricorso a specialisti esterni». Un’azienda, Veneta Marmi, che, grazie anche al fattivo apporto della seconda generazione, ha saputo recuperare

nuovi spazi di reddito, ha saputo guar-dare al mercato estero (Europa, e poi Stati Uniti, Africa, Oriente ed Estremo Oriente), ha saputo programmare in-vestimenti in nuove tecnologie e av-viare un’efficace politica di comunica-zione.•

SEDE AMMINISTRATIVAVia Pernisa, 1037023 Lugo di Grezzana (Verona)Tel. 045 8801154Fax 045 8801266

PRODUZIONELavorazione marmo, travertini, limestone, agglomarmi per scale, pavimenti e rivestimenti

ANNO DI FONDAZIONE1962

AMMINISTRATORE UNICORino Ferrari

RESPONSABILECOMMERCIALEMatteo Ferrari

RESPONSABILEQUALITÀChiara Ferrari

FATTURATO 20113 milione di euro

RISORSE UMANEAddetti alla produzione: 15Impiegati: 6

SITO INTERNET / [email protected]

VENETA MARMI S.r.l.

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Porte e persiane, scaffala-ture, arredamenti, sedie, mobili da giardino, jeans, componenti di ferri da sti-ro, macchinari agricoli, es-

siccazione funghi ed altre verdure, componenti autoveicoli e furgoni, bi-ciclette, marmitte, motoveicoli, carri ferroviari, ascensori, componenti ae-romobili, cassette di sicurezza, ac-cessori per calzature, pentolame e... scenografie per le opere liriche e te-atrali dell’Arena di Verona. Trovare un comune denominatore tra questi “og-getti” così diversi tra loro sembrereb-be impossibile. Il legame, invece, c’è e si chiama Airmadi Painting, azienda di Castelnuovo del Garda che vanta un’esperienza di più di trent’anni nel settore del trattamento delle superfici ed è specializzata nella progettazio-ne, ingegneria, costruzione e installa-zione di linee di verniciatura ed essic-cazione industriale.Airmadi Painting nasce nel 2004, avendo acquisito marchio, know-how e competenze dalla storica progeni-trice Airmadi. Nonostante le criticità dell’attuale congiuntura economica, grazie alla professionalità di questa impresa e all’attenzione con cui ha saputo predisporre soluzioni efficien-

Verniciare il mondo

AIRMADI Painting

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ti in risposta alle esigenze della clientela, gli obiettivi raggiunti in questi primi anni di attività sono soddisfacenti.«Il fatturato, per il 90% realizzato all’estero – ricorda l’amministrato-re di Airmadi Painting –, ha sfio-rato nel 2011 i 3 milioni di euro. I nostri impianti sono largamente diffusi in tutti i continenti: Africa (Egitto, Tunisia, Algeria Angola, Senegal), Nord e Sud America, Asia (Cina, Taiwan e India), Medio Oriente (Abu Dhabi, Arabia Sau-dita, Iraq, Egitto, Emirati Arabi, Li-bano), Europa». Una posizione di tutto rilievo a livello internazionale, quindi, al cui raggiungimento han-no contribuito il radicato bagaglio professionale degli addetti, il co-stante aggiornamento degli stru-menti di progettazione, l’affidabi-lità delle imprese di carpenteria metallica di cui da sempre Airma-di Painting si serve per appron-tamenti speciali: una dotazione d’eccellenza che le consente di affrontare al meglio ogni confron-to con la concorrenza. A questo si aggiunga una particolare attenzio-ne dedicata alla ricerca tendente al risparmio energetico e all’uti-

lizzo contenuto di materia prima, alla salvaguardia ambientale e in genere allo sviluppo di protezioni anticorrosive sempre migliori: uno sforzo per un’utilizzazione ottima-le delle risorse per dare risposte vantaggiose non solo in termini economici ma anche in termini di affidabilità.La gamma di impianti e macchi-ne per il trattamento, la vernicia-tura e la cottura delle superfici (metallo, plastica, legno, vetro, carta) è davvero ampia: impianti di lavaggio (a spruzzo o immer-sione), impianti di verniciatura a spruzzo (a polveri e a liquido), a immersione (idrosolubile e elet-troforesi), flow coating (mediante spray o irrorazione liquido, im-mersione e/o irrorazione), forni di essiccazione, cottura, polimeriz-zazione, (sistemi a convenzione, radiazioni I.R. e U.V.), sistemi di movimentazione materiali, di trat-tamento, riciclo e depurazione aria/acqua di scarico, sistemi di recupero energetico, di automa-zione per la gestione e il controllo del processo, ma anche di riscal-damento e condizionamento per ambienti civili e industriali. I settori

profili

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Airmadi Painting

Economia Veronese - giugno 2012

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di applicazione? Praticamente tutti, dalla meccanica all’elettromeccani-ca, dall’abbigliamento all’alimentare, dalla nautica all’illuminazione.«La nostra flessibilità progettuale – spiega Roberto Merzi, responsabile commerciale – ci consente di operare in molti campi e su più fronti. Siamo in grado di rispondere a qualunque bisogno del committente, a un equo rapporto costo/qualità. Il nostro mo-dus operandi prevede una sinergia totale con la nostra clientela con la quale siamo in costante dialogo costruttivo. Dopo gli iniziali studi di fattibilità e consulenze, diamo il via alla fase progettuale durante la qua-le vengono ripetutamente eseguite verifiche, riesami e valutazioni. Ogni impianto viene realizzato a dimensio-ne delle esigenze del richiedente ed è in grado di operare nelle migliori condizioni rispettando standard di elevata efficienza». L’azienda applica un sistema di gestione della Qualità secondo i principi base delle norme ISO 9001. Le linee Airmadi Painting vengono realizzate premontate in officina e testate per le parti più deli-cate e funzionali con un precollaudo: per una prestazione completamente “chiavi in mano” vengono poi monta-te e collaudate, secondo la normativa del Paese in cui sono destinate e nel rispetto della tutela ambientale vigen-te, presso il cliente. Ma non solo. È assicurato uno scrupoloso servizio di post-vendita che prevede sia ma-nutenzioni preventive programmate che fornitura di ricambistica e “pronto intervento” il più possibile tempestivo al fine di limitare al massimo i danni di un eventuale fermo impianto. Una ca-pacità organizzativa che fa di Airmadi

Painting un partner insostituibile, di grande affidabilità e serietà, per mol-te primarie industrie italiane e estere.«Siamo soddisfatti dei risultati conse-guiti – conclude l’amministratore –, ma ben consapevoli che per i merca-ti il periodo non è tra i più rosei. Di questi tempi è soprattutto difficile fare

previsioni e progetti a lungo termine: tuttavia non vogliamo rinunciare a gettare le basi per una nuova fase di crescita della nostra realtà sapendo di poter contare anche sul sostegno, oltre che sulla bravura, dei nostri di-pendenti con i quali lavoriamo fianco a fianco da anni».•

SEDE AMMINISTRATIVAVia Stazione 37014 - Castelnuovo del Garda (Verona)Tel. 045 6450215Fax 045 7570111

PRODUZIONEProgettazione, costruzione e installazione di impianti di verniciatura industriale

ANNO DI FONDAZIONE2004

AMINISTRATORE UNICORESPOSABILE AMMINISTRATIVORosanna Oliosi

RESPONSABILE COMMERCIALE, PROGETTAZIONE E RICERCA/SVILUPPORoberto Merzi

RESPONSABILE PRODUZIONE INSTALLAZIONE E SICUREZZAStefano Merzi

FATTURATO 20112 milioni e 800 mila euro

SUPERFICIE AZIENDALETotale: 9.000 mqCoperta: 2.000 mq

RISORSE UMANEAddetti alla produzione: 11

SITO INTERNET / [email protected]

AIRMADI PAINTING S.r.l.

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DALLA RIVA Costruzioni Meccaniche

«Chi sta con i giovani, resta sempre giovane», dice un proverbio. E l’azienda Dalla Riva lo dimostra: 63 anni e non sentirli. È una storia bella, una storia vera quella di questa importante realtà veronese

della meccanica di precisione che, partendo da lontano, ha saputo, innovandosi di continuo e restando però sempre fedele a se stessa, arrivare con successo al traguardo dei nostri giorni. Siamo nel 1945 e Giannino Dalla Riva, padre degli attuali titolari, lascia la cartiera dove la-vora come tornitore e, con i soldi presi a prestito da un amico, acquista un tornio dalle truppe tedesche in ritirata: entusiasmo e intraprendenza non gli mancano e decide di diventare imprenditore di se stesso. Sono

tempi duri – siamo agli inizi degli anni ’50 –, ma Giannino, contando sulla sua determinazione e sulla sua capacità, osa ancora di più. Si mette in società con Ezio Airaghi e, acquistato un terreno in Via Pia-ve a S. Martino Buon Albergo. fonda la Gamma S.n.c.. Un’esperienza che giunge al termine nel 1969 quando, sciolta la società con Airaghi, Giannino e il figlio Ferruccio, costituiscono la Dalla Riva G. S.n.c. trasfe-rendosi in Viale del Lavoro sempre a S. Martino B. A. Nel 1978 (l’area produttiva nel frattempo è raddoppiata) anche il secondo figlio, Carlo, entra in azienda e Giannino, a poco a poco, inizia ad affidare ai figli la gestione dell’impresa che verrà denominata Dalla Riva G. & Figli S.r.l.

Fare impresa nel segno dei giovani

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Un percorso graduale, quello del passaggio di consegne, al quale li ha preparati da tutta una vita, dotandoli non solo di un solido baga-glio in termini di know how, ma di valori spe-ciali: una visione dell’azienda come famiglia e, soprattutto, una grandissima fiducia nelle nuove leve.«Gianni, me toghito el bocia? Parché bisogna che l’impara el Mestier»: quanti amici aveva-no, negli anni, fatto questa richiesta a Gianni-no, desiderosi di far acquisire una solida pre-parazione ai loro figli. Tano, Gigio, Bio, Lele, Antonio, Mario i primi, e poi tanti, tantissimi altri, ora alcuni diventati stimati professioni-sti, sono stati i “bocia”, appunto, cresciuti in azienda dai Dalla Riva. Giannino ci metteva davvero tutto il cuore e tutta la passione nel formare i “suoi” ragazzi. «Quando nel 1986, durante un collaudo, un giovane perse la vita in un incidente – ricorda Ferruccio Dalla Riva –, il dolore fu per lui troppo grande da soppor-tare: non rimise più piede in azienda e, dopo un mese anche lui ci lasciò». Un’azienda flori-da, una bella eredità che non poteva andare dispersa con l’avvento, nel 2008, del grande centro commerciale che acquistò l’area su cui sorgeva la fabbrica.«Realizzare un bel gruzzolo e chiudere l’attività – ricorda il nostro interlocutore – è un’opzione che non abbiamo proprio voluto considerare. Come si poteva pensare di mettere la parola ‘fine’ a una simile avventura? Ai tanti sacrifici fatti dai nostri genitori per lasciarci qualcosa di prezioso? E, ancor più, come si poteva tradire il mandato spirituale di nostro padre, quello cioè di continuare a far crescere altri giovani dando loro una professionalità?». È così che ha inizio la seconda vita della Dalla Riva S.r.l. nel nuovo polo produttivo in Località Ma-

glio che occupa una superficie di 5.000 mq. con uno stabilimento di 2.000 mq. per uffici, magazzino pezzi grezzi e reparti produttivi. I due titolari, Ferruccio e Carlo Dalla Riva (ri-spettivamente amministratore e responsabile commerciale) sono attualmente affiancati da undici addetti alle macchine, un impiegato all’ufficio tecnico, un’impiegata all’ufficio am-ministrativo e un ingegnere meccanico che supporta la clientela nelle attività di progetta-zione, industrializzazione e miglioramento tec-nico del prodotto. La Dalla Riva ha sfiorato, nel 2011, i due milioni di euro di fatturato: un suc-cesso in cui giocano un ruolo fondamentale l’esperienza e la competenza d’elevato profilo dei suoi addetti. I dipendenti sono senz’altro il patrimonio inalienabile di quest’azienda e il turn-over è bassissimo: «papà diceva sempre che quando un dipendente rimane diversi anni

in un’azienda – continua Ferruccio – vuol dire che i contenti sono due: il datore di lavoro e il dipendente. Abbiamo comunque in program-ma l’assunzione anche di altri giovani, sempre della zona, che tramite la scuola hanno già ef-fettuato stage presso di noi». Oltre ai comparti di fresatura e alesatura CNC con collegamen-to diretto alla stazione CAD-CAM, la Dalla Riva si occupa di lavorazioni di tornitura e rettifica. È in grado di soddisfare le richieste anche della clientela più esigente e appartenente ai settori più vari: può gestire fusioni, elettro-saldati e materiali commerciali per macchine per conceria, per il marmo, da stampa, per il legno, per la plastica, per il confezionamento e l’imballaggio, macchine utensili di elevata precisione, riduttori, turbine idrauliche, indu-stria alimentare...«Oggi – evidenzia Ferruccio Dalla Riva – re-

profili

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Dalla Riva Costruzioni Meccaniche

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alizziamo prodotti di carpenteria metallica sia in conto lavoro che in fornitura. Da qualche anno diverse aziende hanno abbandonato il tradizionale rapporto di subfornitura e si sono indirizzate a un ricorso sempre maggiore dell’outsourcing, dal più semplice componen-te alla macchina completa». Non si lavora in serie ma su specifica richiesta. Dopo un’ap-propriata analisi delle esigenze del com-mittente, l’ufficio di progettazione appronta soluzioni che soddisfino con precisione le ne-cessità. Oltre alle lavorazioni di cui si è detto, Dalla Riva fornisce servizi di controllo dimen-sionale, montaggio, completa assistenza pre e post-lavorazione.«Eseguiamo il controllo dimensionale con macchina di misura tridimensionale “DEA” Tipo Global in fase di lavorazione e/o a lavoro finito per garantire così precisione e qualità – sottolinea l’imprenditore –. Con l’assistenza intendiamo diminuire o perfezionare le fasi di lavorazione per ottenere un ottimo rapporto qualità/prezzo e un continuo miglioramento tecnico del prodotto». La flessibilità è senza dubbio uno dei punti di forza dell’azienda di San Martino che è in grado di fornire anche trattamenti termici, lavorazioni particolari e di alta precisione (dentatura e rettifica di ruote dentate), oltre a brocciatura e qualsivoglia tipologia di trattamento superficiale (anodiz-zazione, cromatura, etc.). Poderoso è il parco macchine, costituito da strumentazioni e im-pianti d’avanguardia le cui tipologie e dimen-sioni consentono la lavorazione dei più diversi componenti e la costruzione di particolari per prototipi e gruppi speciali.«La fresatura, lavorazione che permette, per asportazione di truciolo, di realizzare un pezzo finito – ricorda Dalla Riva –, è un’operazione complessa che richiede macchinari sofisticati. Nel nostro reparto ci avvaliamo di una IM Par-pas, mod. SL90 a banco fisso, a testa birota-tiva indexata, di una Novar a testa universale e di una OMV a montante mobile HS 320 a testa birotativa in continuo e tavole girevoli. Nell’area dedicata alle operazioni di alesatura, lavorazioni di pezzi di dimensioni medio/gran-di, lavoriamo con una Bragonzi Creusamatic 100 a 4 assi, una Bragonzi Creusamatic 5’’ a 4 assi, completa di testa verticale, e una Bra-gonzi Creusamatic 6’’ a 5 assi con testa ver-

ticale ed una Bragonzi 150TC per pezzi fino a 20 Ton. con campo di lavorazione 5000x3000. Per le attività di tornitura, invece, sono attivi un Omg 400x2000, un Omg 320x2000» e un PBR 500x6000. Davvero la qualità delle lavorazioni offerte da Dalla Riva S.r.l. si fonda su un giusto mix di eccellente capitale umano e straordina-ria dotazione tecnologica. E il futuro?«Come ci ha insegnato nostro padre – con-

clude Dalla Riva – vogliamo guardare sempre avanti: puntare all’innovazione e a un continuo migliorarci e… scommettere e credere nei giovani!»Cosa più unica che rara, in questi tempi in cui la disoccupazione giovanile tocca i suoi mas-simi livelli: per fortuna Dalla Riva ci mostra un bell’esempio di imprenditoria sana e vincente, di chi ancora ci crede e ha voglia di lottare.•

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SEDE AMMINISTRATIVAVia Dell’Artigianato, 1437036 San Martino Buon Albergo (Verona)Tel. 045 990078Fax 045 8780133

PRODUZIONECostruzioni meccaniche di precisione

ANNO DI FONDAZIONE1945

TITOLARIF.lli Dalla Riva

AMMINISTRATOREFerruccio Dalla Riva

RESPONSABILE COMMERCIALECarlo Dalla Riva

RESPONSABILE TECNICO E PROGETTAZIONEStefano Tambara

RESPONSABILE PRODUZIONE E QUALITÀFerruccio Dalla Riva

RESPONSABILE AMMINISTRATIVOSilvia Dalla Riva

FATTURATO 20111 milione e 800 mila euro

SUPERFICIE AZIENDALETotale: 5.000 mqCoperta: 2.000 mq

RISORSE UMANEAddetti alla produzione: 11Impiegati: 3

SITO INTERNET / [email protected]

DALLA RIVA S.r.l.

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«Il nostro trend di crescita nel 2010 e 2011 è stato molto alto. Un incre-mento a due cifre che, pur se in for-

ma più contenuta, pensiamo di riuscire a confermare anche per il 2012 se prose-guirà l’andamento del primo quadrime-stre (+25% rispetto all’analogo periodo del 2011). Risultati che ci stimolano a proseguire sulla strada intrapresa con lo stesso entusiasmo con cui abbiamo iniziato. Fortunatamente per noi il lavoro

non manca: non esistono orari e abbiamo l’esigenza di continuare a perfezionare i macchinari già prodotti e di realizzarne di innovativi per un mercato in continua evoluzione. Non possiamo riposare sugli allori, specie in tempi come quelli attuali».Elisa Montresor, Massimo Grigoli e Guer-rino Ferrarini rispettivamente responsabi-le amministrativo, commerciale e ricerca/sviluppo di Elettrolaser, azienda di Sona nata nel 2007, non nascondono la soddi-

sfazione per come, in appena un lustro di attività, il loro impegno sia stato ampia-mente ripagato.Ma conosciamo più da vicino la storia di questa impresa.Elettrolaser è un’ affermata protagonista nel campo delle tecnologie laser “Made in Italy” e in soli cinque anni ha raggiunto i due milioni di fatturato, l’80% dei quali realizzato su primari mercati esteri (India, Indonesia, Thailandia, Brasile, Stati Uniti,

ELETTROLASER

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Turchia, Russia, Corea, Giappone, Unio-ne Europea). È una realtà che ha saputo diventare in poco tempo un partner alta-mente affidabile per le imprese del set-tore orafo e per quelle operanti nel com-parto dell’odontotecnica che fanno della qualità un valore imprescindibile.«La nostra scelta imprenditoriale – rac-conta Elisa Montresor – non è stata ca-suale. Oltre ad aver unito i know-how ac-quisiti da ciascun socio nelle pregresse esperienze di lavoro, abbiamo analizza-to, anzi sviscerato, segmenti di prodotto e di clientela nei quali inserirci. Abbiamo valutato come organizzare al meglio l’at-tività senza gravarla di oneri impropri e, in particolare, come affrontare l’inevita-bile concorrenza di aziende già presenti, in Italia e all’estero, nello stesso settore. Sappiamo che è il sistema che rende l’azienda in grado di nascere, crescere e prosperare e che il successo del bu-siness non è legato al fatto di avere un prodotto più economico più innovativo o più di qualità». Un percorso che ha anche cementato l’amicizia dei tre soci, capaci di lavorare senza interferenze e anzi mas-simizzando quanto ciascuno può dare per il conseguimento degli obiettivi pre-fissati. Elevato il profilo raggiunto da que-sta giovanissima azienda veronese che vanta un’intensa attività di formazione della propria forza lavoro (di norma vie-ne privilegiata l’assunzione di diplomati o laureati, di cui sono analizzate e rafforza-te la competenza e le conoscenze in un tirocinio della durata minima di 6 mesi) e che ha investito – e investe – in modo particolare, nella ricerca avendo attivato al proprio interno un reparto altamente specializzato in cui sviluppare program-mi e progetti avanzati.«Lo standard operativo – prosegue Gri-goli – è decisamente collaudato: lavoria-mo in sintonia con il cliente, decifrando le esigenze che ci sottopone per adattare le nostre apparecchiature alle sue speci-fiche necessità operative».Articolata e ampia l’offerta di macchinari per la microsaldatura, l’incisione dei me-talli e la riparazione stampi. Tutti i prodotti a marchio Elettrolaser sono sottoposti a un costante processo di innovazione: l’ incessante sviluppo tecnologico impone

un frequente aggiornamento e gli articoli in catalogo vengono annualmente imple-mentati nelle funzioni grazie alla potente elettronica con tecnologia DSP (Digital Signal Processing) da oggi rinnovata an-che nei colori con il nuovo display grafico touch screen di grandi dimensioni. Per la marcatura e il microtaglio al top troviamo Fiberlux, marcatrice al laser, che consen-te di incidere su oggetti in metallo, foto, loghi e testi utilizzando un software gra-fico dedicato.«Dall’esigenza di riparare gli stampi usurati direttamente nella propria offici-na in modo rapido ed economico – sot-tolinea Ferrarini – sono nate, dal lavoro in team con alcune officine meccaniche

costruttrici di stampi per l’iniezione della plastica, Combo 200 e Combo 100, stru-menti in grado di lavorare su stampi di grandi o piccole dimensioni per mezzo della fibra ottica che trasporta la luce la-ser dal generatore allo stampo, permet-tendo quindi all’operatore di posizionarla manualmente e di guidarla con estrema semplicità lungo gli spigoli da riparare. Bacchettine d’acciaio vengono riportate direttamente sugli spigoli rovinati, la sal-datura avviene quindi senza bisogno di ripulitura finale e lascia gli elementi chiari e nitidi».Per la saldatura le proposte di base sono ancor più articolate e vanno dall’Easy50 (saldatrice laser progettata per i labo-

profili

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Elettrolaser

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ratori d’odontotecnica e per le piccole riparazioni in oreficeria poiché consente di saldare metalli preziosi o altro, inclusi platino, titanio, oro e palladio, o riparare montature senza rimuovere le pietre), alla Mega 140, la primogenita in casa Elet-trolaser, adatta alla riparazione anche di gioielli antichi, a quella di orologi e persi-no di montature di occhiali.«C’è poi la Master100 – prosegue Grigoli – a cui, di recente, si è affiancato il Ma-ster3D, il laser da saldatura più completo e di semplice utilizzo che sia mai stato realizzato, dotato di stereo microscopio Vision 3D senza oculari di cui l’Elettola-ser è divenuta concessionaria esclusiva per il 2012. La Ultra140, invece, è un’ap-parecchiatura progettata e realizzata per rispondere a particolari esigenze della clientela, ovvero utilizzare il laser non solo per saldare, ma anche per incassare

pietre e lavorare metalli con il micromotore inserito in camera di saldatura».Ma c’è di più. La telecamera digitale (web-cam) di cui tutte le macchine sono dotate di serie permette a Elettrolaser di essere sempre al fianco dei suoi clienti. È infat-ti oggi possibile il controllo di tutte le fasi lavorative sia di saldatura che di incisione con tele assistenza a distanza utilizzando i programmi internet gratuiti più diffusi quali Skype o Msn: un aiuto che la tecnologia dà per fornire sempre maggiore assisten-za tecnica in tempi più brevi.

«Per la nostra realtà imprenditoriale – conclude Elisa Montresor – stare al passo con i tempi, e quando possibile, precorrerli, è strategico. Siamo sempre in attività e in movimento, e non solo con la creatività. Consolidare le posi-zioni acquisite e stimolare attenzione e interesse in nuovi comparti, ci impe-gna in un tour de force promozionale (partecipazione a fiere o convention tecnico-scientifiche) che può e deve essere svolto direttamente dallo staff aziendale».•

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SEDE AMMINISTRATIVAVia Dell’Industria, 3537060 Sona (Verona)Tel. 045 6082365Fax 045 6088650

PRODUZIONESaldatrici e marcatrici laser

ANNO DI FONDAZIONE2007

AMMINISTRATORIGuerrino Ferrarini, Massimo Grigoli, Elisa Montresor

RESPONSABILE TECNICO, PRODUZIONE E PROGETTAZIONEGuerrino Ferrarini

RESPONSABILE COMMERCIALEMassimo Grigoli

RESPONSABILE AMMINISTRATIVOElisa Montresor

FATTURATO 20112 milioni di euro

SUPERFICIE AZIENDALETotale: 700 mq

RISORSE UMANEAddetti alla produzione: 7Impiegati: 2

SITO INTERNET / [email protected]

ELETTROLASER S.r.l.

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Paolo AgnelliPRESIDENTE

Presidente ci spiega che cos’è Confimi e i motivi della sua costituzione?Confimi è l’acronimo di Confederazione delle industrie manifat-turiere italiane; è la volontà di rappresentare in Italia unicamente il mondo delle PMI manifatturiere. Sottolineo unicamente perché troppo spesso nel panorama associativo del nostro Paese si mescolano formule eterogenee nelle quali convergono aggre-gazioni di vario genere: PMI industriali e artigiane, società com-merciali, liberi professionisti, assicurazioni, servizi alle persone, banche. Confimi ha l’obiettivo di specializzarsi nella salvaguardia dell’unico comparto che ha caratterizzato la fortuna del nostro Paese: la manifattura, senza rincorrere alla necessità di allargare i propri numeri solo per aumentare la rappresentanza fine a se stessa. Oggi è indispensabile svincolarsi dai metodi di gestio-ne che certe organizzazioni datoriali nazionali adottano o hanno adottato come fondamento della loro politica industriale. Metodi che rappresentano l’antitesi degli interessi delle imprese e che, senza un cambiamento radicale, non saranno in grado di fron-teggiare le profonde trasformazioni in atto.

Cosa e chi rappresenta Confimi e quali obiettivi si pone nell’immediato e nel medio periodo?Due sono gli obiettivi prioritari: 1) In Confimi sono rappresentate tante piccole e medie industrie italiane che si pongono quale primo obiettivo quello di stare insieme sulla base volontaria per-seguendo un progetto comune: quello di tornare ad essere il “sindacato” degli imprenditori manifatturieri in grado di tutelarli e di farli crescere. Confimi deve essere in grado di progettare e di predisporre per queste imprese situazioni “tailor made” come se si dovesse per loro confezionare sempre abiti sartoriali su mi-sura. 2) all’esterno Confimi deve nell’immediato far capire alla politica e agli economisti la gravità irreversibile e gravissima in cui versa la competitività del manifatturiero italiano e le relative ri-percussioni sociali che potrebbero scaturire dall’ennesimo rinvio nell’individuare una vera politica industriale capace di guidarci per i prossimi 20/30 anni e che manca in questo Paese da al-meno 20.

Non Le sembra che nell’attuale congiuntura la nascita di una nuova organizzazione imprenditoriale possa diso-rientare gran parte della PMI italiana e del Nord in par-ticolare?Al contrario. Le imprese sono stanche di associazioni autoreferen-ziali che non riescono ad intercettare i veri bisogni delle aziende aderenti e che non riescono a comprendere il linguaggio di queste

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personaggio

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PAOLO AGNELLI

imprese. Ci stanno lanciando dei segnali precisi. Le imprese manifatturiere vogliono un’associazione che parli la loro lingua, non il “politichese”, non il “burocratese”. Oggi siamo di fronte ad un cambiamento epocale in campo politico ed economico. Il mondo della rappresentanza non può re-stare sempre lo stesso, deve modificarsi o verrà spazzato via. Oggi tutti vogliono “rap-presentare” tutti. La forte concorrenzialità ha portato a rappresentare all’interno del-la stessa organizzazione interessi fra loro inconciliabili. Noi invece cercheremo di lavorare per proporre soluzioni e risposte concrete indirizzate ad unico portatore di interessi.

Quali associazioni territoriali hanno aderito a Confimi?Al momento hanno aderito come soci fon-datori le API (associazioni delle piccole e medie industrie) delle province di Berga-mo, Modena, Verona, Vicenza. Sono in fase di definizione le adesioni di altre 10

realtà fra cui alcune categorie settoriali, API del Nord-Ovest, del Centro e un paio di re-altà del Sud, in attesa di passaggi statutari e assembleari.

Quale rapporto intendete instaurare con le istituzioni locali, regionali, na-zionali e comunitarie?Innanzitutto conserveremo gli ottimi rap-porti instaurati nei decenni con le istituzioni locali che sono mantenuti e monitorati in maniera eccelsa dalle nostre territoriali. Poi cercheremo di stimolare ancora di più le Istituzioni attraverso temi di confronto offrendo proposte concrete, provando a ribaltare il concetto secondo il quale le Istituzioni prima convocano le parti su temi suggeriti da questa o quella parte sociale/economica, e poi partono le consulta-zioni e i tavoli di confronto. Soprattutto a livello locale vorremmo insieme alle Istitu-zioni liberarci dai formalismi che spesso diventano ossequiosi e infastidiscono le imprese che hanno bisogno di risposte

in tempi brevissimi. Con i livelli regionali e nazionali dovremmo volare “più alto” pro-vando ad individuare 2/3 temi di alta po-litica industriale fornendo analisi complete sulle necessità della nostra manifattura. A fine mese ci presenteremo a livello nazio-nale con una iniziativa che si terrà presso la Camera dei Deputati. Sul fronte comu-nitario diventa fondamentale il ruolo che si può intrecciare con le Istituzioni regionali su due direttrici: 1) lavorare insieme per ottenere a livello europeo normative mag-giormente rispondenti alle esigenze delle imprese e meno penalizzanti; 2) formarsi per essere sempre più pronti a rispondere alle chiamate dei bandi europei che rap-presentano ormai quasi le uniche forme di finanziamento per i progetti di innovazione e di ricerca.

E quale con le altre organizzazioni imprenditoriali?In questo momento stiamo orientando tutti gli sforzi verso la promozione di una rap-

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presentanza datoriale che sia trasversale rispetto agli attuali schemi associativi, in gra-do cioè di riqualificare le relazioni industriali ed economiche, partendo dalle reali esigen-ze delle aziende. Ci potranno essere campi di azione che ovviamente si intrecceranno con le altre associazioni imprenditoriali quando in questi campi troveremo interessi che vadano incontro alle esigenze dei nostri associati. Quindi massima collaborazione con tutti quando i programmi coincideranno negli obiettivi.

Tra i tanti problemi che dovrete affron-tare come intendete muoverti con il sistema creditizio?Cercheremo di tornare a stringere forti rap-porti con le banche locali sul territorio e lavo-reremo con due/tre partners adatti sul piano nazionale ad affrontare al meglio le sfide dell’internazionalizzazione. Un altro obiet-tivo deve essere quello della rivalutazione dei capitali intangibili delle PMI che restano le uniche vere risorse su cui contare per un rilancio della nostra economia a patto che lo

Stato intervenga sui costi della manodopera e dell’energia, e sulle tassazioni che ostaco-lano investimenti e assunzioni. Chiederemo poi lo sblocco dei fondi già disponibili a fa-vore di infrastrutture, mobilità, energie pulite. Proporremo un pacchetto di interventi esclu-sivamente rivolti alle esigenze della manifat-tura: primo tra tutti la necessità di studiare nuovi parametri di valutazione delle imprese manifatturiere diversi da quelli attuali. È già operativo un servizio ad esclusivo supporto delle PMI manifatturiere sul versante dell’a-nalisi finanziaria e del calcolo del rating.

E con le organizzazioni sindacali?Il rapporto con le Organizzazioni Sindacali per noi è uno dei temi principali della nostra agenda, perché il tema del lavoro è quello che ci sta maggiormente a cuore. Dovre-mo fare blocco comune contro un sistema politico ed economico che risulta incapace di coniugare rigore con crescita. Abbiamo obiettivi concreti per quanto riguarda le rela-zioni sindacali, segnate oggi da un’impasse che sconfina troppo spesso nell’ideologia da ambo le parti. Vogliamo proporre nuovi

modelli e nuovi parametri che tutelino mag-giormente la manifattura partendo da un dia-logo aperto e costruttivo con le organizza-zioni dei sindacati dei lavoratori, soprattutto a livello locale. L’obiettivo finale è l’adozione di un nuovo contratto unico per le PMI ma-nifatturiere. Vogliamo che ci sia reciproca comprensione sulle difficoltà che il mondo dell’impresa manifatturiera sta vivendo da al-cuni anni. Ma vogliamo che si sappia che noi negli anni abbiamo investito molto e mante-nuto strutture solide con grandissimi sacrifici perché crediamo ancora che la manifattura nel nostro Paese sia la chiave di volta per tornare a crescere. Chiediamo ai sindacati di credere con noi di Confimi a questa svolta e a questa voglia di tornare a crescere strin-gendo un’alleanza. Bisogna riformare insie-me un sistema che deve alleggerire il costo del lavoro e riconoscere migliori livelli retribu-tivi, passando anche da una rivisitazione del sistema della bilateralità che deve essere a sostegno unico del mondo delle imprese e dei lavoratori senza farsi condizionare da de-rivazioni utili magari al sostentamento delle associazioni e degli apparati centrali.

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personaggio

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PAOLO AGNELLI

Paolo Agnelli, 60 anni, è industriale bergamasco di terza generazione, coniugato, con due figli entrambi impegnati nel Gruppo Agnelli.

Insieme al fratello Baldassare guida oggi l’omonimo Grup-po, che comprende 13 aziende ed è leader nel settore dell’estrusione dell’alluminio, delle pentole professionali e ha interessi nel campo dell’editoria, della finanza e dello sport professionistico e dilettantistico. Complessivamente il Gruppo Agnelli occupa oltre 300 persone con un fatturato nell’anno 2011 di circa 130 milioni di euro.La famiglia Agnelli è una delle più vecchie famiglie di im-prenditori bergamaschi. La prima azienda del Gruppo, la Baldassarre Agnelli S.p.A, data la sua fondazione nel 1907. Nel 2007 il Gruppo Agnelli ha festeggiato il Centenario dell’attività.Insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica da parte del Capo dello Stato e dell’onorificenza di Ufficiale della Repubblica, Paolo Agnelli sul versante Associativo/istituzionale è dal 2000 Presidente di Apindustria Bergamo (Associazione Industriali delle Piccole e Medie Imprese del-la provincia di Bergamo), è stato Presidente di Confapin-dustria Lombardia (già Apilombarda) dall’estate del 2006 sino a marzo del 2012, è componente della Giunta della CCIAA di Bergamo e Presidente della società TECNODAL S.p.A. società partecipata dalla Provincia di Bergamo e dalla C.C.I.A.A. di Bergamo. Siede inoltre nel Consiglio di Ammi-nistrazione della Banca Popolare di Bergamo – Gruppo Ubi Banca.Dal 2012 è Presidente di CONFIMI – neonata Confederazio-ne delle industrie manifatturiere italiane.

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Che tipo di struttura organizzativa intendete adotta-re con Confimi?Le associazioni territoriali che sono già confluite in Confi-mi e quelle che aderiranno manterranno la loro autonomia e la loro organizzazione già esistente. In Confimi soltanto gli industriali manifatturieri potranno ricoprire le cariche più importanti, ciò per evitare che ai vertici della governance possano arrivare imprenditori improvvisati o personaggi “travestiti” da imprenditori con obiettivi inconciliabili con gli interessi delle nostre imprese. Confimi a livello nazionale si doterà di una struttura leggera la cui preoccupazione non sarà quella di giustificare la propria esistenza con apparati mastodontici quanto inefficienti, bensì quella di dare pron-te risposte alle esigenze delle PMI italiane facendo sintesi delle proposte e delle richieste che proverranno dalle asso-ciazioni territoriali e dalle Categorie produttive. Ci saranno tanti focus group in loco con gli imprenditori per provare a trovare concretezza, tempestività nelle scelte e nelle rispo-ste, individuando fra imprenditori e struttura finalmente una prospettiva di medio-lungo periodo su tematiche che effet-tivamente arrivano dalla base imprenditoriale. Da questo la-voro emergeranno documenti mirati che saranno oggetto di confronto con i decisori regionali e nazionali di riferimento. Il tutto dovrà essere finalizzato nei primi anni di attività ad ottenere significativi risultati su quattro macro aree: nuove relazioni industriali; credito; internazionalizzazione e nuovi mercati; cultura d’impresa.•

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La crisi economica mondiale, nata fondamentalmente come una crisi del settore finanzia-rio e creditizio, ha finito per estendersi anche all’economia

reale, colpendo da un lato le famiglie e dall’altro le imprese, e in particolare le Pmi.Uno dei motivi principali della crisi del-le imprese è da ricondurre agli ostacoli che queste incontrano nell’acquisire liquidità, sia per il cosiddetto credit crunch bancario, sia per i sempre più frequenti ritardi nei pagamenti dei de-bitori commerciali. Dagli effetti negativi derivanti da una situazione di criticità diffusa, non è esente neanche la pro-vincia veronese. Le crisi precedenti erano legate alla difficoltà di far recupe-rare, ai prodotti italiani, gap tecnologici rispetto ad altri paesi, quella odierna non è riferita a un aspetto “produttivo”: è una crisi finanziaria, aggravata dal fatto che contemporaneamente sul mercato mondiale si sono affiancati nuovi protagonisti a prezzi alquanto competitivi. Apindustria Verona, con la condivisione di Confcommercio e il finanziamento della Camera di Com-mercio scaligera, ha intrapreso un’a-zione di monitoraggio sulla condizione attuale dell’accesso al credito e sui termini di pagamento delle Pmi in pro-vincia di Verona. Si è quindi approdati alla costituzione di un “Osservatorio sull’accesso al credito e sui termini di pagamento per le Pmi”. «Gli scopi dell’Osservatorio – spiega il diretto-re di Apindustria Luciano Veronesi – sono molteplici: i principali sono

verificare quanto la Pmi subisca il ri-tardato pagamento del dovuto per il mancato rispetto delle clausole con-trattuali, e favorire il nascere di un punto di riferimento e confronto qua-lificato in grado di diffondere consa-pevolezza e informazioni sulle pro-blematiche affrontate nella concreta

applicazione delle norme connesse alla tutela dei crediti e dei termini di pagamento alle Pmi».L’obiettivo finale dell’Osservatorio è quello di creare una banca dati delle carenze e delle problematiche avvertite dalle Pmi dei vari settori economici con-seguenti all’applicazione delle vigenti

Osservatorio sull’accesso al credito e sui termini di pagamento per le Pmi

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attività

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norme relative alla tutela dei crediti e dei termini di pagamento alle aziende. La periodicità delle rilevazioni, inoltre, consentirà di seguire l’evoluzione delle ricadute sull’economia locale anche in termini di capacità di reggere l’impatto della crisi mantenendo l’attuale livel-lo occupazionale. Da sottolineare che si potrà consultare questa banca dati che sarà messa a disposizione delle

aziende della provincia che ne faranno richiesta.Per la rilevazione, sono state analizzate 72 imprese, di cui 25 appartenenti ad Apindustria e 47 a Confcommercio. Va anche detto, però, che l’orientamento del campione è stato fortemente sug-gestionato dalle risposte fornite dalle

aziende del commercio e metalmec-caniche, che da sole ne hanno rappre-sentato l’87%, seguite da quelle del la-pideo, del legno-mobile e del chimico. Questi sono i settori che più degli altri avvertono l’urgenza di tornare ad avere un buon rapporto con gli istituti di cre-dito. La forma giuridica preferita dalle aziende del campione è quella della società a responsabilità limitata, mentre l’organico medio dei dipendenti delle realtà caratterizzante il campione è in-feriore a 15 dipendenti (15 casi su 25). Il 43% delle imprese dichiara di avere fatturati stabili il 31%, invece, sostiene di avere fatturati in diminuzione. La maggioranza delle imprese sentite (89%) pensa che la causa dell’attuale crisi sia di natura finanziaria: difficoltà di accesso al credito, ritardati paga-menti commerciali, inadeguato sup-porto offerto alle imprese. Emergono però anche problemi relativi alla scarsa competitività delle imprese italiane, al basso livello di investimenti, all’insuffi-ciente “struttura” delle microimprese. È significativo il fatto che il 94% delle aziende contattate abbia dichiarato di nutrire modesta o limitata fiducia nel sistema bancario. Per la metà del campione, l’accesso al credito è

rimasto invariato rispetto al passato, mentre per il 41% è diventato “diffi-cile”. La maggioranza degli interro-gati (59%) ritiene che il rapporto con le banche sia peggiorato rispetto al passato: il 55% pensa che il deterio-ramento dell’accesso al credito li ab-bia danneggiati in maniera limitata, mentre il 45% pensa invece di aver subito un grosso danno. Solo il 37% delle aziende afferma di aver utilizzato le garanzie dei Confidi; di queste, oltre il 57% ha avuto una rispo-sta adeguata alle richieste e solo il 21% un esito negativo. Per quanto riguarda i tempi medi di ri-scossione, meno del 10% ottiene paga-menti immediati e sono quasi tutti riferiti al settore del commercio. La maggior parte (68%) riscuote tra i 30 e i 90 gior-ni: il 15% entro 30 giorni, il 30% entro 60 giorni e il 22% entro 90 giorni. Il 25% delle aziende subisce insoluti in una percentuale compresa fra l’1 e il 5%, mentre il 20% delle imprese registra in-soluti fino al 10% del volume di affari.Il 37% delle imprese non ha effettuato alcuna forma di investimento nel se-condo semestre del 2011, mentre il 33% dichiara di aver provveduto a inve-stire per cifre inferiori ai 50 mila euro.•

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In un contesto politico ed economi-co difficile qual è quello che stiamo vivendo, a risentire più sensibilmen-te del clima di incertezza e sfiducia sono, purtroppo, proprio le impre-

se, i principali attori nella creazione di ricchezza e occupazione. Le ricette anti crisi non si contano, ma su alcuni ingredienti-base tutti concordano: uno di questi componenti indispensabili per tornare a realizzare una crescita vera è l’internazionalizzazione.Di cosa si tratta, in concreto?L’internazionalizzazione è un proces-so attraverso il quale le aziende non solo dispiegano le loro vendite su più mercati esteri, ma dagli stessi mercati esteri attingono per il loro approvvigio-namento di materie prime, di tecnolo-gie, di impianti, di attrezzature, di risor-se finanziarie.Si tratta senza dubbio di un’opportuni-tà strategica che le imprese, in partico-lar modo le PMI, possono cogliere per migliorarsi, diventare più competitive e affermarsi negli scenari globali sempre più complessi.Capita però spesso che l’imprenditore della piccola e media impresa desideri affacciarsi sui mercati esteri ma non abbia un’idea chiara di come compor-tarsi: se da una parte è facile reperire informazioni riguardanti gli aspetti bu-rocratici e formali delle transazioni, più

complicato è riuscire a districarsi tra altri dubbi e incertezze.È conveniente andare in un certo mercato a vendere (o acquistare) prodotti? Se è conveniente, come lo posso fare? Quali sono i canali più efficaci di vendita (o acquisto)? Come posso trovarli e selezionarli? Come riesco a valutare l’affidabilità dell’interlocutore? Chi mi può assi-stere nella trattativa al di là dell’a-spetto di formalizzazione contrattua-le?

Per dare risposte e suggerimenti con-creti a questi quesiti, Apindustria, con il contributo della CCIAA di Verona, ha organizzato lo scorso 2 maggio, rivol-gendosi a tutte le aziende associate, l’incontro “Le quattro fasi del commer-cio con l’estero”.Relatore è stato l’ingegnere Leonardo Di Noi, fondatore, dopo oltre 25 anni di esperienza come direttore e ammi-nistratore delegato in diverse aziende locali o multinazionali del Nord Est, della società Di Noi & Partners, spe-

Convegno organizzato da Apindustria e CCIAA

Le quattro fasi del commercio con l’estero

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cializzata in consulenza direzionale e formazione aziendale.«Per maggiori garanzie di longevità e successo aziendale – esordisce Di Noi – gli imprenditori e i mana-ger devono avere ben presente che occorre dare il via a un nuo-vo corso di gestione dell’impresa. È necessario riuscire a coniugare la creatività con il metodo, l’intui-to con una corretta pianificazione dell’attività aziendale che passi attraverso lo studio e l’analisi dei mercati. La globalizzazione ci im-pone di allargare i nostri orizzonti: oggi un battito di foglie in Giappo-ne provoca un terremoto a New York! Ci dobbiamo abituare a ra-gionare entro una macrovisione: come mai prima, ora la politica e l’economia mondiali influiscono sulle nostre decisioni e risultati».Il tessuto imprenditoriale italiano è costituito per il 96% da PMI (sono 522.554 le imprese con meno di 20 dipendenti e il 55% degli occupa-ti lavora in realtà con meno di 50 dipendenti). Il mercato mondiale propone a questa miriade di azien-

de non solo nuovi sbocchi, ma anche nuovi prodotti e servizi: ma-teriali meno costosi, materiali diffe-renti, servizi meno costosi, servizi specializzati.«Le associazioni di categoria offro-no consulenze, appoggio e orga-nizzano missioni – ricorda Di Noi –, ma ogni azienda, preliminarmente, deve valutare in maniera attenta

convenienza, tempi e modi di una “trasferta” all’estero. Molto spesso si va in alcuni mercati per sentito dire o per fenomeni di “moda in-dustriale”; non è semplice deci-dere quali canali utilizzare e a che partner affidarsi: per queste scelte servono tempo, conoscenza dei mercati e dei dati, esperienza, consulenza di figure professionali specifiche non facilmente reperibi-li e che costano. Alle aziende che intendano incamminarsi sulla via dell’internazionalizzazione parten-do con il piede giusto, abbiamo pertanto voluto indicare i quattro passi da compiere: l’analisi del reale fabbisogno, l’elaborazione di un piano di fattibilità, l’individua-zione degli interlocutori migliori, la trattativa».Indispensabile partire da un con-fronto da svolgere all’interno dell’azienda stessa per compren-dere se l’idea di vendita (o acqui-sto) dei prodotti in un mercato è conveniente o meno. In questa pri-ma fase si può decidere di lasciar perdere l’idea, oppure di prepara-re un piano di fattibilità. Bastano pochi elementi per scoprire che non ha alcun senso procedere e quindi non vale la pena spreca-re denaro e risorse. Se si decide per il sì l’impresa deve costruire il

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attività

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piano di fattibilità che rappresenta la rotta da seguire con gli obiettivi da raggiungere e i mezzi neces-sari. «Nella ricerca degli interlocu-tori – prosegue Di Noi –, dei quali vanno scrupolosamente valutate le potenzialità e la serietà, ci ven-gono in aiuto strumenti preziosi: internet e le fiere di settore. Ad al-cune conviene partecipare con lo stand, ad altre solo visitandole, si dovrà stabilire se il target del visi-tatore è quello giusto per ciò che vogliamo offrire, scegliere il mate-riale da portare, chi partecipa, la documentazione da produrre».Innumerevoli i possibili canali di vendita (agente, rivenditore, se-gnalatore, filiale, joint venture commerciale o produttiva, vendita diretta con Area Manager o Count-ry Manager) e di acquisto (agente locale, ufficio acquisti locale diretto dall’azienda): si deve avere dime-

stichezza con tutte queste possibi-lità. «Si giunge poi alla trattativa, la fase più delicata – spiega Di Noi –, in cui una scelta sbagliata può por-tare a disastri economici. Cono-scere il comportamento degli inter-locutori, con i quali ci si incontrerà per definire accordi, partnership, joint venture, serve a far riuscire le trattative. La trattativa non è uguale in ogni parte del mondo; ogni Pae-se ha le sue specificità. Gli accordi scritti sono necessari; si devono conoscere la legislazione interna-zionale e del Paese, le varie tipolo-gie di pagamenti internazionali e i possibili finanziamenti tra stati».Pressoché infiniti gli scenari possi-bili, quindi. A titolo esemplificativo si è scelto tuttavia di analizzare due case history concreti comple-tamente differenti: quello di una piccola società commerciale ope-rante nel settore dei prodotti per

la pulizia di industrie alimentari, ospedali e case di riposo, inten-zionata ad acquistare alcuni pro-dotti a più basso costo all’estero; quello di una media azienda di trasformazione che vende appa-rati elettronici di potenza e intende sviluppare la sua rete commerciale all’estero tramite filiali produttive, commerciali e accordi con partner. In entrambi i casi una corretta va-lutazione preliminare dei mercati di sbocco e un pianificazione ade-guata delle strategie ha portato a un notevole incremento dei fattu-rati: a dimostrazione che la lunga vita di un’azienda e i suoi successi non sono frutto di improvvisazione, ma dal saper unire al “fiuto” per gli affari l’applicazione meticolosa di un metodo efficace.•

Beatrice Paglialunga

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Apigiovani

L’incredibile susseguirsi degli in-teressanti avvenimenti degli ulti-mi mesi, rafforza l’idea che non stiamo vivendo in tempi normali. La crisi economica che sta ag-

gredendo il globo, è il segnale di una crisi molto più profonda, che travolge come un sisma(!) le società di tutto il mondo. In que-

sto, l’Europa, offre innumerevoli spunti di ri-flessione. Essa è un aggregato economico di nazioni e la situazione di oggi, dimostra quanto ciò sia insufficiente. La comunità europea è come un corpo pri-vo di uno animo etico e morale in grado di vitalizzarlo. Pensate a quanto ognuno di noi si senta veneto, emiliano, umbro o piemon-tese, prima che italiano... figuriamoci euro-peo. Fu Giuseppe Mazzini, uno dei nostri più grandi maestri, a dire: “quando aman-dovi gli uni gli altri come tali e ciascuno, cercando il proprio bene nel bene di tutti, unirà la propria vita a quella di tutti e i pro-pri interessi con quelli degli altri, e quando

sarete pronti a sacrificarvi per ogni membro della famiglia umana che ugualmente sarà pronta a sacrificarsi per voi, allora i maggio-ri mali che oggi affliggono la razza umana spariranno.”Nella nostra Europa purtroppo non vi è an-cora nulla di questo spirito. Soccombendo sotto i colpi di spread e

tassi finanziari, non comprendiamo che l’u-nione si fa con i nostri pensieri, prima che con le nostre monete. Come si può essere Europei senza un’unica lingua, senza un insieme condiviso di regole e di valori civi-li che portino ad obiettivi culturali e sociali comuni. Oggi le difficoltà e le incertezze sono molte, ma proprio per questo è maturato il tempo per uno straordinario cambiamento. Ci troviamo di fronte all’op-portunità di riscrivere le regole che hanno determinato l’attuale situazione. Possiamo trarre profondi insegnamenti dalla sterilità di ogni progetto che non ponga come fine la ricerca di un Etica che riconosca il bene

della collettività prima che del singolo. Verrà presto un mondo dove il gruppo sarà favori-to rispetto all’individuo, ma è un mondo che sta a noi costruire, con fiducia e volontà, sa-pendo che è la filosofia con cui affrontiamo la vita a determinare le nostre azioni. Certo, molto del nostro futuro dipende dalle deci-sioni che i nostri leader prenderanno, ma

oggi più che mai, possiamo esser certi che le nostre scelte quotidiane, il nostro modo di fare azienda, la nostra capacità di instau-rare rapporti etici, avranno un forte impatto e una forte influenza sul domani. La stessa attuale crisi economica mondiale contribui-sce alla costruzione di una visione comune, nella sempre maggiore consapevolezza che essa sarà superata attraverso la crea-zione di sistemi nuovi, sinergici, ispirati ai Valori della Cooperazione e dell’Armonia. Il mio augurio sincero è che ognuno di noi sappia esplorare dentro di sé, perché proprio il terreno delle difficoltà è il più fertile per mettere a frutto i propri talenti.•

Costruire uno spirito EUROPEO

Alessio Zoccatelli

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Terra agricola d’eccellenza che si estende su un com-prensorio di ben 41 comuni, la Pianura veronese, grazie alle denominazioni ottenute,

è sul podio nazionale per l’altissima qualità delle sue produzioni agricole e agroalimentari. Negli ultimi dieci anni l’agricoltura ha vissuto, anche in que-sto comprensorio, un profondo cam-biamento che ha rivoluzionato l’attività d’impresa nelle campagne dando il via a esperienze innovative e alla proposta di nuovi servizi che hanno modificato

il volto del settore. I risultati raggiunti parlano chiaro: due i prodotti vegeta-li che si fregiano della IGP (radicchio rosso di Verona e riso violone nano), due le DOP conseguite nel comparto lattiero-caseario (grana padano e pro-volone valpadana), una DOP in quello delle carni (prosciutto Veneto Berico-Euganeo), una DOC assegnata ad Arcole per il suo vino – e tutt’intorno una miriade di attività che testimoniano come questo sia un settore che produ-ce ricchezza e occupazione.La Pianura Veronese ha ri-scoperto la

sua vocazione agricola. L’agricoltura è una realtà dinamica che può giocare, grazie alle numerose piccole e medie aziende, un ruolo determinante anche in un momento di crisi. Ma non basta voler reagire, bisogna soprattutto sape-re come reagire per poter misurarsi con una concorrenza sempre più agguer-rita sia da parte dei Paesi del bacino mediterraneo che da quelli emergenti. Per competere, in ambito nazionale e internazionale, è indispensabile che le imprese sappiano innovarsi, superare i limiti dimensionali e trovare forme di

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L’Agroalimentarenella Pianura Veronese

Convegno di Apindustria al servizio dell’agricoltura

Una risorsa da valorizzare

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aggregazione: cioè fare rete. Proprio su questo fondamentale aspetto si è soffermato Lorenzo Bossi, portavoce di Apindustria Verona – organizzatrice dell’incontro sul tema “L’Agroalimen-tare nella Pianura Veronese”, tenuto-si il 27 aprile – che ha ricordato quali sono i vantaggi che le nuove normative possono offrire in materia e soprattutto ha sottolineato come le diverse forme di aggregazione possano stimola-re la crescita delle imprese locali e la loro capacità di competere. Non è più sufficiente presentare i prodotti come il risultato di un sistema produttivo efficiente, ma è necessario individua-re strade precise da percorrere per differenziarsi sugli scenari internazio-nali, dando vita a proposte capaci di aggregare imprese che vogliono col-laborare alla realizzazione di uno spe-cifico obiettivo o progetto. Interessanti le testimonianze e i contributi proposti da imprenditori del settore e qualificati esperti nel corso dell’appuntamento, moderato da Enzo Gambin (direttore AIPO) e ospitato nei saloni del Castello

di Bevilacqua.Antonio Visentin (imprenditore, pre-sidente del settore agroalimentare Apindustria nonchè del Consorzio Tu-tela Prosciutto Veneto Berico Euganeo DOP) ha posto l’accento sulla produ-zione di qualità, sulla valorizzazione e la tracciabilità delle carni suine, mentre Carlo Vicentini (esponente del mondo della carne) si è soffermato sull’impor-tanza che rivestono la zootecnia e gli allevamenti avicunicoli nell’economia agricola locale. Giorgio Sambugaro (presidente del Gruppo Napoleon) e Lorenzo Ambrosi (presidente del Con-sorzio Tutela del Radicchio di Verona IGP) hanno confermato la flessione nel consumo di frutta e verdura che si re-

gistra anche a livello europeo, concor-dando che bisogna ricorrere ai ripari puntando, tra l’altro, sulla qualità, sulla specificità produttiva, sulla stagionali-tà e su un rapporto costruttivo con la

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Gdo. Fabio Lucchesi, (avvocato esperto in normative agro-alimentari), ha illustrato le leggi vigenti in materia di etichetta-tura delle diverse produzioni, mentre l’intervento di Gianluca Fregolent (esponente dell’ICQEF- Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroali-mentari), si è focalizzato sulle verifiche di genuinità. Tutti i relatori hanno evidenziato l’importanza dell’agricoltura che non è più solo un settore in grado di produrre derrate ali-mentari, ma assume ruoli e compiti che toccano aspetti re-lativi alla protezione dell’ambiente, alla tutela del paesaggio, alla salubrità degli alimenti, alla tradizione e cultura rurale del territorio.Claudio Valente (vice presidente vicario di Veronafiere e imprenditore del settore) è entrato nel dettaglio elencando i significativi numeri di questo comparto. «Nel 2011 – ha spie-gato – sono stati registrati fatturati di 73,6 milioni di euro nel seminativo, 114 milioni nell’attività orticola, 72 milioni nella frutticola, 4,9 milioni nella fungicoltura, 20,6 milioni nella vi-vaistica (piante e fiori) e nel sementiero, 18,9 milioni nella viticoltura, per un totale complessivo relativo alle produzioni vegetali di 305 milioni di euro. Ancor più incoraggianti le cifre per quanto riguarda il settore zootecnico: 77,8 milioni di euro sono dati dall’allevamento di bovini da carne, 40,4 milioni dalla suinicoltura, 115,9 milioni dalle attività di allevamento avicolo, 5 milioni dalla coniglicoltura, 46,1 milioni dai bovini da latte, per un totale di 380 milioni di euro.Complessivamente, quindi, una PLV (produzione lorda ven-dibile) di 613 milioni di euro che con l’indotto e le attività collegate supera abbondantemente 1,5 miliardi di euro».Una riflessione ad ampio raggio, quella proposta da Apindu-stria, che fa pensare all’agricoltura veronese non più come al “settore primario” dell’accezione economica, ma come a un sistema integrato di multifunzionalità a efficacia plurima, espressione di industrie di levatura mondiale nel campo del-la meccanizzazione agricola, della molitura, della trasforma-zione, della conservazione, del dolciario delle paste fresche e ripiene come testimoniato da Giovanni Rana, il “re” dei tortellini.L’enogastronomia e il patrimonio di cibi e prodotti tipici e tradizionali della Pianura veneta diventano sempre più un valore da comunicare al consumatore, mediante una forte integrazione con il turismo, l’artigianato, la storia e l’architet-tura, per realizzare un vero e completo “made in Veneto”.•

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L’inadeguatezza di infra-strutture e viabilità è, come noto, una delle criticità che penalizzano di più le picco-le e medie imprese. Ma non

solo. Il tema della mobilità, infatti, inci-de, oltre che sulla competitività delle imprese e sullo sviluppo economico di un territorio, più in generale, sulla qualità della vita, sulla salute, sull’in-quinamento ambientale. «L’obiettivo della Provincia di Verona è di lavorare,

coordinandosi con Comuni e Regio-ne – esordisce Carla De Beni, asses-sore provinciale alla Manutenzione e Progettazione Viabilistica –, per una mobilità sostenibile ed efficiente, più sicura e scorrevole, che risponda alle esigenze di tutti coloro che, per ne-cessità lavorative, scolastiche e fami-liari, si devono spostare».Laureata in logopedia, responsabi-le della comunicazione interna Ulss 22, Carla De Beni ricopre il ruolo di

assessore – unica “quota rosa” in una Giunta tutta al maschile – dal maggio 2010, più recente incarico di una solida carriera nella pubblica am-ministrazione che l’ha vista per due mandati (dal 1997 al 2006) sindaco di Affi, componente della commissione Piccoli Comuni dell’ANCI Veneto, pre-sidente della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 22 (2004-2006), consiglie-re provinciale (giugno 2009-maggio 2010).

NUOVE STRADE E PISTE CICLABILI:ecco il programma della Provincia

A colloquio con l’assessore Carla De Beni per fare il punto sui progetti già avviati e su quelli di prossima realizzazione

Circonvallazione Sud Caprino

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territorio

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«A un mese dalla mia elezione – ricorda De Beni – il primo risultato raggiunto è stato l’accordo di programma, sotto-scritto con l’assessore regionale Renato Chisso e Veneto Strade, che riguarda due arterie primarie per la viabilità provinciale: la Sp 10 “della Val d’Illasi” e la variante di Ter-razzo. Alla Provincia sono delegati progettazione, ormai predisposta fino allo stadio definitivo, ed espropri, mentre a cura di Veneto Strade saranno le gare d’appalto e l’ese-cuzione dei lavori». I finanziamenti sono regionali e am-montano a 12 milioni di euro per la Sp 10 (o meglio il lotto ‘L’, tratto che va dall’incrocio di Colognola ai Colli fino alla nuova strada già realizzata a Illasi lungo il progno Illasi) e a 8 milioni per la variante di Terrazzo.«Si tratta di due realizzazioni di estrema importanza – pro-segue l’assessore – la Sp 10 renderà possibile il collega-mento in variante da Tregnago alla strada Porcilana, per-correndo tutta la Val d’Illasi senza più passare per i centri abitati esistenti; la variante in prosecuzione del nuovo pon-te costruito sull’Adige collegherà fino alla strada provincia-le Sp 44. Dopo aver sbloccato i primi 17 milioni di euro (9 per il lotto ‘L’ e 8 per Terrazzo), la Commissione regionale alla Viabilità e Urbanistica ha approvato, proprio lo scorso 23 maggio, l’integrazione del Piano Triennale d’interventi per l’adeguamento della rete viaria, che programma 100 milioni di euro a favore di numerose opere viabilistiche nelle sette provincie venete: sono stati in questa occasio-ne previsti gli ultimi 3 milioni necessari a coprire l’intero importo stimato per la Sp 10. Entro fine giugno verranno convocate le Conferenze dei Servizi per acquisire tutti i pareri, nulla osta e autorizzazioni sui progetti stessi».Per quanto riguarda la Valpolicella si è già dato il via al primo step di un programma organico di soluzioni tecni-che per il riordino/potenziamento della viabilità condivise a marzo con i sindaci del comprensorio: i primi quattro interventi concreti sono due nuove rotonde a San Pietro in Cariano all’incrocio tra la Sp 4 e la strada per Fumane; la bretellina di Pedemonte; la messa in sicurezza dell’incro-cio tra la Sp 1 con via Avanzi; il completamento della pista ciclabile nella rotatoria della tangenziale.«Abbiamo definito con la Regione e Veneto Strade anche

le priorità sulle infrastrutture relative alla Sp 6 “dei Lessini” – spiega poi De Beni –, un nodo insoluto da due decenni».La Sp 6 compare per la prima volta nel 2008 tra le priorità regionali con un finanziamento di 6,5 milioni; nel 2010 una delibera di Giunta regionale prevede che 6,5 milioni degli utili generati da Cav (Confederazione Autostrade Venete) vadano a finanziare quest’opera. «Nella soluzione appro-data pochi giorni fa in Commissione – dice soddisfat-to l’assessore – sono stati previsti gli ulteriori 5 milioni a completamento dei 18 che rappresentano l’intero importo progettuale necessario. Si tratta di un grande risultato per la Lessinia, per la Valpantena e per la zona est di Verona che, con la riqualificazione di questa arteria (che prevede il prolungamento da Quinto di Valpantena fino alla tangen-ziale est) e con la realizzazione del traforo, potranno final-mente contare su una rete viaria all’altezza. Il progetto, che abbiamo condiviso anche con il Comune di Verona, risulta fattibile da un punto di vista tecnico e finanziario, parzialmente in variante rispetto alla strada at-tuale, in modo da minimizzare l’impatto ambientale e pae-saggistico su una parte di territorio particolarmente sensi-bile». L’opera è suddivisa in due tratti: il primo, più lungo, tutto in nuova sede, parte da Quinto, dall’attuale strada provinciale, per passare dietro allo stabilimento di Verone-

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si e rientrare alla rotatoria di Poiano; il secondo comporta un allargamento della sede attuale fino all’innesto con la tangenziale est (riqualificazione che implica una spesa ulteriore di 3 milioni di euro). Ma non è finita qui. Ci sono novità anche per quanto ri-guarda la Circonvallazione Sud di Caprino che da anni deve essere realizzata al fine di salvaguardare il centro storico, collegando in ma-niera alternativa la Sp 8 “del Baldo” e la Sp 29 “del Pozzo dell’Amore”, particolarmente interessate dai flussi turistici. I motivi del protrarsi dei tempi di rea-lizzazione sono da ricercarsi soprat-tutto nella concomitanza dei lavori di depensilizzazione del torrente Tasso, che la nuova arteria dovrebbe scaval-care con un ponte. «È un traguardo fondamentale. Già vent’anni fa era stato elaborato un progetto ed era stata indetta la gara di appalto: ma l’amministrazione di allora aveva poi preferito non procedere. Oggi – an-nuncia Carla De Beni – siamo pronti per iniziare i lavori per un importo di 1,548 milioni di euro: la gara, con-clusasi il 31 maggio scorso, è stata aggiudicata alla Friulana Bitumi che avvierà il cantiere entro fine luglio».

Contenti saranno anche i cicloamato-ri. Il 28 giugno prossimo sarà conclu-sa la gara d’appalto per l’aggiudica-zione dei lavori (del costo di circa 3,6 milioni di euro) per l’ultima porzione di pista ciclabile lungo il fiume Adige tra la località Canale di Rivoli Veronese e il confine con Trento. «Si completerà così il tratto di raccordo tra le provin-ce di Trento e Verona della Ciclopista del Sole, la strada ciclabile che colle-ga l’Italia con la rete ciclabile Europea e che prevede un percorso che dal Passo del Brennero si snoda fino in Sicilia. È un circuito molto frequentato e il completamento della parte a nord della nostra provincia è dettato dalla volontà di garantire un’offerta ludico-sportiva sempre più esauriente». Quest’ultima opera, congiuntamente ad altre similari e complementari re-alizzate dai Comuni (si pensi all’anel-

lo ciclabile “2 Ruote per 4 Comuni”, percorso tra l’Adige e il Garda che coinvolge Affi, Caprino, Costermano, Rivoli), ha indotto la Provincia, sup-portata da Confindustria Alberghi, a realizzare uno studio di fattibilità del possibile piano di piste e percorsi ciclabili per l’intera area del Lago di Garda, la zona maggiormente carat-terizzata da un’economia sorretta dal turismo. «Si tratta di un bell’esempio di collaborazione tra pubblico e priva-to. Il piano è stato redatto – conclude De Beni – ed è al vaglio degli operato-ri. Verrà poi sottoposto all’attenzione dei sindaci coinvolti; quindi si prov-vederà alla realizzazione. L’obiettivo è quello di offrire pacchetti turistici completi a chi ama l’ambiente e lo sport».• Beatrice Paglialunga

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Le potenzialità del Cloud Com-puting (nuvola informatica che indica un insieme di tec-nologie che premettono di memorizzare/archiviare e/o

elaborare dati) a supporto della cre-scita delle PMI sono state al centro del dibattito promosso da Microsoft durante lo SMAU Business tenutosi in aprile alla Fiera di Padova. Il mondo del business deve sapersi orientare tra le numerose nuove soluzioni a dispo-sizione – dalla Unified Communication & Collaboration alla Virtualizzazione, al Cloud Computing – per scegliere quelle più adatte alla propria realtà. Nell’attuale contesto economico im-prenditori e manager sono chiamati a fare un’attenta riflessione su come im-piegare al meglio risorse economiche e umane. Le aziende venete sono sta-te tra le prime a comprendere come le tecnologie digitali siano indispensabili per migliorare l’efficienza e ridurre i costi interni. A testimonianza di ciò Microsoft ha presentato casi concreti di realtà che hanno saputo cogliere le opportunità di business offerte dal Cloud Computing tra cui l’azienda To-sato di Asparetto di Cerea vincitrice della 4^ Edizione del Premio Inno-vazione ICT Nordest nella categoria Cloud Computing.Tosato, che produce mobili e comple-menti di arredo, è presente in Italia e all’estero, con 800 punti vendita, una rete di rappresentanza a livello nazio-nale e con agenti diretti e punti vendita in Olanda, Germania, Spagna, Ucrai-na, Russia, Polonia, Ungheria oltre a distributori in Corea del Sud e Giap-pone per un giro di affari all’estero pari al 40% del totale. La necessità di una migliore comprensione delle caratte-

ristiche di clienti eterogenei, ha reso necessario ridisegnare le logiche di Customer Relationship Management. «Analizzando gli aspetti migliorabili del nostro modello di business, spiega Arianna Tosato, responsabile ammi-nistrativo della società, abbiamo ca-pito di non conoscere a fondo i nostri consumatori finali e ci siamo convinti che un utilizzo efficace di informazioni avrebbe migliorato le nostre azioni di

marketing e comunicazione».Avvalendosi della consulenza del part-ner Piesse Quadro, Tosato ha imple-mentato il CRM Online per sfruttare tutti i vantaggi del cloud computing, fra cui la totale assenza di costi per lo start-up, l’aggiornamento software, l’eliminazione di investimenti hardware

e di procedure manuali e il canone di utilizzo dilazionato nel tempo. Tosato beneficia ora di una visibilità a 360° sui clienti ed è in grado di sviluppare attività di marketing e comunicazione più efficaci. «Il CRM è molto innovativo per il nostro settore e ci ha permesso di comprendere sia le peculiarità dei clienti, sia l’efficacia dei nostri investi-menti in pubblicità – dichiara Arianna Tosato –. Abbiamo inoltre raggiunto

un controllo preciso sui flussi di in-formazioni che prima erano soggetti a frequenti errori di trasmissione o interpretazione e, infine, l’attendibilità dei report forniti dal CRM ci consente di pianificare con la massima accura-tezza la produzione e le strategie di marketing».•

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territorio

ALLA TOSATOIL PREMIO INNOVAZIONE ICT - CLOUD COMPUTING

Asparetto di Cerea

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Orvile Venturato, fondatore di Samo Spa, azienda leader nella produzione di box doc-cia di alta gamma, è stato davvero un “numero uno”, un

personaggio che ha saputo coniugare l’abili-tà imprenditoriale con una sensibilità umana difficilmente riscontrabile. E la sua Bonavi-go, il paese d’origine, ha voluto quest’anno ricordarlo il 2 aprile, nell’anniversario della nascita, in maniera speciale. L’Amministra-zione Comunale ha infatti deciso di intitolare al suo concittadino (scomparso nel 2000) la strada del paese che va da Via Trieste alla sede aziendale: lo stabilimento Samo si trova

proprio al civico n°1.Un gesto di indubbio valore, una sentita di-mostrazione di affetto per un imprenditore lungimirante che, trasferendo a Bonavigo la sede di questa prestigiosa realtà aziendale da lui fondata nel 1960, ha creato un inesau-ribile volano di ricchezza e occupazione per il territorio contribuendo in maniera determi-nante allo sviluppo di un comprensorio che altrimenti sarebbe rimasto essenzialmente agricolo. Oggi con 55 mila mq di insedia-menti, oltre 250 dipendenti, una potenzialità produttiva di 2.000 cabine doccia al giorno e il 12% di market share la Samo S.p.A. è, nel settore arredo bagno, leader in Italia e in

Europa. Alla cerimonia hanno partecipato la moglie Anna, i figli Denis, Diana, Laura, San-dra, la nuora Fiorenza (moglie dello scom-parso figlio Oscar), il sindaco di Bonavigo Ermanno Gobbi, il presidente della Provincia Giovanni Miozzi, il presidente dell’Ater Nico Cordioli, Claudio Valente in rappresentanza della CCIAA e di Veronafiere, altre autorità ci-vili e religiose. Uno degli interventi più sentiti e commossi è stato quello di Arturo Alberti, presidente Apindustria. «Orvile è un uomo che ha sempre creduto nell’importanza del fare squadra a tutti i livelli, con le maestranze e con gli altri imprenditori. È stato co-fonda-tore e presidente di Api Legnago – ricorda

A Bonavigo c’è Via Cav. Orvile Venturato

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territorio

Alberti – e per i valori in cui credeva, per la sua passione per il lavoro e l’amore per la famiglia, anche quella grande famiglia-allargata che è un’azienda, è un simbolo eccellente di quella “vecchia” generazione di imprenditori che ha fatto grande il Nord Est. Bisogna guardare a lui come a un esempio da imitare. Aveva, con la sua terra e con i suoi col-laboratori, da lui considerati un capitale intangibile preziosissimo, un legame speciale». Un esempio, quello di Samo, che dimostra come anche la periferia con una logistica non sempre felicissima possa vi-vere e decollare grazie ai rapporti umani. Con l’occasione sono stati consegnati 44 attestati di riconoscimento per anzianità di servizio (42 ai dipendenti, 2 a rappresentanti del collegio sindacale) a quanti per 40 (tre i ‘veterani’, Lucia Isoli, Vania Barotti, Claudio Pavan), 30 o 20 anni hanno fatto parte del mondo Samo. «Le feste con i dipendenti sono un costume aziendale fortemente voluto da nostro padre – di-chiara emozionata Diana Venturato –: il personale si è sempre sentito con orgoglio parte cardine della Samo e ha contribuito a farla cre-scere. Il territorio ritorna oggi a mio padre l’amore che lui ha dato a questo paese, non solo con l’azienda ma anche con il suo interesse al mondo dello sport. Ha infatti sempre sostenuto le imprese calcistiche della squadra locale, ricoprendone la carica di presidente; nel 2011 il campo sportivo è stato a lui intitolato e noi continuiamo oggi a spon-sorizzare la squadra. Il mandato all’impegno sociale lasciatoci da mio padre lo esprimiamo anche attraverso la onlus “OSCAR...PER TUTTI” che abbiamo fondato nel 2007 in ricordo di Oscar con lo scopo di raccogliere fondi da destinare alla ricerca in campo oncologico».

«Quella di oggi è una festa dell’industria vera – conclude Alberti –, di quell’industria che vive in rapporto con quel territorio di cui è espres-sione. La scelta di restare, di non delocalizzare, non è certo la più facile: ma la storia di aziende come Samo dimostra che puntare sulla qualità e credere nei rapporti tra le persone può essere il percorso vincente».• B. P.

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Nel primo trimestre del 2012 sembra confermata la debolezza della con-giuntura economica mondiale: a

fronte del debole miglioramento congiun-turale degli Stati Uniti e del Giappone si segnala un rallentamento delle principali economie emergenti e una contrazione dell’attività nell’area euro. Da un punto di vista Veneto, i dati del primo trimestre appaiono preoccupanti, anche perché ri-flettono la tendenza iniziata a metà dello scorso anno. In particolare si segnala la caduta della produzione e del fatturato delle imprese manifatturiere nel confronto con lo stesso trimestre dell’anno prece-dente (rispettivamente 2,5% e 3,6%). Tale andamento è diffuso, anche se con inten-sità differenti, a tutti i settori industriali. I beni intermedi, i beni di consumo il com-parto della moda e della casa fanno regi-strare diminuzioni particolarmente signifi-cative. Il settore alimentare è il solo settore ad evidenziare variazioni positive.Si registra inoltre un’ulteriore contrazio-ne del numero di imprese attive a causa dell’aumento della mortalità d’impresa soprattutto nella componente artigiana. Tale maggior numero di imprese cessate è particolarmente rilevante in termini as-soluti nei settori del commercio e delle costruzioni Le forti difficoltà nel mercato del lavoro permangono con un elevato ricorso alla CIG ma soprattutto si registra un incre-mento dei licenziamenti individuali nelle piccole imprese. A peggiorare la già pre-caria situazione si evidenzia un aumento dei prezzi al consumo sospinti dal com-

porto dei trasporti e delle utenze domesti-che.Per il proseguo del 2012 le attese degli operatori economici sono improntate al pessimismo. Si prevede un’ulteriore con-trazione del fatturato e della produzione nel settore manifatturiero specialmente a causa dell’andamento della domanda in-terna, mentre le famiglie manifestano pre-occupazione soprattutto con riferimento al

profilo reddituale/ occupazionale.Si rileva come il contesto di attenuazione delle spinte inflazionistiche atteso per il 2012 potrebbe favorire ulteriori politiche di stimolo all’attività economica da parte del-le autorità monetarie delle principali eco-nomie mondiali, sia contribuendo a fornire ulteriore liquidità, nel caso delle economie avanzate, che abbassando i tassi di inte-resse, per le economie emergenti.

SISTEMA ECONOMICO VENETO I DATI DEL PRIMO TRIMESTRE 20121

ANDAMENTO DELLA PRODUZIONE E DEL FATTURATO2

PRODUZIONE E FATTURATO PER BRANCA3

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La Regione del Veneto, con Deliberazione n. 676 del 17.04.2012, ha attivato nuovi interventi per gli esercizi 2012 e 2013 a sostegno delle esigenze di liquidità per l’ordinaria gestione delle micro, piccole e medie imprese venete. L’obiettivo del nuovo piano straordinario anti-crisi è quello di supportare per gli esercizi 2012 e 2013 le piccole e medie imprese appartenen-ti a tutti i settori economici, ubicate nel territorio della Regione Veneto mediante la concessione di finanziamenti agevolati a supporto dell’or-dinaria gestione del capitale circolante. Tali interventi sono attuati mediante il ricorso ai Fondi di rotazione istituiti presso Veneto Svi-luppo Spa (L.R. 5/2001 PMI, L.R. 2/2002 Arti-gianato, L.R. 1/1999 Commercio, L.R. 33/2002 Turismo) ) e si realizza tramite la concessione di finanziamenti bancari a medio termine con abbattimento del 50% del tasso d’interesse. Gli interventi, che sono agevolati dai Fondi di Rotazione e dal Fondo Regionale di Garanzia istituiti presso la finanziaria regionale Veneto Sviluppo Spa, devono essere ricondotti a una delle seguenti casistiche (anche cumulabili tra loro):- crediti commerciali insoluti sorti nei 18 mesi antecedenti alla data di presen-tazione della domanda di agevolazione, la cui documentazione è rappresentata da ricevute bancarie, effetti cambiari, assegni o altri titoli di credito similari (escluso settore commercio).- crediti per forniture verso le pubbliche amministrazioni comprovati da dichiarazione sostitutiva di atto notorio (art. 47 del DPR n. 445/2000) accompagnata da copia dei documenti comprovanti i crediti (escluso il settore commercio);- rimborsi di finanziamenti a medio lungo termine attivati a fronte di investimenti aziendali, per un importo non superiore all’am-

montare delle rate pagate nei 24 mesi antece-denti la data di richiesta di agevolazione;

- anticipazioni di ordini accetta-ti e/o contratti di fornitura di beni e servizi (esclusa l’attività di consulenza) comprovati dal contratto sottoscritto dalla parti, proposta di vendita e relativa accettazione con visto del venditore oppure proposta di acquisto e relati-va accettazione di vendita. L’ammontare mini-mo da documentare, per singola operazione, non può essere inferiore a € 5.000 (IVA esclu-sa). Anche in questo caso è escluso il settore commercio. L’agevolazione è concessa sotto-forma di finanziamento chirografario agevolato

erogato secondo le seguenti modalità:La Divisione Finanza di APIVENETO FIDI,

è a disposizione per la presentazione delle domande di agevolazione (tel. 0444 232224, e-mail:[email protected]).•

______________________________________1. Fonte: Federazione Veneta delle Banche di

Credito Cooperativo

2. Fonte: Federazione Veneta delle Banche di Credi-

to Cooperativo “Osservatorio economico del Veneto”

3. Fonte: Federazione Veneta delle Banche di Credi-

to Cooperativo “Osservatorio economico del Veneto”

apivenetofidi

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NUOVO PIANO STRAORDINARIO ANTICRISISostegno finanziario agevolato a favore delle PMI del Veneto

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ambiente e salute

Plinio Menegalli Medico Competente

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Movimentazione manuale dei carichi: dati, normativa e valutazione

Le affezioni della colonna vertebrale sono tra i princi-pali problemi di salute nei luoghi di lavoro. I dati sulla movimentazione manuale

dei carichi, la normativa, le norme tecniche e i fattori da considerare nella valutazione dei rischi.È ormai ampiamente dimostrata la correlazione tra attività lavorative di movimentazione manuale di carichi (MMC) e incremento del rischio di contrarre affezioni acute e croniche dell’apparato locomotore, in partico-lare del rachide lombare. Una cor-relazione che deve essere non solo tenuta in considerazione nelle analisi dei rischi professionali, ma che deve diventare consapevolezza tra gli stessi lavoratori per favorire l’adozio-ne di tutte le misure possibili per la riduzione o eliminazione del rischio. Studi, documenti e Linee Guida of-frono diversi dati sulla diffusione delle affezioni cronico-degenerative della colonna vertebrale.Affezioni che sono di assai frequente riscontro presso collettività lavora-tive dell’agricoltura, dell’industria e del terziario e per sofferenze e costi economici e sociali indotti (assen-ze per malattia, cure, cambiamenti di lavoro, invalidità) rappresentano uno dei principali problemi sanitari nel mondo del lavoro. Ad esempio il Niosh-Usa (National Institute of Oc-cupational Safety and Health) pone tali patologie al “secondo posto nella lista dei dieci problemi di salute più rilevanti nei luoghi di lavoro”.In particolare in Italia, secondo inda-

gini ISTAT sullo stato di salute della popolazione, le sindromi artrosiche sono le affezioni croniche di gran lunga più diffuse.In Italia sono al secondo posto tra le cause di invalidità civile; secondo stime provenienti dagli Istituti di Me-dicina del Lavoro, le patologie cro-niche del rachide sono la prima ra-gione nelle richieste di parziale non idoneità al lavoro.Questi sono i contesti lavorativi di più frequente riscontro di MMC: edilizia; cave e miniere; trasporti, traslochi; carico/scarico merci; mercati gene-rali; lavori di magazzinaggio; lavori di facchinaggio; assistenza ai bam-bini, portatori di handicap, pazienti ospedalizzati; lavoro nei cimiteri; la-voro portuale ma anche molti settori manufatturieri.Il rischio derivante dalla MMC è nor-mato dal Titolo VI del Decreto legisla-tivo 81/2008 dedicato espressamen-te a tale problema a testimoniarne la rilevanza come potenzialmente dannoso per la salute dei lavoratori.Tale Titolo comprende alcuni articoli e un allegato (allegato XXXIII) dove vengono riprese, modificate e inte-grate le direttive già presenti nel Ti-tolo V del D.Lgs. 626/94.Il campo di applicazione (art. 167) chiarisce che cosa si intende per azioni od operazioni di movimenta-zione manuale di carichi, non solo cioè quelle più tipiche di solleva-mento, ma anche quelle, rilevanti, di spinta, traino e trasporto di carichi che “in conseguenza di condizioni ergonomiche sfavorevoli comporta-

no rischi di patologie da sovracca-rico biomeccanico, in particolare dorso-lombari”. Inoltre le patologie da sovracca-rico biomeccanico sono definite come patologie delle strutture osteoarticolari, muscolotendinee e nervo-vascolari. Gli art. 168 e 169 del Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavo-ro identificano gli obblighi specifici del datore di lavoro e delineano una precisa strategia di azioni. Strategia che, in ordine di priorità, prevede:- la meccanizzazione dei processi in cui vi sia movimentazione di ca-richi, per eliminare il rischio; - laddove ciò non sia possibile, l’ausiliazione degli stessi processi con l’adozione di adeguate misure tecniche e organizzative per assi-curare salute e sicurezza, tenendo conto dell’allegato XXXIII;- l’uso condizionato della forza ma-nuale e la sorveglianza sanitaria (accertamenti sanitari preventivi e periodici) dei lavoratori addetti ad attività di movimentazione manua-le dei carichi; - l’informazione, la formazione e l’addestramento (art. 169) dei la-voratori.Si indica inoltre che “le norme tec-niche (fondamentali quelle della serie ISO 11228 parti 1-2-3) sono criteri di riferimento per le finalità di questo articolo, ove applicabili. Negli altri casi ci si può riferire alle buone prassi e alle linee guida”.

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Norme tecniche di riferimento che sono: - ISO 11228-1 Ergonomics-Manual handling-Lifting and carrying;- ISO 11228-2 Ergonomics-Manual handling-Pushing and polling;- ISO 11228-3 Ergonomics-Manual handling- handling of low loads at high frequency; - UNI EN (direttiva “macchine”) UNI EN 1005-2 “Sicurezza del macchina-rio; prestazione fisica umana, movi-

mentazione manuale di macchinario e di parti componenti il macchinario”. Ricordiamo che la norma tecnica ISO 11228-1 “indica come peso massimo di riferimento (costante di peso) da sollevare in condizioni di lavoro otti-mali, in grado di proteggere l’85% del-la popolazione lavorativa adulta (95% degli uomini e il 70% delle donne) il peso di 25 kg”.Il documento si sofferma poi su quan-to contenuto nell’allegato XXXIII del

D.Lgs. 81/2008, allegato che “stabi-lisce i fattori che vanno presi in con-siderazione nella valutazione/gestio-ne del rischio e può essere utilizzato come punto di riferimento nella valu-tazione dei rischi da MMC”: 1. CARATTERISTICHE DEL CARICO (peso, dislocazione in altezza e ango-lare,…)2. SFORZO FISICO RICHIESTO (ad es. frequenza delle movimentazioni)3. CARATTERISTICHE DELL’AM-BIENTE DI LAVORO4. ESIGENZE CONNESSE ALL’ATTI-VITÀ5. FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIOFatto salvo quanto previsto dalla nor-mativa vigente in tema di tutela e so-stegno della maternità e di protezione dei giovani sul lavoro, il lavoratore può correre un rischio nei seguenti casi:- inidoneità fisica a svolgere il compito in questione tenuto altresì conto delle differenze di genere e di età;- indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal lavo-ratore;- insufficienza o inadeguatezza del-le conoscenze o della formazione o dell’addestramentoLa valutazione del rischio può essere condotta attraverso diversi metodi. I più diffusi e utilizzati sono:- movimentazione con sollevamento di carichi: Metodo NIOSH;- movimenti di spinta e traino: Metodo Snook e Ciriello;- movimentazione Assistita di Pazienti Ospedalizzati: Metodo MAPO.Per quanto riguarda la sorveglianza sanitaria (effettuata dal medico Com-petente) dei lavoratori addetti ad at-tività di movimentazione manuale di carichi, sorveglianza che è effettuata dal Medico Competente (MC) si ricor-da che “tutti gli esposti a rischio re-siduo sono sottoposti a sorveglianza sanitaria. La sorveglianza sanitaria si basa sulla conoscenza approfondita del rischio e sui fattori individuali di rischio; la periodicità, come per ogni altro rischio, è di norma annuale o di-versa se il Medico Competente può motivarne la scelta.•

Economia Veronese - giugno 2012

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L’IMU è un’imposta analoga nel funzionamento all’ICI in vigore sino al 2011, ma che comun-que presenta alcune impor-tanti peculiarità.

I soggetti passiviSono tenuti al versamento dell’imposta i medesimi soggetti passivi tenuti al pagamento dell’Ici, quali a titolo me-ramente esemplificativo il proprietario, l’usufruttuario, il titolare del diritto d’u-so, il titolare del diritto di abitazione, di enfiteusi, di superficie, il coniuge assegnatario della casa coniugale. Di contro, non sono tenuti al versamento il nudo proprietario, il locatario, la società di leasing concedente, il comodatario o l’affittuario dell’azienda.

Gli immobili interessatiL’IMU fa riferimento agli immobili pos-seduti sul territorio di ciascun Comune e precisamente ai fabbricati, terreni agricoli e aree fabbricabili. Per fabbri-cati, con l’esclusione dei fabbricati di categoria catastale D privi di rendita, si farà riferimento alle rendite risultanti in catasto, rivalutate del 5%, con l’ag-giunta di moltiplicatori che incremen-tano la rendita fino al 60% rispetto ai valori 2011 per l’ICI. I fabbricati rurali strumentali (stalle, depositi attrezzi, ecc.) sono imponibili con applicazio-ne di un’aliquota ridotta (0,2% che il Comune ha facoltà di ridurre sino allo 0,1%), mentre i fabbricati rurali a desti-nazione abitativa sono ordinariamente imponibili. Per i terreni agricoli la base imponibile è costituita dal reddito do-minicale risultante in catasto, vigente al 1° gennaio dell’anno di imposizione, rivalutato del 25% a cui applicare un moltiplicatore differenziato in base al

soggetto possessore che passa da 75 per la vecchia ICI fino a 135 .Per le aree edificabili si continua ad uti-lizzare il valore venale in comune com-mercio.

AliquoteLe aliquote IMU sono mediamente più elevate rispetto alle aliquote previste fino al 2011 ai fini ICI. L’aliquota di base dell’imposta è infatti pari allo 0,7% con la possibilità per i comuni di aumentala o diminuirla fino a 0,3 punti percentuali. È previsto inoltre che per l’abitazione principale e le relative pertinenze l’ali-quota è fissata a un livello inferiore ed è pari allo 0,4% con possibilità per i Co-muni di modificarla fino a 0,2 punti per-centuali. Per i fabbricati rurali l’aliquota è ridotta allo 0,2% per i fabbricati rurali a uso strumentale e i Comuni possono ridurla la fino allo 0,1%. Per il solo anno 2012, le aliquote effettivamente delibe-rate dal Comune comunque andranno verificate solo in sede del versamento del saldo (16 dicembre); per il versa-mento dell’acconto è previsto il versa-mento sulla base delle aliquote e detra-zioni di base, con conguaglio a saldo. Le regole di base per il versamento dell’IMU sono le stesse dell’ICI, e pre-cisamente un acconto da versare entro il 16 giugno e un versamento a saldo entro il 16 dicembre, con alcune novi-tà. Per il solo periodo d’imposta 2012, il pagamento della prima rata dell’Im-posta municipale propria è effettuato, senza applicazione di sanzioni e inte-ressi, in misura pari al 50% dell’importo ottenuto applicando le aliquote di base e la detrazione ordinaria quindi per la scadenza di giugno si applicheranno le aliquote standard. La verifica delle aliquote e delle detrazioni effettivamen-

te applicabili sarà quindi rinviata a di-cembre. Per il versamento dell’imposta relativa all’abitazione principale e alle pertinenze, per il 2012, è prevista una ripartizione in 3 rate, la prima rata entro il 16 giugno, la seconda rata va versata entro il 16 settembre e la terza entro il 16 dicembre dove dovrà essere calco-lata l’imposta effettivamente dovuta. È stato poi introdotto l’obbligo di utilizzo del modello F24 e per i titolari di partita Iva la presentazione del modello di ver-samento dovrà avvenire in forma tele-matica e sono stati istituiti nuovi codici tributo, dove per ciascuna tipologia di immobile viene distinto il versamento a favore del Comune da quello spettante all’Erario, distinzione che ovviamente non interessa l’abitazione principale e i fabbricati rurali (visto che per tali immo-bili il gettito è interamente a favore del Comune). Il versamento può essere ef-fettuato anche tramite compensazione con crediti tributari o contributivi vantati e i crediti possono derivare anche dal modello 730. A differenza di quanto previsto ai fini ICI (dove dal 2011 ope-rava l’esenzione), dal 2012 ai fini IMU l’abitazione principale e le relative perti-nenze tornano ad essere assoggettate al tributo ma con un concetto diverso di abitazione principale, che deve rispet-tare due requisiti. Prima di tutto il congiunto accatasta-mento: ai fini dell’applicazione del nuovo tributo comunale, infatti, è pre-visto che “per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare”. Le differenze rispetto all’ICI si nota-no anche con riferimento alla desti-nazione che l’utilizzatore fa dell’im-mobile. Mentre ai fini ICI, il trattamento

fiscale

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DALL’ICI ALL’IMU

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agevolato per l’abitazione principale era riconosciuto a favore dell’immobile nel quale il contribuente aveva stabilito la propria dimora abituale (e solo quel-lo era il parametro da monitorare), ai fini IMU viene invece richiesto il duplice requisito della dimora abituale e del-la residenza anagrafica nell’immobile per il quale si invocano le agevolazio-ni. Una importante modifica riguar-da anche il concetto di pertinenza: come avveniva ai fini Ici, anche nell’IMU il trattamento previsto per l’abitazione principale è esteso alle relative perti-nenze, ma il criterio per l’individuazio-ne di queste è variato: “per pertinenze dell’abitazione principale si intendono esclusivamente quelle classificate nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7, nella misura massima di un’unità pertinenzia-le per ciascuna delle categorie catastali indicate, anche se iscritte in catasto unitamente all’unità ad uso abitativo.”Per l’abitazione principale sono pre-viste alcune agevolazioni, tra cui un’a-liquota base ridotta allo 0,4%, appli-cabile tanto all’abitazione quanto alle relative pertinenze. I Comuni possono modificare, in aumento o in diminu-zione, la suddetta aliquota sino a 0,2 punti percentuale. Inoltre all’abitazio-ne principale viene riconosciuta una detrazione pari a € 200 da ripartire in parti uguali tra gli aventi diritto se l’uni-tà immobiliare è adibita ad abitazione principale da più soggetti passivi. La detrazione eventualmente ecceden-te può essere utilizzata per abbattere l’imposta dovuta con riferimento alle pertinenze. Infine per il 2012 e il 2013 spetta una detrazione aggiuntiva pari a € 50 per ciascun figlio di età non superiore a 26 anni, purché dimorante abitualmente e residente anagraficamente nell’uni-tà immobiliare adibita ad abitazione principale. La detrazione aggiuntiva può arrivare al massimo a € 400. È richiesto che i figli siano conviventi e abbiano la residenza nell’immobile, ma non è richiesto che siano fiscalmente a carico del contribuente. La detrazione spetta ai genitori/al genitore. Anche ai fini IMU, sono stabilite alcune assimi-

lazioni all’abitazione principale come ad esempio per le unità immobiliari, appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazio-ne principale dei soci assegnatari; per il coniuge separato o divorziato, non assegnatario della casa coniugale o nel caso di previsione regolamentare in tale senso da parte del Comune, viene stabilita l’aliquota ridotta per l’abitazio-ne principale e per le relative pertinen-

ze, nonché la detrazione, per l’immobi-le i cui proprietari o usufruttuari siano anziani o disabili che acquisiscono la residenza in istituti di ricovero o sanitari a seguito di ricovero permanente. Non è invece espressamente prevista un’al-tra forma di assimilazione che i Comuni con grande frequenza hanno introdotto ai fini ICI: si tratta della concessione in uso gratuito ai familiari.•

59Economia Veronese - giugno 2012

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Per marchio s’intende un contrassegno grafico, figu-rativo, sonoro, perfino ol-fattivo o costituito da paro-le o da altri fattori che viene

utilizzato da un’azienda per contrad-distinguere se stessa e/o i prodotti che produce o commercializza.In Italia, così come nella maggior parte degli Stati, un marchio dura 10

anni ed è rinnovabile alla scadenza per un numero indefinito di volte. Un marchio, per poter essere validamen-te registrato e quindi protetto erga omnes, non deve essere una deno-minazione generica né una semplice indicazione descrittiva, deve altresì

presentare il carattere della novità e rispondere a precise indicazioni e contenuti.La mancata utilizzazione di un mar-chio per 5 anni consecutivi comporta l’automatica decadenza del marchio stesso e, pertanto, la possibilità di nuova registrazione da chi ne abbia interesse. Il diritto al marchio, tuttavia, rimane nella titolarità dell’impresa an-

che in caso di fallimento o messa in liquidazione, mentre si estingue per “non uso” quando sia cessata defini-tivamente la produzione o il commer-cio esercitato sotto quel marchio e tale ipotesi si verifica ad esempio con l’estinzione della società che fa venir

meno la titolarità del marchio stes-so ove non sia stato in precedenza e validamente ceduto. Prima di pro-cedere al deposito di un marchio è necessario e opportuno procedere a una ricerca preventiva, onde evitare il rigetto dell’istanza di registrazione in quanto trattasi di marchio preregi-strato; tale ricerca dovrà essere fatta sul marchio d’interesse e sui prodotti

di cui alla richiesta di registrazione del relativo marchio. La ricerca, che riveste le caratteristi-che di un vero e proprio studio di fat-tibilità, può essere effettuata a nome del titolare, per classi di prodotti/ser-vizi, per marchio e per cosiddetti stati

legale

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Marchi e brevetti comunitari e internazionaliMisure in favore delle micro, piccole e medie imprese

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di allerta (controlli continui).Da sottolineare come un uso ampio e continuativo nel tempo possa dare origine a una sorta di marchio di fatto in alcuni casi comparabile a un marchio di diritto, se pur godendo di una protezione giuridicamente inferiore, non sempre tuttavia riconosciuto da alcuni Stati.È poi possibile estendere la registrazione e quindi la pro-tezione del marchio anche all’estero in base alle effettive esigenze commerciali di un’ azienda. La registrazione conferisce un diritto assoluto di utilizzazione del marchio e, pertanto, il titolare del marchio registrato può inibire ai terzi l’uso di marchi identici a quelli per cui esso è stato registrato, avendo altresì la possibilità di vietare anche l’uso di marchi identici o simili al proprio per prodotti o servizi identici o anche solo affini. Nel corso degli ultimi anni vi è stato un incremento dell’interesse aziendale per la registrazione dei propri marchi sia comunitari che inter-nazionali, nell’ambito di una maggiore esigenza di prote-zione dei prodotti e delle proprie denominazioni aziendali nei confronti di clienti e concorrenti soprattutto esteri ed è sull’onda di questo rafforzamento d’interesse che an-che i nostri legislatori hanno concordato ed emanato tutta una serie di agevolazioni in favore soprattutto delle micro, piccole e medie imprese per la registrazione di marchi comunitari e internazionali.

In particolare il Ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con Unioncamere Nazionale, ha emana-to un bando rivolto alle micro, piccole e medie imprese, per la concessione di agevolazioni per la registrazione di marchi comunitari e internazionali con l’obiettivo di contri-buire a diffondere la cultura brevettuale presso le aziende italiane e rafforzare in tal modo la lotta alla contraffazione attraverso l’utilizzo degli strumenti di tutela della proprietà industriale.Il bando prevede il rimborso delle spese sostenute per il deposito di una domanda di registrazione di un marchio comunitario o per l’estensione internazionale tramite pro-cedura OMPI (Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale) di un marchio nazionale.L’agevolazione potrà essere concessa fino all’80% delle spese sostenute e per un importo massimo di 4.000,00 euro per ciascun marchio (5.000,00 euro e fino al 90% delle spese nel caso di designazione di Cina o Russia).Le domande di agevolazione, per marchi depositati suc-cessivamente alla data di pubblicazione del bando (av-venuta sulla G.U. n.105 del 7 maggio 2012), potranno essere presentate a partire dal 120° giorno successivo alla pubblicazione dell’avviso e fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Il bando e la documentazione correlata sono consultabili sul sito internet www.progetto-tpi.it •

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previdenza

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È noto che all’imprendito-re, in qualità di capo di un’impresa (art. 2086 del Codice civile) è attribui-ta una serie di poteri, e in

particolare il potere direttivo, quello organizzativo e quello disciplinare nei riguardi dei propri collaboratori. Per quanto concerne il potere disciplina-re, esso è stato espressamente pre-visto dall’art. 2106 del citato Codice civile, che (vale la pena di ricordarlo) è in vigore ancora dal lontano 1942. Tale articolo afferma infatti che l’inos-servanza degli obblighi spettanti ai dipendenti (in particolare, l’obbligo di diligenza e quello di fedeltà) può dar luogo all’applicazione di sanzioni disciplinari, proporzionali alla gravità dell’infrazione commessa.In concreto, peraltro, le varie sanzioni disciplinari sono state precisate nei contratti collettivi di lavoro che, in linea generale, le hanno così sche-matizzate (dalla più lieve alla più gra-ve): rimprovero verbale – rimprovero scritto – multa (con decurtazione del-la retribuzione per alcune ore) – so-spensione dal lavoro per alcuni giorni (con corrispondente decurtazione della retribuzione) – licenziamento senza preavviso.In questo quadro normativo, ormai collaudato da quasi trent’anni, è in-tervenuto poi il famoso “Statuto dei diritti dei lavoratori”, ossia la Legge 20 maggio 1970, n. 300, dal ridon-

dante titolo: “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sinda-cale nei luoghi di lavoro, e norme sul collocamento”.Questo Statuto, composto da ben 41 articoli, ne ha riservato uno (l’art. 7), nel quale è ampiamente e dettaglia-tamente regolamentata la procedura per l’applicazione delle sanzioni di-sciplinari ai lavoratori subordinati che commettessero violazioni agli speci-fici obblighi loro attribuiti, materia che in precedenza era prevista soltanto in alcuni contratti collettivi di lavoro.Come prima regola generale, il citato art. 7, al I° comma, dispone testual-mente che: “Le norme disciplinari relative alle sanzioni, alle infrazioni in relazione alle quali ciascuna di esse può essere applicata, e alla proce-dura di contestazione delle stesse, devono essere portate a conoscenza dei lavoratori mediante affissione in luogo accessibile a tutti. Esse devo-no applicare quanto in materia è sta-bilito da accordi e contratti di lavoro, ove esistono”.Secondo la giurisprudenza, la man-cata affissione presso l’impresa del cosiddetto “Codice disciplinare” comporta la nullità a tutti gli effetti di un provvedimento disciplinare che venisse eventualmente applicato. Il richiamato art. 7 dello Statuto prose-gue poi stabilendo che: “Il datore di lavoro non può adottare alcun prov-

vedimento disciplinare nei confronti del lavoratore senza avergli preventi-vamente contestato l’addebito e sen-za averlo sentito a sua difesa”.A sua volta, il dipendente può far-si assistere (a propria difesa) da un rappresentante dell’associazione sindacale alla quale aderisce o a cui conferisce uno specifico mandato.È ulteriormente precisato che non possono essere applicate sanzioni disciplinari che comportino muta-menti definitivi del rapporto di lavoro; inoltre, la sanzione della multa non può essere disposta per un importo superiore a quattro ore della retribu-zione base, e quella della sospen-sione dal servizio e dalla retribuzione non può superare i dieci giorni.Comunque – continua ancora l’art. 7 – i provvedimenti disciplinari più gravi del rimprovero verbale non possono essere di fatto applicati prima che si-ano trascorsi cinque giorni dalla con-testazione scritta del fatto che vi ha dato causa.Per l’eventuale contestazione del provvedimento, il lavoratore ha la facoltà o di adire l’Autorità giudizia-ria oppure di promuovere, nei venti giorni successivi all’applicazione del-la sanzione, anche tramite la propria associazione sindacale, la costituzio-ne, a mezzo della Direzione Territoria-le del lavoro, di un Collegio di conci-liazione e di arbitrato, composto da un rappresentante di ciascuna delle

RAPPORTO DI LAVORO E PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI

Gianluigi Girardi

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parti, e da un Presidente, nominato d’accordo tra le parti, oppure dal Direttore della Direzione del lavoro.Da ultimo, ancora l’art. 7 aggiunge che, comunque, la sanzione disciplinare non può avere effetto, se il datore di lavoro non provvede a nominare il proprio rappresentante nel Collegio suindicato, entro dieci giorni dall’invito rivol-togli in proposito dall’Ufficio del lavoro; se invece, il dato-re adisce l’Autorità giudiziaria, la sanzione resta sospesa

fino alla definizione di tale giudizio. Infine, nell’ultimo com-ma, è stabilito che non si può tener conto ad alcun effetto (recidiva, o altro) delle sanzioni disciplinari, decorsi due anni dalla loro applicazione.Come si può rilevare da questi sintetici cenni, dopo lo Statuto dei lavoratori, la procedura per l’applicazione dei provvedimenti disciplinari ai lavoratori subordinati è dive-nuta piuttosto complessa e non agevole. In ogni caso, per completare il quadro, pare utile richiamare in questa

sede alcune pronunce della giurisprudenza in materia, anche per dar conto delle questioni che possono sorgere in proposito.Ad esempio, con una decisione del 2008, la Corte di Cassazione ha precisato che “l’immediatezza della con-testazione di una mancanza del dipendente deve esse-re valutata in relazione al caso concreto, la cui struttura può essere composta da una pluralità di atti e fatti, sin-

golarmente insufficienti a determinare il corretto avvio del procedimento disciplinare”. Una ulteriore decisione del Tribunale di Milano (del 23 febbraio 2011) ha stabilito poi che: “In tema di audizione a difesa del lavoratore (cui sia contestato un comportamento passibile di sanzione di-sciplinare), nessun obbligo legale o contrattuale è impo-sto al datore di lavoro di aderire alle condizioni richieste dal dipendente in ordine alle modalità di audizione dello stesso.•

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il punto

Per Cangrande non è ancora tempo

Premetto da subito, giu-sto per giocare a carte scoperte, che ho vota-to per Tosi, anzi per la lista civica a lui legata.

Non ho votato Lega e non l’ho votata in passato, perché non ho debolezze per le liturgie celtiche o del Monviso. Ultimamente poi, a guardarci bene dentro, si trova-va di tutto come in un suk. Anzi, più che ad un suk assomigliava a una greppia, dove transuman-ze sospette, prima ancora che arrivassero i boatos sui diamanti e sulle lauree in liquidazione, la-sciavano intendere che le vacche avevano intuito da tempo dove stava il fieno. L’avevo anche det-to a qualche loro capo qualche tempo fa: se non mettete freno all’ingordigia, tra poco la Lega imploderà. Non ci voleva la sfera di cristallo e neppure bisognava essere dei profeti per capirlo.Non ho votato Bertucco perché l’operazione del Pd m’è sembra-ta quanto di più autoreferenziale si potesse immaginare. Metten-do quel candidato ambientalista, soggettivamente degnissima per-sona, ma quanto mai connotato ideologicamente, sconosciuto ai non addetti ai lavori e guardato di traverso dai moderati cattolici, che a Verona sono la maggioran-za, s’era capito subito che si pun-tava a contarsi per contare, più che a governare la città. Hanno messo un mister Colla, capace di mettere insieme le tante anime frantumate della Sinistra, ormai

anch’esse emule di ET, in peren-ne andamento migratorio alla ri-cerca di una casa.Non ho votato Castelletti, del quale non conosco la genialità forense, ma che, per il resto mi sembra il prototipo dell’uomo-in-prestito. Ovvero, geniale nell’arte

di mettersi a disposizione. Oddio, qualche rischio si corre, ma pri-ma o poi arriva sempre il ritorno con gli interessi. Non saranno un milione e seicento mila euro, quanti ne ha ricevuti da Unicredit, ma anche qualcosa di meno sa-rebbe potuto bastare. Magari una poltrona al Senato al prossimo giro di valzer. Del resto l’hanno messo lì non perché credessero nella sua abilità politica. Tant’è

vero che a urne ancora calde gli hanno chiesto di farsi da parte per far spazio al terzo arrivato, perché quello “sì che ci sa fare”! In realtà se l’avevano mandato allo sbaraglio non era stato per i suoi doni carismatici, ma solo per beghe interne al Pdl. Giochi mal-

destri per consentire a qualche gallo di presentare il conto e ave-re più galline dalle uova d’oro. E invece si sono ritrovati spennati. Muso duro e faccia nera, in sinto-nia coi trascorsi partitici.Ciò premesso Tosi si porta a casa quasi il sessanta per entro dei consensi. Roba da andare in giuggiole. E invece Tosi dovrà andarci piano a sentirsi e a fare il nuovo Cangrande della Scala.

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Perché i voti sono sì i suoi, ma la stragrande mag-gioranza non vengono dai suoi. Sono voti mode-rati di Centrodestra e Centrosinistra, come il mio, cioè di gente senza voglia di menate e coi piedi per terra, che s’è guardata attorno, ha fissato il cielo e, in assenza di comete, s’è buttata sul pri-mo lampione che ha visto e gli ha dato il voto. Ripeto, gli ha dato il voto, non la testa.La quale se ne guarda bene dal consegnarsi mani e piedi per andare a Gemonio o dalle parti di Pontida. Convinta che la forza di Tosi non sia il pedigree verde padano, ma la sua capacità di governare. Testa convinta che la politica si fa col pragmatismo delle opere prima che con gli slogan e il dito medio puntato. E così, paradossalmen-te parlando, il massimo della forza del sindaco di Verona è anche la cifra della sua vulnerabilità. A meno che l’ingordigia del potere non metta il pelo sulla coscienza dei supporter che gli hanno tirato la volata.S’è detto che Verona è diventata il laboratorio di un nuovo progetto politico. Non ci credo. Le storie carismatiche non fanno mai testo. Il carisma, non dimentichiamolo, è una sostanziale originalità e di conseguenza una solitudine di fatto. Se il dato di Verona ha una sua eloquenza, questa riguarda il bisogno di riformare la politica, partendo dai poli-tici. Ce lo dice il credito di cui gode Tosi, ma anche la protesta dei cittadini incanalata nel movimento a Cinque Stelle di Grillo. I quali grillini saranno sì inesperti e beneficiari del traino del comico geno-vese, ma sono anche l’espressione della fascia più giovane della società e quindi la proiezione del sentire futuro dei cittadini. Un sentire che non lascia dubbi. La gente, di questi politici e dell’in-gordigia con cui dimostrano di gestire il potere, s’è rotta le palle. Di più. Ha voglia di rivolta e di ghigliottina. Le modalità non saranno quelle tru-culente del passato, ma il sentire dell’animo è lo stesso di una indignazione senza più misura.

Tse Tse

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APRILE≤18-21 - METEF-FOUNDEQ - Expo numero 1 nel mondo dei metalli - Expo internazionale dell’alluminio e expo internazionale delle tecnologie della fonderia18-21 - METALRICICLO - RECOMATFiera del riciclo industriale dei materialiMETALRICICLO - Salone internazionale delle tecnologie per il recupero e il riciclo dei metalli ferrosi e non ferrosi. RECOMAT - Salone internazionale delle tecnologie per il recupero e il riciclo dei materiali industriali, la qualità dell’ambiente, l’effi cienza energetica.19-22 - CLASSICAL MUSIC WORLD - ANTEPRIMAFiera internazionale della Musica Classica: Unica e non Convenzionale

MAGGIO≤9-11 - GREENBUILDING - Mostra e convegno internazionale su effi cienza energetica e architettura sostenibile9-11 - SOLAREXPO - Mostra e convegno internazionale su energie rinnovabili e generazione distribuita

MANIFESTAZIONI ALL’ESTERO≤24-26 GEN. - STONEXPO / MARMOMACC AMERICAS - Las Vegas 30 APR.-3 MAG. - QATAR STONE-TECHDoha, Qatar30 APR.-3 MAG. - VINITALY IN THE WORLD – US New York and Chicago25-28 GIU. - SIAB / FISPAL FOOD SERVICESan Paolo Brasile29-30 OTT. - VINITALY IN THE WORLDRussia - Mosca8-10 NOV. - VINITALY IN THE WORLDCina - Hong Kong11-14 NOV. - SAUDI STONE-TECH - Riyadh26-30 NOV. - VINITALY IN THE WORLDJapan - Italian Wine Week

15-17 - AUTOMOTIVE DEALER DAYInformazioni, strategie e strumenti per la commercializzazione automobilistica24-27 - EUROCARNESalone internazionale delle tecnologie per lavorazione, conservazione, refrigerazione e distribuzione delle carni25-27 - VERONA MINERAL SHOW GEO BUSINESS - Esposizione internazionale della mineralogia, paleontologia, gemmologia, malacologia, attrezzature, lavorati ed editoria.25-27 - VERONAFIL - Manifestazione fi latelica, numismatica, cartofi la

SETTEMBRE≤15-17 - EICA - Esposizione internazionale del ciclo26-29 - MARMOMACC - Mostra internazionale di pietre, design e tecnologie

OTTOBRE≤18-22 - ART VERONA - La fi era delle gallerie italiane di arte moderna e contemporanea20-21 - CLASSICA MOTORISalone di auto e moto storiche21-23 - ABITARE IL TEMPO 100%PROJECTMeeting della distribuzione per le soluzioni di interni 24-25 - SAVE - Mostra convegno internazionale delle soluzioni e applicazioni verticali di automazione, strumentazione, sensori24-25 - MCMMostra convegno internazionale della manutenzione industriale24-25 - ACQUARIA - Mostra convegno internazionale delle tecnologie per l’analisi, la distribuzione e il trattamento dell’acqua e dell’aria24-25 - HOME & BUILDINGMostra convegno internazionale della domotica & building technologies

NOVEMBRE≤8-11 - FIERACAVALLIInternational horse festival14-15 - GEO-OIKOS - Rassegna espositiva - Rassegna espositiva dei progetti territoriali, urbanistici,edilizi, ambientali delle città e del territorio22-24 - JOB & ORIENTAOrientamento, scuola, formazione, lavoroOrientamento, scuola, formazione, lavoro23-25 - VERONAFIL - Manifestazione fi latelica, numismatica, cartofi la24-25 - ELETTROEXPO - Mostra mercato di - Mostra mercato di elettronica, radiantismo, strumentazione, elettronica, radiantismo, strumentazione, componentistica informatica

DICEMBRE≤1-2 - ESPOSIZIONE CANINAEsposizione canina7-9 - MINERAL SHOW - GEO SHOP - Mostra di Mostra di pietre preziose, pietre dure, pietre ornamentali, pietre preziose, pietre dure, pietre ornamentali, fossili e derivati, oggettistica in pietra

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