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Droni by Art 2016/ Aidanews - 2
DRONI BY ART ©
La robotizzazione per l’arte
I DRONI TRA ARTE CINEMA
AUDIOVISIVO
di Daniele Pauletto, Angelo Miatello,
Claudio Malvestio
Prefazione di Enrico Ghion, Paul Zilio
Prima parte (Teoria)
RIMANDI STORICI
- Jacopo de’ Barbari, Giambattista Piranesi,
Ippolito Caffi, Giacomo Caneva,
- Sgarbi fermo ai primi Novecento?
- Definizione di drone, Uso militare, Uso civile, Drone-i,
- Cronaca (Blogger), I droni conquistano il cinema
- Il Mercato dei droni, Dronitaly la fiera di Milano
Seconda parte (Pratica)
PROIEZIONE VIDEO
- Droni by Art
- “Il giornalismo tascabile – Droni by Art” (56.Biennale
Arte; L’Arte povera di Jean Dubuffet al Giardino della
Biodiversità, Uni. Padova)
- Il Compendio Revedin Bolasco Piccinini (videoclip)
- Zerinol (video pub)
- Cinema fiction (horror drone Usa)
- Musica (Laura Pausini)
Sigla (NYCDroneFestival)
- Il drone per misurare radiazioni e inquinanti
Terza parte (Discussione)
PROPOSTE
- Uso speculativo - uso accessorio
- Contaminazione con l'arte (vedi
Sfilata di moda Fendi-Roma)
- Dalla veduta prospettica al
Found footage
- Pocket Journalism – Viceversa
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Prefazione di Enrico Ghion e Paul Zilio*
mestieri del cinema: il cinema tra arte ed industria.
“Droni by art” si posiziona all'interno di un ambizioso progetto
riguardante il rapporto tra il mondo delle professioni relative all'ambito
della cinematografia e dell'audiovisivo e il mondo dell'arte tout court.
Il titolo stesso di questo incontro allude a una diabolica convergenza tra le
potenzialità espresse dalla tecnologia attraverso l'industria e le potenzialità
creative espresse dal mondo dell'arte.
Il futuro si gioca nell’incrocio di queste due direzioni: competenze
tecnologiche e creatività ossia idee innovative. Le nuove start up lo
dimostrano. I ragazzi si devono rendere conto di quanto sia importante
conoscere le tecniche del mestiere incontrando e conoscendo le forme di
realizzazioni di professionisti che già da tempo operano sul campo.
Nella storia del cinema a partire dalle sue origini lo sviluppo tecnologico è
stato continuo e progressivo. Galileo per verificare che le sue ipotesi
fossero giuste ha dovuto inventare strumenti più potenti per osservare
meglio gli oggetti della sua analisi , ma in questo modo ha potuto scoprire
nuovi spazi inimmaginabili. L'uso di strumenti di alta tecnologia ci ha
permesso di inventare nuove forme, nuove visioni dello spazio. Se
pensiamo a come è stata utilizzata la steadycam da Stanley Kubrick nel
film Shining, possiamo rendercene conto. Con questo strumento ci ha dato
un nuovo senso dello spazio rielaborando percorsi labirintici, all'interno
dei quali troviamo il cuore del messaggio stesso dell'autore. Straordinaria
convergenza di tecnica ed idea.
I droni sono dei robot. Sono stati usati finora soprattutto dall'esercito e
qualche volta anche nel settore civile. Da un po' di tempo stanno
conquistando il cinema perché il loro uso ha permesso di risparmiare soldi,
infatti per alcune riprese il loro impiego ormai risulta indispensabile sia
perché altrimenti si richiederebbero mezzi e personale molto costosi ma
anche perché con il loro uso è possibile ottenere una definizione di
altissima qualità. Non solo, ma è possibile, per le loro potenzialità di
utilizzo, inventare punti di vista capaci di restituirci una visione dello
spazio del tutto nuova.
In questo senso sarà prevedibile che il mondo dell’immagine
cinematografica e dell’audiovisivo, per mezzo appunto dell’utilizzo dei
droni, allargherà e non di poco nel prossimo futuro, sul piano
dell’innovazione, la potenzialità dello sguardo sul mondo.
*Dirigente Scolastico e Docente ISISS Carlo Rosselli
I
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Cenni introduttivi
on l’avanzare dirompente delle tecnologie digitali ci si trova di
fronte a nuovi traguardi che la Società, nelle sue svariate categorie,
non può disinteressarsene. Da pochi anni la pratica dei nuovi mezzi
di comunicazione sta rivoluzionando l’approccio con il quale eravamo
abituati nel confrontarci, nel metterci in gioco e nella capacità di
raggiungere nuovi traguardi. Da una parte sviluppo tecnologico e dall’altra
massificazione del prodotto hanno rivoluzionato il mercato.
La sfida è integrare i nuovi linguaggi per realizzare un vero sistema Scuola-
Scoietà che permetta ai giovani di trasformare i loro flussi individuali in
collettivi e di interagire.
“Siamo troppo innovatori da tempo libero. Curioso destino: siamo
iperproduttivi nel tempo libero, ma spesso meno efficienti sul lavoro dove
potremmo trarne ancora più benefici. Siamo un po’ Steve Jobs e un po’
Fantozzi, viviamo nel 2015 per qualche ora e poi, come se nulla fosse,
sappiamo ripiombare nel 1990 alla vetusta logica delle cartelle sul
desktop.” (Massimo Sideri, Corriere della Sera, dic. 2015)
L’automazione, in gergo il robot, è la punta dell’iceberg dell’industria
italiana perché dà spazio per l’interazione sia con le imprese sia con il
capitale di rischio, capitale che proviene in larga parte da finanziamenti
europei.
Il drone è un robot volante che dal suo uso militare per difesa
(ricognizione) o attacco (metodo indiscriminato) da appena una decina
d’anni sta dilagando nell’uso comune civile, ludico, sociale, ambientale
e artistico. Da oggetto teleguidato per gare amatoriali si è passati
velocemente a complicati e (costosi) droni per la consegna di farmaci in
luoghi impervi, per la ricognizione di eventuali persone disperse, il
soccorso immediato di incidenti, il controllo a distanza del traffico, delle
linee elettriche e ferroviarie, allo stato di salute di piante ad alto fusto e
coltivazioni estese, al sorprendente misuratore di radiazioni e inquinanti a
largo raggio (sostituendosi alle ormai obsolete centraline fisse), tanto che
l’industria dei droni civili si sta evolvendo in modo esponenziale.
“Il mercato italiano dei droni ha già sviluppato una cifra d’affari di 350
milioni di euro, con previsioni di crescita per il 2016 tra il 20 e il 30%.
Sono 500 circa le aziende attive in questo settore con fatturato medio di
700mila euro ed una media di 7 dipendenti” (Studio Doxa Marketing
Advice per la Fiera Dronitaly 2015).
Il drone è equipaggiato di sistemi computerizzati che trasmettono dati e
segnali così precisi e nitidi che il pilota “con i piedi per terra” può vedere,
C
Droni by Art 2016/ Aidanews - 5
dirigerlo e persino andare oltre. Più sofisticato è l’apparato cine-fotografico
e maggiori sono i risultati eccezionali che si possono raggiungere.
Però due sono le condizioni: praticità e governance in un sistema che
chiameremmo “integrato”, senza il quale l’uso potrebbe risultare sterile.
Siamo all’inizio di un’era che rivoluzionerà da una parte i tradizionali
sistemi di ripresa fotografica e dall’altra evolverà il nostro modo di
percepire un’immagine istantanea vista da altri punti focali. Entriamo in un
altro campo molto sofisticato cioè delle “neuroscienze” che hanno ribaltato
l’equazione “orecchie=percezione del cervello” in “occhio=percezione del
cervello”, (…) “il cervello si fida maggiormente di quello che vediamo –
posta Elisabetta Intini in Focus.it del 4/09/2013 - , questo fenomeno,
conosciuto come effetto McGurk (dal nome del suo scopritore) è noto da
tempo. Ma ora è stato osservato per la prima volta come i segnali visivi
influenzano la regione auditiva del cervello, cambiando la nostra
percezione della realtà.”
La tecnologia rivoluziona l’arte. Immaginiamoci a metà dell’800 quando
alcuni privilegiatissimi artisti poterono salire con dei palloni aerostatici,
quali sensazioni avranno avuto?
“Le prime salite sul cielo di Roma e l’Agro pontino con un pallone
aerostatico di fabbricazione francese avvennero attorno al 1850. Si usò una
tombola per beneficienza, organizzata il 5 aprile del 1847 a piazza di Siena
a villa Borghese in cui fu prevista l’ascensione di un pallone aerostatico
effettuata dal famoso pilota lionese François Arban, alla quale dovevano
partecipare, mostrando una non comune audacia, sia Ippolito Caffi
(Belluno 1809) che Giacomo Caneva (Padova 1813), come fu
pubblicizzato dai giganteschi cartelloni che tappezzavano le cantonate
della città”. Due artisti veneti con formazione accademica e specialisti nel
disegno prospettico. Le loro impressioni sono così descritte nei taccuini:”le
inimmaginabili prospettive aeree, insoliti effetti di luci e di vivere
l’eccezionale e mitica esperienza del volo”, in breve “sensazioni di estasi
artistica sempre nuova!” (Caffi).
“Siamo agli inizi della filosofia del sublime come sentimento suscitato
dalla visione degli spazi infiniti…- spiega Federica Pirani - il concetto di
orizzonte cambiava; non più linea ideale in cui convergono le semirette
della piramide visiva della prospettiva euclidea, ma concetto astratto che
evoca le infinite vastità del pensiero, confine con l’ignoto ma anche stimolo
per l’immaginazione e metafora per nuove esplorazioni e sorprendenti
visioni” (Caffi. Luci del Mediterraneo, 2005, pp.73 ss.)
L’impostazione di questo libretto è strumentale per la serata “Cinema e
tecnologia” nell’ambito del programma “Dentro il film…Porte aperte Al
cinema. I mestieri e le passioni che costituiscono i film, incontri con i
professionisti del mondo del cinema per capire come nasce un film”. Un
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approccio nell’affrontare un tema così tecnico e innovativo anche dal punto
di vista ‘filosofico’, che la critica non potrà disinteressarsene.
Le nuove applicazioni digitali stanno trasformando la Settima Arte con
ripercussioni che modificheranno la nostra percezione visiva e intellettuale.
Lo confermano gli scienziati. D’altronde l’industria dell’advertising
(pubblicità) non bada a spese per sfruttare il massimo della percezione
umana. Lo si vede nei recenti spot televisivi di 15/30 secondi che
interrompono uno show forse noioso o avvincente o persino in una
sequenza fotografica meno di un secondo in cui viene focalizzato l’occhio
della donna che guarda il muso di un’auto che sfreccia.
L’arte dell’audiovisivo può farne uso? Certamente sì perché la tecnologia
non ha frontiere, o almeno, così si crede. La creatività va oltre.
Il contagio del drone nelle arti ormai è già iniziato e si propagherà come gli
smartphone. Non sono dei maghi quelli che lo dicono. Miniaturizzazione,
semplificazione, abbattimento dei costi per la “tiratura” (vedi industria
cinese), sono i fattori che incidono in questo processi evolutivo del Terzo
Millennio.
Discuterne e mostrarlo sono già dei passi in avanti. Ed è quello che
abbiamo tentato di fare nel nostro “Giornalismo tascabile”, con veloci
interviste e servizi a curatori, politici e artisti, incuriosendoli e
provocandoli.
Per ultimo va però chiarito che una “deregulation” del loro uso dentro o
fuori ambienti circoscritti si accompagnerà ad una sempre più versatilità e
garanzia che non procuri danni alle persone e cose. È pur sempre un
oggetto volante che, come tutti i robot, non sostituisce l’uomo ma lo
asseconda per precise e puntuali realizzazioni.
Angelo Miatello (Giornalista FPA2000 – Droni by Art)
Daniele Pauletto (Videomaker - Giornalista)
Claudio Malvestio (Designer - Reporter)
“Dentro il Film-Tecnologia e Cinema”: mercoledì 17 febbraio ore 20,30,
Auditorium G. Graziotto di Salvatronda – Castelfranco Veneto
Organizzazione: Associazione culturale Porte Aperte [Paul, Stefano,
Rosanna, Laura, Andrea, Matteo, Mariagrazia, Valeria … e tanti altri che si
uniscono di volta in volta oppure decidono di contribuire stabilmente]
Sostenitori: Ubick, ISISS Carlo Rosselli, Comitato Frazionale Salvatronda,
Arsenale Roseblu
Parocinio: Comune di Castelfranco Veneto
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RIMANDI STORICI
JACOPO DE' BARBARI VENETIE MILIA QUINGENTI (1500)
Gli strumenti di rilevamento a disposizione di Jacopo de' Barbari per
la restituzione in pianta della città di Venezia (di Emiliano Balistreri)
La pianta prospettica a volo d'uccello Venetie milia quingenti (Venetie
MD) è la veduta d'insieme della città di Venezia che ancora oggi viene
riprodotta in spazi pubblici, quali la saletta Pedenin di Palazzo Balbi e
nell’anticamera dei servizi pubblici delle nuove Gallerie dell’Accademia di
Belle Arti, inaugurate il 29 gennaio scorso. Una sofisticata rielaborazione
con gli strumenti di rilevamento che Jacopo de’ Barbari poteva possedere
nel 1500. Chissà quante salite nei campanili della città si sarà fatto.
La città si manifesta, si rivela come in un’epifania nel suo splendore
rinascimentale assurgendo a mito di se stessa; è la città ideale per
eccellenza che si svela allo spettatore ed al mondo in tutto il suo fulgore
all'apice della gloria.
La pianta prospettica ne esalta la magnificenza presentando una città litica
(litio, pietra) con una configurazione urbanistica già compiuta; si tratta
quindi di una rappresentazione descrittiva che è pure celebrativa.
Infatti è un documento visivo (1), un capolavoro artistico (2) della
cartografia disseminato di simboli e di richiami allegorici.
Il presupposto per la realizzazione di una restituzione stereometrica così
raffinata della città (anche se fuori scala e con rotazioni di volumi) è una
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competenza geometrica e matematica (3) del suo autore connessa alla
conoscenza della teoria delle proporzioni e della prospettiva.
CARATTERISTICHE
1) documento visivo
2) capolavoro artistico
3) competenza geometrica e matematica (proporzioni e prospettiva)
Jacopo de' Barbari
(Venezia, 1460/70 – 1516 circa), è stato un pittore e incisore italiano.
Nel 1500 si trasferì da Venezia in Germania, diventando il primo artista
rinascimentale italiano di rilievo a lavorare in Nord Europa. I suoi rari
dipinti superstiti (circa dodici) includono il primo esempio conosciuto di
trompe l’oeil dell’antichità. Di notevole influenza artistica furono anche le
sue ventinove incisioni e tre grandissime xilografie, tra cui uno dei più
grandi capolavori della cartografia urbana, la celebre Veduta di Venezia. ■
_____________
Giambattista
Piranesi, Le
Carceri, tav.VII
Ponte Levatorio
1745-50
La celebrità di
Piranesi è dovuta
anche alle sedici
tavole delle Carceri,
immagini di
architetture
fantastiche
mostrano enormi
sotterranei a volta
con scale e possenti
macchinari.
Queste incisioni
influenzarono il
Romanticismo ed il
Surrealismo ma
anche le scenografie
teatrali del '700. ■
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IPPOLITO CAFFI
ASCENSIONE DEL PALLONE AEROSTATICO
DA PIAZZA DI SIENA 1855
L’avvento della fotografia ha segnato una profonda cesura nelle modalità
riproduttive delle immagini definendo, per la prima volta, la supremazia
dello sguardo, dell’occhio, rispetto alla materialità e fisicità dell’intervento
manuale.
Le nuove tecniche di riproduzione fotografica fornirono a degli artisti
sensibili un efficace strumento per rappresentare il visibile, per catturare
luoghi e cose, sperimentando e registrando i fenomeni naturali nella loro
singolarità.
Per le qualità del mezzo fotografico si esaltavano il frammentario, “il
banale”, il contingente, la provvisorietà di un certo effetto di luce o un
subitaneo cambiamento atmosferico piuttosto che le consolidate ed
immutabili regole accademiche della rappresentazione.
Il pittore bellunese Ippolito Caffi e il padovano fotografo Giacomo Caneva
ebbero a Roma una certa fama per i loro risultati pittorici e fotografici.
Svilupparono un nuovo modo di vedutismo chiamato per l’occorrenza
“prospettico”, cioè sapevano scegliere nuove inquadrature, nuovi scorci,
un’articolazione delle luci, dei dettagli architettonici, dei luoghi quasi
intimi, come cortili, fontane, particolari di alberi e grotte, rocce e muri. Ma
Droni by Art 2016/ Aidanews - 10
quello che più attirò ambedue furono le ascensioni di un pallone aerostatico
effettuate dal pilota lionese François Arban.
Entrambi erano attratti dalla possibilità di studiare dal vero inimmaginabili
prospettive aeree, insoliti effetti di luci e di vivere l’eccezionale e mitica
esperienza del volo.
Il grande volo, propagandato da manifesti che tappezzavano le cantonate
della città, fu stabilito per il 5 aprile 1847 da piazza di Siena “Il globo
s’innalzò alle sei pomeridiane e discese felicemente a Villa Spada, alla
distanza di cinque miglia fuori porta Salaria”
L’artista documentò il viaggio in aerostato con una serie di dipinti, quasi
fotogrammi di un’unica ripresa, raffiguranti la visione dall’alto di piazza di
Siena – da cui partì il volo – e la campagna romana e narrò l’esperienza in
una lunga lettera ad un amico dove tra l’altro si legge:
“Che sensazioni di estasi artistica sempre nuova! Così arrivammo alla
maggiore altezza, in un cielo limpido come diamante, nuotando in un’aria
tranquillissima, scostandoci perpendicolarmente da Roma appena un
miglio…ed io credevo di esser lì per dare la buona sera alla luna…”.
Considerazioni queste, come ci spiega Federica Pirani, rasentavano il
concetto di sublime come sentimento suscitato dalla visione di spazi infiniti
(…). Il concetto di orizzonte cambiava: non più linea ideale in cui
convergono le semirette della piramide visiva della prospettiva euclidea,
ma concetto astratto che evoca le infinite vastità del pensiero, confine con
l’ignoto ma anche stimolo per l’immaginazione e metafora per nuove
esplorazioni e sorprendenti visioni.”
CARATTERISTICHE
1) Vedutismo prospettico; 2) uso della fotografia; 3) concetto di
orizzonte; 4) vastità del pensiero. ■
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SGARBI FERMO AI PRIMI NOVECENTO? S’intitola “Arte e profezia” ed è il nuovo libro di Vittorio Sgarbi.
Si tratta dell’elaborazione della “lectio magistralis” tenuta dal critico
d’arte in occasione di “èStoria 2012”
(VIII. Festival Goriziano,“Profeti”)
“I profeti dell'arte - si legge nel risvolto di copertina - si danno
appuntamento, come per un mistero, all’inizio di ogni secolo: in quei
frangenti, ecco uno scarto rispetto al passato che fa intravedere il futuro.
Una profezia, appunto, che interpreta il presente, ma soprattutto anticipa la
sensibilità popolare o più raffinata a venire”.
“È un libro completo, una storia dell’arte in sintesi - ha affermato il critico -
in fondo, tutta l'arte è visione, è profezia. Ed è, con qualche eccezione, nei
primi anni di ogni secolo che gli artisti avvertono il bisogno di aprire nuove
strade, dimostrandosi, in questo senso, profeti”.
Nell'analisi dell'arte dei primi anni di ogni secolo, non sono mancati
sguardi sui primi anni del nuovo millennio, e, quindi, sull'attualità: “Papa
Francesco è un profeta perché sceglie nel nome il primo dei Santi mentre
gli altri Papi lo avevano dimenticato”.
La parte finale della riflessione, nel volume, è dedicata all'interpretazione
della fotografia che ha caratterizzato il nuovo millennio nel suo nascere.
Sia per la drammaticità del fatto che rappresenta sia perché vista da
miliardi di persone: quella della distruzione delle Torri gemelle del
World Trade Center l’11 settembre 2001.
Secondo Sgarbi, non si tratta di arte nel senso tradizionale della parola,
ma è qualcosa che è “dentro di noi” e ci rende partecipi di una storia di
cui non siamo protagonisti, ma tragici spettatori.
Dopo un inizio legato al tragico terremoto che ha colpito l'Emilia, il critico
delinea un percorso che lega Wiligelmo alle due torri, Modena, epicentro
del terremoto del 2012, all'attuale terremoto delle civiltà.
Per il critico d'arte ferrarese, gli artisti vedono, sentono, rappresentano
prima, sono i profeti di un'epoca che noi, spettatori o testimoni, non sempre
siamo capaci di vedere o comprendere. Il testo è ricco di digressioni
artistico-politiche che lo rendono particolarmente godibile. ■
Droni by Art 2016/ Aidanews - 12
DEFINIZIONE
DI DRONE Dai fuchi ai droni
Il significato più antico di ‘drone’ in inglese è fuco, il maschio dell’ape, da
cui deriva il verbo to drone, che descrive un ronzio (e anche un parlottio
monotono). Il lessicografo Ben Zimmer in The Flight of ‘Drone’ From
Bees to Planes smentisce però l’etimologia popolare che il velivolo debba
il nome al ronzio che produce.
L’origine è militare: negli anni ‘30 del secolo scorso la marina
britannica sviluppò un bersaglio telecomandato per esercitazioni di
tiro derivato dal biplano DH 82 Tiger Moth (“falena tigrata”) e
denominato DH 82B Queen Bee (“ape regina”). La marina americana
si basò sul Queen Bee per costruire un proprio modello che in
omaggio all’originale chiamò Drone (“fuco”), continuando così il
tema entomologico e persino personalizzato. [La bombe atomiche che
furono sganciate su Hiroshima e Nagasaki nel 1945 si chiamarono:
Little Boy e Fat Man, Enola Gay fu l’aereo che le trasportò]
Durante la Seconda Guerra Mondiale alla produzione di bersagli
telecomandati (target drone) si aggiunse quella di velivoli per
operazioni militari (assault drone) che nei decenni seguenti si sono
evoluti in diversi tipi di velivoli senza pilota, di dimensioni anche
molto ridotte e impiegati non solo per scopi militari ma anche civili,
ad es. per monitoraggi e riprese aeree di vario tipo (e non va
dimenticata la fantascienza!). È con questa accezione generica che la
parola drone è entrata anche nel lessico comune italiano.
Nei vocabolari italiani databili prima del 2000 e nel Grande Dizionario
della Lingua Italiana (il Battaglia) non esiste nessun lemma di questo
genere, in quanto tecnico-militare. Forse è stato diffuso attraverso la
fantascienza con le Star Wars/Guerre Stellari (1977) ed altre simili storie.
L’uso dei droni è sempre stato mantenuto nascosto per motivi di strategia
militare che solo certi ambienti potevano conoscerne l’esistenza. Singolare ed esplicita la definizione che ne dà De Mauro nel Dizionario
della lingua italiana (ed. 2000, p. 788): Drone s.m.inv. ES ingl /
drown/TS milit. 1. Velivolo privo di pilota, comandato a distanza per
operazioni di ricognizione o sorveglianza. 2. Bersaglio telecomandato
usato nelle esercitazioni come simulacro di nave o di aereo [1987
nell’accezione 2; ingl. Drone propr. “fuco”]
(ES esotismo; TS Tecnico specialistico)
Droni by Art 2016/ Aidanews - 13
Nella pratica un drone (in inglese: ‘drone, drones’) è un robot volante,
comandato a distanza (es. APR, Aeromobile a pilotaggio remoto / RPV,
Remotely Piloted Vehicle / Veicolo guidato a distanza).
I droni sono di due categorie militare e civile.
USO MILITARE
Sono velivoli senza pilota utilizzati dagli eserciti per pattugliamento ed
incursione aerea a corto, medio e lungo raggio. I droni possono essere
pilotati a distanza o programmati per l’esecuzione di missioni di tipo
semplice, cioè di ricognizione fotografica che trasmettono dati precisi per
poi essere usati come obiettivi da distruggere con missili teleguidati.
Oppure caricati di bombe cosiddette “intelligenti”.
USO CIVILE
Ad uso civile, il drone “multi rotore” (3, 4, 6 o 8 motori) è un velivolo
radiocomandato da terra che permette di essere usato in svariate
applicazioni, per scopi ludici e sportivi, ambientali, di soccorso e artistici.
Escludendo i tricotteri che vengono utilizzati solo per scopi ricreativi, con
un piccolo quadricottero ed elettronica di bordo affidabile, è possibile già
portare in volo una piccola videocamera su un supporto di stabilizzazione
video (Camera Mount / Gimbal) per effettuare riprese video. Spesso sui
quadricotteri sono montate piccole videocamere, Action Camera tipo
GoPro, dalle quali si possono ottenere buone immagini a pesi molto ridotti.
STORIA
Diversi sono gli esempi in cui Giove o altre divinità dell’Olimpo hanno
fatto ricorso a mezzi volanti da loro lanciati sulla terra o sugli esseri
viventi. La fantasia dell’intellettuale “classico” si spinse notevolmente
rispetto agli inesistenti mezzi scientifici a disposizione.
Nel 1849 gli Austriaci attaccarono la città di Venezia utilizzando dei
palloni caricati di esplosivo: alcuni di questi sistemi furono lanciati dalla
nave Vulcano. Sebbene alcuni dei palloni lanciati avessero funzionato, altri,
a causa del vento, finirono per colpire le linee di attacco austriache.
Nel 1916 (12 settembre) lo sviluppo principale di un mezzo volante
radiocomandato a distanza iniziò con la Grande Guerra (“bomba volante” o
aeroplano automatico Hewitt-Sperry con giroscopi montati internamente):
Nel 1935 Reginald Denny progettò un aereo radio controllato (Radioplane
Company) che fu in seguito prodotto su larga scala (15.000) durante la
Seconda Guerra Mondiale. Anche nella Guerra del Vietnam furono usati
dei velivoli teleguidati carichi di sostanze chimiche. ■
Droni by Art 2016/ Aidanews - 14
DRONE, DRONI
Droni by Art – DroniFestival - Dronitaly
Per nostra scelta abbiamo preferito usare il termine drone e
italianizzarlo perché ci suonava meglio al plurale “drone, droni” e per
il nostro specifico uso del giornalismo tascabile lo abbiamo scelto quale
brand “DRONI BY ART” da cui nasce il “DRONIFESTIVAL”,
rassegna di corti e cortissimi che si svolgerà a Castelfranco Veneto con
il coinvolgimento di scuole e associazioni culturali.
“Non ci si dovrà dunque stupire di questo neologismo perché fa parte di
una normale pratica convenzionale assai frequente in ambito letterario e
artistico.
Spulciando i vari siti che trattano l’uso del drone, nelle sue più svariate
maniere, ormai pochi sono i blogger che rimangono ancorati all’uso
invariato del lemma perché di origine straniera, la maggioranza nel loro
linguaggio comune usa “drone, i” senza porsi tanti problemi. D’altronde in
italiano suonerebbe male “i drone” che andrebbe pronunciato “droun”.
Così pure la fiera più importante italiana di droni civili che si svolge a
Milano in settembre è intitolata Dronitaly che ha praticamente
istituzionalizzato il termine diffondendolo nel linguaggio comune.
DroniFestival © è la prima rassegna di “cortometraggi da 2 a 25 minuti”
realizzati dentro e fuori la Scuola (laboratorio didattico-formativo) o per
motu proprio. L’evento si svolgerà nell’arco di dieci giorni della prossima
Primavera 2016. La partecipazione è libera, pur seguendo i dettami del
regolamento che limita la durata e i contenuti, quali l’ironico, il sociale,
l’artistico e lo storico. ■
Logo DroniFestival 2016 (designed by Studio C. Malvestio)
per conto di AIDA-Droni by Art
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CRONACA (BLOGGER) CINEDRONI
DRONI-BUROCRAZIA: 1-0 e PALLA AL CENTRO Dopo che gli Studios di Hollywood (USA) hanno contestato ‘gli obsoleti
divieti normativi’ che formalmente impediscono il loro impiego in
qualsivoglia attività di business, cinema compreso.
La novità
Si sa che l’uso commerciale dei droni (RPA – Remotely Piloted Aircraft) è
molto limitato in Italia e negli Stati Uniti d’America.
Gli Studios, hanno forzato la mano alla FAA (ente americano che
sovrintende il volo civile), inserendo tra i premiati per la miglior tecnologia
a supporto del cinema negli ultimi Oscar l’HeliCam: un dronecottero
velocissimo e superstabile pilotato con un radiocomando, equipaggiabile
con sensoria all’avanguardia dispone di videocamere professionali
utilizzate dalle Major (già impiegato in molte produzioni hollywoodiane).
Il risparmio
Il costo orario dei droni è drasticamente più basso rispetto a quello di
elicotteri o aerei noleggiati per effettuare le riprese. La miniaturizzazione
della ‘sensoristica’ HD ha ormai colmato il gap. Quindi il mercato dei film
è pronto ad accogliere senza più riserve la novità, se non fosse che i
regolatori-controllori, come la FAA in America (ma da noi con l’Enac non
cambia molto), ancora oggi limitano fortemente l’uso commerciale degli
RPA.
Risvolti
Con il premio rilasciato all’HeliCam – che è stato sviluppato dall’inglese
HoverCam, società che fornisce servizi quali riprese aeree all’industria
cinematografica statunitense –, Hollywood ha in pratica fatto outing
dichiarando che nei fatti il divieto è già disatteso, con l’escamotage di
chiamare sul set aziende di Paesi con norme meno restrittive, come la Gran
Bretagna: ecco spiegato perché l’Oscar per gli effetti tecnologici 2014 è
andato all’inglese HoverCam e non alle decine di aziende omologhe
statunitensi che scalpitano per solcare i cieli filmando i nuovi blockbuster
made in Hollywood.
Di fatto, la FAA finora aveva scelto di chiudere un occhio nel settore,
lasciando che i droni venissero utilizzati sporadicamente nel cinema anche
perché gli RPS come l’HeliCam sono piccoli, volano a vista e in uno spazio
aereo “sterile”, cioè senza grandi rischi per la sicurezza. Ma in sostanza, il
premio assegnato ai concorrenti inglesi suona come la nuova chiamata alle
Droni by Art 2016/ Aidanews - 16
armi per le aziende americane, che, con ogni probabilità, cominceranno a
disattendere a loro volta le norme FAA e a fornire i loro droni per i nuovi
film come il sequel di Avatar (James Cameron ha già detto che i nuovi
capitoli della saga saranno il fiore all’occhiello delle nuove tecnologie
applicate al cinema, con droni aerei a filmare e riprese effettuate in
ambienti disegnati in Realtà Virtuale).
La situazione in Italia
Anche in Italia le cose vanno più o meno nella stessa maniera: al momento
i droni sono fermi nei garage dei proprietari perché si stanno ancora
mettendo a punto licenze di volo (o meglio, permessi), calibrando premi
assicurativi e limando alcune assurdità burocratiche che rendono ancora
quasi impossibile il loro utilizzo in svariati campi, compreso quello
cinematografico. Però, come negli Usa, anche da noi le cose cominciano a
muoversi, visto che degli RPS appartenenti a una startup italiana di nome
OlaFilm hanno filmato gli esterni dell’ultimo film di Paolo Virzì, Il
capitale umano, rivale de La grande bellezza di Paolo Sorrentino per
l’assegnazione dei David, i riconoscimenti più importanti del cinema
italiano.
In questo caso il premio è andato anche oltre l’Oscar, visto che la pellicola
di Virzì è stata selezionata come il miglior film dell’anno. Nella jungla
italica dei droni si proverà a fare un po’ di luce nel prossimo evento
fieristico autunnale dedicato a tutta la filiera degli RPS, Dronitaly, il primo
di questo genere nel nostro Paese. [http://www.dronitaly.it/]
La RAI ha ottenuto di recente autorizzazioni nell’impiego dei droni. ■
http://www.dronionline.net/sociale/i-droni-conquistano-il-cinema/
GIMBAL
SUPPORTO STABILIZZATO
PER VIDEOCAMERA Gimbal è un supporto per videocamera solitamente stabilizzato su 2 o 3
assi collegato ad un apposito giroscopio, permette il movimento
automatico della videocamera per compensare le oscillazioni del drone in
volo e ottenere riprese video quanto più stabili possibili.
Esistono diverse tipologie di Gimbal equipaggiati con servizi digitali o
motori brushless, nelle più svariate dimensioni. Una buona progettazione di
un drone è senza dubbio rilevabile da una buona associazione tra motori –
regolatori di tensione – telaio – eliche e naturalmente la centralina di bordo.
Una centralina di bordo è un sistema autopilota con diversa componentistica (Antenne GPS, Giroscopi, Accellerometri, Barometri
Droni by Art 2016/ Aidanews - 17
etc..) che permette un controllo totale del multirotore con funzionalità
avanzate.
Un drone infatti può essere pilotato remotamente da un computer e/o
direttamente da radiocomando con funzioni di auto-stabilizzazione in volo.
Può essere programmato per una “missione” ovvero un percorso di
navigazione a punti (Waypoint*) definito prima del decollo. Il Drone può
essere in grado anche di tornare autonomamente al punto di decollo in caso
di emergenza o di precedente programmazione.
Nel drone potranno essere aggiunti sistemi di trasmissione video per
ricevere a terra, in tempo reale, le immagini riprese a bordo direttamente
dalla videocamera di ripresa o da telecamere secondarie. È inoltre possibile
comandare il drone con doppio pilota, utile ad esempio per dedicarsi
singolarmente alla guida e alla ripresa video aerea.
Enormi possibilità di utilizzo. Grazie al continuo evolversi dell’industria
tecnologica, un drone per ripresa video aerea, con un sistema di
stabilizzazione affidabile può essere pilotato facilmente e acquistato a
prezzi decisamente accessibili. ■
I DRONI CONQUISTANO IL CINEMA Immaginate una scena cinematografica che vede quattro attori lanciarsi
dal tetto di un palazzo, filmati poco sopra i loro corpi e inquadrati anche
nel dettaglio del volto.
I limiti delle riprese da un elicottero per gli specialisti sono noti, anche i
costi esorbitanti. Quando la RAI segue il Giro d’Italia con una pattuglia di
elicotteri per rendere scenografico lo sport che ormai non è più l’unico
come sessant’anni fa (Ciao mama son contento essere rivà primo!), quanto
costa, se è vero che la tariffa oraria di sorvolo è di 3.000 euro? Ci sono
Droni by Art 2016/ Aidanews - 18
alternative? Sembra di no, finché a comandare ci sono i soliti furbetti che si
sono specializzati in questo settore e dall’altra tengono sotto una cappa
l’innovazione industriale.
Caratteristiche
Su un piano strettamente pratico, filmografico, un elicottero non potrebbe
mai fornire il livello di dettaglio richiesto dalla sceneggiatura, realizzare il
tutto in studio, montarlo e renderlo realistico in minor tempo rispetto senza
dover passare ore e ore di post produzione al computer.
Ecco che entrano in gioco i droni, nel caso specifico – ci avvisa Daniele
Pauletto, deus ex machina dell’Ipsia Galilei di Castelfranco Veneto - un
modello a otto rotori dotato di telecamera, le cui azioni sono state seguite al
suolo dai joystick azionati da un pilota e un operatore video.
Tuttavia Pauletto ci spiega che il percorso di volo programmato (Waypoint
può essere di due tipi: volo BLOS, Beyond line of sights, cioè totalmente
fuori dalla vista del pilota o voli semplicemente fuori vista EVLOS, che sta
per Ehnanced VLOS. Ci sono altre modalità di volo VLOS, che in inglese
significa Visual line of sights, cioè in senso stretto volo all’interno
dell’orizzonte ottico del pilota quelle più comunemente autorizzate. Il
VLOS sta per Visual line of sights.
L’esempio pratico di Bogotà
Così si è potuta girare a Bogotà una complessa scena d’azione per una
nuova serie della Netflix, ambientata nel mondo delle guerre fra
narcotrafficanti.
È anche l’ultimo esempio del massiccio impiego dei droni nel cinema, al
quale si affiancano le riprese di una scena con ostaggi per Scandal e i
movimenti di camera attorno la testa di Mary J. Blige nel suo ultimo video
musicale.
Pochi mesi prima il Cremlino è stato sorvolato da un drone durante le
riprese di Fast and Furious 6 ed è i uscita Mechanic Resurrection, per il
quale uno UAV ha seguito un motoscafo nel fiume Chao Phraya di
Bangkok.
La lista si completa con una scena girata in volo dentro una foresta per Into
the Woods e alcune scene che saranno presto girate in Cina per The Great
Wall di Matt Damon.
I droni usati facilmente in luoghi vergini
Spot di automobili, news e riprese sportive, vedono l’uso sempre più
frequenti dei nuovi velivoli senza pilota, relativamente facili da controllare,
agili ed economici. Il loro impiego sta creando una nuova sintassi
cinematografica, con movimenti di macchina sinora impensabili senza
l’impiego di apparecchiature costosissime. I piloti a distanza conducono i
droni su crateri di vulcani in eruzione, fra i raggi di grandi ruote
panoramiche, a pochi centimetri dalla bocca di uno squalo.
Droni by Art 2016/ Aidanews - 19
Le particolari inquadrature dei droni
Distinguere l’impiego dei droni è reso sempre più facile da alcune riprese a
loro peculiari: inquadrature che discendono dall’alto, si precipitano in
varchi angusti e rallentano al suolo catturando i dettagli dell’azione. Altre
seguono il percorso opposto, abbandonano dettagli ravvicinati per librarsi
verso il cielo e panoramiche globali. ■
IL MERCATO DRONI, TUTTI I NUMERI DELL’ITALIA
26 Sept 2015
A tutti i droni-scettici ecco servita la prima risposta del mercato: 350
milioni di euro come giro d'affari annuale, 700 mila euro il valore medio
del business per azienda, 7 il numero medio di addetti per impresa e, a
sorpresa, il Centro-Nord Italia come traino del fenomeno. Sono 500 circa le
aziende attive in questo settore. A livello europeo il fatturato è di 15
miliardi e quello mondiale di 130 miliardi. Doxa Marketing Advice ha
realizzato uno studio sull’industria italiana dei droni civili, basato sulle
risposte fornite all’istituto da 53 aziende italiane del settore, ovvero circa
un decimo del totale. (da Comunicato stampa Fiera Dronitaly, 26/09/2015)
AREA DI RILEVANZA
Agricoltura 64
Analisi ambientali 38
Controllo impianti 23
Edilizia 23
Fotografia 40
Ricerca e salvataggio 25
Rilevazioni archeologiche 23
Rilievi fotogrammetrici 62
Rilievi topografici 38
Spegnimento incendi 2
Vigilanza e sicurezza 32
Droni by Art 2016/ Aidanews - 20
Il DRONE IN TUTTE LE SALSE
#ARTSELFIE GLI AUTOSCATTI
CON CAPOLAVORO INCLUSO
Negli episodi dell’#artselfie non contano la qualità delle ripresa, le
inquadrature, le luci. E non conta neanche il culto dell’immagine definita in
ogni dettaglio. Quel che conta sono il gesto rapido dello scatto e la
condivisione sul web: il momento in cui decidi di mostrarti mentre sei
vicino a un dipinto, pronto a rendere subito social il tuo autoritratto.
Assistiamo al trionfo dell’imperfezione. Del resto – si sa – ogni selfie è
condannato a essere sbagliato: le pose sono artefatte, i volti deformati,
talvolta mostruosi, perché troppo vicini all’obiettivo del telefonino (…) ■
(sopra: @aylaseyid con Les demoiselles d’Avignon di Pablo Picasso, 1907,
dal sito www.artselfie.com).
LILY CAMERA
IL DRONE CHE TI SEGUE OVUNQUE
26 Dec 2015
Andrea Nepori
Un drone dotato di telecamera full HD, capace di seguire il soggetto di un
video per realizzare riprese dall’alto di livello professionale senza l’aiuto di
un operatore o di costose attrezzature cinematografiche. È la promessa di
Lily Camera, un nuovo “quadricottero” capace di volare in completa
autonomia e pensato per realizzare filmati d’azione in solitaria. Un
dispositivo di posizionamento da portare al polso indica al drone chi
seguire, mentre il software traccia il soggetto per realizzare la migliore
inquadratura possibile.
Per avviare la registrazione di un filmato basta lanciare il drone in aria per
attivarne i rotori. Con un’apposita applicazione, poi, è possibile selezionare
il tipo di ripresa da effettuare.
Il drone resiste all’acqua e la batteria consente un’autonomia di volo di 20
minuti. ■
ADVERTISING DRONE
ZERINOL VOX GOLA DRONE SPOT 2015
(Youtube)
Dall’idea alla pratica. Avevamo letto tempo fa che una scuola professionale
aveva progettato un tipo di robot volante che avrebbe potuto essere servito
come spedizioniere di medicinali in luoghi impervi, in occasione di
Droni by Art 2016/ Aidanews - 21
soccorso umanitario. Ebbene da un po’ di tempo circola lo spot di una ditta
farmaceutica che lancia il suo prodotto mediante un drone che entra dalla
finestra e persino aziona lo spry per curare eventuali fastidiosi bruciori di
gola. (entra dalla finestra senza la prescrizione, è farmaco generico, ndr.) ■
MUSIC DRONE
OVERFLY.ME
PER IL NUOVO VIDEO DI LAURA PAUSINI
(16 Dec 2015 – Marianna)
“Probabilmente il più eclatante dei nostri lavori…”
Il team Overfly.me di Padova ha avuto l’opportunità di collaborare alla
realizzazione del video del nuovo singolo della superstar Laura Pausini,
Simili, girato la scorsa estate in una prestigiosa villa della Riviera del
Brenta.
Godetevi il brano ed il video... e sappiate che tutte le riprese aeree sono
firmate Overfly.me! [co-marketing, Pasini – Overfly., Ndr.] ■
GREEN DRONE
MONICA ABARCA INVENTA IL DRONE
MISURATORE DI RADIAZIONI E INQUINANTI
Il drone che filma le radiazioni e gli inquinanti 26 Dec 2015
A soli 23 anni ha inventato un drone capace di rilevare l’inquinamento. È la
sua tesi di laurea e le vale un biglietto di sola andata per la Silicon Valley.
È la storia di Monica Abarca, studentessa peruviana che ha creato il robot
volante capace di trovare tracce di inquinamento atmosferico e radioattivo.
Il progetto era parte della sua tesi di laurea in ingegneria meccatronica, e ha
fatto drizzare le antenne a qualcuno nel tempio dell’innovazione in
California. La Silicon Valley la accoglierà per partecipare a un corso
specialistico presso la Singularity University, uno dei più importanti centri
per l’incubazione tecnologica nel mondo accademico.
Droni by Art 2016/ Aidanews - 22
Monica Abarca si è laureata alla Pontificia
Università Cattolica del Perù (PUCP),
studiando intelligenza artificiale,
robotica e design.
Con il suo drone rilevatore di inquinamento
ha colpito la giuria della Global Impact
Competition, un concorso bandito in Perù
(il suo Paese d’origine). Il progetto le è
valso un premio che le ha dato accesso ad
una borsa di studio per questo programma
di ricerca nella Silicon Valley. Qui potrà
sviluppare il drone che ha inventato, un
velivolo composto da sensori e algoritmi.
Pesa soltanto tre chili, ed è equipaggiato per fornire dati sulla qualità
dell’aria. “Il drone è stato progettato da zero come parte del mio progetto di
tesi”, ha raccontato la giovane. “La sua missione è quella di misurare
non solo l’inquinamento atmosferico, ma anche quello radioattivo. Lo
abbiamo dotato di sensori di gas e particelle inquinanti”. Un tale
dispositivo può avere varie applicazioni, ad esempio nel settore minerario-
metallurgico.
“I droni possono sostituire le stazioni di monitoraggio dei contaminanti
fisse, poiché sono in grado di coprire aree più vaste e sono strumenti
dinamici. In questo modo, si può esaminare una superficie molto più ampia
e quindi rilevare se l’aria contaminata sta danneggiando comunità che
vivono vicino alle miniere“, ha detto Monica.
Il drone può salire fino a 500 metri sul livello del mare, volare per 10
minuti e non è dotato di fotocamera. Ma la seconda versione, che la
giovane studiosa peruviana sta mettendo a punto, sarà in grado di volare
per mezz’ora e sarà equipaggiata con un occhio elettronico. Inoltre,
potrà operare a migliaia di metri di altitudine, dato che le miniere si trovano
spesso in montagna. [Ottimo strumento per i roghi industriali!, Ndr.] ■
DRONI BY ART
HA PRESENTATO ALLA 72. MOSTRA
DEL CINEMA DI VENEZIA IL PRIMO
DVD CONTENENTE INTERVISTE,
VIDEOCLIP E DOCUFILM, INEDITI
RISCUOTENDO SUCCESSO DI
PUBBLICO E CRITICA
Promotori: Rosanna Bortolon, Nazzareno
Bolzon, Gianantonio Schiaffino
Droni by Art 2016/ Aidanews - 23
LE NOVITÀ DRONI IPSIA
UNA REALTÀ DA IMPARARE
Nel 2011, entra in scena il Drone, robot comandato a distanza senza pilota,
controllato da un computer a bordo, viene da subito usato per ricognizioni
militari, anche distruttive. L'esercito americano ha in Italia, a Sigonella, una
base aerea che assieme a quella “madre” di Ramstein in Germania
coprirebbero un’area con un raggio volo di novemila km. Sono usati per
ricognizioni terrestri, volando ad un’altezza che i radar dell’avversario non
riesce a intercettare, ma anche per bombardamenti aerei mirati che possono
però provocare effetti collaterali. Tempo fa l’opinione pubblica era stata
informata dell’uso di questi aviogetti per scovare trafficanti di armi e droga
in Nigeria. Con le fotografie ad altissima definizione i Caschi blu sono
riusciti a seguire i covi dei malfattori, seguendoli e trasmettendo in tempo
reale i i fotogrammi: il Grande Fratello montato su un drone che scruta e
vede, filma e registra gli oggetti e persone in movimento sulla terra.
Ma aldilà di questi sviluppi geo-strategici che l’eco della cronaca regionale
segnala sporadicamente il fatto, sebbene si viva in promiscuità con le basi
militari di Vicenza (SETAF con 6mila dipendenti) e Istrana (15 km da
Castelfranco, metà dentro Vedelago: 51º Stormo da ricognizione ed
appoggio tattico ...), l’IPSIA Galilei prosegue nel suo lungo cammino di
addestramento dei futuri tecnici digitali che, sul piano tecnologico, dà la
dimostrazione di essere avanti con l’innovazione e la comunicazione.
“La contaminazione del digitale è così forte da richiedere un’apertura
mentale ed elastica nei nostri programmi”, ci fa notare il vicepreside prof.
Nazzareno Bolzon. “Le risorse umane a disposizione sono tante ma vanno
accompagnate da progetti sviluppati in una cordata di soggetti privati e
pubblici perché i traguardi non sono sempre facili.”
Da circa tre anni l’IPSIA studia e sperimenta le possibili applicazioni dei
droni in vari campi e settori dimostrando di essere un Istituto professionale
superiore all’avanguardia e “flessibile” nella programmazione. L’uso del
drone per scopi civili è ampio e man mano che si avanza i modelli sono
sempre di più affidabili e versatili. Il futuro del drone potrebbe essere
paragonato a quello dei cellulari? Per gli operatori del settore all’ultima
Dronitaly, fiera di Milano (27/09/2015), fra qualche anno ci sarà un boom
che contaminerà anche quei settori di nicchia come potrebbe essere l’arte
astratta, la video arte, la musica elettronica e naturalmente la fotografia (il
cosiddetto contro campo, i primi piani, le angolature…). ■
Droni by Art 2016/ Aidanews - 24
DRONIFESTIVAL©
LA PRIMA RASSEGNA DI CORTI E CORTISSIMI
A CASTELFRANCO VENETO DAL 9 MAGGIO 2016
DroniFestival è una rassegna di cortometraggi e incontri con scrittori e
ricercatori, aperti al pubblico, in collaborazione con il Comune di
Castelfranco Veneto, La Regione del Veneto, la Scuola e l’Università di
Padova (FISSPA)
La prima rappresentazione di videoclip è avvenuta nell’ambito di alcune
serate a tema organizzate al Liceo Giorgione che hanno dato spunto a
creare “Drony by Art”, gruppo composto da docenti, studenti e
professionisti che hanno offerto la loro collaborazione per sviluppare il
progetto de “Il Giornalismo tascabile”. Nuova forma di comunicazione
integrata, in cui vengono usati il cellulare, il drone per riprese aeree,
macchine fotografiche digitali e la telescrittura. I video montati dalla mano
esperta di Daniele Pauletto (video maker) vengono postati su youtube ed
allegati agli articoli di cronaca che spiega l’evento.
I siti FPA2000, Aidanews, Guerra&Pace, Naturartis sono gratuiti ed
esenti da forme pubblicitarie dirette. Alla 72.Mostra internazionale d’arte cinematografica, Droni by Art ha
proiettato un dvd contenente una selezione delle 53 interviste che il duo
Miatello-Pauletto aveva raccolto durante le conferenze stampa di mostre
alla Biennale Arte, di politici e autori. Nell’occasione sono stati invitati a
portare i loro documentari il noto regista Luciano Zaccaria e il diciottenne
Giacomo Mazzariol che hanno trascinato “tanti amici e conoscenti” a
seguire l’evento dal vivo all’Hotel Excelsior del Lido di Venezia.
La RAI-3 dà la notizia dei Droni by Art.
Rimarrà nella storia della RAI che in quel preciso giorno del 3 settembre
2015 due furono i protagonisti della cronaca diretta da Curzio Pettenò e
Ivana Godnik, con uno share di 800.000 spettatori delle ore 19,30: Johnny
Deep e il piccolo Giovanni Mazzariol, mascotte e N°1 di Droni by Art, che
fu ripreso per due lunghi minuti saltare in braccio al fratello Giacomo,
reduce da un viaggio studio a Londra.
0L’evento Droni by Art si è svolto presso lo Spazio Film Commission della
Regione del Veneto c/o Chez-Vous dell’Hotel Excelsior – Lido di Venezia,
alla presenza del vicesindaco e dell’assessore del Comune di Castelfranco
Veneto, docenti, genitori, studenti, giornalisti e accreditati alla 72.Mostra.
Nel 1932 nacque la prima mostra del Cinema. ■
Droni by Art 2016/ Aidanews - 25
Droni e Moda THE RISE OF DRONES IN FASHION BY
CAMILLA SAMPSON. [FROM DRONI BY ART TO DRONES IN FASHION]
NJAL's Camilla Sampson considers new technologies in the fashion
industry and beyond, and in particular the rise of drones as a new method
of documentation. Sampson charts its rise on fashion’s runways, and even
profiles iconic French snowboarder Xavier De Le Rue, to discuss how
drones are transforming the face of documenting extreme sports.
As the worlds of fashion and technology become increasingly
intertwined, how will the artistic fields embrace these new methods of
documentation?
Just two months after Fendi's show, the use of drones in fashion reprised
itself at another Fashion Week, this time in Sydney. The Ten Pieces show,
from Maurice Terzini, at Bondi's Icebergs in Sydney, was recorded by Josh
Brookes-Allen of Alphaflight Aero. A drone photography and film
Droni by Art 2016/ Aidanews - 26
business, Alphaflight Aero had previously focused primarily on property
and landscape. ■ “La produzione fotografica delle origini non si allontana dai tradizionali
schemi di genere, cioè la consolidata immagine del monumento ritratto –
sia questo il Colosseo, il Foro romano, l’acquedotto Felice – o il punto di
vista privilegiato di una particolare veduta, formatasi nella mente del
potenziale acquirente ancor prima della visione diretta del sito
monumentale. La divulgazione delle incisioni soprattutto all’estero, riunite
in un unico volume e accompagnate da testi letterari e commenti, erano
fatte propri dall’editoria fotografica” (Federica Pirani)
Droni by Art 2016/ Aidanews - 27
SCATTI DI DRONI
IL CACTUS GIGANTE DI MAURIZIO CATTELAN
ALLA BIENNALE DI VENEZIA
Gufram e Toiletpaper mettono in acqua una pianta gonfiabile enorme.
Lezione: l'arte è di tutti. Basta coltivarla.
Che cosa ci fa un cactus monumentale firmato Maurizio Cattelan per
Gufram su un piccola barchetta (e per fortuna non gondola) in quel della
Laguna? Semplice, naviga. Perché chi ha detto che i cactus sono piante
aride di sentimenti (artistici)? Addio sole di Palm Springs, lasciato alla
cruise di Louis Vuitton, benvenuta umidità di Venezia, città d'acqua
rinvigorita dalle giornate di inaugurazione della 56ma Esposizione
Internazionale d'Arte. Così ecco che un cactus di 6 metri sta navigando
intorno alle zone clou della Biennale: si tratta della performance ad alto
tasso di design di Gufram, l'azienda che ha progettato l'enorme pianta
gonfiabile insieme a Toiletpaper, brand del duo Cattelan+Ferrari.
Ovviamente non si tratta di una semplice provocazione "a disturbare" le
opere rinchiuse ai giardini della Biennale: con il nome di God e due uova
pouf poste alla base (ogni riferimento ai genitali è del tutto non casuale) il
cactus è la versione maxi dell'attaccapanni icona di Gufram & Toiletpaper.
Dalla Chiesa del Redentore alla Punta della Dogana per poi passare in
Piazza San Marco e finire davanti ai Giardini della Biennale, la zattera
dell'ironia, come potremmo chiamare la performance, naviga indisturbata
nei giorni clou della fiera d'arte. E non ha bisogno di complesse traduzioni
sull'arte contemporanea: perché l'arte è di tutti, basta coltivarla. ■
Droni by Art 2016/ Aidanews - 28
UNA NAVE DA CROCIERA CHE STA ENTRANDO NEL
BACINO DI SAN MARCO VISTA DAL DRONE BY ART©
Le Grandi Navi non sono il problema di Venezia, ma sono senza
dubbio un problema – per la loro smisurata dimensione il più vistoso – che
non può essere ridotto alla contrapposizione semplicistica tra un SI o un
NO al loro passaggio, ma che richiede approfondimenti e dati, idee nuove e
condivise e la contestualizzazione nel più ampio tema del turismo
sostenibile, su cui Venezia, volente o nolente, può candidarsi a divenire un
caso d’analisi e di esperimento. ■
Droni by Art 2016/ Aidanews - 30
JEAN DUBUFFET. Il Teatro del Suolo
Padova, Giardino della biodiversità all’Orto Botanico 26 giugno – 31 ottobre 2015. Mostra a cura di Nicola Galvan
324 tavole dei Phénomènes.
L'immagine degli esseri umani, del loro corpo, delle cose abitualmente
toccate dalle loro mani, rimane essenzialmente estranea al più noto ciclo
litografico di Jean Dubuffet, che si offre alla nostra lettura come un registro
monumentale delle fenomenologie riconducibili alla natura e ai suoi
elementi.
Nonostante le loro specificità poetiche e stilistiche, i ventidue portfolio che
lo compongono, esito di un lavoro che ha impegnato l’artista francese dal
1958 al 1962, non sono scindibili dalle coeve esperienze sviluppate in
campo pittorico. Rappresentano piuttosto l’ultima frontiera della cosiddetta
celebrazione del suolo, una fase espressiva che ha connotato il suo ricercare
durante gli anni Cinquanta e che lo ha visto sondare, sia nel versante
figurativo, sia in quello astraente delle opere, il valore simbolico e narrativo
della pura terrestrità.
I “luoghi” privilegiati dalla pittura di Dubuffet erano allora costituiti dai
panorami scabri, dalle superfici anonime e petrose, dagli assemblaggi
ottenuti con il giustapporsi di veri elementi botanici. Ad affiancarli, ma
anche a manifestarsi non di rado nel loro contesto, erano teste e corpi
umani che apparivano inscritti nella terra o con la terra plasmati. Attraverso
essi prendevano vita personaggi grotteschi e deformi, definiti secondo
modalità rappresentative infantili, i quali mantenevano però quale
riferimento la stessa figura umana poi dimenticata nelle tavole dei
Phénomènes.
L’ART BRUT (Arte Povera) Era attraverso questo apparato iconografico,
diretto discendente di quello già sviluppato nei lavori passati alla storia con
la definizione di Art brut, che Dubuffet consumava, parallelamente ad
artisti guidati da una simile tensione intellettuale, la sua personale
elaborazione del lutto. Scaturita dalla smisurata tragedia del secondo
conflitto mondiale, tale meditazione aveva trovavo una “irregolare”
formulazione espressiva negli Ostaggi di Jean Fautrier, nei sacchi di
Alberto Burri, nelle desolazioni post nucleari di Enrico Baj. Senza
rinunciare alla sua peculiare cifra sarcastica, e volgendosi più di altre verso
la dimensione del primario, l’opera di Dubuffet partecipava dunque a un
diffuso sentire in cui, alla costernazione per un mondo ferito, si mescolava
una radicale avversione nei confronti delle preesistenti strutture sociali e
culturali; le stesse che, colpevolmente o meno, avevano permesso la
pianificata follia dell’ultima guerra. In ambito artistico, ciò aveva quale
riflesso un desiderio di azzeramento di ogni codice rappresentativo
tradizionale, proposito perseguito dagli esponenti delle nuove tendenze e,
con particolare coerenza, da quelli dell’Informale. Pur modulandosi ►
Droni by Art 2016/ Aidanews - 31
►secondo sensibilità differenti, la loro asserzione espressiva si mostrava
orientata dalla spontaneità più che dalle facoltà razionali, affidandosi
fiduciosa a quegli stessi automatismi già investigati dal movimento
surrealista. Contemplava, inoltre, il contributo fattivo del caso.►
Droni by Art 2016/ Aidanews - 32
UNA NATURA DOPO L’UOMO. In queste immagini che non hanno un
precedente nella storia delle arti visive, Dubuffet ha materializzato il
respiro incessante di una natura dopo l’uomo, che dell’uomo sembra
attendere la palingenesi e il risveglio. Con la conclusione dell’ultimo degli
album che le raccolgono, nell’aprile del 1962, si è chiusa idealmente una
stagione da considerarsi cruciale per l’Informale e per l’avventura creativa
dell’artista, già a quella data proiettata verso le folle brulicanti del ciclo
Paris Circus e i nuovi, colorati campi plastici de L’Hourloupe.
Droni by Art 2016/ Aidanews - 33
“Credo che le scoperte più feconde avvengono non a partire
dall’esecuzione delle immagini ma a partire dall’interpretazione che se ne
fa. Credo anche che questa facoltà di veggenza davanti a un’immagine può
essere per chiunque oggetto di esercizio e che chiunque abbia intenzione di
compiere un atto creativo farà bene a coltivarla almeno quanto la sua agilità
manuale.” Cf. J. Dubuffet, in Note.. cit., pag. 81 ■
Cf. J. Dubuffet, in Note sulle litografie per “reports d’assemblages” e
sulla serie dei “Phénomènes”, in A.A.V.V., Informale, catalogo della
mostra, Modena, Foro Boario,18 dicembre 2005 – 9 aprile 2006, Skira
Editore, Milano, pag. 80, traduzione di S. Bottazzin e G. Mastinu.
Dubuffet scrutato dal drone by Art.
DALL’ARTE POVERA AL DIGITALE 50 ANNI DOPO
Droni by Art 2016/ Aidanews - 34
►Credo che le scoperte più feconde avvengono non a partire dalla
esecuzione delle immagini ma a partire dall’interpretazione che se ne fa.
Credo anche che questa facoltà di veggenza davanti a un’immagine può
essere per chiunque oggetto di esercizio e che chiunque abbia intenzione di
compiere un atto creativo farà bene a coltivarla almeno quanto la sua agilità
manuale.” Cf. J. Dubuffet, in Note.. cit., pag. 81■
Droni by Art 2016/ Aidanews - 35
Il Magnifico Rettore Giuseppe Zaccaria compiaciuto
dell’atterraggio soft del minidrone by Art usato per riprese al
Giardino della Biodiversità (26 giugno 2105)