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Trattamento del distacco di retina mediante chirurgia episclerale Vito De Molfetta

Distacco retina tecnica episclerale 2011

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Trattamento del distacco di retina mediante chirurgia episclerale

Vito De Molfetta

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• Appianare la retina ostacolando l’ulteriore passaggio di fluido nello spazio sottoretinico (rilasciare le trazioni vitreoretiniche e tamponare le rotture)

• Stabilizzare questo risultato nel tempo mediante una adesione corioretinica definitiva in corrispondenza dei margini delle rotture (retinopessia)

Obbiettivi della chirurgia

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Condizioni indispensabili al perseguimento del successo anatomico nel trattamento del DRR mediante tecnica

episclerale

• Diagnosi:– Localizzazione di tutte le rotture retiniche– Individuazione della sicura pertinenza della

tecnica da impiegare nel caso specifico• interventi pregressi e mobilità della retina• numero, estensione e situazione delle rotture

retiniche• possibilità di esplorazione• condizioni della coroide

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Condizioni indispensabili al perseguimento del successo anatomico nel trattamento del DRR mediante tecnica

episclerale

• Trattamento:– Standardizzazione dell’intervento– Capacità di adeguamento della condotta al mutare

degli eventi (imprevisti e complicanze)– Piena comprensione degli effetti delle procedure

scelte– Adeguatezza della chirurgia

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Vantaggi della tecnica episclerale nel trattamento del DRR

• Minore invasività della metodica

• Quasi sempre un solo intervento chirurgico (minori complicanze)

• Conservazione del tamponante intraoculare naturale (vitreo)

• Soddisfacente e più rapido recupero funzionale

• Breve durata dell’intervento

• Costi limitati

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La chirurgia vitreo-retinica non rappresenta una alternativa alla tecnica episclerale nel trattamento del distacco di retina regmatogeno non complicato

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Indicazioni all’intervento di chirurgia episclerale

• Vitreo aderente al piano retinico– Pazienti giovani (Ad es. Stickler)– DRR post-contusivi– Miopi elevati (schisi vitreale)

• Caratteristiche delle rotture– Periferiche, singole o in settori contigui, nei settori

inferiori

• Paziente fachico

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Strumentazione

• Oftalmoscopio binoculare indiretto e lente asferica da 20 D

• Criocoagulatore trans-sclerale con sonda a punta sferica

• Unità per diatermia di superficie con sonda piatta

• Transilluminatore

• Blefarostato a vite

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Strumentazione

• Pinza di Campos e pinza tipo Bonn

• Forbice curva smussa e forbice retta smussa

• Indentatore sclerale

• Uncino per muscolo (meglio se forato in punta)

• Retrattore di Desmarres medio (possibilmente nasale)

• Portaghi

• 4 Klemmerini per chiusura dei fili di trazione sui muscoli retti

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• Cauterio o pinza diatermica

• Filo di trazione per i muscoli (seta 3-0 o simile)

• Filo di sutura 5-0 di poliestere intrecciato per fissazione del materiale episclerale

• Filo di sutura 6-0 riassorbibile per la chiusura delle eventuali sclerotomie

• Bisturi monouso da 15° o da 30°

• Penna dermografica

• Aghi da insulina da 30 G

• Siringe da 2.5 cc o da 5 cc

• Bombola di SF6 (esafluoruro di zolfo) e filtri millipore

Materiale di consumo

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1.Peritomia limbare

2.Isolamento dei 4 muscoli retti

3.Apposizione del cerchiaggio (chiuso, ma non ancora teso)

Tecnica chirurgica

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Tecnica chirurgica di apposizione del cerchiaggio

• Scorrimento della banderella al di sotto dei MM retti

• Chiusura con “sleeve” in silastic

• Apposizione di punti di sutura a “U” o a “X” in corrispondenza di 3 quadranti (in genere nel quadrante delle rotture è lasciato libero)

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• Sostiene il margine posteriore della base vitreale. Rilascia le eventuali trazioni vitreali antero-posteriori e tangenziali, previene la formazione di nuove rotture.

• Va collocato ad una distanza di circa 10 mm dal limbus

Cerchiaggio

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4.Localizzazione delle rotture in oftalmoscopia indiretta e verifica, mediante indentazione, delle possibilità di una soddisfacente chiusura delle stesse senza puntura evacuativa

Tecnica chirurgica

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5.Esecuzione della eventuale puntura evacuativa e sutura della sclerotomia (prima tensione del cerchiaggio)

Tecnica chirurgica

Intervento senza puntura evacuativa (non drainage technique):

•Presenza di rotture retiniche singole•Margini delle rotture prossimi all’epitelio pigmentato (criocoagulazione facile)•Rotture localizzate anteriormente all’equatore con modesto sollevamento •Riduzione dell’entità del sollevamento retinico dopo allettamento del paziente

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Rischi della puntura evacuativa

• Emorragie– Sottoretiniche (se la macula e sollevata

pericolo di riversamento in tale sede del sangue di provenienza coroidale)

– Coroidali (facile compromissione di tutta la procedura)

• Perforazioni retiniche • Incarceramenti retinici o retino-vitreali• Ipotonia eccessiva

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Scelta del sito per la sclerotomia evacuativa

Se possibile, si consiglia di preferire:– Zone di maggior sollevamento– Non vicine alle rotture retiniche– In corrispondenza di trazioni vitreo-retiniche o

di membrane epiretiniche

ed in assoluto:– a circa 10 - 11 mm. di distanza dal limbus– appena sopra o appena sotto i retti orizzontali

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Puntura evacuativa• Diatermia con elettrodo piatto dell’area prescelta• Incisione radiale della sclera sino ad esporre la coroide

per circa 2 mm• Apposizione di sutura da chiudere successivamente• Incisione della coroide• Spremitura gentile del bulbo controllando

frequentemente il sito di evacuazione (attenzione agli incarceramenti retinici)

• Mantenimento di un tono oculare accettabile tensionando opportunamente il cerchiaggio (attenzione alle emorragie)

• Evacuare il più possibile o comunque sino ad ottenere un accettabile tamponamento esterno delle rotture da parte delle indentazioni episclerali pianificate

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6.Criocoagulazione dei margini delle rotture retiniche

7.Indentazione o piombaggio delle rotture mediante apposizione di impianti episclerali

Tecnica chirurgica

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Impianti episclerali• Cerchiaggio 240 style e

sleeve 270 style di silastic per detto

• Placchette di silastic simmetriche ed asimmetriche di varie dimensioni

• Spugne di gomma di silicone cilindriche od ovali

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• Il materiale indentante sclerale può avere un orientamento circonferenziale o radiale

• I piombaggi circonferenziali forniscono un supporto orientato parallelamente alle zone nelle quali è particolarmente evidente una trazione vitreale circonferenziale

Materiale indentante sclerale

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•I piombaggi radiali forniscono un supporto particolarmente utile in presenza di fenomeni trazionali vitreo-retinici localizzati (non presentano l’inconveniente della comparsa delle pieghe radiali che spesso compaiono utilizzando le indentazioni circonferenziali soprattutto se estese oltre 90°)

Materiale indentante sclerale

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• La capacità indentante del piombaggio è tanto maggiore quanto più i tratti intrasclerali della sutura di fissazione alla sclera sono distanti dai suoi margini. La tensione della sutura ed il tono intraoculare sono gli altri due elementi che condizionano tale capacità.

• Una sutura più larga di 2 mm rispetto al materiale indentante produce modesto risultato, mentre per una forte indentazione la larghezza della sutura deve essere almeno 4 mm superiore a quella del materiale indentante.

• Una paracentesi della camera anteriore prima del tensionamento produce un maggiore effetto indentante.

Piombaggi: tecnica di ancoraggio

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• Controllo oftalmoscopico della soddisfacente chiusura delle rotture retiniche

• Controllo della apertura della arteria centrale della retina ed eventuale paracentesi della camera anteriore

• Eventuale introduzione di gas in camera vitrea e nuovo controllo come ai due punti precedenti

Tecnica chirurgica

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• L’effetto tamponante dei gas, se necessario, è utile nelle prime 24-48 ore dopo l’intervento (tempo entro cui solitamente si verifica il riassorbimento del liquido sottoretinico)

• Gas più frequentemente utilizzati:

–aria: 1 ml riassorbito in circa 4 gg.

–SF6: si espande del 150% in 24-48 ore

Tamponamento con gas intraoculare

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• Aria

–Se la tensione oculare permette l’iniezione di almeno 1 cc di gas

• SF6

–Se è possibile iniettare al massimo solo 0.5 cc di gas

–Inconvenienti:

• Ipertono postoperatorio per espansione del gas

• Sospendere l’uso del protossido d’azoto almeno 10 min prima dell’iniezione

Scelta del gas

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SF6

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11.Regolazione finale della tensione del cerchiaggio

12.Sutura della capsula e della congiuntiva

Tecnica chirurgica