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DIMENSIONE APPARENTE, DISTANZA E DIMENSIONI REALI DI UN OGGETTO ASTRONOMICO: UN DIFFERENTE APPROCCIO METRICO.
Giuseppe D’Angelo
INTRODUZIONE
In astronomia il diametro angolare (o dimensione angolare) di un oggetto è la misura del suo diametro rispetto alla distanza dall’osservatore. Esso corrisponde all’angolo che ha per tangente il rapporto:
DIAMETRO/DISTANZA, ovvero zadis
diametrotan
arctan=δ . La formula si basa su uno dei teoremi dei triangoli
rettangoli che dice: in un triangolo rettangolo un cateto è uguale al prodotto dell'altro cateto per la tangente dell'angolo opposto al primo. In questo enunciato compare la nozione trigonometrica di tangente di un angolo (PQ nel disegno sotto riportato) intesa come rapporto tra seno e coseno (diametro e distanza nel nostro caso). Si osservi infatti che i due triangoli OPQ e OHM sono in
proporzione ovvero: OMHM
OQPQ
= (1). Inoltre HM = senγ, OM = cosγ, OQ = raggio circonferenza
goniometrica (x2 + y2 = 1) e quindi = 1.
Pertanto la (1) diventa: !"#$!= !"#$
!"#$, ovvero 𝑡𝑎𝑛𝛾 = !"#$
!"#$
Fig. 1
La dimensione angolare di un corpo celeste è facilmente conoscibile empiricamente tramite la misura del diametro apparente del corpo. Di nuovo ci vengono in aiuto i triangoli rettangoli e la circonferenza goniometrica. Infatti se PQ rappresenta il diametro apparente dell’oggetto astronomico osservato (Fig. 1) OQ rappresenta la distanza della quale il diametro apparente viene osservato (ovvero della superficie su cui si misura il diametro apparente). In buona sostanza è possibile misurare il diametro apparente di un oggetto astronomico, anche senza strumentazione da astrofili (se si tratta di Sole e Luna), utilizzando come piano di riferimento quello della pellicola di una macchina fotografica classica utilizzata per realizzare delle foto dell’oggetto. Sempre dalla Fig. 1 si capisce che se OA rappresenta la distanza del corpo celeste dalla Terra, BA indica la misura del diametro reale dello stesso (triangoli simili OPQ e OAB). Quindi AB = OA tan γ (per analoga similitudine tra i triangoli: OHM e OAB). Per determinare quindi il diametro di un qualsiasi corpo
celeste una volta conosciuta la distanza e la dimensione angolare è sufficiente moltiplicare la distanza medesima per la tangente del diametro angolare. Nel caso del Sole (vedi tab. 1) avremo: dimensione angolare media = 1930” = 0,5361111° (1930/3600), distanza =149597887,5 Km. Quindi Diametro = 149597887,5 Km * tan 0,5361111 =1399813,9 Km. Cioè un raggio di circa 700000 Km, come è noto.
Tab. 1
UN APPROCCIO DIVERSO PER MISURARE IL DIAMETRO
E’ per tutti facile verificare che se si osserva un oggetto qualsiasi da due punti diversi posti il secondo a distanza doppia rispetto al primo le dimensioni dell’oggetto osservato si riducono a metà ovvero la superficie apparente si riduce di quattro volte. Viceversa, se la distanza si dimezza avvicinandoci all’oggetto, la superficie apparente diventa quattro volte maggiore. Se consideriamo un oggetto di forma sferica anche la sezione circolare di quest’ultimo presenterà un raggio che, conseguentemente, si dimezzerà o raddoppierà (1) come infatti ci suggerisce la seguente tabella:
Raggio (m) π Superficie (m2)
Rapporto superficie
1 3,141592654 3,141592654 2 3,141592654 12,56637061 4
4 3,141592654 50,26548246 4 8 3,141592654 201,0619298 4
16 3,141592654 804,2477193 4 32 3,141592654 3216,990877 4 64 3,141592654 12867,96351 4
Tab. 2
1 Pensando di osservare il Sole si analizzi la figura 3 più avanti riportata e si consideri la dimensione angolare del Sole. Metà di tale valore angolare (0,266483788) rappresenta l’angolo α/2. Imponiamo adesso un primo valore alla distanza dal vertice O della figura (punto indicante la distanza massima iniziale dal Sole dal quale ci si allontana avvicinandosi progressivamente al Sole). La distanza AH rappresenta dunque il raggio apparente osservato. Poniamo di fare un primo breve percorso di avvicinamento pari a 100 Km raggiungendo un’altra posizione (chiamiamola O’) dalla quale misuriamo il raggio apparente. Calcoliamo il raggio apparente (distanza AH nella figura) moltiplicando la tangente di
E’ possibile verificare sperimentalmente tale relazione in modo molto semplice. Utilizzando un semplice pezzo di vetro di forma quadrangolare posizionarlo ad una data distanza D1 da un oggetto di osservazione (es. una scatola di cartone). Con un righello che ci permette di misurare la distanza a cui teniamo gli occhi osserviamo l’oggetto dal lato opposto del vetro. Disegniamo adesso con un pennarello sul vetro le dimensioni apparenti del nostro oggetto. Ripetiamo tutto collocando però l’oggetto di osservazione ad una distanza doppia. Si potrà così verificare che con la seconda misurazione la superficie delineata sul vetro risulta circa (a causa degli errori di misura) la metà rispetto a quella disegnata con la prima misurazione. Osservando il disegno sotto riportato (Fig. 2) possiamo anche esprimere matematicamente questa relazione di proporzionalità inversa con la seguente uguaglianza in cui S è la superficie apparente, D1 e D2, rappresentanti la distanza dell’osservatore dall’oggetto, sono tra loro correlati in quanto D2 = 2D1:
S : D = S/4 : 2D cioè
!!=
!!!!
che diventa:
!!= !
!! (2)
da cui ci rendiamo conto che affinché l’uguaglianza sia rispettata dobbiamo considerare l’esistenza di una costante K che assume il valore di 8. Possiamo anche scrivere la suddetta relazione considerando nello specifico una superficie sferica di raggio r:
!!!
! !!
! = 𝐾 !!!!
(3)
Fig. 2
In questa uguaglianza la costante K assume il già citato valore di 8 come facilmente verificabile se ad r ed a D1 si dà il valore 1 rimanendo D2 determinato perché il doppio di D1. Se nella (3) poniamo r/2 = Ra (raggio apparente) si può ricavare poi il valore del raggio reale Rr (r) dell’oggetto se, conoscendo la distanza dell’oggetto dall’osservatore, si pone D2 = 2D1 nella formula medesima. Si può quindi utilizzare la seguente formula inversa.
𝑹𝒓 = 𝐾 !!!!𝑹𝒂! (4) che possiamo scrivere anche come:
𝑹𝒓 = 𝑹𝒂 𝐾 !!!! (4a)
In definitiva, operando in ambito astronomico, è possibile conoscere il raggio reale di un oggetto celeste (una stella, una galassia, ecc.) conoscendone soltanto la dimensione angolare in quanto dalle considerazioni fatte finora si deduce che esiste anche la seguente relazione tra raggio apparente (ricavabile dalla dimensione angolare) e raggio reale dell’oggetto:
𝑹𝒓𝟐! = Ra (5)
Questa nuova relazione è interessante perché propone una correlazione tra raggio apparente e reale in funzione del numero di raddoppiamenti della distanza da cui l’oggetto viene osservato. Infatti il numero di volte che bisogna considerare duplicata la distanza tra oggetto apparente (immagine dell’oggetto celeste) e osservatore sarà pari a 2n. L’oggetto apparente (immagine osservata) diventa grande quanto l’oggetto reale se ci avviciniamo a quest’ultimo raddoppiando progressivamente la distanza D1, dall’iniziale punto di osservazione, un numero di volte pari a 2n. La (5) ci permette di ricavare il valore di n. Teniamo conto intanto della seguente figura che riguarda la dimensione angolare del Sole il cui valore è: 0,532967577 ° (2)pari all’angolo α.
Fig 3
Per conoscere il valore del diametro apparente del Sole dalla distanza alla quale si trova la Terra è possibile utilizzare il negativo di una foto scattata al nostro Astro in corrispondenza del mezzogiorno locale. Basta infatti sovrapporre al negativo un foglio di acetato trasparente sul quale è stato stampato un reticolo millimetrico. Sottoponendo a scansione il negativo con il foglio millimetrato sovrapposto sarà possibile ingrandire sufficientemente l’immagine ottenuta per misurare con precisione il diametro della macchiolina rappresentante il disco solare. Il diametro apparente così misurato è in relazione con quello reale a mezzo della distanza Terra-‐Sole. Infatti come si può evincere dalla seguente figura il rapporto tra il diametro apparente dell’oggetto impressionato sulla pellicola fotografica e la lunghezza focale sarà all’incirca uguale al rapporto tra diametro reale dell’oggetto e sua distanza dalla macchina fotografica. In effetti l’obiettivo della macchina fotografica raccoglie la luce proveniente dall’oggetto reale il quale ha già subito la riduzione dimensionale legata alla distanza a cui si trova, e la converge sulla superficie della pellicola fotosensibile. Questo breve percorso all’interno della macchina fotografica, simile a ciò che avviene nel nostro occhio, rappresenta in scala il percorso più lungo fatto dalla luce dall’oggetto alla macchina fotografica.
2 Confronta: https://it.wikipedia.org/wiki/Diametro_angolare
Fig. 4
E’ stato possibile verificare tale correlazione ricavando il diametro apparente del Sole da alcune foto scattate qualche tempo fa al nostro Astro con una macchina fotografica con focale 125 mm e con pellicola Kodak 100TMX (vedi foto) (3).
Foto 1
Operando in tal modo è stato misurato un diametro apparente di 1,221 mm. Rapportando adesso il diametro solare medio (1,39095 × 109 m) espresso in millimetri al diametro apparente così misurato otteniamo il valore di 1,1391891 * 1012 . Moltiplicando questo valore per la distanza focale di 125 mm e riportando il valore in Km otteniamo 142.398.648 Km che rappresenta una buona approssimazione del valore reale di 149.600.000 Km che è la distanza media Terra – Sole.
Ritorniamo adesso alla (5). Ad esempio se prendiamo come valore di Rr il raggio solare espresso in chilometri e per quello del Ra il valore di 5,81377*10-‐7 Km (4) avremo:
3 Ingrandendo la foto 1 e scegliendo lo scatto più nitido e con poco alone (penultimo a destra, nella foto) è stato possibile misurare il diametro del punto annerito che rappresenta l’immagine del Sole. Nella determinazione della misura si è tenuto conto della reale dimensione del reticolo millimetrico sovrapposto in cui il lato del centimetro quadrato misurava in realtà 1,05 cm. E’ opportuno anche specificare che la foto utilizzata non è stata scattata appositamente per questo lavoro ma per finalità differenti. Quindi la nitidezza dell’immagine solare non è ottimale per una misura precisa del suo diametro apparente. 4 Dato il diametro angolare del Sole pari a: 0,532967577 e considerato il triangolo (rettangolo in H) OHA (vedi figura 3 ), dal teorema sui triangoli rettangoli si ricava che: 𝐴𝐻 = 𝑇𝑔 !
!∗ 0,125𝑚 dove 0,125m è la distanza di osservazione iniziale
(distanza focale). Da questa relazione si ricava che: AH = 0,000581377m
710*81377,52
695450 −=n; 2n = 1,1962108*1012; log2 1,1962108*1012 = n; n=
2log10*19692108,1log 12
;
n = 40,12160886. Dunque il raggio apparente per avere una distanza di circa 149.600.000 Km è 5,81377*10-‐7 Km cioè 0,581377 mm . La misura ottenuta graficamente su pellicola fotografica è stata invece di 0,6105 mm. E’ da tenere in considerazione l’imperfezione tecnica con cui è stata realizzata la misura. Infatti la foto era stata scattata in un momento antecedente per altre finalità per le quali non era necessario che il disco solare avesse un margine netto. La presenza invece di un consistente alone attorno al disco impressionato sulla pellicola ha reso difficile e imprecisa la misura.
Quindi dopo 40,12160886 reiterazioni in cui si raddoppia progressivamente la distanza minima di 12,5 cm raggiungendo i 149597887,5 Km il raggio apparente di 0,581377 mm del Sole diventa 695450 Km cioè il valore reale. Si può osservare il predetto andamento osservando i dati della seguente tabella basata sull’applicazione della (5):
Reiterazioni
Raggio apparente
Superficie apparente iniziale
Superficie apparente a distanza raddoppiata
Costante di proporzionalità
Distanza dalla superficie apparente
Distanza dalla superficie apparente raddoppiata
Distanza considerata
R(in metri) Пr^2 (in metri^2)
П(r/2)^2 (in metri^2) K D1 (in metri)
D2 (in metri)
DISTANZA PERCORSA IN AVVICINAMENTO (in metri)
0,000581377 1,06132E-‐06 2,65329E-‐07 8 0,125 0,25 1 0,001162754 4,24527E-‐06 1,06132E-‐06 8 0,25 0,5 0,25 2 0,002325508 1,69811E-‐05 4,24527E-‐06 8 0,5 1 0,5 3 0,004651016 6,79243E-‐05 1,69811E-‐05 8 1 2 1 4 0,009302032 0,000271697 6,79243E-‐05 8 2 4 2 5 0,018604064 0,001086789 0,000271697 8 4 8 4 6 0,037208128 0,004347157 0,001086789 8 8 16 8 7 0,074416256 0,017388627 0,004347157 8 16 32 16 8 0,148832512 0,069554506 0,017388627 8 32 64 32 9 0,297665024 0,278218025 0,069554506 8 64 128 64 10 0,595330048 1,112872099 0,278218025 8 128 256 128 11 1,190660096 4,451488398 1,112872099 8 256 512 256 12 2,381320192 17,80595359 4,451488398 8 512 1024 512 13 4,762640384 71,22381436 17,80595359 8 1024 2048 1024 14 9,525280768 284,8952574 71,22381436 8 2048 4096 2048 15 19,05056154 1139,58103 284,8952574 8 4096 8192 4096 16 38,10112307 4558,324119 1139,58103 8 8192 16384 8192 17 76,20224614 18233,29648 4558,324119 8 16384 32768 16384 18 152,4044923 72933,18591 18233,29648 8 32768 65536 32768 19 304,8089846 291732,7436 72933,18591 8 65536 131072 65536 20 609,6179692 1166930,975 291732,7436 8 131072 262144 131072
21 1219,235938 4667723,898 1166930,975 8 262144 524288 262144 22 2438,471877 18670895,59 4667723,898 8 524288 1048576 524288 23 4876,943753 74683582,37 18670895,59 8 1048576 2097152 1048576 24 9753,887506 298734329,5 74683582,37 8 2097152 4194304 2097152 25 19507,77501 1194937318 298734329,5 8 4194304 8388608 4194304 26 39015,55003 4779749272 1194937318 8 8388608 16777216 8388608 27
78031,10005 19118997086 4779749272 8 16777216 33554432 16777216
28 156062,2001
76475988345 19118997086 8 33554432 67108864 33554432
29 312124,4002 3,05904E+11 76475988345 8 67108864 134217728 67108864 30 624248,8004 1,22362E+12 3,05904E+11 8 134217728 268435456 134217728 31 1248497,601 4,89446E+12 1,22362E+12 8 268435456 536870912 268435456 32
2496995,202 1,95779E+13 4,89446E+12 8 536870912 1073741824 536870912
33 4993990,403 7,83114E+13 1,95779E+13 8 1073741824
2147483648 1073741824
34 9987980,807 3,13246E+14 7,83114E+13 8 2147483648
4294967296 2147483648
35 19975961,61 1,25298E+15 3,13246E+14 8 4294967296
8589934592 4294967296
36 39951923,23 5,01193E+15 1,25298E+15 8 8589934592 1,718E+10 8589934592 37 79903846,45 2,00477E+16 5,01193E+15 8 17179869184 3,436E+10 17179869184 38 159807692,9 8,01909E+16 2,00477E+16 8 34359738368 6,8719E+10 34359738368 39 319615385,8 3,20764E+17 8,01909E+16 8 68719476736 1,3744E+11 68719476736 40
639.230.771,62 1,28305E+18 3,20764E+17 8 1,37439E+11 2,7488E+11
137.438.953.472,00
41 1.278.461.543,24 5,13222E+18 1,28305E+18 8 2,74878E+11 5,4976E+11
274.877.906.944,00
#N/D #N/D 5,13222E+18 8 5,49756E+11 #N/D 5,49756E+11 Tab. 3
Come è possibile osservare dalla precedente tabella tra la 40a e 41a reiterazione (escludendo il valore di partenza) si raggiunge il valore del raggio solare e della distanza Terra-‐Sole (valori in rosso).
Consideriamo adesso la seguente tabella ricordando che un anno luce corrisponde a:
Colonna1 Colonna2 Colonna3 Colonna4 Colonna5 Colonna6
PERIGEO/PERIELIO (Km)
APOGEO/AFELIO (Km) / (a.l.)
DISTANZA MEDIA (Km)
DIAMETRO MEDIO (Km)
DIAMETRO ANGOLARE IN °
SOLE 147098074 152097701 149597888 1390900 0,532967577
LUNA 363104 405696 384400 3476 0,518355139
SIRIO 8,6 (a.l.) 8,1365E+13 2.617.000 1,84379E-‐06 Tab. 4
Considerando sempre la distanza di osservazione standard tra superficie oculare e quella della pellicola pari a 12,5 cm calcoliamo i valori dei raggi apparenti così come fatto precedentemente. I valori ottenuti sono i seguenti:
Colonna1 Colonna2 Colonna3 Colonna4
DIAMETRO ANGOLARE IN °
RAGGIO APPARENTE (m)
DISTANZA MEDIA (Km)
SOLE 0,532967577 0,000581377 149597888
LUNA 0,518355139 0,000565441 384400
SIRIO 1,84379E-‐06 2,0112628E-‐9 8,1365E+13
Tab. 5
Consideriamo poi che la (4a) rappresenta la formula per calcolare il raggio reale dopo una sola duplicazione della distanza di osservazione e che quindi dobbiamo tenere conto del numero di reiterazioni e del fatto che ad ogni duplicazione della distanza bisogna moltiplicare per la costante K. Quindi dopo n reiterazioni la (4a) diventa:
𝑹𝒓 = 𝑹𝒂 𝐾! ∗ 0,5! (6)
ciò perché il rapporto D1/D2 è sempre uguale a ½.
Inserendo infatti nella (6) il valore di Ra e di n trovati per il Sole si ricava facilmente il valore del raggio solare. Quindi conoscendo il raggio apparente ed il valore di n è possibile conoscere il raggio reale del corpo celeste. Analogamente possiamo conoscere la distanza dell’oggetto una volta conosciuto n perché D1/D2 = 0,5n. Posto D1 = 0,125m nel caso del Sole avremo:
0,125/D2 = 0,540,12160886 da cui:
D2 = 0,125/0,540,12160886
D2 = 1,4952635*1011m = 149526357,6 Km
E’ evidente che il dato essenziale per poter conosce la distanza di un corpo celeste o il suo raggio è il numero di reiterazioni n.
Osserviamo adesso che è possibile calcolare il raggio reale (Rr) dei precedenti corpi celesti applicando la seguente relazione:
Distanza * Ra * K = Rr (7) dove K assume il noto valore 8.
Questa equazione pone in relazione il raggio reale con quello apparente e con la distanza. La costante K assume il carattere di fattore amplificatore. A verifica della (7) e del valore assunto da K si propone la seguente tabella:
Colonna1 Colonna2 Colonna3 Colonna4 Colonna5 DISTANZA (m) Ra (m) Rr (m) K (1/m) SOLE 1,49598E+11 0,000581377 695450000 7,996174739
LUNA 384400000 0,000565441 1738000 7,996162278 SIRIO 8,13646E+16 2,01E-‐09 1308500000 7,995949026 Tab. 5
In essa il valore di K è stato determinato dalla formula inversa della (7).
Dunque ricapitolando; scegliendo la distanza di 12,5 cm come distanza minima dalla quale misurare il raggio apparente del Sole su una superficie di riferimento (pellicola fotografica) e assumendo questa come distanza standard di riferimento è stato possibile verificare il raggio reale dei tre corpi presi in considerazione e/o la loro distanza dalla Terra. Il tutto si è basato sulla verifica sperimentale del raggio apparente del Sole misurato su una pellicola fotografica che coincideva con quello teorico calcolabile dal diametro angolare.
SIGNIFICATO FISICO DI K E VALENZA DEL METODO
Perché tutta questa complicazione per conoscere il raggio del corpo celeste o la sua distanza dalla terra? La relazione trigonometrica che abbiamo visto nell’introduzione è sufficiente a risolvere il problema! in realtà queste considerazioni alternative ci permettono di riconoscere un altro aspetto del comportamento della luce nello spazio. Come abbiamo visto K assume il valore 8, cioè 23, che confrontato con la distanza che diventa 2 volte più grande ad ogni reiterazione rappresenta l’incremento del volume di spazio coinvolto dal fenomeno osservato. In ultima analisi stiamo parlando di fenomeni ottici in cui entra in gioco il propagarsi della radiazione elettromagnetica nello spazio. L’effetto di ingrandimento o rimpicciolimento di un oggetto luminoso con il variare della distanza di osservazione riguarda in qualche modo il moto di propagazione della luce nello spazio. In uno spazio tridimensionale in cui il volume è legato alla distanza da una relazione cubica non sorprende che la luce occupando tutto lo spazio disponibile causi ai nostri sensi i noti effetti di ingrandimento e rimpicciolimento a tutti noti. Quindi potremmo affermare che il significato fisico della costante K consiste nel fatto che al raddoppio della distanza il volume in cui si propaga la radiazione luminosa diventa otto volte (23) più grande e quindi l’effetto dell’ingrandimento o della riduzione delle dimensioni apparenti sembra essere in correlazione con l’andamento cubico dello spazio cioè con la quantità di luce che raggiunge lo strumento ottico sia esso l’occhio umano o una camera CCD o altra apparecchiatura. In ultima analisi possiamo anche dire che se si riuscisse a raccogliere e concentrare su una superficie di misurazione opportuna tutta la radiazione luminosa emessa nello spazio da un corpo celeste esso ci apparirebbe nelle dimensioni reali e in tutti i suoi particolari. Del resto il principio di funzionamento dei grandi telescopi è proprio questo: cercare di raccogliere la maggior quantità possibile di luce per ottenere un ingrandimento ottimale degli oggetti osservati. La luce si perde nello spazio cioè si dirada sempre più in un volume sempre più grande. La rarefazione della radiazione luminosa segue quindi la legge del rimpicciolimento ottico che abbiamo osservato in questo breve lavoro.
Il metodo di determinazione del raggio reale di un corpo celeste tramite la (6) non presenta particolari vantaggi operativi rispetto ad altri metodi. Tuttavia a me sembra più interessante perché esso mette in risalto la dipendenza delle dimensioni apparenti di un oggetto (astronomico o no che sia) dal ritmo cubico con cui varia lo spazio nel quale si propaga la radiazione luminosa. Cosa del resto già nota. Se poi fosse possibile, ad alti livelli tecnici, misurare il diametro apparente di un oggetto del cielo profondissimo basandosi sul metodo descritto (tenendo ovviamente conto dell’ingrandimento complessivo operato dalla strumentazione ottica) si potrebbe conoscere la distanza che ci separa da certe remote galassie…
Bibliografia
E. Lupia Palmieri, M. Parotto; Il Globo Terrestre e la sua Evoluzione; Edizione Zanichelli
ASTROLAB: calcolo delle dimensioni angolari; http://astrolab.altervista.org/articoli/angolo.html
Diametro Angolare – Wikipedia; https://it.wikipedia.org/wiki/Diametro_angolare
Sole – Wikipedia; http://it.wikipedia.org/wiki/Sole
Luna – Wikipedia; http://it.wikipedia.org/wiki/Luna