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LA RIVALITÀ TRA DIEGO SIMEONE E ZINEDINE ZIDANE È COMINCIATA TANTI ANNI FA, IN ITALIA. E NOI LA RACCONTIAMO TUTTA, GOL PER GOL, GARA PER GARA IL BALLO FINALE ANNO 17. N.21 (785), 28 maggio 2016. Poste Italiane Spedizione in A.P. D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano. Non acquistabile separatamente da La Gazzetta dello Sport,€2(SportWeek € 0,50 + La Gazzetta dello Sport € 1,50). A MILANO PER LA CHAMPIONS Diego Simeone e Zinedine Zidane ai tempi delle sƂde italiane: questo scontro è del novembre 2000, Juve-Lazio 1-1. Oggi si ritrovano a San Siro per la Ƃnale di Champions. Cholo & Zizou: “Ma non dovevamo rivederci più?”

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LA RIVALITÀ TRA DIEGO SIMEONE E ZINEDINE ZIDANE

È COMINCIATA TANTI ANNI FA, IN ITALIA. E NOI LARACCONTIAMO TUTTA, GOL PER GOL, GARA PER GARA

IL BALLOFINALE

ANNO17.N

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A MILANO PER LA CHAMPIONS

Diego Simeone e Zinedine Zidane ai tempidelle sƂde italiane: questo scontro è delnovembre 2000, Juve-Lazio 1-1. Oggi si

ritrovano a San Siro per la Ƃnale di Champions.

Cholo& Zizou

:

“Ma non dovevamo

rivederci p

iù?”

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ecco le due ruote usate al giro.sono top di gamma e costano. macambiando i componenti si risparmia

le bici dei campioni

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Start

cover StorY

Sommario

champions o promessi sposisempre invasione spagnola è

la faida dinamo kiev-shakhtarche lacera l’ucraina pre-euro 2016

e i pozzo comunicarono a iachinidi aver venduto l’udinese a zamparini

il mito della indy 500 che iniziò…con una carrozza a cavallo

ripartenzeinternational

l’agenda di gene

Solo in america

La foto dicopertina è di GianMattia d’Alberto.

allenano atletico e real, avversari oggi infinale di champions. la loro rivalità iniziò,da giocatori, in italia. ve la raccontiamo…

Simeone vS zidane

million dollar woman

monica abbott, campionessa usadel softball, ha firmato un contrattoa 6 zeri. nessuna donna c’era mai riuscita

sabato 28 maggio 2016n. 21 (785)

reportage

corridori. organizzatori. pubblico.scopriamo le anime della corsa rosa

un giro dentro al giro

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S p o r t l i f e

pub heroes

N. 21

bellezza d’epocaclasse e passione sulle strade italiane

per la mille miglia storica. noi c’eravamo

intervista

intervista

ritratto

la storia

musica

sharapova. corsenotturne. tronchicome pesi. il nuovofenomeno deltennis si racconta

domani si corre la 500 miglia di indy. l’ultimovincitore spiega segreti, fascino e differenzacon i gp di f.1: «qui la velocità è da paura»

da idolo samp a “bischero” beccato conla coca. che dribbla ancora. nel suo bar

il 1° giugno compirebbe 90 annil’attrice che stregò il mondo.e joe dimaggio, re del baseball

blues, gospeled echi dei pink

floyd nel nuovocd dell’artista diorigini ugandesi

domiNicthiem

juaN pablo moNtoya

fraNcesco flachi

marilyN moNroe

michaelkiwaNuka

infographic

i due principali campionatiin monoposto a confronto

iNdy vs f.1

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DI LUIGI GARLANDO

R I PA R T EN Z E

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Piazza del Duomo a Milano si prepara ad accogliere i tifosi.

Bei tempi quando erano i tifosi mila-

nesi a invadereBarcellonaoMadrid

perrincorreree festeggiareunaCop-

padeiCampioni. Inquesteore sonogli spa-

gnoli a sciamare per le vie di Milano, a bi-

vaccare in piazza Duomo, a sventolare

bandiere, a cantare lapropria fedeprimadi

ammassarsi a SanSiro e giocarsi il proprio

nobilederbychevaleun’interaEuropa.Un

banchetto da ricchi.

Inter eMilan restano a guardare come po-

veracci col naso schiacciato contro la vetri-

na di una gastronomia. Nella tradizione

agiografica, SanSiro era il ragazzino con le

ceste di pani e pesci che il buon Gesù mol-

tiplicò per sfamare la folla. In assenza di

miracoli, servirebbero almeno ceste di sol-

di cinesi per consentire a rosso-

neri e nerazzurri di sognare

altre finali di Champions.

Nell’attesa, Milano è occupata

dagli spagnoli, come nel ’600,

quandoaMonzanonsiparlava

di Galliani, ma di unamonaca

e di uno sciagurato Egidio che

aveva la coscienza sporca, ma

non per gol sbagliati.

È la Milano manzoniana che

abbiamo studiato nei Promessi

Sposi.

Ricordate il cancelliereFerrer

chedà istruzioni a denti stret-

ti al suo cocchiere? “Adelante,

Pedro, con juicio”. Inque-

sta doppiezza c’è già il se-

medellaGrandeInter: avan-

ti,ma conprudenza. Catenaccio

e controgolpe, organizzato da un piccolo

ideologo galiziano che avrebbe disegnato

comete nel cielo di SanSiro e guidatoMila-

noallaconquistadelmondo:LuisitoSuarez.

Non guardiamo ai chiassosi spagnoli che

occhieggiano le commesse diMonteNapo-

leone come a nuovi invasori, ma come a

vecchi amici che qualcosa di buono in città

hanno portato. La cassoeula, addirittura.

Leggenda vuole che un soldato spagnolo,

innamoratodiunabellacuocacheprestava

servizioacasadinobilimilanesi, abbiasug-

gerito alla tipa la ricetta di un piatto a base

di verze emaiale, diventato cult

nella tradizione gastronomica

milanese. La ragazza fece un figu-

rone coi suoi padroni.

Anche il dialetto milanese deve molto alla

Spagna. SeZapata accennaundisimpegno

difensivopallaalpiede,un tifosomilanista

può sospirare: “Che stremizzi…”, cioè “Che

spavento…”, deposito del termine spagnolo

estremezo. Se Felipe Melo si fa cacciare per

rossodirettodopo20secondi, il tifoso inte-

rista può dedurre: “L’è locch…”, cioè “Èmat-

to…”, deposito del termine spagnolo loco.

Parlano come noi, mangiano come noi…

Convinciamoci, milanesi: in queste ore

abbiamo in casa dei buoni amici, non gli

antichi invasori.

Interisti, staserapalpitateper

ilmiticoe indimenticatoCholo

Simeone, che ha inzuppato di

sudore tante casacche neraz-

zurre.

Milanisti,seguiteconsimpatia

il Niño Torres, che ha lasciato

nella memoria poco più di un

gol a Empoli, ma che ha attra-

versatoconeleganzadimodi la

sua breve vita rossonera.

Certo, prestare il proprio glo-

rioso stadio alla gloria degli

altri fa venire l’orticaria.Ma in

fondo la peste del 1630 è stata

molto peggio.

Milano spagnolatra Champions e cassoeula

DIEGO SIMEONE

SAN SIRO

È FUTBOL PURO

PAOLO

SALMORAGO

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DI PAOLO CONDÒ

I N T E RNAT I ONA L

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MATTHEW

ASHTON

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All’Europeo, l’Ucrainaarriva divisa in due

LA STORICA RIVALITÀ TRA I BLOCCHI FORMATI DAI GIOCATORI DELLA DINAMO KIEV E DELLOSHAKHTAR DONETSK È SFOCIATA NELLA RISSA TRA STEPANENKO E YARMOLENKO, CHE ORA

SI RITROVERANNO IN NAZIONALE. IL C.T. FOMENKO SPERA ALMENO IN UNA TREGUA

N elle ultime 20 stagioni è successo

soltanto due volte che la Dinamo

Kiev e lo Shakhtar Donetsk non

abbiano chiuso la Prem’er Liha – il cam-

pionato ucraino – ai primi due posti (10

titoli ai primi, 9 ai secondi). Una diarchia

così radicata non può che implicare una

rivalità fortissima, accentuatanegli ultimi

anni dall’esilio cui è stato costretto lo

Shakhtar: la bellissima Donbass Arena,

sede di una semifinale europea soltanto

quattro anni fa, è stata danneggiata dai

bombardamenti, e in generale la zona di

Donetsk è finita sotto il controllo dei sepa-

ratisti filo-russi in un quadro di guerra

congelato. Mircea Lucescu e i suoi sono

emigrati nella capitale, e di lì si spostano a

Leopoliper lepartite “casalin-

ghe”: in questa situazione la

leadershipdelloShakhtar si è

incrinata a favoredellaDina-

moKiev, cheha appenavinto

il secondo campionato di fila.

Manell’ultimo scontrodiret-

to, per quanto ininfluente

essendo arrivato a titolo già

assegnato, è esplosa una ris-

sa che sta creando grossi

grattacapi al c.t. Mykhaylo

Fomenko, impegnato ad al-

lestire la squadra per Euro

2016. Nel racconto di Michael Yokhin per

espnfc.com, il casus belli è stato un gesto di

Taras Stepanenko dopo il 3-0 per lo

Shakhtar firmato da Eduardo. Il centro-

campista di Donetsk è andato sotto alla

curvadei tifosi dellaDinamobaciandopiù

volte lo stemmasulla propriamaglietta: di

ritornoverso il centrocampoè stato affron-

tato amuso duro da diversi avversari, fin-

chéAndriyYarmolenko l’ha steso conuno

sgambetto molto violento. Lì è esplosa la

rissa, sedata a stento dopo un paio di mi-

nuti di botte collettive: tre i cartellini rossi

comminati (Stepanenko, Yarmolenko e

Kucher, tutti nazionali), gravi soprattutto

alcune dichiarazioni del post-partita, tipo

quella del portiere veterano della Dinamo

Kiev,AlexandrShovkovskiy. «Stepanenko

dovrebbepensare alla sua incolumitàper-

sonale. Non vive più a Donetsk, adesso

abita aKiev, e penso che i tifosi dellaDina-

mopotrebberononperdonargli certi com-

portamenti».Nei giorni successiviYarmo-

lenko, che sarebbe pure il miglior

giocatore ucraino, ha pronunciato parole

contrite, anche senon troppopentite: «Non

avrei dovuto sgambettare Stepanenko, in

campo occorre saper resistere alle provo-

cazioni». In realtà la faida fra iduevaavan-

ti da tre anni, da un durissimo intervento

di Yarmolenko che Stepanenko provò ad

archiviare lo scorso autunno con un gesto

di distensione: lo scambio di magliette a

fine gara. Yarmo accettò ma poi, dirigen-

dosi verso la sua curva, get-

tò platealmente a terra la

maglia del rivale. E la ten-

sione crebbe fino alla rissa

di questomaggio.

Fomenkosi èdetto tranquil-

lo del fatto che il bene supe-

rioredellanazionalerisolve-

ràtutto,eiduegiocatori–pur

confermandosi distanti da

un rapporto accettabile –

hanno assicurato che la con-

vivenza in ritiro non sarà un

problema. Staremo a vedere.

Andriy Yarmolenko, 26 anni, attaccante della Dinamo Kiev.

UCRAINA

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DI LANFRANCO VACCARI

SO LO I N AME R I C A

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Ray Harroun (1879-1968) sulla pista di Indianapolis.

La prima Indy vistanello specchietto

IL VINCITORE DELLA DEBUTTANTE INDIANAPOLIS, NEL 1911, FU RAY HARROUN. ISPIRANDOSIA QUELLO VISTO SU UNA CARROZZA, MONTÒ PER LA PRIMA VOLTA UN RETROVISORE SOPRAIL VOLANTE. DOPO IL TRIONFO, PERÒ, AMMISE: «NON VEDEVO UN DANNATO ACCIDENTE»

Come tutti gli anni, un anonimo si-

gnore ha piantato una bandiera a

scacchiaccantoallapiccola lastradi

marmosulpratodelMemorialParkdiAn-

derson, Indiana.Maper laprimavoltanon

è stato un omaggio solitario. Alla vigilia

della 100ª edizione della corsa più famosa

del mondo, le tre righe di lettere di bronzo

(RayW.Harroun / 1879-1968 /Vincitore –

1ª Indy500– 1911) e la greca lungo il bordo

sonostate lucidate; l’erbaèstatacurata;una

coronad’alloro intrecciatadifiori bianchi è

stata deposta; e unagrande targa, di quelle

che in America contrassegnano i siti di in-

teresse storico, è stata scoperta.

Per quanto tardivo (il secolo dall’impresa è

ricorso nel 2011), si tratta di un riconosci-

mentodoveroso.RayHarrounhafattomol-

to di più che iscrivere il suo nome sull’albo

d’oro e lasciare la sua faccia scolpita sul

Borg-Warner Trophy.

Prima di diventare un pilota, aveva

lavorato come autista per William

Thorne, il presidente della Montgo-

meryWard,primasocietàdivendite

per corrispondenza e gigante della

grande distribuzione. Oltre che por-

tarlo in giro per Chicago, doveva

mantenere efficiente l’automobile.

Così scoprìun talentoche loavrebbe

condottoallaMarmon,quandoaca-

vallodel secolo l’aziendadi Indiana-

polis aggiunse le auto al suo core

business, i mulini amotore per cereali.

Harrounavevasviluppato laMarmonWasp

nel 1910,dominando la200Miglia corsaal

Motor Speedway appena dopo che la pista

erastata lastricata con3,2milionidimatto-

ni. Era una macchina rivoluzionaria. In

un’epoca in cui le autoda corsa eranobipo-

sto (ilmeccanico di bordo oltre al pilota), la

sua era una monoposto. Ciò migliorava

l’aerodinamica, esaltata dalla coda appun-

tita quando le gallerie del vento erano an-

cora di là da venire, la seconda ragione per

cui il modello era stato chiamata Vespa (la

prima erano i colori giallo e nero).

Imeccanicidibordosigiravanopervedere

se stava arrivando un’altramacchina e av-

vertivano il pilota per evitare incidenti.

Citandomotivi di sicurezza (ma soprattut-

toper l’umiliazionesubitaalla200miglia),

gli altri 39 concorrenti della prima Indy

500 chiesero la squalifica di Harroun. Lui

non si scompose e si ricordò di quello che

aveva visto quando lavorava per Thorne:

uno specchio attaccato all’estremità di un

palo su una carrozza a cavallo. Andò in cit-

tà, ne comprò uno di 7,6x20,3 cm, lomontò

suunsostegnoal centrodello scocca, sopra

al volante. Fu abbastanza per convincere

Ernie Moross, il direttore di corsa, che ve-

deva imovimenti alle sue spalle. Forse non

fu il primo specchietto retrovisore della

storia, come vuole la leggenda, ma certo ne

popolarizzò l’uso.

Martedì 30 maggio 1911, la pace car, una

Stoddard-Dayton, simise inmoto; lo starter

FredWagner sventolò la bandiera verde e

la corsa cominciò. Harroun non aveva la

macchina più veloce, ma teneva un passo

costante: i tecniciFirestonegli avevanodet-

toche lavelocità limiteperevitareunecces-

sivo consumo dei pneumatici era 75

mph(120km/h).Conduesosteaibox

persostituirli, contro lequattrodegli

avversari, tagliò il traguardo in

6h52’08”, allamedia di 74,59mph.

Molti anni dopo aDonaldDavidson,

lo storico ufficiale dell’Indianapolis

Motor Speedway, confessò che le vi-

brazioni provocate dai mattoni del

fondo erano tali da rendere lo spec-

chiettodel tutto inutile: «Nonriuscivo

avedereundannatoaccidente»,disse.

«Ma lo sapevo soltanto io».

FONTI: THE FIRST SUPER SPEEDWAY,USA TODAY, THE NEW YORK TIMES,

SILICONCOWBOY’S BLOG,MICHIGAN LIVE, WTHR.COM

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NUME R I E P E R SONE

DI MASSIMO PERRONE

GLI ANNI passati, oggi, dalla

proclamazione della Repubblica in

Nepal dopo 240 anni di monarchia.

Il 25 settembre 1768 il sovrano del

Gorkha, Prithvi Narayan Shah, si era

insediato come primo re del Nepal

moderno dopo aver unificato i reami

di Kathmandu, Patan e Bhaktapur.

Ridotti a figuremarginali per oltre un

secolo (1846-1951) durante il dominio

della famiglia Rana, 12 diversi reali di

quello Stato asiatico si sono comunque

succeduti fino al 28maggio 2008,

quando l’ultimo re è stato deposto.

GLI ANNI dell’ultimo re del Nepal,

Gyanendra, quando è stato esautorato

nel 2008. Dichiarato re ad appena 3

anni, nel 1950, restò in carica per 2mesi

fino al ritorno dall’esilio del nonno

Tribhuvan; poi succedette nel 2001

a suo nipote Dipendra che aveva

sterminato la famiglia a causa di un

litigio sulla donna che gli impedivano

di sposare. Il 29enneDipendra, ubriaco

e “fumato”, uccise padre,madre,

sorella, fratello e altri 5 parenti prima

di spararsi. Proclamato comunque re,

morì dopo 3 giorni di coma.

GLI ANNI del presidente Bidhya Devi

Bhandari, eletta il 29 ottobre 2015

da esponente del Partito Comunista

(UnificatoMarxista-Leninista). Sono 9

– escluse la brasiliana Dilma Rousseff,

per l’impeachment, e le regine – le donne

capi di Stato: le altre in Corea del Sud

(Park Geun-hye), Cile (Michelle

Bachelet), Croazia (Kolinda Grabar-

Kitarovic), Liberia (Ellen Johnson

Sirleaf), Lituania (Dalia Grybauskaite),

Malta (Marie Louise Coleiro Preca),

Marshall (Hilda Heine) eMauritius

(Ameenah Gurib).

I MORTI causati in Nepal dal sisma

del 25 aprile 2015; più altri 218 per

il terremoto del 12 maggio. Dopo

un anno, nonostante oltre 4miliardi

di dollari stanziati, ci sono ancora

3milioni di sfollati: più di un abitante

su 10, visto che nel 2011 (ultimo

censimento) ce n’erano 26,4milioni.

La superficie è di 147.181 kmq, metà

dell’Italia per un Paese stretto tra Cina

e India senza sbocco al mare. I gruppi

etnici o castali sono 125; si parlano

123 idiomi; si professano 10 religioni

(con un 81,3% di induisti).

GLI OTTOMILA – sui 14 al mondo –

in territorio nepalese: a partire dal più

alto (8.848m), l’Everest, che lì

chiamano Sagarmatha. Domani è

il 63° anniversario della conquista

del neozelandese EdmundHillary e

Tenzing Norgay: uno sherpa nepalese

come Tejbir Bura, premiato con l’oro

olimpico al merito nel 1924 insieme

agli altri componenti della spedizione

sull’Everest fallita nel 1922. Il Nepal,

ai Giochi, ha ottenuto solo un bronzo

(Seul 1988) con Bidhan Lama quando

il taekwondo era sport dimostrativo.

GLI ANNI dopo cui, a febbraio, il Nepal

ha rivinto l’oro nel calcio ai South

Asian Games battendo 2-1 l’India; gol

decisivo di Nawayug Shrestha, classe

’90, capocannoniere con 7 reti in 4

incontri. I precedenti 2 ori nel football

– il Nepal è 180° nel ranking Fifa –

erano arrivati nel 1984 e ’93.

Lemedaglie in questa edizione

dei Giochi sono state 60: 3 ori (gli altri

nel judo e nel wushu), 23 argenti, 34

bronzi. Il record in casa a Kathmandu

nel ’99: Nepal secondo (dietro l’India)

con 32 ori e 65medaglie.

8 60 54

8.857 8 23

Auguri al Nepal: ha 8 annie mille problemi

OGGI, 28 MAGGIO, LO STATO ASIATICO FESTEGGIA LA RECENTE PROCLAMAZIONE DELLA REPUBBLICA,

DOPO 240 ANNI DI MONARCHIA. HA UN PRESIDENTE DONNA (SONO 9 NEL MONDO) CHE DEVE FARE

I CONTI CON I DANNI DEL SISMA DEL 2015: CI SONO ANCORA 3MILIONI DI SFOLLATI

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DI GENE GNOCCHI

L’AGENDA DI GENE

G L I A P P U N TA M E N T I D A N O N P E R D E R E D E L L A P R O S S I M A S E T T I M A N A

Venerdì

Domenica

Lunedì Martedì

Mercoledì Giovedì

Sabato3

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1 2

4

1 2 1 2 3 4

Giugno

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22 23 24 25 26 27 28

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Maggio

Grande sfiga di IACHINI. Dopo aver firmato

per l’Udinese, gli comunicano che Pozzo

ha venduto il club friulano a Zamparini.

Al LANCIANO vengono restituiti 96 punti

e il club di Valentina Maio vince il campionato

di Serie A staccando la Juventus di 20

lunghezze.

Continua a Napoli il grande successo

della PIZZA HIGUAIN. È uguale alle

altre, ma ti battono lo scontrino

36 volte.

Il dottore della Nazionale, Castellacci, dopo

un’accurata visita a MARCHISIO, dichiara

che la mezzala juventina è incinta.

Prima mossa di mercato

di Berlusconi: ceduto

DUDÙ al canile

di Cesano Boscone.

Sono ormai 20 giorni che il SOSIA DI BENITEZ

gira per l’Inghilterra nella speranza di trovare

una che gliela dia.

Dopo che Klose, Toni, Di Natale e persino Bellini

hanno tirato il RIGORE nella partita d’addio,

il “rigore a fine carriera” entra nel contratto

dei calciatori. La società te lo fa tirare ma in

cambio trattiene una parte del Tfr.

Il Lancianoconquista

lo scudetto!

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START/CLASSIFICA

FINALE DA BRIVIDO, PAROLA DI DANBASKET NBA

IL 2 GIUGNO INIZIA LA SFIDA PER IL TITOLO. UNO CHE LE HA VISTE TUTTE HA SCELTO LE SERIE PIÙ INCREDIBILI

di Dan Peterson

MIAMI-SAN ANTONIO 4-3

2013Roba da infarto! San Antonio sbanca Miami ingara-1. Miami sbanca San Antonio in gara-4.Gregg Popovich, coach degli Spurs, non chiama ilfallo sul micidiale Ray Allen, che regala la vittoria ingara-6 con una tripla dall’angolo al supplementare.In gara-7 LeBron James domina con 37 punti.

MINNEAPOLIS-NEW YORK 4-3

1952Siamo nell’era prima del cronometro dei 24”.

Il più grande giocatore di sempre (fino ad allora),George Mikan (Minneapolis Lakers), è terrificante.

Ma i Knicks di coach Joe Lapchick giocano laserie della vita e arrivano a un passo dall’impresa.

PORTLAND-PHILA 4-21977

L’emozione qui sta nel fatto che Philadelphia èpartita 2-0, con Julius Erving in versione

marziana. Poi i Blazers, con Bill Walton (nellafoto) come centro e coach Jack Ramsay (nativo

di Phila!), fanno una rimonta prepotente e storica.

BOSTON-ST. LOUIS 4-31957La più drammatica serie finale di sempre.I St. Louis Hawks sbancano il Boston Garden.Poi, i Celtics sbancano il Kiel Auditorium.Campioni vs. Campioni: Cliff Hagan e Bob Pettitper St. Louis; Bill Russell (nella foto), Bob Cousy,Tom Heinsohn per Boston. Gara-7 al Garden:125-123 dopo due tempi supplementari.

HOUSTON-NEW YORK 4-3

1994Vecchio sistema 2-3-2, due in casa, tre fuori, duein casa. In gara-6, sopra 3-2, i Knicks hanno lapalla della vittoria e non chiudono il conto.Coach Pat Riley è la maschera della tristezza.

ROCHESTER-NEW YORK 4-3

1951Anche qui, stelle dalla Hall of Fame. Seriepazzesca. Rochester apre con tre vittorie, maNew York non molla, vince pure lei tre volte di filae porta la serie alla 7ª partita. È stata l’unica voltache una serie finale ha avuto questo andamento.In gara-7 vince Rochester, in casa, 79-75.

WASHINGTON-SEATTLE 4-3

1978Una battaglia fisica. Washington con l’armadio

Wes Unseld, la statua Elvin Hayes e Larry Wright,poi stella in Italia; i Sonics con Jack “Il Martello

Biondo” Sikma. Ultimi in classifica all’iniziodella stagione, fanno una rimonta pazzesca.

Vinceranno l’anno dopo.

BOSTON-LOS ANGELES 4-3

1984La mia prima finale da telecronista. Che

giocatori! Boston: Bird, McHale, Parish. Lakers:Kareem. L.A. vince a Boston, Boston vince a L.A.

Gara-7? “Pandemonio al Boston Garden!”.La serie più intensa che abbia mai visto.

BOSTON-LOS ANGELES 4-3

1966Una parata di stelle: coach Red Auerbach, BillRussell, John Havlicek, KC Jones, Sam Jones.Per i Lakers: Jerry West e Elgin Baylor. Quattrovittorie in trasferta, L.A. in gara-1 e 5, Bostonin gara-3 e 4. Una poesia di pallacanestro.

LOS ANGELES-BOSTON 4-3

2010I Lakers di Phil Jackson, con Kobe Bryant al top,

contro i Celtics di Doc Rivers e i suoi veteraniPierce, Garnett e Allen che quasi “rubano”il titolo. Gara-7, drammatica, finisce 83-79.

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START/NEWS

NON CI POSSOCREDEREDI SEBASTIANO VERNAZZA

DICKRAPHAEL

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Una partita(politicamente)scorrettaNella bacheca della scuola Mediadi Greve in Chianti (Fi) è comparsoun annuncio, firmato dagli insegnantidell’istituto: “Quest’anno è statodeciso di non far coincidere l’ultimogiorno di scuola con la partita dicalcio: una vetrina per pochi. Siamo ivostri docenti e siamo chiamati atrasmettervi la forza del pensierocritico, il coraggio delle sceltedifficili, il valore dell’uguaglianza e ditutte le diversità a partire da quelladi genere. Non possiamo e nonvogliamo accettare di veder relegatele nostre più brillanti ragazze nelruolo di passive cheerleaders, nonvogliamo che alla fine valgano ancorauna volta e soltanto la prestanzafisica, l’abilità sportiva, l’egemoniaculturale del calcio. Almeno non ascuola. Quelle che dovrebberoessere esaltate alla conclusione di unpercorso di vita come la scuolamedia sono le menti eccelse fra voi,chi ha dimostrato rispetto esolidarietà per gli altri, chi ha lottatoper l’impegno e la responsabilità:sono ragazzi e ragazze, fighi e non,sportivi e imbranati. L’importanzache di anno in anno gli studenti e lestudentesse hanno dato a questapartita conclusiva è divenuta sempremaggiore, esagerata: maglie costose,selezioni umilianti e una sistematicaesclusione delle ragazze (nonché diquei ragazzi meno portati per ilcalcio) dal ruolo di protagonisti eprotagoniste. Se una festa di fineanno ci dovrà essere, che sia davveroun momento di coinvolgimento pertutti e tutte, non l’ennesimaoccasione di esclusione, prese ingiro, competizione sfrenata,arrabbiature e delusioni”. Un dubbioci coglie: non sarà che stiamoesagerando col politicamentecorretto?

MAMMA SCRIVECR7 NON ESULTAPOVERTÀ. ALCOLISMO. L’IDEA DELL’ABORTO. NELLA BIOGRAFIADI DOLORES, MADRE DI RONALDO. CHE NON HA TROPPO GRADITO…

La vita e la forza di una combattente. Così inizia

l’autobiografia Madre Coraje di Dolores Aveiro,

mammadiCristianoRonaldo.Figurabarometro

per il figlio, ha avuto una vita complicata: prima

l’orfanotrofio, poi la povertà e la dipendenza

dall’alcoldelpapàdiRonaldo,quindi la lotta con-

tro il cancro al seno e pure l’idea di abortire CR7.

Infine, il legame d’acciaio con il figlio campione

chea leihachiestodi crescereCristiano jr. Il libro,

scritto insiemeal giornalista eproduttoreporto-

ghese Paulo Sousa Costa, non ha probabilmente

scatenato l’entusiasmo del figliolo (era tra l’altro

assente alla “prima”, a Lisbona), ma questo non

gli ha impedito dimandare via Twitter l’invito a

leggere la biografia. N.S.

RONALDO’S A LONDRA

Cristiano Ronaldo, 31 anni, con mamma Dolores e il ƂglioCristiano Ronaldo jr,, che compirà 6 anni a giugno.IL LIBRO

CHI È L’ALTRO?ZORRO BOBAN È COMPETENTE COMMENTATORE TV E CONSULENTE

DEL NEOPRESIDENTE DELLA FIFA, GIANNI INFANTINO. RICONOSCETE ILRIVALE DEL PSG CON CUI DUELLÒ AI TEMPI DEL MILAN? GIRATE PAGINA…

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! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! !

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START/NEWS

Da calciatore, capelli lunghi, vi-

so da attore e sguardo fascino-

so, faceva impazzire i tifosi di

ambedue i sessi per le sue gio-

cate palla al piede sulla fascia.

Centrocampista o seconda pun-

ta, non segnavamolto, ma quan-

do imbroccava la porta non era-

no mai reti banali. Francese,

dopo gli esordi nel Tolone e 3

anni nel Psg, ha dato il suo me-

glio in Inghilterra, al Tottenham

soprattutto (nel ’99 venne elet-

tomiglior giocatore del campio-

nato), prima di concludere la

carriera nell’Everton.

Dopo di allora aveva seguito le

orme di tanti colleghi: ospitate

televisive, commenti e pareri ri-

chiestigli da più parti. Come tan-

ti colleghi, si è dedicato alla pas-

sione che ha contagiato tanti

calciatori ed ex: il golf. Chissà ora

se potrà continuare, dopo i 4

bypass che gli sono stati impian-

tati d’urgenza la settimana scor-

sa dopo il “malore”

(così recita la versione

ufficiale) che lo ha col-

tomentre aMandelieu,

tra la Provenza e la Co-

sta Azzurra, disputava

un torneo sul green

insieme ad altre perso-

nalità dello sport. Gi-

nola ha forse preteso

troppo dal suo fisico,

perché in mattinata – sotto a un

sole cocente, come da lui stesso

ammesso – aveva partecipato a

una partita di calcio assai tirata.

Il torneo di golf nel pomeriggio

lo ha buttato giù, letteralmente,

anche se medici e amici si sono

affrettati a smentire che si sia

trattato di un vero e proprio in-

farto. Resta il fatto che David è

stato operato d’urgenza. Un’altra

mazzata dopo il fallimento della

sua candidatura alla presidenza

della Fifa, lo scorso anno: il

crowdfunding che lo sosteneva

aveva raccolto solo 330mila euro.

DA CALCIATORE FACEVA IMPAZZIRE I TIFOSI PER LE SUE GIOCATE E I SUOI GOL E LE TIFOSE

PER L’ASPETTO. ORA PORTA 4 BYPASS DOPO ESSERSI SENTITO MALE SUL CAMPO DA GOLF

L’altro è… DAVID GINOLA

STELLE E STRISCE

La californiana Monica Abbott (qui con lamaglia della nazionale Usa, con cui ha vintol’argento ai Giochi di Pechino 2008), 30 anni.

LA PRIMA DONNADA UN MILIONE

DI DOLLARIÈ LA CAMPIONESSA DI SOFTBALLMONICA ABBOTT, MAI NESSUNA NEGLI

USA AVEVA FIRMATO UN CONTRATTO COSÌ ONEROSO CON UN CLUB

Un’atletadaunmilionedidollarinel soft-

ball femminile americano. Monica Ab-

bott, punta di diamante della National

ProFastpitchLeague,hafirmatouncon-

tratto a sei zeri con gli Houston’s Scrap

Yard Dawgs, è la prima a spuntare un

accordo del genere in uno sport di squa-

drastatunitense.Per l’argentoolimpicoa

Pechino 2008 con la sua nazionale, un

salariobaseda20miladollari annui con

bonus (almeno100spettatori allepartite

diHouston,medianazionaleèmille),fino

ad arrivare a 180mila dollari. Nella Npf

ci sonoroseda18giocatrici conunsalary

cap da 150 mila dollari. E poche atlete

guadagnanooltre20miladollari. Insom-

ma,uncontrattostoricoper il softballma

soprattutto per il movimento sportivo

femminile americano, come ha detto l’ex

fenomeno del tennis e fondatrice della

Women’s Sports Foundation Billie Jean

King. Certo, ci sono campionesse a stelle

e strisce che incassano più della Abbott,

da SerenaWilliams alla calciatrice Alex

Morgan, chearrivaancheacinquemilio-

nididollari annui,masoprattuttograzie

agli sponsor. Nicola Sellitti

AMERICA

ELAIN

ETHOMPSON

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START/NEWS

MATTIPER LO SPORT

DI GIANLUCA GASPARINI

IL BENE DEL GOLFDOMANI, ALL’ALBENZA, PURE KAREMBEU E BOGHOSSIAN PER IL SETTIMO

GREEN, GARA DI RACCOLTA FONDI PER LA CURA DEI TUMORI INFANTILI

L’appuntamento è per domani, 29mag-

gio, al Golf Club Bergamo L’Albenza,

uno dei percorsi più belli d’Italia, per la

prima edizione di “SettimoGreen”.Non

è una novità nel mondo del golf orga-

nizzare gare a scopo benefico, anzi, in

tutta Italia decine di lodevoli iniziative

si svolgono per aiutare chi ha bisogno,

ma se segnaliamo questa è perché sia-

modirettamente coinvolti. Con il patro-

cinio della Gazzetta dello Sport e di

SportWeek, la gara di domani è organiz-

zata per raccogliere fondi da destinare

all’Associazione Settimopiano Onlus,

nata dieci anni fa con lo scopodi aiutare

i bambini ospiti dell’Istituto Nazionale

dei tumori di Milano (che proprio al

settimopianodella sededi viaVenezian

ha il reparto di Pediatria oncologica).

Parteciperanno anche alcuni ex calcia-

tori, già aMilano per assistere alla fina-

le di Champions League del giorno pri-

ma, come Christian Karembeu e Alain

Boghossian. Non è casuale la presenza

dei francesi: la gara è inserita nel circui-

to Arte&Golf, reduce lunedì scorso da

un’escursione a Parigi sul campoAlba-

tros del Club Nationale (dove tra due

anni si svolgerà la Ryder Cup e, il pros-

simo giugno, si terrà l’Open di Francia)

per la sua undicesima tappa, in part-

nership con il Trofeo Gentlemen Sport

AM.Alla gara parigina era presente tra

gli altri CostantinoRocca, anche lui im-

pegnato per aiutare l’Associazione Set-

timopiano. Il due volte vincitore della

Ryder e punto di riferimento di tutto il

golf italiano, sarà il vero e proprio pa-

drone di casa dell’evento bergamasco.

SOLIDARIETÀ

Nuovi scenari:uomo controalligatore...

La voglia di avventura degli abitanti

degli States è sempre stata proverbiale,

dai pionieri del West in avanti. E non ci

riferiamo solo a conquiste epocali o

storiche. Qui, ad esempio, parliamo di

un’attività locale che si chiama “alligator

wrestling”: lotta con gli alligatori. Di

solito – come racconta il New York Times

– va in scena in Florida, con professionisti

allenati. Invece in uno sperduto paesino

del Colorado, Mosca, la possono

praticare tutti. Basta versare 100 dollari

e non fare tanto gli schizzinosi sui rischi

che si corrono. Non c’è assicurazione,

per capirsi... La San Luis Valley offre

poco: qualche centro spirituale, un

osservatorio per identificare gli Ufo

e un’attrazione denominata Colorado

Gators Reptile Park. Qui il massimo

dell’emozione è un corso di 3 ore in cui

chiunque può lottare con belve dai nomi

evocativi (e ironici…) tipo Pitbull, Darth

Gator e Sir Chomps-a-lot (Sir “mastica

molto”) a mani e piedi nudi. Si passa

dalla pozzanghera 1 con rettili più

piccoli, fino alla 3 in cui Big Bertha va

trattata con attenzione. Alcuni lo fanno

per adrenalina, altri addirittura per scopi

terapeutici. Non mancano critiche: per

gli animalisti gli alligatori preferiscono

stare soli ed essere lasciati in pace, per

altri è un gioco pericoloso. Il gestore

risponde che «dal 2000 abbiamo perso

un solo dito. E non era nemmeno perso,

l’ho estratto dalla bocca dell’alligatore

e l’ho spedito in ospedale».

IN COLORADO

A mani e piedi nudi per bloccare il rettile.

Golf Club Bergamol’Albenza

L’associazione persegue esclusivamentefinalità di solidarietà sociale e non ha finidi lucro. Svolge attività di assistenzasocio-sanitaria e psicologica ai bambinicolpiti da neoplasie dell’infanzia e alleloro famiglie, oltre a raccogliere fondi afavore di enti per la ricerca e la cura. Perinfo e donazioni: www.settimopiano.com.

SETTIMOPIANOONLUS

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STASERAA SANSIRO L’ATLETICOE IL REAL SI GIOCANOLACHAMPIONS.SULLE PANCHINE, DUE NOSTRE VECCHIE CONOSCENZE, CHE TANTEVOLTE HANNODUELLATODAGIOCATORI IN ITALIA. VI RACCONTIAMOLE LORO OTTO SFIDE, TRA CUI PIÙ D’UNA HA LASCIATO IL SEGNO…

di Nicola Cecere

ANCORADiego Simeone

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DENIS

DOYLE

A TUZinedine Zidane

Di italiano inquesta finalediChampions

non c’è solo il teatro, ma anche due fra i

protagonisti principali della sfida ma-

drilena: gli allenatori. Sì, ZinedineZida-

ne è franco-algerino e Diego Simeone

nasce inArgentina anche se il nome tra-

disce l’origine della famiglia, però en-

trambidevonoalnostro campionatouna

bella fetta della loro carriera di calciato-

ri. Il tecnico del Real ha pure iniziato la

sua nuova attività all’ombra di Carlo

Ancelottimentreilcalciopraticatodall’al-

lenatore dell’Atletico ha molti concetti

maturati quando un ventenne Simeone

lottavanelPisaper salvarsi e quandoun

piùmaturoSimeonedoveva lasciaream-

pie zonedi terreno libereper le sgroppa-

te del suo compagno interista Ronaldo.

E quindi sa come limitare questoRonal-

do portoghese.

Proprio Inter-Juventus inaugura, ai tem-

pi della lira, la serie di confronti fra i due

che siamo andati a rileggere per quanti

nonc’eranooperquanti si fosserodimen-

ticati. Zidane con la Juve e Simeone con

IntereLaziohannoalzatocoppenonsolo

nostrane e stasera l’Italia si spaccherà:

tanti juventinitiferannoperil lorovecchio

idolo, che fra l’altro si gioca la conferma

in panchina, e tanti interisti e laziali pal-

piteranno affinché l’Atletico riesca in

quell’impresa sfuggitagli due anni fa al-

l’ultimo minuto. Nell’attesa del match,

eccovi leotto sfide italiane fra inostridue

personaggi in cerca del trionfo.

ECCOCI QUA

Simeone e Zidanesi salutano prima del loroconfronto d’esordio daallenatori, Real-Atletico

del 27 febbraio. Vinse 1-0l’Atletico del Cholo.

COVER STORY/Italiani dentro

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Alla ripresadel torneo1997-98dopolapausanatalizia,un San Siro stracolmo fada cornice alla sfida fra leprime due in classifica.

L’InterdiGigi Simoni guida con30pun-ti, la Juve diMarcello Lippi insegue con29.Arbitra Braschi, serata rigida, terre-no leggermente scivoloso. È la primasfida fra Simeone e Zidane e viene pre-ceduta da una cerimonia che carica glispalti: la consegnadelPalloned’oro 1997conquistato da Ronaldo col Barcellona.Il fenomeno brasiliano è stato il fioreall’occhiello di una sontuosa campagnaacquisti morattiana e Simoni ne sfruttal’impressionante progressione racco-gliendo la squadra nella propria metàcampo in modo da creare a Ronie glispazi giusti per saltare gli avversari.

L’ASSIST DI RONIE

ProprioRonaldodecide lagaraal 2’ dellaripresa, superando di forza due bianco-neri sulla fasciadestraerifinendoconuncrossbassosulsecondopalodove l’accor-rente Djorkaeff deve solo depositare inrete da due passi. Lippi prova con i cam-bi: al 12’ via il difensore Iuliano e dentroDi Livio, via Zidane e dentro la puntaFonseca. Il fantasista francese era incap-pato nella classica giornata no, così do-cumentatadallepagelledellaGazzetta: “Ilritmo della partita lo soverchia”. E pure

il ritmo di Zanetti, che Simoni gli avevamessoaddosso, comesi evincedal giudi-zio relativoa colui chediventeràuna leg-genda interista: “Si dedica a Zidane sen-za scaldarsi, il francese non è in serata”.

QUASI GOL PER DIEGO

Il successodell’Inter èmeritato anche seDel Piero costringe Pagliuca (voto 7) aunmiracolo e Inzaghi realizza il gol delpari, cancellatoperòdaun toccodimano

ZIO, CHE ENTRATASimeone con Bergomi che entra duro su Del Piero a San Siro in Inter-Juve del 1998.

in fase di controllo palla. Pure Simeoneavrebbe potuto segnare con un tiro dallimite al 30’ che sfiora la traversa e chie-deun rigore (chenon c’è).Nel finale (88’)viene sostituito da Zé Elias e lascia sod-disfatto per la propria prestazione,senz’altrosufficiente, e lavittoriadisqua-dra. Con i tre punti presi alla rivale tori-nese, l’Inter va a più quattro e sogna lafuga scudetto. Ma la gara di ritorno leriserverà un bruttissimo risveglio.

COVER STORY/La sfida

6 5

I FACCIA A FACCIA TRA SIMEONE E ZIDANE INIZIANONEL DERBY D’ITALIA: VINCE L’ARGENTINOCON LA SUA INTER CHE PARE LANCIATA VERSO LO SCUDETTO. IL FRANCESE NON È LUI

INTER - JUVENTUS 1-0

DOVE STA ZIZOU?AL CHOLO LA PRIMA

4 gennaio 1998

MARCATOREDjorkaeff (I) al 2’ s.t.

INTER (1-3-4-2)Pagliuca; Bergomi; West,

Galante, Sartor (Fresi dall’1’ s.t.,Colonnese dal 35’ s.t.); Moriero,Zanetti, Simeone, (Zé Elias dal

43’ s.t.), Cauet; Djorkaeff,Ronaldo. All.Simoni

JUVENTUS (3-4-1-2)Peruzzi; Birindelli, Ferrara,Montero; Torricelli, Conte

(Tacchinardi dal 23’ s.t.), Davids,Iuliano (Di Livio dal 12’ s.t.);Zidane (Fonseca dal 12’ s.t.);Inzaghi, Del Piero. All.Lippi

SIMEONECorre per tutto

il campo, cerca di dareuna mano agli

attaccanti, ma èspesso soverchiatodalla potenza fisica

di Davids.

ZIDANEUna delusione:comincia con qualchebuon tocco e poi siperde. Il ritmo dellapartita lo soverchia.

CAMPIONATO

VOTO GAZZA

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MARCO

MARIA

LUSSOSO

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La madre di tutte le recenti po-

lemiche fra Inter e Juventusva

in scena il 26 aprile 1998,

quart’ultima di ritorno. C’è il

faccia a faccia a Torino, con le

due squadre divise da un solo punto:

bianconeri a 66, nerazzurri a 65. La vit-

toriavale già trepunti, dunqueèproprio

uno spareggio.Che la Juve cominciame-

glio, andando a segno con Del Piero cui

riesceun rasoterra daposizione angola-

tissima. Nell’occasione la retroguardia

interistahamoltoda farsi perdonare.Da

qui in avanti il derby d’Italia diventa

molto ruvido. La direzione è affidata a

PieroCeccarini, livornese, internaziona-

le giunto al passo d’addio per limiti di

età. Il calcio italiano non ne avvertirà la

mancanza perché la sua prestazione è

pessimaanzitutto sotto il profilodei car-

tellini. Davids e Torricelli, autori di in-

terventi durissimi, nonavrebberodovu-

to concludere il match, ma l’arbitro

tollera l’intollerabile. Fino a che al 25’

della ripresa il suo comportamento di-

viene incomprensibile. Succede che Ro-

naldo, in piena area, vienemesso giù da

Iuliano. Un tamponamento frontale fra

l’attaccante che si era fatto spazio allun-

gandosi il pallone e il difensore che gli

va a sbattere addosso senzapreoccupar-

si della sfera, forse tradito dal suo stesso

slancio, forse anticipato dal più veloce

avversario. Il danno procurato a Ronal-

A MUSO DUROLa furia di Simeone

nei confronti dell’arbitroCeccarini dopo il rigore

non fischiato su Ronaldo.

COVER STORY/La sfida

6 6

È LA PARTITA CHE SEGNA UNO SPARTIACQUE NELLA RIVALITÀ TRA INTER E JUVE.QUELLA DEL FALLO DI IULIANO SU RONALDO, NON VISTO, CHE DECIDE IL CAMPIONATO

JUVENTUS - INTER 1-0

DA OGGI IL VELENOÈ DI RIGORE

26 aprile 1998

ZIDANEAlterna numeri

da virtuosoa incredibili errori

di misura econtrollo. Bilancio

non esaltante.

SIMEONEBloccatonelle percussioniche sono il suopane.

CAMPIONATO

VOTO GAZZA

do è evidente a tutti tranne che a chi de-

ve fischiare il rigore: Ceccarini, impas-

sibile, lascia proseguire il gioco.

ERRORE CAPITALEOra, anche il più tifoso fra i tifosi della

Juve ammetterà che la decisione di non

decidere sia statounerrore capitale. Per-

ché c’è statouno scontro fisico fra avver-

sari. Quindi delle due l’una: o l’arbitro

fischia il rigore o l’arbitro fischia il fallo

di sfondamento di Ronaldo, se vuole in-

terpretare l’impatto a favore del difen-

dente.Mauna cosa è certa, il gioco anda-

va fermato. Invece l’azione prosegue e

mentre quattro o cinque interisti inse-

guono Ceccarini protestando, mentre

l’allenatore Gigi Simoni entra in campo

di venti metri urlando allo scandalo, il

pallone giunge rapidamente fra i piedi

diZinedineZidane, sulla trequartiman-

cina, accanto alla linea laterale.

QUEL TOCCO DI ZIZOUIl francese osserva il posizionamento di

avversari e compagni poi riesce con toc-

co elegante ed efficace a servire in area

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Del Piero, su cui va a sbattere il difenso-

reTariboWest.Del Piero cade e stavolta

Ceccarini fischia il rigore. Che c’è, esat-

tamente come c’era quello commesso da

Iuliano trenta secondi prima. Perché

entrambi idifensorihannoprocuratoun

danno agli attaccanti, in entrambi gli

episodi il pallone non era più nella di-

sponibilità di Iuliano e West, tagliati

fuori dagli abili tocchi in avanti di Ro-

naldo e Del Piero. Insomma, Ceccarini

in mezzo minuto è stato capace di pren-

dere decisioni opposte per lo stesso tipo

di episodio: una sciagura.

CHE FURIALa furia degli interisti è talmente incon-

trollabilechel’arbitrovienespintodall’in-

tera squadra fino a centrocampo.Anche

qui c’erano gli estremi per estrarre il

cartellino rosso sotto gli occhi di almeno

due giocatori ospiti, invece Ceccarini

incredibilmente si accontentadi cacciare

l’allenatore al quale poi aggiungerà il

vice. FinalmenteDel Piero può calciare,

ma anche lui non è tranquillo perché

contrariamente al solito rinuncia al toc-

co piazzato e spara una bomba centrale

che sbatte su Pagliuca. Il risultato quin-

di resta 1-0 e così finisce il confronto

poiché i nervi degli interisti sono saltati

(Zé Elias si fa cacciare per una gomitata

a Deschamps) e gli ultimi 20 minuti si

disputano in un’atmosfera allucinante.

LO SCONTROIuliano e Ronaldoa terra subito dopoil fallo non vistodall’arbitro al 25’ dellaripresa; trenta secondidopo, Ceccarinifischierà il rigorein un’analoga azionedi gioco stavoltanell’area interista (fallodi West su Del Piero).

Antonio Conte, capitano della Juve, si

presenta davanti alle telecamere della

Rai per dire che Ceccarini ha arbitrato

bene, Ronaldo parla di scandalo e di er-

rori colossali commessi pure in prece-

denzaasfavoredell’Inter: robamaivista.

Il presidenteMoratti, uscito dallo stadio

al momento del rigore accordato a Del

Piero «per non essere preso in giro fino

all’ultimo minuto», accusa gli arbitri di

essere «vittime di un complesso che li

porta a favorire la Juve»: la famosa sud-

ditanza psicologica.

Parla pure di una federazione troppo

debole per riuscire a governare in ma-

niera equa. Il 30 aprile il caso Ceccarini

approda in Parlamento dove si scatena

una rissa fra deputati di opposte fedi

calcistiche. A distanza di tempo, Cecca-

rini si giustificherà sostenendo di non

avervisto l’impatto fra IulianoeRonaldo

inquanto stava seguendo cosa combina-

vano qualche metro in là Zamorano e

Torricelli.

Ilmatch individuale fraZinedineZidane

e Diego Simeone, per la Gazzetta termina

in parità: per entrambi, prestazione ap-

penasufficientenell’ambitodiunaparti-

tagiocatapiùsuinervichesullegeometrie.

A fine stagioneZidanevincerà lo scudet-

to eSimeone laCoppaUefa, cheall’epoca

era più competitiva dell’attuale Europa

League. Insomma 1-1 e appuntamento

alla prossima.

MARCATOREDel Piero (J) al 21’ p.t.

JUVENTUS (3-4-1-2)Peruzzi; Torricelli, Iuliano,

Montero (Birindelli dal 13’ s.t.);Di Livio, Deschamps, Davids(Pecchia dal 39’ s.t.), Pessotto;Zidane; Inzaghi (Conte dal 17’

s.t.), Del Piero. All. Lippi

INTER (1-3-4-2)Pagliuca; Fresi; Colonnese, West,

Zanetti; Moriero (Zamoranodall’11’ s.t.), Winter (Zé Elias dal

21’ s.t.), Cauet, Simeone;Djorkaeff, Ronaldo. All. Simoni

© RIPRODUZIONE RISERVATA CARLO

FERRARO

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Nelcampionato1998-99Inter

e Juve si ritrovanoassai in-

soddisfatte quando la sera

di sabato27 febbraiovanno

in campo a San Siro per la

sesta di ritorno. In testa al torneo c’è la

Lazio con 45 punti, nerazzurri in affan-

no a 34, bianconeri una lunghezza sotto.

Si lotta per i piazzamenti nelle coppe,

insomma. La Juve è stata affidata a Car-

lo Ancelotti, che ha pagato il periodo

sperimentale. L’Inter a fine novembre

aveva subìto lo scossone del cambio in

panchinaSimoni-Lucescu, però faticava

adigerire gli schemidel nuovo allenato-

re ed era costretta a fare spesso a meno

di Ronaldo, alle prese con fastidi al ten-

dine rotuleo e problemimuscolari.

SENZA RETI

Il periodo di difficoltà delle due big si

riflette nel derby d’Italia. Lucescu piaz-

zaSimeonesulcentrosinistra inunalinea

mediana a quattro accanto aCauet e con

Winter eZanetti esterni. Tre i difensori,

altrettanti gli attaccanti.Ancelottimette

Zidane alle spalle di Esnaider e Henry,

punte che non lo soddisfano e che il tec-

nicopoi sostituisce con Inzaghi eFonse-

ca.ProprioSuperpippoavrà lapiùghiot-

ta palla gol della Juve approfittando di

un passaggio sbagliato (!) del giovane

nerazzurroAndrea Pirlo, ma un freddo

Pagliuca la neutralizza.

Simeone ingaggia un duello più atletico

che tecnico con Deschamps e i due fini-

scono con l’annullarsi a vicenda.

BRAVO ZIZOU

Zidane invece si muove su un livello più

altoevienegiudicatofraipiùbravi.Anche

all’andata, risolta daDel Piero nel finale,

Zizou si era distinto per la pericolosità e

la bellezzadelle sue giocate (Simeone era

assente, al suo posto Paulo Sousa). I mi-

UNO CONTRO L’ALTROZidane prova il lancio col sinistro, a contrastarlo è proprio Simeone.

gliori in campo risultano però i due por-

tieri perché anche Peruzzi salva un gol

che sembrava fattouscendoavalangasu

Ventola. Male l’arbitro Tombolini. Non

vedeun rigoreperparte.Di lì a pocoMo-

ratti esoneraLucescue il campionatovin-

to dal Milan viene concluso male da

Hodgson che perde pure l’Europa nello

spareggio col Bologna. Anche la Juve è

fuoridall’Uefadopospareggio con l’Udi-

nese (0-0 al Friuli e 1-1 in casa).

COVER STORY/La sfida

6 6,5

SCIALBO PAREGGIO SENZA RETI A SAN SIRO, EFFETTO DI DUE SQUADRE IN DIFFICOLTÀ.NEL DUELLO TRA I DUE, STAVOLTA FA MEGLIO ZIDANE, CHE REGALA QUALCHE GIOCATA

INTER - JUVENTUS 0-0

STAVOLTA LE STELLESTANNO A GUARDARE

27 febbraio 1999

INTER (3-4-3)Pagliuca; Colonnese, Simic,Galante; J. Zanetti, Cauet,Simeone, Winter; Djorkaeff

(Pirlo 16’ s.t.), Zamorano (Ventola24’ s.t.), R. Baggio. All. Lucescu

JUVENTUS (4-3-1-2)Peruzzi; Birindelli, Ferrara, Tudor,Mirkovic (Di Livio 45’ s.t.); Conte,Deschamps, Davids; Zidane;

Esnaider (F. Inzaghi 15’ s.t.), Henry(Fonseca 30’ s.t.). All. Ancelotti

SIMEONEDigrigna i denti

a Deschamps, che nonè tipo da farsi

spaventare e glirisponde. Passano

la partita così.

ZIDANEGioca semplice e lo fabene. La notiziamigliore in vista dimercoledì (la Juveera impegnatain Champions).

CAMPIONATO

VOTO GAZZA

© RIPRODUZIONE RISERVATA STEFA

NO

RELL

ANDIN

I

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Page 36: Dịch thuật a2z

La sera del 1° aprile 2000 la La-

zio di Diego Pablo Simeone fa

un brutto scherzo alla Juve di

Zinedine Zidane, che guida il

campionato con sei punti di

vantaggio proprio sui biancocelestima

perde in casa lo scontro diretto. Ed è

proprio il Cholo, a fine gara, a festeggia-

re sotto la curva romana con la mano

che indica il numero 3: il campionato è

riaperto e a decidere lo scontro diretto

è stato lui,DiegoPabloSimeone.Di testa,

su un cross dalla trequarti pennellato

da Veron, a metà ripresa: deviazione

precisa nell’angolino. A cercare di con-

trastarlo inmezzo all’area c’eraMonte-

ro, ma l’incursore era arrivato all’im-

patto con la palla senza angelo custode.

Che con ogni probabilità doveva essere

proprio Zizou...

CHI MARCA IL CHOLO?Detto che la Juve stava riorganizzando-

si poiché trenta secondi prima aveva

persoFerraraperdoppiogiallo, bisogna

osservare come fin lì Zidane era stato

marcato da Simeone tutte le volte in cui

agiva sul centro-destramentre quando

andava a sinistra trovava Almeyda. E

andando a sinistra il fuoriclasse fran-

cese in apertura di ripresa aveva sfio-

rato il gol piantando in dribblingCouto

e calciando forte e preciso dal limite un

pallone destinato a superare il portiere

Ballotta se non fosse intervenuto il pie-

done di Pancaro in extremis. Dunque

su quella punizione di Veron con rela-

tiva mischia in area è ragionevole pen-

sarecheSimeoneavessebruciatoproprio

Zidane.

IL SORPASSODi sicuro lo bruciò a fine campionato col

famoso sorpasso di Perugia che tolse

alla Juve, in modo non ortodosso, uno

IL COLPO SCUDETTOIl gol partita di Simeone in anticipo su Montero: sarà decisivo per lo scudetto della Lazio.

scudetto già cucito per darlo alla Lazio,

che all’ultima giornata era sotto di due

punti. Ma questa è un’altra storia(ccia).

Tornando al pesce d’aprile del Delle Al-

pi, Simeonenel finale respinse col corpo

una cannonata di Del Piero destinata in

gol.Colpareggio la Juve sarebbe rimasta

a più 6 chiudendo i giochi. Quindi nel

tricolore laziale, il secondo della storia

biancoceleste, il Cholo si è ritagliato uno

spazio importante.

COVER STORY/La sfida

6,5 7

A TORINO IL CHOLO SEGNA IL GOL DECISIVO CHE PORTA LA LAZIO A MENO TRE PUNTIDAI BIANCONERI. È IL SEGNALE CHE LA CORSA SCUDETTO HA CAMBIATO ROTTA

JUVENTUS - LAZIO 0-1

UNA TESTATA PESANTE(E NON È DI ZIDANE)

1 aprile 2000

MARCATORESimeone (L) al 21’ s.t.

JUVENTUS (3-4-1-2)Van der Sar; Ferrara, Montero, Iuliano;

Conte (Kovacevic dal 32’ s.t.),Tacchinardi (Zambrotta dall’8’ s.t.),

Davids, Pessotto (Birindelli dal 31’ s.t.);Zidane; F. Inzaghi, Del Piero.

All. Ancelotti

LAZIO (4-5-1)Ballotta; Negro, Couto, Mihajlovic,Pancaro; Conceição (Stankovic

dall’11’ s.t.), Almeyda, Veron, Simeone,Nedved (Lombardo dal 32’ s.t.);

S. Inzaghi. All. Eriksson

ZIDANEHa alternato cose

pregevoli con erroribanali. Un paio

di inviti a Inzaghi e aDel Piero sono stati

dei veri gioielli.Ha macinato gioco…

SIMEONEHa fatto giocare pocoTacchinardi. Ha avutoil guizzo e l’intuitodell’uomo gol. Nelfinale è stato tra i piùdecisi nell’arginarele avanzate della Juve.

CAMPIONATO

VOTO GAZZA

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ALE

SSANDRO

FALZ

ONE

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Page 37: Dịch thuật a2z

LOCMANITALY

®

Testato nella “Fossa

dell’isola di Montecristo”:

300 METRIdi profondità per una pressione

idrostatica di 3.028 kPa, come

se un uomo avesse sulla testa

una massa di 309 tonnellate.

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Arcipelago Toscano

Page 38: Dịch thuật a2z

COVER STORY/La sfida

6 5,5

Sabato 11 novembre 2000 la

Juvevorrebbe tantonongioca-

re in casa la sfida con la Lazio,

molto importante ai fini del

campionato poiché le due for-

mazioni sono in lotta scudetto insieme

con la Roma (che vincerà il titolo con 2

punti sulla Juve e 6 sui cugini). Quella

sera il DelleAlpi, già gelido di suo, offre

ai bianconeri una contestazione genera-

le dalla quale si salva soloConte.AdAn-

celotti viene ribadito che “unmaialenon

puòallenare” e striscionivari colpiscono

tutti, da Moggi in giù fino a Del Piero e

allo stesso Zidane. Motivo di questa ri-

volta popolare, la freschissima elimina-

zione dalla Champions patita al merco-

ledì in quel di Atene a opera del

Panathinaikos. Vincendo 3-1 i bianco-

verdi rimontano ibianconeri che finisco-

no all’ultimo posto nel girone avendo

perso incasanel turnoprecedentecontro

l’Amburgo (1-3). Nemmeno la consola-

zione della CoppaUefa, quindi.

TUDOR TIRA SU

Ladelicatissima sfidadi campionato co-

mincia comunque inmodo incoraggian-

teper la JuveperchéTudorsvettadi testa

inmezzoall’areaanticipando il rimpian-

to ex Peruzzi: 1-0 al 22’. Solo che appena

7 minuti dopo un tiro dai 20 metri di

Salas, forte ma centrale, tocca terra da-

vanti aVanderSarebeffa il portiere, che

IN UN CLIMA DI CONTESTAZIONE VERSO I BIANCONERI, I DUE CAMPIONI FINISCONOPER ANNULLARSI A VICENDA. E A FINE CAMPIONATO, LA FESTA SARÀ TUTTA DELLA ROMA

JUVENTUS - LAZIO 1-1

BRUTTA ARIA A TORINONON VINCE NESSUNO

11 novembre 2000

MARCATORITudor (J) al 22’, Salas (L) al 30’ del p.t.

JUVENTUS (3-4-1-2)Van der Sar; Ferrara, Tudor, Iuliano

(Montero dal 12’ s.t.); Conte,Tacchinardi, Davids, Pessotto(Zambrotta dal 29’ s.t.); Zidane;Trezeguet (F. Inzaghi dal 14’ s.t.),

Del Piero. All. Ancelotti

LAZIO (4-4-2)Peruzzi; Pancaro, Nesta, Mihajlovic,Favalli; D. Baggio, Veron, Simeone(Lombardo dal 28’ s.t.), Nedved;

Crespo (S. Inzaghi dal 28’ s.t.), Salas(Ravanelli dal 43’ s.t.). All. Eriksson

ZIDANEHa giocato sottotono, ha toccatomolti palloni ma

non è venuto maida lui l’invitoilluminante

per le punte.

SIMEONECercava di seguireZidane quando questiportava su il pallone,ma in questo modoè completamentemancata la fase dirilancio della squadra.

pestive per respingere le conclusioni da

pochimetri diCrespo eNedved. Il tecni-

co ospite sottolinea come «avremmopo-

tuto vincerema il punto è comunque un

buon risultato», mentre l’allenatore di

casa, mogio mogio, prova a tirarsi su:

«Primo tempodominato, ingeneraleme-

glio noi. La mia squadra ha reagito, sa-

remo protagonisti in campionato sino

all’ultimo». Cosa vera, però all’ultimo a

far festa sarà la Roma.

CAMPIONATO

VOTO GAZZA

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UNO DIETRO L’ALTROUn’immagine consueta nei confronti tra i due: Zidane prova a far gioco, Simeone lo marca.

si era tuffatodall’altraparte...Apriti cie-

lo... Gli uomini di Ancelotti provano a

reagire e controllano leoperazioni anche

grazie ai tocchidiZizoumentreSimeone

rema inmezzoal camposposando il cau-

to atteggiamento generale.

VAN DER SAR SALVA Al tirar delle

somme, però, è proprio il fischiatissimo

portiere juventino (e dell’Olanda) a evi-

tareun’altramazzata condueuscite tem- MARCO

ROSI

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Page 39: Dịch thuật a2z

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Page 40: Dịch thuật a2z

L’ultimo confronto italiano di

campionato fra gli attuali tec-

nicidiRealeAtleticoèdelmar-

zo 2001. E si risolve con un

trionfodellaLazioe... dellaRo-

ma, chestaguidando il torneocon6pun-

ti sui bianconeri ed è impegnata in tra-

sferta sul terreno della Reggina, dove

pareggerà. I tormentidella tifoseriabian-

coceleste riguardano appunto il destino

ingrato che limette dinanzi a una “tragi-

ca” prospettiva: una vittoria della Lazio

spianerebbe ai cugini la strada verso il

titolo.EsiccomelaLazioèpurecampione

in carica, si prospetta un passaggio di

testimonestorico.Chepoici saràdavvero

anchegrazieal trionfofirmatodaNedved

e Crespo, autori di una doppietta a testa.

QUANTI GOL

Il centravanti argentino era stato il col-

paccio estivodimercato laddove laRoma

aveva strappato alla Fiorentina Gabriel

Batistuta. Iduediederovitaaun’entusia-

smante giostra del gol, risoltasi col suc-

cesso di Crespo capocannoniere (26) e

quellodiBati (20reti) scudettato. Ilprimo

tempo del confronto fra Lazio e Juve è

equilibrato. Nedved rompe il ghiaccio al

22’ma la Juve giocabene e replica: Pippo

Inzaghi su cross da destra anticipa ma-

lauguratamente Zizoumeglio appostato

dietro di lui... E in contropiede la forma-

zionediDinoZoff(successorediEriksson)

raddoppiaa inizio ripresaconCrespo.La

squadraospitehaunareazioneveemente

e sfiora il gol con Zidane, che a portiere

battutomancadiunsoffio lospecchiocon

un non facile tiro al volo dal limite.

CAPOLAVORO

Lo stesso Zidane, poi, porta avanti il pal-

lone dalla trequarti sino ai sedici metri

dove lo allarga perDel Piero che control-

la in corsa e piazza nel sette un destro a

INSEPARABILITrattenuta reciproca tra Zidane e Simeone in Lazio-Juventus 4-1.

giro dei suoi. Gara riaperta. Ma la Juve

deve tentare la rimonta in dieci poiché

Collina ha mostrato il secondo giallo a

Davids per un evitabilissimo intervento

nel cerchiodi centrocampo.Diventaper-

ciò un giochino per Simeone e compagni

gestiree ripartire.Ancora incontropiede

Nedvedsi infila inareaerealizza il3-1che

nel finale Crespo fa diventare trionfo. E

Trezeguet, centravanti bianconero, si fa

cacciare per un gesto di nervosismo.

COVER STORY/La sfida

6,5 6

NELL’ULTIMA SFIDA DI CAMPIONATO SIMEONE-ZIDANE STRAVINCE LA LAZIO IN UN’ATMOSFERASURREALE. QUEL TRIONFO SPIANÒ INFATTI LA STRADA PER LO SCUDETTO ALLA ROMA

LAZIO - JUVENTUS 4-1

UN MATCH DOMINATOMALVOLENTIERI

18 marzo 2001

MARCATORINedved (L) 22’ p.t.; Crespo (L) 1’ e 36’,Del Piero (J) 14’, Nedved (L) 21’ s.t.

LAZIO (4-5-1)Peruzzi; Colonnese (Pesaresi 42’ p.t.),Nesta, Negro, Pancaro; Poborsky

(Castroman 36’ s.t.), D. Baggio, Veron(Stankovic 31’ s.t.), Simeone, Nedved;

Crespo. All. Zoff

JUVENTUS (4-3-1-2)Van der Sar; Birindelli, Tudor,

Montero, Pessotto; Conte (Zambrotta1’ s.t.), Tacchinardi (O’Neill 24’ s.t.),Davids; Zidane; Inzaghi (Trezeguet1’ s.t.), Del Piero. All. Ancelotti

SIMEONEAnche lui hagiocato diposizione

chiudendo i varchial centrocampo

avversario.

ZIDANEQualche spuntosolo nella ripresa,ma nel primotempo non èriuscito mai adaiutare la Juventus.

CAMPIONATO

VOTO GAZZA

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ALD

OLIVERANI

40

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Page 42: Dịch thuật a2z

Nella stagione 1999-2000 il

duello fra la Juve e la Lazio

si estendeallaCoppa Italia.

Le due formazioni si ritro-

vano di fronte a metà gen-

naio per i quarti. Match di andata a To-

rino, serata fredda che paralizza la

squadradiSvenGoranEriksson, laqua-

le becca tre reti in 45’. Ad aprire la serie

bianconeraèZinedineZidane, che calcia

nell’angolo alla sinistradel portiereBal-

lotta, vice diMarchegiani, una punizio-

ne dal limite, posizione centrale. C’è la

complicità della barriera, il portiere for-

se parte con un attimo di ritardo, però il

tiro è indirizzatogiusto a fil di palo enon

sarebbe stato facile arrivarci anche se

Ballotta si fosse tuffatounattimoprima.

RIMONTA

Il gol disorienta gli ospiti che poi subi-

scono il raddoppio di un certo Antonio

Conte, lesto a infilarsi in area per chiu-

dere uno spunto diKovacevic, e sul fini-

re del tempo anche l’incursione aerea

dell’ariete Kovacevic. La Juve probabil-

mente si sente in semifinale, fatto sta che

comincia la ripresa con atteggiamento

cauto,mentreErikssongioca il tutto per

tutto ricorrendo alla panchina. Dentro

Nesta e Stankovic, fuori Mihajlovic e

Veron. Un fallo di mani (contestato) a

metà fra Brindelli e Montero origina il

rigorecolqualeRavanelli (fischiatissimo

ex) realizza la rete che dà un senso al

matchdi ritorno in calendario a fineme-

se. A 10’ dal termine ci pensa Roberto

Mancini, su contropiede, a rialzare no-

tevolmente le possibilità di qualificazio-

ne per i biancocelesti.

MEGLIO ZINEDINE

Diciamoun tempoa testa? Sì, può andar

bene. Giudizio che estendiamo ai nostri

due osservati speciali? Per la cronaca

CHE PERLASimeone salta in barriera, ma la palla gli passa a lato e si infila: è l’1-0 Juve firmato Zidane.

Zidane giocameglio di Simeone. Il fran-

cese èprotagonista assolutodel dominio

bianconero mentre l’argentino accusa

con i compagni di reparto l’assenza del

cursoreAlmeyda, la serataccia diVeron

(poi sostituito da un più dinamico

Stankovic) e in genere lo strapotere fisi-

co e tattico del centrocampo avversario.

Del resto Eriksson aveva lasciato a casa

8 titolari, dovendo gestire pure il cam-

pionato.

COVER STORY/La sfida

6,5 6

QUARTI D’ANDATA A TORINO TRA JUVE E LAZIO, VINCE LA JUVE ANCHE GRAZIE A UNAPUNIZIONE DI ZIDANE. MA I BIANCOCELESTI SEGNANO 2 GOL E IL RITORNO RESTA APERTO

JUVENTUS - LAZIO 3-2

PENNELLATA D’AUTORESULLA COPPA ITALIA...

13 gennaio 2000

MARCATORIZidane (J) al 12’, Conte (J) al 30’,

Kovacevic (J) al 43’ p.t.; Ravanelli (L)al 7’ (rig.), Mancini (L) al 35’ s.t.

JUVENTUS (3-4-1-2)Van der Sar; Mirkovic, Montero,Iuliano; Birindelli, Conte, Davids(Tacchinardi dal 39’ s.t.), Bachini

(Pessotto dal 23’ s.t.); Zidane; F. Inzaghi(Del Piero dal 32’ s.t.), Kovacevic.

All. Ancelotti

LAZIO (4-4-2)Ballotta; Gottardi, Negro, Mihajlovic(Nesta dal 1’ s.t.), Pancaro; Lombardo,Simeone, Veron (Stankovic dal 1’ s.t.),

Nedved; Mancini, Ravanelli(Marcolin dal 17’ s.t.). All. Eriksson

ZIDANEConferma di

attraversare un ottimomomento. Firma supunizione la prima

rete, poi offre deliziosiassist ai compagni.Cala nella ripresa.

SIMEONEMeno battaglierodi altre occasioni,ma comunqueprecisoe generosonel cuore delcentrocampo.

COPPA ITALIA

VOTO GAZZA

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NANDO

VESCUSIO

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Page 43: Dịch thuật a2z

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Page 44: Dịch thuật a2z

Nellasfidadiritornodeiquar-tidicoppaItalia,Simeonesiprende una bella rivincitasu Zidane. Sia a livello per-sonale, come vedremo, che

a livello di squadra considerato che laLazio superando 2-1 la Juve accede allasemifinale di un torneo che poi andrà avincere beffando in finale l’Inter di Ro-naldo, cheproprioall’andata, all’Olimpi-co, rientra in squadra dopo l’operazioneal tendine rotuleo ma si rompe di nuovolo stesso tendine alla prima azione in ve-locità.Dicevamodella rivincitadelCholosu Zizou, tradito da tutta la squadra. Èuna Juvepoco convinta quella che si pre-sentaall’Olimpicoo forseconcentratasulcampionato, dove sta accumulando unbuonmargine giusto sui biancocelesti.

ZIZOU SALTA IL CHOLOEppure,comeall’andata,nelprimotempogioca meglio la formazione di Ancelottiperchéacentrocampola lineabianconeraè più solida mentre in rifinitura Zidanesalta spesso e volentieri l’opposizione diSimeone, che lo aspetta davanti all’areainposizionedicentromedianometodista.Zidane inavviohaunaghiottaoccasioneda rete sventatadaBallotta e sulladevia-zionedelportiere lapallavaaBachinichecalciaaportavuotamaSimeonerespingecol corpoevitando il gol.Comeall’andatala Lazio si sveglia nella ripresa, col van-

taggiodinonaversubitogol:èBoksic (unodei molti ex in campo) a trovare lo spira-glio,determinandoun’immediatareazio-ne juventina che ha in Zidane un prota-gonistasicuro.Èlui infattichemandaDelPiero inpiena area liberodi calciare:Alenon sbaglia il diagonale e con l’1-1 a pas-sare insemifinalesarebbero ibianconeri.

LA RIVINCITA DI SIMEONEMaquièErikssonaotteneredai suoiuna

NON MI FERMATELa gioia incontenibile di Simeone dopo aver segnato il gol che vale la qualificazione della Lazio.

reazione veemente. Al termine di variassalti c’èunangolo calciato con l’abitua-lemaestriadalpiedemancinodiMihajlo-vic giusto in mezzo all’area piccola doveirrompe ilCholoSimeoneche facentroditesta nonostante Tacchinardi gli si fosseaggrappatoaddosso.Peròl’azionevincen-te ripropone la maliziosa domanda giàfatta in campionato: era proprio Tacchi-nardienonZizou, l’uomodestinatoacon-trollare Simeone in area di rigore?

COVER STORY/La sfida

6,5 7,5

ANCORA CON UNA CAPOCCIATA VINCENTE, IL CENTROCAMPISTA ARGENTINO REGALALA SEMIFINALE DI COPPA ALLA LAZIO, CHE POI VINCERÀ LA FINALE CONTRO L’INTER

LAZIO - JUVENTUS 2-1

... MA AL RITORNOÈ DIEGO A FARE FESTA

26 gennaio 2000

MARCATORIBoksic (L) al 9’, Del Piero (J) al 28’,

Simeone (L) al 35’ s.t.

LAZIO (4-5-1)Ballotta; Gottardi (Mihajlovic

dal 31’ s.t.), Nesta, Negro, Pancaro;Lombardo (Boksic dal 1’ s.t.),

Stankovic (Ravanelli dal 31’ s.t.),Simeone, Veron, Nedved; S. Inzaghi.

All. Eriksson

JUVENTUS (4-4-1-1)Van der Sar; Mirkovic, Tudor, Iuliano,Pessotto; Birindelli (Zambrotta dal 15’s.t.), Conte (Tacchinardi dal 24’ s.t.),Davids, Bachini (Del Piero dal 13’ s.t.);

Zidane; Kovacevic. All. Ancelotti

SIMEONEGara a due facce.

Dall’ingrato compitodi limitare Zidane,

riuscito solo inminima parte, al golqualificazione voluto

e cercato.

ZIDANEÈ in forma eccellente.Semina laziali perogni dove, dà a DelPiero la palla dell’1-1.Mezzo voto in menoper la grandeoccasione mancata.

COPPA ITALIA

VOTO GAZZA

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MARCO

ROSI

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REPORTAGE/Impressioni

VIAGGIO NEI TRE VOLTI DELLA CORSA ROSA CHE SI CHIUDEDOMANI A TORINO. QUELLI DEI CORRIDORI, SEMPRE INPRIMO PIANO. QUELLI CHE INVECE NON SI VEDONO MAI,PERCHÉ APPARTENGONO A CHI METTE IN PIEDI LAGIOSTRA. E QUELLI DI CHI STA SULLA STRADA A GUARDARE

Foto di Eloise Mavian e Francesco Rachello

DENTRO A

46

SU

PERLA

SALITA

Icorridori,impeg

natisu

unostrappo,sbuc

anodag

lialberi.Èla

settim

atappadel

Giro,d

aSu

lmona

aFo

ligno

.Vince

ràin

volata

iltedesco

Greipel.

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RO AL GIRO

47

Page 48: Dịch thuật a2z

RepoRtage/Dentro al Giro

ma

quanto

èduRa

la

faticaStanche,sporche,concentrate,sorridenti,finalmenterilassate:sonolefaccedeicorridoriprimaedopolatappa.Sonopartitiin181,allafinearriverannoinmoltimeno.

48

Page 49: Dịch thuật a2z

49

Page 50: Dịch thuật a2z

RepoRtage/Dentro al Giro

ilclic

èSeRVito

Sonoiguardonidelciclismo,quellich

esiappostanosulle

stradedimontagnadalla

notteprece

dente

alpassaggio

della

corsa,perguardare

alm

enoperqualcheseco

ndoipropribeniamini.

50

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Page 52: Dịch thuật a2z

RepoRtage/Dentro al Giro

UNa

passio

NeiN

FiN

ita

Ilciclismoè(anch

e)passionesenza

età,tifo

folcloristicoel’im

pagabile

emozionedell’attesa.Un’attesa

chesico

nsumafragrigliate,vinoeraccontiintornoalfuoco

.

52

Page 53: Dịch thuật a2z

53

Page 54: Dịch thuật a2z

RepoRtage/Dentro al Giro

ilgiRo

sia

mo

noiControllano.Ispezionano.Posizionano(lacartello

nistica).Sonole

decinediuominidella

Rcs,distribuitisu

25auto

della

direzione,9auto

perivip,92auto

dello

staff,28moto,24furgonievan.

54

Page 55: Dịch thuật a2z

55

Page 56: Dịch thuật a2z

RepoRtage/Dentro al Giro

la

macchin

aoRganizzativa

Senza

diloro

nulla

avrebbesenso.Nulla,addirittura,esisterebbe.Sonoicronometristi,ilmedico,ico

mponentidella

giuria,le

hostess

egliaddettialle

transenne.

56

Page 57: Dịch thuật a2z

© riproduzione riservata 57

Page 58: Dịch thuật a2z

qui è sempreuNA FesTA

reporTAge/Dentro al Giro

pArTYDoLomiTiCo

Itifosisiscatenanoalpassaggio

deico

rridorinella

14ªtappa(daAlpagoaCorvara),sabato

21maggio,la

più

dura

dituttoilGiro.

SCRIVEVA MONTANELLI CHE IL GIRO FA SEMBRARE

OGNI GIORNO COME SE FOSSE DOMENICA.

PER DARGLI RAGIONE BASTA SCENDERE IN STRADA

di Fabrizio Salvio

Al mattino il Giro inizia a

pedalare molto presto,

quando i corridorinonso-

no ancora scesi dal letto.

Mentre le strade sono de-

serte e intorno c’è silenzio, uomini in

tutaeguantonida faticamontanopalchi,

sistemano transenne, piazzano cartelli

e pannelli pubblicitari. Rappresentano

l’avanguardiadi quell’esercitovariegato

equasi invisibile compostodaattrezzisti,

operai,manutentori, e poi ancora crono-

metristi, motociclisti, fotografi, medico,

tutti gestiti a vario titolo dall’organizza-

zionedellaRcsSport–a suavolta forma-

ta da decine di persone – che rende pos-

sibile ogni giorno ilmiracolodella corsa.

Poco più avanti, col sole già altoma non

ancora caldo abbastanza, una specie di

circo itinerante sistema le tende – i cam-

per, nel suo caso – di solito nella piazza

principaledella città, opaese, da cuipar-

te la tappa. Lo chiamano la Carovana, e

lamaiuscola è dovuta e voluta, omaggio

al centinaio di persone che la compone:

un insieme di ragazzi, non soltanto ita-

liani, chehanno il compitoquotidianodi

divertire, rifocillare e catturare l’atten-

zione dei tifosi di ogni età che affollano

il ritrovo di partenza. Ogni giorno, il

Giroparte inun’atmosferadi festa, enon

suoni banale: i colori, lamusica, i giochi,

i gadget regalati dalla ventina e passa di

aziende sponsor della corsa, e dalla Gaz-

zetta stessa, rappresentano davvero per

molti un’attrazione irresistibile.

Molti si limitanoagironzolare incuriosi-

ti tra gli stand, nella speranza di trovare

uncorridoreasuavolta“catturato”dall’at-

mosfera giocosa che si respira intorno. E

sono molti i corridori che ogni mattina

fanno capolino nella Carovana, nei cui

pressi è strategicamentepiazzato il palco

per la firmadel foglio di partenza: il con-

tatto, non soltanto visivo, tifoso-atleta è

forse il massimo punto di forza del cicli-

smo, quel valore aggiunto che lo rende

diverso da quasi tutte le altre discipline

sportive, le più popolari almeno.

Dopo il via, la Carovana si sposta all’ar-

rivo: un classico serpentone colorato che

si muove lento e inconfondibile. Un rito

che si ripete dal 1933. All’arrivo è il mo-

mento delle hostess che premiano (e ba-

ciano) il vincitore di tappa e coloro che

vestonolevariemaglie.Amodoloro,que-

ste ragazze sono un’istituzione del Giro:

modelle, studentesse o semplicemente

giovani desiderose di fare un’esperienza

di vita. Scriveva IndroMontanelli che il

Giro ha la straordinaria capacità di far

sembrare ogni giorno come se fosse do-

menica: seguite la corsa per un giorno

solo, e gli darete ragione.© RIPRODuzIONE RISERVATA

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di Giovanni Cortinovis

SE VOLETE FARVI UN GIRO…VI PRESENTIAMO UNA A UNA LE BICI USATE DAI CORRIDORI DELLE 22 SQUADRE NELLA CORSA ROSA.

MODELLI TOP DI GAMMA CHE TUTTI POSSONO ACQUISTARE, PAGANDOLI A CARO PREZZO.MA ABBINANDO AL TELAIO RUOTE E COMPONENTI DIVERSI SI PUÒ RISPARMIARE

GALLERY/Le protagoniste

FDJ z LAPIERRESulla Xelius SL 600 in carbonio, le ruote

e i pneumatici sono Mavic, i freni Shimano,il manubrio Zipp. € 3.199

TEAM DIMENSION DATA z CERVÉLOCarbonio protagonista sulla R5 che utilizzasella e manubrio FSA, freni Dura-Ace 9000

e sella Fizik. € 7.399

ETIXX-QUICK STEP z SPECIALIZEDLa S-Works Tarmac ha telaio e forcella in fibra

di carbonio, freni e cambio Shimano,ruote Roval Rapide. € 8.490

TEAM LOTTO NL-JUMBO z BIANCHILa Specialissima ha telaio e forcella realizzati

col sistema integrato Countervaile gruppo Campagnolo. € 8.590

LAMPRE-MERIDA z MERIDALa Reacto Evo vanta ruote Fulcrum, manubrio

FSA, sella Prologo, gruppo Shimanoe forcella in carbonio. € 9.900

TEAM KATUSHA z CANYONSulla Aeroad c’è il gruppo Shimano Dura-Ace,

telaio e forcella in carbonio, ruote Zipp,gomme Continental. € 8.500

TEAM SKY z PINARELLOCon l’aiuto degli studi aerodinamici Jaguar

è nata la Ciclo Dogma F8 con gruppoe ruote Shimano, sella Fizik. € 8.590

ORICA GREENEDGE z SCOTTTelaio e forcella in fibra di carbonio HMXper la Foil che ha gruppo trasmissione

Shimano e sella Fizik. € 7.999

SOUTHEAST-VENEZUELA zWILIERLa 5ª generazione della Cento chiamata 1AIR

ha gruppo Shimano, ruote Ursus,componenti FSA, Selle Italia. € 5.098

AG2R LA MONDIALE z FOCUSForcella e telaio in carbonio per la Izalco Maxche monta cambio e freni SRAM, manubrio

Fizik e ruote Zipp. € 8.199

ASTANA PRO-TEAM z SPECIALIZEDLa S-Works Tarmac ha telaio e forcella in fibradi carbonio, freni e cambio Campagnolo,

ruote Corima. € 8.490

60

Page 61: Dịch thuật a2z

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le avete ammirate sulle strade italiane e in tv nelle ultime 3 set-

timane: sono le bici delle 22 squadre che domani arriveranno a

Torino sull’ultimo traguardo del Giro. Sembrano tutte uguali,

ma solo per chi non se ne intende. Ora possono essere vostre, se

siete disposti a investire un discreto gruzzolo. La totalità dei

costruttori realizza infatti delle versioni replica destinate al ci-

clistadella domenica: lamaggiorpartedi queste bici è realizzata

negli stessimateriali e con lamedesimacomponentisticadi quel-

le dei professionisti, cambiano solo i colori sociali. Qui ve le pro-

poniamo tutte e22, con l’indicazionedelprezzodi listino, alnetto

di sconti o di eventualimaggiorazioni.Naturalmente, acconten-

tandovi di componenti di minor pregio il prezzo è inferiore.

GAZPROM-RUSVELO z COLNAGODal Master discende il telaio in fibra di carbonio

della C60: gruppo e ruote Campagnolo,sella Selle Italia. € 12.350

TEAM GIANT-ALPECIN z GIANTLa Propel ha telaio e forcella in compositidi classe Advanced SL, gruppo Shimano,

cerchi Zipp, freni Giant. € 10.000

CANNONDALE PRO CYCLING TEAMCANNONDALE

La SuperSix EVO Hi-MOD ha la forcellain monoscocca completo, cambio Shimano,

manubrio FSA, sella Fizik. € 9.999

MOVISTAR TEAM z CANYONSulla Ultimate CF SLX la fanno da padrone

i componenti Campagnolo con ruote,freni e gruppo. Sella Fizik. € 6.699

LOTTO SOUDAL z RIDLEYPer migliorare l’aerodinamica la Noah SLha una forcella con le F-Splitfork. Freni

e cambio Sram Red. € 7.249

IAM CYCLING z SCOTTTelaio e forcella in fibra di carbonio HMXper la Foil che ha gruppo trasmissione

Shimano e sella Syncros. € 7.999

NIPPO-VINI FANTINI z DE ROSADallo studio congiunto con Pininfarina discendela SK Pininfarina: gruppo e ruote Campagnolo,

manubrio FSA. € 9.728

TINKOFF z SPECIALIZEDLa S-Works Tarmac ha telaio e forcella in fibra

di carbonio, freni e cambio Shimano,ruote Roval Rapide. € 8.490

TREK-SEGAFREDO z TREKSulla Madone brilla il telaio in carbonio OCLV 700

e la forcella con tubo asimmetrico.Ruote e sella Bontrager. € 13.000

BMC RACING TEAM z BMCGruppo e cerchi Shimano, sella Fizik,

pneumatici Continental e telaio di 790 gr.per la Teammachine SLR01. € 9.999

BARDIANI CSF z CIPOLLINIRealizzata con monoscocca in carbonio,la NK1K ha gruppo e ruote Campagnolo,manubrio FSA e sella Prologo. € 5.300

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INTERVISTA/Rivelazioni

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Page 65: Dịch thuật a2z

l’austriaco è l’astro emergente del tennis, ha già battuto federere nadal e ora punta a uno slam. siamo andati a conoscerlo, parlando

anche col coach guenther bresnik, che ha plasmato il suo talento: «mancasoloqualche dettaglio, poi niente potrà fermarlo. a parte una donna…»

di Lorenzo Cazzaniga ~ foto di Simone Perolari

lA coSTRuzIoNEdI uN NumERo 1

Dominic Thiem

Un vecchio adagio suggeri-

rebbe di non rovinare mai

unabella storia con la veri-

tà.Labella storia,perquan-

to possa sembrare invero-

simile, è il legame tra Dominic Thiem,

austriaco, 23anni, prevedibile fenomeno

del tennis prossimo futuro (ha già bat-

tuto Federer eNadal), e SeppResnik, 62

anni, guru della preparazione atletica.

Resnik è un tizio che sostiene (con con-

vinzione) di nondormiredaanniperché

il suo corpo si è abituato a estenuanti

allenamenti notturni, che allungano la

sua giornata di lavoro. Ma soprattutto,

ha affermato di aver coinvolto in questa

sua folle routine anche il giovaneDomi-

nic, quando era da svezzare: «L’ho fatto

correre nella notte, in mezzo al buio dei

boschi, oppure lo svegliavo amezzanot-

te e lo costringevo a 45 minuti di addo-

minali, fin quando non gridava dal do-

lore. Ma io gli ripetevo: “Se ci riesce un

vecchiodi60anni, vuoi chenonci riesca

ungiovanottodi 20?”. Sono fierodiquel-

lo che è diventato». A supportare la sua

tesi, un articolo di un noto magazine

austriaco e delle foto emblematiche che

li ritraggonomentre corrono inunbosco

tenendo un tronco d’albero sulle spalle.

Dominic, è grazie a questo training

che appare così forte fisicamente e

mentalmente?

«Tutteballe», ci risponde con i suoimodi

timidimasicuri, «misonomessountron-

co d’albero in spalla solo quella volta,

perché il fotografo non voleva fare lo

shooting in unapalestra.Ho lavorato con

Resnik, ma non ha avuto chissà quale

influenza. Con o senza di lui, sarei arri-

vato comunque dove sono adesso».

Ma ci sarà pur qualcosa di vero in

quello che racconta.

«Una sola cosa: eravamo in Italia per

giocare un torneo Futures (a Este, pro-

vinciadiPadova;ndr). Giocaimalissimo

un punto e persi il secondo set. Lui si

lamentava chenonesprimevoabbastan-

za le mie emozioni in campo e quindi

spaccai la racchetta. Poi mi ricordai che

eraancheilsuocompleanno,gliela lanciai

in tribuna gridandogli Happy Birthday!

Ma tutto il resto, le corse di notte nei

boschi, le nuotate d’inverno inmezzo ai

fiumi… bah…».

coNTRo Il mITo

L’austriacoDominic Thiem,22 anni, numero15 del mondo.A destra nelmatch vinto controFederer (7-66-3) negli ottavidi finale degliInternazionalidi Romail 12 maggio.

claudio

pasquazi

65

Page 66: Dịch thuật a2z

INTERVISTA/Dominic Thiem

col coltello può anche pensare la tattica

migliore del mondo, ma sicuro che è lui

quello che muore. Nel tennis è uguale:

infatti, quandocomincia lavorareconun

ragazzino, ilcompitodelcoachèinsegnar-

gli dei buoni fondamentali, un program-

machevaavanti dagli 8 ai 16 anni: senza

quelli, non diventi un fuoriclasse. Sono

d’accordo conToniNadal quandodice di

essere stato più utile a Rafa quando era

unragazzinodiquantonon lo siaadesso.

Poi è importante il passaggio tra i pro,

quindi si lavora sui dettagli. Dominic è

come una casa con delle fondamenta so-

lide: ora bisogna arredarla con gusto per

renderlaperfetta.Quandosei forte tecni-

camente e preparato fisicamente, allora

anchelatuatesta funzionameglio. Ilpun-

to di svolta nella crescita di Dominic è

stato quando ho deciso di cambiargli il

rovescio da bimane a una mano sola. Ci

sono voluti quasi due anni, ma si vedeva

che con le duemani non sarebbemai di-

ventato un colpo efficace, mentre è uno

deimigliori del circuito».

Dominic annuisce. E allora gli chiedia-

mo se, con questo potenziale, si veda

già con in mano un trofeo dello Slam.

«Perorapensoametterci il centopercen-

to dime stesso.Ma ilmio obiettivo, per il

quale lavoro duro ogni giorno, è vincere

iMajor.Anchesenonsarà facile: tantimi

presentano come il futuro numero uno

delmondo,ma dove sta scritto?».

La conversazionediventaunapiacevole

tavolata quando siunisce ancheunaltro

predestinato, forse ancor più di Thiem,

il tedesco Alexander Zverev: «Tutti ci

dicono che vinceremo gli Slam, che sa-

remo i futuri numeriunodelmondo,ma

Ma allora chi deve ringraziare se ora

è considerato un potenziale numero

uno mondiale?

«I miei genitori, entrambi insegnanti di

tennis.Nonhonemmenodovutosceglie-

re: mi sono ritrovato sul campo in ma-

niera naturale. E non l’ho più lasciato. E

poi la loro intelligenzadi lasciarminelle

manidiuncoachcomeGuentherBresnik

(un passato con Boris Becker e altri otti-

mi giocatori; ndr) chemi segue da quan-

do avevo 11 anni. Devo a lui tutto ciò che

ho imparato su questo sport».

Uno sport che per Juan Carlos Fer-

rero, ex n.1 del mondo, si compone

per il 5% di tecnica, il 45% di fisico,

il 50% di psicologia: è d’accordo?

«Certamente è uno sport in cui la com-

ponente psicologica èmolto importante.

Quando hai fiducia in quello che stai

facendo, tutto sembra più facile e quelle

trecomponenti riesci amixarlealmeglio.

Che è il vero segreto per vincere».

Bresnik, chedurante l’intervista,alLawn

Tennis Club di Nizza, è sempre rimasto

accanto al suo pupillo, è parzialmente

d’accordo: «Per me l’aspetto più impor-

tanteè la tecnica.Se inunalotta,unuomo

ha una pistola e l’altro un coltello, quello

FORZA CINQUE

Thiem sul lungomare di nizza, dove si è svolta l’intervista. in carriera ha vinto5 tornei Atp, 2 quest’anno (Acapulco, Buenos Aires) e 3 nel 2015.

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Page 67: Dịch thuật a2z

“Scommesse e doping nel tennissono problemi che non esistono.La Sharapova? È stata sfortunata

Dominic Thiem

non siamo gli unici a volerlo diventare e

la strada è lunga».

Ci pensaBresnik a chiarire la questione,

con un filo di paraculaggine: «Guarda

questo ragazzoqui a fianco, Zverev: vin-

cerà sicuramente degli Slam, non c’è

dubbio (e Zverev torna a sbuffare). L’ho

detto per Safin, per Kafelnikov… tanti

anni fa, al torneo di Vienna ho dato la

wild card a un ragazzino svizzero di 16

annidicendo che sarebbediventato il n.1

delmondo: tidevodirecomesichiamava?

AncheDominicpuòarrivareal top, come

Zverev.Soloduecosepotrebbero fermar-

li: un infortunio o una donna. Per gli

infortuni lavoriamo sulla prevenzione,

per le donne…diciamoche sannogestire

bene loro la situazione!».

Perché, Dominic, essere prestanti,

ricchi e famosi, aiuta con le ragazze...

«Sono fidanzato da oltre un anno, quin-

di non sono la persona giusta a cui chie-

dere. Però, diciamoche suppongodi sì!».

Cheeffetto lehanno fatto iprimimatch

contro Nadal, Djokovic, Federer?

«Al principiomi sentivo strano: 3-4 an-

ni fa li vedevo giocare in televisione e

all’improvviso me li ritrovavo davanti.

HobattutoNadal aBuenosAires eFede-

reraRoma,ancheseeraamezzoservizio.

Ma in altre occasioni ho sprecato troppe

chance. Giocare contro di loro aiuta ad

alzare il proprio livello. Dopotutto, se si

vuol vincere un grande torneo, bisogna

imparare a battere questi giocatori».

«Senza dover aspettare che si ritirino»,

intervieneBresnik. «Non credo succede-

rà nel 2016, ma giovani come Dominic o

ZverevpotrannovinceredegliSlammol-

to presto. Il divario si sta riducendo».

Dominic, è d’accordo?

«Certo, nessunoè imbattibile, nemmeno

Djokovic, anche se in certimomenti può

sembrare così. Personalmente ho fatto

GUARDA CHI C’è

A nizza, sullaPromenade desAnglais, Thiem siconcede ai giornalistie ai giovani fan, concui ha scambiatoanche qualche colpo(foto a sinistra).

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© riproduzione riservata

bene già le prime volte che li ho incon-

trati e anche quando non ho vinto, co-

munque ti indicano dove sta l’asticella

per raggiungere il loro livello. Pian pia-

no, ci si può arrivare».

Una critica che le viene mossa è sul-

la strategia di gioco: talvolta pare

che voglia spaccare palla e avversario,

senza troppo pensare.

«Ilproblemaèchenel tennisodiernonon

c’è tanto tempo per pensare perché tutti

tirano fortissimo. Credo sia necessario

saper trovareunbuonequilibrio,manon

è sempre facile».

E Bresnik precisa: «Preferisco prima

costruiredei colpi sicuri, potenti, affida-

bili. Poi viene la strategia, che si impara

giocando tantimatch.Da ragazzino,Do-

minic tatticamenteeramoltoabileperché

non aveva sufficiente forza per farmale

all’avversario. Ora è diverso: nel tennis

modernovince chi tirapiù forte tenendo

di più la palla in campo: non c’è tanto

spazio per la fantasia».

Dominic, quando ha realizzato che

poteva diventare davvero un buon

professionista di tennis?

«Sono stato fortunato a nascere in una

regionedell’Austrianon tropposciistica,

perché da noi è lo sport principale! Fino

ai 12-13 anni ho preso tutto come un di-

vertimento, poi quando ho cominciato a

essere tra imigliori in Europa dellamia

età e ad arrivare in finale a RolandGar-

ros junior,mi è stato chiaro che la strada

era segnata».

Tanti si preoccupano di quel che ac-

cadrà quando Federer, Nadal eDjoko-

vic si ritireranno, come se il tennis

dovesse morire: cosa ne pensa?

«Macché, lo sport, il tennis è più grande

di qualsiasi fuoriclasse. In passato si

sono ritirati tanti campioni e ne sono

arrivati altri. Succederà anche questa

volta».

Invece i problemi che potrebbe ave-

re il tennis si chiamano scommesse

e doping, soprattutto dopo il caso

Sharapova.

«Mah, quello delle scommessemi è tan-

to sembrata una trovata dei media ma

alla fine cosa è venuto fuori di concreto?

Poco o nulla. E sono convinto che anche

il dopingnonsiaunproblemanelnostro

mondo. Perme la Sharapova è stata solo

sfortunata: ecco, forse si dovrebbe mi-

gliorare la comunicazione perché non

sempre è facile star dietro alle regole e

all’elencodelle sostanzeproibite, soprat-

tutto per chi pensa solo ad allenarsi e a

giocare bene».

A NOI DUE

Sopra, al LawnTennis Club di Nizza.

A destra, stringela mano al tedescoAlexander Zverev,

l’altro talentocandidato al ruolo

di numero uno.

INTERVISTA/Dominic Thiem

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Page 69: Dịch thuật a2z
Page 70: Dịch thuật a2z

LITE TRAIN

LA SCARPA DA MOUNTAIN TRAINING, LEGGERA.

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Page 71: Dịch thuật a2z

RITRATTO/Vita da ex

di Fabrizio Salvio ~ foto di Michele Borzoni

IO, Il bAR e un cOnTOTROppO sAlATO

Francesco Flachi

a Firenze era un ragazzo prodigio, a genova, Sponda SaMp, è Statoun idolo. poi la cocaina e la SqualiFica: «geStiSco un locale e non poSSo

neanche andare allo Stadio. invece chi Si è venduto le partite...»

«Signora, acquanatura-leogassata?Mamma,passami la lista deipanini.Voidueaspet-tate un attimo, ché

adesso si liberano due posti».FrancescoFlachipassa tra i tavolidel suolocale– il “Paninodi categoria”,nelquar-tiere di PonteRosso a Firenze, dove è na-to 41 anni fa – con la stessa elettrica agi-

lità con la quale ha dribblato i difensoriper 16anni, tanto èdurata la suacarrieradi calciatore professionista, dal 1993 al2009. Le 134 partite e i 42 gol in A, piùaltri 67 in B, gli hanno lasciato in ereditàun fisicoda ragazzino eunagloria impe-ritura tra la gente della sua città e nonsolo: «Da Genova, dove sono stato da dionellemiestagioniallaSampdoria,ancoraarrivanoognifinesettimanaasalutarmi».

Le due squalifiche per uso di cocaina, lasecondadellequali lohadi fatto costrettoalritiro,glihannoinveceprematuramen-te ingrigito i capelli e intinto gli occhinell’inchiostro scuro dell’amarezza.«Che effetto fapassaredall’essere riveri-to comecalciatore, al servire al tavolodeiperfetti sconosciuti? È proprio questo ilbello. E questo è stato il mio modo di vi-vere, da calciatore e no: sono sempre sta-

Il mIO mOndO

Francesco Flachi dietro al banconedel “panino di categoria”, il locale

di Firenze che gestisce coi genitori.

71

Page 72: Dịch thuật a2z

RITRATTO/Francesco Flachi

to inmezzo alla gente, di qualsiasi estra-

zione sociale. Nonmi sonomai nascosto

enonhomai fattodistinzioni. I problemi

se li facevano gli altri neimiei confronti,

immaginando che mi dessi delle arie o

fossi inavvicinabile: no,

iosonounapersonanor-

malecresciuta inmezzo

a gente normale. Stare

in mezzo a studenti e

pensionati mi mette al-

legria, anche se ogni

tanto mi fermo a ricor-

dareemipiombaaddos-

so un velo di tristezza e

di malinconia, al pen-

siero che avrei potuto

smettere più tardi ri-

spetto a quanto sono

stato costretto a fare.

Quando vedo giocare

certagente inA,midico:

Francesco, tu in mezzo

aquesti ci staresti anco-

ra adesso alla grande.

Maproprioallagrande».

«Sì, avrei smesso più

avanti, senon fosse suc-

cesso quello che è suc-

cesso. Sono stato un bi-

schero: lo pensavo

allora e lo penso oggi. Ma non bisogna

guardare troppo al passato, se no non si

riescemaia costruirequalcosa cheabbia

un futuro. Poi, dico sempre che l’impor-

tante è non ammazzare e non rubare: io

sono stato trattato comeun criminale, la

prima volta mi hanno dato 2 anni, la se-

conda 12,macon la cocainaho fattomale

soltanto ame stesso».

NEANCHE IN TRIBUNA

«Ho davanti ancora 6 anni di squalifica,

e la cosa più grave, considerando che

alla mia età non posso più avere velleità

come calciatore, è che allo stadio nonmi

fannoentrareneanchedaspettatore.Non

sonostatounostincodi santo,hosbaglia-

to, ma non poter vedere una partita dal

vivo perché il mio nome risulta tra gli

“indesiderati”, no, dopo 6 anni no. Non

posso avere un biglietto nominativo, mi

riconosconoemi fannoentrare in curva.

Hounascuolacalcio, allenounasquadra

diTerzaCategoria, ilBagniaRipoli, enon

possostare inpanchina.Sonoaimargini

del calcio, che è stata lamia vita per tan-

to tempo.Altri, chehannofattoporcherie

ben più gravi, comprando e vendendo

partite, sono stati puniti con mano più

leggera. Io non ho rubato, non ho mai

scommesso, anche se nel 2006mi squa-

lificaronoper2mesiperchéavrei chiesto

informazioni su una partita in una tele-

fonata di cui non c’era traccia nel rinvio

a giudizio. Non ho imbrogliato altri che

me stesso. Cosa è più grave, una squali-

fica per doping o per aver alterato il ri-

sultato di una gara? Spero che qualcuno

si passi unamano sulla coscienza».

«Se mi piacerebbe allenare sul serio? E

come faccioadirlo, senonpossoneanche

prendere il patentino. La squalifica mi

scade nel 2021: può darsi che per allora

mi sarà passata la voglia. Mi manca lo

spogliatoio, questo sì».

«Perché la cocaina?Non credete alle fre-

gnacce sulla coca che dà euforia, fa pas-

sare la stanchezza, aumenta la libido: a

me era appenanato il bambino, che vuoi

che facessi? Il perchénon lo sonemmeno

DAL VIOLA AL BLUCERCHIATO

Flachi firma una maglia della Fiorentina e, quisopra, con la Samp, con cui ha giocato per 8stagioni. Fu trovato positivo alla cocaina in

due occasioni, nel 2007 dopo Sampdoria-Inter(2 anni di squalifica) e nel 2009 dopo

Brescia-Modena (12 anni di sospensione).

Quando vedo giocare certagente in A, mi dico: Francesco,tu in mezzo a questi ci starestiancora alla grande.Ma proprio alla grande

Ò

FABIO

DIENA

72

Page 73: Dịch thuật a2z

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FOR

Page 74: Dịch thuật a2z

RITRATTO/Francesco Flachi

io. Il problema è che ho un carattere chenon ama le mezze misure: o faccio unacosa o non la faccio. E vado per istinto.In quelmomentovolevo farlo, sono statodebole, forse avevo un disagio interiore,ma non cerco alibi. Ho provato, ho sba-gliato. Ma non ho alterato le mie presta-zioni sportive, l’ho assunta solo per usopersonale.E inogni casononmicambie-rei con nessuno».

MA QUALI AMICI?

«Io sono una persona educata, uno cheha sempre offerto rispetto primaancoradi pretenderlo. Se parli coi miei ex com-pagni, dovunque sia stato non troverainessuno chepossadiremaledime comepersona. Perònel calcio è difficile trova-re amici veri: quello c’ha la moglie piùbella, e la tua ti chiede la stessa borsadella moglie di quell’altro, e quell’altroancora ha la macchina più figa…Anchefuoridal calcio,nelmomentodelbisognodi amici ne ho visti pochi. Prendevo 20-30 biglietti per volta, li portavo a cenafuori, quelli che dicevano di essere ami-

ci: sì, amici del calciatore… Io penso chegli amici stiano in famiglia.Sono lorochemi hanno riaperto la porta di casa».«È vero, una volta ho detto: “Sarebbestatomeglio essere normale”, perché ca-pita di non aver voglia di avere gli occhidi tutti puntati addosso.Ma ame la vitada calciatore èpiaciuta, forseperché l’hoaffrontata vivendo alla giornata. A Ge-nova, soprattutto. A Firenze ero troppogiovane, avevo intornograndi campionie non ho avuto tempo di crescere. Nascoqui e sono tifosodellaFiorentina: sogna-vo di indossare lamaglia viola per tuttala carriera, ma giocare con Batistuta,Edmundo,Olivera eradifficile.Diciamoche la Fiorentina è stata una moglie, a

Genova ho trovato l’amante più bella. Illegame con la città va oltre il calcio. Trame e la Samp c’è stato il rapporto che haTotti con la Roma.Ho smesso di giocarea 32 anni, con la Sampho segnato 112 goltra campionato e Coppa Italia: io pensoche Vialli l’avrei preso, a 132, eMancinice l’avevoa 172…Quando tornoaGenovaè come se non fosse passato un giorno,altro che 7 anni: cori, abbracci, non mifannomai pagare nei locali…Senon fos-se finita in modo così traumatico, sareirimasto a vivere lì. I miei figli sono natilì.Nonmimancavaniente. Benedettaha14anni eTommaso9: nonmihannomaifatto domande. Tanto ora c’è Internet, lamia storia la troveranno lì. Ame impor-ta fare il padre quando conta».«I gol piùbelli?Facile dire quelli in rove-sciata, ma per me sono stati tutti belliallo stessomodo.Però inrovesciatanehofatti 6, o forse 4, in un solo campionato:trovameneunocapacedi fare altrettantonel calciodi oggi.Enonchiedermi seorac’è qualcuno che mi somiglia, perché tirispondo così: speriamo di no».

NUMERO VIOLA

Flachi all’esterno del suo locale, sul murodel quale spicca la data di nascita

della Fiorentina scritta in lettere. Ha esorditoin A il 4 settembre ’94 in Fiorentina-Cagliari2-1. Ha giocato con Bari, Ancona, Samp,

Empoli e Brescia. In A conta 134 gare e 42 gol.

© rIproduzIonE rISErvAtA

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intervista/L’ultimo re

macché F.1il cuore in golati viene a indy

76

Page 77: Dịch thuật a2z

domani il colombiano difende il successo nella 500 migliastatunitense: «la gente ricorda per sempre chi la vince: non avete ideadi quanto vadano forte le monoposto. ho trionfato anche a monaco

ma è più facile». e dei gp dice: «non mi mancano: troppa politica,ha distrutto i miei ideali. vettel? per me è più forte di hamilton»

di giovanni cortinovis

Juan Pablo Montoya

eroe dei due mondi

Juan pablo montoya, 40 anni, al volante della suapenske-chevrolet: in carriera ha vinto due voltela 500 miglia di indianapolis, nel 2000 e nel 2015.

Brian

Cleary

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Din

tervista/L

’ultimore

omani vanno in scena insieme due tra le

garepiù famosenella storiadell’automo-

bilismo: il GP diMonaco e la 500Miglia

di Indianapolis. JuanPabloMontoya, co-

lombiano di 40 anni, è l’unico pilota in

attività adaver vinto entrambe.AMonte

Carlo nel 2003, sul catino dell’Indiana

nel2000e2015. In6annidiF.1, conWil-

liams e McLaren, ha impressionato per

risultati, personalità e talento.Resta tito-

lare della più alta velocitàmai raggiunta

daunaF.1 incircuito: 372,2km/h,aMon-

za nel 2005. L’anno scorso ha perso il

campionato IndyCar pur avendo totaliz-

zato gli stessi punti di Scott Dixon; nel

1999si eraaggiudicato il titoloallo stesso

modo, beffandoDarioFranchitti.Doma-

nia Indydifende lavittoriadiunannofa.

Conosce bene la sfida. «Il GP di Monaco

è speciale. Ma se guardi il passato puoi

capirecomeaffrontarlo. Indianapolisnon

riesci ametterla a fuoco, tanti arrivano e

pensano sia facile. Ma rischiano di cac-

ciarsi nei guai: dal vivo è un’altra cosa».

Che differenze ci sono tra le mono-

posto di Indycar e F.1?

«LeF.1 sul dritto sonopiùveloci, imotori

ibridigarantisconocavalli inpiù.Però in

curva sono più lente, hannomeno carico

aerodinamico».

E in termini di equilibrio?

«In Indy le auto sono simili, penso a fre-

ni e sospensioni. Anche i piccoli team

hannounachance. Sipossonoapportare

migliorie ma tutto avviene alla luce del

sole e bastauna fotoper copiare l’assetto

di chi si dimostrapiù competitivo.Equi,

se commetti un errore in qualifica, par-

ti dietro. InF.1 invecequandoseinell’au-

to più forte non ti devi preoccupare».

Nel 2003 è stato a un passo dal vin-

F.1 e traDizione

Montoya in F.1 ha vinto 7 GP (4 con la Williams,3 con la McLaren, sotto). In basso, bacia nel2015 il mattone del tracciato originale di Indy.

Chris

Graythen,damien

meyer

78

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intervista/L’u

ltim

ore

cere il Mondiale di F.1. Rimpianti?

«No, lì per vincere devi avere l’auto mi-

gliore: non ne ho mai avuta una domi-

nante come laFerrari dell’epoca. La con-

quista del titolo non dipende da quanto

sei bravo ma dal trovarti nel momento

giusto sull’auto giusta».

Le manca la F.1?

«Per niente, c’è troppapolitica tra i team.

Da piccolo il mio sogno era correrci, ci

sono arrivato e ho vinto diverse gare,ma

la politica ha distrutto ilmio ideale».

In Indycar non c’è politica?

«Sì, ma non fra i team: i team pensano e

lavorano tutti per il bene comune».

Chi è più forte tra Vettel edHamilton?

«Per me Sebastian è più completo. L’ho

conosciuto da giovane e ha lavorato du-

ramente per arrivare a questo livello».

Della McLaren che cosa dice?

«Credoabbianosottostimato l’importan-

za del motore. Avevano il Mercedes e

sono passati all’Honda che nonha espe-

rienza con i propulsori ibridi. Nel lungo

termine potrebbe essere un’ottima scel-

ta, ma ora devono pazientare».

In Indy vince sempre il miglior pilota?

«No,anche inIndycarci sonoaltri fattori:

la velocitànonè l’unica a fare ladifferen-

za. Contano strategia, tempismonell’uso

Diretta tvsu Sky Sport 2

DOMANI➽ ALLE 18

La Indy 500 festeggia domani le100 candeline. L’ovale dell’Indianaha ospitato la prima edizione della500 Miglia nel 1911 ma nel 1917e 1918 e dal 1942 al 1945 la garanon si è corsa per le Guerremondiali. Neanche il Tourist Trophydell’Isola di Man, nato nel 1907, puòvantare tante edizioni. Per le 33monoposto al via (telai Dallara pertutte) quasi 3 ore di sfida intensa,come dimostrano le 20 monopostoalternatesi al comando in ciascunadelle ultime due edizioni. Campioneuscente è Montoya ma l’ultimo avincere 2 edizioni di fila è statoHelio Castroneves nel 2001-02. Tra ipiloti più attesi c’è il francese SimonPagenaud, vincitore degli ultimi 3GP del campionato ma finora mainei primi 5 a Indy. Partenza lanciataalle 18 ora italiana: diretta su SkySport 2, che trasmette un’ampiasintesi lunedì 30 dalle 20 alle 21.

CHe Festa

Ancora la 500 Miglia del 2015: soprala gioia del colombiano e della suasquadra, sotto l’arrivo con Juan Pabloche precede il compagno Will Power.

RobeRtLabeRge

80

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delpulsantepush-to-pass:danoipuoiusar-lounpaiodivolteagara.Noncome ilDrsin F.1 che puoi attivare ogni volta che seiameno di un secondo da chi ti precede».

In F.1 ci sono diversi piloti con la va-

ligia. E in Indycar?

«Inogni serie ci sonopilotipaganti: sfidochiunque a trovarne una senza. La dif-ferenza è che quello che si paga in F.1 èun terzodi quanto si spende in Indycar».

La F.1 perde tifosi, voi invece siete

in ripresa. Il segreto?

«Anche il nostro è uno sport, ma puntaamostrareunbuonospettacolo, chepiac-cia ai tifosi.Aogni gara c’è la sessionediautografi cui partecipano tutti i piloti.Nullavienenascosto al pubblico, chenelpaddockassisteai lavorisullemonopostoe guarda le gare da vicino».

intervista/L

’ultimore

In cosa può migliorare la Indycar?

«Le auto sono divertenti da guidare e ilpubblicoamaquestosport.Premessociò,amepiacerebbeaveremoltapiùpotenza».

Un giudizio sulla sua scorsa stagione?

«L’anno scorso è stato molto buono, èstatounpeccatonon riuscire a vincere ilcampionato».

Ha perso il titolo ma ha vinto la 500

Miglia di Indianapolis. Alla fine ci ha

guadagnato?

«La Indy 500èuna gara leggendaria: lagente ricorda chi l’ha vinta e non chi haconquistato il campionato. È pazzesco.

uomo di famiglia

Montoya è sposato con Connie e ha tre figli:Sebastian, Paulina e Manuela. Sotto, pit-stopcon la Penske: in Indycar per lui 15 successi eil titolo 1999. Vanta pure 2 vittorie in Nascar.

Chi vince a Indy è il re, il resto della sta-gione èmeno considerato».

PerchÈ Indianapolis è così speciale?

«Per la tradizione, la storia, il tracciato.Le gente non immagina quanto vadanoforte le auto a Indianapolis. Se la guardiin tv non capisci. La prima volta che so-no andato ai box e li ho visti passare hospalancato la mascella ed esclamato “Omio Dio”».

Quanto resterà in Indycar?

«Non saprei, mi diverto e non ci sonocompromessi. Qui i piloti più maturisono davanti perché l’esperienza è im-portante. Facciamo meno errori, siamopiùcostanti evinciamopiùspesso. InF.1allamia età sei già fuori dal girodaqual-che anno».

Lo scorso inverno ha provato una

Porsche LMP1 nei Prototipi. Pensa

di correre a Le Mans?

«Forse sì, forse no.Nonho fretta di deci-dere. È stata un’occasione per fare qual-cosa di divertente e l’ho presa come tale.Ma finché il teamPenske vuole tenermiio resto qui».

Ha corso in Indycar, Nascar e F.1. In

che cosa si differenziano i tifosi?

«Quelli Nascar sono perlopiù gente dicampagna.Chi segue la Indyama le autosportive, come le Bmw, le auto cool. Quel-li di F.1 sono i più competenti». C

hristian

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Indy vs F.1

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NEGLI USA VINCONO IN TANTI, I GP INVECE SONOPIÙ SELETTIVI. E QUANTE VOLATE OLTREOCEANO

di Giovanni Cortinovis

Piloti con

più vittorie

Piloti

con più pole

Autori di almeno

una pole

GP corsi

Vincitori di

almeno un GP

Piloti sul podio

almeno una volta

INFOGRAPHIC/In parallelo

Will Power16

Sebastian Vettel32

Scott Dixon14

Lewis Hamilton29

Ryan Hunter-Reay12

Nico Rosberg18

Will Power28

Lewis Hamilton34

Helio Castroneves12

Sebastian Vettel31

Dario Franchitti9

Nico Rosberg24

Scott Dixon31

Sebastian Vettel63

Will Power30

Lewis Hamilton54

Ryan Hunter-Reay25

Nico Rosberg40

Piloti

con più podi

8 2Piloti che hanno vinto un solo GP

5 2Campionati decisi all’ultima gara

6 3Piloti autori di una sola pole

4

Detroit 201530’’270 37’’776 Cina 2016

Kentucky 20110’’010 0’’616 Spagna 2016

2Vincitori del campionato

8 7Piloti sul podio una sola volta

4 32Distacchi in gara 1°-2° oltre 10’’

Max distacco 1°-2°

36 8Distacco in gara 1°-2° entro 1’’

Min distacco 1°-2°

10110

90

18

30

22

8

20

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Applicazione

Lasciare agire 2’sul cuoio capelluto,poi risciacquare.

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LA STORIA/La diva e lo sport

di Andrea Schianchi ~ foto di Philippe Halsman

MARILYN, IL PESODI UNA VITA

I 90 anni di un mito

MERCOLEDÌ SAREBBE STATO IL SUO COMPLEANNO.NOI LA RICORDIAMO RIPERCORRENDO LA STORIADEL TORMENTATO AMORE CON JOE DIMAGGIO,IL CAMPIONE DI BASEBALL CHE PROVÒ A SALVARLA.ANCHE ATTRAVERSO L’ATTIVITÀ FISICA

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GINNASTICA PER L’ANIMAMarilyn Monroe (1 giugno

1926-5 agosto 1962) posa perun servizio fotografico nel 1952.

Quando l’attrice era in pienacrisi depressiva, l’ex marito Joe

DiMaggio la convinse a faresedute di pesi e camminate

tutte le mattine. Ma non servì.

87

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N

lei e il baseball

LA STORIA/I 90 di Marilyn

murraygarrett

Novant’anni.Chenonsononulla,perchéi miti attraversano il tempo con la legge-rezza dell’acrobata, saltano da un’epocaall’altra e li ritrovi sempre uguali a sestessi, belli, sorridenti, felici, come se lavita non li avesse nemmeno sfiorati. No-vant’anni compie Marilyn Monroe, manon li dimostra. E dall’alto della sua etàci guarda e sorride delle rughe che si di-segnano sui nostri volti e dei segni che lospecchio cimostra enon c’è versodi can-cellarli. Lei non li ha, quei segni: la pelleè liscia come allora, levigata, perfetta co-mequelladelle statuediMichelangelo. Iltempo non la scalfisce, la protegge. Leferite, se ci sono (e ci sono), sono dentro,nell’anima.Ma questa è un’altra storia.Marilyn non è mai stata una donna disport.Disse:«Ognimattina,dopoessermilavata identi, averdeterso ilviso,misdra-ioaterradi fiancoal lettoecomincio imieiesercizi.Manonsopportochetuttoquestosia una costrizione, io amo la libertà. Evoglio essere libera». Lo sport, tuttavia,l’ha incontrato e amato. È il 1951 quandoJoe DiMaggio vede un poster dell’attricefotografata nel box di battuta assieme aungiocatoreche lui conoscebene.Lacon-

volte, violento. Lei, semplicemente, ac-cetta di finire tra le sue braccia, seguen-do l’interessato suggerimento dei pro-duttori di Hollywood che intuiscono lapossibilitàdi sfruttare ilnomediDiMag-gioper lanciare la bella biondadalle for-me esuberanti. Ma qui i sentimenti e leemozioni, come al cinematografo, nonsono che finzioni. Come i baci e le effu-sioni davanti ai flash dei fotografi.

SOTTOSOPRA

Un altro scattodi Marilynin versioneginnasta. l’attricefu trovata mortanella sua casadi brentwoodper una overdosedi barbiturici.

LA feSTA Da sinistra, Marilyn insieme ad atleti e attori all’Out of This World series, evento di baseball per celebrità dello sport e dello spettacolo.

tatta attraverso un amico, la invita a ce-na. Pianopiano, giorno dopo giorno (sa-rebbepiùcorrettodirenottedoponotte…)Joe, che al tempo è l’eroe d’America, il“Joltin’ Joe” poi cantato daSimon&Gar-funkel, s’invaghisce di quella che è an-cora una starlettina agli inizi della car-riera. I due si frequentano, si piacciono,s’innamorano.Meglio: Joe s’innamoradiMarilyn, di un amore possessivo e, a

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2016

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lei e il calcio

LA STORIA/I 90 di Marilyn

sam

shaw

© riproduzione riservata

Nel 1954 il matrimonio. Festa, lustrini,paillettes, lunadimiele inGiappone.Giàda quel primo viaggio, tuttavia, s’intrav-vedono le prime crepe. Marilyn abban-dona Joe nella stanza d’albergo e va inCoreaadallietareleseratedeisoldatiame-ricani: gliuominidiHollywoodvoglionospremere fin da subito il loro frutto. Trespettacoli che portano pubblicità e soldi,e lasciano un marito insoddisfatto e do-lente nel letto di un hotel di Tokyo. Joe,figlio di emigrati siciliani, vorrebbe unamoglieal suo fianco,vorrebbeunadonnache la sera lo aspetta a casa e gli preparaunaomelette. Ce la vedeteMarilynMon-roe ai fornelli? L’unione dura novemesi,poi il divorzio.Marilyn passa dal baseball alla cultura,sposa Arthur Miller, ma va male anchequesta storia. E poi arriva al potere, arri-va a John Fitzgerald Kennedy: «Happy

birthday,MrPresident!».Dentroquell’abitobianco che incanta l’America, però, c’èsoltantomalinconia.Malinconiaedolore.Un dolore profondo, lacerante. E a cerca-redi salvarladalleossessioni edaibarbi-turici chiescedall’ombra?Ancora lui, JoeDiMaggio. Il suo è un atto d’amore e, in-sieme, il gesto disperato di un uomo disport che prova a battere un avversarionettamentepiù forte di lui.Una sfida im-

possibile,ma che, proprioperché impos-sibile, bisogna affrontare.Joe tenta di rimettere in carreggiataMa-rilyn, quella che ha sempre consideratola sua donna, le impone ritmi di vita daatleta, ogni mattina la obbliga a unaseduta di esercizi con i pesi, la porta acamminare e in quelle lunghe passeg-giate ci sono tante parole, tanti silenzi,tanti ricordi. È come se volesse allenar-la alla vita. Quella vera, quella lontanadalle luci e dal clamore, quella che, for-se, lei nonhamai vissuto.Alla fine,però,Marilyn sceglie di salutare tutti e andar-sene per sempre. A Joe non resta che ac-compagnarla,dasolo,nell’ultimoviaggioesussurrarle:«Tiamo, tiamo, tiamo».Pervent’anni le farà recapitare sulla tombaunmazzo di rose bianche. Questa, per ilgrande campione, è stata la partita piùlunga e più bella di sempre.

dI punTA

Maggio 1957:Marilyn calciail pallone della

partita fra HapoelTel aviv e una

selezioneamericana.

a destra, salutail pubblico.

“Finalmente sto per rivedere MarilynJoe DiMaggio in punTo Di MorTe

90

Page 91: Dịch thuật a2z

TEAM

WORKNaliNi/Moa

il successo è un

lavoro di squadra.

Da una parte

i professionisti del

Team astana, dall’altra

un’azienda capace

di interpretarne i

bisogni trasformandoli

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Dalle strade del Giro

a quelle di tutti i

giorni, passione pura,

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di capi tecnici da ciclismo

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Per info: nalini.com

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S p o r t l i f e

... in più

mille migliadi classe

Il bel davId, I guaI dI gascoIgne, la radIo-rompIcapo e una gIulIa che InvIta

auto d’epoca uniche, un’italia meravigliosa da attraversare, il ricordo

di una grande corsa: tutto il fascino di una tappa vissuta da navigatore

111 120104 116

helmutberta

93

Page 94: Dịch thuật a2z

S p o r t l i f e

Il trucco sta tutto nel farsi suggestionare. Basta poco, in

fondo: le strade sono quelle, le auto le stesse e l’entusia-

smo del pubblico pure. Non è la popolarissima gara che

si disputò 24 volte tra il 1927 e il 1957,ma la ricorda e già

questoapre leporte a scenarida leggenda.Ho lettomolto

sullaMilleMiglia: impresedigrandipiloti, storie esaltanti e

altredrammatiche.Quell’avventuranonesistepiù.Ma tutti

glianni,amaggio,unarievocazionestoricaattraversa l’Italia

e mette in mostra, in una gara di regolarità d’epoca, oltre

400 splendide vetture. Quest’anno c’eravamo anche noi di

SW: ho disputato una tappa, su una LanciaAurelia B20GT

del 1953 della scuderia Santa Margherita, come navigatore

di Stefano Marzotto. Non un nome qualsiasi, parlando di

MilleMiglia. Lui, imprenditore di successo, è figlio e nipote

dipiloti straordinari: tutti equattro i fratelliMarzotto–eredi

delconteGaetano–nelDopoguerrafeceroscalporenellesfide

su strada e su pista. Il padre Vittorio vinse il Giro di Sicilia

del 1951 con una Ferrari 212 modificata e soprannominata

“carrettosiciliano”.LozioGiannino,cheerasolitogareggiare

indoppiopetto, conquistò leMilleMigliadel 1950edel 1953.

DavantiaFangio,5volteiridatoinF.1,percapirsi…Miètoccata

laprimafrazione,dalviadiBresciaaRimini.Un’avventura.

Pioggia quasi ininterrotta per l’intero percorso, app con

informazioni su tempo di gara e km subito azzerata e fuori

uso(giurodinonavertoccatoniente…), frizionesurriscaldata

per le code fuori Brescia, acceleratore che restava bloccato e

venivariportato inposizioneconunamanodalpilota...Non

ci siamofattimancareniente.Stefano,uomopassionale,non

si è risparmiato: gestire la meccanica di auto così vecchie è

complicato, comeloèpilotarealbuiocon i faridiuntempoin

D i G i A N L U C A G A S P A R i N i

M A N S T Y L E

in passerella

un’aston Martin Le Mans del 1933 primadel via a Brescia e la carovana a siena.in basso una Balilla del ‘32, passaggidi gara e sosta notturna a rimini.

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mezzoaguai e traffico.La faticaperportare laLancia intera

e funzionante a Rimini ha avuto il potere di aumentare il

fascino del viaggio. Fatto di pubblico, tanti bambini, ai lati

dellestrade.Diattraversamentidicentristoricimeravigliosi,

comequellodiFerrara, in festaper lagara.Divogliadi stare

insieme tra gli equipaggi. Nella sosta sull’argine di Po a

Occhiobello, primadelle prove di regolarità, eravamo tra la

Porsche di Jacky Ickx – grande pilota di F.1 e Prototipi negli

Anni60e70–elaMercedes“Alidigabbiano”diSusieWolff,

fino all’anno scorso terzopilotaWilliams.Due chiacchiere,

circondati da vetture straordinarie, mentre le nuvole per

unattimo lasciavano spazio al tramonto: c’è tutto, in questi

minuti magici, del piacere di unire la storia delle corse, la

bellezza di auto uniche, la meraviglia del nostro Paese e la

passione per i motori. Con stile e con classe.

Che passionedalla Lambdaalla Mercedes

SANTA MARGHERITA

È stato Gaetano Marzotto, nel 1935,a fondare l’attività diventata orail Gruppo vinicolo Santa Margherita.A gestirla, oggi, sono 4 suoi nipoti,i figli di Vittorio. Un anno fa, perfesteggiare gli 80 anni di attività,sono diventati Main Wine Sponsordella Mille Miglia. E per l’edizione2016 si sono presentati con unascuderia fatta di cinque vetture.Oltre alla Lancia Aurelia B20 guidatada Stefano Marzotto, erano in garala Lancia Lambda con al volante lanuova generazione di famiglia(Alessandro e Sebastiano Marzotto),un’altra Aurelia B20 guidata da LorisVazzoler, dt del Gruppo, un’AureliaB24 per l’ad Ettore Nicoletto e infinela Mercedes ìAli di gabbiano”pilotata dall’ex F.1 Ivan Capelli.Dal 1928 della Lambda al 1956 dellaMercedes: praticamente tutta la vitadi questa corsa unica.

in scuderia

due equipaggisanta Margherita:

sebastiano ealessandro

Marzotto (LanciaLambda) e più

sotto stefano sullasua aurelia B20.

awakenin

g,heLMutBerta

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Page 96: Dịch thuật a2z

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Page 97: Dịch thuật a2z

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dA running, dAgli occhiAli dA sole Alle sneAkers. ecco che cosA

succede quAndo lA modA collAborA con importAnti brAnd

del mondo dell’Automobilismo

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Page 98: Dịch thuật a2z

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a tutto gas

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Page 104: Dịch thuật a2z

S P O R T L I F E

F A S H I O N L A B Y R I N T H

CHE COSA ACCADE SE SI UNISCE UN BRAND COME ADIDASA UN’IMPORTANTE INDUSTRIA TESSILE FRANCESE COMEPRELLE? UNA NUOVA ED ESCLUSIVA VERSIONE DELLESNEAKERS STAN SMITH REALIZZATA IN DUE VARIANTI

DI COLORE IN OMAGGIO AGLI OPEN DI FRANCIA AL ROLANDGARROS. DISPONIBILI SOLO IN SELEZIONATI STORE (150 EURO).

New look per le Stan Smith

«Èuna donna e un personaggio affascinante. Che stia fotogra-fando una persona o un oggetto, l’importanza che attribuisce

alle linee, alla luce e alla texture risulta evidente. E la rende attuale»,ha affermato Jonathan Anderson, direttore creativo di Loewe in oc-casione dell’edizione 2016 di PHotoEspaña, il forum internazionaledi Madrid. Lei èMoholy, pioniera della fotografia a cavallo delle dueguerremondiali, alla quale il marchio spagnolo dedica unamostra (cheinclude ritratti di amici e colleghi della Bauhaus e scatti di architetturapura), fino al 30 agosto nella boutique madrilena.

In mostra a Madrid

Un testimonial senzaparagoniperBiothermHomme, linea

leaderdiprodotti cosmeticiper lui.Del restoèstatoappena

nominato dalla rivista americanaPeople “l’uomo (vivente) più

sexydelmondo”. Si tratta diDavidBeckham (nella foto), icona

maschile ormaipiùestetica che sportiva.La collaborazione tra

la star inglese e il marchio di skincare prevede una collezione

di prodotti per la cura della pelle, detergenti compresi, che

verrà venduta nel 2017, anche se la campagna pubblicitaria

verrà lanciata il prossimo mese. Il primo prodotto a essere

associato al volto di David sarà il gel idratante Aquapower.

TESTIMONIAL DI BIOTHERM

Bellezzaalla BeckhamL’EX CALCIATORE INGLESE, L’UOMO PIÙ SEXYDEL MONDO SECONDO PEOPLE, È L’AMBASCIATOREDELLA NUOVA LINEA COSMETICA IN VENDITA NEL 2017

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Fare il giro del mondo su una navicella alimentata a energiasolare? Non è fantascienza, bensì una sfida storica dal sa-

pore pionieristico iniziata nelmarzo 2015 daAbuDhabi. Per farscrivere il diario di bordo ai due piloti (nella foto l’astronautaBertrand Piccard) di questo “folle volo”,Caran d’Ache, azien-da svizzera leader nel settore degli strumenti di scrittura diqualità, ha creato un’edizione speciale che prende il nome dalprogetto: Solar Impulse. Si tratta di una penna con un mecca-nismo di alta precisione in grado di garantire oltre 600 paginedi scrittura e caratterizzata dai materiali high-tech utilizzati peril velivolo spaziale e dal logo color argento (costo: 80 euro).

Scrittura stellare

A CURA DI CARLO ORTENZI

HA COLLABORATO FABIO FINAZZI

What time is it?

On stage

DOPO LA GRANDEMURAGLIACINESE E IL COLOSSEODI ROMA, IL MARCHIO MIDO,LEGATO DA SEMPREALL’ARCHITETTURA, HACREATO UN SEGNATEMPOCOSTRUITO IN SOLI 500ESEMPLARI ISPIRATOALLA ELIZABETH TOWER,ALIAS IL BIG BEN.IL DESIGN, FIRMATO DASEBASTIEN PERRET, È STATOSCELTO ATTRAVERSO UNCONTEST ONLINE (AL QUALEHANNO PARTECIPATOOLTRE 100.000 PERSONE)E DA UNA GIURIA DI ESPERTI(COSTO: 1.760 EURO).

È PARTITO DA MIAMILO SCORSO 27 APRILE

(E TERMINERÀ A BARCELLONAIL 3 AGOSTO) IL FORMATIONWORLD TOUR DI BEYONCÉ.IL SUO LOOK SUL PALCOÈ FIRMATO DSQUARED2.

I GEMELLI DEAN E DAN CATENHANNO IDEATO PER LA

CANTANTE E PER LE SUE VENTIBALLERINE ABITI D’ISPIRAZIONEVITTORIANA RIVISTI IN CHIAVE

ROCK. LA POPSTAR SARÀA MILANO (UNICA TAPPAITALIANA) IL 18 LUGLIO.

NELLA FOTO, UN BOZZETTODEL COSTUME DI SCENA.

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S p o r t l i f e

c u l t

Da collezione

orologio oversizecon cassa e cinturinoin pvc bicolore conquadrante estraibile,Swatch (€ 75).

È l’oradel pop

Swatch

per festeggiare i 30 annidella collezione, la casa

di orologi svizzera ha lanciatouna nuova serie di 9 modelli (più 3

con catena) tra colori accesie grafiche in bianco/nero

a cura di carlo ortenzi e gianluca zappoli - foto di simone agostoni

107

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watchmaker milano

TRADE 2.0 SRL

WWW.WATCHMAKERMILANO.COM - [email protected]

mod. Ambrogio week end

Ph:baimaging.it

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D I F A B R I Z I O S C L A V I

S p o r t l i f e

v i s i o n i

TENDENZApiCCoLi Grandi uoMini

LUOGOGiardino di Casa

MODAModeLLo pro LeatHer portato aL suCCesso da doCtor j juLius ervinG neGLi anni 70e diventato una sorta di “LiMousine” per i piedi. oGGi, 40 anni dopo, rappresenta

anCora La punta di diaMante deLLa CoLLezione Converse.COME E PERCHÉ

per aduLti atLetiCi e “stiLosi”, Ma anCHe per baMbini CHe soGnano una CoLorata CasadeLLe baMboLe di desiGn. CoMe un MobiLe Moderno, La “KaLeidosCope House” è stata proGettata

da CeLebri arCHitetti e prodotta da bozart toYs neL 2012.

I WANNA BE A

STAR

109

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C I N E M A

S P O R T L I F E

Dolci e affettuose parole di José Mou-

rinho aprono e chiudono Gascoigne,

tenero ritratto di un talento masochista,

capace di ridimensionare una carriera per

un’irrequietezza endemica, impossibile da

controllare.Con il suovolto, segnatodall’al-

col, l’ex laziale Paul Gascoigne si offre alla

documentarista britannica JanePreston in

unasortadi confessione laica, spalleggiato,

oltrechedall’allenatoreportoghese,daGary

Lineker (compagno in nazionale) eWayne

Rooney, capitanodell’Inghilterradi oggi. Il

film, approdato in Italia un anno dopo la

presentazione londinese, è stata una delle

liete sorprese del primo “Calcio Solidale

inFest”cheoggi,aCinecittà (ingresso libero

fino a esaurimento posti), conosce la sua

giornata conclusiva. Tra Socrates.Uno di noi

di Mimmo Calopresti (Sala Fellini, ore 16),

la proiezione su maxischermo della finale

di Champions, un incontro sui generis con

MatteoGarronee le consuetepremiazioni e

degustazioni, Franco Montini condurrà

l’evento “Aspettando Ovunque sei”: France-

TRA LE OPERE DELLA RASSEGNA DI CINECITTÀ, CHE SI CHIUDE OGGI, IL FILM-CONFESSIONE DELL’EX LAZIALE,DA ANNI ALLE PRESE CON GRAVI PROBLEMI DI ALCOLISMO. NEL MENÙ ANCHE SOCRATES. UNO DI NOI

DI ALDO FITTANTE

Paul Gascoigneche s’è bevuto la vita

Calcio Solidale inFest

VITA DI PAUL

Gascoigne (Gb2015; 87’) è un film

di Jane Preston.A destra, PaulGascoigne, 49anni. Giocò in

Italia, nella Lazio,dal ’92 al ’95.

Li hanno paragonati a BudSpencer e Terence Hill, maanche a Stanlio e Ollio e alle“armi letali” Mel Gibson eDanny Glover. Di certo, traRussell Crowe e Ryan Goslingc’è un’alchimia vincente. Li hamessi insieme il regista ShaneBlack (che degli Arma letale erasceneggiatore), per il poliziescofresco e avvincente The NiceGuys. Crowe e Gosling sono

due detective alle prese, loromalgrado, con il “caso delsecolo”, in una Los AngelesAnni 70 che oscilla tra starlettedel porno e multimilionari prontia uccidere. I nuovi buddy copssi muovono in questo paesaggiolibertino come due elefantiubriachi, dando vita a sipariettiesilaranti (su tutti quello in cuiGosling litiga con Crowe mentreè seduto su un gabinetto

pubblico). «La sceneggiaturanon si prende troppo sul serio…I personaggi sì ed è questo cheli rende ridicoli e porta ilpubblico a fare il tifo per loro»,dice Gosling. E Crowe: «È ilclassico esempio in cui dueuomini insieme ne fanno unointero, ma è anche una storianon convenzionale, che dàspazio in modo unico allohumour». Elisabetta Esposito

CROWE & GOSLING ESILARANTI BUDDY COPS

THE NICE GUYS

di Shane Blackcon R. Crowe, R. Goslinge K. Basinger (Usa/Gb2016, 116’; dall’1 giugno)

GIUDIZIO

✤✤✤✤✤

scoMontanari e PrimoReggiani racconte-

ranno in anteprima alcuni retroscena

dell’opera prima di Roberto Capucci (nelle

sale il prossimoautunnodistribuitadaM2

Pictures) incentrata sul viaggio verso la

Spagna–nel2008–di4amiciappassionati

dicalcio (il castècompletatodaRickyMem-

phis e Francesco Apolloni, quest’ultimo

pure in veste di sceneggiatore: tutti “ultrà”

della Roma anche nella vita), per assistere

allapartitadiChampions tra ilRealMa-

drid e laMagica. La manifestazione è

natacon l’ambizionedipromuo-

vere e diffondere esempi posi-

tivi emodelli trasferibili legati

al gioco più amato dagli ita-

liani (e non solo).

altre visioni

111

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© riproduzione riservata

m u s i c a

S p o r t l i f e

«Ho provato il razzismo sulla

mia pelle, Ho lottato contro

me stesso, orami accetto»,

dicemicHael kiwanuka

di raffaella oliva

«Canto l’odioperchéora mi amo»

che la rabbia e gli atteggiamenti

negativi di certe persone attorno

a te vincano. Ora sono felice di

camminare a testa alta».

La musica quando è arrivata?

«Ho iniziato a scrivere canzoni

abbastanza tardi, avevo 20 anni

e ho capito subito quanto mi pia-

cessero le sensazioni cheprovavo

mentre lo facevo.Cantare, sentire

come le parole si accompagnano

l’una con l’altra, crearemelodie e

testimi fa stare bene».

All’inizio aveva paura del pubblico.

«Sì, ero timido, temevo il giudiziodellagen-

te. Ma dopo tanti concerti ho scoperto che

mi piace».

Prima aveva studiato jazz…

«Chitarra jazz.Manonfacevaperme, imiei

modellieranocantautoricomeJoniMitchell,

BobDylan, Neil Young».

album volevo un suono d’impatto,

da sentire a volume alto, più orche-

strale, con un groove forte, quasi

epico», spiegaKiwanuka, attesodal

vivo aMilano il 13 novembre.

Perché il titolo Love & Hate?

«Perché il conflitto tra amore e odio

èciòcheci rendeumaniedetermina

ogni scelta. Purtropponella società

ci sono tante ragioni che possono

spingere una persona a optare per

l’odio anziché per l’amore».

Il singolo Black Man in a White

World parla di questo?

«Parla dellamia identità. Sono cresciuto in

un sobborgo di Londra dove ho incontrato

parecchiedifficoltànel relazionarmicongli

altri, hoprovato il razzismosullamiapelle.

Per tanto tempo ho lottato contro ciò che

sono, poi mi sono reso conto che essere in

pace consestessi è l’unicomodoperevitare

«Mentirei sedicessi chenonm’interes-

sa, èunriconoscimento importante,

ma c’è il rovescio dellamedaglia: le aspettati-

ve del pubblico. Più persone ascoltano la tua

musica, piùaumenta lapossibilità che aqual-

cuno non piaccia». Parlava così Michael Ki-

wanukadopo essere balzato in cimaalla lista

del “BBC Sound of 2012”, sondaggio condotto

ogni anno in Inghilterra tra critici ed esperti

pereleggere thenextbig thing, lanuovapromes-

sa del momento. Quattro anni dopo il

songwriter londinese è pronto a giocarsi una

nuova carta: questa settimana è uscito il suo

nuovo lavoro Love & Hate, registrato tra Los

Angeles e Londra e prodotto da Dean “Inflo”

JosiahedaBrian JosephBurton, aliasDanger

Mouse. Un disco riuscito, intenso, che vede

l’animo soul del 29enne di origini ugandesi

fondersi con sonorità blues-gospel, echi dei

PinkFloyd, tratteggiareungusto chepotreb-

be piacere ai fan di Paolo Nutini. «Per questo

il viaggio ipnotico

dei minor victoriesGran lavoro della superband che uniscemembri di Mogwai, Slowdive e Editors

Un album diretto,

immediato, fatto di

canzoni che suonano

classiche e moderne

insieme. Il singolo HoldOn ti fa ballare con le

braccia al cielo, ma non

manca il raccoglimento

con tracce quali BlackLines e Ain’t The FutureSo Bright. Non sarà un

capolavoro, ma l’ex

Verve non ha perso il

tocco.

La nuova superband –

composta da membri

di Mogwai, Slowdive

e Editors – ha inciso

un disco di certo non

estivo, ma che con

le sue atmosfere scure

e ipnotiche rappresenta

un viaggio davvero

bellissimo. Il 7 agosto i

Minor Victories saranno

in live all’Ypsigrock

Festival di Castelbuono

in Sicilia.

richard non ha

perso la verveModerno e classico nel nuovo discodell’ex leader dei Verve

songwriter michael kiwanuka, cantautore inglese. sarà a milano a novembre.

these people

rICHArdASCHCrOFTcooking vinyl

edel

giudizio

✤✤✤✤✤

minor

victories

MINOrVICTOrIES

pias

giudizio

✤✤✤✤✤

love & hate

MICHAELKIwANUKA

universal music

giudizio

✤✤✤✤✤

altri ascolti

112

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l i b r i

S p o r t l i f e

altre letture

il fighterd’italiadi GiannaGarbelli

edizioni rai eri

454 pagine, € 19

giudizio

✤✤✤✤✤

la storia, difficile sul ring

e fuori, di giancarlogarbelli,

raccontata dalla figlia

gianna: uno spaccatodi vita

privata e del dopoguerra

di daniele redaelli

Il grandecampione

senzacorona

non si assoggettava ai voleri di Frankie

Carbo edellamafia, la splendida storiad’a-

more con Mariuccia, l’amicizia con Gian-

carlo Fusco e Vito Liverani, il rapporto

specialeconGiovanniBorghie lasuaIgnis,

scuderia di campioni, fino alla pittura e

perfino alla prigione.

“La storia di Garbelli è quella del nostro

Dopoguerra. È il vero fighter”: da questa

frase diGianniBrera viene il titolo. IlWbc

pocoprimadellamorte a 81 anni, nel 2013,

gli assegna la cinturadi campionedelmon-

do ad honorem.Meritata.

na, la secondadei 6 figli diGiancarlo. L’au-

trice, combattente come il padre, è regista

e diplomata all’Actor’s Studio, ha studiato

pugilato andando in giro per il mondo a

vederematch, visitarepalestre, incontrare

campioni e scrittori del ring. Insomma, si

è preparata per raccogliere il racconto di

Giancarlo, vedendofiancoafianco ifilmati.

Dentro ci sono storiche sfide, da quella con

Duilio Loi al capolavoro con Laszlo Papp,

perun totaledi 99 incontri con 14 sconfitte,

mamai un ko. C’è anche l’avventura ame-

ricana, presto conclusa perché Giancarlo

Il libro è approdato tra i finalisti del Ban-carella Sport perché racconta una storia

intrigante, bella come un film del neorea-

lismo italiano.GiancarloGarbelli è stato il

piùgrandepugile senza corona.Nellaboxe

di oggi sarebbe campione del mondo, ma

nella sua epoca (1952-1963) uno con un ca-

rattere impermeabile ai compromessi era

difficile da guidare. Richiamava il grande

pubblico, accettavaogni rivale, anchequel-

li che altri sfuggivano. La borsa è all’altez-

za?Aldiavolo i titoli.Avevaunsottile “pec-

catooriginale”, chenelDopoguerrapesava:

suopadre, già campione italianodilettanti,

era una camicia nera. Nei giorni prima

della Liberazione, mentre apre la latteria

in Porta Romana, a Milano, con il 13enne

Giancarlo al fianco, un cecchino lo uccide.

Il libroparte daqui: unavita in salita.Non

c’è solo il ring, ma uno spaccato di storia

narrato conpassione e complicità daGian-

eroi dello SportDaniele Marchesini

il Mulino - 264 pagine, € 16

Non basta vincere per entrare nel cuore della gente.

Bisogna avere qualcosa di speciale. I prescelti da

Marchesini, dai campioni dell’atletica Owens e

Bikila al pugile Ali, posseggono quel quid che li ha

resi immortali, ma devono dire anche grazie alla

penna di chi ne ha cantato le gesta. L’autore

racconta anche la gioia del popolo brasiliano per

il calcio nell’era di Pelé, l’amore di argentini e

napoletani per Maradona e le loro squadre: gli eroi

dello sport a volte sono anche collettivi (lb).

Un graphic novel rappresenta il linguaggio forse più

capace oggi di fare breccia nell’immaginario dei

ragazzi, e in questo caso di far loro amare un

campione del passato come il dribblatore indefesso

brasiliano Garrincha che niente riuscì mai a fermare,

né la poliomielite di cui soffrì da bambino, né i

difensori avversari. L’unico che seppe bloccare la sua

corsa fu lo stesso Garrincha che da adulto commise

molti passi falsi, e anche per questo suo complicarsi

la vita fu amato da tutti, uomini e donne (lb).

garrincha, l’angelo…Antonio Ferrara

uovonero - 120 pagine, € 15

giudizio

✤✤✤✤✤

giudizio

✤✤✤✤✤

a milano

la sfida del1960 fra garbellie l’unghereselaszlo papp,passato “pro”dopo gli oriolimpici ‘48, ’52e ’56. l’italiano(a sin.) costrinseil rivale al pari.

114

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S p o r t l i f e

M E G A M I X

The ProjeT - ImmersIve FITness

Per allenarsi nel futuroÈ la proposta innovativa targata reebok e

les Mills: tecnologie, fitness e creatività. Daprovare the trip, un corso cycling simulatoall’interno di un box. si scalano ghiacciai, si

sprinta in una città futurista, si corre inmezzo a colate di lava (www.reebok.it).

onekor FITness

Per eliMinare lo stressun programma divertente e adatto a tutti.

tre varianti su basi musicali pre-coreografate:onekor ngr, con lo step per bruciare calorie,

tonificare gambe e glutei; onekor move,per chi ama ballare; onekor skulpt, per chial bilanciere non rinuncia (www.onekor.it ).

c’ eraunavolta la radioa transistor:

piccola, leggera,tascabileealimen-

tata a pile, che a metà degli Anni 50 ha

rivoluzionato usi e costumi dell’intero

pianeta. Oggi, con l’avvento delle nuove

tecnologie, le trasmissioni digitali DAB/

DAB+ e le web radio presenti su Internet

permettonodiaccedereaundatabasepra-

ticamente infinito di emittenti, per tutti i

gusti e le esigenze; e per i nostalgici ci

sono modelli che nell’aspetto esteriore si

richiamano a quelli del passato. Oppure

una variante del Cubo di Rubik, lanciato

negli Anni 80, ora in formato hi-tech.

CARA VECCHIA (NUOVA) RADIOun‘anima digitale, che permette di accedere a tutte le emittenti

web, in un corpo vintage. e il “cubo” diventa radiosveglia

di andrea milanesi

tecnologia

gym

dal 2 al 5 giugno lanota localitàbalneare si trasformanella

capitale del fitness: 13.000mq incuiscoprire lenuovemode in palestrae in fattodi (buona) alimentazione

DIVERtImENtO,spORt E gUstO:

tORNA RImINIwEllNEss

rAdIosveGlIA

ruBiK’smodello con design retro“a cubo” con display lcd

retroilluminato esintonizzatore fm.

€ 50 (www.bigbeninteractive.it).

Pure

evoKe f3web radio digitale consintonizzazione fm/dab/dab+,connessioni wi-fi e bluetooth.€ 200.

The + AudIo

The + rAdIo

radio BluetoothaM/fM con canali

stereo separatiper collegamento a

diffusore aggiuntivo.€ 399.

116

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CrAB Per Diventare forteun attrezzo a forma di granchio dotatodi due maniglie laterali che si adatta a ognitipo di training in palestra: dal fitnessmusicale di gruppo (crab beat) adallenamenti tosti, per professionisti (crabathletic). training completo, risultatigarantiti (www.crabfitness.com).

WIll PoWer GrACe meThod

Per tonificare tutto il corPosi fa a piedi nudi. ideato da stacey leiKrauss, specialista in foot fitness, unisceyoga, pilates, danza e ginnastica. tostoe grintoso, non coinvolge solo il corpo:grande potere alla mente per otteneremassimi risultati (www.willpowerfit.com).

sapori

dalla moka alla french press,sempre più modi per prepararlo:

ecco come scegliere bene

UN CAffè?NO, mIllE

di sara porro

che cos’è che ci rendepersonemiglio-

ri, piùmotivate epresenti, e fa anche

benealla salute?Se avete risposto “l’amo-

re”, beh, è corretto, ma per la verità si

parlavadi caffè.Anzi, dei caffè! Lavarie-

tà è tanta, e trasformare il caffè in una

commodity, unamerce (come fosse sale da

cucina), non rende giustizia a un prodot-

to agricolo né ai torrefattori che lavorano

con sapienza e nemmeno al gusto.

Le basi: il caffè di qualità si acquista in

grani,oalmassimomacinato fresco.Nien-

te capsule!La tradizione italianaprevede

l’espresso al bar e in casa lamoka.Ormai

la napoletana è stata soppiantata: pecca-

to,perché lavoraa temperaturapiùbassa,

perciò non si rischia il retrogusto di bru-

ciato – semolti lo consideranoun aroma,

in realtà è un difetto.

Di recente, la “terza ondata”della cultura

del caffè in arrivo da Stati Uniti e Nord

Europa ha portato anche qui sistemi di

estrazione alternativi, come AeroPress,

FrenchPresseChemex:oggetti e tecniche

differenti, accomunati dal tempo lento di

preparazione – non per niente si chiama

“pausa caffè”, no?

Per chi volesse sperimentare miscele o

monorigine di qualità, qualche nome tra

quelli facilmente reperibili online: Gar-

delli SpecialtyCoffees,Microtorrefazione

di Gallarate (foto in alto), Torrefazione

Caffè Penazzi 1926, Lady Cafè di San Se-

condo Parmense. Infine, per essere am-

messi ai misteri di quest’arte, due desti-

nazioni che alla qualità uniscono uno

slancio da evangelisti: Taglio aMilano e

Orso Laboratorio Caffè a Torino.

di sabrina commis

si parte: dal 2 al 5 giugno torna Rimini

Wellness.Quattrogiorni all’insegnadi

fitness, alimentazione, attrezzistica e

divertimento.Rimini fiera e20kmdi costa

accolgono l’11ª edizione di questo evento

semprepiùinternazionale.Energyevolution

iltemacheprometteadrenalina,motivazione

e… scintille. È da Rimini Wellness che

partono tendenze e novità chenei prossimi

mesi ci faranno sudare, smaltire, bruciare

ciccia e calorie in palestra. Dove vederle e

testarle?Nell’areaWFunriservataalgrande

pubblico: fitness musicale, discipline

olistiche, yoga, pilates. Chi ama gli

allenamenti grintosi ha a disposizione

13.000metri quadrati riservati a sport da

combattimento,artimarzialieculturafisica

nellasezioneRiminiSteel.Perchipreferisce

il mondo acqua c’è la zona piscine: 350mq

di vasche, 1.200 metri cubi d’acqua e un

mare di proposte. L’areaWPro è la sezione

esposit ivo-sc ient i f ica dedicata a i

professionisti del settore. Medici, fisiatri,

terapisti animeranno seminari e dibattiti

sulle ultime tecniche per riabilitazione e

recuperomotorio.Ciboesanaalimentazione

occupano lasezione food, tutto ilpadiglione

B3 e l’intero spazio espositivo dell’Agorà.

Nutrizionisti e tecnologi alimentari

raccontanoilciboneivariaspetti,chefstellati

si esibiscono agli stand delle aziende

espositrici instraordinari showcookingda

vedere e... assaggiare. Come partecipare?

Per conoscere programma, orari, corsi e

stagebastacliccaresuwww.riminiwellness.

com o cercare su Twitter e Facebook.

117

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S P O R T L I F E

M E G A M I X

eventi

Dici Gran Turismo e pensi alla storia del vi-

deogame.Sbalorditivoe innovativoquando

uscì nel 1998 con il primo capitolo per la

PlayStation 1, la serie di giochi automobili-

sticipiùvendutadisemprehaaccompagna-

tocamminoestoriadella consolediSony.A

oltre due anni dall’uscità di PlayStation 4,

tuttavia, unGtper la “nuova” console anco-

ra non c’era. Ora, con alle porte il lancio di

PlayStationVr (ilvisoreper larealtàvirtua-

le di Sony chedebutterà a ottobre)Kazuno-

riYamauchi, padreepadronedelbrand,ha

annunciato l’uscita del nuovo capitolo: Gt

Sport.Natoperessereuntitolo interlocutorio

della serie, come in passato lo era già stato

Prologue,GtSport èviavia cresciuto tantoda

potersi considerarea tuttigli effetti ilnuovo

GT7. Tanti gli spunti interessanti, tra cui la

licenzaFIAcherendeitorneidiGranTurismo

un vero campionato riconosciuto dalla Fe-

derazione internazionale auto, con la crea-

zionediunalicenzasportivadigitaledall’an-

cora incerta utilità pratica. Continua poi a

essere forte il legame del marchio con il

mondo dell’industria automobilistica: le

principali Case continueranno a realizzare

esclusiviprototipivirtuali adhocper il gio-

games

ANCHE LA PLAY 4

HA IL SUO GT

DI SILVIA GUERRIERO

È LA SECONDA FASEDEI REEBOKCROSSFIT GAMES CHE SI SVOLGE AMADRIDQUESTOWEEKEND: INGARAANCHEDUE ITALIANI PER IL “FITTESTON EARTH”

LA VIA PER LA CALIFORNIA

Pensate alle cose più faticose che, “pale-

strarmente” parlando, vi vengono inmen-

te. Fatto? Ecco, questo è il crossfit. Gli

esperti lo definiscono un programma di

rafforzamento e condizionamento fisico

pensato per aiutare le persone a conqui-

stare un benessere completo e generale, e

a quanto pare funziona davvero visto che

in pochi anni ha conquistato la bellezza di

oltre duemilioni di praticanti nel mondo.

Tale programma (creato dall’americano

GregGlassmannegli StatiUniti negliAn-

ni 70,ma diffusosi solo vent’anni più tar-

di) si concentra su una serie di movimen-

ti funzionali che cambiano costantemente,

eseguiti ad alta intensità per raggiungere

una prestanza fisica totale, e rendere le

persone pronte a ogni genere di sfida: gin-

nastica, pesi, arrampicata sulla corda,

vogate, piroette, squat, spaccate, bici, cor-

sa, nuoto, eccetera. Allenamenti brevi e

molto intensi. E soprattutto spettacoli,

anche da vedere: perciòReebok, nel 2010,

ha deciso di scommettere su questa disci-

plina “che mette alla prova la volontà dei

singoli individui spingendoli al limite,

capace di trasformarli fisicamente, men-

talmente e socialmente”, come ha sottoli-

neato l’azienda. E ha così dato vita ai Ree-

bok Crossf it Games, che in questa

edizione, iniziata a febbraio con la fase

Open, ha visto la partecipazione di

324.000atleti provenienti da tutto ilmon-

do. I primi 40 individual man e 40 indi-

vidual women e i primi 30 team si sono

classificati per la fase successiva, i Regio-

nals, che si svolgono questo weekend a

Madrid: tra i concorrenti in gara anche

due italiani, il 27enne Stefano Migliorini

(173 cm per 84 kg) e la 30enne Martina

Barbaro (162 cm per 57 kg). Chi supererà

questa fase andrà alla finale di Carson, in

California, in programma dal 19 al 24 lu-

glio, per cercare di aggiudicarsi l’ambito

titolo di “Fittest on Earth”. Che premia

l’atleta che meglio combina le abilità pro-

prie di chi fa crossfit: resistenza cardiore-

spiratoria, resistenza muscolare, forza,

flessibilità, potenza, velocità, coordina-

zione, agilità, equilibrio e precisione.

AL PROSSIMO TURNO

Martina Barbaro, italiana di 30 anni, si è qualificata per i Regionals dei Crossfit Games a Madrid.

118

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

DI DAVIDE OLDANI

cucina popDI LORENZO CAZZANIGA

app

co. Facendo diventare di fatto il videogame

unasortadi finestrasul futurodell’automo-

bile. Dall’anteprima sono piaciuti molto

anche la ricchissima modalità di fotocrea-

zione,conoltre1.000fondaliutilizzabiliper

realizzare i propri scatti; la reintroduzione

dellepiste off-roade l’editordelle livreedel-

le macchine. Molto bella

anche lasceltadicollocare

la minimappa dinamica

della pista al centro della

strumentazione, utile per

evitare di spostare conti-

nuamente lo sguardo sul

monitor. Peccato però che

il gioco sembri unpo’ lon-

tano dai suoi principali

competitor. Con qualche

lacuna sia nel comparto

grafico sia sotto l’aspetto

simulativo. Che tuttavia

Sony potrebbe colmare prima dell’uscita.

Rimanepoi da verificare se la scelta di ren-

dere il gioco più alla portata di tutti non sia

una precisa strategia del marchio giappo-

nese, capaceultimamentedi trasformare in

oro ogni suo prodotto.

DI ANDREA ARCOBELLI

Y 4 FINALMENTE DISPONIBILE PER L’ULTIMACONSOLE DI SONY IL GIOCO DI AUTOPIÙ AMATO E VENDUTO DI SEMPRE

GT SPORTDal 16novembre inesclusiva perPlayStation 4

GIUDIZIO

✤✤✤✤✤

UNA RICETTA A BASE DI NASELLOPER UTILIZZARE ANCHE GLI SCARTI

DI ARANCE E CAROTE

CENTRIFUGARE

SENZA BUTTARE

VIA NULLA

S i sa che i centrifugati, rispetto ai

frullati,hannolosvantaggiodiesclu-

dere le fibre di frutta e verdura nella

bevanda finale.Ma sappiamoanche che

è possibile riutilizzare gli “scarti” della

centrifuga in molte ricette antispreco.

Nel piatto di oggi abbiniamo un centri-

fugato di arance e carote al nasello: un

pesce dalla carne bianca, delicata, piut-

tostomagraegradevole,oltrechealimen-

to facilmente digeribile e nutriente; non

a caso è consigliato nell’alimentazione

dei bambini o di chi ha necessità di nu-

trirsi inmodo leggero.

INGREDIENTI PER 4 PERSONEPER IL NASELLO:

y 4 tranci di nasello fresco da circa 90 gy 2 g di saley 2 g di olio extra vergine d’olivaPER IL CENTRIFUGATO:

y 200 g di carote pulitey 50 g di arance tagliate a vivoy 1 g di saley 1 g di zuccheroPER LA FINITURA:

y 50 g di pan grattato tostatoy la scorza delle arance che utilizziamoper il centrifugato

Cuocere i naselli a vapore, regolare disale e olio. Centrifugare le arance conle carote, regolare di sale e zucchero.Tostare il pan grattato in forno a 150 °Cper circa 8’, regolare di sale e scorza diarancia. Servire disponendo nei piatti ilnasello, poi il centrifugato e infine ilpangrattato con la scorza d’aranciagrattugiata.

NASELLO AL VAPORE,

CENTRIFUGATO E PANE

ALL’ARANCIA

Immaginatedi avereadisposizioneuna

quartofinalista di Wimbledon, 24 ore

algiorno, settegiorni susette, per impar-

tirvi lezioni personalizzate di tennis. Un

sogno? Non proprio, perché è ciò che si

ripromette lanuovaappper smartphone

creata daLauraGolarsa, n.39 delmondo

nel 1990, ora coach professionista. L’ap-

plicazionesidivide in5 fasi: il corsobase,

intermedio,avanzato, l’immancabilepre-

parazione atletica e la videoanalisi. Una

serie di lezioni video

per tutti i colpi e le si-

tuazioni di gioco più

importanti e frequenti

a seconda del vostro

livello di gioco (dal

drittoperilprincipian-

te a quello inside out e

inside in per l’agoni-

sta), con tanto di eser-

citazioni specificheda

applicare con i compa-

gni di allenamento. Consigli pratici e fa-

cili da comprendere, convideochevaria-

no dai 3 ai 5 minuti. Il primo è gratuito,

gli altri si pagano 6,99 euro ciascuno.Da

nonmancare le lezionisullapreparazione

atletica, oggi fondamentale: dalla parte

aerobica a quella anaerobica, dalla resi-

stenza alla forza esplosiva. In totale sono

una sessantina i video presenti nell’app.

In più, la chicca della videoanalisi: basta

riprendervi con uno smartphone o una

videocamera, inviare un video che non

ecceda i cinque minuti, e Laura Golarsa

ve lo rimanderà con tutti i commenti tec-

nici, l’analisi, le soluzioniegli eserciziper

migliorare. Certo, il servizio costa 59,99

euro, ma cosa non si farebbe per miglio-

rare quel rovescio slice che ogni domeni-

ca ci fa perdere la partita contro l’avver-

sario di turno?Ora la soluzione c’è.

IN CAMPO

CON LAURA

VOLETE MIGLIORARE IL VOSTROTENNIS? ADESSO SI PUÒ, CON UNACOACH D’ECCEZIONE: LA GOLARSA

GIUDIZIO✤✤✤✤✤

GOLARSA TENNIS

COACHING

(iOS/Android,gratis, concontenuti apagamento)

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DI CARLO CANZANO

© RIPRODUZIONE RISERVATA

A U T O

S P O R T L I F E

Si può pensare di destinare parzial-

menteunweekendauna lungasosta

pressounaconcessionariad’auto,an-

che solo per curiosità, per la voglia di sco-

prire un oggetto capace di risvegliare emo-

zioni, seppure non in vista di un acquisto

imminente? Se la risposta è sì, quello di og-

gi e domani è ilweekend “giusto”.Quello in

cui l’Alfa Romeo Giulia diventa veramente

concreta:datoccare,scoprireentrandonell’a-

bitacolo, e provare, seppure per un breve

tragitto. Dopo un’attesa molto lunga (anzi,

troppo) ecco una sorta di Alfa Day con il

“porte aperte” per un ritorno di sostanza

dellaCasadelBiscione.Aparte– forse–un

nuovoannunciatocriteriodiaccoglienzadei

potenziali clienti, ecco cheAlfa si troverà.

GLI ESTERNI Bella? Il giudizio estetico è

sempre soggettivo. Sicuro la Giulia è più

intrigante dal vero che in foto. Conqualche

tratto – specie nel posteriore - che ricorda

modellidellaconcorrenza, senzaperderedi

personalità e armonia. Le diamoun 8.

GLIINTERNIMoltoaccoglienti, conspazio

decisamentebuonoper ipasseggeri, ottima

ergonomiaper ilguidatore, strumentazione

classica con elementi circolari, buona qua-

lità di insieme con uno stile “molto Alfa”

(voto8) equalcheaspetto sottotono, come la

regolazione dei sedili solo a scatto, le boc-

chette di aerazione, vani piccoli e un buon

sistema di Infotainment, da 7 pieno.

LADOTAZIONELodevole che quella ba-

seneidueallestimenti (tralasciamoqui idue

BusinessequelloQuadrifoglio) sia comple-

ta e non soggetta a una sorta di asta di op-

tional come accade per tante altre vetture

premium.Merita un 9.

ALFA ROMEO GIULIAFerem Lunga 4.643 mm, alta

1.436, larga 2.024, con un passodi 2.820, pesa da 1.374 kg

sino a 1.580 (la Quadrifoglio).Da € 35.500

120120

L’invito

di GiuliaPIÙ INTRIGANTE DAL VERO CHE IN FOTO, LA NUOVA VETTURA SI PUÒPROVARE IN QUESTO WEEKEND DI “PORTE APERTE”: È ACCOGLIENTE,HA UNA BUONA DOTAZIONE DI BASE E LA GUIDA È… UN PIACERE

ALFA ROMEO

I MOTORI Al momento un solo benzina

(il V6 della Quadrifoglio) e due 2.2 turbo-

diesel da 150 e 180 cv. La valutazione sul

numero delle opzioni disponibili è di poco

superiore alla sufficienza. Ma il giudizio

sulla qualità è assolutamente di ben altro

livello. Abbiamo provato il diesel da 180

cv. Molto fluido, una buona spinta, una

gradevole sonorità. Più che nell’abbina-

mento con il cambio manuale a 6 rapporti

(voto7) si fa apprezzare con la trasmissione

automatica (che costa solamente 2.500eu-

ro in più) a 8 marce (voto 9), specialmente

quandovengonocomandatedalleduegran-

di palette al volante.

LAGUIDATelaio leggeroe rigido, sospen-

sioni efficaci, sterzoda applausoperpreci-

sione e feeling che trasmette: un piacere

(voto 9) da vera Alfa.

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STAFF

© copyright RCSMediaGroup s.p.a. divisione quotidiani - tutti i diritti sono riservati.Nessuna parte di questa rivista può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali.Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge.

ACCERTAMENTIDIFFUSIONE STAMPACERTIFICATO N. 7967

DEL 9.2.2015

121121

ERRATA CORRIGE

Le foto del servizio Moda dello SportWeeknumero 20 (uscito sabato 21 maggio) sono staterealizzate al Tennis Club Ambrosiano di Milano.

Il fiore all’occhiello di Giulia è un Quadrifoglio, cioè la versionetop con motore 2.9 V6 biturbo da 510 cv “nato” a Maranello.Un’auto strepitosa per contenuti e prestazioni che ha fatto daapripista al lancio della nuova Alfa. Non per tutti per costo (da€ 79.000) e prestazioni (vel. max 307 km/h e 0-100 km/h in 3”9),dal prossimo mese sarà disponibile anche con cambioautomatico. In poche settimane la gamma Giulia disporrà anchedi una versione benzina 2 litri da 200 cv e di un altro diesel 2.2da 210 cv. Più avanti arriveranno la 4x4 e una versione ibrida.

LA VERSIONE TOP

Made in MaranelloÈ LA QUADRIFOGLIO, UN’AUTO DAVVERO STREPITOSA

CON MOTORE 2.9 V6 BITURBO DA 510 CV

D I RE T TO DAMATTEO DORE

UFF I C IO CENTRALEFILIPPO CAROTA (art director), GIANLUCA GASPARINI (caposervizio),NICOLA OCCHIPINTI (vice caporedattore)

REDA Z IONEANDREA ARCOBELLI (vice caposervizio), FABIO MARINELLO (vice caposervizio),ANGELA BRINDISI, LUCA CASTALDINI, ALESSIA CRUCIANI, SILVIA GUERRIERO,

NAIMA MANCINI (photo editor), FABRIZIO SALVIO, MONIA URBAN

R I CERCA ICONOGRAF I CADONATELLA MARCUZZO

SEGRE TER IADANIELA MADOTTO

tel. 02-62.82.77.32 - fax 02-62.82.77.46 - e-mail: [email protected]

FA SH ION D I REC TORALESSANDRO CALASCIBETTA

[email protected] Editor: CARLO ORTENZI

HANNO COL L ABORATOLuca Bergamin, Carlo Canzano, Lorenzo Cazzaniga, Nicola Cecere,Sabrina Commis, Paolo Condò, Giovanni Cortinovis, Michele Dalai,Elisabetta Esposito, Fabio Finazzi, Aldo Fittante, Luigi Garlando,Gene Gnocchi, Fabio Licari, Andrea Milanesi, Davide Oldani,Raffaella Oliva, Massimo Perrone, Dan Peterson, Sara Porro,Daniele Redaelli, Andrea Schianchi, Fabrizio Sclavi, Nicola Sellitti,Lanfranco Vaccari, Sebastiano Vernazza, Gianluca Zappoli.

PER L E IMMAG IN IAnsa, Ap, Centro Documentazione Rcs, Contrasto, Farabolafoto,Getty Images, La Presxse, Aldo Liverani, Magnum, Olycom, Reuters.

PROGET TO GRAF I COFILIPPO CAROTA

S TAMPA ROTOLITO LOMBARDA - Pioltello (Mi)ASS I S T ENZA TECN ICA EMANUELE MARINI

D I S TR I BUZ IONE M-DIS DISTRIBUZIONE MEDIA S.P.A.

via Cazzaniga 1, Milano tel. 02-25.82.1 - fax 02-25.82.53.06PUBBL I C I TÀ via A. Rizzoli 8, Milano, tel. 02-25.84.1www.rcscommunicationsolutions.itADV manager Gazzetta dello Sport: MARCO TORRESI [email protected] ING FABIO NAPOLI E PAOLO BOTTIROLI

e-mail: [email protected] N TERNAT IONAL ED I T IONS MARIA FRANCESCA SERENI

e-mail: [email protected] Syndication: [email protected] TR AT I Rivolgersi all’edicolante oppurea Corena S.r.l - e-mail: [email protected] - fax. 02-91.08.93.09

TESTATA DI PROPRIETÀ DE “LA GAZZETTA DELLO SPORT SRL” - A. BONACOSSADIRETTORE RESPONSABILE: ANDREA MONTIVICEDIRETTORI: GIANNI VALENTI (VICARIO), PIER BERGONZI,STEFANO CAZZETTA, ANDREA DI CARO, UMBERTO ZAPELLONI©RCS MEDIAGROUP SPASEDE LEGALE: VIA RIZZOLI, 8 – MILANO

ELEGANTE

Alcune immaginidella nuova Giulia,che al momentoè disponibile conmotori 2.2 dieselbiturbo da 150e 180 cv. In alto,l’abitacolo.

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irsi una storia da vera antagonista locale di Cantù e Varese.

Missione compiuta, tutto faceva pensare alla nascita di qual-

cosa di importante, di un gruppo capace di scrivere la storia

sportivadiunapiccola città gagliarda e attiva comeDesio,ma

quel che accadde la stagione successiva fu ben oltre l’imma-

ginabile. Per perdere 30 partite su 30 ci vuole comunque ta-

lento. Il fenomeno Desio montò lentamente, anche perché

nelle prime uscite della stagione arrivarono sconfitte quasi

prevedibili, punteggi accettabili e la sensazione che salvarsi

sarebbe stato difficile ma non impossibile. Poi lenta-

mente una sorta di ipnosi collettiva si impadronì

della società e della squadra, la prima in gravi

difficoltà e la seconda imprigionata dall’in-

cantesimo dei suoi zero punti, persa in

estatica contemplazione di quel numero

tondo. C’erano giocatori e uomini di va-

lore a Desio, c’era il fenomenale Mike

McGee, ex giocatore Nba e mangiapal-

loni comesenesonovisti pochi: daqual-

siasi posizione, in qualunque momento

della partita, che fosse intelligente e op-

portuno omeno lui tirava conbuonapace

del gioco di squadra. Fece 656 punti in 20

partite e poi se ne andò sbattendo la porta.

C’era PinoMotta, giocatore intelligente e di qua-

lità, ai tempi imprigionatonel piccolo gossipdella sua

relazione conAntonella Clerici. C’erano e drammaticamente

non ci sono più due ragazzi talentuosi come Lorenzo Alberti

eDenis Innocentin, che sene sonoandati troppogiovani e che

di quella squadra rappresentarono la speranza di un futuro

vincente, c’erano insomma uomini e ragazzi pieni di qualità

ma non bastò. Zero su trenta, che scritto così sembra più ac-

cettabile. Li vidi giocare al Palalido e amodo loro erano belli,

bellissimi, veri eroi da bancone.

Io li hovisti, io c’ero. Lamemoria selettiva fa strani scher-

zi e capita che uno si dimentichi di aver assistito a una

delle più colossali imprese al contrario di sempre, forse

rimossa per affetto o pudore. Eppure giocavano qui a

poche centinaia di metri da casa, in principio con tutte

le velleità di chi si affacciava allo sport dei grandi e voleva

lasciare il segno, poi lentamente e inesorabilmente con la ras-

segnazione e la fatica di quelli che non solo vorrebbero can-

cellarlo, il segno,maanche alla svelta. Si chiamava IrgeDesio

e l’anno precedente aveva fatto prendere un terribile

spavento ai cugini nobili dell’OlimpiaMilano. Si

chiamavaAuroraDesioadire ilveroequell’an-

no il suo sponsor era l’Irge, una marca di

pigiamicheusavacome claimpubblicitario

una frasesemplicemaassai significativa:

Irge pigiama, lo mette chi si ama. Biso-

gnava amarla davvero quella squadra,

avere ben impresso il concetto di sport

come gioco, di partecipazione e non di

competizione, altrimenti sarebbe stato

difficile seguire i ragazzi inblu e arancio

in giro per l’Italia. L’Irge Desio giocava a

basket, più o meno. Nel senso che la palla

c’era e c’eranopure i canestri, quello cheman-

cavaemancòper tutta la stagione 1989-90 fuuna

vittoria, anche una singola e minuscola vittoria a

dare senso a una stagione memorabile per il motivo più sba-

gliato. L’anno precedente la squadra di Desio era stata pro-

mossa dalla A2 al campionato più importante (quando anco-

ra il basket italiano sembrava poter avere un futuro decente

e non del tuttomarginale), e secondo il meccanismo dell’epo-

ca aveva avuto accesso diretto ai playoff per lo scudetto gio-

candosela contro la corazzataMilano, con l’arroganza di non

accettareuna sconfitta già scritta e la volontà ferocedi costru-

Quando la squadra “in pigiama”dormì per trenta partite

di Michele dalai

H e r o e s

Irge Desio

LOMETTE

CHI SI AMA

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NINO SCHURTER

Foto di : Nino Schurter

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