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- 1 - ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIE - ONLUS - SEZIONE PROVINCIALE DI TREVISO Periodico semestrale dell’AIL Treviso Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 DCB TV In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di Treviso CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa Il Concerto per l’AIL del Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna un caleidoscopio di voci e colori Anno XX - n.2 Dicembre 2013

Dicembre 2013

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Rivista dell'AIL sezione Provinciale di Treviso

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ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIE - ONLUS - SEZIONE PROVINCIALE DI TREVISOPeriodico semestrale dell’AIL Treviso

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento PostaleD.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 DCB TV

In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di Treviso CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa

Il Concerto per l’AILdel Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna

un caleidoscopio di voci e colori

Anno XX - n.2 Dicembre 2013

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AIL NOTIZIE - Periodico dell’Associazione Italiana contro le Leucemie ONLUS - Sezione Provinciale di Treviso (Iscritto al n. 923 del registro stampa del Tribunale di Treviso il 4 febbraio 1994). Presidente Mariotto Pelos Teresa - Sede operativa: via Zoppè, 37 - 31020 S. Fior (TV) Tel. e Fax 0438/777415 - per la corrispondenza AIL Associazione Italiana contro le Leucemie ONLUS - C.P. 45 - S. Fior (TV) - Direttore responsabile Giovanni Dan - Redazione e impaginazione a cura di Gianfranco Dal Mas - Stampa Grafiche Tintoretto s.r.l. - Castrette di Villorba TV

Per eventuali donazioni a favore dell’AIL Treviso:

IBAN: IT 83 E 03599 01800 000000132038

CODICE ENTE ZZ132038

www.ailtreviso.it [email protected] [email protected]

Sommario

Il Concerto dell’Antoniano all’Accademia di Conegliano (M. Liessi) 3

Storia di un giardino meraviglioso (Liana) 5

In vasca a Preganziol per ricordare di Beatrice Bruscagnin 6

Grande danza a Montebelluna in memoria di Norma 7

Un gol per L’AIL (Juventus Club Negrisia) 9

La verità (Teresa Pelos) 11

Due iniziative dell’AIL 11

“Insieme per la vita” a teatro (Manuela Venerandi) 12

Incontro progetto di ricerca AIL Treviso (Dott.ssa Seganfreddo) 14

Anemie vecchie e nuove (Dott. Tagariello) 16

Quelli che ci hanno lasciato 18

La penengìte di Nane (Luigino Bravin) 21

In copertina: Il concerto dell’Antoniano di Bologna al teatro Accademia di Conegliano

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n. 2 dicembre 2013

Un caleidoscopio di voci e colori

Il Piccolo Coro dell’Antoniano di

Bologna ha dedicato un

concerto alla nostra associazione

ssistere ad un concerto dal vivo di un coro di bambini è sempre un’esperienza che dona serenità e gioia. La spon-

taneità dei piccoli cantori ci riporta infatti alla nostra dimensio-ne infantile della quale conserviamo nella memoria soprattutto i frammenti più belli; nello stesso tempo la limpidezza delle loro voci e dei loro sguardi lascia intravvedere un futuro che noi possiamo solo immaginare.Se poi si ha la fortuna di partecipare ad un concerto del Piccolo Coro “Mariele Ventre” dell’Antoniano di Bologna, allora l’effetto sorpren-dente è quello di sentirsi trasportati da questa dimensioni infantile ad una ancora più coinvolgente ed entusiasmante: quella artistica. Ed è proprio quello che è successo il pomeriggio di domenica 26 maggio scorso al numeroso pubblico convocato dall’AIL presso l’Accademia di Conegliano dalla sua instancabile “condottiera”.Dapprima il Piccolo Coro mdg di Conegliano, diretto da Angela Lies-si, ha preso per mano gli spettatori accompagnandoli nel mondo del canto di bimbi, dove c’è spazio per il gioco, la fantasia, la spensie-ratezza, il sogno, insieme all’amici-zia, la condivisione, nella prospetti-va di un mondo migliore. Il coro coneglianese ha quindi la-sciato posto al Piccolo Coro “Marie-le Ventre” dell’Antoniano diretto da Sabrina Simoni.Alla riapertura del sipario una fan-tasmagoria di luci, suoni e colori ha immediatamente trascinato in alto

gli spettatori in una situazione di sospensione del tempo e dello spazio; un ambiente magico, come in un caleidoscopio incantato.Colpiscono di questo gruppo canoro il sorriso dei piccoli coristi, la loro spontaneità unita ad una sintonia che fa intuire tutto il lavoro e l’impegno che stanno dietro alle loro esibizioni. Colpiscono anche la serenità, la dolcezza, la simpatia e la decisione con cui li guida Sabrina Simoni, la loro direttrice. Non a caso, si tratta del Piccolo Coro per antonomasia che da 50 anni segna positivamente il mon-do musicale dedicato ai bambini, promuovendo un repertorio e uno stile a misura di bambino, apprezzato e imitato in tutto il mondo.Anche questo concerto organizzato dall’AIL Treviso è stato inserito tra le iniziative che nel corso di quest’anno l’Antoniano di Bologna ha programmato per festeggiare il 50° compleanno del suo Piccolo Coro dedicato a Mariele Ventre, indimenticabile fondatrice e prima direttrice.Il concerto, strutturato in un percorso storico di rievocazione delle

tappe più significative del coro, ha regalato al pubblico un’ora di vera musica e canzoni in un clima di se-renità e di festa.Nel finale i bambini del Piccolo Coro mdg di Conegliano hanno regalato dei fiori agli amici bolognesi. Poi, all’improvviso, si è materializzata in scena una enorme torta, con tanto di bimbo sorpresa, accompagnata da un’esplosione di coriandoli.

Michele Liessi

A

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Le tagliatelle di nonna Pina

Mai avrei immaginato che una luminosa domenica di maggio mi sarei ritrovato alle 5 di pomeriggio nel chiu-

so di un teatro ad ascoltare un coro di bambini. Ma quando diventi nonno.... questo e altro. Mi sono preso l’impegno di portare Rachele ma penso sia troppo piccola per “tenere” per tutto il concerto, la mia paura (o, forse, la mia segreta speranza) è che si stanchi presto e ho già adocchiato una porta laterale attraverso la quale potrei svignarmela ed estromettermi da questa vasta platea fatta di bambini, genitori, nonni dove non c’è più una poltro-na libera.

Da sempre alle note musicali sono affidate le emozioni più profonde del nostro animo. Quando poi queste vengono dal-le voci dell’innocenza allora queste emozioni possono esse-re uniche, toccare i nostri spazi più reconditi e mettere le ali alla fantasia. In un magico alternarsi di delicatissime macchie di colori i brani si susseguono sempre più coinvolgenti. Una bambina di tre anni che dipende occhi, viso, labbra, anima e cuore da gesti impercettibili della direttrice del coro si esibisce in un brano che parla di pace, amicizia e fratellanza e mi chiedo se questi concerti con i loro messaggi siano solo per i piccoli. E quando partono le note dedicate alla mamma percepisco lievissimi fruscii di kleenex che non contribuiscono certo a stemperare l’emozione che improvvisa pervade l’intera Ac-cademia. Rachele è rapita, stregata da quei bambini poco meno bam-bini di lei che senza mai interrompersi cantano, ballano, coinvolgono. E alla fine di ogni brano comincia a sussurrar-mi: “nonno, e le tagliatelle di nonna Pina?”

Non sapendo di quali tagliatelle mi stia parlando le farfuglio qualcosa per tenerla buona, ma devo esserle sembrato tal-mente poco convincente che mi guarda smarrita e un po’ severa quasi a volermi dire: “ma almeno sai di cosa ti sto parlando?...” Alla fine, in extremis, arrivano proprio le tagliatelle di nonna Pina. E Rachele, che per un’ora è stata immobile in estasi sul-le mie ginocchia, ora si scatena unendosi a quell’unico gran-de coro che esplode nella platea e sommerge il Piccolo Coro dell’Antoniano, mentre affiorano in me pesanti sensi colpa nel constatare la mia abissale ignoranza in fatto di tagliatelle e nonne Pine.

Possibile che oggi siano stati dei bambini, con i loro canti e la loro gioia, a ricordarmi quali sono le cose belle e impor-tanti della vita. E non mi sfugge che dietro a questa manife-stazione ci sono volontari, sponsor, persone generose che lavorano in silenzio per la causa della nostra associazione. Uomini, donne, bambini, interpreti, ciascuno a modo suo, di un grande messaggio di amore.

F.

Grazie alla generosità di sponsor, amici e sostenitori l’utile netto della manifestazione è stato di € 21.800. L’AIL ringrazia.

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n. 2 dicembre 2013

Storia di un Giardino Meraviglioso...Avevo 32 anni nel genna-io del 2004 quando, già mamma di due splendi-de bimbe di 4 e 6 anni, Margherita ed Erica, ho scoperto di aspettare un terzo meraviglioso fiorel-lino! Quale gioia più gran-de per una donna? Ero al settimo cielo, ma nel giro di poco tempo tutto è precipitato! Dalla felicità sono passata alla dispe-razione quando ho perso il bimbo e ho scoperto di essere affetta da un linfoma non Hodgkin in quarto stadio... Dalla speranza di nuova vita alla paura della morte... Il 2004 è stato un anno difficile: la diagnosi, sempre più accurata e impietosa, la paura, la chemioterapia, il dolore, il ricovero, l’autotrapianto, la len-ta ripresa... Ma, in fondo al tunnel, ha sempre brillato la luce di speranza e di attesa mantenuta vivida e sempre accesa dalle mie bimbe, da mio marito e da quel bimbo che, diventato per me un angelo protettore, da lassù non mi ha mai abbandonato. E così è passato il tempo del dolore e della paura...A distanza di otto anni, il 28 giugno 2011 uno splendido arcobaleno di nome Iris (4180 g di felicità!) è arrivato a colorare la nostra vita! Accogliendo questo miracolo fra le

braccia, solo una pa-rola ha continuato ad essere ripetuta dalle mie labbra e dal mio cuore: «Grazie!»Grazie innanzitutto a quel Padre che ci tie-ne sempre sul palmo della sua mano; gra-zie poi alla mia fami-glia che mi ha dato la forza imprescindibile dell’Amore; grazie infine ai medici (in

modo particolare il dottor Bullian di Feltre e i dottori Gher-linzoni e Stefani di Treviso), agli infermieri e alle infermie-re del reparto di oncologia di Feltre e di ematologia di Tre-viso, ai volontari dell’AIL capeggiati dalla mitica Teresa Pe-los che mi hanno curato con professionalità, impegno e umanità facendomi sempre sentire fiduciosa nel futuro.Lo stesso «Grazie» ancora più grande, ancora più pieno lo rinnovo oggi guardando i miei tre splendidi fiori, ai qua-li, fra un mesetto circa se ne aggiungerà un altro! È il miracolo della vita che si rinnova, è un messaggio di speranza fiduciosa a tutti coloro che, adesso, stanno male e hanno paura così come io sono stata male ed ho avuto paura.

Liana

L’impegno e il sorriso coinvolgenti degli amici di Volpago del Montello

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Lui non è del Gruppo Giovani perché fa praticamente parte di tutti i Gruppi di San Fior. Ora sentiamo la mancanza delle sue iniziative, del suo generoso impegno, perché Gianni in questi giorni è alle prese con una faccenda di tutt’altro tipo, impegnato a combattere, e vincere, una dura battaglia. Coraggio Gianni che ce la fai. Siamo con te.

SPETTACOLO IN VASCA A PREGANZIOL CON IL 7° TROFEO NUOTO MASTER “BEATRICE BRUSCAGNIN”

Domenica 2 giugno 2013 il gruppo Nuoto Master StileLibero ha organizzato come al solito alla grandissima il 7° TROFEO DI NUOTO MASTER BEATRICE BRUSCAGNIN, in memoria della nuotatrice master scom-parsa nel 2007 all’età di soli 23 anni.A Preganziol presso la piscina Stile Libe-

ro hanno partecipato alla manifestazio-ne, oltre agli atleti Master che nuotavano insieme a Beatrice, anche altre società Master provenienti da tutto il Veneto: per la StileLibero era attesissima la pro-va della pluricampionessa del Mondo e d’Europa, nonché detentrice di 4 record mondiali, Monica CORO’, che naturalmen-te non ha deluso le attese.Il trofeo prevedeva, come da tradizione, lo svolgimento delle gare e a seguire la cena/buffet organizzata nel parco della piscina. Per tutti gli atleti la quota di par-tecipazione era di 15 euro, comprensivo di partecipazione alla gara e alla cena, nel corso della quale si sono svolte le premiazioni degli atleti e la lotteria, che quest’anno metteva in palio un weekend

di 2 notti per 2 persone in una capitale europea. Come da tradizione, il Trofeo è stato organizzato a scopo di beneficenza e l’incasso della manifestazione intera-mente devoluto all’AIL.120 gli atleti scesi in corsia, in rappresen-tanza di diverse società.

IL GRUPPO GIOVANI DI SAN FIOR DIVENTA MAGGIORENNE!Correva l’anno 1995 e il comune di San Fior dava il via a molte iniziative sociali tra cui la nascita di un grup-

po di ragazzi e ragazze spensiera-ti, data la giovane età, ma tutti con tanta voglia di fare e stare insieme.

Si realizzano così eventi di vario genere: concerti in piazza, raccol-ta di giocattoli per i bambini po-veri e, animati da questo spirito, si crea da subito un forte legame con la signora Pelos, la nostra Resi. Da allora quello stesso gruppo non ha mai mancato un appuntamen-to: caldo, freddo, pioggia e vento, sempre presenti in Piazza Venezia. È bello ogni anno ritrovare per la vendita delle Stelle di Natale e delle Uova di Pasqua gli stessi so-stenitori affezionati e nuovi clienti occasionali che contribuiscono, in egual misura, a rendere speciali queste iniziative: noi ci mettia-mo l’impegno, loro il sostegno! Sono passati ben 18 anni e l’ormai ex “gruppo giovani di San Fior” continua a riunirsi... ...siamo tutti diventati grandi, chi con i capelli bianchi e chi senza, ci siamo sposati, siamo diventa-ti genitori e zii, ma il nostro en-

tusiasmo verso l’AIL non è cambiato e lo portiamo forte dentro il cuore. Dopo aver coinvolto amici, mogli, mariti e fidanzati, adesso il nostro obiettivo è quello di contagiare con la stessa energia i nuovi giova-ni così insieme possiamo gridare: “Lunga vita al Gruppo Giovani di San Fior!!!”.

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n. 2 dicembre 2013 - Spettacoli

A MontebeLLunA GrAnde dAnzA e GrAnde Cuore in MeMoriA di norMA

Quest’anno la settima edizione del-la Maratona Estate Danza “In loving memory of Norma” è stata tra le mi-gliori per vari motivi:

- per la massima raccolta fondi per l’AIL rispetto alle altre edizioni (5325 €);

- per il meteo che è stato benevo-lo, concedendoci un bel sole e una giornata non esageratamente cal-da in Parco Manin a Montebelluna;

- per il gran numero di volontari par-tecipanti (50 circa), amici e genito-ri dell’Accademia dello Spettacolo Danza Lirica di Montebelluna;

- per il “Marathon Bar”, che quest’an-no ha pensato di stuzzicare il no-stro appetito anche con le salsicce, il pane e gli stracchini offerti dagli sponsor;

- per la presenza al galà della nostra

presidente provinciale Teresa Pe-los, che con le sue parole e la sua presenza sa dare sempre un valore aggiunto a ogni evento.

Gli ospiti, quelli che rispondono gra-tuitamente alla chiamata di questa manifestazione, dimostrano sem-pre una grande sensibilità.

Leon Cino, l’affermato ballerino che è noto al pubblico per la sua parte-cipazione alla trasmissione di Amici di Maria, è tornato anche quest’anno per co-presentare il galà serale con la direttrice artistica Cristina Paniz-zo, galà nel quale si sono esibiti l’af-

fezionata Atzewi Dance Company di danza contemporanea, il maestro di break dance, Roberto Blue con Mat-tia, allievo che ha vinto la trasmissio-ne di Rai 1, altrimenti ci arrabbiamo, Mike e Ricky, ottimi ballerini hip hop che stanno sfondando nella scena dello street dance.

Abbiamo avuto anche il piacere di ospitare la bravissima Beatrice Car-bone che ci ha regalato due bellissi-me esibizioni, una delle quali un pas-so a due con il collega del Corpo di

Ballo del Teatro alla Scala, Emanuele Cazzato.

È stato veramente speciale avere come madrina la prima ballerina Sa-brina Brazzo, un’icona della danza italiana, che ha saputo anche con-sigliare e incoraggiare tutti gli allievi presenti... che erano veramente mol-ti, viste le quasi 30 scuole di danza coinvolte!

Una giornata entusiasmante che è stata anticipata dagli stages del sabato tenuti dagli ospiti ai quali si sono aggiunti Dino Verga, insegnan-te di danza contemporanea presso l’Accademia Nazionale, Claudia Ros-si, coreografa Mediaset, Xu Ruichi, ballerino hip hop, Cristophe Ferrari, pregiato insegnante, ex primo balle-rino dell’opera di Berlino, che ha co-reografato la sigla del galà riunendo gli allievi di molte scuole sulle note di “Mama” del gruppo “Il Divo”.

Le due giornate si sono concluse con l’ascesa al cielo delle lanterne per un pensiero e saluto a Norma, che sicu-ramente avrà detto: “ben fatto amici

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IL CAMPIONATO VENETO JUNIORES PER RICORDARE MARIO DOIMO

Domenica 5 maggio a San Michele di Feletto si è disputata la 43.ma edizione della corsa ciclistica per Juniores.

Per il secondo anno questa gara è stata dedicata a Mario Doimo, per molti anni presidente della Pro-San Michele e grande appassio-nato di ciclismo. Era il suo sogno portare a San Mi-

chele la prova di Campionato Veneto e questo si è potuto avverare lo scorso anno, purtroppo appena dopo la sua scomparsa, quando, dopo una gara al-tamente entusiasmante, sul traguardo era sfrecciata la maglia tricolore di Ric-cardo Donato. Quest’anno lo spettacolo si è ripetuto con un numero record di partecipanti, ben 141, provenienti sia dal Triveneto che dalla Lombardia e dalla Toscana. La gara ha visto continui attacchi da parte di quasi tutte le squadre presen-ti e una conclusione quasi allo sprint con la vittoria di Yuri Pessotto della Ri-nascita Ormelle che ha battuto di pochi metri Matteo Fabbro del Mogliano 85 e Lorenzo Rota dell’Aurea Zanica di Ber-gamo.Il ricavato della manifestazione è stato devoluto all’AIL in memoria del nostro indimenticabile Mario.

Ringraziamo i volontari che in silenzio e fedeli alla causa dell’Associazione si impegnano da anni nella Campagne Na-talizie e Pasquali nei centri AIL allestiti presso il Duomo, la Loggia, le Piscine, a Biadene, Caonada e Caerano.

Ringraziamo Elena e Paolo dell’Agriturismo Bosco del Falco e tutti i generosi sostenitori dell’AIL che si sono fatti coinvolgere nella splendida serata organizzata a favore della nostra associazione.

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n. 2 dicembre 2013

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UN GOL PER L’AILJUVENTUS CLUB NEGRISIA E STAMPA VENETA INSIEME

IN CAMPO NEL SEGNO DELLA SOLIDARIETÀ

abato 22 giugno si è disputa-ta Un gol per l’AIL, partita di

beneficienza che ha visto in campo Stampa Veneta Insieme, la squadra della rappresentativa regionale gior-nalisti, e lo Juventus Club di Negrisia Ponte di Piave.La manifestazione aveva lo scopo di contribuire, come ha spiegato la presidente dell’AIL Teresa Pelos nel ringraziare i presenti, alla raccolta di fondi per un importante progetto di ricerca il cui ammontare supera i 300.000 euro.

Oltre ai giornalisti, erano presenti ex giocatori della Juventus e di serie A, tra i quali Dino Baggio, Luciano Sa-vian (Pisa e Palermo), Dino Galparoli (ex capitano Udinese), Francesco Marino (Udinese), Roberto Bernardi

(Sampdoria e Udinese), Alessandro Zanin (Palermo e Udinese).Per il Club bianconero è stata anche l’occasione per celebrare il secondo scudetto consecutivo. “Proprio per questo motivo abbiamo chiamato a raccolta tutti gli juventini. Vogliamo che la nostra festa sia anche occa-sione di solidarietà e più siamo, più riusciamo a donare”. Questo il com-mento del presidente del Club, Mau-rizio Roma. Si è anche disputata la sfida (cat. Esordienti 2001) delle squadre la Gorgense F.C.D. e A.S.D. Leventina Gorghense, che sempre nello spirito della solidarietà han-no voluto ricordare a tutti che “le piccole opportunità sono spesso l’inizio di grandi imprese”. Ancora una volta lo Juventus Club Negrisia Alessandro Del Piero ha voluto ricor-dare che il cuore bianconero batte nel segno della solidarietà.

La manifestazione è stata seguita in diretta da Radio Bella & Monella...

...con l’appassionato commento ai microfoni della signora Pelos

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Il Circolo Rionale di Santa Maria Del Rovere

Il Circolo viene fondato oltre 50 anni fa per promuo-vere attività sportive che comprendono basket,

birilli, bocce e calcio. Nel 1985 si trasferisce presso il Circolo la bocciofila OLIMPIA di Fontane, imprimendo un forte incremento alle attività dei soci. Nel 1990 vengono portati a termine grossi la-vori di ristrutturazione che riguardano il bar e l’impianto di copertura del bocciodro-mo. Attualmente il Circolo conta circa 200 soci, com-prende attività di birilli e bocce e ospita la Sezione Provinciale “Paracadutisti d’Italia”.

Scopo principale del Circolo è quello di creare situazio-ni logistiche ottimali per le società sportive ma so-prattutto promuovere mo-menti di relazione fra i soci. A tale scopo, oltre ai vari eventi di carattere sportivo, vengono organizzati spesso incontri conviviali con piat-ti particolari o partite a carte con discussioni su quoti-diani fatti di cronaca.

La sensibilità di alcune persone ha contribuito a dare corpo anche all’attenzione per il sociale che anima i componenti del Circolo che spesso vengono coinvolti in

iniziative finalizzate alla raccolta fondi da devolvere a varie associazioni di volontariato.

E tra queste c’è l’AIL.

Auguriamo al Direttivo del Circolo di riuscire a trovare anche in futuro i mezzi e gli strumenti necessari per l’attività di supporto allo sport e mantenere quello spi-rito che da sempre consente a persone di diverse età di vivere momenti di incontro e serena amicizia.

Andreina e Celestino

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n. 2 dicembre 2013

Ho ricevuto una te-lefonata alquanto

spiacevole, nella qua-le mi si chiedeva se cor-

rispondesse al vero la notizia che l’AIL Treviso ha sospeso il servizio di Assistenza Domiciliare per man-canza di fondi.Tale notizia è priva di ogni fonda-mento. Ma siccome le bugie hanno le gambe corte mi preme precisare che l’Assistenza Domiciliare è cessata per

decisioni prese dal Primario dell’Ema-tologia. Ho sempre cercato un continuo mi-glioramento delle prestazioni sia per i pazienti che per l’Ematologia: la dif-fusione di queste chiacchiere, oltre ad avermi procurato un grande dolore, ha creato tra l’AIL e l’Ematologia una profonda ferita che si potrà sanare solo se si rivede e si corregge l’errore commesso.

Teresa Pelos

LA VERITÀ

L’AIL organizza un servizio di visite ginecologiche per le donne sottoposte a chemioterapia e consulenze psicologiche individuali e

famigliari.

Per informazioni tel. 0438 777415

Vuoi trascorrere il fine anno nella Casa Vacanze di Lamosano con gli amici dell’AIL?

Contatta lo 0438 777415 entro il 15 dicembre.(prenotazioni ad esaurimento posti)

Vuoi trascorrere il fine anno nella Casa Vacanze di Lamosano con gli amici dell’AIL?

Il Rotary club Opitergino-Mottense assegna ogni anno il

PREMIO PAUL HARRISa una persona del territorio che abbia dimostrato meriti notevoli nel campo sociale, culturale e di servizio secondo il motto rotariano del “Servire al di sopra di ogni interesse personale”. Quest’anno la scelta è caduta su Teresa Pelos, da anni al centro e motore di iniziative in favore di chi è colpito dalla Leucemia. L’incontro con il Rotary è stata per la nostra Presidente l’occasione per raccontare la storia dell’AIL, gli impegni presenti e futuri e ricordare la miriade di volontari che operano con entusiasmo e generosità all’interno dell’Associazione.

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“Insieme per la Vita” A... Teatro !!!isogna proprio es-sere CREATIVI per

accomunare “MEDICI E MU-SICA”, ma poi realizzo che in realtà sono in “RISONANZA” perfetta!“MUSICA” equivale a “VITA”, “MEDICO” equivale a “VITA”e chi l’ha organizzata pro-cura “RISORSE PER LA VITA”, ergo.....il tema della serata è perfetto:

“INSIEME PER LA VITA” !La platea e i palchi del Teatro “Mario del Monaco di Treviso” si riempiono lentamente. Nell’aria si sente un dolce brusìo che lascia percepire l’at-tesa dei presenti per la serata, la “suspence” che il connu-bio dell’evento procura...Luci vive, ma non prevaricatrici, fanno da sottofondo a voci di Esseri Umani che si ritrovano, si salutano, sorrido-no gioiosi di trovarsi in un Teatro che si va riempiendo di Calore Umano.Sì... L’AMORE per la Vita sprigiona questo: CALORE UMANO.A Teatro ci si aspetta sempre qualcosa di speciale, perché il luogo stesso “è speciale”!L’eleganza è “ GLAMOUR” a Teatro!Saranno gli Animi, saranno gli Abiti, saranno le Luci, saran-no gli OCCHI che brillano ma... tutto è palesemente intes-suto di straordinarietà. E c’è una frizzante attesa di veder iniziare la serata. Incontro il dottor Filippo Gherlinzoni. Sta terminando di curare i dettagli per l’intervento riservato all’Ematologia di Treviso, al fine di rendere noti risultati e progetti, per testimoniare “successi e insuccessi” tera-peutici e poter attendere poi la sua “equipe medica”. Nel mentre si guarda intorno per cercare lo sguardo di un’altra presenza importante e simultaneamente, in-tercettando questa esigenza, mi ritrovo a chiedermi la stessa cosa: “non vedo ancora la Presidente dell’AIL di Treviso, signora Teresa Pelos”, proprio lei che si è data particolarmente da fare per contribuire alla realizzazio-ne e successo della serata. Ed eccola arrivare, accompagnata da chi le vuole bene, la protegge, si prende cura di lei e, caparbia come sem-pre nelle “intenzioni”, rigetta la “prima fila” propostale per starsene in sordina, tra le fila meno osservate, a gu-stare la serata che sta per iniziare.Lei è come un regista: osserva tutto dal fondo, per avere una visione d’insieme più ampia, una visuale meno ri-stretta, più aperta, quasi a contenere più mondo...

Quel mondo che lei, la sua Associazione, le sue volon-tarie e volontari instanca-bilmente sostengono con costanza e dedizione.La serata inizia con un sus-seguirsi di brani di musica lirica interpretati da profes-sionisti e da una giovane debuttante! È il signor Cosimo Filome-no, Presidente della Fonda-

zione Mario Del Monaco International di Treviso ad averla organizzata, per raccogliere fondi da devolvere all’AIL. La Fondazione ha invitato anche Katia Ricciarelli a esibir-si al Teatro di Treviso insieme al tenore pugliese France-sco Zingariello. Nel cast ci sono altri protagonisti quali: il soprano Arianna Franchi, il tenore Alessandro Moccia, la vocalist Valentina Filomeno.È tutto molto coinvolgente. Si coglie talento e passione in quegli animi musicali, uniti a grande eleganza nelle mo-venze, nell’abbigliamento e una indiscussa capacità di trasmettere, con le espressioni del volto, le emozioni di ciò che stanno interpretando.Nel mezzo della serata prende la parola il dottor Filippo Gherlinzoni, per testimoniare i risultati del reparto di Ema-tologia di Treviso raggiunti in pochissimi anni e questo grazie all’intera Equipe Medica che presiede questo repar-to ed affronta ogni giorno grosse problematiche; risulta-ti ottenuti anche grazie al recupero di risorse umane ed economiche da parte dell’AIL (Associazione Italiana Lin-fomi, Leucemie e Mielomi).E questo il dottor Gherlinzoni lo puntualizza “particolar-mente” e non certamente per “dovere di cronaca” ma per esprimere ancora una volta il suo “GRAZIE”!

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n. 2 dicembre 2013 - Eventi

E sono proprio loro, il dottor Gherlinzoni e la signora Pelos, ad aver pensato di proporre, in questo contesto, anche la testimonianza di persone che rappresentano i “successi” e gli “insuccessi” terapeutici, proprio per garantire con-sapevolezza di percorso, trasparenza, professionalità e umiltà nel documentare i risultati fin qui ottenuti. Ecco che invitano allora Serena a raccontare la sua sto-ria di “successo”: storia di una Donna di coraggio che af-fronta la propria malattia consentendosi di superare tutte le paure e fragilità, presenti e future, con una sferzata di cambiamento significativo: un figlio, che poi arriverà e co-stituirà la sua rinascita! E poi ci sono io, Manuela, a testi-moniare l’”insuccesso” terapeutico della cura della malat-tia del compagno.Non amo la parola “insuccesso” perché spesso è fraintesa con “rassegnazione, rinuncia, mancanza di risultati”. No... anche gli insuccessi terapeutici hanno un valore, il valore di insegnare che bisogna “osare” ancor di più per oltrepas-sare i limiti del visibile, perché magari proprio l’invisibile offre nuove angolazioni, nuove prospettive, nuove strade da sperimentare. Per questo ringrazio il dottor Gherlinzoni

e la sig.ra Pelos dell’invito, segno tangibile di essere rivolti alla necessità di dover comprendere le cause, ancora ce-late, di particolari malattie rare, ricerca che dovrà essere fatta senza trascurare le motivazioni psicologiche, emoti-ve e animiche che nella maggior parte dei casi costituisco-no la causa principale, determinante e scatenante della malattia.Gli interventi sono stati intrisi di grande Umanità, per con-fermare che si può mettere in “musica” anche la sofferen-za, perché essa amplifica i valori, le aspettative, permet-te di lanciare un messaggio di Speranza. Nel libro che ho scritto:

“ Eroma... Amore al Contrario”ho voluto testimoniare proprio questo: una storia di Vita vera, che racconta la Gioia, la Sofferenza, la Speranza e l’Amore, sì... proprio quell’Amore che è capace di sprigio-narsi da una morte....

Se riesci a trasformarla, una morte sprigiona AMORE.... EROMA. Scrivilo come vuoi.... sempre Amore è!Ho voluto dedicare questo Libro a mia figlia Viola, per te-stimoniarle, in ricordo di Luca, l’Amore vissuto.Voglio donare il ricavato netto della vendita di questo Li-bro all’AIL di Treviso per rendere un po’ di quanto abbiamo ricevuto, cosciente che bisogna farlo, in particolare, quan-do si possiede il Dono della Salute!Il Libro “Eroma... Amore al Contrario” (Edizioni Acelium) è in vendita presso la Libreria Canova di Treviso, oppure potete richiederlo a: [email protected] serata continua poi con le bellissime voci de: Il Picco-lo Coro “I DoReMissimi” e i Growin’up Singers di Treviso, diretti dall’insegnate Paola Pascolo, affiancati dall’Orche-stra Sinfonica dei Colli Morenici con il maestro Christian Maggio.È veramente entusiasmante ed energizzante ascoltare questo coro che dimostra, oltre ad un’ottima preparazio-ne, una grande empatia di gruppo, coordinazione e sincro-nizzazione.

È condivisione pura, è un tutt’uno di emozioni, sensazioni, VIBRAZIONI energetiche.Sono loro che confermano l’inno della serata: la VITA! Sono loro l’energia contagiosa, sprigionata dalle voci coe-se, unita al senso del “fantastico” procurato dai variegati colori che si mescolano in un gioco di luci, il tutto condi-to dall’esuberante e coinvolgente passione che traspare da ogni cellula di colei che dirige: Paola Pascolo che, con la sua gestualità, sorriso e quel morbido vestito bianco, sembra un grande ALBATROS che fiero e armonioso si li-bra in un libero volo per esternare quel grandioso impulso musicale che sgorga da un Animo pieno di talento, quale l’Animo di un grande “Saggio” che abbraccia come in “un tutt’uno” il proprio Coro, per riunirlo a sé e affermare: “Siete sotto la mia protezione oltre che sotto la mia Direzione”! Sono proprio loro a confermarci: Sì... Insieme per la Vita!

Manuela Venerandi

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INCONTRO PROGETTO DI RICERCA AIL TREVISO

Venerdì 2 agosto 2013, presso l’Aula informatica dell’Ospedale Cà Foncello di Treviso, si è tenuto un “Meeting On Going” relativo al progetto patrocinato dall’AIL “Studio clinico osservazionale e su caratteristiche morfologiche e funzionali di midollo osseo in pazienti diabetici affetti da lesioni critiche agli arti inferiori”, di cui il Responsabile scientifico è la Dott.ssa Maria Sambataro e la sottoscritta, Dott.ssa Seganfreddo Elena, una sua collaboratrice.

Ecco alcuni invitati:

Federico Quaini MDAssociate Professor of OncologyDept. of Clinical and Experimental MedicineUniversity-Hospital of Parma

Bruno Lo Russo e Angela FalcoDipartimento Medicina di LaboratorioSezione di Anatomia PatologicaAzienda Ospedaliero Universitaria di Parma

Via Skype:Paolo Madeddu, Professor, MD CS FAHAChair Experimental Cardiovascular MedicineHead of Regenerative Medicine Section, Bristol Heart Institute, School of Clinical SciencesUniversity of Bristol, United Kingdom

Gaia Spinetti PhD e Davide MaselliIRCCS Istituto di Ricerca a Carattere ScientificoMultiMedica, Milano, Italy

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n. 2 dicembre 2013 - Filo diretto con il medico

Perché l’AIL è così sensibile alla patologia diabetica e ci consente questi incontri di approfondimento della ricerca così preziosi?

Perché il diabete costituisce una grande sfida epide-miologica: in base alle statistiche ISTAT in Italia nel 2011 sono quasi 3 milioni le persone affette da diabete, ossia il 4,9% della popolazione totale; la prevalenza del dia-bete, in gran parte tipo 2, inoltre aumenta al crescere dell’età: oltre i 75 anni almeno una persona su cinque ne è affetta.

Il vero punto critico del diabete sono le complicanze le-gate alla durata della patologia e al grado di compenso metabolico: retinopatia, nefropatia, malattie cardiova-scolari, neuropatia e lesioni agli arti inferiori ovvero il così detto “piede diabetico”. In alcuni casi le lesioni ai piedi sono così profonde, infette e difficili da curare che può essere necessaria l’amputazione degli arti (attual-mente il diabete risulta la prima causa mondiale di am-putazione degli arti inferiori di origine non traumatica). Queste lesioni sono difficoltose da guarire perché il dia-bete induce molto frequentemente delle modificazioni strutturali nella cute e nei nervi periferici e dei danni nella parete dei vasi sanguigni che spesso non vengo-no prontamente “riparati”. Qual è allora il vero punto di incontro tra patologa metabolica e midollo osseo?

Secondo alcuni studiosi il midollo osseo ha un ruolo molto importante nel mantenere i vasi sanguigni in-tegri nell’invecchiamento fisiologico e contribuisce a riparare il danno dei vasi sanguigni legato al dia-bete attraverso un rilascio nel sangue di cellule “specializzate” emangiopoietiche. Queste cel-lule normalmente entrano in circolo anche nei soggetti sani e funzionano nel tessu-to endoteliale all’interno dei vasi come il “tacon de sbrego” ossia come le toppe nei tessuti da rammen-dare. I meccanismi biologici e la dinamica con cui esse si mantengono nel midollo dei soggetti sani o si atti-vano o si liberano nel mi-dollo dei soggetti diabetici per migrare nella sede del danno vascolare sono tut-tora poco chiare. Sembra,

però, che l’alta esposizione nel sangue allo zucchero, condizione tipica del diabete, agisca su queste cellule alterando la loro funzione biologica. Quindi l’AIL di Tre-viso ha promosso questo studio per valutare l’impatto del diabete sul midollo come “organo riparatore di dan-no endoteliale”.

Grazie all’AIL di Treviso, nonché al Dott Agostino Pac-cagnella, responsabile dell’Unità Operativa di Malattie del Metabolismo e Nutrizione Clinica, al Dott Filippo Gherlinzoni, Primario del Reparto di Ematologia e al Dott Angelo Paolo Dei Tos, Primario del Reparto di Ana-

tomia Patologica, stiamo studiando un modello fisiologico che ci permetta di capire quali

siano i normali meccanismi biologici di omeostasi endoteliale, come impatta la

neuropatia sul midollo di un soggetto diabetico e come avviene la ripara-zione dei vasi sanguigni danneggiati dal diabete.

L’incontro del 2 agosto tenutosi all’O-spedale Cà Foncello ha portato a Tre-

viso alcuni esponenti della ricerca che rappresentano in Italia e all’estero

un punto di eccellenza in questo campo e ci ha permesso di scam-

biare opinioni per migliorare le conoscenze per la cura dei no-stri pazienti con lesioni al piede diabetico.

Dott.ssa Elena Seganfreddo

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ANEMIE VECCHIE E NUOVE

otto il patrocinio del presiden-te dell’AIL di Treviso, signora

Teresa Pelos, l’11 maggio 2013 a Castelfranco Veneto si è tenuto un convegno su “Anemie vecchie e nuo-ve”. Il titolo un po’ provocatorio è stato dettato dal fatto che l’immigrazione degli ultimi anni ha fatto si che si sia tornati ad affrontare di nuovo anemie, soprattutto congenite, che erano divenute assai rare (talassemia, sferoci-tosi, anemia falcifor-me etc.) alle nostre latitudini, ma che stanno ridiventando centrali nella cura dei soggetti che ven-gono dalle zone più povere del pianeta. Per questo c’è bisogno di riconoscer-le! Hanno partecipato medici di me-dicina generale, medici ospedalieri specialisti e non, pediatri di base e al-tre figure professionali quali biologi, tecnici di laboratorio e infermieri per un totale di oltre 200 persone. Il suc-

cesso dell’iniziativa, oltre le più rosee aspettative, ha comportato che non tutti hanno potuto ottenere i crediti formativi (le famose ECM!!!) e alcuni sono venuti “solo” per ascoltare.

Assieme a noi ematologi e trasfu-sionisti locali, nelle relazioni da pre-sentare abbiamo coinvolto i colleghi del nostro laboratorio analisi, diretto dal dottor Pisaserico e coadiuvato in questo settore dalla dottoressa Pajo-la, con i quali c’è ormai un rapporto di interscambio quotidiano, i nostri “cugini” dell’ematologia di Treviso, diretti dal dottor Gherlinzoni, con cui collaboriamo da anni, un esperto immuno-ematologo il dottor Di Mam-bro, primario a Feltre, e il professor Lucio Luzzatto, direttore scientifico dell’Istituto Toscano Tumori, una delle maggiori autorità mondiali in questo

settore. La lettura magistrale che ha presentato, oltre che essere di sem-plice comprensione e livello scientifi-co eccellente, è stata, permettetemi, perfino emozionante per lo spirito e la passione che questo grande medico ha saputo comunicare a tutti noi.

Nella sessione dedicata alla presen-tazione dei casi clinici si sono avvi-cendati la dottoressa Sartor, medico di medicina generale della nostra USL, la dottoressa Danesin dell’Ema-tologia di Treviso e la dottoressa Tas-sinari, il dottor Sartori e la dottoressa Candiotto dell’Ematologia castellana. Quest’ultima, destinataria di una bor-sa di studio AIL Treviso, ha esposto un “caso clinico di una paziente di 59 anni che avevo visitato pochi mesi prima in ambulatorio, dopo accesso in pronto Soccorso per pancitopenia (grave diminuzione di emoglobina, globuli bianchi e piastrine), con il so-spetto di una leucemia. L’emocromo dimostrava una grave anemia ma-crocitica (globuli rossi “grandi”, ndr), allo striscio di sangue periferico si evidenziava una marcata anisopoi-chilocitosi delle emazie (globuli rossi

“strani”, ndr) e la pre-senza di neutrofili ipersegmentati (glo-buli bianchi “strani”, ndr). L’analisi del midollo osseo dimo-strava la presenza di cellule immature del-la serie bianca e ros-sa. Gli esami ema-tochimici tuttavia dimostravano anche reticolociti ridotti (forme giovani dei globuli rossi, ndr), LDH molto elevata, lieve iperbilirubina-mia ed una carenza

di vitamina B12. Per-tanto abbiamo ricercato gli anticorpi anti-fattore intrinseco e anti-cellule parietali gastriche, che spesso si as-sociano a questo deficit, che sono ri-sultati positivi. Questo ci ha permes-so di porre diagnosi di anemia perni-ciosa, escludendo malattie leucemi-

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Sono la Dr.ssa Candiotto e per prima cosa vorrei ringrazia-

re tutte le persone che si sono adoperate affinché

io potessi lavorare nel team dell’Ematologia di Castelfranco Veneto e in particolare la si-

gnora Pelos. Grazie alla borsa di studio dell’AIL,

da 14 mesi mi sono potuta inserire nella “famiglia” dell’E-

matologia di Castelfranco Veneto, in cui ho trovato un ambiente accogliente e disponibi-le tra il personale medico, infermieristico e del Centro Trasfusionale. Partecipando alle attività cliniche del re-parto e degli ambulatori ho potuto constatare l’amore e l’impegno con cui insieme si affrontano le problema-tiche dei pazienti. Inoltre con l’aiuto del Dr. Tagariello e

degli altri colleghi mi sono dedicata ad alcuni ambiti di ricerca riguardanti le malattie ematologiche, in parti-colare delle malattie linfoproliferative T, del linfoma di Hodgkin, dell’anemia perniciosa e delle piastrinopenie.

Lo scorso 11 maggio per me è stato un giorno sicura-mente importante dal momento che nel corso del con-gresso su “Anemie vecchie e nuove” organizzato dal Dr. Tagariello presso l’Ospedale di Castelfranco Veneto, ho potuto esporre il singolare caso clinico di una paziente da me seguita.

Ringrazio di cuore tutti i volontari e i collaboratori dell’AIL di Treviso e Castelfranco Veneto che mi hanno permesso di fare questa bellissima esperienza e mi au-guro che la nostra collaborazione si possa prolungare anche oltre maggio 2014.

Dr.ssa Laura Candiotto

che. Abbiamo trattato la paziente con vitamina B12 ottenendo la normaliz-zazione dei parametri dell’emocromo ed in particolare un rapido recupero del valore dell’emoglobina”. Quindi in conclusione un caso che “sembrava” leucemia, ma che non era tale!

La collaborazione con la dottoressa Candiotto, grazie all’AIL Treviso, dura ormai da 14 mesi e mi fa piacere co-municare a tutti i soci e simpatizzanti

AIL che è divenuta ormai una emato-loga sicura e affidabile in tutte le si-tuazioni. Inoltre si sta dedicando an-che ad attività di ricerca e dopo aver già pubblicato un lavoro proprio sul deficit di vitamina B12 (caso analo-go, ma molto più complesso, a quello presentato) ha ora collaborato ad altre due ricerche: la prima sulla riduzione delle piastrine (piastrinopenie), già accettato per pubblicazione, e la se-

conda sui linfomi di Hodgkin, inviato per pubblicazione, ma il cui esito non è ancora noto. Con l’impegno i risultati arrivano!

Il direttore dell’Ematologia di Castelfranco Veneto

Dottor Giuseppe Tagariello

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n. 2 dicembre 2013 - Filo diretto con il medico

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n. 2 dicembre 2013 - Il Racconto

IL RACCONTO La penengìte di Nane

l borgo delle Fontane, una delle tante piccole ap-pendici di paesi solo un poco più grandi che come

una processione seguono il corso del Piave.

Poche case, un cortile comunitario, che non si capiva il perché veniva chiamato Piazza delle Fontane, un piccolo fiume di campagna che lo attraversava alla periferia, po-che abitazioni raccolte attorno a questa specie di centro geografico e tante case di contadini seminate fra i campi di mais e i vigneti di raboso. Gli abitanti, l’umanità viva di questa comunità? Era formata da pochi vecchi, una vol-ta morivano prima, tante donne, nonne, madri, zitelle per vocazione e, ad amalgamare il tutto, stuoli di bambini.

Fra gli abitanti c’era sempre qualcuno che aveva il dono della facezia, del racconto che catturava l’interesse, del-la battuta fulminante. Per fortuna che c’erano, perché ai quei tempi la radio era un lusso, la televisione al di là da venire e non restavano che le storie.

Se quelle prurigino-se erano precluse ai bambini, non lo era-no quelle della guer-ra; erano storie rac-contate dagli attori di quegli eventi. Gli uomini avevano avu-to tutti una parte in quella nefasta guerra che ci faceva vedere ancora mutilati nelle case, muri sbrecciati, macerie da smaltire, schegge di bomba nei cortili delle case e, lo sapevamo per certo, sacchi di esplosivo messo da parte dai recuperanti nelle cantine.

L’accortezza però era quella di raccontare il lato came-ratesco, ilare della guerra; forse volevano esentarci dalle brutture che avevano vissuto.

Fra gli aedi di quel periodo c’era il Nane che innestò in una generazione di ragazzini il gusto del teatro, della risata aperta, dell’ironia, del saper prendere in giro senza offen-dere, mai cattivo e sempre rispettoso delle persone.

Non solo avventure e storie dolorose, quindi, raccontava il Nane, ma anche accadimenti allegri e un po’ cosmopoli-

ti, le gesta con cui aveva cercato di svicolare dalle schiop-pettate e dalla morte con la furbizia e l’intraprendenza di una comparsa che la guerra non l’amava proprio.

Frequente come numero di volte, intenso e partecipato era il racconto della Maria, slava-slovena appena dentro il confine.

Nane raccontava con grazia gli approcci, le tecniche di seduzione messe in atto, i momenti del rifiuto e dell’in-successo, mai scendeva nei particolari e tralasciava o copriva con uno svolazzo poetico i momenti intimi. (A noi erano preclusi in ogni caso).

“La Maria era banconiera in una osteria poco dentro il confine sulla strada per Lubiana e da mesi la frequenta-vo con fortuna; ero stato distaccato in una caserma della guardia di frontiera, le schioppettate erano solo per sen-tito dire, il rancio era abbondante e il vino della Maria era doppiamente dolce.

Come incarico avevo quello di postino, por-tavo la posta ai vari distaccamenti, alle polveriere, alle case-matte sparse sulle montagne attorno.

Ero accolto con gioia in tutti i reparti, rac-contavo, nell’acquar-tieramento dove ar-rivavo, le barzellette e le novità sentite in quelli che avevo visi-tato prima.

Ero benvoluto da tut-ti, i bicchieri di vino si

sommavano nell’arco della giornata e più volte mi dovevo fermare a dormire in qualche distaccamento perché non ero in grado di proseguire tanto ero cincio. Delle volte nel mio giro quotidiano passavo dall’osteria della Maria e lì mi fermavo; se entrava qualche ufficiale, lei mi nascondeva nel retro e ogni volta che oltrepassava la tenda per scen-dere in cantina ci scappava un bacio o una carezza o una palpatina; poi con calma riprendevo il cammino.

Se la guerra era questa tanto valeva che durasse ancora per un po’.

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Pensavo di sistemarmi dalla Maria: il lavoro era soppor-tabile e lei era bella!”

(Sono da tralasciare le valutazioni sulla quantità, densi-tà, posizione, profumo dei seni della Maria.)

Con il passare degli anni e l’avvento della televisione, alla comparsa di qualche bella e notevole ragazza Nane esclamava: ”Ostia, pare la Maria”.

Arrivati a quel punto la voce di Nane però cambiava tono.

“Qualcosa però stava cambiando, voci si rincorrevano, gli ufficiali erano nervosi, la disciplina stava diventando rigida. Girando per i vari distaccamenti le ombre di vino diminuivano, così come gli scherzi e i moti di spirito e aumentavano invece le tensioni e i silenzi improvvisi.

Si sapeva della guerra in Russia, ma la voce ricorrente era che stavano formando un corpo di spedizione più consistente e che altri alpini ne avrebbero fatto parte. Il nostro battaglione sarebbe presto partito per le steppe russe, gli ufficiali (solo pochi a dire il vero) cominciava-no ad esaltarsi, spesso alcuni ci arringavano e puntava-no i loro discorsi sulla gloria dell’Italia, del Duce.

A me interessava prima di tutto la ghirba e poi la Maria: stavo rischiando di perderle tutte e due!

In quel periodo era arrivato nel nostro battaglione, di-staccato per due settimane, un ex commilitone di Vaz-zola che era andato a fare l’infermiere imboscato all’o-spedale militare di Lubiana. Era piacevole avere qualcu-no quasi paesano con cui parlare, anche se non mi man-cavano certamente i rapporti umani; fra tutti i discorsi quello ricorrente trattava della prossima partenza per la Russia, ma anche a come fare per scapolarla. Fra tutte le ipotesi e le fantasie che ci riempivano il cervello: dalla pace, alla morte del Duce, alle più strampalate, Bepi da Vazzola una sera in branda azzardò:

“Perché non ti fai venire la penengìte?”

“Scherzi? Non ho più avuto mal di pancia negli ultimi vent’anni”

“Guarda che se dici di avere tanti dolori, non c’è medico che ti possa dire il contrario”.

Le conoscenze che doveva avere acquisito in ospedale, e il fatto stesso che per una lieve ferita fosse riuscito ad imboscarsi, mi davano delle garanzie.

E la strada della finta penengìte cominciò a convincermi sempre più.

Bepi mi spiegò così bene i sintomi da descrivere ai medi-ci che a tratti i dolori mi sembravano reali.

Le esercitazioni del battaglione aumentavano di inten-sità, cominciava ad arrivare gente nuova, distribuivano vestiario invernale, fucili nuovi, la disciplina era rigida e gli ufficiali più rognosi. La decisione era presa, avevo sentito parlare del dado di Giulio Cesare ma la mia era di certo più dura.

Passai due notti con la Maria, coperto dai commilitoni.

La notte precedente la mattina, che nelle abitudini era delegata al trasporto dei malati, incominciai a urla-re come un ossesso, a rotolarmi nelle coperte; senza farmi vedere mi misi due dita in bocca e vomitai, (non ebbi difficoltà a espellere una grande quantità di roba dato quello che avevo ingurgitato la sera prima , ombre comprese); mi portarono in infermeria sempre urlante, il capitano medico giunse subito, cominciò a visitarmi e appena mi toccò nel punto che Bepi aveva detto essere la sede di tutte le penengìti cacciai un urlo ancora più forte.

Immediata fu la diagnosi: ”Appendicite”.

E soave ai miei orecchi la prima parte della terapia:

”Questo va subito a Lubiana all’ospedale militare”.

Arrivai a Lubiana nel pomeriggio, l’ospedale era riscal-dato!

Mi assegnarono un letto in una grande camerata, alcuni erano reduci dalle zone di operazione, altri avevano su-bito operazioni di routine: penengìti, ernie, emorroidi.”

E per noi ragazzini delle Fontane la descrizione dell’ope-rato di emorroidi e del macabro strumento vicino al letto che questo poveretto doveva usare per far rientrare le sporgenze rettali era un momento di orrore, di curiosa immaginazione dell’atto in sé e per qualcosa che, rin-graziando Dio ancora non potevamo sperimentare.

“Dovete sapere che il poveretto in questione, e che tutti chiamavano Jacometto Buganza, era molto giovane, im-paurito, stremato dai dolori. Doveva almeno due volte al giorno “sedersi” sopra un palo rivestito, come un cócon da botte, di garze e vi lascio immaginare gli urli che rag-giungevano tutti gli angoli dell’ospedale”.

Per alcuni anni quando nelle preghiere si dovevano esprimere richieste di grazie al Signore o di piccoli favori e intercessioni, una costante era:

“Signore, non farmi venire le emorroidi”.

Penso di non essere stato il solo, in quegli anni a prega-re cosi.

“In ospedale dormivo fra le lenzuola, al rancio non man-

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n. 2 dicembre 2013 - Dai Gruppi

Campagna STELLE DI NATALE

6-7-8 dicembre 2013

cava niente, gli altri ricoverati rifiutavano, causa le loro rogne e infermità, quasi tutto e io ramazzavo ogni ben di Dio; a malapena mi ricordavo di cacciare un urlo quando il primario in visita mi palpava la pancia, era già qualco-sa se ricordavo la parte che doveva essere sede della penengìte .

Stavo ingrassando, ero bello colorito, qualcuno comin-ciava a fare domande; allora decisi che era il momento di aver coraggio: cominciai ad avere delle crisi dolorose sempre più frequenti finché una mattina il colonnello medico disse:

“Preparatelo per domani mattina”.

Mi operarono e quella mattina scendeva la prima neve, era appena autunno!

Il risveglio fu doloroso, la sera passò il primario e lo sen-tii dire:

“Sembra impossibile ma tutte le appendici sono diverse, questa - rivolto verso di me - sembra quella di un bambi-no, per niente ingrossata, ma dava tanti dolori a questo poveretto!”

Fui dimesso dopo due settimane con quaranta giorni di convalescenza da passare a casa.

Tornai alla caserma, il battaglione era partito alla forza-ta ricerca della gloria di pochi e costretto invece a trova-re il dolore per molti. Raccolsi le poche cose, mi diedero le spettanze, passai a salutare la Maria.

Forse le volevo bene, ma la situazione poteva diventare critica ed era più sicuro avvicinarsi a casa.

L’inverno del 42-43 lo passai a casa; in primavera mi ag-gregarono alla guardia di frontiera vicino a Trieste.

Vidi tornare i treni dei reduci dalla Russia ed era uno spettacolo doloroso; poco, ma mi sentivo in colpa!

Non rividi più la Maria ma neanche diversi commilitoni e questo mi faceva più male.

In guerra l’importante è portare a casa la pelle!”

da Il borgo delle Fontane

di Luigino Bravin

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