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DALL’AGORÀ GRECA AL PAVAGLIONE DI LUGO La storia del Pavaglione di Lugo inizia intorno al 1570 quando l'ultimo Duca di Ferrara, Alfonso II d'Este, decise di modificare l'apparato difensivo, ancora medievale, della città di Lugo per adeguarlo alle nuove strategie militari dettate dalla diffusione delle armi da fuoco ed in particolare delle artiglierie. Venne quindi demolita la cittadella fortificata posta al centro della città, che ostacolava il tiro delle artiglierie, creando un ampio spazio sul quale il Duca decise di far costruire una lunga struttura a portico, utilizzando il materiale risultante dalla precedente demolizione. Tale struttura doveva servire a dar ricovero ai militari ed ai loro cavalli, creare un percorso coperto per collegare la Rocca alla Chiesa del Carmine ed uno spazio protetto per i mercanti che si recavano a Lugo per i mercati e per le fiere. Questo intervento diede così nuovo impulso all'attività commerciale che venne via via potenziata nel corso dei secoli e che fece della città un centro importante per il commercio della seta ed in particolare dei bachi da seta. Il nome deriva infatti da “Padiglione de’ follicelli da seta” poi trasformato, con un chiaro francesismo in “Paviglione” ed infine “Pavaglione”. Al semplice porticato iniziale, agli inizi del seicento, fu aggiunto un braccio perpendicolare ed un secondo fu realizzato nel 1771 per giungere poi, a fine settecento, al quadriportico completo ed alla realizzazione di botteghe stabili in muratura. Quest’ultimo intervento fu progettato dall’architetto Giuseppe Campana su mandato del Cardinal Legato di Ferrara Francesco Carafa. Lugo infatti era rientrato da tempo sotto il controllo dello Stato Pontificio a causa dell'estinzione dell'asse ereditario dei duchi Estensi. La storia del Pavaglione però non finisce qui. Altri interventi importanti furono eseguiti nel secolo successivo col rifacimento di alcune parti, l'aggiunta di un orologio meccanico retroilluminato, ancora funzionante, e la demolizione di vecchie strutture fatiscenti addossate al quadriportico che diedero all'opera l'assetto originale che possiamo tuttora apprezzare. Da un punto di vista architettonico l'opera presenta uno stile neoclassico molto sobrio, realizzato in cotto, con ampie arcate poggianti su pilastri decorati con semplici lesene e lunghi 1

DALL’AGORÀ GRECA AL PAVAGLIONE DI LUGO

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La storia del Pavaglione di Lugo inizia intorno al 1570 quando l'ultimo Duca di Ferrara, Alfonso II d'Este, decise di modificare l'apparato difensivo, ancora medievale, della città di Lugo per adeguarlo alle nuove strategie militari dettate dalla diffusione delle armi da fuoco ed in particolare delle artiglierie.Venne quindi demolita la cittadella fortificata posta al centro della città, che ostacolava il tiro delle artiglierie, creando un ampio spazio sul quale il Duca decise di far costruire una lunga struttura a portico, utilizzando il materiale risultante dalla precedente demolizione.

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DALL AGORA GRECA AL PAVAGLIONE DI LUGO

DALLAGOR GRECA AL PAVAGLIONE DI LUGOLa storia del Pavaglione di Lugo inizia intorno al 1570 quando l'ultimo Duca di Ferrara, Alfonso II d'Este, decise di modificare l'apparato difensivo, ancora medievale, della citt di Lugo per adeguarlo alle nuove strategie militari dettate dalla diffusione delle armi da fuoco ed in particolare delle artiglierie.

Venne quindi demolita la cittadella fortificata posta al centro della citt, che ostacolava il tiro delle artiglierie, creando un ampio spazio sul quale il Duca decise di far costruire una lunga struttura a portico, utilizzando il materiale risultante dalla precedente demolizione.

Tale struttura doveva servire a dar ricovero ai militari ed ai loro cavalli, creare un percorso coperto per collegare la Rocca alla Chiesa del Carmine ed uno spazio protetto per i mercanti che si recavano a Lugo per i mercati e per le fiere. Questo intervento diede cos nuovo impulso all'attivit commerciale che venne via via potenziata nel corso dei secoli e che fece della citt un centro importante per il commercio della seta ed in particolare dei bachi da seta. Il nome deriva infatti da Padiglione de follicelli da seta poi trasformato, con un chiaro francesismo in Paviglione ed infine Pavaglione.Al semplice porticato iniziale, agli inizi del seicento, fu aggiunto un braccio perpendicolare ed un secondo fu realizzato nel 1771 per giungere poi, a fine settecento, al quadriportico completo ed alla realizzazione di botteghe stabili in muratura.

Questultimo intervento fu progettato dallarchitetto Giuseppe Campana su mandato del Cardinal Legato di Ferrara Francesco Carafa. Lugo infatti era rientrato da tempo sotto il controllo dello Stato Pontificio a causa dell'estinzione dell'asse ereditario dei duchi Estensi.

La storia del Pavaglione per non finisce qui. Altri interventi importanti furono eseguiti nel secolo successivo col rifacimento di alcune parti, l'aggiunta di un orologio meccanico retroilluminato, ancora funzionante, e la demolizione di vecchie strutture fatiscenti addossate al quadriportico che diedero all'opera l'assetto originale che possiamo tuttora apprezzare.

Da un punto di vista architettonico l'opera presenta uno stile neoclassico molto sobrio, realizzato in cotto, con ampie arcate poggianti su pilastri decorati con semplici lesene e lunghi porticati coperti da volte a vela sui quali si affacciano i negozi.

Luniformit della struttura interrotta da alcuni moduli costituiti da unarcata affiancata da due aperture rettangolari e sovrastata da un timpano triangolare, libero adattamento della classica serliana. E lo stile che ritroviamo in diverse citt romagnole, specialmente in quelle strutture ad uso civile (spesso mercati) nelle quali l'aspetto funzionale prevale nettamente su quello monumentale.

Lopera, infatti, stata realizzata per rispondere a precise esigenze pratiche fra le quali prevale quella di creare spazi adeguati per la realizzazione di mercati e fiere. Tale modello ha origini lontane che partono dalla rinascita dei commerci dopo la parentesi buia determinata dalle invasioni barbariche che avevano messo a ferro e fuoco l'Italia e gran parte dell'Europa nella prima fase dell'alto medioevo.

Si rese quindi necessario creare specifici luoghi per lo scambio periodico delle merci, trasformati poi in piazze del mercato attorno alle quali si svilupparono le nuove citt medievali grazie al ceto borghese che costituiva l'ossatura dell'economia rinascente. In questo le citt Italiane si distinsero particolarmente. Nella nostra regione poi le piazze furono molto spesso porticate grazie all'abitudine emiliano - romagnola di realizzare un porticato davanti al palazzo in alternativa al grande cortile porticato della tradizione fiorentina .

Le radici per sono ancora pi lontane e le possiamo trovare addirittura nelle citt greche del periodo classico dove, con l'avvento della democrazia, si rese necessario prevedere spazi per lo svolgimento delle assemblee popolari, e questi spazi, destinati anche ai mercati, spesso circondati da porticati, furono le prime piazze che i greci chiamarono agor. Roma riprese questo modello, adattandolo alle sue esigenze, realizzando al centro delle citt il foro sede di assemblee, mercati, tribunali, luoghi di culto e monumenti celebrativi. Tali strutture, tipicamente occidentali, sono invece completamente assenti nelle citt arabe, prive di piazze, dove i mercati si sviluppano lungo dedali di stradine strette (i sette piedi prescritti da Maometto) che costituiscono i suq o bazar.

Dopo questo lungo viaggio nel tempo e nella storia, ritorniamo a Lugo, in questa nuova agor di 100 metri di lato e 440 anni di vita intensamente vissuti durante i quali si continuamente rinnovata, come un organismo vivente, adeguandosi sempre alle esigenze della citt e dei suoi operosi abitanti e non meravigliamoci se, sotto le volte che hanno protetto i preziosi bozzoli dei bachi da seta, oggi troviamo i prodotti della tecnologia moderna.Umberto Giordano

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