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“Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, per- ché anche voi facciate come io ho fatto a voi.” Gv 13,14-15 Pasqua 2017 Bollettino parrocchiale della Parrocchia San Pietro Apostolo, Azzano Decimo (Pn) dal campanile di Azzano Decimo

dal campanile di Azzano Decimo · 2017. 8. 10. · Il più cordiale e sincero augurio di Buona Pasqua giunga a tutti gli azzanesi vicini e fisicamente lontani ma presenti nel ricordo

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  • “Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli

    uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, per-ché anche voi facciate come io ho fatto a voi.”

    Gv 13,14-15

    Pasqua 2017

    Bollettino parrocchiale della Parrocchia San Pietro Apostolo, Azzano Decimo (Pn)

    dal campanile di

    Azzano Decimo

  • Il più cordiale e sincero augurio di Buona Pasqua giunga a tutti gli azzanesi vicini e fisicamente lontani ma presenti nel ricordo e nella simpatia.

    Il Cristo morto e risorto sia Segno di speranza e di incoraggiamento per tutti, in modo particolare per quanti stanno vivendo momenti di fatica, di solitudine e di sofferenza. Assicuriamo il ricordo e la preghiera perché la Pasqua del Signore sia davvero per tutti motivo di serena fiducia della Sua vicinanza.

    I vostri sacerdoti

    Parrocchia San Pietro aPoStoloazzano Decimo

    Via Don Bosco, 1233082 Azzano Decimo (PN)Tel. 0434 631053parr.azzanox@diocesiconcordiapordenone.itwww.parrocchiaazzanodecimo.it

  • INDICE

    2 Ilsalutodelparroco

    3 LaprimamessadidonJonathan

    5 SalutoaDonMatteoLazzarin

    6 IlCircoloOratoriodonBosco

    9 Cos’èilC.S.A.?

    10 L’operasilenziosadellaSanVincenzo

    12 LaMensaSolidale

    13 EsperienzadiservizioaRoma

    14 Accoglienzaairichiedentiasilo

    15 UnitàPastorale

    16 ScuolaMaterna:lemammedelmartedì

    18 Alfabetodellafede.Gruppodell’8dicembre.

    19 Formazioneanimatori:corsosull’affettivitàesessualità

    21 Inuoviparcheggidell’oratorio

    22 Esperienzeestive

    22 Agesci

    23 AzioneCattolica

    24 Condor

    25 Grest

    26 CampoAnimatori

    27 GMGCracovia

    28 RestaurodelCapitellodipadreTitaededicazionesalaoratorio

    29 SegnidelGiubileodellamisericordia

    30 PortasantadadonGaliano

    31 Ilserviziodeiministristraordinaridellacomunione

    33 Accoglierel’altronellavitadicoppia:

    coppiesposiepercorsopreparazionealmatrimoniocristiano

    34 SilviaMascarineavvisoraccoltafoto

    36 Festadell’Oratorio

    38 Resocontoeconomico

    39 Anagrafeparrocchiale

    42 Oraricelebrazionisettimanasanta

  • Una comunità che vuole essere fedele al suo essere tale e cioè “obbediente al comando del Signore”, deve essere una comunità che annuncia il Vangelo, che celebra la grandezza del suo Signore e che vive e testimonia il suo messaggio. I tre pilastri che sostengono la Chiesa intera come comunità sono perciò: Annuncio – Liturgia – Carità.

    In questo numero del bollettino abbiamo inteso dare ampio spazio a quest’ultima dimensione, quella della Carità appunto, che si manifesta soprattutto nella solidarietà e nel servizio.

    Non per farci belli e neppure per ostentare quanto si fa, ma in fedeltà ad una consegna che ci siamo dati in Consiglio Pastorale vogliamo far circolare notizie e informazioni per favorire la conoscenza e incoraggiare tanti a coinvolgersi, condividere e partecipare a tante esperienze e possibilità di servizio che la parrocchia offre.

    La Pasqua di Gesù ha un punto alto di stimolo e di sprone a questo stile e senso di appartenenza quando ci presenta, durante l’ultima cena, quel gesto grandioso di umiltà e servizio che fà Gesù il “Maestro e Signore” quando si alza da tavola e “depone la veste” per indossare un grembiule e lava i piedi ai suoi discepoli. E lo fa per dimostrare fino a che punto è capace di spingersi il suo amore:

    “avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine”. Una volta compiuto questo gesto lo affida ai suoi dicendo loro: “anche voi dovete lavare i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato un esempio perché anche voi facciate come io ho fatto a voi”. (cfr. Gv 13,1-16)

    Qualcosa facciamo, molto di più si dovrebbe o potrebbe fare soprattutto se ci dovessimo confrontare non sulle nostre possibilità ma sui bisogni dei nostri fratelli: lo prendiamo come un ulteriore sprone e incoraggiamento questo invito di Gesù a non fermarci a ciò che si fa ma a motivarci al sempre di più.

    Se qualche persona di buona volontà ci affianca, ci aiuta, ci suggerisce, ci fa conoscere e condivide con noi questo impegno, confidiamo che molto altro e sicuramente fatto meglio, si potrà aggiungere.

    La Pasqua del Signore sia la nostra speranza e la nostra motivazione a credere, a testimoniare e farci carico della grandezza e della bellezza dell’annuncio cristiano: il bello ed il buono vincono su ciò che è brutto, cattivo e mortifica l’uomo.

    Buona Pasqua!Il vostro parrocoDon Aldo Moras

    Il pensiero del parroco

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  • “Oggi ringrazio di cuore il Signore per questa celebrazione con voi che mi avete accompagnato sulla strada indicata da Gesù, nel cammino ver-so il mio sacerdozio”. Così domenica 24 aprile 2016 don Jonathan Marcuzzo concludeva, con voce vibrante, la sua prima omelia tra noi, dopo l’ordinazione sacerdotale. Questa parrocchia di adozione, dove il sacerdote novello aveva svolto il suo servizio nell’ultimo tratto di preparazione al sacerdozio, gli ha tributato un affettuoso omaggio corale e ha esultato di gioia per questo giovane fi-glio accogliendolo con un intenso “Tu es sacerdos in aeternum” eseguito dal coro al gran completo diretto da Marcellino Del Col.

    Don Jonathan indossava la casula bianca che gli era stata donata in occasione della celebrazio-ne della prima Messa dalla parrocchia di Loncon, sua comunità di origine. Pure ad Azzano Decimo ha ricevuto in dono una casula, ma di colore ver-de, a indicare la speranza di un cammino fecondo, accompagnato da ogni benedizione del Signore, come ha affettuosamente sottolineato il parroco

    don Aldo, alle cui intense espressioni è seguito un lungo applauso dell’assemblea all’indirizzo del sa-cerdote novello.

    Dopo la celebrazione, don Jonathan si è in-trattenuto con la popolazione che ha desiderato salutarlo ed esprimergli pensieri di viva partecipa-zione e di augurio: momenti intensi da ricordare con gratitudine e con gioia.

    LAPRIMAMESSADIDONJONATHANNELLACOMUNITA’DELSUOMINISTERO

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  • Da allora il nostro don Jonathan ha continuato a svolgere il suo ministero nella nostra comuni-tà: una presenza lieta e assidua accanto ai gruppi giovanili Acr, Scout, animatori, catechismo delle medie, cresimandi…E’ assistente spirituale della San Vincenzo ed è pure una presenza sempre di-sponibile in tutti i momenti della vita parrocchiale. Dalle sue espressioni emerge una gratitudine in-tensa per il dono della fede ricevuto in famiglia e della chiamata al sacerdozio.

    Ora sta vivendo un percorso di formazione conti-nua sostenuta da don Aldo e don Dino e arricchita dalla vicinanza e dalla collaborazione di tanti laici.

    F. S.

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  • Domenica 18 settembre 2016 la nostra co-munità ha rivolto un saluto grato e augurale a don Matteo Lazzarin che si è accomiatato da noi ma che continuerà ad essere molto vicino.

    E’ stato infatti destinato come parroco a Tiezzo (mantenendo anche l’incarico di vice cancelliere della Curia), la parrocchia a noi contermine che sembra ancora più vicina da quando il nostro Vescovo ha decretato la piena attivazione delle Unità pastorali, una realtà che gradualmente si impone per l’apertura recipro-

    ca e la collaborazione-condivisione tra parroc-chie: nel nostro caso Azzano Decimo, Tiezzo e Corva.

    A nome di tutti lo ha ringraziato Andrea Ram-baldini: a don Matteo, che si è speso intensa-mente tra i giovani e nelle varie iniziative orato-riane, il grazie profondo di tutti, nella certezza che anche la vicinanza geografica contribuirà a mantenere vivi il dialogo e la collaborazione.

    Flavia

    SALUTOADONMATTEOLAzzARIN

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  • La nostra Parrocchia, nei primi anni 2000, si era impegnata a ristrutturare l’oratorio per dare nuova linfa e sviluppo alla pastorale dei ragazzi e dei gio-vani, degli adulti, delle famiglie e degli anziani con attività ricreative, formative, culturali e sportive. Nel 2007 i lavori di ristrutturazione erano terminati e si è studiata la gestione degli spazi dell’oratorio. Era volontà di tutti i parrocchiani ridare ai giovani, ai ra-gazzi e alle famiglie un centro di aggregazione, o meglio, un punto di riferimento.

    L’Oratorio è, per eccellenza, un ambiente aperto a tutti, è, con le parole del Vescovo emerito Ovi-dio Poletto, “il cortile dei gentili”, dove entrano ed escono i ragazzi, i giovani, le famiglie, i gruppi e vi si svolgono le attività più diverse.

    Fondato su questi propositi, il progetto del lonta-no 2007 ha previsto:

    • la riproposizione dello spazio bar, trasferendolo dal piano seminterrato al piano terra, con atten-zione per l’accoglienza e le attività relazionali;• uno spazio per l’animazione e i giochi privile-giando quelli educativi e di gruppo e scegliendo dei giochi non a pagamento, eliminando i vecchi a gettoni o moneta;• uno spazio per ascoltare la musica e poter co-struire relazioni;• uno spazio per le attività di catechesi e pasto-rale giovanile e per le proposte ricreative dei di-versi gruppi parrocchiali.Per avviare questo progetto, sono state esamina-

    te diverse situazioni alla luce delle normative nazio-nali e regionali riguardanti la gestione delle strutture oratoriali, finché alcuni parrocchiani, nell’autunno 2007, hanno conosciuto la realtà degli Oratori della Diocesi di Vittorio Veneto ove operava l’associazio-ne denominata N.O.I. (Nuovi Oratori Italiani nata a livello nazionale nel 2002).

    Valutata attentamente la proposta di aderi-re all’associazione, il 19 giugno del 2008 nasce il Circolo NOI Oratorio “Don Bosco” ad Azzano Decimo con l’insediamento dell’assemblea costi-tutiva e del consiglio direttivo.

    L’associazione NOI ha una struttura nazionale, regionale e territoriale, che coincide di norma con quella diocesana, e una parrocchiale. In assenza di una sede diocesana, dal 2008 al 2014, l’asso-ciazione di Azzano Decimo era affiliata alla sede della diocesi di Vittorio Veneto, poi nel 2014, per forte volontà del Vescovo Pellegrini, è nata la sede dell’associazione anche nella nostra diocesi di Con-

    CIRCOLOORATORIODONBOSCO

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  • cordia-Pordenone a cui abbiamo aderito fin dalla fondazione e che oggi conta 14 circoli oratoriali.

    L’associazione di promozione sociale NOI, che risponde alla Legge 383/2000, ha struttura demo-cratica, svolge attività di utilità sociale, nel pieno ri-spetto della dignità e della libertà degli associati; il Circolo non ha fini di lucro e persegue finalità di so-lidarietà civile, culturale e sociale volte alla promo-zione dell’aggregazione, in particolare delle giovani generazioni, attraverso l’Oratorio ed il Circolo. Tra le attività di pertinenza dell’associazione troviamo:

    • l’organizzazione e la gestione di strutture di va-rio genere;• l’educazione e la formazione al servizio dei soci;• la promozione e la gestione di iniziative educa-tive per giovani e famiglie;• la valorizzazione delle diverse forme espressi-ve e attività dei tanti gruppi parrocchiali che fre-quentano e operano in oratorio;• la promozione del libero associazionismo.Per perseguire le proprie finalità l’associazione si

    è impegnata nel corso di questi anni a svolgere at-tività editoriali (Bollettino e Calendario) contribuendo alle spese per l’acquisto della carta; a condurre e gestire strutture, aree e impianti dell’oratorio; a re-alizzare iniziative socio-culturali ed ogni altra attività connessa e funzionale al raggiungimento degli sco-pi associativi.

    Gli avanzi di gestione, per statuto dell’associa-zione, devono essere impiegati per la realizzazione delle attività educative e formative statutariamente previste e per contribuire allo sviluppo dei progetti della pastorale giovanile e familiare della Parrocchia.

    L’associazione vede la presenza di un assistente spirituale che, di regola, è il parroco o altro presbi-tero da lui designato. Egli partecipa all’elaborazione dei progetti formativi dell’associazione e alla realiz-zazione delle relative iniziative. Lo stesso contribu-isce all’azione dell’associazione, mantenendo co-stante il riferimento al Vangelo e vivo il rapporto con la comunità ecclesiale, attraverso l’esercizio del suo servizio ministeriale.

    L’11 luglio del 2016 il direttivo del Circolo è sta-to rinnovato, nei membri costitutivi e nelle cariche, tramite elezioni libere e democratiche a cui hanno partecipato i soci tesserati con la precisa volontà di costituire un direttivo in cui fosse presente, in quali-tà di consigliere, un rappresentante di ogni gruppo parrocchiale per permettere la programmazione comune delle attività annuali dell’Oratorio in modo ordinato e senza sovrapposizioni, in modo da poter favorire il coinvolgimento e la partecipazione atti-va di ogni associazione o gruppo parrocchiale che opera in Oratorio.

    Il proposito è stato realizzato e l’attuale direttivo ha come presidente il Sig. Enrichetto Drigo; vice-

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  • presidente il Sig. Ivano Mazzonetto e segretario e tesoriere il Sig. Renzo Fregonese. I componenti del Direttivo sono i signori:

    Paolo Agostino Bariviera, Enrichetto Drigo, Giulia Pascot, Elisa Zaina, Ivano Mazzonetto, Lisa Nespolo, Federico Presta, Giorgio Camata, Elena Ragogna, Paolo Corazza, Edorado Ballardin, Alberto Tondato, Roberto Daneluzzi e Renzo Fregonese. L’assisten-te spirituale dell’associazione è il parroco Don Aldo Moras assieme a Don Jonathan Marcuzzo.

    Le attività pastorali proposte per l’anno 2016/2017 a cui il Circolo Oratorio Don Bosco ha contribuito per la loro organizzazione e realizzazio-ne assieme a tutti gli altri gruppi giovanili e oratoriali della Parrocchia sono:• a settembre la partecipazione ad Associazzanodomenica 13 novembre CASTAGNATA• a novembre i corsi HCCP e antincendio per alcuni consiglieri del Circolo• Domenica 18 dicembre PRANZO degli AUGURI• da venerdì 27 a domenica 29 gennaioFESTA di DON BOSCO• sabato 25 febbraio FESTA di CARNEVALE • nei mesi di maggio e giugno corsi e mostre di fotografia• luglio 2017 collaborazione nelle attività del GREST

    Il numero di soci attuale è di 493, di questi hanno diritto di voto solo i maggiorenni. L’associazione è

    aperta a tutti ed opera in Parrocchia con spirito di Servizio per la nostra comunità ed in particolare per i ragazzi e i giovani.

    Per il proseguimento delle finalità istituzionali l’as-sociazione dispone delle seguenti entrate:

    • una piccola parte delle quote annuali del tes-seramento;• gli utili, i proventi, i redditi, i rimborsi ed ogni altro introito;• i contributi di enti e privati; il cinquepermille ed ogni altro introito donato. Grazie alle entrate il Circolo riesce a far fronte

    alle spese di gestione delle strutture e a sostenere molte altre iniziative rientranti nelle finalità dell’asso-ciazione.

    Giulia Pascot

    Le attività dell’associazione possono essere so-stenute in occasione della denuncia dei redditi indi-cando nella scelta per la destinazione del 5 per mil-le il codice fiscale del Circolo oratorio don Bosco: 91072670937.

    la teSSera noi:• va richiesta al bar dell’oratorio compilando un apposito modulo

    • si rinnova ogni anno al costo di 7 E per i maggiorenni e 5 E per i minornni

    • manifesta il pieno sostegno al nostro oratorio e alle sue iniziative

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  • Il Centro di Solidarietà Alimentare di Cesena è stato inaugurato il 19 ottobre 2015 a suggello di una settimana intensa, ricca di iniziative nelle scuole e nei comuni: dalle raccolte straordinarie nei supermercati, alle cene povere, dagli incon-tri con i volontari Caritas a spettacoli dedicati, dai laboratori sul pane alle marce non competitive… Una grande varietà di iniziative realizzate con il contributo di moltissime persone con l’intendi-mento di far conoscere il Centro di raccolta, sen-sibilizzare ai temi della solidarietà, della sobrietà, del dono, della comunità e, infine, raccogliere concretamente beni alimentari per le famiglie in si-tuazione di disagio. Da allora la sensibilità del ter-ritorio per questo progetto è in costante aumento e continua a registrare le più svariate iniziative in tutti i comuni dell’Ambito che vi aderiscono. Ov-viamente si conta sempre sul contributo del Ban-co Alimentare di Pasian di Prato, mentre le stesse associazioni caritative provvedono all’acquisto integrativo di alcuni generi di stretta necessità. Il servizio di trasporto dal CSA alle sedi delle asso-ciazioni è svolto dalla San Pietro Onlus di Azzano Decimo, con il fondamentale supporto economico della Fondazione BCC Pordenonese.

    Mentre l’attività del CSA prosegue intensamen-te, il Servizio sociale dei Comuni e le opere carita-tive sono costantemente impegnati a monitorare la situazione al fine di garantire che tutti i bambini e le famiglie in difficoltà abbiamo il necessario per alimentarsi.

    L’iniziativa “Contatti Solidali” si propone di dare vita ogni anno a una settimana di solidarietà per sensibilizzare le persone e per raccogliere beni alimentari e materiali in tutti i comuni dell’Ambi-to. Anche nelle scuole continua ad arrivare un messaggio stimolante che suscita una molteplicità di iniziative. Oltre che a costituire la risposta a importanti esigenze di tante famiglie

    in stato di bisogno, il CSA rappresenta un veicolo di sensibilizzazione nei confronti della comunità, in particolare dei giovanissimi. Nel primo periodo di attività sono state, ad esempio, molteplici le inizia-tive delle scuole dei comuni dell’Ambito finalizzate a far riflettere e lavorare i nostri ragazzi sui temi della povertà, della carenza di cibo, della necessi-tà di evitare lo spreco, della solidarietà.

    F. S.

    Pacchi Adulti Bambini Kg/Mese

    Azzano X° 87 236 29

    Prata 23 46 41

    Cecchini 39 123 36

    Pravisdomini 30 72 57

    Chions 28 83 13

    Fiume V. 69 177 9

    Pacchi/mese Adulti Bambini Totale Kg

    276 737 185 3180

    Quantità di beni alimentari distribuiti dal CSA per Azzano, Fiume, Chions, Pravisdomini, Prata, Cecchini di Pasiano.

    SOSTEGNOAUNMIGLIAIODIPERSONEDALCENTRODISOLIDARIETA'ALIMENTARE

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  • Vent’anni fa non c’erano le diffuse e allora inim-maginabili povertà di oggi. Sul finire del secolo scorso e negli anni successivi arrivavano gli stra-nieri da varie parti del mondo: particolarmente per loro si rendeva indispensabile il sostegno della San Vincenzo parrocchiale date le difficoltà iniziali a trovare casa e lavoro. Ma poi quasi tutte quelle famiglie hanno trovato una sistemazione più che dignitosa e si sono progressivamente integrate. Come racconta Sonia, la responsabile dell’asso-ciazione, oggi proprio alcune di loro sostengono l’attività caritativa e offrono aiuto per le nuove situazioni di disagio vissute in tanta parte da fa-miglie italiane rimaste senza lavoro. Portare aiuto a queste famiglie, abituate a vivere agiatamente, spesso grazie al doppio reddito, richiede oggi un approccio molto delicato e un comprensibile pro-fondo rispetto della riservatezza.

    Nel passato non c’erano alla San Vincenzo le ri-sorse e l’organizzazione di oggi. I destinatari degli aiuti erano intercettati e seguiti, ma non esisteva-no le schede di registrazione che oggi agevolano il lavoro e consentono di dare risposte e contri-buti adeguati alla peculiarità delle situazioni. Oggi il materiale donato è immagazzinato nella sede ubicata nello scantinato della canonica con criteri che ne consentono un più facile smistamento e una immediata reperibilità. Nel duemila la San Vin-cenzo azzanese seguiva le persone bisognose di aiuto dei sette Comuni dell’Ambito Sud. Poi sono stati sensibilizzati i parroci di queste comunità che hanno progressivamente organizzato in proprio nuove realtà di sostegno alle famiglie in difficoltà.

    Attualmente gli aiuti arrivano da molte fonti: si può dire che tanta parte della nostra comunità è in “dialogo” concreto con la San Vincenzo che oggi esprime vicinanza a un centinaio di famiglie bisognose dell’Unità Pastorale. Arrivano aiuti da molti privati, dal Banco Alimentare e dalla Coop; quest’ultima offre ogni giorno anche gli alimenti cotti che hanno scadenza immediata e che sono destinati alla mensa solidale: consentono di pre-parare per gli ospiti invitati a pranzo anche un pacchetto di vivande pronte per la cena. Le bor-se alimentari sono fornite una volta al mese e, su richiesta dei Servizi Sociali, due volte. Il CSA di Cesena fornisce mensilmente a 100 famiglie bi-sognose del territorio azzanese (286 adulti e 32 bambini fino ai cinque anni) alimenti per un peso complessivo di 1.250 kg. Inoltre tramite la raccol-ta effettuata presso la Coop è possibile dotare i ragazzi di materiale scolastico. Il Tulipano offre detersivi e prodotti per la persona. La raccolta di farmaci da banco consente anche di disporre al bisogno di questi indispensabili prodotti. Le vo-lontarie vincenziane visitano periodicamente un centinaio di anziani e seguono a domicilio alcune famiglie in particolari condizioni di necessità. “E‘ una questione di cuore da parte nostra e di tut-ta la comunità che dona - conclude Sonia -. Noi continuiamo a meravigliarci di quanto riceviamo e ci rendiamo conto di essere la mano della Provvi-denza”.

    Flavia Sacilotto

    LASANVINCENzOELEPOVERTàATTUALI

    10

  • “Offrendo alle famiglie disagiate i corredini completi per i bebè in arrivo e accompagnan-dole in seguito con il rifornimento di pannolini e latte riteniamo di contribuire a responsabilizzare i genitori in merito al compito di seguire i figlio-letti con le migliori cure”. E’ una considerazione di Sonia, responsabile da un ventennio della San Vincenzo parrocchiale. La periodica consegna dei prodotti di consumo per neonati consente alle volontarie vincenziane di accompagnare le mam-me nella fase più delicata della crescita dei loro piccoli. Negli anni passati la richiesta di corredini per neonati, particolarmente frequente da parte delle famiglie straniere, spesso molto numerose, impegnava intensamente l’associazione caritati-va, molto attiva nella raccolta di indumenti, car-rozzine, passeggini, culle…per offrire la più calda accoglienza ai nuovi nati. Le nostre mamme si sono dimostrate sempre molto sensibili e genero-se nella disponibilità a offrire il proprio contributo: nella quasi totalità dei casi i piccoli capi di corredo sono arrivati da parte loro pulitissimi e profumati e spesso addirittura ancora nuovi. Anche il resto dell’occorrente è sempre offerto in ottimo sta-to, tanto da consentire il passaggio successivo

    ad altre famiglie. Talvolta, in accordo con la San Vincenzo, dopo l’uso gli indumenti del corredino sono inviati a mamme in attesa dei Paesi di origi-ne. Chi li riconsegna, deve restituirli nelle condi-zioni migliori per consentire il passaggio ad altre famiglie.

    Gli indumenti che non sono distribuiti qui sono inviati in Africa tramite una famiglia senegalese che abita ad Azzano e si è impegnata a fare lo smistamento e la spedizione. Anche questo è un aiuto che possiamo offrire ai bisognosi con il pro-fumo e il calore della nostra terra.

    Attualmente, riportiamo ancora le considera-zioni di Sonia, con la sensibile diminuzione delle nascite arriva la richiesta di quattro, cinque corre-dini l’anno. La fornitura di indumenti da parte del-la San Vincenzo continua anche quando i bambi-ni si fanno grandicelli e possono scegliere con le mamme le taglie adatte e le fogge più gradite. La scelta è possibile perché la San Vincenzo di Az-zano si è specializzata nella raccolta di indumenti per bambini, che arrivano sempre abbondanti e per lo più in ottime condizioni.

    Sonia e Tatiana

    LASANVINCENzOPREPARAICORREDINIDEINUOVIBEBéDIFAMIGLIEDISAGIATE

    11

  • LAMENSASOLIDALE,MOMENTOD’INCONTRO

    Siamo nel pieno del secondo anno di esperien-za della Mensa Solidale di Azzano Decimo. Dopo alcuni incontri di preparazione, è partita concre-tamente il 6 ottobre 2015 presso l’oratorio Don Bosco. Gli obiettivi che caratterizzano l’iniziativa sono diversi: la lotta allo spreco alimentare, con il recupero del cibo non scodellato dalle mense del-la scuola primaria Margherita Hack e della scuola dell’infanzia di Via Divisione Julia; la risposta al bi-sogno alimentare di persone in difficoltà; una di-mensione di accoglienza e socialità per persone che possono fruire della possibilità di pranzare in compagnia. L’iniziativa è possibile grazie al coin-volgimento e all’attivazione di diversi soggetti: la scuola e la società che gestisce la mensa, la Ge-meaz, la Parrocchia, la Croce Rossa, l’Unità edu-cativa “Nuovi Orizzonti”, la Spi CGIL, la Società San Vincenzo de Paoli, l’associazione «Insieme per un progetto”, sotto l’egida dell’Amministrazio-ne comunale e dell’Ambito Distrettuale - Servizio Sociale dei Comuni; quest’ultimo ha dato vita ad un gruppo di lavoro sul tema della lotta allo spre-co, da cui è scaturita la proposta.

    Quando se ne parlò con don Aldo, disse che “cristianamente, non poteva non essere d’accor-do”. E aggiunse anche: “Basta che non coinvol-giate troppo Enrico!”. E invece è proprio Enrico il cuore di questa iniziativa, colui che garantisce tutti i giorni – da lunedì a venerdì – l‘apertura del… ristorante “Agli amici”.

    Concretamente, sono diversi i volontari e le vo-lontarie che permettono la realizzazione del pro-getto: una decina di uomini attivi per il recupero del cibo, grazie al pullmino del Centro diurno per anziani, e una decina di signore che si dedicano all’allestimento e alla pulizia della sala da pranzo e al servizio. A questo si aggiungono i fruitori che

    aiutano sia nel recupero del cibo che nel lavoro di pulizia. Il servizio è attivo nei giorni di apertura della mensa scolastica, da lunedì a venerdì; ma anche durante i momenti in cui la scuola è chiusa, la Parrocchia ha offerto più volte la possibilità di pranzare insieme. Alcune delle persone segnalate dai Servizi sociali, insieme alla San Vincenzo, frui-scono del pranzo comunitario tutti i giorni, altre in maniera più sporadica; nel complesso sono oltre 20 le persone che hanno frequentato la mensa, mentre in media sono 12 i commensali che con-dividono il pasto.

    Se qualcuno volesse unirsi a noi e vivere que-sta bella esperienza trova porte aperte e un modo piacevole per essere utile.

    Stefano Carbone

    12

  • Anche quest’anno alcuni giovani del gruppo animatori, accompagnati dalla presenza insostitu-ibile di alcuni adulti, hanno deciso di condividere il Natale vivendo una dimensione di servizio partico-lare. Parliamo dell’esperienza che ormai da alcuni anni portiamo avanti alla Mensa Caritas di Roma e da qualche tempo più recente anche all’Opera don Guanella, sempre nell’Urbe. I giorni di servizio sono stati dal 27 al 30 dicembre, divisi in 3 grup-pi (eravamo in tutto 57 persone): due gruppi alle mense Caritas (mezzogiorno e sera) e un gruppo presso la comunità di disabili dell’Opera don Gua-nella. Come sempre l’esperienza dà modo non solo di vedere ma anche i rendersi conto perso-nalmente della realtà di vita di alcune persone che diremmo “meno fortunate di noi” ma che conser-vano sempre la dignità inviolabile di ogni essere umano. Accostarsi, farsi vicini con discrezione vincendo le paure e i pregiudizi che ci portiamo dentro ci aiuta a crescere come persone mature, capaci di guardare con occhio diverso alle picco-le difficoltà della vita, alle piccole incomprensioni che spesso ci appaiono insormontabili. Ringrazia-mo di cuore chi ha accompagnato i nostri giova-ni dedicando loro affetto e tempo. Ringraziamo il Circolo Oratorio don Bosco che ha sostenuto le spese del viaggio, un atto di sensibilità, genero-sità, incoraggiamento per i nostri giovani, segno che l’Oratorio può essere loro vicino. Ci sentiamo invitati a proseguire queste esperienze di servizio perché possano lasciare nella mente e nel cuore di chi le vive un segno bello della misericordia di Dio. Vi proponiamo la testimonianza del gruppo che ha prestato servizio nella comunità di disabili.

    Don Jonathan

    “Siamo il gruppo di animatori che ha avuto la possibilità di prestare servizio nella cooperativa Don Guanella di Roma.

    Il 26 dicembre ci siamo trovati in oratorio, ca-richi per la partenza ma al contempo spaventati dalla nuova esperienza che ci aspettava.

    Fin dal giorno del nostro arrivo siamo stati in-seriti in diversi reparti della struttura e coinvolti nelle varie attività. Il servizio si svolgeva durante la mattinata, che si divideva in tre parti: cola-zione, laboratorio creativo e pranzo. Catapultati così velocemente in una realtà del tutto diversa dal solito, ci siamo trovati spiazzati davanti alle varie difficoltà degli ospiti.

    Ma poi, durante il secondo giorno, ciò che prima aveva creato difficoltà ci è parso estre-mamente naturale. La cosa incredibile è che sono stati proprio i disabili, che inizialmente ci mettevano un po’ a disagio, a farci sentire come a casa. Siamo rimasti davvero sorpresi da quanto facile sia stato poi instaurare un rap-porto di amicizia con le persone a cui prestava-mo servizio. Nei loro occhi abbiamo scoperto una luce nuova, di gioia e di un amore profondo per la vita.

    È lo splendido sorriso che illuminava i loro volti a essere ancora vivo nei nostri cuori e lo porteremo sempre con noi con gioia e orgoglio. Rifaremmo questa esperienza altre mille volte, perché ci ha dato tanto”.

    Gli animatori

    L’ESPERIENzAALLACARITASEALL’OPERADONGUANELLADIROMA

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  • Saranno state le parole di Papa Francesco, sarà che alcuni di noi sentivano già questa necessità, a fine 2015 abbiamo organizzato un gruppo di la-voro parrocchiale per affrontare il tema dei rifugiati ad Azzano.

    Molte le difficoltà incontrate, da una natura-le diffidenza di molti a una lunga ricerca di una sistemazione abitativa adeguata. Alla fine, grazie all’impegno di tutti, ci siamo riusciti e lo scorso anno sono arrivati quattro ragazzi pakistani.

    Giovani, simpatici e animati da buona volontà: queste le caratteristiche emerse subito; e dopo una maggiore conoscenza i nostri ospiti hanno superato la naturale timidezza dovuta anche alla difficoltà di comunicare. Seguiti bene dalla coope-rativa che se ne occupa, da parte nostra abbiamo iniziato a frequentarli andando a trovarli a casa, in-vitandoli in oratorio in occasione di qualche even-to ed organizzando delle occasioni ad hoc con l’obiettivo di integrarli per quanto possibile nella nostra comunità e farli sentire quasi in famiglia an-zichè in un paese lontano, sconosciuto ed ostile.

    La loro risposta è stata davvero pronta e posi-tiva; si sono subito offerti di cucinare e farci as-saggiare alcune specialità del loro Paese. Hanno iniziato a frequentare i corsi di italiano e dopo i primi mesi di ambientamento abbiamo cercato di impegnarli in attività che li facessero sentire utili e occupassero almeno in parte le loro giornate.

    Abbiamo coinvolto l’amministrazione comunale che si è attivata per individuare possibilità di im-piego in attività di volontariato, sempre finalizzate a occupare alcune ore di questi ragazzi. All’interno di un progetto seguito dall”Ambito” e in particolare da Stefano Carbone che organizza cene etniche, una serata è stata dedicata al Pakistan con i nostri ragazzi ai fornelli. Un grande successo: cibo dav-vero buono e originale per il nostro gusto e note-vole partecipazione di ospiti; i cuochi felici erano al centro della scena.

    Abbiamo anche stimolato i gruppi parrocchiali affinchè cercassero un coinvolgimento dei ragazzi in qualche loro attività e confidiamo di avere ri-scontro a breve su questa iniziativa.

    Non sappiamo per quanto tempo questi ragazzi si potranno fermare ad Azzano: le pratiche buro-cratiche sono lunghe, ma vogliamo fortemente che questi mesi possano rimanere nella loro memoria come un periodo della loro vita che valeva la pena di vivere. Siamo convinti che impegnarsi per que-sti fratelli sia necessario oltre che cristiano: i nostri nonni avranno avuto la stessa accoglienza quando cento anni orsono arrivavano nel continente ame-ricano o più semplicemente in Belgio, Francia o Svizzera? Ci piace pensare che sia stato così.

    Nicola Accordi

    INOSTRIFRATELLIPAKISTANI

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  • Ci siamo lasciati un anno fa con l’Unità Pastorale di Azzano, Corva e Tiezzo che muoveva i primi pas-si verso una collaborazione che permettesse alle tre parrocchie di crescere insieme come comunità cristiana e al tempo stesso di mantenere la propria identità. Fin dagli inizi si è ritenuto indispensabile trovare momenti di condivisione per conoscerci me-glio e creare le relazioni che aiutassero il dialogo e il superamento dei pregiudizi e dei campanilismi che renderebbero impossibile qualsiasi forma di condi-visione. Gli esercizi spirituali, tenuti da don Maurizio Girolami durante la prima settimana di Avvento, e gli appuntamenti di Lectio divina del giovedì sera sono stati un’occasione speciale per incontrarci e gettare le basi per una proficua conoscenza.

    Con lo stesso intento è stato riproposto, come già fatto l’anno scorso, un incontro di preghiera durante la quaresima aperto a tutti, specialmente ai mem-bri dei tre consigli pastorali: pregare insieme ci aiuta a riscoprire la nostra appartenenza a una famiglia dove ciascun membro cerca di adeguare il proprio passo perchè nessuno resti indietro e in cui i vari talenti vengono messi a disposizione di tutti senza invidie nè gelosie.

    Nell’ambito della catechesi è continuata la siner-gia che i catechisti hanno saputo creare prontamen-te, tanto che è stato deciso di uniformare l’età in cui ricevere i sacramenti (Confessione, Comunione e Confermazione): in questo modo è possibile indivi-duare un unico percorso formativo per i catechisti e linee guida comuni per l’educazione dei bambini e i ragazzi che, qualora avessero problemi a frequen-tare gli incontri di catechesi nella propria comunità, possono farlo nelle altre due parrocchie seguendo lo stesso progetto educativo.

    Durante l’anno ha preso forma anche il Consiglio di Unità Pastorale, ufficialmente costituito il 7 febbra-io dal Vescovo, che si compone dei sacerdoti pre-senti nelle tre parrocchie, dei vicepresidenti dei tre consigli pastorali e di alcuni rappresentanti dell’am-bito della catechesi, della pastorale familiare, dei giovani e della Carità. Il consiglio ha il compito di ani-mare l’unità pastorale cercando di promuoverne la collaborazione e la comunione, trovando in ciascuna realtà i punti di forza che meritano di essere condivisi e affrontando insieme le sfide della realtà attuale.

    Andrea Rambaldini

    UNITàPASTORALE:ILCAMMINOCONTINUA

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  • Nella scuola dell’infanzia della nostra parroc-chia da qualche anno ogni martedì mattina alcune mamme mettono a disposizione un paio d’ore del loro tempo per le necessità della scuola, ciascuna in base alla propria disponibilità. All’inizio gli incontri avvenivano solo in un paio di occasioni l’anno con l’impegno di raccontare ai bambini storie animate. Successivamente e spontaneamente è sorto il de-siderio di incontrarsi più spesso; così, in accordo con la scuola, gli incontri sono diventati settimanali con la finalità di preparare il materiale che viene uti-lizzato nelle varie attività di classe. Ognuna trova il proprio spazio: dal semplice ritaglio, all’assemblag-gio, al disegno, alla pittura..., tutto in base a ciò che serve, oltre alla preparazione delle letture animate. Il 21 novembre ricorre la ‘Festa dei diritti dei bam-bini’ e ad inizio giugno si celebra la fine dell’anno scolastico. Queste due date sono temute e amate da noi mamme, in quanto ogni storia da presentare ha un messaggio da trasmettere che deve essere reso a misura di bambino: deve divertire, far riflette-re senza annoiare, coinvolgere senza far confusio-ne. Tutto è preparato con cura e attenzione per dar vita alle storie mediante l’uso di cartelloni, sagome, travestimenti, musiche o quant’altro la nostra fan-tasia ci suggerisca. Poi, che dire… la soddisfazione più grande è rappresentata dal sorriso dei bambini, dalla loro sorpresa, dalla loro gioia.

    Il martedì mattina ormai non è più visto come momento di ‘lavoro’, ma come momento di in-contro, di amicizia, di svago. Aggiungerei anche di confronto e consigli reciproci sulle esperienze di ciascuna… anche sui figli che crescono, tant’è che alcune mamme continuano a collaborare sebbene

    i loro figli siano cresciuti e non frequentino più la scuola materna.

    Naturalmente la partecipazione è aperta a tutti i genitori dei bambini frequentanti la nostra scuola, anche un martedì nell’anno scolastico è ben ac-cetto: è un’esperienza utile a sentirsi più partecipi della vita dei propri figli… naturalmente secondo la sensibilità e disponibilità di ciascuno.

    Questa attività, partita un po' per scherzo, è una realtà importante di volontariato all’interno della no-stra scuola, è un’esperienza di servizio silenzioso, dono di tempo e capacità, è mettersi in gioco sen-za temere di ‘far brutta figura’, ma riscoprendo la gioia di tornare bambini divertendosi con loro.

    Un gruppo di mamme

    ILCONTRIBUTODIUNGRUPPETTODIMAMMEALLASCUOLADELL’INFANzIAPARROCCHIALE

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  • Così hanno cantato i bambini, e noi catechisti con loro, all’inizio della Messa di domenica 19 feb-braio. E proprio di una grande e bella festa si è trattato, dove non sono mancate allegria, condi-visione e momenti di riflessione. L’incontro, orga-nizzato all’interno del percorso dell’Alfabeto della Fede, ha riunito genitori e bambini di tutte le pri-marie insieme ai catechisti per un’ora prima della Messa presso il nostro Oratorio. Mentre gli adulti

    partecipavano alla toccante testimonianza di fede di una giovane coppia di Pordenone, Fulvia e Gianni, i ragazzi si scatenavano in giochi di grup-po preparati dai catechisti per rinsaldare il legame di gruppo e la gioia della compartecipazione.

    Il senso di appartenenza alla famiglia della Chie-sa si è ulteriormente arricchito e rinforzato con l’ingresso nella comunità cristiana di tre bambini che hanno ricevuto il dono del battesimo.

    La consegna delle vestine bianche del battesi-mo ha permesso di tracciare un filo unico con le vestine della prima comunione consegnate a 95 bambini: “Come crescono le misure delle nostre vesti insieme al nostro corpo, così deve aumenta-re la nostra fede” - ha ricordato don Aldo durante la Santa Messa.

    Proprio nella volontà di accompagnare queste famiglie nel loro cammino di avvicinamento alla fede e ai sacramenti è racchiuso il nostro impe-gno di catechisti, sempre attenti e focalizzati nel trovare nuovi modi e canali di comunicazione in grado di sintonizzarci con i nostri ragazzi ed ac-compagnarli alla scoperta di Gesù.

    Sandra Venuti

    FACCIAMOFESTA,FACCIAMOFESTA…

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  • Gli intensi martedì delle amiche dell’otto dicembretra ricami raffinati e creative atmosfere natalizie

    Una tavolata “imbandita” di panno lenci, tessuti colorati, fili dorati, gingilli natalizi in “produzione”, tessuti impreziositi da ricami nordici hardanger e molto altro materiale in attesa di essere utilizzato e trasformato da abili mani creative… e qua e là qualche “pistola” per la colla a caldo…

    Un laboratorio dal sapore intensamente natali-zio, tanto da sembrare un anacronismo in questo scorcio primaverile con il prato ricoperto di prato-line e la magnolia in fiore nel giardino della casa di Oriana e Plinio Marzinotto, in Via Santa Croce. Qui un magnifico fienile restaurato e caldo ospita ogni martedì pomeriggio l’allegra compagine di una dozzina di signore intensamente impegnate a produrre uno svariato campionario di oggettistica per dare vita ogni otto dicembre all’affermato mer-catino della solidarietà. Ci sono poi le collaboratri-ci a distanza, cioè le amiche che danno il proprio contributo da casa con la personale abilità creati-va: e in questo insieme operoso la bellezza di un mondo di generosità mosso da mani che si pro-tendono verso situazioni di bisogno mentre sono all’opera senza clamore nel laboratorio comune o nella riservatezza delle proprie case. Dobbiamo pure citare il sostegno importante offerto da robu-ste mani maschili che procurano e tagliano il tron-co o i rami di alberi nelle forme richieste, oppure

    modellano fili di ferro e altri materiali “robusti” che fungono da anima e supporto a oggetti ideati da brevetti femminili…

    L’iniziativa del mercatino è nata una ventina di anni fa all’insegna di una creatività che si è co-stantemente trasformata e arricchita… Una bella fatica predisporre anno dopo anno un campiona-rio sempre diverso per rinnovare il repertorio della produzione. Lo scorso otto dicembre sono stati proposti all’affezionata e generosa clientela, sem-pre più ammirata per le sorprese affascinanti e invitanti, 57 articoli diversi, complessivamente un migliaio di pezzi. Da restare stupiti per la mole di lavoro e di passione che si può facilmente intuire anche da parte dei profani… “E c’è sempre tanta generosità da parte della nostra popolazione che ormai sa, ossia conosce la destinazione degli in-troiti. L’importo di 4.500 euro raccolti nella recente edizione è stato destinato alla scuola dell’infanzia parrocchiale, al progetto ‘Pane e latte’ delle suore Rosarie in Bolivia e al Centro di accoglienza brasi-liano dei ragazzi di strada di don Federico”.

    L’idea iniziale era mossa dall’intendimento di aiutare le suore Rosarie, poi si è via via dilatata e si è aperta ad altre destinazioni.

    Non tutte si sentono “artiste”, ma si tratta di un lavoro di èquipe che consente di dare ai molteplici prodotti una indubbia valenza artistica.

    “Ci sentiamo molto affiatate e stiamo bene in-sieme, mentre ci sostiene la finalità bella e buona che è alla base del nostro lavoro”.

    F. S.

    ABILI“MANIDIFATA”ALLAVOROPERDARESOSTEGNOAOPEREDIBENE

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  • Tra i mesi di ottobre e novembre scorsi nella no-stra parrocchia si sono svolti una serie di incontri sui temi fondamentali e importanti della affettività e della sessualità, con un piccolo percorso di for-mazione dedicato ai nostri giovani che fanno parte del gruppo animatori. Abbiamo accolto la propo-sta formativa del Consultorio Noncello di Porde-none che ha steso il programma degli incontri svolti da alcune educatrici. Essi sono stati desi-derati fortemente da noi sacerdoti, perche ritenia-mo importante investire nella formazione umana e spirituale dei giovani, facente parte di un pro-gramma più ampio. Infatti non ci sono stati solo 4 incontri con i giovani (mediamente 65 partecipanti per volta divisi in 5 gruppi) ma anche 2 incontri con i genitori per parlare anche con loro del mon-do dei sentimenti e di una corretta educazione alla affettività e alla sessualità: occasione preziosa di dialogo e confronto arricchente tra adulti, lo dimo-stra anche la partecipazione di circa 90 persone. La proposta e poi proseguita nel mese di febbraio con 4 incontri dedicati ai ragazzi di seconda e ter-za media sui temi dell’amicizia e degli affetti, an-dando a sostituire, per chi aderiva alla proposta, l’ora settimanale di catechismo (partecipazione in media di 55 ragazzi/e).

    Ringraziamo di cuore come Parrocchia la Fon-dazione BCC Pordenonese che si è presa carico di tutte le spese del Corso di Formazione, segno positivo di vicinanza e di solidarietà concreta da investire in un ambito fondamentale dal punto di vista umano.

    Riportiamo ora due riflessioni sull’esperienza vissuta, la prima proviene dai giovani mentre la seconda da un adulto.

    Don Jonathan

    Uno dei sentimenti più belli e che più ci coinvol-gono è quello dell’amore. Siamo sempre circon-dati di amore, ma molti sono i modi in cui esso si manifesta. Ecco su cosa ci siamo confrontati quest’inverno noi animatori e giovani della parroc-chia - più di un centinaio - grazie all’aiuto di alcune operatrici del Consultorio “Noncello” di Pordeno-ne. Quattro interessanti ed istruttivi incontri sull’af-fettività, sull’amore e la sessualità: attraverso gio-chi, condivisioni e attività di gruppo ci siamo messi in gioco personalmente, alla scoperta di un argo-mento che ancora oggi è considerato un tabù. È stato interessante confrontarci tra coetanei, ascoltando i diversi modi di pensare, ma anche con altri adulti, professionisti, che hanno saputo rispondere alle nostre domande e curiosità con le parole più adatte.

    Abbiamo imparato a conoscerci meglio, cer-cando sempre di rispettarci nelle nostre opinioni, cogliendo sfumature di sentimenti di cui prima forse non ci eravamo mai accorti. Abbiamo visto come nell’amore, sentimento così bello positivo, compaia spesso anche una dimensione di timi-dezza e paura, paura di mostrarsi all’altro per ciò che si è, che accomuna tutti, maschi e femmine, giovani e adulti. Nell’amore però ci sono anche molte sfumature positive, che ci coinvolgono nello spirito, ma anche nel corpo: ecco perché è stato importante anche parlare di sessualità e di come giovani e adulti la vivono e la percepiscono.

    AFFETTIVITàESESSUALITà:PARLIAMONETRAGIOVANIEADULTI!

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  • Ricchi di nuove consapevolezze e conoscenze, ringraziamo di cuore la parrocchia, il Consultorio e la BCC Pordenonese per questa preziosa oppor-tunità che ci hanno regalato.

    Gli animatori

    Quest’anno nelle due serate di martedì 8 e 15 novembre noi genitori abbiamo avuto la possibili-tà di riflettere su un tema difficile e delicato come quello dell’affettività e della sessualità. Con noi c’è stata la validissima presenza della dottores-sa Mariangela Carrer, psicologa e psicoterapeuta del Consultorio Familiare Noncello, che da anni si occupa di questi temi con genitori e bambini della scuola elementare, media e superiore.

    Insieme abbiamo compreso come sia fonda-mentale sapersi rapportare con l’esperienza che ognuno di noi, come adulto, ha vissuto in rela-zione a questi temi così scottanti. Affettività, re-lazione e sessualità sono parti inscindibili e solo a partire da questo presupposto è possibile dare significati forti e positivi. La sessualità è prima di tutto un concetto diverso da genitalità e riguarda il rapporto con se stessi.

    Non è facile per un genitore spiegare questi concetti ai propri figli. Già da piccoli, e lo sappia-mo bene, i bambini fanno molte domande e allora quando e in che modo iniziare a rispondere since-ramente a questi quesiti? La risposta è stata chia-ra: il prima possibile, in modo semplice e traspa-rente perché ciò che conta è che deve passare un messaggio chiaro, anche se le nostre risposte non saranno perfette. Qual è questo messaggio? Esso dice ai nostri figli che ci siamo e che prendiamo sul serio i loro dubbi e che siamo disponibili in ogni

    momento a parlarne insieme. Questa disponibilità e questa apertura ci consentirano di trovare rispo-ste, perché non sempre siamo preparati.

    Con i bambini più piccoli il linguaggio ideale sarà concreto e semplice, con i ragazzi più grandi lentamente si dovrà usare un linguaggio più spe-cifico, con la necessaria delicatezza.

    Il percorso non è facile, ma deve portare a far comprendere ai nostri figli che è vitale avere rispet-to di se stessi, considerare la propria sessualità e la propria corporeità qualche cosa di prezioso. Il rispetto e la stima di sé saranno lo strumen-to fondamentale per rispettare gli altri. Il come? Aprendoci ad un atteggiamento di disponibilità e di ascolto, crescendo con loro perché sappiano che ci siamo in ogni momento.

    Arricchente e positiva la condivisione tra noi genitori. La speranza è che si possa continuare insieme ad approfondire questi temi.

    Una mamma

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  • In questi anni la parrocchia ha affrontato uno sforzo economico non indifferente se si pensa alla ristrutturazione e all’adeguamento della scuola ma-terna, all’intervento di straordinaria manutenzione al campanile, alla ritinteggiatura della chiesa, alla co-struzione dei nuovi spogliatoi dell’oratorio ed infine i nuovi parcheggi a servizio dell’oratorio e della città.

    Quest’ultimo intervento ci ha visti impegnati a creare 85 posti macchina a disposizione di tutta la cittadinanza, con un ingresso pubblico in via Mar-coni e da li, in sicurezza, la possibilità di accedere al’oratorio attraverso i cortili interni. Se necessario, un grande cancello scorrevole può favorire l’acces-so di altre macchine anche ad altri spazi.

    L’inaugurazione è avvenuta il 25 luglio e in forza di una convenzione ventennale tra parrocchia e co-mune, questi spazi saranno pubblici a fronte di un contributo di 7.500 euro che il comune erogherà per lo stesso periodo di tempo, facendosi carico anche della manutenzione.

    Si sono mortificati spazi di gioco, è vero, ma tutto ciò è dovuto per legge vista la notevole affluenza di persone e di mezzi di cui gode il nostro oratorio; quello che ci preme è ora invitare tutti ad utilizzare questa possibilità anziché “imbottigliarsi” in modo ostinato e… pericoloso davanti ai cancelli di via don Bosco che dovranno rimanere chiusi per mettere in sicurezza il cortile e favorire così eventuali attività e manifestazioni che li possono essere organizzate.

    Chiediamo pertanto la sensibilità e la collabora-zione di tutti per utilizzare questo ampio e comodo nuovo parcheggio.

    L’impegno economico che questa realizzazione insieme con tutte le altre ha comportato per la par-rocchia è documentato nel rendiconto economico riportato in questo bollettino ma che comunque ammonta a 130.000 euro.

    Certi di aver completato bene quanto ci spettava per dovere, siamo contenti di mettere a disposizio-ne del paese, insieme a quelli di via don Bosco, spazi davvero importanti per l’utilità comune.

    Don Aldo

    INUOVIPARCHEGGIDELL'ORATORIO

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  • La branca rover - scolte (R-S) accoglie i ra-gazzi tra i 16 e i 21 anni per educarli, attraver-so lo stile dello scoutismo, ad essere cittadi-ni attivi e responsabili, partecipi della realtà e maggiormente consapevoli delle scelte di vita. Sono quattro sono i pilastri fondamentali per l’atti-vità in questa branca: la strada come occasione di conoscenza reciproca, nonché di confronto con se stessi e con i propri limiti; la comunità che è composta dai ragazzi e dai capi che scelgono di camminare insieme, in un percorso di crescita col-lettivo; il servizio che fa capire il valore dello spen-dersi gratuitamente per l’altro, la bellezza del dare che supera quella del ricevere, seguendo sempre l’esempio di Gesù, che rimane punto fermo del percorso di fede, in cui ogni ragazzo continua a camminare lungo la sua esperienza di scout.

    Dall’anno scorso(2016-2017) le comunità R-S di Azzano Decimo e di Fiume Veneto hanno scelto di camminare insieme, mettendo in comunione le energie e le difficoltà. Da questo sodalizio sono nate tante idee che durante l’anno i ragazzi han-no concretizzato in un capitolo dedicato al tema dell’immigrazione che li ha portati ad indagare cause e problematicità legate ai flussi migratori. Lo sguardo interessato dei ragazzi a questo tema si è concluso ad agosto in una settimana di servi-zio svolto presso il centro di prima accoglienza di Pordenone, gestito dalla Caritas Diocesana.

    È stata una settimana intensa di nuove cono-scenze e di arricchimento morale per tutti. Abbia-mo imparato tanto da chi aveva così poco (ma-terialmente) ma che ci ha dato più di quello che potessimo immaginare, facendoci scoprire un al-tro lato dell’immigrazione che ci fanno credere sia solo minacciosa e pericolosa. Le necessità per le quali ci siamo spesi tutti sono tante e costanti e abbiamo accolto con gioia la richiesta di collabo-rare anche in futuro con la Caritas e le cooperative sociali che ruotano attorno a questa realtà.

    I Capi Branca RS

    Dopo un anno ricco di attività e cacce finalmen-te sono arrivate le tanto attese Vacanze di Branco 2016 (V.d.B.) svoltesi quest’anno a Pederobba. Il Branco Fiore Rosso è partito pieno di entusiasmo per questa avventura, accompagnato da Akela, Kaa, Mysa e Chickay. Da subito questa vacanza ci ha riservato inaspettate emozioni: per qualcuno di noi è stato il primo viaggio in treno!! Una bella pas-seggiata ci ha poi portati alla casa in cui eravamo ospitati e che si è presentata proprio di fronte a noi, immersa nel bosco dietro una curva del sentiero. Nessuno avrebbe immaginato gli strani incontri che

    ci aspettavano. Infatti una tribù di indiani viveva in quelle zone e ogni giorno Orso che Ulula, Aquila Saggia, Cerbiatto Intraprendente e Brezza marina ci hanno spiegato come diventare anche noi dei veri indiani. Ci siamo fatti dei tatuaggi per darci forza, abbiamo intrecciato bracciali per allontanare gli spi-riti malvagi, abbiamo costruito archi e frecce per la caccia. Solo dopo aver assaporato un po’ la vita indiana abbiamo potuto conoscere Giaguaro Incan-descente, il capo tribù, e Nuvola Rossa, lo sciama-no del villaggio. E’ stato solo alla fine, attorno ad un grande fuoco, che abbiamo capito che la forza di

    DALMONDOCALEIDOSCOPICODELLOSCOUTISMO

    SIIMPARADAPICCOLIADIVENTAREGRANDILe vacanze di Branco dei nostri Lupetti e Coccinelle

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  • Ogni anno l’ACR propone a bambini e ra-gazzi l’esperienza del campo scuola estivo: una settimana intera di attività, giochi e catechesi in un luogo montano insieme ad altri gruppi par-rocchiali. Quest’anno però, siamo usciti solo per un weekend presso il santuario di Madonna di Strada a Fanna, un luogo che come gruppo consideriamo una seconda casa...un luogo ac-cogliente, immerso nel verde e ideale per una piccola pausa dalla vita frenetica di tutti i giorni. Quindici ragazzi dai 5 ai 13 anni, accompagna-ti da noi educatori, in questi tre giorni nel mese di giugno, abbiamo condiviso proprio tutto: dal-le stanze per la nanna, alla grande tavolata dei pasti e soprattutto abbiamo sfruttato ogni mo-mento per divertirci insieme e volerci bene. Ci siamo lasciati ispirare innanzitutto dalla Paro-la di Dio e in particolare dal Vangelo di Matteo in

    un’espressione che recita: «Voi siete sale della ter-ra e luce del mondo». Ci sembrava un bellissimo messaggio da trasmettere ai più piccoli e ci siamo riusciti anche giocando, accompagnati da qual-che stravagante personaggio protagonista del ro-manzo per ragazzi intitolato «Il Casello Magico» di Norton Juster (che consigliamo a tutti di leggere). Anche se in poco tempo, il nostro è stato un vero e proprio viaggio magico. A bordo di un treno immaginario, abbiamo visitato sei paesi con lo scopo di ripercorrere il cammino educati-vo svolto insieme durante tutto l’anno pastorale. Le parole chiave che abbiamo evidenziato alla fine del nostro viaggio sono: LIBERTÀ e INCON-TRO. Per noi libertà significa avere il coraggio di essere se stessi sempre, con le proprio ca-ratteristiche e peculiarità e, solo così, riuscire-mo a maturare i giusti atteggiamenti per co-struire buone amicizie e quindi andare incontro agli altri in serenità, senza pregiudizi e pretese. Con grande sorpresa la domenica abbiamo in-contrato i genitori, vivendo con loro un momento di vera festa. Dopo la S. Messa abbiamo pranzato tutti insieme e giocato a pallavolo femmine contro maschi, genitori educatori e bambini: tutti insieme come una grande famiglia!!! E’ stato uno dei mo-menti in assoluto più belli dell’ anno e vogliamo ringraziare davvero tutte le famiglie per l’affetto, la fiducia e la gioia che sempre dimostrano nel por-tare i ragazzi all’ACR e non solo...

    Gli educatori ACR

    una vera tribù sta nella sua unità, ma non è l’unica cosa che ricorderemo. Le risate con gli amici, la fa-tica nelle camminate, l’esplorazione del bosco e la voglia di avventura ci rimarranno di certo nel cuore aspettando le cacce che il nuovo anno ci riserverà. Le mille avventure e fatiche sono state possibili solo grazie alle valorose cuoche Margherita, Annamaria, Giorgia e Alice, che ci hanno deliziato con preziosi manicaretti e a cui va un sentito ringraziamento.

    I Capi Branca LC

    L’ACRALCAMPOESTIVO:TREGIORNIDIINTENSACONDIVISIONE

    segue da pagina 22

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  • È lo slogan che ha dato il benvenuto ai 29 gio-vanissimi delle parrocchie di Azzano Decimo, Cor-denons, Maniago e Porcia in arrivo a Cimolais per un’indimenticabile settimana di campo-scuola dal 25 al 31 luglio 2016 incentrata totalmente sul TEMPO.

    I ragazzi sono stati accompagnati per tutto il campo da una figura misteriosa e allo stesso tempo affascinante: il Guardiano del Tempo, co-lui che controlla e custodisce il Tempo del mondo. All’inizio della settimana i ragazzi sono stati invitati a depositare in uno “scrigno del tempo” tutto ciò che è in grado di scandirlo: orologi, cellulari, sve-glie… ma nel corso della settimana questo scrigno, lasciato nelle mani del Guardiano del Tempo è mi-steriosamente scomparso insieme al Guardiano. I Minute-Men, personaggi assetati di Tempo e responsabili del rapimento del Guardiano, hanno messo a dura prova i ragazzi che si sono messi in gioco per recuperare il Tempo perduto e raggiun-gere il Guardiano del Tempo prima che il Tempo personale giungesse al termine. Du-rante il campo i giovanissimi hanno avuto modo di soffermarsi sul significato del Tempo, lo stesso che scandisce le nostre giornate e i nostri ritmi da quando siamo nati. Come usiamo il nostro tem-po? Doniamo parte del nostro tempo agli altri? E

    alla preghiera personale? Qual è il tempo che de-dichiamo al mondo? Il nostro tempo si può definire pieno, di qualità? Troviamo del tempo per meravi-gliarci di fronte a ciò che ogni giorno ci viene dona-to? Nel tempo che viviamo riusciamo a scorgere la presenza del Signore che dà pienezza alle nostre giornate Nonostante qualche goccia di pioggia e occhi lucidi di emozione il campo si è concluso alla grande nella giornata di domenica con l’arrivo dei genitori, la S. Messa celebrata dal nostro assisten-te Don Matteo e il pranzo condiviso.

    Gli educatori ACG

    GIOVANISSIMIINPIANCAVALLOLa squadra dei “giovanissimi sperimentali annata 2003” ha vissuto

    un’esperienza sicuramente positiva nel mese di agosto, presso le strut-ture del Piancavallo. I ragazzi, accompagnati dai mister e dai dirigenti del gruppo sportivo Condor, hanno trovato ospitalità presso la casa vacan-za “Stella Montis”, struttura ideale per accogliere gruppi e soprattutto squadre sportive che si preparano ad affrontare la stagione agonistica .Scopo dell’ esperienza, come ha sottolineato il presidente del Condor Gianni Zucchet, è la formazione di un gruppo unito, di aiutare i ragazzi a crescere come amici capaci di aiutarsi e condividere un’ esperienza, in gergo calcistico : “fare spogliatoio”; non sempre facile nell’era dell’ indivi-dualismo sfrenato! Per fare tutto questo, banditi i cellulari, condivisione di spazi, accontentarsi del cibo preparato e soprattutto correre! Non man-cavano i momenti di svago, tra camminate nei boschi e il gelato alla sera. E’ stata un’ esperienza sicuramente da ripetere, soprattutto per i ragazzi entusiasti dei giorni passati insieme in mezzo alla natura, con gli amici: gioco sano e fatica hanno fatto riscoprire la bellezza di sentirsi squadra.

    Alberto Tondato

    INTIME:CHIHATEMPONONASPETTITEMPO!

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  • Anche quest’anno è andato in scena il Grest, di-ventato ormai appuntamento fisso dell’estate ora-toriale azzanese. I numeri, come sempre parlano chiaro: 300 i ragazzi iscritti, seguiti da 90 animatori e circa 25 adulti, che offrono il loro preziosissimo tempo mettendo a disposizione l’esperienza degli anni e la buona volontà che da sempre è un aiuto fondamentale per i nostri ragazzi. L’allegria, la gio-ia di riscoprire le piccole bellezze della vita: è stato il tema delle tre fantastiche settimane che, dal 4 al 22 luglio, abbiamo passato assieme. L’AleGrest 2016 è stato un miscuglio di allegria, gioia, spen-sieratezza e voglia di mettersi in gioco. I nostri animatori, la grande “macchia verde” visibile ad

    ogni angolo dell’oratorio hanno messo a dispo-sizione le loro qualità, la loro formazione, per ren-dere quest’esperienza indimenticabile, costruttiva ed educativa per i bambini. Un impegno che poi si è tradotto anche in attività fuori dal Grest; una su tutti, l’impegno che ogni giorno gli animatori si sono presi con la Mensa Solidale, aiutando a sparecchiare, a pulire le pentole ma soprattutto decidendo di condividere il loro tempo con perso-ne a cui, in fondo, la gioia più grande che si possa dare è quella di fare loro semplicemente un po’ di compagnia.

    Federico Presta

    GREST,CHEPASSIONE!

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  • Il 25 Luglio 2016 un gruppo di 45 ragazzi, ac-compagnati dai fedelissimi adulti che praticamente da sempre li accompagnano nelle loro avventure, è partito per l’appuntamento oramai divenuto un classico: il campo animatori.

    Quest’anno la meta scelta è stata Pesariis, il pa-esino celebre per la sua tradizione orologiaia, situa-to ai piedi della magnifica e selvaggia Val Pesarina, a circa ottocentocinquanta metri di altitudine.

    Dopo le “fatiche” del Grest e un anno denso di impegni ed attività, il campo è il luogo dove poter-si fermare per analizzare quello che abbiamo fatto, dove poter riflettere sul percorso intrapreso e getta-re le basi per un’amicizia più solida ed una collabo-razione più proficua, elementi essenziali per costru-ire e cementare un gruppo che poi sia capace di offrire alla nostra parrocchia e soprattutto ai nostri bambini una proposta che non sia solo di intratte-nimento, ma anche di formazione ed educazione.

    Il filo conduttore che ci ha accompagnati duran-te la settimana non è stato uno solo. Assieme agli animatori abbiamo deciso di affrontare, variandoli ogni giorno, quei temi sui quali, a nostro parare, è necessario soffermarci e riflettere per essere non solo animatori migliori, ma anche persone migliori: riscoprire la bellezza delle piccole cose, valorizzare il lavoro di gruppo, l’importanza del rispetto, sono solo alcuni degli aspetti approfonditi nel periodo passato a Pesariis.

    Come figura religiosa di riferimento abbiamo scelto, come peraltro anche per le tre settimane dell’AleGrest 2016, Madre Teresa di Calcutta. La piccola e gracile suora, dotata però di una fede incrollabile e di un’operosità verso i più bisognosi fuori dal comune, è un esempio perfetto di come il nostro essere cristiani si debba anche tradurre

    in azioni concrete, in gesti veri e tangibili verso chi ci chiede aiuto. Questa voglia di mettersi in gioco, questo continuo e vivido desiderio di uscire dalle proprie case per essere testimoni della gioia di Cre-dere, è quanto i nostri animatori mettono in campo quando decidono di dedicare il loro tempo agli altri. La bellezza del paesaggio circostante, poi, ha fat-to il resto; i boschi e la natura ci hanno permesso camminate mozzafiato in mezzo agli alberi; il tor-rente, che scorreva proprio a due passi dalla no-stra bellissima casa, è stato luogo di bagni e tuffi nell’acqua fresca e limpida di montagna. Le cuo-che, con il loro impegno e soprattutto la loro bravu-ra, ci hanno fatto tornare tutti un po’ più rotondetti.

    Non rimane altro che ringraziare il paesino di Pesariis, assieme al suo parroco, don Bruno, per l’ospitalità e la gentilezza dimostrateci.

    Il campo animatori è sempre un’esperienza in-dimenticabile e ricorda a tutti noi che sono i ra-gazzi, i giovani volenterosi, la prima risorsa su cui dobbiamo investire, ma soprattutto credere.

    L’equipe animatori del campo

    CAMPOANIMATORI,EDIzIONE2016

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  • GMGACRACOVIA

    Due milioni di giovani, uniti dalla voglia di met-tersi alla prova, di riflettere, di dedicarsi…, travolti da un’ondata di allegria e semplicità, hanno vissu-to la Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia dal 26 al 31 luglio scorso. Tra questi c’eravamo anche noi, 26 giovani del comune di Azzano De-cimo, accompagnati da don Jonathan e dal se-minarista Matteo Scarsella. Partecipare a questo grande raduno è stato importante per la nostra formazione e ci ha lasciato un emozionante ricor-do. Prima di raggiungere Cracovia, abbiamo visi-tato il campo di Auschwitz: percorrendo le strade silenziose di questo luogo tristemente famoso c’è stato il tempo per qualche riflessione e preghie-ra. In serata abbiamo raggiunto la palestra della scuola di Niepołomice, una località a circa 30 km da Cracovia, dove siamo stati accolti dalla popola-zione con grande dispo-nibilità e affetto.

    La settimana è volata tra catechesi mattutine, con alcuni vescovi del Tri-veneto, e gli incontri, con tutti i giovani del mondo, con papa Francesco: giovedì 28 luglio abbia-mo partecipato alla Santa Messa di apertura presso

    il Santuario della Divina Misericordia, al Centro Giovanni Paolo II; venerdì, la Via Crucis al parco Blonia; e infine la grande Veglia, al Campus Mise-ricordiae, nella notte tra sabato e domenica. Que-sta parte conclusiva è stata il momento più bello e toccante del Giornata: tutti, nelle nostre diversità di lingue, paesi e culture, accomunati da un’uni-ca fede in Gesù, in ginocchio, con una candela in mano, a formare un grande fuoco, simbolo di luce e di forza in questo periodo oscurato da paura e ostilità nel mondo. Le forti parole di papa Fran-cesco si sono incise dentro di noi, risvegliando i nostri animi. Pensiamo che condividerle con la co-munità possa scuotere tutti e dare lo stimolo forte per affrontare con gioia la quotidianità e le sfide della vita: “Non c’è bisogno di giovani-divano, ma di giovani con le scarpe!”.

    Sara Mascarin

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  • Padre Giovanni Battista (Tita) Del Rizzo era ritornato ad Azzano Decimo, nella natale Via Saccon, dalla terra missionaria di Bogotà in Colombia, nel 1925 per l’an-no santo: sarebbe stato l’unico rientro in patria, dopo la sua partenza da Torino, ancora studente di teologia, per le missioni dell’America del Sud. Quel viaggio in nave, avrebbe ricordato anni più tardi, era stato irro-rato da continue lacrime sparse nelle dure insonnie notturne e dissimulate durante il giorno dal suo innato umore scherzoso che sosteneva il morale di tanti emi-granti provati dal dolore per il distacco dalla famiglia e dalla patria.

    Tita era entrato diciottenne nel seminario salesia-no per vocazioni adulte di Lombriasco: la sua decisa

    volontà di farsi prete si stava realizzando a prezzo di una grande fatica nello studio richiesta dal percorso del ginnasio-liceo compresso in pochi anni per recuperare il tempo perduto. Avrebbe poi completato Oltreoceano, in Venezuela, la preparazione immediata al sacerdozio.

    Dopo l’ordinazione, sarebbe approdato in uno dei sobborghi più desolatamente povero, segnato da tanta miseria materiale e morale, di Bogotà: e qui, nella pro-fusione di una sconfinata carità per gli ultimi, particolar-mente per i bambini, si realizzò la sua santità. Il “padre” aveva scelto come grande amore della sua vita spiritua-le il Bambino Gesù “che è tanto piccolo e sta volentieri tra le mie braccia perché non conosce i miei peccati”.

    Tornando in patria, padre Tita aveva voluto far erigere a fianco della casa paterna, in Via Saccon, un capitello dedicato proprio al Bambino amato, perché anche nel paese natale gli fosse tributato l’omaggio dovuto alla sua divinità. Proprio in quei giorni una bambina decenne

    di Via Saccon, Veronica Mascarin, colpita da meningite, era entrata in coma. La mamma, Elisa, si era rivolta a padre Tita: ”La mia bambina sta morendo. Ti supplico, prega per lei”. “Abbi fiducia - le aveva risposto -. Io la affido al Bambino Gesù e anche tu pregalo con me. E prometti un aiuto perché il capitello dedicato a Lui possa essere completato”. Ritornata a casa, Elisa ave-va trovato la bambina seduta sul letto, come se niente fosse accaduto. La mattina dopo Veronica correva in cortile con i suoi fratelli. Il capitello dedicato al Bambi-no Gesù è anche il ricordo di questo “miracolo” di cui la protagonista ha reso molte volte testimonianza nella sua vita. Lo scorso anno è stato oggetto di accurato restauro, unitamente alle adiacenze, grazie all’interes-samento di don Galiano che ha coinvolto per l’opera gli ineguagliabili alpini. L’inaugurazione ufficiale è stata sottolineata da un momento di festa bello e sentito che ha coinvolto la borgata e la comunità.

    Un devoto azzanese ha fatto arrivare da Bogotà una statuetta del Bambino Gesù quale è oggi venerato nell’immenso santuario dedicato a Lui in quella città e frequentato nei giorni festivi da varie decine di migliaia di persone che partecipano alle Messe celebrate in conti-nuità dalla mattina alla sera.

    All’Epifania i nostri bambini hanno ricevuto per la tra-dizionale benedizione l’abbraccio di questo Bambino. La statua bella e gentile troverà presto collocazione nel-la sua “casa” di Via Saccon dove rimane viva e operante la memoria di un concittadino che ha fatto onore alla terra natale e del quale un giorno, come è nostro inten-so auspicio, la chiesa potrebbe riconoscere la santità. Noi lo ricorderemo il prossimo 30 giugno, sessantesi-mo dell’incontro con il Bambino del suo cuore nella luce dell’eternità.

    F. S.

    ASESSANT’ANNIDALLAMORTEDELMISSIONARIOPADRETITADELRIzzO

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  • E’ molto importante saper pregustare un mo-mento bello, desiderato, atteso nella vita della no-stra Comunità; riuscire ad esserne felici prima che avvenga, pensandolo, immaginandolo e quindi preparandoci in anticipo ad assaporarne la gioia! Così è accaduto per l’opportunità concessa dal Vescovo Giuseppe di aprire una Porta Santa nel-la chiesa del “Buon Ladrone” in via Saccon 17 in Azzano Decimo presso la sede del Centro di Soli-darietà “I Compagni di Emmaus”.

    Don Galiano ha voluto realizzare per la chiesa esterna alla Casa, un recinto che racchiudesse lo spazio verde antistante due bracci aperti all’ ac-coglienza, completato da una vera porta in mu-ratura, che rendesse importante l’accesso alla chiesa anche a futura memoria e racchiudesse il sagrato della stessa.

    Il Gruppo Alpini di Azzano, fedeli amici di don Galiano e del CEDIS, utilizzando pietre squadra-te a mano provenienti da una antica casa che i fratelli Lorenzon hanno messo a disposizione, ha edificato l’opera che è stata poi impreziosita da un artistico cancello in ferro battuto donato dalla Rik Fer di Chions e realizzato da Giovanni Bottos.

    La sera del 10 settembre, per preparare gli ani-mi a dare una lettura in chiave spirituale all’even-to, è stata organizzata una “serata sotto le stelle” con un concerto d’archi in ricordo di mons. Abra-mo Freschi, della sorella Maria, di don Raffaello Martin, già parroco di Azzano Decimo, e di don

    Giovanni Bof presidente per i primi vent’anni del CEDIS. Il gruppo d’archi del Friuli e del Veneto, di-retto dal Maestro Guido, nipote di Mons. Freschi, ha eseguito in modo mirabile “Le quattro stagioni” di Vivaldi.

    Domenica 11 settembre già dalle ore 16 si tro-vavano sul posto tre sacerdoti a disposizione dei fedeli per le confessioni in preparazione al pas-saggio attraverso la Porta Santa.

    La liturgia guidata dal nostro Vescovo Giusep-pe, con la partecipazione di un folto gruppo di fe-deli, amici e cittadini, nonché del sindaco e di al-cuni assessori di Azzano, oltre agli alpini dell’ANA, è iniziata alle ore 18 con una breve processione e con i canti propri del Giubileo della Misericor-

    GIUBILEONELLA“CASADIEMMAUS”

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  • dia. Giunti di fronte alla Porta Santa il corteo si è fermato per permettere al Presule, seguito dagli altri sacerdoti, di aprire la Porta, rimanere a lungo genuflesso in preghiera, per poi avviarsi all’altare mentre tutta la folla transitava attraverso la stessa Porta Santa.

    La Santa Messa è stata accompagnata dal coro di San Martino al Tagliamento mentre hanno fatto servizio all’altare i chierichetti di Azzano. All’ome-lia Mons. Pellegrini ha annunciato la nascita della Fondazione Canonica “Emmaus - Mons. A. Fre-schi per le Case Famiglia” che rimarrà come se-gno concreto dell’Anno Santo della Misericordia.

    AI partecipanti è stato offerto un rinfresco pre-disposto dai Compagni di Emmaus per consenti-re a tutti di incontrarsi e salutarsi in un’atmosfera festosa.

    B. G.

    Il presepe della nostra chiesa parrocchiale è giunto alla 26esima edizione. Lo scorso Natale il messag-gio dell’opera era ispirato alla misericordia, nell’anno straordinario ad essa dedicato. Abbiamo colloca-to la presenza di Gesù ai margini della società, là dove trovavano posto i pastori, e soprattutto nella nostra attualità, in una proiezione che rappresenta-va un barcone carico di profughi sul quale si poteva leggere: "Qualunque cosa avete fatto a questi miei fratelli l'avete fatta a me". In un'altra scena appariva un piccolo lago, con la barca di Pietro che gettava le reti, e Gesù che gli diceva: "Ti farò pescatore di uomini": un richiamo alla figura dell’apostolo, scelta quest'anno in parrocchia per la riflessione della lec-tio divina. Era di immediata visibilità la figura di Papa Francesco, con un agnellino sulle spalle, che con-duceva il gregge a lui affidato: un richiamo agli ultimi, ad andare in cerca degli emarginati, delle persone

    sole, delle famiglie che si trovano nelle periferie. La globalità della realizzazione si richiamava agli anni Sessanta con tanti personaggi del nostro paese di quel tempo che hanno segnato la nostra storia e tanti dettagli che ci hanno fatto riflettere.

    Una dozzina di collaboratori si sono impegnati con sacrifici per tanto tempo per offrire alla comunità quest' opera sempre tanto attesa. Il nostro presepe è stato visitato da centinaia di per-sone. Nella cassetta delle offerte sono stati raccolti oltre 4.000 euro, inviati direttamente al parroco della parrocchia di Rotella (AP), uno dei paesi piu’ colpiti dal terremoto, unitamente ai 1.900 euro raccolti nel-la domenica dedicata a questa intenzione.

    Un grazie a tutti coloro che hanno collaborato e donato in vari modi.

    Mario Del Bel Belluz

    IL TEMA DELLA MISERICORDIA HA ISPIRATO IL NOSTRO PRESEPE

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  • Cinque ministri straordinari della Comunione raccontano la loro esperienza tra gli anziani ospiti della nostra Casa di riposo.

    Svolgo il servizio di ministro straordinario della Comunione presso la Casa di riposo di Azzano De-cimo. Aiuto don Galiano nella distribuzione dell’Eu-caristia durante la Messa del sabato pomeriggio. Gli anziani ospiti che arrivano in sala per la cele-brazione si avvicinano diligentemente e occupano in sincero raccoglimento il posto loro indicato dagli assistenti, nonostante l’ingombro delle carrozzine. È un momento di incontro molto sentito e parte-cipato. Si dispongono con devozione alla cele-brazione della santa Messa. È come se durante la settimana aspettassero con ansia questo mo-mento per condividere la gioia di incontrare Gesù nell’Eucaristia. È evidente che la solitudine li rende molto tristi, ma basta veramente poco per vede-re i loro occhi esprimere gratitudine, aprendosi a un sorriso sincero. Lo noto soprattutto nel mo-mento dello scambio del segno della pace. La stretta di mano calorosa, quasi da rendere dif-ficile il distacco, testimonia quanto abbiano bi-sogno di affetto, di comprensione, di vicinanza. La Comunione rappresenta poi il momento cen-trale di tutta la celebrazione. Nonostante le difficol-tà fisiche che a volte rendono difficile l’assunzione della particola, si percepisce in loro l’alto valore spirituale del momento e il profondo raccogli-mento in preghiera legato all’intimo rapporto con Gesù. E’ per loro, e anche per me, un momento di alta spiritualità, di purificazione dell’anima, di vicinanza alle sofferenze e al sacrificio di Gesù. Questi sono sentimenti presenti soprattutto nelle persone che soffrono e noi non possiamo rimane-re indifferenti. Credo sia opportuno che ognuno di noi, nel proprio intimo, si debba ritagliare dei mo-menti di raccoglimento e di riflessione profonda sul significato della vita e della sofferenza umana, stabilendo un contatto con il Signore, consapevoli che l’infinita misericordia di Dio ci aiuta a superare le difficoltà quotidiane e ci prepara alla Pasqua di resurrezione.

    Francesco

    Quale dono e responsabilità portare l’Eucaristia ai nostri fratelli anziani! Quanta sofferenza e solitudine in quegli occhi che ti cercano e ti interrogano…E’ un contatto difficile da creare: a volte il loro sguardo priva di ogni parola e lascia il magone dentro. Vor-resti trovare una parola di conforto e di speranza, ma ti senti vuoto, a disagio, quasi impotente.

    Altre volte però sorprendono con un “grazie” e una riconoscenza che sembrano troppo grandi per il poco che facciamo per loro. Ed è in questi mo-menti che capisco quanto vale, per chi spesso non ha nessuno, il nostro piccolo gesto di condivisione; e che non servono grandi discorsi per colmare il silenzio che si è già rotto con la sola nostra presen-za. Loro ringraziano, ma dovremmo essere noi a ringraziarli.

    Sandra

    Noi volontari che portiamo un sorriso agli anziani della Casa della Solidarietà di Azzano Decimo ab-biamo un ruolo fondamentale nella vita degli ospiti della struttura. L’anziano che un tempo si sentiva parte attiva e importante di un nucleo familiare, ora è costretto a fare i conti con il senso di solitudine e di inutilità, con la inevitabile sensazione di esse-re di peso agli altri e con la ridotta capacità de-cisionale nelle piccole cose quotidiane. Il senso di smarrimento e di frustrazione è frequente. Mi chie-do spesso: «Come cristiana, qual è il mio dovere verso questi fratelli? Cosa sono chiamata a fare?» Ciascuno dei numerosi volontari della Casa della Solidarietà che silenziosamente e senza clamore si avvicina a questi fratelli sofferenti indossa la divisa

    PressolaCasadiriposoSolidarietàMINISTRISTRAORDINARIDELLACOMUNIONEASERVIzIODELMISTERODELL’EUCARISTIA

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  • stessa del buon samaritano, che ha riconosciuto il volto di Dio nei lineamenti del suo prossimo. «Qua-lunque cosa farete al più piccolo, la avrete fatta a me». Queste parole sono rivolte anche a me che svolgo presso questi fratelli anziani il servizio di mi-nistro straordinario della Comunione.

    Merssia

    Ogni volta che passo nelle camere incontro an-ziani diversi. Alcune persone le conosco ormai da qualche anno e con loro si è instaurato un rappor-to di fiducia. Da loro ho imparato una cosa che a me onestamente manca: la pazienza. Per chi vive ogni giorno una vita frenetica non è facile accettare l’attesa di una visita che non arriva. Posso dire che anche il nostro seppur limitato servizio porta nel-le stanze una certa novità tanto che molti ospiti ci accolgono con gioia. A loro il mio grazie personale perché ogni volta porto a casa un sorriso o una parola in più, che mi fanno ricordare la fragilità di cui siamo fatti.

    A mio parere la celebrazione eucaristica del sa-bato non sarebbe la stessa se non ci fosse don Galiano. Lui infatti è una persona socievole, allegra, che riesce a rendere più piacevole anche la Casa di riposo. Non manca mai l’occasione durante le sue omelie di fare qualche piccola risata anche gra-zie alla partecipazione degli ospiti ai quali talvolta «scappa» qualche commento divertente.

    Mi sento in dovere anche di ringraziare tutti gli al-tri volontari che spendono il loro tempo ad aiutare il prossimo. Essi infatti ci aiutano con grande sponta-neità a compiere il nostro servizio al meglio. Vorrei concludere dicendo che la nostra esperienza non sarebbe la stessa in assenza di queste colonne por-tanti della Casa di riposo ed è per questo che man-do loro un grande abbraccio come segno della mia riconoscenza. Don Galiano ha più volte sottolinea-

    to la necessità della parola «grazie»e «per piacere», punto di partenza di un buon vivere in comunità.

    Marilena (con la collaborazione del figlio).

    Cerco sempre di arrivare con un accenno di sor-riso quando porto l’Eucaristia agli anziani infermi della nostra Casa di riposo, anche se la sofferenza di tante situazioni spesso viene incontro sempre più pesante, stanza dopo stanza, per cui il coinvolgi-mento può a volte segnare l’espressione del volto. Agli inizi mi preoccupavo di rispettare la solennità del momento, attenta ai dettagli del rito. Poi a poco a poco ho capito che è soprattutto importante stringere una mano stanca, abbandonata sul len-zuolo, accennare a una delicata carezza, dire paro-le dettate dalla partecipazione, dalla vicinanza, dal cuore. Perché loro, i nostri anziani sofferenti, a volte piangono quando il Signore arriva a consolarli con la sua Presenza (Lui ci che chiede di testimoniarla al posto suo); piangono ricordando i momenti belli della loro vita quando potevano andare lietamente a Messa nelle loro parrocchie, vivere l’incontro con l’Eucaristia con il cuore in festa…

    C’è Giuseppina che vuole recitare tutte le sue preghiere di preparazione imparate da bambina, ma proprio tutte; e si accora se si cerca di spie-garle che al Signore basta anche un solo pensiero d’amore e di accoglienza… “No, non va bene così, io so come devo fare…”. Arrendersi con gentilez-za ogni volta che loro si aggrappano alla memoria e alle loro consuetudini; e non cercare di convin-cerli che, sì, possono fare la Comunione anche se non si sono appena confessati, come una volta…La loro delicatezza e il loro profondo rispetto per il Corpo del Signore mettono quasi in imbarazzo… come si potrebbe contrariarli?

    Flavia

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  • “Dio è Amore”: è la vertiginosa affermazione at-tinta alla prima lettera dell’apostolo Giovanni. E’ percepito come Amore particolarmente quando in una coppia i due scoprono che l’amore che li lega non è che una scintilla di quello di Dio. Ne danno testimonianza alcune coppie che si preparano al matrimonio cristiano o l’hanno celebrato di recen-te. Una scoperta che genera stupore e gratitudine.

    “Noi due siamo sposati con il rito civile. Negli anni, avvicinandoci a Dio con un percorso di fede sentito e voluto da entrambi, ci siamo resi conto che è di importanza fondamentale sposarci nel Si-gnore: è Lui che accresce il nostro amore e rende il legame coniugale più forte. Abbiamo deciso di sposarci in chiesa anche perchè sentiamo il biso-gno di ringraziare Dio per l’ amore che ci unisce: occorre veramente uno sguardo contemplativo per riconoscerlo. Il sacramento del matrimonio ci aiuta a legarci e donarci per tutta la vita. Con la presenza di Dio possiamo scambiarci un amore sempre piu grande”.

    “Siamo Eleonora e Marco. Abbiamo frequen-tato il corso per fidanzati all’inizio del 2015 e ci siamo sposati il 30 maggio dello stesso anno. Per noi il corso è stato una bellissima occasione

    di crescita come coppia, perché abbiamo potuto comprendere in maniera profonda che l’Amore di Dio vive nel nostro cuore di sposi. La consapevo-lezza che l’amore che proviamo l’uno per l’altra è immagine di un Amore più grande e incondiziona-to che ci avvicina, ci rafforza, ci guida nelle piccole scelte di ogni giorno fa crescere in noi il desiderio di migliorare sempre di più la “qualità” del nostro. Siamo felici di provare questi sentimenti che ci do-nano anche l’occasione di condividere la nostra fede”.

    “Noi, Dajana e Gavin, abbiamo accolto la pro-posta della preparazione al matrimonio cristiano senza particolari aspettative. Poi abbiamo ascol-tato l’esperienza molto intensa di alcune coppie sposate: una bella sorpresa! E ora ne aspettiamo altre, ci aspettiamo davvero molto dalle serate che ci attendono. Al rientro, già nelle prime tre sere non riuscivamo a prendere sonno, assillati da tan-te domande. Siamo sorpresi da questa nostra reazione come pure dai messaggi che riceviamo. Ritornando alle esperienze ascoltate, possiamo dire che ci hanno trasmesso tanta pace e sere-nità. E’ quanto desideriamo per noi che ci stiamo preparando al sacramento del matrimonio, illumi-nato dalla fede e dall’amore di Dio”.

    QUANDONELLAVITADIUNACOPPIAENTRAUNAMOREPIU’GRANDE

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  • Lisi e Matteo: “Avevamo una sensibilità cristia-na di base, annebbiata dall’allontanamento della giovinezza. Poi il corso di preparazione al matri-monio cristiano ci ha confermati, incontro dopo incontro, nella nostra fede, per merito anche del momento felice che stavamo vivendo. Ora faccia-mo parte del gruppo parrocchiale di sposi junior. Viviamo nella certezza che il matrimonio cristiano è per sempre. La fede di ciascuno di noi due non risulta soltanto raddoppiata ma elevata al quadra-to. L’Amore alimentato dalla presenza di Dio è una forza, una potenza… Il nostro piccolo bambino, Carlo, è l’espressione massima del nostro amore e più ancora dell’Amore di Dio”.

    Elisa e Federico: ”Dalla preparazione al Batte-simo della nostra Mia sono riemersi i valori cristiani delle nostre famiglie. Abbiamo sentito il desiderio di chiedere la benedizione del Signore sul nostro

    matrimonio. Pensiamo tanto all’espressione ‘ac-colgo te’, tutta da scoprire. Una consapevolezza nuova per il nostro cammino. Ci sposeremo alla luce dell’Amore di Dio che stiamo scoprendo al corso parrocchiale di preparazione al matrimonio cristiano”.

    Donatella e Michele fanno parte dell’èquipe che accompagna le coppie nel corso di prepara-zione al matrimonio che si sta svolgendo nell’Uni-tà Pastorale di Azzano Decimo:

    “E’ importante che le future, nuove famiglie in-contrino una chiesa accogliente, che le accom-pagni in una storia d’amore umanamente e spi-ritualmente ricca. Non ci si sposa in chiesa per caso, ma per rispondere a una chiamata di Dio a vivere l’amore in Lui. Crediamo che testimoniare la bellezza della vita insieme e dell’amore che supera ogni ostacolo sia l’essenza della nostra missione”.

    Don Aldo, alla guida di questa proposta che conduce da 36 anni, ci parla del suo stupore quando alcune coppie che hanno frequentato lo scorso anno, invitate nei giorni scorsi a dare la loro testimonianza, hanno affermato concordemente che il matrimonio cristiano fa la differenza perché ci si sposa in tre: una Presenza entra nella vita a due ed è una gioia percepirla. Sono state un’emo-zione forte per tutti la freschezza e la spontaneità con la quale queste coppie hanno espresso la loro profonda certezza.

    F.S.

    Il signor Frank Brunetta è un azzanese emigra-to in Canada che riceve annualmente il nostro ca-lendario ed il bollettino parrocchiale e come tanti altri nostri concittadini all’estero ha dimostrato apprezzamento per questi contatti con il paese di origine e… lancia una proposta che sentiamo di condividere ed appoggiare: raccogliere foto e documentazioni sui nostri compaesani emigrati nel mondo per dedicare a loro il calendario par-rocchiale del 2018.

    Pertanto chiediamo gentilmente a quanti azza-nesi sono all’estero, di farci pervenire le foto di quando sono partiti, di ciò che hanno realizzato, dei gruppi familiari odierni, ecc.

    Quanto riusciremo a raccogliere sarà gelosa-mente custodito e tutto il materiale potrà essere

    utilizzato o per il calendario 2018 o per i prossimi bollettini parrocchiali o addirittura per una possi-bile mostra fotografica da allestire nel nostro ora-torio, magari in occasione dei festeggiamenti o in altre ricorrenze.

    Attendiamo quindi quanto dall’estero ci sarà inviato o anche consegnato da familiari e parenti ancora residenti ad Azzano. Per coloro che vivo-no all’estero il materiale può essere anche inviato all’indirizzo mail della parrocchia:

    parr.azzan