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Da quello che pensi a come lo pensi

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STILI COGNITIVI STILI COGNITIVI E FORME DI INTELLIGENZAE FORME DI INTELLIGENZA

A seguito degli studi condotti dalla psicologia, dalla neuropsicologia, dallapedagogia e dal confronto avviatosi tra educatori, insegnanti e formatori, l’attenzione si è focalizzata sulle MODALITA’ COGNITIVE dei soggetti

impegnati in compiti di apprendimento.In concomitanza a questi slanci la ricerca è stata sempre più sollecitata

dalla necessità d’integrazione degli alunni portatori di handicap, dalriconoscimento di differenti tipologie di disturbi dell’apprendimento e del

comportamento, l’espandersi del fenomeno della scuola multietnica e interculturale hanno sollecitato ulteriormente insegnanti e ricercatori

ad approfondire atteggiamenti educativi personalizzati per ogni singolo studente.

Conseguentemente le ricerche sulle differenti modalità di apprendimento che un individuo mette in atto nel processo di conoscenza hanno

prevalentemente seguito due approcci:

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APPROCCIO PSICOMETRICOAPPROCCIO PSICOMETRICO predisposizione di test di misurazione del QI

In seguito al fallimento dei programmi di istruzione compensatoria e delle scuole speciali per soggetti svantaggiati, si sviluppò da parte dei teorici del cognitivismo, una forte critica a questa metodologia

sostenendo che:

I test valutano una conoscenza “cristallizzata”e alimentano il concetto di intelligenza vista come abilitàscolastica di tipo accademico che trascura la capacità di

adattamento, la comunicazione, la perseveranza e non dicono nulla sui processi mentali attraverso i quali si risolvono i problemi.

COGNITIVISTACOGNITIVISTA Si sviluppa intorno agli anni ’70 e si occupa dello studio qualitativo

delle modalità attraverso cui i soggetti elaborano l’informazione

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L’INTELLIGENZAL’INTELLIGENZA

Per quanto l'intelligenza sia stata a lungo studiata da una moltitudine di ricercatori, si è ancora lontani

dall'aver raggiunto un consenso unanime su una definizione

capace di fissarne le caratteristiche di

maggior rilievo.

Una definizione condivisibile:

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l'intelligenza può essere intesa come:

Come strumento che Come strumento che migliora l'adattamento migliora l'adattamento all'ambienteall'ambiente: è in primo luogo la capacità di : è in primo luogo la capacità di risolvere nuovi problemi, oppure di risolvere risolvere nuovi problemi, oppure di risolvere

vecchi problemi in maniera innovativa;vecchi problemi in maniera innovativa;Come capacità di Come capacità di apprendere dall’esperienzaapprendere dall’esperienza

migliorando la capacità di adattamento migliorando la capacità di adattamento all’ambiente circostante a seconda dei contesti all’ambiente circostante a seconda dei contesti

sociali e culturali nei quali si è inseritisociali e culturali nei quali si è inseritiCome capacità di stabilire nuovi nessi o rapporti Come capacità di stabilire nuovi nessi o rapporti

tra due o più elementitra due o più elementi

Questo approccio è definito INTEGRATIVOperché considera l’intelligenza un costrutto

estremamente complesso e in interazione continua con l’ambiente

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STILE COGNITIVOSTILE COGNITIVOCon l’espressione STILE COGNITIVO

s’intende una particolare modalità d’elaborazione dell’informazione (o un insieme di modalità) che il discente mette in atto nelle varie fasi del

processo d’apprendimento. Generalmente quando si parla di stile cognitivo si presuppone la possibilità che

individui diversi possano avere delle preferenze nella modalità di apprendere uno stesso contenuto didattico.

Gli stili cognitivi sono quindi legati alla scelta concreta delle strategie cognitive utilizzate per risolvere un compito

e non vanno confusi con le abilità possedute ma definiscono le preferenze nell’uso di queste.

Uno stile cognitivo può essere concepito come la predisposizione ad adottare strategie di apprendimento indipendentemente dalle specifiche richieste dal compito, inoltre è importante sottolineare che lo stile tende a stabilizzarsi nel

tempo ma non è necessariamente rigido ….da ciò consegue che….

NELL’APPRENDIMENTO E’ OPPORTUNO CHE LE PERSONE ADOTTINO IL PROPRIO STILE INDIVIDUALE

MA CHE FACCIANO ANCHE ESPERIENZA DI STILI ALTERNATIVI

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Howard Gardner, psicologo americano nato nel 1943, è considerato il principalerappresentante della teoria delle intelligenze multiple, entrò all'Università di Harvard nel

1961, conseguendo il dottorato e specializzandosi successivamente in psicologia dell'età evolutiva e in neuropsicologia.

Il punto di partenza della concezione di Gardner è la convinzione che la teoria classica dell'intelligenza, basata sul presupposto che esista un fattore unitario, misurabile tramite

il QI, sia errata. Dopo aver effettuato indagini sull'intelligenza dei bambini e su adulti colpiti da ictus, egli

giunse alla conclusione che:GLI ESSERI UMANI NON SONO DOTATI DI UN DETERMINATO GRADO DI INTELLIGENZA MA CHE ESISTE UN NUMERO VARIABILE DI FACOLTA’ INTELLIGENTI RELATIVAMENTE MA CHE ESISTE UN NUMERO VARIABILE DI FACOLTA’ INTELLIGENTI RELATIVAMENTE

INDIPENDENTI TRA LOROINDIPENDENTI TRA LORO,

Gardner arriva a identificare almeno sette differenti tipologie di intelligenza:

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TIPI DI INTELLIGENZA COMPITI CORRELATI

INTELLIGENZA LINGUISTICAinclude i meccanismi coinvolti nella fonologia, sintassi, semantica e pragmatica

Leggere libri, scrivere una tesina, una poesia, comprensione del parlato

INTELLIGENZA LOGICO-MATEMATICAcoinvolge l’uso e la comprensione di relazioni astratte

Soluzione di problemi matematici, fare i conti, sviluppo di una dimostrazione matematica, ragionamento logico

INTELLIGENZA SPAZIALEconcerne l’abilità di percepire l’informazione visiva o spaziale, di modificarla e trasformarla e di ricreare immagini visive

Spostamento da un posto all’altro, lettura di cartine, disposizione di oggetti nello spazio, progettazione dello spazio

INTELLIGENZA MUSICALEconsente alle persone di creare, comunicare e comprendere il significato che viene dai suoni

Cantare, suonare, comporre riconoscere e apprezzare la struttura di un brano musicale

INTELLIGENZA CORPOREO CINESTITICAriguarda l’uso del corpo

Ballare, fare sport, correre, impegnarsi in attività fisiche da soli o con altri

INTELLIGENZA INTERPERSONALEsi fonda sulla capacità di riconoscere e distinguere tra sentimenti, credenze e intenzioni delle altre persone

Relazionarsi ad altre persone, capire il comportamento, la motivazione e le emozioni degli altri

INTELLIGENZA INTRAPERSONALEsi fonda sulla capacità di riconoscere e distinguere tra sentimenti, credenze e intenzioni delle altre persone.

Capire se stessi, chi siamo, cosa ci fa essere come siamo; capacità di gestire le proprie emozioni ed i propri sentimenti

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Le tesi di Gardner mirano a mettere in rilievo che nel processo di apprendimento

rivestono un ruolo fondamentale la PERSONALITA’PERSONALITA’ , la MOTIVAZIONEMOTIVAZIONE e l’EMOZIONEEMOZIONE.

Fra questi probabilmente il ruolo più decisivo è svolto dalla

MOTIVAZIONEMOTIVAZIONEUn individuo motivato ad apprendere lavorerà

sodo, persevererà nel proprio impegno, vedrà negli ostacoli più uno stimolo che un motivo di scoraggiamento e continuerà ad apprendere

anche quando non sarà costretto a farlo, per il solo piacere di soddisfare la propria curiosità, e

di mettere le proprie facoltà alla prova di ostacoli inediti o poco familiari.

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Ma perché alcuni individui sono motivati a imparare mentrealtri non lo sono?

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I ricercatori sono convinti che la condizione più favorevole all’apprendimento è rappresentata da una

MOTIVAZIONE INTRINSECAMOTIVAZIONE INTRINSECAossia di una condizione in cui

l’individuo si sforza di apprendere perché la cosa gli riesce divertente o appagante in sé, e non perché qualcuno gli ha permesso un beneficio

materiale qualsiasi. Per questo quando un individuo è impegnato in un’attività motivante è talmente coinvolto nella dinamica di un’attività fisica o mentale da perdere

la percezione del tempo, dello spazio e delle preoccupazioni del mondo circostante.

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A questo proposito la teoria delle intelligenze multiple sostiene che gli individui sono sommamente motivati ad apprendere quando gli individui sono sommamente motivati ad apprendere quando

affrontano attività per le quali possiedono qualche talento e se si affrontano attività per le quali possiedono qualche talento e se si vuole che certe conoscenze vengano affrontate, interiorizzate e, vuole che certe conoscenze vengano affrontate, interiorizzate e,

successivamente, usate, occorre inserirle in un contesto capace di successivamente, usate, occorre inserirle in un contesto capace di suscitare emozionisuscitare emozioni..

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Robert Sternberg, è considerato uno dei massimi studiosi attualidell'intelligenza e dello sviluppo cognitivo, è nato nel New Jersey nel 1949. Nel 1972 si è laureato in psicologia alla Yale University, conseguendosuccessivamente il dottorato presso la Stanford University. Attualmente è professore di psicologia alla Yale University.

Non si può ignorare la concezione di intelligenza da lui proposta espressa nella TEORIA TRIARCHICA TEORIA TRIARCHICA o o TRIPOLARETRIPOLARE

con la quale l'autore si propone di superare i limiti delle teorie precedenti, e in particolare delle teorie psicometriche e delle teorie cognitive.

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L'idea portante della prospettiva sviluppata da Sternberg è che l'intelligenza non rappresenti un'unica facoltà,

ma sia costituita da un insieme molto ampio di abilità che sono in diretta relazione

- con il contesto in cui si svolge il comportamento intelligente

- con i processi cognitivi che sono alla base del comportamento

- - con l’esperienza, che funge da mediatore tra l'organismo e l'ambiente esterno

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L'intelligenza analitica comprende la capacità di analizzare suddividendo in parti e scendendo nei dettagli, di valutare, diesprimere giudizi, operare confronti tra elementi diversi. Tale forma di intelligenza sarebbe coinvolta ad esempio quandoricerchiamo il significato di una parola o di una frase, quandoaffrontiamo test matematici; essa permette buoni risultati nei compitiscolastici tradizionali.

L'intelligenza creativa, legata all'intuizione, si realizza nella capacità di inventare, di scoprire, di immaginare, ipotizzare, di affrontare con successo situazioni insolite per le quali le conoscenze e le abilità esistentisi mostrano inadeguate. A differenza dell'intelligenza analitica, cheimplica risposte determinate, l'intelligenza creativa è aperta a piùpossibilità di soluzione.

L'intelligenza pratica comprende invece la capacità di usare strumenti, applicare procedure e porre in atto progetti, saper organizzare e pianificare, dimostrare come si fa, ecc.

Da un punto di vista pedagogico, la teoria triarchica dell'intelligenza comporta l'adozione di una prospettiva COSTRUTTIVISTA poiché considera l'apprendimento come un processo attivo, di costruzione della conoscenza da parte del soggetto, secondo lo stile tipico che lo caratterizza.

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COSTRUTTIVISMOConcezione secondo la quale la realtà non va considerata come un qualcosa dioggettivo, indipendente dal soggetto che ne fa esperienza, poiché è il soggettostesso che la crea partecipando in maniera attiva alla sua costruzione. In base a tale prospettiva si hanno le seguenti conseguenze:

1. Le leggi di natura non vengono scoperte bensì inventate.

2. Non è possibile una distinzione netta tra colui che osserva e l'oggetto osservato, poiché entrambi si definiscono come tali attraverso la reciproca interazione.

3. Ciò che si definisce conoscenza non può essere considerata una "rappresentazione" del mondo esterno ricavata dal mondo reale, ma è una costruzione fatta dal soggetto con materiali presi al proprio interno.

4. La cognizione non è un mezzo per conoscere la realtà oggettiva, ma serve all'organismo per adattarsi all'ambiente.

5. Ciò che viene osservato non sono cose, proprietà o relazioni di un mondo che esiste indipendentemente dall'osservatore, bensì delle distinzioni effettuate dall'osservatore stesso, in seguito alla propria attività nell'ambiente.

6. La sensazione non è la rilevazione impersonale di un dato, come quella derivante dalla lettura di uno strumento, quanto piuttosto un fenomeno che coinvolge profondamente il soggetto.

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Cesare Cornoldi è professore ordinario e ricercatore presso la facoltà di Psicologia dell’Universitàdegli Studi di Padova

(gli ambiti di studio e di ricerca dei quali si occupa sono:apprendimento e memoria nell'uomo: aspetti cognitivi dei disturbi

dell'apprendimento, memoria di lavoro, aspetti metacognitivi dell'apprendimento, disturbi cognitivi, immagini

mentali.)

individua i seguenti STILI COGNITIVI

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PERCEZIONEPERCEZIONE AnaliticoPrivilegia una percezione del dettaglio

GlobalePrivilegia la percezione dell’intero

MEMORIAMEMORIA VisualePredilige il codice visivo-spaziale ed iconico

VerbalePredilige il codice linguistico e sonoro

RAGIONAMENTORAGIONAMENTO SistematicoSi caratterizza per una procedura a piccoli passi, dove vengono analizzati e presi in considerazione tutti i possibili dettagli

IntuitivoSi esprime in prevalenza su ipotesi globali che poi cerca di confermare o confutare

ImpulsivoTempi decisionali brevi per i processi di valutazione e di risoluzione di un compito cognitivo

RiflessivoTempi decisionali più lunghi per i processi di valutazione e risoluzione di un compito cognitivo

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Le difficoltà scolastiche sono di tanti tipi diversi e spesso non sono la conseguenza di una specifica causa, ma sono dovute al

concorso di molti fattori.

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Tali fattori possono riguardare sia l’individuo che ilcontesto in cui egli viene a trovarsi.

Fra essi possiamo individuare:

L’ambiente socio culturaleIl clima familiare (sfera emotivo – motivazionale)La personalità dell’allievoLo Stile CognitivoLa motivazionePresenza di disturbi dell’apprendimento e del Comportamento

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UN CASO COMUNE……UN CASO COMUNE……

Consideriamo il seguente caso.

Roberto e’ un bambino di quinta elementare, con una famiglia di condizionesocioculturale media, ma senza particolari problemi. Il bambino ha sempreincontrato grosse difficoltà scolastiche. Nell’apprendimento della lettura ha semprepalesato notevoli incertezze, per cui i suoi attuali livelli di abilità di lettura sonosimili a quelli di un bambino di terza elementare. Ma questi problemi sono comparativamente ‘leggeri’ rispetto a quelli che incontra in quasi tutte le altre aree scolastiche. In matematica commette continuamente errori gravi, anche in compitidi grande semplicità. Sembra incapace di costruire un ragionamento lineareche gli consenta di risolvere un problema o di costruire un discorso, soprattutto se scritto. Quando e’ interrogato sui contenuti proposti al suo studio e’ capace solo difornire risposte vaghe e poco coordinate.

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I miseri esiti scolastici del bambino, già palesati all’inizio della scuola elementare edimostratisi progressivamente sempre più preoccupanti, hanno portato alla richiestadell’insegnante di sostegno e alla ricerca di un aiuto presso dei servizi sociosanitari.L’assegnazione dell’insegnante di sostegno ha costituito un implicito riconoscimento

della condizione di “handicap”di Roberto. Ma e’ vero che Roberto e’ un bambino ‘handicappato’? La prima impressione che Roberto offre e’ quella di un bambino simpatico, sorridente,con uno sguardo vivace, che però perde facilmente il filo dei ragionamenti e incontradifficoltà a organizzarsi. Questa impressione non corrisponde a quella offerta tipicamente da bambini con

disturbo della personalità o con ritardo mentale, mentre offre eventualmente qualche indicatoreassociato al disturbo d’attenzione (che però non appare a tal punto presente da giustificare una diagnosi in questo senso). Si procede ad un esame clinico che non evidenzia alcun indicatore neurologico

particolare e che, soprattutto, mette in luce un livello intellettivo generale ‘normale’ (il QI ottenuto da Roberto, di 90, e’ vicino al QI medio di 100 e ben lontano dal QI di 70 che dovrebbe costituire il criterio sotto il quale è consentita una diagnosi di ritardo mentale).

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Quando viene discusso il caso di Roberto fra gli operatori interessati, vi e’ una certasorpresa nel conoscere il QI che egli ha ottenuto. Ci si domanda come Robertpossa ottenere delle prestazioni scolastiche così basse, pur avendo dellepotenzialità intellettive discrete. Si nota inoltre che la diagnosi conseguente per Roberto (quella di ‘disturbospecifico di apprendimento’) viene spesso associata al caso di bambini intelligenti e con difficoltà scolastiche, ove tuttavia queste difficoltà riguardano solo specifiche aree di apprendimento (per esempio lettura, calcolo, ecc.) e non si generalizzano– come nel caso in questione - a tutte o quasi le aree scolastiche. Viene spiegato agli operatori che quest’ultima concezione nasce dal fatto che i disturbi altamente specifici sono quelli che più colpiscono l’attenzione e sono occasione di più frequente citazione, ma non corrispondono affatto alla maggioranza dei disturbi specifici di apprendimento. Infatti, un disturbo può essere specifico perché altamente selettivo, ma anche perché non interessa le funzioni intellettive di base. In seguito al riesame del caso, gli operatori sono costretti a modificare il loro atteggiamento e gli stessi obiettivi educativi.

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Con il termine “NATIVI DIGITALI” si identificano quei ragazzi che fanno parte delle nuove generazioni cha hanno

sviluppato un nuovo tipo di intelligenza, l’Intelligenza Digitale, nata grazie al modo nuovo di

comunicare e di ricevere informazioni che li rende spontaneamente capaci di confrontarsi con la Tecnologia.

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E internet? Il 59,8% del campione è in grado di cercare informazionisul web: più della metà hainiziato ad usare internet trai  6 e gli 8 anni (50,7%),mentre il 47,7% tra i 9 e gli 11 anni.

I dati dell’Eurispes, emersi da una ricerca condotta sul territorio nazionale, mostrano questo dato in maniera evidente.

Già dalla prima età scolare, secondo questa ricerca, ibambini manifestano un’incredibile capacità di

interagire con ilcomputer, con il web e con le

applicazioni tecnologiche.L’87,3% dei bambini

intervistati sa giocare con il computer, il 75,4% è in grado di scrivere un testo

al pc e il 62,7% di stampare.

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Purtroppo contributi significativi di studi e ricerche che si occupano dell’analisi e interpretazione dell’influenza delle tecnologie sul modo di apprendere e di esplicitare le conoscenze non ce ne sono ancora, poiché l’impatto di questi strumenti copre un lasso di tempo ancora

troppo breve per avere analisi confutabili. Le produzioni più diffuse si occupano soprattutto della fascia d’età adolescenziale, e sono più di stampo socio psicologico,

che di tipo cognitivo, e si dividono tra posizioni apocalittico/catastrofiche

a posizioni che ne esaltano incondizionatamente le potenzialità.

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Un contributo degno di nota è suggerito dalla Preside Prof.ssa MarisaD’Alessio della facoltà di Psicologia dell’università Sapienza di Romache afferma:Demonizzare gli strumenti è sbagliato. La tecnologia è un ottimo strumento per apprendere e conoscere. Ma non può sostituire l’esperienza formativa offerta dal

mondoreale. I bambini probabilmente si interessano alla tecnologia perché nella nostra

societàormai c’è poco spazio per loro e in qualche modo cercano di riappropriarsi di un

postotutto loro.  Se i bambini non hanno la possibilità di trovare uno spazio di sviluppo

delle loro competenze emotive, cognitive e sociali, lo cercano nella tecnologia. Il

problema è che il computer, per quanto sia stimolante, è molto meno complesso della realtà e

manca di tante esperienze fondamentali che un bambino non può e non deve perdersi. L’esperienza del gioco all’aperto con altri coetanei, il contatto fisico con tutte le sue componenti di competenze non verbali, tempi e situazioni scanditi dai normali ritmi

del sonno e della veglia, del gioco e del riposo, dello spuntino e dello studio, possono e devono essere affiancati dalla presenza del computer, ma non sostituiti. Non si

può pensare di delegare alla tecnologia di fornire ai bambini ciò che non gli diamo: uno spazio vero, il verde in città, le variabili umane indispensabili alla formazione dell’individuo.

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Cosa si riconosce:Cambia il modo di sentire, conoscere, di fare

esperienza della realtà;Una nuova forma di linguaggio che

condiziona quelli consolidati;Cambiano le modalità di rapporto tra le

persone;Sviluppo della memoria delle immagini che

ha anche una zona di elaborazione cerebrale diversa dalle sedi della memoria delle parole e dei numeri. Un’attività mentale per immagini risulta più immediata, senza mediazioni simboliche;

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Come Cambia nelle scuole:

l’ambiente scolastico, su scorta diquesta corrente di innovazioni si stamuovendo il ministero dell’istruzionemettendo in atto quanto previstodall’art.15 della legge finanziaria del 2009che prevede la dotazione delle lavagneinterattive multimediali; in questa prospettiva si ipotizza che dal 2013 i libri di testo saranno solo digitali

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Come può intervenire l’educazione?

Facendo interagire metodologie e strumenti tecnologici a quelle tradizionali, senza che una prevalga sull’altra;

Dando gli strumenti per conoscere e interpretare questo spazio-etere;

Agganciando alla realtà chiarendo il ruolo delle tecnologie come strumento e del vissuto reale come fine

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Importante ricordare:

UN BASSO/NEGATIVO CONCETTO DI SE’ SCOLASTICO

può indurre

AD UNA PERCEZIONE DI SCARSA AUTOEFFICACIA

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Non fornire delle risposte conclusive, bensìPromuovere la comprensione e mantenere viva la capacità di

provare meraviglia.Affrontare i concetti battendo una varietà di percorsi e tenendo

conto delle varie formae mentis.Offrire agli studenti l’opportunità di mettere a frutto le proprie

conoscenze in varie condizioni e assicurare loro regolarmente utili feedback.

Offrire opportunità di usare congiuntamente una varietà di concetti, temi e idee.

Dare maggiore spazio all’autovalutazione: occasioni che consentano loro di mostrare e mettere a frutto ciò che hanno

imparato.Favorire tutte le circostanze, anche pratiche , legate ai contesti di vita quotidiana, che diano loro la possibilità di mettere alla prova

le proprie conoscenze.

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