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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014 1 N. 1 APRILE 2014 - [email protected] Corso per fidanzati: Perché ne vale ancora la pena Testimonianze: Cent’anni e non sentirli Genitori: Gioie e fatiche dell’imparare Aperti alla vita Speciale giovani: Oratorio Settimana comunitaria

Corso per fidanzati: Testimonianze: Cent’anni e non ... · dell’amore; una mamma sa seguire con di-screzione, con tenerezza il cammino dei figli e anche quando sbagliano trova

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014 1

N. 1 APRILE 2014 - [email protected]

Corso per fidanzati:

Perché ne vale ancora la pena

Testimonianze:

Cent’anni e non sentirli

Genitori:

Gioie e fatiche dell’imparare

Aperti alla vita

Speciale giovani:

Oratorio

Settimana comunitaria

2 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014

VITA DI COMUNITÀ: 2 marzo 2014

Benvenuti maggiorenni!

2 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014

CO

SCRIT

TI

AN

NO

1996

PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014 3

F orse è un'ovvietà, ma,

tra i vari personaggi del

vangelo, quello che a

me sarebbe piaciuto

incontrare di persona è Gesù

risorto. Tra tutti è certamente il

più attraente, il più affascinante e,

soprattutto, il più misterioso. Quando

leggiamo nel vangelo i racconti che parlano

di lui troviamo molti inspiegabili particolari:

è proprio Gesù, ma i suoi amici più stretti

all'inizio non lo riconoscono;

entra a porte chiuse, ma

mangia come tutti (e per uscire

dal sepolcro sposta la pietra

d'entrata); ha in mano ogni

potere, ma si mette a cucinare

il pesce sulla brace per gli

apostoli...

Vorrei averlo conosciuto per

capire il significato di tutto

questo. Perché poi non fa

quello che tutti ci aspetteremmo?

Per esempio una bella visita, magari

notturna, a Erode e a Pilato, oppure

un'apparizione come si deve davanti al

tempio di Gerusalemme, giusto per togliersi

qualche sassolino dalle scarpe di fronte a chi

l'aveva condannato.

Niente di tutto questo, il suo stile rimane

sommesso, senza enfasi, senza retorica.

Perché, poi, non rimprovera Pietro e tutti

quelli che l'avevano abbandonato? Si

comporta come se niente fosse, la sua fiducia

in loro rimane inattacabile e assoluta.

Questi aspetti così singolari del

comportamento di Gesù risorto mi parlano di

autenticità.

Un personaggio così non era inventabile,

non era concepibile, nessuno scrittore

avrebbe potuto crearlo. Se gli evangelisti

avessero scritto per ingannarci non

avrebbero detto queste cose. Sono stato

sempre interessato al

problema della storicità dei

vangeli e inizialmente

pensavo che le prove della

loro autenticità storica si

trovassero soprattutto nell’ar-

cheologia, nella storia e nella

letteratura, in luoghi insomma

esterni allo scritto evangelico.

Più tardi ho capito invece che

le prove fondamentali sono

dentro il vangelo stesso, nel modo d’essere

di Gesù, sempre diverso da come gli uomini

avrebbero potuto immaginarlo e inventarlo.

Se questi racconti sono sinceri significa che

il risorto è vivo, che le sue parole sono vere,

che Lui è qui e che c'è speranza per ciascuno

di noi.

Buona Pasqua a tutti Voi.

Padre Michele

Che strano personaggio di Padre Michele

Un personaggio così

non era inventabile,

non era concepibile,

nessuno scrittore

avrebbe potuto

crearlo

LA LETTERA DEL PARROCO:

Carissimi amici

4 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014

In questo numero del Bollettino

Parrocchiale, anziché un mio

articolo ho pensato di proporVi

questa catechesi del Papa, che

mi sembra sottolinei e indichi sia

che cosa è la chiesa sia che cosa

dovrebbe essere oggi.

Mi sembra tocchi la concretezza anche del-

le nostre famiglie.

Un caro augurio a tutti Voi per una Buona

Pasqua!

UDIENZA GENERALE Piazza San Pietro

Mercoledì, 18 settembre 2013

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi ritorno ancora sull’immagine della

Chiesa come madre. A me piace tanto que-

sta immagine della Chiesa come madre. Per

questo ho voluto ritornarvi, perché questa

immagine mi sembra che ci dica non solo

come è la Chiesa, ma anche quale volto do-

vrebbe avere sempre di più la Chiesa, que-

sta nostra madre Chiesa.

Vorrei sottolineare tre cose, sempre guar-

dando alle nostre mamme, a tutto quello che

fanno, che vivono, che soffrono per i propri

figli, continuando quello che ho detto mer-

coledì scorso.

Io mi domando: che cosa fa una mamma?

1. Prima di tutto insegna a camminare

nella vita, insegna ad andare bene nella

vita, sa come orientare i figli, cerca sem-

pre di indicare la strada giusta nella vita

per crescere e diventare adulti. E lo fa

con tenerezza, con affetto, con amore, sem-

pre anche quando cerca di raddrizzare il

nostro cammino perché sbandiamo un poco

nella vita o prendiamo strade che portano

verso un burrone. Una mamma sa che cosa

è importante perché un figlio cammini bene

nella vita, e non l’ha imparato dai libri, ma

l’ha imparato dal proprio cuore. L’Universi-

tà delle mamme è il loro cuore! Lì imparano

come portare avanti i propri figli.

La Chiesa fa la stessa cosa: orienta la nostra

vita, ci dà degli insegnamenti per cammina-

re bene. Pensiamo ai dieci Comandamenti:

ci indicano una strada da percorrere per ma-

turare, per avere dei punti fermi nel nostro

modo di comportarci. E sono frutto della

tenerezza, dell’amore stesso di Dio che ce li

ha donati. Voi potrete dirmi: ma sono dei

comandi! Sono un insieme di “no”! Io vor-

rei invitarvi a leggerli – forse li avete un po’

dimenticati – e poi di pensarli in positivo.

Vedrete che riguardano il nostro modo di

comportarci verso Dio, verso noi stessi e

verso gli altri, proprio quello che ci insegna

una mamma per vivere bene. Ci invitano a

non farci idoli materiali che poi ci rendono

schiavi, a ricordarci di Dio, ad avere rispet-

to per i genitori, ad essere onesti, a rispetta-

re l’altro… Provate a vederli così e a consi-

derarli come se fossero le parole, gli inse-

gnamenti che dà la mamma per andare bene

nella vita. Una mamma non insegna mai ciò

che è male, vuole solo il bene dei figli, e

così fa la Chiesa.

2. Vorrei dirvi una seconda cosa: quando

un figlio cresce, diventa adulto, prende la

sua strada, si assume le sue responsabili-

tà, cammina con le proprie gambe, fa

quello che vuole, e, a volte, capita anche

di uscire di strada, capita qualche inci-

dente. La mamma sempre, in ogni situazio-

ne, ha la pazienza di continuare ad accom-

pagnare i figli. Ciò che la spinge è la forza

CATECHESI:

Alla scuola di Papa Francesco

Questa nostra madre Chiesa a cura di Padre Giacomo

PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014 5

dell’amore; una mamma sa seguire con di-

screzione, con tenerezza il cammino dei figli

e anche quando sbagliano trova sempre il

modo per comprendere, per essere vicina,

per aiutare. Noi – nella mia terra – diciamo

che una mamma sa “dar la cara”. Cosa vuol

dire questo? Vuol dire che una mamma sa

“metterci la faccia” per i propri figli, cioè è

spinta a difenderli, sempre. Penso alle mam-

me che soffrono per i figli in carcere o in

situazioni difficili: non si domandano se sia-

no colpe-

voli o no,

continua-

no ad

amarli e

spesso

subiscono

umiliazio-

ni, ma

non han-

no paura,

non smet-

tono di

donarsi.

La Chiesa

è così, è una mamma misericordiosa, che

capisce, che cerca sempre di aiutare, di inco-

raggiare anche di fronte ai suoi figli che han-

no sbagliato e che sbagliano, non chiude mai

le porte della Casa; non giudica, ma offre il

perdono di Dio, offre il suo amore che invita

a riprendere il cammino anche a quei suoi

figli che sono caduti in un baratro profondo,

la Chiesa non ha paura di entrare nella loro

notte per dare speranza; la Chiesa non ha

paura di entrare nella nostra notte quando

siamo nel buio dell’anima e della coscienza,

per darci speranza! Perché la Chiesa è ma-

dre!

3. Un ultimo pensiero. Una mamma sa

anche chiedere, bussare ad ogni porta per

i propri figli, senza calcolare, lo fa con

amore. E penso a come le mamme sanno

bussare anche e soprattutto alla porta del

cuore di Dio! Le mamme pregano tanto per i

propri figli, specialmente per quelli più de-

boli, per quelli che hanno più bisogno, per

quelli che nella vita hanno preso vie perico-

lose o sbagliate. Poche settimane fa ho cele-

brato nella chiesa di sant’Agostino, qui a

Roma, dove sono conservate le reliquie della

madre, santa Monica. Quante preghiere ha

elevato a Dio quella santa mamma per il fi-

glio, e

quante

lacrime

ha versa-

to! Penso

a voi, ca-

re mam-

me: quan-

to pregate

per i vo-

stri figli,

senza

stancarvi!

Continua-

te a pre-

gare, ad affidare i vostri figli a Dio; Lui ha

un cuore grande! Bussate alla porta del cuore

di Dio con la preghiera per i figli.

E così fa anche la Chiesa: mette nelle mani

del Signore, con la preghiera, tutte le situa-

zioni dei suoi figli. Confidiamo nella forza

della preghiera di Madre Chiesa: il Signore

non rimane insensibile. Sa sempre stupirci

quando non ce l’aspettiamo. La Madre Chie-

sa lo sa!

Ecco, questi erano i pensieri che volevo dirvi

oggi: vediamo nella Chiesa una buona mam-

ma che ci indica la strada da percorrere nella

vita, che sa essere sempre paziente, miseri-

cordiosa, comprensiva, e che sa metterci nel-

le mani di Dio.

6 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014

“Spesso mi incanto a guardare la televisio-

ne quando ci sono le coppie di pattinatori

artistici sul ghiaccio, mi affascinano, così

instabili su quelle lame, su quel terreno

così scivoloso, eppure mi danno un’idea di

grande stabilità … sono eleganti … danno

l’idea di un’intesa perfetta.”

Su queste parole di Stefania, protagoni-

sta del film Casomai, è iniziato il nostro

percorso da fidanzati: come afferma Don

Livio, altro personaggio del film, ci è pia-

ciuta “questa immagine di equilibrio conti-

nuamente precario, su un terreno insidioso,

dove solo la fiducia nell’altro e un allena-

mento infaticabile riescono a costruire ri-

sultati solidi, giorno per giorno”.

Siamo un gruppo abbastanza eteroge-

neo, sei coppie, ognuna con la propria real-

tà alle spalle, il proprio mondo e famiglia

d’origine, ma tutte con uno spirito comune:

affrontare gli argomenti più disparati, pro-

posti dalle nostre coppie guide e dai due

sacerdoti, condividendo le proprie esperien-

ze e i propri pensieri, sia quelli più leggeri

sia altri molto più personali. Fin dal primo

incontro, ognuno con la propria personalità

si è in messo in gioco, in modo da instaura-

re un bel clima gioviale e un rapporto quasi

di confidenza tra tutti i partecipanti: le bat-

tute, le risate, gli episodi di vita quotidiana,

alternate da discorsi profondi e paure tangi-

bili, sono state all’ordine del giorno.

Il team, capitanato da Franco e Antonella,

la coppia con più anni di matrimonio alle

spalle, supportati da Francesca e Fabio e

dai più freschi di matrimonio, Laura e Leo-

nardo, guidati da Padre Giacomo e Padre

Michele, ci ha proposto ogni serata spunti

per la riflessione tratti dalla loro esperienza

di famiglia cristiana: in seguito ad alcune

attività per rompere il ghiaccio e alla visio-

ne di un film, Casomai, che, tra metafora e

realismo quotidiano, mette a fuoco gli osta-

coli che la società insinua anche in chi cre-

de che il matrimonio sia un impegno per la

vita, il corso ci ha aiutato ad esaminare

questi corrosivi interni ed esterni, usando

le parole di Leonardo e Laura, che possono

minare la solidità della coppia. Così, tutti

insieme abbiamo discusso l’importanza

della Fede in Dio, definita da uno di noi

come “le gambe del mobile, ma non il mo-

bile stesso”, del pregare all’interno della

coppia, sia da soli sia insieme (il Papa ha

affermato, “lui per lei, lei per lui, e tutti e

due insieme”), del saper perdonare in pri-

mis noi stessi e, solo in seguito, l’altro, del-

la differenza tra la parola per-dono e scusa.

E ancora sull’importanza del dialogo tra

noi, oggi fidanzati e domani sposi, sulla

qualità del parlarsi, sul rapporto tra la so-

cietà e la nostra coppia, analizzata come

un’isola, su ciò che noi sentiamo parte inte-

grante della nostra famiglia e ciò che inve-

ce ne resta al di fuori. Ci siamo interrogati

se valesse ancora la pena diventare madre e

padre in un mondo che, a sentire il telegior-

nale, è solo caratterizzato da omicidi, vio-

lenza e truffe; ci siamo soffermati sul com-

pito educativo della famiglia, sull’impor-

tanza dei nonni, su come noi ce li immagi-

niamo e sugli aggettivi caratterizzanti della

figura della madre e del padre.

Uno dei momenti più significativi è rap-

presentato dalla serata dedicata alle fami-

glie d’origine: attraverso alcune domande,

abbiamo individuato le caratteristiche di

ognuna di esse, le differenze, ciò che ci ha

conquistati e ciò che ci dà tremendamente

fastidio. È stato un incontro ricco di dialogo

e di condivisione, in cui sono emerse alcu-

ne - divertenti - problematiche comuni, co-

Perché ne vale ancora la pena di Chiara ed Enrico

ATTIVITA’ DELLA PARROCCHIA:

Corso per i fidanzati 2014

PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014 7

me

la presenza di genitori/suoceri

troppo invasivi, la sensazione di strappare i

figli alle madri, la soggezione nel dare del

Lei agli suoceri, il dubbio sul dare una copia

del mazzo di chiavi della propria casa ai ge-

nitori/suoceri, ecc., e altri piccoli problemi

quotidiani in cui la maggior parte di noi non

fa fatica a ritrovarsi: è stato molto utile l’ap-

porto di chi ha già affrontato e superato que-

ste situazioni ed è in grado, raccontando la

propria esperienza, di suggerire una possibi-

le soluzione. Questa serata, come anche le

altre, ci ha permesso di comprendere l’im-

portanza nel sentirsi parte di una comunità

cristiana, in cui, attraverso la condivisione e

lo scambio di pensieri, si riesce a individua-

re, non per forza più velocemente, ma senza

dubbio in modo più sereno, le soluzioni a

problemi che, da soli, sembrano insormonta-

bili.

Uno dei momenti più toccanti, invece, è

stato ascoltare le parole di Papa Francesco

durante l’incontro del 14 Febbraio scorso

con i fi-

danzati: in

particolare

ci siamo

soffermati

sulla paura

del “per

sempre”,

alla quale

il Santo

Padre ri-

sponde con

l’importan-

za dell’af-

fidarsi

“giorno

per giorno

al Signore

Gesù in una vita che diventa un

cammino spirituale quotidiano, fatto di

passi, passi piccoli, passi di crescita comu-

ne, fatto di impegno a diventare donne e

uomini maturi nella fede”. Molto profonda è

anche la definizione di amore e di famiglia

che il Papa ci regala, “l’amore è una relazio-

ne, è una realtà che cresce. (..) La famiglia

nasce da questo progetto d’amore che vuole

crescere come si costruisce una casa, che

sia luogo di affetto, di aiuto, di speranza, di

sostegno”. Tutto, perciò, inizia dal matrimo-

nio: usando le parole del vescovo Nosiglia,

esso “è un dono, perché nasce dall’amore

gratuito di Dio, ed è mistero, perché resta

l’esperienza che, solo vivendola pienamente,

può essere gustata e approfondita giorno

dopo giorno.”

In conclusione, riprendendo le parole di

Don Livio, rivolgiamo a tutti i “pattinatori”,

a quelli giovani e a quelli un po’ più saggi,

alle nostre guide, ai nostri genitori e a tutte

le coppie della nostra Comunità “l’augurio

di costruire basi solide. Piene d’amore. Che

guardino verso un futuro pieno di speranza.

Concreta. Buon Lavoro. Amen”.

8 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014

Un mercoledì da leoni Di Carlo ‘d Chinòta (Carlo Brosio)

Ogni ultimo mercoledì del mese, in Parroc-

chia alle 15 ha luogo la riunione mensile dei

pensionati e anziani.

Sono quasi 11 anni che la frequento, essendo

andato in pensione nel 2003 e sono ben lieto

di passare 2 ore in compagnia di gente sim-

patica, a partire dai 3 parroci che si sono suc-

ceduti in questi anni: p. Adriano, p. Giaco-

mo, p. Michele. Ahimé! Alcuni partecipanti

nel corso degli anni ci hanno lasciato, ma

son sicuro che da lassù continuano a seguirci

con occhio benevolo. Noi sopravvissuti sia-

mo contenti di mantener viva la tradizione.

Ed ecco come si svolge la riunione.

Dopo un corto preambolo di catechesi, un

esperto ci aiuta ad affrontare i disagi quoti-

diani di noi anziani: un medico, un filosofo,

uno psicologo, a cui rivolgiamo domande

semplici. Oppure c'è un momento ludico tipo

tombola, musichiere, proiezione di diapositi-

ve o di film. Qualche anno fa si organizzava-

no a fine maggio gite frequentatissime di

mezza giornata. Mi ricordo

Vezzolano, Vicoforte di Mondovì. Que-

st'anno abbiamo fatto visita a qualcuno

più sfortunato di noi al Cottolengo di

Mappano.

Dopo la prima ora c'è l'intervallo, il cui ini-

zio è un momento di golosità: i mitici cane-

strelli di Irma, innaffiati da tè e cioccolata di

Mariuccia, poi io o Adriana o Luigina rubia-

mo 5 minuti di attenzione, con nostre poesie

o racconti. Io scrivo e leggo in piemontese,

ma se me la si chiede fornisco anche a tradu-

zione in italiano. Oggi ho letto la poesia che

avevo mandato a Papa Francesco (che ripor-

to qui sotto) e la lettera di risposta della Se-

greteria di Stato in cui mi si partecipa la Sua

Benedizione (chissà se ciò renderà meno

impervio il cammino verso la grazia celeste

di un povero peccatore come me?).

Le due ore sono volate anche questa volta,

arrivederci al 26 marzo col nostro motto:

NON SIAMO VECCHI O ANZIANI,

SIAMO DIVERSAMENTE GIOVANI!

Papa Francesco? gli piace il vino del Monferrato. La sua famiglia arriva da Castelnuovo Don Bo-

sco, beve barbera freisa e grignolino e, con i dolci, un poco di malvasia. E di li vicino, Moncucco,

era mamma ed io, anche da piccolo, bevevo il vino. Spirituale, ma averlo come padre! Anche amico,

Papa Francesco, l'Argentino. Guardo sempre twitter per quello che scrive, parole che tutti possono

capire, parole di uno che vive per la gente, dice che le guerre devono finire e prega per tutti gli

emarginati, che possano trovare la loro buona strada.

Papa Ceco? dal Monfrà ij pias 'l vin

Da Castelneuv a ven soa famija

A bèiv barbera frèisa e grignolin

E, con ij doss, 'n pòch 'd malvasija.

ed lì davsin, Moncuch, a l'era mare

E mi, anche da cit, bèivija 'l vin.

Spiritual, ma avèilo come pare!

Anche amis, Papa Ceco, l'Argentin.

Vardo sèmper "Tvvitter" pér lòn che a scriv

Paròle che tuti a peulo capì

Paròle d'un che per la gent a viv

A dis che le guère a deuvo finì

E a prega pér tuti ij emarginà

Che a peusso trové soa bon-a stra.

Papa Ceco

LA NOSTRA COMUNITA’ PARROCCHIALE

Gruppo Pensionati e Anziani

PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014 9

Un cammino di fede insieme di Elisabetta

Chi su proposta del parroco proprio il giorno

del matrimonio, chi dopo qualche anno dal

grande passo, il nostro gruppo famiglia è

nato in punta di piedi quasi come un esperi-

mento per vedere se anche delle coppie gio-

vani potessero iniziare un cammino di fede

insieme.

Alcuni di noi hanno alle spalle genitori che

a loro volta hanno preso parte ai primi grup-

pi famiglia parrocchiali e proprio per questo

hanno ben chiaro che questi incontri nasco-

no per parlare di fede magari facendosi aiu-

tare da un testo o da un brano di Vangelo,

ma in realtà pongono le basi di rapporti di

amicizia unici e profondi.

Trovarsi per confrontarsi, condividere e an-

che farsi illuminare in momenti critici e di

scelte familiari che spesso, seppur con pro-

tagonisti e situazioni diverse, si ripetono in

tutti i focolari domestici.

Non fa, sicuramente, da contorno la figura

di padre Michele. La sua presenza ci aiuta a

non cadere nel banale, nel luogo comune.

Durante ogni incontro possiamo sperimenta-

re come la meditazione personale, di coppia

e di gruppo sia un momento di crescita e di

verifica che stimola il dialogo e il confronto.

E non possiamo dimenticare le animatrici

che durante gli incontri intrattengono i no-

stri bimbi: anche loro cominciano ad apprez-

zare e ad aspettare l’appuntamento quasi

mensile.

LA NOSTRA COMUNITA’ PARROCCHIALE:

I Gruppi Famiglia

… Hei! Dico a te, ugola d’oro. Se non ti

senti Pavarotti va bene ugualmente.

Abbiamo bisogno di te uomo (la dome-

nica mattina in Parrocchia per la Santa Messa delle 11,00) per sostenere con la

tua voce il coro. Credimi: sei importan-

te! Seguire la Santa Messa è bello, ma servirla è davvero bellissimo.

L’impegno non è gravoso. Facciamo le prove solo una volta alla settimana, il

martedì dalle 21,00 alle 22,30. Se vuoi

far sentire anche la tua voce e hai dai 10 ai 90 anni sei l’ideale.

Ti aspettiamo a braccia aperte. Ciao

AAA Coristi cercasi

10 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014

Sfidiamo chiunque partecipi alla messa

festiva alle 11 della domenica, ad attribui-

re la giusta età alla anziana signora che

abitualmente occupa il primo banco a

sinistra, vestita in modo giovanile, con

giacche a colori vivaci, pantaloni abbina-

ti, viso con accenno di qualche ruga,

capelli bianchi con taglio curato e ben

pettinati, sguardo vivace ed attento. Solo il

bastone che la accompagna tradisce

qualche incertezza nel camminare. Ebbe-

ne, Carolina Francone, è di lei che parlia-

mo (per tutti nonna Lina), il 23 giugno

2014 compirà cento anni!.

Siamo andati a farle visita per conoscere

meglio le sue abitudini e cercare di carpir-

le il segreto della sua longevità cosi bril-

lante….

Sono nata a San Francesco al Campo in

una casa di via Bruna, angolo via Maurina,

terza dopo due maschi. I miei genitori

erano contadini e io, dopo la scuola, anda-

vo nei campi a

guidare le mucche

che tiravano l’aratro

o l’erpice per poi

seminare il grano o

il granoturco. Con-

tribuivo anche ai

lavori di casa aiutan-

do la mamma in

cucina ed in partico-

lare a fare il bucato

che a quei tempi era

un’operazione lunga

e laboriosa. In un

mastello di legno il

quale aveva un foro

di scarico nella parte inferiore, chiuso con

un tappo, si disponevano le lenzuola da

lavare quindi un telo che occupava tutta

l’area del mastello a mo’ di coperchio sul

quale si metteva della cenere di legna. A

questo punto si versava, sopra la cenere,

dell’acqua bollente che filtrava attraverso

la cenere ed il telo ; dopo un po’ si faceva

fuoriuscire l’acqua attraverso il foro di

scarico, raccogliendola in un secchio e si

versava di nuovo sopra le cenere. Questa

operazione veniva ripetuta più volte. Il

giorno dopo caricavamo il mastello con la

biancheria sul carro trainato dalle mucche

e andavamo al torrente Fisca dove mia

mamma sciacquava le lenzuola nell’acqua

corrente.

Finite le scuole elementari, a dodici anni,

andai a lavorare alla “Remmert” a San

Maurizio: Il mio compito era quello di

preparare le spolette per l’operaia che le

utilizzava sui telai. Ero molto svelta e

quando vedevo che ne avevo già parecchie

Cent’anni e non sentirli intervista a cura di Valeria e Rino

TESTIMONIANZE

Nonna Lina racconta ...

PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014 11

di riserva, andavo a giocare un po’ a na-

scondino, nel reparto, con altre bambine.

Una volta mi ero nascosta in un cassone,

arrivò il capo ed alzò il coperchio per

controllarne il contenuto. Io balzai fuori

spaventata e scattai di corsa al mio posto. Il

capo, divertito, non ebbe il coraggio di

sgridarmi. Dopo tre anni lasciai il lavoro in

fabbrica e rimasi a casa ad aiutare i miei

genitori nei lavori di campagna

A diciotto anni tornai in fabbrica, alla

“Barella” dove lavoravo ad una macchina

che produceva suole di gomma. Rimasi lì

parecchi anni, fino alla nascita della mia

seconda figlia.

Il 22 aprile del ’39 mi sposai con Clemente,

un giovane anche lui di san Francesco, che

lavorava al sesto baraccamento e ho conti-

nuato a vivere, con mio marito, nella casa

paterna. Poco tempo dopo ebbe inizio la

seconda guerra mondiale. Furono anni duri

e difficili. Il cibo scarseggiava, c’erano le

incursioni aeree e i bombardamenti,( una

volta hanno colpito una casa poco lontano

dalla mia) io e i miei famigliari andavamo a

ripararci sotto il ponte del rio Ritanasso.

Intanto, nel ’43,in piena guerra, nacque

Rosalba, la mia prima figlia e dopo cinque

anni la seconda, Michelina. Mio marito ed

io, progettavamo di costruire una casetta

per conto nostro. Comprammo un terreno ai

Gamberi e Clemente, nel tempo libero,

insieme a mio fratello che era muratore, a

poco a poco, costruì la nostra casa e ci

trasferimmo in quella borgata. Io avevo

lasciato il lavoro in fabbrica per poter

allevare le figlie e cercavo di contribuire al

bilancio famigliare continuando ad allevare

mucche, galline e conigli.

Mio marito non si era mai deciso a prende-

re la patente cosi, io, a cinquantacinque

anni, già nonna, pensai di iscrivermi alla

scuola guida; ottenni la patente e compram-

mo la macchina. Potevo così portare mio

marito in giro e andare a fare le commissio-

ni anche per i miei famigliari e per i vicini

che ne avevano bisogno.

Siccome le mie figlie lavoravano, mi presi

cura dei miei sei nipoti e li ho accuditi

finché sono cresciuti.

Nell’anno 1979 venni colpita da un grave

lutto: la morte di mio marito. Nonostante la

dolorosa perdita non mi sono sentita sola

perché le mie figlie, i miei generi ed i miei

nipoti mi sono sempre stati vicini e non mi

hanno fatto mancare la loro compagnia ed il

loro affetto.

Dal canto mio ho cercato di tenermi occu-

pata e rendermi utile secondo le mie possi-

bilità.

Con l’avanzare dell’età mi sono concessa

anche qualche svago partecipando a gite e

viaggi e, ogni estate, alla villeggiatura al

mare organizzata dal comune.

In questi ultimi anni continuo a vivere a

casa mia, ma non cucino più; vado a pranzo

e a cena dalle mie figlie e mangio con buon

appetito tutto ciò che mi preparano.

Non guido più l’auto anche se ce l’ho

ancora in garage, ma di tanto in tanto la

metto in moto e la faccio uscire in cortile,

poi la rimetto dentro, così la faccio girare

un po’!.

Partecipo volentieri alle iniziative di

“Generazione più” di cui faccio parte del

direttivo e ogni sabato sera, con mia figlia e

mio genero, vado giocare a carte in casa di

amici, così tengo in allenamento la mente e

la memoria.

Ringrazio il Signore per la lunga vita che

mi ha donato, per la fede che mi ha permes-

so di superare i momenti difficili e le soffe-

renze, per la salute che ancora mi accompa-

gna, per la mia famiglia: figlie, generi,

nipoti e pronipoti che mi vogliono bene e

che mi circondano di attenzioni e di premu-

re.

12 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014

Sono circa un centinaio le famiglie dell’Istituto Comprensivo di San Maurizio che hanno

sentito la necessità di confronto e supporto riguardo i temi educativi proposti dalla quarta

edizione della “Scuola dei Genitori” che si sta svolgendo presso la Scuola primaria F.lli Pa-

gliero di San Maurizio C.se.

I temi affrontati, su suggerimento degli stessi genitori, sono stati:

La collaborazione tra genitori e scuola nel riconoscere e affrontare le difficoltà degli alunni

Educare all’affettività autentica e gioiosa

Conflitti tra genitori e sofferenze dei figli

L’umiliante trappola delle droghe.

Quattro argomenti apparentemente diversi, ma così legati da permettere l’individuazione dei

punti di forza e delle difficoltà presenti nel percorso armonico della crescita della persona.

La famiglia, oggi, ha il compito di sviluppare la crescita attraverso saldi legami affettivi co-

sicché bambini e ragazzi motivati all’apprendimento, possano inserirsi nel primo contesto

sociale che viene loro proposto: la scuola; chiamata a istruire, formare e accompagnare. Se

la persona non sente di valere non riesce

a formarsi nella sua pienezza, quindi

famiglia e scuola devono diventare l’u-

na il contesto dell’altra, così da collabo-

rare in modo sinergico e costante.

Per trovare le radici di una crescita af-

fettiva matura dobbiamo sforzarci di

guardare alla coppia genitoriale. I tabù

legati al sesso sono caduti, ma ancora

non è stata raggiunta una vera parità

uomo- donna, lo dimostrano i continui

episodi di violenza familiare presenti

sotto gli occhi di tutti. La sessualità in-

dagata dalla ricerca scientifica sin nei

minimi particolari, rimane, nel terzo

millennio, un’esperienza indefinibile e insondabile che non ha perso il suo mistero e resiste

alla sua continua banalizzazione.

Imparare a gestire le emozioni che portano all’affetto è la grande sfida di oggi. Dentro alle

parole “TI AMO” dette consapevolmente rientrano: passione, intimità, impegno e parità; e

solo con queste premesse si può giungere alla formazione di un equilibrio familiare armoni-

co che porta a scelte educative coraggiose, alla comprensione positiva della sessualità,

all’interiorizzazione degli ideali, e a una giusta collocazione dell’individuo nel contesto fa-

miliare.

Anche gestire i conflitti diventa insormontabile quando non si dà importanza all’espressione

dei sentimenti e delle emozioni: la comunicazione diventa difficoltosa o addirittura s’inter-

rompe. Se non siamo capaci di usare parole e i gesti per cercare di trasmetterci reciproca-

mente e in modo chiaro il messaggio: "tu vali per me" , "tu sei proprio importante per me",

“Io ho fiducia in te” viene meno il legame che ci rende unici agli occhi dei nostri familiari, il

Gioie e fatiche dell’imparare di Paola

SCUOLA DEI GENITORI

Nuovo ciclo di incontri

PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014 13

Il Consiglio Pastorale Parrocchiale, avvertendo l’esigenza di un mo-

mento di confronto fra tutti i “Gruppi Famiglia” presenti nella nostra

parrocchia, ha organizzato una giornata comunitaria a Villa Speran-

za di San Mauro, domenica 11 maggio 2014 dalle ore 9,30 alle

17,00.

L’incontro pomeridiano sarà guidato da don Osvaldo Maddaleno.

Tutti i componenti dei vari “Gruppi Famiglia” sono caldamente invi-

tati a partecipare per non perdere questa importante occasione che

permetterà di conoscersi meglio e scambiarsi le proprie esperienze.

11 maggio in famiglia Incontro dei gruppi famiglia a San Mauro di Valeria e Rino

micro mondo domestico crolla e il dolore

delle incomprensioni irrompe nel quotidiano

ferendo adulti, ragazzi e bambini in modo

egualmente doloroso e insopportabile. E’

però proprio attraverso i riti nel quotidiano

che possiamo uscire dalla mediocrità risco-

prendo la gioia e la bellezza dell’amore fa-

miliare che più è difficile più è forte se capa-

ce di perdono.

L’ultimo incontro sarà arricchito dal contri-

buto dei ragazzi di III media, di S. Francesco

e S. Maurizio, che con i loro elaborati sul

tema delle droghe: Sguardi sul mondo delle

dipendenze. Come riconoscerle e come con-

trastarle, ci daranno l’occasione di un con-

fronto schietto e diretto sul mondo moderno

che propone soluzioni “adulte” a come af-

frontare le dipendenze ma che farebbe cosa

più saggia se sapesse mettersi in ascolto dei

giovani perché in loro manca l’equilibrio

dell’età ma vi è la freschezza di ideali quali

fiducia, giustizia, dedizione, che noi adulti

abbiamo in parte perduto, ma che cammi-

nando insieme possiamo recuperare per co-

struire un mondo più sobrio e gioioso.

14 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014

Una ricca stagione da scoprire A cura di Cecilia e degli Animatori

I progetti in ballo sono tanti: domeniche in

collaborazione con le catechiste, chiusura

dell'anno oratoriale, estate ragazzi, campi

estivi, ritiri di formazione, possibile gemel-

laggio con l'oratorio di San Carlo... Ogni

nuova proposta, per quanto impegnativa e

non priva di ostacoli, mostra quanto noi ani-

matori crediamo in ciò che facciamo. Mal-

grado i nostri problemi, siamo sempre pronti

a rimboccarci le maniche e a darci da fare,

supportandoci (e sopportandoci!) uno con

l'altro.

Quindi eccoci qui: davanti a noi si apre una

stagione ricca di impegni, proposte e possi-

bilità per cui ci stiamo preparando al meglio.

Quest'anno è partito con una marcia in più

rispetto a quelli passati, soprattutto perché

abbiamo cercato un modo per riavvicinarci

alla Comunità.

È infatti in via di stesura un “progetto edu-

cativo” segno della volontà di promuovere

la nostra attività e della voglia di metterci in

gioco, anche attraverso le collaborazioni con

il Consiglio Pastorale Parrocchiale, con il

gruppo dei catechismi e con la Commissione

Giovani dell'Unità Pastorale.

Con quest'ultima ci siamo preparati all'acco-

glienza dell'urna di Don Bosco, presso la

chiesa di San Giovanni a Ciriè.

“L'educazione è cosa del cuore”, diceva il

Santo, ed è proprio su queste parole che ani-

miamo ogni domenica, organizziamo corsi di

formazione per animatori e aiuto-animatori,

tornei di calcetto e tanto altro! Un esempio?

Il 16 febbraio ha avuto luogo la gita sulla

neve ad Usseglio. Tutti insieme, (bambini,

genitori e animatori) abbiamo preso parte

alla Decima Ciaspolata organizzata dal Co-

mune, “gareggiando” e addirittura vincendo

una forma di toma (enorme e buonissima)

nella categoria “gruppo più numeroso”.

Ma non è certo finita qui! Per la prima volta

ben 7 ragazzi e 3 animatori della nostra par-

rocchia hanno partecipato alla Settimana

Comunitaria, con la speranza di poter rivi-

vere questa splendida esperienza il prossimo

anno.

Domenica 23 febbraio, poi, abbiamo festeg-

giato il Carnevale con l'Avis e il Comune e i

W.C. (i Clown di Corsia dell'ospedale di Ci-

riè). che hanno organizzato uno spettacolo di

magia. La partecipazione dei bambini e dei

ragazzi è stata senza precedenti! Il pomerig-

gio si è svolto all'insegna di giochi e diverti-

mento, accompagnato da una squisita meren-

da, dalla consueta sfilata (con la premiazione

delle maschere migliori) e dalla battaglia dei

coriandoli... fortunatamente senza alcun feri-

to!

Per la Quaresima abbiamo organizzato

una serie di giornate in oratorio dove

ospitiamo di volta in volta i ragazzi dei

vari gruppi e le loro catechiste, che ci dan-

no una mano nella preparazione e nello svol-

gimento della giornata! La tematica è un po'

diversa da quella di tutto l'anno, perché ab-

biamo deciso di intraprendere un percorso

vicino alla liturgia della Parola, sulle orme di

Gesù, percorrendo e interpretando il Suo

cammino verso Gerusalemme come solo noi

sappiamo fare: giocando!

Un grande successo stanno avendo anche i

gruppi del dopocresima, del biennio e del

triennio con la partecipazione di ragazzi ap-

passionati e pieni di voglia di vivere e met-

tersi alla prova.

Ringraziamo tutti: genitori, aiuto-animatori,

bambini, catechiste e soprattutto Padre Mi-

chele e Suor Jeanette, che ci danno fiducia e

coraggio! Ricordiamo alcuni appuntamenti:

Tutte le domeniche in oratorio dalle 14,30

alle 17,30!

ORATORIO:

A vele spiegate!

PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014 15

Domenica il 4 aprile la caccia al tesoro per il paese, con l'aiuto delle catechiste. Domenica 11 Maggio ci sarà la festa della mamma. Domenica 18 maggio l'oratorio rimarrà chiuso per dare la possibilità a tutti di partecipare alle prime Comunioni. Domenica 25 maggio si svolgerà la giornata di chiusura dell'oratorio e del catechi-smo, nei locali della parrocchia, dalle 14,30 alle 17,30.

23 febbra

io 2

104:

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16 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014 CIASPOLATA A USSEGLIO 16 febbraio 2014

PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014 17 CIASPOLATA A USSEGLIO 16 febbraio 2014

18 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014

MONDO GIOVANI

La settimana comunitaria a San Carlo

PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014 19

“Ragazzi, non sapete quanto mi mancano i vostri cori, le vostre risate la vostra compagnia. È stata una settimana piena di emozioni. GRAZIE, sie-te fantastici.” Maddalena.

“Manca avere 60 persone che gironzolano per casa, Mancano le facce, i sorrisi, gli sguardi assonati a colazione e i cori durante pasti. Manca sen-tire le vostre risate, la gente che se va in giro cantando o cercando qual-cuno. Ragazzi in voi ho trovato una grande famiglia e siete tutti fantasti-ci.” Alessia.

“Dopo una settimana così capisco cosa vuol dire stare bene assieme ad altre persone. Ho sentito uno spirito di comunità che non mi aspettavo, mi sono messo in gioco, ho messo a disposizione le mie qualità, le mie esperienze e conoscenze. Ho ricevuto affetto, tanto affetto, da parte di persone conosciute da pochissimo! Ho capito il vero senso della parola "sacrificio" e ne farò tesoro.” Riccardo.

“La settimana comunitaria? Semplicemente fantastica! (tornare alla soli-ta vita, sarà veramente difficile!)” Sara.

Questi sono alcuni dei numerosissimi stati apparsi sulla mia Home di Fa-cebook domenica 23 febbraio. Maddalena, Alessia, Riccardo e Sara sono solo quattro dei quaranta ragazzi che quest'anno hanno partecipato alla

sesta Settimana Comunitaria.

Accomunati da una grande voglia di mettersi in gioco e di crescere, i ra-gazzi, guidati dai quindici animatori, da Don Luciano, Suor Fernanda e Padre Michele, hanno affrontato un tema difficile e impegnativo: Il Sacri-

ficio.

Come Gesù si è fatto uomo e sacrificato per la nostra salvezza, ognuno

di noi, nel suo piccolo, è spesso chiamato a rinunciare a qualcosa per un

Bene maggiore, per un Progetto più grande.

Partendo proprio dalla lettura del Vangelo, ciascuno, nei momenti di pre-ghiera e durante le serate, ha dovuto fare i conti con una sola, difficilissi-

ma, domanda: “E io, cosa sono disposto a perdere?”.

Alcuni hanno perso ore di sonno, altri allenamenti sportivi, altri ancora hanno dedicato una parte del loro tempo per aiutare un amico in difficol-tà. Ciascun ragazzo si è impegnato a fondo per riuscire a mettersi al ser-vizio degli altri. Tante piccole rinunce che hanno reso la Settimana, come

sempre, un momento di condivisione e di felicità.

MONDO GIOVANI

La settimana comunitaria a San Carlo

Cosa sei disposto a perdere? A cura di una Animatrice

20 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014

EDUCAZIONE

La sfida continua

Adolescente cerca adulti competenti:

presentatevi! di Cinzia Riassetto

Vi sembrerà strano ma è così:

l’adolescente, più del bambino,

guarda verso l’alto. La sua atten-

zione non è attratta solo dai coe-

tanei, nonostante le apparenze, ha

fame di relazioni verticali, con

adulti competenti. E a questi adulti compe-

tenti l’adolescente chiede anche di svolgere

verso di lui delle funzioni, che consistono

sostanzialmente in un rilevante sostegno

alla crescita. Non sono funzioni che si pos-

sono delegare ai coetanei: solo un adulto

può assolvere questo compito e questo si-

gnifica che un adolescente privo di adulti di

riferimento rimanga senza sostegno: uno

strumento che a questa età non è solo consi-

gliato ma evidentemente necessario.

Vi conduco più in profondità nei pensieri:

l’adolescente chiede all’adulto competente

di essere ammirato. Per molti versi il biso-

gno di ammirazione dell’adolescente da

parte degli adulti, è molto simile alla fun-

zione che svolgono i genitori nel corso dei

primi passi del bambino verso la crescita:

gli occhi del bambino sono perennemente

orientati verso lo sguardo degli adulti di

riferimento per vedere l’effetto che fa l’im-

presa che sta compiendo, per riscuotere la

loro ammirazione e quindi riprovare a fare

quell’impresa. Lo sviluppo si compie du-

rante l’infanzia grazie all’espressione con-

vincente della loro tenera partecipazione di

incoraggiamento.

Anche l’adolescente nel corso del proprio

processo di “seconda nascita” ha parados-

salmente bisogno che le proprie azioni ven-

gano teneramente rispecchiate dagli adulti:

paradossalmente perché tutto lascerebbe

pensare che egli stia lavorando per ottenere

il massimo dell’indifferenza da parte loro,

nei confronti dei quali sembra aver preso

ogni tipo di distanza: emotiva, normativa,

relazionale.

A volte lo stesso adolescente che dipende

dall’ammirazione dell’adulto, non appare

consapevole della sua necessità e sembra

anzi deciso ad ottenere esattamente il con-

trario di cui ha bisogno.

L’adolescente non chiede ammirazione per

rinsaldare un legame di dipendenza! Al

contrario, ha bisogno di essere ammirato

mentre si allontana, quando disprezza pro-

prio chi dovrebbe ammirare la sua capacità

di sputare nel piatto in cui mangia, poiché

ciò che lo nutre proviene ormai da altre cu-

cine e non hanno a che vedere con i mani-

caretti ci cui era ghiotto durante l’infanzia!

La richiesta di ammirazione dell’adolescen-

te non sottintende dipendenza; ciò differen-

zia la richiesta di tenerezza rispecchiante

avanzata dal bambino.

L’adulto competente è convocato anche per

adempiere ad un rito tutt’altro che facile.

All’adolescente serve una presenza che lo

aiuti a separarsi dalle attese e nostalgie del

figlio che è stato e del bambino che conti-

nua ad essere potente negli strati più pro-

fondi della propria mente. A rendere meno

prepotente quel bambino e a ridurre il pote-

re del ruolo del figlio concorrono in molti:

dall’amico del cuore al gruppo degli amici,

alla fidanzata o fidanzato; ma anche l’adul-

to competente ha un ruolo importante.

Se non viene aiutato a liberarsi serenamente

di queste parti, quest’azione di sviluppo

rischia di assumere dei connotati paranoici

e truci, esagerati, perché porta con sé l’im-

magine dell’obbligo a “uccidere” quelle

PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014 21

parti di sé, a doverle lasciare.

Guardiamoci attorno: si aggirano nelle scuo-

le e per le strade degli adolescenti che sono

diventati tali da soli, senza l’aiuto di compe-

tenti e se ne scorgono i segni. Sono adole-

scenti che non serbano traccia della bellezza

del bambino, della sua capacità di sperare:

sono adolescenti che hanno suicidato gli

aspetti più creativi di sé.

Certi preadolescenti, travestite senza bellez-

za da donne sensuali e procaci sono figlie

della loro solitudine educativa priva di me-

diazioni adulte: non hanno avuto a disposi-

zione le donne adulte che le aiutassero a ca-

pire come prendere la grazia della bambina

che erano state e iniettarla nella sua attuale

età.

Altri preadolescenti rimangono goffi nelle

loro vesti alla ricerca dei motivi del dover

crescere perché nessuno glielo ha insegnato.

L’adulto competente è perciò convocato an-

che per adempiere a questa funzione iniziati-

ca, promuoverla e darle un senso: da bambi-

no ad adolescente. Gli è chiesto di esserci

come testimone della certezza che si può

sopportare il dolore e lo sgomento di dover

tanto soffrire solo per realizzare un progetto

naturale e ineludibile: si resta figli per sem-

pre all’anagrafe ma non si può rimanere figli

per sempre: si rischia di impazzire.

Charmet, maestro di Psicologia sugli adole-

scenti, mette in guardia dai rischi di rimanere

figli per tutta la vita così:

“I pazzi sono bambini grandi che passeggia-

no dando la mano alla mamma che cammina

ammutolita dal disastro che ha combinato il

papà per non aver mai cercato di separarla

dal figlio sequestrato senza speranza”.

QUARESIMA DI FRATERNITA' 2014

Durante il periodo di quaresima nelle parrocchie della nostra diocesi si

raccolgono offerte destinate ad opere dei paesi in via di sviluppo.

Nella nostra parrocchia quest'anno raccogliamo in favore di un'opera in

Madagascar (Antanambao) per la formazione tecnica agricola di ba-

se ai capi famiglia. L'opera è guidata da Suor Ester Bovetti, delle Suore

Carmelitane di Santa Teresa e dall'Associazione Toko Vato.

22 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014

GENITORIALITA’

Una testimonianza concreta: Cinzia

Aperti alla vita Intervista doppia a Cinzia e Mirko, a cura della Redazione

1. Qual è il momento più bello della giornata con Olga?

Il momento più bello per me è quando senza volere niente

di particolare da me, Olga mi guarda e mi chiama

“mamma”, per avere la certezza che io sia li con lei, o forse

in quel “mamma” c'è l'intenzione di dirmi: “ti voglio bene”.

2. Cosa hai pensato la prima volta che l'hai vista?

L'ho vista la prima volta in braccio alla sua tata e l'ho riconosciuta subito dalla foto che ave-

vo di lei. Mi mettevo nei suoi panni, sentivo la sua difficoltà, la sua paura. Non ci aveva mai

visto, la mia difficoltà era il farle capire che non volevo farle del male. Ero piena di emozio-

ni, avevo freddo, avevo caldo, mi chiedevo “cosa posso fare per farti capire che sono qui per

te?”

3. Che differenza c'è tra genitorialità biologica e genitorialità adottiva?

Secondo me, non c'è. L'amore che provi per un figlio è infinito in entrambi i casi. Se ci penso

temo di essere una mamma più protettiva delle mamme biologiche, perché mi sento di dover-

la proteggere di più, ma poi forse no. Certo la differenza è che la mia “gravidanza” è stata

più lunga di nove mesi.

4. Cosa spinge una coppia alla fatica enorme di adottare?

Nel mio caso la mia famiglia con Mirko era pensata con dei figli. Adesso che penso che il

mio futuro ha l’obiettivo di far star bene anche altri mi fa sentire bene.

5. In che cosa ti ha sorpreso Mirko nel diventare papà?

Sai che me lo aspettavo così? E' dolce con lei, giocoso, tenero. Quando la guarda vedo i suoi

occhi a forma di cuore, e probabilmente li vede anche Olga. Olga sta molto bene con il suo

papà. Preferirei che fosse un po’ più autorevole in alcuni momenti, perché se siamo presenti

entrambi lo fa fare a me.

6. Viziare o trascurare? Tra gli antipodi dello stile educativo, il tuo qual è? Quali valori

stai trasferendo a Olga?

Sicuramente l'educazione e il rispetto per sé e per gli altri. Credo che la prima parola che ho

insegnato a mia figlia, dopo mamma e papà, sia stata “grazie”. Cerco di farle capire il valore

delle cose.

7. Perché avete deciso di battezzarla, di darle un’educazione religiosa?

Le sue radici religiose sono ortodosse, da grande farà le sue scelte, ma per ora io le do la mia

fede che a me da tanto. Del resto è certamente un suo progetto quello di averci fatto incontra-

re, era già tutto segnato e io vorrei che lei conoscesse Colui che ha permesso tutto questo.

8. Il paese come ha accolto la tua bambina?

Tanti sapevano che sarebbe arrivata Olga dalla Russia, io non sono di qui ma la famiglia di

mio marito è conosciuta. Ho sentito da parte di tanti la voglia di conoscerla, si informavano

sui tempi e quando è arrivata, la gente che ci conosce si fermava per salutarla, sorriderle,

darle il benvenuto: un’accoglienza così spontanea e anche inattesa che ci ha riempito il cuo-

re.

PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014 23

Una testimonianza concreta: Mirko

1. Qual è il momento più bello della tua giornata con Olga?

Un momento particolarmente bello è quando torno dal lavoro alla sera tardi e

non accendo le luci per non svegliarla, faccio piano per non fare rumore ma lei

è sveglia. Mi sta aspettando perché vuole giocare con me e io l’accontento fino

a quando Cinzia non si arrabbia perché a quell’ora dovrebbe già dormire!!

2. Cosa hai pensato la prima volta che l’hai vista?

La tata che si occupava di lei nell’istituto in Russia, ci aveva detto di recarci

nella stanza vicina ad aspettare l’arrivo di Olga. Invece lei era già lì ad aspet-

tarci!!

Non sapevamo come comportarci, cosa fare. Lei piangeva disperata ed io ero

preoccupato perché non sapevo cosa fare per rassicurarla.

3. Che differenza c'è tra genitorialità biologica e genitorialità adottiva?

Da un punto di vista tecnico è l’opposto. Da un punto di vista psicologico, morale, senti-

mentale, secondo me, non cambia nulla. In entrambi i casi è un dono grandissimo che ricevi

da Dio.

4. Cosa spinge una coppia alla fatica enorme di adottare?

Sicuramente il desiderio di voler completare la famiglia, di riempire la tua vita.

Il percorso per adottare un figlio può essere lungo (il nostro è durato tre anni). Nell’adozione

ci sono molti intoppi burocratici, incontri con psicologi, viaggi, tribunali e tutto ciò richiede

parecchio tempo, anni interi di lunga attesa.

Ma anche l’attesa di un figlio naturale non è per tutte le coppie uguale. Per alcuni dura di

più dei canonici nove mesi. Per tutti quanti, però, tutte le ansie, la disperazione e lo sconfor-

to provato scompaiono nell’istante in cui vedi tuo figlio per la prima volta e lo puoi final-

mente stringere nelle tue braccia.

5. In che cosa ti ha sorpreso Cinzia nel diventare mamma?

Ero sicuro che sarebbe stata una brava mamma, ma non avrei mai detto che sarebbe stata

così brava sin da subito. Lei sa essere dolce e disponibile con Olga ma anche severa quando

è il momento (sa, come si dice, usare il “bastone” e la carota). Io, adesso, sono più per il

gioco, ho scelto la parte più semplice!

6. Viziare o trascurare? Tra gli antipodi dello stile educativo, il tuo qual è? Quali valo-

ri stai trasferendo a Olga?

Stiamo cercando di educarla al meglio e di insegnarle soprattutto il rispetto verso il prossi-

mo. Il mio difetto più grande rispetto a Cinzia è che non riesco ad essere “duro” come lei!

Basta un suo sguardo, con quei suoi occhi dolci, per farmi “sciogliere”.

Forse questo mio comportamento è dovuto anche ad un episodio che mi ha segnato nel pro-

fondo. Le prime settimane di vita con Olga sono state per me molto difficili. Olga non mi ha

accettato sin da subito. Non potevo avvicinarmi a lei o prenderla in braccio perché si mette-

va a piangere. La figura maschile in Russia non è molto presente. L’aver vissuto questa

esperienza all’inizio del nostro percorso mi ha segnato parecchio e per il momento tendo ad

assecondare di più le sue richieste rispetto a mia moglie.

7. Perché avete deciso di battezzarla, di darle un’educazione religiosa?

Se un genitore è credente viene spontaneo indirizzare il proprio figlio all’educazione cristia-

na. La fede aiuta un credente, riesci a vivere la vita in modo più felice e completo. Riesci a

vedere le cose sotto un’altra ottica sapendo che c’è Qualcuno al di sopra di te che ti aiuta e ti

dà una forza nei momenti più difficili della vita.

24 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014

Raccontare in poche righe l'esperienza vissu-

ta a San Francesco nel mese di gennaio non

è un compito facile. Le parole non sono ca-

paci di rivelare la ricchezza, l’amicizia e la

generosità che ho ricevuto dalla comunità

parrocchiale in seguito all'idea di fare un

piccolo corso d'introduzione allo spagnolo.

Grazie alla disponibilità di Padre Michele ho

potuto organizzare un mini corso di lingua

spagnola Argentina durante le mie vacanze

trascorse a San Francesco al Campo come un

modo di ringraziare la comunità per l’ospita-

lità riservatami.

Alcuni mercoledì e sabato di gennaio un

gruppo di allievi di tutte le età (è anche ve-

nuta la piccola Lisa con i suoi nonni) si è

incontrato in Parrocchia per imparare non

solo la lingua, ma anche per condividere tra-

dizioni argentine come il mate o il dulce de

leche, o trovare tante coincidenze tra le paro-

le spagnole e piemontesi. L'ambiente che si è

generato è stato di molta confidenza. Abbia-

mo condiviso le nostre storie di emigrati ita-

liani in Argentina - come i miei bisnonni di

Ciriè e Leinì - e storie di vita. Abbiamo riso

molto sbagliando, gli italiani lo spagnolo ed

io l’italiano e tifando quasi tutti per la Juve,

eccetto io ed altri pochi che tifiamo per il

Grande Torino, come dico io: "La grande

squadra che gioca oggi per Dio".

Non avrò mai parole e modo di ringraziare

ognuno per i momenti, le piccole cose condi-

vise, i gesti carini e l’amicizia che continua,

in spagnolo o in italiano, attraverso internet.

La comunità di San Francesco è stata molto

generosa con me e questo è il migliore segno

dell’amore di Dio.

Scrivendo questo brano continuo a emozio-

narmi per i momenti vissuti.

Voglio finire questo piccolo articolo facendo

mio il desiderio

che Papa Fran-

cesco ha

espresso nell’u-

dienza del

21/1/2014: “che

la vostra comu-

nità continui a

vivere unita,

perché "le divi-

sioni sono uno

scandalo"”.

Grazie San

Francesco!

Hablo español (e non solo) Di Maria Laura

ATTIVITA’ IN PARROCCHIA:

Un bel regalo dall’Argentina

PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014 25

VITA DI COMUNITA’

“Oh! Ecco, ora il Cielo ha un Angelo in

più!”. Così ho subito pensato alla noti-

zia, non improvvisa, che Angelo era

mancato …

Non è solo un gioco di parole, peraltro

molto facile; è che per me e molti di noi

“il marito di Domenica” o “il

papà di Andreina”, co-

me era più cono-

sciuto, era una

persona spe-

ciale, una

pietra

viva del-

la nostra

Comu-

nità Par-

rocchiale.

Uno che per

tutta la vita ha

servito la Chiesa

con umiltà, fede e

affetto sincero, senza pa-

role inutili, giudizi, prese di posi-

zione o altro.

Lui c’era sempre; cambiava il Parroco,

il Diacono, la Cantoria … (qui sarebbe

lungo elencare tutte le varie “giravolte”

della nostra Parrocchia in questi anni)

ma Angelo continuava ad essere lì a po-

tare, a rasare l’erba, a portare qui e là

Domenica per la sua evangelizzazione

nelle case, a raccogliere le elemosine e a

depositarle con indefessa onestà in Ban-

ca, ad aprire e chiudere porte e portoni e

a fare tutti quei mille altri piccoli servizi

così utili e necessari, direi indispensabi-

li, per il buon andamento della casa di

Dio e di chi vi entra.

Lavori che non danno visibilità o gloria,

fatti solo per amore, senza speranza di

avere un piccolo grazie, un qualche

compenso …. Fatti per niente,

così, solo e sempre

per amore, come

dovrebbe fare

ogni cristia-

no adul-

to.

Ora ci

sta

certa-

mente

guar-

dando

col suo

solito sor-

riso sereno,

un po’ ironico

che non dimenticherò,

non dimenticheremo facilmen-

te. Forse non è neanche d’accordo su

questo tardivo riconoscimento, scritto

nella commozione più sentita, ma mi

pare che almeno queste poche parole di

ringraziamento gli siano dovute.

Angelo le sopporterà certamente, così

paziente com’era, anzi come è ora nella

Vita Vera, con Gesù che incontrava con

l’anima nell’Eucaristia e con Maria che

pregava ogni giorno nel Rosario, che

saranno stati certamente lieti di acco-

glierlo.

Un ricordo di Angelo di Rosa Maria a nome dei Gruppi di Vangelo

26 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014

Film uscito nelle sale cinematografiche nel

2000. Stati Uniti, commedia-drammatica,

regia di R. Redford, sceneggiatura J. Levin.

durata 126 min. tratto dal romanzo di Ste-

ven Pressefield.

Con W. Smit, M. Damon, C. Theron, J.

Lemmon, J.M. Mancrief, L. Smith.

...Il golf è un gioco che non può essere vin-

to ma solo giocato. Così io continuo a gio-

care. Gioco per i momenti che devono an-

cora venire, cercando il mio posto in cam-

po... (Handy Graves: J.Lemmon).

Trama: R. Junuh (M.Damon), straordina-

rio giocatore di golf, parte per la prima

guerra mondiale. Dopo un girovagare per

paesi e città, torna a casa, senza speranze,

senza identità, con un fardello pesante sulle

spalle. Decide di dimenticare con l'alcol,

vivendo ai margini della società. Una sera

incontra un bambino e un misterioso

“caddie” (B. Vance). Insieme lo accompa-

gneranno e lo aiuteranno a trovare il suo

“swing” in campo e nella vita. Non è un

film per esperti o appassionati del golf. Il

golf è soltanto la cornice della storia.

Può anche incuriosire e avvicinare coloro

che spesso considerano questo sport snob e

non meditativo.

Una splendida metafora sulla nostra esi-

stenza, aiuta a ricordare il senso della vita,

aiuta a ricordare come è facile dimenticare

l'importante, aiuta a capire come si è fortu-

nati quando si decide di “vedere” e accetta-

re incontri determinanti per svolte decisive.

Spesso sono le persone “invisibili” e poco

apprezzate ad essere il punto cardine. Per-

sone “invisibili”, non decadenti. La fortuna

di incontrare “la svolta” capita anche a co-

loro che credono di avere conquistato l'ac-

cettazione nei “salotti”. Una storia che ri-

lassa e trasmette il coraggio, un film senza

pretese, leggero e profondo.

Se continuiamo o incominciamo a vedere la

brina sui fili d'erba e se incominciamo a

camminare a piedi nudi …. forse sorridere-

mo più spesso.

Curiosità: In questo film compare per l'ulti-

ma volta J. Lemmon, pochi mesi prima del-

la sua morte.

La leggenda di Bagger Vance a cura di Carlo

IL FILM

PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014 27

Letti per voi a cura di Barbara

Nelle prime pagine del libro della Genesi leggiamo

“Dio il Signore chiamò l'uomo e gli disse: dove

sei?”. Nel Vecchio testamento, Dio ricerca, chiama e

comunica con l'uomo.

Il Nuovo Testamento termina affermando che Gesù

è “il nuovo tempio”, dimora di Dio. Attraverso la

fede il Figlio, il Padre e lo Spirito prendono dimora

in noi. Lungo il percorso della nostra vita l'uomo si

pone questa domanda: Dio dove sei?

DIO, DOVE SEI? di E. Bianchi – Ed. RCS libri- €

8,90.

Quando l'uomo incomincia seriamente la ricerca,

capisce che è stato Dio a cercarlo. La domanda giu-

sta è: Dio, dove sei? Oppure dov'era, dov'è l'uomo?

Uomo dove sei?

Enzo Bianchi, nato a Castel Boglione nel 1943, è fondatore e priore della Comu-

nità Monastica di Bose. Autore di numerosi scritti. Pagine che aiutano, se si vuole

approfondire la nostra esistenza.

Dopo aver letto “Il Piccolo Principe” e “Il Gabbiano Jonathan Livingston”, possia-

mo leggere

IL GIARDINO SEGRETO, scritto da F.H. Bur-

nett – ed. BUR - € 9,90.

Noi tutti abbiamo bisogno del nostro “giardino se-

greto”. E' lo spazio, è il luogo che aiuta a ricordare

chi siamo, che aiuta a non dimenticare i nostri obiet-

tivi e i nostri sogni.

I protagonisti in questo romanzo “ nel giardino se-

greto” nella brughiera inglese trovano se stessi , si

ritrovano, illuminano e migliorano la propria vita.

Incontriamo personaggi ricchi e poveri, simpatici e

antipatici, “ruvidi” e accoglienti, solari e ombrosi...

incontriamo l'umanità. Umanità che in queste pagine

migliora, grazie all'incontro con il giardino segreto.

L’ANGOLO DEL LETTORE

28 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014

PROSSIMAMENTE IL CANTIERE

Lavori alla Cappella dell’Assunta

Interventi di recupero di Gianfranco e Noemi

Circa un anno fa alcuni devoti dell'Assunta

iniziarono a preoccuparsi seriamente dello

stato di degrado in cui versa la parte esterna

della Cappella di Borgata Madonna.

La Compagnia di Santa Lucia e Santa Libe-

rata decise così di raccogliere le varie idee

su come raccogliere fondi per procedere

con l'iniziativa e mettere in moto la macchi-

na organizzativa. Dopo la visita del funzio-

nario - Architetto Lisa Accurti - avvenuta la

scorsa estate, vennero subito richiesti i per-

messi agli enti preposti. Ricevuto il bene-

stare dalle Sovrintendenze del Piemonte e

dalla Curia, si intende ora iniziare le opera-

zioni di restauro di questa bella ed elegante

facciata barocca con il suo portico.

Il primo lotto di lavori interesserà il portica-

to, con la canalizzazione delle acque ed il

rifacimento del pavimento, eliminando le

barriere architettoniche ancora esistenti; il

secondo lotto prevede la tinteggiatura se-

condo l'antica cromia settecentesca; per ul-

timo l'illuminazione esterna.

L'ammontare della cifra ancora da coprire si

aggira attorno ai 20.000 euro. Con le offerte

già a disposizione, grazie alle iscritte alla

Compagnia di cui sopra e ad altri devoti

fortemente interessati alla conservazione in

buono stato della cappella, si potranno co-

prire le spese per l'onorario dell'Architetto

Gillio Annamaria che ha curato la progetta-

zione dei lavori.

Si prevede che la collaborazione con le fon-

dazioni bancarie unita alla generosità dei

tanti fedeli che si sono già interessati all'a-

vanzamento dell'opera permetta la copertura

dei costi, riportando all'antico splendore un

bell'edificio di culto, patrimonio non soltan-

to religioso ma storico-culturale di tutto il

territorio di San Francesco al Campo.

PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014 29

Parrocchia San Francesco

d'Assisi

Via Roma, 101 10070

San Francesco al Campo

tel. 011 9278342

In cammino verso la comunità

Periodico d’in-formazione del-la Comunità parrocchiale di San Francesco al Campo

dicembre 2013

Sempre aperti a nuove collabo-razioni, vi invi-tiamo a scrivere commenti, sug-gerimenti, arti-coli, domande a:

bollettinosan-francesco@ gmail.com

STAMPATO IN PROPRIO IN NU-MERO LIMITATO DI COPIE

Il bollettino è distribuito gratuitamente a tutte le fa-miglie della Parrocchia.

SANTE MESSE feriale sabato e prefestivo

festivo

PARROCCHIA 17.00 ora solare * 18.00 ora legale *

18.00 9.00, 11.00

CAPPELLA dell’Assunta 8.00 8.00, 10.00

S. MAURIZIO Canavese 8.30 18.00 8.00, 9.30, 11.00

MALANGHERO 18.00 10.30, 18.00

ogni primo lunedì del mese S. Messa nella cappella delle Suore Carmelita-ne (Scuola dell’Infanzia)

in occasione di funerali non c’è la S. Messa feriale in Parrocchia

CONFESSIONI sabato dalle 16.30 alle 17.30

su appuntamento anche in altri orari

ADORAZIONE il venerdì, mezz’ora prima della S. Messa

GRUPPO di PREGHIERA

ogni secondo giovedì del mese alle 20.30 nella

cappella delle Suore Carmelitane (Scuola dell’In-

fanzia)

GRUPPO di PREGHIERA “AMICI DEL CARMELO”

ogni seconda domenica del mese alle ore 15.00

nella cappella delle Suore Carmelitane

PER AMMALATI

chiamare a qualunque ora ai numeri:

011 9278342 340 3939294

339 41 31 309 377 17 32 456

UFFICIO PARROCCHIALE (per certificati, Caritas, Sante Messe)

Segreteria Parrocchiale: lunedì, mercoledì, sabato 9.00 -12.00 Padre Michele (Parroco): martedì 9.00-12.00, mercoledì 15.00-17.00, sabato 9.00-12.00 o su appuntamento anche in altri orari, tel. 011 9278342 Padre Giacomo: venerdì 9.00-12.00

UFFICIO CARITAS 4° sabato del mese dalle 11.00 alle 12.00

Sacramento del BATTESIMO

La seconda domenica di ogni mese.

Prenotarsi in ufficio parrocchiale per gli incontri prebattesimali

Sacramento del MATRIMONIO

Incontri 2014

Prenotarsi almeno sei mesi prima in ufficio parrocchiale

GLI ORARI DELLA COMUNITA’

30 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014

LA PAGINA DEI RAGAZZI

Benvenuti, ragazzi e ragazze, in questa pagina dedicata a voi. Parliamo di Internet, o meglio navighiamo. Come sapete benissimo, Internet è di-ventato un immenso oceano dove si può incontrare di tutto, le cose peg-

giori e le cose migliori. Beh, scegliamo queste ultime. Vorrei farvi cono-

scere qualcosa che vi potrà piacere e forse vi tornerà anche utile.

Partiamo da uno dei siti più affa-scinanti che io abbia conosciuto: The scale of the universe. Un ve-ro viaggio dall’oggetto più picco-lo dell’universo a quello più grande. Lo trovate qui (copiare

gli indirizzi è in po' noioso, ma ne vale la pena): http://htwins.net/scale2/. Se poi clicca-te sulle immagini leggerete dei

commenti umoristici.

Alle 11.15 vi passa un aereo sul-la testa: da dove arriva? Dove sta andando? A che ora atterrerà? Di che nazione è? Tutte queste do-mande trovano la risposta qui: http://www.flightradar24.com/, un sito dove troverete tutti i voli dell’Europa e degli USA in tempo reale. Provate

a orientarlo su San Francesco al Campo.

Questo sito potrebbe fornirvi dati utili per le ricerche scolastiche, ma an-che per la vostra curiosità. È aggiornato ogni secondo su come va il mondo: quanti abitanti in questo momento, quanti bambini nati oggi, quante biciclette, quanti computer, quante sigarette, quanti giorni man-

cano alla fine del petrolio e del gas:

http://www.worldometers.info/it/

Infine, siccome siamo in primavera, un breve cartone animato intitolato "La prima primavera", realizzato da mio fratello Paolo. Ho collaborato anche io con la colonna sonora. Lo trovate su Youtube scrivendo "Paolo

la prima primavera".

Vietato ai maggiori di Padre Michele

PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014 31

Abbiamo scattato questa foto qui a San Francesco... Ci sapete dire dove si tro-va? Si può vedere anche da lontano...

Inviateci la risposta all’indirizzo:

[email protected]

Per partecipare bisogna avere massi-mo 12 anni. Tra i primi dieci sarà estratto un premio speciale!

Lo scorso concorso è stato vinto da Ingrid e Gioele: complimenti!

di Reby e Madda

CO

NCO

RS

O

Aiutandoti con le definizioni, inse-risci le lettere mancanti utili per formare 10 parole di senso com-piuto. Le lettere evidenziate for-meranno il nome del fiore che, secondo le leggende, porterebbe i segni della Passione: la corona di spine, i chiodi e il martello.

1. Sono nel campanile

2. Eroe greco

3. Dolce siciliano

4. Per non scottarsi

5. Record

6. Brasato

7. Il Vesuvio

8. Un mare

9. Per non perdersi

10. È di cartone

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GIOCHIAMO UN PO’

32 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - APRILE 2014

Copert

ina a

cura

d

i Vero

nic

a B

runett

o

Il primo giorno della setti-

mana, al mattino presto

esse si recarono al sepol-

cro. Trovarono che la pie-

tra era stata rimossa e,

entrate, non trovarono il

corpo del Signore Gesù.

Mentre si domandavano

che senso avesse tutto

questo, ecco due uomini

presentarsi a loro in abito

sfolgorante. Le donne, im-

paurite, tenevano il volto

chinato a terra, ma quelli

dissero loro: «Perché cer-

cate tra i morti colui che è

vivo? Non è qui, è risorto».

Luca 24, 1-6