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1 In questo numero: Prima pagina pag. 1 L’angolo della poesia pag. 2, 3, 4 Riflessioni pag. 5 Arrivederci Alessandra pag. 6 Ricordi pag. 7 Feste di compleanno pag. 8, 9 Cineforum pag. 10 Dediche pag. 11,12 Carnevale pag. 13 Dalla stampa pag. 14,15 Compleanni e appuntamenti pag. 16 FIGURE SENZA TEMPO, OMBRE SENZA VOLTO CHE, GOCCIA A GOCCIA, CON I MATTONI DELLA SOLIDARIETÀ RICOSTRUISCONO LE FONDAMENTA ED I MURI PORTANTI DELLA LORO VITA IL MENSILE DELL’OSTELLO “DON LUIGI DI LIEGRO” DI VIA MARSALA ora in Via Casilina 144 e-mail: [email protected] COPIA GRATUITA NUMERO UNICO Febbraio 2013 A MODESTA VALENTI A MODESTA VALENTI A MODESTA VALENTI A MODESTA VALENTI Modesta Valenti morta IL 31/01/1983 come non ricordarla. Tutti portano,almeno i senza fissa dimora, il suo nome sul documento. Sola su un marciapiede, nessuno si è preso cura di lei. Abbandonata al freddo, sporca, bisognosa di una parola di conforto di soccorsi che vedendola in quelle condizioni si rifiutarono di aiutarla, oggi preghiamo per lei ! Anch'io ho sofferto sui bordi del marciapiede, al freddo sotto una pioggia incessante. Sporca e delusa della vita ! So cosa vuol dire vedere la gente che passa e non si accorge di te. Gli invisibili che con un cuore grande, vivono di speranze e sogni che mai si realizzeranno. Un panino una bibita portata appresso da 2 giorni, desiderio di un pasto caldo e un letto morbido e confortevole! ricordiamo colei che ha perso la vita aspettando un aiuto un pò di calore, d'amore! Ora riposa nel suo letto eterno,avvolta dalla terra fredda. Un letto he nessuno le toglierà mai in un mondo di pace. Dove non esiste odio, cattiveria e menefreghismo. Avvolta dal silenzio di un cimitero un gran silenzio fuori dal mondo...la pace è con lei! Preghiamola noi tutti che abbiamo toccato con mano la sofferenza,il dolore,la solitudine. Addio da tutti noi che ogni anniversario ti preghiamo con gli occhi pieni di lacrime. Con le mani giunte ti preghiamo! Marisa Serapiglia Cara Signora Modesta Valenti che ci hai fatto commuovere il giorno 3 febbraio ricordando nell’occasione la sua triste vicenda. Dal profondo del cuore a nome anche dei miei fratelli e delle mie sorelle in Cristo io le dico “grazie”. Lei non è stata soccorsa perché aveva i pidocchi sui vestiti e sul corpo. Nessuno sapeva niente di lei per cui non valeva la pena preoccuparsi per una vecchia, sconosciuta, con addosso i pidocchi. Ma nostro Signore Gesù Cristo si commuove per i peggiori, anche per quelli che hanno i pidocchi! Antonello Caggiari Voglio ricordare Modesta Valenti a 30 anni dalla sua morte avvenuta il 31 gennaio 1983 alla Stazione Termini. Morì senza soccorso perché l’ambulanza non l’ha voluta caricare essendo sporca e ciò di fatto l’ha uccisa. Queste cose non le si riservano neppure ad un cane. Deve essere ricordata perché tutto ciò non debba più accadere a nessuno. L’uomo deve essere trattato con dignità e rispetto, maggiormente chi vive in strada e non può difendersi. Ricordo l’intervista che fece Girolamo alla televisione parlando delle persone che vivono in strada. Ha detto che nessuno di loro ha scelto di finire così, ma che qualcun altro ha scelto per loro. Qualcosa si sta muovendo da allora, cerchiamo di far qualcosa per far sì che ognuno di loro possa finalmente ritrovare il cammino che qualcuno ha interrotto. La strada e il freddo suscitano un’indifferenza indegna e uccidono. Il sacrificio di Modesta Valenti porti a far capire che non si può fare finta di niente di fronte al valore della vita e Modesta voleva vivere ma le è stato impedito. Che cosa ci resta del suo ricordo? Una via fittizia e poter dare alle persone un orientamento senza disperdersi, questo ci ha lasciato, ma la sua vita sicuramente valeva di più. Lia 14 14 14 14° ° ° ° ANNO ANNO ANNO ANNO

COPIA GRATUITA NUMERO UNICO Febbraio A MODESTA … · Dove non esiste odio, ... di finire così, ma che qualcun altro ha scelto per loro. ... e non sappiamo mai dove andremo a finire

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In questo numero: Prima pagina pag. 1 L’angolo della poesia pag. 2, 3, 4 Riflessioni pag. 5 Arrivederci Alessandra pag. 6 Ricordi pag. 7 Feste di compleanno pag. 8, 9 Cineforum pag. 10 Dediche pag. 11,12 Carnevale pag. 13 Dalla stampa pag. 14,15 Compleanni e appuntamenti pag. 16

FIGURE SENZA TEMPO, OMBRE SENZA VOLTO CHE, GOCCIA A GOCCIA, CON I MATTONI DELLA SOLIDARIETÀ RICOSTRUISCONO LE FONDAMENTA ED I MURI PORTANTI DELLA LORO VITA

IL MENSILE DELL’OSTELLO “DON LUIGI DI LIEGRO” DI VIA MARSALA ora in Via Casilina 144

e-mail: [email protected] COPIA GRATUITA NUMERO UNICO Febbraio 2013

A MODESTA VALENTIA MODESTA VALENTIA MODESTA VALENTIA MODESTA VALENTI

Modesta Valenti morta IL 31/01/1983 come non ricordarla. Tutti portano,almeno i senza fissa dimora, il suo nome sul documento. Sola su un marciapiede, nessuno si è preso cura di lei. Abbandonata al freddo, sporca, bisognosa di una parola di conforto di soccorsi che vedendola in quelle condizioni si rifiutarono di aiutarla, oggi preghiamo per lei ! Anch'io ho sofferto sui bordi del marciapiede, al freddo sotto una pioggia incessante. Sporca e delusa della vita ! So cosa vuol dire vedere la gente che passa e non si accorge di te. Gli invisibili che con un cuore grande, vivono di speranze e sogni che mai si realizzeranno. Un panino una bibita portata appresso da 2 giorni, desiderio di un pasto caldo e un letto morbido e confortevole! ricordiamo colei che ha perso la vita aspettando un aiuto un pò di calore, d'amore! Ora riposa nel suo letto eterno,avvolta dalla terra fredda. Un letto he nessuno le toglierà mai in un mondo di pace. Dove non esiste odio, cattiveria e menefreghismo. Avvolta dal silenzio di un cimitero un gran silenzio fuori dal mondo...la pace è con lei! Preghiamola noi tutti che abbiamo toccato con mano la sofferenza,il dolore,la solitudine. Addio da tutti noi che ogni anniversario ti preghiamo con gli occhi pieni di lacrime. Con le mani giunte ti preghiamo!

Marisa Serapiglia

Cara Signora Modesta Valenti che ci hai fatto commuovere il giorno 3 febbraio ricordando nell’occasione la sua triste vicenda. Dal profondo del cuore a nome anche dei miei fratelli e delle mie sorelle in Cristo io le dico “grazie”. Lei non è stata soccorsa perché aveva i pidocchi sui vestiti e sul corpo. Nessuno sapeva niente di lei per cui non valeva la pena preoccuparsi per una vecchia, sconosciuta, con addosso i pidocchi. Ma nostro Signore Gesù Cristo si commuove per i peggiori, anche per quelli che hanno i pidocchi!

Antonello Caggiari

Voglio ricordare Modesta Valenti a 30 anni dalla sua morte avvenuta il 31 gennaio 1983 alla Stazione Termini. Morì senza soccorso perché l’ambulanza non l’ha voluta caricare essendo sporca e ciò di fatto l’ha uccisa. Queste cose non le si riservano neppure ad un cane. Deve essere ricordata perché tutto ciò non debba più accadere a nessuno. L’uomo deve essere trattato con dignità e rispetto, maggiormente chi vive in strada e non può difendersi.

Ricordo l’intervista che fece Girolamo alla televisione parlando delle persone che vivono in strada. Ha detto che nessuno di loro ha scelto di finire così, ma che qualcun altro ha scelto per loro. Qualcosa si sta muovendo da allora, cerchiamo di far

qualcosa per far sì che ognuno di loro possa finalmente ritrovare il cammino che qualcuno ha interrotto. La strada e il freddo suscitano un’indifferenza indegna e uccidono. Il sacrificio di Modesta Valenti porti a far capire che non si può fare finta di niente di fronte al valore della vita e Modesta voleva vivere ma le è stato impedito. Che cosa ci resta del suo ricordo? Una via fittizia e poter dare alle persone un orientamento senza disperdersi, questo ci ha lasciato, ma la sua vita sicuramente valeva di più.

Lia

14141414° ° ° ° ANNOANNOANNOANNO

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Scambio

Svuoterò il mio cuore del sangue e lo riempirò di te

poi ti berrò, di certo sei più calda del tè; non mi bruciare, riscaldami, piuttosto…

Mi pensi? È la domanda che mi pongo, quando cammino con il muso lungo e per la strada vado io ramingo.

Ma dove sei? A saperlo ti raggiungo. Il tuo ritratto intanto io dipingo,

l’ardore, amore, a volte non trattengo, e le mie braccia al corpo tuo io cingo, vorrei assieme a te ballare un tango.

Spuntato è questo amore come un fungo, la sua fiammella accesa io mantengo, nella poesia la forza spesso attingo,

e la felicità sul viso fingo. Ma è tardi, ormai, la luce ora spengo, ho detto tutto, ed altro non aggiungo.

Federico

Abbiamo bisogno Del cielo e della terra Del fiore e della luna

Degli amici e degli alberi � Abbiamo bisogno dei sogni Abbiamo bisogno dei segni

Segni eloquenti Segni silenziosi

Segni evidenti e solari Segni che non parlano

Segni che ci raggiungono All’improvviso

Quando nulla è programmato Abbiamo bisogno

Della grazia di un incontro Che ci dischiuda

Alla Grazia All’Eterno All’Amore

Alla vita che non muore Abbiamo bisogno di una luce

Di un volto Di un faro

Nelle tempeste quotidiane

Nicola Maroscia

Poesia per Giuseppe Taddei Scusami se non ti dò più del lei, grazie per tutto il bene che ci hai

fatto, i film nel mondo che hai diretto, con i più grandi attori hai girato,

scene geniali e sublimi ci hai donato. Indimenticabile tu col copione gettato in aria come un pallone

per una incomprensione con la produzione, tu con i Ray-Ban aviatori

grande registra, meriti l’Oscar. Uomo di genio, incommensurabile la tua maestria,

tu per il cinema hai dato la vita tua. Moraldi

Si sono conosciuti a ballare. Da quel giorno non si sono mai lasciati. Sono ancora molto innamorati. Sulla guerra della vita ci sono stati molti guai, brutti assai ma per loro esiste il bene e lo stare sempre insieme. Non fa nulla litigare, basta solo riprovare a stare insieme. Tanto tutti abbiamo le nostre pene. Ma noi siamo sempre insieme e sono deboli le pene. Perché noi le risolviamo insieme.

Maura

“La notte” Seduta sulla panchina attendo la sera, la notte si illumina, attorno a me solo silenzio e pace. È così che deve essere,

per far sì che i pensieri vadano dove il ricordo resti

memoria e il passato bello o brutto che sia stato ti segua ovunque

porti la strada e che nulla diventi più polvere che il vento fa volare via. Alzo gli occhi al cielo illuminato da mille stelle. Se potessero parlare,

chissà quante cose avrebbero da raccontare!! La bellezza del creato a volte non la sappiamo

neppure apprezzare. Mi sono addormentata, la carezza del sole mi ha svegliato. Si

inizia di nuovo a camminare per un mondo da esplorare e tanto bene

da donare. Lia

Il tuo viso rispecchia l’amore che c’è in te Riparto da zero e vengo da te. Ti prendo e ti raccolgo, ti porto con me. Tu non ti devi preoccupare, lo so, tu non ti puoi vedere così come sei ma io ti dico che tu sei sempre uguale a come eri prima, con una cura saresti meglio, dai retta a me. Non dare retta agli altri. Tu piaci a me, ripartiamo da zero insieme e portiamoci pure il nostro bebè. Per chi non lo sa: abbiamo un figlio. Questa è la verità.

Maura

3

Il tesoro Ricca ieri, oggi povera.

E non so come se ne sia andata tanta ricchezza. Non del tesoro perduto è l’amarezza;

ma il non sapere o spiegare come l’abbia perduto.

Nessun piacere, nessuna gioia, ahimè, la cui memoria avrebbe almeno potuto

consolarmi durante la miseria e il vivere muta, o dello stato mio dirmi il perché.

Come dunque mi son ridotta fin qui? Con la ricchezza mia potevo far tanto,

e nulla ho fatto, Dio mio, e sono divenuta povera intanto…

L’ho sperduta fino agli spiccioli, proprio così. E non ho operato per dar lustro a un’età

né ho conosciuto la gioia che possa riempire la vita.

Dunque tanta ricchezza m’è servita per comperarmi questa povertà.

Anna Giovanna Contaldo

Incitamento Io dell’amore un giorno sarò esperto ma adesso sono perso nel deserto

quando mi fermo e non ti do i miei sogni prendimi pure a schiaffi ed anche a pugni;

se della voce mia non senti il suono se le parole più non hanno senso

gridami pure in faccia quel che sono, rifiuta questo vivere melenso; se mi vedi dormire della grossa se smarrito son io nella foresta

dammi la scossa verso la riscossa, fammi sentir la dolce tua tempesta;

traccia dei sogni miei netto il contorno, non ho più desideri nè preghiere disegnami, colora tutto intorno,

riempi di sole il vuoto mio bicchiere. Il mio aquilone non risponde al vento,

sono un cow boy che non sa più sparare: se il desiderio in te non è ancor spento prova a cercarmi, io mi farò trovare

Federico

Come foglie al vento Noi siamo come foglie al vento che tentano disperatamente

di aggrapparsi al ramo, ma quando il vento, dai e dai,

riesce a sradicarci, iniziamo a fluttuare da ogni parte

e non sappiamo mai dove andremo a finire. Il vento è capriccioso, a volte dispettoso

oppure anche scherzoso. Noi, che siamo in sua balia,

non ci divertiamo affatto, anzi. Con tutte le nostre forze cerchiamo un atterraggio che non ci faccia male

e pur se cadiamo sull’erba soffice speriamo sempre in un refolo

che ci risollevi e questo spesso accade. Però, quando succede,

ritorniamo ad essere trasportati, magari solo un metro

o centinaia di chilometri, avendo l’assurda speranza di ritornare

al ramo che ci ha visto nascere. La nostra vita non è più nostra,

è il vento il vero padrone: oggi qui, domani là….

poi non si sa. Passano i giorni, passano gli anni,

svolazzando, svolazzando finché atterriamo per l’ultima volta.

Il vento ci abbandona; non più refoli o tempeste

e rimaniamo a terra per sempre. Abbiamo finito di penare

e di assurdamente sperare. Polvere siamo e polvere ridiventiamo.

E.T.

Di realtà in realtà

Considerando cos’è l’attuale realtà, meglio giocare di fantasia

almeno si sogna, e si spera che più in la,

diventi nuova realtà quest’utopia che viviamo di giorno in giorno, specchiandoci su falsi specchi

e su distorte geometrie, che sembrano quadri

anziché cerchi

Gian Paolo Donà

Oscura memoria La memoria rubata dal tempo, dall’oggi,

dalla confusione attuale, oscurata dal male. Un sorriso confuso, nascosto nel pianto.

A che serve la memoria se non sento il suo canto.

Una vita finita, svanita, infinita,

la memoria rubata e mai più ritrovata.

Anna Maria Lo Presti

4

“L’amore di una famiglia” L’amore che regna in alcune famiglie dimostra che il

mondo non può cambiare, una famiglia di semplici maniere, dove in ognuno il

pensiero di un bene rasserenare, l’unione che vive nei loro pensieri, riversare nell’altro gesto altruista da meravigliare,

descrivere in questo modo cosa voglia dimostrare, la vita che nel dopo deve continuare.

Un giorno dove la vita cancella ogni essere, il buio

scese come un lampo senza illuminare, nella casa dove il sole non tramontava mai, si spense nel mancare “LEI” che sapeva regalare, qualcosa si doveva fare, la vera unione apparve nella sua forza solo una intesa nel ricominciare,

Claudio e Sante fratelli nella vita, adesso nella loro semplicità sapevano dove poter applicare.

Avere nel giovane Oreste gioia della casa, per lui il

modo migliore la spinta per infondere, dargli quel coraggio la speranza scritta nel cuore,

lui non dovrà soffrire ma solo credere, nella sua crescita nel sole, trovare il calore

necessario per apprezzare tutto nell’apprendere, adesso con forza, sta superando di quel male che nel letto relegandolo senza il pensiero di perdere.

Il brutto incubo si sta dimenticando, ora il caro Oreste può pensare come nella vita lui deve

contare, con i suoi parenti veri, quelli sempre presenti gli diranno: “Preparati”, noi con te nel passeggiare, un solo intento, la vita non è stata serena ma insieme la nostra strada con sorriso illuminare, la nostra famiglia sapeva come superare ora con

parsimonia quell’amore saprà regnare.

Io poeta che dell’arte ho fatto la mia vita, un grazie a voi rivolgo per aver a voi questo donare, scrivere per far tornare una forma di sorriso,

impresa non facile ma reagire sempre tutto nel provare,

un abbraccio con affetto a voi spedisco, comprendo tutto ma nel mio scritto solo un pensiero mandare,

sapere che c’è gente pronta con un pensiero semplice a dedicare questa è la dimostrazione…….

……………………………… che voi non dovrete mai “DIMENTICARE”!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Pierpaolo Piselli

La pioggia Ha cessato di piovere

dopo quel terribile temporale, è comparso l’arcobaleno, tutto variopinto di colori, festa per i nostri occhi,

le foglie degli alberi bagnate di pioggia luccicano al sole, come le strade e gli occhi dei bambini

che finalmente possono giocare!! Il sole s’affaccia

sulla nostra città caotica, rumorosa ma piena di vita.

La massaia si affretta a fare la spesa e pensa fra sé:

“Che freddo che fa, quasi quasi ci vuole un bel piatto di polenta con

salsicce e spuntature, sai che festa in tavola?

Mi sembra già di sentirli congratularsi con me per la splendida idea!!!”

Il sole splende, il mio bucato sventola al vento, finalmente

la quiete dopo la tempesta! Le macchine sfrecciano sull’asfalto bagnato, il vigile attento scrive multe a non finire,

la gente ha visto il sole, non sta a pensare che la macchina è messa male, ci sono i saldi a rallegrarci.

Quel prato fiorito manda una luce, l’acqua piovana lo fa luccicare

al sorgere del sole, tutto è magico e divino come questo giorno

che Dio ci ha donato. Grazie del sole, grazie per l’armonia che hai fatto scaturire dentro di noi,

poveri mortali. Grazie per averci donato

questo meraviglioso mondo dove il mare, il cielo e le montagne

fanno da sfondo a questa valle di lacrime e di dolore,

ci voleva un po’ di sole, di calore e di amore!!!!

Marisa Serapiglia

Enrico, un amico

Enrico un amico con la cazzarola in testa, ma se la mette solo pe’ la festa. Porta anche i pantaloni ascellari,

quanno passeggia a via dei Giubbonari. Er giovedì ar Giornalino

pure si è un poco mingherlino declama a viva voce quello che je piace.

Pe’ noi sei proprio un ber ragazzo, basta però che non ce rompi er …..

E.T.

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Elezzioni C’hanno detto che ‘l 24 de sto mese dovevo annà a votà! Comizzi, cartelloni, impicci e imbrogli, radio e tivvù, de tutto e de più. Nun se senta artro che “votate me!”. Uno addirittura dice”io ve rimborso l’IMU(rtacc….) tua!” . Che faccia tosta! L’ho ascortati tutti, ho letto tutto e sur voto me so fatto n’opignione: ho fatto voto de nun votà!

E.T. Mille anni-luce Parliamone, così mi dicevi, ma io non avevo niente da dirti e tu lo sapevi benissimo e poi quando un’amicizia finisce le parole sono superflue. Pensavi di conoscermi ma eri lontano mille anni-luce, sei una brava persona, carino, educato, ma terribilmente vuoto e noioso, banale e scontato. Sei un uomo premuroso e galante e questo lo apprezzo molto, ma sei talmente distratto da dimenticarti a volte di salutarmi e questa è una di quelle cose che non sopporto. Non te la prendere, vedrai che distratto come sei, fra un po’ avrai dimenticato anche il mio nome…fidati!

Anna Maria Lo Presti San Valentino Martire Io c’ero il giorno di San Valentino. E pregavo, pregavo lui, San Valentino, che mi hanno detto sepolto a Terni. E’ un martire che convertiva i pagani, per questo l’hanno ammazzato. Perché convertiva i pagani….Mi osservava San Valentino, mentre parlavo da solo e sapeva che i miei pensieri erano cosa buona. Era una gioia contemplare la bellezza della campagna, la natura è gioiosa. Non è una ripetizione: è proprio gioiosa. Ognuno di noi è invitato alla festa universale, sai che gioia trovarti qui! Ma noi ci conosciamo! Ecco svelato il mistero! L’amore!

Antonello

Er grillo zoppo Er grillo zoppo s’arrampicò sull’albero. Un passante lo guardò e disse: ciao grillo zoppo, come stai?. Male! Glie rispose. Una volta volavo e strisciavo silenzioso mettendo paura ai bambini, alle signore che m’osservavano inorridite per il mio mantello viscido verde. La mia stagione preferita? La primavera, prendevo il sole facendomi cullare qua e là da un fiore. La mia vita all’aria aperta! Che bella esperienza. Purtroppo una persona crudele e cattiva mi ha spezzato una zampa. Ora vivo qui, in mezzo alle formiche che mi fanno compagnia. Cammino lentamente stando sempre attento alla gente. Per me questo mondo una prigione è diventato. Un saluto a te amico che non mi hai dimenticato.

Marisa Serapiglia “Giornata della memoria”, per non dimenticare Il giorno della memoria è la ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime del nazismo, del fascismo e dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati. Il testo dell’articolo 1 della legge 211 riconosce e definisce così le finalità del giorno della memoria: «La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati…».

Lia Limite e spazio Vivo in uno spazio limitato, eppure non mi sento prigioniera, per magia riesco a trovare una strana dimensione. Fuori c’è l’immensità ma non riesco a trovare uno spazio per me. C’è troppo spazio, non trovo una collocazione, le strade sono interminabili, ne finisce una e ne comincia un’altra, non ti puoi fermare. Tutto questo mi fa pensare che l’essere umano pone un limite al proprio spazio, ne disegna i contorni come a voler sottolineare la giusta dimensione, quasi una linea di confine. Il mio confine è la libertà di fantasticare a 360°, la mia fantasia occupa uno spazio illimitato pur restando racchiusa nel suo confine immaginario. Se ponessi dei limiti alla mia fantasia mi ritroverei ristretta in uno spazio quasi invalidante. E’ importante sentire il respiro della fantasia, ti permette di spaziare da un confine all’altro senza lasciare nulla al caso. Per concludere, possiamo dire che limite e spazio sono un mix senza confini.

Anna Maria Lo Presti La storia di un cane Ragazzi, è San Valentino. Questa è una storia di un cane che era innamorato della sua padrona. Il cane andava in chiesa e l’aspettava. Tutta la gente diceva: “Guardate questo cane, è come una persona”. Oggi ricordiamo questo cane come un eroe. Questo animale ha fatto capire a tutte le persone quanto grande è l’amore che può avere un animale: questa è una vera storia di San Valentino. Il cane è morto e così è andato in Paradiso dalla sua padrona. Ora sono felici e contenti tutti e due. Grazie e buon San Valentino a tutti.

Giuseppe Piga

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Giovedi 31 gennaio 2013 L’operatrice Alessandra ci ha comunicato personalmente:” Questa è l’ultima vola che sono con voi. Sono stata trasferita dalla Caritas al Centro accoglienza Immigrati”. Maurizio, redattore, ha replicato:” come faremo senza la tua cooperazione il giovedì sera?”. Maura, Vittorio e Giuseppe (ovvero la famiglia Piga) si sono messi a piangere ed Alessandra è andata ad abbracciarli. E poi ha baciato tutti e tutte. Alessandra, tra l’altro, preparava i regali per le nostre feste dei compleanni e si intratteneva spesso e volentieri ad ascoltare i problemi di questa o quell’altra ospite. Nel 2012 ha tenuto un corso di fotografia ed è stata la fotografa di “BENVENUTO DAVIDE” apparso sul giornalino di Gennaio.

Anna Giovanna Contaldo. Addio o arrivederci Carissima sei sempre stata con noi 24 ore su 24. Ci hai dato un grande sostegno in Ostello ed anche ora che stiamo al Ponte Casilino. Ti ringrazio per il tuo grandissimo lavoro e mi dispiace che tu vada via, ma spero che nel tuo nuovo lavoro tu possa trovare nuovi spazi e nuovi mondi. Ora che ti trasferirai spero che andrà tutto bene. Un abbraccio

Vittorio Piga Per Alessandra Ci mancherai, cara Alessandra, noi che vivevamo alla tua ombra, ora che lavorerai al Mandrione, ti rimpiangeremo e con passione ti stringiamo e abbracciamo, capelli nei capelli, insostituibile Alessandra. Se me lo avesse predetto Cassandra, non avrei creduto a lei per niente. Alessandra su di noi è sceso il gelo, tu che per noi sei l’altra metà del cielo

Moraldi Ad Alessandra Cara Alessandra, ti volevo dire il mio grazie per il tempo che abbiamo passato insieme. Mi davi sicurezza, sei sempre stata presente, non mi hai mai dimenticata. Spero che sarai sempre così. Mi mancherai, ma so che sarai sempre presente anche da lontano, ti auguro che ora dove sei andata ti possa trovare bene. Non mi dimenticare, un abbraccio. Con affetto,

Lia Non è un addio

Ale… te ne sei andata con passo felpato, ci hai salutato e ci hai sorriso. Nel tuo sguardo traspariva tristezza ma nel tuo cuore certamente c’era contentezza! Cambiare ambiente, vedere nuova gente, affrontare nuove realtà. L’hai voluto fermamente e ci sei riuscita. Sfogliando il mio archivio fotografico ti ho visto cambiare mese dopo mese e da “novizia” sei diventata “operatrice scelta”! Ci

mancherai, sicuramente, ma qui è già iniziata una gara per sostituirti. Non uno ma più operatori che si alterneranno nel ruolo di “osservatori” e spero collaboratori… Chissà se riusciranno a superarti… ma una cosa è certa: sei unica e sempre lo sarai nei nostri ricordi. Lo so che un giorno le nostre strade si rincontreranno e spero, a nome mio e di tutti i volontari del giornalino, di non dover aspettare l’inaugurazione del nuovo ostello di Via Marsala…. Un abbraccio da parte mia (il presidente), Francesca (vice presidente), Alessandro (vice del vice presidente), Anna (golpista fallita) e Lorenzo (mio fedele pretoriano). In bocca al lupo per il nuovo lavoro e…. non dimenticarci!!!

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Il castello di Bracciano

Vedendolo lassù, che troneggia dominando il bel lago di Bracciano, il castello Odescalchi fa pensare ad un’antica favola, proprio come quelle che si vedono nei films, ad entusiasmanti e mirabolanti epopee guerresche, affascinanti dame ed indomiti cavalieri che indossano e ostentano magnifici costumi sgargianti. Riguardo i nobili, i ricchi e i potenti, certa opulenza, come nel mettere in mostra il loro status, era il consueto. Facevano a gara. Ma andando a scavare nelle vicende passate del luogo in questione, emergono ahimé, episodi tutt’altro che piacevoli ed edificanti; come quello (risaputo) di un potente signorotto dell’epoca che per disfarsi di uno scomodo antagonista e sottrargli proprietà e ricchezze, non indugia ad invitarlo e ospitarlo nell’imponente suo maniero, allestendo una festa in suo onore con un lauto, sfarzoso pranzo, allietato da musiche e servitù al suo servizio.

Dopodichè, nel culmine della festa, delle risate, dei balli e delle libagioni, il perfido e diabolico signorotto, padrone di casa, con uno stratagemma, fa strada al prezioso e riverito nobile ospite, invitandolo a scoprire meravigliose e amene inesistenti rare delizie, tutte predisposte a suo godimento, che han sempre dato lustro all’affascinante storia del suo maniero. Ma altro che delizie…!!! Nel tragitto, all’improvviso, si apre una strana “porta magica”; con una spinta, senza rendersene conto, il malcapitato si ritrova giù in fondo ad un terribile precipizio a forma di pozzo, irto qui e là di lunghe lame appuntite affisse alle pareti, finendo miseramente e tragicamente a morire dalle terribili ferite nella calce viva. In un castello, per quanto possano affascinare le sue storiche, bellissime, imponenti strutture architettoniche e vicende da fiaba, è successo anche questo. Nel tempo, purtroppo, si scoprono ed emergono episodi che lo rendono meno affascinante e favoleggiante di quel che può sembrare e si racconta nei libri o nei film. E mi viene in mente che da piccolo, all’asilo, la mia maestra ci faceva cantare: “Oh che bel castello, marcondiro-dirondello…!”. Non stupisce quindi che da quando è nato il mondo, tra le tante vicende, belle o brutte, trascorse, sia accaduto anche questo.

Gian Paolo Donà

Una domenica da padre Franco Domenica siamo stati invitati da Anna a mangiare da padre Franco. Siamo stati così bene, tutti insieme tra sardi; abbiamo passato una domenica diversa da tutte quelle che passiamo al Binario 95. Abbiamo mangiato da dio! Un pranzo così non lo mangiavo da tanto tempo: così buono e abbondante che sono rimasto due giorni senza mangiare, ma così contento! Ringrazio Anna e padre Franco per tutto quello che ci hanno donato. Grazie ad Anna, a padre Franco e a Santa Lucia del Gonfalone!

Giuseppe Piga

Nostalgia Incontro il tuo profondo sguardo, donna emigrante. Leggo sul tuo volto nostalgia sconfinata di luoghi lontani, là dimora il cuore, dove il frutto delle tue viscere si prepara alla vita. Senza la premura della tua guida tarda il sonno la sera a raggiungere i tuoi pensieri e l’animo si strugge d’amore, mentre ti invade il desiderio ardente di stringere al petto il volto di tuo figlio. Donati dal cielo come gigli, spazi della mia solitudine mi rivelano l’inquieto tuo viso, donna emigrante. Lì nubi all’orizzonte della nostra esistenza. Una preghiera rivolgo al Signore: che non venga meno l’ansia di amare e della vita passi il grigiore.

Leonardo

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21 gennaio 2013, è arrivata l’inaugurazione del cinema dell’ostello Oggi è un bel giorno per tutti noi: vediamo un film con Carlo Verdone. Davanti a noi c’è un grande schermo bianco r spesso. E’ arrivato Massimo con la figlia per commentare il film. Sta per iniziare e nel frattempo arrivano anche Mario Urbinati con le operatrici Stefania, Silvia ed Alessandra insieme a Mons. Enrico Feroci. Ci stanno spiegando la tematica della storia del cineforum ed in seguito inviteranno anche degli attori o giornalisti. Questo film “Io, loro e Lara” racconta la storia di don Carlo che, torna dopo più di un decennio come missionario a Roma e lì ritrova la sua famiglia normalmente allo sbando (un fratello cocainomane che si è dato alla finanza e una sorella mamma di adolescenti, entrambi ordinariamente ipocriti). Il nucleo già abbastanza frammentato è messo ulteriormente alla prova dall'arrivo della seconda vita del padre il quale, ormai vedovo, ha un'amante slava di nome Olga molto più giovane di lui con la quale si sente rinato e che vizia senza sosta. Proprio la morte dell'amante tuttavia costringerà don Carlo ad entrare in contatto con Lara, figlia di Olga, diventata proprietaria della casa che una volta apparteneva alla famiglia e dunque capace di tenere i tre fratelli in scacco perché l'aiutino ad ottenere l'affidamento del figlio. Secondo me la storia di questa famiglia è attuale.

Giuseppe Piga L’ultimo treno è passato inutilmente Anna ho aspettato. Sì nella vita anche con te ho perduto da oggi non voglio più pensare al passato. Oggi all’Ostello è bello, c’è un film di Verdone che ci allieta lui, grande istrione. Ci sentiamo su con l’umore. Ottima l’interpretazione della Chiatti

Moraldi ECCOCI Siamo qui riuniti, oggi è una grandissima occasione per vedere il film di verdone.Siamo molto emozionati,spero di sentirmi bene perchè purtroppo sto un pò male ma passerà! Eccoci stiamo per assistere al film, dopo vi faccio sapere cosa ne penso del film...va bene!? Io ho appena visto il film, la mia impressione è stata ottima, vi spiego il perchè! Lui Carlo nel film mi ha fatto capire che i parenti pensano solo ai soldi e sono egoisti. Lui ci ha fatto vedere che si può vivere accettandosi per quello che sei e basta. Invece di litigare e non venirsi incontro. Lui è grande mi piace tutto quello che fa perchèsi vede che lo fa con amore è bravo! L'attrice Anna Finocchiaro è molto brava e riesce sempre a convincermi che è insuperabile. Laura Chiatti è soprattutto molto bella e brava, il pupetto carino ed è molto bravo.

Maura Tutti al cinema Sotto gli auspici di Mario Urbinati abbiamo ricevuto l’invito di assistere alla proiezione del film “Papa Luciani”. Il film era interessante per le vedute panoramiche, gli appartamenti papali, i ricordi della persecuzione degli ebrei da parte dei nazisti. Papa Luciani fu definito e chiamato pure “il Papa con il sorriso”. La storia ha inizio nel 1997 a Fatima, in Portogallo, quando Albino Luciani, al tempo Patriarca di Venezia, è in visita con alcuni pellegrini al santuario della Madonna. Dalla clausura di Coimbra Suor Lucia, unica sopravvissuta dei tre veggenti di Fatima, chiede di poter incontrare Albino. Senza neanche voltarsi, la suora si rivolge a Luciani con l'appellativo di "Santo Padre". Perché? Da questo momento Albino Luciani, ripercorre nella mente il suo passato, dalla nascita in un piccolo paese della provincia di Belluno, fino all'evento, già anticipato dalla suora di Fatima, che cambiò totalmente la sua vita: l'elezione di Pontefice con il nome di Giovanni Paolo I. Un Papato breve che tutti ricordano con dolcezza e con il sorriso, proprio quel sorriso che ha caratterizzato la vita e l'attività di Papa Luciani. Alla fine della proiezione l’operatore Andrea ha voluto intrattenersi con noi recitando il Rosario.

Anna Giovanna Contaldo

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” CIUMACHELLA ORGOGLIO DE STA' CITTA' ” Roma città dove chi entra, difficilmente può pensare in un attimo ripartire, qui ce de tutto, per sognare nel fantasticare pensi tutto senza soffrire, il sentimento che te trascina, guardando il cielo lo ammiri senza patire, qui puoi trovare anche una pupa, con il sorriso suo te trascina nel suo dire. Questa gioia se può anche provare, un figurino che gli occhi sa beare per sognare, in un posto particolare, dove ce moltitudine de gente appurato nel fantasticare, un grazie alla natura e a ROMA per questo regalo ce rende felici nel particolare, si lei dolcissima LUANA da quando lei s’è fermata qui tutto nel più bello per raccontare. De ragazze ce ne sono tante ma in lei qualcosa nel vicinare qui tanto solo per parlare, scegliere LUANA un premio da ROMA a lei venuta da lontano qui s’è fermata per lavorare, un apprezzamento nella sua opera, una semplicità che stordisce verso tutti nel collaborare, nella sua espressione, un senso di tranquillità dopo un suo pensiero serenità per rasserenare. lo poeta ammirandola nel suo portamento, subito pensato come poterla ringraziare, se un pittore fossi stato, nei colori avrei esitato come un'opera maestosa elaborare, lei sa impersonare simile pupa, che a Roma l’onore ha dato il sole e il cielo raffigurare, anticamente questa città non aveva ricchezze, ma con lei tutto apparire per primeggiare. Donargli quel bene che in lei traspare, per noi una figura che difficilmente puoi dimenticare, salutarla affinché con il suo sorriso un grazie a rendere, un pensiero nel cielo aleggiare, se potrebbe stare, ore a riflettere come immortalare nel meglio sta pupa come usignolo sussurrare, a lei in coro tutti un grazie a riverire, LUANA ciumachella de sta' città grazie ............. ............................... meglio regalo non potevi "CONFEZl0NARE"!l!!!!!!!!!!!!l!!!!!!!!!!

Pierpaolo Piselli 35ª Giornata Nazionale per la vita Il 3 febbraio in tutte le chiese si è celebrata per la 35ª volta la Giornata per la vita. Nessuno viene al mondo per sua scelta, all’origine di ogni vita c’è qualcuno che da sempre ci ha pensati, amati e chiamati. La vita è un dono anche se a volte non riusciamo a comprenderlo pienamente. La vita non si può sciupare, maltrattare o rifiutare, deve essere accolta, difesa. È un dono aperto all’amore di Dio. La vita è dignità della persona umana e per questo deve essere rispettata. Dobbiamo approfondire il valore della vita nella famiglia; è lì che i figli possono imparare il senso della gratitudine e che il sacrificio è fatto per amore, mettendo ciò che si ha al servizio di chi ha bisogno. Generare la vita è l’opera più grande che si possa compiere. Accogliamola con amore, perché non esiste amore più grande di amare un figlio, dono del Signore.

Lia A Luana l’operatrice Oggi io ho parlato con te, sei dolce, sei simpatica e soprattutto amica. Eh sì, mi hai raggiunto al cuore cara Luana, spero che ti sposi e ti vada tutto bene come ti meriti. Tu sei il nostro raggio di sole. Eh sì, dolce Luana, grazie da me.

Maura, Giuseppe e Vittorio

Dedicata ad Antonello Non avevo più voglia di parlare, più niente al mondo mi sembrava bello: ma ho avuto la fortuna di incontrare un grande, un vero amico, ossia Antonello. E’presuntuoso, si crede un grande attore, aggiungo che è scontroso e petulante; ma una cosa possiede, un grande cuore, sa dare affetto, è questo l’importante. E’ riuscito a svegliarmi dal torpore, tante paure adesso non le ho più; per lui quello che dico ha gran valore, mi ha fatto riscoprire anche Gesù. Accetta questo dono, questi versi, per sempre rimarrò tuo debitore, merito tuo se i giorni son diversi, voglio, Antonello, stringerti sul cuore. Federico

Epitaffio per Carolina (ragazza uccisasi perché vittima dei cyber-bulli) O Caro, ti sia dolce il cinguettìo (come questa poesia arrivato tardi) di tutti i tuoi amici della rete quella rete in cui, Caro, sei caduta finestre vuote senza un panorama…. Che un fracasso di grida renda sordo colui che è sordo al tuo parlar d’amore e che ti ha spinta a un volo senza fine. Nell’aria non echeggi un cinguettìo ma il grido tuo d’amore e di speranza per troppo tempo chiuso in una stanza: eri farfalla, Caro, anzi eri un fiore che si apriva alla vita e ai suoi colori e quei rilievi tondi e baldanzosi sembravano sfidare il mondo, Caro… Ora un canto d’amore puoi ascoltare non più quel vuoto verbo che è twittare.

Federico

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Per una persona speciale E’ con grande gioia che scrivo queste due righe per una persona che merita tanto. Si tratta di un signore che fa volontariato da noi, alla mensa di Ponte Casilino. Lui si presenta con un’enorme busta piena di tantissime cose buone: cioccolatini, biscotti, sigarette per distribuirle a noi tutti bisognosi. Questo è un gran gesto da parte sua. Ci fa felici anche se per pochi attimi. Vengono offerte sigarette a coloro che non possono permetterselo, che “steccano” con amici anche l’ultimo mozzicone. Un bicchiere di coca cola e un sorriso che ci serve per andare avanti. Ecco, io vorrei ringraziare questa persona: non so nemmeno il suo nome! Ringraziarla da parte di tutti noi per tutto quello che lui fa. Sapere che qualcuno al di fuori della mensa sta in un supermercato e pensa a noi poveri bisognosi! Questo ci riempie di un’infinita gioia. Grazie, grazie dal più profondo del cuore per quella serenità che ci donate scaturita dal vostro buon cuore. Siete una persona generosa, disponibile, speciale come ce ne sono pochi. Grazie perché voi portate ogni volta un barlume di luce che arriva dentro di noi. E per questo noi vi ringraziamo infinitamente da parte mia e di tutti coloro che vengono alla mensa. Grazie infinite e cordiali saluti da tutta la mensa di Ponte Casilino, reduci di Via Marsala 109!!!

Marisa Serapiglia

Dedicata ai miei genitori Sono qui da solo. Mi mancano i miei genitori, il loro amore. Mia madre che mi veniva a svegliare con un caldo caffè e un dolce abbraccio. Mio padre, che si svegliava all’alba per andare a lavorare. Sentivo l’odore del fumo, la sua tosse. Si avvicinava al mio letto, mi dava un bacio, una carezza e un saluto. “A stasera” mi diceva. Mio fratello, che andava sempre di fretta, ma mi voleva un gran bene. Mi mancano da morire. Loro ora non ci sono più. Erano i miei angeli, ora sono volati in cielo! Ma manca la carezza di mia madre; mio padre quando mi dava una pacca sulla spalla dicendomi “dai!” (coraggio, si va avanti!) Tutto mi manca di loro: il profumo di quella minestra buona, saporita che io gustavo con amore, fatta dalle mani di mia madre. Ogni notte io parlo con loro chiedendo la loro benedizione! Mi mancano tutti e due. Ogni tanto piango avvolto da una dura solitudine! Ora devo ricomin-ciare da capo, rimboccarmi le maniche. Vorrei che anche lassù loro siano fieri di me!!! Io cercherò di seguire i consigli che mio padre mi dava, per sentirmi sempre accanto a lui. Addio miei cari, sarò sempre il figlio che voi desideravate. Anche se non siete qui da me è come se io sentissi il vostro calore , il vostro amore, i vostri consigli per farmi crescere con dei valori. Siete sempre nel mio cuore in ogni momento della giornata. Addio con amore, vostro figlio

Enrico

Bilancio

In questi giorni ricorre per me un anniversario: un anno di permanenza all’ostello della Caritas. Non che ci sia da

festeggiare; ma una cosa la posso dire senza ombra di dubbio: in questo anno non ho conosciuto un istante di noia. Ho scoperto un mondo di solidarietà di cui ignoravo completamente l’esistenza, ho incontrato persone valide con cui ho

riscoperto il valore dell’amicizia e con cui ho potuto confidarmi senza sentirmi ridicolo;

per la prima volta ho letto le mie composizioni senza provare timore né

vergogna, ma anzi con entusiasmo; sono riuscito a tirar fuori cose che non credevo di possedere; sono riuscito, inoltre, ad

ottenere, almeno spero, la stima e l’affetto di tante persone, non solo quelle del

giornalino; ho persino ritrovato la fede, da troppo tempo assopita; sto imparando ad usare il computer; infine, ma non da

ultimo, ho conosciuto anche una donna, di cui non faccio il nome per motivi di

riservatezza, con la quale ho passato momenti indimenticabili, anche se non ho fatto

quello che pensate voi e anche se so per certo che sarà difficile che potrà

innamorarsi di me. Di tutto questo io ringrazio non soltanto il nostro direttore Maurizio, che ha saputo mettermi a mio agio,

ma tutti quanti voi e spero che questa straordinaria empatia che si è creata

possa tenerci uniti sempre. Federico

Carissima Oggi ci siamo viste ma eravamo come due sconosciute, cosa è successo? Io non riesco a capire. Tu, quando dormo, mi guardi quasi male. Io sono qui che non ti disturbo, ma è veramente incredibile, non so’ e non sai, non dico nulla. Perché? Perché l’altra volta che ci ho provato tu mi volevi sbranare. Lo so, che hai problemi più di me e magari non sai come fare, ma proprio per questo bisogna parlare e poi se non c’è niente da fare, lasciamo stare, ma ad una soluzione bisogna arrivare, ma non dipende da me se non vuoi parlare. Le scuse bisogna darle perché tutti possiamo sbagliare. Ora che non ho nulla da dire, ti saluto e vedi un po’ se hai qualcosa da dire.

Maura

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L’anima del Carnevale Come ogni anno si festeggia il Carnevale che sarà mai?

Con Maurizio travestito da Klose, da Francesca vestita da Cenerentola a Emanuele vestito da canguro, col cruscotto che porta Giovanni vestito da cucciolo di pinguino sardo, ad Anna vestita da conchiglia di mare, da Giovanna vestita da principessa del novecento, a Lia vestita da gattina, con le unghie bianche bianche, e Massimo vestito da lupo che strilla a bocca piena: “Forza Roma!”, da Maura e Giuseppe, cioè i miei genitori, vestiti da pantegane, ad Alessandro vestito da cucciolotto di peluche, da Gian Paolo vestito da cantante degli anni ’80 come Bobby Solo, ad Anna Maria vestita da sposa bianca con il teschio, che cita: “Essere o non essere,

questo è il problema!”. Buon Carnevale,

Vittorio Piga

Benvenuto carnevale Festa di colori, le mascherine sulle strade di Roma: Zorro, Pulcinella, la Fatina un incanto per i nostri occhi. Ci

vuole un po’ di allegria nei giorni oscuri dove la mente naviga nei molteplici problemi! Sento un odorino di frappe, di castagnole… me ne farei un’abbuffata. La sera si aprono le danze giovedì e sabato grasso dove i giovani si immergono nel divertimento più grande (almeno per loro). Coriandoli a non finire mentre fioccano fotografie. Quei dolci ricordi che ci porteremo sempre dietro. Benvenuto carnevale dove ogni scherzo vale. Ci rallegri tutti, grandi e piccini. Lascia nei nostri cuori tanta serenità, dona a tutti coloro che vivono per strada un pizzico di gioia, allegria. Fai che almeno per un giorno dimentichino di esser stati abbandonati in preda ad un crudele destino: dona loro un sorriso! Sei sempre il benvenuto, dolce carnevale, una ventata di felicità entra in tutte le

case dove noi ti spalanchiamo la porta che per te è sempre aperta. Grazie per il sorriso grazie per la serenità che sprigioni nei nostri cuori! Versi poetici Non disperare mai, c’è sempre una luce che ti indicherà il cammino. Seguila e vedrai che un giorno ci sarà un mattino!

Marisa Serapiglia La tavola rettangolare Ragazzi e ragazze, è carnevale, stiamo ascoltando le storie di tutti noi, siamo pieni di euforia. Vorrei dirvi che abbiamo vinto la Rosa di Bronzo, è un premio per noi scrittori di Sheker e dobbiamo ringraziare Maurizio che ci fa scrivere. Noi non abbiamo mai fatto tutto questo. Dei grandi attori hanno scelto le nostre storie e speriamo che qualcuno legga anche il Giornalino Gocce di Marsala per poter vincere qualche premio tutti noi.

Piga Giuseppe

Il Carnevale

A Carnevale ogni scherzo vale e chi non accetta è un maiale. Ricchi cotillons e goliardia,

l’ideale per scacciare la malinconia. L’assenza di Maurizio è grande e “Ci manchi”

di ripetere non saremo mai stanchi.

Noi senza te su questi banchi leggiamo poesie, tossiamo e i nostri poveri

bronchi… per la rima citiamo l’ex Presidente Gronchi, mentre Giovanna con i suoi proclami infiniti

ci rende tesi e innervositi Moraldi

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E’ cambiata la sede l’Ostello e la Mensa della Stazione Termini

Per tutto il 2013 in Via Marsala i lavori di ampliamento e ristrutturazione

Per consentire i lavori di ampliamento e ristrutturazione, i centri Caritas in Via Marsala alla Stazione Termini, Ostello e la Mensa Serale “Don Luigi Di Liegro”, si sono trasferiti nella nuova struttura di Via Casilina 144.

La nuova sede, che sarà operativa per tutto il 2013, è facilmente raggiungibile dalla Stazione Termini con i mezzi pubblici. I nuovi numeri di telefono dei due servizi sono 06.888.15.200/201.

Adiacenti la Stazione Termini rimangono invece sia il Poliambulatorio Medico (Via Marsala, 97) che il Centro di Ascolto (Via di Porta San Lorenzo, 7).

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Uomini D. Enrico (02/02) M. Fiorenzo (03/02) P. Giovanni Battista (27/02) R. Leonardo (14/02) S. Luca (02/02) S. Marcello (23/02) T. Remo (24/02)

Donne B. Valentyna (08/02) P. Filomena (14/02) V. Neyra Violeta (24/02) Patrizia (Vol.) (09/02)

Festa di compleannoFesta di compleannoFesta di compleannoFesta di compleanno La Festa per i nati dei mesi si terrà il

28 febbraio2013 Già da ora AUGURI a tutti i festeggiati! Parteciperanno gli scatenatissimi amici Graziella, Stefano, Tonino, Francesco Maria Antonietta, Monia ed Antonietta, ed i ragazzi dell’Azione Cattolica guidati da Don Simone di Resurrezione, con Roberto all’animazione insieme ai volontari del giornalino e gli insostituibili amici di Ognissanti per la pappatoria.

Enza ci preparerà la famosa “torta al-l’ananas”, Loretta le “palline al cocco”, Fernanda le “rose del deserto”, Felicita le ”crostate”. Alle bibite provvederanno Rita, Maria Teresa e Roberta mentre Lina, Pina, Patrizia, Mario, Antonio, Edoardo e Fausto

Ringraziamo le volontarie di Resurrezione ed Ognissanti per i dolci che preparano per le nostre feste e per la loro cordialità nel servirli a tavola. Ogni lunedì sera: lettura e commento dei quotidiani a cura di Massimo, Eleonora e Marta Ogni giovedì sera: Redazione del gior-nalino a cura di Maurizio, Francesca, Alessandro, Anna e Lorenzo

A questo numero hanno collaborato:

Anna Giovanna, Alberto B., Gian Paolo D., Marisa, Lia, Maura, Giuseppe, Vittorio, Anna Maria, Gino Luigi, Pierpaolo, Antonello, C., Federico, Antonio, Massimo, Moraldi, Emanuele, Leonardo, Francesca, Maurizio, Alessandro, Anna, Lorenzo, Antonello, Alessandra.