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COMUNE DI GAMBOLO’ Provincia di Pavia PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DOCUMENTO DI PIANO RELAZIONE GEOLOGICA Dott.Geol. Luca Giorgi Iscr. Ordine Geologi della Lombardia n° 814 Ottobre 2010 Voghera PV via Enrico Toti, 3 tel/fax 0383.62257

COMUNE DI GAMBOLO’ · di raccolta dei dati, integrata dalle osservazioni di campagna ed una successiva di valutazione, ... circa 7 km a S della città di Vigevano

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COMUNE DI GAMBOLO’ Provincia di Pavia

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

DOCUMENTO DI PIANO RELAZIONE GEOLOGICA Dott.Geol. Luca Giorgi

Iscr. Ordine Geologi della Lombardia n° 814

Ottobre 2010

Voghera PV via Enrico Toti, 3 tel/fax 0383.62257

1Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

INDICE

PREMESSA pag. 2

1. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO E AMBIENTALE 4

2. INQUADRAMENTO MORFOLOGICO 5

3. INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE 7

4. STUDIO GEOLOGICO DEL TERRITORIO COMUNALE 12

5. CONDIZIONI DI PERICOLOSITA’ 19

6. CARATTERIZZAZIONE SISMICA DEL TERRITORIO COMUNALE 20

5. ZONAZIONE AI FINI EDIFICATORI 32

2Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

PREMESSA

Lo studio costituisce la componente geologica preliminare alla progettazione dello strumento ur-banistico inerente la variante del Piano Regolatore Generale del Comune di Gambolò, in ottem-peranza a quanto disposto dall’art. 57 della Legge Regionale del 11 marzo 2005, n° 12 “ Cri-teri ed indirizzi relativi alla componente geologica idrogeologica e sismica del piano di governo del territorio”. Seguendo le prescrizioni della normativa vigente in materia, sono state fornite le indicazioni vol-te alla caratterizzazione geologico-tecnica del territorio comunale, con particolare riguardo agli aspetti legati alla legislazione tecnica ed ambientale, attraverso la stesura di elaborati carto-grafici che hanno consentito l’impostazione e lo sviluppo degli strumenti urbanistici di classifica-zione degli ambiti amministrativi. Per lo scopo è stata applicata una metodologia operativa che ha previsto una fase preliminare di raccolta dei dati, integrata dalle osservazioni di campagna ed una successiva di valutazione, volta alla creazione degli elaborati grafici definitivi e della relazione geologico-applicativa e svolta in collaborazione con i tecnici incaricati per lo sviluppo delle varianti. La fase di rilevamento di campagna è stata basata su un supporto cartografico interpretativo di un rilievo aerofotogrammetrico appositamente svolto per il centro abitato e sulla cartografia di-sponibile (CTR sezioni alla scala 1/10.000 e tavolette IGM) mentre per le definizioni di tipo ge-opedologico, geotecnico ed idrogeologico ci si è avvalsi di studi ed interpretazioni pregressi, e del supporto delle dettagliate informazioni di tipo climatico ed idrologico gentilmente concesse dal locale consorzio per lo sfruttamento delle acque superficiali ad uso irriguo (Ass.Irr.Est Sesia - Novara) e dall’ufficio tecnico del comune (pozzi ad uso idropotabile), nonché dagli Uffici Regio-nali e dipartimentali.

L’elaborazione finale dei dati, ha fornito un modello di lettura ed interpretazione tecnica costitui-to dai seguenti elementi:

- carta di inquadramento geologico ed idrogeologico; - carte di sintesi e dei vincoli; - carta di caratterizzazione sismica; - carta della fattibilità geologica.

Gli elaborati cartografici, sono stati estesi all’intero territorio comunale, al fine di ottenere una configurazione complessiva sulla base degli elementi geomorfologici, idrogeologici ed ambien-tali rilevati anche in funzione di eventuali varianti future e ciò ha consentito una migliore com-prensione dell’assetto geologico-tecnico esistente in funzione applicativa. Nella relazione conclusiva sono stati sintetizzati gli aspetti di inquadramento geografico e geo-logico del territorio, descrivendo le metodologie ed i criteri di interpretazione che hanno condot-to alla stesura delle zonazioni effettuate.

3Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

1. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO ED AMBIENTALE

L’abitato di Gambolò è situato nella pianura Lomellina orientale in prossimità della

sponda destra del fiume Ticino, circa 7 km a S della città di Vigevano.

Il territorio comunale, non è intersecato dalla viabilità di grande percorrenza, se si e-

sclude la ferrovia Alessandria – Mortara – Milano, mentre i limiti amministrativi trovano

collocazione nei riferimenti cartografici regionali (CTR sez. A7c2, A7d2, A7d3, A7e2,

A7e3) ed IGM.

L’evoluzione storica della zona è comune a quella di gran parte della Lomellina, con il

progressivo insediamento delle popolazioni a seguito di bonifiche e disboscamenti di

ampie superfici che costituivano in epoca storica la foresta planiziale e alluvionale che

ricopriva la valle del Ticino.

Le notizie storiche reperibili, indicano che nella zona si trovavano antichi insediamenti ci-

vili e produttivi di epoca romana e pre-romana, così come confermato dai ritrovamenti

in varie località del territorio comunale; è tuttavia nel medioevo che si rintraccia una più

significativa presenza antropica, militare in particolare, sotto forma di un castello tuttora

esistente ed in buono stato di conservazione.

E’ probabile che il nucleo abitato attuale si sia sviluppato attorno quest’ultimo, ubicato a

ridosso di un ripiano alluvionale terrazzato, ed abbia quindi condiviso le vicende stori-

che nell’ambito dei domini milanesi e successivamente entro quelli Sabaudi.

Allo stato attuale, l’abitato di Gambolò mantiene la struttura urbana conseguita nel XIX

secolo, con la presenza di estese superfici interessate da colture agricole, fra cui spicca-

no quelle risicole (predominanti) e di pioppicoltura.

La caratterizzazione climatica del comune, inquadra il territorio in un clima da subumido

a umido ed alla varietà secondo mesotermico, con oltre il 50% dell’efficienza termica

concentrata nei mesi estivi; la tessitura sabbiosa dei suoli, che non favorisce la ritenzione

idrica, è tale da originare moderate deficienze idriche, compensate dalla locale confi-

gurazione idrologica superficiale, che aumenta in modo decisivo la quantità d’acqua cir-

colante sul suolo: le tabelle esposte di seguito, relative alle temperature medie ed alle

4Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

precipitazioni misurate nel corso dell’anno 1999 nella stazione di rilevamento più pros-

sima, forniscono un’indicazione climatica di inquadramento della zona.

TEMPERATURE MEDIE MENSILI REGISTRATE NELLA STA-ZIONE METEOROLOGICA DI S.ANNA (PARONA)

1998 max min

Gennaio +5,36 -2,64 Febbraio +12,63 -3,00 Marzo +14,74 +0,11 Aprile +17,80 +8,07 Maggio +25,37 +13,73 Giugno +29,90 +16,52 Luglio +33,27 +17,17 Agosto +33,04 +17,26 Settembre +27,54 +11,83 Ottobre +17,96 +6,85 Novembre +9,88 -1,00 Dicembre +3,20 -3,08

PRECIPITAZIONI TOTALI MENSILI CADUTE NELLA STAZIONE PLUVIOMETRICA DI S.ANNA (PARONA)

1997 1998 mm gg mm gg

Gennaio 103.5 12 46,0 5 Febbraio 5,5 2 35,0 2 Marzo 0,0 0 8,5 2 Aprile 3,1 2 131,5 10 Maggio 7,0 4 101,2 7 Giugno 147,5 12 64,5 6 Luglio 10,2 3 66,0 4 Agosto 42,7 6 28,0 5 Settembre 0,5 1 38,5 4 Ottobre 16,0 3 135,6 10 Novembre 82,0 9 9,0 3 Dicembre 142,0 7 19,0 2

5Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

2. INQUADRAMENTO MORFOLOGICO

Il territorio comunale di Gambolò si colloca entro il contesto sedimentologico della pianu-

ra padana, caratterizzato dalla presenza di elevati spessori di depositi continentali.

Entro tale ambito di inquadramento locale, la presenza ad E dei limiti amministrativi

dell’ampia valle del fiume Ticino e ad Ovest del nucleo urbano della valle del torrente

Terdoppio, consente di attuare una differenziazione morfologica e sedimentologica ba-

sata sulla evoluzione paleodinamica fluviale; nel caso della valle del fiume Ticino si di-

stinguono estese superfici terrazzate, con sviluppo planimetrico subparallelo all’ asta flu-

viale attiva, delimitate da scarpate caratterizzate da accentuati dislivelli, in parte smus-

sati dagli interventi di insediamento antropico.

La valle del Terdoppio è definita principalmente da un dislivello altimetrico areale che

ne delimita la paleovalle, senza che siano presenti significativi orli di terrazzo riconduci-

bili alle fasi alluvionali.

L’ambito del livello fondamentale della pianura è impostato sui cicli fluvioglaciali.

I cicli fluvioglaciali, di cui il Wurm rappresenta l’ultima fase, corrispondono al periodo

quaternario di alluvionamento successivo al Villafranchiano e coincidono con l’alternarsi

di pulsazioni climatiche calde e fredde, correlabili direttamente con le azioni di avan-

zamento ed arretramento delle fronti glaciali con apporto ed accumulo di sedimenti du-

rante i cilcli freddi (glaciali o stadiali) e terrazzamento erosivo durante i periodi caldi

(interglaciale o interstadiale).

Nell’ambito della fase Wurmiana sono stati distinti più cicli stadiali (Wurm 1,2,3) di cui

al primo (Wurm 1), corrispondente alla massima espansione glaciale, è attribuibile il

maggior apporto di sedimenti e quindi la prevalente azione di colmamento e seppelli-

mento delle antiche depressioni interglaciali, mentre i cicli successivi avrebbero operato

l’apporto di modeste coltri detritiche, producendo principalmente dei terrazzi di erosione

nella superficie principale.

Le maggiori accentuazioni positive della superficie fondamentale della pianura sono co-

stituite dai dossi che rappresentano ondulazioni altimetricamente elevate di pochi metri

rispetto alle piane circostanti, aventi senso di allungamento planimetrico NNO-SSE, ana-

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logo a quello delle paleolinee di drenaggio; essi rappresentano i lembi residuali di pa-

leosuperfici relitte di formazione Rissiana, e sono riconducibili a quelle forme caratteristi-

che della morfologia fluviale rappresentate dalle barre sabbiose.

La maggiore potenza del ciclo deposizionale Riss nei confronti di quello Wurmiano, fu la

causa del non completo colmamento delle antiche superfici e forme di modellamento flu-

viale da parte delle nuove assise alluvionali, motivo per cui i rilievi attuali, sebbene ri-

maneggiati parzialmente dalla rielaborazione eolica e soprattutto dagli interventi di in-

sediamento che ne hanno provocato il progressivo livellamento alla pianura circostante,

sono da considerarsi come delle forme di modellamento o paleosuperfici fluviali relitte,

corrispondenti dal punto di vista della genesi sedimentologica ad una fase antecedente

ai cicli alluvionali Wurmiani, così come le linee di paleodrenaggio attualmente riconosci-

bili corrispondono ai relitti di un sistema di canalizzazione modello “braided” collegato

alle divagazioni fluviali e parzialmente sepolto dai successivi eventi di colluvionamento.

CENNI SULL’IDROGRAFIA SUPERFICIALE

Nel tratto di pianura oggetto del presente studio, il reticolato idrografico ha uno svilup-

po regolare, con predominanza dei corsi d’acqua a regime fluviale (acque defluenti tut-

to l’anno) sia di origine artificiale che naturale.

Nella medesima zona è inoltre in funzione un fitto sistema di canali secondari artificiali

non rivestiti, la cui alimentazione è strettamente dipendente dai periodici apporti dei

succitati corpi idrici, per l’irrigazione delle locali colture agricole, risicole in particolare.

7Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

3. INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE 3.1 LINEAMENTI GEOLOGICO-STRUTTURALI DELLA PIANURA PADANA Strutturalmente il bacino padano può essere considerato in generale come un’area di

avanfossa che si è originata da una progressiva migrazione della placca africana verso

quella europea, in conseguenza della subduzione della microplacca padano-adriatica,

verificatosi a seguito del duplice fenomeno compressivo generato dalle coltri appenini-

che e sud-alpine.

Lo stile tettonico compressivo ha determinato rilevanti fenomeni di sovrascorrimento e

sottoscorrimento, particolarmente evidenti sul bordo esterno del fronte appenninico, con

strutture trasversali che interrompono la continuità degli archi esterni, fra cui assumono

particolare rilevanza quelle rilevate nel sottosuolo della pianura pavese (faglia trascor-

rente Voghera-Lodi). Quest’ultima distingue due ambiti, definiti da un differente avvici-

namento dell’arco esterno delle pieghe appenniniche alle strutture più meridionali del

dominio sud-alpino, dei quali il più orientale vede le strutture menzionate fronteggiarsi

direttamente, mentre ad occidente le stesse appaiono distanziate di circa 50 Km, con

l’interposizione di una zona poco deformata che corrisponde al settore pavese-lomellino

della pianura.

Per meglio comprendere l’assetto strutturale sepolto della pianura pavese, si rimanda

alla locale configurazione litostratigrafica del sottosuolo, ove si rileva la presenza di una

coltre di depositi continentali di spessore variabile disposti a copertura delle formazioni

di genesi marina, definite da peculiari strutture morfo-tettoniche costruite dalle ultime fa-

si dell’orogenesi alpina, protrattesi sino all’era quaternaria e caratterizzate da opposte

vergenze. In particolare si individuano per queste strutture due direttrici di sviluppo or-

togonali, ricollegabili a quella dominante lungo il fronte appenninico (NO-SE) ed an-

tiappenninico (SO-NE): nel primo caso le strutture sepolte assumono la configurazione di

alti morfo-strutturali generati da una serie di faglie esplicanti un’azione compressiva e

prevalentemente immergenti verso i quadranti meridionali.

Per la relativa posizione esterna nei confronti dei retrostanti tratti di catene emerse ed in

funzione del reciproco orientamento, gli alti morfo-strutturali descritti hanno determinato

e condizionato lo sviluppo dei sedimenti continentali sovrastanti, sia in senso verticale che

8Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

areale, attraverso fasi deposizionali verificatesi solo all’avvenuto colmamento delle a-

diacenti depressioni morfo-strutturali, mentre nel periodo di lacuna deposizionale le por-

zioni sommitali degli alti erano sottoposte ad intensi processi erosivi subaerei e di mare

sottile che hanno dato origine a spianate assimibilabili alle platee di erosione marina.

La scarpata esterna delle platee, dotata di acclività antitetica rispetto alle superfici di

accavallamento tettonico, funge da limite di separazione e discordanza fra le formazio-

ni marine costituenti lo zoccolo dislocato degli alti strutturali ed i depositi fluvio-glaciali

che hanno colmato le depressioni antistanti e, attraverso un processo di over-lapping, le

spianate sommitali sino al completo seppellimento.

I processi descritti sono confermati dall’assetto giaciturale dei depositi continentali, che

risulta molto disturbato alla base delle scarpate e tende progressivamente a regolariz-

zarsi procedendo verso la superficie: le deformazioni dei sedimenti sono riconducibili sia

a fenomeni di costipamento differenziale che in conseguenza dei fenomeni di riattivazio-

ne residuale dei sistemi di fratture (faglie inverse) che si sviluppano lungo le fronti di ac-

cavallamento tettonico (ENEL, 1984).

Fig. 1: stereogramma schematico evidenziante la configurazione morfo-strutturale delle principali strutture sepolte (porzione inferiore dei blocchi) e l’assetto idrogeologico della sovrastante copertura continentale quaternaria, sulla quale è impostata la Pianura Pavese (da Braga-Cerro, 1988).

9Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

Secondo un’altra ipotesi, verificata attraverso indagini sismiche, il disturbo della sequen-

za continentale sarebbe da attribuirsi all’attività di una faglia avente orientamento O-E

e dislocante il letto di tali depositi che determina il ribassamento relativo del blocco set-

tentrionale di diverse centinaia di metri e la conseguente presenza di potenze maggiori

nei depositi fluvio-lacustri (ASS. IRR. EST SESIA, 1984).

3.2 IL SOTTOSUOLO DELLA PIANURA PAVESE-LOMELLINA

I dati relativi ad esplorazioni geologiche del sottosuolo pregresse in possesso, di tipo

geoelettrico (sondaggi elettrici verticali di resistività), indicano la presenza nella pianura

pavese-lomellina, a partire dal piano campagna, di un materasso alluvionale, costituito

da sedimenti sabbiosi, sabbioso-ghiaiosi e limoso-sabbiosi, con sporadiche intercalazioni

limoso-argillose, caratterizzato da valori di resistività maggiori di 100 Ohm.m.

Il secondo orizzonte, contraddistinto da valori di resistività compresi fra 100 e 20

Ohm.m, corrisponde alla sequenza fluvio-lacustre villafranchiana, caratterizzata da lito-

tipi limoso-sabbiosi e argillosi ed il cui spessore risulterebbe massimo nella zona di Vige-

vano (circa 400 metri), a causa della dislocazione operata dalle discontinuità tettoniche

sepolte e della conseguente creazione di una depressione morfo-strutturale compresa

fra due alti; la successione pleistocenica corrisponde alla fase di colmamento del bacino

padano, completata dai successivi cicli alluvionali, in un regime di subsidenza generaliz-

zata.

10Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

Il terzo orizzonte resistivo, individuato da valori inferiori a 8 Ohm.m alla base della suc-

cessione villafranchiana, si correla con il basamento pre-quaternario costituito dalle for-

mazioni di origine marina a comportamento generalmente impermeabile.

La natura litologica del substrato pre-quaternario della zona pavese-lomellina può esse-

re desunta dalla colonna stratigrafica relativa al pozzo Ottobiano 1 (AGIP) ove la pre-

valenza di litotipi arenaceo-marnosi testimonia l’ubicazione della trivellazione al margi-

ne degli alti strutturali precedentemente descritti, ed in particolare evidenzia la progres-

siva emersione a partire dal Tortoniano degli alti strutturali, con graduale migrazione

delle facies deposizionali di ambiente di piattaforma esterna a quelle di ambiente eva-

poritico e lagunare-salmastro.

Fig. 2: isobate, riferite al livello medio del mare, della superficie basale della sequenza conti-nentale, nel sottosuolo della Pianura Lomellina (da ASS. IRR. EST SESIA, 1984).

11Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

Le successioni descritte dal pozzo di Ottobiano giacciono a copertura di un basamento

che nella zona risulterebbe costituito da sedimenti carbonatici di età mesozoica o terzia-

ria inferiore, e genesi sud-alpina.

FONTI BIBLIOGRAFICHE

Associazione Irrigazione Est Sesia – Novara (1984) Le acque sotterranee della pianura irrigua novarese-lomellina (comprensorio dell’Est Sesia) studi e ricerche per la realizzazione di un modello matematico gestio-nale. Braga G., Bellinzona G., Bernardelli L., Casnedi R., Castaldi E., Cerro A., Cotta Ramusino S., Gianotti R., Marchetti G. & Peloso G.F. (1976) – indagine preliminare sulle falde acquifere profonde della porzione di Pianura Padana compresa nelle province di Brescia, Cremona, Milano, Piacenza, Pavia e Alessandria. Quad. IRSA, 28, Roma. Braga G. & Cerro A. (1987-1988) – Le strutture sepolte della pianura pavese e le relative influenze sulle ri-sorse idriche sotterranee

Dondi L. & D’Andrea M.G. (1986) – La Pianura Padana e Veneta dall’Oligocene Superiore al Pleistocene. Giorn. di Geol. Ser. III, 48, Bologna. ENEL/DCO (1984) – Indagini per la localizzazione di una centrale elettronucleare nella Regione Piemonte. Rapporti 84°1 – Trino Vercellese e 84°2 – Alluvioni Cambiò (AL). Roma.

12Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

4. STUDIO GEOLOGICO DEL TERRITORIO COMUNALE

4.1 CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE E GEOPEDOLOGICHE

Il territorio amministrativo di Gambolò presenta una caratterizzazione morfologica defi-

nita principalmente dal livello fondamentale della pianura, entro cui gli unici elementi di

diversificazione sono costituiti dalle fasce fluviali e dalle relative forme di modellamento

attuali e remote.

Da questo inquadramento di massima, per la descrizione di dettaglio, si è proceduto

mediante una suddivisione del livello fondamentale in quattro ambiti principali, definiti

seguendo le caratteristiche morfologiche ed evolutive, con l’ausilio delle suddivisioni ba-

sate su criteri prettamente geopedologici noti nella letteratura specialistica:

UNITA’ 1 rappresentata dalle forme morfologiche positive (dossi);

UNITA’ 2 costituita dal livello fondamentale della pianura, o meglio dalle superfici

di raccordo fra le forme positive e le incisioni fluviali;

UNITA’ 3 comprende le aree depresse del livello fondamentale, a drenaggio lento;

UNITA’ 4 riferita alle fasce fluviali attive ed alle forme del paesaggio ad esse di-

rettamente correlabili.

UNITA’ 1

E’ rappresentata dai dossi isolati che si presentano come forme positive caratterizzate

da uno sviluppo planimetrico tondeggiante o allungato nel senso delle linee di deflusso

superficiali delle acque.

13Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

Storicamente i dossi entro il territorio comunale di Gambolò si presentavano ben definiti

dal punto di vista morfologico, al punto di risultare nettamente elevati rispetto alla pia-

nura circostante e separati da questa da scarpate di erosione, secondo quanto deducibi-

le dai supporti cartografici IGM basati sui rilievi del 1883.

Attualmente i lembi di dossi alluvionali sono riconoscibili solo dall’emergenza di blande

convessità della superficie topografica e dall’analisi pedologica del suolo.

UNITA’ 2

Questa unità di paesaggio comprende aree ampiamente estese nell’ambito comunale, a

morfologia pianeggiante o debolmente ondulata, prevalentemente sfruttate dal punto di

vista agricolo per le coltivazioni risicole ed entro cui le differenziazioni principali sono di

tipo geopedologico.

La cartografia allegata, raggruppa in questa unità più ambiti pedologici noti nella let-

teratura specializzata (ERSAL) basati in parte sulla ricostruzione paleogeografia delle

zone delimitate; dal punto di vista della distribuzione areale essi occupano un ambito

esteso all’intorno del centro abitato e comprendono suoli da profondi a moderatamente

profondi con substrato sabbioso, a granulometria medio-fine e caratterizzati da perme-

abilità da elevata a moderata.

I suoli di queste superfici hanno in genere subito profondi rimaneggiamenti, a seguito del

riporto di terreni derivanti dal livellamento delle aree rilevate (dossi) o per le opere di

costipamento operate per l’impostazione dei piani di coltivazione delle risaie e posseg-

gono pertanto caratteristiche composizionali e granulometriche non sempre direttamente

correlabili agli originari processi di formazione pedologica.

UNITA’ 3

Rilevabile a Ovest del centro abitato e a ridosso del nucleo urbano comunale, compren-

de quelle aree del livello fondamentale della pianura a morfologia pianeggiante o lie-

vemente depressa, caratterizzata dalla presenza di suoli a drenaggio lento o molto len-

14Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

to, a substrato sabbioso, corrispondenti ai più antichi ambiti di divagazione del torrente

Terdoppio.

UNITA’ 4

Comprende tutte quelle forme direttamente o indirettamente collegate ai processi geo-

dinamici fluviali, ed è rappresentato nel territorio in esame dal sistema della valle allu-

vionale del fiume Ticino.

La valle del fiume Ticino costituisce l’elemento morfologico di maggior spicco del com-

prensorio; l’alveo del fiume, ad andamento sinuoso pluricursale (modello braided), pre-

senta un profilo longitudinale dotato di pendenza mediamente costante, più accentuato

rispetto al piano principale della pianura, rispetto al quale si pone in posizione incisa,

determinando una sezione trasversale di tipo scatolare.

Nel contesto più ampio la valle del fiume Ticino evidenzia la successione dei termini se-

dimentologici alluvionali attraverso la presenza di superfici terrazzate di estensione va-

riabile, delimitate dagli orli delle superfici di erosione (terrazzi).

Entro la suddivisione fondamentale delle alluvioni oloceniche attuali e medie o antiche, si

rileva un esteso sistema di superfici, in parte raccordabili altimetricamente fra le sponde

opposte e che delimitano gli ambiti legati alla genesi sedimentologica ed alle potenzia-

lità dinamiche di carattere idrogeologico.

All’interno delle piane alluvionali, le estese coltivazioni a risaia hanno prodotto lo smus-

samento e la rettifica delle superfici di erosione sovente mediante l’asporto di materiale,

motivo per cui gli attuali ripiani corrispondono solo in parte con le originarie superfici

generate dai processi dinamici fluviali.

Le superfici morfologiche fluviali oloceniche si collegano al livello fondamentale della

pianura attraverso una fascia subpianeggiante di sviluppo longitudinale parallelo

all’alveo del torrente e lievemente depressa rispetto al primo, ma chiaramente ricondu-

cibile alle antiche linee di divagazione del corso d’acqua.

A fianco della presenza di una configurazione morfologica fluviale principale, si rileva

infine la presenza del reticolato idrografico minore, caratterizzato da alvei ristretti e

sponde poco svasate o subverticali, che non esplica alcuna parte attiva nell’evoluzione

15Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

morfologica del territorio, essendo tali corsi d’acqua quasi completamente regimati, ma

che comunque ne costituisce una parte significativa dal punto di vista ambientale.

Nel complesso i suoli geneticamente connessi ai processi di geomorfologia fluviale sono a

tessitura grossolana con abbondante frazione ghiaiosa.

4.2 CARATTERIZZAZIONE GEOLOGICO-TECNICA

I suoli ed il sottosuolo del territorio comunale di Gambolò non offrono molte differenzia-

zioni sia per quanto riguarda la composizione litologica che per quanto concerne le pre-

rogative geotecniche dei terreni; si tratta infatti di sedimenti in prevalenza incoerenti,

dove le più marcate difformità sono costituite dalle locali prevalenze delle frazioni fine

o grossolana, con spessori modesti ed in discontinuità areale, entro i sedimenti a preva-

lente componente sabbiosa e sabbioso-ghiaiosa.

Leggermente diversificata è invece la situazione dal punto di vista agronomico ed idro-

geologico con riferimento all’utilizzo dei suoli per uso agricolo ed alla vulnerabilità degli

stessi nei confronti dei percolati inquinanti.

La presenza di orizzonti limoso-argillosi discontinui nei primi livelli del sottosuolo su tutto

il territorio, conferma la necessità di attuare in fase preliminare ad ogni intervento edifi-

catorio una campagna di indagine geognostica, volta ad individuare non solo le prero-

gative geotecniche dei terreni di fondazione, ma ad accertare la presenza di eventuali

disomogeneità composizionali del piano di appoggio, al fine di valutare le possibili inte-

razioni struttura-terreno (calcolo dei cedimenti differenziali e del modulo di reazione

verticale).

16Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

4.3 CARATTERIZZAZIONE IDROGEOLOGICA DEL SOTTOSUOLO

Dalle ultime osservazioni e studi svolti sull’argomento (Geologia degli acquiferi padani

della Regione Lombardia, 2002), si definisce unità idrostratigrafica un corpo geologico

di notevole estensione areale che costituisce un corpo geologico complesso, formato da

gruppi di strati con geometrie e caratteri petrofisici variabili ma caratterizzati da una

genesi sedimentologica comune.

L’individuazione delle Unità Idrostratigrafiche (UIS), consente di studiare l’idrodinamica

sotterranea locale considerando ciascuna Unità idraulicamente isolata dalle altre.

Da queste definizioni sono state riconosciute quattro UIS fondamentali, denominate

Gruppo Acquifero A, B, C, databili al Pleistocene sup. e medio, e D (Pleistocene inf. o

Villafranchiano) e suddivise sulla base del volume complessivo degli acquiferi utili in cia-

scuna Unità e sullo spessore, continuità ed estensione areale del livello acquitardo o im-

permeabile posto alla base di ciascuna di esse.

Dalle sezioni litostratigrafiche in possesso relative alla zona della Lomellina, si nota come

le prime due UIS (Gruppi Acquiferi A e B) si collochino entro i depositi continentali carat-

terizzati da una permeabilità media molto elevata; entro queste, l’alternanza di sedi-

menti sabbioso-ghiaiosi e delle intercalazioni argillose determinano il cosiddetto sistema

acquifero delimitato superiormente ed inferiormente dagli acquitardi.

L’analisi delle stratigrafie a disposizione mostrano i possibili rapporti geometrici che in-

tercorrono fra le diverse UIS; in particolare, verificando la stratigrafia del pozzo Cila-

vegna e quelle della sezione tracciata attraverso i pozzi degli acquedotti di Parona,

Olevano, S. Giorgio Lomellina e Ottobiano e quindi con orientazione NO-SE, si rileva

quanto segue:

lo spessore dei depositi continentali, intendendo i depositi a prevalenza sabbio-

so-ghiaiosa, è maggiore nel pozzo Cilavegna, per effetto della probabile dislo-

cazione relativa degli alti strutturali precedentemente descritta;

entro la successione del pozzo Cilavegna si rilevano le UIS A, B, e C;

17Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

nella sezione litostratigrafica che congiunge il pozzo di Parona e quello di Otto-

biano sono ben distinte le UIS A e B, divise da un livello argilloso non particolar-

mente potente; lo spessore delle Unità Idrostratigrafiche A e B è dell’ordine di

circa 50 m dal p.c.

Il tetto del gruppo acquifero C lungo la sezione è rilevabile nei pozzi di Parona,

Ottobiano e S.Giorgio a profondità di circa 100 m dal p.c. ed è definito dalla

preponderanza di sedimenti argillosi di colore grigio, che inducono a ritenere

trattarsi di depositi misti, transizionali e marini, attribuibili secondo le vecchie de-

finizioni al pleistocene medio (Villafranchiano).

4.4 CARATTERISTICHE DEGLI ACQUIFERI

La falda superiore, a carattere freatico, grazie al grado di permeabilità dei sedimenti

superficiali che consente la ricarica diretta, presenta un livello mediamente molto prossi-

mo alla superficie del piano campagna, con massime oscillazioni positive nel periodo di

sommersione delle colture risicole.

Pertanto, pur nei limiti delle condizioni idrogeologiche generali che vedono la falda fre-

atica seguire due direzioni di deflusso da NNO verso SSE (asse di drenaggio del Po) e

da O a E (asse di drenaggio del Ticino) è fondamentale l’apporto fornito all’ alimenta-

zione della stessa dai corsi d’acqua superficiali, in condizioni naturali o regimate.

Le prerogative tessiturali dei sedimenti che ospitano l’acquifero superficiale evidenziano

elevati valori di permeabilità (k = 10-3 / 10-4 cm/sec) e trasmissività (1,3 m2/sec T

4,9 m2/sec); ne consegue un elevato potenziale di ricarica diretta dalla superficie topo-

grafica incrementato dai cicli meteorici stagionali.

I gruppi acquiferi B e C sono isolati dal gruppo A da una serie di livelli argillosi disconti-

nui arealmente che conferiscono alle falde un debole carattere di artesianità.

18Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

Il campo di moto dei corpi idrici più profondi segue orientazioni diverse, accentuate dal-

le discontinuità strutturali presenti alla base della successione villafranchiana e tali osta-

coli di natura morfo-strutturale inducono a ritenere che le acque presenti in detti acquife-

ri siano caratterizzate da tempi di rinnovamento estremamente lunghi: il rallentamento

del deflusso delle acque profonde, a regime artesiano o semi-artesiano è confermato

dall’elevato tasso di mineralizzazione, con alti tenori in Ferro, Manganese ed Ammonia-

ca che talora oltrepassano le soglie di potabilità previste dalla normativa vigente, origi-

nati dal contatto delle acque con depositi torbosi frequenti nella sequenza fluvio-

lacustre.

4.5 PROPRIETA’ DINAMICHE DEGLI ACQUIFERI

Il gruppo acquifero superiore (A) è fortemente vulnerabile dal percolato superficiale, a

causa dello scarso grado di protezione offerto dai suoli e dal primo sottosuolo, definiti

da un grado di permeabilità medio o elevato derivante dalla composizione tessiturale.

Il gruppo acquifero B presenta un discreto grado di protezione costituito dalla presenza

a tetto di un livello impermeabile argilloso la cui estensione areale non è certa, ma che

dalle stratigrafie a disposizione pare avere una certa continuità nel settore geografico

della Lomellina centrale.

Non si conoscono le potenzialità del gruppo acquifero C ma è presumibile, dalle strati-

grafie a disposizione, che esso abbia un più spiccato carattere di artesianità ed un mag-

giore grado di protezione.

5. INDIVIDUAZIONE DELLE CONDIZIONI DI PERICOLOSITA’

Il territorio comunale di Gambolò presenta due caratteristiche fisiografiche salienti, costi-

tuite dal livello fondamentale della pianura e dalla valle del Ticino.

19Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

Non esistendo all’interno del territorio amministrativo insediamenti industriali o impianti

produttivi di particolare rilevanza ambientale, le principali fonti di pericolo sono costitui-

te dall’incidenza delle attività agricole in relazione al grado di protezione dei suoli e

dagli eventi evolutivi fluviali.

Ne consegue che le interazioni fra gli insediamenti umani e le peculiarità morfologiche

del territorio sono condizionati dai seguenti fattori:

grado di protezione degli acquiferi ad uso idropotabile;

posizione della superficie freatica.

GRADO DI PROTEZIONE DEGLI ACQUIFERI AD USO IDROPOTABILE

Il suolo del comprensorio lomellino è caratterizzato da indici di permeabilità medi o ele-

vati, per effetto della composizione granulometrica e tessiturale: ne consegue un elevato

grado di vulnerabilità nei confronti del percolato inquinante proveniente dalla superfi-

cie, nel caso specifico costituito dagli spandimenti per le pratiche agricole.

Con riferimento alle risorse idriche sfruttate ad uso potabile, si rileva che il pozzo comu-

nale attinge da un livello acquifero profondo; tuttavia il grado di protezione di

quest’ultimo è dubbio, a causa della probabile discontinuità areale degli strati argillosi

impermeabili interposti fra la superficie ed il medesimo.

Pur in considerazione della relativa posizione dell’impianto di captazione nei confronti

delle zone di ricarica degli acquiferi profondi e del relativo senso di moto della falda, è

attualmente proponibile, in attesa di accertamenti più approfonditi di carattere idrogeo-

logico, l’attribuzione delle fasce di rispetto come fissate dai D.Lgs 152/99 e 258/00,

assimilando le relative estensioni areali ad altrettanti ambiti di rischio potenziale.

POSIZIONE DELLA SUPERFICIE FREATICA

Il livello freatico della falda nel comprensorio comunale di Gambolò e della Lomellina in

generale si mantiene molto prossimo alla superficie del piano campagna.

20Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

Le necessità di irrigazione delle colture risicole e la relativa esistenza di un fitto reticolo

idrografico secondario costituito da fossi e scoli ha creato delle locali condizioni di rista-

gno delle acque, in modo particolare in quelle zone dove da più tempo persiste tale ti-

pologia di coltura agricola.

Ne consegue un elevato grado di saturazione dei sedimenti superficiali (suolo e primo

sottosuolo) unitamente alla posizione della superficie freatica entro i primi cinque metri

di profondità.

6. CARATTERIZZAZIONE SISMICA DEL TERRITORIO COMUNALE

6.1 INDAGINE GEOFISICA

I giorni 10 e 13 ottobre 2006 è stata effettuata una indagine geofisica al fine di fornire

indicazioni sul comportamento del sottosuolo nell’ipotesi di un evento sismico.

L’indagine è stata condotta al fine di fornire la risposta sismica locale (RSL) in differenti

zone del territorio comunale. Per lo scopo sono state eseguite specifiche indagini di det-

taglio mediante la realizzazione di tre basi sismiche, attrezzate alternativamente con

geofoni con registrazione verticale per la ricezione di onde P (onde di compressione) e

geofoni con registrazione orizzontale per la ricezione delle onde S (onde di taglio).

Tale indagine è stata eseguita sul territorio Comunale di Gambolò in tre aree (località

Remondò-LINEA 1, Molino d’Isella-LINEA 3 e nei pressi del capoluogo-LINEA 2) conside-

rate esemplificative delle condizioni litostratigrafiche presenti nel territorio, ossia il livello

fondamentale della pianura ed il piano delle alluvioni oloceniche del fiume Ticino.

Attrezzatura utilizzata

L’attrezzatura utilizzata in campagna è costituita da un sismografo a 24 canali, cavi con

interdistanza geofonica di 4 metri, 24 geofoni (verticali) per la registrazione delle onde

21Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

P e 24 (orizzontali) per la registrazione delle onde S, cannoncino e mazza per

l’energizzazione.

L’energizzazione del terreno avviene mediante mini-bang calibro 8 (industriale) per la

generazione delle onde P e mediante mazza, con battuta orizzontale, per la generazio-

ne delle onde S.

Nel primo caso sono stati eseguiti 5 punti di energizzazione, al fine di ottenere una com-

pleta copertura dei segnali e la conferma, con i due più esterni di aver intercettato il

“substrato” (in termini di risposta sismica).

Nel secondo caso sono stati eseguiti solo tre punti di energizzazione.

6.2 INTERPRETAZIONE QUALITATIVA DELLE INDAGINI GEOFISICHE

E' necessario sottolineare che l'interpretazione delle indagini geofisiche viene fatta nel-

l'ipotesi che gli strati del sottosuolo siano omogenei, orizzontali e con superfici di sepa-

razione piano parallele.

Nell'area indagata le condizioni sopra riportate sono quasi del tutto rispettate. Si ram-

menta in ogni caso che la valutazione delle velocità e degli spessori dei singoli strati vie-

ne effettuata con un margine di incertezza, insita proprio nei metodi geofisici, che si ag-

gira attorno al 10-15 %.

Metodologia operativa

L’indagine geofisica a rifrazione si è articolata in uno stendimento di lunghezza pari a

96 metri (comprensiva degli spari esterni in andata e ritorno), con distanza intergeofoni-

ca di 4 metri. Le linee sismiche sono state realizzate in corrispondenza dell’area indicata,

ove al momento dell’indagine si presentavano come campo inerbito (Linea 1 e 3) e nel

caso invece della Linea 2, essendoci la presenza di campi arati e anche saturi, si è opta-

to per la realizzazione della base sismica in corrispondenza di una carrareccia in terre-

no naturale.

22Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

In tutte e tre le linee vi era sufficiente spazio a coprire la lunghezza sopra indicata per

poter raggiungere la profondità interessata.

L’energizzazione del terreno (sorgente di energia), per la lettura dei tempi di arrivo del-

le onde P, è stata ottenuta impiegando un apposito cannoncino, che provoca uno scoppio

nel sottostante terreno mediante l’utilizzo di particolari cartucce (calibro 8) di tipo indu-

striale. I punti di energizzazione, per ciascuna linea, sono stati cinque, due esterni (posti

rispettivamente a 2 m dal primo geofono e dal ventiquattresimo) e tre interni (tra i geo-

foni 6-7, 12-13 e 18-19).

Su ogni singolo punto sono state eseguite più ripetizioni dell’energizzazione per garanti-

re l’apprezzabilità dei segnali raccolti dal sistema di acquisizione dati.

Per la lettura dei tempi di arrivo delle onde S, quale fonte è stata utilizzata una piastra

metallica, solidale al terreno e posta verticalmente all’interno di una buca opportuna-

mente preparata, battuta da una mazza di massa pari a 10 kg.

I punti di energizzazione sono stati 3, sempre per ciascuna linea, di cui 2 esterni (a 2 m

dal geofono 1 e 24) ed uno centrale (tra i geofoni 12-13).

Interpretazione dei dati

L’elaborazione dei dati di campagna ha consentito la stesura di alcuni elaborati grafici,

(Dromocrone delle onde P ed S - grafico tempi di arrivo-distanze) e di una sezione si-

smica interpretativa .

L’esame delle dromocrone, riportate nella suddetta tavola, ha permesso di individuare

due superfici principali di discontinuità tramite l’analisi delle distanze critiche e della va-

riazione di velocità di propagazione delle onde sismiche nei vari mezzi attraversati.

L’analisi delle dromocrone delle velocità delle onde S, nelle linee 2 e 3 confermano tale

valutazione, anche se le variazioni nei valori di velocità delle onde di taglio sono mini-

me.

I dati ottenuti dall’analisi delle velocità di propagazione delle onde sismiche e delle “di-

stanze critiche” ha permesso di definire che il sottosuolo dell’area di indagine è piuttosto

omogeneo e la suddivisione in due orizzonti principali (secondo l’analisi delle dromocro-

23Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

ne delle onde P), con valori decisamente differenti potrebbe essere dettata dalla pre-

senza di terreni saturi.

Tale variazione piuttosto netta non compare in modo così significativo a seguito

dell’analisi delle dromocrone delle onde S in quanto le velocità delle onde S sono carat-

teristiche delle vibrazioni trasmesse prevalentemente dal solo scheletro solido e perciò

rappresentative delle proprietà meccaniche del terreno.

Ne consegue che in casi simili a quelli oggetto della presente indagine, ove è presente

la falda le uniche onde in grado di informazioni precise sulla rigidezza del terreno sono

quelle di taglio (S).

6.3 RICOSTRUZIONE DEL SOTTOSUOLO MEDIANTE LE ONDE P ED S

Linea 1

Si tratta di terreni piuttosto omogenei con valori di velocità delle onde S che variano da

209 a 220 m/sec. Mentre l’analisi delle onde di volume (P) evidenziano un cambiamento

nell’intervallo compreso tra 2,8 e 3,9 m rispetto l’attuale piano campagna.

Tale unità presenta valori di velocità delle onde P comprese tra 333 m/sec e 489

m/sec, nella porzione superficiale, e velocità comprese tra 1.400 m/sec e 1700 m/sec

indice di materiali granulari saturi.

Linea 2

Unità compresa tra 0,0 m e 2,2/3,2 m

Questo primo orizzonte, più superficiale, assume velocità delle onde P che variano da

347 m/sec a 625 m/sec e velocità delle onde S da 113 m/sec a 170 m/sec.

24Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

Unità compresa tra 2,2/3,2 m e 25/30 m

Questo orizzonte che si presenta pressoché costante sino alla profondità massima inda-

gata presenta velocità delle onde P decisamente più alta e comprese tra 1.460 m/sec e

1.617 m/sec. I valori di velocità delle onde di taglio (S) non evidenziano invece una va-

riazione litologica significativa. E’ pertanto plausibile supporre che questo secondo oriz-

zonte possa essere saturo.

Linea 3

Unità compresa tra 0,0 m e 2,4/3,6 m

Questo primo orizzonte, più superficiale, presenta velocità delle onde P che variano da

437 m/sec a 667 m/sec e velocità delle onde S da 160 m/sec a 217 m/sec.

Unità compresa tra 2,4/3,6 m e 25/30 m

Questo orizzonte che si presenta pressoché costante sino alla profondità massima inda-

gata presenta velocità delle onde P più alte e comprese tra 1.800 m/sec e 1.980

m/sec. I valori di velocità delle onde di taglio (S) evidenziano anch’essi una variazione

litologica, infatti i valori variano da 307 m/sec a 336 m/sec. E’ pertanto plausibile sup-

porre che questo secondo orizzonte oltre ad essere saturo possa essere caratterizzato

da materiale più compatto o a scheletro più grossolano rispetto a quello superficiale.

6.4 APPLICAZIONE NUOVE NORME TECNICHE

Con l’introduzione dell’O.P.C.M. n. 3274 del 20 Marzo 2003 e succ. modif. sono stati ri-

visti i criteri per l’individuazione delle zone sismiche. Inoltre sono state definite le norme

tecniche per la progettazione di nuovi edifici, di nuovi ponti, per le opere di fondazione,

per le strutture di sostegno, ecc.

25Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

La suddetta ordinanza riporta, sino alla deliberazione delle regioni, le nuove classifica-

zioni sismiche individuate sulla base del documento “Proposta di riclassificazione sismica

del territorio nazionale”. In particolare, l’intero territorio è stato suddiviso in quattro livel-

li: da 1, più pericoloso, a 4 meno sensibile.

Nello specifico il territorio comunale di Gambolò ricade, per quanto indicato in Allegato

A “Classificazione sismica dei comuni italiani” della sopra citata Ordinanza in zona 4.

Per quanto riguarda le normative precedenti si ha:

Codice ISTAT 2001 03018068

Categoria secondo la classificazione precedente (Decreti sino al 1998) N.C.

Categoria secondo la proposta del G.d.L. del 1998 N.C.

Zona ai sensi dell’O.P.C.M. 2003 4

L’Ordinanza precisa che “Ciascuna zona sarà individuata secondo valori di accelerazio-

ne di picco orizzontale del suolo (ag), con probabilità di superamento del 10% in 50 an-

ni, secondo lo schema riportato nella Tabella che segue.

Zona

Accelerazione orizzontale con proba-

bilità di superamento pari al 10%

in 50 anni

[ag/g]

Accelerazione orizzontale di ancoraggio

dello spettro di risposta elastico

(Norme Tecniche)

[ag/g]

1 > 0,25 0,35

2 0,15 - 0,25 0,25

3 0,05 – 0,15 0,15

4 < 0,05 0,05

I suoli di fondazione sono suddivisi in cinque classi (A, B, C, D, E) più due speciali (S1 e

S2), in base alle loro caratteristiche stratigrafiche ed alla velocità media delle onde si-

smiche di taglio (trasversali) entro 30 metri di profondità, ovvero alle Vs30:

Vi

hiVs

3030

26Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

hi = Spessore in metri dello strato i-esimo

Vi = Velocità dell'onda di taglio i-esima

N = Numero di strati

I terreni indagati nelle tre zone del territorio comunale presentano una velocità delle

Vs30 così come indicata nella tabella che segue:

Valore delle Vs30

(m/sec)

Linea 1 215

Linea 2 202

Linea 3 300

Secondo lo schema presente nell’Ordinanza si tratta in tutte e tre le aree di un suolo ap-

partenente alla classe C (“Depositi di sabbie e ghiaie mediamente addensate, o di argille

di media consistenza con spessori variabili da diverse decine fino a centinaia di metri, carat-

terizzati da valori di Vs30 compresi tra 180 m/sec a 360 m/sec”).

Con DGR 8/1566 del 22-12-2005 la Regione Lombardia ha imposto l’obbligo a tutti i

Comuni di verificare la pericolosità sismica del proprio territorio, fornendo una linea

guida (allegato 5) per la stesura di tale studio.

Il primo passo consiste nell’individuazione delle aree passibili di amplificazione sismica,

basandosi su diversi scenari, proposti nella seguente tabella:

27Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

Ed in seguito, valutati gli scenari di pericolosità sismica locale, si verifica la classe di pe-

ricolosità ed il relativo livello di approfondimento (Tabella 2)

Tabella 2

28Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

Per riassumere si riporta lo schema di approfondimento e le fasi di applicazione in zona

sismica 4.

Livelli di approfondimento e fasi di applicazione

1^ LIVELLO

In base alle conoscenze in possesso dello scrivente e ad una approfondita analisi della

geologia e geomorfologia del territorio del Comune di Gambolò risulta che si è in pre-

senza degli scenari Z3a e Z4a

Tali scenari sono riportati nella CARTA DI CARATTERIZZAZIONE SISMICA.

2^ LIVELLO

Per i Comuni ricadenti in zona sismica 4 tale livello non è obbligatorio e va applicato so-

lo nelle aree Z3 e Z4 nel caso di costruzioni strategiche e rilevanti ai sensi della DGR

14964/2003.

Elenco degli edifici e delle opere di competenza regionale (art. 2 comma 3 O.P.C.M. n.

3274).

(…”edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante

gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile - edifici

e opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di

un eventuale collasso”…).

Premesse.

Il seguente elenco fa espressamente riferimento al documento illustrato durante la riunio-

ne tecnica preliminare tenutasi a Roma il 15 luglio 2003 presso il Dipartimento di Prote-

zione Civile cui hanno partecipato i rappresentanti delle Regioni.

29Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

Un primo elenco delle opre di competenza statale era stato inviato dal Dipartimento

della Protezione Civile al Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e

delle Province autonome con nota del 4 luglio 2003 prot. n.DPS/SSN/0028552.

Un secondo elenco delle opere di competenza statale è stato diffuso dal Dipartimento

delle Protezione Civile con nota del 2 ottobre 2003 n. DPC/VC/8842686. Tale elenco,

pur con qualche precisazione, non differisce di molto da quello precedentemente predi-

sposto.

1. EDIFICI ED OPERE STRATEGICHE

Categorie di edifici e di opere infrastrutturali di interesse strategico di competenza regionale, la

cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezio-

ne civile.

EDIFICI

a) Edifici destinati a sedi dell’Amministrazione regionale (*)

b) Edifici destinati a sedi dell’Amministrazione provinciale (*)

c) Edifici destinati a sedi di Amministrazioni comunali (*)

d) Edifici destinati a sedi di Comunità Montane (*)

e) Strutture non di competenza statale individuate come sedi di sale operative per la gestione

delle emergenze (COM, COC, ecc)

f) Centri funzionali di protezione civile

g) Edifici ed opere individuate nei piano di emergenza o in altre disposizioni per la gestione

dell’emergenza

h) Ospedali e strutture sanitarie, anche accreditate, dotati di Pronto Soccorso o di dipartimenti

di emergenza, urgenza e accettazione

i) Sedi Aziende Unità Sanitarie Locali (**)

j) Centrali operative 118

30Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

2. EDIFICI ED OPERE RILEVANTI

Categorie di edifici e di opere infrastrutturali di competenza regionale che possono assumere

rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso.

EDIFICI

a) Asili nido e scuole, dalle materne alle superiori

b) Strutture ricreative, sportive e culturali, locali di spettacolo e di intrattenimento in genere

c) Edifici aperti al culto non rientranti tra quelli di cui all’allegato 1, elenco B, punto 1.3 del de-

creto del Capo del Dipartimento di Protezione Civile, n.3685 del 21 ottobre 2003

d) Strutture sanitarie e/o socio-assistenziali con ospiti non autosufficienti (ospizi, orfanotrofi,

ecc.)

e) Edifici e strutture aperti al pubblico destinate alla erogazione di servizi, adibiti al commercio

(***) suscettibili di grande affollamento

(*) Prioritariamente gli edifici ospitanti funzioni/attività connesse con la gestione dell’emergenza

(**) Limitatamente gli edifici ospitanti funzioni/attività connesse con la gestione dell’emergenza

(***) Il centro commerciale viene definito (d.leg. n. 114/1998) quale una media o una grande

struttura di vendita nella quale più esercizi commerciali sono inseriti in una struttura a destina-

zione specifica e usufruiscono di infrastrutture comuni e spazi di servizio gestiti untariamente. In

merito a questa destinazione specifica si precisa comunque che i centri commerciali possono

comprendere anche pubblici esercizi e attività paracommerciali (quali servizi bancari, servizi alle

persone, ecc.)

OPERE INFRASTRUTTURALI

a) Punti sensibili (ponti, gallerie, tratti stradali, tratti ferroviari) situati lungo strade «strategiche»

provinciali e comunali non comprese tra la «grande viabilità» di cui al citato documento del Di-

partimento della Protezione Civile nonché quelle considerate «strategiche» nei piani di emer-

genza provinciali e comunali

b) Stazioni di linee ferroviarie a carattere regionale (FNM, metropolitane)

c) Porti, aeroporti ed eliporti non di competenza statale individuati nei piani di emergenza o in

altre disposizioni per la gestione dell’emergenza

d) Strutture non di competenza statale connesse con la produzione, trasporto e distribuzione di

energia elettrica

31Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

e) Strutture non di competenza statale connesse con la produzione, trasporto e distribuzione di

materiali combustibili (oleodotto, gasdotti, ecc.)

f) Strutture connesse con il funzionamento di acquedotti locali

g) Strutture non di competenza statale connesse coni servizi di comunicazione (radio, telefonia

fissa e portatile, televisione)

h) Strutture a carattere industriale, non di competenza statale, di produzione e stoccaggio di

prodotto insalubri e/o pericolosi

i) Opere di ritenuta di competenza regionale

3^ LIVELLO

Tale livello di approfondimento è da applicarsi in fase progettuale solo per edifici stra-

tegici e rilevanti, o costruzioni il cui uso prevede affollamenti significativi, industrie con

attività pericolose per l’ambiente, reti viarie e ferroviarie la cui interruzione provochi si-

tuazioni di emergenza e costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, so-

ciali essenziali.

I risultati delle analisi di 3° livello saranno utilizzati in fase di progettazione al fine di

ottimizzare l’opera e gli eventuali interventi di mitigazione della pericolosità.

Il terzo livello di analisi può essere sostituito dall’utilizzo dei parametri di progetto previ-

sti dalla normativa nazionale per la zona sismica superiore (ZONA SISMICA 3 nel caso

del Comune di Gambolò).

32Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

7. ZONAZIONE AI FINI EDIFICATORI

7.1 CRITERI DI FATTIBILITA’ GEOLOGICA PER LE AZIONI DI PIANO

La suddivisione del territorio comunale ai fini edificatori è stata attuata seguendo un cri-

terio di valutazione areale delle condizioni geomorfologiche, idrogeologiche ed ambien-

tali riscontrate, avvalendosi dei dati litostratigrafici e geotecnici a disposizione; la zona-

zione così effettuata, è da ritenersi mediata fra le condizioni di fattibilità puramente

geotecnica (caratteristiche geomeccaniche dei terreni di fondazione) e quelle idrogeolo-

giche ed ambientali puntuali e dell’intorno considerato.

La delimitazione delle aree di fattibilità geologica, in accordo con le direttive della L.R.

12/2005, è coordinata con la zonazione effettuata sulla carta di sintesi.

Con riferimento alla cartografia allegata, si riporta di seguito la suddivisione per classi

di edificabilità riferita all’intero comprensorio comunale:

CLASSE 2

Aree agricole o incolte limitrofe o interne agli insediamenti principali, corrispondenti al

livello fondamentale della pianura dove si rende necessario realizzare approfondimenti

di carattere geotecnico e idrogeologico limitati al singolo progetto e all’immediato in-

torno, al fine di verificare le eventuali disomogeneità areali dei terreni di fondazione

dei nuovi fabbricati e di identificare le corrette tipologie fondazionali adottabili in rela-

zione all’entità dell’intervento, predisponendo quando necessario eventuali opere di bo-

nifica e sistemazione che non dovranno incidere negativamente sulle aree limitrofe.

CLASSE 3

Aree agricole o incolte, nelle quali sono state riscontrate consistenti limitazioni alla modi-

fica delle destinazioni d’uso dei terreni principalmente riconducibili all’assetto idrogeo-

logico degli stessi e corrispondenti ai seguenti ambiti:

33Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

Aree alluvionali oloceniche, caratterizzate da bassa soggiacenza della falda;

aree di pregio ambientale, riferite alla zonazione del PTCP;

fascia di rispetto dei pozzi ad uso potabile comunale (200 m ai sensi dei D.Lgs.

152/99 e 258/00);

L’utilizzo di queste zone sarà pertanto subordinato alla realizzazione di supplementi di

indagine preliminari per acquisire una maggiore conoscenza geologico-tecnica dell’area

di intervento e del suo intorno, mediante indagini geognostiche, prove in situ e di labora-

torio, supportate da studi tematici specifici, in particolare idrogeologici, idraulici, am-

bientali e pedologici, per valutare la compatibilità delle nuove opere con l’assetto esi-

stente, in modo da non modificare o interferire, se non a scopo migliorativo o integrativo

con l’equilibrio idrogeologico e ambientale esistente.

Entro i limiti della classe 3 andrebbero inclusi solo gli interventi edificatori integrati con il

paesaggio circostante, comprese le opere di riqualificazione ambientale volte alla frui-

zione degli spazi da parte della comunità, oppure i fabbricati rurali necessari allo svi-

luppo delle attività agricole, purchè definiti da una qualità architettonica consona

all’assetto paesaggistico del territorio, evitando tipologie che creino situazioni di impatto

visivo sgradevoli o implichino la posa di infrastrutture e servizi voluminosi (tralicci, strade)

o che interferiscano con la situazione idrogeologica attuale (immissione di scarichi entro i

corsi d’acqua o nel sistema di recapito ad essi collegati).

Fra le attività possibili non si esclude la creazione di ambiti estrattivi, purchè il progetto

preveda un recupero ambientale degli stessi mirato alla creazione di quegli ambienti

acquatici e palustri rinverditi che richiamino il paesaggio fluviale originario e costituisca-

no al tempo stesso un’area di svago e ricreazione.

La realizzazione di strade dovrà essere accompagnata da un progetto che evidenzi la

compatibilità geotecnica e idrogeologica dell’intervento ed illustri le prospettive di im-

patto ambientale e le opere preposte alla mitigazione delle potenziali fonti di inquina-

mento, visivo ed acustico.

Entro la classe 3 sono state incluse le aree comprese fra la fascia A e B del PAI.

34Comune di Gambolò P.G.T. – Relazione geologica

CLASSE 4

Aree ove dovrà essere esclusa qualsiasi nuova opera di edificazione.

Entro questi ambiti potranno essere realizzati interventi volti al consolidamento ed alla

sistemazione idrogeologica dei siti, mentre per gli edifici esistenti saranno consentiti gli

interventi così come definiti dall’art. 27 comma 1 lettere a),b),c) della L.R.12/05.

L’eventuale realizzazione di opere pubbliche e di interesse pubblico non altrimenti loca-

lizzabili dovrà essere valutata puntualmente dall’autorità Comunale in funzione del gra-

do di rischio, previa presentazione di studio geologico e geotecnico che dimostri la com-

patibilità degli interventi previsti con la situazione di grave rischio idrogeologico.

Alla classe 4 sono ascritti la fascia di tutela assoluta dei pozzi ad uso potabile comunale

le fasce di vincolo idrogeologico di 10 m dalle sponde dei corsi d’acqua, ai sensi del

R.D.523/1904.

Voghera, ottobre 2010

Dott. Geol. Luca Giorgi

Iscr. Ordine Geologi della Lombardia n° 814