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COMPONENTI Acerola (Malpighia glabra) frutto fitocomplesso omeostatico® e Rosa canina bacche estratto secco Entrambe apportano quantitativi significativi di vitamina C. Le funzioni della vitamina C sono molteplici e tutte di fondamentale importanza per la nostra salute, così come è fondamentale la sua assunzione con la dieta in quanto l'uomo non è in grado di sintetizzarla. La vitamina C interviene nella formazione del tessuto connettivo, essenziale per il benessere di pelle, ossa e legamenti. Contribuisce alla neosintesi dei globuli rossi, rafforza le resistenze dell'organismo specie verso le malattie da raffeddamento e verso gli allergeni, protegge dall'ossidazione altre importanti vitamine (vit. A, vit. E) ed interviene in numerosi processi metabolici. Carenze vitaminiche sono frequentemente riscontrabili in quanto lo stress, il fumo, la pillola anticoncezionale, la febbre, gli antibiotici e l'aspirina sono fra i principali responsabili della ridotta capacità del nostro organismo di assorbire la vitamina C. La Vitamina C svolge infatti un ruolo di grande rilevanza nell’ambito dell’approccio naturale per il miglioramento del sistema immunitario. Tale sostanza, oltre a possedere caratteristiche antivirali e antibatteriche, svolge il proprio effetto principale mediante il rafforzamento della resistenza dell’ospite. Essa esercita infatti numerosi effetti stimolanti, che includono il miglioramento della risposta linfloploriferativa ai mitogeni a all’attività linfotrofica, l’innalzamento dei livelli di interferone e dell’immunoglobulina, una maggiore risposta anticorpale, la secrezione di ormoni timici e l’integrità delle sostanze fondamentali. La vitamina C esercita infine effetti biochimici diretti simili a quelli dell’interferone. Diversi studi clinici asseriscono l’utilità della vitamina C per il trattamento di condizioni infettive. Oltre all’efficacia testata per la riduzione della frequenza, della durata e della gravità dei sintomi del comune raffreddore, la vitamina C si è dimostrata utile anche per le altre condizioni infettive, durante le quali i livelli di acido ascorbico si esauriscono rapidamente a causa dello stress causato dall’infezione.

COMPONENTI Acerola (Malpighia glabra) frutto fitocomplesso ... · La droga è costituita dalle radici. I princìpi attivi contenuti sono i derivati dell’acido caffeico (acido cicorico,

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COMPONENTI Acerola (Malpighia glabra) frutto fitocomplesso omeostatico® e Rosa canina bacche estratto secco

Entrambe apportano quantitativi significativi di vitamina C.

Le funzioni della vitamina C sono molteplici e tutte di fondamentale importanza per la nostra salute, così

come è fondamentale la sua assunzione con la dieta in quanto l'uomo non è in grado di sintetizzarla. La

vitamina C interviene nella formazione del tessuto connettivo, essenziale per il benessere di pelle, ossa e

legamenti. Contribuisce alla neosintesi dei globuli rossi, rafforza le resistenze dell'organismo specie verso le

malattie da raffeddamento e verso gli allergeni, protegge dall'ossidazione altre importanti vitamine (vit. A, vit.

E) ed interviene in numerosi processi metabolici. Carenze vitaminiche sono frequentemente riscontrabili in

quanto lo stress, il fumo, la pillola anticoncezionale, la febbre, gli antibiotici e l'aspirina sono fra i principali

responsabili della ridotta capacità del nostro organismo di assorbire la vitamina C.

La Vitamina C svolge infatti un ruolo di grande rilevanza nell’ambito dell’approccio naturale per il

miglioramento del sistema immunitario. Tale sostanza, oltre a possedere caratteristiche antivirali e

antibatteriche, svolge il proprio effetto principale mediante il rafforzamento della resistenza dell’ospite. Essa

esercita infatti numerosi effetti stimolanti, che includono il miglioramento della risposta linfloploriferativa ai

mitogeni a all’attività linfotrofica, l’innalzamento dei livelli di interferone e dell’immunoglobulina, una maggiore

risposta anticorpale, la secrezione di ormoni timici e l’integrità delle sostanze fondamentali. La vitamina C

esercita infine effetti biochimici diretti simili a quelli dell’interferone. Diversi studi clinici asseriscono l’utilità

della vitamina C per il trattamento di condizioni infettive. Oltre all’efficacia testata per la riduzione della

frequenza, della durata e della gravità dei sintomi del comune raffreddore, la vitamina C si è dimostrata utile

anche per le altre condizioni infettive, durante le quali i livelli di acido ascorbico si esauriscono rapidamente a

causa dello stress causato dall’infezione.

Astragalo (Astragalus membranaceus) radice fitocomplesso omeostatico®, Echinacea (Echinacea purpurea) radice estratto secco

Astragalo (Astragalus menbranaceus) radice L'Astragalo è una pianta erbacea perenne appartenente alla

famiglia delle leguminose, impiegata da sempre nella

Medicina Tradizionale Cinese come tonico e rafforzante

dell'energia vitale. Tuttavia l’azione ben studiata e

documentata della pianta è quella immunostimolante. I

principi attivi contenuti nella radice di Astragalo sono

polisaccaridi, flavonoidi, saponine, aminoacidi. La pianta è

inoltre nota per la sua proprietà di accumulare selenio

soprattutto nella forma di Se-metil-selenocisteina. Viene

consigliata nel trattamento delle malattie da raffreddamento e

nell’influenza, oltre che in caso di astenia e affaticamento. Gli

effetti farmacologici dell'Astragalo sono: Immunostimolante

(attivazione del RES, induzione dell' (alfa- e gamma -

interferone, aumento dell'attività delle cellule T-helper e

dell'attività chemiotattica dei macrofagi, inibizione della

transcriptasi inversa dei retrovirus e della DNA polimerasi),

Adattogeno, Antinfiammatorio, Epatoprotettore, Cardiotonico. La somministrazione orale di Astragalo è stata

in grado di diminuire l'incidenza e ridurre il decorso delle comuni malattie da raffreddamento. E’ stato

evidenziato che, dopo due mesi di somministrazione orale dell'estratto, si è riscontrato un incremento dei

livelli di IgA e IgG. La radice di Astragalo ha numerose altre attività oltre a quella immunostimolante: ha

effetto cardiotonico inotropo positivo, epatoprotettivo, antibatterico, adattogeno e antinfiammatorio. Inoltre è

in grado di aumentare la funzionalità adreno-corticalica e quindi di innalzare la soglia della resistenza ai

fattori di stress. I preparati di Astragalo vengono utilizzati in clinica nel trattamento delle epatiti croniche

infatti le saponine in essi contenute provocano l'innalzamento dei livelli sierici di cAMP e promuovono la

sintesi del DNA nelle cellule epatiche in rigenerazione, stimolando inoltre la rigenerazione degli epatociti.

Tonico, energizzante, adattogeno, riduce il consumo di ossigeno da parte dei mitocondri, aumenta la

resistenza nei confronti dello stress. In diversi studi ha migliorato le capacità cognitive, mnemoniche e

fisiche. Rinforza la digestione, il sistema immunitario, stimola il metabolismo, favorisce la guarigione delle

ferite; utile nell’ insufficienza polmonare cronica unita a respiro corto, nel collasso energetico, prolasso degli

organi interni, sudorazione spontanea, lesioni croniche ed edema da insufficienza. E’ inoltre utile nei casi di

nefrite che non rispondono ai diuretici. I polisaccaridi hanno azione immunostimolante, antagonizzando

l’atrofia di organi quali milza, timo, linfonodi intestinali; aumentano la capacità fagocitaria e la trasformazione

dei linfociti. Le saponine stimolano l’attività natural-killer di linfociti di sangue periferico umano e riattivano le

stesse funzioni inibite da steroidi. Le saponine sono coinvolte anche nelle proprietà epatoprotettrici

dell’astragalo, protezione verso i danni epatici da sostanze chimiche. L’attività epatoprotettrice è dimostrata

dall’aumento dell’attività dei lisozimi epatici, della deidrogenasi dei tessuti, dal glicogeno epatico. L’astragalo

riduce la fibrosi epatica indotta da sostanze tossiche. L’attività antivirale è collegata alla stimolazione del

sistema immunitario. Le saponine hanno, sul cuore isolato un effetto inotropo positivo sembra dovuto alla

modulazione di un enzima (Na-K-ATP-asi); hanno inoltre proprietà ipotensive, antinfiammatorie e

fibrinolitiche. Rafforza la funzione del ventricolo sinistro, potenzia il metabolismo delle cellule di miocardio

umano in vitro. Ha mostrato attività antiradicalica dovuta alle proprietà dei flavonoidi questa attività può

essere uno dei meccanismi dell’ azione cardiotonica. Ha migliorato il gettito cardiaco in soggetti con

insufficienza cardiaca congestizia. In uno studio sull’insufficienza cardiaca si è osservato un effetto marcato

di contrasto nei confronti della ritenzione di sodio e acqua. La somministrazione orale contrasta l’aumento

della pressione sanguigna, altri studi evidenziano proprietà ipotensive, il principio attivo ipotensivo sembra

essere l’acido gamma-amino butirrico. La pianta viene ottimamente tollerata, e non sono conosciute

controindicazioni né interazioni con farmaci. Non si conoscono particolari avvertenze da considerare quando

si utilizzino prodotti a base di Astragalo. In via del tutto precauzionale non è raccomandata la

somministrazione in gravidanza o durante l'allattamento perché non ci sono dati disponibili riguardanti gli

effetti teratogenici degli estratti di Astragalo, o la secrezione dei suoi componenti nel latte materno e tanto

meno gli effetti sul neonato. L'effetto ipotensivo e diuretico può portare in soggetti ipotesi senso di

stanchezza e vertigini. Assumere con cautela in caso di asma.

Echinacea (Echinacea purpurea) radice

E’ una pianta appartenente alla famiglia delle Composite

(Asteraceae). La droga è costituita dalle radici. I princìpi

attivi contenuti sono i derivati dell’acido caffeico (acido

cicorico, acido clorogenico), polisaccaridi ad azione

immunostimolante, olio essenziale, resine, acidi grassi,

tannini, vitamina C. L’attività biologica sembra essere

associata soprattutto ai polisaccaridi ad alto peso

molecolare. I preparati di Echinacea sono impiegati per

accrescere e sostenere le difese immunitarie,

specialmente nelle malattie da raffreddamento rini-oro-faringee, come antinfluenzali, in traumi infiammatori

generali. Il meccanismo d’azione sembra - immunoγ2 e α1, αsia legato alla capacità di aumentare i livelli

serici di globuline, di stimolare la fagocitosi dei granulociti periferici e di aumentare l’azione dei linfociti T e

B. L’Echinacea inoltre attiva i macrofagi e ne induce la liberazione di interleukina. L’Echinacea possiede

inoltre una notevole azione antivirale e cicatrizzante a livello cutaneo, dovuta all’inibizione dell’enzima

jaluronidasi da parte dell’echinacina B: questo consente agli acidi grassi delle membrane di mantenere la

stabilità necessaria per esercitare l’attività protettiva sui tessuti. Nella frazione polisaccaridica e nel

complesso polisaccaridico-glicoproteico sono stati isolati principi dotati di attività immunostimolante e

antivirale. L’inulina, presente nell’Echinacea e tipica delle Asteraceae, è un potente attivatore di meccanismi

di difesa, quali la neutralizzazione dei virus, la distruzione dei batteri, e la crescita dell’attività leucocitaria.

Secondo studi recenti i polisaccaridi isolati nell’Echinacea sono in grado di legarsi ai recettori glucidici delle

pareti cellulari dei T-linfociti e dei leucociti, determinandone un’attivazione non specifica (produzione di

interferone, secrezione di linfochina); i componenti della frazione polisaccaridica sono inoltre responsabili

dell’azione antinfiammatoria, antibatterica e antispasmodica. L’azione antinfiammatoria sembra essere

dovuta alla frazione alcammidica, isolata dalla Echinacea purpurea: le alcammidi, infatti, sembra abbiano

azione inibente nei confronti della 5-lipoossigenasi e cicloossigenasi.

Uncaria tomentosa corteccia

L’Uncaria tomentosa è una pianta originaria dei boschi

tropicali del Sud America (soprattutto della parte settentrionale

della America Latina), appartenente alla famiglia delle

Rubiaceae. Dell'Uncaria vengono usate la corteccia delle

radici e parti inferiori del fusto di piante adulte, raccolte prima

della fioritura. I componenti più interessanti individuati nella

droga sono: alcaloidi ossindolici pentaciclici (isopteropodina,

pteropodina, isomitrafillina, isorincofillina, mitrafillina,

rincofillina), glicosidi dell'acido chinovico, triterpeni

poliidrossilati, acetil-derivati del beta-sitosterolo, dello stigma-

sterolo e del campesterolo.

Di seguito sono riportate le formule chimiche di alcuni alcaloidi ossindolici:

Le

principali proprietà osservata sono quelle immunomodulante, immunostimolante, antivirale, antimutagena.

Gli alcaloidi contenuti nella droga sono in grado di aumentare in maniera considerevole, attraverso una

stimolazione aspecifica, la fagocitosi da parte dei macrofagi del sistema reticolo-endoteliale e dei granulociti

neutrofili; inoltre presentano attività citostatica e antinfiammatoria aspecifica. Inoltre l'Uncaria tomentosa è

particolarmente utile nel contrastare l'azione della DNA-polimerasi e della transcriptasi inversa, enzimi

implicati nella replicazione dei virus. Si sono ottenuti risultati soddisfacenti nel trattamento di situazioni di

immunodeficienza, di eccessiva presenza di immunocomplessi, e nei casi in cui sia utile stimolare o

modulare le difese immunitarie: l’Uncaria, infatti, regola l’omeostasi del sistema immunitario nel suo

complesso. E' stato rilevato un notevole miglioramento anche in casi di allergie e asma, mentre non è stata

ancora confermata l'attività antimutagena in vivo. E' controindicata la somministrazione in pazienti in cui è

stata provocata una immunodeficienza iatrogena a scopo terapeutico (per esempio, soggetti trapiantati o in

attesa di trapianto), e in pazienti in stato di gravidanza e allattamento dal momento che non esistono ancora

dati certi su eventuali effetti sul feto.

Cardo mariano (Silybum marianum) frutti fitocomplesso omeostatico®, Fillanto (Phyllanthus amarus) pianta intera fitocomplesso omeostatico®

Cardo mariano (Silybum marianum) semi E’ una delle più importanti piante della famiglia delle Composite. L’estratto di Cardo si è rivelato utile in

numerose disfunzioni epatiche, durante e dopo epatiti, in caso di cirrosi. Il principio attivo del cardo mariano

è la silimarina, una miscela di tre flavolignani: silicristina, silibina e silidionina. In natura non sono stati isolati

composti correlati alla silimarina, che rappresenta quindi una vera e propria unicità biochimica. La silimarina

agisce inibendo il legame delle tossine alle cellule epatiche, riducendo l’ossidazione dell’enzima glutatione,

stimolando la sintesi proteica per stimolazione dell’enzima RNA-polimerasi ribosomiale. La silimarina inibisce

molti enzimi (lipossigenasi) o sostanze tossiche (radicali liberi) responsabili dei danni a livello epatico;

possiede inoltre effetto rigenerativo, selettivo sulle cellule sane, e riesce a modificare la struttura della

membrana cellulare dell’epatocita, in modo da impedire la penetrazione nella cellula delle sostanze tossiche.

Il Cardo mariano possiede dunque proprietà epatoprotettive, amare, colagoghe. L’azione amara è legata alla

stimolazione della produzione di acido idrocloridrico, degli enzimi digestivi del pancreas e della bile,

all’aumento del flusso di bile. La silimarina abbassa i tassi ematici degli enzimi epatici (GOT, GTP), e

manifesta azione antiossidante generica, essendo un antagonista della maggior parte dei composti

epatotossici.

Fillanto (Phyllanthus amarus) fitocomplesso

Il Fillanto è un’erba alta fino a 45

cm, appartenente alla famiglia delle

Euphorbiacee.

I costituenti principali sono i lignani (phyllantina, ipofillantina, nirantina,

nirtetralina, filtetralina, inokinina,

isolitentralina), ma sono stati isolati

e identificati altri principi attivi:

Alcaloidi: 4-metossi-nor securina;

nirurina; ent-norsecurina

Benzenoidi: acido gallico; corilagina

Cumarine: acido ellagico; etuil-

brevifolin-carbossilato

Flavonoidi: quercetina; rutina;

astragalina; quercitrina;

isoquercitrina;

kaempferlo-4-ramnopyranoside;

eridictyol-7-ramnopyranoside;

fisetin-4-0-glucoside;

Lipidi: acido ricinoleico

Steroli: estradiolo; ß-sitosterolo;

isopropynil-24-colesterolo

Tannini: geranina; acido geranico;

acido amariinico, amariina, furosina;

Triterpeni: luppolo; luppolo acetato;

phyllanthenolo; phyllanthenone;

phyllanteolo

Il Fillanto è un rimedio naturale noto da molto tempo e molto diffuso nella medicina asiatica per la sua attività

epatoprotettrice. Sembra infatti in grado di ridurre i marker serici dell’epatite B.

Risale al 1982 la prima dimostrazione che l'estratto di Phyllanthus amarus (originariamente classificato come

Phyllanthus niruri) produce una consistente inibizione in vitro del titolo dell'antigene di superficie del virus

dell'epatite B (Thyagarajan et al. 1982). Recentemente Lee e coll. (1996) hanno dimostrato come un estratto

di Phyllanthus amarus sia in grado di inibire in culture cellulari di epatociti umani HepG2 infettati con virus

dell'epatite B, l'attività della polimerasi virale, il contenuto cellulare di DNA episomale ed il rilascio del virus

nel medium cellulare. Presi insieme questi dati sosterrebbero il concetto che l’estratto di Phyllanthus amarus

abbia un effetto benefico sulle epatiti di tipo B, probabilmente attraverso l'inibizione dell'attività delle

polimerasi, della trascrizione del mRNA e della replicazione virale. Tali dati sono stati in parte contestati dai

risultati di Niu e coll. (1990) che ha rilevato come la somministrazione di estratti di Phyllanthsu amarus non

producevano alcuna significativa riduzione del DNA virale circolante nel siero e della replicazione dello

stesso nel fegato in anatre congenitamente infettate con virus dell'epatite B. Anche l'azione sull'antigene di

superficie del virus dell'epatite B era in questo esperimento abbastanza lieve. Una possibile spiegazione per

simili discrepanze potrebbe essere riconducibile al tipo di materiale vegetale impiegato, al periodo e al luogo

di raccolta, all'età della pianta, etc etc. In una serie di esperimenti in vitro Unander e coll. (1990) hanno

dimostrato come il contenuto di fertilizzante del suolo e l'umidità dello stesso siano in grado di influenzare

l'attività inibitoria degli estratti di P. amarus sulla polimerasi virale; nello stesso esperimento gli Autori hanno

dimostrato come sussista una variabilità genetica nell'attività antivirale di esemplari di P. urinaria coltivati da

semi provenienti dall'India, dalla Costa d'Avorio, dalle Hawaii, da Puerto Rico e da Trinidad. Tale dati

diventano cruciali se consideriamo che a tutt'oggi non sappiamo quali siano i principi attivi responsabile

dell'attività antivirale nel genere Phyllanthus. Infine vanno citati i recenti risultati ottenuti da Ott e coll. (1997)

che dimostrano come l'estratto di P. amarus sia in grado di sopprimere l'attività del virus dell'epatite B (HBV)

attraverso l'interruzione dell'interazione tra promotori virali e fattori di trascrizione cellulari. Questo specifico

meccanismo d'azione è probabilmente alla base dell'azione inibitoria degli estratti di questa pianta sulla

attività della polimerasi virale, della trascrizione del mRNA e della replicazione del virus.

I promettenti dati in vitro hanno portato alla realizzazione di alcuni studi clinici preliminari. Il primo studio

venne realizzato somministrando un preparato di 200 mg. di polvere secca di Phyllanthus amarus, tre volte

al giorno, per 30 giorni a 37 soggetti portatori di epatite virale B. Dopo 15-20 giorni 22 dei 37 (59%) pazienti

trattati aveva perso l'antigene di superficie del virus dell'epatite B, rispetto ad uno solo (4%) dei 23 soggetti

controllo (Thyagarajan et al. 1988). 13 tra i 14 (93%) soggetti che all'inizio erano positivi per HBsAg ma

negativi per HBeAg e anti-HBc IgM negativizzarono il loro stato. Dei 9 soggetti trattati che erano positivi per

HBsAg e HBeAg ma negativi per anti-HBcIgM, solo 4 di 9 (44%) negativizzarono il loro stato. Degli 8

soggetti positivi per tutti e tre i marker, solo 1 (13%) negativizzò il suo stato, mentre 4 dei 6 soggetti trattati

(67%), che erano positivi per HBsAg e anti-HBc IgM, ma negativi per HbeAg, avevano perso lo stato di

portatori. Nel complesso i soggetti HBsAG-positivi e HBeAG-positivi rispondevano meno al trattamento

rispetto a quelli HbeAg-negativi.

A parte la non risposta, nell'uomo rispetto alle marmotte, dei soggetti HBeAg-positivi al trattamento, questo

studio suscitò molto interesse e molte perplessità (in particolare per il ristretto numero di soggetti nel gruppo

controllo, il follow-up condotto a meno di 6 mesi ed i criteri di interpretazione dei risultati). Studi clinici

successivi non confermarono questi risultati o li confermarono solo parzialmente. Uno studio cross-over su

10 soggetti HbsAg-positivi da oltre 1 anno trattati con tre capsule al giorno di 200 mg di P. amarus per 28

giorni (seguiti da 28 gg. di trattamento placebo) o da tre capsule di placebo per 28 gg. seguiti da 200 mg di

P. amarus in polvere non evidenziava significativi cambiamenti nei markers virali (HbsAG, HBeAg e livelli

HBV DNA) (Berk et al. 1991). Un altro studio effettuato su 28 soggetti, cui sono stati somministrati 250 mg di

polvere secca di Phyllanthus amarus, 4 volte al giorno per 28 gg, seguiti da capsule da 500 mg dello stesso

preparato , 4 volte al giorno, per altre 4 settimane, non ha portato ad alcun beneficio per quanto riguarda la

presenza di HBsAg (Doshi et al. 1994). Uno studio è stato realizzato su 65 soggetti, asintomatici ma portatori

per più di sei mesi di positività per l'antigene del virus dell'epatite B. 34 soggetti hanno ricevuto 600 mg/die di

polvere secca di Phyllanthus amarus per 30 gg e 31 una sostanza placebo per lo stesso periodo: a partire

dal 30° giorno il primo gruppo continuava ad assumere 600 mg/die di pianta in toto polverizzata , mentre il

gruppo placebo passava all'assunzione di 1200 mg/die per altri 30 gg. Per quanto riguarda la

sieroconversione dell'HBsAg non sussistevano differenze significative tra i due gruppi e l'effetto

dell'assunzione del preparato veniva considerato non significativo (Thamlikitkul et al 1991). La discordanza

tra questi risultati e quelli dello studio Thyagarajan et al può essere attribuita a vari fattori: variabilità del

materiale vegetale impiegato, criteri di arruolamento della popolazione (ad esempio differenze nell'età nei

soggetti, livelli del titolo antigenico, etc) o della specie impiegata. A parte le problematiche tecniche legate

alla realizzazione degli studi, due importanti questioni vanno considerate nella valutazione di questi risultati.

Nella valutazione delle proprietà antivirali del genere Phyllanthus non conosciamo ad oggi quali possano

essere i principi attivi. I tannini, del tipo dell'acido ellagico, riportati nella pianta (Foo 1993) sono attivi contro

numerosi virus di piante e animali. Uno studio neozelandese fu effettuato su 105 portatori cronici di virus

del'epatite B, dividendoli in due gruppi e somministrando al gruppo trattato 290 mg di estratto secco di P.

amarus, corrispondenti a 20 mg di geraniina/die (un tannino, dotato di attività antivirale): nessun beneficio

significativo è stato osservato rispetto al gruppo placebo per quanto riguarda i livelli di HbsAg (Milne et al.

1994). Un candidato forse più probabile potrebbe essere l'ipofillantoina, un lignano , che in altri studi ha

dimostrato un'attività antivirale piuttosto ampia. In ogni caso la fillantoina e l'ipofillantoina sonoi composti che

in test in vitro hanno dimostrato la maggior attività eppatoprotettiva (Syamasundar et al. 1985) in vitro.

Sfortunatamente fino ad oggi nessun studio clinico è stato condotto con preparati standardizzati in questi

composto.

L’estratto di Fillanto è controindicato in gravidanza ed allattamento.

Calendula (Calendula officinalis) fiori estratto fluido

Calendula (Calendula officinalis) fiori La Calendula appartiene alla famiglia delle

Asteraceae. Possiede attività antinfiammatoria,

antisettica, cicatrizzante, emolliente, lenitiva e

rinfrescante.

La Calendula è stata codificata dalla Commissione E

dell’Ufficio Federale dello Sanità tedesca per il

trattamento delle affezioni della mucosa orale e delle

vie respiratorie.

Rosa Canina gemme estratto idroglicerolacolico, Ribes nero gemme estratto idroglicerolacolico

Rosa Canina gemme estratto idroglicerolacolico Il macerato glicerinato di Rosa canina aumenta le difese immunitarie in caso

di flogosi acuta, e apporta un elevato contenuto di Vitamina C, dall’azione

protettiva e antiossidante. La Rosa canina è una pianta da sempre apprezzata

soprattutto per la ricchezza in vitamina C e per la sua non tossicità: i frutti

della Rosa canina contengono almeno 400 mg di vitamina C per 100 g di prodotto, dieci volte di più del

succo di agrumi. I costituenti chimici più importanti sono: acido ascorbico, flavonoidi, antociani, carotenoidi,

pectine, tannini, acidi organici. La Rosa canina, essendo ricca di Vitamina C, oltre che di tannini, oli

essenziali, carotenoidi, è dotata di azione antinfettiva: la capacità di difesa dei globuli bianchi dipende dalla

quantità di acidi ascorbico presente nell'organismo, in quanto la Vitamina C aumenta i livelli delle IgA nel

siero e potenzia lo stimolo sulla chemiotassi leucocitaria. Ribes nero gemme estratto idroglicerolacolico

Possiede una marcata azione antinfiammatoria, antiallergica e sinergizzante nei

confronti di altri gemmoterapici a cui spesso viene associato.

Salice (Salix alba) corteccia estratto secco, Spirea (Spirea ulmaria) sommità estratto secco

Salice (Salix alba) corteccia Nella corteccia del Salice sono presenti vari gruppi di sostanze, di cui

uno in particolare è quello dei cosiddetti glucosidi salicilici. I principi

attivi fondamentali contenuti nella corteccia del Salice sono l’acido

salicilico, glicosidi fenolici, flavonoidi e tannini. Queste sostanze sono i

precursori metabolici dell’acido salicilico (derivati salicilici totali, come

la salicina), dal quale l’industria farmaceutica ha poi sintetizzato

l’acido acetil-salicilico (aspirina).

Rispetto all’acido acetilsalicilico l'estratto di salice è generalmente

meglio tollerato a livello gastrico, perché i glucosidi agiscono come

una forma a lento rilascio di principio attivo, che poi viene liberato ed

attivato (per idrolisi ed ossidazione) solo dopo l'assorbimento a livello intestinale. Inoltre i polifenoli pure

presenti nell’estratto esercitano un’attività protettiva sulla mucosa.

L’acido salicilico possiede le stesse azioni analgesiche ed antinfiammatorie dell’aspirina: inibisce la sintesi

delle prostaglandine, allevia il dolore e abbassa la febbre. A differenza dell’aspirina, però, non aumenta la

fluidità del sangue e non irrita la mucosa gastrica, tipici effetti collaterali dell’aspirina. Il Salice non presenta

gli effetti collaterali dell’aspirina in quanto diverso dalla stessa per struttura chimica: è infatti il gruppo

acetilico, presente nell’aspirina ma non nell’acido salicilico, che determina tali differenze. Il Salice perciò è

largamente utilizzato, spesso in associazione con altre erbe, come rimedio per il dolore, grazie all’effetto

analgesico e antinfiammatorio.

Questa pianta è tradizionalmente utilizzata per le sue proprietà antinfiammatorie, antifebbrili e antidolorifiche,

legate al suo contenuto in salicilati. Viene infatti usata nel trattamento sintomatico delle manifestazioni

dolorose articolari e muscolari, negli stati febbrili, nelle malattie da raffreddamento in genere e come

antidolorifico in caso di cefalea, dolori dentari e dolori mestruali.

E’ stato fatto uno studio clinico per valutare l’effetto dell’estratto secco titolato di salice in pazienti con

osteoartrite. Un gruppo di 78 soggetti con questa malattia assumeva per bocca un estratto secco di salice

titolato in salicina al 50% capace di fornire 240 mg al giorno di salicina o un placebo per un periodo di 2

settimane. La valutazione era fatta tramite dei test specifici e una scheda di valutazione compilata sia dal

paziente sia dal medico sperimentatore. Al termine del trattamento il punteggio dei test era migliorato del

14% nel gruppo salice ed era peggiorato del 2% nel gruppo placebo. Anche il risultato delle schede di

autovalutazione era nettamente migliore nei pazienti del gruppo salice. E' stato fatto uno studio clinico su

120 pazienti con lombalgia (mal di schiena), che ricevevano per bocca un estratto secco titolato di salice

capace di fornire 120 o 240 mg di salicina al giorno o un placebo per 4 settimane. La valutazione era fatta

ricorrendo alla scala sintomatologica con punteggio da 1 a 10. Al termine del trattamento nel gruppo salice

trattato con 240 mg di salicina il 39% dei pazienti mostrava assenza di sintomi, mentre questa percentuale

scendeva al 15% nel gruppo che riceveva 120 mg di salicina e al 6% nel gruppo placebo. Un buon numero

di pazienti del gruppo placebo necessitava sporadicamente di tramadolo, un antidolorifico di sintesi, per

calmare il dolore, mentre i soggetti del gruppo salice ricorrevano al farmaco molto più raramente. Un solo

paziente del gruppo trattato con 240 mg di salicina ha avuto una reazione allergica cutanea, e non sono stati

registrati altri effetti collaterali.

Spirea (Spiraea ulmaria) sommità

La Spirea appartiene alla famiglia delle Rosaceae.

La principale attività è quella antinfiammatoria, ma possiede anche attività

diuretica e antispasmodica.

Viene utilizzata tradizionalmente negli stati febbrili e influenzali, nel

trattamento sintomatico delle manifestazioni articolari dolorose minori, come

antalgico, nelle cefalee, e nella odontalgia.

L’attività antinfiammatoria no è dovuta esclusivamente ai salicilati, ma

probabilmente anche ai polifenoli presenti nell’estratto.

Eucalipto (Eucalyptus globulus) foglie olio essenziale, Niaouly (Melaleuca viridiflora) foglie e rami olio essenziale

Eucalipto (Eucalyptus globulus) foglie olio essenziale

L’olio essenziale viene estratto per distillazione in corrente di vapore dalle foglie

dell’Eucalipto, un albero appartenente alla famiglia delle Myrtaceae, originario

dell’Australia, ma diffuso anche nelle regioni settentrionali dell’Africa e sulle coste

del Mediterraneo. Il principale componente è l’eucaliptolo che esplica attività

antisettica, decongestionante, balsamica e fluidificante. L’olio essenziale di

Eucalipto è quindi utile come coadiuvante nel trattamento dei problemi respiratori

(tosse, asma, bronchite, influenza….).

Nel collutorio viene impiegato per la sua attività antisettica e decongestionante;

inoltre lascia in bocca una piacevole sensazione di freschezza.

Niaouly (Melaleuca viridiflora) foglie e rami olio essenziale

Essenza dotata di azione antisettica e balsamica utile nelle affezioni delle

vie respiratorie

Cannella (Cinnamomum zeylanicum) corteccia olio essenziale, Garofano (Eugenia caryophyllus), Limone (Citrus limonum) scorze olio essenziale, Salvia (Salvia officinalis) foglie olio essenziale

Cannella (Cinnamomum zeylanicum) corteccia olio essenziale Grazie alla notevole attività antisettica, è indicato in caso

di stomatiti e gengiviti

Garofano (Eugenia caryophyllus) chiodi olio essenziale

La parte utilizzata per la produzione del olio essenziale di Garofano

sono i bottoni floreali non ancora aperti (chiamati chiodi di Garofano). I

costituenti principali di questo olio essenziale sono: eugenolo (85-95%)

e β-cariofillene (10%). Già gli antichi attribuivano ai chiodi di Garofano

proprietà antisettiche. Studi recenti hanno messo in evidenza l’elevato e

costante potere germicida di questo olio essenziale (appartiene infatti

alla classe delle essenze germicide “maggiori”).

Viene utilizzato come antalgico nelle affezioni della mucosa orofaringea,

nell’igiene della bocca, nelle carie dentarie e nella odontalgia.

Limone (Citrus limon) scorze olio essenziale

Il Limone (Citrus limon) appartiene alla famiglia delle Rutaceae.

L’olio essenziale si ottiene per spremitura a freddo della scorza

del frutto. I costituenti principali sono: limonene (60-75%), β-

pinene (8-12%), γ-pinene (8-10%), etc.. Possiede proprietà

battericide, antisettiche, antinfiammatorie e cicatrizzanti, utili nelle

affezioni del cavo orale.

Salvia (Salvia officinalis) foglie olio essenziale

La Salvia (Salvia officinalis) appartiene alla famiglia delle Labiatae. L’olio

essenziale, ottenuto per distillazione in corrente di vapore dalle foglie, è

costituito principalmente da β-tuione, α e β-pinene, camfene, β-myrcene, α-

terpinene, limonene….

Presenta attività antisettica e astringente ed è utilizzato in collutori contro le

infiammazioni del cavo orofaringeo e nelle emorragie gengivali.

Menta piperita (Mentha piperita) foglie olio essenziale, Timo bianco (Thymus vulgaris) foglie e sommità fiorite olio essenziale

Menta (Mentha piperita) parti aeree olio essenziale

La Menta (Mentha piperita) è una pianta perenne appartenente

alla famiglia delle Laminaceae (Labiatae). La Menta è prevista

dalla Farmacopea ufficiale in due monografie, una per le foglie

e l’altra per l’olio essenziale. L’olio essenziale si ottiene per

distillazione in corrente di vapore dalle parti aeree fresche della

pianta fiorita. I componenti principali sono il mentolo (circa 35-

55%) ed il mentone (circa 10-35%). È conosciuto da sempre

per il suo effetto benefico a livello dell’apparato

gastrointestinale, in particolare in caso di colon irritabile.

Possiede però anche un’azione antibatterica e

antinfiammatoria, utile nel trattamento delle flogosi delle vie

respiratorie superiori.

Non sono segnalati effetti tossici alle dosi consigliate. È

controindicato nelle donne in gravidanza.

Timo bianco (Thymus vulgaris) foglie e sommità fiorite olio essenziale

Il timo (Thymus vulgaris) è una pianta perenne appartenente alla

famiglia delle Labiatae, conosciuta fin dai tempi dei romani per la

sua attività antisettica, espettorante e mucolitica nelle affezioni delle

vie respiratorie. Trova applicazione per lo più sotto forma di olio

essenziale, ottenuto per estrazione in corrente di vapore dalle

sommità fiorite; è costituito per circa il 30-70% da timolo e per il 3-

15% da carvacrolo, e possiede attività antisettiche e battericide,

utile nelle affezioni del cavo orale dell’apparato respiratorio

(trattamento sintomatico della tosse, grazie alla sua azione antitussiva e spasmolitica). L’olio essenziale di

Timo viene anche utilizzato nel trattamento delle turbe digestive e come coadiuvante nella cura della gastrite

cronica. Gli effetti collaterali del Timo sono dovuti ad un utilizzo improprio dell’olio essenziale; ai dosaggi

terapeutici consigliati, infatti, non possiede pericoli. È controindicato nelle donne in gravidanza.

Ciclocaliptol: eucaliptolo, Anice verde (Pimpinella anisum) semi olio essenziale, Arancio dolce (Citrus aurantium var. dulcis) scorze olio essenziale Ciclocaliptol: eucaliptolo, Anice verde (Pimpinella anisum) semi olio essenziale, Arancio dolce (Citrus aurantium var. dulcis) scorze olio essenziale

Miscela di oli essenziali ad azione antisettica, antibatterica e balsamica.