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CIUDAD DE LA FURIA MAURIZIO CIMINO

Ciudad de la furia

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DESCRIPTION

Maurizio Cimino tells about his love for Buenos Aires in words and pictures. It is a strong vision of a city in turmoil, a city on the move. There are two things that come to my mind seeing Maurizio's pictures. The Crisis and the Tango. Around the year of 2000 there was a collapse of the Argentian economy and the people of the city faced very harsh conditions. A state of emergency was declared resulting only in increased protest in the streets. In December 2001 many people got killed in clashes between police and protesters. I recall these events and realize that they happened just a few years ago. Roberto Goyeneche sings: ¿Cómo olvidarte en esta queja, cafetín de Buenos Aires? - If you are the only one in life who resembled my mother. In your strange association of smart guys and self-killers I learned philosophy... dice... gamble and the bitter poetry of not to think of myself."

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CIUDAD DE LA FURIAM A U R I Z I O C I M I N O

ISBN 978-88-6419-026-6

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ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI

CIUDAD DE LA FURIAM A U R I Z I O C I M I N O

Presentazine di Pino Bertelli

ARTE TIPOGRAFICA EDITRICE

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Progetto graficoVincenzo Piccini

Traduzione franceseSarah Nora Pinto

# Photo: Maurizio CiminoBuenos Aires 2009 - Zaagoom

Editing redazioneSarah Nora Pinto

2ë Festival del Cinema dei Diritti di Napoli(Napoli, 9-14 novembre 2009)

Stampa: Arte Tipografica s.a.s.Napoli, Novembre 2009

FACOLTAÁ DI SOCIOLOGIA

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A Sarah e Margot

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Desidero ringraziare

Mariana Ballestero, Prospero Bentivenga, Pino Bertelli,Mimmo Calopresti, Luigi Caramiello, Fabio Catapano, Liliana Contrera,Manuel De Vita, Maurizio Del Bufalo, Michele Del Vecchio, Alzira Della Ragione,lo staff di DERHUMALC, Phil Drake and Thank Mary, Amaneh Zohreh Eskandari,Antonio Gargano, Pasquale Lettieri, Maria Teresa Panariello, Paskua,Gianfranco Pecchinenda, Angelo Rossi, Diego Rossi,Julio e Florencia Santucho, Vanessa Sciarretta, Oreste Ventrone

Un particolare ringraziamento al prof. Antonio Garganodell'Istituto Italiano per gli Studi Filosoficiche ha reso possibile la realizzazione di questo catalogo

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``Bisognerebbe sapere a quale genere appartengal'universo, se al realistico o al fantastico''.

(Jorge Luis Borges)

MAURIZIO CIMINO

Ciudad de la furiaBuenos Aires ti entra nelle vene, languida come un bacio dinostalgia sanguemista.Buenos Aires degrada in un mare viola di struggente rim-pianto che ti si fissa nel cuore.Allegria disperata artisti di strada Sante Madres, riaffiora ildolore.. MansõÁon SereÁ!I ragazzi di MoroÁn gridano Justicia... gatillo faÁ cil strascichidi orrore.Cartoneros affamati di vita, bordelli istituzionali, el pacoconsuma ragazzini innocenti.Il vortice ondeggiando frenetico culla scioperi cantati e am-malia tassisti immigrati.Buenos Aires ti brucia, ti desidera, ti stringe: passione veraamore totale.

``Il faudrait savoir aÁ quel genre appartient l'uni-vers, au reÂalisme ou au fantastique''.

(Jorge Luis Borges)

MAURIZIO CIMINO

Ciudad de la furiaBuenos Aires te rentre dans les veines, langoureuse commeune baiser de nostalgie sang meÃleÂ.Buenos Aires se deÂgrade en une mer violette d'un regretbouleversant qui vient se planter dans ton cúur.Joie deÂsespeÂreÂe artistes de rue Saintes Madres, la douleurrefait surface... MansõÁon SereÁ !Les jeunes de MoroÁn crient Justicia... gatillo facõÁl traõÃneÂed'horreur.Cartoneros affameÂs de vie, bordels institutionnels, el pacoconsume de jeunes innocents.Un tourbillon ondoyant freÂneÂtique berce les greÁves chanteÂeset fascine les taxis immigreÂs.Buenos Aires te bruà le, te deÂsire, t'eÂtreint: vraie passionamour total.

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SULLA FOTOGRAFIA DEL MARGINE E LA FILOSOFIA DELLA MASCHERA

Mentre Parigi era sotto l'occupazione nazista... un generale della Gestapo chiamoÁ Picasso e gli mostroÁ il quadro cheraffigurava ` Guernica''. Picasso l'aveva dipinto dopo che il piccolo paese basco era stato raso al suolo dalle bombe degliaerei di Hitler. Il generale mostroÁ il quadro al pittore e gli disse: ` L'hai fatto te?''. Picasso rispose: ``No! L'hai fatto te''.

Nel 1939 la Germania nazista invase la Polonia.In una buca di bomba c'era un soldato polacco ferito. Un giovane nazista gli punta la pistola alla testa, per finirlo. In quelmomento il cielo si apre e appare Dio! Che dice al giovane nazista: ` Fermati sciagurato, cosa fai? Non sai che quell'uomoche stai per uccidere un giorno diventeraÁ Papa?''. Il giovane nazista: ` E io?''. ` Tu dopo!'', rispose Dio.

C'era una volta e una volta non c'era... che sulle coste della Catalogna, in Spagna, un giovane pescatore di frutti di maremolto speciali, che nessuno riusciva a mai pescare... vendeva i suoi frutti Ð uno alla volta Ð alle famiglie povere delquartiere. Un giorno, uno dei piuÁ ricchi affaristi di Barcellona, gli disse: ``Senti ragazzo, pesca questi frutti di mare perme... te li compro tutti insieme e al doppio di quanto li vendi a quei poveracci... li porteroÁ ai migliori ristoranti dellacittaÁ ''. Il giovane pescatore rispose: ``No signore, preferisco venderli uno alla volta a chi pare a me''.L'uomo chiese: ``E percheÂ? Ti risparmio molto lavoro e te li pago il doppio?''. Il ragazzo rispose: ` Perche io sono ilpadrone della mia fame''.

I. SULLA FILOSOFIA DELLA MASCHERA

Di nessuna patria e di nessun padrone eÁ la fotografia del margine o di strada... gli uomini guardano sempre l'ignoranza cheli avvolge e la paura che li atterrisce... guardare non significa vedere e fotografare non vuol dire fare della fotografia ilmercimonio di banalitaÁ truccate sotto la falsa spiritualitaÁ dell'arte... l'arte, come il patriottismo, eÁ l'ultimo rifugio della

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SUR LA PHOTOGRAPHIE DES MARGES ET LA PHILOSOPHIE DU MASQUE

Alors que Paris eÂtait sous l'occupation nazie..... un geÂneÂral de la Gestapo appela Picasso et lui montra «Guernica». C'estun tableau que Picasso avait peint apreÁs la destruction du petit village par les bombes des avions d'Hitler. Le geÂneÂralmontra le tableau au peintre et lui dit: «C'est toi qui a fait cËa?» Picasso reÂpondit: «Non! C'est toi qui a fait cËa».

En 1939 l'Allemagne nazie envahit la Pologne.Dans un trou laisse par unebombe, un soldat polonais blesse. Un jeune nazi lui pointe sonpistolet sur la teª te, pour l'achever. Acemo-ment, le ciel s'ouvre etDieuapparait!Quidit au jeunenazi: ûArreª te,malheureux!Que fais-tu?Tune saispas que l'hommeque tu allaistuer deviendra pape un jour?ý Le jeune nazi: ûEtmoi?ý. ûToi, apre© s!ý repondit Dieu.

Il eÂtait une fois et il n'y avait pas une fois... que sur les coà tes de la Catalogne, en Espagne, un jeune peÃcheur de fruits demer treÁs particuliers, que personne n'arrivait jamais aÁ peÃcher ... ne vendait ses fruits de mer Ð un par un Ð aux famillespauvres de son quartier. Un jour, un des hommes d'affaires les plus importants de Barcelone lui dit: «E coute moi jeunehomme, peÃche pour moi ces fruits de mer... je te les acheÁte tous ensemble le double de ce que tu les vend aÁ cesmalheureux... je les ameÁnerai dans les meilleurs restaurants de la ville». Le jeune peÃcheur reÂpondit: «Non Monsieur,je preÂfeÁre les vendre un par un aÁ qui me plait». L'homme demanda: «Pourquoi donc? Si je t'eÂpargne un gros travail etque je te les paie le double?». Le jeune homme reÂpondit: «Parce que moi, je reste maõÃtre de ma faim.»

I. SUR LA PHILOSOPHIE DU MASQUE

Sans patrie ni maõÃtre, telle est la photographie des marges ou de rue... les hommes regardent l'ignorance qui les entoure etla peur qui les terrifie ... regarder ne veut pas dire voir et photographier ne veut pas dire transformer la photographie entrafic de banalite camoufleÂe sous la fausse spiritualite de l'art... l'art, comme le patriotisme, est le dernier refuge de la

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carogne, diceva. La fotografia eÁ un atlante del conoscere, una cartografia umana, una poetica della bellezza infranta... o eÁpoca cosa. I mercanti del tempio lo sanno bene... e non sono molti i fotografi che danno voce e immagine ai soggetti``messi'' di fronte alla fotocamera e si trasformano in narratori di se stessi... qui la scrittura fotografica cessa di essere unrituale o un'astrazione narcisistica per diventare ``specchio'' e ``traccia'' della storia.Maurizio Cimino eÁ un fotografo della vita quotidiana struccata di ogni artificio e banalitaÁ ordinarie... a vedere la suaopera in bianco e nero non eÁ difficile cogliere la complessa tessitura poetica e il suo sguardo si fa indagatore eraccoglitore di veritaÁ eterne. Le immagini di strada di Cimino sono maschere (volti, segni, suoni...) che smantellano latradizione del reportage come racconto giornalistico e si chiamano fuori anche dalle scuole accademiche... la visionelibertaria di Cimino si richiama invece ai maestri dell'attimo rubato sui marciapiedi del mondo (William Klein, JosefKoudelka, Robert Frank su tutti) ma soprattutto eÁ la destrutturazione dell'immagine canonica spettacolarizzata (quelladestinata all'impero dei media) che incrina e senza stravaganze estetiche denuncia l'esercizio del potere nella societaÁ incui vive.Nel teatro orientale antico, maschera significa persona e dietro la finzione o visione della maschera, l'amore, la diversitaÁ , latenerezza delle anime belle sborda oltre i confini dell'innocenza e inventa la divina capacitaÁ di volare di laÁ dal reale e fuoridel fantastico.L'anima della maschera conserva e delizia i cuori in amore per il rivissuto iconico del tempo androgino che custodisce iltesoro d'amore del sempre e del mai. L'amore affranca i diversi ma anche i simili. Si ama per il pudore delle lacrime distelle e per l'impudore dei baci al profumo di tiglio... l'amore, come la maschera, eÁ parte di un immaginario liberato che siÐ chiama fuori Ð dal convenzionale e dal prestabilito. Amami e fai di me quello che vuoi: dammi la tua maschera e io tidaroÁ la mia persona. Questo eÁ quanto si legge, credo, nell'affabulazione fotografica del fotografo napoletano.La filosofia della maschera di Cimino eÁ ritagliata (fotografata) in una malinconia amorosa incisa sui corpi, sui volti, neigesti... dei suoi ritrattati e se tutto questo non eÁ proprio cosõÁ, fa lo stesso. Poiche l'immaginario fa parte dell'amore el'amore eÁ un rizoma d'accadimenti, un incrocio di bellezza e di oblõÁo, di pane e di rose dove tutti gli atti sono impuri, sitrascolorano in maschere e fanno del sangue sulla luna dei quasi adatti, una forma di felicitaÁ estrema, per la quale eÁimportante vivere quanto morire.Le maschere di carta bagnata e polvere di sogni di Cimino sono uomini, donne, strade, pezzi di respiro ordinario e prima dimettere le ali segrete degli angeli e fantasmare la magia degli spiriti irriverenti della terra di nondove, mostrano il respirodelle cose e riescono a far tornare ciascuno bambino, almeno una volta. La maschera non ha cittadinanza. Il mondo intero

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charogne, disait-il. La photographie est un atlas de la connaissance, une cartographie de l'homme, une poeÂtique de labeaute briseÂe... ou bien elle est peu de chose. Les marchands du temple le savent bien... et il y a peu de photographes quidonnent une voix et une image aux sujets «poseÂs» devant leur appareil se transformant alors en narrateur d'eux-meÃmes ...ici, l'eÂcriture photographique cesse d'eÃtre un rituel ou une abstraction narcissique pour devenir «miroir» et «trace» del'histoire.Maurizio Cimino est un photographe de la vie quotidienne deÂbarrasseÂe de tout artifice et de toute banalite ordinaire ... envoyant son úuvre en noir et blanc il est pas difficile d'en saisir le complexe tissage poeÂtique et son regard se fait enqueÃteuret glaneur de veÂriteÂs exteÂrieures. Les images de rue de Maurizio Cimino sont des masques (visages, signes, sons...) quideÂconstruisent la tradition du reportage en tant que reÂcit journalistique et s'e loignent aussi des eÂcoles acadeÂmiques... lavison libertaire de Maurizio Cimino se reÂfeÁre en fait aux maitres de l'instant vole sur les trottoirs du monde (William Klein,Josef Koudelka, Robert Frank ,plus que tous les autres) mais surtout, c'est la deÂstructuration des canons de l'image mise enspectacle (celle destineÂe aÁ l'empire des meÂdias) qui compromet et deÂnonce sans extravagances estheÂtiques l'exercice dupouvoir dans la socieÂte ouÁ il vit.Dans le theÂaà tre oriental antique, masque signifie personne et derrieÁre la fiction ou la vision du masque, l'amour, ladiversiteÂ, la tendresse des belles aÃmes deÂbordent des frontieÁres de l'innocence et inventent la divine possibilite de volerau dessus du reÂel et au dehors du fantastique. L'aÃme du masque preÂserve et ravit les cúurs amoureux avec un tempsandrogyne reveÂcu de facËon iconique, temps gardien du treÂsor d'amour des toujours et des jamais. L'amour deÂlivre ceux quisont diffeÂrents mais aussi ceux qui sont semblables. On s'aime pour la pudeur des larmes d'eÂtoiles ou pour l'impudeur desbaisers aÁ la senteur de tilleul... l'amour, comme le masque, fait partie d'un imaginaire libeÂre qui s'eÂloign du conventionnelet du preÂeÂtabli. Aime-moi et fais de moi ce qu'il te plait: donne-moi ton masque et je te donnerai ma personne. C'est ce quice lit, je crois, aÁ travers l'affabulation photographique du photographe napolitain.La philosophie du masque de Maurizio Cimino est deÂcoupeÂe (photographieÂe) dans une meÂlancolie amoureuse graveÂe sur lescorps, les visages, les gestes ... de ses portraits et si ce n'est pas exactement cËa, cËa revient au meÃme. Puisque l'imaginairefait partie de l'amour et que l'amour est un rhizome d'eÂveÁnements, un croisement entre la beaute et l'oubli, fait de pain etde roses ouÁ tous les actes sont impurs, ouÁ ils se changent en masque et transforment le sang de la lune en presque adapteÂs,une forme de bonheur extreÃme, pour lequel il est aussi important de vivre que de mourir.Les masques de papier mouille et de poussieÁres de reÃve de Maurizio Cimino, ce sont des hommes, des femmes, des rues, des bribesde respiration ordinaire et, avant meÃme de mettre les ailes secreÁtes des anges et de fantasmer la magie des esprits irreÂveÂrencieux de

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eÁ il suo teatro. Attraverso una maschera siamo condannati alla genuflessione teologale, attraverso un'altra mascheraabbiamo appreso che l'obbedienza non eÁ mai stata una virtuÁ . La maschera eÁ l'immagine a fior di pelle dell'anima el'anima eÁ amore allo stato ereticale dove ogni sacralitaÁ eÁ dissolta e ogni abbraccio d'amore riporta a noi che desideriamoancora il teatro delle marionette senza fili della nostra interminabile infanzia amorosa. Fino a vent'anni, ciascuno scrivepoesie o scatta fotografie... poi restano i poeti e gli stupidi (Benedetto Croce, diceva). Uno sguardo diretto sul reale eÁ sempreintollerabile. Non perche dice la veritaÁ , perche non la dissimula.I fotografi piuÁ grandi hanno cercato di ``raggelare'' il mondo nelle loro immagini, il problema ora eÁ di cambiarlo... la vitacomincia dove l'incisione, il disegno, la pittura, la fotografia, il cinema... finiscono e l'opera d'arte diventa memoria odenuncia, immaginazione o poesia, evento o fine della farsa dell'immaginale mercantile... la fotografia, come il plotone diesecuzione, sta sempre dalla parte dei piuÁ forti... la macchina fotografica eÁ uno strumento utile al potere per registrare lamenzogna, l'impostura e serve a costruire la dimenticanza... il tempo fotografato diventa storia quando eÁ assunto dallamemoria sociale e dall'uomo in rivolta.La fotografia del margine viene da nessun luogo e non va da nessuna parte che non sia il nido del cuore. Ogni immaginecosõÁ fatta s'iscrive nella trasversalitaÁ di un amore o di una solitudine senza rimedio. Decifra ogni persona (e ogni stella)come una parola ritrovata. L'anima della fotografia del margine, ma non marginale! fiorisce nella terra di nessuno dovevanno a pisciare i cani randagi e i gatti in amore. EÁ l'amore che mangia l'anima e fa della paura l'abbaglio dello stupore diesistere. La fotografia randagia o del margine eÁ senza inizio. La fine eÁ la fatalitaÁ del vero che diviene il florilegio diqualcosa che eÁ stato e non eÁ piuÁ .C'eÁ un modo di vedere nella fantasticazione poetica che eÁ decifrabile e un modo di vedere l'ombra di seÂ. Soltanto labanalitaÁ eÁ reale. D'altronde cioÁ che eÁ stato scritto diviene segno e non si esaurisce nello sguardo. La fotografia radicaletaglia la lingua alla neutralitaÁ . Disvela l'irrealtaÁ dell'irreale. CioÁ che ci lega alla fotografia delle periferie (anche a quella diCimino) eÁ la sete di dolore o la malinconia della gioia che lascia negli occhi la fame del mistero.Diffidare della fotografia patinata eÁ opportuno. Non deporre la composizione spettacolare nel fuoco dei saperi, eÁ un'umi-liazione. Consenso e convenzione sono operazioni disdicevoli. Nessuno puoÁ comprare il sorriso dei bambini con la guerrasulla faccia o ammansire il canto delle stelle. EÁ inglorioso farsi spezzare dalla nientificazione dell'apparenza della propriaepoca.La dittatura del gusto ha omologato merci, idee, opere... e mai la morte della parola sembra cosõÁ prossima alla tomba comela fotografia prodotta e consumata nella civiltaÁ dello spettacolo.

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la terre de non lieu, ils donnent aÁ voir la respiration des choses et savent nous faire tous redevenir enfant, une fois au moins. Lemasque n'a pas de nationaliteÂ. Le monde entier est son theÂaà tre. AÁ travers un masque nous sommes condamneÂs aÁ la geÂnuflexiontheÂologale, aÁ travers un autre nous avons appris que l'obeÂissance n'a jamais eÂte une vertu. Le masque est l'image a fleur de peau del'aÃme et l'aÃme est amour aÁ l'eÂtat heÂreÂtique, ouÁ toute sacralite est dissoute et toute eÂtreinte d'amour nous renvoie aÁ notre deÂsirinassouvi de theÂaÃtre de marionnettes sans fil de notre interminable enfance amoureuse. Jusqu'aÁ vingt ans, tout un chacun eÂcrit despoeÂsies ou prend des photos... ensuite il reste les poeÁtes et les imbeÂciles (disait Benedetto Croce). Un regard direct sur le reÂel esttoujours intoleÂrable. Non parce qu'il dit la veÂrite mais parce qu'il ne la dissimule pas.Les plus grands photographes ont tente de «congeler» le monde dans leurs images, le probleÁme aÁ preÂsent c'est de lechanger.... La vie commence laÁ ouÁ la gravure, le dessein, la peinture, la photographie, le cineÂma.... finissent et l'úuvred'art devient meÂmoire ou deÂnonciation, imagination ou poeÂsie, eÂveÁnement ou fin de la comeÂdie de l'imagier marchand... laphotographie, comme le peloton d'exeÂcution, est toujours du cote des plus forts... l'appareil photo est un instrument utile aupouvoir pour enregistrer le mensonge, l'imposture et sert aÁ construire l'oubli .... le temps photographie devient histoirequand il est retenu par la meÂmoire sociale et par l'homme reÂvolte .La photographie des marges ne vient de nulle part et ne va nulle part si ce n'est dans le nid du cúur. Toute image ainsifaite s'inscrit dans la transversalite d'un amour ou d'une solitude sans remeÁde. Elle deÂchiffre chaque personne ( et chaqueeÂtoile) comme un mot retrouveÂ. L'aÃme de la photographie des marges, mais non marginale! fleurit sur la terre de personneouÁ vont pisser les chiens errants et les chats en amour. C'est l'amour qui mange l'aÃme et fait de la peur un eÂmerveillementeÂblouissant face aÁ l'existence. La photographie errante ou des marges n'as pas de commencement. La fin est la fatalite duvrai qui devient alors le florileÁge de quelque chose qui a eÂte et qui n'est plus.Il y a une facËon de voir avec la reÃverie poeÂtique que l'on peut deÂchiffrer et une facËon de voir l'ombre de soi-meÃme. Seule labanalite est reÂelle. D'ailleurs, ce qui a eÂte eÂcrit devient signe et le regard ne peut l'eÂpuiser. La photographie radicale coupela parole aÁ la neutraliteÂ. Elle deÂvoile l'irreÂalite de l'irreÂel. Ce qui nous lie aÁ la photographie des peÂripheÂries (mais aussi aÁcelle de Maurizio), c'est la soif de la douleur ou la meÂlancolie de la joie qui laisse au fond des yeux une faim de mysteÁre. Lemoment est venu de deÂfier la photographie patineÂe. Ne deÂpose pas la composition spectaculairedans le feu des savoirs, c'estune humiliation. Personne ne peut acheter le sourire des enfants qui ont la guerre sur le visage ou amadouer le chant deseÂtoiles. Il n'est pas glorieux de se faire eÂcraser par l'aneÂantissement de l'apparence de son eÂpoque. La dictature du gouà t auniformise marchandises, ideÂes, úuvres ... et jamais la mort de la parole a eÂte aussi preÁs de la tombe comme la photo-graphie produite et consommeÂe dans la civilisation du spectacle.

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II. SULLA FOTOGRAFIA DEL MARGINE

La fotografia del margine o randagia di Maurizio Cimino ci obbliga a vedere, a parlare di cioÁ che ci eÁ oscuro o che nonvogliamo riconoscere come male del nostro tempo... le sue immagini recano disturbo laÁ dove regna la mediocritaÁ el'impotenza... ogni cosa, persona, frammento sociale fotografato da Cimino si trascolora in testimonianza e va a far partedi una democrazia dello sguardo dove ciascuno eÁ protagonista della propria caduta o della propria insorgenza... in questosenso la fotografia di Cimino ci sembra emergere da un proprio sistema spaziale che mescola linguaggi, allarga orizzonti,rivendica emozioni... le sue immagini non temono di contenere influenze, contaminazioni, citazioni... c'eÁ un senso profondodi sradicamento nella scrittura fotografica di Cimino, che eÁ anche un cammino, un sentiero, un percorso che avvicina gliuomini o li divide su veritaÁ che possono essere scoperte o tradite. La sua non eÁ una fotografia della spontaneitaÁ o unesercizio di stile... semmai di stiletto... che infrange ogni mitologia sul buon governo dell'umanitaÁ e si fa anima del mondo.La scrittura fotografica di Cimino lavora sulla ricerca di una diversa interazione tra immagine e comportamenti sociali. Lesue fotografie sono la rivisitazione di un pensiero che denuda le responsabilitaÁ del potere... il fotografo sa che l'economiamercantile eÁ sostenuta da un'accumulazione di spettacoli, di linguaggi spettacolarizzati, e il rapporto sociale fra persone eÁmediato attraverso le immagini. ``Lo spettacolo compreso nella sua totalitaÁ eÁ nello stesso tempo il risultato e il progetto delmodo di produzione esistente'' (Guy Debord). Lo spettacolo eÁ il linguaggio del potere, eÁ la comunicazione dominantedivenuta merce. La cultura dello spettacolo eÁ la continuazione della guerra con altri mezzi.La fotografia del margine di Cimino diserta le burocrazie e le culture dell'ostaggio e cerca altre vie del comunicare...inquadrature asciutte, ``imperfette'', di derivazione cinematografica, anche... neri forti, bianchi profondi... tagli selvatici,inserti coraggiosi, surrealtaÁ metropolitane... sono gli arnesi espressivi del suo linguaggio fotografico... l'irriverenza controogni scuola celebrata lo conduce dentro un'autopsia dell'arte e di tutte le forme di comunicazione asservite al potere...nell'inverno dei nostri scontenti, l'estetico e il politico del suo fare-fotografia si trascolora critica radicale dell'esistenza.Lo sguardo di Cimino eÁ quello dell'etnologo... la sua fotografia s'interessa a cioÁ che incontra nella strada e nei suoi sogni...le immagini che coglie al volo o che costruisce intensamente... testimoniano una ``vivenza''... il fotografo si rifiuta direstituire il reale cosõÁ come accade di fronte alla fotocamera... la sua iconografia infatti esprime una scelta, una strutturaelaborata, un'analisi della cosa fotografata... non c'eÁ peroÁ l'istituzionalizzazione delle forme nelle fotografie di Cimino, ma laliberazione dei sentimenti diretti e la testimonianza di affetti appena fissati nella macchina fotografica. ``L'artista Ð diceNietzsche Ð sceglie i suoi soggetti: eÁ il suo modo di lodare''. Cogliere i significati della fotografia significa decifrare il

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II. SUR LA PHOTOGRAPHIE DES MARGES

La photographie des marges ou errante de Maurizio Cimino nous oblige aÁ voir, aÁ parler de ce qui nous est obscur ou quenous ne voulons pas reconnaõÃtre comme le mal de notre temps... ses images deÂrangent laÁ ouÁ reÁgnent la meÂdiocrite etl'impuissance... Chaque chose, personne, fragment social photographie par Maurizio Cimino se change chromatiquement enun teÂmoignage et rejoint une deÂmocratie du regard ouÁ tout le monde est le protagoniste de sa propre chute ou apparition...en ce sens la photographie de Maurizio Cimino eÂmerge, nous semble-t-il, d'un systeÁme spatial qui lui est propre, qui meÃleles langages, eÂlargit les horizons, revendique des eÂmotions... il y a un sens de deÂracinement profond dans l'eÂcriture photo-graphique de Maurizio, qui est aussi une route, un chemin, un trajet qui rapproche les hommes ou les divise sur des veÂriteÂsqui peuvent eÃtre deÂcouvertes ou bien trahies. Il ne s'agit pas d'une photographie de la spontaneÂite ou d'un exercice de style... tout au plus de stylet... qui fait voler en eÂclats toute mythologie de bon gouvernement de l'humanite et devient l'aÃme dumonde.L'eÂcriture photographique de Maurizio Cimino travaille sur la recherche d'une interaction diffeÂrente entre l'image et lescomportements sociaux. Ses photographies sont une reÂvision d'une penseÂe qui met aÁ nue les responsabiliteÂs du pouvoir... lephotographe sait que l'eÂconomie marchande est soutenue par une accumulation de spectacles, de langages mis en spectacles,et que dans les rapports sociaux, les images servent de meÂdiateur. «Le spectacle compris dans sa totalite est aÁ la fois lereÂsultat et le projet du moyen de production existant.» (Guy Debord). Le spectacle est le langage du pouvoir, c'est lacommunication dominante devenue marchandise. La culture du spectacle est le prolongement de la guerre avec d'autresmoyens.La photographie des marges de Maurizio Cimino deÂserte les bureaucraties et les cultures de l'otage et cherche d'autres voiespour communiquer.... cadrages secs, «imparfaits», de deÂrivation cineÂmatographique aussi .... noirs forts, blancs profonds....coupes sauvages, insertions courageuses, surreÂel meÂtropolitain... voici les outils expressifs de son langage photographique...l'irreÂveÂrence envers toute eÂcole porteÂe au nues le conduit aÁ une autopsie de l'art et de toutes les formes de communicationasservies au pouvoir.... dans l'hiver de nos meÂcontentements, l'estheÂtique et le politique de son faire photographique sechange en une critique radicale de l'existence.Le regard de Maurizio Cimino est celui de l'ethnologue ... sa photographie s'inteÂresse aÁ ce qu'il rencontre dans la rue etdans ses reÃves... les images qu'il attrape aÁ la voleÂe ou qu'il construit intenseÂment ... teÂmoignent d'une «survivance» ... lephotographe refuse de restituer le reÂel tel qu'il se preÂsente devant l'objectif... son iconographie en effet exprime un choix,

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presente, superare la tecnica e il narcisismo e trovare quell'estetica popolare che fa della fotografia un viatico versol'acquisizione di un'etica e di un'estetica intimamente legate agli scopi universali della giustizia e della bellezza. ``Il malesboccia nel mondo e il bene, l'uomo giusto, eÁ fondamentalmente cioÁ che lo combatte'' (Luigi Zoja). CioÁ che eÁ autentica-mente bello, eÁ naturalmente giusto.

III. SULLA FOTOGRAFIA DELLA BELLEZZA

Quando ero bambino, mio padre mi insegnoÁ a non piegare mai la testa di fronte alla cattiveria e non scendere mai cosõÁ inbasso tanto da odiare una persona.Quando ero bambino, mia madre mi disse di non avere timore di piangere, ne quando si ama ne quando si soffre... mi disseanche di non aver paura dell'amore ma di temere di non averlo incontrato mai!Davanti al dolore degli altri eÁ difficile sorridere, com'eÁ difficile piangere. La crudeltaÁ della civiltaÁ dello spettacolo eÁstraziante e cercare una ragione per esistere al di fuori dei consumatori di violenze o mercanti di armi eÁ difficile quantocercare un uomo onesto in parlamento.Crediamo a una forma di ``ecologia delle immagini'' (Susan Sontag), una sorta di ``fotografia randagia'' che si schiera dallaparte degli oppressi e contro gli oppressori.Non ci interessano le iconografie della compassione ne i sudari della povertaÁ ... sappiamo che la ricchezza di pochi implical'indigenza di molti. E nessuno puoÁ dire che il mondo non va cosõÁ.Le guerre coloniali, le guerre del petrolio, le guerre di religione... sono lõÁ a ricordare all'umanitaÁ che ad Auschwitz, mentresi assassinavano milioni di persone, gli aguzzini si facevano suonare Schubert prima di cena e nel resto del pianetaimpazzava il boogie-woogie di Glenn Miller. L'era atomica inaugurata da Hiroshima, annunciava nuovi presagi di bruttezzadell'umanitaÁ . La terribilitaÁ , come l'indifferenza, sono alla base di ogni genocidio accettato. La guerra tecnologica eÁ entratanelle case e l'idea di onnipotenza dei paesi ricchi eÁ divenuta planetaria.E Dio, dov'eÁ il buon Dio? Si chiedeva il filosofo ebreo Elie Wiesel di fronte al bambino impiccato nel campo di sterminio diAuschwitz: ``PiuÁ di una mezz'ora restoÁ cosõÁ, agonizzando sotto i nostri occhi. E noi dovevamo guardarlo bene in faccia. Eraancora vivo quando gli passai davanti. La lingua era ancora rossa, gli occhi non ancora spenti. Dietro di me udii il solitouomo domandare: Dov'eÁ dunque Dio? E io sentivo in me una voce che rispondeva: Dov'eÁ? Eccolo: eÁ appeso lõÁ, a quella

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une structure eÂlaboreÂe, une analyse de la chose photographique... il n'y a pas pour autant d'institutionnalisation des formesdans la photographie de Maurizio Cimino, mais une libeÂration des sentiments directs et un teÂmoignage d'affections quiviennent d'eÃtre fixeÂes par l'appareil. «L'artiste Ð dit Nietzsche Ð choisit ses sujets: c'est da facËon de flatter». Saisir lessignifications de la photographie veut dire deÂchiffrer le preÂsent, deÂpasser la technique et le narcissisme et trouver cetteestheÂtique populaire qui fait de la photographie un viatique vers l'acquisition d'une eÂthique et d'une estheÂtique intimementlieÂes aux objectifs universaux de la justice et de la beauteÂ. «Le mal eÂclot dans le monde et le bien, l'homme juste,fondamentalement, est ce qui le combat.» (Luigi Zoja). Ce qui est authentiquement beau est naturellement juste.

III. SUR LA PHOTOGRAPHIE DE LA BEAUTEÂ

Quand j'eÂtais petit, mon peÁre m'a appris aÁ ne jamais courber la teÃte face aÁ la meÂchancete et aÁ ne jamais m'abaisser aupoint de haõÈr quelqu'un. Quand j'eÂtais petit, ma meÁre me disait qu'il ne faut jamais avoir honte de pleurer, ni quand onaime ni quand on souffre... elle me disait aussi de ne pas avoir peur de l'amour mais plutoà t de ne l'avoir jamais connu!Il est difficile de sourire devant le malheur des autres, tout comme il est difficile de pleurer. La cruaute de la civilisation duspectacle est deÂchirante et trouver une raison d'eÃtre en dehors des consommateurs de violence ou des marchands d'armesest aussi difficile que de trouver un homme honneÃte au parlement. Nous croyons aÁ une forme d' «eÂcologie des images»(Susan Sontag), aÁ une sorte de «photographie errante» qui prend position pour les opprimeÂs contre les oppresseurs. Lesiconographies de la compassion et les suaires de la pauvrete ne nous inteÂressent pas... nous savons que la richesse dequelques uns implique l'indigence de beaucoup. Et personne ne peut dire que ce n'est pas ainsi que va le monde.Les guerres coloniales, les guerres du peÂtrole, les guerres de religions... elles sont laÁ pour nous rappeler aÁ l'humanite que aÁAuschwitz, pendant que des millions de personnes eÂtaient assassineÂes, les bourreaux faisaient jouer Schubert avant le dõÃneret dans le reste de la planeÁte le boogie-woogie de Glenn Miller battait son plein. L'eÁre atomique inaugureÂe aÁ HiroshimaannoncËait de nouveau preÂsages de laideur de l'humanite . La terreur comme l'indiffeÂrence sont aÁ la base de tout geÂnocideaccepteÂ. La guerre technologique est entreÂe dans les foyers et l'ideÂe de l'omnipotence des pays riches est devenue planeÂtaire.Et Dieu? OuÁ est le bon Dieu? Ainsi s'interrogeait le philosophe juif Elie Wiesel face aÁ cet enfant pendu dans le campd'extermination d'Auschwitz: «Il resta ainsi, plus d'une demi-heure, agonisant sous nos yeux. Et nous devions bien regarderson visage. Il eÂtait encore vivant quand je passai devant lui. Sa langue eÂtait encore rouge, les yeux n'eÂtaient pas encore

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forca''... nessun uomo eÁ un isola e se ``il ricco o eÁ un ladro o un erede di un ladro'' (diceva giaÁ nel IV secolo il vescovoBasilio), educazione liberatrice, solidarietaÁ comunitaria e dialogo interculturale significano responsabilitaÁ di ciascuno versol'intera rete sociale.La scrittura fotografica della bellezza non sempre eÁ parte del giogo del mercimonio.Qualche volta essere pionieri incompresi non comporta solo raccogliere gli sputi, ma anche i sorrisi traditi dei bambini chemuoiono per fame ai quattro venti della terra. Nessuno puoÁ comprare un sorriso. La sola epopea che ci commuove eÁ quelladei fra' Dolcino, dei Camilo Torres, della Banda Bonnot o dei ``Che'' Guevara... che hanno liberato l'utopia nel quotidiano esognato un'umanitaÁ libera come un passero in cielo. La societaÁ dello spettacolo imprigiona, eÁ l'amore dell'uomo per l'uomoche ci rende liberi. Un mondo differente eÁ possibile.La fotografia, quando eÁ grande, esprime il ritratto di un'epoca. Non evoca nulla. Mostra una parte per il tutto. In ogniforma d'arte cioÁ che eÁ importante eÁ fare una scelta, elaborare una sintesi, escludere l'inutile e il troppo facile. Si tratta ditagliare le fronde dell'opulenza descrittiva per lavorare nel rizoma del segno rovesciato. Dietro ogni grande fotografia c'eÁ uncriminale o un poeta.La fotografia in forma di poesia, non registra la realtaÁ , la interpreta. La fotografia della bellezza non corteggia la morte,anzi denuncia la cultura del disastro della quale eÁ icona adorante e adorata. L'estetica del terrore poggia sull'ordinariaamministrazione di un esistente banalizzato. EÁ la morale spicciola degli affari sporchi e dei terrorismi di ordinaria follia. Ilritorno alla ragione significa ritrovare l'innocenza perduta e lavorare affinche le Utopie si trasformino in ``topie'', ovvero incammini possibili per la conquista di un'umanitaÁ piuÁ giusta e piuÁ umana. ``La connessione tra gli uomini non passa per lasuperioritaÁ , che isola, bensõÁ per la debolezza: l'umanitaÁ ha bisogno di senso di comunanza'' (James Hillman), di un'ela-borazione poetica del quotidiano, condotta nel piacere di un incessante immaginare.L'iconografia della bellezza si fonda sulla visione utopica della libertaÁ . La fotografia cosõÁ fatta, assume su di se laresponsabilitaÁ per l'altro. EÁ mettere l'altro al centro della propria attenzione. La libertaÁ , come la bellezza, non si daÁ , siconquista. Nessun uomo eÁ veramente libero di godere della bellezza se da qualche parte della terra altri esseri umani sonoprivati della libertaÁ . Dove c'eÁ lo spirito d'amore dell'uomo per gli altri uomini, lõÁ c'eÁ la bellezza della libertaÁ .L'amore per la libertaÁ e per la bellezza eÁ un cammino, un segno, un sogno... la vita buona nasce dal lievito dellaconoscenza, diceva. Lo stupore e la meraviglia sono le stelle comete sulle quali andare a cavalluccio lungo la Via Maestradella solidarietaÁ , della fraternitaÁ , dell'accoglienza del diverso da seÂ... e rompere il disamore, la predazione, il massacro diuna societaÁ del dolore che non merita essere difesa. Chi (come noi) eÁ di nessuna chiesa, non si ritrova nemmeno in una

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eÂteints. J'entendis derrieÁre moi un homme poser cette eÂternelle question : Mais ouÁ est Dieu? Et je sentais en moi une voixqui reÂpondait: OuÁ est-il? Il est laÁ : suspendu, aÁ cette fourche»... aucun homme ne vit sur une õÃle et si « le riche est un voleurou l'heÂritier d'un voleur» (comme le disait deÂjaÁ au IV sieÁcle l'eÂveÃque Basile), eÂducation libeÂratrice, solidarite communautaireet dialogue interculturel, tout cËa veut dire responsabilite de tous dans le reÂseau social entier.L'eÂcriture photographique de la beaute n'est pas toujours sous le joug du trafic. Parfois, eÃtre des pionniers incompris, cen'est pas seulement ramasser des crachats, mais ce sont aussi les sourires trahis des enfants qui meurent de faim aux quatrevents de la terre. Personne ne peut acheter un sourire. La seule eÂpoque qui nous eÂmeut est celle des fra' Dolcino, desCamilo Torres, de la Bande aÁ Bonnot ou des «Che» Guevara... qui ont libeÂre l'utopie du quotidien et reÃve d'une humaniteÂplus libre, comme un oiseau dans le ciel. La socieÂte du spectacle emprisonne et c'est l'amour de l'homme pour l'homme quinous libeÁre. Un monde diffeÂrent est possible.La photographie, quand elle est bonne, exprime le portrait d'une eÂpoque. Elle n'eÂvoque rien. Elle montre une partie pour letout. Dans toute forme d'art, ce qui compte est de faire un choix, d'eÂlaborer une syntheÁse, d'exclure l'inutile et le tropfacile. Il s'agit de tailler le feuillage de l'opulence descriptive pour travailler dans le rhizome du signe renverseÂ. DerrieÁrechaque bonne photographie, il y a un criminel ou un poeÁte.La photographie sous forme de poeÂsie n'enregistre pas la reÂaliteÂ, elle l'interpreÁte. La photographie de la beaute ne fait pasla cour aÁ la mort, mais elle deÂnonce la culture du deÂsastre, dont elle est l'icoÃne adorante et adoreÂe. L'estheÂtique de laterreur repose sur la gestion ordinaire d'un reÂel banaliseÂ. C'est la basse morale des affaires sales et des terrorismes de lafolie ordinaire. Le retour aÁ la raison signifie retrouver l'innocence perdue et travailler jusqu'aÁ ce que les Utopies setransforment en «topies», c'est-aÁ -dire en chemins possibles vers la conqueÃte d'une humanite plus juste et plus humaine.«La connexion entre les hommes ne passe pas par la supeÂrioriteÂ, qui isole, mais bien par la faiblesse: l'humanite a besoind'un sens de la communion» (James Hillman), d'une eÂlaboration poeÂtique du quotidien, conduite dans le plaisir d'unimaginaire incessant.L'iconographie de la beaute se fonde sur la vision utopique de la liberteÂ. La photographie ainsi faite prend sur soi laresponsabilite de l'autre. Mettre l'autre au centre de sa propre attention. La liberteÂ, comme la beauteÂ, ne se donne pas, ellese conquiert. Aucun homme n'est vraiment libre de jouir de la beaute si quelque part sur la terre d'autres eÃtres humainssont priveÂs de liberte . LaÁ ouÁ il y a l'esprit d'amour pour les autres hommes, il y a la beaute de la liberteÂ.L'amour de la liberte et de la beaute est un chemin, un signe, un reÃve... la vie juste nait du levain de la conscience, disait-il. L'eÂtonnement et la merveille sont des comeÁtes sur lesquelles on monte a cheval le long de la voie royale de la solidarite ,

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congrega di miscredenti, e la sola bellezza e libertaÁ che ama fino a morirne laÁ , al limitare del bosco, eÁ la vita sognata degliangeli del non-dove che annunciano Ð in amore Ð la comunitaÁ che viene.

Le scritture fotografiche del margine di Cimino lavorano sul deÂtournement e lo spossessamento dell'immagine... disvelano illinguaggio del dominio decomposto... figurano una critica della totalitaÁ e sotto un certo taglio avvelenano le gogne delleideologie e delle fedi... rovesciano un universo che tende all'organizzazione razionale di tutti gli aspetti della vita e fannodell'insignificanza il principio di tutte le cadute... la decomposizione storica di ogni forma d'arte mercantile passa dall'ab-battimento di malevoli idioti che fanno professione di pensare e sostengono la circuitazione della ragione della fotografia neisalotti intellettuali dell'amena dialettica gauchiste dello spettacolo. Il lavoro fotografico di Cimino si raccorda con la messa afuoco di una scelta... le sue immagini rispecchiano e al tempo stesso creano un discorso con una parte di mondo... ri-creanouno scenario e affermano un discorso culturale, un ``punctum'' (Roland Barthes) che rende possibile la lettura critica dellafotografia e al contempo la demistificazione della storia imposta.La fotografia randagia non eÁ colta radicalmente finche non eÁ sperimentata e restituita alla realtaÁ dagli insorti della volontaÁdi vivere. La fotografia cosõÁ fabbricata vuole riprendersi la facoltaÁ di parola e all'interno della cultura che la emargina o lacancella amabilmente dai suoi articolati convegni e cattedre di ordinaria castrazione, mostrare i valori e il prestigio ereticaleche le compete. L'etica e l'estetica (giustizia e bellezza) della fotografia randagia o del bordo contiene la sua propriacritica... sputa in faccia a chiunque, presente e futuro, che non prenda coscienza del proprio fallimento Ð fuori dalladissoluzione teorica (non solo) dell'immagine mercantile fotografica Ð come fine di un'epoca.

Pino Bertelli(Reporters Sans FrontieÁres)

17 volte ottobre, Piombino, dal vicolo dei gatti in amore.

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de la fraterniteÂ, de l'accueil de qui est diffeÂrent de soi... pour rompre le deÂsamour, la preÂdation, la massacre d'une socieÂteÂde la douleur qui ne meÂrite pas d'eÃtre deÂfendue. Qui (comme nous) n'appartient aÁ aucune eÂglise ne se retrouve pas nonplus dans une bande de meÂcreÂant, et la beaute et la liberte que seules il aime au point d'en mourir, aÁ la lisieÁre du bois,c'est la vie reÃveÂe des anges du non-pays qui annoncent Ð en amour Ð la communaute qui arrive.

Les eÂcritures photographiques des marges de Maurizio Cimino travaillent sur le deÂtournement et la deÂpossession del'image... deÂvoilent le langage de la domination deÂcomposeÂe... repreÂsentent une critique de la totalite et d'un certainpoint de vue empoisonnent les carcans des ideÂologies et de la foi... renversent un univers qui tend aÁ l'organisationrationnelle de tous les aspects de la vie et font de l'insignifiance le principe de toutes les chutes... la deÂcompositionhistorique de toute forme d'art marchand passe par la deÂmolition des idiots malveillants qui se vantent de penser et quisoutiennent le court-circuitage de la raison photographique dans les salons intellectuels de la plaisante dialectique gauchistedu spectacle. Le travail photographique de Maurizio Cimino se rattache aÁ une mise au point d'un choix... ses imagesrefleÁtent et creÂent aÁ la fois un discours avec une partie du monde... re-creÂent un deÂcor et affirment un discours culturel, un«punctum» (Roland Barthes) qui rend possible la lecture critique de la photographie et en meÃme temps une deÂmystificationde l'histoire qu'on nous impose.La photographie errante n'est pas saisie radicalement tant qu'elle n'est pas expeÂrimenteÂe et restitueÂe aÁ la reÂalite desinsurgeÂs de la volonte de vivre. La photographie ainsi fabriqueÂe veut reÂcupeÂrer sa faculte de parole et, au sein d'un culturequi la marginalise ou l'efface aimablement de ses colloques bien organiseÂs et de ses chaires de castration ordinaire, montrerles valeurs et le prestige heÂreÂtique qui lui reviennent. L'eÂthique et l'estheÂtique (justice et beauteÂ) de la photographie erranteou des bords contiennent leur propre critique... crachent aÁ la figure de n'importe qui, preÂsent et futur, ne prend pasconscience de son eÂchec Ð en dehors de la dissolution theÂorique (pas seulement) de l'image photographique marchande Ðen tant que fin d'une eÂpoque.

Pino Bertelli(Reporters Sans FrontieÁres)

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Biografia / Biographie

Maurizio Cimino nasce a Washington D.C. nel 1969. EÁ laureato in Scienze Politiche all'UniversitaÁFederico II di Napoli, oggi lavora come responsabile del Centro Audiovisuale presso la FacoltaÁ diSociologia. Ha pubblicato alcune delle sue ricerche visuali con il CNR e con l'Istituto Italiano pergli Studi Filosofici.

Maurizio Cimino est ne aÁ Washington D.C: en 1969. Il fait des eÂtudes de Sciences Politiques aÁl'Universite Federico II de Naples et il est aujord'hui resposable du Centro Audiovisuel de laFaculte de Sociologie. Certaines de ses recherches visuelles ont eÂte publieÂes avec le CNR etl'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.

Principali esposizioni / Principales expositions

Centro Cultural Rojas, Buenos Aires 2009Galerie 52, Paris 2009Casa della Pace, Milano 2009Altrimenti - Istituto Italiano Cultura, Luxembourg 2008Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Napoli 2007Apparamment CafeÂ, Paris 2007` Le Grenoble'' - Institut FrancËais de Naples - UniversitaÁ Federico II, Napoli 2006Museo di Santa Chiara, Napoli 2005

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CIUDAD DE LA FURIAM A U R I Z I O C I M I N O

ISBN 978-88-6419-026-6