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Celeste numero 70 - Giugno 2012

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(Riceviamo e pubblichiamo)

AI direttore Monaco Roberto,Nello spirito della completezza dell’informazione, invio la seguente nota per una sua pubblicazione sulla Vs. rivista.Grazie, Franco Angeli

Egregio Direttore,se me lo consente vorrei esprimere alcune conside-razioni In merito al suo articolo “la riserva indiana” (Celeste n. 69). Lei dice: “Ma si tratta solo di un treno, di bucare la montagna e di adeguarsi al resto d’Europa, un atteg-giamento così ostile e combattivo appare francamente sproporzionato rispetto alle rivendicazioni dei residenti.”Ho vissuto molto di riflesso la vicenda TAV-Val di Susa, nonostante questo alcune cose sono riuscito a capirle e, sinceramente, mi sembra che tutta la questione non possa essere liquidata alla stregua di “si tratta solo di un treno” o “dl bucare la montagna”. Si scontrano due concezioni difficilmente conciliabili: nel caso di un’opera pubblica deve prevalere l’interesse dello Stato o quello dl una popolazione? Verrebbe spontaneo rispondere immediatamente che l’interesse generale (Stato) deve prevalere su quello personale (popolazione), ma siamo certi che si tratti dl un interesse generale? Porto alcuni ragionamenti che sollevano non poche perplessità sull’argomento. La prima anomalia evidente, facilmente evidenziabile da una cartina geografica europea è che il corridoio Lisbona-Kiev, all’altezza di Lione, deve fare una visto-sa deviazione per passare proprio per l’Italia. Gentile concessione europea o lobbying Italiano? E se l’Italia fosse stata esclusa da tale corridoio (ma non da altri), rischierebbe l’isolamento dalla geografia ferroviaria? Tale quesito rimanda alla seconda anomalia.

Questa linea servirà per il traffico merci, peccato che Il traffico merci su rotaia in Italia galleggi da decenni ad una quota ben inferiore al 10% del totale. Ne consegue che se in Italia le merci non viaggiano su rotaia non corriamo il rischio di “restare tagliati fuori” dal resto d’Europa: sotto questo aspetto ci abbiamo già pensato noi, e da anni. Lei ribatterà che, una volta realizzata tale opera, non ci sarebbero più alibi per i nostri politici per attuare quel riequilibro modale (riequilibrio tra le merci che viaggiano in autotreno e quelle che viaggiano in treno) dl cui si parla da tempo immemore. Spero di non disilludere nessuno se ricordo che nessun politico si alienerà milioni di voti (dei padroncini dei TIR, indotto e familiari) per trasferire le merci da gomma a ferro. Tantomeno lo farà questo governo tecnico, vista la strada che ha preso, sia in merito alla TAV, sia in merito al futuro dei vettori ferroviari.Ricordo anche che l’UE finanzierà l’opera al massimo al 40%, restano da trovare alcuni miliardi di Euro. Se gli esperti del politecnico di Milano hanno ragione (hanno sollevato forti perplessità sulla sostenibilità del progetto), per quale motivo i valligiani dovrebbero mettere a repentaglio la loro salute (le montagne della loro valle sono piene d’amianto) e la bellezza residua della loro valle (già attraversata dalla linea ferroviaria e dall’autostrada) per un’ opera pressoché inutile? L’in-teresse generale deve ancora prevalere sull’ interesse particolare nel caso di un’opera non indispensabile o pressoché inutile? lo ho qualche perplessità.Lei non si spiega l’ottusità del valsusini? lo sincera-mente non mi spiego la cocciutaggine dei politici (salvo fare come Andreotti), specie dl quelli della Lega Nord (ricorda lo slogan di anni fa? “Paron a casa mia”. Non vale più questo slogan ora che governano loro?), a voler spendere tutti quei soldi (nostri!) per un’opera certa-mente meno utile di tante altre (è necessario ricordare che non si trovano i soldi per rimediare all’alluvione di fine 2010?).E poi, me lo consenta, vorrei, finalmente trovare qual-cuno che mi spieghi per quale motivo se non si fanno alcune grandi opere poco utili (certe autostrade, TAV merci, Inceneritori, eco) o dannose, non siamo catalo-gabili tra i paesi avanzati, mentre nessuno trova niente da ridire sulla nostra collocazione Internazionale in merito alla situazione della nostra rete acquedottistica (in tutta Italia la rete perde percentuali astronomiche dl acqua potabile che, in molti casi, viene poi razionata) o in riferimento alla nostra rete idrografica e assetto idrogeologico (e potrei continuare l’elenco). E perché invece quei soldi non vengono spesi per potenziare la rete del trasporto locale (e consentire al pendolare dì non svenarsi per pagare la benzina)? Misteri italiani.

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Doverosa risposta all’interlocuzione di un lettore sulla questione della Val di Susa

NLa riserva indiana 2

di Riccardo Monaco

onostante i tempi dilatati dalla periodicità di Celeste e nonostante da un po’ non se ne senta più parlare, rispondo volentieri a Franco Angeli

(vedi la sua lettera) che ha voluto chiosare il mio ultimo pezzo intitolato “La riserva indiana” sulla vicenda del Treno ad Alta Velocità e dei lavori conseguenti in alta Val di Susa, fra le Alpi occidentali.Il lettore riprende il concetto di utilità pubblica nel caso di grandi opere di interesse nazionale: è proprio questo uno dei punti fondamentali, i valsusini non possono intestardirsi a considerare il loro territorio una specie di enclave in terra straniera, e non possono disporne a loro piacimento, non ne sono i proprietari, per cui, elevata tutta la loro protesta (legittima), non possono elevate le barricate e dichiarare la guerra santa. I no-Tav, con le loro dichiarazioni guerrigliere e anti-Stato diventano “altri” da noi, dal resto del Paese, frammentato da sempre in “…ottocento San Marini di un’Italia in pillole…” come diceva un poeta minore del periodo risorgimentale. Il fatto è, caro Angeli, che in Italia qualunque cosa si faccia c’è sempre qualcuno contro, così, per il gusto di esserlo, per amore della discordia, per ripicca privata, perché il sole sorge ad oriente e così via. Smettiamola di essere una accozzaglia di piccole tribù e diventiamo finalmente un popolo! Quanto all’utilità dell’operazione, le sue mi sembrano teorie un po’ azzardate: considerare il corridoio 5 superato e inutilmente costoso solo guardando una cartina geografica senza nes-sun altro elemento di geografia economica e sue proiezioni future, francamente appare buttato là, come la sera al bar; quanto poi al fatto che il traffico su gomma non ne sarebbe depotenziato, appartiene al repertorio di quegli scetticismi che vanno sotto il titolo di “tanto non cambia niente”,

notoriamente in senso contrario a qualunque progresso. E poi l’amianto. Non c’era quando sono state costruite le altre infrastrutture? Non ho sentito nessuno parlarne e credo che siano ben altre le forme di inquinamento da denunciare. Infine la rete idrica nazionale: su questo siamo d’accordo, ma perché nessuno ha invocato questo spreco contro il progetto del ponte sullo Stretto di Messina? La Sici-lia ha bisogna di acqua, non di opere faraoniche a beneficio delle mafie, eppure in quel caso come in altri nessuno ha fiatato, non sono sorti comitati, nessuno si è arrampicato sui piloni della corrente, nessuno ha invaso le autostrade o scritto sui muri delle città parole solidali con i più violen-ti valsusini. La domanda è: chi ha voluto trasformare la vicenda no-Tav in una guerricciola privata nel tentativo di farne una guerra europea? Non so i nomi, ma è gente fuori dalla Storia, l’unica che potrà dire se quest’opera sarà stata utile o dannosa, ma solo un domani e solo a cosa fatte. E con questo mi firmo, caro Angeli, Riccardo, non Roberto, Riccardo Monaco.

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4 A tutte le età, ma soprattutto dopo i 50, qualche semplice test migliora la vita.

Scegliere la prevenzioneconviene. Sempre.

La ricetta per vivere sereni? Ognuno ha la sua, costruita con l’esperienza e con la sensibilità. Ma l’Ulss 17 pro-pone per tutti qualche “chicca” in più, che può davvero aiutare a “Vivere sereni”: è questo il titolo del progetto di screening della popolazione messo in piedi dall’azienda sanitaria locale, che anche quest’anno propone la prevenzione come pun-to di base per la salute. Per tutte le donne di età compresa fra i 25 e i 64 anni, ad esempio, c’è la possibilità di acce-dere al test Hpv. Si tratta di un esame simile al pap test, che però va esclu-sivamente alla ri-cerca del papilloma virus umano. L’Hpv verrà affiancato al tradizionale pap test perché lo studio in-crociato dei cam-pioni e dei risultati può fornire un qua-dro molto più chiaro sullo stato di salute della paziente. Il papilloma virus colpisce sia le donne che gli uomini e può causare il cancro del collo dell’utero, oltre ad altre malattie. In Veneto il vaccino è disponibile per tutti e viene offerto gratis alle ragazze che hanno compiuto 12 anni dal 2008 in avanti. Per quanto riguarda le donne di età compresa fra i 50 e i

69 anni scatta lo screening mammografico. L’esperienza scientifica insegna infatti che la mammografia è più ef-ficace se viene eseguita ogni due anni. L’esame va alla ricerca dei tumori al seno, e le statistiche confermano come la mortalità per questa patologia sia ridotta per chi effettua l’esame. Dal 1999 sono state eseguite nella regione più di un milione e mezzo di mammografie, che

hanno portato alla diagnosi di circa 8 mila lesioni di tipo tumorale. Una grande atten-zione verrà infine dedicata alla ricerca del sangue occulto nelle feci. Lo screening del colon-retto è rivolto a tutta la popolazio-ne di età compresa fra i 50 e i 69 anni. L’esame in questio-ne è molto impor-tante, perché per-mette di scoprire rapidamente la pre-senza del carcino-ma del colon-retto. Questo tumore mali-

gno è al secondo posto in Italia per frequenza e nel corso degli anni ne vengono diagnosticati più di 50 mila casi. L’azienda sanitaria invierà direttamente a casa gli inviti a presentarsi per questi esami, a seconda del sesso e dell’età.

Ferdinando Garavello

Per tutte le informazioni del caso si può comunque telefonare al numero 0429 618420, oppure scrivere una mail a viveresereni@ulss17. Altri approfondimenti saranno pubblicati sul sito internet dell’azienda sanitaria,

all’indirizzo www.ulss17.it/vivere sereni.

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6 Stenta a ripartire anche il turismo della Bassa, fra vecchi problemi e patti di stabilità.

La coperta troppo cortadi Michele Santi

ene o male da parte di tutti noi c’è la sensazione della crisi, o per lo meno della difficoltà. Da più parti si respira la sensazione che bene o male non si veda ancora la conclusione di questo periodo certamente non positivo,

anche se da parte degli esperti i segnali sono abbastanza rassicuranti. A parte alcune realtà di alta gamma, che testimoniano la bravura di numerosi imprenditori, il nostro sistema è basato sulla piccola e media impresa, con realtà che sono spesso testi-monianza dell’intraprendenza di una famiglia. Con il buon senso della famiglia, nei momenti nei quali si vivono delle difficoltà, si cerca di ridurre le spese inutili, si prova, a stringere la cinghia, ma non si riducono più di tanto alcuni settori che si ritengono da sempre importanti. Non si “taglia” sulla formazione, cercando di dare spazio a tutto ciò che può servire a sviluppare nuove possibilità di conoscenza, che possono essere riversate in azienda. D’altra parte non si taglia nemmeno sulle possibilità di offrire ai propri figli delle normali occasioni di crescita, anche attraverso un sano divertimento. Magari il buon senso porta a dire che si riducono i viaggi più dispendiosi, che invece di qualche paradiso tropicale la meta più gettonata è quella più vicina nel bel mare del nostro paese, o in qualche luogo d’arte più vicino. Una crisi che quindi po-trebbe pure diventare volano di “ripresina” anche per il turismo in casa nostra. Un vocabolo, turismo, che rischia di diventare spesso solo fantasia nella nostra zona. I progetti di crescita si sprecano, le proposte di itinerari, non legati sola-mente all’occasionalista, si moltiplicano, ma nonostante i numerosi e lodevoli sforzi, il sistema non è ancora maturo. I motivi? Di certo non vanno ricercati nella mancanza di ricettività, visto che la carenza di alberghi può essere risolta con la ricca rete dei bed and breakfast, o tanto nella disponibilità di iniziative o luoghi legati alla cultura. Il nostro territorio offre infatti diversi musei, svariate preziose testimonianze d’arte sia civili che religiose, basti pensare solamente alla numerose ville venete o ai ricordi legati alla storia. E inoltre, se non basta, ma senza volersi avventurare in un ambito di forte campanilismo, le campagne poco contaminate o i Colli antropizzati ma con declivi dolci possono fungere da buon catalizzatore. E allora, perché il sistema non decolla? Forse per la poca volontà di fare squadra, da parte dei nostri amministratori, che spesso, anche giustamente, tengono in maggiore considerazione il proprio orto senza cercare possibili sinergie con gli altri vicini. Se non basta, come segnalato dalle categorie produttive, c’è il cronico problema delle strade, che rischia di divenire, come spesso detto, una palla al piede per qualunque iniziativa. E ancora, le diverse iniziative che potrebbero muovere interventi significativi nell’ambito della valorizzazione dei beni culturali sono bloccate dall’ennesimo paradosso italiano, e cioè il patto di stabilità. Si tratta di una iniziativa che parte dall’amministrazione centrale dello Stato con un obiettivo lodevole, e cioè quello di frenare le spese, spesso improprie, ammettiamolo, delle amministrazioni locali. In soldoni, un comune deve presentare un bilancio per così dire “attivo”, nel senso che non sono ammessi debiti. Questo vincolo si ripercuote però inevitabilmente nel tempo, impedendo al comune, che pure prima si è dimostrato virtuoso, di poter prendere iniziative che vadano al di là dell’amministrazione di un anno. Da qui risulta l’impossibilità di poter decidere un intervento di restauro per un monumento o per una strada, oppure un piano non solo episodico per creare iniziative che permettano di valorizzare un’area. Un impedimento in più nel cammino per poter sperare, per la nostra terra, in un rilancio nel campo del turismo che possa portare a dei risultati apprezzabili in tempi non troppo lontani.

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Sportelli addio!

Facile e veloce prenotare all’Ulss 17 via web o fax.

Visite ed esami sbarcano sul web: è partita ufficialmente la possibilità di prenotare analisi e visite via internet, passando nell’apposita sezione della pagina dell’azien-da sanitaria dedicata al centro unico prenotazioni. Il sito web dell’Ulss 17 (www.ulss17.it) propone un link che rinvia alle richieste di prenotazioni online. La pa-gina “gira” ad un modulo che contiene il fac-simile di un’impegnativa con ricetta rossa. L’utente deve sempli-cemente compilare gli spazi utilizzando la tastiera del proprio computer o palmare. Basta inserire le informazioni contenute nell’impegna-tiva originale e un numero telefonico al quale si può essere contattati. Un operatore del Cup, entro un giorno lavorativo, chia-merà l’utente per offrire la prima disponibilità per la prestazione richiesta. Il centro ripeterà il tentativo di chiamata per tre volte, in orari differenti. Se il richiedente lascerà anche un indirizzo di posta elettronica gli sarà mandata una mail con i riferimenti telefonici del call center aziendale. Il sistema è molto semplice e consente a chiunque abbia un computer connesso a internet di prenotare la prestazione diretta-mente da casa, 24 ore al giorno, senza attese e spese telefoniche.

A questa nuova proposta si affianca la possibilità di pre-notare le prestazioni specialistiche via fax: basta inviare al numero 0429 78.88.660 una copia dell’impegnativa, indicando il solito numero telefonico per farsi chiamare dal call center. “Siamo consapevoli - sottolinea Giovanni Pavesi, di-rettore generale dell’azienda sanitaria - che sul Cup in passato c’erano alcune difficoltà e per questo motivo nell’ultimo anno ci siamo impegnati a fondo per rinno-vare completamente il servizio.È stato un percorso lungo, in più fasi, ma oggi possiamo dire di essere all’avanguardia e di of-frire ai cittadini un ampio spettro di alternative, dal call center al fax fino appunto a internet, per effettuare una prenotazione senza doversi recare di persona agli sportelli. Siamo convinti - conclude il direttore - che la riduzione dei tempi di attesa si ottenga investendo nella tecnolo-gia, nell’organizzazione e nei servizi offerti ai cittadini, e l’innovazione che presentiamo è una testimonianza concreta di questa strategia”.

Ferdinando Garavello

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l giocatore d’azzardo patologico è definito dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Men-tali come una persona che presenta un’incapacità

cronica e progressiva a resistere all’impulso di giocare d’azzardo, con un comportamento conseguente che compromette, disturba o danneggia se stesso, la sua fa-miglia o le sue attività professionali. Il fenomeno del Gioco Patologico è diventato anche nel nostro territorio una vera emergenza nel panorama del disagio sociale. Il fenomeno riguarda tutta la popolazione, dai più giovani alle persone più anziane. L’attività di giocare in modo patologico causa perdite economiche frequenti e molto dannose in tutti gli aspetti della vita delle persone: la famiglia, i figli, il lavoro, le amicizie, il tempo libero. Molte famiglie, rovinate dal gioco, finiscono in povertà o in mano agli usurai.Coloro che soffrono di questo disturbo vanno incontro mol-to spesso ad altri problemi psicologici quali depressione, ansia, dipendenza da alcool o da altre sostanze.“La Vita in Gioco” nasce dalla collaborazione tra la Ser-vizi Educativi e diversi professionisti nel settore delle dipendenze. L’obiettivo è fornire interventi specialistici di prevenzione e cura legati alla dipendenza da gioco e da altri comportamenti patologici. Si rivolge ai ragazzi e agli insegnati delle scuole primarie e secondarie di primo e se-condo grado del territorio che circoscrive i quarantasei co-muni dell’Ulss 17, a coloro che non riescono a controllare l’attività di gioco e ai loro familiari. È previsto in particolare un percorso di consulenza e sostegno per la famiglia, che è profondamente coinvolta come conseguenza dell’attività

La mano del diavoloUn progetto di prevenzione e cura del gioco d’azzardo patologico,

da dipendenza da giochi on-line, videogiochi e internet.

patologica legata al gioco. È previsto un programma terapeutico della durata di circa quattro mesi. L’obiettivo è far acquisire gradualmente al giocatore patologico la capacità di mantenersi astinente dal gioco e di riappropriarsi del controllo e della gestione del denaro e delle attività quotidiane. L’intervento prevede colloqui di accoglienza, colloqui di valutazione, colloqui di sostegno psicologico individuali, di coppia e familiare, interventi con metodi e tecniche propri dell’approccio cognitivo-comportamentale, consulenza medica e psico-farmacologica, consulenza individuale e di gruppo per la gestione del denaro, tutoraggio economico, consulenza legale/fiscale ai pazienti e ai suoi familiari.Sono previste misure di prevenzione rivolte alla popolazio-ne di Este e della Bassa Padovana e in particolare ai gio-vani attraverso: giornate informative nelle scuole e aperte alla popolazione su che cos’è il Gioco d’Azzardo Patologico, sui rischi derivati dalla messa in atto di comportamenti a rischio e sulle possibili cure; stesura di articoli scientifici e divulgativi su riviste specialistiche, su quotidiani locali e nazionali e contatto con TV locali a scopo divulgativo.Il progetto è realizzato con la collaborazione di psicologi, medici internisti, assistenti sociali e avvocati. L’équipe si avvale di: consulente finanziario per pianificare ed affron-tare le situazioni di indebitamento, consulente legale per la valutazione degli aspetti giudiziari inerenti alle attività di gioco, consulenza medica presso il Servizio di Medicina delle Dipendenze dell’ Azienda Ospedaliera Integrata di Verona.

Per info e appuntamenti: Progetto Rainbow - Este PD - Piazza Trento 26/a

Tel. 389 1872278 / 380 2466161 [email protected]

Orari: Mercoledì 09.00 - 13.00 - Venerdì 09.00 - 13.00. Coordinatrice del progetto Dr.ssa Eleonora Florio.

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onobbi Ade-la gli ultimi giorni del -

la sua vita e subito percepii di essere in presenza di una per-sona “speciale”. La sua stanza d’ospeda-le sempre affollata di gente: ammalati di al-tre camere, ormai stan-ziatisi perennemente lì, e persone esterne. Adela era arrivata a Carceri nel 1992; era

venuta dalla Colombia. Suo marito l’aveva incontrata là; “era stato il destino”, aveva detto lei, perché da sempre aveva saputo che un uomo, “uno straniero giunto da lon-tano”, sarebbe venuto a portarla via. Infatti lui, in viaggio per turismo nell’America latina, dopo un acquazzone, con le scarpe fradice, era entrato in un negozio di calzature per comprarsene un altro paio, e Adela, commessa in quell’esercizio, l’aveva immediatamente servito. E lì, tra i due la scintilla s’era accesa. Da allora si erano sempre tenuti in contatto. Inevitabile, un grande amore. Pure tutta Carceri s’innamorò di questa straniera dalla pelle scura venuta da lontano, ad abitare lì, nell’estate del 1992, sposa al suo amore . Nella fitta nebbia invernale, come nella torrida afa estiva, Adela ruppe tutti gli schemi cui siamo abituati: era la solarità, il coraggio, la forza, l’ironia, l’altruismo, l’umiltà. Suo marito mi dice che sono caratteristiche delle donne colombiane. Ma come non innamorarsene? Contenta di vivere la vita, dare gioia nell’ aiutare chiunque, con umiltà; e adorare le sue figlie. Ade-la, una lavoratrice instancabile, con una “fede potente”. “Lei apparteneva a Dio, diceva, prima di tutto a Dio”. Così divenne un punto di riferimento per tutti, per i gruppi di volontariato e per l’Abbazia intera: fu catechista, prepara-trice dei chierichetti, conduttrice dei “Grest” e dei campi estivi, non sottraendosi mai ai lavori più umili e pesanti, e

Adela Lozano Rojas, alma presente, cuerpo ausente.

comunque divertendosi sempre; amante dello sport , del calcio in particolare. Il suo passaggio sempre segnato da un sorriso disarmante, da un’aurea lucente. Dovunque c’era bisogno “lei c’era”. Per qualsiasi problema tentava una soluzione, non cedendo fino all’ultimo istante. Una signora mi racconta come, in un campo estivo in mon-tagna, di notte un bambino iniziò a stare molto male; il prete era appena andato via, e lei, senza indugio, lo caricò in auto, e via senza paura, nel buio, giù per le stradine contorte dei monti, fino all’ospedale. Nel 2010, come un ladro in una casa, un “male oscuro”entra in lei, crudele e assassino. E Adela? Lei sempre positiva, altruista e con una grinta imprevedibile, impensabile; continua le sue attività, nonostante le operazioni e le terapie, nonostante il braccio sinistro bloccato dalla malattia; lei “la luce” la sente dentro, nell’anima. Lei è così. Nessuno, neanche i preti all’ombra dell’Abbazia osano immaginare una tale perdita. Lei spontaneamente pronta a vivere con amore fino all’ultimo istante della sua esistenza, a godere le cose belle della vita anche in ospedale, pensando alla gioia degli altri; sicura che, anche senza di lei… suo marito, le sue due figlie, i famigliari, l’Abbazia e Carceri intera, avrebbero continuato, e ora continuano la loro strada, nell’amore e nell’incanto che lei ha lasciato. Perché, prima di tutto, lei appartiene a Dio.

Mariagrazia Parigi

“Siate capaci di amare ed essere amati. Capaci di godere le cose belle della vita. Capaci di un po’ di fede e tanto amore. Il bene che facciamo non ce lo toglie nessuno” (Adela Lozano Rojas).

5 giugno 1960 Bogotà (Colombia) 29 giugno 2011 Carceri.

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Alcuni dei nostri specialisti rispondono.Linea diretta con Domus Medica Este

Dott.ssa A. Bernardi, Specialista in Nefrologia.Un mio parente ha una grave malattia del rene che lo obbliga al calvario della dialisi. Esiste un rischio legato all’ereditarietà?Il rischio è parametrato a molti fattori: il tipo di patologia, il grado di parentela

etc…, dovrei avere un quadro clinico completo. Posso dirle però che molti problemi del rene possono essere esclusi, o individuati precocemente migliorando così le possibilità di cura, attraverso semplici esami delle urine o del sangue. L’8 marzo scorso, in occasione della Giornata Mondiale del Rene, in Domus Medica abbiamo sottoposto a screening ed esami gratuiti molte persone che avevano aderito a questa iniziativa.

Dott.ssa R. Ravenni, Specialista in Neurologia.Soffro da molti anni di sudorazione ecces-siva a mani, piedi e soprattutto ascelle. Mi vergognavo molto ma adesso ho sentito che con particolari iniezioni si può risolvere…

Verosimilmente lei soffre di una condizione di Iperidrosi Idiopatica o Primaria. Ho detto “condizione” poiché non si può definire una vera e propria malattia, ma una disfunzio-ne a carico di una parte del sistema nervoso autonomico. Esistono poi le Iperidrosi Secondarie, espressione cioè di altre patologie. L’Iperidrosi Idiopatica può essere trattata con benefici noti ed apprezzati attraverso la inoculazione, nelle zone colpite, di tossina botulinica di tipo A, con dosi e diluizioni differenti a seconda della zona da trattare. Presso Domus Medica troverà il trattamento personalizzato per il suo disturbo.

Dott.ssa F. Zuliani, Specialista in Chirurgia Estetica.Ho un neo sulla schiena che si irrita spesso a contatto col reggiseno. Secondo il medico sarebbe meglio toglierlo, devo rivolgermi all’Ospedale?Certo, altrimenti può toglierlo privatamente

in pochi minuti in Domus Medica, dove c’è un ambulatorio chirurgico predisposto all’esecuzione di questi piccoli in-

terventi in anestesia locale. Normalmente faccio eseguire l’esame istologico presso un laboratorio accreditato ed in pochi giorni riceverà il referto. Nella zona trattata dovrà poi avere la precauzione di applicare una protezione solare totale se si esporrà al sole nei mesi successivi.

Dott. A. Mazza, Specialista in Me-dicina Interna.Sono una nonna che ha raggiunto l’ot-tantina. Fino a qualche mese fa la mia pressione andava bene con le medicine che prendo ormai da 20 anni, ma ora non riesco più ad abbassare la pressione

massima mentre la minima a volte è anche troppo bassa. Cosa fare?Questo problema è molto comune tra le persone della sua età e viene definita ipertensione sistolica isolata: la pressione minima è normale ma quella massima è troppo elevata. È una situazione quasi naturale legata ad una maggiore rigidità della parete delle arterie che avviene con l’invecchiamento. Tuttavia per fare diagnosi certa è necessario misurare correttamente la sua pressione per escludere una forma di pseudo-ipertensione, anche questa molto comune nell’anziano. In particolare sarebbe opportuno applicare un monitoraggio indiretto della pressione arteriosa per 24 ore. Se venisse confermata l’ipertensione sistolica si potrebbe modificare la sua terapia anti-ipertensiva con farmaci più adatti ad abbassare la pressione massima come i calcio-antagonisti o i diuretici.

Martina Rinaldo, OstetricaSono al quinto mese di gravidanza e vorrei frequentare un corso di preparazione al parto, dove posso rivolgermi? In Domus Medica organizzo, con l’inter-vento di molti Specialisti (Ginecologa, Ane-stesista, Psicologa, Pediatra) dei bellissimi

corsi costituiti da una decina di incontri in orario preserale (dalle 18.00 alle 20.00). La partecipazione è gratuita a fronte di un contributo di €15 a favore della onlus Pulcino, che assiste i genitori dei nati prematuri. Puoi già iscriverti al prossimo corso di Luglio/Agosto: accettiamo 20 future mamme per ogni corso.

Per info e prenotazioni Domus Medica Centro Cure Specialistiche - Via Zanchi, 12 - Este PD

Tel. 0429 50303 - Fax 0429 59031 - [email protected]

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Elliott Erwitt a VeneziaDopo Parigi, Madrid e New York le straordinarie foto di Elliott Erwitt sono esposte in una mostra antologica a Venezia ospitata nella Casa dei Tre Oci alla Giudecca. In mostra 140 scatti tra i più significativi della sua car-riera, scelti dallo stesso Erwitt tra le oltre seimila foto del suo archivio personale. Da Jacqueline Kennedy a Marilyn Monroe, da Che Guevara a Richard Nixon fino a Barack Obama. Nato a Parigi nel 1928, Erwitt si trasferisce negli Stati Uniti nel 1939. Appassionato di fotografia, negli anni Cinquanta diviene membro della Magnum, la storica agenzia fondata da Henri Cartier-Bresson e Robert Capa. La mostra, inizia con la foto a cui Erwitt è più affezionato, scattata all’inizio degli anni Cinquanta a Pittsburgh, che raffigura un bimbo nero che si punta una pistola argen-tata alla tempia mentre sorride. Le foto in mostra raccontano la vicenda uma-na, figurata nelle situazioni più varie mentre i soggetti vanno dai semplici ritratti di famiglie americane ai volti di personaggi famosi, tutte rigorosamente in bianco e nero eccetto una che ritrae Barack e Michelle Obama al termine della campagna elettorale. Le foto sono poi divise per tematiche tra i tre piani dell’esposizione: c’è una stanza per i ritratti, una per i jumping dog e una per i musei. Il tratto fondamentale di ogni foto di Erwitt è la spontaneità: ciò che conta è l’attimo. Le foto in mostra rappresentano prevalentemente per-sone, ma anche animali e soprattutto cani.

140 scatti del grande maestro della fotografia in mostra

alla Giudecca finoal 15 luglio 2012.

Orari: lunedì-domenica 10.00-19.00,

Sabato 10.00-22.00 - chiuso martedìCasa dei Tre Oci - Giudecca 43, Venezia

Telefono: 041 24.12.332 - [email protected]

Paris, France, 1989

Jacqueline Kennedy, Arlington, Virginia, 1963

Marilyn Monroe, New York City, 1956

Santa Monica, California, 1955

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Brevi notizie dal territorio: appuntamenti, mostre, manifestazioni, novità. Tutti i colori del nostro quotidiano e le ultime curiosità.

Le brevi, le newsa cura di Michele Santi

Bassa Padovana - La terra tremaTerra che si muove anche nella nostra Bassa padovana. Il terremoto che ha col-pito gravemente le zone del Ferrarese e del Modenese a partire dal 20 maggio è stato sentito distintamente pure nel nostro territorio, dove non si riscontrano per fortuna gravi danni. Qualche motivo di preoccupazione è stato registrato nelle città storiche, dove sono segnalate alcune situazioni critiche. In via Borgo Eniano, a Montagnana, dallo storico palazzo che ospita la sede della Fondazione Franchin Simon, dedita all’assistenza ai disabili, sono caduti alcuni pinnacoli in pietra, che per fortuna non hanno causato altri danni. In pieno centro della città murata, in via Marconi, si è invece reso necessario l’intervento dei vigili del fuo-co per verificare la situazione di alcuni fabbricati, fra cui la vicina ex sede della Cassa di Risparmio. Qualche segnale preoccupante pure da via san Benedetto, dove la ex chiesa omonima, con la facciata già compromessa, lancia segnali di richiesta urgente di intervento. Ancora transennata in via precauzionale una parte dell’ampio sagrato antistante il duomo. A Este, molto movimento attorno ai ponti lungo il canale Bisatto, con qualche calcinaccio che si è staccato, mentre non si riscontrano danni agli edifici storici. Infine a Monselice, preoccupazione per qualche danno pure agli edifici più antichi, nella speranza per tutti che possa tornare al più presto la calma.

Noventa Vicentina - Inaugurata la cicloviaData importante per gli appassionati delle due ruote, come pure per tutti coloro che non aspettano altro che la bella stagione per inforcare la propria bicicletta. Domenica 20 è stata inaugurata la pista ciclabile sulla regionale Riviera berica, in collegamento da Vicenza sino a Noventa Vicentina. Dopo il raduno in Campo Marzio vi è stata la partenza, in direzione Longare, con attraversamento degli 11 comuni coinvolti sino all’arrivo a Noventa Vicentina.

Este - Notte bikeFine settimana da trascorrere all’in-segna del divertimento e dello sport in notturna per gli inizi di giugno ad Este. Nelle serate del 9 e 10 giungo si è tenuta l’Atestina Superbike, la gara regina nella provincia di Padova e zona Colli Euganei per gli appas-sionati del settore. Un momento speciale che ha visto fra l’altro la pre-senza di Alberto Limatore, 14 volte campione italiano di Bike trial. Nella serata di sabato 9 in programma fra l’altro la Notte bianca e lo spettacolo di Zelig in piazza Maggiore. Molti gli appassionati di mountain bike che hanno aderito alla gara.

Este - Alla stadio per un vaccinoUnione fra diversi comuni ed enti benemeriti nel territorio per un’occa-sione di raccolta fondi per debellare una delle malattie dell’infanzia più semplici ma pure maggiormente insidiosa: il morbillo. Il 27 maggio, presso lo stadio comunale di Este, si è giocata la partita di calcio della solidarietà fra Nazionale Tv e selezio-ne Lions Club, per la raccolta di fondi per la vaccinazione contro il morbillo, con il coinvolgimento dei Club di Este, Monselice, Colli Euganei, Arquà Petrarca, Colli Euganei Dogi Contarini e Conselve, in collaborazione con la Fondazione Bill Gates.

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Esami strumentali - Indagini EcograficheResponsabile del settore: Dr. Giunta Claudio (Radiologo)

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Este - A teatro di classiciVoglia di sentirsi protagonisti nel far rivivere la cultura che rischia di esse-re vissuta solamente o quasi nell’ari-dità dei banchi di scuola. Parte ad Este dal Coordinamento Pastorale vicariale l’intuizione di far crescere fra i nostri giovani il gusto del bello e della cultura in genere, con un’artico-lazione che si preannuncia diversa, e cioè quella di riuscire a far nascere ad Este una sezione di teatro clas-sico antico, che possa coinvolgere i giovani studenti che già partecipano in questo ambito ai laboratori teatrali presso il proprio Liceo. La proposta nasce dalla sinergia di varie possibilità, e cioè sia la presen-za nella città di una sezione liceale ad indirizzo classico, come anche l’attenzione data dall’assessorato alla cultura del comune atestino alle proprie radici storiche locali, grazie pure al prezioso apporto del Museo Nazionale Atestino. E senza pensarci, per ben due volte, nel corso del mese di maggio appena trascorso i giovani attori si sono già cimentati, nonostante il caldo, con toghe, sandali, pepli e calzari sulle pietre medievali del centro di Este, per far rivivere la magia del teatro antico. Accanto a loro, per ribadire l’impor-tanza del teatro antico, i loro colleghi del liceo patavino “Tito Livio”, che hanno offerto il classico di Eschilo “I Sette contro Tebe”, nella versione del noto grecista Carlo Diano.

Este - La Biblioteca civica proponeBiblioteca civica di Este che non si propone solamente come luogo di fruizione di testi, giornali quotidiani e periodici, ma che mantiene con decisione, nonostante le molte difficoltà, pure un ruolo propositivo nelle diverse anime della cultura. Per i ragazzi sono state individuate due attività, a metà strada fra lettura e gioco, una dedicata ai piccoli fra i 5 e gli 8 anni, sul tema della primavera, dal titolo “Il bucato matto”, mentre per i più grandicelli, dagli 8 ai 10 anni, l’argomento scelto è stato quello della Pasqua, con “Piccole, grandi … sorprese”. Fra aprile e maggio è andato in scena pure il ciclo “Cinque libri per cinque film: il cinema dimenticato”, realizzata a cura dell’associazione “Villa Dolfin Boldù/ Gli Alberi Teatro”. Occasione per riscoprire 5 titoli spesso meno noti a livello commerciale, ma altrettanto validi dal punto di vista della conoscenza e dell’approfondimento della settima arte, grazie anche all’idea del commen-to e delle letture da brani dei racconti e romanzi che hanno ispirato il lavoro cinematografico.

Teolo - Il Parco avventuraParco Colli Euganei da scoprire nel tempo all’insegna delle sue diverse proposte, e non solamente come ente impositivo nei confronti dei cittadini. Inaugurato infatti lunedì 23 aprile il primo percorso Parco avventura, a Passo Fiorine, sulla strada che da Teolo conduce verso Monte Madonna. Presenti all’avvenimento l’assessore regionale ai Parchi Franco Manzato, il presidente dell’ente Parco re-gionale Gianni Biasetto e la presidente della provincia di Padova Barbara Degani. Il Parco Avventura propone un insieme di percorso fra gli alberi, a diverse quote di altezza, per un’immersione totale nella natura.

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l Moro, da quando era rimasto solo, aveva preso l’abitudine di alzarsi presto al mattino, verso le cin-que, più o meno. Masticando due chicchi di caffè

chiamava Otto, il vecchio mastino nero, e, bastone alla mano, s’inoltrava nella campagna a ridosso della città. Camminavano in silenzio, vicini, il ritmo dei loro respiri si mescolava al rumore secco dei passi e al coro gioioso degli uccelli che volteggiavano leggeri sopra di loro.Sottili steli sfioravano le mani brune del Moro e acca-rezzavano il manto del cane che si tuffava in quel mare verde per poi risalirne con il tartufo ombreggiato di terra scura. Perlopiù, cacciava lucertole. Tra i campi e l’argine c’era una stradina che portava a un casolare davanti al quale si ergeva un magnifico cancello in ferro battuto. Un

Il cancello

Una campagna che pullula di vita, l’immagine di un cancello e una panchina fanno riaffiorare i ricordi di un uomo. Vecchio.

cancello collocato lì, per sbaglio, senza alcuna recinzione attorno, né una siepe di teneri cespugli. Frumento, gra-no, orzo e, caspita, il cancello irrompeva nel monotono andirivieni delle colture acerbe. Il Moro l’aveva scoperto per caso, quel posto dimenticato da tutti e gli piaceva tanto dopo aver lavorato in fabbrica per quarant’anni e vissuto una vita avvolta nel cemento e aiuole finte. Arri-vava lì con passo spedito, quasi furtivo, per ammirarne la bellezza, come avrebbe fatto qualche anno prima con una bella donna. La scena era sempre identica: si sedeva sull’erba con gli occhi rivolti al motivo floreale del ferro battuto, il collo da tacchino teso in avanti e un ciuffo di radi capelli che vagheggiava sul capo come una crestina rossa. Accanto, fedele amico, Otto con il collo largo gira-

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to parzialmente verso di lui in attesa di un silenzio che fremeva nell’aria. Ad un certo punto l’uomo si alzava e spalancava il cancello come uno sbadiglio muto, per poi richiuderlo. Un abbraccio? Nel gesto si nascondevano una lettera spedita e mai giunta a destinazione, un bacio non posato su labbra di donna, un vuoto da colmare e sogni di un ragazzo. A guardarli da lontano si scorgevano due teste, l’una più esile del Moro e l’altra più massiccia del cane, reclinarsi da un lato poi dall’altro, ali appuntite, incapaci di fendere l’aria, ma in grado di mimare un’onda che s’infrange dolcemente. Una lieve rotazione di novanta gradi e gli occhi marrone liquido del Moro si perdevano nei colori tenui del paesaggio per ritornare, di lì a poco, nella cavità buia del cancello. Restavano immobili. Restava il Moro, pur voltandosi senza alcuna espressione in faccia. Dentro gli occhi gli si muoveva qualcosa. L’abbraccio negato era rivolto ad entrambi, rapiti dalla sfu-matura bronzea del sole sulle spighe di grano che si faceva spazio attraverso un diradare di fronde. Si alzava il Moro, ad un certo punto. Smetteva di osservare il cancello e, questa volta, con passo lento e stanco, con il cane a fianco, ritornava ai rumori caotici della città dove l’asfalto pian piano si inghiottiva l’argine, i campi, il cinguettio delle rondini, dei tordi, dei pettirossi. Passava oltre lo sciame della gente che correva al lavoro investendolo, si inebriava del profumo di brioche calde, evitava di proposito il chiacchiericcio dei ragazzi alla fer-mata dell’autobus per sedersi sulla panchina di fronte a casa sua, quella verde con incisa la poesia di E. Dickinson “Un sepalo, un petalo e una spina/in un comune mattino d’estate/un fiasco di rugiada, un’ape o due/una brezza/un frullo in mezzo agli alberi/ed io sono una rosa!”. Alle otto in punto la signora Laura apriva il balcone e ap-poggiava sul davanzale una piantina di aloe arborescens regalandogli un sorriso. C’erano molte piante fiorite sui balconi lì attorno, di gran lunga più belle, gerani, petu-nie, surfinie, gelsomini. Quella piantina era pure brutta a vederla da sotto, timida, di un verde pallido, stentava a prendere forma. Eppure guardandola sentiva un nodo stringergli la gola. Gli ricordava un ragazzo pieno di sogni, una barca che va giù verso la corrente. Si commuoveva, stupido vecchio. Ogni mattino aspettava quell’incontro lento con le ginocchia molli, la bocca semiaperta e le mani che pendevano lungo i fianchi. C’erano un uomo e un cane sulla panchina. Le loro teste morbide ascolta-vano il pulsare segreto della vita, nel centro della città. Il Moro, con gli occhi fissi sulla piantina, fingeva di pren-dere una strada, un’altra e un’altra ancora e percorrerne ciascuna fino in fondo, per ritrovarsi, una volta per tutte, davanti al cancello. Nel nulla.

Chiara Scavazza

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L’idea è sempre chiara quando si entra in un Dojo (luogo dove si cerca la via) e si sale sul Tatami (tappeto per gli esercizi) assieme ad un compagno Judoka: crescere as-sieme rispettandosi. Il significato etimologico della parola Judo rende palese quello che si può trovare quando ci si accosta a questa disciplina; è necessario però scomporla in due parti e cioè Ju che significa “cedevolezza, flessibilità, gentilezza” e Do che significa “via da seguire, sistema di vita”. Con un’espressione più letteraria si può quindi de-finire il Judo come: “via della non resistenza”. Il principio cardine di questo tipo di arte marziale è la non-resistenza dunque, cedere alla forza avversa per squilibrarla, con-trollarla e vincerla con un minimo di sforzo portando il più debole a vincere il più forte. Il maestro e fondatore del Judo (Jigoro Kano, 1860–1938) ha espresso due massime basilari che dirigono la via del Judo: “Seryoku zenhyo” (il miglior uso della energia, fisica e morale) e “Ji ta kyò ei” (insieme per crescere e progredire). Con il passare degli anni, le qualità agonistiche insite in questa disciplina por-tano inevitabilmente alla più alta sfera sportiva e nel 1964 il Judo diventa ufficialmente una disciplina olimpionica in occasione delle olimpiadi di Tokyo ed ha rappresentato alle Olimpiadi di Atene del 2004 il terzo sport più universale, con atleti da 98 paesi.In questo contesto s’inserisce il gruppo sportivo Kodokan Judo di Este, affiliato all’associazione sportiva dilettan-tistica Ji Ta Kyo Ei (www.jitakyoei.net) con lo scopo di coordinare e promuovere nell’ambito territoriale il Judo partendo dai suoi principi cardine. Forte delle esperienze agonistiche personali e del lavoro dello staff tecnico unite ad un crescente numero d’iscritti, finalmente anche la città di Este può vantare il suo “1° Trofeo di Judo” svoltosi domenica 15 aprile 2012 presso il PalaEste2000 grazie al patrocinio dell’Assessorato dello Sport ed all’impegno di tutto (dirigenti e atleti) il Kodokan Judo di Este. Inaspettata la partecipazione, con oltre novanta atleti provenienti dal Veneto e dalle regioni limitrofe suddivisi nelle categorie bambini, ragazzi, giovani e master. Preventivare la riuscita

Kodokan Judo Este: una storia che risale agli anni ’70, un gruppo di persone unite dalla stessa passione.

dell’evento non era facile, ma la soddisfazione nel vedere gli spalti affollati da genitori e amici venuti a tifare nono-stante fosse la prima esperienza, ha confermato il buon esito dell’evento. Ottima la partecipazione della squadra estense, indipendentemente dai risultati, perché lo spirito dimostrato da ciascun atleta ha reso onore alla dirigenza, alla squadra, alla città di Este e, non per ultimo, allo spirito che questa disciplina merita.Guardando al futuro c’è molto ottimismo e la società Kodokan Judo di Este sta pianificando per la nuova sta-gione 2012/13 un percorso ricco di ambiziosi obiettivi: formazione d’una squadra agonistica con la supervisione di maestri di 7° dan, progetti didattici presso le istituzioni scolastiche, corsi di difesa personale rivolti al mondo fem-minile e preparazione del “2° Trofeo di Judo - Città di Este”. A tutti, dai volontari alle amministrazioni locali coinvolte un grazie e un arrivederci a presto...magari sul Tatami.

Ass. Sp. Dilet. Kodokan Judo EsteLunedì e Giovedì dalle 19.00 alle 21.00 presso la palestra dell’I.I.S. “Atestino”

(ex. Collegio Vescovile). Per info: Alessandra cell. 347 0543683.

L’arte di vincere cedendo

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La terapia con apparecchi ortodontici si prefigge lo scopo di correggere il disallineamento dentale che oltre a determinare una estetica poco piacevole del viso, impedisce un buon combaciamento dei denti delle due arcate della bocca. Quindi il fine dell’ortodonzia non è solo l’estetica ma è soprattutto quello di ripristinare una buona funzione masticatoria dato che cattive occlusioni possono essere la causa di problemi non solo dentali ma anche muscolari e posturali.Quale sia l’età ideale per l’inizio del trattamento non lo si può dire a priori. Per correggere alcune malocclusioni è necessario intervenire molto precocemente e cioè già a 4-5-6 anni di età; sono quei casi in cui si sta instaurando una asimmetria di crescita ossea dei mascellari. Tali asimmetrie di crescita si possono risolvere infatti se si interviene prima dell’età della pubertà. (Gli apparecchi utilizzati in questi casi sono apparecchi mobili, cosiddet-ti funzionali, perché oltre a modificare la crescita ossea correggono anche le disfunzioni muscolari. Quando il problema non è localizzato in modo preminen-te a livello delle basi ossee ma si manifesta soprattutto con il disallineamento dei denti è indicato invece inter-venire in dentizione permanente e cioè verso i 10-11-12 anni di età utilizzando le apparecchiature fisse.)Il consiglio quindi è di far visitare il bambino dall’or-todontista già nella prima infanzia cioè a 4-5-6 anni perché ci sia la possibilità di fare una diagnosi precoce

Quando e perché la terapia con apparecchi ortodontici.

Sorridi! Smile!

STUDIO DENTISTICO Dott. LUIGI e MARTA CESAROMedico chirurgo odontoiatra

Socio della Società Italiana di Gnatologia A.I.G.. Socio della Società Italiana di Posturologia A.I.P.A.

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di una eventuale malocclusione in atto o che si sta in-staurando. L’ortodontista controllerà già alla prima visita se c’è un buon combaciamento dei denti, se il bambino respira bene con il naso o al contrario è costretto da una ipertrofia delle adenoidi o delle tonsille a respirare con la bocca, se la deglutizione avviene correttamente con la spinta della lingua sul palato e non sui denti, se il bambino mastica su entrambi i lati della bocca e non solo da una parte (ciò potrebbe essere indotto da carie dentarie), se ci sono vizi di dizione, se il bambino ha interrotto l’uso del succhiotto e non lo sostituisce con la suzione del dito o di altri oggetti; controllerà che non ci siano asimmetrie del viso o posizioni scorrette del capo o posture anomale del corpo.Tutto questo se non corretto precocemente può portare all’instaurarsi non solo di malocclusioni dentali ma an-che di problematiche posturali poi difficili da risolvere in età adulta.

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L’isola di Krk26

di Lamberto Cicognani

Viaggi brevi, escursioni, scoperte per week-end e tempo libero

Se pensate di andare al mare e segnatamente in Croazia, e avete voglia di dare una sbirciatina prima di passarvi le vacanze, potreste fare un salto nell’isola di Krk, subito dopo Fiume, in direzione sud ma vicina e piuttosto faci-le da raggiungere. A dire il vero non si tratta più di un’isola, perché è collegata con la costa da un bel ponte-viadotto a pagamento che comunque costa molto meno di qualunque traghetto, poche monetine e siete sull’isola. I centri più facilmente visitabili seguendo la strada dorsale di Krk sono almeno quattro: la stessa Krk, cittadina gradevole, al centro di una grande baia con porticciolo da pesca e piccolo cabo-taggio. Il centro storico è attraente, tipicamente dalma-tino e abbellito da una chiesa antica con fortificazione a fianco. Sulle pendici della costa, case e case da affittare d’estate e un impeccabile servizio di collegamento con altre isole, dal Cherso a Rab e via dicendo. Proseguendo, dopo pochi chilometri trovate Punat, un paese del tutto nuovo creato appositamente per le vacanze, nel senso che non c’è un centro storico, ma una darsena importante

con centinaia di imbarcazioni di tutte le stazze e tutti i servizi di una marina che si rispetti. Ma Punat si impone per la sua posizione: davanti affiorano isolotti verdi e si allargano improvvise insenature azzurre che promettono sia agli amanti della vela che ai diportisti di destreggiarsi fra un’isola e l’altra parendogli di trovarsi in un arcipelago dei mari lontani e, perché no? avventurosi. È un tratto di costa veramente molto bello e pieno di attrattiva, con una lunga e stretta spiaggia accompagnata da un’altrettanta passeggiata. Di fronte alla marina, sorge dalle acque un isolotto con un monastero tardomedievale, dedicato ad un mistico locale e visitabile.Aggiungete che lungo la strada principale che unisce i paesi si snoda una nuovissima pista ciclabile di parec-chi chilometri che proprio non guasta. Ovviamente non mancano i campeggi sul mare.Operando una deviazione si può raggiungere Stara Baska, ma solo se avete un momento di malinconia, un sacco di lavori in corso, spiagge scomode perché molto in basso sulla scogliera, niente ristorantini e il pranzo è servito.Tutt’altro discorso per quanto riguarda Baska, quasi all’estremità sud dell’isola. Qui trovate un ampio golfo e una grande e lunga spiaggia a mezzaluna, con una bella passeggiata a mare piena di ristorantini e caffè, campeggi sul mare, un centro storico piacevole e un’offerta enogastronomia di buon livello. Molte la case vacanza, anche nuovissime e di bell’aspetto. Nell’insieme posti tranquilli e rilassanti da cui si possono raggiungere, come si diceva, parecchie altre destinazioni, da Lussino a Hvar, molto più a sud e forse più bella ma anche più caotica e mondana. No, Krk si propone per una vacanza più sottovoce, ma offre anche con semplicità tutto quel-lo che serve per passare una manciata di giorni senza sgomitare. Avete presente Pago? Tante pecore (ottimo il formaggio di Pago) e qualche arbusto e qualche anno fa era altrettanto tranquilla; in tempi recenti è diventata quasi impraticabile, affollatissima. Krk non ancora.

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In cucina con il sombreroIn gioco tra i fornelli alla ricerca del meglio del gusto

di Lamberto Cicognani

Voglia di cambiare senza ripensamenti e di aria nuova in cucina? Sì? Bene, allora proviamo con qualcosa di foresto anche se ormai celebrato da cinema e let-teratura a tutti i livelli, piatti messicani ormai entrati nell’immaginario collettivo e nella percezione gustativa di tutti o quasi.Il chili con carne è uno dei piatti principe della cucina messicana e per gustarlo a casa propria procediamo così: procuriamoci una tazza di peperone dolce essicca-to, 75 gr. di chili in polvere, 25 gr. di cumino macinato, 50 gr. di cipolla essiccata, 25 gr. di prezzemolo secco, un cucchiaino di aglio in polvere, mezzo cucchiaino di pepe di Caienna. Dopo aver messo tutto in un barattolo a chiusura ermetica, scuotiamo energicamente e mettia-mo al fresco e all’asciutto; la miscela si conserva per un paio di mesi. Il piatto: mezzo chilo di manzo magro in una casseruola, ovviamente tritato, per alcuni minuti fino a fargli cambiare di colore. Aggiungiamo poco meno dello stesso peso di pomodori pelati scolati e spezzettati e due decilitri d’acqua o brodo leggero. Versiamo mezza tazza del chili che avevamo preparato e mescoliamo bene. A fuoco basso e senza coprire facciamo cuocere per una ventina di minuti mescolando bene; aggiungiamo due

tazze di fagioli rossi cotti e scolati, facciamo prendere calore al tutto e alla fine possiamo servire comodamente quattro persone. E se volete farla completa non negatevi dei tacos (sfogliatine di mais che ormai trovate in tutti i supermercati in diverse varianti) con l’ormai celeberrimo guacamole, non saprei dirvi se una salsa o una purea ma comunque molto accattivante. Abbiamo bisogno di: un avocado maturo, sbucciato e senza nocciolo, due pomodori maturi pelati, senza semi e spezzettati, due cucchiai di prezzemolo tritato, mezzo cucchiaino di co-riandolo tritato, mezza cipolla rossa tritata fine, mezzo cucchiaio di succo di lime (una specie di limone tropicale molto verde), uno spicchio di aglio schiacciato, mezzo peperoncino rosso senza semi e tritato finemente.Dopo aver schiacciato in una terrina l’avocado fino a ridurlo in purea, incorporiamo via via gli ingredienti che avevamo preparato e lavoriamo il composto fino a renderlo omogeneo; il guacamole è pronto da spalma-re. Sul chili va bevuto un vino rosso ma di media forza, azzarderei un Montepulciano d’Abruzzo, sul guacamole restiamo in zona e abbiniamo un Trebbiano o un bianco Conero. In cucina si cambia ma nel bicchiere è meglio versare uno dei tanti ed eccellenti vini italici. Salute!

Ingredienti per 4 persone: 360 gr. di strozzapreti, 3 zucchine picco-le, 1 limone non trattato, 1 scalogno, 2 cucchiai di panna da cucina, 2 cucchiai di olio extravergine, 2 ciuffetti di menta, sale e pepe q.b.

Tritate lo scalogno e fatelo appassire a fuoco basso con l’olio, tagliate le zuc-chine a bastoncini molto sottili e unitele allo scalogno. Saltate tutto per due minuti, salate e pepate. Profumate con la scorza grattugiata del limone e unite la panna. Cuocete la pasta in acqua abbondante salata, scolatela e saltatela nel sugo di zucchine. Vino consigliato: Alto Adige Riesling Renano

Strozzapreti con zucchine, limone e menta

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Ingredienti per 4 persone: 1 orata (circa 800 gr.), 10 pomodorini ciliegia, 100 gr. di olive taggiasche, 6 cucchiai di olio extravergine, 2 cucchiai di aceto, sale e pepe.Pulite accuratamente l’orata raschiandola sul dorso per eliminare le squame e inci-detela a metà in senso orizzontale, quanto serve per eliminare le interiora. Lavatela bene e asciugatela. Ungete una teglia con olio d’oliva e adagiatevi l’orata. Aggiustate di sale e pepe, sia all’interno che all’esterno, condite con aceto e olio. Aggiungete le olive nere e i pomodorini tagliati a pezzi. Infornate a 180° e cuocete per 25 minuti. Servite l’orata ben calda.Vino consigliato: Castel del Monte Bianco

Orata al forno con le olive

Ingredienti per 8: 250 gr. di cioccolato bianco, 100 gr. di zucchero, 300 gr. di biscotti secchi, 100 gr. di burro, 2 tuorli, una manciata di frutta secca, 1 caffè espresso.Montate il burro precedentemente ammorbidito con lo zucchero, unite i tuorli, uno alla volta, poi il cioccolato bianco fuso e tiepido facendolo cadere a filo. Aggiungete il caffè e i biscotti sbriciolati, amalgamate bene con un cucchiaio, incorporando anche la frutta secca. Avvolgete il composto in un foglio di carta da forno modellando a sa-lame e chiudendo le estremità a caramella. Lasciate raffreddare in frigorifero per 2 ore circa e servite tagliato a fette spesse decorando a piacere con qualche fogliolina di menta e dei lamponi.

Ricette a cura di Marina Gallo

Salame al cioccolato bianco

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Sullo scaffale: novità in libreria, titoli e trame.A cura di Chiara Scavazza

in collaborazione con Libreria Gregoriana - Este

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Se ti abbraccio non aver pauraDopo aver inseguito ogni tipo di terapia Franco padre di Andrea, un ragazzo autistico, de-cide di partire per un viaggio diverso, senza bussola e senza meta. Insieme, padre e figlio, attraversano l’America in moto e in macchina, si perdono nelle foreste del Guatemala. Per tre mesi la normalità è abolita, e non si sa più chi è diverso. Per tre mesi è Andrea a insegnare a suo padre ad abbandonarsi alla vita. Andrea che accarezza coccodrilli, ab-braccia cameriere e sciamani. E semina pezzetti di carta lungo il tragitto. Una storia vera commovente, dolce e imprevedibile.(“Se ti abbraccio non aver paura” di Fulvio Ervas, Marcos Y Marcos, 319 pagg., 17,00 euro)

Il rumore dei tuoi passiIn un luogo fatto di polvere, dove ogni cosa ha un soprannome e il quartiere dove sono nati e cresciuti è chiamato “la Fortezza”, Beatrice e Alfredo sono per tutti “i gemelli”. I due però non hanno in comune il sangue, ma qualcosa di più profondo. A legarli è un’amicizia ruvida nata quando erano bambini e sopravvissuta a tutto ciò che di oscuro la vita può regalare. Un’amicizia che cresce con loro fino a diventare un amore selvaggio e luminoso. (“Il rumore dei tuoi passi” di Valentina D’Urbano, Longanesi, 319 pagg., 14,90 euro)

Le parole lontane dal fuocoDicembre sta per arrivare e un vento freddo ha ricominciato a soffiare sul piccolo paese di Prospect. Claire conosce quel vento capace di alimentare il fuoco. Aveva sei anni quando per la prima volta ha sentito le parole del fuoco e ha previsto il futuro secondo un antico dono trasmesso di generazione in generazione fra le donne della famiglia Gilly. Un’arte antica ma anche una terribile maledizione poiché tutti le considerano uniche colpevoli di un maleficio che da anni si abbatte sugli uomini della famiglia. Ora Claire sa che la sua famiglia è in grave pericolo, l’odio e deve affrontare i fantasmi del passato.(“Le parole lontane dal fuoco” di Tiffany Baker, Garzanti, 404 pagg., 17,60 euro)

La testimone del fuocoFlora ha visto tutto, ma nessuno le crede. La ragazza è morta, qualcuno l’ha uccisa. Aveva solo quattordici anni, si chiamava Miranda ed è stata ritrovata nella sua camera a Birgittagarden, la casa di recupero per ragazze in difficoltà a nord di Stoccolma. Le pareti sono schizzate di sangue. Nessuna delle altre ragazze sa che cosa sia successo, ma una di loro è fuggita. Flora è una medium e sa di aver visto la ragazza e l’arma del crimine che nessuno riesce a trovare. Sa che cosa è successo. Ma la polizia non le crede perché al momento dell’omicidio era a centinaia di chilometri di distanza. (“La testimone del fuoco” di Lars Kepler, Longanesi, 586 pagg., 18,60 euro)

Come gocce di sale e di ventoRacconta una storia di madri e di figlie, di donne, mostrando la forza eterna dell’amore e di quei legami che ci spingono a tornare sempre a casa. Il cottage di pietra e legno si erge solitario su una spiaggia della costiera del Maine. È giugno, come ogni anno, le donne della famiglia Kelleher si riuniscono a Cape Neddick per le vacanze. Ora che la vita le ha divise, questo luogo un po’ magico è l’unica cosa che le unisce. Perché nessuna di loro ha voglia di vedere le altre. Eppure non si può mancare. Le Kelleher portano sulle spalle un bagaglio pesante, fatto di silenzi, incomprensioni e invidie. Ma quest’anno è tutto diverso. (“Come gocce di sale e di vento” di J. Courtney Sullivan, Garzanti, 471 pagg., 15,00 euro)

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32 StonerWilliam Stoner ha una vita che sembra essere piatta e desolata. Non si allontana mai per più di centocinquanta chilometri da Booneville, il piccolo paese rurale in cui è nato, mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita, per quasi quarantanni è infelicemente sposato alla stessa donna, ha sporadici contatti con l’amata figlia e per i suoi genitori è un estraneo, ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù. Non sembra materia troppo promettente per un romanzo e tuttavia John Williams fa della vita di William Stoner una storia appassionante, profonda e straziante. (“Stoner” di John Williams, Fazi Editore, 332 pagg., 17,50 euro)

Il momento è delicatoUna raccolta di sedici racconti scritti da Ammaniti durante gli ultimi vent’anni. C’è un po’ di tutto. Consapevole del proprio mestiere, ben capace di gestire la parola scritta, convinto che mentre il romanzo è una storia d’amore, il racconto è la passione di una notte.(“Il momento è delicato” di Niccolò Ammaniti, Einaudi, 367 pagg., 17,50 euro)

La luce sugli oceaniIsabel vive col marito Tom in un’isola remota e aspra. Si è abituata ai lunghi silenzi e al ru-more assordante del mare. Ma una mattina il vagito di una bambina ritrovata a bordo di una barca naufragata tra gli scogli, insieme al cadavere di uno sconosciuto, irrompe nella sua vita. Per Isabel la bambina senza nome è il regalo più grande che l’oceano le potesse fare. Sarà sua. Nessuno lo verrà a sapere, basterà che Tom non segnali il naufragio alle autorità, così nessuno verrà a cercarla. Però sulla terraferma, c’è una donna disperata, ma tenace che cerca la sua bambina.(“La luce sugli oceani” di M.L. Stedman, Garzanti, 366 pagg., 17,60 euro)

Promettimi che sarai libero1484: Joan Serra ha dodici anni quando una galea corsara assalta il piccolo borgo di pescatori in cui vive. Suo padre muore difendendo la famiglia dagli assalitori, ma non riesce a impedire il rapimento della moglie e della figlia. Le sue ultime parole, indirizzate al figlio, “Promettimi che sarai libero”. Il ragazzo cerca fortuna a Barcellona, trova lavoro in una nota bottega di amanuensi e rilegatori, ignaro delle insidie nascoste tra le eleganti lettere che tanto lo affa-scinano. Conosce Anna, figlia di un orafo ebreo, e se ne innamora perdutamente. (“Promettimi che sarai libero” di Jorge Molist, Longanesi, 373 pagg., 14,90 euro)

La donna dei fiori di cartaIl monte Fumo è teatro di una battaglia decisiva. Ma l’eco dei combattimenti non varca l’entrata della caverna in cui avviene un confronto fra due uomini. Uno è un prigioniero che all’alba sarà fucilato, a meno che non riveli nome e grado. L’altro è un medico che ha solo una notte per convincerlo a parlare, ma che ancora non sa che ciò che sta per sentire è molto più di quanto ha chiesto e cambierà per sempre anche la sua esistenza. Perché le vite di questi due uomini che dovrebbero essere nemici dipendono dalle risposte a tre domande. (“La donna dei fiori di carta” di Donato Carrisi, Longanesi, 168 pagg., 11,60)

Oro, argento e birraPer tre volte Londra è stata scelta come sede dei Giochi. Raccontare le edizioni londinesi dei Giochi Olimpici diventa l’occasione per rivivere le emozioni di sfide epocali: il dramma di Dorando Pietri, il garzone emiliano che nel 1908 entrò nella leggenda perdendo di un soffio la maratona; la gara di tiro alla fune che provocò quasi una guerra fra inglesi e statunitensi; la rimonta dell’olandese Fanny Blankers-Koen che nel 1948, dopo aver vinto tre medaglie d’oro, rischiò di perdere la finale della staffetta per lo shopping!(“Oro, argento e birra” di Antonio Caprarica, Sperling & Kupfer, 226 pagg., 17,50 euro)

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State tranquille (e tranquilli), non stiamo trattando della facciata di un bel palazzo sul corso, ma di noi stessi che oggi possiamo rimodellare le nostre “abbondanze” nel giro di un mese e sfoggiare un’abbronzatura giusta in pochi minuti se non secondi. Siamo di fronte a due metodiche fenomenali, in grado di assicurare grandi risultati in tutta sicurezza.Esaminiamo prima la tecnica e gli effetti del trattamen-to snellente basato sui bendaggi di stucco (!) per una linea fresca ed elegante in tutto il corpo, ormai preda del costume da bagno che notoriamente non fa sconti.Dopo una ricognizione delle zone da considerare come targets (toraco-addominale inferiore e arti inferiori per lo più) e una mappatura di ristagni e adiposità, si procede con un vero e proprio bendaggio di gesso fa-cendo preventivamente contrarre la muscolatura della persona in trattamento e valutando la pressione che il bendaggio deve esercitare per recuperare appieno la funzione venoso-linfatica. Il bendaggio agisce sul tessu-to sottocutaneo, sul muscolo e sul tessuto connettivo, riequilibrando, comprimendo, svuotando i ristagni dei liquidi e dell’adipe per raggiungere una loro corretta eli-

Stucco e coloreBeauty, salute e benessere a portata di mano.

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minazione. Oltre al gesso naturale il bendaggio veicola tutta una serie di principi attivi necessari a raggiungere lo scopo.Questa tecnica ci giunge dall’antico Egitto e negli ultimi anni è stata riscoperta e perfezionata: una dozzina di trattamenti in un mese permettono un miglioramento estetico e funzionale apprezzabile fin da subito a vista d’occhio. Il tempo di applicazione è inferiore ad un’ora e provoca una modesta ma importante reazione caldo-freddo che attiva il meccanismo biologico di svuotamen-to delle zone da rimodellare. Ottenuta una linea morbida ma filante passiamo al colore, l’abbronzatura. Bene, la novità è questa, non più raggi UVA, lettini abbronzanti e rischi per la pelle, oggi un’abbronzatura naturale e tale da sembrare assolutamente sicura si ottiene spruzzan-do direttamente sul corpo e sul viso con una pistola a pressione una nebulizzazione di un colorante naturale ottenuto dalla canna da zucchero! È il segreto dei divi di Hollywood, sempre a posto, con la gradazione desi-derata nel giro di pochissimi minuti e per molti giorni senza preoccuparsi dell’acqua e sapone. Dunque? Un aspetto sano e curato per una estate su di tono.

Come ritrovare una grande linea e

l’abbronzatura dei divi del cinema

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Concorso fotograficoL’Associazione Canili Veneto bandisce il concorso foto-grafico a tema: “Animali d’affezione... preziosi compagni di vita”. Scadenza invio foto: 25 giugno 2012Obiettivo del concorso è dimostrare che l’animale d’affe-zione sta assumendo un ruolo sempre più importante nel nostro vivere quotidiano. Relazionarsi con un animale da compagnia riduce lo stress, induce a fare attività fisica con positivi risvolti sulla nostra salute, sviluppa il senso di responsabilità verso un altro essere e sensibilizza all’ascolto dell’altro. Aspetti positivi, questi, che portano a migliorare l’atteggiamento anche nei confronti delle persone. Attraverso le immagini si dovranno rappresen-tare momenti di condivisione tra l’umano e l’animale d’affezione (cane, gatto ma anche criceti, cavie conigli etc.) dimostrando come il loro inserimento abbia portato ad un cambiamento positivo delle abitudini di vita. Il concorso è aperto a tutti e il costo d’iscrizione è di 5,00 euro per candidato.Ogni candidato potrà inviare un massimo di tre immagini, di cui una sola al costo di € 5,00. Ogni foto aggiuntiva dello stesso candidato dovrà essere trasmessa con l’aggiunta di € 2,00.Le immagini, in bianco e nero o a colori, in tecnica digitale, saranno sottoposte al giudizio di una Giuria formata da alcuni membri del Consiglio direttivo dell’Associazione Canili Veneto. Verranno scelte 10 immagini tra tutte quelle pervenute, che saranno pubblicate sul sito www.associazioneca-niliveneto.it e, successivamente, esposte e premiate nella splendida cornice di Palazzo Grimani, nel corso dell’evento “Artaidsanimals”, che si svolgerà a Venezia, durante il mese di luglio prossimo.Le foto dovranno pervenire entro e non oltre il 25 giu-gno p.v., via mail, con oggetto “concorso fotografico”, al seguente indirizzo:[email protected] Giuria premierà i primi tre classificati. L’incasso de-rivante dalle quote di iscrizione, al netto delle spese di stampa, sarà utilizzato per le cure e il pagamento delle pensioni degli animali seguiti dall’Associazione. Rego-lamento completo in www.associazionecaniliveneto.it

La redazione informa Baone - “Bisi” protagonistiFesta “dei bisi”, che porta a ricordare sapori di un tempo e gusti che si rischiava nel tempo di tralasciare. Una delle poche cifre sicure per l’edizione di quest’anno della Festa che si è svolta a Baone è quella dei saporiti piselli che attendevano i consumatori, e cioè 18 quintali, paziente-mente sbucciati a mano, per garantire un prodotto dalle proprietà organolettiche particolari. Ma si tratta di un cammino che è partito nel tempo, dal-la semina precoce nei mesi autunnali con la selezione delle qualità da seminare e da far crescere sulle pendici meridionali dei Colli Euganei, un’area caratterizzata da particolari qualità di terreno e da una forte esposizione al sole, che permette una raccolta anticipata in confronto alle produzioni tradizionali. Da qui la festa, per ricordare l’antico mercato dei bisi, attivo sino alla fine degli anni ‘70, quando Baone era divenuto un punto di riferimento per il commercio dei pregiati piselli.

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BriciolaBriciola è stato adottato da cuc-ciolo, insieme al fratello, da una famiglia che li ha sempre tenuti in giardino. I cuccioli sono cresciuti senza le giuste regole di base e

senza adeguata socializzazione. Mentre il fratello di Briciola, più grande di taglia, è sempre stato tranquillo, quest’ultimo, diverso nel carattere, trovandosi in tale contesto, abbando-nato a se stesso, ha iniziato a manifestare una vitalità “fa-stidiosa” per i proprietari. Briciola è un cane assolutamente dolcissimo. Pesa 5 kg e ha 1 anno e mezzo.

LordÈ comparso una mattina al canile sanitario, accalappiato in campa-gna dove girovagava da tempo. Si muoveva con estrema delicatezza, in punta di piedi, in contrasto con la

sua mole. La sua destinazione era una gabbia di un pessimo canile. La corsa contro il tempo e l’opportunità di salvezza, un luogo dove stare al sicuro in attesa di un possibile futuro. Lui è Lord, chiamato così perché ricorda un anziano signore “vecchio stampo” e desidera molto affetto e coccole. Lord è un cane di taglia medio grande, di un’età presunta di nove anni, anziano ma in salute. Adottarlo sarebbe un grande atto d’amore, per lui ma anche per chi lo adotterà.

MaxMax non è giovane e non è di taglia piccola, Max è anziano e per que-sto abbandonato. Accalappiato in Veneto. Messo in un gelido box. Lui non capisce, i suoi occhi vagano

alla ricerca dei riferimenti che non ci sono più. Noi dell’As-sociazione Canili Veneto l’abbiamo prelevato e portato in una casa famiglia dove si sta ambientando. Nonostante il tradimento, lui si fida delle persone, gli piace il contatto con le persone. Max si stima abbia circa 8/9, anni taglia grande.

Per info Mirna 3356927661 o Raffaella 377 1734245

[email protected]@associazionecaniliveneto.it

EsteBàuL’Associazione Canili Veneto e la Lega italiana Difesa Ani-mali con il patrocinio del Comune di Este organizzano il 9 settembre a Este, presso i giardini del Castello EsteBàu una manifestazione zoofila. Una giornata ricca di appun-tamenti e divertimento: dalla passeggiata ai concorsi cinofili, dalla dimostrazione di Obedience degli Educatori

Addozioni del cuore

Cinofili del CSC - Unipd, a gadget per tutti, ai truccabimbi alla parate di stelle. Durante la manifestazione saranno presenti gli stand delle Associazioni e dei professionisti del settore (educatori, veterinari, comportamentalisti) che risponderanno alle domande di un pubblico sempre più vasto e attento. Il ricavato verrà destinato alla cura e salvaguardia degli animali in difficoltà.

La differenziata a Noventa Vicentina Cambiamento in meglio per la raccolta differenziata a Noventa Vicentina. Dal primo giorno di maggio è possibile conferire, per chi desidera svolgere la raccolta differen-ziata dei rifiuti in forma corretta, anche piatti e bicchieri di plastica di tipo “usa e getta”. Questa indicazione è naturalmente però valida solo per il materiale monouso, che deve essere gettato in diffe-renziata, ma senza residui di cibo. Vanno invece gettati nei contenitori dei rifiuti indifferen-ziati piatti e bicchieri in plastica dura, mentre invece, tanto per completare i piatti e bicchieri in materiale biodegradabile vanno conferiti nella raccolta per i rifiuti organici.

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