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1 SCHEDA PROGETTO AVVENTO CARITAS 2013 “…E SI PRESE CURA DI LUI(LC 10,34) PROPOSTA PER IL CATECHISMO MEDIE SCHEDA E Sommario “SIATE CUSTODI…” ................................................................................................................................ Il testo biblico diocesano ......................................................................................................................... Contesto ................................................................................................................................................. 3 Motivazioni del progetto ........................................................................................................................ 3 Obiettivi ................................................................................................................................................. 4 Riferimenti biblici .................................................................................................................................. 5 Criteri operativi della proposta .............................................................................................................. 5 STRUMENTI UTILIZZABILI.................................................................................................................. 5 1. “Bianca come il latte rossa come il sangue” ...................................................................................... 6 2. ANGELI CUSTODI .......................................................................................................................... 9 3. IL LUMINO ....................................................................................................................................... 9 a. ESEMPIO DI VOLANTINO “PUBBLICITARIO” DEL LUMINO “MAGICO” .............. 10 4. ASCOLTIAMO UN CUSTODE ..................................................................................................... 12 5. INCONTRO CON LE FAMIGLIE ................................................................................................. 12 SCHEDE INFORMATIVE DI SUPPORTO........................................................................................... 13 PER I CATECHISTI ............................................................................................................................... 13 COS’E’ LA MENSA CARITAS ......................................................................................................... 13 COS’E’ LACARITAS ......................................................................................................................... 14 SCHEDA DEL FILM “BIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL SANGUE” ...................... 16 (con valutazione C.E.I.) ........................................................................................................................... LA LETTERA DI UNA PERSONA CHE SI E’ SENTITA CUSTODITA! ...................................... 17 OPPORTUNITA’ OFFERTE DAL GRANELLO DI SENAPA ........................................................ 18 RIFERIMENTI PER PRENOTAZIONI E OFFERTE........................................................................ 19

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SCHEDA PROGETTO AVVENTO CARITAS 2013

“…E SI PRESE CURA DI LUI” (LC 10,34)

PROPOSTA PER IL CATECHISMO MEDIE

SCHEDA E

Sommario

“SIATE CUSTODI…” ................................................................................................................................

Il testo biblico diocesano .........................................................................................................................

Contesto ................................................................................................................................................. 3

Motivazioni del progetto ........................................................................................................................ 3

Obiettivi ................................................................................................................................................. 4

Riferimenti biblici .................................................................................................................................. 5

Criteri operativi della proposta .............................................................................................................. 5

STRUMENTI UTILIZZABILI .................................................................................................................. 5

1. “Bianca come il latte rossa come il sangue” ...................................................................................... 6 2. ANGELI CUSTODI .......................................................................................................................... 9

3. IL LUMINO ....................................................................................................................................... 9

a. ESEMPIO DI VOLANTINO “PUBBLICITARIO” DEL LUMINO “MA GICO” .............. 10 4. ASCOLTIAMO UN CUSTODE ..................................................................................................... 12 5. INCONTRO CON LE FAMIGLIE ................................................................................................. 12 SCHEDE INFORMATIVE DI SUPPORTO ........................................................................................... 13 PER I CATECHISTI ............................................................................................................................... 13

COS’E’ LA MENSA CARITAS ......................................................................................................... 13

COS’E’ LACARITAS ......................................................................................................................... 14

SCHEDA DEL FILM “BIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL SANGUE” ...................... 16 (con valutazione C.E.I.) ...........................................................................................................................

LA LETTERA DI UNA PERSONA CHE SI E’ SENTITA CUSTODITA! ...................................... 17

OPPORTUNITA’ OFFERTE DAL GRANELLO DI SENAPA ........................................................ 18

RIFERIMENTI PER PRENOTAZIONI E OFFERTE ........................................................................ 19

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“SIATE CUSTODI…” “… è il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. È l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. È il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio!”

Papa Francesco Omelia insediamento 19 marzo 2013

La Caritas ha come compito istituzionale l’educazione e la formazione ai temi della carità1, tale intento dovrebbe essere realizzato anche e soprattutto con i ragazzi che si stanno formando per affrontare la propria esistenza. La Caritas prova a concretizzare questo compito attraverso la lettura dei segni dei tempi, con l’intento di ricercare il progetto che il Signore chiede di attuare concretamente: ciò può avvenire per ogni persona in base alle sue caratteristiche (età, sesso, condizione economica, ecc.).

Il testo biblico diocesano

La proposta che la Caritas diocesana fa ai catechisti delle classi I, II e III media tiene presente il testo biblico che la nostra Diocesi propone per quest’anno pastorale: gli “Atti degli apostoli”. In questo libro viene descritta la vita e le vicende delle prime comunità cristiane. Alcuni dei fondamentali per essere Chiesa emergono dal cap. 2,42 al cap. 5,42 degli “Atti degli apostoli”2 e tra questi vi è la condivisione e la Carità. Tali principi sono ribaditi con forza dal Papa emerito Benedetto XVI nella sua prima enciclica Deus Caritas Est, in cui al punto 25 afferma:

“a) L'intima natura della Chiesa si esprime in un triplice compito: annuncio della Parola di Dio (kerygma-martyria), celebrazione dei Sacramenti (leiturgia), servizio della carità (diakonia). Sono compiti che si presuppongono a vicenda e non possono essere separati l'uno dall'altro. La carità non è per la Chiesa una specie di attività di assistenza sociale che si potrebbe anche lasciare ad altri, ma appartiene alla sua natura, è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza”

Anche la Conferenza episcopale italiana ribadisce questo concetto negli orientamenti pastorali per il decennio 2010 – 2020 “Educare alla vita buona del vangelo”, al n°39 possiamo leggere “La carità educa il cuore dei fedeli e svela agli occhi di tutti il volto di una comunità che testimonia la comunione, si apre al servizio, si mette alla scuola dei poveri e degli ultimi, impara a riconoscere la presenza di Dio nell’affamato e nell’assetato, nello straniero e nel carcerato, nell’ammalato e in ogni bisognoso. La comunità cristiana è pronta ad accogliere e valorizzare ogni persona, anche quelle che vivono in stato di

1 art. 1 statuto Caritas “prevalente funzione pedagogica” 2 Nel sussidio predisposto dalla Diocesi per facilitare la lettura degli “Atti degli apostoli” dal titolo “La parola di Cristo e l’Eucarestia generano la Chiesa” questi capitoli sono affrontati nella seconda scheda dal titolo “la prima comunità cristiana a Gerusalemme”

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disabilità o svantaggio. Per questo vanno incentivate proposte educative e percorsi di volontariato adeguati all’età e alla condizione delle persone, mediante l’azione della Caritas e delle altre realtà ecclesiali che operano in questo ambito, anche a fianco dei missionari.” Anche nel progetto diocesano promosso dall’Ufficio Catechistico Diocesano già da molti anni “Cristiani non si nasce ma si diventa: orientamenti per un rinnovamento dell’iniziazione cristiana” il tema del capire a poco a poco cosa Dio chiede ad ogni bambino (poi ragazzo e adulto) all’interno della comunità è presente e trasversale nel percorso proposto.

Contesto

La crisi della nostra società Anche i ragazzi percepiscono che l’epoca nella quale viviamo è un’epoca difficile. Forse hanno sentito la parola “crisi economica” e forse non l’hanno capita. Però, percepiscono il clima di tensione e di preoccupazione che “c’è nell’aria” (dai discorsi dei genitori, dalle cose che si vedono in tv). Inoltre sono sempre di più i bambini e i ragazzi che vivono in famiglie colpite direttamente dalla crisi economica; comprendono benissimo le preoccupazioni dei genitori per arrivare a “fine mese” o per sopportare la fatica del gestire le ansie per le incognite che il futuro riserva. Molti ragazzi vedono, sentono, vivono situazioni che fino a pochi anni fa erano impensabili per la nostra nazione. La povertà, secondo le ultime statistiche relative alla nostra provincia, sta purtroppo dilagando con effetti diversificati: l’erosione della classe media che prima era abbiente; la ricaduta nella povertà di famiglie (in larga parte di origine straniera ma non solo) che da alcuni anni erano riuscite a “galleggiare” dignitosamente; un generalizzato senso di apprensione verso il futuro e le sue incertezze.

Motivazioni del progetto

La custodia genera speranza Il progetto che proponiamo ai catechisti dei gruppi delle medie per l’Avvento vorrebbe donare speranza ai nostri ragazzi e alle loro famiglie, ma non una speranza teorica bensì concreta (di conseguenza contagiosa anche verso le persone che vivono con loro). I ragazzi possono essere protagonisti dell’uscita dalla crisi economica. Ma come? Provando a sperimentare la “custodia”. Voi catechisti sapete meglio di noi che l’adolescenza non è certo un periodo semplice. I ragazzi sono chiamati a capire chi sono, a quali modelli di adulto rifarsi, chi è Dio per loro, quale strada il Signore gli chiede di compiere, ecc. Tutto ciò all’interno di una società che fa di tutto per deviarli verso un individualismo sfrenato, che li lascia insoddisfatti, quindi costantemente desiderosi di acquistare nuovi prodotti per poter gustare un’effimera e sfuggente felicità. Non è facile crescere in una società di questo tipo. Ma se da un lato la situazione di “ricercatore” genera delle ansie sul proprio futuro, dall’altro lato è un momento favorevole per fondare la propria esistenza su alcuni assunti importanti, magari diversi da quelli che propone la società (attraverso le trasmissioni televisive, i social network, la pubblicità, i modelli di vita proposti dai Vip, ecc.). Uno di questi può essere proprio la consapevolezza che l’intrecciare relazioni importanti con gli altri, e quindi l’esercizio della custodia delle persone a cui vogliamo bene, richiede fatica, ma concede una gioia profonda. Bisogna abbandonare l’idea che una persona è felice se pensa solo a se stessa e al soddisfacimento immediato delle proprie voglie. Se i ragazzi riescono a sperimentare sulla propria pelle la bellezza del custodire allora probabilmente lo faranno per tutta vita che hanno davanti. Detto ciò è importante sottolineare che la rinascita economica parte sicuramente da manovre finanziarie e politiche internazionali; essa però può trarre giovamento anche dalle piccole azioni che tutti possiamo realizzare per attuare quello che il sociologo P. Donati chiama i “beni relazionali”3.

3 Pierpaolo Donati, Teoria relazionale della società, Franco Angeli editore

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Le motivazioni del custodire La motivazione che può spingere i ragazzi all’essere custodi è lo sperimentare di persona che questa “attività” è più bella di una partita di calcetto o di andare a fare shopping. Il libro “Bianca come il latte rossa

come il sangue” , di cui è uscito alcuni mesi fa anche il film (e da poco il DVD), rappresenta benissimo quanto affermato nelle righe precedenti. Si narra la storia di alcuni ragazzi che scoprono nel volersi bene e nel prendersi l’uno dell’altro una fonte di gioia e di realizzazione più forte di una vittoria a calcetto o dell’acquisto di un bel vestito. Sia il libro che il film hanno riscosso un grande successo soprattutto tra gli adolescenti, questo è un segnale che

sono alla ricerca di qualcosa di bello e che voi catechisti potete accompagnarli alla ricerca di questo qualcosa (o Qualcuno). Il passaggio finale che dovrebbe spingere noi tutti ad essere custodi è che prima di tutto noi siamo custoditi da qualcuno: da Gesù. Il Signore nasce e si fa uomo perché ci ama e ci vuole custodire. Il Natale è una grande festa perché arriva il nostro Salvatore, colui che ci dona la speranza perché non rompe mai i ponti con noi, non taglia mai i fili che ci legano a lui. Se noi siamo cristiani dobbiamo fare ciò che Dio ha fatto: essere pane spezzato e condiviso. Questo ci permetterà di essere delle persone belle, realizzate, piene, che devono affrontare ugualmente molte difficoltà e pericoli ma hanno una stella cometa che li guida. I ragazzi il più delle volte hanno una paura folle del futuro e si sentono soli e abbandonati. Se riuscissimo noi adulti a fargli comprendere, con l’esempio più che con le parole, quanto il Signore ci vuole bene allora potrebbero stare meglio e affrontare l’avventura di crescere con più serenità

Obiettivi

L’avventura di diventare “custodi” L’obiettivo principale è quello di condividere con i ragazzi il concetto di “custodia”, cioè il prendersi cura delle persone che ci circondano, dalle più vicine e amiche, a quelle che incontriamo per caso. C’è bisogno di essere umani che sappiano riannodare i fili delle relazioni che si sono sfilacciate o spezzate, che sappiano gettare ponti laddove vi è indifferenza e individualismo. Il libro e il film citati sono esempi di come i ragazzi siano dei bravi costruttori di ponti e intrecciatori di fili. Il custodire la mensa Caritas La Caritas diocesana pone come primo obiettivo la “prevalente funzione pedagogica”. A fianco a questa essa ha anche l’esigenza di portare avanti tutte quelle iniziative di servizio verso i poveri. Tra queste vi è la Mensa Caritas, la quale ha sempre più bisogno di sostegno visto che alcuni contributi e offerte sono venuti a mancare (a causa della crisi economica) e il numero di persone che richiedono di potersi sfamare sono sempre di più. Dunque il denaro che verrà raccolto con l’Avvento caritas (tramite le attività concrete che vi proponiamo nelle prossime righe e tramite le offerte raccolte in tutte le parrocchie nella 3° domenica di Avvento) saranno utilizzate per sostenere questa attività.

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Riferimenti biblici

(traduzione “La Bibbia di Gerusalemme” riveduta) Genesi 4,9 Allora il Signore disse a Caino: «Dov’è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?». Luca 4,10 Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano. Luca 2,19 Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

Criteri operativi della proposta

Da quest’anno, a seguito di una verifica dell’Avvento 2012 con alcuni catechisti ed educatori, abbiamo deciso di cambiare impostazione alla proposta ed adeguarla alle esigenze emerse:

- un progetto più flessibile e meno strutturato. Qui di seguito forniremo un elenco di opportunità che ogni catechista (o gruppo di catechisti) può personalizzare come meglio crede (fare una sola attività, farle tutte, farne alcune. Le attività hanno senso anche svolte singolarmente)

- questo elenco di attività proposte per il catechismo delle classi delle medie si situa all’interno di una

proposta più ampia che viene fornita per l’avvento all’intera parrocchia (catechismo I-II elementare, catechismo III-IV-V elementare, giovani, famiglie, liturgie, ecc.). Sarebbe opportuno che i catechisti si coordinassero con il parroco per costruire un progetto globale (per esempio le attività dei bambini e ragazzi del catechismo potrebbero sfociare in una qualche maniera nelle celebrazioni eucaristiche domenicali del tempo di avvento, ecc.)

STRUMENTI UTILIZZABILI

1) Nelle pagine seguenti inseriamo la cosiddetta “BANCARELLA DELLE PROPOSTE”, ovvero 5 proposte di attività, che sono indipendenti l’una dall’altra.

2) Nella sezione seguente invece troverete delle materiale informativo denominato “SCHEDE INFORMATIVE DI SUPPORTO PER I CATECHISTI” il quale può essere utile a voi catechisti nella preparazione delle attività.

Per qualsiasi informazione o delucidazione è possibile contattare il settore animazione-formazione della Caritas diocesana di Reggio Emilia - Guastalla: Matteo Gandini, 0522/922520, [email protected]

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1. “Bianca come il latte rossa come il sangue”

Questa è un’attività che affronta la custodia attraverso il libro “Bianca come il latte rossa come il sangue” di Alessandro D’Avenia. È molto probabile che alcuni o molti dei vostri ragazzi l’abbiano già letto. Per chi non l’avesse fatto: la storia è quella di Leo, sedicenne come tanti, con tutte le passioni (amici, musica, calcetto..) e i problemi (la scuola, rapporti con i genitori..) normali di un adolescente. Leo s’innamora di Beatrice e contemporaneamente entra nella sua vita il supplente di storia e filosofia (che lui chiama il Sognatore, perché spinge i ragazzi a cercare il proprio sogno). Nella sua vita un'altra persona molto importante è Silvia: sua grande amica, che lo aiuterà anche nell’approccio con Beatrice. Ma a un certo punto Beatrice si ammala di leucemia e lì inizia per Leo un cammino in profondità in sé, per capire che i sogni non possono morire, e trovare il coraggio di credere in qualcosa di più grande. Vi proponiamo di dividere i ragazzi in gruppi e dare a ogni gruppo un pezzo di libro e le domande che riportiamo qui sotto:

- Si vogliono bene le persone descritte nel pezzetto di libro?

- Si custodiscono/prendono cura l’una dell’altra? Se sì come? Se no come potrebbero farlo?

- Perché, secondo voi, si custodiscono (o uno custodisce l’altro)? Se non si custodiscono (o uno non custodisce l’altro) perché non lo fa?

- Ti senti/vi sentite vicini a uno dei personaggi del libro? Se sì a quale e per quali caratteristiche?

Si danno ai ragazzi 15-20 minuti di tempo per leggere il pezzetto di libro, parlare tra loro e rispondere alla domande. Chiedete ai ragazzi di svolgere quest’attività non come un gioco, ma come una riflessione seria.

PEZZO N. 1 “Silvia mi guarda fisso negli occhi in silenzio, perché ha capito che mi sono perso. Poi mi fa una carezza e il vento torna a soffiare sulla barca del quadro, a vele spiegate verso un porto che non conosco ma so che c’è, come è vera quella mano che mi ha accarezzato. Silvia sa fare tutto questo con una carezza. Come fa? Grazie, Silvia. Grazie, Silvia, perché ci sei. Grazie, Silvia, perché sei l’ancora che mi permette di non andare alla deriva e sei anche la vela che mi permette di attraversare la fatica del mare. «Grazie, Silvia. Ti voglio bene.» «Anche io.»” PEZZO N. 2 “Grazie, Niko, hai ragione, mi hai salvato. Niko ha sempre le soluzioni giuste, le ricette giuste, anche se non conosce le situazioni. Mi chiedo come faccia. Vorrei essere come lui e avere punti di riferimento chiari su cosa mettermi addosso in ogni circostanza. Niko però non mi ha neanche chiesto di che ragazza stavamo parlando…” PEZZO N. 3. In ospedale “Da qualche giorno ho un compagno di stanza. Un signore corpulento. Immenso. Un elefante urbano. Si è fratturato due vertebre. Deve rimanere immobile e fare tutto a letto: persino i bisogni. Odio il suo odore. […] Ogni tanto s’incazza, quando ha dolori o non riesce a dormire. Ha una moglie che lo accudisce. La figlia e il figlio lo vengono a trovare spesso. È bello quando stai male avere una famiglia che ti sta vicina. Come fai se non hai una famiglia, una moglie, dei figli? Chi si prende cura di te quando stai male? Grazie all’Elefante ho visto cos’è avere una famiglia. Non che io non ce l’abbia. Ma ho visto quello che non riuscivo a vedere. Perché le cose, finchè non ci sei dentro, non le capisci o non riesci a vederle. E allora i genitori ti sembrano due rompipalle professionisti, che stanno lì solo a vietarti di fare le cose che vorresti.

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L’Elefante, sua moglie e i figli invece me l’hanno mostrato con chiarezza: da grande voglio una famiglia unita come la loro. Perché anche se stai male rimani tranquillo, e questo è il senso di una vita ben spesa: qualcuno che ti ama anche quando stai male. Qualcuno che sopporta il tuo odore. Solo chi ama il tuo odore ti ama davvero. Ti dà forza, ti dà serenità. E mi sembra un bel modo di mettere una diga ai dolori che capitano nella vita. Me lo devo ricordare questo.” PEZZO N. 4 In ospedale “«Cosa ci fai tu qui?» Sono le parole che interrompono il mio vagare in un immenso letto bianco senza sponde. Se l’infermiera grassa non mi conoscesse me la passerei male. «Cercavo Beatrice…» rispondo con una sincerità che non lascia scampo al cuore di panna che hanno tutte le infermiere grasse e capaci di amare l’odore dei malati. «è andata via ieri.» Resta in silenzio e diventa seria. Mi stacco dal letto con addosso la nostalgia di chi ha passato una notte abbracciato a Beatrice. Mi avvio fuori dalla stanza a testa bassa, strisciando i piedi. Quando passo davanti all’infermiera, mi scompiglia i capelli con la sua mano di panna. «Prenditi cura di lei. Anche per me.» La fisso e sento il calore di quella mano darmi il coraggio che mi manca. «Lo farò…» PEZZO N. 5 “Non ho rivisto Beatrice. Ora non è più ricoverata lì in ospedale, è tornata a casa. Ha finito il primo ciclo della chemioterapia. Una specie di antibiotico contro il tumore. Io sono sicuro che le farà bene. Beatrice è una forte: troppo giovane e piena di bellezza per non farcela. Vorrei andare a trovarla, ma Silvia dice che non vuole vedere nessuno. È molto stanca e provata dalla malattia e non se la sente di parlare. Io però la vorrei vedere. Comunque adesso lei avrà il mio sangue, e sarà come tenerle compagnia ancora più da vicino. da dentro. Uniti. Spero che il mio sangue le faccia bene. Mi sento felice e stanco. Così è l’amore. […] «La squadra del Vandalo ha perso. Li potevamo superare. Adesso siamo ancora dietro di uno. E tutto perché tu sei diventato una checca… non reggi manco una partita…» «Oggi ho donato il sangue…» «Proprio oggi dovevi farlo? Oggi che c’era la partita?» Non rispondo neanche. Me ne esco dallo spogliatoio e lascio che sia il vento sulla faccia ad asciugarmi le lacrime di rabbia. Quando fai una cosa buona la paghi sempre a questo mondo… la gente non sa un cazzo dell’amore. Pensa solo al calcio e non ti chiede neanche perché mai ti è venuto in mente di donare il sangue…” PEZZO N. 6 “Quando l’incendio si placa, sono senza forze. Svuotato. Attorno a me polvere, cenere, nero. Mi perdo si internet: la soluzione a tutti i problemi. Ci sono le versioni, ci sono i temi, ci sono i film, ci sono le canzoni, ci sono i calendari. […] Messaggio di Silvia: «Studiamo insieme?». Io non studio più. Non serve. Rispondo: «No, scusa…». Silvia mi risponde subito: “Paura di ke?”. Paura di che??? Ma che c’entra? Anche silvia dà i numeri. Poi mi viene un sospetto. Controllo il messaggio che le ho mandato: “No, paura…”. Il solito T9. Ho scritto “paura” al posto di “scusa” senza accorgermene. Non avevo controllato e ho mandato in automatico: “No, paura…”. Il T9 purtroppo ha ragione. Rispondo al messaggio dicendo la verità: “Di tutto”. Silenzio. Un silenzio da impazzire, un silenzio da strapparti i vestiti di dosso e gridare nudo al bancone che ne hai piene le palle. Non sono ferro, non sono fuoco, non sono nessuno. Messaggio di Silvia: “Ci vediamo tra mezz’ora al parco”. Rispondo di sì con uno squillo. Però non ci vado, la lascio lì da sola come sono io. Sono un vigliacco e ho il viso inondato dalle lacrime più amare che io conosca, quelle in cui il sale della solitudine è almeno il novanta per cento e l’acqua solo il dieci. Questo dolore è tanto denso che ci puoi galleggiare senza bisogno di nuotare.”

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PEZZO N. 7 “«Allora, cosa ti è successo l’altro giorno?» Lo sapevo che non mollava la presa. I prof sono come i boa, ti si arrotolano attorno quando sei distratto, poi aspettano che butti fuori l’aria e stringono, e a ogni espirazione stringono di più. Finchè ti è impossibile allargare di nuovo la gabbia toracica e muori per asfissia. «Ma a lei che gliene importa, prof?» Il Sognatore mi guarda fisso negli occhi e a stento riesco a sostenere lo sguardo. «Forse avevi bisogno di una mano, di un consiglio…» Io rimango in silenzio. Con gli occhi bassi. Guardo l’asfalto come se ogni centimetro di bitume fosse diventato improvvisamente interessante. C’è qualcuno dentro di me che non aspetta altro, qualcuno che vuole uscire fuori, ma se ne sta là rintanato, si difende e ha paura di farsi vedere per quello che è, perché per uscire fuori coinvolgerebbe quell’altro con i capelli arruffati e lo sguardo da furbo e lo coinvolgerebbe con un bel po’ d’acqua e sale sotto forma di lacrime. Così continuo a fissare per terra per paura che quel qualcuno esca fuori come il dentifricio, troppo e tutto in una volta. Il Sognatore aspetta in silenzio. Non ha fretta, lui, come tutti quelli che ti mettono in crisi. E io lo ripago con la stessa moneta. […] Il Sognatore rimane in silenzio accanto a me, con la sua mano forte sulla spalla. Mi sento un cretino.” Alla fine si fanno esporre ai ragazzi le loro risposte davanti a tutti e nel mentre “rilanciare” su domande della loro vita:

- Cosa vuol dire custodire? - Tu sei mai stato custodito da qualcuno? - Tu hai mai custodito qualcuno?

Si può riportare su un cartellone la definizione di CUSTODIA che esce dalle riflessioni dei ragazzi. Ai ragazzi si può fare presente che anche il papa Francesco nella S. Messa di insediamento (19 marzo 2013) ci ha chiesto di essere CUSTODI gli uni degli altri. (ci riferiamo alla frase che c’è all’inizio di questo progetto). SE MOLTI RAGAZZI HANNO Già LETTO IL LIBRO E SONO “F ERRATI”: I catechisti possono chiedere ai ragazzi di preparare l’incontro successivo trovando un modo per narrare (tramite un cartellone, tramite dei pezzi del film o del libro,4 registrando un piccolo filmato da proiettare, facendo un power point, mettendo in scena una piccola recita, ecc.) questa storia che parla di ragazzi che si custodiscono. Alla fine della presentazione i catechisti dovrebbero stimolare un confronto sia con i ragazzi che hanno preparato la presentazione sia con quelli che hanno assistito sugli spunti della precedente attività. Le risposte di questo piccolo dibattito dovrebbero essere riportate su un cartellone da tenere appeso nella classe di catechismo. L’esito dell’incontro dovrebbe essere che questi ragazzi del film sono diventati custodi e sono più felici, che è una cosa assolutamente diversa dall’euforia. Dio ci chiama ad essere custodi gli uni per gli altri perché anche lui fa così con noi. Solo seguendo il Signore potremo vivere una vita piena e sana.

4 Il libro è ritrovabile sia nelle librerie, anche in formato economico, sia nelle biblioteche. Il dvd è noleggiabile o acquistabile.

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2. ANGELI CUSTODI Potrebbe essere interessante far sperimentare ai ragazzi, attraverso una attività “da grandi” (non un gioco) cosa vuole dire essere custodi. L’attività si chiama “angeli custodi” e si sviluppa in questo modo:

Ogni ragazzo sorteggia un bigliettino a caso e leggerà il nome di un suo compagno, non potrà rivelare il nome che ha trovato a nessun altro. Quello sarà il ragazzo/a che gli è stato affidato e di cui sarà l’angelo custode nella settimana successiva. Ma come si fa? Cosa vuole dire essere l’angelo custode? Qui si lascia ai ragazzi la più ampia fantasia. Possiamo immaginare di fare gesti gentili, dei favori, dei regali, fermarsi a parlare insieme, andare incontro alle aspettative dell’altro, etc. Questi gesti devono rimanere ANONIMI, il ragazzo nel farli non deve farsi scoprire, in ogni caso non deve dichiarare il suo essere angelo custode (si dice ai ragazzi che sennò si rovina il “gioco”). Alla fine della settimana ogni ragazzo dovrà dichiarare agli altri chi, secondo lui, è stato il suo angelo custode. Se i ragazzi lo indovinano, vuol dire che il loro angelo custode è stato bravo. Da questa attività può nascere un confronto su come noi ci atteggiamo con i nostri amici, se siamo dei custodi con tutti o solo con alcuni, su quanto teniamo alla loro felicità e quanto ci impegniamo in questo, su quanta gioia ci può essere nel far felici gli altri, su quanto poco siamo abituati sia a fare che a ricevere tutto ciò, etc. Le riflessioni che si condividono in quest’occasione possono essere riportati su un cartellone da lasciare appeso nell’aula di catechismo. Ai ragazzi si può fare presente (prima o dopo l’attività) che anche il papa Francesco nella S. Messa di insediamento (19 marzo 2013) ci ha chiesto di essere CUSTODI gli uni degli altri. (ci riferiamo alla frase che c’è all’inizio di questo progetto).

3. IL LUMINO Se la mamma possiamo custodirla con una carezza e l’amico con un messaggio gentile come facciamo a custodire le persone che stanno male e che non conosciamo? Come possiamo prenderci cura delle persone povere che si rivolgono alla Caritas? Possiamo fare servizio alla mensa della Caritas o dare aiuto al Centro d’Ascolto più vicino a noi. Possiamo anche acquistare i lumini “magici” dalla Caritas diocesana e consegnargli dei soldi (a offerta libera, tenete presente che un pasto alla Mensa Caritas ha un costo di circa 5€) per poter pagare gli alimenti che servono a sfamare le tante persone bisognose. Questi lumini sembrano delle normali candele, ma sono magici perché se li mettiamo in mezzo alla tavola apparecchiata nel giorno della vigilia o del pranzo di Natale e LI ACCENDIAMO, allora ci ricordiamo di tutte le persone che non hanno una casa e non sanno cosa mangiare. Allora avviene un incantesimo perché i soldi che abbiamo dato per il lumino, magicamente, mentre la candela è accesa, si trasformano in un bel piatto di pastasciutta per Svetlana, per Mohamed o per altre persone che vanno alla Mensa Caritas. In questo modo avviene la magia più bella che si possa sperare: una persona triste diventa allegra (almeno per un po’). Svetlana, o chi per lei, sorride perché anche per quel giorno può mangiare grazie ad un bambino e alla sua famiglia che hanno deciso di CUSTODIRLA. Gesù che nasce a Natale è stato mandato da suo padre per darci una buona notizia, lui vuole bene a tutte le persone del mondo e desidera che tutti, ma proprio tutti, siano felici. Chi vuole seguire Gesù deve ascoltare la sua parola che dice proprio questo: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amate gli uni gli altri. Come

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io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,34-35). Sul lumino ci sarà un’etichetta con scritto “AVVENTO CARITAS: questo non è solo un lumino ma è un pasto caldo per un persona”. Il ragazzo/a ha la possibilità di spiegare ai commensali il perché della presenza del lumino al centro della tavola, che significato ha, cosa significano le etichette che vi sono poste intorno, ecc. : è una modalità per renderlo positivamente protagonista in un ruolo positivo che è quello di custode. Il ragazzo può essere facilitato dal segnalibro che accompagnerà il lumino stesso che è predisposto per un target più adulto e in cui vi sono riportati le basi su cui si fonda il progetto dell’Avvento Caritas 2013. Il segnalibro Legato con un elastico intorno ai lumini c’è un segnalibro che i bambini possono portare a casa ai genitori. Su questo segnalibro vengono riportate attraverso vari strumenti (citazioni della Bibbia, citazioni di Papa Francesco, suggerimenti di azione concrete, ecc.) dei suggerimenti per essere dei cristiani come quelli delle prime comunità descritte nel libro degli “Atti degli Apostoli”. Un lato del segnalibro riguardo l’Avvento e dunque le proposte della Caritas diocesana, l’altro lato rimanda ad alcuni mesi dopo e cioè alla Quaresima (animata dal Centro Missionario Diocesano). Il catechista può chiedere ai bambini di custodire questo segnalibro perché dovrà essere utilizzato anche in Quaresima.

Chi produce il lumino Il lumino è prodotto dalla Cooperativa Sociale “San Giuseppe”, in via Fosdondo 145 a Correggio. La cooperativa nasce nel 1986 da alcuni amici e volontari della Casa della Carità di Fosdondo, che hanno sentito l’esigenza di creare un luogo di attività con i ragazzi della Casa, per mettere a frutto le capacità di ognuno. Da questa piccola idea è nata la cooperativa, che ancora oggi è luogo di incontro e di lavoro e che, aprendosi all’inserimento di altre persone in difficoltà, offre educazione al lavoro e recupero della qualificazione umana. Il lavoro della cooperativa consiste nella produzione di icone, carta riciclata, oggetti in legno e in cuoio (ottime idee per anniversari, matrimoni, prime Comunioni, Battesimi e Cresime..) e restauro di mobili.5

I lumini sono prodotti a mano, perciò richiedono determinati tempi di preparazione. Le parrocchie che decidono di aderire devono prenotare i lumini entro sabato 16 novembre (giorno del convegno diocesano caritas) alla Caritas diocesana: Matteo Gandini 0522 922520 [email protected], utilizzando il modulo che è riportato nelle ultime pagine.

Nella pagina seguente c’è un esempio di volantino pubblicitario del lumino “magico”, se vi interessa avere il file (da modificare o stampare a colori) lo trovate sul sito della Caritas diocesana www.caritasreggiana.it oppure chiedete a Matteo Gandini della Caritas Diocesana e ve lo farà avere.

Nella pagina seguente c’è un esempio di volantino pubblicitario del lumino “magico”, se vi interessa avere il file (da modificare o stampare a colori) lo trovate sul sito della Caritas diocesana www.caritasreggiana.it oppure chiedete a Matteo Gandini della Caritas Diocesana e ve lo farà avere.

a. ESEMPIO DI VOLANTINO “PUBBLICITARIO” DEL LUMINO “MAGICO”

5 Per chi fosse interessato i contatti della Cooperativa Sociale “San Giuseppe” sono: tel. 0522 690286 / 690307, www.coopsangiuseppe.net , [email protected]

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AVVENTO CARITAS 2013 “..E SI PRESE CURA DI LUI” (LC 10,34)

SIATE CUSTODI

QUESTO

NON E’ SOLO UN

LUMINOLUMINOLUMINOLUMINO E’ IL PRANZO PER UN POVERO

Anche quest’anno la Caritas diocesana è chiamata dal Vescovo ad animare il tempo di Avvento e propone un progetto educativo a tutte le parrocchie della diocesi. Il progetto prevede l’utilizzo del lumino rappresentato nella foto che potrà essere acceso in mezzo alla tavola della vigilia e/o di Natale per ricordarci di essere custodi delle persone in difficoltà. Questo sarà lo strumento per poter camminare lungo le settimane che precedono il Natale per imparare ad essere CUSTODI: custodi di se stessi, custodi degli altri, custodi del creato.. Per informazioni rivolgersi a: Matteo Gandini 0522/922520 [email protected]

Caritas diocesana

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4. ASCOLTIAMO UN CUSTODE Un’altra possibilità che offriamo ai catechisti è la testimonianza di una persona che in parrocchia, o in un’associazione di volontariato, è custode. Come Caritas diocesana proponiamo di contattare la più vicina Caritas parrocchiale o il più vicino Centro di Ascolto Caritas parrocchiale. Per poter contattare queste persone è possibile rivolgersi alla Caritas diocesana che può fare da ponte tra i catechisti e le realtà sul territorio (potete rivolgervi al settore

animazione-formazione: Matteo Gandini 0522 922520 [email protected]). La cosa più bella sarebbe, se ne avete la possibilità, di visitare un Centro di Ascolto Caritas. I ragazzi possono vedere con i loro occhi un luogo dove le persone custodiscono altre persone. Ci sono tanti armadi piene di vestiti, ci sono gli scaffali con le cibarie, ci sono gli uffici dove le persone vengono ascoltate. La Caritas diocesana potrà informarvi sul Centro di Ascolto o sulla Caritas parrocchiale più vicina. Ovviamente

se l’incontro con le realtà territoriali della Caritas non fosse possibile i catechisti possono prevedere la visita ad altre realtà di volontariato che cercano di custodire altre persone. E’ importante che il testimone sia una persona capace di raccontare le cose ai ragazzi senza annoiarli, sarebbe bene mettersi d’accordo sulle cose da dire e come dirle.

5. INCONTRO CON LE FAMIGLIE Un’altra possibilità è l’incontro con le famiglie dei ragazzi del catechismo. Non è necessario che l’incontro sia fissato ad hoc (con la possibilità che vi siano pochissimi genitori) ma si può sfruttare uno degli incontri che eventualmente sono già programmati con i genitori all’inizio o durante l’anno scolastico. In questa sede si può prevedere un piccolo spazio in cui un testimone Caritas (possibilmente e preferibilmente della Caritas del territorio, altrimenti anche di quella diocesana compatibilmente con le disponibilità degli operatori) illustra la situazione in cui si trova la nostra società italiana. La Caritas ha un osservatorio privilegiato in cui vede delle cose che non tutte le persone conoscono. E’ possibile condividere con i genitori l’urgenza di essere custodi perché la situazione è davvero drammatica e va sempre peggiorando rispetto a qualche anno fa. Adesso la povertà è un’esperienza non solo delle categorie “classiche”, ma riguarda anche persone o famiglie “come noi” che hanno avuto alcuni incidenti di percorso (un artigiano con due dipendenti che non ha avuto più delle commesse di lavoro; una persona che è caduta a poco a poco nella dipendenza da gioco fino a gettare sul lastrico la sua famiglia; ecc.). Si potrebbe illustrare una fotografia della realtà ma anche cosa ognuno di noi, in base alle sue possibilità, può concretamente fare. Non grandi cose ma neanche lo “stare fermi”.

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SCHEDE INFORMATIVE DI SUPPORTO PER I CATECHISTI

COS’E’ LA MENSA CARITAS della Diocesi di Reggio Emilia

La Mensa è un’opera segno della Caritas diocesana, che mostra concretamente cosa significa l’opera di misericordia: dar da mangiare agli affamati. In accordo con la Mensa del Vescovo, la Mensa Caritas è aperta quando quella del Vescovo è chiusa. In questo modo ogni giorno è garantito un pasto caldo a chi ne ha necessità. Quanti accedono alla Mensa vengono prima accolti ed ascoltati dal Centro d’Ascolto (diocesano o parrocchiale) e ciò avviene attraverso un ascolto, un colloquio, un incontro personale da parte di operatori o volontari dedicati. Perché alla base di qualsiasi opera segno deve esserci non tanto “l’erogazione di un servizio”, ma l’incontro, la presa in carico dell’altro in modo complessivo, con accoglienza e disponibilità. La Mensa Caritas è completamente gestita da volontari. Il responsabile, Licinio Paterlini, con alcuni volontari fissi animano e incontrano le comunità parrocchiali, alcune scuole, gruppi di volontariato che, a rotazione, danno la loro disponibilità a portare avanti i vari servizi necessari. Ad ogni apertura sono presenti almeno 10/12 volontari per la preparazione del pasto e per il servizio di distribuzione. Gli inizi di questa bella avventura vanno collocati in via del Carbone, in centro a Reggio Emilia, dove, su iniziativa di Don Luigi Guglielmi, allora direttore della Caritas diocesana, ebbe inizio una distribuzione del pranzo domenicale ai più bisognosi. Era il febbraio del 1994. L'idea portante di questa iniziativa era quella di coinvolgere i parrocchiani nello spirito della carità cristiana. Per questo l’apertura era prevista alla domenica: perché la Messa festiva diventasse l’apertura alla carità, nella disponibilità al servizio. La Messa è finita? Non è finito proprio niente, è ora di cominciare, di tradurre l’Eucaristia nel servizio ai poveri. Si è partiti dall’Eucaristia. È l’Eucaristia che ci convoca per vivere la carità. Fin dalle origini, il necessario per sfamare i bisognosi era fornito direttamente dai parrocchiani incaricati del servizio, arrivando a distribuire oltre 300 pasti; anche se nel tempo si è assistito ad un progressivo calo nell'apporto delle parrocchie, nel fornire persone disponibili e vettovaglie. Dopo alcune domenica di apertura si è visto che i frequentatori chiedevano ben altro rispetto alla minestra: di essere conosciuti, ascoltati, di avere una ragione di vita, una speranza. Per questo dall’esperienza della Mensa nasce l’idea di trovarsi una sera la settimana per leggere la Scrittura e bere il caffèlatte. Si cerca di creare uno “spazio” per far parlare la Parola di Dio, per ascoltare chi vuol parlare, per dare spazio allo Spirito Santo. Ognuno può pregare nella sua lingua, nei suoi modi… Era bello avere la Mensa in centro storico, era un mettere al centro della città i poveri, un’opera segno che vuole essere segno di vicinanza, premura, di presa di responsabilità, di animazione sul territorio. Ma negli anni sono cresciute le esigenze, la necessità di spazi più idonei per il servizio. Ed ecco il trasferimento da Via del Carbone a Via dell’Aeronautica, nel 2003. La disponibilità nella nuova sede di spazi ed attrezzature comporta anche una sostanziale modifica organizzativa delle persone impegnate nel servizio. Si passa dall’iniziale pranzo domenicale (quindi impegno per 52 pranzi ) all'attuale conferimento di pasti per circa 230 giorni (fornendo sia i pranzi, serviti, che le cene, consegnate in sacchetti a chi ne fa richiesta). La disponibilità delle parrocchie a fornire cibo e volontari, già in calo nell'ultimo periodo in via del Carbone, si è ulteriormente manifestata in questo nuovo scenario. I responsabili del servizio decidono quindi di promuovere un allargamento a singoli e gruppi non strettamente parrocchiali. Ogni anno la Mensa coinvolge ed ospita circa 4.000 volontari, di ogni età e provenienza. Nel tempo si consolidano alcuni gruppi di volontari che si alternano per raccogliere le eccedenze delle aziende, selezionare, surgelare, precucinare…

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COS’E’ LACARITAS

DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

ALLA CARITAS ITALIANA NEL 40° DI FONDAZIONE Basilica Vaticana, 24 novembre 2011

Fin dall’inizio del vostro cammino pastorale, vi è stato consegnato, come impegno prioritario, lo sforzo di realizzare una presenza capillare sul territorio, soprattutto attraverso le Caritas Diocesane e Parrocchiali. È obiettivo da perseguire anche nel presente. Sono certo che i Pastori sapranno sostenervi e orientarvi, soprattutto aiutando le comunità a comprendere il proprium di animazione pastorale che la Caritas porta nella vita di ogni Chiesa particolare, e sono certo che voi ascolterete i vostri Pastori e ne seguirete le indicazioni.

L’umanità non necessita solo di benefattori, ma anche di persone umili e concrete che, come Gesù, sappiano mettersi al fianco dei fratelli condividendo un po’ della loro fatica. In una parola, l’umanità cerca segni di speranza. La nostra fonte di speranza è nel Signore. Ed è per questo motivo che c’è bisogno della Caritas; non per delegarle il servizio di carità, ma perché sia un segno della carità di Cristo, un segno che porti speranza. Cari amici, aiutate la Chiesa tutta a rendere visibile l’amore di Dio. Vivete la gratuità e aiutate a viverla. Richiamate tutti all’essenzialità dell’amore che si fa servizio. Accompagnate i fratelli più deboli. Animate le comunità cristiane. Dite al mondo la parola dell’amore che viene da Dio. Ricercate la carità come sintesi di tutti i carismi dello Spirito (cfr 1 Cor 14,1)

“DA QUESTO VI RICONOSCERANNO…” (Gv 13,35). La Caritas Parrocchiale DOCUMENTI CHIESE LOCALI Caritas italiana

La traduzione di un principio

23. Immaginare oggi una Chiesa fraterna significa dunque coniugare strettamente liturgia, catechesi e carità dentro un cammino di comunione e di condivisione. La proposta della Caritas parrocchiale, che qui andiamo a sviluppare, ha senso solo se vitalmente e intelligentemente collocata in una vita comunitaria sempre nuova in forza della perenne giovinezza del Vangelo. In questa parte del testo il linguaggio si farà inevitabilmente più pratico e in qualche caso potrà apparire eccessivamente tecnico; d'altra parte la proposta di alcuni passaggi e adempimenti concreti è finalizzata alla traduzione pastorale della riflessione fin qui sviluppata

Caritas parrocchiale: natura e identità

30. Non bisogna nascondersi che a trent'anni dalla costituzione della Caritas Italiana da parte di Paolo VI, la corretta spiegazione e comprensione di che cosa sia questo organismo ecclesiale ai vari livelli (nazionale, diocesano e parrocchiale) è ancora impresa non sempre facile. Persiste l'idea di un gruppo o super-gruppo caritativo, in concorrenza o sostituzione rispetto a gruppi, associazioni e servizi operativi esistenti sul territorio, con mire egemoniche, deputato a distribuire aiuti e organizzare risposte a ogni sorta di problemi

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personali e sociali, con potere e mezzi pressoché illimitati. A causa di queste idee parziali o distorte ci si aspetta o si pretende che la Caritas intervenga e risolva tutti i problemi, di qualsiasi genere e dimensione. Bisogna invece porsi nella corretta prospettiva, rispettando l'identità della Caritas senza farla dipendere dall'eventuale rappresentante inadeguato né dall'emotività del momento.

La Caritas è anzitutto organismo pastorale, al servizio della crescita della Chiesa (cf. la prima parte e la Carta pastorale, nn. 17-25). Nasce dalla volontà di dare alla Chiesa coscienza e consapevolezza in ordine al Vangelo della carità; della Chiesa intende esprimere una dimensione radicale, fondante: quella di comunità di fratelli amati dal Padre e a loro volta testimoni ditale amore non a parole ma attraverso segni, impegni e legami di solidarietà e condivisione, di giustizia e di pace nella prospettiva del regno di Dio. Per un organismo ecclesiale la carità è vita intima, dimensione strutturante prima ancora che opere praticate e realizzazioni da mostrare. Il parroco e i fedeli che assumono un compito di animazione pastorale sanno che prima di tutto tra di loro e verso gli altri credenti hanno il debito di volersi bene.

Siamo tutti in cammino: ogni comunità è sempre in costruzione, ha costante bisogno di conversione e anche la dimensione della carità ha bisogno di essere continuamente evangelizzata; in questo senso va intesa la «prevalente funzione pedagogica» della Caritas (cf. Carta pastorale, nn. 28-32). Tale funzione è finalizzata all'acquisizione di consapevolezza sulla testimonianza della carità da parte di ciascun battezzato e della comunità nel suo insieme; consapevolezza non teorica, ma tradotta in vita vissuta con la disponibilità e il servizio, la prossimità e l'ospitalità, il dono di sé e dei propri beni, l'attenzione alle necessità del vicino di casa come ai grandi problemi del mondo, la passione per la pace e la giustizia. Caritas Parrocchiale: compiti 31. Passiamo a questo punto in rassegna i compiti che la Caritas parrocchiale è chiamata a svolgere, nella progressiva consapevolezza del suo ruolo pedagogico verso l’intera comunità.

31.1. Educazione alla testimonianza comunitaria della carità

La Caritas parrocchiale ha anzitutto il compito di aiutare l’intera comunità a mettere la carità al centro della testimonianza cristiana, così che la comunità ne faccia esperienza concreta e quotidiana ed impari a servire il suo Signore presente nei poveri, a seguire l’esempio di Lui che, da ricco che era, si fece povero.

In questo compito la Caritas deve aiutare a superare sia la mentalità assistenziale per aprirsi alla carità evangelica in termini di prossimità e condivisione, sia la tentazione della delega che spesso accompagna, magari involontariamente, le azioni caritative; occorre ribadire che soggetto di carità è la Chiesa tutta e progettare cammini educativi (cioè graduali, progressivamente coinvolgenti) che attuano il passaggio dai gesti occasionali alla scelta della condivisione, mentre cresce la consapevolezza del valore evangelizzante del servizio e della liberazione dei poveri.

31. 2. Sensibilizzazione, animazione e formazione

La Caritas parrocchiale ha il compito di suscitare proposte intelligenti ed efficaci volte a favorire la comprensione e l’attivazione del collegamento vitale tra l’annuncio della Parola, la celebrazione dei Sacramenti e la testimonianza della carità; in altre parole si pone al servizio della crescita di una pastorale unitaria e organica tra catechesi, liturgia e carità.

Promuove, in collaborazione con i vari ambiti pastorali, percorsi formativi perché ogni componente della vita parrocchiale (catechisti, animatori della liturgia, operatori della pastorale familiare, giovanile ecc.) esprima la carità secondo la propria specificità e le diverse necessità.

Promuove il volontariato e lo sostiene affinché sempre si rinnovi, senza sclerotizzarsi né diventare funzionale alle istituzioni, ma restando sempre attenzione profetica verso i membri più deboli della comunità ed occasione per molti di farsi amici di ogni fratello e sorella, a partire da chi è più in difficoltà.

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31.3. Conoscenza delle povertà

La Caritas parrocchiale, attenta alla vita della gente e radicata in un territorio, ha il compito della conoscenza concreta, puntuale e coraggiosa delle condizioni di difficoltà e di bisogno esistenti all’interno della vita della comunità. L’intento non è un semplice monitoraggio dei bisogni da assistere, ma lo sforzo di comprendere le persone con problemi, l’esame dei fenomeni di emarginazione ed esclusione e le relative cause, le sfide socioculturali, i meccanismi di insensibilità ed egoismo individuale e collettivo.

In altri termini, con lo sguardo di Cristo che si incarna nella nostra vita e ci rende figli di Dio, la Caritas parrocchiale ha il compito di rileggere le situazioni e il valore della vita delle persone.

COMMISSIONE NAZIONALE VALUTAZIONE FILM DELLA C.E.I. (www.cnvf.it)

SCHEDA DEL FILM “BIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL SANGUE” Genere:Drammatico Regia: Giacomo Campiotti Interpreti: Filippo Scicchitano (Leo), Aurora Ruffino (Silvia), Gaia Weiss (Beatrice), Luca Argentero (professore).. Nazionalità: Italia Distribuzione: 01 Distribution Anno di uscita: 2013 Origine: Italia (2012) Soggetto e scenegg.: Fabio Bonifaci, Alessandro D'Avenia Fotografia (Panoramica/a colori): Fabrizio Lucci Musiche: Andrea Guerra Montagg.: Alessio Doglione Durata: 102' Produzione: Matilde e Luca Bernabei per Lux Vide con RAI Cinema. Giudizio: Consigliabile/problematico/dibattiti Tematiche: Adolescenza; Educazione; Famiglia; Famiglia - genitori figli; Giovani; Letteratura; Malattia; Male; Scuola; Tematiche religiose; Soggetto: Leo, 16 anni, divide il proprio universo in due colori: il bianco, ossia vuoto, noia, solitudine, il rosso, che è passione, sentimento, sfida ed è anche il colore dei capelli di Beatrice, la ragazza di cui a scuola è innamoratissimo. Passano molte titubanze, prima che Filippo riesca ad avvicinarla e a parlare con lei. Beatrice però ha un segreto che non può tenere a lungo nascosto: ha un male incurabile. E' possibile sopportare un dolore così grande? Valutazione Pastorale: Come si sa, il punto di partenza è il romanzo omonimo di Alessandro D'Avenia, grande successo editoriale soprattutto tra i giovani. Se ne capisce bene il motivo: situazione e sentimenti senza tempo nella cornice di un attualità facile e prevedibile sono le premesse per una sorta di impossibile ribellione, il primo contatto con le durezze di una vita non sempre gioiosa e spensierata. Romanzo di formazione, e film che cerca di seguirlo nella stessa direzione. Campiotti porta nelle immagini la sensibilità e la vicinanza per il mondo giovanile già dimostrati in precedenti occasioni: ed è bravo a tenere in equilibrio verità e finzione, a scandire tremori e brividi di ragazzi che capiscono di non poter avere tutto e subito. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti. Utilizzazione: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come avvio alla riflessione sui molti argomenti che propone (giovani, malattia, scuola, famiglia) oltre all'eventuale confronto da istituire tra libro e riduzione cinematografica.

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LA LETTERA DI UNA PERSONA CHE SI E’ SENTITA CUSTODITA!

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OPPORTUNITA’ OFFERTE DAL GRANELLO DI SENAPA

Il Granello di Senapa è un coordinamento diocesano nato nel 2001 con l’obiettivo di proporre momenti formativi sul territorio diocesano sulle tematiche trasversali d’impegno delle diverse organizzazioni che

ne fanno parte.

Il Granello di Senapa è formato da cinque uffici pastorali della Diocesi di Reggio Emilia (Caritas Diocesana, Centro Missionario Diocesano, Ufficio Catechistico, Servizio di Pastorale Giovanile, Ufficio di Pastorale Scolastica) in collaborazione con la cooperativa Ravinala, la cooperativa Sociale Unione Mariana e l’ong Reggio Terzo Mondo. Il Granello di Senapa è caratterizzato dalla visione comune

di alcuni fenomeni socio-culturali del nostro tempo e dal desiderio di testimoniare e di proporre valori, scelte e stili di vita rispettosi della voce di ogni persona, responsabili del destino dell’umanità e attenti all’ambiente e al territorio.

Il Granello di Senapa si rende disponibile a fornire dei laboratori che formino i catechisti ad affrontare con i loro ragazzi le tematiche descritte nel progetto.

Per informazioni:

Granello di Senapa - Andrea Gollini - Tel 0522 516163 – E-mail [email protected] www.granello.re.it

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RIFERIMENTI PER PRENOTAZIONI E OFFERTE

Caritas Diocesana DI REGGIO EMILIA - GUASTALLA

La parrocchia ………………………………………… di ………………………………………………………… nella persona del Sig………………………….……referente della stessa ritira in data ………………….. n°…………..lumini e si impegna a donare alla Caritas diocesana di Reggio Emilia - Guastalla le offerte raccolte per tali oggetti. Le offerte potranno:

1) essere consegnate direttamente ai nostri incaricati, presso gli uffici della Caritas

2) versate tramite bonifico sul conto corrente IBAN IT 59 K 07058 12800 000000027543 intestata a Compagnia del SS. Sacramento – Caritas reggiana, via dell’Aeronautica, 4 42124 Reggio Emilia, presso Banca Reggiana – Agenzia 1 di Reggio Emilia, specificando nella causale “Avvento Caritas 2013 progetto custodi / parrocchia di……………………..”

Firma ………………………. Per informazioni: Matteo Gandini [email protected] c/o CARITAS di Reggio Emilia via dell’Aeronautica, 4 42124 Reggio Emilia tel 0522 922520 fax 0522 922552 entro sabato 16 novembre (giorno del convegno diocesano caritas)