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1 Carta dei Servizi del Percorso Nascita in provincia di Bergamo PARTNER - ASL Bergamo; - A.O. Papa Giovanni XXIII; - A.O. Bolognini di Seriate; - A.O. di Treviglio; - Policlinico San Pietro. COMPOSIZIONE GRUPPO DI LAVORO Coordinatrice Cartellà Fiorenza ASL Bergamo Componenti Breda Enrica ASL Bergamo Maffioletti Pierluigi ASL Bergamo Nardi Angela ASL Bergamo Rovelli Nadia Presidente Collegio Ostetriche di Bergamo Rampello Stefania A.O. Papa Giovanni XXIII Ghilardi Patrizia A.O. Papa Giovanni XXIII Auriemma Antonietta A.O. Bolognini di Seriate Valoti Elisabetta A.O. Bolognini di Seriate D’Oria Patrizia A.O. Bolognini di Seriate Ghitti Cesare A.O. Bolognini di Seriate Zilioli Anna A.O. di Treviglio Rinaldo Denise A.O. di Treviglio Petrò Vilma A.O. di Treviglio Rosaschino Paola Policlinico San Pietro Lovati Camillo Policlinico San Pietro Bodini Bruno Cooperativa Kinesis

Carta dei Servizi del Percorso Nascita in provincia di Bergamomail.asl.bergamo.it/applicazioni/librerie/libreria_bfci.nsf... · Gravidanza (suddivisa in Gravidanza fisiologica e Gravidanza

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Carta dei Servizi del Percorso Nascita

in provincia di Bergamo

PARTNER

- ASL Bergamo;

- A.O. Papa Giovanni XXIII;

- A.O. Bolognini di Seriate;

- A.O. di Treviglio;

- Policlinico San Pietro.

COMPOSIZIONE GRUPPO DI LAVORO Coordinatrice Cartellà Fiorenza ASL Bergamo

Componenti Breda Enrica ASL Bergamo Maffioletti Pierluigi ASL Bergamo Nardi Angela ASL Bergamo Rovelli Nadia Presidente Collegio Ostetriche di Bergamo Rampello Stefania A.O. Papa Giovanni XXIII Ghilardi Patrizia A.O. Papa Giovanni XXIII Auriemma Antonietta A.O. Bolognini di Seriate Valoti Elisabetta A.O. Bolognini di Seriate D’Oria Patrizia A.O. Bolognini di Seriate Ghitti Cesare A.O. Bolognini di Seriate Zilioli Anna A.O. di Treviglio Rinaldo Denise A.O. di Treviglio Petrò Vilma A.O. di Treviglio Rosaschino Paola Policlinico San Pietro Lovati Camillo Policlinico San Pietro Bodini Bruno Cooperativa Kinesis

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Carta dei Servizi del Percorso Nascita in provincia di Bergamo

PREMESSA

IL PERCORSO NASCITA IN ITALIA

E’ ormai da oltre venti anni che, a livello normativo nazionale e regionale, è stata posta

grande attenzione al “Percorso nascita”, nella consapevolezza che “la tutela della salute in

ambito materno infantile costituisce un impegno di valenza strategica dei sistemi socio-

sanitari per il riflesso che gli interventi di promozione della salute, di cura e riabilitazione in

tale ambito hanno sulla qualità del benessere psico-fisico nella popolazione generale

attuale e futura” (D.M. P.O.M.I,2000). Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha

individuato, nel miglioramento della qualità della vita della madre e del bambino, uno degli

obiettivi sanitari prioritari a livello mondiale e produce raccomandazioni periodiche (Safe

Matherood, 1996 e succ.) allo scopo di migliorare l’assistenza e la qualità delle cure fornite

sia nei paesi “occidentali” sia in quelli in via di sviluppo.

I “numeri” della nascita (ISTAT 2014)

Negli ultimi trent’anni nel nostro Paese la dinamica demografica ha subito notevoli

cambiamenti: nel 2013 sono stati 534.308 gli iscritti in anagrafe da popolazione residente,

quasi 20mila in meno rispetto al 2012. Il dato conferma che è in atto una nuova fase di

riduzione delle nascite avviatasi dal 2008: oltre 62 mila unità nati in meno in cinque anni.

Il calo delle nascite è da attribuirsi per lo più alla diminuzione dei nati da genitori entrambi

italiani, quasi 70 mila in meno negli ultimi cinque anni: nelle donne italiane si è registrato

un numero medio di figli pari a 1,29/donna mentre nella straniere è pari a 2,1/donna.

Oltre l’8% dei nati nel 2013 ha una madre di almeno 40 anni, mentre la proporzione dei

nati da madri di età inferiore a 25 anni si attesta all‘10,8% del totale. La posticipazione

della maternità è ancora più accentuata per le donne italiane.

Anche i nati da genitori entrambi stranieri sono per la prima volta in lieve diminuzione (-

15%), ammontando a poco più di 104 mila nel 2013 (il 20,20% del totale dei nati, di cui

28% nel Nord Italia e solo l’8% nel Mezzogiorno). Se consideriamo il complesso dei nati

con almeno un genitore straniero, in Lombardia il 29% dei nati ha un genitore straniero.

3

La “sicurezza” nel percorso nascita

La gravidanza ed il parto sono eventi fisiologici che possono talvolta complicarsi in modo

non prevedibile e con conseguenze gravi per la donna, per il nascituro e per il neonato.

La mortalità neonatale e perinatale nonché la grave morbidità materna (complicanze della

gravidanza con esiti per la madre) e la mortalità materna rappresentano indici importanti

per valutare lo stato dell'assistenza socio-sanitaria nel settore materno infantile e, più in

generale, il grado di civiltà raggiunto da una Nazione (WHO, Safe Matherood).

Nel corso di questi decenni questi indici sono fortemente migliorati: la mortalità materna in

Italia si è ridotta dal 53,6 per 100.000 nati vivi (1970) all’11,8 per 100.000 (Emilia

Romagna, anni 2000-2007); la riduzione è continua e progressiva in tutte le aree

geografiche con il trascorrere degli anni. Anche a livello neonatologico, la mortalità

perinatale e neonatale si è progressivamente ridotta, anche se non azzerata, in tutti questi

anni.

Nel dicembre 2010 la Conferenza Unificata Stato-Regioni ribadisce l’importanza di

potenziare la sicurezza dei Punti nascita in tutto il territorio nazionale e, riprendendo

quanto ampiamente già espresso nel precedente P.O.M.I. del 2000, si impegna “a

sviluppare un Programma nazionale, articolato in “10 linee di azione”, per la promozione

e il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi

assistenziali nel percorso nascita e per la riduzio ne del taglio cesareo ”; ciò per

migliorare l’efficacia e quindi l’efficienza dei Punti nascita e per cogliere appieno le

opportunità fornite da una medicina in continua evoluzione, senza tuttavia ridurre i servizi

ai cittadini.

Di queste 10 azioni si citano la razionalizzazione del numero dei Punti nascita, la

creazione/messa a regime del trasporto assistito materno (STAM) e neonatale d’urgenza

(STEN) e l’adeguamento delle reti consultoriali regionali (Allegato 1): ciò perché

certamente è necessario che ad ogni parto venga garantito un livello essenziale ed

appropriato di assistenza ostetrica e pediatrica-neonatologica. Tuttavia, date le opportunità

fornite dall’attuale assistenza sanitaria, l'offerta dei servizi ospedalieri ostetrici e

pediatrici/neonatologici non può prescindere da un'organizzazione a rete su base

regionale e/o provinciale articolata su due livelli , con differenti caratteristiche strutturali

e competenze professionali, in modo da garantire la massima corrispondenza tra

necessità assistenziali della singola persona e app ropriatezza ed efficacia delle cure

erogate .

4

La rete consentirà di identificare precocemente le gravidanze a rischio (gestanti con

patologia materne o con rilevanti fattori di rischio o con TC pregresso, feti a rischio di parto

pretermine o con anomalie strutturali o della crescita fetale) che saranno assistite in

gravidanza e al parto nei Punti nascita di 2° livello, definiti dalla guardia neonatologica

nelle 24 ore, dalla presenza di U.O. multidisciplinari integrate con le Unità di Ostetricia-

ginecologia e di Patologia neonatale per l’assistenza alle patologie materno-fetali-

neonatali, e dalla presenza della guardia anestesiologica dedicata nell’arco delle 24 ore

con la possibilità di eseguire un Taglio cesareo emergente secondo i tempi oggi

raccomandati.

In questa ottica l’allegato 5 sottolinea l’importanza di elaborare anche a livello aziendale

“percorsi clinici-assistenziali….per la promozione dell’appropriatezza degli interventi

assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del Taglio cesareo”: ciò vale

naturalmente per tutti i Punti nascita, sia di 1° che di 2° livello. Di nuovo si raccomanda

nell’allegato 6 di introdurre i “sistemi di monitoraggio di eventi sentinella” (vedi la

definizione in SIMES 2009, Ministero della Salute) e i relativi Audit”, secondo le modalità

previste nei processi di Qualità e di gestione del Rischio in ambito sanitario.

Continuità assistenziale e umanizzazione della nasc ita – ruolo dei professionisti

L’allegato 3 sottolinea nuovamente l’importanza di prevedere percorsi assistenziali

differenziati favorendo la gestione delle gravidanze fisiologiche nei consultori; ancora

suggerisce di promuovere strumenti di collegamento fra le strutture ospedaliere e il

territorio per favorire la continuità assistenziale, l’integrazione dei serviz i fra ospedale

e territorio e la personalizzazione in tutto il percorso nascita nonché le dimissioni

protette delle puerpere e dei neonati e il ritorno alla gestione dell’assistenza al territorio

dopo il parto. Viene inoltre ribadita nell’allegato 7 la promozione di procedure

farmacologiche e non farmacologiche per il controllo del dolore nel corso del travaglio e

del parto.

A tali scopi (allegato 4) è suggerita l’elaborazione di una linea-guida sulla gravidanza

fisiologica e sul taglio cesareo e di una sintesi divulgativa rivolta alle donne (prodotte nel

corso del 2012, vedi allegato). Acquisisce maggior rilievo in questo modo la definizione dei

ruoli dei professionisti del Percorso nascita, sia del ginecologo che dell’ostetrica, e

l’individuazione di percorsi specifici per la gravidanza fisiologica e ciò è nuovamente

5

sottolineato nell’allegato 5: anche più recentemente il DGR X/2989 del 23/12/2014

propone nell’allegato A per il processo gravidanza/parto/nascita

“modalità organizzative sperimentali (nelle AO e nei consultori)….finalizzate al

miglioramento dell’efficienza e pieno rispetto della fisiologia tramite maggior spazio alla

professionalità dell’ostetrica con apertura di un ambulatorio per la gravidanza fisiologica ”.

Comitati per il Percorso nascita Regionali e Locali

Allo scopo di rendere operativo in modo capillare i contenuti dell’Accordo Stato Regioni

2010, l’All.10 prevede l’istituzione di Comitati per il Percorso nascita Regionale che

operano in sintonia con la Direzione generale del Ministero della Salute e delle altre

Istituzioni Sanitarie Nazionali (Istituto Superiore Sanità, AGENAS). In Regione Lombardia

viene così istituito nel 2012 il Comitato per il Percorso nascita Regionale.

In data 12/09/14, in ottemperanza alla DGR X/1845 del 16/05/14, viene istituito il Comitato

Percorso Nascita della Provincia di Bergamo: fra le sue priorità è anche la produzione

della Carta dei Servizi del Percorso Nascita, che è oggetto del presente documento.

La Carta dei Servizi del Percorso Nascita in provin cia di Bergamo

La circolare regionale del 07/7/14 Prot.H1.2014.0024275 "Criteri per la costituzione dei

Comitati Percorso Nascita locali" indica la necessità di creare un Carta dei Servizi sui temi

del Percorso Nascita, valida sia per gli Utenti che per i Professionisti. Il Gruppo di lavoro

interaziendale, deputato alla realizzazione della Carta dei Servizi del Percorso Nascita, ha

ritenuto opportuno creare una Carta dei Servizi fruibile da parte sia dell’Utente che del

Professionista tramite un sito web , che illustra tutte le prestazioni ed i percorsi

assistenziali offerti dai Punti Nascita e dai Consultori familiari ASL del territorio

bergamasco.

Il sito web, denominato “http://percorsonascita.asl.bergamo.it” è posizionato presso l’ASL

Bergamo Viene individuato un Referente per ogni Punto Nascita e per l’ASL Bergamo, che

ha il compito di apportare, periodicamente, le modifiche relative ad ogni prestazione e/o

percorso assistenziale.

Nella Carta dei Servizi del Percorso Nascita, in fase iniziale, sono stati inseriti i Consultori

familiari ASL e, dopo un periodo di sperimentazione del sito web, si valuterà l’opportunità

dell’inserimento dei Consultori familiari privati accreditati della Provincia bergamasca.

6

La pagina iniziale suddivide il Percorso Nascita in 4 macroaree (Periodo preconcezionale,

Gravidanza (suddivisa in Gravidanza fisiologica e Gravidanza a rischio), Parto e Dopo il

Parto), attraverso le quali si accede alla prestazione e/o al percorso assistenziale scelti ed

inseriti nella macroarea di appartenenza. Una volta individuati la prestazione e/o il

percorso assistenziale, si accederà alle informazioni relative alla sede ed alle modalità di

prenotazione ed erogazione (giorno, orario, costo, eventuale esenzione, documentazione

necessaria). Nel contempo, il sito web permetterà di conoscere le caratteristiche relative

ad ogni Punto Nascita (N° parti/anno, N° parti vaginali, N° Tagli cesarei, Assistenza

neonatologica, sito web etc..).

La consultazione della Carta dei Servizi permetterà di conoscere, nel suo significato, ogni

prestazione e/o percorso assistenziale e di effettuare, in tal modo, una scelta informata e

consapevole nell’ambito dell’intero Percorso Nascita.

Nella pagina iniziale del sito sono presenti:

- i loghi degli Enti erogatori (Punti Nascita e ASL Bergamo) presenti nel territorio

bergamasco;

- l’introduzione riguardante il Percorso Nascita in Italia;

- la raccolta della Documentazione OMS, Decreti, Raccomandazioni e Linee Guida

Ministeriali, a cui si fa riferimento nella Carta dei Servizi, disponibili per la

consultazione;

- le 4 macroaree contenenti le prestazioni ed i percorsi assistenziali con la rispettiva

geolocalizzazione, che permetterà all’Utente ed al Professionista di individuare e

scegliere la sede di erogazione della prestazione e/o del percorso assistenziale.

Di seguito sono riportate le prestazioni e percorsi assistenziali relativi ad ogni macroarea

con una loro descrizione, condivisa tra gli Operatori dei Punti Nascita e dei Consultori

ASL, che hanno partecipato al Gruppo di lavoro interistituzionale.

PERIODO PRECONCEZIONALE

Visita ginecologica preconcezionale

Nella fase preconcezionale, cioè prima dell’inizio di una gravidanza, la visita ginecologica

prevede non solo la valutazione dell’apparato genitale, ma l’esecuzione di una anamnesi

7

personale e familiare accurata della coppia con lo scopo di individuare eventuali

condizioni di rischio in ambito riproduttivo. Vengono prescritte, se indicate, le prestazioni di

diagnostica strumentale e di laboratorio e le altre prestazioni specialistiche necessarie per

accertare o escludere patologie, anche ereditarie, che potrebbero compromettere la salute

del nascituro, nonché la profilassi con acido folico per la prevenzione di malformazioni a

carico del Sistema nervoso associata alla carenza di questa vitamina.

Consulenza Genetica

Nel periodo preconcezionale, durante la gravidanza o nell’ambito di un percorso di

procreazione assistita per la donna, la coppia o i componenti della famiglia si potrebbe

ravvedere la necessità di effettuare approfondimenti in merito alla causa o trasmissibilItà di

alcune patologie presenti.

La consulenza genetica (CG) è un processo attraverso il quale un soggetto affetto da una

malattia, che potrebbe essere geneticamente determinata, o un familiare di un affetto,

ricevono le informazioni relative alle caratteristiche della malattia di cui soffrono (o che

ricorre nella propria famiglia), alle modalità di trasmissione della stessa, al rischio di

ricorrenza, alle possibili terapie, incluse le opzioni riproduttive.

continua..

La consulenza genetica, si articola in diverse fasi, che possono richiedere una o più

sedute ciascuna, che comprendono:l’anamnesi personale e familiare, la ricostruzione

dell’albero genealogico (estesa ad almeno tre generazioni), l’esecuzione di visite

specialistiche, esami di laboratorio, inclusi test genetici (analisi del DNA e/o analisi dei

cromosomi: cariotipo) e strumentali (RX, TAC, ecc) .La consulenza genetica richiede, per

essere efficace, alcune premesse fondamentali: esatta diagnosi della malattia( per questo

può essere necessario ripetere visite già fatte o effettuarne di nuove) , informazioni precise

sui familiari, inclusi quelli deceduti, che si ritiene abbiano avuto la stessa malattia (possono

a tal fine essere utili, oltre a cartelle cliniche e qualsiasi altra documentazione sanitaria, le

fotografie dei familiari deceduti) e la correttezza delle informazioni relative alla parentela.

Ambulatorio per le coppie affette da “Sindrome dell ’aborto spontaneo ricorrente”

E’ rivolto a donne che cercano la gravidanza ma abortiscono spontaneamente per almeno

due volte senza precedenti figli o per almeno tre volte consecutive pur avendo già partorito

altri figli (sindrome dell’ aborto spontaneo ricorrente).

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Vengono effettuati tutti gli accertamenti necessari a ricercare le cause di questa sindrome

(visione esami ematochimici prescritti, visita ginecologica, ecografia transvaginale in fase

luteale avanzata, monitoraggio ecografico del follicolo, eventuale isterosonografia,

valutazione risultato di isteroscopia eseguita in day hospital, visita ostetrica di inizio

gravidanza, ecografia del I trimestre), allo scopo di instaurare terapia adeguata prima

dell’inizio o all’inizio della gravidanza.

Consulenze preconcezionali multidisciplinari per pa tologie materne severe

In fase preconcezionale, è prevista la valutazione collegiale di pazienti con patologie

materne complesse che il ginecologo condivide con gli specialisti che hanno già in carico

la paziente. Le pazienti vengono valutate con un approccio multidisciplinare allo scopo di

precisare l’evoluzione della patologia in gravidanza, le complicanze ostetriche associate

alla patologia, la prognosi e le terapie per la gravidanza.

Centro di diagnosi e cura per coppie con problemi a l concepimento (PMA)

Il Centro, accreditato come Centro di III° livello, offre un servizio completo per la diagnosi e

la cura della coppia infertile. Per centro di terzo livello si intende un centro in grado di

svolgere tutte le tecniche di Medicina della Riproduzione dalle più semplici alle più

complesse, che prevedono l'utilizzo di sale operatorie dedicate e di un laboratorio

biologico altamente specializzato.

Il primo livello prevede una stimolazione ormonale minima con farmaci da assumere per

via orale o sottocute, il monitoraggio ecografico dell'ovulazione e il successivo incontro di

spermatozoi e ovociti in vivo.

Il secondo e il terzo livello prevedono una fase di stimolazione ovarica da

autosomministrazione di ormoni per via sottocutanea, il monitoraggio ecografico ed

ematochimico della risposta ovarica, una fase chirurgica in regime di day surgery per il

prelievo ecoguidato degli ovociti e dopo due/sei giorni il trasferimento degli embrioni in

utero.

Vi si eseguono le seguenti tecniche :

• tecniche di primo livello in vivo: rapporti mirati e inseminazione intrauterina omologa

(IUI).

• tecniche di secondo livello in vitro : FIVET, IVM, ICSI.

9

• tecniche di terzo livello: prelievo di spermatozoi dal testicolo (TESE).

• crioconservazione di ovociti, spermatozoi, embrioni.

Presso i Centri di Medicina della Riproduzione sono offerti i seguenti servizi di diagnosi

e cura:

• Servizi di Diagnosi

1. Ambulatorio ginecologico:

a. Valutazione infertilità femminile, maschile (in collaborazione con l’andrologo) e di

coppia;

b. Valutazione ecografica dell’apparato genitale femminile;

c. Monitoraggio ecografico e/o ormonale dell’ovulazione.

2. Laboratorio di seminologia:

a. Esame del liquido seminale di primo e secondo livello (ricerca anticorpi

antispermatozoo adesi, esame morfologico e Test di capacitazione).

• Servizi di Cura

1. Ambulatorio ginecologico:

a. Trattamento farmacologico per induzione dell’ovulazione;

b. Monitoraggio ecografico e/o ormonale dell’ovulazione;

c. PMA di 1°livello: inseminazione intrauterina omologa;

d. Monitoraggio dell’ovulazione associata a tecniche in vitro di II e III livello.

2. Laboratorio di seminologia:

a. Spermiogramma di I livello;

b. Test di capacitazione e selezione degli spematozoi.

3. Laboratorio di embriologia

a. Prelievo degli ovociti;

b. Tecniche di PMA di 2°livello (FIVET, ICSI-classica, ICSI-IVM);

c. Coltura di embrioni fino allo stadio di blastocisti;

10

d. Tecniche che favoriscono l’impianto degli embrioni (Assisted Hatching mediante

laser);

e. Trasferimento embrioni in utero;

f. Crioconservazione di ovociti, spermatozoi ed embrioni come da sentenza 151

della Corte Costituzionale 01/04/2009;

g. Scongelamento di spermatozoi, ovociti ed embrioni;

h. Recupero spermatozoi da prelievo microchirurgico del testicolo (PMA 3° livello);

Lo svolgimento dell’attività di diagnosi e delle procedure di PMA di 1° - 2° - 3° livello si

avvale della collaborazione dei seguenti servizi:

• Servizio di Medicina di Laboratorio:

a. Esami sierologici propedeutici alla sedazione profonda ed alla crioconservazione

dei gameti.

b. Esami ormonali per la diagnosi e per il monitoraggio dell’ovulazione e della

gravidanza. Dosaggio dell’ormone anti Mulleriano (AMH) per valutazione della

riserva ovarica.

c. Cariotipo, test biomolecolari per fibrosi cistica e microdelezioni del cromosoma Y.

• Unità Operativa di Urologia:

Per l’uomo è disponibile un servizio di valutazione e cura delle problematiche maschili

inerenti l’infertilità (consulenza andrologica).

• Servizio di Anestesia.

• Servizio di Radiologia.

• Servizio di consulenza psicologica.

Tutte le consulenze, le prestazioni diagnostiche sia ambulatoriali che di ricovero e tutte le

procedure terapeutiche di Procreazione Medicalmente Assistita sono convenzionate con il

SSN.

Ambulatorio di endocrinologia della riproduzione

Aperto alle donne e alle adolescenti con problemi di regolarità mestruale

indipendentemente dalla ricerca di prole. Cura le PCO, gli iperandrogenismi, le pazienti con

sindrome metabolica, le anoressie, coinvolgendo anche altri specialisti.

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Biobanca per gameti ed embrioni. Crioconservazione spermatozoi.

Biobanca pubblica organizzata sul territorio nazionale per la crioconservazione di gameti

maschili e femminili in pazienti affetti da tumore prima della chemio/radioterapia.

Viene inoltre effettuata la crioconservazione degli spermatozoi da eiaculato o prelevati

direttamente dall’epididimo o dal testicolo attraverso le tecniche di microchirurgia come la

Percutaneous Sperm Aspiration (PESA), la Microsurgical Epidymal Sperm Aspiration

(MESA) o la Testicular Sperm Extraction (TESE e MicroTESE) e successiva

crioconservazione.

Di supporto alle tecniche di fecondazione in vitro è attiva la crioconservazione degli ovociti.

Con la sentenza 151 della Corte Costituzionale 01/04/09 è stato attivato il servizio di

crioconservazione degli embrioni, qualora necessario.

La Biobanca per i gameti è stata rinnovata secondo i più moderni criteri di sicurezza: ogni

momento operativo ed eventuali eventi avversi sono monitorati attraverso un software 24

ore su 24, consentendone la registrazione e la rintracciabilità nel tempo.

GRAVIDANZA

GRAVIDANZA FISIOLOGICA

Ambulatorio della Gravidanza a basso rischio

L’assistenza alla gravidanza fisiologica, cioè a basso rischio, si svolge nell’ambito di un

modello organizzativo che offre la collaborazione tra le diverse figure professionali

coinvolte nel percorso nascita: il Ginecologo e l’Ostetrica.

La gestante sarà seguita per tutta la gravidanza dagli stessi professionisti mediante

valutazioni periodiche programmate, garantendo in questo modo una continuità

assistenziale ed un riferimento durante il percorso.

Ambulatorio della Gravidanza fisiologica con presa in carico dell’Ostetrica

In molti paesi è diffusa l’assistenza alla gravidanza da parte dell’ostetrica, assistenza che

è rivolta alle donne che hanno una gravidanza fisiologica, cioè a basso rischio: gli studi

scientifici validati in ambito internazionale segnalano che quando la gravidanza a basso

rischio è assistita dall’ostetrica si osserva una riduzione dei ricoveri ospedalieri durante la

gravidanza, dell’analgesia in travaglio, della frequenza di parti operativi, della durata del

ricovero ospedaliero del neonato ed un incremento dei parti vaginali spontanei e di inizio

12

dell’allattamento al seno, senza differenze statisticamente significative nel ricorso al taglio

cesareo.

(Sandall J, SoltaniH, Gates S, Shennan A, Devane D Midwife-led continuity models

versus other models of care for childbearing women (Review) - The Cochrane

Collaboration - Published in The Cochrane Library 2013, Issue 8).

Nel 2007 la legislazione italiana, in recepimento delle normative europee riguardo

all’assistenza alla gravidanza a basso rischio, ha confermato l’appropriatezza del ruolo

dell’ostetrica quale “professionista dedicata all’assistenza alla gravidanza a basso rischio“

diagnosticata come normale da un soggetto abilitato alla professione medica (art.48 D.lgs

206/2007).

Nell’assistenza alla gravidanza a basso rischio l’ostetrica esegue rivalutazioni periodiche

dei fattori di rischio che possono subentrare in gravidanza e richiede, se necessario, la

consulenza dello specialista ginecologo.

ECOGRAFIA OSTETRICA

L’ecografia è una tecnica che consente di vedere gli organi fetali mediante l’utilizzo di

onde sonore non udibili dall’orecchio umano (ultrasuoni). Gli ultrasuoni vengono inviati nel

corpo da una sonda a contatto dei tessuti materni. Quando le onde sonore arrivano al feto

vengono riflesse e tali echi sono trasformati in immagini sul monitor dell’ecografo. Con

l’ecografia è quindi possibile osservare in modo dettagliato il feto.

Il Ministero della Salute con il D.M. 10 settembre 1998 ha previsto, nell’ambito del controllo

della gravidanza fisiologica, l’esecuzione di tre ecografie escluse dalla partecipazione al

costo e precisamente :

1. All'inizio della gravidanza, possibilmente entro la 13ª settimana, e comunque al primo

controllo;

2. Tra la 19ª e la 23ª settimana;

3. Tra la 28ª e la 32ª settimana.

Perché fare l’ecografia in gravidanza?

Le ragioni più comuni per cui si esegue un’ecografia in gravidanza sono: determinare il

numero degli embrioni o dei feti, visualizzare l’attività cardiaca fetale, determinare l’epoca

di gravidanza, valutare l’anatomia e la crescita fetale, determinare la posizione del feto.

13

Che cosa si vede con l’ecografia?

Nel primo trimestre di gravidanza, con la misura della lunghezza del feto/embrione, è

possibile valutare se lo sviluppo corrisponde all’epoca di gravidanza calcolata in base alla

data dell’ultima mestruazione. Talvolta questa data non è ricordata esattamente oppure le

mestruazioni non sono regolari: un’ecografia eseguita nei primi tre mesi consente di datare

con precisione l’epoca della gravidanza. Inoltre, vengono valutati il numero dei feti e la

presenza dell’attività cardiaca.

Dal secondo trimestre si effettuano le misurazioni della testa, dell’addome e del femore ed

i valori di tali misure vengono confrontati con quelli delle curve di riferimento. Si può così

valutare se le dimensioni del feto corrispondono a quelle attese per l’epoca di gravidanza.

In questo stesso periodo si visualizzano la sede di inserzione placentare, la quantità di

liquido amniotico ed alcuni organi.

E’ possibile rilevare con l’ecografia anomalie feta li maggiori?

La possibilità di rilevare un’anomalia maggiore dipende dalla sua entità, dalla posizione del

feto in utero, dalla quantità di liquido amniotico e dalla presenza di eventuali fattori materni

limitanti quali cicatrici addominali, gemellarità, fibromi uterini e obesità: in particolare si

ricorda che tutte queste condizioni, determinando una non ottimale visualizzazione del

feto, possono causare una riduzione della possibilità di individuazione delle anomalie

fetali; questi fattori nonché i limiti propri dell’accertamento rendono possibile che talune

anomalie fetali possono non essere rilevate all’esame ecografico.

Si sottolinea che l’esame ecografico consente di identificare dal 30% al 70% delle

malformazioni maggiori e che pertanto, per i limiti intrinseci della metodica, è possibile che

alcune anomalie anche importanti non vengano rilevate con l’ecografia.

L’ecografia è innocua per il feto?

Gli ultrasuoni sono utilizzati nella pratica ostetrica da oltre 30 anni e non sono stati riportati

effetti dannosi, anche a lungo termine, sul feto. Per tale ragione, con le procedure oggi

adottate, l’uso diagnostico dell’ecografia è ritenuto esente da rischi.

Per altre informazioni consultare il sito della SIEOG (Società Italiana di Ecografia Ostetrico

Ginecologica): www.sieog.it/linee-guida .

14

Test di screening del I° trimestre:Test Combinato

Lo screening combinato del I trimestre è un esame non invasivo che consente di

identificare il rischio, cioè la probabilità che il feto sia affetto da anomalie cromosomiche, in

modo più preciso rispetto al semplice dato dell’età materna, riducendo il numero di

procedure invasive non necessarie nelle donne ad alto rischio per età e individuando fra

quelle a basso rischio per l'età le pazienti a cui consigliare l'approccio invasivo.

L'esame prevede :

� Prelievo di sangue materno, eseguito fra la 9a e l’11a settimana gestazionale, che

dosa le concentrazioni di due sostanze prodotte dalla placenta, le beta-HCG e la

PAPP-A. Questi due ormoni sono spesso alterati in gravidanze affette dalla sindrome

di Down o da altre anomalie cromosomiche.

� Ecografia transaddominale ostetrica, eseguita tra l’11a e la 13a settimana di

gravidanza, che permette di visualizzare il profilo del volto del feto e di misurare la

translucenza nucale, che appare come uno spazio nero (liquido) tra due linee bianche,

la cute e la colonna cervicale. La translucenza nucale è misurabile ecograficamente in

tutti i feti, ma risulta ispessita, e quindi al di sopra dei limiti di normalità, in circa il 75-

80% dei feti con la sindrome di Down. Inoltre, la translucenza nucale risulta aumentata

in un’alta percentuale di feti con altre anomalie cromosomiche, come la trisomia 18

(sindrome di Edwards) o la trisomia 13 (sindrome di Patau), oppure in feti con

malformazioni cardiache o con rare sindromi genetiche. Durante l’esame ecografico

verrà misurata la lunghezza del feto per determinare la corretta epoca gestazionale. In

rari casi potrà essere necessario un approccio ecografico transvaginale.

� Dalla combinazione dell’età materna, dello spessore della translucenza nucale, e dei

risultati del prelievo di sangue materno è possibile definire, mediante l’utilizzo di un

programma informatico, il rischio personalizzato che il feto sia affetto da anomalie

cromosomiche.

Test di screening prenatale per la ricerca del DNA fetale su sangue materno

Il DNA fetale costituisce una frazione variabile tra il 3-20% del DNA totale rilevabile nel

circolo materno; la sua concentrazione tende ad aumentare progressivamente nel corso

della gravidanza. Questa fonte di materiale genetico fetale può essere utilizzata per

effettuare un test di screening prenatale mediante l’analisi del DNA fetale sul sangue

materno.

15

Si tratta di un test di screening per le cromosomopatie che viene effettuato mediante un

semplice prelievo di sangue alla paziente gravida.

Secondo le indicazioni delle Società scientifiche americane ed europee,recepite anche

dalla Società Italiana di Genetica Umana attraverso le Linee Guida del 2014,attualmente,

l'esecuzione del test è indicata nelle gravidanze ad "alto rischio di aneuploidie", che

includono: l’età materna avanzata, anomalie ecografiche e biochimiche deponenti per un

rischio aumentato, quando la coppia non intenda sottoporsi a esami prenatali invasivi.

Questi gli aspetti fondamentali:

- eseguibile dalla 10° settimana di gestazione, in tutte le gravidanze singole o gemellari,

anche indotte con procreazione assistita;

- lo scopo del test è quello di individuare i feti a rischio per le cromosomopatie più diffuse

(trisomie dei cromosomi 21, 18 e 13 e alterazioni dei cromosomi sessuali), che

costituiscono il 50% delle anomalie cromosomiche totali;

- sensibilità fino al 99% (per la Trisomia 21);

- alto valore predittivo negativo (probabilità che la gravidanza riportata come negativa

per trisomia lo sia realmente);

- bassa percentuale di falsi positivi (0.01 - 0.06%);

- possibilità, se la coppia lo desidera, di conoscere il sesso del nascituro, senza costi

aggiuntivi;

- l'esito non fornisce una diagnosi, bensì una stima di rischio . In caso di "rischio

aumentato", la paziente potrà avvalersi di una consulenza genetica e potrà decidere di

sottoporsi a diagnosi prenatale invasiva, con costi a carico del SSR.

Diagnosi prenatale invasiva

Si intende per diagnosi prenatale invasiva l’insieme delle procedure diagnostiche idonee

a prelevare tessuti embriofetali o annessiali per la diagnosi prenatale di difetti congeniti,

per la ricerca di agenti infettivi o per la valutazione di parametri ematologici fetali in alcune

patologie della gravidanza.Le principali metodiche sono: la villocentesi, l’amniocentesi e

la funicolocentesi.

La villocentesi consiste nella biopsia di tessuto placentare (villi coriali). Il prelievo si

esegue in un ambulatorio dedicato, tra la 11a e 13a settimana di gravidanza, mediante un

16

sottile ago che penetra nell'utero attraverso la parete addominale e che aspira minima

quantità di villi coriali grazie ad un sistema di decompressione.

L'esame viene eseguito sotto continuo controllo ecografico.

L’amniocentesi consiste nell'aspirazione di modesta quantità liquido amniotico (15-16 ml)

nel quale sono disciolte le cellule provenienti dalla cute e dalle mucose del feto. Il prelievo

si esegue in un ambulatorio dedicato, tra la 16a e 18a settimana di gravidanza attraverso

un ago sottile che arriva nel sacco amniotico attraverso la parete addominale. L'esame

viene eseguito sotto continuo controllo ecografico.

La funicolocentesi è una tecnica di diagnosi prenatale che si esegue dalla 18 settimana

fino al termine della gravidanza; consiste nell'inserimento sotto guida ecografica continua,

attraverso la parete addominale e uterina, di un ago all'interno di un vaso del funicolo, per

il prelievo di campioni di sangue fetale o per la somministrazione di terapie mediche fetali.

Questa tecnica permette quindi di effettuare, indagini citogenetiche per la diagnosi di

anomalie cromosomiche, indagini biochimiche per la diagnosi di emoglobinopatie,

coagulopatie, malattie del metabolismo ecc., indagini immunologiche (ricerca di anticorpi

specifici) e colturali per la diagnosi di infezioni fetali (Citomegalovirus, Toxoplasmosi,

Rosolia ecc).

Corso di Accompagnamento alla Nascita

I Corsi di Accompagnamento alla Nascita (CAN) sono incontri di gruppo periodici, rivolte

alle donne in gravidanza, che si inseriscono in un percorso di promozione alla salute, che

fa parte dell'assistenza pre e perinatale. Gli obbiettivi del Corso di Accompagnamento alla

Nascita sono:

- condividere l’esperienza della maternità con altre donne;

- ricevere informazioni sulla gravidanza, sul parto, sul puerperio, sull’allattamento

materno e sui servizi pscicosociali a tutela della maternità;

- prepararsi al parto attraverso il lavoro corporeo.

Attraverso il CAN la donna acquisisce competenze che le consentono di trovare le

soluzioni adatte alla situazione, di chiedere e trovare aiuto, sostegno e informazioni al

momento giusto (empowerment), con lo scopo di fare le scelte migliori per la propria salute

e per quella del proprio bambino.

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I CAN, soprattutto se combinati a incontri post natali, si sono dimostrati efficaci

nell'incrementare i tassi di inizio dell'allattamento al seno e nel prolungare la durata

dell'allattamento al seno esclusivo (ISS 2010).

La nascita è vista non solo come evento medico, biologico, meccanico ma anche come

evento affettivo, sociale e culturale, legato alla vita individuale della donna e da essa

influenzata.

Ogni incontro può essere articolato in una parte attiva che prevede il lavoro corporeo della

gestante ed in una parte educativa, informativa e teorica. Il lavoro corporeo è un elemento

importante del CAN con una sequenza degli esercizi e tecniche di rilassamento e

respirazione che aiutano la donna a prepararsi all’evento nascita.

La comunicazione verbale può essere rinforzata dall’utilizzo di audiovisivi e dalla

distribuzione di materiale cartaceo.

L’Ostetrica è l’operatore di riferimento che conduce la maggior parte degli incontri in

collaborazione con altri professionisti.

L'accesso al CAN non è condizionato dalla residenza dell'utente, dalla sede dove la

gestante riceve assistenza in gravidanza e dal luogo scelto per il parto.

Il corso si articola in un minino di 8 incontri, della durata di due/tre ore ciascuno,

preferibilmente a cadenza settimanale, a partire dal secondo trimestre di gravidanza, dopo

la 20° settimana.

Supporto psicologico in tutte le fasi della gravida nza

Consulenza psicologica individuale e/o di coppia per l'accompagnamento e il sostegno

durante la gravidanza nei momenti di difficoltà.

Consulenza sociale: informazione e tutela sociale d ella maternità

L'assistente sociale offre consulenza sociale alle donne gravide e alle neo mamme al fine

di favorire la conciliazione tra i tempi di lavoro e i tempi di vita. Vengono fornite

informazioni sul diritto di famiglia, sulla normativa vigente e sui diritti/benefici previsti a

favore della maternità e della famiglia.

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Immunoprofilassi per incompatibilità Rh materno-fet ale

Consiste nella somministrazione di immunoglobuline anti-D a tutte le gravide Rh (D)

negative, non sensibilizzate (con test di Coombs in diretto negativo), alla 28°

settimana di gravidanza.

Quando il gruppo sanguigno della madre è Rh negativo mentre quello del feto è Rh

positivo, come il padre, l'organismo materno può sviluppare anticorpi, chiamati anticorpi

anti-D, contro i globuli rossi del feto, che l'organismo materno identifica come estranei,

perché diversi dai propri.

Gli anticorpi materni attaccano e distruggono i globuli rossi del feto con conseguente

anemizzazione del feto stesso che, nei casi più gravi, può condurre a morte intrauterina o

alla malattia emolitica del neonato (MEN) caratterizzata da anemia, ittero neonatale ed

edema.

La madre può sviluppare anticorpi contro il sangue del feto ogni volta che c'è un contatto

fra il sangue materno e quello fetale. Questo può avvenire sia durante la gravidanza sia,

più frequentemente, in seguito al parto.

Durante la gravidanza si possono sviluppare anticorpi per eventi sensibilizzanti, che sono

causa di emorragia transplacentare: villocentesi, amniocentesi, funicolocentesi, perdite di

sangue, traumi addominali, minacce d'aborto, manovre ostetriche di versione esterna per

presentazione podalica.

Oppure si possono sviluppare in seguito al parto, un aborto spontaneo o volontario, in

caso di gravidanza extrauterina o di morte intrauterina fetale.

La somministrazione di immunoglobuline anti-D (Immunoprofilassi anti-D), durante la

gravidanza, in caso di eventi potenzialmente sensibilizzanti o subito dopo il parto, previene

la produzione anticorpale e quindi la malattia emolitica del neonato (MEN).

La profilassi anti-D postpartum e quella prenatale, dopo eventi sensibilizzanti, hanno

ridotto drasticamente, ma non eliminato, il rischio di immunizzazione materna, soprattutto

per il verificarsi di eventi potenzialmente sensibilizzanti non identificabili, che conducono a

una sensibilizzazione silente.

Una revisione sistematica di studi clinici controllati randomizzati ha dimostrato che la

profilassi anti-D prenatale di routine nelle gravide Rh-negative conduce ad una riduzione

assoluta del rischio di immunizzazione dall'1% allo 0,2%. Per questo motivo la

Immunoprofilassi anti-Rh (D) deve essere offerta di routine a tutte le donne in

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gravidanza Rh (D) negative, non sensibilizzate, a 2 8 settimane (Raccomandazioni

riportate dalle Linee Guida Ministeriali 2010 ”Gravidanza fisiologica”- pag.110).

La somministrazione di immunoglobuline anti-D può raramente provocare reazioni

allergiche alla madre, mentre non sono dimostrati effetti collaterali sul feto o sul neonato.

Poiché la profilassi si effettua iniettando immunoglobuline, che sono un emoderivato

(derivano cioè da sangue umano), esiste un rischio di trasmissione di malattie virali.

In realtà, i donatori sono sottoposti a controlli molto rigidi e il rischio di trasmissione di

malattie virali risulta estremamente basso, pari a 1 caso ogni 10 mila miliardi di dosi

iniettate.

Rivolgimento di feto in presentazione podalica

E’ una manovra, definita anche versione cefalica per manovre esterne, rivolta alle donne

con gravidanza senza complicazioni e feto singolo in presentazione podalica, a partire da

37 settimane, che ha lo scopo di portare il feto in presentazione cefalica per poter

espletare il parto per via vaginale, nel momento in cui, successivamente, insorgerà il

travaglio spontaneo.

Si effettua con monitoraggio fetale continuo, mediante controllo ecografico, e disponibilità

di sala operatoria. Il rivolgimento è controindicato in donne con una cicatrice o un’anomalia

uterina, con compromissione fetale, membrane rotte, sanguinamento vaginale, placenta

previa (la placenta copre l’orifizio uterino interno e non si può eseguire il parto vaginale) e

oligo-anidramnios (liquido amniotico scarso o assente).

Donazione sangue del cordone ombelicale

Il sangue del cordone ombelicale è il sangue che rimane nel cordone ombelicale e nella

placenta al termine del parto.Questo sangue, che normalmente viene scartato assieme

alla placenta, è ricco di cellule staminali emopoietiche, simili a quelle presenti nel midollo

osseo. Le cellule staminali emopoietiche generano i globuli rossi, i globuli bianchi e le

piastrine, utili alla cura di malattie del sangue e del sistema immunitario. La donazione del

sangue del cordone ombelicale aumenta le possibilità di cura delle persone affette da

patologie trattabili solo attraverso un trapianto di cellule staminali emopoietiche.

Il trapianto delle cellule staminali del cordone ombelicale può curare malattie tumorali del

sangue come la leucemia e i linfomi e patologie non tumorali come, ad esempio, la

talassemia (malattia ereditaria del sangue), l’aplasia midollare (mancata produzione delle

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cellule del sangue) e le immunodeficienze congenite (mal funzionamento del sistema

immunitario che causa una maggiore predisposizione alle infezioni). Per i pazienti che non

hanno un donatore familiare compatibile, il sangue cordonale donato rappresenta

un’efficace alternativa al trapianto di midollo osseo. Il sangue cordonale, quando non

contiene un numero sufficiente di cellule staminali, può essere utilizzato per la ricerca, il

cui scopo principale è quello di approfondire lo studio delle funzioni delle cellule staminali,

identificare la causa di gravi malattie e promuovere lo sviluppo di nuovi farmaci per il loro

trattamento. Possono donare il sangue del cordone ombelicale le gestanti che, nel corso

della gravidanza e sulla base del loro stato di salute, siano risultate idonee alla donazione.

La donazione non comporta rischi né per la mamma né per il neonato, in quanto viene

raccolto dopo la nascita del bambino quando il cordone ombelicale è stato reciso ed il

bambino respira già autonomamente.

La donazione è possibile sia dopo un parto naturale che dopo un taglio cesareo (non

d’urgenza). La raccolta del sangue cordonale avviene, da parte di personale competente,

dopo la recisione del cordone ombelicale.Per raccogliere il sangue del cordone si applica

un sistema che garantisce la massima sterilità.

La donazione del sangue del cordone ombelicale può essere differenziata in base al

destinatario:

- Donazione Allogenica (Solidaristica)

Consiste nel donare il sangue del cordone ombelicale del neonato per chiunque ne abbia

bisogno e risulti compatibile.

I dati relativi alle donazioni confluiscono in un Registro nazionale del sangue cordonale

che è collegato ai Registri internazionali dei donatori di midollo osseo. In questo modo,

qualunque paziente abbia bisogno di un trapianto di cellule staminali emopoietiche può

trovare un potenziale donatore compatibile anche dall’altra parte del mondo.

La conservazione allogenica del sangue cordonale è gratuita .

- Donazione Dedicata

Consiste nel donare il sangue del cordone ombelicale per uso dedicato a un

consanguineo del neonato, nel caso in cui sia affetto da una malattia che può essere

curata con cellule staminali cordonali. E' necessaria la certificazione rilasciata da un

medico specialista (Pediatra, Oncologo, Ematologo, Genetista) attestante l'appropriatezza

della conservazione dedicata per la patologia dichiarata.

21

La conservazione dedicata del sangue cordonale è gratuita .

- Conservazione Autologa

Consiste nel donare il sangue cordonale per uso riservato esclusivamente al neonato.

La conservazione ad uso autologo è possibile presso Banche del Sangue all'estero, a

seguito di specifica richiesta dell'interessato alla Direzione Sanitaria del Punto Nascita

prescelto.

I costi inerenti alla conservazione autologa del sangue cordonale sono a carico della

richiedente . La spedizione e la conservazione del sangue cordonale è a totale carico

della donna.

- Ambulatorio per la gravidanza a termine

Una volta raggiunto il termine della gravidanza è importante effettuare un controllo

accurato del benessere fetale. Nell’ambulatorio a cui le gravide possono accedere entro

la 41° settimana di gestazione, vengono effettuati la valutazione complessiva della

gravidanza e dello stato attuale del benessere fetale con programmazione dei successivi

controlli. Nel caso di decorso fisiologico della gravidanza e in assenza di insorgenza

spontanea del travaglio di parto, si programma il ricovero della gestante a 41.3 – 41.5

settimane per induzione del travaglio.

GRAVIDANZA A RISCHIO

Ambulatori di Patologia della Gravidanza

Presso questi ambulatori vengono seguite le gravidanze già identificate come “a rischio” o

che richiedono un inquadramento rispetto al loro livello di rischio, mediante valutazioni

clinico – strumentali. L’attività viene svolta in Equipe con Specialisti multidisciplinari

(Diabetologo, Endocrinologo etc.). Gli ambulatori sono collegati con il reparto ospedaliero

di ostetricia dove è prevista la presa in carico dei casi che necessitano di uno stretto

monitoraggio.

▪ ipertensione arteriosa in gravidanza/ Preeclampsia/ Nefropatie;

▪ Iposviluppo Fetale;

▪ Patologie Vascolari;

▪ Patologie Autoimmuni;

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▪ Trombofilia / Patologia trombotica in gravidanza/ Patologie cerebrovascolari;

▪ Diabete Pre-gestazionale o Gestazionale /Endocrinopatie/ Patologie Tiroidee;

▪ Parto Pretermine;

▪ Gravidanza multipla;

▪ Epilessia;

▪ Tumori Materni in gravidanza.

Ambulatorio dei disturbi psichici in gravidanza

È attivo un ambulatorio che si occupa di Prevenzione, Diagnosi e Cura dei Disturbi

Psichici in Gravidanza e nel Post-Partum. Per sostenere e aiutare le donne che possono

presentare depressione o ansia in questo momento peculiare della loro vita sona a

disposizione psichiatri e psicologi per una corretta diagnosi del disagio, un sostegno

psicologico e se necessario farmacologico. Sono previsti inoltre colloqui di orientamento e

sostegno anche con i famigliari delle pazienti.

Diagnosi prenatale invasiva

Si intende per diagnosi prenatale invasiva l’insieme delle procedure diagnostiche idonee

a prelevare tessuti embriofetali o annessiali per la diagnosi prenatale di difetti congeniti,

per la ricerca di agenti infettivi o per la valutazione di parametri ematologici fetali in alcune

patologie della gravidanza. Le principali metodiche sono: la villocentesi, l’amniocentesi

e la funicolocentesi.

La villocentesi consiste nella biopsia di tessuto placentare (villi coriali). Il prelievo si

esegue in un ambulatorio dedicato, tra la 11a e 13a settimana di gravidanza, mediante un

sottile ago che penetra nell'utero attraverso la parete addominale, e che aspira minima

quantità di villi coriali grazie ad un sistema di decompressione.

L'esame viene eseguito sotto continuo controllo ecografico.

L’amniocentesi consiste nell'aspirazione di modesta quantità liquido amniotico (15-16 ml)

nel quale sono disciolte le cellule provenienti dalla cute e dalle mucose del feto. Il prelievo

si esegue in un ambulatorio dedicato, tra la 16a e 18a settimana di gravidanza attraverso

un ago sottile che arriva nel sacco amniotico attraverso la parete addominale. L'esame

viene eseguito sotto continuo controllo ecografico.

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La funicolocentesi è una tecnica di diagnosi prenatale che si esegue dalla 18 sett fino al

termine della gravidanza; consiste nell'inserimento sotto guida ecografica continua,

attraverso la parete addominale e uterina, di un ago all'interno di un vaso del funicolo, per

il prelievo di campioni di sangue fetale o per la somministrazione di terapie mediche fetali.

Questa tecnica permette quindi di effettuare, indagini citogenetiche per la diagnosi di

anomalie cromosomiche, indagini biochimiche per la diagnosi di emoglobinopatie,

coagulopatie, malattie del metabolismo ecc., indagini immunologiche (ricerca di anticorpi

specifici) e colturali per la diagnosi di infezioni fetali (Citomegalovirus, Toxoplasmosi,

Rosolia ecc).

Consulenza Psicologica nel percorso di Diagnosi Pre natale

L'attività di consulenza prenatale si avvale di un supporto psicologico, da parte di

personale specializzato, necessario in alcune specifiche situazioni e finalizzato alla presa

in carico integrata della donna/coppia con diagnosi di gravi complicanze fetali

(malformazione, anomalia cromosomica, grave ritardo di crescita fetale (IUGR), morte

fetale) con percorsi di sostegno personalizzati. Il supporto prosegue dal momento della

diagnosi durante tutta la gravidanza e si rende spesso disponibile anche nel periodo

successivo alla dimissione.

Ambulatorio di ecografia ostetrica di secondo livel lo

È Gestito da Ginecologi che hanno maturato una particolare esperienza nel campo della

diagnosi prenatale ecografica. Accetta tutte le gravidanze inviate da ambulatori o centri di

primo livello per una diagnosi di anomalia fetale che merita ulteriore inquadramento o per

un dubbio che necessita di conferma diagnostica. Accoglie, inoltre, gravidanze che

presentano fattori di rischio per patologia fetale (Iposviluppo fetale, familiarità per

malformazioni). I casi osservati vengono rinviati ad ambulatori di primo livello nel caso di

assenza di patologia oppure presi in carico e seguiti all’ambulatorio di secondo livello nel

caso di patologia fetale o fattore di rischio accertati.

Velocimetria Doppler materno-fetale

La finalità della velocimetria Doppler in gravidanza è di identificare in modo non invasivo le

deviazioni dai normali adattamenti emodinamici nei distretti utero-placentare, feto-

placentare e fetale. In particolare l’utilizzo della velocimetria Doppler delle arterie

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ombelicali è indicato in gravidanze a rischio per ipossia fetale, in gravidanze complicate da

ipertensione materna,preeclampsia e/o da iposviluppo fetale (Linee guida Sieog 2010).

Ecocardiografia fetale

L’Ecocardiografia Fetale è un esame diagnostico che ha come finalità il controllo

sequenziale dell’anatomia cardiaca allo scopo di evidenziare o escludere la presenza di

una Cardiopatia Congenita (CC) nei feti a rischio.

Un feto viene considerato a rischio specifico di Cardiopatia Congenita in presenza di uno o

più dei seguenti fattori:

- malattie ereditarie caratterizzate dalla presenza di difetti congeniti o dovuti a

microdelezioni;

- familiarità per cardiopatia;

- malattie materne come infezioni, diabete, malattie autoimmuni, fenilchetonuria, utilizzo

di farmaci teratogeni;

- indicazioni fetali come presenza di aberrazioni cromosomiche, segni ecografici di

sospetto, aritmia fetale, traslucenza fetale aumentata, iposviluppo fetale precoce,

malformazioni extracardiache, gravidanza gemellare monocoriale.

Ambulatorio Prenatale di Terzo Livello Chirurgico

È gestito da Ginecologi esperti di diagnosi prenatale in collaborazione con Colleghi delle

Divisioni di Neonatologia e di Chirurgia Pediatrica. Possono essere coinvolti anche altri

Medici Specialisti, in casi particolari. È finalizzato alla gestione di casi in cui è già stata

posta una diagnosi prenatale di patologia congenita fetale che richieda intervento

chirurgico dopo la nascita. I casi vengono inviati dall’ambulatorio di secondo livello o da

altri centri di riferimento per la diagnosi prenatale.

I casi vengono nuovamente inquadrati con un approccio multidisciplinare e discussi con i

Genitori allo scopo di precisare la prognosi, di prospettare il percorso di cura post-natale,

di concordare il percorso nascita (quando e come verrà espletato il parto).

Ambulatorio Prenatale di Terzo Livello Cardiologico

È gestito da Ginecologi esperti di diagnosi prenatale in collaborazione con Colleghi della

Divisione di Terapia Intensiva Neonatale e delle Unità Operative di Cardiologia Pediatrica

25

e Cardiopatie Congenite e di Cardiochirurgia Pediatrica e delle Cardiopatie Congenite

Possono essere coinvolti anche altri Medici Specialisti, in casi di malformazioni multiple

e/o di sindrome genetica. È finalizzato alla gestione di casi in cui è già stata posta una

diagnosi prenatale di patologia cardiaca congenita.

I casi vengono inviati dall’ambulatorio di secondo livello o da altri centri di riferimento per la

diagnosi prenatale.

I casi vengono nuovamente inquadrati con un approccio multidisciplinare e discussi con i

Genitori allo scopo di precisare la prognosi, di prospettare il percorso di cura post-natale,

di concordare il percorso nascita (quando e come verrà espletato il parto).

Terapia medica fetale e chirurgia intrauterina feta le

E’ l’insieme delle terapie farmacologiche e/o delle procedure di chirurgia fetale invasiva

attuate in regime ambulatoriale o di ricovero presso la USS di Medicina fetale dell’ A.O.

Papa Giovanni XXIII, volte a trattare patologie fetali che necessitano di una terapia già

nella vita intrauterina (aritmie, anomalie severe a carico dell’apparato urinario,

malformazioni cardiache in scompenso…). Esse si avvalgono della collaborazione

dell’équipe multidisciplinare formata da neonatologi, cardiologi, chirurghi pediatri e

anestesisti del Dipartimento materno infantile e Cardiologico dell’A.O..

Le pazienti afferiscono all’ambulatorio di 3° livello cardiologico o chirurgico.

PARTO

Parto naturale

Il parto naturale è un evento importante nella vita di una donna e l'assistenza nel parto

fisiologico viene definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ( WHO): "raggiungere

l'obiettivo di madre e figlio in buona salute con il livello minore di intervento compatibile

con la sicurezza. Questo approccio implica che nel parto fisiologico deve esistere una

valida motivazione per interferire con la evoluzione naturale. Inoltre una donna dovrebbe

partorire in un luogo che le dia la sensazione di essere sicura ed al livello più periferico nel

quale sia possibile assicurare una assistenza appropriata e sicura".

Al momento dell’accettazione presso il Punto Nascita, la donna viene accolta e affidata

all'èquipe della sala parto che se ne prenderà cura sorvegliando il benessere materno e

fetale.

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L'assistenza concreta è offerta dalla presenza dell’ostetrica, in grado di fornire sostegno,

consigli e informazioni, e condividere con la donna le decisioni cliniche. Viene garantito

comfort alla donna tramite la scelta, durante il travaglio, di assumere posizioni libere, di

muoversi, di bere e di alimentarsi.

L'esperienza del dolore durante il parto ha una valenza soggettiva ed è legata alla storia

di ogni donna. La risposta fisiologica al dolore è il movimento, che consente di assumere

posizioni antalgiche al fine di aiutare, in modo naturale, il controllo del dolore, insieme alle

tecniche non farmacologiche che prevedono l’uso del respiro, del movimento, del

massaggio e dell’acqua.

Parto in acqua

L'utilizzo dell'acqua durante il travaglio rappresenta uno strumento naturale di controllo del

dolore: l’immersione in acqua calda non elimina il dolore, ma lo riduce ad un livello basso

ed accettabile. Con l’immersione in acqua viene facilitato il rilassamento muscolare e si

percepisce una sensazione di sollievo, perché l’acqua sostiene il peso del corpo

diminuendo l’effetto della gravità.

In acqua vengono assunte più agevolmente le posizioni che favoriscono il benessere e

facilitano il passaggio del feto nel canale del parto riducendo il trauma sui tessuti.

Inoltre, l’acqua riduce l’ansia, diminuisce la produzione degli ormoni dello stress e stimola

il rilascio di endorfine, definite anche “ormoni del benessere”.

Il travaglio in acqua può essere scelto dalla donna come opzione non farmacologica per

avere sollievo durante le contrazioni dell'utero, immergendosi in acqua calda (circa 37°C)

a travaglio attivo e rimanervi per il tempo che desidera, eventualmente anche per il parto.

Per il travaglio in acqua non occorre alcuna preparazione o esame particolare, ma è

necessario che la gravidanza sia fisiologica ed a termine, che il travaglio sia insorto

spontaneamente ed, infine, che i test sierologici siano negativi, mentre la positività del

tampone vagino-rettale allo Streptococco beta emolitico del gruppo B non costituisce una

controindicazione.

Partoanalgesia con epidurale

L’esperienza del dolore sofferto durante il parto varia in maniera notevole da donna a

donna.

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Molti sono i fattori che influenzano la percezione del dolore: la paura, il numero di parti

precedenti, alcune idee culturali sul parto, la posizione in cui si partorisce, il sostegno

ricevuto durante il travaglio e la soglia di dolore naturale peculiare della persona.

Diverse sono le metodiche proposte in sala parto per dare sollievo al dolore in travaglio:

oltre a quelle non farmacologiche vi è la partoanalgesia con epidurale

L’epidurale è una tecnica di anestesia loco-regionale effettuata da un Medico specialista in

Anestesia. Essa ha lo scopo di attenuare il dolore del travaglio e, in parte, il dolore da

parto. Attualmente è considerata la metodica più efficace di controllo del dolore che si

manifesta durante il travaglio ed il parto.

Questa tecnica assicura una buona stabilità delle funzioni vitali; la donna rimane sveglia e

collaborante per tutta la durata del travaglio, mantenendo una piena partecipazione e

collaborazione all’evento. I farmaci analgesici vengono somministrati in prossimità del

midollo spinale, nello spazio peridurale, utilizzando un tubicino molto sottile (cateterino

peridurale), che viene inserito nella schiena a livello lombare e che resta in posizione per

tutta la durata del travaglio/parto, permettendo la somministrazione continua o ripetuta

dell’anestetico. Al termine della procedura viene rimosso. La tecnica è sicura ma, come

tutti gli atti medici, oltre ai benefici, può comportare, seppur raramente, effetti collaterali o

complicanze. Per questo è importante che la coppia segua il percorso stabilito presso ogni

Punto Nascita, al fine di scegliere, in modo informato e consapevole.

Parto vaginale in pazienti precesarizzate

Se una donna è stata sottoposta, nella precedente gravidanza, ad un taglio cesareo,

questo non costituisce di per sé l’indicazione assoluta all’espletamento del parto

successivo mediante taglio cesareo iterativo.

La scelta di un parto vaginale, dopo un pregresso taglio cesareo, in assenza di

controindicazioni specifiche, è supportata da linee guida nazionali ed internazionali.

Il taglio cesareo, in quanto intervento chirurgico, comporta potenziali rischi legati

all’intervento stesso, per cui andrebbe affrontato solo in caso di effettiva necessità.

Insieme alla/al Ginecologa/o, che segue la gravidanza e all'équipe di sala parto che

l'accoglie, la donna potrà effettuare una scelta consapevole tra le due opzioni.

- L’ammissione al travaglio, in assenza di controindicazioni specifiche, deve essere

offerta a tutte le donne che hanno già partorito mediante taglio cesareo.

28

- In relazione all’aumentato rischio assoluto di rottura d’utero, la possibilità di un parto

vaginale dopo taglio cesareo è controindicata in caso di pregressa rottura d’utero,

pregressa incisione uterina longitudinale e in caso di tre o più tagli cesarei precedenti.

- Alle donne che hanno già partorito mediante taglio cesareo deve essere garantita

un’adeguata sorveglianza clinica e un monitoraggio elettronico fetale continuo nella

fase attiva del travaglio.

- La struttura sanitaria deve assicurare l’accesso immediato alla sala operatoria e alla

rianimazione e la pronta disponibilità di emotrasfusioni, nell’eventualità di un taglio

cesareo d’urgenza.

- È necessario che i professionisti sanitari forniscano alla donna con pregresso taglio

cesareo informazioni rispetto alla probabilità di partorire per via vaginale in base alla

sua storia clinica e in base alla casistica della struttura ospedaliera.

- In aggiunta alle informazioni cliniche sulla modalità di parto, è necessario fornire alle

donne con pregresso taglio cesareo indicazioni relative alle caratteristiche e

all’organizzazione della struttura e informazioni specifiche sulle modalità assistenziali in

uso (induzione del travaglio, utilizzo di ossitocina, uso di parto-analgesia, uso del parto

operativo vaginale profilattico), in quanto tali aspetti possono condizionare gli esiti

relativi alla salute materna e feto-neonatale” (SNLG Linea Guida n° 22 “Taglio cesareo:

una scelta appropriata e consapevole “ 2012).

Programmazione Taglio cesareo elettivo

Quando il parto per via vaginale non è possibile o comporta un rischio aumentato di

complicazioni per la madre o per il feto (precedente taglio cesareo, indicazioni mediche o

chirurgiche al taglio cesareo, feto in presentazione podalica, sospetta sproporzione

fetopelvica, patologie materne o fetali etc.) è necessario programmare in anticipo un taglio

cesareo elettivo .

Le indicazioni al taglio cesareo programmato vengono discusse con la /il Ginecologa/o

curante durante la gravidanza e successivamente condivise con il Personale Medico del

Punto Nascita prescelto con la firma del consenso informato all’intervento.

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Parto in gravidanza multipla

Anche nella gravidanza gemellare esiste la possibilità di ricorrere a un parto naturale

soprattutto se:

• i gemelli sono bicoriali e biamniotici (due sacchi amniotici e due placente);

• la gravidanza è trascorsa senza complicanze;

• non si sono evidenziati ritardi di crescita in nessuno dei gemelli;

• almeno uno dei due feti, il primo, si presenta in posizione cefalica anche se non si può

escludere che, dopo la nascita del primo gemello, si debba ricorrere al cesareo per far

nascere il secondo.

Nell’assistenza al parto, in gravidanze gemellari, è importante che il personale

medico/ostetrico sia provvisto della necessaria esperienza in modo da essere in grado di

gestire le possibili complicanze.

Se i gemelli sono entrambi podalici oppure sono monocoriali e monoamniotici (un sacco

amniotico e una placenta) si programma sempre il taglio cesareo ad epoca opportuna.

Per quanto riguarda l’epoca gestazionale a cui espletare il parto nelle gravidanze

gemellari, le Linee Guida dell’ Istituto Superiore di Sanità (“Taglio cesareo: una scelta

appropriata e consapevole”, 2012) raccomandano:

• “Nelle gravidanze gemellari bicoriali/biamniotiche senza fattori di rischio, in caso

sussistano indicazioni al taglio cesareo programmato, l’intervento non deve essere

effettuato prima di 38+0 settimane, per evitare eventi avversi neonatali;

• Nelle gravidanze monocoriali biamniotiche non complicate si raccomanda

l’espletamento del parto a 36-37+0 settimane di gestazione;

• Nelle gravidanze monocoriali monoamniotiche non complicate si raccomanda l’espletamento

del parto mediante taglio cesareo a 32 settimane di gestazione. “

DOPO IL PARTO

Ambulatorio neonato sano

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Tutti neonati vengono rivisti dal pediatra a distanza di 48-72 ore dalla dimissione. Durante

la visita viene eseguita una rivalutazione clinica, viene controllato il peso e l’adeguatezza

dell’alimentazione.

Ambulatorio ecografico per screening displasia dell e anche

È opportuno in tutti i neonati l’esecuzione dello screening per la displasia delle anche che

si effettua mediante un’ecografia. Tale esame va eseguito entro il terzo mese di vita. Nei

neonati con familiarità o nati con presentazione podalica l’ecografia va anticipata al primo

mese.

Ambulatorio neonato patologico

Il neonato che ha presentato e/o presenta problemi di salute e/o patologie rilevanti può

afferire presso ambulatori specialistici neonatologici “dedicati” in cui operano pediatri

neonatologi e figure sanitarie specializzate; si effettuano controlli programmati per neonati

già ricoverati, dimessi, o per esterni su appuntamento.

- Ambulatorio per neonati con patologia minima individuata alla nascita al Nido che

possono avere una risoluzione contenuta nel tempo;

- Ambulatorio “infermieristico” per neonati dimessi dal Nido a sostegno allattamento

materno;

- Ambulatorio per neonati pretermine (età gestazionale inferiore a 28W e peso inferiore

a 1000g) che necessitano di valutazione clinica, di supporto e collaborazione

multidisciplinare;

- Ambulatorio di follow-up per malattie infettive perinatali e neonatali: visita pediatrica,

prescrizione esami specifici- visione ed interpretazione, esecuzione esami ecografici;

- Day service per follow-up malattie infettive perinatali: visita pediatrica, esecuzione

esami sierologici ed ecografici);

- Ambulatorio di patologia neonatale per neonati con patologie rilevanti dimessi dalla

Terapia Intensiva o dalla Patologia Neonatale che richiedono monitoraggio e follow-up

nel tempo;

- Ambulatorio multidisciplinare per neonati affetti da ernia diaframmatica congenita:

neonatologo, fisiatra e chirurgo pediatra);

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- Ambulatorio multidisciplinare per neonati con malattie metaboliche e sindromi

malformative: neonatologo e medico genetista;

- Ambulatorio neurologico di “general mouvements” per neonati alti pretermine e per

neonati asfittici o con problemi neurologici;

- Ambulatorio per follow up audiologico (esecuzione di AABR in neonati con

otoemissioni patologiche e/o con individuati fattori di rischio);

- Ambulatorio per la profilassi anti Virus Respiratorio Sinciziale (in stagione epidemica

da ottobre a marzo);

- Ambulatorio di Ecografia Neonatale – Pediatrica. L’ ecografia è un esame

strumentale innocuo e di grande utilità diagnostic a anche sul neonato;

- Ambulatorio di ecografia e flussimetria Doppler cerebrale e midollare;

- Ambulatorio di ecografia e flussimetria Doppler di vari organi ed apparati: addome

completo, reni e vie urinarie, polmone, tessuti molli e tessuti superficiali, tiroide,

genitali;

- Ambulatorio di ecografia delle anche di II livello (per neonati con fattori di rischio per

displasia, con anche displasiche in trattamento ortopedico).

Spazio Allattamento

L’esperienza dell’allattamento al seno rappresenta uno degli aspetti più appaganti

dell’essere genitori: favorisce la relazione tra madre e figlio e rafforza l’autostima della

donna che nutre e si prende cura della prole. Se ci sono difficoltà, questa esperienza

potrebbe però diventare faticosa e stressante. Proprio per aiutare la madre nella gestione

del proprio bambino e nelle difficoltà pratiche durante il periodo di allattamento al seno,

sono stati creati degli “Spazi Allattamento” con operatori, appositamente formati, in grado

di offrire un’efficace consulenza sull’allattamento e sulla corretta alimentazione infantile.

Un supporto rispettoso dei bisogni e delle esigenze della donna rafforza le competenze

materne e consente di fare scelte utili e importanti per la salute del proprio figlio.

Presso i Consultori familiari ASL, l’ostetrica è la figura di riferimento, in quanto

professionista competente, in grado di ascoltare le necessità, comprendere le difficoltà di

ogni singola mamma e offrire consulenze individuali e di gruppo al fine di promuovere

l’allattamento al seno.

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Tutte le madri possono rivolgersi a questi servizi, qualunque sia l’alimentazione scelta per

il proprio bambino.

L’allattamento al seno è il modo naturale e specie - specifico per alimentare un bambino e

fornisce numerosi ed importanti benefici:

Al bambino

- nella prima infanzia riduce la mortalità post-natale ed il rischio di morte in culla,

comporta minor numero di infezioni (gastrointestinali, respiratorie, vie urinarie), migliora

la risposta alle vaccinazioni;

- nell'età infantile previene le patologie acute e croniche come l’otite media, le allergie, l’

asma, il diabete infantile, il morbo di Hodgkin, la leucemia linfoblastica acuta, la mal

occlusione dentaria;

- in età adulta previene le patologie come l’obesità, il diabete, la sclerosi multipla, la retto

colite ulcerosa, il m. di Crohn, le malattie cardiovascolari;

- nell’ambito della salute psichica e relazionale, favorisce la relazione tra madre e

bambino con riduzione della frequenza di abbandoni, migliorando lo sviluppo

psicomotorio e cognitivo.

Alla madre

- minor rischio di emorragia post-partum, riduzione delle neoplasie della mammella e

dell'ovaio e riduzione dell’osteoporosi.

Visita ginecologica dopo il parto

Dopo l’espletamento del parto sia per via vaginale che tramite taglio cesareo, verrà

programmata una visita ginecologica per valutare la salute materna e l’eventuale scelta

del metodo contraccettivo più idoneo.

Supporto psicologico in puerperio

Consulenza psicologica individuale e/o di coppia per l'accompagnamento nei momenti di

difficoltà durante il post parto.

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Prevenzione e sostegno della Depressione postpartum

Presso le strutture ospedaliere è attivo un ambulatorio che si occupa di Prevenzione,

Diagnosi e Cura dei Disturbi Psichici in Gravidanza e nel Post-Partum. Per sostenere e

aiutare le donne che possono presentare depressione o ansia in questo momento

peculiare della loro vita sona a disposizione psichiatri e psicologi per una corretta diagnosi

del disagio, un sostegno psicologico e se necessario farmacologico. Sono previsti inoltre

colloqui di orientamento e sostegno anche con i famigliari delle pazienti

Presso i Consultori ASL è attivo un progetto di screening, diagnosi e trattamento, a partire

dal secondo mese dopo la nascita del bambino, per la rilevazione precoce e il relativo

trattamento della depressione post-partum. Il progetto prevede anche un incontro

informativo con la psicologa sulla depressione post-partum all’interno dei Corsi di

Accompagnamento alla Nascita. L'identificazione della depressione post-partum avviene

attraverso una chiamata attiva da parte della psicologa alle donne che hanno acconsentito

a partecipare allo screening e consiste in un colloquio e nella compilazione di semplici

questionari specifici (tra cui l'EPDS – Edimburgh Postnatal Depression Scale) a cui, in

caso di positività, possono seguire interventi tempestivi ed efficaci.

Sostegno alla Genitorialità

Gli operatori dei Consultori organizzano incontri di gruppo con mamme e papà per

condividere pensieri, emozioni, esperienze, intorno alla crescita dei figli e per migliorare le

competenze genitoriali.

- Incontri dopo parto;

- Massaggio Infantile;

- Bimbo a bordo;

- Laboratorio scopro e osservo;

- Mamme…dire, fare, parlare;

- Ehi ci siamo anche noi. Gruppo per i papà con i papà;

- Consulenza psicologica individuale e/o di coppia;

- Spazio 0-5.

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Incontri dopo parto

"E adesso?... ancora insieme!" Incontri dopo parto per vivere insieme la maternità, che permettono

una rielaborazione dell'esperienza del parto. Un'occasione per ritrovarsi insieme, mamme e

bambini, con gli operatori del consultorio per condividere fatiche, emozioni e gioie dopo la nascita.

Corsi di Massaggio Infantile

"Massaggio al bambino, messaggio d amore" i corsi si articolano in 4/5 incontri, a cadenza

settimanale, a cui possono partecipare mamme e/o papà e bambini tra 1-12 mesi, finalizzati ad

apprendere tecniche di massaggio per favorire il legame di attaccamento e rafforzare la relazione

genitore-bambino.

Bimbo a bordo

Breve corso ( 5 incontri) di formazione,condotto da uno psicologo, per accompagnare i neogenitori

nei cambiamenti che l'arrivo del figlio/figlia porta nella coppia.

Laboratorio Scopro e Osservo

Numero tre incontri a cadenza settimanale per mamme e bambini di età 6-9 mesi, per osservare il

bambino attraverso esperienze di esplorazione sensoriale (attività del Cestino dei Tesori) e il

confronto in gruppo alla presenza della figura dell'Educatore Professionale.

Ehi ci siamo anche noi! Gruppo per i papà, con i pa pà

Spazio aperto a tutti i papà affinché un confronto di esperienze li aiuti di fronte alla paternità.

Mamme…dire, fare, parlare

Rivolto a tutte le mamme con i loro bambini 0-1 anno che desiderano condividere la propria

esperienza con altre mamme promuovendo gruppi di discussione sui temi d'interesse.

Consulenza psicologica individuale e/o di coppia

Rivolta ai genitori per le problematiche relative alla prima infanzia.

Spazio 0-5

Servizio di consultazione psicoterapeutica breve per la prima infanzia. La consulenza si avvale di 5

incontri, eventualmente ripetibili nell’arco dell’anno.

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Consulenza sociale: informazione e tutela sociale d ella maternità

L'assistente sociale offre consulenza sociale alle donne gravide e alle neo mamme al fine di

favorire la conciliazione tra i tempi di lavoro e i tempi di vita. Vengono fornite informazioni sul diritto

di famiglia, sulla normativa vigente e sui diritti/benefici previsti a favore della maternità e della

famiglia.