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Anno 6 numero 24 • Novembre-Dicembre 2002 • Aut. N°11 del 25/3/96 - Trib. Ancona Direttore Scientifico Carlo Castagna Info www.teknosport.com 3 La scienza della Repeated Sprint Ability intervista a David Bishop a cura di Carlo Castagna 10 Velocità Massima Aerobica e test a navetta di Carlo Castagna 14 L’impiego di esercitazioni tecniche per lo sviluppo della prestazione fisica nei giochi sportivi di Aaron Coutts 19 Analisi dell’evoluzione delle qualità fisiche del giocatore di basket dalle categorie giovanili all’alto livello: indicazioni per l’allenamento di Colli R, Manzi V, Mattioli V, Gebbia G. 35 Abstract • Velocità e genetica, detraining e prestazione di forza, alzate olimpiche e prestazione, allenamento della forza e della potenza, forza nel Golf a cura della Redazione Scientifica

Carlo Castagna - Il Misterilmister.altervista.org/alterpages/files/rsaealtriarticoli.pdf · probabilmente tre: lo sviluppo della potenza anaerobica, della potenza aerobica e della

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Anno 6 numero 24 • Novembre-Dicembre 2002 • Aut. N°11 del 25/3/96 - Trib. Ancona Direttore Scientifico Carlo Castagna Info www.teknosport.com

3 La scienza della Repeated Sprint Abilityintervista a David Bishop a cura di Carlo Castagna

10 Velocità Massima Aerobica e test a navettadi Carlo Castagna

14 L’impiego di esercitazioni tecniche per lo sviluppodella prestazione fisica nei giochi sportividi Aaron Coutts

19Analisi dell’evoluzione delle qualità fisiche del giocatore dibasket dalle categorie giovanili all’alto livello: indicazioniper l’allenamentodi Colli R, Manzi V, Mattioli V, Gebbia G.

35 Abstract • Velocità e genetica, detraining e prestazione di forza, alzateolimpiche e prestazione, allenamento della forza e della potenza, forza nel Golfa cura della Redazione Scientifica

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INTERVISTA

In questo numero trovate un utile approfondimento su una delle tematiche piùimportanti, spesso decisive, della preparazione fisica negli sport di squadra, quelladella RSA, della capacità di mantenere alti standard di velocità durante tutto ilcorso di un incontro. Oggi, ne sono sicuro, è l’aspetto vincente della maggior partedegli sport perchè la RSA è una frontiera ancora da scoprire in tutte le sue variabili.Per anni l’obiettivo di ogni preparatore e di ogni atleta è stato quello di giungere altermine di un incontro con i migliori livelli di efficienza aerobica possibile. E’ perquesto che dall’inizio degli anni Ottanta, abbiamo visto applicare agli sport disquadra sistemi tipici della preparazione atletica. Poi, l’evoluzione della ricerca edella sua applicazione si è spostata sulla personalizzazione della preparazione perogni singolo sport, unendo elementi di tecnica ad elementi di condizionamentofisico aerobico, ampliando quindi le possibilità di effettuare correttamente un gestotecnico sempre più in avanti nel tempo di un incontro. Oggi, la nuova frontiera èdiventata questa: raggiunto un buon livello di condizionamento aerobico, la sfidadiventa quella di avere prestazioni di ottima qualità aerobica, unite a un elevato ecostante standard di qualità anaerobica: in pratica ottenere altissimi livelli di sprintdal primo all’ultimo minuto di gioco. L’intervista a Bishop che trovate subito quisotto, è un ottimo punto di partenza per chi si avvicina a queste tematiche: ma èsoprattutto chi sta già adottando sistemi di condizionamento all’RSA che ne troveràgli spunti migliori. Buona lettura.

Giornale di Tecnologia dello Sport e dell’Attività Fisica

Bimestrale - Numero Ventiquattro - Novembre/Dicembre 2002Aut. N°11 del 25/3/96 Trib. AnconaQuesto giornale è iscritto al Registro degli Operatori dellaComunicazione

Edito da Teknosporting s.r.l.

Direttore Responsabile: Luca Borioni ([email protected])

Direttore Scientifico: Carlo Castagna ([email protected])

Coordinatore Editoriale: Carlo Santini ([email protected])

Progetto Grafico e Impaginazione:Logan W. Patch

Segreteria: Patrizia Giacconi ([email protected])

Hanno collaborato a questo numero: D. Bishop, A. Coutts, R. Colli,V.Manzi, V. Mattioli, G. Gebbia

Sito Internet: www.teknosport.com

Webmaster: Davide Taddei (Mc Group - Ancona)

Fotografie: Archivio Teknosport

Sede e Redazione:Via Nenni, 7/A, 60127 Ancona Tel. 0712806504 Fax 0712835596e-mail: [email protected]

Pubblicità Teknosport Giornale e Teknosport.com:Carlo Santini ([email protected])

Un numero: Euro 6,00

Abbonamenti: Euro 30,00

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© 2002 Teknosporting srl

Informiamo i nostri lettori che secondo quanto disposto dall’art. 13,comma 1, della legge 675/96 sulla “tutela dei dati personali”,hanno diritto, in qualsiasi momento e del tutto gratuitamente, diconsultare, far modificare o cancellare i propri dati o semplicementeopporsi al loro trattamento per l’invio di materiale promozionale. Talediritto potrà essere esercitato semplicemente scrivendo aTeknosporting srl • Via Nenni, 7/A • 60127 Ancona

di Carlo Santini ([email protected])

1 Coordinatore editoriale Teknosport Giornale

Molto veloci, costantemente.

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INTERVISTA

1 Lettore in Fisiologia dell’Esercizio Fisico e dello Sport, School of Human Movement and Exercise Science Università del Western Australia di Perth, Vice Presidente dell’Australian Association of Exercise and Sport Science (AAESS)

intervista a David Bishop1 a cura di Carlo Castagna

La scienza della Repeated Sprint Ability

I giochi sportivi costituiscono una tipologia di attività fisica estremamentecomplessa da studiare e questo a causa della loro natura imprevedibile. Infatti nelcorso di un incontro di basket, calcio, rugby, pallamano, hockey o tennis si assistead un succedersi di attività a varia intensità portate con l’intento di condizionareil risultato della partita. Se nella loro globalità (spesa energetica totale) questisport possono considerarsi a prevalenza aerobica è invece solitamente attraversoazioni svolte ad alta intensità che si creano quelle perturbazioni che determinanola possibilità di realizzare una marcatura. Si ha quindi che nel corso di un incontroun giocatore deve essere in grado di reiterare azioni di sprint con recupero casuale.La capacità di fornire prestazione di sprint con minimo decremento dellaprestazione massima viene denominata nella letteratura scientifica internazionalecon il termine di Repeated Sprint Ability [RSA]. Questa componente della prestazione sportiva pur essendo di grande interesseper chi si occupa di sport di squadra e giochi sportivi in genere, non è stata peril momento studiata a fondo dai ricercatori e quindi molti sono gli aspetti ancoraoscuri della sua natura e del suo sviluppo. Data l’importanza e l’interesse dellaRSA per il moderno sviluppo della prestazione nei giochi sportivi, abbiamointervistato sull’argomento uno dei ricercatori più geniali e prolifici in questoambito, ovvero il dottor David Bishop attuale vice presidente dell’AustralianAssociation of Exercise and Sport Science (AAESS).

TEKNOSPORT: Comincio subito con la domanda più difficile: che cosa intendi in termini scientificiper RSA?

BISHOP: Repeated Sprint Ability è l’abilità di sprintare, recuperare e quindisprintare ancora. Questa sequenza (sprint-recupero-sprint) può essere effettuatauna o molte volte. Solitamente la RSA viene indicata come una importantecomponente della preparazione fisica di quegli atleti che competono negli sportdi squadra, nel qual caso la sequenza indicata viene appunto reiterata numerosevolte nel corso di un incontro. Dal punto di vista squisitamente pratico, quegliatleti che sono in possesso di una buona RSA saranno in grado di ripetere azionidi sprint con un minimo scarto rispetto alla loro migliore prestazione, cosa chenon riuscirà a coloro in possesso di una scarsa RSA.

Gli sport di squadra sono sempre più caratterizzati da una attività intermittentesvolta ad intensità sconosciute non più tardi di 10 anni fa. Mantenere costante esu livelli di eccellenza la prestazione di gran numero di atleti in una squadrasignifica, di solito, vincere un’incontro. Conosciamo più da vicino i metodi di studioe di lavoro di David Bishop, uno dei maggiori conoscitori di queste dinamiche.

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INTERVISTA

TEKNOSPORT: Insomma, un’attività dipendente da un numero di variabili piuttosto eterogeneo.Quali sono i parametri oggettivi che la influenzano?

BISHOP: La RSA dipende sia dalla durata degli sprint effettuati che del periododi recupero. Dato che questi due importanti parametri variano in maniera nonstabilita durante gli sport di squadra la RSA risulta, purtroppo, molto difficile dastudiarsi in questo ambito. Comunque attraverso una simulazione di quantoavviene, in media, nel corso di un “tipico” incontro, relativamente alla duratadello sprint e del successivo recupero, si può avere una buona idea della naturadella RSA.

TEKNOSPORT: E gli aspetti soggettivi, fisiologici, che influenza possono avere?

BISHOP: Le nostre ricerche ci suggeriscono che tre sono le principalideterminanti della RSA, sebbene sia probabile che ulteriori indagini ne rivelinodelle altre. La prima è la potenza anaerobica dell’atleta. Infatti atleti in possessodi una elevata potenza anaerobica sono in grado di produrre molto lavoromeccanico nel corso del primo e dei successivi sprint. E’ comunque vero chequesti atleti esperiscono anche un maggior decremento della potenza nel corsodegli sprint successivi. Questo in genere può essere causato da una maggiordeplezione delle scorte di PCr o da un maggior accumulo di idrogenioni [H+]oppure da altri meccanismi che si combinano con questi ultimi due. Nei nostristudi abbiamo riscontrato significative correlazioni tra le variazioni di pH e RSA.La seconda componente della RSA risulta essere la condizione aerobicadell’atleta. E’ bene comunque dire che l’importanza di questa componente scemacon il crescere del livello del condizionamento aerobico. Ovvero in pratica siverifica l’esistenza di più elevati livelli di correlazione tra condizione aerobica eRSA nei soggetti non allenati, rispetto agli atleti ben allenati. Sebbenel’argomento necessiti di maggior approfondimento, io credo che esista una sogliaal di sopra della quale i miglioramenti della condizione aerobica non sianoprobabilmente in grado di promuovere vantaggi alla RSA. La terza importante componente della RSA è la capacità tampone. Nei nostristudi abbiamo dimostrato che la RSA è in relazione con la capacità tampone eche sia un suo incremento a livello muscolare che del sangue è in grado di farmigliorare in maniera significativa la RSA. Ulteriori ricerche sono comunquenecessarie per determinare come la capacità tampone si relazioni alla RSA equale siano le maniere migliori per migliorare la capacità tampone.

TEKNOSPORT: Cosa faresti per allenare un atleta alla RSA?

BISHOP: Come sai esiste molta poca letteratura scientifica su quale sia la migliormaniera di allenare la RSA. Personalmente penso che troppi allenatori ed atleticompiano l’errore di effettuare troppo lavoro che semplicemente replica quelloche avviene nel corso della partita. Questo per me è un aspetto molto interessantedato che questo non avviene in altri sport come ad esempio il nuoto, il ciclismo,il mezzofondo ed il fondo. Io penso quindi che il miglior approccio sia quello dideterminare le componenti fisiologiche della RSA e quindi allenarle. Secondoquanto detto prima ritengo che le vie principalmente da seguire sianoprobabilmente tre: lo sviluppo della potenza anaerobica, della potenza aerobicae della capacità tampone.

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INTERVISTA

Naturalmente per allenare tutte queste componenti è necessaria una attentaperiodizzazione. E qui la faccenda si complica.

TEKNOSPORT: Alludi al fatto che data la grande importanza e la variabilità di queste trecomponenti diventa difficile adottare schemi fissi? Ci daresti dei ragguagli relativamente allestrategie che meglio ritieni utili per sviluppare il livello di queste tre componenti della RSA?

BISHOP: Voglio dire che se è già difficile trovare la strategia giusta per allenare,nella maniera giusta, una capacità sola, figurati se questa capacità è compostada tre distinte variabili. Ad ogni modo, provo a dirti la mia.Relativamente alla potenza anaerobica essa dovrebbe essere migliorataimpiegando un allenamento specifico della forza e lo sprint-training. In generaleio raccomando per lo sprint-training durate delle ripetizioni simili a quello che ingenere è probabile avvenga nel corso di un incontro, con periodi di recuperoabbastanza lunghi da favorire un recupero completo. Nella maggior parte deglisport di squadra solamente in rarissime occasioni il giocatore effettivamenteraggiunge la sua velocità di picco e quindi risulta molto importante effettuareesercitazioni per migliorare l’accelerazione. Successivamente ad un periodo diallenamento della forza generale quello per lo sviluppo della forza specificadovrebbe concentrarsi sullo sviluppo della potenza.

“Young Investigator Award” all’ECSS di Atene 2002

David Bishop è attualmente lettore in fisiologiadell’esercizio fisico e dello sport presso laSchool of Human Movement and ExerciseScience dell’University of Western Australia. Hapubblicato circa 20 articoli scientifici in riviste arevisione anonima e presentato 50 abstract inconvegni nazionali ed internazionali. Prima deigiochi Olimpici di Sydney del 2000 si èoccupato della preparazione olimpica presso ilWestern Australian Institute of Sport. La suaattività di ricerca è stata insignita di numerosiriconoscimenti da parte della comunitàscientifica internazionale quali il “YoungInvestigator Award (Biophysical Sciences) al

congresso pre-olimpico di Brisbane (2000) ed il “Young Investigator Award (Poster)”all’European Congress of Sport Science tenutosi ad Atene nel 2002. Inoltre semprenel 2002 a Bishop è stato premiato con il titolo di “Best Conference Paper” alloSports Medicine Australia meeting in Melbourne. Nel 2001 la International SportsMedicine Federation (FIMS) gli ha attribuito l’ Asia Intercontinental TravellingFellowship. Attualmente fa parte dell’editorial board del The Journal of Science andMedicine in Sport ed è vice presidente, settore scienza dello sport, per l’AustralianAssociation of Exercise and Sport Science (AAESS).La sua attività di ricerca è allo stato attuale focalizzata sulla RSA e sulla prestazionedei triatleti. Nel suo tempo libero è un appassionato fotografo e tra i suoi sogni vi èquello di vivere e lavorare un giorno in Italia.

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INTERVISTA

Parlando di potenza aerobica (condizione aerobica come detto precedentemente)sembra che essa sia sensibile in gran parte al volume dell’allenamento.Quindi da un punto di vista fisiologico è probabilmente non così importante sel’atleta effettui allenamento ad intervalli, fartlek o allenamento continuo, fintantoche si provvede ad un graduale e progressivo aumento del volume di allenamento.Comunque dal punto psicologico l’introduzione di fartlek o interval training puòessere di grande ausilio per mantenere l’allenamento interessante e per quindialleviare la noia.Come ho detto prima, l’importanza della condizione aerobica sembra diminuirecon il crescere della forma fisica e sebbene questo argomento necessiti ulterioriricerche, credo che al di sopra di una data soglia l’ulteriore sviluppo dellacomponente aerobica sia addirittura controproducente per lo sviluppo delle altrecomponenti della RSA e questo particolarmente per la potenza anaerobica . Per quanto riguarda la terza componente della RSA che ho tirato in ballo ovverola capacità tampone, sembra che per sortire miglioramenti di essa sia necessarioeffettuare dell’interval training ad alta intensità [superiore alla soglia del lattato]con brevi periodi di recupero [inferiori al minuto]. In un nostro precedente studioabbiamo sperimentato l’efficacia di un protocollo di lavoro consistente in 6-10x2 min [con un minuto di recupero] ad una intensità pari al 130-140% dellasoglia del lattato. Il protocollo nel corso della sperimentazione venne svolto trevolte alla settimana e questo per un periodo di 5 settimane. Al termine delperiodo di allenamento rilevammo un incremento pari al 25% della capacitàtampone, risultato questo notevolmente superiore a quanto riportato in altri studilongitudinali. Va comunque detto che protocolli di lavoro che prevedevano laripetizione [15-20] di brevi sprint [20s ] o di frazioni più lunghe [5-6x5 min]sempre con un periodo di recupero pari ad un minuto sono stati in grado diprodurre significativi miglioramenti della capacità tampone [~16%]. Sebbene abbia trattato dell’allenamento di queste tre componenti della RSA inmaniera separata, questo non deve necessariamente succedere nella pratica.Infatti nel caso del nostro studio mirante all’aumento della capacità tampone,abbiamo osservato oltre al citato aumento di essa [25%] un miglioramento delVO2 max uguale a quanto realizzato da coloro che in qualità di gruppo di controlloavevano svolto un allenamento continuo equivalente per volume. Quindi in certimomenti dell’allenamento può risultare utile introdurre dell’interval-training siaper l’incremento della potenza aerobica che per lo sviluppo della capacitàtampone nei muscoli.

TEKNOSPORT: Quali test suggerisci per la valutazione della RSA?

BISHOP: Nei nostri studi abbiamo solitamente impiegato 5 sprint della durata di6s con 24s di recupero tra le ripetizioni. Comunque in una nostra recente ricerca(2001) abbiamo notato che la validità di questo tipo di test diminuisce aldiminuire della durata degli sprint. Quindi alla luce di ciò ritengo importante ladeterminazione di un test che adotti sia una durata dello sforzo massimale chedel relativo recupero, che sia probabile ritrovare nel corso di un incontro.Dall’analisi del primo sprint possiamo ottenere una indicazione della potenzaanaerobica dell’atleta mentre dal lavoro totale e dal decremento della prestazionedi sprint possiamo avere un idea della sua RSA.Abbiamo recentemente mostrato l’esistenza di una moderata correlazione tra lacapacità tampone nel muscolo e nel sangue ed i risultati del test per la RSA e

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INTERVISTA

questo sta ad indicare che il rilievo del pH e della concentrazione del lattato nelsangue capillare prima e dopo il test per la RSA, dovrebbero darci una indicazionedella capacità tampone degli atleti. Come vedi sono molte le informazioni che sipossono ottenere mediante questo test! Naturalmente il test per l’RSA può essereeffettuato in campo sprintando su una prestabilita distanza o tempo. Comunquenonostante questa allettante possibilità rimane molto più facile determinare illavoro e la potenza compiuta in laboratorio utilizzando un cicloergometro. Nelnostro laboratorio noi fra l’altro utilizziamo un cicloergometro speciale checonsente l’accesso frontale (vedi la foto qui sotto) per cui così facendo, il testdell’RSA non risulta molto differente da quanto sarebbe possibile fare correndo.

Per quanto riguarda la determinazione della condizione aerobica si può siaimpiegare un test per la determinazione del VO2 max che semplicemente fareffettuare un test a navetta con dettato sonoro. Per quanto riguarda gli atletipraticanti sport di squadra io penso che quest’ultima opzione sia più chesufficiente e di gran lunga economica almeno in termini di tempo.A seconda della fase di allenamento risulta importante valutare se l’allenamentodella forza e della potenza stanno sortendo gli effetti sperati, impiegando pervalutare ciò quei test che solitamente si effettuano in palestra.

TEKNOSPORT: Quali sono le variabili che si devono prendere in considerazione per determinare laRSA una volta effettuato il test ?

BISHOP: Uno degli aspetti più difficoltosi dell’analisi della RSA è che essa puòsuddividersi in due componenti. La prima è il lavoro totale effettuato, ildecremento osservato negli sprint invece costituisce la seconda variabile. Per meun buon giocatore di sport di squadra deve realizzare buoni risultati in entrambele componenti. Ti faccio un esempio: se testiamo un atleta allenato alla resistenzaesso mostrerà un ridotto decremento nella prestazione di sprint [che è una buonacosa!], ma sicuramente avrà anche realizzato un ridotto lavoro meccanico totalecosa ovviamente non positiva! Prendiamo ora un esempio opposto ovvero quellodi uno sprinter: gli sprinter hanno la tendenza a totalizzare un buon punteggio nellavoro meccanico totale cosa, come abbiamo già detto, positiva ma anche a

Foto 1

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INTERVISTA

realizzare un decremento della prestazione negli sprint molto ampio che comeovvio non è auspicabile. Un atleta praticante sport di squadra deve farenecessariamente bene in entrambe le due componenti!

TEKNOSPORT: Come calcoli il decremento della prestazione nel corso di un test per la RSA?

BISHOP: Mentre altri ricercatori hanno impiegato il cosiddetto fatigue-index [FI]quale rilievo della RSA, noi riteniamo che esso non fornisca informazionirealistiche su essa in quanto esso calcola solamente la differenza tra il primo el’ultimo degli sprint realizzati, non fornendo di conseguenza nessunainformazione sugli sprint intermedi. Il mio gruppo di ricerca impiega la seguenteprocedura per la prima volta indicata da FitzSimons e coll. (1993):Prendo l’esempio di una prova da laboratorio condotta con l’attrezzatura descrittanella Foto 1, consistente in 5x6s sprint con 24s di recupero

TEKNOSPORT: David fin qui abbiamo parlato degli aspetti più prettamente fisiologici della RSA, dapreparatore atletico mi verrebbe voglia di chiederti se hai mai verificato la validità dei test perla RSA nel predire la prestazione di gioco.

BISHOP: Come al solito vai al sodo, Carlo. In effetti, quello della validazione è ilcampo sul quale si scontrano tutte le teorie! Bene, posso dirti che noi abbiamoparzialmente risposto alla tua domanda studiando la relazione esistente tra ilnostro test per la RSA e la prestazione di sprint nel corso di una partita simulata.In effetti, abbiamo trovato una relazione piuttosto buona tra il test per la RSA egli sprint lunghi [20-30m] mentre per quelli più corti [5-10m] la correlazione nonfu altrettanto elevata. L’altra cosa interessante che abbiamo notato attraverso alcuni dei nostri lavorieffettuati con i giocatori di hockey su prato, è che, di fatto, gli sprint nel corso diun incontro non si succedono con quella frequenza che pensavamo. I nostri rilievihanno indicato come in genere un giocatore di hockey effettui uno sprint delladurata di 2-4 secondi ogni 2 minuti. Gli studi realizzati da Balsom ed altri

5 x 6-s cycle testRepetizioni Lavoro Meccanico (kJ)

12345

6.7 6.4 6.2 5.9 5.7

Lavoro Totale (LTkJ)

Lavoro Ideale (LIkJ)

Decremento (%)

= 30.9

= lavoro migliore in 6-s x 5 = 6.7 x 5 = 33.5

= 100 - (LT/LI x 100) = 100 - (30.9/33.5 x 100) = 100 - 92.2 = 7.8 %

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INTERVISTA

ricercatori ci suggeriscono che ciò potrebbe essere mantenuto senza effettinegativi sulla prestazione quasi infinitamente. Comunque in alcune occasioniabbiamo pure notato che ai giocatori venne richiesto di effettuare 4-7 sprintspesso con meno di 20 secondi di recupero tra di essi. Io credo che sia solamentein alcuni ma cruciali momenti di un incontro che i giocatori di hockey necessitanodi una ben sviluppata RSA e che i nostri test probabilmente rispecchino piuttostobene questa abilità.

TEKNOSPORT: Grazie per le tue risposte, David, ti aspettiamo in Italia, so che hai ancora qualchelontano parente qui e magari è l’occasione per conoscere un po’ del lavoro che si fa dalle nostreparti.

BISHOP: Sì, in effetti sono un po’ italiano anche io come tanta gente qui inAustralia. Grazie a a te per questa intervista: non nascondo che le tue domandesiano state molto impegnative, quasi come sostenere un’esame! Ma sono statodavvero contento di poter parlare ai vostri lettori del mio lavoro. Esiste ancoramolto da fare sulla RSA, ma spero che le mie risposte possano servire comespunto di studio ed analisi. E non escluso che in futuro si possa collaborare aqualche cosa di interessante.

PRIMO PIANO

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1 Direttore Scientifico di Teknosport Giornale, Responsabile Centro Ricerche Teknosport.com

di Carlo Castagna1

Velocità Massima Aerobica e test a navetta

INTRODUZIONEI cosiddetti test a navetta a dettato sonoro per la stima della Massima potenzaaerobica hanno e stanno riscuotendo un notevole successo grazie alla loroindiscussa praticità, dimostrata validità ed economicità (3).

Una volta effettuato il test il preparatore fisico entra in possesso di almeno duevariabili quali la distanza percorsa e, mediante tabella di conversione, la stimadel massimo consumo di ossigeno relativo [ml kg-1 min-1].

L’acquisizione di questi dati da sola giustifica il successo di questa metodica divalutazione da campo, ma pone questi test tra la schiera delle cosiddette provedi prescrizione generale. Infatti con il test a navetta, per sua originale definizione(3), non si entra in possesso di dati specifici utili per prescrivere in manieraabbastanza accurata, tabelle di allenamento per lo sviluppo della massimapotenza aerobica che invece stimano.

Nell’intento di maggiorare l’utilità pratica di questa metodica di valutazionealcuni autori si sono impegnati nel verificare l’esatto significato della velocitàfinale raggiunta nel corso di essi. Ahmadi e coll. (1) hanno messo a confronto lavelocità finale del test a navetta con quella corrispondente alla MVA nel corso dicorsa al nastro trasportatore, osservando significative differenze tra esse [16%].Sempre gli stessi autori (1) verificarono che la velocità finale nel test di Léger eradel 19% inferiore a quella rilevata negli stessi soggetti nel corso del MontrealTrack Test (3).

Dal punto di vista sia pratico che teorico, esistono una serie di lati oscuri sullaquestione, che se chiariti sicuramente sarebbero di discreto interesse per ilpreparatore fisico.

I test a navetta sono diventati la metodica più impiegata nella valutazione dellaprestazione. Questo per la loro particolare affidabilità e semplicità di utilizzo. Maanche se rimangono uno degli esercizi più studiati dai ricercatori rimane unaserie di punti oscuri sui quali bisognerebbe fare luce. Proviamo ad analizzarneuno: come dobbiamo considerare la massima velocità raggiunta in questi test?

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PRIMO PIANO

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Quartultimo Terzultimo Penultimo Finale

Step

ba

ttit

i m

in-1

50

50,5

51

51,5

52

52,5

53

53,5

54

54,5

ml

kg-1

min

-1

FC

VO2*

*

#

Figura 1: Valori del VO2 max e della FC nel corso delle fasi finali dello Yo-yo EnduranceTest [Livello 1] * e # valori significativamente diversi da quelli finali [p<0.05].

Il confronto tra la velocità finale e quella alla MVA ha fatto registrare differenzesignificative [p<.05], risultando rispettivamente essere pari a 12.6 ± 0.6 e 12.2± 0.7 km h-1.

Questi punti sono:

1. La velocità finale nel test a navetta corrisponde veramente alla MVAesercizio specitica [MVAES]?

2. La frequenza cardiaca rilevata nel corso del test può essere usata perdeterminare il verificarsi della MVAES?

3. Le tabelle comunemente fornite per la stima del VO2 max soddisfano alleesigenze dell’operatore casuale?

Con l’intento di far chiarezza sui punti sopra elencati si sono studiati 20 soggettipraticanti sport indoor tra cui calcio a 5 e basket, mentre svolgevano lo Yo-yoEndurance Test [livello 1] indossando un metabolimetro portatile a tecnologiarespiro per respiro (K4b2, COSMED, Roma).

RISULTATIMediante questo sofisticato metodo di indagine è stato possibile verificare che lavelocità finale non sempre risulta essere coincidente a quella della cosiddettaMVA. Infatti da questa sperimentazione è risultato che in generale nel corso delloyo-yo endurance test si ottiene un livellamento del consumo di ossigeno a partiredal terz’ultimo step realizzato [Fig.1]. Questo sta ad indicare che l’impiego dellavelocità finale quale segno della MVA costituisce in genere una sovrastima dellaVMA modalità di esercizio specifica. E’ bene ricordare che per MVA si intende laminima velocità in grado di determinare il raggiungimento del VO2 max (2).

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Relativamente all’impiego della monitorizzazione della frequenza cardiaca [FC]per la determinazione della MVA, si è notato che la frequenza cardiaca rilevata altermine dello Yo-yo Endurance Test Livello 1 risulta essere differente da quellamassima del soggetto [200±11 vs 198±11 battiti min-1, p=.004].

Si è comunque scoperto che la FC finale [198 ± 11 pulsazioni min-1] non risultasignificativamente differente [p>.05] da quella determinata al corrispondentemomento del penultimo step [197 ± 13, Fig.1]. Questo sta ad indicare che èpossibile individuare l’occorrenza della VMA impiegando un cardiofrequenzimetroed operando un’ispezione della curva FC-tempo dello Yo-yo Endurance Test.Analizzando la relazione FC-tempo nel momento in cui la FC mostra un plateausi può con sufficiente approssimazione affermare che si è in presenza della MVAesercizio specifica.

Relativamente alla bontà delle tabelle (3) per la conversione distanza percorsa-VO2 max la nostra sperimentazione ha evidenziato differenze non significative[p>.05] tra i valori massimali del VO2 dello Yo-yo Endurance [54.87 ± 6.39 mlkg-1 min-1] e quelli calcolati mediante l’impiego delle tabelle di conversione[46.55± 4.69 ml kg-1 min-1]. La correlazione tra distanza percorsa e picco diossigeno ha rivelato una relazione pari a r=0.51, [p=0.02] che sta ad indicareuna significativa, anche se debole, relazione tra i livelli individuali di potenzaaerobica e la prestazione nello Yo-yo Endurance Test.

CONCLUSIONI ED APPLICAZIONI PRATICHECome si evince dai dati rilevati in questa sperimentazione è possibile determinareuna MVA esercizio specifica impiegando lo Yo-yo Endurance Test livello 1. Talevelocità non corrisponde a quella finale raggiunta dal soggetto, ma comedimostrato dai nostri dati corrisponde in genere a quella raggiunta dal soggettonel corso degli 1-2 step precedenti al termine del test. Infatti si è osservato unlivellamento del VO2 già nel corso del terzultimo step del test [Fig. 1] e ladifferenza tra la VMA e la velocità finale risulta di circa 0.5 km-1 ovvero di unostep [vedi risultati]. Nella pratica si verifica in genere che, nelle fasi finali deltest, alcuni soggetti interrompono la prova dopo alcune navette, senza completaretutta la progressione prevista per lo step. Questo porta a possibili indecisioni nellascelta della MVA esercizio-specifica [MVAes] qualora il soggetto abbia di fattocompletato solo poche navette dello step finale. La casistica studiata in questasperimentazione [Tabella 1] ci porta a consigliare di considerare quale MVAes lavelocità corrispondente allo step precedente nel caso non si siano completatealmeno 5 navette [100m] dello step di fermata.

PRIMO PIANO

Step Fermata Casi Durata step finale Navette step finaleFinale N=7 25s 4.5Penultimo N=9 19s 3.3Terzultimo N=3 36s 6.3Quartultimo N=1 60s 11

Tabella 1: Frequenza della determinazione della MVA nei vari step dello Yo-yo EnduranceTest nei 20 casi osservati.

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Relativamente all’impiego della frequenza cardiaca quale ausilio per ladeterminazione della MVA si può affermare che essa, se monitorata mediantel’ausilio di un cardiofrequenzimetro interfacciabile con un computer, puòcostituire un valido ausilio per la individuazione della MVA. Infatti dato che FCfinale e FC dello step precedente ad esso non sono significativamente differentie tenendo conto di quanto detto per la MVAES, si può dire che nel momento incui si individua un livellamento della FC di esercizio si sia in probabile presenzadella MVAES. Relativamente ai criteri utili per la determinazione della fine deltest, l’evidenza sperimentale consiglia di ammonire il soggetto alla primo ritardo[50-100 cm] e di fermarlo nel caso che ripeta il fallo una seconda volta. Criteridiversi da questo si dimostrano in grado di consentire una continuazione dellaprestazione concomitante ad una diminuzione dei valori del VO2, condizionequesta avversa allo scopo del test. Per quanto riguarda l’impiego delle tabelle diconversione distanza percorsa-VO2 max relativo (3) si consiglia di impiegare talivalori nelle prime fasi della preparazione particolarmente con atleti che non siconoscono e quindi tenere conto della distanza percorsa quale parametro con cuivalutare il progresso del soggetto. Nella nostra sperimentazione pur non rilevandocome detto differenze significative tra stima e rilievo diretto dei valori massimalidel VO2 max, in alcuni casi si sono registrate differenze pari al 28% [sottostimamedia pari al 14% ].

BIBLIOGRAFIA

1. Ahmaidi, S., Collomp, K., Caillaud, C. e Prefaut, C. Maximal and functional aerobiccapacity as assessed by two graduated field methods in comparison to laboratory exercisetesting in moderately trained subjects. Int. J. Sports Med. 13(3):243-248. 1992.

2. Billat, V., Renoux, J.C., Pinoteau, J., Petit, B. e Koralsztein, J.P. Reproducibility ofrunning time to exhaustion at VO2 max in subelite runners. Medicine and Science in Sportand Exercise, 26:254-257. 1994.

3. Castagna, C. La valutazione della massima potenza aerobica con i test a navetta.Teknosporting. Ancona, 1999.

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1 MHMSc MAAESS, School of Leisure, Sport and Tourism, University of Technology, Sydney (Australia)

di Aaron Coutts1

L’impiego di esercitazioni tecniche per lo sviluppodella prestazione fisica nei giochi sportivi

INTRODUZIONEMolti sport di squadra come i vari codici del football, l’hockey su prato, il netballe la pallacanestro, richiedono l’effettuazione di esercizio intermittente nel corsodel quale brevi periodi di attività svolta ad alta intensità vengono casualmente adalternarsi a periodi di maggior durata condotti ad intensità inferiore o a recupero. Questi sport di squadra inoltre richiedono una ben sviluppata resistenza, velocitàagilità, flessibilità, forza muscolare e potenza per ben riuscire in essi.

Date le complesse esigenze di questi sport, lo sviluppo di queste capacità fisichepuò richiedere un considerevole impiego di tempo prezioso sottoforma dipreparazione fisica. Purtroppo per la maggior parte degli allenatori ed atleti iltempo di allenamento costituisce una disponibilità molto limitata, dati gliimpegni di studio, lavoro e familiari.

Essendo quindi il tempo dedicato all’allenamento una entità preziosa in terminieconomici, va da sé che qualsiasi metodo che ne preveda un uso più funzionalesia più che ben accolto. In questo articolo cercherò di analizzare in qualità di fisiologo dell’esercizio fisicoche opera anche come preparatore fisico, alcuni dei vantaggi che si possonoottenere impiegando le esercitazioni tecniche nell’intento di migliorare lecaratteristiche fisiche degli atleti praticanti gli sport di squadra.

L’APPROCCIO TRADIZIONALEL’approcio tradizionale allo sviluppo della condizione fisica prevede l’impiego diesercitazioni di corsa, interval training o l’impiego di metodi propri del cross-training quali il nuoto e la corsa. Questi metodi solitamente richiedono che gli atleti svolgano sforzi ripetuti olunghe corse in un ambiente che si differenzia alquanto dalla situazione di gara. In queste condizioni una delle difficoltà che spesso l’allenatore deve fronteggiaree quella di promuovere la necessaria motivazione nel corso degli allenamenti. Impiegando invece esercitazioni tecniche come partite a ranghi ridotti, i giocatoritendono a gradire meglio i carichi di lavoro ponendo alle volte l’allenatore nellainconsueta posizione di frenare i sui atleti nel corso delle sedute atletiche!

Tempo a disposizione per l’allenamento e qualità dello stesso sono due dellevariabili fondamentali per chi prepara e chi si prepara ad uno sport. L’ideale daraggiungere rimane quello di unire il condizionamento fisico alle esercitazionitecniche proprie dello sport, anche se troppo spesso questo sistema vieneingiustamente trascurato. Ecco come trarre i migliori benefici da questa pratica.

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IL NUOVO APPROCCIO AL CONDIZIONAMENTO FISICOLe esercitazioni tecniche a tema fisico sono attualmente ampiamente utilizzateda molte squadre di alto livello. Questa tipologia di esercitazioni fisiche infattioffre molti vantaggi sia agli atleti che agli allenatori degli sport di squadra. Inparticolare, il condizionamento fisico-tecnico risulta molto adatto per i giocatoriin quanto ottimizza il loro tempo di allenamento incrementando il contenutotecnico delle sedute fisiche e quindi la loro specificità. Inoltre questa pratica siprova efficace nel ridurre i rischi di incorrere in infortuni di allenamento.

COMBINARE TECNICA E CONDIZIONAMENTO FISICOUno dei più ovvi benefici della pratica delle esercitazioni tecnico-fisiche ècostituita dalla combinazione di elementi specifici della tecnica dello sport con itemi necessari al condizionamento fisico. Mediante la proposta di giochi sport-specifici a ranghi ridotti, agli atleti vienerichiesto di pensare sotto pressione e di completare gesti tecnici in stato di faticamentre si gareggia in un gioco che simula per modello di spostamento edintermittenza la competizione (3). In particolare Gabbett (3) suggerisce che simulando le situazioni di pressionesull’avversario tipiche del gioco, come la marcatura condizionata su avversari, sirendono le esercitazioni sport-specifiche di condizionamento fisicoparticolarmente utili. In conseguenza di ciò i giocatori diverranno padroni dellaloro tecnica e quindi in grado di sfruttarla nel corso della competizione,comunicando in maniera più sicura quando si presentano situazioni simili.

IL RISCHIO DI INFORTUNIMolto spesso gli allenatori pur comprendendo i benefici della pratica delleesercitazioni tecnico-fisiche esitano nell’inserirle nel programma di allenamento,per paura di aumentare il rischio di infortuni. Recenti ricerche condotte da Tim Gabbett (4) sui giocatori di rugby, hannorivelato come l’allenamento fisico effettuato mediante l’impiego di partite,produca un minor tasso di infortuni (10.7%) rispetto all’allenamento atleticotradizionale (37.5%). Infatti nel corso di queste attività di gioco, il rischio diinfortuni può essere ridotto introducendo modifiche alle regole di gioco e/o alleattrezzature impiegate. Nel caso del rugby questo può essere ottenuto riducendoil numero di contatti/collisioni superflui ed aumentando la quantità diabbigliamento protettivo indossato. Inoltre il rischio di infortunarsi può essereulteriormente ridotto svolgendo partite a ranghi ridotti o le esercitazioni tecnicheche prevedono l’occorrenza di contatto fisico all’inizio della seduta diallenamento ovvero quando gli atleti sono freschi.

INTENSITÀ E MIGLIORAMENTO DELLA CONDIZIONEAumenti della potenza aerobica [VO2 max] e della soglia anaerobica si sonodimostrati in grado di migliorare la prestazione di sport di natura intermittente (2,5). In una recente ricerca un gruppo di scienziati dello sport norvegese hadimostrato che tramite un aumento del VO2 max e della soglia anaerobica, ottenutain nove calciatori juniores mediante 8 settimane di allenamento, si ottenne unmiglioramento della prestazione di gioco intesa come distanza percorsa, intensitàdi gioco, numero di sprint e di azioni individuali con la palla rispetto al lorogruppo di controllo che non conseguì miglioramenti sia del VO2 max che dellasoglia anaerobica.

In maniera simile Castagna e colleghi (2) hanno recentemente osservato unamaggior percorrenza di gioco in arbitri di calcio di elite in possesso di valori disoglia anaerobica più elevati. Questi dati presi nel loro insieme, suggeriscono chegli atleti dediti agli sport intermittenti risultano essere in grado di realizzareprestazioni migliori se in possesso di livelli superiori di VO2 max e sogliaanaerobica. Perciò con l’intento di sviluppare queste importanti componenti dellaprestazione fisica, gran parte dell’allenamento per gli sport intermittentidovrebbe essere effettuato ad una intensità di lavoro superiore all’80% dellafrequenza cardiaca massima individuale. Fortunatamente la programmazione dipartite a ranghi ridotti risulta una soluzione ideale nell’intento di ottenereintensità di allenamento pari all’80-95% della FCmax , vantaggio questo che si vaad unire alla contemporanea pratica degli elementi tecnici specifici.

UTILIZZO DELL’APPROCCIO GIOCOSO AL CONDIZIONAMENTO FISICOUn illustre ricercatore quale il Dr. Paul Balsom che lavora con la nazionalesvedese di calcio, ha recentemente portato a termine una serie di studi sucalciatori impiegando giochi a ranghi ridotti per lo sviluppo della condizione fisicaspecifica (1). Le considerazioni organizzative per la determinazione diesercitazioni di gioco che seguono sono state tratte dai risultati di questi studi edalla mia personale esperienza quale preparatore fisico (1):

1. MotivazioneUna volta che si è deciso di adottare esercitazioni tecniche specifiche sotto

forma di giochi a ranghi ridotti, per conseguire elevate intensità di lavoro igiocatori devono essere in possesso di elevati livelli di motivazione. Per ottenerequesto è necessario che i nostri giocatori comprendano bene gli obbiettivi diciascun gioco. Nella mia esperienza ho travato di grande utilità dare ai giocatorisia degli obbiettivi tecnici che di condizionamento fisico per ogni esercitazione.Inoltre effetti positivi sulla motivazione si ottengono spiegando ai giocatori ibenefici che possono essere conseguiti mediante questa metodica di allenamentoe questo si ottiene specialmente se li si rendere consapevoli dell’opportunità disostituire le sedute di corsa, nel caso che le esercitazioni di gioco siano

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VANTAGGI DELLE ESERCITAZIONI TECNICHE SOTTO FORMA DI GIOCHI A RANGHI RIDOTTI

IMPIEGATE QUALI METODI ALTERNATAVI DI CONDIZIONAMENTO:

• Maggior gradimento da parte dei giocatori quando si offre loro lascelta tra “lavoro fisico” o “gioco”.• Sollecita l’abilità del giocatore di compiere delle decisioni sottopressione dell’avversario ed in condizioni di affaticamento. • Promuove maggior motivazione. • Sviluppo delle componenti tecniche mediante specifiche condizionidi gioco.• Sviluppo del gioco e dello spirito di squadra.• Sviluppo di virtuosismi di gioco. • Aumento del coinvolgimento del giocatore. • Maggior transfert tecnica-competizione.

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completate con successo. In fine risulta importante per il conseguimento dellanecessaria intensità di gioco che l’allenatore organizzi bene le esercitazioni,formando squadre ben bilanciate in termini di abilità tecnica.

2. Numero di giocatoriCambiando in queste esercitazioni il numero di giocatori, l’intensità di gioco, il

conivolgimento in esso e le richieste tattiche vengono a modificarsi. Infattiriducendo il numero di giocatori l’intensità di gioco viene ad aumentare e cosìanche il coinvolgimento del giocatore. Al contrario aumentando il loro numero, siottiene una diminuzione dell’intensità di gioco come anche del coinvolgimentodel giocatore.

3. Periodi lavoroBalsom (1) raccomanda periodi di lavoro della durata di 2-4 minuti con unperiodo di recupero compreso tra i 30 ed 2 minuti per ottenere intensità diesercizio in grado di portare le frequenze cardiache ai livelli necessari per ilmiglioramento del VO2 max [circa 90% della FCmax]. Nel caso si impieghino periodidi lavoro di durata pari ai 10-30 minuti, si dovrebbe lavorare ad una intensità dilavoro più bassa pari all’80-85% della FCmax. Per controllare l’intensità di lavoroin queste esercitazione si dovrebbe prevedere l’uso di cardiofrequenzimetri oprendere manualmente la frequenza cardiaca nel corso delle pause.

4. Il campo di giocoLa scelta delle dimensioni della superficie di gioco dipende dal tipo di sport,dallo scopo della sessione e dal numero di giocatori previsti nell’esercitazione. Ingenerale maggiore è il rapporto superficie per numero di giocatori e maggiore saràl’intensità dell’esercitazione. Comunque è sempre bene che nel corso diciascuna delle esercitazioni, i giocatori abbiano un cardiofrequenzimetro alloscopo di verificare l’utilità dell’esercitazione in atto. La superficie di gioco puòessere modificata impiegando le linee già esistenti all’interno di esso, coni odelimitatori.

5. Variazioni delle regole di giocoL’allenatore può anche controllare l’intensità di allenamento modificando inmaniera conveniente le regole del gioco. Ad esempio si può aumentare l’intensitàdi gioco applicando delle restrizioni del tipo che i giocatori devono correre versodeterminati punti del campo in attesa della palla o essere in una certa zona delcampo perché un goal possa essere considerato valido. Altre regole possonoinvece essere impiegate con l’intento di aumentare la specificitàdell’allenamento, per esempio insistendo affinché un dato numero di giocatori siain gioco prima che un goal /punto possa essere realizzato o richiedendol’applicazione di schemi di gioco specifici.

CONCLUSIONICome si può evincere da quanto proposto, lo sviluppo delle esercitazioni sport-specifiche a scopo condizionante è limitato solamente dall’immaginazionedell’allenatore. Infatti queste esercitazioni possono facilmente essere adattatealla situazione di squadra in termini di superficie di gioco disponibile, condizionimetereologiche e temi tattici previsti.Per il successo di queste strategie di allenamento i giocatori dovrebbero nel corso

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di esse, effettuare molteplici attività di sprint condotte ad alta intensitàimpiegando modalità di movimento specifiche per lo sport praticato. La naturaintermittente di queste esercitazioni si presta particolarmente per lo sviluppodella potenza aerobica, della velocità specifica di gioco e dell’agilità. Inoltreprevedendo l’impiego di giochi a ranghi ridotti nell’allenamento, i nostri giocatorisvilupperanno un maggiore senso del gioco attraverso un collaudato gioco disquadra, abilità di comunicazione e una maggior consapevolezza individuale.Infine probabilmente il vantaggio maggiore offerto da queste esercitazioni ovveroquello del maggior gradimento di questo lavoro da parte dei giocatori rispetto alletradizionali tecniche di condizionamento fisico.

BIBLIOGRAFIA

1. Balsom, P. D. Precision Football. Kempele, Finland, Polar Electro Oy. 1999.

2. Castagna, C., Abt, G. A., e D’Ottavio S. The relationship between selected bloodlactate thresholds and match performance in elite soccer referees. The Journal ofStrength and Conditioning Research, 16(4): 623-627. 2002.

3. Gabbett, T. J. Increasing training intensity in country rugby league players. RugbyLeague Coaching Manual. 20:16. 2000.

4. Gabbett, T. J. Severity and cost injuries in amateur rugby league: a case study. Journalof Sport Sciences 19: 341-347. 2001.

5. Helgerud, J., Christian Engen, L., e coll. Aerobic endurance training improves soccerperformance. Medicine and Science in Sports and Exercise 33(11): 1925-1931. 2001.

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di Colli R ([email protected]):, Manzi V, Mattioli V, Gebbia G.

Analisi dell’evoluzione delle qualità fisiche delgiocatore di basket dalle categorie giovaniliall’alto livello: indicazioni per l’allenamento

INTRODUZIONE Nell’ambito dei giochi sportivi rimane sempre molto difficile identificare qualecaratteristica fisica risulta maggiormente necessaria affinché un giocatore possaraggiungere “l’alto livello” di prestazione. Ciò naturalmente è dato anche dal fattoche i giochi sportivi, essendo sport di situazione, danno maggiore privilegio acaratteristiche coordinative e di anticipazione, che a volte possono essere piùimportanti delle qualità fisiche per il raggiungimento del risultato.Negli ultimi anni comunque appare evidente che l’unione tra questi due aspetti,fisico e tecnico-tattico, sta diventando sempre più marcato (8, 12). Unaprestazione ottimale richiede una combinazione di abilità tecniche e tattichenonché di un alto livello di qualità fisiche (7, 6). In pratica giocatori dotati digrandi qualità tecnico-tattiche per eccellere, debbono comunque avere qualitàfisiche nella norma richiesta dalla prestazione.D’altro canto sappiamo anche che giocatori dotati di grandi qualità fisiche nonriescono ad eccellere per la povertà delle loro abilità tecnico-tattiche.Inoltre la mancanza di una corretta preparazione fisica nei settori giovanili,comporta una unilateralità nella preparazione dei giocatori, che svolgono molteore di basket con un indirizzo prevalentemente tecnico-tattico, trascurandototalmente la componente condizionale e dello sviluppo della forza. La ripetitivitàdi gesti atletici intensi senza un supporto muscolare ed articolare adeguato, puòoltretutto favorire l’insorgenza di molti infortuni cronici (13).

MATERIALI E METODI

SoggettiPer individuare le metodiche di allenamento fisico più adatte per l’evoluzione delgiovane giocatore di basket, sono state effettuate una serie di rilevazioni su tuttele categorie giovanili (bam, cadetti, juniores, under 20) e sui giocatori seniores(nazionali A e B), selezionati dai tecnici delle nazionali. In tutte le nazionali eranopresenti i migliori giocatori (ritenuti tali dai tecnici preposti) che partecipano ohanno partecipato a competizioni internazionali per squadre nazionali.

Questo è uno studio assolutamente rilevante per il tipo di soggetti analizzati, perla varietà dei sistemi di valutazione, per i dati che i suoi realizzatori ci forniscono.Vi troverete qualche sorpresa e di sicuro una conferma: il confine che consentead un giovane di talento di avere un’ottima carriera o una carriera mediocre èlabile e sta nell’adeguata scelta dei migliori sistemi di preparazione fisica.

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Misure antropometricheLa percentuale di grasso corporeo è stata stimata dalla misurazione dellospessore delle pliche pettorale, addominale, e della coscia, utilizzando unaformula di conversione per il calcolo della massa grassa (9).La circonferenza della gamba, a 15 cm dalla tuberosità tibiale, della coscia 20cm sopra la rotula, e del braccio a 10 cm dall’incavo braccio-avambraccio, sonostate misurate utilizzando un nastro metrico (9). Tutte le circonferenze sono statemisurate da seduto con gamba coscia a 90° ed in decontrazione. La larghezza delle braccia è stata misurata come lunghezza da dito medio a ditomedio, con il soggetto in piedi.

Test per la valutazione delle caratteristiche meccanico-muscolari Le caratteristiche di forza esplosiva, di resistenza alla forza esplosiva (RFV) e distiffness degli arti inferiori sono state valutate impiegando dei test di salto inaccordo con il protocollo di Bosco (2):

SALTO VERTICALE MASSIMALE CON CONTROMOVIMENTO (CMJ): l’atleta posto sulla pedana a conduttanza (Ergojump Bosco System, BoscoC., 1980), partendo da mani ai fianchi e busto eretto, al via dell’istruttoreeffettuava un salto verticale dopo rapido contromovimento verso il basso, dicirca 90°. Nella ricaduta l’istruttore controllava che l’atleta non atterrava agambe piegate e sui talloni, consigliando dei piccoli rimbalzi sulle punte deipiedi appena caduto a terra;

SALTO VERTICALE MASSIMALE CON CONTROMOVIMENTO E BRACCIA LIBERE (CMJBL): l’atleta posto sulla pedana a conduttanza (Ergojump Bosco System, BoscoC., 1980) con busto eretto, al via dell’istruttore effettuava un salto verticaledopo rapido contromovimento verso il basso, di circa 90°, utilizzandoliberamente le braccia nell’effettuazione del salto. Nella ricaduta l’istruttorecontrollava che l’atleta non atterrava a gambe piegate e sui talloni,consigliando dei piccoli rimbalzi sulle punte dei piedi appena caduto aterra;

SALTI VERTICALI MASSIMALI CONSECUTIVI CON GINOCCHIA BLOCCATE E BRACCIA LIBERE

(BOSCO-VITTORI): l’atleta entrava in pedana già con un salto, ed effettuava 10 salticonsecutivi a ginocchia bloccate e braccia libere con un appoggio rapido,tale tuttavia da consentirgli azioni di salto di elevata qualità. I valori valutatierano la media dei tempi di contatto e di volo dal 5° al 10° salto;

SALTI VERTICALI MASSIMALI CONSECUTIVI CON GINOCCHIA A 90° E BRACCIA LIBERE (RFV):l’atleta effettuava 15 salti consecutivi con piegamento del ginocchio intornoai 90°-110° (2), con un tempo di contatto non inferiore mediamente ai 400ms. L’unica variante è che venivano fatte usare le braccia per consentire unmiglior equilibrio in pedana. I valori valutati erano la media dei tempi dicontatto e di volo di tutta la prova;

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SALTO VERTICALE PRECEDUTO DA ARRESTO AD UN TEMPO: l’atleta simulava un’ azione di arresto ad 1 tempo (a piedi contemporanei)partendo da fuori la pedana, come se effettuasse un’ azione di tiro. I valorivalutati erano il tempo di contatto e quello di volo;

SALTO VERTICALE PRECEDUTO DA ARRESTO A DUE TEMPI: l’atleta simulava un’ azione di arresto a 2 tempi (a piedi successivi)partendo da fuori la pedana, come se effettuasse un’ azione di tiro. I valorivalutati erano il tempo di contatto e quello di volo.

Test per la valutazione delle caratteristiche metaboliche

TEST A NAVETTA ALTERNATO: l’atleta effettuava questo test percorrendo 6 volte 4 x 9 metri a navetta conun recupero di 30s tra una prova e l’altra. Il tempo veniva valutato con uncronometro digitale centesimale che partiva quando l’atleta staccava ilpiede posto dietro;

TEST DI COOPER MODIFICATO: seguendo le proposte di Bosco (3) di far correre l’atleta ad una velocitàprestabilita, veniva effettuata una prova su 30 giri del campo di basket (86metri per nazionale A, B, e juniores, 83 metri per cadetti e 80 metri perbam), cadenzando l’andatura iniziale per i primi 10 giri a 20s a giro. Talecadenza veniva impostata sul tabellone luminoso segnapunti. Gli atletipartivano a distanza di 1 minuto uno dall’altro e vi era per ciascuno di loroun contagiri. Dopo i primi 10 giri, agli atleti veniva chiesto di realizzare lamigliore prestazione possibile. La durata media della prova era di circa 10minuti. Tutti i dati sono stati ricalcolati sul tempo di 12 minuti per essererapportati alle tabelle di riferimento proposte da Cooper (5).

Test per la valutazione della flessibilità della catena posteriore:l’atleta veniva posto seduto a terra con le braccia in alto, e fletteva il busto,partendo dal capo, per portare le braccia il più vicino possibile alla punta dei piedied eventualmente superarla. Veniva misurata la distanza rispetto alla punta deipiedi e la tipologia di flessione del busto come proposto da Kendall et al. (10).

Analisi dei datiPartendo dal livello di forza esplosiva degli atleti, è stato esaminato ilcomportamento delle altre qualità fisiche dei giocatori di basket. Tutti i giocatori sono stati suddivisi in due categorie con quattro livelli di forzaesplosiva: • nazionali dai 18 anni in poi, i cui risultati nel test di salto con contromovimentoa braccia libere (CMJBL) erano sufficientemente stabili;• nazionali dai 14 ai 16 anni i cui risultati nel test di salto con contromovimentoa braccia libere (CMJBL) erano inferiori rispetto a quelli delle nazionali superiori.I livelli sono stati definiti in base alla media e alla deviazione standard del CMJBLnei due gruppi, secondo le modalità presentate in tabella 1.

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RISULTATI

Misure antropometricheLe misure antropometriche (media e deviazione standard) di tutti i giocatori sonoriportate nella tabella 2.

Leggendo i risultati si nota che i giocatori della nazionale juniores, hannoun’altezza media di squadra pressoché identica a quella delle nazionali A e B.Una differenza significativa nell’altezza, è invece presente tra la categoria cadettie la juniores e tra la categoria bam e i cadetti.I giocatori di basket presentano sempre in media, dai 3 ai 5 cm di larghezza dellebraccia maggiore della loro altezza, tipico dei soggetti particolarmente longilinei.Nella valutazione del peso e del BMI (body mass index) si evidenzia un aumentoponderale per la nazionale A, totalmente attribuibile alla massa magra, poiché lapercentuale di grasso è di circa il 9%. Tale aumento è sicuramente il risultato di un sistematico lavoro di ipertrofia deltronco e degli arti superiori, che ha determinato una crescita in misura notevoledella circonferenza delle braccia. Infatti, la differenza sostanziale nella misuradelle circonferenze, tra la nazionale A, la nazionale B e quella under 20 è statatrovata in questa zona del corpo, mentre nessuna differenza è stata dimostrataper gli arti inferiori. L’analisi della composizione corporea ha evidenziato per lacategoria bam una massa grassa quasi uguale a quella delle nazionali più grandi.

GruppoBasso

(cm)

Insufficiente

(cm)

Discreto

(cm)

Buono

(cm)

Da 18 anni 36,5-43,1 43,1-49,7 49,7-56,3 56,3-62,9

Fino a 16 anni 31,3-37,5 37,5-43,7 43,7-49,9 49,9-56,1

Tab. 1: Livello di forza esplosiva (CMJBL) nei due gruppi di età.

NAZIONALE NazionaleA

Nazionale B

Under20

Juniores Cadetti Bam

Età (anni) 24,1±2,8 21,8±1,1 19,6±0,4 18± 15± 14±

Altezza (cm) 199±7,9 197±6,1 198±8,4 198±9,1 194±5,16 191±9,3

Peso (Kg) 98,0±10,7 92,7±12,7 91,4±9,4 91,8±12,5 82,6±8,8 76,8±8,6

Percentuale di grasso ( % ) 8,6±3,7 9,1±4,3 7,3±2,8 11,2±6,8 8,2±3,4 9,5±3,8

Larghezza braccia (cm) 205±9,1 200±9,1 202±10,5 201±8,1 199±6,3 195±9,4

Circonferenza coscia (cm) 58,2±4,8 58,7±4,2 57,4±3,6 53,4±4,3 51,0±2,7 50,6±2,9

Circonferenza gamba (cm) 39,9±2,3 39,5±2,4 38,8±2,6 38,3±2,6 38,5±2,3 37,8±1,9

Circonferenza braccio (cm) 33,6±2,4 31,7±2,4 28,9±2,4 28,8±2,9 28,6±2,1 27,6±1,6

Tabella 2: Misure antropometriche

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Dall’andamento cronologico delle variazioni delle misure antropometriche inrapporto ai diametri degli arti, è stato rilevato un aumento coordinato, dellamassa muscolare delle cosce, in rapporto al peso magro fino alla categoria under20 (figura1). Dopo questa categoria la massa magra dei giocatori aumenta solo per effetto deltrofismo degli arti superiori e del tronco.La figura 2 mostra che i soggetti più alti non hanno gli stessi valori di forzaesplosiva dei soggetti più bassi, con una differenza tuttavia non così ampia. Alcontrario la percentuale di grasso corporeo, influenza in misura molto evidente lecaratteristiche esplosive del giocatore.Infine per quanto riguarda il trofismo della gamba, non è stato evidenziato nessunaumento significativo nel corso degli anni.

Test di forza esplosivaNella tabella 3 sono presentati i risultati dei test di forza esplosiva e reattiva dellevarie nazionali (media e deviazione standard).

Analizzando i risultati si nota un aumento notevole delle caratteristiche di forzaesplosiva e di resistenza alla forza esplosiva nel passaggio dalla categoria bam aquella cadetti, mentre nessun aumento significativo si evidenzia nel passaggioalla categoria juniores. Un incremento meno cospicuo si rileva per la stiffnessmuscolare nel passaggio tra le categorie bam, cadetti e juniores. Tuttavia questoandamento si inverte dalla categoria under 20, e si registra un maggioreincremento della stiffness (figura 3).Se rapportiamo il valore percentuale della stiffness e della RFV rispetto alCMJBL, notiamo che la stiffness aumenta molto di più nel corso del temporispetto alla RFV (figura 4).In pratica, questo maggiore incremento della stiffnessnel passaggio “all’alta qualificazione”, suggerisce indirettamente l’elevato valoredi questa qualità muscolare per il giocatore di basket.Inoltre, i soggetti con livelli di forza esplosiva superiore, hanno in qualsiasi tested età, tempi di contatto più brevi e quindi una capacità di estrinsecare la forzain tempi minori e con tensioni più elevate (figura 5).

Test tecniciNella tabella 4 sono evidenziati i risultati dei test tecnici che mostrano un rapidoe progressivo miglioramento nella capacità di salto già nel passaggio dallacategoria bam a quella cadetti e juniores, e una riduzione dei tempi di contatto.Infatti il tempo di contatto nell’arresto a 2 tempi, nei più giovani è del 30%superiore a quello ad 1 tempo, mentre nelle squadre più grandi tale differenza siriduce al 22%.

NAZIONALENazionale

ANazionale

BUnder

20Juniores Cadetti Bam

CMJ (Altezza-cm) 41,7±5,5 42,9±5,7 41,0±5,6 38,5±6,4 39,0±4,7 33,2±5,6

CMJBL (Altezza-cm) 49,4±9,1 52,0±11,4 49,8±12,2 46,6±7,1 46,8±5,1 40,7±7,4

Stiffness 5-10(Altezza-cm)

43,9±6,7 45,0±6,4 42,2±5,3 39,1±5,1 37,5±5,3 33,9±5,5

RFV (Altezza-cm) 41,2±5,1 42,7±6,0 41,5±5,4 38,9±5,6 37,9±5,5 32,4±6,2

Tabella 3: Test di forza esplosiva e reattiva

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Ad un miglioramento dell’altezza di salto, corrisponde sino alla categoria under20 una diminuzione dei tempi di contatto. Il giocatore riesce ad esprimere azionisempre più potenti, in virtù sia di un miglioramento dell’altezza raggiunta, per unincremento della forza esplosiva, sia di una diminuzione dei tempi necessari adestrinsecare questa forza (figura 6).La riduzione dei tempi di contatto nei test tecnici, sembra essere molto legataalla riduzione dei tempi di contatto nel test Bosco-Vittori (figura 7).Va anche notato che in quasi tutti i test tecnici si salta leggermente di più conl’arresto a 2 tempi (dall’1% al 5%) rispetto all’arresto ad 1 tempo.Infine bisogna sottolineare che i giocatori di basket raggiungono un’altezzamaggiore mentre effettuano i test tecnici rispetto al CMJBL, in modo particolarenelle squadre più adulte fin dalla juniores (figura 8).

Test a navetta intermittente e test di CooperNell’ambito della valutazione della resistenza specifica e della potenza aerobicadel giocatore di basket, abbiamo inserito il test a navetta intermittente per lavalutazione della resistenza specifica, e il test di Cooper modificato, per lavalutazione della potenza aerobica e della frequenza cardiaca massima.La figura 9 mostra l’andamento della media dei tempi di percorrenza del test anavetta. Dalla media delle prime prove e da quella delle ultime, si può dedurre ildecremento di velocità nell’effettuazione del test.I risultati di questo test migliorano nel corso del tempo in maniera progressiva,con una differenza di quasi un secondo a prova tra la categoria bam e quellajuniores, con un rallentamento tra la categoria juniores e quella under 20, ed unulteriore miglioramento per la nazionale B.Inoltre, nella categoria bam si rivela un calo meno ampio tra le prove rispetto atutte le altre categorie. Probabilmente una fatica più limitata è determinata dauna incapacità da parte degli atleti di esprimersi al massimo nelle singole prove.La tendenza nel test a navetta, mostra un minor decremento se i valori inizialidi forza esplosiva sono bassi (figura 10). In pratica i giocatori con questecaratteristiche non riescono ad esprimere potenze tali da produrre fatica nelmuscolo. Nel test di Cooper modificato (tabella 5), abbiamo un andamento molto diversocon un miglioramento nel passaggio tra le categorie bam e cadetti, ed una fasedi stasi sino alla categoria juniores, ed un’ulteriore crescita nella categoria under20. Sempre nella stessa tabella notiamo come il valore stimato di VO2 max (calcolato con un costo energetico della corsa di 4 kJ/km/kg ) è simile ai valori diriferimento della letteratura ( 11).

NAZIONALENazionale

ANazionale

BUnder

20Juniores Cadetti Bam

Jump arresto 1 tempo(Altezza-cm)

52,3±5,9 54,9±7,4 51,6±6,4 52,3±8,2 48,3±5,5 41,9±8,0

Jump arresto 2 tempi(Altezza-cm)

54,2±6,1 55,4±6,9 54,5±6,6 53,6±7,7 48,3±4,9 42,8±7,0

Jump arresto 1 tempo(Tc-ms)

308±35 326±41 309±47 331±51 333±56 351±65

Jump arresto 2 tempi(Tc-ms)

379±40 399±57 378±36 396±69 435±57 452±91

Tabella 4: Test tecnici delle diverse squadre

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Tuttavia, i risultati ottenuti dalla categoria juniores nel test di Cooper, sonoinficiati da una percentuale di grasso corporeo superiore alla media. Infatti, il valore di VO2/kg magro rientra nel normale trend di crescita dellacategoria, mentre se lo rapportiamo al VO2 max assoluto tale valore è più basso.L’incremento della potenza aerobica, valutata per età e livello di forza, mostra unincremento più accentuato negli atleti di alto livello (figura 11).

Test di flessibilitàLa flessibilità sembra essere particolarmente importante per la capacità diespressione della forza esplosiva dei soggetti molto giovani (categoria bam,cadetti, juniores). I giovani giocatori con una capacità di salto inferiore,presentano generalmente problemi posturali, i quali probabilmente impedisconola corretta estrinsecazione della forza esplosiva (figura 12).E’ proprio per questo che la flessibilità va trattata non solo con lo stretching, maanche attraverso una attività posturale che ne consenta un graduale recupero.

DISCUSSIONE ED INDIRIZZI DI ALLENAMENTOL’andamento congiunto della crescita dei valori di forza e di resistenza speciale,indica come la maggiore crescita si realizza nei test di salto tecnici (circa il 30%),e nella forza esplosiva (CMJBL, +27%), (figura 13). Sicuramente appare molto utile rapportare la crescita della forza esplosiva ereattiva di base dell’atleta (CMJBL, stiffness) con i risultati ottenuti nei test disalto tecnici, al fine di identificare con più precisione le fasi sensibili dellacrescita di queste qualità. Dall’analisi dei risultati, si evince che l’incrementodella forza esplosiva nel passaggio da una categoria all’altra appare importante,ma ancora più importante appare, la crescita sia dell’altezza di salto nei testtecnici, che della forza reattiva. La riduzione del tempo di contatto nei testtecnici, sembra essere molto legata alla riduzione dei tempi di contatto nel testBosco-Vittori (figura 6). Infatti, nel basket come in tutti i giochi sportivi, nonoccorre solamente saltare in alto, ma bisogna essere in grado di poterlo fare primao in tempi minori degli altri. Poiché nel basket quasi tutte le azioni di tiro sonoprecedute da un movimento, è evidente l’importanza di effettuare tali azioni conminori tempi di contatto, senza tuttavia inficiare la precisione del gesto. L’altezza di salto nei test tecnici, è più bassa di circa il 5% nei soggetti chesaltano di più nel CMJBL. In pratica i soggetti che saltano di meno nel CMJBL,riescono a sfruttare di più il riflesso miotatico durante l’effettuazione dei test disalto tecnici, attivando così maggiormente la loro muscolatura. Tutto ciò, siverifica anche nelle donne (Colli R., dati non pubblicati), e questo sembra

NAZIONALENazionale

ANazionale

BUnder

20Juniores Cadetti Bam

Cooper (metri) 3024±179 3070±150 3093±153 2882±212 2804±181 2680±204

VO2 /BW(ml/min/kg)

52,0±2,8 52,7±2,4 52,9±2,4 49,7±3,4 48,5±2,9 46,5±3,2

VO2 /peso magro(ml/min/kg)

56,8±2,3 57,7±3,1 57,3±1,9 55,8±4,6 53,1±2,1 51,6±3,9

VO2 max (l/min) 5,03±0,34 4,80±0,62 4,78±0,38 4,49±0,62 3,77±0,36 3,61±0,5

Tabella 5: Valori del test di

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confermare la tesi di Bosco (4), che la presenza di una minore quantità ditestosterone, limita la fenotipizzazione delle fibre veloci determinando unaminore forza esplosiva. Nessuna relazione è stata trovata tra il livello di forzaesplosiva (CMJBL) e la percentuale di resistenza alla forza esplosiva (RFV). Talescoperta, indica che probabilmente la RFV non è una qualità fondamentale dellaprestazione nel basket. Per ciò che riguarda la componente metabolica generale e speciale, l’aumento risultapiù esiguo (circa il 15%) con un rallentamento della crescita del VO2max nellacategoria under 20 (anche nei cadetti se valutiamo il valore rispetto al peso magro).In tutte le categorie sembra esistere una “fisicità” del giocatore, in quanto essopuò apparire discretamente dotato in tutte le caratteristiche muscolari emetaboliche, oppure avere una insufficienza generalizzata.I risultati ottenuti mostrano che i giocatori con un livello molto basso di CMJBL sonoin genere carenti anche nel test di Cooper e sul test a navetta alternato (figura 14).Il gioco del basket, può consentire all’atleta di produrre miglioramenti specificidi tutte le qualità organico muscolari, se l’allenamento avviene in regime disintesi. Tuttavia, per produrre miglioramenti specifici dobbiamo organizzare degliallenamenti che, su base esplosiva e reattiva, producano anche degli effettimetabolici. Infatti solamente con un lavoro di forza, o aerobico a bassa intensità,si inciderà, in entrambi i casi, sulle qualità organico muscolari in maniera troppoanalitica. Nei giovani atleti con bassi livelli di forza esplosiva, buona parte del nostro lavorodovrà essere indirizzato all’aumento della forza esplosiva, allenando l’atleta asfruttare maggiormente il riflesso miotatico, utilizzando i vari caricamenti dinatura tecnica soprattutto dove sussiste un basso livello di testosterone (moltoimportante nelle donne). Negli atleti con caratteristiche molto buone da un punto di vista esplosivo, illavoro dovrà essere organizzato sia per favorire un transfert di queste capacitànella componente reattiva del movimento tecnico, sia per favorire unmiglioramento della componente di resistenza specifica, tramite situazionigenerali, intermittenti e speciali. L’obiettivo per l’atleta sarà quello di trasferire lesue ottime capacità esplosive alla tecnica in movimento.Per la capacità di resistenza specifica, utilizzeremo molti lavori (anche tecnici) conun’azione esplosiva ed intensa, ma anche reiterata nel tempo, in modo da mantenerelivelli di potenza aerobica durante l’allenamento tra il 70-90% del VO2 max. Uno scopo particolarmente importante dell’allenamento sarà quello di consentireun miglioramento dei tempi di contatto dei giovani giocatori, poiché anche igiovani giocatori più dotati hanno tempi di contatto notevolmente superiori aquelli di pari livello più adulti. In sostanza, dobbiamo considerareparticolarmente importante per le giovani categorie, l’allenamento di gesti tecnicipreceduti da movimenti con una azione di rapida conversione, che consentanol’utilizzo del riflesso da stiramento. L’ultima considerazione, riguarda il rapporto tra le qualità muscolari e lacomposizione corporea.Abbiamo visto nelle tabelle iniziali, che dalla categoria bam in poi, il giocatoredeve crescere di peso solo per aumento della massa magra. Infatti i giocatoridella categoria bam presentano fin da questo momento una percentuale di grassosimile a quella dei giocatori seniores. E’ necessario quindi agevolare il processodi crescita muscolare, attraverso un corretto utilizzo di esercizi a carico naturalee con sovraccarichi.

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Tuttavia tali esercizi, se non supportati da una adeguata alimentazione e da unacorretta quantità di impegno metabolico specifico, non potranno impedirel’aumento della massa grassa. Questo potrà comportare ad esempio in ungiocatore alto, già per conformazione non dotatissimo di forza esplosiva, unulteriore peggioramento della sua prestazione esplosiva e cestistica,pregiudicando quindi un possibile talento.

Figura 2: Altezza e percentuale di grasso corporeo in rapporto al livello di forza esplosivae dell’età

Figura 1: Andamento delle crescite percentuali delle misure antropometriche deigiocatori in rapporto alla ategoria bam.

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Figura 3: Incrementi della forza esplosiva e della stiffness muscolare

Figura 4: Percentuale del test di stiffness muscolare. e della RFV rispetto al CMJBL

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Figura 6: Andamento dell’aumento percentuale dell’altezza di salto e della diminuzione dei tempi di contattonel corso della crescita in giocatori di basket.

Figura 5: Tempi di contatto nei test di salto tecnici e nel test di stiffness in rapporto all’età e al livello di forzaesplosiva degli atleti.

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Figura 7: Crescita percentuale del CMJBL, della stiffness, e dei salti tecnici con relativi tempi di contatto.

Figura 8: Percentuale di incremento dell’altezza di salto nei test tecnici rispetto al CMJBL.

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Figura 9: Test a navetta intermittente.

Figura 10: Decremento nel test a navetta, aumento nel test di salto tecnico rispetto al CMJBL, decrementodel test di stiffness e di RFV rispetto al CMJ.

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Figura 11: Crescita della potenza aerobica in rapporto all’età e al livello della forza esplosiva.

Figura 12: Flessibilità e forza esplosiva in rapporto ai livelli di CMJBL.

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Figura 13: Andamento nel corso degli anni dei valori metabolici e muscolari.

Figura 14: Andamento dei test metabolici in rapporto alla forza esplosiva.

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BIBLIOGRAFIA

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13. Weineck J. L’allenamento ottimale del giocatore di pallacanestro. Calzetti-Mariucci,2000.

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ABSTRACT

a cura della redazione Scientifica di Teknosport.com

Velocità e genetica, detraining e prestazione di forza,alzate olimpiche e prestazione, allenamento dellaforza e della potenza, forza nel Golf

1. Velocità e Genetica

In generale si ritiene che per i vari distretti articolari, la velocità di movimentonegli esseri umani sia geneticamente definita e che quindi essa sia per questomotivo solamente il prodotto di modelli neurologici e della coordinazione. Browne coll. (2002) hanno cercato di verificare la veridicità di una tale affermazione,studiando la cinematica di due arti [arto superiore e inferiore] intrisinsicamentedifferenti sottoposti a varie velocità di contrazione. Ciascuno dei dieci soggetti [23.3±2.1 anni] che parteciparono allo studioeffettuò [con protocollo casuale] 5 contrazioni [estensioni concentriche delginocchio e flessioni del gomito] isocinetiche [Biodex System 3] massimali a noveprestabilite velocità di contrazione [60°, 120°, 180°, 240°, 300°, 360°, 400°,450°, and 500° s-1] . Il vaglio dei dati venne effettuato valutando la velocità delletre contrazioni intermedie [1000 Hz] analizzando la rapidità di movimentoarticolare dell’accelerazione [ACCROM]. Mediante questa procedura i ricercatorivennero in possesso del valore individuale dell’abilità di muovere un artovelocemente. Nel corso della sperimentazione tutti i soggetti furono in grado dieffettuare estensioni del ginocchio sino ad una velocità di 450°s-1, mentre nelcaso dell’articolazione del gomito la velocità massima raggiunta fu di 400° s-1.La ACCROM risultò superiore nel movimento del ginocchio rispetto a quellodell’articolazione del gomito e solamente per alla velocità di 360° s-1 si osservòuna correlazione significativa tra le ACCROM delle due articolazioni [r = -.69].Risultando la velocità del gomito inferiore a quella del ginocchio [400°<450°s-1]e verificata solo una relazione inter-articolare [360°s-1] Brown e coll. (2002)concludono la loro indagine affermando l’esistenza di una velocità articolarespecifica e non di una velocità generale geneticamente determinata. Quindicoloro che si interessano di allenamento della forza dovrebbero essereconsapevoli di queste differenze inter-articolari, nel prescrivere programmi diallenamento specifici che coinvolgono movimenti che prevedono l’impiego digambe e braccia.

Brown, L.E., Sjostrom, T., Comeau, M., Greenwood, M., Stahura, K. e Findley,B.W. Velocity Is Not Generic Across Asymmetric Limbs. Abstract presentato allaConferenza Annuale della NSCA, Giugno 2002.

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ABSTRACT

2.Detraining breve e prestazione di forza

Le ricerche che si sono interessate di detraining hanno evidenziato come la forzaconcentrica venga mantenuta dopo la sospensione dell’allenamento di forza perperiodi superiori a quanto osservato per contrazioni eccentriche. Relativamente aquest’ultime si sono notati significativi cali della prestazione di forza a partire da14 giorni di sospensione degli allenamenti. Christopher e coll. (2002) nella loro sperimentazione hanno voluto studiare glieffetti di 7 giorni di detraining sia sulla forza concentrica che eccentricadell’articolazione del gomito. L’estensione temporale del detraining è stata sceltain quanto essa rappresenta il tipico break di preparazione dei giocatoriuniversitari americani. Alla ricerca presero parte a titolo volontario sette giocatoridi baseball universitari [NCAA] che vennero valutati mediante apparecchiaturaisocinetica [dinamometro Biodex] dopo sei settimane di preparazione postcampionato [PRE] e successivamente ad un periodo appunto di 7 giorni didetraining [POST]. Le Valutazioni isocinetiche vennero effettuate sia in regimeconcentrico che eccentrico, alle velocità di 60 e 90° s-1. Mediante l’ANOVA a unavia non furono rilevate differenze significative tra le condizioni PRE-POST perentrambe i regimi di contrazione. Nel dettaglio furono notati aumenti [4-4.9%]della forza sia concentrica che eccentrica alle due velocità studiate ad esclusionedi quella eccentrica a 90°s-1 [-2.1%]. Il gruppo di ricerca dello HumanPerformance Laboratory dell’ Arkansas State University concludono la loropresentazione affermando che una settimana di detraining non sortisce effettinegativi sulle espressioni della forza isocinetica del gomito.

Christopher, D.L., Scully, L.P., Boyd, M.D. e Koch, A.J. The Effects of Short TermDetraining on the Isokinetic Strength of theTriceps Muscle in Collegiate BaseballPlayers. Abstract presentato alla Conferenza Annuale della NSCA, Giugno 2002.

3.La pratica promuove l’impiego delle alzate olimpiche!

Grande dibattito negli ultimi anni vi è stato sulla superiorità o meno delle alzateolimpiche nel miglioramento della prestazione atletica. Cooper e coll. (2002)hanno recentemente condotto uno studio per verificare se le cosiddette alzateolimpiche fossero di fatto superiori alle normali esercitazioni di power-lifting neldeterminare miglioramenti della prestazione atletica in giocatori di football-americano [n=20]. I soggetti vennero casualmente suddivisi in due gruppi dilavoro: uno impiegante alzate olimpiche [OL, n=10, altezza 174±5.8 cm, peso90.3±13.3 kg] e l’altro le tecniche del power-lifting [PL, n=10, altezza178.8±8.6 cm, peso 91.3±11.8 kg]. Ciascun gruppo svolse per 15 settimane 4sedute di allenamento alla settimana e vennero valutati prima e dopo questoperiodo mediante i seguenti test atletici: 1RM alla panca e squat, sprint sulle 40yard, T-test, elevazione nel salto in alto da fermo [VJ] e potenza nel salto in altoda fermo [VJP]. Il gruppo di ricerca dell’Università del New Jersey al terminedella sperimentazione non rilevò differenze significative PRE-POST nellaprestazione alla panca, 40yd, T-test e VJ in entrambe i gruppi. La prestazionenello 1RM squat aumentò in maniera significativa [p<.05] in entrambe i gruppi[OL da 175.0±31.5 kg a 197.5±21.0 kg; PL da 148.0±25.9 a 166.9±33.1 kg].In PL si osservò anche un aumento statisticamente significativo in VJP. Cooper e

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ABSTRACT

coll. (2002) rilevarono in OL miglioramenti di 1RM squat e di 40yd superioririspettivamente del 18% e del 100% a quelli osservati in PL, ma questi nonrisultarono statisticamente significativi. Gli autori concludono la loropresentazione affermando che pur non guadagnando l’avallo statistico, l’impiegodelle alzate olimpiche realizza in pratica maggiori risultati nel miglioramentodella forza delle gambe e della velocità in giocatori di football americano.

Cooper, J.J., Wendell, M., Kang, J. e Hoffman, J.R. Comparison of Olympic VersusTraditional Power Lifting Training Programs in Football Players. Abstractpresentato alla Conferenza Annuale della NSCA, Giugno 2002.

4.Effetti dell’allenamento della forza e della potenza

Molto in voga attualmente è il cosiddetto allenamento combinato della forza,ovvero l’impiego contemporaneo di carichi di lavoro elevati [HF] e leggeri [HV] nelprogramma di condizionamento muscolare. Cunningham e coll. (2002) hannostudiato gli effetti di questa tipologia di allenamento impiegando differentipercentuali di lavoro HF e HV in due gruppi di atleti universitari praticanti atleticaleggera [attività in pista]. I due protocolli di allenamento consistevano in esercizi67% HF e 33% HV per il gruppo PHF [prevalentemente, HF n=5] e in 67% HVe 33% HF per quello PHV [prevalentemente PHV n=6]. I due gruppi sperimentalisi allenarono impiegando lo stesso volume di carico complessivo e stessaintensità relativa per 10 settimane, svolgendo tre sedute di allenamento inciascuna di esse. Il carico di lavoro seguì una periodizzazione ad onde. Sia primache dopo il periodo di allenamento i soggetti vennero valutati per il massimale[1RM] alla panca [BP] e allo squat [SQ] e la prestazione nel salto in lungo dafermo [SLJ]. Inoltre venne valutata impiegando la risonanza nucleare magnetica,la sezione muscolare della parte mediana della coscia [XS] misura che fuimpiegata per determinare la tensione muscolare specifica mediante il rapporto1RM/XS. Al termine della sperimentazione Cunningham e coll. (2002)osservarono miglioramenti della prestazione in BP [p<.05, 13 e 14%rispettivamente in PHF e PHV] in SQ [p<.05, 28 e 14% rispettivamente in PHFe PHV] e SLJ [p<.05, 5 e 6% rispettivamente in PHF e PHV]. XS e 1RM/XSaumentarono in entrambe i gruppi e rispettivamente dell’11 e 4% e del 17 e11% [p<.05] rispettivamente in PHF e PHV. Secondo il gruppo di ricercacaliforniano il fatto che PHF e PHV abbiano ottenuto miglioramenti simili ètestimonianza del fatto che manipolando i carichi di lavoro si possono ottenererisultati simili.

Cunningham, R. Taylor A., Roberts S.O., Fahey, T.D. e Azevedo, J.L. The Effectsof Strength and Power Training in College Athletes. Conferenza Annuale dellaNSCA, Giugno 2002.

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INTERVISTA

5.Forza, potenza e flessibilità per il Golf

Il golf viene normalmente considerato uno sport ad alto contenuto tecnico in cuicoordinazione fine e senso cinestetico la fanno da padroni. Date questeprerogative la preparazione del golfista verte più sulla prevenzione degli infortuniche su una massimizzazione della performance fisica. Sfidando questi assuntiuna prestigiosissima equipe di ricercatori nel campo della forza (Doan e coll.2002) ha effettuato un training-study su di un gruppo di golfisti universitari [10uomini, 19.8 ±1.7 anni, 74.5±9.0 kg, 178.8±5.6 cm, e 6 donne, 18.5 ±0.8anni, 63.5±4.1 kg, 169.5±3.9 cm]. Lo scopo della ricerca di Doan e coll. (2002)fu quello di verificare se l’allenamento per lo sviluppo della forza, della potenzae della flessibilità potessero sortire vantaggi sulla prestazione di gioco [intesacome velocità angolare della mazza, controllo della distanza di tiro e suaconsistenza] in golfisti. Il gruppo di golfisti venne sottoposto per un periodo di 11settimane ad un programma supervisionato di allenamento fisico avente comescopo quello di migliorare forza, potenza e mobilità articolare. Il programmavenne realizzato durante tutta la sperimentazione effettuando tre sedutesettimanali di allenamento. Prima e dopo il periodo di allenamento venne svoltauna batteria di test comprendenti la valutazione della 1RM alla panca, mentre laprestazione di forza di altri distretti muscolari venne stimata utilizzandoequazioni per la determinazione di 1RM mediante 6-10RM. La potenza angolarevenne valutata determinando la velocità di uscita della palla medica in un lancioin rotazione impiegando video-analisi. La tecnica del colpo venne valutatamediante il sistema Golf Achiever [Focaltron] mentre la precisione della distanzadi tiro fu misurata analizzando 15 putt della distanza di circa 15 piedi. Il vagliodei risultati dei test evidenziò un significativo aumento [p<.05] della velocitàdell’estremità della mazza [1.6%], della forza di presa [7.3%], della prestazionealla panca [10.2%], alla lat machine [12.6%], nello squat [13.3%], lento dietro[23.6%], potenza di lancio della palla medica [19.9%] e mobilità in rotazione deltronco [12.3%]. Non si registrarono invece variazioni tecniche golf-specifiche, ilche sta ad indicare il mantenimento di una grande consistenza dell’abilità digioco, smentendo quindi chi crede l’allenamento fisico come perturbante lasensibilità cinestetica del golfista. Significative relazioni vennero rilevate travelocità dell’estremità della mazza ed i risultati nei test di forza e potenza quali:potenza di lancio [r=0.83], forza di presa [r=0.80], prestazione alla lat pull[r=0.77], allo squat [r=0.75], lento dietro [r=0.58] e alla panca [r=0.57].L’incremento della velocità dell’estremità della mazza passata da 105.7 a 107.5miglia orarie fu calcolato determinare un guadagno in distanza di driving pari acirca 5 metri. Secondo il gruppo di ricerca della Ball State University, i risultatiraccolti con questa sperimentazione sono l’evidenza che il giocatore-giocatrice digolf può beneficiare della pratica di un mirato golf-specifico [potenza rotazionale]programma di allenamento, progettato per lo sviluppo della forza e della potenza.

Doan, B.K., Newton, R.U., Kraemer, W.J., Cecil, J.L. e Fleck, M.J. Effects ofPhysical Conditioning on Golf Performance in Intercollegiate Men and WomenGolfers. Abstract presentato alla Conferenza Annuale della NSCA, Giugno 2002.

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ABSTRACT

6.Effetti della contrazione prolungata

La ricerca ha dimostrato come l’allenamento in circuito mediante l’impiego deisovraccarichi sia in grado di promuovere significativi incrementi del VO2 max [8-10%] e dell’economia di lavoro intesa come VO2 ad uno stesso carico assoluto.Nella pratica si considera la durata della contrazione muscolare quale probabilefattore determinante questi adattamenti fisiologici. Brown e coll. (2002) hannovoluto verificare se questo assunto pratico fosse la reale causa di tali importantiadattamenti, studiando le risposte di un gruppo di soggetti usi all’allenamentodella forza [n=12 ] e sottoposti a regime prolungato di contrazione eccentrico oconcentrico. Il gruppo di volontari venne quindi diviso con modalità casuale indue gruppi di allenamento, uno impiegante contrazioni prolungate concentriche[2 s in eccentrico, 1s pausa, 8s concentrico, n=6] e l’altro eccentriche [8s ineccentrico, 1s pausa, 2s concentrico, n=6]. Il carico di lavoro consistette in 2serie di 8 ripetizioni effettuate impiegando il 70% di 1RM alla leg press.Entrambe i gruppi effettuarono 16 sedute di allenamento. Per rigore scientificovenne anche previsto da Brown e coll. (2002) un gruppo di controllo [n=5] ilquale non effettuò alcun allenamento nel corso del periodo di sperimentazione.Prima e dopo il periodo di allenamento a tutti i soggetti [n=7] venne rilevata la1RM [leg-press], il VO2 nel corso delle contrazioni concentriche ed eccentriche,nonché la percezione dello sforzo [RPE]. I risultati della sperimentazione hannoevidenziato come un allenamento così strutturato fosse in grado di promuoveremiglioramenti della forza in entrambe i gruppi di lavoro, senza differenzasignificative al riguardo, riducendo il consumo di ossigeno ad un carico di lavorostandard allenamento-specifico. I ricercatori della East Carolina Universityconcludono la loro presentazione affermando che l’impiego di contrazioniprolungate determinando miglioramenti della forza massima e dell’economia dilavoro, possono essere impiegati quale mezzo di allenamento alternativo insoggetti precedentemente allenati alla forza.

Brown, T., Hickner, B., Evans, C. , Rehm, K., Lore, J., Keller, S. e Hortobagyi.,T.The Effects of Long-Duration Concentric or Eccentric Contractions on MaximalStrength, Oxygen Consumption, and Rate of Perceived Exertion. Abstractpresentato alla Conferenza Annuale della NSCA, Giugno 2002.