28
CARATTERISTICHE DA TENERE PRESENTI PER LA CREAZIONE DI CIRCUITI DI MONETE COMPLEMENTARI LOCALI Premessa generica Il modo più appropriato, e rapido, per approcciarsi alla formazione di un Circuito per l'utilizzo di una qualsiasi forma di Moneta Complementare locale è certamente quello di cercare appoggio ad inziative già strutturate. Le quali certamente hanno conoscenza dei punti cardine della esperienza, delle modalità di gestione dei flussi monetari, delle pastoie normative da evitare, ecc... Il modo non è certo quello di avventurarsi nella realizzazione di piattaforme elettroniche sin dal primo codice di informatica, di modi e moduli da inventare, di prassi da strutturare ex novo, ecc... . Insomma il buonsenso stesso dovrebbe suggerire di adattarsi, almeno in fase iniziale, al lavoro già fatto da altri e già assodato nell'esperienza. Ma se proprio si intende far nascere, o capire perché in Italia è un po' più difficile che in tutti gli altri Stati (forse) del mondo far nascere, una iniziativa del genere, apportiamo alcune Note su cui si deve necessariamente riflettere. Altrove invece nascono Circuiti di ditte e persone fisiche che tranquillamente possono usare Biglietti di pagamento non convertibili in moneta ufficiale, ma utilizzabili per la misurazione dei beni da scambiare; anche nelle forme più rudimentali: buoni privati, pagherò, buoni comunali, ecc. Quest'ultimo è proprio uno dei primi semplici sistemi in cui, all'inizio del secolo scorso, si è fatto strada il concetto di moneta complementare. Il problema è però che in Italia questi buoni comunali, recanti l'indicazione di un valore numerico (pur non in euro), sono al limite della legalità giuridica, in quanto sotto una minaccia latente costituita da una norma amministrativa molto vecchia e poco chiara (Artt. 141, 142 del Regio Decreto n.204 del 1910) (ved. più avanti pag.23) , che si dice utilizzata come possibile spauracchio, forse e neanche certamente, per mettere al bando i buoni 'simili' a monete cartacee. Così, mentre in molti altri Stati, che non hanno in vigenza tale norma, si possono più facilmente, senza remore, far circolare biglietti cartacei recanti un "valore", come in effetti avviene abbondantemente, in Italia invece dobbiamo "temere" questa inutile minaccia giuridica. Ciò anche se tali Biglietti non sono <<imitanti o simulanti>> quelli della moneta ufficiale, come ammonisce il testo del Decreto suddetto (ved. su questo sito nella Categoria/Sez. 'atti e normative'). Possiamo anche accennare alle norme contenute nel trattato di Maastricht sulla esclusività della moneta euro per gli Stati. Ma le Monete Complementari non essendo monete vere e proprie, che scalzino quella ufficiale, non essendo emesse con valore in valuta ufficiale, non vietano nessuno spirito del trattato: sono

CARATTERISTICHE DA TENERE PRESENTI PER LA … · di Moneta Complementare locale non deve essere "garantita" da nessun fondo di garanzia, mediante raccolta in euro. Le Monete Complementari

Embed Size (px)

Citation preview

CARATTERISTICHE DA TENERE PRESENTI

PER LA CREAZIONE DI CIRCUITI DI

MONETE COMPLEMENTARI LOCALI

Premessa generica

Il modo più appropriato, e rapido, per approcciarsi alla formazione di un Circuito per l'utilizzo di

una qualsiasi forma di Moneta Complementare locale è certamente quello di cercare appoggio ad

inziative già strutturate. Le quali certamente hanno conoscenza dei punti cardine della esperienza,

delle modalità di gestione dei flussi monetari, delle pastoie normative da evitare, ecc...

Il modo non è certo quello di avventurarsi nella realizzazione di piattaforme elettroniche sin dal

primo codice di informatica, di modi e moduli da inventare, di prassi da strutturare ex novo, ecc... .

Insomma il buonsenso stesso dovrebbe suggerire di adattarsi, almeno in fase iniziale, al lavoro

già fatto da altri e già assodato nell'esperienza.

Ma se proprio si intende far nascere, o capire perché in Italia è un po' più difficile che in tutti gli

altri Stati (forse) del mondo far nascere, una iniziativa del genere, apportiamo alcune Note su cui si

deve necessariamente riflettere.

Altrove invece nascono Circuiti di ditte e persone fisiche che tranquillamente possono usare

Biglietti di pagamento non convertibili in moneta ufficiale, ma utilizzabili per la misurazione dei

beni da scambiare; anche nelle forme più rudimentali: buoni privati, pagherò, buoni comunali, ecc.

Quest'ultimo è proprio uno dei primi semplici sistemi in cui, all'inizio del secolo scorso, si è fatto

strada il concetto di moneta complementare. Il problema è però che in Italia questi buoni comunali, recanti l'indicazione di un valore numerico

(pur non in euro), sono al limite della legalità giuridica, in quanto sotto una minaccia latente

costituita da una norma amministrativa molto vecchia e poco chiara (Artt. 141, 142 del Regio

Decreto n.204 del 1910) (ved. più avanti pag.23) , che si dice utilizzata come possibile spauracchio,

forse e neanche certamente, per mettere al bando i buoni 'simili' a monete cartacee.

Così, mentre in molti altri Stati, che non hanno in vigenza tale norma, si possono più facilmente,

senza remore, far circolare biglietti cartacei recanti un "valore", come in effetti avviene

abbondantemente, in Italia invece dobbiamo "temere" questa inutile minaccia giuridica. Ciò anche

se tali Biglietti non sono <<imitanti o simulanti>> quelli della moneta ufficiale, come ammonisce il

testo del Decreto suddetto (ved. su questo sito nella Categoria/Sez. 'atti e normative').

Possiamo anche accennare alle norme contenute nel trattato di Maastricht sulla esclusività della

moneta euro per gli Stati.

Ma le Monete Complementari non essendo monete vere e proprie, che scalzino quella ufficiale,

non essendo emesse con valore in valuta ufficiale, non vietano nessuno spirito del trattato: sono

appunto "complementari" all'euro, cioè si appoggiano ad esso, hanno come riferimento l'euro nel

proprio valore da misurare. Per questo non è corretta la dizione Monete "alternative".

Insomma: paradossalmente se scomparisse la moneta ufficiale verrebbe meno il loro riferimento.

L'Italia, si sa bene, è un Paese fondato sul... coacervo di norme; quindi sarebbe più giusto dire:

affondato nelle norme. Dunque con quello si deve avere a che fare.

Ma non ci si deve scoraggiare. Se in Italia si riesce anche a tenere aperta una piccola attività

commerciale (cosa che, detto ironicamente: ormai è diventato un'impresa, eroica!), ci riserviamo

la speranza di poter trovare e contare su degli strumenti complementari che agevolano le attività

commerciali in particolare ed il Territorio in generale.

Ovviamente "temiamo" che il sistema giuridico nazionale, in seguito allo svilupparsi di diverse

iniziative, logicamente si sentirà forzato ad intervenire per normarle. Speriamo solo che non

l'ingessi, con burocrazia e balzelli, che sono una grande vocazione degli statisti e dei politici,

"camerieri" dei banchieri, e non ne inibisca la propensione ad utilizzarne.

In altri paesi, meno aggrovigliati burocraticamente rispetto al nostro, l'emissione di titoli anche

di biglietti cartacei a sconto si avvicenda in maniera spontanea, appena ce ne sia la necessità.

Questo specie in situazioni di sistemi economici proprio precari, per sopravvenute pesanti crisi

economiche, o eventi di guerra, ecc... . Se in un territorio quasi nessuno ha più moneta ufficiale, la

gente si organizza necessariamente per scambiarsi intanto i beni di prima necessità. Per cui

nascono varie "banconote" anche rudimentali; e funzionano egregiamente.

Detto tutto ciò, in generale, passiamo adesso alla descrizione di una possibile parte operativa.

Nel caso che un gruppo di persone decida di implementare un Circuito di utilizzatori di qualche

Moneta Complementare, si consideri che le varie tipologie di Monete non sono equivalenti.

Ognuna si confà a certe categorie di utenti più che ad altre: alcune, che vanno bene per le ditte

commercianti, industriali, ecc..., non è possibile utilizzarle efficacemente da parte dei singoli e

delle famiglie.

Siccome i problemi complessi (e la carenza monetaria in un Territorio un problema tale lo è!)

usualmente si risolvono con soluzioni combinate e concomitanti, integrate nella misura e nella

maniera appropriata, si consiglia di tenere massimamente presente quanto segue:

sia nel caso di appoggiare una propria iniziativa su strumenti e know-how già esistenti,

sia nel caso di voler partire autonomamente nell'esperienza,

si consideri massimamente opportuno utilizzare contemporaneamente più di una tipologia di

Monete Complementari

al fine di adattare e agevolare gli scambi di misure/monete locali alle diverse esigenze delle varie

entità che le dovranno utilizzare.

La massima differenza è intanto se siano privati cittadini oppure imprese con partita IVA che

possono emettere fattura.

Tutto ciò si desume meglio dalla trattazione nella Sezione sulle varie tipologie.

Vediamo dunque alcune prerogative, certe variabili e certi parametri, con i quali si deve

necessariamente fare i conti, volendo far partire un Circuito di Monete Complementari.

Elenco delle Caratteristiche presentate :

1) - CARATTERISTICHE GENERALI

2) - Serve UN EFFICIENTE UFFICIO DI GESTIONE : NON E' AFFATTO SEMPLICE

3) - ESTENSIONE TERRITORIALE

4) - CONCORRENZA per le imprese

5) - RISCHIO per le imprese

6) - LA SCELTA DELLA MIGLIORE TIPOLOGIA

7) - AVVERTENZE, TIMORI, PRE-OCCUPAZIONI

8) - VALORE LEGALE

9) - C R E A R E C I R C U I T I E M O N E T E

10) - ATTENZIONE AI CIRCUITI FALSI!

www.monetecomplementari.it

1) - CARATTERISTICHE GENERALI

Troppo spesso si pensa alle Monete Complementari come a dei valori reali, paralleli all'euro. In

effetti questa è una errata convinzione, da cui conviene subito sgombrare il campo.

Per il tipo di Monete dette "a compensazione", il concetto di mancanza di emissione di "valore"

di qualsiasi genere è già implicito, ma conviene chiarirlo anche più esplicitamente.

La "moneta" che si usa per il pagamento nelle transazioni nel metodo "a compensazione" in

effetti non viene mai emessa, non esiste, ed è necessario immaginarla e concettualizzarla come

una genericissima unità di conto, senza valore in sé; essa viene utilizzata solo per "confrontare" la

misura di un "dare" in euro con altre partite di "avere" ancora in euro, all'interno del

tavolo/camera di compensazione.

Se ad esempio, semplificando al caso di due sole entità in un circuito, una ditta A deve 100 euro

alla ditta B, mediante il tavolo/camera di compensazione, ma ha venduto merce per 80 euro ad

una altra ditta C dello stesso Circuito, la ditta A deve dare solo 20 al tavolo/camera di

compensazione. Allora, in "compensazione", equiparazione, di questo baratto, la ditta A diviene e

resta in debito di 20 unità di conto nei confronti del tavolo/camera di compensazione. Ma in

seguito essa potrà risalire in credito, con altre vendite effettuate all'interno del Circuito, per

esempio vendendo altra merce ad una ditta D. E cosi via.

Queste 20 unità di conto non sono euro, o altro valore in moneta "straniera", diversa, ma solo

promemoria in bit elettronici di quanto la ditta A è momentaneamente a debito nei confronti

dell'altra B, ecc..., mediante la piattaforma elettronica del tavolo/camera di compensazione.

Dunque dovrebbe essere chiaro che nella piattaforma elettronica, che funge da tavolo/camera

di compensazione, solo "si tiene conto" di alcune partite di dare e avere; non si emette, o stampa,

o crea, ecc..., nessun valore ulteriore, in nessuna forma di moneta altra, "parallela".

Insomma queste unità di conto si usano "come" denaro, al posto del denaro (perché esso a volte

scarseggia), ma non sono affatto denaro; sono solo bit elettronici, utili per i conteggi.

Come le palline di un pallottoliere.

Nelle Monete Complementari "a sconto", invece, la confusione su fantomatici "valori" emessi è

molto possibile. Ma dobbiamo concettualmente eliminarla.

In questo tipo di Monete la tentazione di stampare dei buoni materiali cartacei è molto forte;

anche per rendere subito più "palpabile", reale, capibile a tutti, l'iniziativa.

Questo porta a pensare - e far pensare! - che si stia emettendo moneta. Ma in effetti neanche in

questo caso è così.

In effetti, se si considera il concetto di buono sconto promozionale, esso si può facilmente

adattare alle Monete Complementari a sconto.

Infatti, il biglietto numerato di un Circuito di Moneta Complementare che si porta ad uno dei

commercianti dello stesso Circuito, o i bit elettronici che ne tengono conto in una piattaforma (e si

possono consultare da un computer o da un telefonino moderno) tenuti là solo per non scordarlo,

sono solo una misura dello sconto che si sta ricevendo. Non costituiscono affatto valore in euro.

Anche le eventuali emissioni di Moneta Complementare locale, cartacea o in bit elettronici, da

parte di un Ente, un Comune o una Regione, si devono considerare non una emissione di valore

monetario, ma una immissione di alcuni metri per misurare i beni sempre e comunque da

barattare, ...pur indirettamente, fra persone/ditte del Circuito.

Ciò rappresenta in pratica come in effetti dovrebbero essere gestiti i soldi che utilizziamo

normalmente: emessi senza debito e forniti alla collettività!

(Qui non entriamo in considerazioni Macroeconomiche sui modi nei quali dovrebbero essere

forniti).

Inoltre, dobbiamo puntare i riflettori su una pratica molto dannosa utilizzabile in una eventuale

implementazione di emissione locale. Per cui si deve starne alla larga.

Questa è la tentazione di creare dei Fondi di accantonamento in euro, come riserva di valore

sottostante (come lo erano i lingotti d'oro di una volta, per la Banca di Italia) dei Buoni locali

emessi. Ciò viene fatto proprio in buona fede, per testimoniare realmente di star mettendo sù una

iniziativa seria, non "vuota" di valore.

Ma questa pratica costituisce proprio il tallone di Achille della iniziativa: i piedi di argilla del

colosso. Infatti si va incontro ad una chiarissima normativa, dato che essa è facilmente tacciabile,

come una delle tante usuali azioni organizzate da lestofanti raggiratori nei confronti di ignari

sottoscrittori di fondi, di "illecita raccolta di risparmio". Essendo, fra l'altro, una chiara ammissione

di creazione di valore monetario - "convertibile in euro" - , pratica per legge delegata alla sola

banca centrale. (Cosa che, fra l'altro, sappiamo che in pratica non è neanche così, perché per le

emissioni di denaro si deve pensare ai passaggi delle banche dealer!). Mentre, nelle iniziative, non

si deve fare altro che convincere, gli altri e se stessi, che il tal Buono è solo una misura finalizzata al

baratto, ma non costituisce e non deve costituire valore.

Anzi, rispetto a quello esposto più su, si deve sbandierare ai quattro venti che l'iniziativa è seria,

ma anche e soprattutto che la moneta è "vuota"; che non si può utilizzare come "riserva di valore".

Dunque, dobbiamo affermare assertivamente e perentoreamente che una eventuale emissione

di Moneta Complementare locale non deve essere "garantita" da nessun fondo di garanzia,

mediante raccolta in euro.

Le Monete Complementari sono basate infatti, per antonomasia,

sulla accettazione volontaria :

chi vuole le può accettare, chi non si fida non le accetta

(e continua a patire la carenza della moneta ufficiale!)

Per capirci senza fraintesi pensiamo ad un esempio: ammettiamo che qualcuno voglia diventare

ricco con questi "soldi ulteriori", emessi da un dato Ente, o con i Buoni sconto emessi da un

Circuito, e se ne "appropri" in qualche modo ad ufa (nella forma di biglietti cartacei o di bit

elettronici), con la patologia dell'avido; questo avido avrebbe fra non molto tempo la brutta

sorpresa, di aver raccolto ... "monadi" che hanno la stessa consistenza dell'aria.

Non si possono infatti versare in nessun conto in banca.

Non si può possedere e appropriarsi di quanto non esiste e rappresenta solo un "metro" di

misura.

Infatti nel momento in cui il Circuito decida di cambiare forma dei biglietti, oppure il territorio

passi interamente ad un altro Circuito, perché più organizzato, più accettato anche nelle città

vicine, o perché quello iniziale finisce per qualche motivo, o per altro incongetturabile, quello

sprovveduto resterebbe con dei bit su un computer, neanche suo, o bene che gli vada, con un

mucchio di carta colorata in mano. ...Da non poter scambiare con nulla e con nessuno, solo perché

si è deciso convenzionalmente di disfarsi di una tal unità di conto. Non è scritto da nessuna parte

che si debbano convertire nell'altra (pur se è una prassi praticabile) che si decida di sostituire.

Ciò è quanto normalmente succede quando si dichiara, da parte delle vere Istituzioni, che una

banconota diventi fuori corso. Resta la parte fisica, o la presenza in bit sui conti visibili anche dal

computer da casa, ma il valore attribuito a quella moneta, da parte degli accettanti, in giro per le

città, ... si dissolve; quasi magicamente scompare.

(Quando avviene invece per le emissioni ufficiali a corso legale forzoso, le Istituzioni provvedono

ad un congruo periodo di convertibilità. E' giusto che sia così).

Possiamo affermare, ribadendo come in varie altre parti del presente Sito, che:

le Monete Complementari servono

alle persone e alle ditte

solo per vivere meglio

non per arricchirsi

Ed anche che:

( invece delle Monete )

i beni/servizi sono

la Vera Ricchezza di cui abbiamo bisogno

I quali beni/servizi possono essere scambiati mediante certi metri: mediante i soldi in euro con

"valore legale" e a "corso forzoso" e con "riserva di valore"; o con altri beni mediante l'antica

pratica del baratto; oppure mediante le moderne Monete Complementari.

Le quali non sono soldi; sono solo un riflesso delle monete ufficiali.

Violentando un po' la finezza teorica del noto Professore, per dirlo alla Auriti, si deve infatti

considerare che: le Monete Complementari devono avere valore indotto, ma non devono essere

riserva di valore.

le Monete Complementari

servono solo ad essere spese

quanto più velocemente possibile

Chiarito quanto precisato, che consideriamo fondamentale, passiamo ad alcune loro possibili

caratteristiche peculiari.

Per un buon risultato di efficienza di un sistema di Monete Complementari, cioè per una reale

espansione dell'economia in un dato territorio in cui si forma un Circuito si deve cercare di

rendere:

- veloce il flusso di circolazione

dunque formando, specialmente all'inizio, un Circuito dotato di tipologie commerciali, ecc... , di

varietà abbastanza grande; e possibilmente che esse abbiano fra di loro, almeno potenzialmente

non in maniera imposta, continuo bisogno l'una dell'altra.

Inoltre, sia nel caso "a compensazione" sia in quella "a sconto" è intuibilmente assurdo

assemblare una serie di attività doppione, o attività che non hanno mai, per lemma, bisogno di

scambiarsi nulla. Dunque non si potrà emettere presumibilmente mai una fattura di una di esse

nei confronti dell'altra. Allora quello non rappresenterebbe un Circuito che interagisce con

continui acquisti e vendite all'interno, ma un gruppo di semplici ... vicini di casa;

- conveniente nell'interscambio con euro nel caso non si scelga la parità 1 : 1 con l'euro;

quindi una "Moneta" si deve rendere sconveniente rispetto all'euro negli scambi; per cui si

tenderà, ancora di più, a utilizzare/liberarsi/piazzare/spendere prima questa moneta, rispetto

all'euro;

ad esempio: con due biglietti unitari di una data Moneta Complementare si può fare la spesa

equivalente in valore ad 1 Euro;

ma è più pratico lasciare il valore 1 : 1;

- la data Moneta Complementare diffusa e accettata anche da entità pubbliche, dunque

accrescendone la referenzialità;

magari all'inizio intanto solo per alcune qualità di imposte, multe, mense sociali, e altri piccoli

servizi;

- la data Moneta Complementare diffusa in territorio attiguo al proprio, adeguatamente esteso.

Vale il detto: più si è, meglio è;

- la data Moneta Complementare adeguatamente "rara",

cioè, specie in quelle a sconto, appropriata nella emissione ad una corrispondente mole beni che

deve poter acquistare/scambiare. Non è sensato emettere biglietti (o bit elettronici, che è la stessa

cosa) a rotazione continua ed invadere il mercato localissimo con quantità da coriandoli a

carnevale.

Se il Circuito è costituito ancora da solo poche attività, il mercato si satura subito.

Allora si deve invece fare un conto sommario della merce che esse possono mettere sul mercato

del Circuito, e in quale percentuale di sconto, e con questi dati far circolare una congrua quantità

di Buoni. (in Macroeconomia questa si chiama euflazione).

www.monetecomplementari.it

2) - Serve UN EFFICIENTE UFFICIO DI GESTIONE : NON E' AFFATTO SEMPLICE

Se si sceglie di non appoggiarsi ad iniziative già esistenti - cosa che, ribadiamo, è la scelta più

semplice e più sensata - e si vuole invece implementare ab initio un Circuito e una nuova Moneta

Complementare, non si deve immaginare che serva solo andare in tipografia e ... "stamparla"!

Anzi la stampa è quasi una pratica obsoleta, pure farraginosa, dovendone curare:

- la custodia dei biglietti;

- la difficoltà di falsificazione per inibirne i tentativi, cambiandola spesso;

- la distribuzione brevi manu;

- la contabilizzazione delle serie che escono ed entrano;

- ecc... .

La via più pratica è pensare direttamente ad una moneta elettronica, caricata in card, e leggibile

mediante appropriati Pos. Pos che si devono comprare, installare nelle attività, gestirne i flussi,

manutenere, riparare, ecc... .

Oppure con un file App, preparato una tantum, per i normali telefonini moderni.

Per gestire una qualsiasi emissione delle varie Monete Complementari al fine di curare tutti gli

aspetti che la costituiscono, servono risorse umane e tecniche specializzate.

Ne presentiamo solo un esempio, complessivo ma non esaustivo:

- controllo della quantità di emissione (errori eventualmente compensabili anche col demurrage,

pratica decisamente complicata da gestire; dunque ne tralasciamo qui anche la spiegazione);

- gestione del backhand della piattaforma elettronica, per difficoltà di iscrizione degli utenti, i quali

ogni tanto perdono le password, ogni tanto scordano come si fa ... , usualmente pensano di

utilizzare altri servizi che non hanno fino ad allora utilizzato e vogliono spiegazioni, ecc...;

- gestione della 'camera di compensazione' (se si usa), che è come gestire una piccola banca;

- gestione dell'impianto e manutenzione dei Pos lettura carte di credito (se si usano);

- gestione e assistenza degli utenti, vecchi, nuovi, potenziali, e altri cittadini, che cercano e

chiedono informazioni su tutti i servizi possibili;

- gestione del Call Center di supporto telefonico degli utenti: per brokeraggio, consulenza

cerco/offro fra gli appartenenti al Circuito, ecc...;

- gestione del Sito internet per la visione di insieme del servizio e per la trasparenza dell'iniziativa;

- organizzazione di eventi, sensibilizzazione, raccolta dati, raccolta documentazione delle ditte e

delle persone associate e/o convenzionate, ecc...;

- gestione dell'intera iniziativa; concetto sul quale conviene spendere qualche parola in più,

essendo il cuore di tutta l'azione; lo facciamo qui di seguito.

La Gestione degli equilibri fra i partecipanti all'iniziativa, soprattutto delle Monete a

compensazione ma anche di quelle a sconto [ved. in questa stessa Categoria, sezione 'Conoscerle' ,

Tipologie] riveste un ruolo basilare per la riuscita del progetto.

E' molto importante anzitutto la scelta dell'ordine con cui fare entrare le varie attività nel

Circuito, tali che quelle che man mano entrano possano avere bisogno di scambiarsi i beni e i

servizi, dall'una verso l'altra.

Inoltre di ogni attività economica accolta nel Circuito si deve scegliere e stabilire:

- quanto spazio e credito dare nella Camera di Compensazione per i suoi scambi, avendone

precedentemente valutato le sue potenzialità inespresse;

- il tempo inutilizzato in cui impiegare i propri dipendenti, senza prevedere intanto aumento di

personale;

- il giro di affari annuo assodato;

- la appetibilità per gli altri del circuito del tipo di merce che produce/vende;

- ecc... .

Se non si gestiscono approfonditamente questi aspetti basilari (qui ovviamente solo accennati), e

molti altri ancora, l'evenienza più probabile è che gli scambi in Moneta Complementare (quale che

sia) non avvengono, o avvengono in modestissima misura; e quella Moneta Complementare in

pratica è come se non esistesse.

Inoltre, sempre allo stesso fine di riuscita dell'iniziativa, per far interagire le varie aziende del

Circuito, specialmente quando comincia a crescere in numero di partecipanti, è necessario che le

Aziende che ne fanno parte vengano conosciute, sia dalle altre con cui deve scambiarsi i

pagamenti delle reciproche proprie fatture in compensazione sia dagli avventori che vogliano

pagare con Moneta a sconto.

Per cui si devono organizzare iniziative promozionali e di marketing, servizi di brockeraggio,

intermediazione (per conoscere ognuno la merce disponibile dell'altro) e momenti di diffusione di

tutte le iniziative al pubblico. Tutto ciò per mezzo di vari canali di comunicazione: dalla rete

Internet, al telefono, alla pubblicità, agli eventi fisici con raduni e informazione, ecc... .

Insomma ci vuole perizia, molto studio e controllo dell'andamento delle varie entità e molta

capacità di gestione:

un Circuito non va avanti bene da solo!

cioè

non basta fare una Moneta Complementare e aspettare che giri bene da sola!

Si capisce benissimo che per poter curare e organizzare tutto ciò è certamente necessario

disporre di energie, professionalità, figure capaci, forze lavoro anche più spicciole, le quali non si

possono accontentare della soddisfazione personale o di una ricompensa simbolica in buoni

sconto del Circuito.

Per fare nascere, avviare, crescere e funzionare questa "macchina" complessa serve impiegare

molto tempo e molte capacità.

E seppure di solito la motivazione di dotare un Territorio di qualche Moneta Complementare

parte da una motivazione sociale, culturale, per la consapevolezza di poter così ovviare ad alcuni

meccanismi macroeconomici perversi, negli effetti poi invece i conti da fare sono anche altri.

Se si deve gestire per tante ore al giorno una tale entità (costituita magari all'inizio solo "per

vedere l'effetto che fa" in città), con una mole di impegno e di lavoro a tempo pieno, per parecchie

persone (non scendiamo nella specifica del numero esatto di esse, perché ovviamente dipende

dall'iniziativa!), serve pensare a come remunerare tutte queste persone.

Non parliamo poi di quante altre energie e altre persone devono essere messe in campo, se si

vuole strutturare ancora di più il Circuito, una volta costituito, per dare ad esso una valenza anche

etica, sociale, culturale, ecc..., oltre che di mera convenienza di scambio economico fra le parti.

Per esempio, può venire facile a quel punto dare una impronta per la valorizzazione dei beni del

territorio (prodotti agricoli a Km.0, lavorazioni artigianali locali alimentari e non alimentari,

prodotti caratteristici, ecc...) riservando un trattamento particolare a questi tipi di attività.

Oppure, ancora per esempio, amplificare l'aspetto etico polarizzando la maggior parte delle

attenzioni dello staff di gestione su beni che non generano consumismo e/o il profitto delle

multinazionali estere consumistiche a scapito dello sfruttamento della manodopera schiavizzata e

sottopagata.

O, viceversa, prevedere appunto la ricerca di attività che utilizzano esclusivamente manodopera

locale, ecc... .

E si può pensare ad organizzare, in varie sedi da individuare ed allestire fra coloro che possano

metterle a disposizione, scambi di prodotti in baratto diretto; Banche del Tempo; interazioni fra gli

associati; attività culturali e formative; ricerca di memoria locale; e chi più ne ha più ne metta.

Tutto ciò, ovviamente, a vantaggio del Territorio, ma con un impiego di energie ancora più

grande da parte degli elementi che si pongano come gestori ed organizzatori dell'Iniziativa di

gestione del Circuito di Monete Complementari.

Certo, se uno Staff ed Ufficio del genere possano essere organizzati e sostenuti almeno in parte

anche da un Ente Pubblico, solo impiegando, magari non a tempo pieno, proprie Risorse del

Personale, si può prevedere che il conto è affrontabilissimo, seppur non irrilevante.

Se invece tutte le spese di mantenimento ricadano sull'organizzazione dell'iniziativa solo privata,

allora il Circuito deve considerare nel costo della fornitura della tal Moneta Complementare ai

fruitori, la spesa continua in euro, della struttura.

Al massimo della chiarezza, per struttura si intende: locali, strumenti, personale, spese energie e

servizi, tasse, ecc..., da caricare sul prezzo/costo di affiliazione annuale degli associati e di solito

anche, con una minima percentuale in euro, sulle transazioni effettuate dagli associati.

Per quanto detto dunque, l'entità giuridica in cui si riuniscano le ditte da affiliare, o che ad essi

presti i servizi secondo un contratto in convenzione, pur se non sia una società costituita con mero

scopo di lucro (es. una s.r.l.), essa deve almeno avere le caratteristiche di una normale ditta che

può fare e presentare dei bilanci, che può gestire dipendenti, che può fornire servizi, ecc... .

Ancora più chiaramente, non può essere una associazione culturale; o un comitato; ecc...;

strutture queste troppo gracili per gestire adeguatamente una iniziativa importante, o,

presumibilmente in seguito, espansiva.

Come struttura che le mette in Circuito per la iniziativa di moneta in compensazione, un

Consorzio di imprese può essere adatto.

La partecipazione attiva di un ente pubblico, come un Comune o una Regione, all'interno

dell'iniziativa, può rendere appropriato (soprattutto per placare le ansie e le preoccupazioni dei

funzionari competenti) presentare un interpello preventivo alla Agenzia delle Entrate e/o alla

Corte dei Conti territoriali competenti, da parte di questa entità di gestione del Circuito.

C'è chi ha scelto di farsi autorizzare preventivamente anche dalla Banca di Italia, che - come

sappiamo per certo! - non guarda affatto questo tipo di iniziative come contrastanti con la Moneta

a corso legale, euro

Banca di Italia e le altre Banche Centrali, guardano invece di malocchio le monete 'parallele' a

quelle ufficiali, conosciute come criptovaluta elettronica, ma con emissione da parte di entità

private, mediante degli algoritmi cifrati molto complessi, molto difficili da riprodurre, le quali sono

già abbastanza diffuse nel mondo (ad es. bitcoin, onecoin, ecc...).

Mediante le quali è addirittura possibile fare vera e propria speculazione finanziaria, giocando in

Borsa sulla rarità e la richiesta, nel tempo.

Queste sono infatti completamente convertibili in monete ufficiali (cioè sono monete vere e

proprie) e valutate in Borsa direttamente, attraverso le monete ufficiali (dollari, euro, ...), perché

hanno un mercato: si possono cioè acquistare e vendere, come un normale titolo in moneta

ufficiale.

A questo fine si stanno approntando direttive da parte dei sistemi centrali, per limitarne l'uso e

la attuale proliferazione a fini speculativi.

Ovviamente il principio che regge questi tipi di monete è diametralmente opposto a quello su cui

basa il concetto di Monete Complementari: che è quello di tendere alla euflazione in un sistema

economico, senza speculare sull'oggetto moneta stessa; né al rialzo, né al ribasso, né con interessi.

Tornando al nostro tema specifico, per quanto riguarda invece le eventuali quantità delle vere

Monete Complementari, se utilizzate dagli Enti, dei vari tipi, è sufficiente che l'Ente Pubblico le

indichi in una sezione a parte del bilancio.

Ciò proprio per eccesso di chiarezza e trasparenza, non trattandosi di moneta Valida, a corso

legale per la quale invece è forzato per Legge ad attenersi alla vigente normativa.

Un Ente Pubblico, ad esempio un Comune, può utilizzare nel sociale, come meglio crede, una

gran quantità di buoni di scambio in Monete Complementari, ad esso assegnati da parte

dell'organo gestore dell'iniziativa (es. il Consorzio sù accennato), di cui magari esso faccia parte;

ma non necessariamente come fondatore e/o gestore (che è meglio per "controllo" e ancora

meglio, come già detto e ribadito, se si fa anche accettatore di questi buoni), ma almeno come

semplice aderente convenzionato: come una normale ditta commerciale.

L'ente riceve i buoni anche per il fine di farli entrare in circolazione nella/e città.

La quantità, come detto e ancora ribadiamo, deve essere dosata secondo parametri di congruità

con le attività convenzionate! E' infatti insensato invadere un territorio con Buoni di scambio beni

se ancora esistano nel Circuito, ad esempio, solo poche attività commerciali/produttive

convenzionate che vendono tali beni.

Il modo in cui uno o più Enti Pubblici può utilizzare dei Buoni di scambio beni, che gli vengano

assegnati dalla organizzazione dell'iniziativa, può essere intanto sicuramente provvedendo ai

bisogni minimi delle fasce più deboli, magari con iniziative che non appaiano come mera

beneficienza, ma come remunerazione assegnata forfettariamente per qualche incarico

pressocché informale, per qualche piccola mansione a scopo di volontariato civico, a dei cittadini, i

cui nominativi siano tratti da delle liste di volontari che ne facciano richiesta.

Anche di questo compito un ufficio di gestione dovrebbe farsi carico.

www.monetecomplementari.it

3) - ESTENSIONE TERRITORIALE

Uno degli aspetti più problematici nella realizzazione di un Circuito di Moneta Complementare è

riuscire a definire la giusta estensione territoriale del Circuito.

Se è troppo piccolo si satura subito, se troppo vasto si disperde l'effetto benefico di struttura a

rete.

Esplicitamente: il Circuito non dovrebbe essere eccessivamente esteso, da rendere

impercettibile il legame tra la Moneta Complementare locale e l’identità (già esistente) del

territorio; e neanche esageratamente piccolo da renderne esigui se non addirittura, nel tempo,

impossibili le transazioni.

Definire l’estensione dell’area geografica ottimale non si può ridurre a tracciare una

circonferenza su una cartina geografica, ma richiede anche analisi di massima delle caratteristiche

socio-culturali, economiche, ambientali, istituzionali di un territorio.

Facciamo solo qualche esempio.

E' inutile aggregare due territori di due comuni che - càpita! - soffrano di una forte avversità

campanilistica, tale per cui pochissimi membri della collettività vanno a spendere da un centro

nell'altro.

Oppure: è poco utile per far decollare l'iniziativa, associare attività di un centro cittadino con

vocazione solo stagionale (ad es.: vette di inverno, o centri d'estate); si può fare benissimo, ma è

più appropriato intanto cercare chi scambi tutto l'anno.

Oppure: porta pochi scambi possibili un centro che sia economicamente basato sull'indotto di

qualche grande aggregato industriale, che solo esporta i propri prodotti.

Inoltre: un grande quartiere della città, tipicamente abitato da chi può comprare gioielli e

crociere maestose, continua a spendere in euro! Non serve al sistema del Circuito.

Mentre: è assolutamente conveniente, per chi partecipa e per chi gestisce l'iniziativa di un dato

Circuito, associare intanto ditte che insistano in territori omogenei, possibilmente con piccole

attività di produzione beni locali, lavorazione cibi locali, agricoltura e allevamento locali,

produttrici o rivenditrici di tanti altri beni di prima necessità, servizi per l'automobile, per la casa,

insomma prodotti e servizi di prima necessità.

La dimensione ritenuta ideale è quella che consente alle entità che aderiscono ad un Circuito di

Monete Complementari di soddisfare - almeno potenzialmente - circa il 50% delle esigenze

correnti, degli associati/convenzionati, attraverso transazioni in Moneta Complementare locale.

Se si vede che manca un tipo di attività di cui spesso gli altri del Circuito richiedono i beni/servizi,

si cerca nelle vicinanze o si cerca quella migliore, e le si propone di entrarvi.

Più esplicitamente: associare, specialmente all'inizio, attività di lusso, o di nicchia, o che solo non

siano latori di beni di prima necessità, è un errore che può causare il rallentamento o fino al

completo blocco del sistema di scambio con tale Moneta, già in partenza.

E ciò succede a volte anche con note ed ottime iniziative.

www.monetecomplementari.it

4) - CONCORRENZA per le imprese

Se tutte le imprese di un dato territorio aderissero ad una Moneta Complementare, quindi

anche la grandissima distribuzione, le grandi ditte, le grandi griffes, non si avrebbero vantaggi

evidenti per gli imprenditori locali.

Ma questa eventualità sembra difficile da accadere per una serie di difficoltà (fra cui la

principale: i prezzi imposti) che sono molto più difficilmente gestibili in una grande azienda, con

molte interdipendenze, rispetto a una più piccola realtà imprenditoriale locale.

Dunque l'utilizzo di Monete Complementari avvantaggia sempre il tessuto produttivo e

commerciale locale, rispetto alla grande e grandissima distribuzione.

Ciò accade sia per il motivo che con le Monete Complementari non si possono saldare fornitori

lontani o lontanissimi dal dato territorio in cui esse sono attive sia perché i debiti o crediti o sconti

vengono riequilibrati/compensati da ditte esclusivamente all'interno del Circuito locale.

I portatori di Monete Complementari, soprattutto di quelle a sconto, sono d'altra parte motivati

a spendere prima proprio queste monete, rispetto a quella in euro, perché esse non hanno nessun

valore intrinseco, non si possono versare in nessuna banca, né pretendere di farseli scambiare in

euro da qualcuno (tranne se per cortesia). Dunque 'conviene' spenderle con precedenza sull'euro.

Ma potendosi spendere solo per acquistare Beni prodotti/commercializzati nel territorio locale,

finiscono involontariamente per aiutare i comparti e le aziende del territorio locale.

Visto da un altro punto di vista, ne discende l'ovvietà che con le Monete Complementari non si

può comprare/vendere materiale di importazione, o di ditte produttrici lontane.

Questa "difficoltà" è da considerare positiva, in quanto dovrebbe nel tempo spingere "il

territorio locale" ad attrezzarsi per produrre localmente quanti più Beni possibile, almeno i

necessari, per soddisfare la Richiesta locale.

www.monetecomplementari.it

5) - RISCHIO per le imprese

Solo riguardo alle Monete Complementari a sconto, per le imprese la posta in gioco è molto più

alta rispetto a quella del singolo cittadino.

Questo perché, se non si ha la certezza di poter spendere la mole di Moneta Complementare

accettata a sconto dai propri clienti, potendola far circolare a propria volta, cioè potendola

spendere presso altri fornitori, si rimane con molta Moneta che, come specificato e ribadito, non è

effettivamente una moneta e non vale in sé effettivamente niente.

E ciò può compromettere la propria solvibilità se non si abbia a disposizione una quantità

sufficiente di moneta ufficiale, euro, per far fronte ai propri impegni con i propri fornitori.

Se questa Moneta Complementare sia stata dal negoziante accettata in grandissima mole e per

di più concentrata in un breve periodo di tempo, ciò lo espone a vero e proprio rischio.

Il rischio riguarda i propri mezzi di sussistenza, l’azienda costruita negli anni, il lavoro di tutti

coloro che sono coinvolti direttamente e indirettamente nell’attività dell’azienda, ecc... , per

mancanza di quella ufficiale, euro, per pagare le tasse, altri fornitori, i dipendenti, ecc..., a cui si

deve necessariamente far fronte con pagamenti in euro. Non con dei buoni sconto.

Ma questa evenienza è troppo allarmistica, potendosi il processo controllare via via durante

l'accettazione delle Monete Complementari, nella propria attività imprenditoriale.

Essendo esse, per definizione, Monete ad accettazione volontaria, si può infatti sempre far

presente agli avventori che propongano il pagamento di merce o servizi con valori a sconto

mediante Monete Complementari, di non poterne al momento ricevere.

Ciò avviene, fra l'altro, automaticamente esponendo il listino o i cartellini dei prezzi, con il

doppio pagamento e la percentuale di Monete Complementari di sconto accettata come

integrazione del prezzo in euro; ...secondo i propri ricarichi effettuati sui prezzi di costo della

propria merce messa in vendita (che a volte sono anche bassissimi! ...Per concorrenza o altro).

Dunque se il prezzo esposto al pubblico, da parte di un commerciante, sia solo in euro, al

momento quel dato oggetto in quel negozio si potrà acquistare solo pagandolo in euro.

Da ciò deriva che un commerciante - utilizzando una minima leva di marketing - può agevolare la

vendita di alcuni articoli più 'lenti' pubblicando, in listino o in cartellino, il prezzo anche con la

quota di sconto in Moneta Complementare che accetti; mentre può lasciare da vendere solo in

euro, quegli articoli che sono più richiesti e si vendono comunque anche senza la convenienza

dello sconto mediante la Moneta Complementare.

Gli stessi concetti ovviamente valgono anche per la prestazione di servizi, per le produzioni, per

la trasformazione, per i trasporti, ecc... .

E' il buonsenso, ed il commercialista, che giudicano dove una azienda può arrivare con i buoni

sconto che al momento non si possano far circolare (cioè spendere altrove, a propria volta).

Il metodo a compensazione invece, se si è a credito nella piattaforma di gestione, aiuta sempre a

pagare, altre ditte dello stessso Circuito, anche non avendo soldi in euro.

www.monetecomplementari.it

6) - LA SCELTA DELLA MIGLIORE TIPOLOGIA

Il concetto da ricercare, per la scelta della Moneta Complementare ottimale per un territorio, è

il tipo di moneta che più si addice a quel tessuto economico.

Si devono perciò considerare le esigenze delle poche ditte più grandi, che girano milioni, e quelle

molto più modeste, ma che sono più numerose, e moltiplicate per i tanti, genera moli di

pagamento molto più grandi.

Cioè si deve considerare che le attività commerciali girano singolarmente moli di soldi molto

superiori alle normali famiglie dei privati nel Circuito, per cui si può pensare, potenzialmente, ad

un grande utilizzo del Circuito per operare i propri pagamenti in modo alternativo all'euro (sempre

ammesso che trovino a chi vendere la propria merce all'interno di questo Circuito).

Ma i privati sono in numero molto superiore rispetto alle ditte commerciali, dunque la mole

rappresentata dall'aggregato della loro Domanda evidentemente supera quella delle attività.

Dunque per la scelta della tipologia da far partire per prima, dato che solitamente si è più

propensi ad implementare quella "a sconto" (secondo alcuni, a torto, più intuibile e più 'tangibile'

rispetto a quella in compensazione) si deve considerare tutto ciò.

E come effetto conseguente a ciò, si deve considerare che troppe famiglie che portino troppi

'buoni sconto' (Moneta Complementare) rischiano, come detto, di riempire in un paio di

settimane i "cassetti" dei negozianti. I quali non potendole smaltire tanto velocemente, per i loro

acquisti, finiscono per tirarsi momentaneamente fuori dal giro, non accettandone più nei propri

negozi o accettandone meno, rallentando così la fluidità degli scambi; fino possibilmente a

bloccarla.

Il buon senso e le esperienze già assodate, come sottolineato in premessa e come è ovvio,

portano inequivocabilmente a ritenere optimum un mix concomitante di strumenti di dette varie

tipologie, per adattarsi alle diversissime esigenze sia di chi le reca sia di chi le accetta.

Per quanto riguarda tale mix di strumenti di pagamento alternativi al pagamento solo in euro, si

deve considerare che usualmente nel territorio insistono:

- piccole, medie e grandi aziende, che possono godere del metodo Camera di Compensazione;

- privati cittadini che possono beneficiare di una Moneta a sconto gli per acquisti rivolti alla

piccolissima produzione locale e per gli acquisti dei beni primari, magari direttamente dai

produttori;

- privati cittadini che possono essere agevolati da una Banca del tempo per gli scambi di

piccolissimi servizi, che di certo sono utili alle fasce economicamente più deboli.

www.monetecomplementari.it

7) - AVVERTENZE, TIMORI, PRE-OCCUPAZIONI

Noi tutti che sappiamo e che possiamo pensare correttamente, non ci preoccupiamo della

paventata inflazione monetaria nel caso si immetta solo un po' di moneta euro in più nel sistema

economico.

Sappiamo anche che l'inflazione, ad un livello moderato, risulta addirittura "utile" agli acquisti.

Ma in questa fase economica globale, essa viene usata solo come spauracchio per giustificare la

mancata emissione di Moneta nel circuito mercantile, almeno in quantità sufficiente per gli scambi

in regime normale, senza fare impandere (contrario di espandere) il sistema e portarlo in

recessione.

D'altra parte, neanche vorremmo cadere nel paradosso di veder creare e diffondere - magari a

dei magnati della finanza - turbe di Monete Complementari, altrettanto senza controllo, come

l'attuale Moneta euro.

Addirittura già esistono Monete che somigliano troppo all'euro, che sono emesse senza

controllo pubblico come l'euro, che sono pure oggetto di acquisti e vendite nel mercato

finanziario, che sono in esso anche quotate, e sulle quali si può speculare, ecc..., come con l'euro

[ved. più su, punto 2 : criptomoneta].

Cioè il contrario di quanto si vuole perseguire con la diffusione delle Monete Complementari.

Noi (i 'puristi', o meglio, i puritani) crediamo nelle Monete Complementari locali, a cui non

possano rinfacciarsi gli stessi difetti dell'euro, soprattutto nel lato finanziario.

Dunque crediamo in Monete che, seppur le moli non possono essere eccessive, vengano

comunque chiaramente contabilizzate all'atto delle emissioni dei Buoni (in qualsiasi forma,

cartacea od elettronica), da parte dell'entità emettitrice, che deve tenerne e darne conto agli altri

consociati nel Circuito.

Non crediamo bene neanche se si tratti della vociferata "Moneta interna" nazionale parallela,

concomitante con l'euro, che ultimamente sta passando troppo di bocca fra persone notoriamente

affatto ...'puritani' e con alle spalle lobby fameliche.

Il rischio che si corre per le stesse Monete Complementari, contro la loro stessa sussistenza, è

altissimo. Infatti la tentazione di approfitto nell'utilizzarne a piene mani da parte di chi le emette e

le gestisce è ovviamente molto grande e, in questo modo, possibile. Tranne se non siano iniziative

serie e controllate.

Vedendo passare e potendo indirizzare, stornare, dirigere, discrete fiumane di valori che

vengono "visti" come soldi, ma anche se non sono soldi, l'avidità può esercitare il proprio influsso.

Dunque la possibilità di ciò si deve adeguatamente evitare, con dei metodi di registrazione e

competenza sulle emissioni assolutamente trasparenti.

Dato che chi si interessa in maniera troppo attiva - non teoricamente - di Moneta, di solito lo fa

per 'fare soldi' personalmente, il monito non sembra affatto inutile.

Il timore, per corollario, infatti è che il proliferare selvaggio di Monete Complementari, e relativi

Circuiti, tacciabili 'paradossalmente' di Liberismo da parte dei veri Liberisti, fornisca un ottimo

pretesto a coloro che intendano imbrigliarle, facendo magari emanare allo Stato normative

stringenti ed inibenti, tanto da disattivarne le potenzialità.

Lo Stato ed il mastodontico sistema legislativo potrebbe cercare di ingabbiare mediante qualche

cavillo tali iniziative, portando il 'salvagente' delle Monete Complementari quasi fuori legge o in

condizioni da diventare non convenienti economicamente (ad esempio tassandole). Magari su

indicazioni dei soliti Forti, per lasciare sempre più valore alla moneta a debito, ufficiale, a corso

forzoso, gestita dalle banche.

Allora il colpo sarebbe molto duro (come già la sottrazione all'uso dell'assegno girabile e della

cambiale, citati).

Abbiamo tutti il dovere morale di attivarci, presso la Politica e le Istituzioni, perché ciò non

accada. In tal caso infatti perderemmo tutti delle utili possibilità, che ormai possiamo definire

indispensabili.

Motivo per cui, aggiungiamo, il buonsenso (come ribadito in altra sezione) porta ad auspicare lo

sviluppo del maggior numero di piccole iniziative molto diffuse in Circuiti locali di Monete

Complementari, magari con valori (su supporti cartacei, elettronici, o altri) vicendevolmente

interscambiabili fra un Circuito e gli altri vicini, rispetto ad iniziative uniche, monoblocco, estese su

tutto il territorio nazionale.

Talmente diffuse che, essendo in tante, se per un vizio amministrativo, de jure o pretestuoso, se

ne blocchi alcuna, tutte le altre restino illese. Le quali avranno pure il tempo di correggersi in corsa

e magari rafforzarsi, anziché rischiare di far bloccare tutto!

Ciò non implica ovviamente, d'altra parte, che se qualche iniziativa riesca ad espandersi almeno

in più regioni, ciò porti in sé una accezione negativa: piuttosto magari!

Insomma: bene che ne partano tante, ma anche che continuino in tante!

www.monetecomplementari.it

8) - VALORE LEGALE

Esulando, in questa sezione, dalla esatta definizione tecnica di "moneta legale", quella emessa in

uno Stato come base monetaria, riveliamo un quesito che ci viene posto spesso, che può essere

ricorrente nella realtà italiana, la quale è votata al parossismo legislativo. Quindi lo riportiamo.

<<Ma queste Monete Complementari sono 'legali'>>? Cioè: non sono contabilmente gestite "in

nero" nelle attività commerciali?

Al momento alcune iniziative già avviate in Italia, hanno addirittura richiesto ed ottenuto una

autorizzazione/certificazione dalla Banca d'Italia, altre dalla Agenzia delle Entrate!

1) - Per le Monete Complementari a compensazione, come già chiarito più sù, non si tratta affatto

di emissioni, ma di regolamento commerciale contabile di dare/avere in una camera di

compensazione; allo stesso modo di come la utilizzano ogni giorno tutte le banche del mondo.

Questo meccanismo sfrutta il diritto previsto nel Codice Civile sul Baratto o Permuta di beni,

qualsiasi essi siano (da un palazzo a un ortaggio).

2) - Le Monete Complementari integrative, cioè a sconto, si possono solo considerare un

"promemoria" per un lecitissimo minore ricarico che un produttore o commerciante vuol fare, sui

prodotti che vende, ai propri clienti.

Infatti esse non hanno alcun valore in sé. Né possono essere considerate Monete emesse, ma

solo appunti di credito, leciti buoni sconto, che devono essere sottratti nelle emissioni degli

scontrini all'atto della vendita: come un normale sconto; dato che si applica un minore ricarico!

3) - Per le altre tipologie di Monete Complementari sembra addirittura pleonastico addurre altre

giustificazioni: pensiamo ai buoni-tempo delle Banche del tempo, o alle monete comunali, o ai

certificati fiduciari emessi dagli enti pubblici, ecc... . Ovvio che sono legali; e non illegali!

Dunque il concetto di 'legale' non crediamo sia affatto una qualità che manchi proprio alle

Monete Complementari.

Il concetto di 'legale', dunque la possibile accusa di illegalità, può e dovrebbe invece essere

rivolto alla moneta legale euro, a corso forzoso, facendone ridiscutere le modalità di emissione

sotto la competenza e gestione, a debito per noi, da parte delle pochissime Banche, Private, che se

ne appropriano come di un bene, e la gestiscono contro i nostri interessi.

L'accantonamento di valore in dei Fondi di garanzia, invece, come più sù già accennato, seppur

nelle intenzioni degli organizzatori di un Circuito ha la lodevole finalità di garantire un valore

sottostante, è il punto debole di un'iniziativa di implementazione di Monete Complementari.

Infatti esso costituisce il punto di attacco da parte del Fisco. Dunque assolutamente da evitare.

Pertanto, ribadiamo esplicitamente, se non sono del tipo a compensazione (nel quale agendo a

fronte fattura si evita il dubbio a priori), le Monete Complementari, cartacee o digitali, a sconto o

degli altri tipi, per poter sussistere senza problemi fiscali, NON devono avere capitale accantonato,

perché ciò costituisce evasione, illecito accantonamento su cui si devono pagare tasse.

Figurativamente: le Monete Complementari se sono di tipo cartaceo si devono poter strappare

come carta straccia, come i sù citati "coriandoli", senza conseguenze, perché non valgono nulla e

non esiste nulla che le faccia valere. ...A parte la loro facoltà di richiedere, per alcuni beni/servizi,

un minor costo dei prodotti in vendita in valuta euro, della quale sono complementari.

www.monetecomplementari.it

9) - CREARE CIRCUITI E MONETE

Come già esposto, un rischio fondato è che il Sistema burocratico, alla facile mercé degli enormi

interessi dei privati che gestiscono la Moneta legale e creditizia, tenti di ingabbiare tutte o parte

delle iniziative più prolifiche. Magari usando la solita bacata scusa dello 'anti-riciclaggio', o di una

irregolarità tecnica amministrativa (da celebre 'pelo nell'uovo', ove ovviamente in natura non c'è,

ma si provvede artificialmente a farvelo trovare!). O ancora più orwellianamente "perché ce lo

chiede l'Europa", al fine di lasciare sempre più spazio egemone alla moneta ufficiale, euro.

Ribadiamo: per contrastare queste possibili evenienze (come già avvenuto per la già citata

sottrazione dall'uso dell'assegno girabile e della cambiale) cerchiamo di usare il buonsenso,

ribadendo anche in questo contesto quanto già riportato più sù.

Auspichiamo cioè intanto un maggior numero possibile di iniziative locali, magari con valori (su

supporti cartacei, elettronici, o altro materiale) vicendevolmente interscambiabili, rispetto ad

iniziative uniche estese su tutto il territorio nazionale. In modo tale che se per un vizio

amministrativo, de jure o pretestuoso, ne venga bloccata alcuna, tutte le altre restino illese. Le

quali avranno pure il tempo di correggersi in corsa e magari rafforzarsi, anziché rischiare di far

arrestare tutto!

Ciò non implica ovviamente, d'altra parte, che se qualche iniziativa riesca ad espandersi almeno

in più regioni, ciò rechi in sé una accezione negativa: piuttosto magari!

Insomma: bene che ne partano tante, ma anche che continuino in tante!

Nel caso in cui si voglia effettivamente creare un Circuito e qualche Moneta Complementare

locale, ex novo, si devono, perciò, tener presenti sin dall'inizio molti parametri restrittivi,

soprattutto di tipo normativo.

Ricordando sempre di... "essere in Italia", patria della complessità burocratica delle leggi più

feconda al mondo e con maggiore talento artistico creativo di inventarne di nuove. Ma questo non

deve frastornare ed inibire i ben intenzionati.

Dobbiamo anzitutto prendere atto che non esiste una solida giurisprudenza acclarata sul tema

delle Monete Complementari, molto spesso in Italia ancora addirittura sconosciuto.

Gli stessi legali non trovano facilmente materiale di riferimento, a cui eventualmente appellarsi

in caso di 'discussione'.

Dunque, si va avanti a 'alla cieca'. Ogni iniziativa, se deve partire da zero, si scontra con una

foschia immateriale, in cui persone dotate di sola buona volontà si cimentano in dialettiche senza

costrutto, dove le argomentazioni più solide restano: secondo me così si può fare, secondo me

non si può fare, so che altrove l'hanno fatto e finora nessuno li ha fermati, ecc... .

Le quali dissertazioni, come unica certezza, sfociano solo in un forte deterrente di entusiasmo

per le varie possibili iniziative.

Le uniche informazioni che si conoscono sono spigolature di dati, colte un po' qua un po' là fra gli

articoli più importanti che trattano il tema direttamente - non quelli sensazionalistici,

autoreferenziali, pressoché vuoti di realtà - e fra le maglie delle dichiarazioni nelle presentazioni

delle iniziative effettivamente avviate.

Questa assenza di chiarezza è il motivo che ad ogni possibile iniziativa fa aumentare il timore di

un prossimo o futuro colpo di coda da parte del sistema centrale, che diventa così inibente.

E fa guardare con invidia altri paesi del mondo, in cui le iniziative fioriscono più velocemente, già

solo perché non incombe uno Stato bizantino e maccheronico, in cui la costante sempre in crescita

è la goffa complessità delle Norme, come vige da noi.

Districarsi fra molte norme è già difficile. Districarsi nell'ignoto ... diventa avventura.

L'Informazione, le Università, i Partiti, le Forze sociali, evitano sia di spingere per trattarne sia

anche solo di parlarne, come per un tacito Tabù condiviso. ...Che forse tanto tacito non è, e

piuttosto viene imposto, come a tema 'inopportuno'.

Ma se ci siamo posti di esplorare questo tema, qualche percorso lo dobbiamo pur fare, al fine di

dare qualche ulteriore informazione. Pur fra incertezze e intuizioni.

In effetti, finito il tempo dell'entusiasmo di voler stampare un pezzo di carta con il nome della

propria città sopra, se non ci si accoda a delle iniziative già esistenti e consolidate, il momento

decisivo basa la sua realizzabilità sulle norme da rispettare e meglio ancora da ...evitare, glissare,

non infastidire.

Allora si arriva a comprendere che, in mancanza di certezze, il campo di esistenza di una

iniziativa deve rimanere almeno fuori dal diretto raggio di azione dei grandi trattati inter-nazionali,

sulla unicità della moneta euro, sulla unicità dell'organo di emissione, sulla unicità dell'organo di

controllo per la mole opportuna da tenere in circolazione, ecc... (alludiamo a BCE, Commissione

Europea, Bis, e compagnia cantando).

Quindi tutte le iniziative esistenti cercano - e devono cercare! - nomi, modi, rapporti, che

siano,

per le monete a compensazione :

- paralleli e non esclusivi (rispetto alla moneta ufficiale)

- complementari e non sostitutivi (rispetto alla moneta ufficiale)

- in aggiunta e non alternativi (rispetto alla moneta ufficiale)

- compensativi e non remunerativi (secondo giurisprudenza del Baratto, Permuta, regolati

secondo legge)

- bilanciamento di crediti, non pagamenti

per i Buoni :

- con delle finalità sociali, come dono e non come ricompensa

- di sconto prezzo rispetto a moneta ufficiale

- di solidarietà civile per incoraggiare certi atteggiamenti positivi per il pubblico

- di premio di un gesto volontario

- ecc...

Insomma è opportuno stare assolutamente alla larga dai concetti di "pagamento in denaro" e,

soprattutto, per una "prestazione di lavoro", i quali diventerebbero automaticamente una

autodenuncia per chi compie quel 'lavoretto', e per chi lo 'commissiona', pur di lievissima entità:

- sia per mancanza di iscrizione come ditta con tutti i crismi burocratici;

- sia per esecuzione di lavoro 'nero';

- sia come fiscalmente 'in nero', non potendo conseguentemente emetterne fattura.

Vediamo di cominciare a districarci in questa selva di possibilità, magari a volte concedendoci di

saltare slegatamente da un argomento ad un altro, da una tipologia ad un'altra, per mancanza sia

di un corpus, come detto, sia di una struttura normativa certa.

Intanto cominciamo a dire che l'unica moneta riconosciuta utilizzabile per gli scambi e per i

pagamenti in tutta Eurolandia è solo ed esclusivamente l'euro.

Dunque, come si sarà chiaramente capito dai precedenti espedienti e scappatoie proposti,

togliamo subito dai pensieri l'intento di creare privatamente una Altra Moneta vera e propria.

Si può creare un sistema, uno strumento di pagamento riflesso, rispetto all'euro, che funga da

moneta, ma che quindi meno assomigli e meno si chiami 'Moneta', meglio è.

Per questo si vedono fiorire nomi che nulla sembrano avere a che fare con le monete, pur

fungendo da monete, almeno nel senso che indicano una misura per un bene.

Ad esempio: Buoni sconto, Buoni di Lavoro, Crediti compensativi, Monte ore, Ricompense,

Premi sociali, certuna addirittura come 'Assenza' di moneta, Senza soldi, ecc... .

In effetti tutti questi appellativi fungono veramente solo da misura per dei beni ceduti o servizi

resi, ma si rifanno all'unica forma di scambio prevista possibile nel Codice Civile, solo in modalità

multipla e più complessa, comunque concettualmente identica e utilizzabile a Norma di Legge, che

è il Baratto, la Permuta.

Solo per dare un cenno su questi temi, forniamo qualche informazione. Ved. Dispositivo dell'art.

1552 Codice Civile, Libro Quarto, Delle obbligazioni, Titolo III, Dei singoli contratti; (artt. 1470-

1986), Capo III, Della permuta.

La permuta è il contratto che ha per oggetto il reciproco trasferimento della proprietà di cose, o

di altri diritti, da un contraente all'altro. Nonostante nella permuta si abbia lo scambio di un bene

con un altro bene essa è un contratto consensuale e non reale (1376 c.c.); è un contratto ad effetti

reali e, per definizione, oneroso. Rispetto alla vendita (1470 c.c.) il pagamento di un prezzo in

denaro è sostituito dal trasferimento della proprietà di una cosa; come per essa, possono essere

necessarie una certa forma e la trascrizione a seconda dell'oggetto (1350, 2643, n. 1 c.c.).

Lo stesso baratto prevede l'emissione di documentazione contabile, fra due aziende; mentre fra

due privati almeno non lo prevede.

Ma fra privati nasce l'altra grande complicazione della reiterazione e ricorrenza della prestazione

(ad esempio: di un servizio) fuori dalla stretta rara occasionalità estemporanea. Ed in questo caso

può essere configurata come prestazione ricorrente, e facilmente riportabile alla prestazione di

'lavoro', vero e proprio. Con tutto quello che ciò comporta.

E solo accenniamo al caso di infortunio durante lo svolgimento di una pur saltuaria prestazione!

Basta chiedere ad un Consulente del Lavoro o ad un Legale.

Non parliamo poi se fra i promotori vuole esserci anche un Ente pubblico, con tutto il suo carico

di delicate regolarità di prassi e passaggi burocratici, che ingarbuglia ancora di più le intenzioni dei

più convinti volenterosi. ...Convinti, nel senso che comprendono la effettiva necessità di dotare di

Monete Complementari le ditte e i relativi avventori. Cosa che nessuno dotato di buonsenso e

ragionevolezza (dopo tutto quanto presentato) può ormai negare, per rendere ancora possibile

alle stesse l'esistenza economica.

Inoltre, per una serie di norme e cavilli, desunte dalla ricerca sul tema, pare (questa, al

momento, è ancora la parola più adatta) che in Italia un vero e proprio Buono Locale o Comunale,

Solidale, o Buono di Lavoro, cartaceo, non sia utilizzabile.

In altri Stati invece nascono Circuiti di ditte e persone fisiche che tranquillamente usano

Biglietti/Buoni cartacei di pagamento, non convertibili in moneta ufficiale, ma utilizzabili per la

misurazione dei beni di scambio, anche nelle forme più rudimentali: buoni privati, pagherò, buoni

comunali, ecc... , che servono a dare sollievo alla economia e al territorio locali.

Proprio quest'ultimo tipo di buoni è uno dei primi semplici sistemi in cui, all'inizio del secolo

scorso, si è fatto strada il concetto di moneta complementare, in Germania.

Il problema è però che in Italia questi buoni comunali, recanti l'indicazione di un valore, sono al

limite della legalità giuridica, in quanto sotto una minaccia latente costituita da una norma

amministrativa molto vecchia e poco chiara (Artt. 141, 142 del Regio Decreto n.204 del 1910), che

si dice utilizzata come possibile spauracchio, forse e neache certamente, per mettere al bando i

buoni 'simili' a monete cartacee.

Pertanto avviene che, mentre in molti altri Stati, i quali non hanno in vigenza tale norma, si

possono più facilmente far circolare, senza remore, biglietti cartacei recanti un valore (come in

effetti avviene abbondantemente), in Italia invece dobbiamo "temere", ribadiamo forse e neache

certamente, questa inutile minaccia giuridica.

Ciò anche se tali Biglietti non sono <<imitanti o simulanti>> quelli della moneta ufficiale, come

ammonisce il Decreto suddetto.

Pur se norma molto vecchia, anomala, ammettiamo pure "latente", sembra essere comunque

vigente, e applicabile in maniera repressiva dagli organi competenti dello Stato per il territorio

locale.

Diciamo "latente" perché sappiamo sia stata applicata pur poche volte; ma esiste.

Essa, praticamente non vieta ma almeno inibisce dal mettere Buoni locali cartacei, facilmente

stampabili e a bassissimo costo, in circolazione fra gli associati aderenti ad un Circuito costituito.

In pratica questa norma ci impedisce, forse, di 'copiare' in Italia centinaia di modelli e iniziative di

Buoni locali largamente utilizzati, specie in situazioni di recessione economica e di necessità di

sostegno alle fasce più deboli, mediante l'emissione di tali Buoni.

Insomma meriterebbe di essere chiarita, oltre che essere aggiornata pochi anni fa con

riferimento alla Bce, come si può notare dalla ultima nota nel testo riferita proprio ad uno dei due

articoli citati. Ved. su questo sito Categorie/Sez. 'atti e normative'.

In altri Paesi dunque la strada dei buoni cartacei è percorribile e ciò semplifica di molto le

iniziative di Enti o Circuiti privati che decidono di immetterne in circolazione.

Da parte nostra, comunque, confessiamo che è ancora da appurare profondamente, nel

momento in cui stiamo redigendo questo lavoro per il Sito. La citiamo solo per completezza di

spunti e informazione. Un aggiornamento verrà aggiunto al presente lavoro proprio appena venga

da noi appurata chiaramente ed appena veniamo a conoscenza delle conseguenze che ha

procurato.

Detto ciò, vediamo allora, molto semplicisticamente, come poter cominciare a muoversi in

questa selva per superare il vuoto legislativo, e verso quale direzione si possa puntare per l'avvio

di qualche iniziativa di costituzione di un Circuito, autonoma, o come raccomandato

ripetutamente, usando gli strumenti di una iniziativa già esistente, magari in una altra zona vicina

alla propria [ved. sezioni dedicate nel presente Sito].

1) Il metodo a compensazione a fronte documento contabile, fra ditta e ditta

[ved. sezioni dedicate nel presente Sito].

E' il sistema che attecchisce più celermente e sicuramente, e che genera più giro da subito.

Non c'è bisogno di alcuna emissione: praticamente le entità si cancellano debiti e si fanno crediti,

a vicenda, mediante una piattaforma elettronica di gestione di questi flussi.

Alcuni di questi programmi per la piattaforma di gestione si trovano open-source su internet; ma

serve chi sappia implementare e gestire il Circuito.

Oppure si fanno strutturare da un professionista informatico.

Ma ribadiamo sempre che è inutile e dispendioso andare ad aprire altre strade inesplorate

mentre ce ne sono di già percorribili. Esistono cioè delle gestioni di piattaforme che danno la

possibilità di creare una area autonoma per una propria zona, con un proprio nome che si scelga,

ecc... .

2) Il metodo del buono sconto

[ved. sezioni dedicate nel presente Sito].

E' un metodo utilizzato principalmente dalla persona fisica, che si può recare in una ditta del

Circuito ed utilizzarlo come sconto in quella attività.

Tale attività che ha accettato i Buoni sconto dai propri clienti ovviamente può utilizzarli come

meglio intende:

- dando dei premi di produzione ai propri dipendenti, che possono utilizzarli per gli acquisti in altre

attività del Circuito;

- comprando direttamente in altre attività del Circuito;

- ecc...

3) Il buono sociale/comunale/ecc..., di liberalità umanitaria.

- a) per ricompensare un volontario gesto di prontezza, come regalo ad una persona che si offre

volontariamente e molto saltuariamente di fare qualcosa;

- b) per pura carità, come regalo per situazioni di vera indigenza.

Essendo il Buono ritenuto valido dai commercianti, ecc..., che fanno parte del Circuito è come

avere a disposizione - anche se non lo sono! - dei soldi veri e propri.

Il supporto di quest'ultimo tipo di Monete Complementari, puntando (per la sua diffusione ed

ingresso in circolazione) a persone quasi certamente non al passo con la tecnologia digitale (quindi

poco familiari con: pos, card, file, data, download, id, password, ecc...), si deve pensare

sicuramente in carta; ma potrebbe ovviamente anche essere in altro materiale tangibile.

Se un ente pubblico intenda cimentarsi direttamente nella implementazione di una iniziativa,

come ripetuto, ovviamente questa riceve una accelerazione nei termini:

- sia qualitativi

per un referente istituzionale che attribuisce credibilità, pur non in figura di 'garante'!

- sia quantitativi

per una più veloce diffusione dell'iniziativa sul territorio e per il sostegno economico.

- sia logistici e di risorse

per un minor peso economico, specie in fase iniziale:

al fine di abbattere i costi di implementazione, formazione, produzione ed eventualmente stampa,

variegate risorse umane, energia, locazione immobile, gestione, distribuzione, strumentazione

digitale, ecc...; oltre alla indiscussa funzione promozione e sostegno dell'iniziativa e della

Aggregazione - promotrice - senza fine di lucro; insomma facendosi carico delle continue spese di

gestione.

Tutto ciò per la volontà di promuovere la convenienza del proprio territorio di riferimento.

Sia per i cittadini sia a fini turistici.

Oltretutto in politica, utilitaristicamente parlando, questo genera pure un tornaconto!

L'alternativa è partire con un capitale proprio, formando la struttura e provvedendo

all'approntamento della piattaforma elettronica di gestione del Circuito.

Per recuperare il capitale iniziale si può caricare di un costo l'ingresso delle varie ditte nel

Circuito e le innumerevoli transazioni (in ordine di una piccolissima percentuale in euro, o in euro

e moneta dell'iniziativa, sul transato).

Eventualmente si può caricare di un costo anche la distribuzione dei titoli cartacei a sconto (se si

decida di usarne).

Ovviamente il fine è di rientrare dalle spese e sostenere economicamente la struttura, il

personale, il marketing, la promozione, ecc... , dell'iniziativa; e magari guadagnarci qualcosa,

avendo implementato e sviluppato tutta l'iniziativa.

Le ditte che si aggregano al Circuito, devono accettare i pagamenti mediante quel tipo di

Moneta che si decide. Ed in genere pure pagano una quota in euro per il proprio ingresso nel

Circuito e anche per le transazioni.

Le ditte sono disposte a fare ciò ovviamente perchè a loro volta sfruttano l'utilità nella fase dei

loro pagamenti. Perché poi i pagamenti possono essere effettuati alle loro rispettive ditte creditrici

(in parte o interamente) mediante quella Moneta Complementare stessa. Non più solo in euro!

Con ovvie maggiori potenzialità, rispetto alle proprie attuali possibilità in euro.

Come corollario possiamo ironicamente precisare che, se una ditta (o una famiglia) abbia una

grandissima abbondanza di disponibilità di moneta ufficiale legale, euro, cioè se è milionaria, è

quasi pleonastico attivarsi per utilizzare i pagamenti mediante Monete Complementari.

www.monetecomplementari.it

10) - ATTENZIONE AI CIRCUITI FALSI!

Data la diffusione degli strumenti telematici, inseriti anche nei telefoni portatili, si stanno

sviluppando una lunga serie di servizi offerti al pubblico che sfruttano facilmente e comodamente

queste tecnologie: community, geolocalizzazione, indirizzamento di acquisto, ed altri specchietti

per le allodole.

Per cui si stanno moltiplicando reti di attività e circuiti di sconti (sconti a perdere! A differenza

che con le Monete Complementari!), spesso anche boosted con il cosiddetto metodo Ponzi, ecc... .

I quali circuiti di sconti, avvertiamo, nulla hanno a che fare con i Circuiti dedicati alla condivisione

delle Monete Complementari per lo scambio di beni.

Infatti questi ne differiscono nei modi, nell'animo, nella sostanza.

Il Circuito dedicato alla condivisione di qualche Moneta Complementare tende infatti a

proteggere un Territorio dal parossismo globalizzante del troppo-Libero Mercato, secondo il

cosiddetto Pensiero Unico in Economia.

Ciò può avvenire:

- sia chiudendosi, per così dire, territorialmente in difesa - fino a nuovi tempi migliori! -;

- sia evitando una migrazione di moneta euro verso altri lidi, che sappiamo è già rarefatta;

- sia mediante l'utilizzo di un altro sistema di misura dei beni e servizi scambiabili, che arricchisce

(sic!) il territorio di ulteriori mezzi di scambio beni, appunto, Complementari.

Gli altri circuiti invece - dal punto di vista di questa trattazione - li chiamiamo metaforicamente

'perversi'.

Questo perchè, pur promettendo servizi paradisiaci e comodità godibili da casa, portano in

effetti acqua proprio a quel mulino che le Monete Complementari mirano ad esautorare.

Questi circuiti di acquisto infatti sono stimabili ottimi dal punto di vista di chi sostiene e

asseconda la solita fiumana dei soldi che esce dal nostro sistema! Soprattutto perché, in qualche

modo, gli conviene.

Cioè, in un momento di squilibrio commerciale fra nazioni che solo esportano e nazioni che solo

importano, incoraggiare, in una (cioè l'Italia) che da un paio di decenni è stata condannata 'solo' a

comprare beni di importazione e comunque di manifattura lontana dal proprio territorio, pur con

il risparmio di qualche euro, è lecitamente definibile appunto 'perverso' (come appena fatto).

E tanto più perché ciò avviene con la complicità interessata (certamente inconsapevole sia del

meccanismo appena accennato sia delle visioni Macro dell'Economia, ancora non diffusissime)

anche da parte di ignari cittadini, per il già accennato metodo Ponzi.

I quali cittadini vengono resi missionari della diffusione del 'verbo' sulla iniziativa, ed investiti

(come batteri) della capacità di farla fermentare ed espandere, con la ricerca di altri proseliti,

interessati (...Interessati ovviamente in maniera personale a ricevere i bonus!).

Ovviamente, le attività commerciali e i marchi, sensibili alla possibilità di sopravvivenza

nell'attuale territorio ostile, anche a costo di un 'presunto' minore guadagno

(presunto, perché come abbiamo visto, le attività godono di un equilibrio mobile; non sono come i

salari e le pensioni: possono adeguatamente alzare i ricarichi nel tempo, e nello spazio delle

diverse nazioni, per recuperare detto minore guadagno)

partecipano a questa corsa forsennata all'impoverimento del territorio.

La parola d'ordine è quella di comprare! Comprare e far comprare; comunque.

La molla è quella dell'acquisto compulsivo, allettato con tanti meccanismi che agiscono nello

strato inconscio della persona, traslitterando i suoi bisogni umani in "bisogni" materiali, ...con

istanze ormai pur troppo conosciute.

Ad esempio, ironizzando solo per fare passare il messaggio, tristemente veritiero, riportiamo:

- prendi mille però ti regalo... una caramella;

- se li compri tutti ti do una card con cui potrai comprarne ancora;

- diventi "proprietario" di una carta servizi che ti permette di sapere quando e dove spendere

ancora di più; e, last but not least,

- diventi ricco non facendo niente e aspettando che gli altri che hai "portato" tu nel circuito

perverso spendano e facciano spendere altri, spennandosi a vicenda, a diretto beneficio di noi che

organizziamo tutto.

Il meccanismo funziona creando un vantaggio di sconto a chi compra mediante il tal circuito e di

un bonus in accredito per chi ha procurato l'affiliato. I quali vantaggi si coprono con una piccola

perdita da parte del commerciante venditore. Commerciante che si ritiene addirittura felice di tale

piccola perdita, perché la compara con l'essere inserito in un circuito privilegiato che, se non

immediatamente, secondo lui sicuramente nel futuro, avvicinerà e incatenerà per sempre migliaia

di clienti alla sua attività. ...Ingenuamente quanto disinformatamente:

- della vigente carenza monetaria; carenza che così contribuisce ad accrescere, contro se stesso,

nel suo territorio locale;

- delle tante simili iniziative che si sono diffuse negli anni in Italia e nel mondo.

Delle quali iniziative non accenniamo neanche i nomi, ma una la ricordiamo molto bene, perché

molti anni or sono, a costo di capire come funzionava dall'interno, è costata anche parecchi soldi

per avervi preso parte.

Questo concetto perverso di circuito è basato sulla idea prevalente nel mercato liberista,

secondo cui ovunque e dovunque, la parola d'ordine è << dobbiamo crescere, dobbiamo vendere

di più>>.

Ma questo concetto non supera il vaglio della più basilare capacità logica, in quanto:

- siamo in queste ambasce economiche proprio perché manca in circolazione la moneta ufficiale

sufficiente;

- pur se ce ne fosse, non si può crescere all'infinito;

- non tutti possono crescere, in quanto serve qualcuno che nel rapporto perda e diminuisca.

Ecco: con quei circuiti, i ruoli di chi perde e diminuisce sono assegnati a noi, italiani, che

esportiamo sempre meno.

I Circuiti debbono crearsi per essere potenzialmente benefici alla intera collettività, quale

sistema economico unitario; altrimenti solo spostiamo, la povertà o la ricchezza, da una parte ad

un'altra della Società.

Ma questa, in assoluto, regredirà comunque in recessione. La qual cosa non è conveniente al

sistema economico, perché la possibilità di acquisto complessiva, presente nel tal sistema

territoriale, è sempre la stessa o inferiore.

Non si è accresciuta, come invece avviene con la benefica attivazione dei Circuiti che utilizzano

Monete Complementari.

Le quali, pur non essendo monete vere e proprie, apportano l'equivalente di una massa

monetaria in più, che permette di sfruttare la massa in euro "risparmiata" perché si è utilizzata

quella complementare.

Tutto ciò oltretutto, in maniera preponderante, nel territorio locale!

www.monetecomplementari.it