Capitolo v Distribuzioni

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  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    Notazione

    R Insieme dei numeri reali

    C Insieme dei numeri complessi

    C80pq Spazio delle funzioni a supporto compatto infinitamente differenziabiliDpq Spazio delle funzioni di provaD1pq Spazio delle distribuzioniSpq Spazio delle funzioni a decrescita rapidaS1pq Spazio delle distribuzioni temperate

    1

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    Capitolo 5

    Distribuzioni

    Le distribuzioni costituiscono una generalizzazione delle funzioni e la teoria

    delle distribuzioni una generalizzazione del calcolo differenziale sulle funzio-

    ni. Senza entrare nel dettaglio delle motivazioni storiche che hanno portato

    allelaborazione della Teoria delle Distribuzioni, principalmente dovuta al

    contributo di L. Schwartz, diamo una lista di applicazioni e risultati della

    teoria, che ne ha fatto uno strumento insostituibile in Fisica fondamentale e

    applicata:

    generalizzazione del calcolo differenziale: una distribuzione sara sempre

    infinite volte differenziabile. Poiche le funzioni continue sono immerse

    nelle distribuzioni, sara possibile definire derivate di ordine qualunque

    di funzioni anche solo continue.

    Soluzioni deboli di equazioni differenziali: le soluzioni di equazioni dif-

    ferenziali nel senso delle distribuzioni hanno un ruolo fondamentale

    nellanalisi qualitativa e quantitativa dei problemi della Fisica Matema-tica che prendono a modello le equazioni stesse. In particolare la teoria

    delle distribuzioni permette una trattazione unificata delle equazioni

    di campo con sorgenti distribuite in maniera continua e con sorgenti

    1

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    2 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    distribuite in maniera singolare, che spesso si incontrano nella model-

    lizzazione fisica (punti materiali, cariche puntiformi, fili percorsi dacorrente etc.).

    Estensione da funzioni di punto a funzioni di regione: le distribuzio-

    ni saranno definite come funzionali su spazi di funzioni molto regolari,

    ma non come funzioni di punto. Sono pertanto piu adatte a descrive-

    re sistemi fisici in cui, per qualche ragione pratica o fondamentale, le

    quantita in studio non abbiano valori definibili nei singoli punti.

    Scambio di operazione di limite: nel caso delle distribuzioni lo scambio

    di operazioni di limite (derivata e somma infinita, limite e integrale,

    limiti successivi etc.) e sempre permesso e non altera il risultato.

    Esistono molte presentazioni di ottimo livello della teoria delle distribu-

    zioni. Questi appunti seguiranno, principalmente, parti scelte dei testi ([Sc],

    [BB], [St])

    5.1 Spazi di funzioni test

    Funzioni molto regolari sostituiranno il concetto di punto: intuitivamente il

    valore di una grandezza fisica in una funzione va interpretato come una

    media, pesata sulla funzione stessa, dei valori puntuali di quella grandezza.

    I due spazi di funzioni test che utilizzeremo sono gi a stati introdotti nei

    capitoli precedenti; la loro definizione verra qui riportata per completezza.

    Se Rn e un aperto di Rn, consideriamo lo spazio vettoriale C80pqdelle funzioni reali infinitamente differenziabili a supporto com-

    patto K . Diremo che una successione di funzionitju in C80pq

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    5.1. SPAZI DI FUNZIONI TEST 3

    tende a P C80pq se esiste un compattoK tale che supp j K,

    @je supxPK |D

    p jqpxq| j8 0 per ogni multi-indice 1, . . . , n i0, 1 . . .,

    D B||

    Bx11 . . . Bxnn|| 1 ` . . . ` n.

    C80pq, con la topologia (di cui non analizzeremo i dettagli) indottadalla convergenza appena definita e completo, ovvero ogni successione

    di Cauchy converge a un elemento dello spazio. Lo indicheremo con

    Dpq, spesso omettendo se Rn

    .

    In Rn, aperto, consideriamo lo spazio vettoriale delle funzioni realiinfinitamente differenziabili tali che le norme

    }}m,l supxP

    ||l

    |Dpxq} p1 ` |x|qm

    siano finite@ me l interi 0.

    Lo spazioSpq con la topologia definita dal sistema di norme }}m,le uno spazio completo che definiremo delle funzioni infinitamente

    differenziabili a decrescenza rapida.

    Naturalmente

    Dpq Spq

    con inclusione continua: ogni funzione di Dpq appartiene a Spq eogni successione convergente di funzioni inDpq risulta convergente inSpq.

    Linsieme dei funzionali lineari continui su Dpq (il duale topologico diDpq) e denominato insieme delle distribuzionie viene indicato conD 1pq:

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    4 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    ogni TP D 1pq e quindi un funzionale lineare su Dpq (quindi un elemento

    del suo duale algebrico), che risulta inoltre continuo rispetto alla topologiadi Dpq. Si ha cioe:

    Tpq xT, y P C, @ P Dpq

    xT , 1 ` 2y xT, 1y ` xT, 2y @ , P C, 1, 2P Dpq

    Setju e una successione di funzioni in D che converge a P D,nella topologia specificata precedentemente, allora

    xT, jy j8

    xT, y in C

    Il duale topologico dello spazioSpq e detto delle distribuzioni temperatee viene indicato con S1pq: TP S1pq sexT, y e un funzionale lineare suSpq e se

    xT, jy j8

    xT, y in Cogni volta che

    supx rp1 ` |x|qm

    |D

    pj q|pxqs j8 0@ me l interi positivi o nulli e|| l (con la notazione precedente}j }m,l

    j8

    0,@ m, l P N).E facile convincersi che linclusione Dpq Spq, assieme alla continuitadellinclusione stessa, implicano che S1pq D1pq.

    D1pq eS1pq hanno la struttura di spazi vettoriali, quando si definisconosomma e prodotto per uno scalare nella maniera che segue:

    somma:

    xT1 ` T2, y xT1, y ` xT2, y @ T1, T2P D1pq prisp. S1pqq@ P Dpq prisp. Spqq.

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    5.2. LO SPAZIO DELLE DISTRIBUZIONID1 5

    prodotto per uno scalare:

    xT, y xT, y @ P C @ TP D1pq prisp. S1pqq@ P Dpq prisp. Spqq.

    Osservazione 1 La differenza traD1pq e il duale algebrico diDpq e dif-ficile da verificare. E cioe difficile caratterizzare funzionali lineari che non

    siano anche continui.

    La linearita di un funzionaleT suDpq sembra, da sola, implicare una certadose di continuita: in particolare la continuita lungo direzioni assegnate

    xT, ` thy xT, y ` txT, hy t0 xT, y @ , h P Dpqcioe: lungo la direzione h, il funzionale e continuo perche e lineare. Una

    successionetjujPNpotrebbe pero tendere acambiando costantemente di-rezione, e la linearita non implicherebbe, in questo caso, la continuita.

    Malgrado la convergenza inDpq sia molto forte, si puo dimostrare che esi-stono funzionali lineari suDpq che non sono continui. La dimostrazione sibasa su assiomi della teoria degli insiemi (assioma della scelta) e non e co-

    struttiva: non permette, cioe, di esplicitare un esempio di funzionale lineare

    non continuo suDpq.

    5.2 Lo spazio delle distribuzioni D1

    Una larga classe di funzioni e inclusa in maniera naturale nelle distribuzioni

    giustificando lidea che le distribuzioni costituiscano una generalizzazione del

    concetto di funzione.

    Per semplicita consideriamo Rn, Dpq D. Una funzione f da Rn a Csi definisce localmente sommabile se

    K

    |f|pxqdx 8 @ K compatto di Rn

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    6 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    Lo spazio vettoriale delle funzioni da Rn a C localmente sommabili si indichera

    con L1locpRnq. Definiamo il funzionale lineare su DxTf, y

    fpxqpxqdx

    ben definito poiche

    |xTf, y| |f|pxq||pxqdx sup

    x||

    supp |f|pxqdx 8 @ P D

    La maggiorazione precedente mostra inoltre che Tf e continuo su D

    (x

    Tf, jy

    0 quando j

    0 in D). Quindi TfPD1.

    Si noti inoltre che: fpxq pxqdx 0 @ P D

    fpxq 0 q. o. in Rn (provarlo)

    e quindi due funzioni localmente sommabili definiscono la stessa distribuzione

    se e solo se sono uguali quasi ovunque.

    Le funzioni localmente sommabili (meglio: le classi di equivalenza di funzioni

    localmente sommabili uguali q.o.) sono quindi immerse nelle distribuzioni.

    Esercizio 1 Verificare che 1

    |x|n non e localmente sommabile inRn, mentre

    e|x|2

    lo e.

    Le distribuzioni definite da funzioni localmente sommabili sono spesso deno-

    minate distribuzioni regolari.

    Si possono facilmente trovare distribuzioni in D1 che non sono definite da

    funzioni localmente sommabili. Lesempio classico e costituito dalla distri-

    buzione y (di Dirac) nel punto yP Rn:

    xy, y pyq @ P D

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    5.2. LO SPAZIO DELLE DISTRIBUZIONID1 7

    E immediato verificare che y e un funzionale lineare e che

    |xy, jy xy, y| j8

    0

    se j in D

    . Quindi yP D1 exy, y 0,@ P D, con supp pRnztyuq(compatto, essendo in D). Se una funzione f localmente sommabile

    definisse la stessa distribuzione, si avrebbe dunqueRn

    fpxqpxqdx 0 @ P D supp pRnztyuq

    Come precedentemente notato, questo implicherebbe che fpxq 0 q.o. inRnztyu, ovvero q.o. in Rn.Le distribuzioni sono dunque unestensione propria delle funzioni localmente

    sommabili.

    Diamo alcuni esempi di distribuzioni non regolari

    Parte principale di Cauchy o valore principale di Cauchy La funzio-

    ne 1

    xnon e integrabile su alcun compatto di R contenente lorigine e non e

    quindi localmente integrabile. Verifichiamo lesistenza di una distribuzio-

    ne p.p. 1x

    (Parte principale di 1x

    o valore principale di 1x

    ) che, fuori

    dallorigine, coincide con la funzione 1

    x. DefiniamoB

    p.p.1

    x,

    F lim

    0

    |x|

    pxqx

    dx

    per ogni P DpRq.Essendo

    |x|L|x|

    1

    x 0 @ L 0 e tenuto conto del fatto che per ogni P

    DpRqesiste un intervallorL, Ls che contiene il supporto di , se ne deduceche una versione alternativa della definizione precedente e la seguente

    xp.p. 1x

    , y lim0

    |x|L|x|

    pxq p0qx

    dx (5.1)

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    8 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    Per ogni funzione P DpRq, pxq p0q

    x supxPsupp |1pxq| e la funzione

    integranda, nel membro di destra della (5.1), risulta limitata e quindi inte-

    grabile inr, s. Si ha quindi

    xp.p. 1x

    , y |x|L

    pxq p0qx

    dx

    con supp rL, Ls.Il funzionale cos definito e evidentemente lineare.

    Se 0 in D allora supx |1pxq| 0 exp.p. 1x , y 0 in C. Di conse-guenza se j e una successione di funzioni test che converge in D a allora

    xp.p. 1x

    , jy xp.p. 1x , y e il funzionale risulta quindi continuo.

    Distribuzione superficiale di carica Data una funzione continuaSpyqdefinita su una (ipersuperficie) regolareSdi Rn si definisce

    xS, y

    S

    Spyq pyqdSpyq @ P D

    E un semplice esercizio verificare che S e una distribuzione e che non e una

    distribuzione regolare.

    Osservazione 2 Daremo nel seguito definizioni e proveremo proprieta del-

    le distribuzioni che generalizzano analoghe definizioni e proprieta di funzioni

    localmente sommabili. Ogni volta che le distribuzioni siano definite da funzio-

    ni localmente sommabili, bisognera verificare che le proprieta e le operazioni

    corrispondano a quelle classicamente definite sulle funzioni.

    Definizione Una successione di distribuzioni intTju P D1, si dira di Cau-chy se le successionixTj , y sono di Cauchy in C per ogni P D. Si diraconvergerea TP D1 se

    xTj, y j8

    xT, y in C, @ P D

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    5.2. LO SPAZIO DELLE DISTRIBUZIONID1 9

    Esercizio 2 Verificare che se Tj Tfj e T Tf, per fj effunzioni local-

    mente sommabili, la convergenza Tfj j8 Tf coincide con la convergenzaq.o. delle funzioni su ogni compatto.

    Gli esempi che seguono dimostrano che successioni di funzioni fi localmente

    sommabili, che non convergono nel senso delle funzioni, definiscono succes-

    sioni di distribuzioni che hanno sempre un limite in D1. Mostreremo anche

    esempi di successioni di funzioni convergenti nel senso delle funzioni, ma tali

    che la corrispondente successione di distribuzioni non converge alla distri-

    buzione definita dalla funzione limite. Al lettore e richiesto di convincersi

    che gli esempi di questultimo tipo non contraddicono laffermazione sulla

    convergenza di distribuzioni regolari fatta alla fine del periodo precedente.

    Esempio Si consideri la successione di funzioni localmente sommabili sulla

    retta realefjpxq sinpjxq. Per quasi ogni x non esiste il limite limj8

    sinpjxq.La successione non ammette quindi una funzione limite. Integrando per parti

    e tenendo conto che le funzioni di DpRq hanno supporto compatto, si ha pero

    xTfj , y 88

    sinpjxq pxq dx 1j

    88

    cospjxq 1pxq dx

    per ogni P DpRq. Se ne conclude che xTfj , y 0 quandoj 8, per ogni P DpRq, ovvero che la successione di distribuzioni Tfj tende a 0.

    Esempio Si consideri la successione di funzioni localmente sommabili sulla

    retta reale hjpxq sinpjxqx

    . Come nel caso precedente la successione non

    ammette limite nel senso della convergenza puntuale di funzioni. Nel senso

    delle distribuzioni si ha invece limj8Thj 0. Infatti, per ogni P DpRq

    xThj , y 88

    sinpjxqx

    pxq dx

    supp

    sinpjxqx

    rpxqp0qs dx `

    supp

    sinpjxqx

    p0q dx

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    10 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    Il primo integrale tende a 0 per il lemma di Riemann-Lebesgue. Se L 0 e

    tale che supp rL , Ls il secondo integrale diventasupp

    sinpjxqx

    p0q dx LL

    sinpjxqx

    p0q dx p0qj L

    j L

    sinpxqx

    dx

    che nel limite j 8 tende a p0q provando il risultato. (Per il calcolodellintegrale col metodo dei residui, si vedano gli esercizi alla fine del capitolo

    1).

    Unita approssimate Consideriamo in L1

    pR

    q la classe di unita approssi-

    mate che si ottengono per riscalamento di funzioni integrabili non negative

    (vedi lesempio nella sezione 3.6). Sia Jpxq P L1pRq con Jpxq 0 q.o. taleche

    R

    Jpxq dx 1. Abbiamo dimostrato nel capitolo 3 che la successioneJmpxq m Jpm xq e ununita approssimata e che quindi, in particolare,

    limm8

    88

    Jmpxq fpxq dx fp0q

    per ogni funzione complessa di variabile reale continua e limitata. Il risul-

    tato e quindi certamente vero per ogni funzione P DpRq e si traduce, nel

    linguaggio delle distribuzioni, nellaffermazione TJm m8 0.

    In particolare scegliendo

    Jpxq 1

    1

    1 ` x2 Jpxq 1

    x2 ` 2 1

    Im

    1

    x 1

    2

    1

    x ` 1

    x

    (dove si e preso 1{m per unificare la notazione con quella tradizionale)si ottiene il risultato, noto come formula di Breit-Wigner

    lim0 x2 ` 2 0

    Un esempio in Rn si ottiene considerando lunita approssimata, gia definita

    al capitolo 3, Jmpxq mnem2|x|2 che tende quindi alla 0 in D1pRnq.

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    5.2. LO SPAZIO DELLE DISTRIBUZIONID1 11

    Si noti che in entrambi gli esempi precedenti le successioni di funzioni tendono

    a zero per quasi ogni x mentre le corrispondenti successioni di distribuzioninon tendono alla distribuzione nulla.

    Esempio Le funzioni 1

    x ` e 1

    x sono, per ogni 0, localmentesommabili e definiscono quindi distribuzioni in D1pRq. Per che tende a0 tendono alla funzione 1{x che non e localmente sommabile e non defini-sce quindi una distribuzione. In D1pRq vale pero il risultato (formula diSokhotskj-Plemelji)

    lim0

    1

    x 0 `p.p.1

    x

    Infatti1

    x Re 1

    x ` Im 1

    x x

    x2 ` 2

    x2 ` 2La parte immaginaria del limite e dunque0 per la formula di Breit-Wigner. E lasciato come esercizio di verificare che, nel senso delle distribu-

    zioni,

    lim0

    x

    x2 ` 2p.p.

    1

    x

    La definizione di convergenza di successioni di distribuzioni in D1 suggerisce

    e implica la nozione di convergenza di una serie di distribuzioni alla sua

    somma. La serie8

    i0Ti di distribuzioni TiP D1 si dira convergere alla somma

    TP D1 se la serie di numeri complessi8

    i0xTi, y converge axT, y per ogni

    P D.

    Ad esempio la distribuzione T8i0 ci i, ciP C e ben definita in D1pRqpoiche per ogni P D

    xT , y

    i:iPsupp ci piq

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    12 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    che esiste per ogni scelta dei coefficienti ci essendo gli i P supp in numero

    finito.

    Concludiamo questa sezione con la definizione di supporto di una distri-

    buzione inD 1pq. La definizione di supporto di una funzione continua comela chiusura dei punti del dominio in cui la funzione e diversa da zero, data

    allinizio della sezione (3.6), e ovviamente inadatta a definire dove sia loca-

    lizzata una distribuzione, che non e una funzione di punto. Come nel caso

    del supporto essenziale di una funzione definita quasi ovunque, si comincera

    col definire la regione in cui una distribuzione e identicamente nulla.

    Diremo che una distribuzione TP D1pq e identicamente nullanellaperto1 sexT , y 0@ P Dp1q , cioe sexT , y 0 per ogni funzione ,infinitamente differenziabile, a supporto compatto contenuto in 1.

    Conseguentemente si dira che due distribuzioniT eT1 coincidono nellaperto

    quando la loro differenza T T1 e identicamente nulla in .

    Si dira supporto della distribuzione TP D1pq il complementare in delpiu grande sottoinsieme aperto di in cui la distribuzione T e identicamente

    nulla. Alternativamente il supporto di T e caratterizzato come lintersezione

    di tutti gli insieme chiusi Ctali che la distribuzione T e identicamente nulla

    in zC.

    Esercizio 3 Provare che

    per ogni funzione f continua, localmente sommabile, si ha supp fsupp Tf;

    il supporto della distribuzioneyP D1pq conyP e linsieme chiusotyu costituito dal solo punto y.

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    5.3. CALCOLO DIFFERENZIALE IND1 13

    Il sottoinsieme lineare E1pq di D 1pq delle distribuzioni a supporto com-

    patto in e un sottospazio chiuso di D 1pq: si puo dimostrare che e il dualetopologico dello spazio vettoriale C8pq con la topologia indotta dalla con-vergenza uniforme di tutte le derivate su ogni comparto K , generalmenteindicato con Epq.

    5.3 Calcolo differenziale in D1

    Per semplicita di notazione in questa sezione considereremo solo distribuzioni

    in D1pRn

    q.Definizione Sepxq P C8pRnq, il prodotto diper una distribuzioneTP D1e definito dalla

    x T , y xT , y @ P D

    La relazione precedente definisce la distribuzione TP D1 poiche:

    P D @ P C8pRnq, P D

    j D

    @ P C8pRnq se j D

    Definizione Se TP D1, la sua derivata parziale D T, di ordine ||, i volterispetto alla variabile xi, i 1 . . . n, e definita dalla

    xDT, y pq|| xT, Dy

    La distribuzione e ben definita poiche

    D P D @ P D loperazione di derivazione e lineare suD loperazione di derivazione e continua su D :Dj

    D

    D se j, D

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    14 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    Se T Tf conf localmente sommabile e con derivate localmente sommabili

    fino allordinel P N, alloraDTf TDfper || lpoiche, per integrazioneper parti,

    xDTf, ypqRn

    fpxqpDqpxqdx Rn

    pDfqpxqpxqdx

    Nel lemma che segue sono contenuti una serie di risultati che sono conse-

    guenza diretta delle precedenti definizioni e della linearita e continuita delle

    derivate in D

    Lemma 3

    Ogni distribuzione TP D1 e infinitamente differenziabile e le derivatesuccessive non dipendono dallordine in cui vengono calcolate

    DpDTq DpDTq D` T

    Per ogni multi-indice la derivataD e unapplicazione lineare e con-

    tinua daD1 aD1. In particolare

    seT limm8 Tm allora

    D T D p limm8 Tmq limm8 D

    Tm

    se la serie8

    m0Tm converge inD

    1 alla distribuzioneT, allora

    D T D 8

    m0Tm

    8m0

    D Tm

    Se pxq P C8pRn

    q e TP D1 allora per la distribuzione prodotto T,definita precedentemente, vale la regola di Leibniz

    BBxi p Tq

    BBxi T `

    BTBxi

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    5.3. CALCOLO DIFFERENZIALE IND1 15

    Sia y Ax`b la trasformazione affine di Rn in se stesso definita dalla

    trasformazione lineare A, non singolarep| det A| 0q, e dalla traslazioneb P Rn.Per una distribuzione TP D1 definiremo la composizione di Tcon la trasfor-mazione affine y Ax ` btramite la:

    xT pAx ` bq, y xT, pA1px bqq| det A| y

    In particolare la traslazionebT della distribuzione T e definita:

    xbT, p qyxT, p bqy

    E facile verificare che luguaglianza definisce una distribuzione in D1. Se

    T Tf con f localmente sommabile, luguaglianza e una conseguenza dellaformula per il cambio di variabili nellintegrale:

    Rn

    fpAx ` bqpxqdx 1| det A|Rn

    fpxqpA1px bqqdx

    Esercizio 4 Provare chexxT, y e una funzione infinitamente differenzia-bile inx (non necessariamente a supporto compatto)@ P D.

    Esempio il dipolo unitario in y di Rn, nella direzione n e la distribuzione

    Tdip

    xTdip , y lim0x1

    y`n, y x1

    y, y

    BBn pyqquindi il dipolo unitario e definitodalla distribuzioneBBn y.

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    16 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    Il nome deriva dal fatto che la distribuzioneB

    Bn

    y applicata al potenziale

    di carica puntiforme 1|x| fornisce il potenziale in del dipolo unitario

    xBBn y, 1

    |x | y B

    Bnx1

    |x |

    pyq

    n p yq|y |3

    Esempio Sia Hpxq la funzione di Heaviside da Ra C

    H

    px

    q 0 x

    0

    1 x 0

    allora si dimostra che

    H1pxq 0Infatti, per ogni P D, dalla definizione discende

    xH1 ,

    y xH , 1

    y 8

    0

    1

    pxq

    dx r

    p

    xqs80

    p0q x

    0 , y

    Piu in generale sia

    fpxq f pxq x 0 f pxq x 0

    conf ef funzioni derivabili m volte e tali che le funzioni e le loro derivate

    abbiano limiti finiti per x che tende a zero rispettivamente da destra e da

    sinistra. Utilizzeremo le notazioni

    j salto della jsima derivata : j limx0`

    fpjq` lim

    x0fpjq

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    5.3. CALCOLO DIFFERENZIALE IND1 17

    tfpjqu j m la funzione

    tfpjqupxq fpjqpxq x 0 fpjq`pxq x 0

    Ttfpjqu la distribuzione definita dalla funzione localmente sommabile

    tfpjqu.

    Con le notazioni precedenti, per integrazioni per parti, partendo dalla defi-nizione, si ricava la formula

    dm Tf

    d xm Ttfpmqu ` 0pm1q0 ` 1pm2q0 . . . m10

    dove con pjq0 abbiamo denotato la derivata jsima della distribuzione 0

    xpjq0 , y p 1qj x0 , pjqy p 1qj pjqp0q @ P D

    Infatti

    xd Tfd x

    , y xTf, 1y 08

    f pxq1pxq dx 80

    f pxq1pxq dx

    che per integrazione per parti nei due integrali, tenuto conto che ha sup-

    porto compatto, diventa

    xd Tfd x

    , y f p0qp0q `08

    f1pxqpxq dx ` f p0`qp0q `80

    f1`pxqpxq dx

    0p0q ` 88tf1pxqupxq dx 0x0 , y ` xTtf1u , yche dimostra la formula per la derivata prima. La formula per ogni altra

    derivata si ottiene per iterazione dello stesso risultato.

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    18 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    Esempio Consideriamo la generalizzazione dei risultati dellesempio prece-

    dente a Rn n 1.Sia Suna ipersuperficie regolare (le equazioni parametriche che la definisco-

    no sono espresse come eguaglianza a zero di funzioni molto regolari), di

    dimensionen 1, che divide Rn in due regioni connesse 1e 2. Spuo essereuna ipersuperficie aperta che divide Rn in due regioni infinite o una superficie

    chiusa che divide Rn in una regione limitata, interna allipersuperficie, e in

    una illimitata, esterna allipersuperficie.

    Sia funa funzione da Rn a C

    fpxq f1pxq x P 1 f2pxq x P 2

    conf1e f2funzioni rispettivamente da 1e 2a C, con tutte le derivate par-

    ziali continue fino allordine m e tali da avere limiti finiti sullipersuperficie.

    Come nellesempio precedente useremo la notazionetD fu per la funzione(localmente sommabile) che vale D f1 in 1 e D

    f2 in 2.

    Per integrazione per parti, come nellesempio precedente si ottiene

    BTfBxi Tt BfBxi u ` 0 ni S

    dove 0pyq per yP S e il salto della funzione f nel punto y della superfi-cie, quindi la differenza dei limiti della funzione f1pxq quando x tende, da1, al punto y sulla superficie, e di quello della funzione f2pxq quando xtende, da 2, allo stesso punto. nipyq indica la componente isima del ver-

    sore normale alla superficie in y, entrante nella regione 1 ovvero nipyq npyq i e la distribuzione S e la distribuzione di carica superficiale de-finita precedentemente. (Basta ricordare, o verificare, chepnpyq iq dSdx1 . . . d xi1 dxi`1 . . . d xn).

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    5.3. CALCOLO DIFFERENZIALE IND1 19

    Iterando il procedimento otteniamo

    B2 TfBx2i

    Tt B2fBx2i

    u ` i1 niS ` BBxi p0 ni Sq

    Tf Ttfu ` n1 S `BBnp0Sq (5.2)

    dovei1denota il salto della derivata parzialeisima, n1 il salto della derivatanormale.

    E interessante notare come la (5.2) permetta una dimostrazione indipenden-

    te di formule classiche dellanalisi vettoriale, conseguenze dei teoremi delladivergenza e di Stokes.

    Sia una regione aperta limitata di Rn che ha come bordo una ipersuperficie

    S regolare di dimensione n 1 e consideriamo le normali alla superficie Sdirette verso linterno della regione . Sia

    fpxq gpxq x P 0 x P Rnz

    con g che ha derivate continue fino al secondo ordine (quindi un Laplaciano

    localmente integrabile).

    Tenuto conto che, in questo caso, tfu g per x P , 0pyq gpyq per yP S e n1

    BgBnpyq per yP S, leguaglianza (5.2) tra distribu-

    zioni, applicata a una qualunque funzione P D da

    xTf,

    y xf ,

    y gpxq pxq dx xTtfu , y ` xn1 S, y ` x

    BBnp0Sq , y

    g pxq dx `

    S

    BgBnpyq pyq dSpyq

    S

    gpyq BBn pyq dSpyq

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    20 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    che fornisce la Formula di Green

    pgpxq pxq g pxqq dx S

    BgBnpyq pyq gpyq

    BBn pyq

    dSpyq

    Esercizio 5 Utilizzando la formula di Green proviamo che inD 1pRnqvale la

    1

    |x|n2 pn 2q Spnqp1q 0 per n 2 e log 1|x| 2 0 per n 2.

    Ricordiamo che con Spnqp1q abbiamo indicato al Cap. 3 la superficie della

    sfera unitaria inR

    n Spnqp1q

    2n2

    `n2 .Con calcolo diretto si ricava (provarlo) che, in ogni dimensione n, il Lapla-

    ciano di una funzione f : Rn C, che dipenda solamente dal|x|, e datoda

    pfqp|x|q d2 f

    d|x|2` n 1

    |x|d f

    d|x|Una funzionefche dipenda solo da|x| e quindi armonica inRnzt0u se

    pfqp|x|q d2 f

    d

    |x

    |2p|x|q ` n 1

    |x

    |

    d f

    d

    |x

    |p|x|q 0

    ovvero se

    d

    d|x|

    log d f

    d|x|

    n 1|x| d

    d |x|

    log 1

    |x|n1

    che ha soluzioni

    $&%

    fp|x|q A|x|n2` B n 2

    f

    p|x

    |q Clog 1

    |x|`

    D n

    2

    per qualunque scelta di costanti complesse A, B,C,D.

    Consideriamo il caso n2. Sia PDpRnq. La formula di Green applicataalla coppia di funzioni e

    1

    |x|n2 nel volume esterno alla sfera in Rn, di

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    5.3. CALCOLO DIFFERENZIALE IND1 21

    raggio r 0, centrata nellorigine, da

    |x|r

    1

    |x|n2pxq dx 1

    rn2|x|r

    BB|x|pyq dSpyq

    n 2rn1

    |x|r

    pyq dSpyq(5.3)

    Poiche la funzione e limitata e ha derivate parziali limitate|x|r

    BB|x| pyq dSpyq sup|x|r

    BB|x|Spnqprq e

    |x|r|pyq p0q| dSpyq sup

    |x|r|pxq p0q| Spnqprq

    conSnprq rn1 Snp1q (vedi Cap. 3) superficie della sfera di raggio r inRn.In particolare

    limr0

    1

    rn2

    |x|r

    BB|x|pyq dSpyq 0

    limr0

    1

    rn1

    |x|r

    ppyq p0qq dSpyq 0

    poiche sup

    |y

    |r

    |pyq p0q| tende a0 quando r 0.

    Dalleguaglianza (5.3) si ricava quindi

    limr0

    |x|r

    1

    |x|n2 pxq dx pn 2qSnp1qp0q

    La funzione 1

    |x|n2 e localmente sommabile e definisce quindi una distribu-zioneT 1

    |x|n2. Il risultato precedente implica che

    xT 1|x|n2 , y x 1

    |x|n2 , y Rn 1|x|n2 pxq dx pn 2qSnp1qp0qche e il risultato che volevamo dimostrare per n2. Il risultato per n2si dimostra in maniera identica.

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    22 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    5.4 La trasformata di Fourier in S1

    Definizioni e proprieta delle distribuzioni temperate non risultano essere es-

    senzialmente diverse da quelle che abbiamo visto per le distribuzioni. Una im-

    portante differenza e costituita dal fatto che non tutte le funzioni localmente

    sommabili definiscono una distribuzione temperata.

    Infatti perche una funzione fdefinisca una distribuzione temperata e neces-

    sario che il funzionale

    Rn

    fpxq pxq dxsia finito per ogni P Se sia continuoinS. Se e una funzione a decrescenza rapida il prodottof non necessaria-

    mente decresce allinfinito per ogni f localmente sommabile e, in particolare,

    non necessariamente e integrabile. Come esempio si puo considerare il caso

    e|x|2 P Se f e|x|2 che e localmente sommabile; il loro prodotto f 1non risulta integrabile.

    E facile convincersi che una funzione localmente sommabile definisce una di-

    stribuzione temperata se cresce allinfinito al piu polinomialmente, se esiste

    cioe unm tale che

    |f

    px

    q| C

    p1

    `|x

    |qm. In questo senso le distribuzioni tem-

    perate TP S1 sono una generalizzazione delle funzioni da Rn a Clocalmentesommabili che crescono al piu polinomialmente.

    Per motivi analoghi non e definito il prodotto di una distribuzione tempe-

    rata per una qualunque funzione P C8pRnq. Infatti perche la definizionexT , y xT , y abbia un senso e necessario che lapplicazione che a P Sassocia la funzione trasformi in maniera continua lo spazio di funzioni te-

    st S in se stesso. Per questo la infinita differenziabilita di e condizione

    necessaria, ma non sufficiente. La funzione dovra anche crescere al piu

    polinomialmente allinfinito perche appartenga a S.

    Come avevamo gia notato S1pRnq D1pRnq. Le considerazioni precedenti

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    5.4. LA TRASFORMATA DI FOURIER INS1 23

    confermano che linclusione e stretta, poiche, per esempio, le funzioni local-

    mente sommabili, che crescono piu che polinomialmente, appartengono a D 1ma non a S1. Si dimostra pero che tutte le distribuzioni a supporto com-

    patto (lo spazio E1 definito alla fine della sezione 5.2) appartengono a S1. In

    effetti abbiamo asserito, senza dimostrarlo, che E1 e il duale topologico dello

    spazio E delle funzioni infinitamente differenziabili, con la topologia indotta

    dalla convergenza uniforme su ogni compatto. Poiche, come e immediato

    verificare, S e incluso in maniera continua in Ene discende che E1 S1 1.Il risultato puo comunque essere provato in maniera diretta mostrando che

    per ogni distribuzione T a supporto compatto e per ogni successione pnq

    di funzioni in S, convergente in S, esiste una successione di funzioni pnq

    convergente in D tale che pnq pnq in ogni punto del supporto di T.

    Esercizio 6 Provare che ogni distribuzione a supporto compatto e una di-

    stribuzione temperata

    Vogliamo generalizzare alle distribuzioni temperate la definizione di tra-

    sformata di Fourier per funzioni integrabili (che sono certamente incluse nelle

    distribuzioni temperate). Come abbiamo fatto per le altre operazioni lineari

    sulle funzioni la definizione delloperazione sulle distribuzioni verra data per

    dualita.

    Definiremo trasformata di Fourier della distribuzione temperata T

    la distribuzione temperata T

    xT ,

    y xT ,

    y (5.4)

    La (5.4) definisce una distribuzione temperata poiche lapplicazione econtinua da Sin se stesso (in effetti su se stesso). Nel Cap.3 abbiamo dimo-

    1In definitiva si ha la catena di inclusioni D S E e anche E1 S1 D1

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    24 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    strato alcune proprieta delle trasformate di Fourier di funzioni infinitamente

    differenziabili a decrescenza rapida che qui riportiamo:data una funzione P S

    pkq Rn

    pxqei2 kx dx P S

    pxq

    pkqei2 kx dkpDqpkq p i2q|| pyxq pkq

    zD pkq pi2q|| kpkq

    coni 0, 1, . . . , n, || i

    i, x

    n

    i1x

    ii , D

    B||

    Bx11 . . . BxnnDaltra parte, abbiamo mostrato che la trasformata di Fourier di una funzione

    a supporto compatto non ha mai supporto compatto. In particolare quindi

    ogni funzione di D ha una trasformata di Fourier che certamente non sta in

    D. E quindi impossibile definire la trasformata di Fourier in D1. La principale

    ragione dellintroduzione delle distribuzioni temperate e appunto quella che,

    per tali distribuzioni, e possibile definire la trasformata di Fourier, fornendo

    un strumento tecnico di grande importanza nelle studio delle soluzioni debolidi equazioni differenziali alle derivate parziali, come vedremo piu avanti.

    Esempio La trasformata di Fourier della distribuzione 0 e la funzione co-

    stante fpxq 1@xP Rn; piu in generale la trasformata di Fourier delladistribuzioney con yP Rn e la funzione gpxq e2xy. Infatti

    xy, y xy, y pyq Rn

    pxqe2xy dx xTg, y

    Esempio La trasformata di Fourier della funzione costante fpxq 1 @xPRn e la distribuzione 0. Infatti

    xTf, y xTf, y Rn

    pkq dkRn

    pkq e2kx x0 dk p0q x0 , y

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    5.4. LA TRASFORMATA DI FOURIER INS1 25

    Gaussiana con varianza immaginaria Sia fpxq eit|x|2 . Essendo f

    limitata su tutto Rn definisce una distribuzione temperata Tf:

    xTf, y Rn

    fpxqpxqdx P S

    Poiche sappiamo che per P R`

    {e|x|2{ n{2 e|k|2possiamo prevedere che la trasformata di Fourier della distribuzione Tf sia

    data da Tg, con g ottenuta ponendo nella relazione precedente 1it

    .

    In effetti, dalla formula di Parseval, per t 0Rn

    et|x|2

    pxqdx tn{2Rn

    e|x|2{tpxqdx @ P S.

    La funzioneFpzq Rn

    e2z|x|2 pxqdxe la funzioneGpzq z n{2

    Rn

    e|x|2{2z pxqdx

    sono analitiche per Re z 0 e coincidono sullasse reale (positivo). (Notareche gli integrali convergono per Re z 0 Re1

    2z 0).

    Fpzq e Gpzq coincidono quindi su tutto il dominio di analiticita Rez 0poiche in tale semipiano semipiano

    pF

    pz

    qG

    pz

    qqe analitica, e nulla sullasse

    reale ed e quindi nulla in tutto il dominio di analiticita.

    Per il teorema di dominata convergenza esistono e sono uguali i limiti di Fpzqe Gpzq quando z it, con t reale 0.Per Re z 0 z n{2 1|z|n{2 e

    i arg z n{2, con {2 arg z {2Prendendo il limite z itquindi

    arg z {2 per t 0arg z

    {2 per t

    0

    Tf Tg, con g 1

    itn{2

    ei|x|2{t

    conpitqn{2 "|t|n{2 ei4 n t 0

    |t|n{2 ei4 n t 0

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    26 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    Esercizio 7 La funzione di Heaviside Hpxq e limitata quindi definisce una

    distribuzione temperata. Hpxq non e integrabile quindi la sua trasformata diFourier non e definita nel senso del le funzioni. Provare che

    Hpxq 2

    1

    x

    SuggerimentoxTH, y xTH, y lim0

    80

    ek pkqd k . . ..

    Dalla definizione e dalle proprieta della trasformata di Fourier per le fun-

    zioni inSdiscendono le proprieta della trasformata di Fourier inS1affermate

    nel teorema

    Teorema 4 La trasformata di Fourier e un isomorfismo inS1. Valgono le

    proprieta

    Per ogni funzionefP L1pRnq (quindi localmente sommabile e che noncresce piu che polinomialmente)

    Tf

    Tf

    e la trasformata di Fourier di distribuzioni temperate e quindi compa-

    tibile con limmersione diL1pRnq inS1pRnq.

    Esiste un inversa inS1pRnq della trasformazione di Fourier ed e il dualedellinversa inS

    T T con xV , y xV , y @ P S VP S1

    Valgono le proprieta

    DT pi2q||yxTzDT pi2q||kT

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    5.5. LA CONVOLUZIONE TRA DISTRIBUZIONI 27

    Dimostrazione Se fP L1pRnq e P SpRnq allora la funzione fpxqpq e

    certamente integrabile in R2n e vale la successione di uguaglianze

    xTf, y xTf, y Rn

    fpxq

    Rn

    e2xpqd dx

    Rn

    pq

    Rn

    fpxqe2xdx

    d xTf, y

    dove si e utilizzato il teorema di Fubini per lo scambio dellordine di integra-

    zione.

    Le altre proprieta affermate nel teorema sono una semplice conseguenza

    della definizione di trasformata di Fourier in S1 e delle equivalenti proprieta

    della trasformata di Fourier di funzioni in S e la loro verifica e lasciata al

    lettore.

    5.5 La convoluzione tra distribuzioni

    Se f e g sono funzioni in L1pRnq la loro convoluzione e ben definita e, comeabbiamo visto nel Cap. 3, appartiene a L1pRnq. Le funzionif , g , e f gdefiniscono dunque tre distribuzioni temperate e per ogni funzione test in

    S( a maggior ragione per P D) vale la

    xTf g, y Rn

    pxq

    Rn

    fpx yq gpyq dy

    dx R2n

    fpq gpyqp yq d dy

    (5.5)cioe appare come il valore che la distribuzione associata alla funzione local-

    mente sommabile in R2n fpq gpyq assume sulla particolare funzione test inR2n che si ottiene prendendo una funzione test in Rn e calcolandola in` y.

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    28 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    Leguaglianza appena scritta sara la guida per la definizione di convoluzione

    per distribuzioni in D1 e in S1. Problemi verranno dalla circostanza che sePDpRnq (rispettivamente PSpRnq) non si verifica mai che px ` yq ap-partenga a DpR2nq (rispettivamente a SpR2nq) . La definizione sara quindiristretta a distribuzioni con particolari proprieta di supporto.

    Con la notazione

    x PRm yPRn px, yq P Rm`n

    il prodotto tensoriale tra due funzioni f : Rm C eg : Rn C e definitocome la funzione

    fb g : Rm`n C pfb gqpx, yq fpxq gpyqSef : Rm Ce g : Rn Csono localmente integrabili e P C80pRm`nq

    px, yq x P Rm, yP Rn

    allora supp |fpxq gpyq px, yq| supp px, yq e fpxqgpyqpx, yq e integrabilein Rm`n.

    Per il teorema di FubiniRm`n

    fpxqgpyqpx, yq dxdyRm

    fpxq"

    Rn

    gpyqpx, yqdy*

    dx

    Rn

    gpyq"

    Rm

    fpxqpx, yqdx*

    dy

    Il seguente teorema, che non dimostreremo, permette di generalizzare alle

    distribuzioni la definizione di prodotto tensoriale

    Teorema 5 seT e una distribuzione inD 1

    pRm

    q(risp. inS1

    pRm

    q) eV e una

    distribuzione inD1pRnq (risp. inS1pRnq) allora esiste una sola distribuzioneW Tb V inD1pRm`nq tale che per ogni P DpRmq eP DpRnq si abbia

    xTb V , b y xT , yxV , y

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    5.5. LA CONVOLUZIONE TRA DISTRIBUZIONI 29

    Esplicitando per ciascuna distribuzione la variabile su cui opera, per ogni

    funzione test px, yq inRn`m si ha Il prodotto e commutativo

    xW , y xTxxVy, y y xVyxTx , yy

    il prodotto tensoriale e associativopTx b Vyq b Rz Tx b pVy b Rzq Tx b Vy b Rz

    Dx

    pT

    bV

    q Dx T

    bV

    pxqpTb Vq Tb V P C8pRmq (risp. P C8pRmq a crescita al piu polinomiale).

    Se T P D1pRnq (risp. S1pRnq) e V P D1pRnq (risp. S1pRnq) l a (5.5)suggerisce la definizione

    xT V, y xTx b Vy, px ` yqy @ P C80pRnq prisp. P Sq (5.6)

    Come abbiamo gia fatto notare si verifica che entrambe le affermazioni

    px ` yq ha supporto limitato in R2n , se ha supporto limitato in Rn

    px ` yq P SpR2nq se P SpRnq

    sono false. Se, ad esempio, P DpRnq ha supporto compatto KP Rn ilsupporto della funzione px ` yq in R2n e linsieme che si ottiene traslandoK lungo la diagonale secondaria x ` y 0, che non e mai compatto. In

    altre parole x ` y puo rimanere in un insieme limitato, malgrado sia x chey vadano allinfinito. Daremo, nel seguito, solo condizioni sufficienti perche

    la convoluzione esista in D1 (risp. inS1) individuando casi speciali in cui la

    (5.6) definisce correttamente una distribuzione.

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    30 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    Definizione Due distribuzioni T eV inD 1 si definiscono soddisfare lacon-

    dizione del supporto se per ogni compatto KP Rn linsieme (chiuso)KT,V tpx, yq P Rn Rn :x P supp T , yP supp V, x ` yP Ku

    risulta compatto in R2n.

    E chiaro che la condizione del supporto costituisce una condizione suf-

    ficiente perche la (5.6) sia una definizione ben data in D1: siano infatti T

    e Vdue distribuzioni che soddisfano la condizione del supporto, per ogni

    P DpRnq sia KT,V linsieme compatto definito precedentemente e relativoa K supp . Sia px, yq P C80pR2nq una funzione infinitamente differen-ziabile a supporto compatto con px, yq 1@px, yq P KT,V (abbiamo vistonel Cap.3 che una tale funzione esiste e ne abbiamo dato una espressione

    esplicita). Valgono allora le due proprieta

    px, yq px ` yq P DpR2nq

    xTx

    bVy,

    px, y

    q

    px

    `y

    qy non puo differire da

    xTx

    bVy,

    px

    `y

    qypoiche ognipx, yq P R2nzKT,V e esterno apsupp T supp Vqtpx, yq :px ` yq P supp u

    Intesa come applicata alla funzione px, yq px ` yqla (5.6) definisce quindiun funzionale lineare su D se T e V soddisfano la condizione del supporto.

    E facile verificare che il funzionale e continuo.

    Se una delle distribuzioni ha supporto compatto la condizione del sup-

    porto e certamente valida: e vero infatti che se x(risp. y) appartiene ad uninsieme limitato di Rn e anchex ` y appartiene ad un insieme limitato di Rnallora y (risp. x) appartiene ad un insieme limitato di Rn e, di conseguenza

    px, yq appartiene ad un insieme limitato di R2n. Limitandoci al caso in cui

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    5.5. LA CONVOLUZIONE TRA DISTRIBUZIONI 31

    una delle distribuzioni sia a supporto compatto, partendo dalla definizione

    (5.6) si dimostrano facilmente i teoremi:

    Teorema 6 : Sia TP D1 e sia V P D1 a supporto compatto. Sia P D,allora

    xT V, y xTx b Vy, px ` yqy

    ( xTxb Vy, pyqpx ` yqy con P D, supp supp V, pyq 1, yPsupp V) definisce in maniera unica una distribuzione inD1.

    Valgono le proprieta

    a) T V V T

    b) DpT Vq DT V T DV

    c)@TP D1 si ha0 T T 0 T

    Vale inoltre che

    d) se P D eVP D1 alloraT V esiste ed e uguale aTV

    e) se V P D1 ha supporto compatto e f e una funzione infinitamentedifferenziabile, allora la convoluzione V Tf esiste ed e una funzioneinfinitamente differenziabile. Si haV Tf TV f

    Dimostrazione Essendo in tutti i casi una delle distribuzioni a supporto

    compatto la proprieta del supporto e sempre soddisfatta, in qualunque ordinela convoluzione venga definita.

    La commutativita del prodotto tensoriale nella definizione (5.6) implica la

    commutativita della convoluzione (proprieta a)).

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    32 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    La proprieta b) e una conseguenza della definizione di derivata D di una

    distribuzione e del fatto che Dx px ` yq Dy px ` yq. InfattixDpT Vq , y p1q|| xpT Vq , D y

    p1q|| xpTb Vq px, yq , D px ` yqy p1q|| xTxxVy, Dy px ` yqyy p1q|| xTx ,xpDVq pyq , px ` yqyy xpT DVq px, yq , px ` yq y y xT DV , y

    La proprieta c) e una conseguenza immediata della definizione

    x0 T , y x p0 b Tq px, yq , px ` yq y xTyx0pxq , px ` yq y yxT , y

    La prova delle proprieta d) e e) e lasciata come esercizio.

    Analoghi risultati per le distribuzioni temperate sono raccolti nel seguen-

    te:

    Teorema 7 :

    a) Sia TP S1 e sia P S. AlloraxpT q , y xT , y @P S,con pxq pxq, definisce la distribuzione temperata T la cuitrasformata di Fourier soddisfa

    zT Tb) Sia T P S1 e sia V P D1 a supporto compatto. Allora T V e una

    distribuzione temperata che soddisfa le proprieta

    DpT Vq DT V T DV

    {T V T V

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    5.6. APPLICAZIONI 33

    Dimostrazione Sappiamo che la convoluzione di due funzioni in S appar-

    tiene ancora a S. In piu lapplicazione che a P S associa e continuain S. La relazionexpT q , y xT , y @P Sdefinisce quindi unadistribuzione temperata e si ha

    x{pT q , y x pT q , y xT , y xT ,- y xT ,| qy xT , y xT , y

    che prova la a).

    Non daremo qui la prova di b) che si basa sul fatto che la trasformata

    di Fourier di una distribuzione a supporto compatto (quindi temperata) e

    una funzione infinitamente differenziabile le cui derivate hanno crescita al

    piu polinomiale.

    5.6 Applicazioni

    In questultimo paragrafo mostreremo alcuni esempi di applicazione della

    teoria delle distribuzioni allanalisi qualitativa e quantitativa delle soluzioni di

    equazioni differenziali a coefficienti costanti di interesse nella Fisica Teorica.

    Trattandosi di un corso introduttivo rinunceremo a una trattazione rigorosa

    e generale. Ci limiteremo a trattare casi specifici: lequazione di Poisson,

    lequazione di Helmoltz, lequazione di Schrodinger e lequazione delle onde.

    Inizialmente i problemi verranno solo analizzati in tutto Rn. Particolari pro-

    blemi con condizioni al bordo su domini limitati diRn

    saranno analizzatisinteticamente alla fine del paragrafo. Il caso n 1, cioe il caso di equazionidifferenziali ordinarie per funzioni della veriabile reale t0, con condizioniassegnate in t 0 , viene risolto sfruttando le proprieta della convoluzione

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    34 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    per distribuzioni sulla retta reale positiva, dando luogo al cosiddetto calco-

    lo simbolico. Non tratteremo il calcolo simbolico che verra sintetizzato inunappendice alla fine del capitolo.

    Ancora ricorrendo alla notazione multiindice , sia Ppxq un polinomio digrado mnelle n variabilipx1, . . . xnq x P Rn a coefficienti complessi c

    Ppxq

    ||mcx

    .

    SiaPpDq loperatore differenziale, a coefficienti costanti, che si ottiene sosti-tuendox nel polinomio con loperatore di derivazione D :

    PpDq ||m

    cD.

    Come abbiamo gia notato (paragrafo (5.3)), PpDq trasforma in maniera con-tinua D (risp. S) in D (risp. S) e per dualita trasforma D1 (risp. S1) in D1

    (risp. S1).

    Sia VP D1 rispettivamente VP S1. Se esiste una distribuzione T (risp. unadistribuzione temperata) che soddisfa leguaglianza PpDq T V ovvero se

    @

    PD (rispettivamente

    PS)

    xPpDq T , y ||m

    p1q||xT , D y xV , y (5.7)

    allora T si dira una soluzione debole (risp. debole temperata) della

    equazione differenziale.

    Unimportante branca della teoria analizza il problema della regolarita delle

    soluzioni deboli (5.7). Si tratta cioe di stabilire quali operatori differenziali

    siano tali che ogni soluzione debole della (5.7), con V sufficientemente rego-

    lare, sia anche una soluzione forte: con questo si intende che la soluzioneabbia derivate continue fino allordine m e che luguaglianza sia verificata co-

    me uguaglianza puntuale di funzioni continue. Queste note non esploreranno

    questo problema.

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    5.6. APPLICAZIONI 35

    Una distribuzione (risp. una distribuzione temperata) F si dira una solu-

    zione fondamentale relativa alloperatore differenziale PpDq se soddisfa,nel senso delleguaglianza di distribuzioni,

    PpDq F 0

    Dimostreremo solo la parte piu elementare del seguente teorema sulle solu-

    zioni deboli (quindi in D1)

    Teorema 8 Per ogni PpDq della forma indicata precedentemente esiste al-meno una soluzione fondamentale inD1.

    L equazione differenzialePpDqT Vammette almeno una soluzione inD1per tutte le distribuzioniV che soddisfano la proprieta del supporto con una

    soluzione fondamentale F relativa a PpDq. In tal caso la soluzione ha laforma

    T F VIn particolare la soluzione esiste sempre se il supporto diV e limitato.

    Dimostrazione Non dimostreremo la prima parte del teorema riguardante

    lesistenza di almeno una soluzione fondamentale. SiaFuna tale soluzione.

    Poiche la coppiapF , Vq soddisfa la proprieta del supporto, la convoluzionetra le due distribuzioni e ben definita e

    PpDqpF Vq pPpDqFq V 0 V V

    come asserito nella seconda parte del teorema.

    Per quanto riguarda le soluzioni deboli temperate, la forma dellequazione

    suggerisce luso della trasformata di Fourier. Formalmente

    PpDqT 0 Pp2kqT 1 (5.8)

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    36 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    La (5.8) sembra indicare che la soluzione fondamentale possa essere lanti-

    trasformata dellinverso del polinomio Pp2kq. Lintuizione e certamentefruttuosa se il polinomio non ha zeri in Rn mentre deve essere ulteriormente

    elaborata se lequazione Pp2kqT 0 ha soluzioni in S1 e/o se linverso delpolinomio non definisce una distribuzione temperata.

    Riportiamo, senza prova, un teorema generale di esistenza, per poi procedere

    a esempi specifici di utilizzo della trasformata di Fourier di distribuzioni per

    il calcolo delle soluzioni fondamentali di alcune equazioni differenziali alle

    derivate parziali a coefficienti costanti.

    Teorema 9 SiaPun polinomio inn variabili a coefficienti complessi e sia

    VP S1. Allora

    esiste almeno una distribuzione temperata Tche soddisfa la relazione

    P T V.

    La soluzione e unica se il polinomio P non ha zeri reali.

    Loperatore differenzialePpDq ha almeno una soluzione fondamentaleFP S1.

    SePp2kq non ha zeri reali la soluzione fondamentale e unica.

    SeVPS1 allora esiste almeno una distribuzione temperataT tale chePpDqT Ve ha la formaT F V

    Negli esempi che seguono utilizzeremo la trasformata di Fourier e la con-voluzione di distribuzioni temperate per il calcolo delle soluzioni fondamentali

    di alcune equazioni differenziali alle derivate parziali rilevanti per la Fisica

    teorica e applicata

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    5.6. APPLICAZIONI 37

    Equazione di Poisson Abbiamo gia mostrato (vedi lesercizio 5) che

    1pn 2q Spnqp1q |x|n2

    0

    per n 2 e

    1

    2log

    1

    |x|

    0

    per n

    2.

    Conosciamo quindi soluzioni fondamentali del Laplaciano in ogni dimensione.

    Altre soluzioni fondamentali in D1 si ottengono sommando, a quelle date

    sopra, soluzioni della equazione omogenea f 0 (funzioni armoniche) chesono tutte localmente sommabili e quindi definiscono una distribuzione. Allo

    stesso modo si possono trovare soluzioni fondamentali temperate aggiungendo

    a quelle date sopra funzioni armoniche che siano a crescita al piu polinomiale.

    La specificazione e necessaria perche esistono funzioni armoniche, localmente

    sommabili, ma la cui crescita non e polinomiale: per n 2, ad esempio, lafunzioneex1 cos x2 e armonica ma cresce nella direzione 1 piu rapidamente di

    qualunque polinomio.

    Vediamo come ottenere il risultato utilizzando la trasformata di Fourier.

    LequazioneFL 0 si legge, in trasformata di Fourier,

    42|k|2FL 1

    La funzione 142|k|2 e una funzione localmente sommabile solo in dimen-

    sione n 3. Non e quindi immediato ritrovare le soluzioni fondamentali giacitate, servendosi della trasformata di Fourier, in dimensioni n 1e 2. Per

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    38 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    n 3 si ha per ogni P S

    xFL , y xFL, qy R3

    142|k|2

    R3

    e2kx pxq dx dk lim

    R8

    |k|R

    1

    42|k|2

    R3

    e2kx pxq dx

    dk

    limR8

    R3

    |k|R

    e2kx

    42|k|2 dk

    pxq dx

    limR8

    R3

    R0

    2|k|2

    0

    e2|k||x| cos

    42|k|2 sin d

    d|k|

    pxq dx

    limR8 R3 R

    0

    1

    2 sinp2|k| |x|q|k| |x| d|k|pxq dx

    R3

    pxq4|x| dx xT 14|x| , y

    dove si e utilizzato il teorema di Fubini per lo scambio dellordine di integra-

    zione e il fatto che

    88

    sin y

    y dy . Abbiamo quindi ritrovato il risultato

    ottenuto precedentemente per n 3.

    Conoscendo la soluzione fondamentale siamo ora in grado di esplicitare

    le soluzioni del problema con sorgenti (equazione di Poisson). Limitandocial caso di una distribuzione di sorgenti a supporto compatto (che certamente

    soddisfa la proprieta del supporto assieme alla soluzione fondamentale) si ha:

    Teorema 10 Se T P D1pRnq e a supporto compatto allora una soluzionedellequazione di Poisson

    V T

    e la distribuzioneFL T.

    Il teorema generalizza lequazione di Poisson (e la formula per il potenziale

    di una carica distribuita in maniera continua in una regione limitata) a sor-

    genti di campo che sono definite solo come distribuzioni (cariche puntiformi,

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

    40/60

    5.6. APPLICAZIONI 39

    distribuzioni di carica o di dipoli su una superficie etc.).

    In particolare pern 3 e T T, condistribuzione continua di sorgenti inuna regione limitata, troviamo la formula classica del potenziale coulombiano

    Vpxq R3

    pyq4|x y| dy

    Equazione di Helmholtz Lequazione di Helmoltz per la soluzione fonda-

    mentale FH FH 0 in trasformata di Fourier risultap42|k|2

    q FH 1. Per reale positivo il polinomio 42

    ni1 k

    2

    i` non ha zeri rea-li. Lunica soluzione temperata si ottiene allora come antitrasformata della

    funzione localmente sommabile (per ogni n) 142|k|2` . Il calcolo risulta

    semplice per n 1 e per n 3. E lasciato come esercizio verificare che

    FH e?

    |x|

    2?

    n 1

    FH 14

    e?

    |x|

    |x

    |

    n 3

    Equazione del calore La soluzione fondamentale dellequazione del calore

    in n dimensioni spaziali e una temporale soddisfa lequazione

    BFCBt FC 0

    che, in trasformata di Fourier, si legge

    p2k0 ` 42n

    i1k2i qFC 1

    Si tratta dunque di calcolare:

    FCpt, xq 12

    Rn

    dk

    88

    e 2 k0t` 2 k x

    k0 ` 2 |k|2dk0

    . (5.9)

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    40 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    Per lintegrazione in k0 si utilizza il metodo dei residui su un semicerchio

    di centro lorigine, contenuto nel semipiano Imk0 0. Il lemma del cerchiogrande e il teorema dei residui implicano che, per t 0 si abbia1

    88

    e 2 k0t

    k0 2 |k|2 d k01

    2Resk0 2 |k|2

    e2 k0t

    k0 2 |k|2

    2 e42 t |k|2.

    Da cui

    FCpt, xq Rn

    e42 t |k2|` 2 k x d k.

    FCpt, xq risulta quindi lantitrasformata in Rn della gaussiana e42 t |k|2. Nel

    terzo capitolo abbiamo provato chepGpkq n{2 e |k|2 e la trasformata diFourier di Gpxq e |x|2{.Prendendo 4 t si ottiene dunque

    FCpt, xq 1p4 tqn{2 e |x|2

    4 t t 0. (5.10)

    Per t 0, lintegrale, calcolato con il metodo dei residui, utilizzando uncerchio nel semipiano Imk0 0, fornisce FCpt, xq 0. Si ha quindi indefinitiva

    FCpt, xq Hptqp4 tqn{2 e|x|2

    4t (5.11)

    conHptq funzione di Heaviside. Lequazione del calore descrive vari fenomenidi evoluzione indagati dalla Fisica Classica. In particolare levoluzione del

    campo di temperatura in un mezzo in cui il calore si propaga esclusivamente

    per conduzione o la densita di un soluto che diffonde in un solvente.

    Nella maggioranza dei casi pratici i problemi di evoluzione si presentano

    nella maniera seguente: accertati i valori delle quantita fisiche rilevanti ad

    un tempo t0, prevedere la loro evoluzione per tempi successivi a t0.Allinterno del modello teorico, che vuole descrivere il processo di evoluzione,

    la possibilita predittiva si traduce della ricerca di soluzioni del problema di

    Cauchy per le equazioni del modello.

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    5.6. APPLICAZIONI 41

    Al quadro delineato precedentemente si aggiunge la necessita di formalizzare

    nel modello leffetto dellambiente esterno al sistema in esame. Questo sitraduce nellaggiunta di termini di sorgente nellequazione e in piu o meno

    complicate condizioni al bordo, sulla frontiera della regione che contiene

    il sistema in esame, che le soluzioni delle equazioni devono soddisfare.

    Analizziamo, nel caso dellequazione del calore, il problema di Cauchy in

    tutto Rn:BBt TT V con Tp0, xq T0pxq. (5.12)

    Per esemplificare, siaTpx, tq la temperatura in un punto x, al tempot, in unmezzo solido (assenza di moti convettivi). Lequazione del calore sintetizza

    le due leggi:

    il calore fluisce nella direzione e proporzionalmente al gradiente della

    temperatura (dalle parti piu calde a quelle piu fredde);

    la temperatura in un punto cresce proporzionalmente alla divpTq T, cioe al flusso di calore, per unita di volume attorno a quel punto.

    I coefficienti di proporzionalita, conducibilita termica e calore specifico, sono

    stati fissati ad un valore unitario.

    LaVnella (5.12) indica leffetto di sorgenti esterne che immettono (o tolgono)

    calore in qualche punto del mezzo. A V e richiesto di essere una distribuzione

    di cui si possa fare la convoluzione con la soluzione fondamentale che abbiamo

    trovato.

    Con un ragionamento di cui non giustificheremo il dettaglio, le condizioniiniziali possono essere inglobate nelle sorgenti: siaTexpx, tq la funzione che siottiene estendendo ai tempi t 0 la soluzione Tpx, tq ponendo il suo valore,per tempi negativi, a 0:

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    42 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    Texpx, tq "Tpx, tq t 00 t 0La distribuzione Texpx, tq, definita dalle due funzioni regolari Tpx, tq e 0,rispettivamente in ` tpx, tq| t 0u e tpx, tq| t 0u, soddisfa

    B2Bx2 Tex

    "B2Bx2 Tex

    * BBt Tex

    " BBt Tex

    *` T0 0 (5.13)

    dove abbiamo scelto la normale allipersuperficie t 0 con il verso dei tcrescenti, da cui

    BBn

    BBt

    .

    Lequazione del calore per la distribuzione Tex diventa

    BBt Tex

    B2Bx2 Tex Vex ` T0

    ptq0

    (con Vex estensione della distribuzione delle sorgenti a t 0 con la distri-buzione nulla).

    La conoscenza della soluzione fondamentale (unica in questo caso) ci permet-

    te quindi di dare unespressione esplicita dellunica soluzione del problema di

    Cauchy per lequazione del calore:

    Tpx, tq FC

    Vex ` T0ptq0

    FC Vex ` ptq0 Rn

    FCpt, x yqT0pyqdy

    FC Vex `Rn

    FCpt, x yqT0pyqdy.(5.14)

    Nel caso in cui le sorgenti siano descritte da una funzione continua px, tq:

    Tpx, tq 80Rn

    FCpt s, x yqpy, sq dtdx

    Esercizio 8 Dare lespressione della soluzione dellequazione del calore sen-

    za sorgenti: sulla semiretta reale positiva, con le condizioni iniziali e al bordo

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    5.6. APPLICAZIONI 43

    seguenti

    BBt Tpt, xq `Tpt, xq Tp0, xq T0pxq x P r0, 8q$&% Tpt, 0q 0 @toppureB

    B x Tpt, 0q 0 @ t

    Suggerimento: estendere le condizioni iniziali a tutta la retta reale come

    funzioni pari o dispari a seconda delle condizioni in0. Risolvere il problema

    su tutta la retta reale, verificando che le condizioni nellorigine rimangano

    verificate a tutti i tempit.

    Come ultimo caso affronteremo lo studio delle soluzioni del problema di Cau-

    chy per lequazione del calore, in un intervallo della retta reale, per condizioni

    al bordo omogenee.

    Perx P r0, Ls consideriamo il problema di CauchyBBt T T Tp0, xq T0pxq x P r0, Ls

    con $&% Tpt, 0q Tpt, Lq 0 @t

    oppureBB x Tpt, 0q BB x Tpt, Lq 0 @t

    tradizionalmente di utilizza, per la ricerca delle soluzioni, il metodo della

    separazione delle variabili e la serie di Fourier. Commenteremo, alla fine, su

    quanto la soluzione di questo problema abbia a che fare con la teoria spettrale

    delloperatore Laplaciano in L2r0, Ls.

    Cerchiamo soluzioni cosiddette stazionarie dellequazione del calore, soluzionicioe della forma

    Tpt, xq UpxqVptq.

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    44 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    Se T e soluzione dellequazione del calore si deve avere che

    U2pxqUpxq

    V1ptqVptq

    che non possono essere uguali per ogni x e per ogni t a meno che entrambe

    le funzioni non siano uguali ad una costante reale, che indicheremo con.Le soluzioni di V1ptq Vptq, che non crescano esponenzialmente al cre-scere di t, sono del tipo Vptq C e t, con 0 e C costante.Consideriamo prima le condizioni al bordo omogenee di Dirichlet:

    Tpt, 0q Tpt, Lq 0 Up0q UpLq 0.Le soluzioni dellequazione U2pxq Upxq, 0, che si annullano nello-rigine e in x L, sono

    Unpxq sinn

    Lx

    @n 1, 2,...

    con?

    n L

    .

    Sono quindi soluzioni stazionarie dellequazione del calore le funzioni

    TDnpt, xq C en22

    L2 t sin

    nL

    x

    n 1, 2, . . . .Nella famiglia di soluzioni:

    Tpt, xq

    n

    cnTD

    npt, xq 8

    n1cne

    n22L2

    t sinn

    L x

    soddisferanno le condizioni iniziali Tp0, xq T0pxq le soluzioni per le quali

    T0pxq 8

    n1 cnsinn

    Lx . (5.15)

    Come sappiamo

    #c2

    Lsinn

    Lx+8

    n1e una base ortonormale in L2p0, Lq,

    (vedi capitolo tre). Esiste quindi una, e una sola, scelta dei coefficienti

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

    46/60

    5.6. APPLICAZIONI 45

    cn, data dai coefficienti di Fourier della funzione T0pxq rispetto alla base

    (moltiplicati per aL{2), per cui la (5.15) risulta verificata.Consideriamo ora le condizioni al contorno omogenee di Neumann

    BBx Tpt, 0q

    BBx Tpt, Lq 0 @t

    d U

    d xp0q d U

    d xpLq 0

    Procedendo come precedentemente, si ottengono le soluzioni stazionarie

    dellequazione del calore, con condizioni al bordo di Neumann

    TNn

    pt, x

    q C e

    n22

    L2 t cos

    n

    L

    x n 0, 1, 2 . . .Si noti che per n0 si ha la soluzione stazionaria TN0pt, xq Cche certa-mente soddisfa lequazione e le condizioni al bordo.

    Ancora, essendo 1?

    L,

    #c2

    Lcosn

    Lx+8

    n1una base inL2p0, Lq esiste una

    sola scelta dei coefficienti cn che rende la funzione

    Tpt, xq

    ncnT

    Dnpt, xq c0`

    8

    n1cne

    n22L2

    t cosn

    L x

    soluzione del problema di Cauchy, con condizioni al bordo omogenee di

    Neumann, nellintervallor0 , Ls.

    Vogliamo ora tradurre il risultato appena ottenuto in termini di propriet a

    spettrali delloperatore Laplaciano, in L2p0 , Lq , con condizioni al bordoomogenee di tipo Dirichlet e Neumann.

    Il sistema ortonormale

    #wnpxq

    c2

    Lsinn

    Lx+8

    n1e completo inL2p0 , Lq

    e ogni wn soddisfa le condizioni al bordo di Dirichlet wnp0q

    wnp

    Lq. Lope-

    ratoreD con dominio

    DD#

    P L2p0 , Lq 8

    n1

    n44

    L4 |pwn , q|2 8

    +

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    46 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    e azione

    D 8

    n1

    n22

    L2 pwn , q wn

    e tale che ogni elemento wn della base e, per definizione, un suo autovettore,

    relativo allautovaloren22L2

    .

    Loperatore e quindi autoaggiunto, ha spettro discreto e la sua decomposi-

    zione spettrale e esplicita

    D8

    n1n

    22

    L2 Pn

    con Pn proiettore sullelemento n-simo della base: Pn pwn , q wn.In termini delloperatore D il problema di Cauchy in L

    2p0 , Lq e quello ditrovare la funzione t da t r0 ,8q in L2p0 , Lq che soddisfa

    d t

    d t Dt 0

    (dove le condizioni al bordo sono gia contenute nella definizione del Lapla-

    ciano di Dirichlet).

    La conoscenza della decomposizione spettrale delloperatore permette di dare

    una forma esplicita della soluzione

    t eDt 8

    n0e

    n22

    L2 t Pn

    che coincide con quella trovata precedentemente con T0.

    Loperatore N con condizioni di Neumann si costruisce in maniera analoga

    utilizzando la base 1?L

    , #c 2L

    cos nL

    x+8n1

    tutta costituita da autovet-

    tori di N relativi agli autovalori 0 ,

    "n

    22

    L2

    *8n1

    .

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

    48/60

    5.6. APPLICAZIONI 47

    Equazione di Schrodinger libera. Lequazione di Schrodinger (dove si e

    posto m 1{2 e 1) per lampiezza di probabilita di una particellaquantistica in Rn, non soggetta a forze esterne e:

    BBt . (5.16)

    La soluzione fondamentale relativa alloperatore BBtpuo essere cercata

    tra le distribuzioni temperate in Rn`1 che soddisfino:

    `2 k0 ` 42|k|2pFS 1. (5.17)Contrariamente al caso dellequazione del calore il polinomio in pk0, k1,...,knqche moltiplicapFSha una infinita di zeri reali, perk0 2 |k|2. In particolare`2 k0 ` 42 |k|21 non e localmente integrabile e non definisce quindi unadistribuzione temperata.

    Esercizio 9 Provare che 12

    p.p.

    1

    k0

    2

    |k

    |2

    (dove p.p. indica la par-

    te principale nella variabile k0) e una soluzione della (5.17) e, calcolandolanti-trasformata di Fourier in k0 prima e nelletkiuni1 dopo, calcolare lacorrispondente soluzione fondamentale.

    Di seguito cercheremo la soluzione fondamentale analizzando lequazione che

    si ottiene per trasformazione di Fourier nelle sole variabili spazialitxiuni1.SiarFSpt; k1, k2,...,knq la famiglia di distribuzioni (parametrizzata da t) chesoddisfa la

    dd t

    ` 42 |k|2rFS 1pkqptq0 (5.18)che si ottiene dallequazione per la soluzione fondamentale per trasformazione

    di Fourier nelle sole variabili spaziali.

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    48 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    Verifichiamo cherFS Hptq e 42|k|2t

    e una soluzione della (5.18). Infatti

    d

    d t

    Hptq e 42|k|2t

    Hptq p4

    2|k|2q

    e 42|k|2t ` ptq0

    e 42|k|2t

    p42|k|2q rFS ` ptq0(5.19)

    (dove si e utilizzata leguaglianza pxq0 p0q 0).Una soluzione fondamentale e data dunque dallantitrasformata, nelle varia-

    bili spaziali, della

    rFS:

    FS Hptq Rn

    e 2kxe 42|k|2tdk. (5.20)

    Come abbiamo visto in un esempio del paragrafo 5.4, la formula per la

    trasformata di Fourier di Gaussiane con varianza in R`:{e

    |x|2

    n{2e |k|2

    rimane vera per distribuzioni gaussiane con varianza puramente immaginaria.

    Si ha quindi (con 4 t):

    FS Hptqp4 tqn{2 e|x|

    2

    4 t

    che e la soluzione fondamentale per lequazione di Schrodinger.

    Come nel caso dellequazione del calore la soluzione del problema di Cauchy

    in Rn

    BBt p0, xq 0pxq

    tradotta in soluzione dellequazione con sorgenti

    BBt 0pxqptq0per t 0, ha la forma

    px, tq FS

    0 ptq0

    1p4 tqn{2

    Rn

    e|xy|2

    4 t 0pyqdy

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

    50/60

    5.6. APPLICAZIONI 49

    E facile verificare che, anche nel caso in cui 0pyqsia diversa da 0 in una

    regione limitata di Rn, px, tq e diversa da 0, per ogni t 0, in punti comun-que lontani dal supporto di 0

    2. Come nel caso dellequazione del calore la

    velocita di propagazione risulta infinita per le soluzioni dellequazione di

    Schrodinger.

    Le soluzioni dellequazione di Schrodinger in un intervallo limitato r0 , Lsdella retta reale, con condizioni omogenee di Dirichlet e di Neumann, si

    trovano seguendo gli stessi passi fatti nel caso dellequazione del calore.

    Siapx, tq la soluzione del problema di Cauchy per lequazione di Schrodinger

    BBt p0, xq 0pxq x P r0, Ls

    con $&%pt, 0q pt, Lq 0 @t

    oppureBB xpt, 0q BB xpt, Lq 0 @t

    Le soluzioni stazionarie dellequazione di Schrodinger sono

    Dn pt, xq C en

    22

    L2 t

    sinnLx n 1, 2, . . . .nel caso delle condizioni di Dirichlet e

    Nn pt, xq C en22

    L2 t cos

    nL

    x

    n 0, 2, . . . .

    nel caso delle condizioni di Neumann. La soluzione del problema di Cauchy

    ha quindi la forma

    pt, xq 8

    n1ane

    n22

    L2 t sinn L xper le condizioni di Dirichlet e

    2e|xy|

    4t 0, @|x y| se t 0

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    50 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    pt, xq c0`8

    n1cne

    n22

    L2 t cosn L xper le condizioni di Neumann. Nelle formule precedenti i coefficienti an(risp.

    cn) sono i coefficienti di Fourier, moltiplicati per L{2, della funzione 0 ri-spetto alla base di L2p0 , Lq

    #c2

    Lsinn

    Lx+8

    n1(risp. rispetto alla base

    1?L

    ,

    #c2

    Lcosn

    Lx+8

    n1).

    Ancora, come nel caso dellequazione del calore, la soluzione si puo sintetiz-zare in termini della schiera spettrale degli operatori Laplaciano di Dirichlet

    e di Neumann D e N

    t eDt 08

    n1e

    n22

    L PpDqn 0 nel caso di condizioni di Dirichlet

    t eNt 08

    n0e

    n22

    L PpNqn 0 nel caso di condizioni di Neumann

    dove PDn e PN

    n sono i proiettori sugli autovettori delloperatore Laplaciano

    rispettivamente di Dirichlet e di Neumann.

    Equazione delle Onde Lequazione delle onde e presa a modello di equa-

    zione di evoluzione in molti campi della Fisica Fondamentale e Applicata. I

    campi elettrici e magnetici lontani dalle sorgenti, i potenziali elettrodinamici,

    il campo di velocita delle onde acustiche in un gas, il campo di deformazione

    in un mezzo elastico etc., soddisfano lequazione delle onde.

    Lequazione delle onde, con sorgenti assegnate, per un campo scalare v ha

    la forma1

    c2B2vBt2 v

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    5.6. APPLICAZIONI 51

    dove la costante c ha le dimensioni di una velocita.

    Per trovare soluzioni fondamentali temperate FOin S1dello spazio-tempo (didimensionen`1) possiamo scrivere lequazione per la soluzione fondamentalein trasformata di Fourier

    42

    k20

    c2` |k|2

    FO 1 con |k|

    nj1

    k2i . (5.21)

    Il polinomio ink0, k1 . . . kn ha pero una ipersuperficie di zeri c| k| k0 e lafunzionepk

    20

    c2` |k|2q1 non e localmente integrabile.

    `E possibile cercare soluzioni della (5.21) come combinazione lineare delledistribuzionip.p.

    1

    |k| k0c

    e/o 1

    |k| k0c .

    Noi utilizzeremo invece lequazione che si ottiene prendendo la trasformata

    di Fourier nelle sole coordinate spaziali, operando in modo analogo a quanto

    fatto nel caso dellequazione di Schrodinger.

    Lequazione di cui dobbiamo cercare soluzioni e dunque la1

    c2d2

    dt2` 42|k|2

    F

    pt,kqO ptq0 1pkq (5.22)

    poichefkptq A sinp2c|k|tq` Bcosp2c|k|tq, conA e B costanti complesse,e la soluzione generale di

    1

    c2d2fk

    dt2` 42|k|2 fk 0

    cercheremo una soluzione della (5.22) nella forma Fpt,kq

    O Hptqfkptq. Ilcalcolo esplicito delle derivate rispetto al tempo fornisce

    ddt

    pHptqfkq Hptq rA2c|k| cosp2c|k|tq B2c|k| sinp2c|k|tqs ``ptq0 rA sinp2c|k|tq ` Bcosp2c|k|tqs

    Hptq rA2c|k| cosp2c|k|tq B2c|k| sinp2c|k|tqs ` Bptq0

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    52 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    essendo sinptqptq0 0 @ P R. La derivata successiva fornisce

    d2

    dt2pHptqfkptqq ptq0 rA2c|k| cosp2c|k|tq B2c|k| sinp2c|k|tqs

    42c2|k|2Hptqfkptq ` Bpptq0q1

    ptq0 A2c|k| 42c2|k|2Hptqfkptq ` Bpptq0q1

    Perche H fk sia soluzione della (5.22) bastera porre B 0 e A 12c|k| .

    Una soluzione della (5.22) e quindi

    Fpt,kqO,` Hptq sinp2c|k|tq2c|k|

    E facile verificare che anche

    Fpt,kq

    O, Hptqsinp2c|k|tq

    2c|k|

    e una soluzione fondamentale, essendo d

    dtpHptqq ptq0 . Si noti che en-

    trambe le soluzioni sono funzioni limitate e definiscono quindi una distri-

    buzione temperata. Lo stesso varra quindi per la soluzione fondamentale,

    antitrasformata, nelle sole variabili k, della Fpt,kq

    O,. Utilizzeremo nel seguito la

    sola Fpt,kq

    O,` che fornisce la soluzione del problema di Cauchy per tempi positivi,

    date le condizioni iniziali a t 0. La Fpt,kqO, puo essere utilizzata in manierasimile per risolvere il problemi di Cauchy per tempi negativi e valori finali

    assegnati a t 0. I dettagli di questo secondo caso non verranno riportatinel seguito.

    Il problema di Cauchy per lequazione delle onde, in assenza di sorgenti, hala forma

    1

    c2B2vBt2 v 0 vp0, xq fpxq

    BvBt p0, xq gpxq. (5.23)

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    5.6. APPLICAZIONI 53

    La conoscenza della velocita di variazione del campo v a tempo 0 e necessaria

    perche lequazione delle onde fissa solamente laccelerazione del campo, aciascun tempo t, in termini della sua configurazione spaziale. Per semplicita

    assumeremo che le funzioni f e g siano continue e a supporto compatto.

    Prendendo la trasformata di Fourier rispetto alle sole coordinate spaziali si

    ottiene

    1

    c2d2v

    dt2` 42|k|2v 0 vp0, kq fpkq dv

    dtp0, kq gpkq.

    Se le condizioni iniziali vengono inglobate, come termine di sorgente nelle-

    quazione (vedi (5.13)), si ottiene in questo caso

    1

    c2B2vBt2 v fpxqp

    ptq0q1 ` gpxqptq0

    ovvero, in trasformata di Fourier delle sole variabili spaziali

    1c2

    d2

    vdt2

    ` 42|k|2v fpkqpptq0q1 ` gpkq ptq0 .

    La soluzione si trova per convoluzione della soluzione fondamentale con il

    termine di sorgente. Per le proprieta della trasformata di Fourier della con-

    voluzione, la trasformata di Fourier nelle sole variabili spaziali della soluzione

    sara

    vpk, tq

    Fpt,k

    qO, fpkq

    t

    ppt

    q0q1 ` Fp

    t,k

    qO,gpkq t

    pt

    q0

    ddt

    Fpt,kq

    O, fpkq t

    ptq0 ` Fpt,kqO,gpkq

    tptq0

    cosp2c|k|tq fpkq ` sinp2c|k|tq2c|k| gpkq t 0 (5.24)

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    54 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    dove cont si e indicata la convoluzione nella sola variabile temporale e si eutilizzata leguaglianza valida per ogni P Re per ogni P S

    xHptqsinptq

    1 , y xHptqsinptq

    b pptq0q1 , pt ` tqy

    xHptq sinptq

    , 1ptqy

    80

    sinptq

    1ptq dt

    80

    cosptqptq xHptq cosp tq , y

    Si noti che il risultato e immediatamente ottenibile dalleguaglianza Tp d

    dtSq p d

    dtTq S d

    dtpT Sq, valida per ogni T, SP S1 con S a sup-

    porto compatto, tenuto conto che d

    dtHptq sinptq

    Hptq cosptq essendo

    0sinptq

    0.

    La (5.24) fornisce quindi una forma esplicita della soluzione del problema

    di Cauchy in trasformata di Fourier (rispetto alle sole variabili spaziali).

    Per ottenere unanaloga forma esplicita nelle variabili spaziali e necessario

    ottenere la trasformata inversa della (5.24).

    Caso n = 1Indichiamo conhla funzione limitatahpkq cosp|k|q k , PRe calcoliamo lantitrasformata di Fourier della distribuzione temperata Th

    definita da tale funzione. Per ogni P Ssi ha

    xTh, y xTh, y 88

    cosp2|k|q pkq dk

    8

    8cos

    p2k

    q

    pk

    qdk

    8

    8

    e2k ` e2k

    2

    pk

    qdk

    12

    88

    e2k pkq dk `12

    88

    e2k pkq dk

    12

    pq `12

    pq x12

    ` 12

    , y

  • 7/23/2019 Capitolo v Distribuzioni

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    5.6. APPLICAZIONI 55

    che dimostra che Th 12` 12 . Analogamente indicando con tpkq

    sinp2

    |k|tq2|k| e notando che

    d

    dttpkq htpkq, con t0pkq 0, si ottiene

    xT, y 1

    2

    t0

    rpsq ` psqs ds 12

    tt

    psq ds

    Siamo ora in grado di scrivere la soluzione del problema di Cauchy (5.23)

    in una dimensione spaziale. Prendendo nelle formule precedenti c t e c, nelle ipotesi fatte per le condizioni iniziali, dalla (5.24) si ha

    vpt, xq pThc tfq pt, xq`pTcgq pt, xq 12fpxctq`12fpx`ctq`12c ctct gpx`sq ds(5.25)

    Osservazione 11 Se f e g sono funzioni due volte differenziabili con de-

    rivate continue, si puo verificare direttamente che le soluzioni trovate sono

    soluzioni forti del problema di Cauchy per lequazione delle onde. Abbiamo

    provato che anche per dati iniziali solo continui le (5.25) sono soluzioni deboli

    del problema di Cauchy.

    Osservazione 12 Si noti che il termine 12

    fpx ctq ` 12

    fpx ` ctq descriveun campo che evolve traslando con velocita c verso destra e verso sinistra

    mantenendo il profilo 12

    fpxq inalterato. Sefha supporto limitato, il supportodi fpxctq e di + fpx`ctq saranno gli insieme traslati di ct e dictdel supporto dellaf. In particolare prima di un tempo finito questo termine

    risultera nullo fuori dal supporto dife dopo un tempo sufficientemente lungo

    questo termine risultera nullo in ogni intervallo finito.Al contrario il termine

    1

    2c

    ctct

    gpx`sq ds, sebbene non abbia velocita dipropagazione superiore a c, puo rimanere non nullo dopo tempi comunque

    lunghi, in qualunque intervallo finito della retta reale.

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    56 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

    Caso n=3 Il calcolo della antitrasformata della funzione limitata sinp2c|k|tq2c|k|

    in tre dimensioni spaziali fa uso delluguaglianza

    sinp2c|k|tq2c|k|

    t

    4

    Sp3qp1q

    e2ct kz dSpzq

    dove ricordiamo che Sp3qp1q e la sfera di raggio unitario in tre dimensioni.Luguaglianza e verificata facilmente tenendo conto che k z |k| |z| cos |k| cos per zP Sp3qp1q e che dSpzq sin d d 0 , 0 2.Si ha quindi per ogni P S

    R3

    sinp2c|k|tq2c|k| pkq dk

    t

    4

    R3

    Sp3qp1q

    e2ct kz dSpzqpkq dk t

    4

    Sp3qp1q

    R3

    e2ct kz pkq dk

    dSpzq t4

    Sp3qp1q

    pc t zq dSpzq

    14c2t

    Sp3qpctq

    pyq dSpyq 14c2t

    xSp3qpctq , y

    La antitrasformata della distribuzione in S1pR3q definita dalla funzione limi-tata sinp2c|k|tq2c|k| e quindi la distribuzione 14c2tSp3qpctq. La antitrasformatadi cosp2c|k|tq si trova semplicemente derivando rispetto al tempo il risultatoprecedente.

    Siamo quindi in grado di scrivere la soluzione del problema di Cauchy (5.23)

    in tre dimensioni spaziali

    vpt, xq BBt

    1

    4c2tSp3qpctq

    xf `

    1

    4c2tSp3qpctq

    xg

    ddt

    1

    4c2t

    |z|ct

    fpx ` zq dSpzq

    ` 14c2t

    |z|ct

    gpx ` zq dSpzq

    dove conx si e indicato la convoluzione rispetto alle sole variabili spaziali.

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    5.6. APPLICAZIONI 57

    Esercizio 10 Analizzare la formula appena provata e mostrare che, nelle

    ipotesi fatte su f e g, solo il primo temine ha un limite non nullo per tche tende a 0, pari a fpxq. Mostrare inoltre che, se f e g sono due vol-te differenziabili allora la soluzione e una soluzione forte del problema di

    Cauchy.

    Osservazione 13 Si noti che la soluzione e nulla in tutti i puntix P R3 talichex ` yR supp f ex ` yR supp g per nessuny : |y| c t. Contrariamenteal caso unidimensionale c non e solo la massima velocita di propagazione.

    Nel caso tridimensionale la propagazione avviene con velocita c e, successi-vamente al passaggio della perturbazione (campo diverso da zero), il campo

    torna a valori nulli.

    Esercizio 11 Calcolare inn 2 la antitrasformata della distribuzione defi-nita dalla funzione limitata

    sinp2c|k|tq2c|k| e provare che il problema di Cauchy

    bidimensionale ha come soluzione

    vp

    t, xq

    BBt t2 |z|1 fpx ` ctzqa1 |z|2 dz` t2 |z|1 gpx ` ctzqa1 |z|2 dz

    Mostrare che, come nel caso unidimensionale e diversamente dal caso tridi-

    mensionale, la velocita di propagazione non puo eccedere c, ma puo essere

    inferiore ac.

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    58 CAPITOLO 5. DISTRIBUZIONI

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    Bibliografia

    [Sc] L. Schwartz, Methodes mathematiques pour les sciences physiques,

    Hermann, 1965.

    [BB] Ph. Blanchard and E. Bruning, Mathematical Methods in Physics,

    Birkhauser, 2003.

    [St] R.S. Strichartz,A guide to Distribution Theory and Fourier Transforms

    , World Scientific, 2003.