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BIOTECNOLOGIE FARMACI BIOLOGICI E BIOSIMILARI Tra innovazione biofarmaceutica e sostenibilità del sistema sanitario IMMUNONCOLOGIA Come il nostro sistema immunitario può combattere i tumori MALATTIE RARE Le biotecnologie possono fare la differenza, ecco perché CRIOCONSERVAZIONE CELLULARE Tutte le informazioni per una scelta consapevole, tra considerazioni etiche ed economiche MALATTIE GENETICHE E TERAPIE AVANZATE Un futuro sempre più vicino Realizzata con il contributo incondizionato di

Biotecnologie SOLE24ORE.qxp 205x285 - biotechsol.com · BIOTECNOLOGIE FARMACI BIOLOGICI E BIOSIMILARI Tra innovazione biofarmaceutica e sostenibilità del sistema sanitario IMMUNONCOLOGIA

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BIOTECNOLOGIE

FARMACI BIOLOGICI E BIOSIMILARITra innovazione biofarmaceutica e sostenibilità del sistema sanitario

IMMUNONCOLOGIACome il nostro sistema immunitario può combattere i tumori

MALATTIE RARELe biotecnologie possono fare la differenza,ecco perché

CRIOCONSERVAZIONE CELLULARETutte le informazioni per una sceltaconsapevole, tra considerazioni etiche ed economiche

MALATTIE GENETICHE E TERAPIE AVANZATEUn futuro sempre più vicino

Realizzata con il contributo incondizionato di

FARMACIBIOLOGICI E BIOSIMILARI

Editoriale

Riccardo Palmisano,Presidente Assobiotec

Il tema dei farmaci biosimilari è oggettodi viva attenzione all’interno della societàscientifica, del mondo delle istituzioni,delle realtà industriali e al centro dell’in-

teresse dei pazienti coinvolti. A differenzadei farmaci generici, perfettamente equiva-lenti ai farmaci originatori, nel caso dei far-maci biosimilari il rapporto di biosimilaritàrispetto al farmaco biologico di riferimentoa brevetto scaduto deve essere approvatodirettamente dall’Ema o dall’Aifa, a seguitodi specifici studi clinici di confronto con l’ori-ginatore, e non attraverso una semplice va-lutazione di bioequivalenza. Sulla base dellanon equivalenza tra originatore e biosimilare,il principio della non sostituibilità automatica,sancito anche a livello comunitario, è statoribadito anche dalla recente normativa, ag-giornata con la nuova Legge di Bilancio invigore dal 1° gennaio 2017. Un principio sul quale Assobiotec - Associa-zione nazionale per lo sviluppo delle biotec-nologie che fa parte di Federchimica, ha ri-petutamente posto l’accento. Per la lorostessa natura biologica, infatti, i farmaci bio-similari non possono in alcun modo esserené considerati né trattati alla stesso mododei prodotti equivalenti. Si tratta, come det-to, di soluzioni terapeutiche simili a un pro-dotto biologico di riferimento, ma non dicopie identiche. Detto questo, siamo i primi a condividereche deve esserci uno spazio adeguato perl’introduzione e lo sviluppo dei farmaci bio-similari che sono soluzioni terapeutiche lacui efficacia e sicurezza è garantita da unaserie di studi clinici e validata da complesseprocedure di autorizzazione preventive allacommercializzazione. Il vantaggio economicorappresentato dal farmaco biosimilare, do-

vuto alla mancata necessità da parte del-l’azienda biotecnologica produttrice di re-cuperare gli ingenti investimenti di ricercae sviluppo che caratterizzano il percorso de-gli originator, costituisce un elemento di ri-sparmio indispensabile alla liberazione di ri-sorse utili al finanziamento dell’innovazioneche la biotecnologia promette di garantirenei prossimi anni. Assobiotec, tra i cui associati figurano siaimprese che mettono in commercio nuovifarmaci biologici sia imprese che offrono far-maci biosimilari (attività che spesso coinci-dono in un’unica realtà aziendale), riconosce,quindi, il ruolo fondamentale che possonoavere questi ultimi per la sostenibilità del si-stema sanitario e nel liberare risorse per fi-nanziare l’innovazione bio-farmaceutica. Nel-lo stesso tempo ritiene fondamentale che iprincipi della libertà prescrittiva del medicoe della continuità terapeutica per i pazientigià in trattamento debbano

Progetto editoriale:Una pubblicazione by Box Media srl

Content Marketing & Story Telling:Box Media srl, Agenzia di comunicazione

Progetto grafico:Giandomenico Pozzi. SGE Servizi Grafici

Redazione Generale:Luca BorghiAndrea Porta

Responsabile Divisione:Laura Santoro

Direzione Generale:Flor Cavozza

Project Management:Federica Bologna Rossi

A questa edizione hanno collaborato: Assobiotec

La vendita di questo fascicolo è proibita. Distribuito gratuitamente con i principali quotidianie settimanali del paese a diffusione nazionale.

Questo supplemento e stato realizzatoda Box Media Italia. Il Sole 24 Orenon ha partecipato alla sua realizzazionee non ha responsabilità per il suo contenuto.

www.boxmediaitalia.com

Sommario

Sistema immunitario e cancro:le nuove frontiere dell’immunoterapia pag. 4

Biotecnologie e malattie rare pag. 6

Crioconservazione delle cellule pag. 8

Biotecnologie tra ricerca, investimenti e comunicazione pag. 10

Genetica molecolare e applicazioni farmacologiche pag. 11

Ecco come le biotecnologie mettono alle corde le malattie infettive pag. 12

Innovazione, sostenibilità e governance farmaceutica pag. 14

ASSOBIOTECAssobiotec, Associazione nazionale per losviluppo delle biotecnologie, è una realtà cherappresenta, con prontezza e competenzapresso gli stakeholder di riferimento, circa140 imprese e parchi tecnologici e scientificioperanti in Italia nei diversi settori diapplicazione del biotech: salute, agricoltura,ambiente e processi industriali. L’Associazioneriunisce realtà diverse - per dimensione esettore di attività - che trovano una fortecoesione nella vocazione all’innovazione enell’uso della tecnologia biotech: levastrategica di sviluppo in tutti i campiindustriali e risposta concreta ad esigenzesempre più urgenti a livello di salute pubblica,cura dell’ambiente, agricoltura ealimentazione. Costituita nel 1986, all’internodi Federchimica, Assobiotec è membrofondatore di EuropaBio e dell’InternationalCouncil of Biotechnology Associations.

http://assobiotec.federchimica.it/

/ segue a pag. 5

Pag. 2 Biotecnologie Luglio 2017

Prof. Roberto Gorla, Reumatologia ASSTSPEDALI CIVILI DI BRESCIA

Migliori e maggiori possibilità dicure e costi inferiori per il Siste-ma sanitario nazionale, con lapossibilità di un reinvestimento

in diagnosi precoce: è quanto sarà consen-tito dall’introduzione progressiva in terapiadei biosimilari, in affiancamento ai farmacibiotecnologici a disposizione del clinico or-mai da 18 anni un po’ in tutti i settori. Ro-berto Gorla, reumatologo presso gli Spedalicivili di Brescia, parla della sua esperienza:proprio in reumatologia biologici e relativibiosimilari sono impiegati nelle poliartriti:artrite reumatoide, artrite psoriasica e spon-dilite anchilosante. «La soddisfazione è grande, ormai da tem-po», dice il medico riferendosi alle principalimolecole biotecnologiche utilizzate. Di que-ste, due sono oggi disponibili in versionebiosimilare con caratteristiche identiche intermini di sicurezza, effetti clinici e possibilireazioni avverse: parliamo del biosimilare diinfliximab e di etanercept. Il vantaggio di disporre di queste nuove mo-lecole è molteplice: «Da un lato il notevolerisparmio permesso da questi nuovi prodotti,che rappresentano una continuità terapeu-tica per il paziente ma a costi notevolmenteridotti per il sistema. D’altro canto sonoun’arma in più che si aggiunge ai farmaciesistenti». Proprio agli Spedali civili uno studio ha com-parato l’efficacia di questi principi attivi, im-piegati anche al di fuori della reumatologia:«Insieme ai colleghi gastroenterologi abbia-mo condotto un’indagine sull’impiego diinfliximab originator e biosimilare giungendoa confermare quanto già illustrato dalla let-teratura, ovvero che efficacia ed effetti in-desiderati sono equiparabili». Resta forteuna speranza, da parte dei reumatologi: «Il

risparmio generato dall’uso dei biosimilari,in particolare infliximab ed etanercept e abreve anche adalimumab, dovrebbe esserereinvestito in diagnosi precoce e clinica». I reumatologi auspicano quindi assunzionidi nuovo personale, perché solo questo ga-rantirebbe un ulteriore abbattimento dei

costi sociali ed economici: «Calcoliamo chel’uso dei biosimilari permetterebbe l’accessoalle terapie a un 40 per cento di malati inpiù», conclude Gorla. Non resta che aspet-tare per comprendere come si muoverà ilmercato, anche se già ora i segnali sonopositivi.

Protagonisti

REUMATOLOGIA:BIOSIMILARI, IL RISPARMIOGENERATO VA REINVESTITO

Sandoz

CUSTOMER CARE800 900 233

www.sandoz.it

IT16

0649

9512

Pag. 3Una pubblicazione by

di Andrea Porta

La storia della medicina ha visto alcuniimportanti momenti di svolta: scoperteche hanno rivoluzionato il modo di af-frontare e curare alcune patologie. In

oncologia un grande cambiamento è rap-presentato dall’immunoncologia, cioè la te-rapia immunologica applicata al trattamentodei tumori. In pratica, una nuova e poten-tissima arma nella lotta contro il cancro chesi affianca a quelle tradizionali come la chi-rurgia, la radioterapia, la chemioterapia ele terapie biotecnologiche. L’idea è appa-rentemente semplice: i farmaci immunon-cologici stimolano il sistema immunitariorendendolo in grado di riconoscere e attac-care in modo selettivo le cellule tumorali.In pratica attivano armi del tutto naturali epresenti nell’organismo: questa strategia

mira infatti a potenziare il sistema immuni-tario attraverso anticorpi o vaccini creati inlaboratorio che insegnano all’organismo adaggredire le cellule malate.

COSA FA L’IMMUNONCOLOGIAAttualmente l’immunoncologia segue varifiloni di studio tra i quali l’impiego dei vaccinie delle salmonelle contro il cancro, l’analisidel contributo del sistema immunitario alleterapie standard, l’analisi del microbiota e lacorrelazione con la tumorigenesi e l’analisidel ruolo delle cellule Nkt. La linea di ricercasui vaccini nasce da studi che hanno dimo-strato che le cellule tumorali trattate con unaforma attenuata e non virulenta dell’agenteinfettivo Salmonella aumentano l'espressionedi proteine di giunzione gap. Molti studi sonoinvece destinati a capire meglio, grazie alleconoscenze dell’immunologia, come funzio-

SISTEMA IMMUNITARIO E CANCROLE NUOVE FRONTIERE DELL’IMMUNOTERAPIA

nano i farmaci attuali: in particolare sonostati raggiunti risultati molto interessanti re-lativi alla risposta di alcuni anticorpi mono-clonali e del coinvolgimento del sistema im-munitario nella loro efficacia. Molti studi in-dagano invece la flora batterica intestinale(microbiota) di pazienti affetti da diverse pa-tologie nel tentativo di identificare una mi-croflora che favorisce la tumorigenesi. Piùrecentemente è stato studiato invece il ruolodelle cellule Natural killer T nella risposta aitumori valutando la possibilità di potenziarleper combattere i tumori.

QUALI TUMORI SI CURANO OGGINella classifica annuale dall’Associazioneamericana per il progresso delle scienze l’im-munoterapia è ai vertici della lista delle sco-perte fondamentali grazie ai notevoli suc-cessi raggiunti in alcune sperimentazioni.

Focus

ONCOLOGIANei primi anni novanta mediamente soloil 46% dei pazienti riusciva a sopravvivere5 anni dalla diagnosi di un tumore. Oggi ci riescono il 57% degli uomini e il 63% delle donne (Fonte AIOM)

Numero di progetti biotech per area terapeutica126 progetti in campo oncologico: quasiil 40% degli sforzi di ricercatori e impresemirano ad ottenere la remissione didiversi tipi di tumore o ad allungare il piùpossibile la vita dei pazienti.

SOPRAVVIVENZA A 5 ANNI PER MALATI DI TUMORI (% SUL TOTALE)

UO

MIN

ID

ON

NE

1990-1992

1996-1998

2005-2007

1990-1992

1996-1998

2005-2007

53%

58%

63%

39%

47%

57%

Fonte: OECD

Oncologia

126

Neurologia

46Malattie infettive

46

Infiammazionee malattie autoimmuni

35

Altro

21Cardiovascolareed ematologia

12Muscoloscheletrico

16Malattie metaboliche, epatiche ed endocrineo

24

Pag. 4 Biotecnologie Luglio 2017

I primi, contro il melanoma ovvero il più le-tale tumore della pelle, risalgono al 2011quando fu dimostrato che questa strategiariusciva a migliorare la sopravvivenza deipazienti. Oggi sappiamo che le combinazionidi diversi farmaci con l’immunoterapia per-mette ai medicinali di funzionare meglio ri-spetto alla loro assunzione singola. Dopo iprimi successi contro il melanoma, l’immu-noncologia si è dimostrata valida anche nellacura del cancro del rene, della prostata, dellatesta e del collo e del mesotelio. Risale invecealla scorsa estate l’approvazione di una nuo-va terapia immunologica per pazienti concarcinoma polmonare non a piccole cellule.Diversi studi hanno infatti già mostrato come

queste molecole siano particolarmente attivenei casi di cancro al polmone. L’efficacia del-l’immunoterapia nel tumore polmonare siassocia inoltre a una sua maggiore tollera-bilità che consente un miglioramento dellaqualità di vita. E questo nonostante il temponecessario per osservare i risultati del trat-tamento sia, nell’immunoterapia, due voltepiù lungo rispetto alla chemioterapia tradi-zionale. Discorso analogo per il tumore allavescica, uno dei più frequenti: da trent’annisi cura più o meno allo stesso modo, maadesso alcuni farmaci immunoterapici com-binati alla chemioterapia migliorano la so-pravvivenza con maggiore tollerabilità per imalati anziani più fragili.

Menarini, insieme alla società ingleseOxford BioTherapeutics, già dal 2012ha intrapreso un progetto altamente in-novativo per lo sviluppo di anticorpi mo-noclonali per la terapia dei tumori.Tali anticorpi sono stati selezionati perlegarsi specificatamente ad antigeniespressi sulle cellule tumorali. Essi possono agire come “missile intel-ligente” veicolante tossine che distrug-gono le cellule tumorali (meccanismo ditipo ADC, Anticorpo Coniugato a Tos-sina) oppure come “mediatore” dellamorte delle cellule tumorali attivando lecellule “killer” del sistema immunitario(meccanismo di tipo ADCC, CitotossicitàCellulare mediata da Anticorpi).Due di questi anticorpi sono in fase disviluppo.

MEN1112 è un anticorpo IgG1 umaniz-zato, non-fucosilato, diretto contro ilCD157, un antigene sovra-espresso neiblasti della leucemia mieloide acuta, cheagisce mediante il meccanismo ADCC.L’anticorpo ha dimostrato una attivitàpromettente sia su linee cellulari tumoraliche su blasti leucemici ottenuti da pa-zienti, ed è attualmente in sperimenta-zione clinica di Fase I (STUDIO ARMY).

MEN1309 è un anticorpo coniugatocon un potente agente citotossico, de-rivato della maitansina, diretto controun nuovo antigene, CD205, sovra-espresso nei linfomi tipo B-Non Hodgkine in certi tumori solidi. A seguito del le-game con il CD205, MEN1309 legatoalla tossina è internalizzato in modo al-tamente specifico dalla cellula tumorale,dove rilascia la tossina esplicando unapotente attività citotossica altamenteselettiva sulle cellule tumorali. MEN1309ha dimostrato una eccellente attività an-titumorale in diversi, importanti e clini-camente rilevanti modelli sperimentali.Entrambi gli anticorpi sono prodotti nel-l’impianto di Menarini Biotech di Pome-zia, dove il processo biotecnologico diproduzione è stato messo a punto.

ANTICORPI MONOCLONALI ANTITUMORALI NELLA PIPELINE MENARINI

essere sempre garantiti e mai sacrificati perseguire logiche burocratiche o esigenze pu-ramente economicistiche. I medici prescrittori devono, infatti, poterfare affidamento sull’effettiva disponibilità,all’interno della “cassetta degli attrezzi cuiattingere”, dei diversi prodotti atti a garan-tire la migliore soluzione per le necessità delsingolo paziente. Quest’ultimo, tanto chesia già in trattamento, quanto che sia unpaziente cosiddetto naïve (esposto per laprima volta a un determinato principio at-tivo), deve poter contare sull’effettiva di-sponibilità del farmaco che sta utilizzandoo che il medico intende prescrivere. L’ultimalegge di Bilancio vuole garantire effettivitàa questi principi, prevedendo una armoniz-zazione delle procedure pubbliche di acqui-sto a livello regionale. Esclusa la suddivisionea priori dei fabbisogni tra biologici e biosi-milari, il nuovo accordo quadro previsto perla messa a gara dei prodotti porrà in con-fronto concorrenziale i farmaci biologi a bre-vetto scaduto e i relativi biosimilari di rife-rimento. Una messa a valore del principio di concor-renzialità che riteniamo fondamentale perlo sviluppo equilibrato e sostenibile dell’in-novazione bio-farmaceutica, nel pieno ri-spetto dei diritti di paziente e medico.

FARMACI BIOLOGICI E BIOSIMILARIsegue da pag. 2 /

TASSO DI MORTALITÀ PER PATOLOGIE TUMORALI(MORTI PER 100.000 ABITANTI, MEDIA DECENNALE)

Dagli anni ottanta ad oggi l’impegno dei ricercatori biotech nell’individuazione dinuovi trattamenti innovativi ha permesso di ridurre del 20% il tasso di mortalita ̀ perpatologie oncologiche.

Fonte: OECD

ANNI 80

ANNI 90

ANNI 2000

OGGI

257%

250%

222%

205%

Pag. 5Una pubblicazione by

di Andrea Porta

Negli ultimi dieci anni molte aziendebiotech si sono progressivamenteorientate verso lo sviluppo di terapieper patologie rare, soprattutto vista

l’elevata domanda e l’apparente riduzionenella complessità di sviluppo. Così le nuovebiotecnologie sono entrate rapidamente nella

pratica clinica per migliorare il processo dia-gnostico, ottimizzare la predizione della pro-gnosi e per introdurre cure innovative. Ov-viamente sono sorti quesiti etici, dubbi di so-stenibilità economica e problemi di comuni-cazione tanto che oggi la sfida che il mondoscientifico deve affrontare è quella di un'in-formazione obiettiva, trasparente e respon-sabile. Per questo oggi in un ambito come

BIOTECNOLOGIE E MALATTIE RARE

quello delle biotecnologie e un contesto co-me quello delle malattie rare la comunica-zione riveste un ruolo di primo piano.

MALATTIE RARE: NUMERI E TERAPIELe malattie rare sono un problema globale:se ne contano più di 7mila, oltre 30 milionidi pazienti in Europa ne soffrono. La scarsitàdi numeri rende complicata la ricerca e fa

Da sapere

MALATTIE RARESono circa 7 milale malattie rare conosciute

ORIGINE GENETICA

ALTRA ORIGINE

80%

20%

PAZIENTI IN EUROPAsono oltre 30 milioni

2 milioni in Italia

Colpiscono non più di 5 persone su 10 mila

L'Italia è in prima linea nella ricerca farmaceuticacon il 24 % degli studi clinici sulle malattie raree il 30% con farmaci biotech

Pag. 6 Biotecnologie Luglio 2017

Eugenio Mercuri, Neuropsichiatria Infantile,Centro NEMO, PoliclinicoGemelli, Roma

Le biotecnologie sono la chiave delfuturo nella terapia delle malattieneuromuscolari pediatriche, come laSma (atrofia muscolare spinale). Pa-

tologia genetica autosomica recessiva con-siderata malattia rara (anche se la sua inci-

denza è meno infrequente di altre), questacondizione si presenta in quattro quadri cli-nici di cui tre pediatrici. «La Sma 1 è la formapiù grave, che non consente la sopravvivenzaoltre il primo anno di vita a una grossa fettadi bambini colpiti; la Sma 2 insorge tra i 6e i 18 mesi mentre la Sma 3 dopo i 18 me-si», spiega Eugenio Mercuri, neurospichiatrainfantile al Policlinico Gemelli di Roma. «Le forme di disabilità riscontrabili nei sog-getti malati sono diverse e possono consi-stere persino in una quasi completa paralisio nell’impossibilità di stare seduti o di de-

SMA: IL RUOLO DELLE BIOTECH

Protagonistiambulare». Oggi le biotecnologie consen-tono di conoscere con precisione la causae i meccanismi eziopatogenetici, ma per-mettono inoltre di sottoporre i piccoli pa-zienti a terapie in grado di modificare l’evo-luzione dei sintomi e di migliorare la fun-zione motoria con un impatto sulla duratae sulla qualità della vita.«I primi trial clinici di queste nuove molecolesono recenti: pensiamo che gli studi sono ini-ziati solo pochi anni fa», aggiunge Mercuri.L’imperativo, oggi permesso dalle tecnologie,è dunque quello di giungere a una diagnosiquanto più precoce così da consentire, lad-dove possibile, di stabilizzare l’evoluzione oaddirittura di ottenere piccoli e grandi mi-glioramenti. Grazie alle nuove terapie bio-tecnologiche, accanto a quelle geniche, siapre inoltre un nuovo capitolo: quello delloscreening prenatale, che dovrebbe poter as-sicurare migliori e tempestivi interventi.

alzare molto il costo dei farmaci. Il campooncologico è quello maggiormente rappre-sentato, seguito dalle patologie metaboliche,epatiche ed endocrine, dalle malattie cardio-vascolari e infiammatorie. L'Italia è in primalinea nella ricerca farmaceutica con il 24 percento degli studi clinici sulle malattie rare eil 30 per cento con farmaci biotech. Del resto i farmaci biotech sono fondamentaliper il trattamento delle malattie rare che col-piscono non più di 5 persone su 10mila: sene conoscono oltre 7mila di cui almeno l’80per cento di origine genetica.I pazienti toccano circa i 2 milioni in Italia ein Europa rappresentano il 7 per cento circadella popolazione, ovvero tra 24 e 36 milionidi persone. Lo scorso anno il rapporto an-nuale di Cesbio, il Centro studi e ricerchesulle biotecnologie sanitarie e settore biotechche vede coinvolti Cergas Bocconi e Univer-sità del Piemonte Orientale, in collaborazionecon Assobiotec, ha elaborato ha elaboratoanche due monografie su temi caldi. La pri-ma fornisce al decisore politico gli strumenti

oggettivi per la valutazione dei farmaci bio-tech, anche nei casi più complessi come quellidei farmaci orfani per le malattie ultra-raredove il rapporto costo-efficacia è inevitabil-mente sfavorevole. La seconda monografia riguarda invece i testgenetico-molecolari che indicano i pazientiadatti a ricevere una terapia oncologica bio-tech mirata. Il rapporto evidenzia che la spesaper farmaci biotech è concentrata per il 94per cento in ospedale e cresce a un ritmo si-mile alla spesa farmaceutica ospedaliera. Si osserva poi un aumento della quota dimercato dei biosimilari (farmaci lanciati sulmercato dopo la scadenza del brevetto del-

l’originatore), passati dall’1,3 per cento del2009 al 32,9 per cento del 2014.

BIOTECH E BIOSIMILARIProprio nel contesto delle malattie rare si in-serisce infine il tema dei biosimilari. Farmacisimili ma non identici al suo originatore, questihanno aperto un serio dibattito nella comunitàscientifica che li ammette solo nei nuovi pa-zienti, mentre per quelli già in trattamentocon l'originatore, andrebbe garantita la con-tinuità terapeutica. Si tratta di farmaci avanzati,utili nel trattamento di malattie anche moltogravi come il cancro, dove a volte un farmacoo un altro può voler dire la vita o la morte.

Pag. 7Una pubblicazione by

di Luca Borghi

Scienza ed etica tengono acceso ilconfronto. La politica e la cronacafanno il resto. Tant'è che, a secondadegli eventi, il dibattito sulla possibi-

lità di utilizzo o meno delle cellule staminaliper la cura di gravi patologie infiamma lepiazze mediatiche e giudiziarie. Figuriamocipoi quando si parla di congelare a scopoterapeutico futuro il materiale biologico –utilizzando delle sostanze specifiche per laconservazione nell'azoto liquido a tempe-ratura di -196 gradi – per molti e molti annisenza alterarne vitalità, proliferazione e ca-pacità differenziativa.Nonostante i pro i contro non accenninoad abbassare la guardia, la ricerca va avanti.In Italia e all'estero. Tant'è che la criocon-servazione delle staminali è ormai una realtà.Un vero e proprio “fenomeno” che si staimponendo su scala mondiale. Solo in Eu-ropa, infatti, oltre 150 mila persone hannodeciso di consegnare il sangue contenutonel cordone ombelicale e raccolto al mo-mento del parto a istituti pubblici e centrispecializzati privati.“Conservare il materiale biologico placentare– ha sempre affermato il professor UmbertoVeronesi – significa dare una chance in piùal proprio figlio, oltre che compiere un attodi fiducia nella scienza”. Sì perché il sanguecordonale, secondo gli scienziati, rappre-senta una preziosa sorgente di staminaliemopoietiche. Unità biologiche, cioè, chesono contenute nel liquido organico peri-ferico e nel midollo osseo, capaci di gene-rare globuli rossi, bianchi e piastrine. Di più:il sangue cordonale può essere utilizzato,come il midollo osseo e le cellule staminalidel sangue periferico, per effettuare il tra-pianto in pazienti affetti da molte malattieematologiche (leucemie, linfomi) e da pa-tologie genetiche come l’anemia mediter-ranea o Morbo di Cooley.Sotto il profilo giuridico, il legislatore parlachiaro. “Il sangue cordonale raccolto al mo-

mento del parto viene conservato pressouna Banca pubblica specifica. La Banca ha come obiettivo prioritario con-servare le unità donate che rispondono aprecisi requisiti di qualità, per renderle di-sponibili per il trapianto di pazienti italianie stranieri. Ma anche e soprattutto per unmembro della famiglia (fratello/sorella) af-fetto da una patologia curabile con le cellulestaminali emopoietiche, oppure nel caso in

cui nell’ambito della famiglia stessa vi siaun elevato rischio di malattie genetiche, chepotrebbero riguardare futuri figli che conquesta preziosa risorsa potrebbero esseresottoposti ad un trattamento terapeuticoche dia loro una reale possibilità di guari-gione”.Ma quand'è che il termine “cellula stami-nale” appare per la prima volta nella lette-ratura scientifica? Per la precisione nel1868, nelle opere del biologo tedesco ErnstHaeckel. Lo scienziato usò il termine in duesensi: come l’antenato unicellulare di tuttigli organismi multicellulari e come cellulauovo fecondata che dà origine a tutte lecellule dell’organismo. Da quell'anno ad og-gi, la ricerca globale identifica il termine“cellula staminale” per riferirsi a quelle sin-gole cellule capostipiti di una vera e propriadiscendenza cellulare (come, ad esempio,quelle del sangue).In buona sostanza, le staminali sono cellulecapaci di riprodurre se stesse rimanendoidentiche. Oppure sono in grado di trasfor-marsi in cellule diverse che costituiscono deitessuti e degli organi (cellule del cuore, delleossa, neuronali, epatiche, solo per citarnealcune). Nuclei di vita, insomma, per cui lacrioconservazione diventa l'unico mezzo disalvaguardia a fini terapeutici.

CRIOCONSERVAZIONEDELLE CELLULELA FRONTIERA DELLA VITA

Primo Piano

In Europa oltre 150mila persone hannodeciso di consegnareil sangue contenuto

nel cordone ombelicale cherappresenta una preziosasorgente di staminaliemopoietiche. Il sanguecordonale viene conservatopresso una Banca pubblicaspecifica che ha lo scopo diconservare le unità perrenderle disponibili apazienti italiani e stranieri.

Pag. 8 Biotecnologie Luglio 2017

SOL è un Gruppo multinazionale italianocon più di 3000 dipendenti, un fatturato(2016) di 703 milioni di Euro e una storiaprofessionale di novant’anni, operante inEuropa, Turchia, Marocco, Brasile e India indistinti settori prevalenti: produzione, ricercaapplicata e commercializzazione di gas tec-nici, puri e medicinali, home care, criobio-logia e biotecnologie.In questi ultimi ambiti, SOL ha recentementeconsolidato la propria presenza nel contestodi un mercato in costante sviluppo: di se-guito, viene riportata una breve presenta-zione delle società controllate dal GruppoSOL che operano nei settori criobiologiae biotecnologie.

DIATHEVA: IL PARTNER STRATEGICOPER LO SVILUPPO CLINICO DI NUOVEBIOMOLECOLE E DISPOSITIVIDIAGNOSTICI IN VITRO, DALLARICERCA ALLA PRODUZIONE Diatheva è un’azienda biotech fondata nel2002, focalizzata sullo sviluppo, produzionee commercializzazione di kit diagnostici inno-vativi e agenti terapeutici in Oncologia, Ma-lattie infettive e Medicina personalizzata. Dal2012 Diatheva è parte del Gruppo SOL SpA.La mission di Diatheva è il trasferimento deirisultati della ricerca di base in prodotti in-dustriali e nuovi farmaci per rispondere agli“unmet medical needs” e per favorire il pro-gresso attraverso il supporto alla ricerca cli-nica. Nel suo impianto di nuova costru-zione (2.500 mq), Diatheva ha realizzatoun reparto GMP dedicato alla produzio-ne di biologici per studi pre-clinici e clinici,in particolare per la produzione di anticorpiricombinanti, enzimi e nuovi immunogeni.Il nuovo reparto è interamente suddiviso inlocali a contaminazione controllata classifi-cati secondo le vigenti normative in materiadi produzione di specialità medicinali, in ac-cordo con le regolamentazioni EU-GMP.Grazie all’esperienza acquisita nel settorebiofarmaceutico e alla collaborazione conimportanti clienti pubblici e privati, Diathevasi è dimostrato un partner strategico per losviluppo clinico di nuove molecole d’inte-resse diagnostico o terapeutico, offrendoservizi conto terzi di sviluppo e produ-zione assicurando, attraverso un consoli-dato sistema di gestione della qualità, la

soddisfazione del cliente. Diatheva, inoltre,dispone un portfolio di biomolecole brevet-tate (anticorpi) in diverse aree terapeutiche,con elevato potenziale di crescita e a diffe-renti stadi di sviluppo. Parallelamente al settore farmaceutico, Dia-theva è un’azienda di riferimento per lo svi-luppo e produzione conto terzi di testimmunoenzimatici e kit di biologia mo-lecolare per applicazioni diagnostiche e diricerca, avvalendosi di un team motivato ealtamente qualificato, con competenze neisettori della microbiologia della biochimicae della biologia molecolare e cellulare.

CRYOLAB: SERVIZI PER LA GESTIONECOMPLETA DI CAMPIONI BIOLOGICICryolab, nato nel 2012 come spin-off dellaFacoltà di Medicina e Chirurgia dell’Universitàdi Roma Tor Vergata, dal 2015 è in partner-ship con il Gruppo SOL e rappresenta un’in-frastruttura dedicata alla manipolazione ealla conservazione di campioni biologici, au-torizzata dal Ministero della Salute a svol-gere servizi dedicati a Istituti dei Tessuti:- gestione di processi di Disaster Reco-very Plan secondo il Decreto Legislativon.191/2007 (art. 24);- stoccaggio a breve, medio e lungo ter-mine di cellule, tessuti e organi, per scopidi ricerca o trapianto, conservati in azoto li-quido, in vapori d’azoto o in congelatori

Protagonistimeccanici all’interno di una sala criobiolo-gica realizzata sulla base dei più modernistandard realizzativi e tecnologici.- trasporti programmati e in emergenzadi cellule e tessuti, di gameti, zigoti ed em-brioni con mezzi e operatori dedicati e spe-cificatamente formati, all’interno di conte-nitori a temperatura controllata (da -190°Ca + 10°C), per mezzo di data logger certi-ficati.

BIOTECHSOL: LA RICERCABIOTECNOLOGICA AL SERVIZIODELLA PERSONABiotechSol risponde ai bisogni delle personefornendo una tecnologia medico-scientificaall’avanguardia in modo affidabile, rapido epreciso, rappresentando così un punto d’in-contro tra innovazione, ricerca e qualità.Ogni servizio offerto è accuratamente co-struito sui bisogni delle persone, al fine digarantire la massima completezza.L’impegno nella ricerca e l’aggiornamentoscientifico permettono di fornire soluzionipersonalizzate per ogni periodo della vita erappresentano una garanzia di affidabilitàper i professionisti del settore. Tra i servizi di analisi offerti da BiotechSol:- Exome/Genome test: analisi completadel DNA;- Nutritest: a partire da un campione di sa-liva, viene effettuata un’analisi genetica perun profilo nutrizionale personalizzato;- Recaller test: analisi ematologica dell’in-fiammazione da cibo con dieta personaliz-zata, un sistema di diagnosi e interpretazionedei dati abbinato a una dieta alimentare.- Mi Risk: test predittivo per malattie car-diovascolari;- Panorama test: screening non invasivoper la donna in gravidanza per la ricerca dianomalie cromosomiche nel feto;- Personal Carrier test: basata sull’analisidiretta di frammenti del genoma umano,permette di rilevare mutazioni che possonocausare malattie genetiche recessive in sog-getti sani.

Informazione pubblicitaria

IL GRUPPO SOL PER LE BIOTECNOLOGIE

Pag. 9Una pubblicazione by

Spirito di innovazione, eccellenza dellaricerca scientifica, visione sul futuro:il nostro Paese ha tutte le carte in re-gola per poter giocare un ruolo da

protagonista nell’ambito delle biotecnologie.È quanto emerge dagli interventi dei relatoripresenti a Milano, lo scorso 2 maggio, inoccasione dell’assemblea annuale di Asso-biotec, l’associazione nazionale per lo svi-luppo delle biotecnologie, parte di Feder-chimica. Obiettivo della giornata: fare il pun-to su quanto è stato messo in atto finorama soprattutto su cosa ancora è necessarioper creare un ecosistema favorevole alla ri-cerca e all’innovazione biotech, con un oc-chio rivolto al finanziamento e allo sviluppoindustriale. È il presidente Riccardo Palmi-sano a tirare le somme di quanto svolto inquesto primo anno di mandato, presentan-do le proposte dell'associazione per il pros-simo periodo.

Presidente, il sottotitolo dell’assembleaannuale recita Dall’attrazione degli in-vestimenti alla valorizzazione della ri-cerca innovativa: le sfide che il Paesenon può perdere. Investimenti e ricercasono i due fattori chiave dello sviluppodelle biotech, quindi.«La ricerca è la chiave di tutto, ma da solanon basta: per cogliere l’opportunità cheoffre il nuovo approccio delle multinazionali,quello della ricerca collaborativa, è neces-sario valorizzare le eccellenze presenti nelleuniversità, negli enti di ricerca, e facilitarel’attivazione di spin off e start up, agevo-lando il rapporto con il capitale. Il numerodi realtà che si occupano di ricerca, in Italia,è allineato al resto d’Europa, tuttavia le no-stre aziende restano piccole o micro permancanza di fondi: non riusciamo ad attirarecapitali di rischio».

Che fare allora?«Servono più attrattività fiscale, più com-petenze imprenditoriali, più trasferimentotecnologico, meno burocrazia e più velocità.E serve una regia centrale, che recuperi an-che il ruolo delle Regioni chiave, ma in unaprospettiva di piano integrato e non nellalogica della classica frammentazione all’ita-liana. Il capitale non ha frontiere: va doveci sono buona scienza, buoni progetti e buo-ni manager. Molto è stato fatto con il pre-cedente Governo, ma c’è ancora tanta stra-da da percorrere. I centri di ricerca italianisono riconosciuti per qualità a livello mon-diale, da un punto di vista scientifico, masono ancora poco attrezzati nello svilupparebusiness plan che portino al mercato: oc-corre quindi formare la figura del ricercato-re-imprenditore. Inoltre sono ancora troppopochi e troppo piccoli i fondi specializzatinegli investimenti nel biotech».

Quali sono i settori biotecnologici a oggipiù promettenti, nel contesto medicale?«Uno dei mondi chiave resta quello dell’on-cologia e dell’onco-ematologia, dove l’obiet-tivo non è più quello di prolungare la vita

del paziente di qualche mese ma di arrivarealla guarigione. Poi c’è il campo della neu-rologia e delle malattie neuro-degenerative:Alzheimer, Parkinson, Huntington, SLA. Sen-za dimenticare il grande e variegato settoredelle malattie rare, i nuovi farmaci per leepatiti e le biotecnologie per la prevenzione,ovvero i vaccini».

Trova che il tema biotecnologie sia an-cora un po’ misconosciuto da parte delgrande pubblico?«Sì: c’è stato un miglioramento nelle cono-scenze da parte del pubblico. Lo spauracchiodella clonazione non esiste più, ma certa-mente c’è ancora un lavoro di alfabetizza-zione da compiere, anche tra i decisori po-litici che spesso hanno una conoscenza su-perficiale del tema. In questo senso ancheil ruolo dei media è molto importante: oc-corre far comprendere che questa è unatecnologia che viene dalla vita e che non ènemica della vita. Ma in generale serve an-che, da parte del grande pubblico, un ap-proccio più fiducioso verso la scienza: la re-centissima polemica sui vaccini ne è unesempio».

Focus

Intervista a Riccardo Palmisano,Presidente Assobiotec

BIOTECNOLOGIE TRA RICERCA, INVESTIMENTIE COMUNICAZIONE

Pag. 10 Biotecnologie Luglio 2017

di Andrea Porta

La genetica molecolare è il campo dellabiologia e della genetica che studia lastruttura e la funzione dei geni al li-vello molecolare. Nell’ultimo decennio

l’analisi del dna ha rappresentato un validometodo d'indagine sia in campo clinico sianella diagnostica di un numero sempre mag-giore di malattie genetiche. Soprattutto nelcampo dei disordini monofattoriali, cioè nel-le sindromi causate dall'alterazione di unsingolo gene come le talassemie, la fibrosicistica, la distrofia muscolare e le emoglo-

binopatie, le tecniche della biologia mole-colare si sono rivelate vincenti. Il numerodelle malattie genetiche identificabili me-diante l’analisi del dna cresce quindi alla de-terminazione di nuovi geni responsabili dellamalattia.

QUALI STRUMENTIGrazie alla genetica molecolare oggi è pos-sibile mettere a punto farmaci che produ-cono importanti risultati in termini di con-trollo della malattia o in grado di agire suuna malattia divenuta refrattaria ad altriagenti terapeutici: innovazioni che aumen-

GENETICA MOLECOLARE E APPLICAZIONIFARMACOLOGICHE

Protagonistitano drasticamente le opportunità terapeu-tiche ma che potrebbero frammentare lasocietà tra chi può permettersi le cure e chino. Così ad esempio la cellula tumorale nonviene più definita come semplicemente de-regolata, ma piuttosto come una entità cheha acquisito nuove funzioni. Il metodo di scelta per la diagnosi di moltemalattie genetiche è attualmente la Poly-merase chain reaction (Pcr) soprattutto peri suoi vantaggi di accuratezza e sensibilità.

LE APPLICAZIONI TERAPEUTICHEI centri di ricerca attivi nella genetica mole-colare si propongono di coniugare la ricercasui meccanismi biologici fondamentali conquella traslazionale. Si occupano dell’analisimolecolare e biologia cellulare di malattiegenetiche ereditarie, di caratterizzazioni mo-lecolari di malattie genetiche acquisite comei tumori e la loro progressione in senso me-tastatico, dello sviluppo di metodiche escreening di nuovi farmaci. Le indagini fanno uso delle principali me-todiche della biologia moderna (approccibiochimici e farmacologici, biologia e ge-netica molecolare, biologia cellulare e calcolocomputazionale) ma in modo del tutto in-novativo.

di Luca Borghi

Per definizione, è una malattia rara. Ep-pure i numeri sono di un certo rilievo: qua-si 5000 pazienti con un’incidenza di circa50 nuove diagnosi ogni anno.Insomma, la battaglia contro l’emofilia– per la scienza è un disordine ereditariorecessivo che causa gravi deficit nella coa-gulazione del sangue dovuta alla man-canza, totale o parziale, del Fattore VIII(emofilia di tipo A) o del Fattore IX (emo-filia di tipo B) – non è stata ancora vinta.Nel 75% dei casi, la patologia è eredi-taria e colpisce soprattutto i maschi (lefemmine sono di solito portatrici sane).E il 30% dei nuovi eventi è causato damutazioni genetiche. Una fotografiaspietata, anche per quanto riguarda lecure: infusioni endovenose costanti – an-che tre volte la settimana, cioè oltre 150iniezioni all’anno – per evitare che ancheil minimo trauma con danno vascolarenon determini una emorragia. La profi-

lassi risulta il regime più utilizzato (>70%)per il trattamento dei pazienti gravi af-fetti da emofilia; mentre la terapia a do-manda risulta il trattamento di scelta perle emofilie moderate e lievi.Dalla ricerca, per fortuna, arrivano im-portanti scoperte. L’impegno di CSLBehring, da oltre un secolo in prima li-nea per migliorare la cura e la qualità divita dei pazienti, apre nuovi scenari.Non solo sotto il profilo dei trattamenti,ma anche e soprattutto per quanto ri-guarda il benessere fisico, psichico e so-ciale degli emofilici. L’azienda fondatada Emil von Behring, innovatore nel cam-po delle siero-terapie e vincitore del pri-mo Premio Nobel per la Medicina, hamesso a punto infatti un nuovo paradig-ma di cura.Per l’emofilia di tipo B, CSL Behring hasviluppato albutrepenonacog alfa, unanuova proteina di fusione ad emivita pro-lungata, nata dalla fusione tra Fattore IXdella coagulazione ricombinante e albu-

mina ricombinante. Questa tecnologia èstata progettata e testata per prevenireo ridurre gli eventi emorragici e, in baseal suo schema posologico, può essereutilizzata con intervalli di infusione finoa 14 giorni, riducendo significativamentela frequenza di somministrazione per viaendovenosa.Per l’emofilia di tipo A, invece, la casafarmaceutica ha puntato su lonoctocogalfa, primo FVIII ricombinante con tec-nologia Single-Chain, progettato per unamigliore stabilità molecolare e prolungatadurata d’azione. Il farmaco è stato spe-rimentato nell’ambito del progetto AF-FINITY, il più ampio programma di studidisegnato rispettando la reale pratica cli-nica. Risultato: una nuova possibilità di trat-tamento ritagliata sui bisogni reali delpaziente. Un altro importante passo avanti versoil miglioramento della qualità della vitadegli emofilici.

CURA DELL’EMOFILIA:I FATTORI DELLA SPERANZA

Pag. 11Una pubblicazione by

di Luca Borghi

L’importanza delle biotecnologie èracchiusa nell'etimologia greca dellaparola stessa: il connubio pressochéperfetto tra vita (bios), perizia (te-

chne) e studio (logos). Elementi fondamen-tali che l'uomo ha via via avvicinato e svi-luppato per rispondere sempre di più e me-glio ai bisogni della società. In campo ge-netico, ingegneristico, agricolo ma anchesoprattutto farmacologico e medico. Bastipensare ai vaccini per combattere quellemalattie infettive che fino ai primi del No-vecento non lasciavano scampo.Il secolo scorso è stato infatti contraddistintoda una serie di straordinarie trasformazionisotto il profilo dell'epidemiologia delle pa-tologie trasmissibili. Nel dopoguerra, la svol-ta. Progresso sociale ed economico, unita-mente alla disponibilità di vaccini ed anti-biotici, hanno portato a successi fino ad al-

Il ruolo delle biotecnologie moderne appare oggi piùche mai fondamentale per preservare il benesserecomune. Anche perché, ad esempio, alcune tipologiedi streptococchi particolarmente invasivi, dopo una

fase di silente presenza, hanno trovato nuovi fattori divirulenza che ne hanno via via favorito la ricomparsa.

ECCO COME LE BIOTECNOLOGIEMETTONO ALLE CORDELE MALATTIE INFETTIVE

Monitor

NUMERO DI FARMACI BIOTECH IN COMMERCIO PER AREA TERAPEUTICA

MALATTIE INFETTIVE MALATTIE METABOLICHE, EPATICHE ED ENDOCRINE

ONCOLOGIA CARDIOVASCOLARE ED EMATOLOGIA

INFIAMMAZIONE E MALATTIE AUTOIMMUNI NEUROLOGIA FERTILITÀ

RESPIRATORIO NEFROLOGIA DERMATOLOGIA MUSCOLO-SCHELETRICO

89

21

1223

18 8 7

24

27

lora considerati impensabili. Il resto l'ha fattola ricerca che, pur tenendo in considerazionele questioni etiche e morali, ha scommessosulle biotecnologie. I campi di applicazioneservono solo a dare un contorno alle sfidevinte fino ad oggi: la produzione di proteineterapeutiche come l'insulina per la cura deidiabetici; l'ormone della crescita per con-trastare alcune forme di nanismo, l'eritro-poietina per combattere l'anemia. E ancora:gli interferoni per dare battaglia ai virus e

far regredire alcune tipologie di tumori; gliantibiotici su scala industriale per difendercidai batteri; i vaccini contro l'epatite B o laBordetella pertussis, responsabile della per-tosse; la vittoria sul vaiolo; oppure indivi-duare malattie infettive o genetiche in pe-riodo prenatale.Ora, però, le biotecnologie sono chiamatea dare risposte a bisogni nuovi e semprepiù complessi Oggi, infatti, è chiaro ed evi-dente il passaggio da un'epidemiologia in-

Pag. 12 Biotecnologie Luglio 2017

NUMERO DI FARMACI BIOTECH IN COMMERCIO PER TIPO DI PRODOTTO

Un vaccino personalizzato contro il Cancro:questo l’ambizioso obiettivo dei ricercatoridell’Istituto di Ricerche Biogem e della Bio-tech Takis.L’Immunoterapia Oncologica ha dimostratoche sbloccando il sistema immunitario, si ot-tengono risultati clinici straordinari che por-tano al riconoscimento ed eliminazione dellecellule tumorali. La possibilità di sequenziareil genoma di un tumore a costi relativamentebassi, nota come next generation sequen-cing (NGS) ha permesso poi di scoprire chei tumori presentano numerose mutazioniche originano antigeni riconoscibili dal si-stema immunitario, i neoantigeni.

“Il Cancro è una patologia straordinariamentecomplessa e Biogem ne studia i meccanismiper renderla più curabile. Grazie al supportodi AIRC, ci aspettiamo che le nostre scopertepossano tradursi in concrete opportunità te-rapeutiche nei prossimi anni” afferma il Pre-sidente di Biogem Ortensio Zecchino.“La combinazione di NGS ed immunotera-pia caratterizza oggi la ricerca più avanzatain Oncologia. Con risultati molto incorag-gianti, stiamo sviluppando vaccini geneticiinnovativi e tecnologie capaci di indurre po-tenti risposte immunitarie personalizzatecontro il tumore in combinazione con le te-rapie correnti, con l’obiettivo di trattare il

paziente nel giro di 4 settimane dalla dia-gnosi” dichiara Luigi Aurisicchio, groupleader presso Biogem e CEO di Takis.La collaborazione tra Biogem e Takis rap-presenta un importante passo in avanti dellaRicerca Italiana verso la medicina di pre-cisione come approccio rivoluzionario perla gestione e cura del paziente oncologico.

Per maggiori informazioni: www.biogem.it e www.takisbiotech.it

VACCINI ANTI-CANCRO PERSONALIZZATI BASATI SU DNA RICOMBINANTE

UN FUTURO SEMPRE PIÙ VICINO

Protagonisti

fettiva sorretta dalle infezioni della miseria– cioè dal ciclo orofecale, che scatenava tifoed enteriti, e dalle cosiddette malattie deituguri alla base di Tbc e polmoniti – allo svi-luppo delle patologie moderne che scatu-riscono anche e soprattutto da comporta-menti a rischio. È il caso di Aids, virus datrasfusione di sangue, malattie a trasmis-sione sessuale, tossifenzioni alimentari soloper citare alcuni nemici della salute pubblica.La sfida è iniziata e ha già prodotto risultatitangibili, in particolare nella lotta all'Aids edi tutti quei virus che rischiano di proliferareattraverso il fenomeno delle migrazioni dimassa. Il ruolo delle biotecnologie moderneappare, dunque, oggi più che mai fonda-mentale per preservare il benessere comune.Anche perché, ad esempio, alcune tipologiedi streptococchi particolarmente invasivi, do-po una fase di silente presenza, hanno tro-vato nuovi fattori di virulenza che ne hannovia via favorito la ricomparsa. Ergo: non soloè importante il costante monitoraggio dellemutazioni genetiche dei germi, ma è decisivoil controllo dettagliato del ceppo in circola-zione e dei trend di mutamento. Perché ildeciso miglioramento delle nostre condizionidi vita, ci rende meno “selezionati” rispettoall'infettante e quindi più suscettibili. Insom-ma, il rapporto malattie infettive e biotec-nologie applicate ai vaccini è chiamato a unprofondo sforzo di rinnovamento. Un per-corso di continua trasformazione che lascienza ha però iniziato ancor prima di co-noscere gli ultimi dati statistici. È proprioquesta la forza delle biotecnologie: studiare,con perizia, le mutazioni della vita.

La ricerca biotecnologica ha dato impulso allo sviluppo di questi fondamentali strumenti di prevenzionedelle malattie infettive: 71 dei prodotti biotech ad oggi in commercio sono vaccini che, insieme alleproteine ricombinanti, rappresentano circa il 57% di tutti i prodotti biotech disponibili.

CARDIOVASCOLARE ED EMATOLOGIA

71

PROTEINA RICOMBINANTE

43ANTICORPO MONOCLONALE

29PEPTIDE

22PRODOTTO A BASSO PESO MOLECOLARE

19ALTRO

18

Pag. 13Una pubblicazione by

Primo Piano

a cura di Assobiotec

La Legge di Bilancio 2017 ha introdot-to alcune importanti novità che han-no riguardato il riconoscimento delvalore dell’innovazione farmaceutica,

attraverso risorse addizionali dedicate ai far-maci innovativi e oncologici, mettendo ma-no al contempo alla revisione della strutturadei tetti. Tale revisione rappresenta sicura-mente un passo verso una maggiore tra-sparenza e semplificazione nei flussi dei dati,anche se la attuale quantificazione, nono-stante il contributo dei fondi per i farmaciinnovativi, non risolve lo “storico” problemadel sotto finanziamento della spesa per ifarmaci ospedalieri. Le novità introdotte dal-la Legge di Bilancio 2017 rappresentanoquindi solo un primo passo verso una piùarticolata e complessa revisione della Go-vernance.La nuova Governance Farmaceutica dovreb-be avere come principio fondante un finan-ziamento pubblico in linea con la reale do-manda farmaceutica: solo partendo da unacopertura adeguata si può cominciare aparlare di sostenibilità del sistema. L’attualesistema di governo della spesa farmaceuticaparte infatti con un problema di fondo: ilfondi pubblici destinati alla spesa farma-ceutica (14,85% del SSN) non sono suffi-ciente a coprire la domanda pubblica cor-rente. Questo crea uno sfondamento dispesa strutturale che, al di là di qualsiasi ri-definizione dei tetti, comporta per defini-zione la necessità di una contribuzione daparte dell’Industria per la spesa per gli ac-quisti diretti, tramite il meccanismo del pay-back, pari al 50% dell’importo del sottofi-nanziamento complessivo. A questo, si ag-giungono altre criticità: le imprese conti-nuano ad avere a che fare con venti sistemisanitari regolati in maniera diversa, i farmaciancora coperti da brevetto non sono pie-namente tutelati, l’accesso ai nuovi farmaci,che siano o mano classificati come innova-tivi, resta tra i più lenti d’Europa, sommando

i tempi centrali con quelli regionali. «Bisogna smettere di concentrarsi sulle scia-luppe di salvataggio e focalizzarsi su comenon fare andare la nave contro gli scogli –commenta Riccardo Palmisano, Presidentedi Assobiotec, Associazione nazionale perlo sviluppo delle biotecnologie che fa partedi Federchimica – I meccanismi di gestionedelle emergenze sono fondamentali, manon è pensabile partire ogni anno per unnuovo viaggio con la certezza che la navedel farmaco ospedaliero andrà a sbatterecontro gli scogli e che le imprese da un certopunto dell’anno in avanti regaleranno il pro-dotto al Sistema Sanitario Nazionale. Perquesto tra i principi alla base di una nuovagovernance deve esserci un finanziamentodel Sistema Sanitario Nazionale che sia ade-guato alla spesa farmaceutica pubblica eche parta dalla domanda farmaceutica pub-blica reale. Mantenere un sotto finanzia-mento strutturale provoca una distorsionedelle regole e dei comportamenti». A causadella difficoltà nel reperire le risorse man-canti nel bilancio dello Stato, tutte le particoinvolte devono contribuire a chiudere ilgap di finanziamento, includendo l’identi-ficazione di aree di efficientamento dellaspesa farmaceutica e nuove forme di finan-ziamento per i farmaci di «interesse pub-

blico». Il ticket a carico dei contribuenti po-trebbe ad esempio essere escluso dal calcolodella spesa pubblica.«Il ripiano, il payback, deve restare solo unmeccanismo di salvaguardia da attivare nelcaso di evoluzioni impreviste e imprevedibilidella domanda, con relativo onere da ripar-tire equamente tra tutti gli attori del sistema.Assobiotec è, inoltre, fortemente convintache debbano essere tutelati al meglio il bre-vetto e la proprietà intellettuale, in quantofondamento dell’industria di ricerca e mec-canismo universalmente riconosciuto comeincentivo all’innovazione in medicina, amaggior ragione nelle aree di frontiera dellabiotecnologia e delle terapie avanzate; ac-canto alla tutela del brevetto dovrebberoessere garantite anche la valorizzazione del-l’innovazione, laddove l’attuale sistema delpayback sembra al contrario essere una tas-sa sui prodotti più innovativi e appropriati,così come il rapido accesso ai farmaci, lad-dove oggi siamo tra i più lenti d’Europa.L’industria chiede da sempre regole semplicie con effetti prevedibili, in un contesto ditrasparenza e accessibilità dei dati, che cree-rebbero al contempo sostenibilità della spesae programmazione degli investimenti azien-dali, con evidenti benefici tanto sul PIL chesull’occupazione».

INNOVAZIONE, SOSTENIBILITÀ E GOVERNANCE FARMACEUTICA È TEMPO DI CAMBIARE

Pag. 14 Biotecnologie Luglio 2017

TERAPIE AVANZATE E SALUTE RENALERISULTATI PROMETTENTI DALLA RICERCA

di Andrea Porta

Un po’ in tutto il mondo occidentalel’incidenza dell’ipertensione e deldiabete di tipo 2 stanno contri-buendo all’alto tasso di malattie

renali e a una domanda crescente di tra-pianti. A oggi soffrono di patologie nefro-logiche circa 40 milioni di persone in Europae tra le anomali diagnosticate nel periodoprenatale il 30 per cento è di tipo congenitoe riguarda i reni e il tratto urinario. Purtrop-po il numero di donatori non è sufficientea soddisfare questo fabbisogno: per questoservono terapie biotecnologiche per rispon-dere alla domanda di salute renale. Le te-rapie basate sull’uso di cellule staminali po-trebbero offrire in questo senso una solu-zione alternativa.

STAMINALI RENALI: UN GRANDE FILONE DI RICERCAGli studiosi stanno ancora discutendo sullapresenza di cellule staminali renali nel corpoumano adulto. Diverse cellule trovate in varipunti all’interno del nefrone, l'unità funzio-nale del rene, sono state proposte comepossibili cellule staminali renali. La più con-vincente evidenza è stata la scoperta di ungruppo di cellule nel polo urinario della cap-sula di Bowman del nefrone. Dal loro studiopotrebbe venire la cura di alcune patologienefrologiche. Inoltre diversi tipi di celluleestratte dal midollo osseo sono state testatein animali e in studi clinici per il trattamentodelle malattie renali. A oggi sono le cellulestaminali mesenchimali quelle che hannoprodotto i risultati più promettenti: le ricer-che suggeriscono che queste cellule possanoessere capaci di potenziare l’abilità intrinsecadel rene di ripararsi. Un altro tipo di cellulestaminali che gli scienziati stanno usandonella ricerca sul rene sono le pluripotenti in-dotte, create tramite la riprogrammazionedi cellule adulte e specializzate a cellule sta-minali embrionali. Recentemente, alcuni ri-cercatori sono stati capaci di usarle per pro-

durre cellule renali in uno stadio molto pre-coce di sviluppo.

UNO STUDIO TUTTO ITALIANOMa le biotecnologie in nefrologia viaggianoanche su altri binari. Ad esempio all’ospe-dale pediatrico Meyer di Firenze è stato svi-luppato e brevettato un metodo per miglio-rare la diagnosi di malattie renali su basegenetica. Iniziata pochi anni fa con lo scopodi individuare un modello di patologia suf-ficientemente preciso per perfezionare ladiagnosi di malattie renali su base geneticaa partire dalle urine, la ricerca pare moltopromettente. Per mettere a punto un me-todo utile a costruire un modello persona-lizzato di malattia, i ricercatori hanno puri-ficato e amplificato i progenitori renali, untipo di cellule staminali, dalle urine di ognisingolo bambino malato per poi trattarlecon sostanze che sono in grado di trasfor-marle nella cellula renale che vogliamo stu-diare, ad esempio la cellula bersaglio dellamalattia. In questo modo è possibile otte-nere un modello unico che porta scritte sudi sé tutte le alterazioni genetiche e le in-fluenze ambientali che hanno determinato

quella malattia in quel paziente. Questo saràutile per studiare molte malattie renali lecui cause rimangono ancora sconosciute.

NUOVE POSSIBILITÀ DI TRAPIANTIAltro versante in cui le biotecnologie si muo-vono in ambito renale è la creazione di or-gani artificiali. Secondo gli scienziati, il primodispositivo impiantabile che sostituirà la do-nazione di reni e la dialisi potrebbe essereun rene artificiale alimentato dal sistemacircolatorio. Guidato da uno scienziato del-l’Università della California a San Francisco,un consorzio di dieci diversi team di ricercaha presentato tempo fa un nuovo prototipodi rene artificiale. Si tratta di un sistema adue fasi che coinvolge migliaia di microsco-pici filtri che rimuoveranno le tossine dalsangue. Attualmente gli unici metodi pertrattare il collasso renale sono i trapianti ela dialisi. Il nuovo sistema, frutto delle piùrecenti biotecnologie, si basa sugli ultimiprogressi della nanotecnologia e della ge-nerazione di tessuti e spera di utilizzare letecniche di fabbricazione del silicone perrendere il rene artificiale abbastanza piccoloper il trapianto.

Da sapere

Pag. 15Una pubblicazione by

COME FARE: Nei modelli CUD, 730, UNICO

a sinistra “Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative

di utilità sociale ecc.” ed inserisci il Codice Fiscale dell’Associazione

05203531008

Il 5 per mille è gratuito per chi lo dona e non è in alcun modo alternativo all’8 per mille.

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