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Edito da Communitas – www.communitasbs.it anno II Mensile gratuito di informazione locale – n° 11 DICEMBRE 2006 - GENNAIO 2007 Scegliere è sempre difficile: entrano in gioco moltepli- ci fattori che non sempre si compongono in modo coe- rente tra loro. Spesso ciò che sembra determinante si rivela secondario e ciò a cui ci si trova di fronte non corrisponde a quanto pensato, immaginato, sognato. E a maggior ragione quando il momento della scelta sopraggiunge ad un'età di transizione qual è quella dell'adolescenza, caratterizzata da cambiamenti che generano tensioni profonde nel modo di percepire il mondo e di percepirsi. Se si aggiunge che, spesso, sui più giovani si proiettano le ombre di contesti sociali, frammentati e contradditori ed anche le aspirazioni degli adulti, si comprende immediatamente come la scelta divenga un momento ulteriormente problemati- co. A volte, si carica di ansie più o meno giustificate. Benché l'azione di orientamento parta sin dalla scuola dell'infanzia, per proseguire nella scuola primaria, è nella scuola secondaria di primo grado che giunge a maturazione il percorso che conduce ad una scelta concreta e definita anche se potenzialmente non defi- nitiva. Del resto la scuola media è scuola per definizio- ne dell'orientamento. Quindi diventa fondamentale la conoscenza di se stessi per una scelta consapevole. Orientamento non significa "determinare" una scelta, ma formare l'alunno perché sappia compiere quella scelta in modo responsabile. Proprio per questi motivi la scuola secondaria di primo grado mette in atto una serie di percorsi ed attività di- dattiche sia per la l'esplorazione delle proprie poten- zialità e stili di apprendimento che per l'esplorazione del mondo delle scuole superiori e professionali, non- chè dei centri di formazione professionale. Prof. Giovanni Quaresmini Dirigente scolastico continua nello speciale a pag. 8 Presepe di Motella - Foto Luciano Zanoni Editoriale Scelte scolastiche. Verso il futuro

Bassa Voce - dicembre 2006

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Edito da Communitas – www.communitasbs.it

anno II Mensile gratuito di informazione locale – n° 11 DICEMBRE 2006 - GENNAIO 2007

Scegliere è sempre difficile: entrano in gioco moltepli-ci fattori che non sempre si compongono in modo coe-rente tra loro. Spesso ciò che sembra determinante sirivela secondario e ciò a cui ci si trova di fronte noncorrisponde a quanto pensato, immaginato, sognato.E a maggior ragione quando il momento della sceltasopraggiunge ad un'età di transizione qual è quella

dell'adolescenza, caratterizzata da cambiamenti chegenerano tensioni profonde nel modo di percepire ilmondo e di percepirsi. Se si aggiunge che, spesso, suipiù giovani si proiettano le ombre di contesti sociali,frammentati e contradditori ed anche le aspirazionidegli adulti, si comprende immediatamente come lascelta divenga un momento ulteriormente problemati-

co. A volte, si carica di ansie più o meno giustificate.Benché l'azione di orientamento parta sin dalla scuoladell'infanzia, per proseguire nella scuola primaria, ènella scuola secondaria di primo grado che giunge amaturazione il percorso che conduce ad una sceltaconcreta e definita anche se potenzialmente non defi-nitiva. Del resto la scuola media è scuola per definizio-ne dell'orientamento. Quindi diventa fondamentale laconoscenza di se stessi per una scelta consapevole.Orientamento non significa "determinare" una scelta,ma formare l'alunno perché sappia compiere quella

scelta in modo responsabile.Proprio per questi motivi la scuola secondaria di primogrado mette in atto una serie di percorsi ed attività di-dattiche sia per la l'esplorazione delle proprie poten-zialità e stili di apprendimento che per l'esplorazionedel mondo delle scuole superiori e professionali, non-chè dei centri di formazione professionale.

Prof. Giovanni QuaresminiDirigente scolastico

continua nello speciale a pag. 8

Presepe di Motella - Foto Luciano Zanoni

Editoriale

Scelte scolastiche. Verso il futuro

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BORGO SAN GIACOMO - VILLACHIARA - PADERNELLO | 3DICEMBRE 2006 - GENNAIO 2007

Ci si sente più contenti a Natale.L'avvicinarsi delle feste e la prospettiva distaccare per un po' dalle frenesia quotidianaci mette di buon umore. L'idea di qualchegiorno di riposo in compagnia dei propri fa-miliari è allettante. Si allestiscono i presepinegli angoli delle case. Nelle chiese risuona-no liete melodie, canzoni gioiose, discorsi disperanza, di rinascita. Anche senza render-cene conto ci si trova a compiere riflessioni,bilanci, esami di coscienza. Magari ci scap-pa anche qualche buon proposito per il futu-ro. Le luci multicolori nelle strade irradianocalma allegria. Le piazze pullulano di iniziati-ve di solidarietà. Ci sentiamo ben dispostiverso gli altri, verso la vita. Siamo un po' piùsereni.C'è chi cerca di portare un po' della speran-za tipica di questo periodo nei cuori dellagente ogni giorno.Silenziosamente. Concretamente. Quotidia-namente. Cercando di fare qualcosa di utileper gli altri. Dedicando un po' del proprio

tempo a chi si trova in una situazione di bi-sogno.Come per esempio i volontari dell'Associa-zione Volontari Villaclarensi.In quasi due anni di attività i volontari hannoeffettuato ben 700 viaggi di accompagna-mento con le due automobili dell'associazio-ne presso gli ospedali della zona per chi de-ve effettuare cure o visite specialistiche. Soloun centinaio di questi viaggi hanno avuto co-me meta l'ospedale di Orzinuovi, gli altri 600hanno avuto come destinazione Manerbio,Chiari, Brescia. Per le persone anziane, o perchi non può guidare, questi centri non sonofacilmente raggiungibili se si parte da Villa-chiara.Viaggi che a volte impegnano il volon-tario per un paio di ore, ma a volte occupa-no un'intera mattinata. Viaggi semplici, in cuipredomina la routine, come per i soliti con-trolli sanitari. Viaggi difficili in cui, al contra-rio, si viene a contatto del dolore e della sof-ferenza di una persona.Da poco più di un anno i volontari villacla-

rensi hanno iniziato a svolgere anche il ser-vizio di consegna dei pasti a domicilio per glianziani, in accordo con l'amministrazionecomunale: in un anno sono stati distribuitipiù di 1500 pasti.I volontari hanno inoltre organizzato un corsodi ginnastica di mantenimento per anziani,una festa per l'anziano ed un impegnativocorso di formazione per volontari, articolatoin 9 incontri, in collaborazione con la Parroc-chia di Villachiara ed il centro Servizi per ilVolontariato di Brescia.Nel novembre scorso, secondo anniversariodell'inizio delle attività, si è svolta la festa del-l'associazione per una raccolta di fondi.Il presidente Laura Bonfiglio, il vice presi-dente Angelo Valzelli, il Segretario Marta La-biani, il revisore dei conti Luciano Zanoni, gliautisti, le centraliniste, i volontari iscritti, han-no presentato il lavoro svolto e con lo slogan"aiutaci ad aiutare" hanno chiesto il soste-gno di tutti per poter continuare a svolgere illoro servizio.

L'associazione infatti è una ONLUS, regolar-mente costituita con un atto notarile e statu-to che ne stabilisce le finalità ed è iscritta al-la sezione Provinciale di Brescia del RegistroRegionale del Volontariato con Decreto n°2315 del 01/08/2005: vive grazie alla capa-cità di autofinanziarsi ed alla disponibilità deivolontari, i quali non percepiscono compensiper il lavoro svolto presso l'associazione.Al fine di migliorare il servizio offerto, i volon-

tari villaclarensi hanno in previsione l'acqui-sto di una nuova autovettura con l'elevatoreper i disabili. L'associazione ha ottenuto uncontributo dalla Fondazione della ComunitàBresciana, ed ora è impegnata nella raccol-ta dei fondi mancanti.Una comunità, per essere tale, deve esseresolidale. Non solo a Natale.

Giuseppe Riccardi

Villachiara

Associazione Volontari Villaclarensi: aiutaci ad aiutare

Editore:Communitas - Associazione CulturaleSede in Orzinuovi, via Beethoven n. 6Sede Operativa: Via Cavour 31 Orzinuovi - BS

sito associazione: www.communitasbs.ite-mail associazione: [email protected] giornale: www.communitasbs.it/bassavocee-mail giornale: [email protected]

Autorizzazione del Tribunale di Brescian. 7/2005 del 28/02/05

Direttore Responsabile:Riccardo Caffi

Redazione: Carla Baronchelli, Stefania Biatta, Mauro Cinquetti, Fulvio Cominotti, Giorgio Ferrari,Valerio Gardoni, Angelo Zucchi

Progetto grafico:San Giorgio Editrice srl UnipersonaleVia Fieschi, 2/14 – 16121 Genovawww.sangiorgioeditrice.it [email protected]

Stampa: Color Art srl. - V. Industriale 24/26 Rodengo Saiano - BS

In distribuzione gratuita in 11.000 copie a:Orzinuovi, Villachiara, Orzivecchi, Pompiano, Quinzano, Borgo San Giacomo, San Paolo, Lograto,Barbariga, Corzano, Dello, Mairano, Maclodio, Longhena, Brandico

L'arrivo del mese di dicembre è sempre at-teso per le numerose attività culturali e ri-creative che affiancano le giornate di festareligiosa. La nascita del Cristo viene ricorda-ta dalla Chiesa nella preghiera e nel saluto aGesù. Nelle famiglie il ricordo viene perpe-tuato con la realizzazione del presepio. I gior-ni di festa civile sono un occasione per ritro-varsi e partecipare alle numerose iniziativeorganizzate in questo periodo.L'avvicinamento ai giorni di festa è graduale,il lungo Avvento di preghiera e concentrazio-ne per la Chiesa, è stato anche quest'annoanticipato dalle luci natalizie che grandi cen-tri commerciali e negozi hanno esposto, conmia grande sorpresa, già nei primi giorni dinovembre, subito dopo la commemorazionedei defunti.A Borgo San Giacomo si è voluto anche que-sta volta mantenere l'attenzione lontana dal-le luci intermittenti e concentrarsi su ciò cheil paese può dare: in questi giorni ci siamogià incontrati con il Gruppo "Donne 8 Mar-zo", che hanno presentato il loro libro "Cuci-no... e dono" (vedi pag. 12).L'approfondimento artistico e culturale èmantenuto dalla visita il 10 dicembre allamostra mantovana dedicata al Mantegna ead alcune uscite nei teatri di prosa, sempre

organizzate e pubblicizzate dalla bibliotecacivica.La Fondazione Castello di Padernello apre leporte del maniero per uno degli eventi cultu-rali più attesi sul nostro territorio: l'inaugura-zione delle aree di sostegno culturale all'in-terno del castello. Verrà, infatti, inaugurata, il16 dicembre, la Biblioteca Mediateca dellaBassa, tutti i volumi raccolti dalla FondazioneCiviltà Bresciana e dagli Amici del Castellosaranno disponibili presso le sale restauratedel Castello di Padernello. Un'occasionequindi anche per ammirare il lavoro esegui-to nelle sale dell'antica biblioteca originale.Durante la serata sarà presentato il nuovo la-voro del fotografo Virginio Gilberti, dopo il ca-lendario dello scorso anno, quest'anno laFondazione presenta un libro fotografico de-dicato a Galileo Galilei, figura su cui hannofatto perno numerose iniziative culturali del-l'anno trascorso, sviluppate dallo spettacoloteatrale di Giacomo Andrico.La notte di Natale si è tutti invitati, dopo lacelebrazione, a fermarsi in piazza per loscambio degli auguri bevendo qualcosa dicaldo e mangiando del panettone sotto ilportico del Municipio, dove una capanna ealcuni suonatori mantengono viva l'atmosfe-ra. Un "rito civile" che a Borgo San Giacomo

prosegue da anni grazie ai volontari dellaprotezione civile.La notte di Natale apre i tradizionali presepial pubblico: San Rocco, presso il Sagrato,San Genesio e a Motella. Ormai famosi e ri-conosciuti per l'abilità di chi li prepara sonoin attesa anche in questo Natale della visitadi numerose persone, un momento di mera-viglia artigianale e stupore ricorda la povertàe l'umanità della nascita di Gesù.

È ormai da qualche anno consuetudine pre-sentare in questo periodo la mostra dedica-ta ad un artista gabianese, è questa la voltadel pittore Lino Baiguera, presso la sala con-siliare del municipio il 22 dicembre. Mostraattesa, dove accanto ai quadri l'artistaesporrà dei lavori artistici legati al periodo

natalizio e alle nostre tradizioni, una sorpre-sa che sicuramente verrà apprezzata cometutti i lavori dell'artista, conosciuto anche co-me sceneggiatore, organizzatore e sceno-grafo di numerosi spettacoli che allietano lefeste patronali.I momenti per stare insieme continuano an-che con l'anno nuovo, il 5 gennaio pressol'auditorium della Cassa Rurale ed Artigianaci sarà il saggio della Scuola di Musica diret-

ta da Giusy Baratta, un'esperienza che ha ri-scosso notevole consenso in pochi anni dal-la sua fondazione, portando un buon numerodi ragazzi ad avvicinarsi alla musica. L'ultimaoccasione per festeggiare sarà, anche que-sta ormai tradizionale, festa danzante offertada BorgoBotteghe, l'associazione che riuni-

sce gli esercenti gabianesi e che ogni annopresenta "Borgo in Vetrina", un premio allamigliore vetrina del paese, promuovendol'acquisto presso i negozi di Borgo San Gia-como.Uno degli artefici delle manifestazioni è l'as-sessore Ignazio Parini, che in veste anche dipresidente della Fondazione Castello di Pa-dernello si trova impegnato su più fronti: "so-no convinto che queste iniziative aiutino ariorganizzare la socialità della nostra gente,sono eventi fatti dalle persone per le perso-ne, è il messaggio e la volontà di ricordare lanascita di Cristo che trova in questo incontrouno dei suoi significati" ribadisce Parini, con-vinto assertore della riscoperta dell'immensobacino di ricchezza culturale e storica cheviene rappresentato dal nostro territorio edalla sua gente.Una coesione sociale da promuovere, unosviluppo del territorio a misura e rispetto del-l'uomo, che diventa difficile in luoghi dovemasse di cemento e negozi prendono il no-me delle piante che hanno abbattuto perfabbricarli.Sono molti i motivi che ci spingono a riflette-re in questi giorni di festa e fermarsi insiemenel nostro paese, sicuramente ancora pae-se, piccolo e quasi perso nella nebbia, macapace di ritrovarsi e riconoscersi nei mo-menti forti e importanti dell'anno.

Gianluca Bono

Padernello

Ricostruito l’antico fornoIn una chiara notte d'estate di qualche hanno fa,sotto il portico di un'osteria, da una piacevolechiacchierata tra amici, nasce un'idea: ricostrui-re il Forno a Padernello per distribuire pane fre-sco la domenica mattina.Molti ricorderanno che, fino alla fine degli annisettanta, arrivando a Padernello da San Paolo, laprima costruzione che si trovava sulla sinistraera un antico Forno dove, nel secolo scorso, gliabitanti del paese andavano a cuocere il panepreparato a casa. Successivamente, quandoogni abitazione potè disporre di un forno proprio,questa costruzione divenne il luogo in cui i lavo-ranti dei campi si radunavano ogni mattina perricevere le consegne lavorative della giornatadai propri datori di lavoro. Fino a che ,questaparticolare costruzione venne abbattuta (perchépericolante?)ma il suo ricordo rimase forte tra gliabitanti di Padernello e non…

Proprio quel ricordo riemerse quella notte rinvi-gorito dalla bella fotografia del forno appesa nel-l'osteria. E così, quando ancora era lontanissimala possibilità che il bel Castello di Padernello ri-

prendesse vita, nasceva la voglia di ricostruire ilforno. Una persona, in particolare, conservòquesta idea come un sogno da realizzare, se lopose come obiettivo e solo una serie di imprevi-sti ne ritardò la concretizzazione.Ora, finalmente ce l'ha fatta e molto bene!!! Lapassione per il forno è diventata contagiosa emoltissime persone si sono prestate gratuita-mente ed in diversi modi per ricostruire l'edificioesattamente com'era: il tempo, la competenza,le idee di chi ha dato il proprio contributo per

questo Progetto recano un valore aggiunto aquesta costruzione, al di là del risultato.Il Forno è stato restituito agli abitanti di Pader-nello come gesto di riconoscenza da chi ha rice-vuto molto da questo paese. Verrà inauguratoDomenica 10 Dicembre alle ore 11 e distribuiràpane tutto il giorno.Il Pane, prodotto così essenziale e al tempostesso irrinunciabile nella nostra alimentazione,prodotto che accomuna tutte le culture e altempo stesso le caratterizza …….chissà comesarà il pane di Padernello e in che giorni lo tro-veremo? Non è importante, sicuramente avrà un"sapore speciale", come speciale rimane la di-mensione che si respira in questo paese cosìlontano dall'efficienza, dalle luci e dai rumoridei frequentatissimi Centri Commerciali.

Stefania Biatta

Borgo San Giacomo

Tempo di Avvento

Accanto al forno i braccianti ricevevanole consegne per la giornata di lavoro

Foto Conti

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4 | ORZIVECCHI – POMPIANODICEMBRE 2006 - GENNAIO 2007

CCaallzzoonnii,, CCaallzzoonnii ee aannccoorraa CCaallzzoonnii…… DDaa DDiinnoo CCaallzzoonnii aa BBuurrttuullìì ddee llee ssoobbrree((CCaallzzoonnii BBoorrttoolloo)) cceennttoo aannnnii ddii ccaamm--ppaannaarrii aa PPoommppiiaannoo

Il campanile di Pompiano troneggiapiantato in mezzo alla statale. Loscorgi a distanza: armonioso e svet-tante con la bellissima cuspide versoil cielo raramente limpido della Bas-sa. I suoi sessanta metri sembrano dipiù nel paesaggio piatto della pianu-ra."La fatica di salire quei cento scalininon la sentivi a vent'anni" E' DinoCalzoni che ci parla, l'ultimo deicampanari di Pompiano scomparsolo scorso anno.In occasione della Sagra di Sant'An-drea, Patrono del paese di Pompia-no, domenica 26 novembre si è svol-ta, nella piazza civica, una gara dicampane a corde, appositamente in-stallate in piazza, per ricordare i no-stri campanari defunti che, con tantoamore e tanta passione, si sono pro-digati per tutta la loro vita al suonodelle campane..I concerti si sono svolti fino al 3 di-cembre ed hanno coinvolto in parti-colare i ragazzi delle scuole.Siamo certi che Dino Calzoni e gli al-tri campanari ci hanno seguito dalcielo con amore.I campanari defunti sono:Calzoni Dino, Calzoni Giuseppe, Cal-zoni Bortolo, Calzoni Francesco, Cal-zoni Bortolo detto "Burtulì de le so-bre" (Bortolo delle ciabatte).

QQuuaannddoo llee ccaammppaannee ddeettttaavvaannoo lleeggggeeiinn ppaaeesseeCi ha lasciato scritto un altro Calzoni,il prof.Andrea, questa testimonianza(anni '40- '50):Le campane di Pompiano erano 5: la1a, la 2a, la 3a, la 4a, ed il campano-ne. Tutti erano orgogliosi del com-plesso che dalla cella campanaria si-tuata sul vecchio e snello campanilediffondevano i suoi rintocchi e le suemelodie. Le campane segnavano, sipuò dire, la vita di ogni famiglia e del-l'intero borgo. Cominciavano al mat-tino per la messa prima o per gli uf-fici funebri. Per questi iniziavano, conintervallo di 10 minuti, mezz'ora pri-ma dell'inizio della funzione. Poi ri-prendevano a suonare un quartod'ora prima della messa della scuo-la. Rintocchi speciali echeggiavanoper annunciare l'inizio della scuola. Amezzogiorno ecco il suono dell'ange-lus: a questi rintocchi in ogni famigliasi recitava la classica preghiera inonore della madonna. Durante il gior-no annunciavano le varie riunioni po-meridiane per le donne soprattutto.All'imbrunire ecco il suono per la re-cita del rosario in chiesa e dopo il Ro-sario l'annuncio dell'Ave Maria. Se ilgiorno successivo era festivo si face-vano "scampanate" più o meno so-lenni (a secondo dell'importanza del-la festa) tanto a mezzogiorno comeall'Ave Maria: se invece il mattinosuccessivo si celebrava un ufficio fu-nebre questo veniva annunciato conrintocchi lenti e distanziati. Erano poile campane che annunciavano le ce-rimonie di funerali, battesimi, estre-

ma unzione, benedizione del tempo eche più ne ha più ne metta. Per anti-che tradizioni il compito di campana-ri era privilegio delle famiglie Calzoni:quella di Bortolo (lo stradino, fratellodi Don Francesco) e di Bortolì (de lesobre). Essi trascinavano con sè an-che i figli e quando c'erano le "scam-panate" ognuno prendeva la cordadella "sua" campana e la tirava omollava agli ordini del capo campa-naro. Per certe cerimonie (Battesimi- funerali dei piccoli - feste grandi) sisuonava "di allegrezza". Talvolta neuscivano improvvisate variazioni dicanzoni popolari e anche .... amoro-se che facevano storcere gli occhi alrigido arciprete. Un pezzo particolarenelle feste più solenni (uno-2-3 voltel'anno) era la così detta "Diana". Eraun misto di concerto sacro, patriotti-co, e profano che faceva andare insollucchero chi la ascoltava. Rara ec-cezione in tutta la provincia di Bre-scia: le campane restarono al loroposto anche durante la 2a guerramondiale mentre quasi tutte le altrevennero fuse per costruire affusti dicannone."

Gian Franco Tortella

Concerto di campanePompiano

L'agricoltura della Bassa fa scuola in TanzaniaBargnano - Orzivecchi

Sono trascorsi poco meno di 100 anni daquando, grazie al generoso lascito di Erme-lina Maselli Dandolo, nel 1909 nasceva aBargnano la "Scuola d'Agricoltura", intito-lata al conte Vincenzo Dandolo, esponentedi una delle più illustri famiglie del Risorgi-mento. A un secolo di distanza la scuola dicampagna - che nel frattempo è cresciutadiventando un Istituto di Istruzione Supe-riore che coordina due sedi staccate a Or-zivecchi e una a Lonato e che segue diver-si indirizzi di studio nel settoreagroindustriale, agroambientale, agrituri-stico, turistico e alberghiero - si accinge adestendere il suo raggio d'azione fino allesavane dell'Africa. Accogliendo la richiestadi alcune organizzazioni umanitarie che

operano in Tanzania, il Consiglio d'Istitutodel Dandolo ha deciso di valutare la possi-bilità di organizzare ai piedi del Kilimangia-ro, nella provincia di Kilò, una scuola supe-riore di agricoltura. Si tratterebbe di darvita ad un biennio agrario di specializzazio-ne, che verrebbe frequentato da una venti-na di studenti, accolti in convitto, al termi-

ne dei quattro anni di scuola superiore. Pervalutare la fattibilità del progetto, una dele-gazione di docenti dell'Iis di Bargnano edella sede coordinata di Orzivecchi (i proff.Rocco Alfieri, Antonio Bonetti, Mariella Ga-lazzo), guidata dal preside Piero Maffeis, siè recata sul posto, dove ha incontrato i sin-daci di vari villaggi ed il direttore di unagrande farm di proprietà del Ministero del-l'Agricoltura della Tanzania, verificando in-sieme a loro le possibilità di dar vita allanuova scuola. "La provincia di Kilò è un va-sto altopiano a 2000 m.di altezza, comple-tamente privo di acqua potabile e di luceelettrica dice il preside -. E' una terra mol-to bella, salutata da albe e tramonti magni-fici, ma abitata da una popolazione pove-

rissima e tuttavia molto ospitale. Nei villag-gi si incontrano tanti bambini, denutriti emalati, eppure felici di quel poco che han-no. Sono loro che abbassano l'età mediadegli abitanti intorno ai 15 - 17 anni". Va-lutata la disponibilità delle istituzioni nazio-nali e locali ed analizzate le caratteristichedel terreno, del clima, della qualità dell'ac-qua, fattori necessari alla produzione agri-cola, la delegazione ha ipotizzato la spesadi circa 50.000 euro per la ristrutturazionedegli ambienti in cui aprire la scuola, per ilpagamento dello stipendio degli insegnan-ti e per le spese di funzionamento del con-vitto per il biennio. Il progetto farebbe capoalla missione di frate Paolo, missionariofrancescano di Viadana (Mn) che ne coor-

dinerebbe le attività. Rientrati in Italia, i do-centi di Bargnano e di Orzivecchi si sonomessi all'opera, con l'aiuto dei colleghi, perpredisporre i programmi della nuova scuo-la di agricoltura in terra d'Africa. "Il proble-ma che necessita di una soluzione impel-lente adesso è quello di trovare i fondi perdare inizio ai lavori di ristrutturazione degliambienti che accoglieranno aule e convitto- aggiunge Maffeis -, perciò siamo alla ri-cerca di finanziamenti per il progetto". IlConsiglio d'Istituto ha già inoltrato richiestadi contributo all'assessorato provinciale al-l'istruzione e sta contattando enti ed istitu-zioni per avere gli aiuti necessari e suffi-cienti per coprire le spese.

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Anche quest'anno il gruppo "Amici del Presepio di Orzi-vecchi" si è dedicato alla preparazione del presepio arti-stico, allestito come è abitudine nelle vicinanze della chie-sa dei Santi Pietro e Paolo, in una grande stanza collocatasopra l'ufficio postale.Si tratta di un gruppo di "uomini e donne di buona vo-lontà" che a partire dal mese di settembre si ritrova a ri-pensare al presepio per realizzare, in aggiunta alle pur ap-prezzate versioni che da tempo alcuni cittadini curano alivello privato, un presepio parrocchiale che aprirà la suasettima edizione la notte del Santo Natale 2006.Questa volta, pur mantenendo la struttura esistente, sonostate introdotte apprezzabili novità relativamente all'am-bientazione, al fine di rendere più verosimile la ricostruzio-ne dei luoghi in cui visse Cristo 2000 anni fa, guidando ilvisitatore lungo un percorso di luci ed ombre sino allagrotta di Betlemme, luogo centrale della memoria attornoal grande evento della Nascita di Gesù. Vedere il presepioin anteprima mi rende consapevole del grande lavorosvolto ma anche dell'entusiasmo e della passione cheguidano quanti - con pazienza - lo stanno realizzando,cercando di migliorarsi ogni volta. Tra pochi giorni il pre-sepio sarà un meccanismo perfettamente funzionantecomposto da centraline elettriche e materiali tradizionalicome il legno, la pietra, la cartapesta, il muschio e il ges-so. Tra i personaggi in movimento, rappresentati per af-fiancare il racconto biblico alla vita quotidiana, avremomodo di ammirare scene che documentano i contrasti deltempo: accanto ai devoti gruppi di pastori che solcano di-stese desertiche, in contrapposizione al povero villaggio

dei pescatori, si ergono il temuto castello di Erode e glieleganti palazzi romani.Alcuni effetti scenici - quali l'alternarsi del giorno e dellanotte per citarne uno e non svelare il resto - uniti all'im-mancabile musica renderanno l'atmosfera veramentesuggestiva, capace di emozionare soprattutto quanti sa-pranno avvicinarsi ai dettagli, senza dimenticare che alcentro di ogni scena è presente l'uomo, col suo lavoro, lasua capacità di prendere coscienza che qualcosa di gran-de sta accadendo, il suo bisogno di rivolgersi a Dio, un Dioesso stesso Uomo.Il presepio rimarrà aperto nelle festività natalizie ai se-guenti orari: mattino dalle ore 10 alle 12 - pomeriggiodalle ore 14.30 alle 18.00.-

Luisa Paccani

Tesori natalizi Orzivecchi

OOrrzziivveecccchhii,, IIVV NNoovveemmbbrree.. IIll ggrraazziiee ddeeii ccoommbbaatttteennttii ppeerr llaa mmaanniiffeessttaazziioonneeEgregio signore,in quel lungo corteo di bandiere, di ragazzi delle scuole, della fanfara deibersaglieri, di corone d'alloro, di cesti di fiori, c'erano anche i pochiCombattenti e Reduci, di cui il più giovane ha 81 anni e il più vecchio91. Erano presenti i carabinieri, le autorità civili e religiose.Questo è l'omaggio che i viventi di un paese dedicano al 4 Novembre ache ha dato la propria vita alla Patria. Nell'alza bandiera, nelle poesie,nei canti, nell'Inno d'Italia cantato dai ragazzi della scuola e nei discor-si commemorativi delle autorità civili primeggiava anche la presenza delsuo dono come simbolo di gratitudine e solidarietà. Ecco la gioia del do-no: partecipare con la mente e con il cuore, con i sentimenti più belli,più profondi e spontanei, nella libertà, nella giustizia sociale, nella soli-darietà di Pace. Allora anche i vecchi Combattenti si sentono fieri, orgo-gliosi e commossi nel ringraziare con il cuore in mano.

Il presidenteGiuseppe Valcamonico

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DICEMBRE 2006 - GENNAIO 2007BRANDICO - MAIRANO - DELLO | 5

In preparazione della "Giornata della Memoria", che intutto il mondo si celebra ogni anno il 27 gennaio, giornodell'ingresso delle truppe russe nel campo di sterminio diAuschwitz, per ricordare l'olocausto del popolo ebreo, lebiblioteche comunali di Brandico e Mairano intendonofornire una occasione per approfondire, per riflettere eper non dimenticare la vergognosa tragedia provocatadall'odio razzista. A questo scopo organizzano per i giorni12 - 13 - 14 gennaio '07 un viaggio ai campi di concen-tramento di Mauthausen e Gusen.L'itinerario della visita guidata prevede per il primo giornol'itinerario Brandico, Mairano, Innsbruk, Linz (partenza inpullman, pranzo ad Innsbruk e visita della città, arrivo aLinz, cena e pernottamento); il secondo giorno il viaggio

continuerà da Linz fino a Gusen e Mathausen (visita gui-

data ai campi di sterminio, pranzo, visita guidata all'abba-zia di Sankt Florian, cena e pernottamento); il terzo giornoil programma prevede il rientro da Linz, passando per Sa-lisburgo, fino a Mairano e Brandico (partenza, visita gui-data alla città di Salisburgo, pranzo, ritorno in Italia in tar-da serata). Il costo della gita è fissato in 240 euro; leiscrizioni si ricevono entro il 23 dicembre.

La biblioteca di Mairano organizza inoltre, come ogni an-no, la visita alle mostre d'arte allestite nel complesso me-dioevale di Santa Giulia a Brescia. Il museo propone que-st'anno l'interessantissima esposizione dedicata allanascita dell'impressionismo paesaggistico in Europa e laretrospettiva sul pittore olandese Piet Mondrian, di cui so-no esposti circa 80 dipinti. L'appuntamento è per il po-meriggio di sabato 17 febbraio '07, ma le iscrizioni (24euro per pullman ed ingresso alle mostre ed al museo) siraccolgono in biblioteca entro il 10 gennaio.E' garantita la visita al primo gruppo di 25 iscritti, conpossibilità di formare un secondo gruppo se, alla chiusuradelle iscrizioni, le adesioni saranno numerose. La stagio-ne fredda è anche tempo di corsi, come quello di "décou-

page" (vocabolo derivante dal francese "découper", cheletteralmente significa ritagliare"), guidato dalla espertissi-ma Luciana. Il découpage consiste sostanzialmente nelritagliare immagini di carta per incollarle sull'oggetto dadecorare, che sarà stato preventivamente colorato.Esistono ovviamente milioni di varianti che consentono didare libero sfogo alla fantasia ed alla creatività, così daprodurre oggetti resi unici dai possibili sfondi, da effettiaffascinanti, da finiture anticanti o screpolate, da partico-lari effetti pittorici, o da immagini di ogni tipo. Il corso saràeffettuato il lunedì sera con la presenza di otto iscritte oiscritti. Tema delle prime lezioni saranno le decorazioniper il Natale e per Capodanno.

r. c.

Brandico - Mairano

Arte, fantasia e memoria nelle iniziative della biblioteca

L'oratorio si rinnovaVi ricordate quando andavamo all'oratorio dabambini e giocavamo a calcio venti-contro-venti? E sapete quanti campioni sono uscitidalla scuola calcio dell'oratorio?Ricordiamone solo due, giusto per fare esem-pi dei bei tempi andati: Trapattoni e Scirea!Ma se voi parlaste con i genitori di questicampioni come con i nostri del resto, vi accor-gereste che questo è forse l'aspetto menoimportante. L'aspetto che più viene ricordatoe sottolineato sarà invece che "almeno làsappiamo dove siete e stiamo tranquilli, e poic'è anche il curato che vi tiene d'occhio!". Orai tempi sono mutati, è vero, ma non sempre inmeglio!Ad esempio, sono pochissimi i paesi chehanno ancora un curato, ed alcuni non hannopiù nemmeno l'oratorio. Purtroppo questo è ilcaso di Dello, o meglio, lo è a metà. Mi spie-go: il curato da alcuni anni, quindici circa, nonc'è più, e di oratori ce ne sono due, unomaschile ed uno femminile. Ma dei due, nem-

meno uno in regola con le più elementarinorme di sicurezza vigenti. Il paese in questiultimi anni ha conosciuto un forte incrementodemografico, non solo per l'arrivo degli extra-comunitari.Aumentano quindi i bambini e conessi l'esigenza dei genitori di saperli al sicuro.Per fortuna Dello è un paese che ricorda il suopassato, ed è stato quindi naturale ripensareall'oratorio come luogo ideale di ritrovo ededucazione. Cogliendo quindi una richiestapartita "dal basso", il parroco don VittorioBrunelli ha riunito il Consiglio per gli AffariEconomici ed ha messo sul piatto il problema.Si è fatta quindi una scelta su quale strutturarecuperare, tutte e due sarebbe stato troppooneroso e fuori luogo - la vedete voi unasocietà divisa fra maschi e femmine? - e si èdeciso quindi di ristrutturare l'ex oratorio fem-minile, lasciando a quello maschile gli spaziper i due campi da calcio, da undici e da settegiocatori. A progetto ultimato, il preventivo dispesa è di circa 1- 1,2 milioni di euro, non

poco per un paese come Dello, ma la gene-rosità dei dellesi è sempre stata pronta e…sostanziosa, come in occasione delle ristrut-turazioni recentemente concluse della faccia-ta della chiesa parrocchiale, della canonica edella sacrestia. Ci sarà un bar ed un ritrovocome circolo Anspi, aule per il catechismo esale riunioni, sala giochi naturalmente, manon credo però che sia previsto l'arrivo di uncurato: questo problema non lo può risolvereil Consiglio!Approvate tutte le parti burocratiche, i lavorisono iniziati a novembre '06 e la fine è previ-sta per Natale 2007, se tutto procederà comesi deve. E' importante sottolineare come siastata la comunità a spingere il parroco nel-l'impresa, perché d'impresa si tratta, segnoquesto evidente di come certi valori sianoradicati nel nostro territorio e di come si cer-chi di guardare al futuro in modo positivo,soprattutto per i nostri figli.

Gianfranco Gatti

Dello

Viaggio della memoria ai campi di concentra-mento di Mauthausen e Gusen

Page 6: Bassa Voce - dicembre 2006

6 | ORZINUOVIDICEMBRE 2006 - GENNAIO 2007

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Al Jolly "Su il sipario"Si ritorna in scena. Buio in sala, il sipario si alza, le luci sul palco illumi-nano la scena.Attori e compagnie provano, debuttano, girano l'Italia, un paese che pa-re aver riscoperto la magia e l'interesse per gli spettacoli, se si conside-rano i molti appuntamenti programmati nei teatri per la stagione2006/07.Se qualche segnale di ripresa viene registrato a livello nazionale, anchegrazie all'azione intrapresa dal governo che nell'attuale testo della Finan-ziaria prevede stanziamenti a favore del Fondo unico per lo spettacolo, lasituazione è più difficile a livello locale a causa della mancanza di risor-se finanziarie; perché se è vero che la voglia di fare cultura dev'essere ilprimo motore di ricerca della scena, è indubbio che senza mezzi non siva lontano e che agli enti locali, con province e regioni, spetta un ruolocentrale per promuovere la tuornèe degli spettacoli e rilanciare quelloche il teatro rappresenta.Agli elementi classici della recitazione in quelle che possiamo definirestorie senza tempo, nuove modalità di espressione si sono fatte avantinei laboratori di ricerca che si sforzano di stimolare la riflessione, l'im-maginazione o di mettere in scena il gioco o la poesia.Domenica 29 ottobre a Milano si è svolta la festa del teatro, un giorno dispettacoli ed eventi legati al mondo del palcoscenico, incontri con lecompagnie, visite guidate all'interno dei teatri e spettacoli per bambini.Anche la città di Orzinuovi non vuol essere da meno, riproponendo la IIaedizione della rassegna "Su il sipario", inaugurata sabato 4 novembrecon lo spettacolo "Cirano de Bergerac" della Compagnia Teatrale i Guit-ti di Travagliato e proseguita 23 novembre con "Sabrina" proposta daCorrado Tedeschi e Corinne BonugliaSeguiranno poi i seguenti appuntamenti :Giovedì 7 dicembre "Rigoletto" messo in scena dalla Compagnia Italianad'Opera Venerdì 19 gennaio 2007 "La vedova allegra" - Compagnia dell'OniroSabato 10 febbraio "Gli innamorati" - Teatro Stabile di NapoliVenerdì 9 marzo Pippo Franco in "I miei primi 42 anni" Giovedì 22 marzo Quartetto G. in "Tutto fa Brodway"Venerdì 13 aprile Pali e Dispari in "Sotto la lingua"Sabato 21 aprile "Giselle" - Compagnia Internazionale di balletto - Tea-

tro nazionale dell'opera di Sofia.Si tratta di un progetto culturale voluto dall'Amministrazione di Orzinuo-vi, in collaborazione con l'Associazione Teatro e Musica di Castelleone econ il patrocinio della Provincia e il contributo di numerose aziende del-la zona.Visto il successo della scorsa edizione e il numero dei biglietti già ven-duti, gli organizzatori si augurano di fare il bis, riproponendo a Orzinuoviuna serie di eventi culturali che vanno dall'opera lirica, alla grande pro-sa d'autore, al cabaret e alla danza: linguaggi espressivi diversi accomu-nati dalla forza evocativa del palcoscenico.

L.P.

In questi ultimi mesi c'era uno strano vociferare riguardo la chiusura di unnegozio storico del centro cittadino; allora via alle ipotesi, alle congetturementre i discorsi si facevano sempre più filosofici o peggio, politici; si ècominciato a disquisire dell'invasione delle banche, del potere economicoglobale che schiaccia le piccole imprese, della perduta centralità dellapiazza Vittorio Emanuele, di come risollevare le sorti di un paese diventa-to addirittura città; ma la verità era che nessuno di noi, e quando dico"noi" parlo della mia cerchia di conoscenti, avrebbe mai immaginato chechiudesse la drogheria Cazzuli, privandoci del nostro solito punto d'incon-tro.Non era infatti un semplice negozio in cui si vendevano prodotti di ognisorta; per noi era un centro smistamento informazioni, il luogo in cui con-frontarsi settimanalmente sulle più diverse situazioni di gioco o di studio,o delle nostre vicissitudini sentimentali, quasi a scandire il passare deltempo.Si vedevano entrare in negozio le diverse tipologie di persone che forma-no una comunità: l'uomo in vista, il mendicante, il ricco, l'extracomunita-rio, la persona anziana che fatica a reggere la spesa. Insomma sfilava difronte a noi quella quotidianità che genera la storia.E certo la storia di un paese (a me piace chiamarlo ancora paese) è an-che una storia di famiglie: quella dei Cazzuli per l'appunto è una di quel-le esemplari, a partire proprio dal bisnonno Gabriele di origini cremascheche venne ad Orzinuovi sul finire dell'ottocento ad iniziare la sua attivitàcommerciale nella piazza, ancor prima degli Scalvini o dei Franguelli, per-ché lui nelle botteghe di Milano ci aveva lavorato e ne aveva di esperien-za da portare nel borgo orceano.Vengono le tragedie del fascismo e della seconda guerra mondiale ed ilnegozio passa nelle mani di Paolo Cazzuli, padre del nostro Luciano.A raccogliere l'esperienza del signor Paolo ci pensa infine lo stesso Lucia-no che, insieme alla moglie Marì, ed ultimamente con il figlio minore Pao-lo (proprio come il nonno), accompagnerà l'attività fino a dicembre di que-st'anno. Ma è Marì Salada, che sembra essere più dispiaciuta e che faticaancora ad immaginarsi una vita senza i ritmi della bottega.Le chiedo allora di raccontarmi gli affari del passato, ed è come aprire unlibro di storia locale o ripescare i racconti dei miei genitori e dei miei non-ni, nei quali la miseria della povera gente, l'umiltà delle campagne costi-tuivano il collante vero della comunità, poichè la solidarietà tra esseri

umani rendeva meno avverse le asprezze dell'economia.Poi lo sfondo cambia, i tempi cambiano; sotto i portici si alternano nego-zi, banche, bar; passano in rassegna le fobie di ogni epoca sino ad arri-vare ai giorni nostri , ai grandi centri commerciali in cui tutto è uguale mo-notono e l'essere umano non è altro che un cliente da sovraeccitare conl'abbondanza di prodotti e le offerte più convenienti.Ora è giunto il momento di chiudere un altro capitolo glorioso del com-mercio orceano; lo comprenderemo meglio quando non potremo più odo-rare il profumo di caffè vicino al bancone e nemmeno ammirare gli scaf-fali centenari nei quali si esponeva la merce.

Ed al mio amico Paolo Cazzuli, che ha avuto l'onore di continuare duran-te questi ultimi anni, dico mestamente: non dimenticare la voce dei tuoiavi, la saggezza professionale dei tuoi genitori perché dentro ci sta tuttoun mondo di passione e fatica, di gioia e di dolore, di miseria e nobiltà;perché dentro ci abita un'umanità profonda che i tempi moderni voglionoinscatolare in belle confezioni e grandi strutture; perché dentro ci trovi l'a-nima laboriosa e genuina degli orceani.

Michele Scalvenzi

L’anima del commercioA fine dicembre chiude la storica “Drogheria Cazzuli”

Orzinuovi

L’interno della drogheria Cazzuli

Page 7: Bassa Voce - dicembre 2006

Al campo sportivo di Coniolo c'è una squadra che que-st'anno sta raccogliendo parecchie soddisfazioni: èl'Atletico Coniolo, che ha inanellato, dall'inizio del cam-pionato, una serie di risultati postivi che gli permetto-no di essere fra le prime della classe del campionatoCSI di calcio a sei nel girone della Bassa orientale.Abbiamo avuto modo di assistere (sotto una pioggiasferzante) al quinto incontro del campionato e questoci ha dato lo spunto per tracciare un breve reportagesulle emozioni che ancora si vivono sui campi di pro-vincia.Al di là di ogni banale retorica, è da riconoscere comela passione per il calcio sia ancora capace di smuove-re le energie di tanti anonimi, eppure validi, atleti.Le partite, che di solito si disputano al sabato sera ola domenica e che durano, complessivamente, qua-ranta minuti, sono un compendio di sano agonismo edi grande fair play: encomiabile il rito di fine gara nelquale tutti i giocatori, al centro del campo, si stringonola mano, qualsiasi sia stato il risultato finale.Fra gli "eroi" locali, allenati dal mister Angelo Olivaricoadiuvato dal direttore tecnicoGiuseppe Pinotti e dai dirigenti Roberto Abrami e Mar-co Deldossi, troviamo giovani e giovanissimi atleti as-sieme a veterani del calcio locale come il portiere tito-lare Roberto Pizzi, che in un recente passato ha vestitoanche maglie di categorie superiori.Certo il campo di Coniolo non ha un perfetto manto er-boso, e allo stesso tempo è limitato dall'invadente mu-raglia che si innalza su tre lati a mezzo metro dal cam-po: forse però è proprio questo l'aspetto più verace diun calcio d'altri tempi.

Uno sport che vive, in questa dimensione, di diverti-mento e impegno, di pochi (o zero) soldi e di granmangiate a fine gara. E' il calcio dell'allegria e della te-nacia, dei gol spettacolari (che purtroppo quasi maivengono immortalati da immagini) e dei risultati tenni-stici; state sicuri che qui non ci si annoia!Ci è stato riferito, per fare un esempio, di un rocambo-lesco 6 a 1 che si è trasformato, dopo una prodigiosarimonta realizzata in una manciata di minuti, in un pa-reggio con dodici reti, l'ultima delle quali segnata, surinvio, dal portiere con la palla che, battendo dapprimasulla traversa e rimbalzando poi sull'estremo difenso-re avversario è scivolata, inesorabilmente, in rete: giu-dicate voi se questo non è spettacolo!Il pubblico, non avendo a disposizione tribune, assisteal match dai bordi del campo, incitando e commentan-do - con la salacità tipica di questi eventi - ogni azio-ne, strappando sorrisi e battute di rimando (a volte an-che dagli stessi giocatori).Mancano alla struttura sportiva di Coniolo (almeno) unpaio di cose che renderebbero più vivibilel'evento: le panchine per le due squadre in campo e,soprattutto, spogliatoi veri per gli atleti; attualmente,infatti, questa funzione è svolta dall'adiacente palestrache, essendo una costruzione molto vecchia, non ga-rantisce certo né funzionalità né strutture adeguate.Ci auguriamo che si trovi il prima possibile rimedio aqueste semplici ma importanti esigenze, e che il pub-blico si faccia sempre più numeroso: è su questi cam-pi che lo sport vince.

Angelo Zucchi

SONCINO - ORZINUOVI | 7DICEMBRE 2006 - GENNAIO 2007

Le "Furie Rosse" del ConioloConiolo

Decorare i muri… nei cimiteri Orzinuovi

Ci sono pittori che lamentano durante la stagione in-vernale un calo di rendimento dovuto alla mancanza diluce che li priva di preziose ore di lavoro e li rende piùpoveri ed irrequieti.Queste difficoltà sono ancora più evidenti per quegli

artisti che dipingono all'esterno, all'aria aperta, co-stretti dal freddo e dal buio a ridurre la quantità di tem-po da dedicare alle loro opere.Anche Sara ed Alessia, raccontando la loro recenteesperienza artistica all'interno dei cimiteri di Farfengoe Borgo San Giacomo, hanno fatto cenno alla neces-sità di dover interrompere il lavoro all'imbrunire, mo-mento in cui "con tutti quei lumini accesi e quel silen-zio irreale diventa impossibile continuare a dipingere".Capire di cosa si occupano esattamente queste duegiovani artiste bresciane è facile per quanti - cammi-nando tra le tombe - si sono imbattuti nei sopra citatiluoghi di culto in affreschi raffiguranti scene religioseche hanno come protagonisti la morte e la vita, CristoRisorto, angeli custodi dall'aria protettiva, Gesù chebussa alla porta di una casa, simbolo del cuore degliuomini.Le due giovani amiche raccontanocon entusiasmo la passione che daqualche tempo le accomuna e le falavorare insieme in un ambienteostile e un po' inconsueto, alla ri-cerca di una perfezione artistica chesolo l'esperienza può migliorare.Alessia, orceana - figlia d'arte - staterminando gli studi accademici e la

pittura sarà la sua professione.Sara, gabianese, ha scoperto di avere una buona ma-no e tanta costanza; insieme hanno accettato le primerichieste di decorare i muri esterni delle tombe e han-no scoperto di potersi dedicare anche a questa attività,

che peraltro consente loro di pagar-si gli studi.Vedere trompe d'oeil dipinti sui mu-ri con colori vivi contribuisce a tene-re lontani i pensieri dolorosi di colo-ro che si recano presso le tombe difamiglia e rappresenta un modospeciale per onorare il ricordo deidefunti, soprattutto in una culturacome la nostra che tende a dimen-ticare presto.L'attenzione che i vivi dedicano allepersone care scomparse varia daluogo a luogo e generalmente èmolto più sentita nelle campagne ri-spetto alle grandi città, dove si regi-strano problemi burocratici, costieccessivi per i servizi funebri, man-canza di spazi adeguati nei cimite-ri.

Fortunatamente la cultura di relazioni sociali e paren-tali più strette presente nei nostri paesi contribuisce atener salda l'idea secondo cui il defunto, vivendo in unaltro luogo, merita di essere trattato bene e con rispet-to.Anche in tempi lontani tutte le popolazioni accompa-gnavano il passaggio dalla vita alla morte con un ritua-le e secondo molti antropologi la nascita di un sistemasociale e culturale è legata al momento in cui gli uomi-ni hanno cominciato a seppellire i morti. In sostanza, aldi là di quanto siamo disposti a spendere per l'acqui-sto dei fiori e per le decorazioni, se dovessimo misura-re il livello di civiltà raggiunto in relazione al modo incui ci occupiamo dei morti, quale sarebbe il responso?

Ma questa è un'altra storia…Luisa Paccani

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Soncino

Economia, Etica e sviluppo sostenibileSi è concluso il seminario, articolato su tre incontri, "Economia, Etica esviluppo sostenibile" promosso nel mese di novembre dal circolo cul-turale ARGO di Soncino.

Una scelta coraggiosa quella del giovane circolo (opera da soli due an-ni) che ha voluto proporre un argomento all'apparenza molto ostico,che rischiava di allontanare il pubblico. La risposta è stata invece ca-lorosa, attenta ai contenuti e curiosa, con una partecipazione che è an-data aldilà delle più rosee aspettative degli organizzatori.Nel primo incontro, il prof. Luigino Bruni, docente della Bicocca di Mi-lano, si è soffermato sul binomio Economia-Felicità, mostrando comerecenti studi abbiano ornai acquisito come la felicità non sia diretta-mente proporzionale al livello di benessere, ma dipenda in buona par-te dalla qualità delle relazioni interpersonali. Il prof. Frank Moulaert,della università di Newcastle, ha invece approfondito le tematiche re-lative alla globalizzazione, illustrando una sua tesi per ridurre i risvoltinegativi sulla nostra vita quotidiana.

Infine Marco Boschini, assessore al Comune di Colorno, con un inter-vento appassionato, ha proposto alcune pratiche di buona amministra-zione, attenta all'ambiente e all'uso delle risorse, a partire da quella delsuolo.Con una serie di esemplificazioni e fornendo anche gli strumenti buro-cratici a supporto, ha mostrato come certe pratiche rispettose dell'e-co-sistema non siano utopia, ma possano rivelarsi anche un buon af-fare.Ora l'attività del circolo culturale avrà una pausa, per riprenderecon il nuovo anno.

Coloro che volessero avere notizie sui suoi principi ispiratori, sul pro-gramma o contribuire alla sua attività possono prendere contatto al se-guente indirizzo: [email protected]

circolo culturale Argo

Affresco al cimitero di Farfengo

Page 8: Bassa Voce - dicembre 2006

DICEMBRE 2006 - GENNAIO 20078 | SPECIALE ORIENTAMENTO SCOLASTICO

(segue dalla prima pagina)In questi mesi i Consigli di classe della scuola secondaria di primo gra-do esprimono a livello collegiale un "consiglio orientativo" riferito ad ognialunno e che tiene conto del percorso scolastico e personale che ognu-no ha compiuto. Si tratta di un adempimento tutt'altro che burocratico,perché alle sue spalle stanno molteplici iniziative che coinvolgono ragaz-zi e famiglie.Si tratta di un consiglio e non di un'imposizione anche se contiene unavalidità importante proprio per tutto il lavoro di osservazione e di ascol-to su cui si basa. Certamente non sempre aspirazioni dell'alunno o del-la sua famiglia coincidono con il "consiglio" espresso dalla scuola, co-me a volte non coincidono le attese della famiglia con la scelta che ilragazzo vorrebbe operare. E se, a questo proposito si vuol dare un'indi-cazione di massima, si potrebbe consigliare ai genitori di "mettersi inuna posizione di ascolto", attento e rispettoso, della situazione psicolo-gica e cognitiva dei propri figli in modo da aiutarli a scegliere nel modomigliore.E' evidente che un buon percorso di orientamento ed una scelta consa-pevole sono il vantaggioso punto di partenza per una buona riuscita delpercorso scolastico successivo. Al contrario un insuccesso con un'usci-ta prematura dalla scuola rappresenta per il giovane la perdita di impor-tanti opportunità di crescita e maturazione e, nel contempo, una disper-sione di energie positive e di opportunità di sviluppo per la società. Delresto le indagini Istat documentano, nella nostra provincia, una disper-sione ed abbandono scolastico tra il 30 e il 40%. Si tratta di una percen-tuale consistente di giovani che possono vivere l'insuccesso generandofenomeni di disadattamento e di disagio che rendono ulteriormente dif-ficile l'inserimento nel mondo del lavoro, che oltretutto è in continua evo-luzione tecnologica. Da qui la necessità che anche la scuola accoglien-te, dopo la terza media, eserciti azioni di sostegno verso i nuovi alunnifrequentanti, per percepire il più presto possibile gli eventuali sintomi diuna scelta errata.Dobbiamo tener presente che l'orientamento non si esaurisce nella scel-ta al termine della terza media, ma che continua sotto forme diverse. Inquesto senso l'orientamento continua nella nuova scuola scelta, dove ilragazzo viene aiutato all'inserimento ed all'eventuale modifica dell'op-zione fatta verso un'altra scuola, consentita attraverso le cosiddette pas-serelle nonché il successivo orientamento verso le professioni o il lavo-ro o ancora verso l'università.C'è da segnalare che l'Asab (Associazione Scuole Autonome Bresciane)con l'Ufficio Scolastico Provinciale e gli Enti locali è impegnata a fondosu questi temi elaborando precisi progetti e dando il proprio contributoessenziale a tutte le iniziative utili a perseguire il programma di obiettivicomuni europei in materia di educazione lanciato dal Consiglio europeodi Lisbona del 2000. Tale programma prevede di innalzare il livello diistruzione dei giovani europei portando al 90% dei giovani ad un diplo-ma quinquennale entro il 2010.

Prof. Giovanni Quaresmini

1- "La scuola media è orientativa in quanto favorisce l'iniziativa del soggetto per il pro-

prio sviluppo e lo pone in condizione di conquistare la propria identità di fronte al con-

testo sociale tramite un processo formativo continuo cui debbono concorrere unitaria-

mente le varie strutture scolastiche e i vari aspetti dell'educazione. La possibilità di

operare scelte realistiche nell'immediato e nel futuro, pur senza rinunciare a sviluppa-

re un progetto di vita personale, deriva anche dal consolidamento di una capacità de-

cisionale che si fonda su una verificata conoscenza del sé " (D.M. 9.2.1979).

2- " A conclusione del primo ciclo di istruzione, il ragazzo è in grado di pensare al pro-

prio futuro, dal punto di vista umano, sociale e professionale. Per questo, elabora,

esprime e argomenta un proprio progetto di vita che tiene conto del percorso svolto

che si integra nel mondo reale in modo dinamico ed evolutivo. (….) dimostra dispo-

nibilità a verificare con costanza l'adeguatezza delle decisioni sul proprio futuro sco-

lastico e professionale" ( Pecup- Profilo educativo, culturale e professionale dello stu-

dente alla fine del primo ciclo di istruzione, 6-14 anni)

..verso il futuro L’Istituto superiore “V. Dandolo” si presentaBargnano

Qualità, professionalità, innovazioneUna lunga e ricca storia di crescita e innovazione caratterizza il tradiziona-le indirizzo agrario dell'istituto Dandolo. Lo studente che ha interessi nelsettore trova qui l'opportunità di raggiungere in tre anni un titolo di quali-fica che consente l'inseri-mento nel mondo del lavorocome operatore specializzato.Nella terza classe il percorso

si differenzia in tre specializ-zazioni, facendo leva su unabase comune di formazioneconseguita in prima e secon-da. La qualifica di operatoreagroambientale si ottiene nella sede di Bargnano di Corzano: questa figu-ra professionale è in grado di operare in particolare nelle aziende di pro-duzione quali serre, viticolture, orticolture, allevamenti, cerealicolture. Nel-la sede di Orzivecchi, presso la cascina Giardino, si ottiene la qualifica

agroindustriale che si focalizza sulle attività di trasformazione dei prodottiagricoli in aziende vinicole, casearie, olearie e così via. Infine a Lonato laclasse terza prepara operatori in grado di essere inseriti in aziende agritu-ristiche.Una volta raggiunta la prima tappa della qualifica è possibile, in tutte le se-di, proseguire in quarta e quinta e, superato l'esame di stato, acquisire iltitolo di Agrotecnico. L'Agrotecnico è in grado di gestire un'azienda agri-cola, di fornire assistenza tecnica, economica e tributaria alle aziende eagli organismi cooperativi e associativi del settore, di analizzare le indica-zioni dei mercati nazionali e comunitari, interpretandone le tendenze e in-dirizzare conseguentemente le scelte e gli orientamenti produttivi e tra-sformativi aziendali. Il titolo permette l'accesso all'università e allaformazione superiore. L'agricoltura lombarda dovrà affrontare nell'imme-diato la sfida costituita dalla necessità di innovazione, che vedrà protago-nisti gli operatori dotati di cultura professionale ricca e qualificata. L'istitu-to Dandolo ritiene di avere le carte in regola per preparare a questa sfida.

Sergio Bassi

Istruzione tecnica nell'indirizzo turisticoOrzivecchi

Come creare professioni ricche di opportunitàIl settore del turismo in Europa è in forte evoluzione. Gli operatori sono co-stantemente stimolati al miglioramento dei servizi e ad una concreta aper-tura all'innovazione. I turisti, in forte aumento di numero e sempre più esi-genti nelle loro richieste, si aspettano una risposta dell'offerta alle loroaspettative che potrà dare solo personale qualificato in grado di promuo-vere l'innalzamento della qualità dei servizi di accoglienza, ristorazione, ri-cevimento e ospitalità. L'Istituto Tecnico per il Turismo è una via preferen-ziale all'inserimento professionale in queste realtà. Il corso consentel'acquisizione di competenze in aree essenziali per il settore turistico, qua-li marketing, comunicazione e pubbliche relazioni. Il tecnico turistico pos-siede una conoscenza approfondita delle lingue straniere e delle tecnicheaziendali e amministrative applicate al settore turistico. Il perito turisticotrova inserimento professionale come imprenditore o impiegato nellestrutture alberghiere, nei ristoranti, bar e discoteche con la funzione di or-ganizzazione, gestione e amministrazione. Trova inoltre occupazione nelleagenzie turistiche, può organizzare e gestire parchi tematici di divertimen-

to ed eventi fieristici; può inoltre svolgere l'attività di guida turistica. La co-noscenza di tre lingue straniere e delle tecniche di amministrazione azien-dale consentono al perito turistico di impiegarsi nel commercio estero enell'amministrazione aziendale. È comunque fondamentale la possibilità,di cui ogni diplomato dispone, di proseguire gli studi in qualsiasi facoltàuniversitaria. La sede del corso è a Orzivecchi.

Emanuele Buso

Istruzione nel settore alberghiero e ristorativoBargnano

Competenze professionali elevate per un settore inforte espansione

Arte della combinazione dei sapori e dei colori e arte delle preparazioni so-no le coordinate essenziali di un nobile mestiere a cui prepara il corso diistruzione professionale nel settore alberghiero e ristorativo che intende in-segnare gusto, eleganza, competenza, cordialità e, non ultimo, imprendi-torialità.Dopo il biennio comune lo studente affronta un terzo anno dove può sce-

gliere due ambiti di specializzazione due ambiti: cucina e sala bar. La qua-lifica di operatore di cucina consente l'impiego in aziende ristorative a par-tire dal ruolo di commis. L'operatore di sala bar inizia la carriera come bar-man o commis de range. Naturalmente le due figure possono ambire auna soddisfacente carriera professionale se intervengono esperienze di la-voro qualificanti e ulteriori stimoli formativi. Infatti una volta conseguita laqualifica lo studente può proseguire in un quarto e quinto anno e ottene-re il diploma di Tecnico dei Servizi di Ristorazione che possiede compe-tenze nel controllo di qualità, nell'organizzazione e gestione dell'azienda,parla correntemente due lingue straniere e possiede capacità di comuni-cazione, di comprensione delle esigenze del personale e della clientela edi rappresentazione delle finalità dell'azienda. Il tecnico può ambire all'im-piego in qualità di banketing manager e poi procedere nella carriera finoad occupare posizioni elevate nella gerarchia quali maitre d'hotel . Il diplo-ma consente l'accesso a tutte le facoltà universitarie e a corsi di forma-zione superiore. La sede del corso è a Bargnano di Corzano.

Carmine Nappi

Il Giardino: scuola famosa al passo con i tempiOrzivecchi

In un territorio come quello della Bassa,caratterizzato da rilevanti produzioni agri-cole e zootecniche e da una forte presenzadi industrie agroalimentari, che lavorano etrasformano prodotti di qualità, il "Giardi-no" di Orzivecchi - Istituto Professionaleper l'Agricoltura e l'Ambiente - svolge unruolo di rilievo nella preparazione di perso-nale qualificato in grado di rispondere alleesigenze delle imprese. Il corso di studidell'Ipaa si compone di un biennio inizialeche offre una preparazione di base e checondivide una parte di contenuti disciplina-

ri con i bienni di tutte le scuole superiori inmodo da dare agli alunni la possibilità dipassare eventualmente ad altri indirizzi distudio. Al termine del terzo anno di fre-quenza lo studente ottiene la qualifica diOperatore Agro-industriale ed è in grado dieffettuare analisi chimiche e microbiologi-che di latte e derivati, di produrre formaggie predisporre ambienti e condizioni atte al-la loro conservazione. L'operatore agro in-dustriale conosce gli elementi della gestio-ne amministrativa dell'azienda, ledisposizioni sulla sicurezza degli ambienti

di lavoro e le norme sulla qualità. Conse-guita la qualifica, gli studenti possono de-cidere di continuare gli studi fino alla clas-se quinta, per ottenere il diploma diAgro-tecnico ed essere in grado di attivaregestioni aziendali, di fornire assistenza tec-nica, economica e tributaria al settore, diindirizzare le scelte aziendali in relazionealle indicazioni di mercato. L'agrotecnicoconosce le problematiche connesse ai re-flui, la classificazione degli antiparassitari edei prodotti fitofarmacologici, le norme na-zionali ed europee su qualità e commercia-

lizzazione dei prodotti. L'agro-tecnico puòinfine essere impiegato presso aziendeagricole e le ditte di trasformazione e pro-duzione dei mangimi, presso enti pubbliciin qualità di tecnico di laboratorio ed è ingrado di operare come agente commercia-le nel settore dell'agricoltura.Il piano di studi dell'Ipaa prevede 34 oresettimanali, dal lunedì al venerdì (settima-na corta). Tra i servizi offerti dall'Istituto visono la mensa, gestita dal personale dellascuola, il convitto maschile, i trasporti ge-stiti dall'Istituto e convenzionati.

PPeerr iinnffoorrmmaazziioonnii:: tteell.. 003300 99446655116600;; iinnddii--rriizzzzoo EEmmaaiill iippaaaaoorrzziivveecccchh@@vviirrggiilliioo..iitt

OOPPEENN DDAAYY

1166 DDIICCEEMMBBRREE 0066DDAALLLLEE OORREE 99..0000 -- 1122..0000 1144..0000 -- 1177..3300

1133 GGEENNNNAAIIOO 0077DDAALLLLEE OORREE 99..0000 -- 1122..0000 1144..0000 -- 1177..3300

Rocco De Santis

Ciclamini nella serra di Bargnano

Page 9: Bassa Voce - dicembre 2006

SPECIALE ORIENTAMENTO SCOLASTICO | 9DICEMBRE 2006 - GENNAIO 2007

Anche quest'anno l'Istituto Superiore "G. Cossali" di Orzinuovi sta affron-tando un'intensa attività di orientamento rivolta agli studenti delle ScuoleMedie del territorio. È nostra profonda convinzione che un'azione informa-tiva ampia e articolata contribuisca ad assottigliare il confine tra ScuolaMedia e Istruzione Superiore e rappresenti la possibilità di effettuare unascelta informata e consapevole il più possibile vicina alle attitudini e allemotivazioni degli studenti.Pertanto comunichiamo il calendario delle prossime ggiioorrnnaattee ddii oorriieennttaa--mmeennttoo organizzate presso il nostro Istituto.

DDoommeenniiccaa 1177 ddiicceemmbbrree 22000066 ddaallllee oorree 99..3300 aallllee oorree 1122..0000SSccuuoollaa aappeerrttaa ppeerr ttuuttttii ggllii ssttuuddeennttii ee ii lloorroo ggeenniittoorrii cchhee vvoogglliioonnoo ccoonnoossccee--rree ppiiùù ddaa vviicciinnoo llee aattttiivviittàà ffoorrmmaattiivvee ddeellllaa ssccuuoollaa,, ccoonn ssiimmuullaazziioonnee ddii lleezziioo--nnii iinn llaabboorraattoorriioo tteennuuttee ddaa aallccuunnii ddoocceennttii ddeellll''IIssttiittuuttoo..

DDoommeenniiccaa 1144 ggeennnnaaiioo 22000077 ddaallllee oorree 99..3300 aallllee oorree 1122..0000SSccuuoollaa aappeerrttaa ppeerr ggeenniittoorrii ee ssttuuddeennttii

Certi di aver interpretato un bisogno che è ormai comune, cioè quello dicreare un ponte tra Scuola Media e Istituto Superiore, indichiamo di segui-to i corsi di studio attivati e una breve descrizione degli stessi:

LLIICCEEOO SSCCIIEENNTTIIFFIICCOO: è un corso di studi di tipo liceale della durata di cin-que anni. Esso consente una preparazione complessiva di ampio respiro edi particolare profilo culturale con la presenza di materie scientifiche ac-canto a quelle umanistiche. L'indirizzo consente l'accesso a qualsiasi fa-coltà universitaria e apre la possibilità di inserimento nel mondo del lavo-ro.

LLIICCEEOO SSCCIIEENNTTIIFFIICCOO PP..NN..II.. ((PPiiaannoo NNaazziioonnaallee IInnffoorrmmaattiiccoo)) l'indirizzo P.N.I.,diversamente dal corso tradizionale, presenta un maggior numero di oreper le materie di matematica (informatica) e fisica e prevede in misuramaggiore l'utilizzo dei laboratori.

LLIICCEEOO LLIINNGGUUIISSTTIICCOO: l'indirizzo linguistico è caratterizzato da un curriculumin cui accanto ad una forte componente linguistica, dovuta alla presenzadi tre lingue straniere, troviamo una dimensione ricca e articolata. Lo stu-dio delle lingue è finalizzato sia all'acquisizione di competenze linguistichee comunicative che all'incontro con patrimoni di storia, letteratura e civiltà.Il corso fornisce una preparazione idonea ad affrontare gli studi universi-tari nei vari corsi di lingua e una preparazione accurata nel campo lingui-stico utilizzabile anche in una immediata prospettiva lavorativa.

CCOORRSSOO GGEEOOMMEETTRRII: è un corso di studi di tipo tecnico della durata di cin-que anni. La sua specificità è determinata dalla presenza di materie pro-fessionali che consentono di operare nel settore delle costruzioni urbanee rurali. L'indirizzo consente l'accesso a qualsiasi facoltà universitaria eapre la possibilità di inserimento nel mondo del lavoro.

CCOORRSSOO GGEEOOMMEETTRRII ""PPRROOGGEETTTTOO CCIINNQQUUEE"": è un corso di studi di tipo tec-nico della durata di cinque anni. Oltre alle competenze del geometra "tra-dizionale", il corso consente di operare nella realizzazione di impianti tec-nologici e di porre maggiore attenzione alle tematicheecologico-ambientali. L'indirizzo consente l'accesso a qualsiasi facoltàuniversitaria e apre la possibilità di inserimento nel mondo del lavoro.

CCOORRSSOO II..GG..EE..AA.. (( RRAAGGIIOONNEERRIIAA )) , Indirizzo Giuridico ed Economico Azien-dale : è un corso di studi di tipo tecnico della durata di cinque anni. La suaspecificità è determinata dalla presenza di materie professionali che per-mettono di operare sia nel settore delle imprese che nel settore bancario.L'indirizzo consente l'accesso a qualsiasi facoltà universitaria e apre lapossibilità di inserimento nel mondo del lavoro.

CCOORRSSOO II..TT..II..SS.. (( IINNDDIIRRIIZZZZOO IINNFFOORRMMAATTIICCOO)): è un corso di studi di tipo tec-nico della durata di cinque anni, indirizzato all'informatica industriale e ca-ratterizzato da rilevanti innovazioni didattiche ed organizzative. Il diplomaconseguito è di perito tecnico informatico. L'indirizzo consente l'accesso aqualsiasi facoltà universitaria e apre la possibilità di inserimento nel mon-do del lavoro.

CCOORRSSOO II..PP..SS..II..AA..//II..FF..PP.. (Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigiana-to/Istruzione-Formazione Professionale) : è un corso di studi professiona-le della durata di tre anni ( diploma di qualifica : operatore meccanico )dopo i quali è possibile continuare per altri due anni e ottenere il diplomadi tecnico delle industrie meccaniche. Il diploma conseguito consente sial'iscrizione a qualsiasi facoltà universitaria sia il facile inserimento nelmondo del lavoro.

L'Istituto già da molti anni è impegnato nel sostenere gli studenti in alcu-ni momenti chiave del loro percorso scolastico:AAccccoogglliieennzzaa:: particolare attenzione viene dedicata al delicato passaggiodalla Scuola Media alle classi prime del nostro Istituto. A questo proposi-to vengono previsti:- momenti di accoglienza, con il supporto di studenti del triennio- corsi di riallineamento di matematica e lingua straniera- interventi mirati e approfondimenti sul metodo di studio- momenti di ascolto e stretta collaborazione con le famiglie

SSppoorrtteelllloo HHeellpp:: durante l'anno docenti dell'Istituto delle varie discipline so-no disponibili gratuitamente per chiarire dubbi e difficoltà evidenziate.L'attività viene svolta di pomeriggio, a piccoli gruppi di studenti, su lorospecifica richiesta e sugli argomenti che gli alunni stessi indicano.

OOrriieennttaammeennttoo iinn uusscciittaa:: in collaborazione con le Università e con il mondodel lavoro, il "Cossali" organizza stages e incontri per aiutare gli studentia progettare il loro futuro.

L'Istituto percorre la strada della continua innovazione tecnologica, che loallinea ai parametri di qualità Europei, ed è sempre attento alle sollecita-zioni che provengono dal mondo imprenditoriale adeguandosi pertanto al-le nuove proposte di operatività didattica. L'Istituto è pure sensibile versole problematiche energetico-ambientali tanto che è stata progettata e rea-lizzata, con la collaborazione di alunni e studenti, uunnaa ssttaazziioonnee ffoottoovvoollttaaii--ccaa ((eenneerrggiiaa ssoollaarree)) che ha lo scopo in un prossimo futuro di fornire l'ener-gia elettrica sufficiente per alimentare alcuni laboratori.

Qualora desideraste prendere personalmente contatto con il referente del-l'Orientamento, per ricevere ulteriori informazioni, specifichiamo qui di se-guito i nostri riferimenti :Prof. Paolo Sorini e Prof. Giacomo ConsalesTelefono dell'Istituto : 030 941027 - FAX : 030 944315e-mail : [email protected]

Ampliamento dell'Offerta FormativaProgetti Curricolari - Progetto Orientamento (in "Entrata" dalle Medie e in "Uscita" verso l'U-niversità e Mondo del Lavoro) - Progetto Accoglienza - Progetto legalità- Progetto H (Integrazione Diversamente Abili)- Progetto Pilota (INVALSI) - valutazione nazionale dell'attività didattica diLettere, Matematica e Scienze

-- EEdduuccaazziioonnee aallllaa ssaalluuttee- conoscenza di sé - educazione alimentare - educazione ambientale - educazione stradale - prevenzione alcool e sostanze

-- PPrrooggeettttoo lliinngguuee- corrispondenza con scuole straniere attraverso l'uso di mezzi

informatici - corsi di potenziamento - progetto lingue 2000- scambi culturali

-- PPrrooggeettttoo iinnffoorrmmaattiiccaa- corso di base per studenti principianti - trattamento testi come supporto ad altre materie - conseguimento ECDL - corso di autocad - aggiornamento pagine Web dell'Istituto

-- AArreeaa ddii pprrooggeettttoo ppeerr llee ccllaassssii ddeell ttrriieennnniioo::- recupero architettonico - rilievo topografico - sviluppo sostenibile

-- RReeccuuppeerroo- recupero nelle ore curricolari - sportello didattico in orario pomeridiano - corsi di recupero pomeridiani

-- PPrrooggeettttoo iinnccoonnttrrii ccoonn aauuttoorrii ee ssppeecciiaalliissttii ssuu tteemmaattiicchhee vvaarriiee..

-- OOlliimmppiiaaddii ddeellllaa mmaatteemmaattiiccaa ee//oo ggiioocchhii mmaatteemmaattiiccii

-- MMaannaaggeemmeenntt GGaammee (( ggiiooccoo ddii ssiimmuullaazziioonnee aazziieennddaallee))

-- OOlliimmppiiaaddii ddii iinnffoorrmmaattiiccaa

-- LLeezziioonnii ddii SSttoorriiaa ddeell ''990000 iinn ppaarrttiiccoollaarree ssuull tteemmaa ddeellllaa SShhooaahh ddeellllee ffooiibbeeee ddeell ccoonnfflliittttoo iissrraaeelloo--ppaalleessttiinneessee

Giacomo Consales - Santina Ratti - Paolo Sorini

L’Istituto superiore “G. Cossali” si presenta

L'Istituto " Grazio Cossali" di Orzinuovi

Inseguitore solare con pannellinstallato al Cossali per la stazione fotovoltaica

L'interno della nuova palestra del "Cossali"

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10 | COMMUNITASDICEMBRE 2006 - GENNAIO 2007

mai avrei voluto scriverti questa lettera, ma ora non c'è altro modo perparlare con te. E forse è anche il modo più adatto per sottrarsi a questaatmosfera di "santo subito" che ti sta circondando, ora, forse per sentirsiun po' meno colpevoli di essere noi vivi e tu morto, e di non esserti statiaccanto quando forse avresti avuto necessità e piacere. Non ti sarebbepiaciuta questa aria, Mario, ne sono certo.Quando ti ho conosciuto eri comunista, eravamo comunisti e contenti diesserlo. Molti della nostra generazione lo sono stati, era una scelta obbli-gata: la divisione in classi la si palpava subito, la differenza tra "i figli de-gli operai / i figli dei bottegai / i figli di chi è qualcuno / e di chi non lo saràmai" era lì e ne uscivi solo con la voglia di giustizia. Era tutto facile da ca-pire: lo sfruttamento lo leggevamo sui visi delle nostre mamme precoce-mente vecchie, sul viso dei nostri papà, la sera, dopo la fabbrica e i viag-gi in pullman (che bella quella tua canzone, "Andata e ritorno", dedicataproprio a tuo padre operaio-pendolare!). Le parole per dire le nostre scel-te sarebbero venute dopo: alienazione, reificazione, struttura e sovrastrut-tura e tutti i grandi classici più o meno distrattamente masticati. E sem-pre ci è rimasto il dubbio che davvero ci siano state utili, ricordi?E tu eri un comunista un po' speciale. La tua lotta in tempi non sospetti èstata da subito per il pane e per le rose, per i corpi e per le anime, e fa-ticavi a convincere i nostri compagni che un concerto jazz, un concerto dimusica classica era altrettanto importante per l'emancipazione delle mas-se popolari (ah! Mario, avessimo saputo già allora parlare di "persone") di

un comizio o di una manifestazione. Era dura, ma non cedevi, con quellaostinazione a volte un po' urtante che sapevi manifestare quando eri con-vinto di essere nel giusto.In fondo quando hai smesso con la militanza e hai dedicato le tue energiealla musica, alla scrittura non hai fatto altro che continuare la tua lotta conaltri mezzi, come avremmo detto una volta! Se ci fosse necessità di un epi-taffio sulla tua lapide credo che potremmo prendere pari pari quello di Pa-vese: "Il mio dovere l'ho fatto, ho dato poesia agli uomini". E Dio solo lo sadi quanta poesia gli uomini e le donne avrebbero bisogno per essere libe-ri e migliori!Poi sono venuti altri cieli, per te, le tue storie ti hanno portato in altri luo-ghi. In altre campagne, quasi un ritorno al mito, la campagna come luogodella mente ma puntigliosamente descritta nei tuoi racconti, che a me nonandavano sempre a genio e te lo dissi e ti incazzasti! E ancora Pavese, eFenoglio, lo scrivere dei tuoi luoghi e delle persone che li abitavano, perfarne memoria, non storia, memoria.Era un tuo cruccio degli ultimi tempi questo della "memoria" e della "sme-moratezza", della necessità che sentivi di salvare le storie di persone eluoghi di questo paese che sentivi correre a velocità folle e suicida versoil divenire un "non luogo", un grande centro commerciale fatto di merci,gente (non persone, gente) ed estraneità. Non ti bastava avere salvato lastoria e la memoria di Mario, di Mauro, di Gianni, di Tino, di Piero messoin galera per un furto di legna. Avevi progetti, ancora confusi, su questo. Edi questo parlammo un pomeriggio, tu già molto malato: "Adesso devouscire da questa storia, ma poi è su questo che voglio lavorare!". Faceviprogetti.E l'altro tuo grande amore, i viaggi, non le mete esotiche, i viaggi nei no-stri luoghi. Nell'ultima telefonata mi parlavi di essere appena tornato da unviaggio nel delta del Po, seguendo le tracce di uno scritto di Magris. Unpo' ti invidiavo per questa tua capacità di andare, mentre io viaggiavo or-mai solo attraverso i libri. Ed erano viaggi dentro di sé alla fine, semprecon una grande inquietudine, ma anche con grande curiosità e disponibi-lità.Ora forse hai fatto il tuo ultimo viaggio, forse avrai trovato un poco di quie-te. O forse più probabilmente starai già impegnando il buon Dio o qualchealtro Grande Spirito in qualche bella disputa se sia più urgente cambiareil mondo o cambiare la vita, ancora curioso ed inquieto, ma di quella in-quietudine che fa muovere il mondo e ci consente di sperare che un gior-no la nostrautopia diventi realtà.

E allora ti sia lieve la terra e felice il viaggio.

Ciao Mario, grazie.

Sergio Scalvenzi

Caro Mario...

Mario Mantovani

ciao ragazzo del Novecento

..la…lairarirà … lairarirà….la…..parte la tua canzone ….. le braghe stese sui fili del novecentoIl mio è un ricordo in bianco e nero per salutare teciao ragazzo del novecento

Orzi la piazza i vicoli sento la voce nella tua stanzapiccola dietro la chiesa come un Van Gogh,il letto la chitarra "vedrai…vedrai"

sarà nostro questo novecento

sempre col Che hasta la victoria finalsempre coi ragazzi di Barbianadavvero hai occupato, hai dormito in facoltà?chissà che notti nel novecento

fuori dalla Bellometti, la tenda in piazza quella foto in bianco e nero, come è stato il novecentotutti coi baffi e coi capelli lunghi a presidiare il nostro piccolo novecento

dai banchi del consiglio: adesso basta, fuori tutti, grida giù dallescaleve la farem pagare ancora pochi mesie poi l'avremo in pugno il nostro novecento

sempre "la Piazza", sempre in bianco e neronon lasciamo che finisca il novecentola sera a tagliare e incollare parole cosa vuol dir per voi il '68 di questo novecento?

il fuoco del camino il vino imbottigliato i tasti del pianoforte dai Enrico lascia stare che stiamo lavorando . ….ah, se non ci fossimo noi in questonovecento

rieccoti nel tuo diario in rete quanto spazio a separarci da quel novecento Ci sono i baffi, i capelli che non ti sei portato via li rimettiamo con tutto il resto dentro quel novecento

per ritrovarti a far legna nei boschi all'Oglio di Curadìa vendere strisce di biglietti colorati per l'uomo delle bambolea far l'autostop sulla statale 235, come si usa nelnovecentoe a cantar con te ..la…lairarirà … lairarirà….la…..

Giorgio Ferrari, 26/11/06

Liberamente ispirata a "Novecento" , testo e musica di MarioMantovani, dal cd "Resolvez-vous, messieurs"

Gli amici e i compagni di Mario Mantovani intendono chiamare quantilo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene ad una serata di ricordo,testimonianza e saluto.Intendono anche manifestare la loro gratitudine a Mario con una rac-colta di fondi da destinare ad associazioni ed enti impegnati nella lot-ta ai tumori

per informazioni:Francesco cell. 335.7757674 - e-mail [email protected]: cell. 334.3398549 - e-mail [email protected] dei popoli - v. Cavour 31 tel. 030943575

CinemaLe biciclette di PechinoTitolo originale: Shiqi sui de dan cheAnno 2001 Regia: Xiaoshuai WangDurata: 103'Genere: drammaticoProduzione: Cina/Taiwan/Francia

La povertà, la necessità della bicicletta, la vitanella metropoli, le vie antiche e quelle nuove,le strade polverose e quelle asfaltate, le casedei nuovi ricchi, l'amore, i silenzi pungenti.Tutto corre sul "filo di una bicicletta": la suaperdita, ricerca e ritrovamento condensati inquest' inno alla sopravvivenza ed alla dignità.Si potrebbe accennare alla somiglianza sor-prendente con il capolavoro neorealista di DeSica , ma sarebbe forse troppo per questofilm, che nella sua umile spontaneità e legge-rezza (proprio ciò di cui avrebbe bisogno il ci-nema d'oggi) non merita oltre più che esseredefinito un "delizioso" spaccato di miseria,amicizia e critica verso l'evoluzione della cul-tura cinese.L'occhio feroce dalle cinepresa ha pensatodunque di immortalare il tutto in questa pelli-cola densa di violenza, paura e rabbia, ma cheriesce anche a trasferire allo spettatore l'ideadi una verità molto semplice ed onesta: la sto-ria di un ragazzo venuto dalla campagna chedi fronte al furto della bicicletta affidatagli peril suo nuovo lavoro, decide di recuperarla a ri-schio persino della propria vita.Persino la crudeltà del pestaggio finale, da

parte di una piccola banda di ragazzi, è co-struita dal regista nel modo più distaccato erealista possibile. Solo il rallenty della scenafinale, sulla figura di Guo Liang che se ne vacon la bicicletta semidistrutta sulle spalle, la-scia uno spiraglio all'artificiosità cinematogra-fica.La condanna al nuovo mondo appare appenavelata dallo sguardo filmico quasi sempre im-mobile e dai dialoghi resi al limite dell'essen-ziale, come se ci fosse solo da osservare enulla da sentire.Non sappiamo se sia la nostalgia di un mon-do che non esiste più, ma di certo la contrap-posizione tra il vecchio e il nuovo è molto for-te ed appare evidenziata più di una volta.Come ad esempio, nella scena finale, in cui,Guo Liang attraversando la strada, solo, con labicicletta in spalle, ed al suo fianco una filasterminata di automobili che attendono impa-zientemente di transitare, diventa emblemadell'eterna solitudine e impotenza degli uomi-ni piccoli, di fronte ad un qualcosa di grandee totalmente sconosciuto: il futuro.

Michele Scalvenzi

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SPAZIO CULTURA | 11DICEMBRE 2006 - GENNAIO 2007

PPeerreeggrriinnaannddoo ccuumm MMeesssseerr GGlliisseennttee …… eett ccaabbaaiiéérroo,, eett rroommììttoo,, eett ssaannccttoo

Del magico senterro, et mistico … di beatitudo, et penitentia … preghiera et contemplatio … ne' li monti dé Brès-sa in mèzo … vizìn lo Siélo puoi tocàr, ma più ancor a respirar ... mirar et contemplar … mi principia voglia il solpensier … così ché il desiderio necessitatae est … com'aqua a chi di sete è per crepàr …Ambiato appena il mio deambular nell'aere fino, ché subito sgionfàr ti senti toto … dé leserèssa esagerata il core,lo sérvèlo, l'anema … et anco lo greffo zèrlo in su le spalle pesare, forse, como un trèntapesso …Così che fatti i primi passi il volar ti prende a tradimetto … piasére periglioso, che' di ugàr ne' l'aria no son bono… mèio caminàr co' i piè per tèra e pesegàr di balòtti in scarsella ad infilzarne un paro a zavorarme …Domesticata l'estasi de' la primiera euforia, che già t'appare dé le Sette Crosette il Passo … un tempo dieci pare,ma nessun di certo sa … esoterico loco di tragici accadimenti … sabba, roghi, impiccagioni, auto da fé d'alta quo-ta … monito ancor ai tempi nostri … infilzate di metallo le Sette Crosette, appunto, in un muretto a secco giusto almèzo del goletto … D'improvviso un nigolo m'intorcia d'umida incoscienza … ché mi prende ancora il volo … ma prima dé librarme inalto come osèlo senz'ali a birolàr, di sveltèssa a cargarme di balòtti ancora …contetto come un popo di saltar perl'aria e al suolo ricader … senza far altro che human s'ha fare … un pie' davanti l'altro e caminàr … che bèlo !Nell'incrosarse di senterri il mio andar s'incrosa anch'elo … co' il tran-sumar di cavre, et pegore, et nigoli, et homini … et homo anch'io … co-mo li altri in dé il mèzo del ròsso di bèèè … t'assale forte, intenso, comodi badillo un colpo gnucco di piatto in su la punta dé lo naso, odore an-tico … di bagole e stallatico …selvadego e stantìo … di sbataiàr di ciò-che, di batacchi … sinquanta almeno, forse … hipnotico dèdlènn,dèdlènn, dèdlènn, dèdlènn, dèdlènn … ché ti vien dé pèrdér sensi, pro-prio al comparir di roccia il primo romitaggio del Sèr Glisente … In un bàtér d'òchi trapassar tra i mondi … infino ai secoli del mille … tro-varse fianco a fianco il cabaiéro, et romìto, et sancto … et vivo, et vege-to … così come son io …per tutto lo rampegàr del duro tratto fin su la culma insieme … et insie-me a noi, et cavre, et pegore, et nigoli … scoprirse quarciati di pellame… intorciati i piè con il corame … di silenzi parlati … auscultar di storiesue mè passa il core … di sua vita venturosa … de' duèli, et guéré, etbatàglié … zogate, beghé … et fèmené, et imbriagate … di suo scam-pare zo dei bàzoli … di suo improvviso ravvederse, et trarse dal mondovacuo … romitarsi su' suoi monti … specular preghiere et iorno, et nòté… et nòté, et iorno … et in secula seculorum … Et Elo, poi, ad auscultar le storie mie … che' manco so perché le so …di là ancora da venir et d'accader … eppur conosco già … Di un falco il volo plano … di vipera a bisaborgola sé move … ulular de'lupo il vento porta a strimìr l'armenti … di pora un àséno co' il pegora-me in coro … a spacàrce le orègie … et ancora dédlènn, dédlènn,dédlènn, dédlènn, dédlènn …Slonghiàm lo passo insèma in giù per lo discèndér … giù, giù infin a l'e-remo … di brume, et nebule a biroloni … nigoli et foschi, et clari … etumidi, et sciutti … un divenir di ombrìé … di soleggiate spere, et rare, etsmorte …Il prato grande intorno a cangiàr di verdi almeno una donzèna …Dolzé il transumàr pe' i monti cum Messer Glisente … et cabaiéro, etromìto, et sancto.

Giuliano Aradori

Libri

Auguri d’ArtistaRecentemente è stata data alle stampe, a cura di Giovanni Quaresmini, "D'arte e d'amore. Gli auguri diOscar Di Prata all'amata Eros", una pubblicazione che raccoglie i biglietti d'auguri che Oscar Di Prata,in occasione delle festività natalizie e del capodanno scriveva alla donna della sua vita."Cercavo qualcosa tra i lavori che avevamo in programma - e che la scomparsa di Oscar aveva lascia-to in sospeso - che potesse esprimere la dolcezza che dentro di me evoca il suo ricordo e che, nel con-tempo, fosse rappresentativo sia dell'artista che dell'uomo nella sua autenticità"- spiega l'autore.Ed ecco un libro che rappresenta la stretta e delicata correlazione tra il momento artistico e l'aspettoumano nell'intimità degli affetti. Così gli auguri, che Oscar Di Prata scriveva e dipingeva per l'amata spo-sa Eros lungo gli argini della loro esistenza, rappresentano una testimonianza dell'itinerario di creativitàe di sentimento percorso dal pittore. Il diario artistico e umano si compenetra nel rapporto unico eprofondo con la donna amata. E ci si trova di fronte ad un'espressione di raffinata sensibilità interiore,di gentilezza d'animo nella saldezza dei sentimenti nella squisita affabulazione cromatica e compositi-va.Dolcezza e soavità percorrono sia le opere pittoriche (disegni, acquerelli, guazzi, pastelli, acrilici) che gliscritti che l'accompagnano. Pittura e scrittura si fondono nei "segni" morbidi e guizzanti che evocanolatitudini di profondo amore. Del resto per Oscar la felicità non era un fatto di opulenza o di esteriorità,ma aveva radici nel cuore. Immaginario e vissuto, solcati da memorie, convivono nella gestualità tipicadell'artista: cromie e disegni sono l'espressione di sconfinata libertà rivelando ritmi d'armonia e musi-calità di tenera raffinatezza.Oscar è sempre stato un pittore obbediente all'anima con composizioni spesso dense di sensuali colo-ri e fervide luminosità. A volte, la sua pittura ricorda i furori di Rouault, la delicatezza delle immagini diDe Pisis, gli urli di Sassu, i misteriosi silenzi di Morandi e, persino, le efflorescenze di Klee lambendo,in altre occasioni, ascendenze metafisiche ed astratte. La sua immaginazione creativa non rifuggiva dal-la realtà (realtà non intesa soltanto come paesaggio, natura morta o figurazione, ma anche come signi-ficato, valore e sentimento), ma la penetrava cogliendo l'aspetto che l'identificava col suo modo di sen-tire e, quindi, in grado di rivelarne i tratti impliciti o nascosti. Così attraverso il visibile rivelava l'invisibilecome, in questo caso, l'amore per la sua sposa. "….ma per me la pittura è solo un complemento"-aveva scritto, tra l'altro, all'adorata Eros cui rivolge un perenne inno d'amore che non solo ha saputoresistere alle prove della vita, ma uscirne addirittura fortificato e rinsaldato in una sorta di "scambio"geniale e d'anima tra ragione e cuore nel vento della medesima esistenza.

(p.p.)

In tra la Triùmplia valle e la Camùnia

Lettera di Matteo, un adolescente 'cresciuto'Lessico dell’Educare 10 - Giovinezza

L'ultima fase dell'età evolutiva -il percorso della vita e del nostro 'les-sico'- è la giovinezza: in essa si stabilizzano i tratti caratteristici dellapersonalità adulta. Riguardando il progressivo raggiungimento dell'au-tonomia, della responsabilità e della maturazione sessuale, l'età giova-nile rappresenta uno snodo delicato e fondamentale nella vita di unapersona, come nella storia di una società. Non stupisce quindi che percerti aspetti la giovinezza possa essere lo specchio della società: sequesta si trasforma nella sua dinamica, anche la condizione giovanilemuta. Se in passato un giovane doveva compiere scelte di vita e rea-lizzare una sintesi personale verso i 18-20 anni, oggi gli si chiede altro,perché c'è minore urgenza di inserirsi nel mondo del lavoro; gli studi sisono prolungati; c'è maggiore benessere materiale che consente allefamiglie di tenere di più i figli a casa; insieme ad maggiore libertà ses-suale.Che cosa pensare, dunque, dei giovani d'oggi e che cosa rivelano dellanostra civiltà e dei suoi stili di vita?Le opinioni grosso modo si possono distinguere in due prospettive: unaè quella che sostiene il Carlo, un cinquantenne che gestisce un bar aMilano; l'altra è quella di Maddalena che da un'esperienza come volon-taria in Africa, vi ci ha portato tutta la famiglia. I più la pensano come ilCarlo, ma ci sono molti che sono più 'speranzosi' come la Maddalena.

La prima cosa che Carlo dice quando parla dei giovani è che essi sono'drogati' non solo della 'roba', ma anche di pensieri, 'tutto fumo e pocoarrosto'. Il Carlo quando va in profondità dei giovani sottolinea il disa-gio, lo sfidare la vita, l'assenza di prospettive, l'omologazione al grup-po. Egli mette l'accento più sui problemi che sugli stimoli. Se la pren-

de poi con l' atteggiamento assistenzialistico degli adulti, tipico di unasocietà in cui si comportano nei confronti dei giovani come degli addet-ti della protezione civile, come dei pompieri troppo ingombranti perchéi giovani facciano le loro scelte e diano il meglio di sé nelle diverse cir-costanze. Guarda i casi di bullismo che si diffondono nel paese, contanto di vittime e di carnefici che appartengono alla stessa classe dietà. Certo, un conto è il bullismo leggero (o goliardia), attraverso cuiogni generazione costruisce i suoi codici di comportamento e impara astare al mondo; altro conto è accanirsi contro coetanei palesementedeboli e in difficoltà o addirittura menomati con l'intento di costruiresullo stigma altrui la propria forza e identità distorta.Oppure guarda alla smania di apparire. Di questi tempi uno esiste sol-tanto se partecipa ad un'isola dei famosi, per cui le propri bravate onefandezze devono essere non solo filmate, ma anche messe a dispo-sizione di un pubblico di ammiratori e di emulatori. L'aspetto piùinquietante della faccenda è il grande 'audience' di queste trasmissio-ni.Questi fatti non producono solo indignazione nel Carlo, ma anche scon-certo e inquietudine: sono questi i nostri giovani di oggi? Chi stiamocrescendo? Quali le nostre responsabilità di adulti?Anche il VI Rapporto dell'Istituto IARD. Come cambiano i giovani italia-ni, conferma le tesi del Carlo(impegnarsi in scelte troppo vincolanti non piace: se questo era vero nel1987 per il 65% degli intervistati, oggi lo è per l'80%), ma per fortunaesiste anche la Maddalena, che sentiremo la volta prossima

Antonio Consonni

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12 | GLOBALE/LOCALEDICEMBRE 2006 - GENNAIO 2007

Per un Natale originale… un cesto del MondoE' tempo di un nuovo Natale,èè tteemmppoo ddii rreeiinnvveennttaarree iill lliinngguuaaggggiioo ddeell ddoonnoo..Un dono equo-solidale regala dignità a chi lo riceve e a chi lo produce perché viene pagato equamente e permette a chi lo in-venta, lo crea, lo plasma, o lo dipinge, una vita dignitosa.Un dono equo-solidale rriissppeettttaa ll''uuoommoo ee ll''aammbbiieennttee,,rraaccccoonnttaa ddii aallttrree ssoocciieettàà ee ccuullttuurree,, ddii ssppeerraannzzee ee ddii ffuuttuurroo ee ddàà ffoorrmmaa aallllaa ssoolliiddaarriieettàà..Un dono equo-solidale è unico, fatto a mano da artigiani o prodotto con materie prime coltivate da contadini del Sud del mondo.E' un oggetto d'uso, di valore, di pensiero, un prodotto di qualità che supera ogni confine.Gusto e profumi del mondoIl ppaanneettttoonnee, il ttoorrrroonnee, i cciiooccccoollaattiinnii reinventati utilizzando gli ingredienti del commercio equo e solidale :lo zucchero, il miele, il cacao, le noci………… oltre alla novità dello ssppuummaannttee dolce e seccoma anche ccoossmmeettiiccii all'aloe vera e al tè verde e piccoli pprreesseeppii aarrttiiggiiaannaallii

I Volontari della Bottega

A Natale regala dignità

Cesti natalizi alla Bottega dei PopoliCommercio Equo-solidale

Fai regali buoni per chi li produce e per chi li riceve,che raccontano la storia di chi li produce.Grazie al commercio equo e solidale oggi ppiiùù ddii uunn mmiilliioonnee ddii ppeerrssoonnee ppuuòò vviivveerree iinn ccoonnddii--zziioonnii ddeeccoorroossee che consentono di portare avanti le tradizioni sia nell'artigianato che nellacoltivazione, tramandando antichi saperi.

C'è la possibilità di confezionare pacchi e cesti in modo da rendere il vostro regaloveramente unico.

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Orari: dal martedì al sabato 16-19, venerdì e sabato anche 9-12

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OfflagaParlare di nuove centrali è assurdo e inconcepibile quando ormai è sta-to dimostrato che solo una seria politica che miri all'efficienza e all'u-so razionale dell'energia è l'unica via per liberarci dalla morsa della di-pendenza dalle fonti fossili, per creare lavoro e per garantire un futuroa noi e ai nostri figli.

SSaabbaattoo 1166 ddiicceemmbbrree oorree 1177..3300 pprreessssoo iill mmuunniicciippiioo ddii OOffffllaaggaa

PPrreesseennttaazziioonnee ddeell lliibbrroo ""LLaa ddeeccrreesscciittaa ffeelliiccee"" ddii MMaauurriizziioo PPaallllaannttee,, ccoonn--ssuulleennttee ddeell MMiinniisstteerroo ddeellll''AAmmbbiieennttee aa ccuuii sseegguuiirràà ddiibbaattttiittoo ee aapppprrooffoonn--ddiimmeennttoo ddii eessppeerrttii..Domenica 17 dicembre, in mattinata presso il municipio Presentazione-esposizione di prodotti e tecnologie per il risparmio ener-getico e lo sviluppo di un consumo eco-sostenibile. Al termine tavola ro-tonda sulla centrale di Offlaga.

Comitato della Bassa contro la Centrale di Offlaga

Borgo San GiacomoLa nostra favola ha radici lontane, è scritta nella memoria dei ricordi e desidera attraversare il tem-po.Arriva dall'Africa da un progetto, che è ormai una promessa, iniziato in Rwanda alcuni anni fa, conla costruzione della "Casa di Ale": un alloggio per studenti universitari, dall'affitto del quale possia-mo ricavare il necessario per sostenere la casa famiglia di Padre Innocent, che ospita alcuni bam-bini orfani del genocidio del 1994 e che è diventata punto di riferimento per i bisognosi della zona.Perché un quaderno di ricette, allora?"Perché gli odori e i sapori generano ricordi e, dunque, rigenerano i sentimenti".Il cibo nella vita di ciascuno è spesso memoria d'affetto e sapore e questa è stata l'occasione peraprire agli altri il nostro quaderno di ricette, per far conoscere quei piccoli segreti, che tanto rendo-no speciali i nostri cibi… l'occasione per scambiarsi consigli, donare nuova vita a piatti dimentica-ti, a sapori quasi scomparsi.Alla nostra tavola vorremo idealmente aggiungere un posto per tutti coloro che desiderano condivi-dere con noi il vero sapore delle cose…

Associazione o.n.l.u.s. "Donne 8 Marzo"Piazza S. Giacomo, 1 - 25030 Borgo San Giacomo (BS) Telefono 030 948140

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AMBIENTE | 13DICEMBRE 2006 - GENNAIO 2007

( Sàlix àlba L. )Famiglia Salicàceae

DDiiaall..:: sàless, sàles de pèrteghe

DDEESSCCRRIIZZIIOONNEE: il salice comune osalice da pertiche è un albero alto16-22 (26) m, con chioma ampia(5-7 m), ovata o piramidale, contronco dritto, slanciato, con moltirami eretti, spesso diviso. Cortecciagiovane bianco-grigiastra o bianca-stro-argentata, nei vecchi esem-plari spessa, grigia, profondamentescrepolata con tessuto corticalesottostante rossiccio. Radici fasci-

colate, molto estese e ma poco profonde; il fittone si atrofizza presto e vie-ne sostituito da numerose radici laterali. Rami lunghi, dritti, eretti o eret-to-patenti, fragili. Rametti pieghevoli e tenaci con gemme alterne, lucide.Foglie lanceolate o lanceolato - lineari, lunghe fino a 10 cm e larghe 1,5cm, grigio argentine e pubescenti di sotto, a picciolo breve, lamina conmargini seghettati. Pianta dioica con amenti contemporanei alle foglie(marzo-aprile) quelli maschili di 1 x 6 cm con antere gialle, i femminili,

verdi, di 0,7 x 4-5 cm. Frutti a capsula, piccoli, verdi, lunghi 5 mm, che siaprono in maggio in due valve per liberare i minuscoli semi avvolti da unpappo cotonoso, trasportato dal vento. Il salice bianco abita i luoghi umi-di, sponde di acque correnti, dal livello del mare al piano montano fino a800-1200 m (raram. 1600 m), spesso coltivato. E' pianta tipica dell'areatemperata medioeuropea che ama i terreni sciolti, da limosi a sabbioso-limosi, con falda freatica superficiale, anche soggetti a periodiche som-mersioni, come le golene dei fiumi di pianura. Ama la luce, è frugale e re-sistente al freddo quando non sia tardivo, è però soggetto agli attacchi diinsetti rodilegno così come gli altri salici di seguito ricordati; è dotato dicrescita rapidissima. Impiega circa trent'anni per raggiungere il massimosviluppo. Un esemplare recentemente abbattuto nel Parco dell'Oglio Nordcon 45 anni d'età misurava 2,74 m di circonferenza a petto d'uomo. E'un albero però generalmente poco longevo, raramente supera i 50-60 an-ni e solo esemplari eccezionali hanno raggiunto il secolo di vita e diame-tri del tronco superiori al metro e mezzo. Si alleva ad alto fusto con turnidi 15-20 anni, a capitozza o a ceppaia con turni di 2-4 anni. Le ceppaievengono tagliate di norma ogni 2-3 anni. Il salice bianco, come del restoi salici arbustivi igrofili in genere, è una pianta molto utile per consolidarele rive dei corsi d'acqua e dei laghi. Il suo legno ha colore biancastro osoffuso di roseo nel durame, leggero, tenero, fragile nei fusti e nei ramigrossi, si lascia spaccare facilmente ma resiste alla compressione e allepercosse dei corpi taglienti (si usava un tempo a fare scudi leggeri). Re-siste discretamente all'umidità ma è di poca durata perché va soggettoall'attacco di funghi. E' impiegato per fare mazze da cricket, zoccoli e suo-

le ortopediche, arti artificiali, manici, seggiole, pianali di carri e falegna-meria andante, compensati, pannelli, imballaggi, trucioli, fiammiferi. Co-me combustibile è poco più che mediocre ma fornisce carbone di qualità,adatto alla fabbricazione della polvere pirica.

DDIIFFFFUUSSIIOONNEE:ha un areale esteso dal Mediterraneo all'Europa settentrio-nale, alla Siberia centrale, Cina occidentale, Persia, Asia Minore. Coltiva-to sin dal Trecento, è diffuso in tutte le regioni italiane. E' comune nel ter-ritorio provinciale fino nell'alta Valle Camonica nei luoghi umidi e lungo icorsi d'acqua. Nella nostra Bassa cresce in forma arborea od arbustiva,allevato a ceppaia o a capitozza, lungo i canali maggiori.

OOSSSSEERRVVAAZZIIOONNII: del salice bianco viene spesso coltivata la sottospecie vi-tellina (L.) Arcang., che si distingue per i rami giovani più flessibili, concorteccia color giallo d'uovo (= vitello), evidenti soprattutto in invernoquando sono privi di foglie. E' di più lenta crescita e viene coltivata (an-che innestata sul salice comune) per la produzione di vimini ("stropèizàlcc" o "sàles de ligà). Si alleva a capitozza bassa o a ceppaia, lungo lesponde dei fossi, attorno ai vigneti, presso i cascinali. Oltre al salice bian-co, qui descritto, sono presenti lungo i fiumi della bassa anche altre spe-cie dello stesso genere con portamento arbustivo, come il salice rosso(Salix purpurea), il salice cinereo (Salix cinèrea), il salicòne (Salix càprea),il salice da ceste (Salix triàndra) e il salice da vimini (Salix viminàlis).

Eugenio Zanotti

Lungo le rive dei fossi

Il poeta brasiliano Rubem Alves, scrittore di raccontiper bambini, oltre che educatore, teologo, filosofo, psi-canalista, è intervenuto quale ospite d'eccezione, il 18novembre scorso, al convegno "Il Giardino della vita",promosso dalla Fondazione Cogeme onlus a Caste-gnato, in collaborazione con l'amministrazione comu-nale. L'evento, inserito tra le iniziative del DecennioOnu sull'Educazione allo Sviluppo Sostenibile (2005 -2014) intendeva presentare il grande potenziale edu-cativo insito nella Carta della Terra, il documento volu-to dall'Onu e da Green Cross International e presiedu-to da Mikhail Gorbaciov. La Carta della terra sintetizzale principali sfide ambientali, sociali ed economicheche attendono l'umanità nei suoi rapporti con i sistemidi vita del pianeta. La portata del documento è consi-derata pari a quella della Dichiarazione Universale dei

Diritti dell'uomo. Si tratta di un appello elaborato con ilconcorso di tutti i popoli, anche di quelli che la civiltàoccidentale ha emarginato o definito "arretrati". Anzi, icontributi pervenuti da queste comunità (dai NativeAmericans ai popoli andini, dagli Inuit alle culture afri-cane e orientali) testimoniano una cultura più evoluta esostenibile di quella occidentale, perché affonda le sueradici in una relazione intima e spirituale con la Natu-ra. La Carta della Terra elabora principi di integrità eco-logica, di giustizia sociale ed economica, di democra-

zia, non violenza e di pace e promuove pertanto unanuova cultura ed un nuovo rispetto per la vita, parten-do dal presupposto che "Noi, quali esseri umani, ap-parteniamo ad una comunità ben più ampia di quellache abbiamo moralmente definito: la comunità dellavita, di cui fanno parte tutti gli esseri viventi, tutte lecreature, l'intera biosfera e persino le generazioni fu-ture". La Fondazione Cogeme onlus, impegnata in mo-do continuativo nella tutela e nella promozione dellacultura della sostenibilità, concorre attivamente anchealla diffusione della Carta della Terra mediante l'orga-nizzazione di eventi come quello ospitato dal CentroCivico di Castegnato. Il convegno ha visto la partecipa-zione di Lisa Oberg (Svezia), assistente di Alan Atkis-son, direttore della segreteria operativa della EarthCharter International, la quale ha illustrato le principa-

li iniziative educative della Carta nel mondo, e di Pier-luigi Malavasi, docente di Pedagogia Generale all'Uni-versità Cattolica di Brescia, che ha riassunto gli inte-ressanti risultati della ricerca condotta incollaborazione con Fondazione Cogeme nel vasto pa-norama dell'educazione all'ambiente. Come testimoned'eccezione è stato invitato Rubem Alves, poeta e pe-dagista che sa parlare al cuore e risvegliare lo stuporein chi lo ascolta,mentre rinnova l'invito a celebrare congioia la vita, in ogni sua forma. Intellettuale tra i più co-nosciuti e rispettati del Brasile, Alves è colui che ha co-niato il termine "Teologia della liberazione". Autore diuna settantina di libri, metà dei quali rivolti agli adulti emetà ai bambini, lo scrittore è uno dei più luminosi ar-tefici della lingua portoghese, che nei suoi testi ha tro-vato espressioni di rara singolarità. Il poeta era accom-pagnato dal missionario padre Arnaldo De Vidi, che hatradotto al pubblico le sue parole.

r. c.

Il Giardino della Vita

Il termoutilizzatore dell’Asmè il migliore al mondo: havinto infatti il “Wtert 2006Industry Award” per l’effi-cienza nel recupero di energiaelettrica e termica, per il livellodi emissioni, per la qualità nelriutilizzo e nel trattamento deiresidui, per le soluzioni architetto-

niche. Il riconoscimento è giunto dallaColumbia University di New York attraverso

l’Earth Engineering Center, che ha comeprincipale obiettivo quello di rendere

compatibili i bisogni del mercato conquelli dell’ambiente. L’impianto

bresciano è seguito in classificada quelli di Malmöe, Amster-dam, Londra, Vienna, Mont-gomery in Pennsylvania,Montgomery in Maryland,New York. Un riconoscimentoche premia a livello inter-nazionale le scelte energe-tiche e ambientali di Brescia.

CAMPIONEDEL MONDO!

www.asm.it

BRESCIA.UNA CITTA’

CHE CRESCE.

Il Salice bianco

Riflessioni intorno alla Carta della Terra

Page 14: Bassa Voce - dicembre 2006

L'ambiente alpino può essere considerato come unostraordinario terreno di conoscenza in cui poter prati-care attività fisiche (escursionismo, scialpinismo, alpi-nismo, speleologia) e nel contempo acquistare espe-rienze formative e conoscitive. E' una palestra in cuiimparare a conoscere i propri limiti e le proprie capa-cità, e ad accettarli senza sottovalutare il rispetto perse stessi e gli altri.L'osservazione, la conoscenza, il rispetto dell'ambien-te montano e dei fenomeni fisici che lo regolano sonoanch'essi da considerarsi fondamentali per la sicurez-za di chi svolge queste attività.La montagna, con i suoi panorami mozzafiato, è in gra-do di trasmettere a chi la affronta forti emozioni, chericompensano lo scalatore di tutte le fatiche sostenu-te.Io ho 17 anni e soltanto da due mi sono avvicinato se-riamente all'alpinismo, ma con una passione semprecrescente che, grazie al sostegno del gruppo Cai diSan Paolo, mi spinge ad avventurarmi nella continuascalata di nuove vette.Durante l'ultima stagione estiva sono riuscito a porta-re a termine tredici escursioni e, fra tutte le vette rag-giunte, quelle che mi hanno maggiormente emoziona-to sono state la cima dell'Adamello e quella del monteCastore.Il 9 e 10 settembre io e altri due miei compagni, Pao-lo e Silvano, abbiamo affrontato l'Adamello.Sveglia alle ore 5, in località Maè, in valle Saviore, perpoi recarci in macchina a Ponte del Guat, dove versole ore 8,30 ha avuto inizio la nostra scalata.Dopo circa otto ore di cammino e dopo aver affrontatola via attrezzata Terzulli, siamo arrivati al bivacco U.

Ugolini, a quota 3.240 mt.Una breve pausa e siamo ripartiti per la vetta: 3.549mt. A circa un'ora di cammino dal bivacco. Il sole ini-ziava a calare e comparivano le prime velature rossa-stre del tramonto, un vero e proprio spettacolo. Dopoaver scattato qualche foto, siamo ripartiti per pernotta-re al bivacco. Il giorno seguente ci siamo alzati alle 5 edopo aver atteso l'alba, un altro spettacolo emozionan-te ed indimenticabile, siamo partiti per il ritorno in val-le.Pure il monte Castore, in Valle d'Aosta, con i suoi4.228 mt di altezza mi ha dato l'occasione di vederepanorami spettacolari, grazie anche alle condizionimeteorologiche favorevoli. Come già detto, la monta-gna è un dono che la natura ci ha regalato, ma biso-gna affrontarla con serietà e coscienza dei propri limi-ti e soprattutto bisogna essere capaci di rinunciare, nelcaso non si sia in grado di affrontare le difficoltà, le fa-tiche, o se le condizioni climatiche non lo permettono.E' fondamentale non correre rischi inutili, perché c'èsempre la possibilità di ritentare in futuro.

Matteo Delalio

14 | SAN PAOLO - QUINZANO - LOGRATODICEMBRE 2006 - GENNAIO 2007

Il Comitato Ambientee Salute di Quinzanod'Oglio torna adesprimere vivapreoccupazione perl'insediamento, ad uncentinaio di metridalle abitazioni, del-

l'impianto di smaltimento rifiuti, che la ditta Wte srl diBrescia intende attivare nella zona industriale delpaese in riva al fiume Oglio. Il mese scorso il comitatoha promosso una iniziativa di protesta davanti al ca-pannone e in occasione della Sagretta del salamecotto e del miele di tiglio ha allestito un gazebo inpiazza Garibaldi per informare la popolazione e ribadi-

re la contrarietà agli impianti di smaltimento dei rifiutisul territorio comunale. L'attività del comitato am-biente e salute ha ripreso slancio dopo che la Confe-renza di Servizi della Provincia di Brescia, in settem-bre, ha discusso una variante presentata dalla Wte alprogetto autorizzato."La questione aperta è relativa al permesso di scaricoin "corpo idrico superiore", in particolare nella roggiaCesaresca, delle acque reflue dell'impianto - informail comitato -. Soluzione allettante per la Wte, in quan-to più economica rispetto all'invio dei reflui, mediantecamion, al depuratore del Consorzio Garda Uno. Ri-cordiamo infatti -aggiunge il comitato - che il Tar diBrescia ha temporaneamente vietato lo scarico deireflui nel depuratore comunale, riconoscendo le obie-

zioni del comune". Il diniego espresso dal comune,motivato dal sottodimensionamento del depuratorepubblico, aveva infatti ricevuto conferma dalla sen-tenza del Tar che aveva respinto il ricorso della Wte.Dopo la Conferenza di Servizi, la ditta bresciana hapresentato i necessari chiarimenti tecnici richiestidalla Provincia e dall'Asl di Brescia ed ora tocca aPalazzo Broletto esprimersi in merito. "Chiediamoche la Provincia tenga conto che la roggia Cesaresca,oltre ad essere utilizzata come canale irriguo dagliagricoltori, sfocia nel fiume Oglio, sottoposto a tuteladalle norme del Parco Regionale Oglio Nord" insisto-no gli ambientalisti, decisi a continuare la loro azionedi opposizione all'impianto.La Provincia nel febbraio scorso ha autorizzato l'in-sediamento della Wte, ma la ditta non ha avviato l'at-tività, probabilmente a causa dell'alto costo di smalti-

mento dei reflui in un depuratore distante dalla sede.Localizzato in un capannone a nord del cimitero delpaese, il nuovo depuratore occupa una superficie di6516,63 mq di cui 1534,76 mq coperti e 2300 de-stinati a verde.Nell'impianto si prevede che saranno depurati residuiliquidi e fanghi provenienti da attività produttive: dal-l'industria alimentare, da lavaggio e pulizia, dalla la-vorazione di ferro, acciaio, rame, piombo, alluminio,oro, argento, dalla lavorazione di pneumatici, lubrifi-canti, effluenti vari raccolti separatamente, rifiuti pro-venienti da siti contaminati, percolato da discarica efrazioni oggetto di raccolta differenziata.

r. c.

Emozioni in vettaSan Paolo

Fioccava, fioccava … quell'Igiglia di Nedallo … fioc-cava a biroloni … falive come lenzuoli … leggere,leggere … trenta ghelli di neve, una preponta biancasulla nostra Zolla che polleggiava tranquilla … sere-na, al bèo calduccio …Per una stradella, un poaretto … chiribìri sulle barbel-le, in un mantello intorciato benone di panno … a do-vere quarciata la busacca con tutto il suo avere … difarina rossa un paro di palette … un rengacione piùgiovane del cuco forse di qualche giorno, mezzo fia-schetto di essena … una fetta di polenta … Di dormire al Ludì, al Crocefisso … al Finillo della Ca-valla … a la Sanguetera … No, no ! … staseraneanche a parlarne ! … la sera della Igiglia … tutti in-sieme in famiglia … a tavola … attorno al fuoco …cosa c'entra un poaretto ? …Intanto la neve ancora a manico e mola ! … poveritroccoli a sprofondare sempre più … pesse dei piedibagnate, bagnadente … un freddo di cane … malo dipicarine … peoselli a sanguanare almeno due o treper pedagnone … che bèlo sotto un pontesello … trale ceppaie di una riva … e una pianta cava imbottitacon il suo paione … suo proprio di lei … di secche

foglie, asciutte, calde, molzine ? … che bèlo ! … giùcon il bordone a tastare i tronchi più grossi … TOC,TOC … TOC ... TOC,TOC … TOC … TUMPF, TUMPF… TUMPF … Eccolo qua il mio nàcio ! …In un amen a imbirolarsi nel mantello dentro la vecchiapianta … che bèl scampare ! … immaciato per bene,riparato dal freddo … gli ossi a possare finalmente al-l'asciutto … e subito a insommiarsi contetto … di sualibera vita come il vento …di amori robati sull'erba deiprati, sulle balle di paglia … sul finillo … nel fenerodella stalla … in mezzo al formentone … sul mucchiodegli scarfogli …Fuori fioccava, fioccava, fioccava … alle ore piccininela notte ormai…Un poero gabino e martero … del poaretto ancor piùpoero … tante le bocche, troppe, da sfamare … sac-co e sapone sulle spalle … in giro per tarreni a faretàpperi di sfrusso … legno marsolento per provare ascaldarsi … combustibile ideale con i mogoli …abanchi il fumo nelle poere baite … arrossati gli occhipiansolenti … sbolsegate di gole irritate … di brazzeneanche a parlarne … ma tanto fes, fes, di tibiolinoalmeno …

Come manna dal cielo la cava pianta eccola lì !Giù a smanarare di sapone … tre o quattro fendentidecisi … di silenzio una pausa … in giro anima vivanon c'era …i primi tòcchi di legno nel sacco … poiancora sul pidullo a picchiare di lena … SGIAMPF,SGIAMPF, SGIAMPF …Arda i piedi ! … il poaretto svegliato di brutto …Quel martero di un gabino a farsi un saltone all'indie-tro … infarinato di bianco in un comartello senzaneanche rendersene conto … sentato nella neve agambe larghe, di un attimo un pensiero … chi avevaparlato ? … il vento forse, il troppo silenzio ? … col-pa del vino? … poco, gramo, …lezzero,lezzero … ilvino no di sicuro ! … un tàppero ancora nel sacco eavanti … altri due colpi secchi, gnecchi, gaiardi, ta-glienti … SGIAMPF, SGIAMPF …Arda i piedi !Tàpperi, sacco e sapone mollati in un amen …trocco-li in mano … al trotto verso il paese … Era , la più du-ra … da imbottigliare.Sciòr Arcipreto, Sciòr Arcipreto … Sciòr Arcipreto …il diaolo in una pianta, il diaolo in una pianta ! … ildiaolo in una pianta !

In quattro e quattr'otto omi e fonne, matelli e matelle,gnari e gnare … di processione una fila già pronta …giaculatorie, litanie, Ave Maria … di requiescant in pa-ce amen a iosa … sfarfogliate in maccheronico stile… turiboli, naeselle, torce, candele, sedello de' l'aquasancta … un rebelotto de' l'altro mondo … la notte diNedallo … sotto una fioccata che non finiva più, Arci-preto in testa … tutto il paese verso la campagna, fi-no alla pianta del diaolo. Del rito in coro l'esorcismo adiniziare …di preghiere e invocazioni, rosari e rogazio-ni… l'Arcipreto a sbroffare a più non posso con losmansarino de' l'aqua benedecta.Poi con vocione da capotàmboro …Esci o satana daquesta pianta ! … ancora una volta il poaretto a sve-gliarsi … quella notte non c'era proprio verso di chiu-dere occhio …Esci o satana da questa pianta ! …E giù una sbroffa-ta ancora … tutta insieme la gente a farsi il segnodella croce … non per il freddo a barbottare … distrina tanta ne avevano tutti almeno due bracche …Esci o satana da questa pianta ! … " Vègno fòra doman matina perché stanote fiòca ".

Giuliano Aradori

Igiglia di Nedallo - Di una fioccata e un poaretto, del diaolo in una pianta Lograto

Cittadini in campo contro la WTEQuinzano

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