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N & P 1 Nutri Previeni & BAMBINI PIÙ PESANTI PER TROPPI ANTIBIOTICI TERME L’ACQUA CURATIVA SETTIMANALE NUMERO 15 ANNO III DAL 4 AL 10 OTTOBRE Supercioccolata Energia a rilascio prolungato Cibi e drink senza zucchero I danni ai denti rimangono ALIMENTAZIONE BELLEZZA Pelle Scoperto enzima chiave per ringiovanire Crema deodorante “Fai da te” Yoga PLASMA IL CERVELLO OCCHI BLU E ALCOLISMO UNA BASE GENETICA COMUNE? IL SETTIMANALE GRATUITO PER LA TUA SALUTE SVEZZAMENTO I CONSIGLI 2.0 BRACCIA TONICHE SOS EFFETTO TENDINA NOMOFOBIA L’ANSIA DA SEPARAZIONE... DA SMARTPHONE FATICA AD ADDORMENTARSI? TRE FALSI CLICHÉ OSSA IN FORMA? NO AGLI ECCESSI FERTILITÀ preservala in 5 mosse

BAMBINI PIÙ PESANTI PER TROPPI ANTIBIOTICI Nutri · e Forense Unità di Scienza dell’Alimentazione ... dall’altra contengono sostanze ... pubblicato sulla rivista Ameri-

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N&P 1

Nutri Previeni&B A M B I N I P I Ù P E S A N T I P E R T R O P P I A N T I B I O T I C I

TERMEL’ACQUA CURATIVA

SETTIMANALE • NUMERO 15 • ANNO III • DAL 4 AL 10 OTTOBRE

SupercioccolataEnergia a rilascio prolungato

Cibi e drink senza zucchero

I danni ai denti rimangono

ALIMENTAZIONE

BELLEZZA

PelleScoperto enzima chiave per ringiovanire

Crema deodorante“Fai da te”

YogaPLASMA

IL CERVELLO

OCCHI BLU E ALCOLISMOUNA BASE GENETICA COMUNE?

IL SETTIMANALE GRATUITO PER LA TUA SALUTE

SVEZZAMENTOI CONSIGLI 2.0

BRACCIA TONICHE SOS EFFETTO TENDINA

NOMOFOBIAL’ANSIA DA SEPARAZIONE...DA SMARTPHONE

FATICA AD ADDORMENTARSI?

TRE FALSI CLICHÉOSSA IN FORMA?

NO AGLI ECCESSI

FERTILITÀpreservala in 5 mosse

2 N&P

© Kekoa Publishing S.r.l.REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N.103/2015 DEL 22.06.2015

Via Mantova 44, 00198 ROMA

SE T TIMANALE - ANNO III - NUMERO 15 DAL 4 OT TOBRE AL 10 OT TOBRE 2017

Nutri Previeni&Direttore Responsabile Francesco Maria Avitto

Direttore Editoriale Vincenzo Coluccia

Vicedirettore Lucia Limiti

E D I T O R I A L S T A F FMagazine Editor Attilia BurkeFocus Editor Michela PerroneWeb Editor Marzia Caposio

S C I E N T I F I C A D V I S O RCentro Ricerche Nutrizionali DIETOSYSTEM – Milano

A R TMagazine Art Director Francesco MoriniImpaginazione e Grafica Niccolò IacovelliWeb Art Dominga CozziWeb Developer Paolo CambiaghiPhotos shutterstock.com

COMMUNICATION & MARKETINGChief Marketing Officer Luigi De SantisAdvertising [email protected]

F I N A N C EChief Financial Officer Marco Amicarelli

I T & D I G I T A LICT Manager Giuseppe RicciDigital Operation Manager Davide Battaglino

E D I T O R EKekoa Publishing Srl (Gruppo Sics)

Amministrazione Via Mantova 44, 00198 - Roma

Redazione: Via Boncompagni, 16 - 0187 Roma Viale Monza, 133 - 20125 Milano Tel. (numero unico nazionale): 02.28172609

PUBBLICITÀKekoa PublishingVia Boncompagni, 16 - 0187 RomaTel. 02.28172609 [email protected]

COMITATO SCIENTIFICOProf. Gianfranco BeltramiPresidente Commissione Medica della Federazione ItalianaBaseball e Softball - Vicepresidente FMSI

Dr Antonio CarettoPresidente Associazione Italiana di Dieteticae Nutrizione Clinica (ADI)

Prof.ssa Hellas CenaUniversità di Pavia Dip.to di Sanità Pubblica, Medicina Sperimentale e Forense Unità di Scienza dell’Alimentazione

Prof. Costantino De GiacomoA.O. Ospedale Niguarda Ca’ GrandaDirettore Dipartimento Materno Infantile

Prof. Lorenzo Maria DoniniDirettore della Scuola di Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università La Sapienza - Roma

D.ssa Sara FarnettiSpecialista in Medicina Interna, Fisiopatologia della Nutrizionee del Metabolismo

Prof. Marco GasparottiChirurgo Plastico

Prof.ssa Maria Gabriella GentilePresidente Fondazione FOBANResponsabile Centro DCA - Centro Diagnostico Italiano

Prof. Michelangelo GiampietroSpecialista in Medicina dello Sport e in Scienza dello Sport. Presidente SIAMAB

Prof. Filippo GrazianiProfessore associato Università di PisaHonorary Senior Lecturer University College of London

Prof. Giacinto MiggianoDirettore di Unità Operativa Complessadi Dietetica e Nutrizione Umana Policlinico A.Gemelli

Prof.ssa Silvia MigliaccioDipartimento di Scienze del Movimento, Umanee della Salute Università di Roma “Foro Italico”

Prof. Fabrizio MuratoriPresidente eletto Società Italianadell’Obesità (SIO)

Prof. Pierluigi PecoraroBiologo Nutrizionista, Dirigente SIAN – ASL Napoli 3 SudConsigliere Ordine Nazionale Biologi e Membro direttivo SINU

Prof. Alessandro PintoMembro del Consiglio direttivo nazionaleSocietà Italiana Nutrizione Umana (SINU)

Dr Enrico Prosperi Segretario Società Italianadi Psicologia Clinica Medica (SIPCM)

Dr Pier Luigi RossiDocente di Nutrizione Clinica Università degli Studi di BolognaSpecialista in Scienza dell’Alimentazione e Igiene, Divulgatore scientifico

Prof. Luca ScalfiProfessore Ordinario di Nutrizione Umana Universitaria Policlinico Federico II - Napoli

D.ssa Tiziana StalloneBiologa Nutrizionista e Presidente ENPAB (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza a Favore dei Biologi)

Prof. Andrea Vania Responsabile del Centro di Dietologia e Nutrizione Pediatrica Università “La Sapienza”- Roma

Prof. Stefano ZurridaProfessore Associato di Chirurgia Generale, Università degli Studi di Milano Dir. Unità Diagnostico Chirurgica in Senologia Istituto Europeo di Oncologia

N&P 3

4 N&P

IN QUESTO NUMERO

Nutrizione6 “Supercioccolata”Energia a rilascio prolungato

7 Cibi e drink senza zuccheroI danni ai denti rimangono

Salute8 Occhi blu e alcolismo Una base genetica comune?

9 Bambini Più pesanti per troppi antibiotici

10 Fertilità5 consigli per preservarla

12 YogaPlasma il cervello

Bellezza14 Pelle Scoperto enzima chiave per ringiovanire

15 Crema deodorante“Fai da te”

Reportage16 TermeL’acqua curativa

Focus24 Braccia tonicheSos effetto tendina

26 NomofobiaL’ansia da separazione... da smartphone

28 SvezzamentoI consigli 2.0

30 Ossa in forma?No agli eccessi

32 Fatica ad addormentarsi?Tre falsi cliché

Test34 Quanto è affettuosa la vostra metà?

N&P 5

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2 N&P

I CONSIGLI DELLA SCIENZA A PORTATA DI MANO A CURA DI ELISABETTA FRIGERIO

Nutrizione

Arriva dall’Australia la super-cioccolata: mes-sa a punto da un team di specialisti di scienze

dell’alimentazione del Centre for Food Innovation dell’Uni-versity of Tasmania, in collabo-razione con l’Ente nazionale di ricerca Csiro e con il Defence Science Technology Group (Dstgi, la barretta 2.0 apporta energia per periodi prolungati. Lo studio nasce con l’intento di elaborare un ali-mento ad hoc per i soldati che non avevano tempo di consumare i pasti con la dovuta calma. La nuova cioccolata ‘extended energy’ contiene fari-na ricavata da comuni banane acerbe e da banane “platano” ad alto contenuto di amidi, in questo modo è in grado di rila-sciare energia a lungo, a diffe-renza della classica tavoletta i cui zuccheri vengono rilasciati tutti insieme in un colpo solo, spiega lo scienziato del Dstg, Paul Capella: “C’e’ bisogno di un alimento che rilasci energia len-tamente, in modo che la persona resti concentrata e vigile duran-

te le missioni di lunga durata”. Il frutto non maturo contiene un amido resistente, che richiede più tempo per essere digerito, ri-spetto allo zucchero di un frutto maturo, spiega Capella. “La su-percioccolata procede lentamen-te nell’intestino e la produzione di energia può durare fino a 10 o 12 ore”. La nuova barretta è stata già sperimentata e approvata dalle forze speciali australiane in

termini di sapore, consistenza, aro-ma e anche per la confezione. “L’u-nico commento che abbiamo ri-cevuto dai soldati è che vorrebbero delle tavolette più grandi nelle razioni, o almeno un maggior nu-

mero”, ha osservato Capella. Gli studiosi prevedono che il nuovo prodotto potrebbe diventare popolare anche con atleti di resi-stenza e consumatori salutisti.

SupercioccolataEnergia a rilascio prolungato

La nuova cioccolata ‘extended energy’

contiene farina ricavata da comuni banane acerbe e da banane “platano” ad

alto contenuto di amidi

Il tempo massimo di rilascio “energetico”

12ore

Le diverse bevande prese in esame tra “sugar free”

e sport drink

15Sebbene possano essere indicati per i problemi di sovrappeso, i cibi e le bevande senza zucchero

sono comunque dannosi per i denti. Lo afferma uno studio dell’Oral Health Cooperative Research Center australiano, un consorzio di ricercatori e rappresentanti dell’industria, secondo cui i rischi per canini, incisivi, molari e premolari, indotti da bevande zuccheri-ne e non, sono perfettamente paragonabili. Nello studio sono state testate 15 diverse bevande tra cui alcune ‘sugar free’ e otto sport drink, oltre a diverse mar-che di caramelle con e senza zucchero. In tutti i casi i pro-dotti si sono rivelati pericolosi per i denti, anche se con diversi meccanismi. Se le bibite senza zucchero provocano meno carie, sostiene il documento, dall’altra contengono sostanze acide che aumentano l’erosio-ne dei denti, con il rischio di esporre a lungo termine la parte interna del dente. Anche la presenza frequente di sostanze dette ‘chelanti’, come il citrato, in grado di sequestrare il calcio, mette a rischio la superficie dentale. “Troppe persone non sanno che anche se ridurre l’apporto di zuccheri fa calare il rischio di carie, il mix di acidi in alcuni cibi e bevande può causa-re erosione, che è altrettanto dannosa – spiega Eric Reynolds, che ha coordinato lo studio, al quotidiano The Australian – Or-mai un bambino su tre mostra erosione dentale, e sembra proprio che stia diventando un problema sempre più grande man mano che si vedono più prodotti sugar-free”.

Cibi e drink senza zuccheroI danni ai denti rimangono

N U T R I Z I O N E

“Le bibite senza zucchero provocano meno carie, ma contengono sostanze acide che aumentano l’erosione dei denti, con il rischio di esporre a lungo termine la parte interna del dente”

N&P 3

4 N&P

SaluteI CONSIGLI DELLA SCIENZA A PORTATA DI MANO A CURA DI ATTILIA BURKE

Occhi blu e alcolismoUna base genetica

comune?

Sembrerebbe esserci un nesso tra i geni che determi-nano il colore degli occhi, e in particolare l’azzurro, e i geni che predispongono l’individuo allo sviluppo della dipendenza da alcol. Questo è quanto suggerisce un

nuovo studio epidemiologico, pubblicato sulla rivista Ameri-can Journal of Medical Genetics: Neuropsychiatric Genetics (Part B) e condotto da alcuni ricercatori dell’Università del

Vermont, i quali sono convinti che i loro risultati potrebbero aiutare i medici a saperne di più sulle radi-ci dell’alcolismo, e di altri disturbi psichiatrici. Si tratta di patologie molto complesse sulle quali influi-scono molti fattori ambientali e nelle quali sono implicati diversi geni. Gli scienziati hanno lavorato per anni per costruire un database genetico che comprende oltre 10.000 persone. Tut-te sono affette da almeno una malattia

mentale, ma molte hanno più disturbi, insieme ad alcol e tossicodipendenza, compresi depressione, schizofrenia e di-sturbo bipolare. Con l’aiuto del database, eliminando i fattori confondenti (età, sesso, ascendenza genetica) i ricercatori hanno identificato 1.263 persone con ascendenza europea che hanno sofferto di dipendenza da alcol. Sono partiti dall’ipote-si che le persone con occhi chiari avessero maggiori proba-

bilità di alcol-dipendenza rispetto alle persone con gli occhi scuri. E una volta identificati e

posti a confronto i due gruppi di soggetti (con occhi chiari o con occhi scuri) si

è visto che che gli americani europei con occhi chiari avevano un più alto tasso di dipendenza da alcol rispetto a quelli con gli occhi marrone scuro. In pratica si è visto, che le com-ponenti genetiche determinanti il colore degli occhi sono in linea con i geni correlati al consumo eccessivo di

alcol. Questo suggerisce che il colore degli occhi può essere utile ai clinici

per la diagnosi di dipendenza da alcol”, ha spiegato un coautore dello studio Arvis

Sulovari. È necessario, ora, approfondire questi risultati con ulteriori studi per capire il motivo per cui gli occhi chiari, soprattutto quelli blu, sono associati a una maggiore inciden-za di alcolismo. E gli stessi autori concludono con cautela, sottolineando che lo studio non ha dimostrato un nesso causa-effetto tra il colore degli occhi e il rischio alcolismo.

“Si è visto che le componenti genetiche che determinano il colore degli occhi sono in linea con i geni correlati al consumo eccessivo di alcol”

S A L U T E

Bambini Più pesanti per troppi antibiotici

I bambini che ricevono antibito-tici nel corso della loro infanzia subiscono un aumento di peso più rapido di quelli che non ne

ricevono, secondo una ricerca della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health (Baltimora – USA), pubblicata sull’International Journal of Obesity. Il leader dello studio Brian S. Schwartz, professore presso il Department of Environmental Health Sciences at the Bloomberg School ha così precisato:  “I nostri dati suggeriscono che ogni volta che diamo un antibiotico ai bambini, loro guadagnano peso più veloce-mente”. Per lo studio, Schwartz e colleghi hanno analizzato le cartelle cliniche elettroniche (dal database nazionale) di 163.820 bambini tra i 3 ei 18 anni, nel periodo da gennaio 2001 a febbraio 2012. I ricercatori hanno considerato il peso corporeo e l’altezza (per determinare BMI) di tutti i bambini presenti nel data-base e l’uso di antibiotici nel corso dell’anno precedente. All’età di 15 anni, i ragazzini che avevano assunto antibiotici sette o più volte durante l’infanzia pesavano oltre 1 kg in più rispetto a quelli che non avevano ri-cevuto antibiotici. E si è visto anche che circa il 21% dei bambini inseriti nello studio (quasi 30.000 soggetti) aveva ricevuto sette o più prescri-zioni durante l’infanzia. “Mentre l’entità dell’aumento di peso, da attribuire agli antibiotici, può essere modesta nel periodo dell’infanzia, la nostra scoperta che gli effetti negativi sono cumulativi, suggeri-sce la possibilità che questi effetti continuino e siano aggravati nell’età adulta - ha aggiunto - Gli antibiotici potrebbero portare a un aumento di peso a causa degli effetti che hanno sul microbiota del tratto digestivo (flora batterica intestinale residen-

te). I trattamenti con antibiotici, infatti, uccidono i batteri nocivi, ma anche quelli di vitale importanza per la salute gastrointestinale. Lo studio ha dimostrato che un ripetuto uso di antibiotici può cambiare per sempre il microbiota, alterando le trasfor-mazioni metaboliche del cibo e au-mentandone l’assorbimento. Questo si traduce poi in un aumento di peso - spiega Schwartz - Studi precedenti avevano suggerito che l’uso di anti-biotici nei bambini più piccoli può causare aumento di peso, ma questo studio dimostra che l’uso a qualsi-asi età, nell’infanzia, contribuisce all’aumento di peso che si accelera nel lungo termine con l’età”. Spesso i medici sono costretti a prescrivere antibiotici anche quando non ser-vono, sotto la pressione dei genitori

che sono preoccupati inutilmente per i loro piccoli, anche quando hanno un banale raffreddore (di natura virale per cui gli antibiotici sono inutili). Così l’ambiente in cui viviamo è carico di specie batteriche che hanno sviluppato resistenza a molti degli antibiotici maggiormente prescritti, il che rende inefficace il trattamento, ma danneggia comun-que la flora intestinale. “Gli anti-biotici devono essere evitati se non quando sono fortemente indicati - aggiunge Schwartz - E’ importan-te, oggi più che mai, che i medici sorveglino con attenzione la salute dei loro giovani pazienti, tenendoli lontani da farmaci che non solo non li aiuteranno, ma che li possono addirittura danneggiare nel lungo termine”.

“Mentre l’entità dell’aumento di

peso, da attribuire agli antibiotici, può essere modesta nel

periodo dell’infanzia, la nostra scoperta che

gli effetti negativi sono cumulativi, suggerisce

la possibilità che questi effetti continuino e

siano aggravati nell’età adulta”

1 kgL’AUMENTO DI MEDIO DI PESO

RISCONTRATO NEI RAGAZZINI CHE AVEVANO ASSUNTO 7 O PIÙ CICLI DI

ANTIBIOTICI NELL’INFANZIA

N&P 5

S A L U T E

Fertilità5 consigli per preservarla

La fertilità maschile e femminile è un bene da preservare come spiega Fi-lippo Maria Ubaldi, diretto-

re clinico dei Centri di medicina della riproduzione, (Ginegologia, endocrinologia, embriologia, riproduzione assistita) Genera, siti a Roma e a Napoli, registrati e certificati dall’Istituto superiore di sanità. Niente fumo e droghe, poco alcol e caffè, e attenzione alle malattie sessualmente tra-smesse, sono alcuni dei consigli dell’esperto. L’esperto suggerisce:

NO FUMO E DROGHE, POCO ALCOL E POCO CAFFÈPoche sigarette o ancora meglio nessuna. Il fumo, tra le altre cose, anticipa di quattro anni la meno-pausa della donna. Meglio non esagerare neppure con il caffè e con l’alcol. Niente droghe.

ATTENZIONE ALLE MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSENelle donne possono portare alla chiusura o malfunzionamento delle tube e anche negli uomini possono portare a problemi nelle vie seminali fino a una possibile chiusura.

FARE UNA VISITA IL PRIMA POS-SIBILE, DA GIOVANIPer l’uomo questo significa andare dall’andrologo anche per esa-minare la situazione del liquido seminale o individuare per tempo la presenza del varicocele (cioè le vene varicose del testicolo, che aumentano la temperatura del

testicolo stesso e possono portare a sterilità). Per la donna, invece, sono raccomandate ecografia pelvica e un dosaggio dell’ormone antimulleriano (è una glicopro-teina prodotta, nella donna, dalle cellule della granulosa dei follicoli dell’ovaio), per stabilire la riserva ovarica (il numero di follicoli ancora a disposizione e potenzial-mente fecondabili).

PRENDERE CONSAPEVOLEZZA DELLA SITUAZIONESe c’è un problema, pensare alla preservazione della fertilità, oppu-re cercare una gravidanza subito.

CERCARE DI FARE FIGLI PRIMA DEI 30 ANNIPer l’età più giovane le chance di successo sono maggiori.

Il fumo, tra le altre cose, anticipa di quattro anni la menopausa della donna

6 N&P

N&P 7

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diagnostico-terapeutico integrato, erogato soltanto dai medici e dai biologi nutrizionisti, in grado di offrire ai pazienti soluzioni

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Il benessere come scienza

PLICOMETRIAANAMNESI ALIMENTAREE PIANO NUTRIZIONALE

IMPEDENZIOMETRIA

8 N&P

S A L U T ES A L U T E

YogaPlasma il cervello

Lo yoga, con le sue posizioni, apporta benefici per la mente e per il corpo. Tutti più calmi ma svegli ed equilibrati, grazie

al ‘cane a testa in giù’, al ‘triangolo’ o al ‘cobra’. Le meraviglie dello yoga – secondo le evidenze di una serie di recenti studi americani – stanno non solo nella respirazione e nella varie contorsioni che massaggiano i centri energetici, ma proprio nella sua capacità di riplasmare tangibilmente alcune strutture del cervello. La pra-tica millenaria degli ‘asanas’ (le varie posizioni dello yoga) sembrerebbe favorire la memoria. Diminuireb-be, inoltre, l’attività della parte del cervello (amigdala) che fa scattare le paure e aumenterebbe quella del sistema parasimpatico, che fa cal-mare, riposare e digerire. Gli effetti psico-fisici della pratica, sperimenta-ti da milioni di praticanti dello yoga, hanno ora l’impronta della scienza. Secondo una ricerca pubblicata dalla rivista Frontiere dell’Immunologia, le asanas fanno abbassare i livelli di cortisolo nel sangue: quest’ormone, con la sua induzione dello stress, è responsabile di una cascata di effetti infiammatori per l’organismo. E le infiammazioni croniche sono considerate causa di una serie di patologie: dal cancro a quelle cardio-vascolari. Per Jonathan Greenberg, ricercatore dell’ Harvard medical school, varie analisi hanno osservato cambiamenti nelle strutture cere-brali di volontari prima e dopo lo yoga e la meditazione mindfulness: le strutture legate all’attenzione, al pensiero, alla consapevolezza sono aumentate di volume. “Dopo 8 setti-

mane di training, è stato evidenziato un incremento nella materia grigia dell’ippocampo, coinvolto nell’ap-prendimento e nella memoria, nei partecipanti”. Inoltre, chi medita e fa yoga mostra generalmente una ‘in-sula’ più vasta, ossia l’area cerebrale deputata alla consapevolezza del proprio corpo. Inoltre, una ricerca pubblicata su International Psycho-geriatric, ha analizzato un gruppo di anziani con problemi cognitivi di media entità che hanno seguito alternativamente 12 settimane di esercizi ‘yoga kundalini’, o di terapie verbali per il recupero della memo-ria: le capacità mnemoniche sono aumentate in entrambi i gruppi. Ma gli anziani che praticavano yoga hanno mostrato un miglioramento delle funzioni verbali, visive, e delle capacità esecutive, di prendere deci-sioni e pianificare.

Dopo 8 settimane di training è stato evidenziato un incremento nella materia grigia dell’ippocampo, coinvolto nell’apprendimento e nella memoria. Inoltre, chi medita e fa yoga mostra generalmente una ‘insula’ più vasta, ossia l’area cerebrale deputata alla consapevolezza del proprio corpo

ASANASQuesto il nome delle varie posizioni dello yoga

N&P 9

La rivista di viaggi e turismo

ISLANDS Viaggi collega i lettori alle loro destinazioni preferitepresentando nuove eccitanti opportunità di viaggio

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“IL VIAGGIO PIÙ BELLO È QUELLOCHE NON È STATO ANCORA FATTO” - Loick Peyron

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10 N&P

PelleScoperto enzima chiave per ringiovanire

Èstato identificato un nuovo enzima nelle “centraline” che danno energia

alle cellule, i mitocondri, e la sua quantità tende a ridursi nella pelle con l’avanzare dell’età. Se la concentrazione di questo enzima si riuscisse a mantenere costante nono-stante l’avanzare degli anni, la pelle si manterrebbe più giovane. Descritta sul Journal of Investigative Dermatology, la scoperta, fatta dall’Univer-sità di Newcastle, potrebbe aprire le porte allo sviluppo non solo a futuri cosmetici anti-età, ma aiutare a capire come invecchiano gli organi e sviluppare nuovi farmaci, anche anticancro.

L’INVECCHIAMENTO“Quando il nostro corpo invecchia, i mitocondri si esauriscono, e aumentano i radicali liberi che sono dannosi – precisa Mark Birch-Machin, coordinatore dello studio – Un processo che si può vedere facilmente

sulla nostra pelle, quando ap-paiono segni e rughe”. Per la prima volta i ricercatori sono riusciti a vedere che con l’au-mentare dell’età, cala l’atti-vità di un enzima metabolico chiave nei mitocondri della pelle. L’attività dell’enzima, che si chiama ‘Complex II’, è stata misurata sui campioni di pelle di 27 persone dai 6 ai 72 anni. Il calo dell’attività dell’enzima è stato osserva-to solo in quelle cellule che avevano smesso di crescere. “Questo enzima è il cardine tra due importanti modi di produzione dell’energia nelle nostre cellule – continua Birch-Machin – e il calo della sua attività contribuisce a ridurre la bioenergia nelle cellule che invecchiano”. Ora c’è quindi un biomarcatore specifico, un bersaglio, da utilizzare per lo sviluppo di trattamenti e creme anti-età per la pelle, che potrebbero essere fatti su misura per le diverse età e pigmentazioni della pelle, ma anche su altre parti del corpo.

I CONSIGLI DELLA SCIENZA A PORTATA DI MANO A CURA DI ELENA MAINARDI

Bellezza

Per la prima volta i ricercatori sono riusciti a vedere che con l’aumentare dell’età cala l’attività di un enzima metabolico chiave nei mitocondri della pelle

Complex IIIl nome

dell’enzima anti-età

N&P 11

Crema deodorante“Fai da te”

B E L L E Z Z A

Una crema naturale, delicata e semplice da preparare a casa. Adatta per ogni tipo

di pelle, il deodorante fai da

te può essere tranquillamente

utilizzato sia da lui che da lei,

vista la sua caratteristica com-

posizione inodore.

Ingredienti:1 cucchiaio di burro di karitè

1 cucchiaio di olio di cocco

1 cucchiaio di burro di cocco

1 cucchiaio e mezzo di bicar-

bonato1 cucchiaio di polvere di ma-

ranta½ cucchiaino di argilla di caolino½ cucchiaino di olio di vitami-

na E

Preparazione:Mescolare insieme il burro di

karitè, l’olio di cocco e il burro

di cocco. Versare il composto in

una casseruola contenente un

dito di acqua e scaldare mesco-

lando fino a quando il compo-

sto non si sarà uniformato.

Togliere dai fornelli e mescola-

re insieme al bicarbonato, alla

polvere di maranta e all’argilla

di caolino, aggiungendo per

ultimo l’olio alla vitamina E.

Mettere il composto in un

contenitore dotato di dosatore

da 100 gr.

90 grLa quantità di deodorante

prodotta seguendo la

ricetta fai da te

La maranta è una pianta sempreverde la cui polvere contiene molte vitamine del gruppo B, oltre che buone percentuali di minerali importanti come zinco, rame, ferro e così via. La maranta vanta proprietà antibatteriche e, applicato topicamente sulle punture, è utilizzato anche come antidoto contro i veleni di ragni e scorpioni.

12 N&P

REPORTAGE

N&P 13

TermeL’acqua curativa

Sono oltre 380 i centri in Italia che offrono cure termali ma anche percorsi benessere e di relax, per staccare la spina dalla routine

quotidiana. Attenzione però alle scelte e alle acque utilizzate: soprattutto chi ha problemi di pelle dovrebbe infatti evitare quelle con azione

irritante, mentre chi soffre di pressione bassa non dovrebbe immergersi in acque troppo calde

di Michela Perrone

14 N&P

REPORTAGE

È vero, purtroppo l’estate è finita, ma questo non significa rinunciare alle opportunità che le giornate più fresche ci

regalano. E se non volete ripiegare sul solito pomeriggio in piscina ma cercate qualcosa di diverso, perché non orga-nizzare un fine settimana alle terme? Nel nostro Paese il termalismo è molto sviluppato, con oltre 300 centri sparsi sull’intero territorio nazionale e aperti tutto l’anno. C’è solo l’imbarazzo della scelta.

COME SCEGLIERE IL CENTRO GIUSTO

Basta dare un’occhiata online per capire che l’offerta è davvero vasta e può essere complicato orientarsi in mezzo a tutte queste proposte. Come districarsi tra tra terme, Spa e centri benessere? Come capire di che cosa abbiamo biso-gno? “Dobbiamo distinguere il termali-smo come fonte di benessere dalle cure termali – premette Umberto Solimene, professore all’Università degli Studi di Milano e presidente di Femtec, la Fede-razione mondiale del termalismo – Tutti i centri termali sono certificati dal Mi-nistero della Salute e quindi attrezzati per fornire trattamenti specifici con alti livelli di standard: chi soffre di patologie croniche dovrà ponderare la scelta in base alle sue esigenze e alle prescrizioni mediche”. Chi ricerca le acque termali per motivi di salute, quindi, deve rivol-gersi a uno degli oltre 380 centri sparsi su tutto il territorio nazionale. Atten-zione però: la vicinanza geografica non deve essere l’unico parametro da tenere in considerazione. Le acque infatti non sono tutte uguali e hanno proprietà diverse: in base al malessere da curare saranno più indicati alcuni centri rispet-to ad altri.

Le terme erano diffuse già nell’an-tica Roma. Oggi si può ammirare quello che rimane degli edifici in molte zone del Centro e Sud Italia. Le terme di Diocleziano, a Roma, risalgono al 300 e, con i loro 13 ettari di estensione, sono le più grandi mai costruite dai romani. Per oltre 200 anni si occuparono del benessere dei propri cittadini, fino a quando i Goti interruppero gli ac-quedotti che le alimentavano. Nelle terme uomini e donne si incontra-vano per rilassarsi e socializzare. In vasche differenti uomini e donne si immergevano nelle acque termali completamente nudi.

Le terme antiche

N&P 15

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16 N&P

E PER IL PURO BENESSERE?

“Io consiglio di usufruire dei servizi dei centri termali anche a chi voglia passare un weekend lontano dal caos quotidiano – continua l’esperto – Questo perché il mondo delle Spa in Italia è ancora una giungla: accanto a strutture di livello eccellente ce ne sono altre che rischiano di provocare danni a chi vi si rivolge”. Inoltre, le acque delle terme contengo-no al loro interno sali e minerali che di-pendono dalla composizione del terreno in cui scorrono, mentre i centri benes-sere offrono una serie di percorsi con acque spesso non collegate a fonti di ac-qua termale e quindi prive delle diverse proprietà. Il termalismo è adatto anche a chi non deve combattere particolari patologie, assicurano gli esperti. In altre parole, è utile per staccare la spina, per concedersi un paio di giorni lontano dagli schermi di smartphone e tablet e a contatto solo con piscine, massaggi e fanghi. Forse proprio grazie a questo il terma-lismo negli ultimi anni sta vivendo un momento d’oro, diventando quasi una moda. Sebbene la medicina termale sia antichissima, è stata studiata davvero da un punto di vista scientifico solo negli ultimi dieci anni. I risultati ottenuti hanno convinto il Ministero della Salute a riconoscerne la bontà per alcuni trat-tamenti e oggi tutti i cittadini italiani hanno la possibilità di usufruire di un ciclo di cure termali l’anno pagando il solo ticket, ovviamente dietro pre-scrizione medica. E allora, perché non approfittarne?

QUAL È L’ACQUA PIÙ ADATTA?“L’Italia è, con la Francia, all’avan-guardia nel termalismo in Europa e nel mondo – evidenzia il Solimene – I trattamenti principali sono la balneo-terapia, le terapie inalatorie e, anche se nel nostro Paese non è ancora molto sviluppata, la riabilitazione in acqua”. Ciascuna acqua ha le proprie caratte-ristiche e meccanismi d’azione che si

rafforzano in base alla temperatura (che può variare dagli 0 ai 100°C) e al tipo di trattamento (immersione, lavaggi nasali ecc.). Avete presente l’acqua che odora di uova marce? Ecco, quella è perfetta per le immersioni di balneoterapia. La puzza che l’accompagna dipende dallo zolfo di cui è ricca. “È un trattamento efficace per le malattie osteo-articolari, che, in quanto croniche, interessano gran parte della popolazione e non solo gli anziani”. Questo tipo di acque sono

REPORTAGE

QUAL È L’ACQUA PIÙ ADATTA?

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autunno, possono contribuire a miglio-rare la situazione facendo stare meglio i piccoli e facendo risparmiare famiglie e sistema sanitario nazionale”, assicura lo specialista.

CONTROINDICAZIONICome ogni trattamento medico, anche le cure termali hanno alcune controin-dicazioni, di cui dovrebbero tenere conto anche le persone che si rivolgono

inoltre indicate per chi ha problemi dermatologici perché lo zolfo agisce contro le infiammazioni, mentre chi sof-fre di psoriasi e acne dovrebbe evitare quelle bromo iodiche che potrebbero essere irritanti per la pelle. Se avete figli con allergie o che soffrono di bronchi-ti croniche, considerate le inalazioni termali (che possono diventare una “scusa” per un paio di giorni di relax per l’intera famiglia): “Un paio di cicli termali l’anno, magari in primavera e in

REPORTAGE

18 N&P

REPORTAGE

In generale, chi soffre di scompensi car-diaci dovrebbero evitare le immersioni perché il trattamento potrebbe provo-care reazioni ipertensive pericolose. In gravidanza sono sconsigliate le docce sull’addome, mentre chi soffre di bassa pressione dovrebbe fare attenzione ai bagni in acqua molto calda. Tra gli effetti collaterali più comuni registrati dopo i trattamenti termali ci sono la cefalea, le vertigini, l’insonnia, la nausea, le palpi-tazioni e il senso di debolezza. Con qual-che piccolo accorgimento, tuttavia, le terme sono adatte a tutte le età, dai bam-bini agli anziani: “Una terapia per essere efficace necessita almeno di 10-12 giorni, ma per chi non ha patologie particolari è sufficiente un weekend di trattamento per usufruire dei benefici del relax e delle proprietà delle acque termali”, sottolinea Solimene.

a questi centri per il puro benessere. “Innanzitutto non sono adatte a trattare la fase acuta di una patologia, qualunque essa sia – chiarisce l’esperto – Dobbiamo ricordarci che sono efficaci per preveni-re alcuni problemi, soprattutto di tipo respiratorio, e per trattarne la cronicità”. Sono sconsigliate per esempio a malati oncologici sotto chemioterapia e quindi con un apparato immunitario depres-so o a chi ha problemi cardiovascolari: “Chi soffre di queste patologie dovrebbe sempre rivolgersi a un medico prima di entrare in un centro termale anche solo a scopo di relax”, mette in guardia Solimene. A queste indicazioni se ne ag-giungono un paio di buon senso, ovvero di evitare l’idroterapia quando si ha la febbre o, per la salvaguardia degli altri utilizzatori degli stabilimenti, quando siamo colpiti da malattie infettive.

I fanghiNon di sola acqua vivono le terme, anzi. Un trattamento completo dovreb-be comprendere l’idroterapia, un massaggio e, appun-

to, i fanghi. Questi ultimi consistono nel ricoprire il proprio corpo o nell’im-mergersi in vere e proprie vasche piene di fango, per passare

poi al bagno in acqua termale seguito da un massaggio finale. Il trattamento è di grande aiuto per chi soffre di reumatismi (riduce infatti l’in-

fiammazione articola-re), ma anche per chi desidera rendere più luminosa ed elastica la propria pelle o per chi, semplicemente, vuole rilassarsi e

coccolarsi un po’. La fangoterapia è adatta anche dopo un’inten-sa attività fisica: aiuta a rilassare i muscoli e a recuperare le energie.

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20 N&P

BRACCIA

TONICHE

SOS EFFETTO TENDINA

F O C U SS A L U T E

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F O C U SS A L U T E

I nostri arti superiori sono sempre un po’ dimenticati, sia nella quotidianità,

sia negli allenamenti. Salvo poi accorgersi con stupore di non

superare “la prova del sale”, ovvero di avere un’antiestetica tendina

che balla ogni volta che alziamo le braccia. Ecco qualche consiglio per

tonificare

Come stanno le vostre braccia? La forma fisica non si misura solo a suon di glutei tonici e pance piatte, ma anche i nostri arti superiori, che escono da magliette e canotte quasi tutto l’anno, pretendono il loro riscatto. Se anche voi, non siete sicure di superare la “prova del sale”, eccovi qualche piccolo suggerimento su come rassodare le braccia per scongiurare che la cute di rilassi troppo (un problema che affligge comunque una 8 donne su 10).

NUOTARECon l’estate alle spalle potrebbe sembrare più difficile ritagliarsi del tempo per qualche bracciata, al mare o in piscina. Tuttavia, sarebbe importante praticare questo sport con regolarità tutto l’anno. Nessuno mira a ottenere l’effetto “bicipiti alla Schwarzenegger” (e meno male!), ma nemmeno il fastidioso effetto tendina. Gli stili migliori per modellare e tonificare le braccia sono lo stile libero e la rana.

IN CONTEMPORANEA...Accanto all’esercizio fisico è una buona abitudine prendersi cura della propria pelle, per renderla luminosa e elastica. I prodotti migliori in questo senso sono oli o creme a base di vitamine E ed F e di omega 3, 6, 9. Si può anche ricorrere alla chirurgia estetica, da valutare in base al tipo di problema. Per restituire un profilo tonico alle braccia si consigliano per esempio iniezioni di acido ialuro-nico, una sostanza già presente nel nostro corpo (che tende a diminuire con l’età) e che dona elasticità alla pelle. aumento tessuto adiposo o eccesso di pelle dovuto al dimagrimento.

PESIIl primo esercizio che viene in mente parlando di braccia da tonificare sono sicuramente i pesi. Per far lavorare la muscolatura dei nostri arti, però, non è necessario andare in palestra, ma basta utilizzare oggetti comuni in casa, come per esempio un paio di bottiglie d’acqua che pos-sono diventare le vostre fedeli compagne di allenamento. Qui potete sbizzarrirvi piegando e allungando le braccia per sollecitare i bicipiti (con movimenti dall’esterno all’in-terno) o i tricipiti (dal basso all’alto).

SPORT CON LA PALLAAnche in questo caso la parola d’ordine è costanza: non bastano un paio di partite di pallavolo, oppure l’appuntamento spora-dico al campetto di basket con gli amici. Dedicate almeno una sera ad uno di questi sport, o a pallacanestro, pallamano e così via; dopo qualche mese vedrete i primi risultati anche sulle vostre braccia.

PILATESQuesta pratica molto in voga anche in Italia negli ultimi anni consiste nell’effettuare pochi movimenti concentrandosi molto sulla respirazione. Invece di ripetere più volte l’eserci-zio, si punta a mantenere una certa posizione a lungo. Questo sollecita i muscoli ma, stimolan-do l’elastina cutanea, migliora anche la pelle.

22 N&P

Se vi sentite a disagio quando

dimenticate a casa il cellulare, se girate

sempre con una batteria di riserva e avete più dispositivi per tutelarvi da furti

e incidenti, se non riuscite a controllare il tempo che passate

sui social magari la sera, quando il buon

proposito era andare a nanna presto…

potreste soffrire di nomofobia, la paura

della disconnessione

NomofobiaL’ANSIA DA SEPARAZIONE

DA SMARTPHONE

F O C U SS A L U T E

N&P 23

L’abbiamo sperimenta-ta tutte: dimentichia-mo a casa lo smar-tphone o si scarica la batteria mentre siamo in giro e ci sentia-mo perse. Affidiamo alla piccola scatolina funzioni essenziali per il nostro quotidiano (oltre alle telefonate e ai messaggi, anche il navigatore e gli indirizzi da raggiungere, oltre ovviamente ai social network) e quando siamo senza abbiamo l’impressione di non sapercela più cavare come invece facevamo appena una decina d’anni fa. Da qualche tempo gli esperti par-lano di nomofobia per descrivere il fenomeno dello spaesamento quando siamo senza cellulare. Nei casi più gravi, può portare a sintomi come mancan-za di respiro, vertigini, aumento della pressio-ne e tachicardia.

I SINTOMIGirare con una batteria portatile o cercare di essere sempre raggiun-gibili sono buone pras-si, finché non sfociano nel patologico e non si trasformano nell’ansia di controllare costan-temente il campo e la presenza di notifiche, oppure nel tenere co-stantemente il cellulare acceso anche di notte, a costo di svegliarsi per il messaggio dell’amico nottambulo o insonne. Nella maggior parte dei casi, nulla che non si possa rimandare alla mattina successiva. Secondo una ricerca spagnola, sarebbero i giovani tra i 18 e i 25 anni i più colpiti, soprattutto se hanno bassa autostima e pro-blemi relazionali.

COSA EVITARETra i suggerimenti per uscire dalla dipendenza (pur ricordando come nei casi più gravi sia necessario rivolgersi a un esperto) c’è l’evitare di andare a letto con lo smartphone. Questo comportamento infatti, oltre ad aumentare la difficoltà a prendere sonno, incrementa anche l’ansia. Andiamo a letto presto con l’inten-zione di dare un’ultima occhiata veloce ai social e quando guardiamo l’ora… scopriamo che le ore sono volate. Per questo gli esperti con-sigliano di lasciare il cel-lulare fuori dalla camera da letto o, se proprio non se ne può fare a meno perché magari lo usiamo come sveglia, di impostare la modalità aereo prima che varchi la soglia della stanza. Un’altra buona prassi è cercare di “dimenticar-ci” di possedere uno smartphone quando non ci serve. Se stiamo lavorando, stiamo fa-cendo la spesa o siamo in compagnia, non ab-biamo bisogno di aprire ogni singola notifica. Quindi possiamo riporre il cellulare in borsa, ma-gari senza silenziarlo. Se qualcuno ha qualcosa di urgente da comunicarci ci telefonerà.

F O C U SS A L U T E

24 N&P

F O C U SNUTRIZIONE

I CONSIGLI 2.0Svezzamento

Sì alla dieta vegana, seppur

controllata, e a uova e cibi a rischio allergie. Sguardo di diffidenza,

invece, su sale e zucchero. Parola del

pediatra

N&P 25

F O C U SNUTRIZIONE

Una volta partori-to – e a volte anche prima – tutte le neomamme sono assalite da mille dubbi sullo svezza-mento. Come capire qual è il momento giusto per il pro-prio figlio e come comportarsi con la miriade di alimenti a disposizione? Lo abbiamo chiesto a Carlo Agostoni, Direttore della Pediatria a Media Intensità di Cura del Policlinico di Milano.

PIÙ LIBERTÀ DI SCELTA PER LA FAMIGLIA

“In passato si tendeva a fornire indicazioni molto precise, ma oggi sappiamo che è meglio essere più elastici”, premet-te l’esperto. Lo svezzamento, cioè il passaggio graduale dal latte (materno o artificiale) ai cibi solidi, va fatto tra i quattro e i sei mesi d’età del bimbo, meglio ancora se si riesce a raggiungere la soglia del “mezzo anno”. E fin qui ci siamo. Più compli-cato, però, fornire regole adatte a tut-ti. Anche le ultime linee guida del Mi-nistero della Sanità sottolineano come l’ordine di introdu-zione dei cibi non rivesta più l’impor-tanza del passato: la famiglia e il bambi-no stesso possono scegliere in autono-mia cosa mangiare, in base alle proprie abitudini alimen-tari. L’importante è essere seguiti costantemente da un pediatra che sap-pia fornire, quando necessario, le giuste indicazioni per il singolo caso.

SÌ A UOVA E CIBI A RISCHIO ALLERGIA

Di solito per i primi alimenti ci si orienta su frutta frullata, verdura cotta tritata e cre-ma di riso, per poi aggiungere a poco a poco i carboidrati e le proteine. “Un tempo si evitavano almeno inizialmen-te alimenti come le uova, ma ad oggi non esistono prove a supporto del ritardo nell’intro-duzione di questo cibo nella dieta dei piccoli”, sottolinea il pediatra. Stesso discorso per quegli alimenti a rischio allergia, come le noccioline, oppure i cibi ricchi di glu-tine: “Alcuni studi hanno dimostrato che un’introduzione precoce protegge dalle allergie, inve-ce di aumentarne il rischio”, aggiunge l’esperto.

SDOGANATO LO SVEZZAMENTO VEGANO

Un documento del-la Società europea di gastroentero-logia, epatologia e nutrizione pedia-trica nel 2017 ha preso una posizione chiara anche nei confronti delle die-te vegane sommini-strate a pochissimi mesi dalla nascita: “Non sono sconsi-gliate, ma si racco-manda fortemente la presenza di un pediatra che segua con attenzione il percorso nutrizio-nale del piccolo e che possa consiglia-re la giusta supple-mentazione della dieta”, chiarisce Agostoni.

ATTENZIONE A SALE E ZUCCHERO

Osservati spe-ciali nella dieta dei bambini dallo svezzamento in poi? Il sale e lo zucche-ro. “Sarebbe meglio abituare il piccolo a non consumare questi due alimenti, abituandolo a gusti sciapi e amarognoli, come quelli della verdura a foglia larga”, conferma il pediatra. Il motivo, tuttavia, è di tipo precauzionale: “È una misura che serve a evitare che il bimbo si abitui e finisca per abusare di sale e zucchero negli anni succes-sivi. Al momento, infatti, non abbia-mo prove che l’uso controllato di sale e zucchero nuoccia alla salute dello svezzato”.

Ossa in formaNO AGLI ECCESSI

I trucchi per mantenere uno scheletro a prova di frattura? Dieta mediterranea, moderata attività fisica e no agli eccessi

I consigli per prevenire

l’osteoporosi, una malattia che si

manifesta dopo i 50 anni ma che si previene fin dalla

nascita

F O C U SS A L U T E

26 N&P

Prevenire da giovane per non soffrire in età avanzata. Vale per tutte le patologie, ma in particola-re per l’osteoporosi: si manifesta solitamente dopo i 50 anni, ma possiamo iniziare a combatterla fin dall’infanzia. “Come dice il nome, è una malattia che rende l’osso poroso e quindi più sogget-to a fragilità e fratture”, spiega Pietro Scendoni, reumatologo dell’Irccs Inrca, l’Istituto nazionale di ricovero e cura degli anziani. E più l’età si alza più le conseguenze della patologia diventano invalidanti: si va infatti dalle fratture del polso, frequenti nei cinquantenni, fino a quelle del femore, che per gli over85 possono anche rivelarsi fatali. “L’età pediatrica è fondamentale perché è il periodo della vita in cui si “costruisce” la nostra massa ossea”, osserva l’esperto. Ciascuno di noi raggiunge infatti tra i 25 e i 30 anni il cosiddetto picco di massa ossea, cioè la massima quan-tità di minerali contenuti nel nostro scheletro. Come se fosse uno zaino che portiamo con noi invecchiando, più è pieno e più lentamente si svuoterà con il passare degli anni.

L’invecchiamento – anche delle ossa – lo si combatte anche con l’alimentazione. Un buon modo è “seguire la dieta mediterranea dei nostri nonni, abitudine che si sta perdendo”, sottolinea il reumatologo. Tanta frutta e verdura, pesce e poco condimen-to. E poi latte e latticini: “Sono alimenti di cui non bisogna abusare, ma che sono fondamentali per una buona salute ossea”, osserva Scendoni. Una tazza di latte a colazione e un po’ di formaggio sta-gionato due o tre volte la settimana sono sufficienti per dare benzina al nostro scheletro.

Quando si parla di ossa l’attività fisica è spesso sottovalutata e invece riveste un ruolo fonda-mentale: “Ossa e muscoli vanno a braccetto – spiega l’esperto – L’esercizio, anche moderato, serve a tutte le età, soprattutto se è costante nel tempo”. Già, perché non serve essere delle maratonete per proteggere lo sche-letro: anche un’attività a bassa intensità come la camminata, se praticata quotidianamente, può ave-re benefici sulle ossa. Da evitare invece gli eccessi: “Recarsi in palestra un paio di volte la settimana e passare poi il resto della settimana alla scrivania o sul divano preferendo l’a-scensore alle scale non è salutare”, mette in guardia l’esperto.

Per avere le ossa in forma occorre evitare gli eccessi: a tavola e nell’attività fisi-ca, ma anche nello stile di vita. “Il fumo per esempio interferisce con l’assor-bimento dei nutrienti nel tratto gastro-intestinale, mentre l’eccessiva ma-grezza provoca la rarefa-zione dell’osso. È normale che una donna di 50 anni abbia qualche chilo in più di quando ne aveva 20. Il peso va tenuto sotto con-trollo, ma non demonizza-to”, conclude Scendoni.

A tavola con la dieta mediterranea

Sempre in movimento

Bandire le cattive abitudini

F O C U SS A L U T E

N&P 27

Faticaad addormentarsi?

TRE FALSI CLICHÉPer alcuni farsi abbracciare da Morfeo può essere un’impresa complicata. Attenzione

però: ci sono comportamenti normalmente utilizzati per addormentarsi che potrebbero sortire l’effetto opposto

F O C U SS A L U T E

28 N&P

Se anche voi non ap-partenete alla catego-

ria di persone che appena toccano il cuscino si addor-mentano, eccovi qualche piccolo rimedio che potete provare ad adotta-re. Al di là di quello che si pensa, infat-ti, ci sono alcuni comportamenti piuttosto comu-ni che, invece di aiutare a dormire, sabotano i nostri sonni.

ANDARE A LETTO QUANDO SIAMO STANCHEPuò sembrare un consiglio di buon-senso, ma non è detto che lo sia. Il nostro corpo infat-ti ama le abitudini e variare l’orario in cui andiamo a letto o quello cui ci alziamo può non essere una buona idea. Sfruttare le serate primaverili per passare qual-che ora in più fuori

può essere molto piacevole, ma il risultato è che il nostro corpo risen-te di questi cam-biamenti, anche se spesso li rende visibili anche a noi solo dopo i 40 anni. Seguire delle routine (anche durante i weekend) è un approccio ef-ficace per dormire meglio e sentirsi più riposate. FARE ALTROQuante volte, non riuscendo a prendere sonno, ci siamo alzate per un giretto della casa, abbiamo dato una sbirciatina not-turna a Facebook, abbiamo acceso la tv o ci siamo concesse qualche pagina dell’ultimo libro che stavamo leggendo? Tutte abitudini da cali-brare bene perché l’effetto potrebbe essere l’opposto: invece di farci prendere sonno, infatti, queste

attività potrebbero stimolare la produ-zione di adrenalina tenendoci con gli occhi spalancati fino all’alba. Man-tenere invece una posizione rilassata permette, anche senza dormire, di ridurre i livelli di cortisolo, l’ormo-ne dello stress. A una condizione: che il tentativo di abbracciare Morfeo non si trasformi in un’ossessione. In questo caso, me-glio fare qualcosa che distragga, an-che se andrebbero evitati gli schermi.

CONTARE LE PECOREQuante volte, da bambine, ci hanno detto di contare le pecore per com-battere l’insonnia? È un metodo che di solito funziona perché rilassa, ma in alcune persone potrebbe sortire l’effetto opposto. Man mano che il numero di ani-

mali che salta la staccionata cresce, aumenta anche l’ansia di chi sta cercando di ad-dormentarsi, che si rende conto che il metodo non sta funzionando.Un buon metodo di visualizzazione alternativa potreb-be essere quella di pensare a qualcosa di positivo come praticare un’attivi-tà che ci piace. La routine mentale, così come quella fisica, comporta benefici al sonno, a patto che non ci siano dei numeri: va bene immagina-re di fare il pane, ma è “vietato” contare le pagnot-te. Altrimenti si ricade nell’effetto pecora: se ieri mi sono addormenta-ta dopo 5 pagnot-te e oggi sono a 10 con gli occhi sbarrati, il cervello crea aspettative che, se non si realizzano, creano ansia.

F O C U SS A L U T E

N&P 29

30 N&P

Test

N&P 31

Test

Quanto è affettuosa

L’amore si dimostra in tanti modi: non ne-cessariamente gli slanci affettuosi sono sinonimo di maggiore coinvolgimento. A volte le persone sono semplicemente poco affettuose di carattere, mentre al-tre non possono fare a meno di coccole e grattini anche quando il sentimento non è nel pieno del suo potenziale. Insomma, se l’atteggiamento del vostro partner è costante nel tempo, l’importante è non fraintendere la vostra dolce (o meno dol-ce) metà. Scopri che tipo è lui.

Di E

va C

aron

esla vostra metà?

32 N&P

1Entrando in casa inciampate

nel tappettino nuovo facendovi

un bernoccolo in fronte. Lui

cosa fa?

a)Preoccupatissimo/a corre a soccorrer-

vi e vi coccola come un bambino

b)Vi sgrida per la vostra disattenzione

c)Vi consiglia di andarvi a medicare

2Quali sono le occasioni in cui

lui manifesta maggiore affetto?

a)A lettob)Quando non vi vede da tempo

c)Ogni occasione è buona

3Vi fa mai regalini inaspetta-

ti, da un mazzo di fiori a due

biglietti per il teatro?

a)Nob)Sìc)Solo se deve farsi perdonare qualcosa

4Siete giù di morale. Lui:

a)Fa di tutto per tirarvi su di

morale o farvi sorridere

b)Non se ne accorge

c)Si innervosisce

5Apprezzamenti su di voi e sul

vostro aspetto:

a)Non li fa mai

b)Capita che si lanci in compli-

menti, ogni tanto

c)Ogni occasione è buona per dirvi

quanto gli/le piacete

6Vi abbraccia e bacia spesso

senza motivo?a)Nob)Sì

c)Solo se è in buona

7Alla vostra metà piace parlare

con voi di tutte le sensazioni

più segrete, progetti e ambi-

zioni?a)Sì, ogni giorno

b)Non per le piccole cose

c)No, su certi argomenti preferisce

mantenere la riservatezza

8Utilizza nomignoli affettuosi

quando siete voi due da soli?

a)Sìb)No

c)Solo in situazioni molto intime

9Vi scrive spesso sms durante la

giornata?a)Nob)Sì, anche solo per mandare

qualche cuorec)Solo in particolari situazioni, come il

giorno del compleanno

10Vi prende spesso per

mano?a)Sìb)No

c)Solo quando ci sono momenti di par-

ticolare intesa

N&P 33

v

Test

Punteggio

PROFILI

Punteggio compreso tra 30 e 22

“Affettuoso” è un aggettivo che descrive molto bene la persona che

sta al vostro fianco. Appagati, coccolati e gratificati continuamente dai

dolci gesti del vostro lui, di certo il confort di un partner premuroso

non vi manca..occhio però a non perdere la vostra indipendenza!

Punteggio compreso tra 21 e 14

Forse il vostro partner non si distingue per premurosità, ma questo

non vuol dire che non ci siano amore, affetto e rispetto, semplice-

mente ci sono molti modi di esprimerli. L’importante è che questo

atteggiamento siacompreso e condiviso da entrambe le parti. Se il

test lo facesse lui su di voi, otterrebbe lo stesso punteggio?

Punteggio inferiore a 13Decisamente acidino il vostro partner. Ora, i casi possono essere

due: lui non riesce ad uscire dal ruolo del “duro” o lei è inibita e

tipicamente “freddina” di natura. In questo caso non c’è molto da

fare, prendete atto del fatto che così ve li siete scelti, quindi o ve ne

fate una ragione o lasciate perdere, di sicuro non li cambiate. Nel

caso in cui, invece, anni di convivenza abbiano portato ad un totale

appiattimento del rapporto, cominciate con il chiedervi se potreste

voi per primi essere i responsabili di tale atteggiamento. Tanto per

cominciare, rigirate il test per capire come siete voi e in modo da

prendere provvedimenti, se lo ritenete opportuno.

A B C

1 3 1 2

2 1 2 3

3 1 3 2

4 4 2 1

5 1 2 3

6 1 3 2

7 3 2 1

8 3 1 2

9 1 3 2

10 3 1 2

34 N&P